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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 28 Maggio 2012 |
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L’RNA: DA MESSAGGERO DEL GENOMA A GUARDIANO DELLA SUA INTEGRITÀ |
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Milano, 28 maggio 2012 - Individuato un nuovo e inatteso ruolo per l’Rna: difendere l’integrità e la stabilità del genoma. Uno studio pubblicato oggi sulla prestigiosa rivista scientifica Nature dimostra infatti che una classe di Rna fino ad ora sconosciuta – i neobattezzati Ddrna - riveste un ruolo chiave nell’attivazione degli allarmi molecolari necessari per salvaguardare il nostro patrimonio genetico quando si verificano danni al Dna scatenati da fattori interni od esterni. La scoperta descritta sulle pagine di Nature emerge da uno studio condotto da Fabrizio d’Adda di Fagagna dell’Ifom di Milano in collaborazione con il Cnr di Pavia, l’Iit presso il Campus Ifom-ieo di Milano e il Riken Omics Science Center di Yokohama in Giappone. Data l’importanza che riveste la risposta cellulare ai danni al Dna tanto nei processi di invecchiamento quanto nella repressione e controllo dello sviluppo dei tumori nonché negli approcci terapeutici antitumorali, la scoperta potrebbe aprire delle promettenti prospettive interpretative e potenzialmente terapeutiche. Milano, 23 maggio 2012 - Per molti decenni la comunità scientifica ha attribuito al Rna un ruolo subordinato al Dna, funzionale ai processi di espressione dell’informazione genetica in proteine. A parte alcune eccezioni note, come le classi dei tRna e gli rRna coinvolti nella sintesi delle proteine, gli Rna erano infatti considerati molecole “di passaggio”, strutture messaggere necessarie per trasportare le istruzioni genetiche dal nucleo, sede del genoma, al citoplasma, sede di fabbricazione delle proteine, l’impalcatura degli organismi viventi. Questa visione semplicistica ha lasciato il passo, negli ultimi anni, a uno scenario sempre più complesso, identificando nuove classi di Rna implicate in molteplici eventi cellulari. Una in particolare, però, non era mai stata individuata e descritta fino ad oggi: si tratta dei Ddrna, una classe di Rna non codificanti proteine che vengono generati ogni volta che il patrimonio genetico viene danneggiato. Hanno origine dalla stessa sequenza del Dna lesionato e hanno il compito essenziale di lanciare gli allarmi molecolari grazie ai quali la cellula si accorge del problema e vi pone rimedio riparando il danno. Dai Ddrna dipenderebbe quindi l’integrità del genoma. La scoperta emerge da uno studio pubblicato oggi online dalla rivista Nature e coordinato da Fabrizio d’Adda di Fagagna, responsabile del programma di ricerca “Telomeri e senescenza” all’Ifom (Istituto Firc di Oncologia Molecolare) di Milano e ricercatore presso il Cnr di Pavia. I Ddrna, così battezzati appunto per la funzione di innescare la risposta cellulare ai danni al Dna (dall’inglese Dna Damage Response Rna), non sono semplicemente una nuova classe di Rna che si aggiunge ad altre trovate in precedenza. «Tutti gli Rna descritti finora – spiega d’Adda di Fagagna – anche se molto diversi fra loro per struttura, sequenza e meccanismo d’azione, hanno fondamentalmente una caratteristica in comune: concorrono tutti, a molteplici livelli, a regolare l’organizzazione funzionale e l’espressione del genoma. I Ddrna sono unici perché del genoma salvaguardano l’integrità. Per un Rna, si tratta di un compito inedito, che allarga lo spettro della versatilità funzionale finora provata per questo tipo di molecole». La scoperta rappresenta, quindi, una tappa fondamentale del processo che sta portando a un significativo cambiamento di orizzonte in questo ambito della biologia molecolare. A rivoluzionare il campo sicuramente stanno contribuendo le nuove tecnologie di sequenziamento che consentono di svelare, dopo il genoma di diverse specie animali e vegetali, anche il cosiddetto trascrittoma, ovvero l’intero e specifico programma di Rna espresso dalle cellule. I Ddrna descritti oggi su Nature sono stati identificati proprio grazie all’applicazione di tecnologie genomiche all’avanguardia, capaci di identificare piccole quantità di Rna, utilizzate dagli scienziati di Ifom in stretta collaborazione con il team di Piero Carninci del Riken Omics Science Center, Riken Yokohama Institute, in Giappone. Presso i laboratori di Milano e di Yokohama sono stati condotti esperimenti in cui venivano ricreate in provetta situazioni di stress capaci di generare lesioni al Dna cellulare ed in seguito è stato sequenziato il set completo degli Rna espressi dalle cellule danneggiate. “I risultati di queste analisi hanno chiaramente dimostrato – commenta Carninci - che, in simili circostanze, dalla sequenza del Dna lesionato vengono trascritte corte molecole di Rna. Questo studio ha grossissime implicazioni per quanto riguarda la funzione degli Rna non codificanti. Questi Rna sono spesso stati considerati “la spazzatura” del genoma, in quanto, per molti di essi, la loro funzione non è ancora del tutto chiara. Questo studio dimostra inequivocabilmente che anche gli Rna poco trascritti possono avere una funzione nel mantenere l’integrità del genoma.” Ulteriori indagini svolte presso l’Ifom hanno svelato come su di esse la cellula fa affidamento per avviare gli allarmi molecolari necessari alle operazioni di riparo del proprio patrimonio genetico danneggiato. Ddrna: una barriera contro lo sviluppo tumorale - La “Risposta al danno al Dna” o Ddr (Dna Damage Response) è la reazione che la cellula innesca per mantenere il proprio patrimonio genetico integro: quando si registra una rottura in una porzione di Dna, si arresta temporaneamente il processo di crescita e proliferazione delle cellule danneggiate, evitando così di creare i presupposti per riarrangiamenti e mutazioni del genoma che potrebbero predisporre al cancro o all’accumulo di danni irrimediabili al Dna, causa dell’invecchiamento cellulare. Questo sistema, quindi, costituisce un’efficacissima barriera alla crescita cellulare fuori controllo, tipica invece del tumore. Il viaggio sperimentale che ha condotto il team di d’Adda di Fagagna presso l’Ifom, composto da Sofia Francia e Flavia Michelini, alla scoperta dei Ddrna ha preso le mosse proprio dallo studio di cellule tumorali: «analizzando queste cellule - Racconta Sofia Francia, prima autrice dello studio, che è stata sostenuta in questo progetto di ricerca anche dall’Istituto Italiano di Tecnologia presso il Campus Ifomieo di Milano – ci siamo accorti che quando bloccavamo la produzione di una specifica classe di Rna non codificanti, all’interno del nucleo cellulare si spegnevano gli allarmi molecolari che segnalano la presenza di danni al Dna, non si attivava quindi il meccanismo di Ddr e, di conseguenza, le cellule tumorali ricominciavano a proliferare». Approfondendo le ricerche su questo fenomeno mai osservato prima, gli scienziati di Ifom hanno individuato l’inedito ruolo dell’Rna come mediatore della risposta cellulare alla presenza di danni al Dna e, in quanto tale, di soppressore della crescita tumorale. E non solo: l’accumulo di danni al Dna e la persistente attivazione del Ddr sono associati anche alla senescenza cellulare e all’invecchiamento degli organismi, processi nei quali la nuova specie di Rna potrebbe svolgere un ruolo chiave. Senescenza e trasformazione tumorale costituiscono per molti aspetti facce opposte della stessa medaglia. Da anni d’Adda di Fagagna e il suo team si dedicano allo studio di questi due processi cellulari strettamente collegati fra loro e associati alla compromissione dell’integrità del genoma. La scoperta di oggi svela un altro tassello del mosaico che emerge dalle ricerche condotte dagli scienziati di Ifom: «Questa nuova classe di Rna apre una prospettiva completamente nuova per interpretare i processi di invecchiamento e i meccanismi della trasformazione e della progressione tumorale legati alla generazione di danni al Dna» commenta d’Adda di Fagagna. «In particolare, studieremo ora se i meccanismi di sintesi di questi Ddrnas sono alterati nel cancro e l´impatto che queste alterazioni possono avere nell´insorgenza e sviluppo dei tumori. Ed è proprio in questa direzione – continua lo scienziato - che porteremo avanti le nostre ricerche in stretta collaborazione tra Ifom e il Cnr di Pavia, dove abbiamo attivato di recente un laboratorio dedicato allo studio del mantenimento della stabilità genomica”. Questo lavoro è stato realizzato grazie al sostegno, fra gli altri, della Firc (Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), dell’Airc (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), di Human Frontier Science Program e di Telethon. |
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SLA,FORMIGONI:2500 EURO AL MESE PER CURE A CASA IL PRESIDENTE A INAUGURAZIONE DEL CENTRO NEMO CON MONTEZEMOLO |
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Milano, 28 maggio 2012 - ´I malati di sclerosi laterale amiotrofica (Sla) o di altra patologia dei motoneuroni potranno ricevere un contributo mensile aggiuntivo di 1.500 o 2.000 euro - a seconda della gravità del caso e delle necessità di cura - oltre ai 500 euro già garantiti dal 2008 per l´assistenza domiciliare. L´assegno mensile potrà così essere di 2.000 o 2.500 euro e servirà a garantire adeguata assistenza a quelle persone per le quali il progredire della malattia ha causato un deficit grave o completo delle capacità funzionali (respirazione, nutrizione, comunicazione, motricità)´. Centro Nemo - Lo ha annunciato il 23 maggio il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, intervenendo alla conferenza stampa di presentazione e alla successiva inaugurazione dei nuovi spazi (1.000 metri quadri) del Centro Clinico Nemo di Niguarda insieme ad Alberto Fontana (presidente Fondazione Serena Onlus), Luca Cordero di Montezemolo (presidente Fondazione Telethon), Pasquale Cannatelli (direttore generale Niguarda) e Mario Melazzini (direttore scientifico del Centro Clinico Nemo). Programma Regionale - Questi contributi aggiuntivi sono la principale novità contenuta nel ´Programma esecutivo di interventi regionali in tema di Sclerosi laterale amiotrofica e altre malattie del motoneurone´, approvato dalla Giunta regionale nei giorni scorsi, su proposta dell´assessore alla Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli. Grazie ai finanziamenti del Fondo nazionale per le non autosufficienze - per la Lombardia si tratta di 15.490.000 euro - ´sarà dunque possibile - ha spiegato Formigoni - migliorare e potenziare l´assistenza per questi malati´. Oltre ai contributi in più per le cure domiciliari svolte dagli assistenti familiari o dalle famiglie stesse, finanziati con 12.835.100 euro, Regione Lombardia ha deciso di realizzate altre tre azioni. Tre Azioni - ´La prima - ha aggiunto il presidente - finanziata con 2,5 milioni, riguarda il potenziamento in termini qualitativi e quantitativi del percorsi di assistenza a domicilio: lo scopo è migliorare il raccordo con i medici o gli ospedali di riferimento per comprendere e affrontare meglio i bisogni delle persone´. Previsti anche percorsi di formazione per gli operatori dell´assistenza domiciliare. Il secondo intervento, a carico del bilancio regionale e quindi non finanziato con il Fondo nazionale, è invece dedicato a potenziare i ricoveri di sollievo per i malati e per chi li accudisce (i cosiddetti ´caregiver´). Verrà offerta la possibilità di accoglienza temporanea in strutture con caratteristiche di tipo alberghiero, ma con la sicurezza di essere assistiti da personale qualificato. Anche questa particolare opportunità è riservata ai pazienti con deficit grave o completo delle capacità funzionali. Infine, l´1 per cento della quota lombarda del Fondo (154.900 euro) verrà utilizzato per promuovere e sostenere attività di ricerca riguardo i modelli assistenziali utili a prevenire le complicanze e migliorare la qualità della vita. Interventi Già Realizzati - ´Il Programma varato dalla Giunta - ha commentato l´assessore Boscagli - si inserisce in un contesto, che ha già visto diversi interventi di Regione Lombardia per la cura e l´assistenza dei malati di Sla o di altre patologie dei motoneuroni. Dal 2008 viene garantito ai malati assistiti in casa un assegno mensile di 500 euro e la possibilità di ricoveri di sollievo in Residenze sanitario assistenziali (Rsa) o Residenze per persone con disabilità (Rsd) e, dal 2009, viene garantita la completa gratuità del ricovero permanente in queste stesse strutture. Grazie a questi interventi, attualmente vengono assistite a domicilio 431 persone, mentre altre 50 sono ricoverate in Rsa o Rsd´. Da oggi il Centro Clinico Nemo ha a disposizione altri 1000 mq, che di fatto ne raddoppiano dimensioni e funzionalità, con particolare riferimento ai pazienti pediatrici che potranno godere di spazi interamente dedicati. ´Si tratta - ha detto ancora Formigoni - di una struttura unica nel suo genere in Italia e che in brevissimo tempo ha saputo porsi come il punto di riferimento in assoluto per le malattie genetiche correlate´. E´ dotata di 20 posti letto più 4 di day hospital, con un´utenza di circa 1200 persone all´anno. Complessivamente ha offerto più di 6000 prestazioni in quattro anni di effettiva attività, con una domanda in forte crescita costituita per ben il 30 per cento da pazienti extra-regione. Fiore All´occhiello - ´Questo Centro - ha sottolineato Formigoni - rappresenta oggi, a distanza di qualche anno dalla sua piena operatività, un vero e proprio fiore all´occhiello del nostro Sistema sanitario, oltre che un modello virtuoso di collaborazione pubblico/privato. Sottolineo con piacere come questa esperienza abbia fatto da apripista ad altri Centri analoghi, che sono stati successivamente aperti da Fondazione Serena, a cui fa capo Nemo, in altre regioni d´Italia´. ´Grazie al vostro lavoro - ha aggiunto il presidente, rivolgendosi ai responsabili e al personale - in breve tempo Nemo ha saputo proporsi come un vero e proprio modello per la presa in carico di pazienti con malattie complesse e gravemente invalidanti´. Esso rappresenta ´un esempio sia rispetto alla qualità dei percorsi di cura, che alla capacità di mantenere costi diagnostici sensibilmente inferiori alla media´. A Pieno Titolo Nel Sistema Sanitario - ´Nel 2013 - ha concluso Formigoni - terminata la prevista fase di sperimentazione gestionale (2007-12), il Centro, con i suoi posti letto e le attività relative, entrerà a far parte a tutti gli effetti del Sistema sanitario regionale´. |
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CHIRURGIA ENDOSCOPICA DELLA BASE CRANICA: IL CONVEGNO AD ARCO |
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Trento, 28 maggio 2012 - Si è aperta il 25 maggio, al Casinò di Arco, il convegno "Chirurgia endoscopica mini invasiva della base cranica", organizzato dall´ospedale di Rovereto. Le frontiere della chirurgia della base cranica per l´asportazione di tumori al centro dei lavori, aperti, nel pomeriggio, dall´assessore alla salute e politiche sociali della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi. Fra i presenti anche una delegazione di medici del Kosovo, nonché del Ghana e dell´Etiopia, paesi interessati alle iniziative di formazione che coinvolgono il personale medico trentino realizzate dalla Provincia autonoma, sulla base dell´accordo sottoscritto con l´Azienda provinciale per i Servizi sanitari. "Si tratta di un´esperienza che ci arricchisce reciprocamente - ha detto l´assessore Rossi in apertura delle relazioni pomeridiane - e che ci permette di approfondire tematiche innovative importanti per il futuro della sanità, anche trentina, il tutto in una logica multidisciplinare. Quindi formazione, ma anche attenzione a lavorare sempre più in équipe, che è quello a cui dobbiamo puntare tutti assieme. Le nostre strutture sanitarie - ha proseguito l´assessore - devono essere in grado di lavorare sempre di più in rete, ricercando la specializzazione ma anche presidiando la dimensione umana. Mi pare che questa modalità di approccio sia propria dell´esperienza della Neurochirurgia di Rovereto, del dottor Conti e di tutti gli altri colleghi che operano con lui in questi progetti di formazione rivolti ad altri Paesi, dei quali non possiamo che condividerne gli obiettivi". Fra il pubblico anche l´assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza, Lia Giovanazzi Beltrami, nonché l´assessore alla cultura e ambiente del Comune di Arco, Massimiliano Floriani. Il segretario scientifico del convegno, Michele Conti, nell´aprire i lavori, ha quindi evidenziato gli obiettivi di questo congresso medico: "Vogliamo restare al passo e stimolare le nostre menti. Queste tecniche innovative ci consentono da un lato di intervenire in modo rapido e non invasivo, dall´altro di favorire la collaborazione multidisciplinare". Al Casinò, nel corso della giornata, si sono alternati interventi di illustri medici, sia italiani che provenienti dal resto del mondo. Fra questi anche alcune eccellenze italiane, che hanno affiancato il dottor Michele Conti, neurochirurgo all´ospedale di Rovereto, come: il professor Giampietro Pinna, docente di neurofisiologia e neurochirurgia alle Università di Verona e di Modena; il dottor Umberto Maria Ricci, dirigente medico presso il Dipartimento di Neurochirurgia Ospedaliera dell’Ospedale Borgo Trento di Verona; il dottor Fabrizio Silvagni del reparto di Otorinolaringoiatria dell´Ospedale di Cittadella; nonché il dottor Domenico Billeci, direttore del Nucleo Cure Palliative presso l’Ulss Alta Padovana a Camposampiero e Cittadella. Ospite d´onore è stato il professor Daniel Prevedello, protagonista delle relazioni di stamattina. Prevedello, che ha lavorato al centro di neuroendoscopia della base cranica del Centro Universitario di Pittsburgh, negli Stati Uniti d´America, è l´attuale direttore di neurochirurgia endoscopica dell´università dell´Ohio a Columbus, ed ha presentato questa speciale tecnica chirurgica mini invasiva che consente di asportare lesioni tumorali del cranio e dell´encefalo senza l´apertura della teca cranica, ma utilizzando ottiche e strumenti attraverso il naso. In sala numerosi medici neurochirurghi, otorino laringoiatri, radiologi, radioterapisti, oncologi e endocrinologi. Molto interesse è stato espresso anche dai medici del Kosovo, dell´Etiopia e del Ghana. In questi ultimi due Paesi, ma anche in Zimbabwe, sono stati realizzati corsi di formazione per il personale medico locale, per la cura della patologia dell´idrocefalo, molto diffusa tra i bambini. E questo grazie a un progetto avviato da un paio d´anni dalla Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con l´Azienda provinciale per i servizi sanitari, e le associazioni trentine che operano in vari paesi dell´Africa. La delegazione dei medici africani, assieme all´ambasciatore del Ghana in Italia Evelyn Anita Stokes-hayford, già più volte in Trentino per il coordinamento di alcuni progetti di cooperazione anche in campo sanitario, rimarrà in Trentino per alcuni giorni: la prossima settimana frequenterà un corso di formazione di tre giorni presso il reparto di Neurochirurgia dell´ospedale di Rovereto. |
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DONAZIONI E TRAPIANTI, TOSCANA REGIONE LEADER PER L’OTTAVO ANNO CONSECUTIVO |
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Firenze, 28 maggio 2012 – Per l’ottavo anno consecutivo la Toscana si conferma la regione più generosa in fatto di donazione di organi e tessuti. Il Report 2011 dell’Ott, l’Organizzazione Toscana Trapianti, pubblicato in occasione della Giornata nazionale donazione e trapianto di organi e tessuti, che si tiene domenica 27 maggio, lo indica chiaramente. In Toscana il tasso di donatori segnalati per milione di abitanti è più che doppio della media nazionale: 75,1 donatori segnalati pmp in Toscana, 37,4 in Italia. E anche il dato dei donatori realmente utilizzati è quasi doppio rispetto a quello nazionale: 33,5 pmp, rispetto al 18,4 della media nazionale. E, coerentemente, il numero di opposizioni alla donazione è più basso nella nostra regione che nel resto d’Italia: 23,9% in Toscana, 28,5% dato nazionale. “Come ho avuto modo di dire in altre occasioni questi risultati sono il frutto di un impegno collettivo – commenta l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – E per questo ringrazio ogni componente del sistema donazioni/trapianti: dai donatori e le loro famiglie, alle associazioni di volontariato, ai professionisti del 118, delle rianimazioni, dei centri trapianto. Credo che in Toscana sia stato raggiunto un ottimo livello di organizzazione. La sfida è ora quella di migliorare ancora questa organizzazione e rendere sempre più veloce e sicuro il percorso donazione/trapianto, a tutto vantaggio dei cittadini in lista di attesa. Il fatto che in Toscana le opposizioni alla donazione siano meno che nel resto d’Italia – aggiunge l’assessore – ci fa capire che la strada da noi intrapresa di investire molto sulla sensibilizzazione della popolazione è quella giusta”. “Questi dati – dice Giusepe Bozzi, coordinatore regionale dell’Ott – danno forza al continuo lavoro dell’organizzazione del sistema donazione/trapianti della Toscana. Ciò che rende davvero singolare questo sistema è l’organizzazione interna. Tante sono le variabili, e il processo donativo risente del mutare, anche minimo, di ciascuna di queste variabili. Per questo in Toscana non ci limitiamo a registrare i risultati complessivi, peraltro assai positivi, ma approfondiamo l’analisi di ogni singola componente”. “I numeri della Toscana sono equivalenti a quelli delle regioni spagnole più avanzate – osserva Vincenzo Passarelli, presidente dell’Aido (Associazione italiana donatori di organi) nazionale – Un aumento di donazioni e trapianti che significa anche, per i toscani, una disponibilità di trapianto a casa propria. Un ricchezza sanitaria eccezionale, se consideriamo che fino a metà degli anni Novanta i cittadini toscani erano costretti a emigrare per ottenere un trapianto. Per il trapianto di cornea – sottolinea ancora Passarelli – è stata ormai azzerata la lista di attesa e in ogni Asl si può ricevere entro pochi giorni il trapianto in regime ambulatoriale o di day hospital. E si può ricevere un trapianto di fegato, rene, pancreas, cuore e polmone in tempi più brevi della media nazionale”. In Toscana, i tempi di attesa medi stimati per i pazienti in lista continuano ad essere inferiori rispetto a quelli medi nazionali: rene: 2 anni e mezzo in Toscana, 3 la media nazionale; fegato: 6 mesi in Toscana, 2 anni media nazionale; cuore: 15 mesi in Toscana, quasi 2 anni e mezzo media nazionale; polmone: poco meno di un anno in Toscana, 1.8 anni la media nazionale; pancreas: 2 anni e mezzo in Toscana, oltre 3 anni media nazionale. Nel corso di questa settimana, ogni azienda sanitaria ha organizzato autonomamente iniziative, eventi, punti di informazione su donazione e trapianto, in collaborazione con Aido e associazioni di volontariato. Sabato 26 maggio, nell’ambito dell’iniziativa “Creatività è salute”, che si è tenuta per l’intera mattinata al cinema Odeon di Firenze, due giovani trapiantati hanno raccontato a più di 400 ragazzi delle scuole la loro esperienza. Sono Federico Finozzi e Hicham Benbarfk, che all’Odeon saranno intervistati da Daniela Morozzi. Federico Finozzi – 37 anni, sposato con una figlia – ha avuto un trapianto di fegato a Pisa, è un grande sportivo, campione di nuoto, fa parte della nazionale trapiantati ed è detentore del titolo mondiale, che ha vinto in Canada. Hicham Benbarfk viene dal Marocco, ha 29, è sposato con due figli e ha subìto un intervento al cuore a Siena. Nel corso dell’incontro sarà distribuito materiale informativo su donazione e trapianto, e anche il libretto “Una storia in comune”, un estratto dal diario che Eugenio Turrini ha scritto nei giorni che hanno preceduto e seguito il trapianto di fegato cui è stato sottoposto. |
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LOMBARDIA, PRECISAZIONE SU ESENZIONE TICKET |
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Milano, 28 maggio 2012 - L´esenzione dal ticket in Lombardia riguarda tutti i minori di 14 anni, indipendentemente dal reddito. Questo era e questo rimane. Fuori Lombardia invece tale esenzione riguarda solo i minori di 6 anni e sotto una certa soglia di reddito. Alcune Asl hanno inviato in questi giorni lettere i cittadini lombardi per informarli che, in base ai dati del Ministero dell´Economia, essi non avrebbero più diritto all´esenzione per i loro figli minori per quanto riguarda le cure fuori regione. Queste lettere sono corrette nella sostanza, ma contengono un errore di scrittura che ha destato allarmi: si parla infatti di ultrasessantacinquenni anche se ci si riferisce a dei minori. Tale errore d scrittura non inficia tuttavia la sostanza. Cioè l´informazione che il diritto all´esenzione dal ticket fuori Lombardia è scaduto per varie ragioni (ad esempio perché il reddito della famiglia risulta aver superato la soglia). Se l´interessato ritiene invece di avere i requisiti per l´esenzione anche fuori regione, può certificarlo presso l´Asl. Ecco il testo di una Nota diffusa il 25 maggio dalla Direzione generale Sanità di Regione Lombardia su questo tema. ´[...] In vista della scadenza (delle esenzioni, ndr) del 31 marzo 2012, il Mef ha fornito alla Regione l´elenco di tutti gli assistiti che, sulla base del reddito dichiarato nel 2010, risultano avere diritto alle esenzioni nell´anno 2012 (scadenza 31 marzo 2013). Questi nominativi sono stati inseriti nell´anagrafica regionale e sono visibili da medici e operatori, oltre che dagli stessi assistiti sul proprio fascicolo sanitario elettronico. Il Mef ha quindi fornito a Regione Lombardia i nominativi di tutti gli assistiti che risultavano nel 2012 non aver più diritto all´esenzione E01, a differenza del 2011. Regione Lombardia ha girato gli indirizzi alle Asl, invitandole a dare comunicazione della variazione agli assistiti - che altrimenti se ne sarebbero accorti solo alla prima prescrizione e sarebbero stati tenuti al pagamento -, così che potessero eventualmente autocertificare il proprio diritto all´esenzione, se confermato. Va ricordato che l´esenzione E01 riguarda i cittadini con meno di 6 anni o più di 65 anni appartenenti a un nucleo familiare con reddito complessivo non superiore a 36.151,98 euro. Nessuno di questi nominativi è sbagliato. […] Per quanto riguarda i bambini fino a 6 anni, quelli cui è arrivata la lettera appartengono a un nucleo familiare con reddito complessivo 2009 non superiore a 36.151,98 euro. In Lombardia tutti i bambini fino a 14 anni hanno diritto all´esenzione, senza limiti di reddito (E11). Ma fuori regione questo codice non è riconosciuto: ecco perché chi ne ha diritto può autocertificarsi in Asl per poterlo far registrare nell´anagrafica ed esibirlo all´occorrenza. La lettera va quindi tutt´altro che cestinata, anche se è vero che, per errore, la lettera omette di ricordare che sono interessati anche i bambini fino a sei anni di età. Infine, la questione non riguarda le esenzioni per patologia´. |
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INCENTIVI ALLA RICERCA, A BOLZANO CONVEGNO SUL PRE-COMMERCIAL PROCUREMENT |
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Bolzano, 28 maggio 2012 - Si chiama Pre-commercial Procurement (Pcp), ed è una forma di incentivazione delle attività di ricerca e sviluppo tramite l´appalto di strumentazioni tecniche in stretta cooperazione tra pubblico e privato. A questo tema è stato dedicato il 25 maggio un convegno internazionale, nel corso del quale è stato anche presentato uno dei primi progetti pilota, realizzato proprio in Provincia di Bolzano. "Networking Pcp Regions in Italy": questo il titolo di un convegno internazionale svoltosi questa mattina (25 maggio) al Tis di Bolzano. L´iniziativa è stata organizzata dalla Fondazione per la ricerca scientifica e l´innovazione e dall´Assessorato provinciale all´innovazione, con la collaborazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Governo olandese, di Veneto Innovazione e dell´Università del Maryland. "I progetti di Pre-commercial Procurement - ha spiegato nel suo intervento l´assessore Roberto Bizzo, che in Giunta provinciale ha le competenze in materia di innovazione - costituiscono un utile mezzo per incentivare l´industria privata a investire nella ricerca, dividendo spese e rischi con la pubblica amministrazione. In un periodo in cui c´è grande attenzione al contenimento della spesa pubblica, si tratta di una modalità innovativa per sostenere la ricerca e lo sviluppo senza pesare troppo sui bilanci". Al convegno hanno partecipato William Lucyshyn, docente presso l´Università del Maryland, Teresa Panariello, esperta di politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Marieke van Putten, del Ministero olandese dell´innovazione, Michael Wilkinson di Baxi Partnership, e Filippo Mazzariol di Unioncamere Veneto. I lavori sono stati chiusi dal direttore della Ripartizione provinciale innovazione, Maurizio Bergamini, che ha illustrato l´esperienza altoatesina nel settore del Pcp. Proprio in Provincia di Bolzano, infatti, si sta sviluppando uno dei primi progetti pilota a livello nazionale, riconosciuto dalla Ue come "best practice". Si tratta di un appalto pre-commerciale per l´automazione nell´attività di somministrazione ai pazienti delle terapie oncologiche: un progetto finanziato dalla Ripartizione innovazione, che ha come partner il Comprensorio sanitario di Bolzano e la Health Robotics. "Si tratta di uno dei primi esempi di innovazione che non riguarda direttamente il prodotto - commenta Bizzo - ma la soluzione tecnologica che porterà alla nascita di un prodotto. La gara di appalto ha avuto come oggetto l´idea per la creazione di un prototipo, puntando a stimolare una concorrenza basata non solo sui costi, ma sull´attività di ricerca. Sono molto fiero che uno dei primi progetti pilota di Pcp venga realizzato in Provincia di Bolzano". Con l´accordo sottoscritto nei mesi scorsi, la Health Robotics si impegna ad arrivare entro 2 anni alla produzione del prototipo. L´intesa prevede che l´azienda mantenga la proprietà del brevetto sul prototipo, ma anche che per i prossimi 5 anni il 70% degli utili derivanti dalle royalties vengano ceduti al Comprensorio sanitario di Bolzano. |
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EMICRANIA E PATOLOGIE VASCOLARI |
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Verbania, 28 maggio 2012 - Dal Ix Congresso della Sezione Interregionale Nord Ovest della Società Italiana Studio Cefalee - Sisc - Verbania - 25 maggio 2012 la Sisc in prima linea contro il mal di testa che riguarda circa 8 milioni di italiani - le donne più colpite 3 a 1 rispetto agli uomini – e il 30% di bambini e adolescenti, con nuove scoperte sulle sue associazioni con le patologie vascolari . Presidente onorario del congresso è stato il Professor Lorenzo Pinessi, Direttore della Clinica Neurologica dell’Università di Torino e Presidente Onorario della Sisc. Coordina i lavori la Dottoressa Lidia Savi neurologa del Centro Cefalee dell’Università di Torino. “Il tema del Congresso” , dice il professor Lorenzo Pinessi , “è l’emicrania e le patologie vascolari. I principali argomenti che verranno affrontati sono i rapporti tra emicrania e patologia vascolare ischemica (cerebrale e cardiaca), forame ovale pervio (Pfo) - un´anomalia cardiaca in cui l´atrio destro comunica con il sinistro a livello della fossa ovale - e lesioni iperintense silenti che si riscontrano alla Risonanza Magnetica - Rm. Sono stati inoltre esaminati i rapporti tra emicrania ed ipertensione e patologie della coagulazione. Questi aspetti verranno esaminati nell’adulto e anche nel bambino, visto che questa patologia sovente inizia già in età infantile. Nei pazienti sofferenti di emicrania con aura è molto importante il controllo di tutti i fattori di rischio cardiovascolari (diabete, ipertensione, soprappeso/obesità, dislipidemia, sindrome metabolica, fumo, assunzione di estro-progestinici ) fin dall’età giovanile. L’emicrania potrebbe rappresentare un ulteriore fattore di rischio per lo stroke ischemico”. “Secondo alcuni studi”, spiega la dottoressa Lidia Savi “il rischio relativo di sviluppare uno stroke ischemico è maggiore di circa due volte nei pazienti che soffrono di emicrania con aura, rispetto a coloro che non ne soffrono, mentre il rischio non aumenta nei pazienti che soffrono di emicrania senza aura. Un aumento del rischio relativo si verifica invece in particolare nelle donne giovani, che fumano e assumono estro-progestinici. Tuttavia anche se il rischio relativo di stroke ischemico nei pazienti con emicrania con aura è raddoppiato, il rischio assoluto è comunque basso, tale da non dovere preoccupare . Il problema estro-progestinici ed emicrania con aura è stato affrontato anche dalla Organizzazione Mondiale della Sanità che ha affermato la controindicazione ad assumere gli estro-progestinici in presenza di emicrania con aura. In realtà altri autori suggeriscono la sospensione di questi preparati solo quando l’emicrania con aura compare o peggiora, sia in frequenza che nelle manifestazioni cliniche, dopo l’inizio della loro assunzione. Unica alternativa è rappresentata dalla contraccezione a sola base progestinica. Viceversa non è stata trovata alcuna correlazione tra emicrania e infarto del miocardio e decesso dovuto a cause cardiache, mentre pare che le persone con emicrania con aura siano maggiormente a rischio di mortalità per patologie cardiovascolari. L’ipertensione, soprattutto quando non è trattata in modo adeguato, oltre a determinare la comparsa di cefalee con caratteristiche tipiche e completamente diverse, provoca un peggioramento dell’emicrania in chi ne soffre.La persistenza del Pfo è stata in passato messa in relazione con l’emicrania con aura, in quanto in questi pazienti si manifesta con maggior prevalenza, rispetto ai quelli sofferenti di emicrania senza aura e alla popolazione normale, in cui è comunque presente nel 25% dei casi. Alcune pubblicazioni hanno addirittura evidenziato un miglioramento dell’emicrania con aura fino alla scomparsa delle crisi, dopo la sua chiusura. Tuttavia studi più recenti hanno fornito risultati totalmente negativi, tanto è vero che attualmente non esiste l’indicazione alla chiusura del Pfo solo per questa forma di emicrania”. “L’argomento più controverso e per il quale appare al momento difficile trarre conclusioni sufficientemente supportate da dati scientifici”, conclude il professor Pinessi , “è costituito dai rapporti tra emicrania e presenza di anomalie della sostanza bianca alla Rm encefalica. Queste aree possono essere: lesioni ischemiche, la conseguenza di microemboli che attraversano il Pfo, zone nelle quali si ha una alterazione focale della barriera ematoencefalica. Gli studi attualmente a disposizione hanno dimostrato che non sono associate alla presenza del Pfo, né ad alcuna caratteristica specifica dell’attacco emicranico, né a differenze nei fattori di rischio vascolare Purtroppo i dati di letteratura non sono sufficienti per poter fornire indicazioni sicure sullo stesso loro significato e quindi sul comportamento da tenere. Sicuramente anche se molti degli aspetti discussi sono ancora controversi, nei pazienti sofferenti di emicrania con aura è molto importante il controllo di tutti i fattori di rischio cardiovascolari (diabete, ipertensione, soprappeso/obesità, dislipidemia, sindrome metabolica, fumo, assunzione di estro-progestinici ) fin dall’età giovanile”. |
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SANITÀ, RIPARTO FONDO E BLOCCO PROGETTI DI PIANO. L´ALLARME DI VENDOLA |
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Bari, 28 maggio 2012 - “A tre mesi dal raggiungimento dell’accordo fra Stato e Regioni per il riparto del Fondo Sanitario Nazionale, il governo non ha ancora recepito e ratificato l’accordo, arroccandosi in silenzi e rinvii poco rassicuranti per i diritti dei cittadini e per il ruolo delle Regioni, nel garantire proprio quel diritto alla salute sancito costituzionalmente. Non solo. Il Governo avrebbe anche deciso di tagliare circa 2 miliardi di euro dai fondi destinati alla sanità, attraverso il blocco dei progetti di piano. Per la Puglia significherebbe un taglio di circa 110 milioni di euro per progetti che riguardano la tutela della salute e della qualità della vita dei cittadini. Un taglio di questo tipo potrebbe inficiare tutto il lavoro di modernizzazione del sistema sanitario della Regione Puglia”. Questo l’allarme lanciato il 24 maggio dal Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola che, riferendosi al possibile doppio blocco, quello sul riparto generale dei fondi e quello sui fondi per i progetti di piano, ha parlato “di un campanello d’allarme che ci fa temere per la tenuta del sistema e ci restituisce indicazioni molto negative sulla volontà del Governo Monti di garantire i diritti essenziali dei cittadini, in tema di salute e servizi. Non vorremmo - ha aggiunto - che ancora una volta si decidesse di fare cassa per pagare i disastri della crisi, prelevando le risorse dai ceti più deboli e da chi questa crisi continua solo a subirla. Non vorremmo che questo taglio di 2 miliardi sia una specie di gioco delle tre carte, per cui si recuperano dalla salute dei cittadini, soldi promessi per la crescita. Sarebbe un affronto insopportabile”. Vendola poi ha ricordato “il senso di responsabilità che ha contraddistinto le Regioni, in fase di contrattazione del riparto del Fondo Sanitario Nazionale, quando rinunciarono all’inserimento del criterio di deprivazione sociale e, quindi ad ulteriori e sacrosante risorse, pur di raggiungere velocemente un accordo che consentisse di mettere a disposizione della salute dei cittadini delle risorse fondamentali”. Ricordiamo come i criteri utilizzati per stabilire i fondi che spettano alle Regioni per la gestione della Sanità, siano decisamente penalizzanti per le regioni del Sud e per la Puglia in particolare (i criteri infatti riguardano la popolosità delle regioni e l’età anagrafica dei residenti e la Puglia, avendo una delle popolazioni anagraficamente più giovani di Italia, ne è sempre uscita penalizzata). “La Puglia – ha ricordato Vendola - sin dallo scorso anno aveva avanzato la proposta di inserire il criterio della deprivazione sociale, e cioè di tener conto della situazione socio-economica delle Regioni, e non solo dell’età anagrafica per stabilire i bisogni di salute dei cittadini. La proposta non fu accolta. Quest’anno poi – ha aggiunto Vendola - dimostrando ancora una volta senso di responsabilità per la situazione di grave crisi che attraversava il paese, abbiamo preferito soprassedere immaginando che fosse preferibile approvare con urgenza un accordo sui fondi che garantisse tutti. E invece, a distanza di tre mesi il governo non ha ancora ratificato nulla, mostrando insensibilità e scarso senso di responsabilità nei confronti di chi quotidianamente vive con sofferenza tutti gli effetti devastanti della crisi economica”. |
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SANITÀ IN LOMBARDIA: TAGLI GOVERNO MINANO PAREGGIO ALL´HOSPICE, A VIMERCATE NUOVO PRONTO SOCCORSO |
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Giussano/Mb, 28 maggio 2012 - Una piccola utilitaria destinata a più funzioni, prima fra tutte il trasporto dei parenti dei degenti per favorire una maggiore e migliore continuità dei rapporti familiari. E´ stata donata il 24 maggio dall´associazione Cancro Primo Aiuto all´hospice dell´Ospedale Carlo Borrella di Giussano(mb), presenti l´assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani, il direttore generale dell´Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate (di cui fa parte il presidio di Giussano, insieme a Carate e Seregno) Pietro Caltagirone, il direttore dell´hospice Annamaria Colombo, medici e personale infermieristico. L´importanza Delle Cure Palliative - Nell´hospice opera l´Unità di degenza di cure palliative, che costituisce una valida alternativa per la famiglia impossibilitata a far fronte alle necessità assistenziali della persona ammalata al proprio domicilio. L´unità operativa dispone di 14 camere singole di degenza, con tutti i comfort della propria abitazione, nel rispetto della privacy e della dignità del malato e nello spirito di accoglienza alla famiglia. Molto attivo anche il servizio di Cure palliative domiciliari, che si realizza attraverso visite mediche e infermieristiche e sostegno psicologico ai malati e ai familiari, erogate secondo un piano di assistenza personalizzato. La struttura complessa di Cure palliative promuove progetti in collaborazione con diverse associazioni: Arca Onlus, Floriani, Cancro Primo Aiuto, Sorridimi. Tagli Governo Mettono A Rischio Il Pareggio Di Bilancio - Nel suo intervento l´assessore Bresciani ha ribadito la forte preoccupazione per i tagli che il Ministero della Salute intende apportare al Fondo Nazionale, che sarà poi ripartito tra le Regioni: ´Esistono seri dubbi - ha detto Bresciani - sul raggiungimento della parità di bilancio in Sanità dopo 8 esercizi consecutivi chiusi in perfetto pareggio. I tagli imposti dal Governo si traducono nella riduzione dei costi di produzione e dunque dei servizi ai cittadini. Così è davvero difficile andare avanti´. Riguardo al ruolo prezioso e insostituibile dei volontari, l´assessore Bresciani ha voluto mettere in ulteriore evidenza che ´I tagli costringerebbero a rivedere anche il nostro sostegno al volontariato, privando così l´intera comunità di un valore´. Novità All´ospedale Di Vimercate - In questo scenario poco incoraggiante una buona notizia, tuttavia, c´è: l´Ospedale di Vimercate ha già recepito e attuato le recentissime disposizioni relative al Pronto Soccorso, con una serie di informazioni digitali offerte ai parenti dei pazienti, solitamente alla ricerca di notizie nelle sale d´attesa, che ora possono sapere in quali condizioni si trova il loro congiunto, quanto tempo dovrà attendere per essere sottoposto a una visita specifica, quale codice (bianco, verde, giallo o rosso) gli è stato assegnato. L´investimento globale a livello regionale deciso dalla Giunta è di 7,5 milioni di euro, di cui 1,5 per i monitor nelle sale d´attesa e 6 per i medici di medicina generale e per gli l´allestimento degli ambulatori paralleli per codici bianchi e verdi. |
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FARMACI ILLEGALI IMPORTATI DALLA CINA E DALL’ALBANIA: UN ILLECITO E PERICOLOSO BUSINESS IN FORTE AUMENTO. MAXISEQUESTRI IN TUTTA ITALIA.
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Lecce, 28 maggio 2012 - Tut ti farmaci per i quali è rigorosamente obbligatoria la prescrizione medica. Fiale contenenti sostanze liquide per il trattamento terapeutico intensivo di importanti patologie di natura cardiaca, neurologica, renale, epatica e virale sequestrate in queste ultime ore dalla Finanza alla dogana di alcuni aeroporti, trasportati senza né prescrizioni né autorizzazioni all´importazione. Secondo gli agenti i prodotti acquistati in Cina e nell’est europa dovevano essere consegnati, come lasciano ragionevolmente ipotizzare le indagini tuttora in corso, a medici senza scrupoli, verosimilmente di etnia asiatica, che li avrebbero somministrati ai loro pazienti in cambio di lauti compensi. L’ultima operazione è stata effettuata dai funzionari dell’Ufficio delle dogane di Bari. Durante i normali controlli finalizzati alla repressione di traffici illeciti nell’aeroporto di Bari- Palese hanno scoperto, in collaborazione con i militari della Guardia di Finanza, tre tentativi di illecita introduzione di farmaci privi della necessaria registrazione del Ministero della Salute. In due casi i farmaci, confezionati in blister, flaconi e bustine, per un peso complessivo di 3,7 chilogrammi, erano nascosti nei bagagli di due cittadine cinesi, residenti in Italia, provenienti dalla Cina rispettivamente via Monaco e via Roma/fiumicino. Nel terzo, invece, il sequestro di farmaci ha riguardato un cittadino italiano proveniente da Tirana. I trasgressori sono stati denunciati alla Procura della Repubblica del Tribunale di Bari. Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” esprime grande preoccupazione, evidenziando come tra i principi attivi contenuti nei farmaci sequestrati spiccano l´adrenalina, il raceanisodamine cloridrato, il ribavirine ed il citicoline. Sostanze che avrebbero potuto causare gravissime patologie fino a diventare letali. |
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AFFRONTARE IL TUMORE COLO-RETTALE: ALL’IRCCS IRST UNA GIORNATA DI STUDI SICO CON ESPERTI DI LIVELLO NAZIONALE |
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Meldola, 24 maggio 2012 - Nella “cassetta degli attrezzi” del chirurgo oncologo, così come di ogni professionista impegnato in sanità, strumento fondamentale per poter assicurare le migliori risposte terapeutiche è, indubbiamente, il costante aggiornamento. Lungo questo solco di pensiero, venerdì 25 maggio, presso la Sala Tison dell’Irccs Irst di Meldola, si è tenuta una giornata di confronto sul trattamento pluridisciplinare del tumore colo-rettale. Organizzato dal dr. Giorgio Maria Verdecchia, Direttore dell’U.o. Di Chirurgia e Terapie Oncologiche Avanzate dell’Ospedale Morgagni-pierantoni di Forlì, nell’ambito delle iniziative formative della Sico - Società Italiana di Chirurgia Oncologica, il convegno ha affrontato il più specifico tema del “trattamento del cancro colo-rettale in presenza di carcinosi peritoneale sincrona o dei fattori di rischio di carcinosi” sotto la lente dell’approccio integrato-multidisciplinare e vedrà l’intervento di esperti di livello nazionale appartenenti alle varie figure professionali impegnate nella cura di questa seria patologia – dal chirurgo oncologico al radiologo, dal medico oncologo all’endoscopista. “L’incontro punta ad avviare un dialogo tra i diversi specialisti, focalizzando le criticità diagnostico-terapeutiche della malattia colo-rettale avanzata e la gestione della carcinosi peritoneale, tema di grande attualità grazie soprattutto ai recenti progressi oncologici sia in ambito medico che chirurgico – dichiara il dr. Verdecchia –. Tale condizione merita oggi il massimo sforzo per aggiornare le conoscenze, uniformare gli atteggiamenti e di conseguenza ricercare le migliori soluzioni terapeutiche”. “Si tratta di un tumore al centro di importanti progressi – spiega il Prof. Dino Amadori, Direttore Scientifico dell’Irccs Irst – grazie all’avvento di nuovi ed efficaci farmaci; tanto da poter pensare di controllare a lungo la malattia in fase metastatica. La maggior parte dei malati operati chirurgicamente e sottoposti a terapie adiuvanti possono poi guarire”. Il tema dell’incontro, patrocinato dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dalla Società Polispecialistica dei Giovani Chirurghi (Spig) punta ad avviare un dialogo tra operatori di settori diversi, focalizzandosi sulle criticità diagnostico-terapeutiche di un tema di grande attualità e meritevole quindi di massimo sforzo per aggiornare le conoscenze, uniformare gli atteggiamenti e di conseguenza ricercare le migliori soluzioni oncologiche. La discussione verterà sulla presentazione di due protocolli di studio randomizzati multicentrici sul trattamento integrato della carcinosi e di conseguenza sull’atteggiamento oncologico, chirurgico e medico, nei confronti del tumore del colon-retto con carcinosi sincrona o ad alto rischio di svilupparla. Il convegno ha beneficiato del contributo scientifico del dr. Massimo Framarini (Ausl Forlì) e la collaborazione dei dr. Davide Cavaliere (Ausl Forlì), Fabrizio D’acapito (Ausl Forlì) e Alessandro Passardi (Irccs Irst). |
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DEMENZE: UNA PRIORITÀ SANITARIA GLOBALE GIOVEDÌ 31 APRILE IL FOCUS DI OTTIMA SENIOR E ITACA PER UNA MIGLIORE QUALITÀ DI VITA DEGLI ANZIANI |
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Azzano Decimo (Pn) , 28 maggio 2012 - Occuparsi di anziani oggi non è affatto semplice, occuparsi di anziani affetti da demenza o da malattia di Alzheimer lo è ancora meno. I dati sono preoccupanti e evidenziano un continuo incremento delle demenze anche in Italia. Tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e Alzheimer’s Disease International (Adi) hanno identificato come priorità sanitarie globali la malattia di Alzheimer e le altre demenze. In questa prospettiva si inserisce “Il Metodo Gentlecare nell’assistenza alla demenza: una migliore qualità di vita per le persone”, la giornata seminariale prevista giovedì 31 maggio presso l’Asp Solidarietà Mons. D. Cadore ad Azzano Decimo organizzata da Cooperativa sociale Itaca (che si è aggiudicata recentemente la gestione dell’Asp sino al 2015) e Gruppo Ottima Senior. Ai lavori prenderanno parte esperti del settore tra cui l’architetto Enzo Angiolini, la referente italiana per il modello Gentlecare dott.Ssa Elena Bortolomiol e la dott.Ssa Laura Lionetti della Cooperativa Sociale Itaca, ovvero i tre soci fondatori del Gruppo Ottima Senior. Presenti anche il dott. Piero Angelo Bonati dirigente medico del Centro distrettuale disturbi cognitivi di Reggio Emilia e la dott.Sa Marta Bressaglia coordinatrice della Cdr di Sacile nonché Lucica Grigore Oss nella Cdr sacilese. Numerosi studi testimoniano che la progettazione e la gestione adeguata degli ambienti di vita per le persone affette da demenza riducono drasticamente i problemi di comportamento quali agitazione, aggressività e il girovagare. E attestano al contempo il rallentare del declino delle capacità funzionali con conseguente promozione del benessere della persona, diventando così elemento “terapeutico”. Perché scegliere un modello di riferimento? “Il modello è un insieme di idee che serve a pianificare l’azione, è una mappa che ci orienta nell’azione – spiega Ottima Senior - e ci permette di sapere perché facciamo le cose che facciamo”. Perché Gentlecare? “Gentlecare è applicabile nei diversi contesti, è realizzabile con modalità diversificate a seconda delle risorse, si basa su fondamenti semplici e ci sollecita a rispondere costantemente a queste semplici ma essenziali domande: stanno bene gli anziani che ci sono affidati? Qual è la qualità della vita della loro esistenza quotidiana? Come se la cavano le loro famiglie?”. Ottima Senior nasce nel 2005 a Pordenone per fornire risposte qualificate e complete, facendo tesoro delle competenze diverse dei propri fondatori: l´architetto Enzo Angiolini di Trieste, esperto in progettazione di strutture assistenziali per anziani e nuclei speciali per le demenze, la dottoressa Elena Bortolomiol di Treviso, referente italiano per il modello Gentlecare, attiva in servizi residenziali per anziani, e la dottoressa Laura Lionetti, esperta in organizzazione di servizi per anziani e progetti di formazione, in rappresentanza della Cooperativa sociale Itaca di Pordenone, che gestisce servizi alla persona. Oggi solamente 8 dei 194 Stati membri dell´Oms hanno in atto un piano nazionale sulle demenze. Alcuni Paesi, come l’India, hanno strategie nazionali, ma sviluppate da organizzazioni della società civile. Il rischio di demenze è già di 1 a 8 per gli over 65 e di 1 a 2,5 per gli over 85, l’impatto sarà sempre maggiore con il passare dei decenni anche perché, molto semplicemente, si vive più a lungo. In tutto il mondo ogni 4 secondi nasce un nuovo caso di demenza, un tasso di crescita pari a 7,7 milioni di nuovi casi ogni anno - le stesse dimensioni delle popolazioni di Svizzera o Israele. In Italia si stima che le persone con demenza siano un milione, di cui 600 mila malate di Alzheimer, ma il nostro Paese non possiede ancora un Piano nazionale per le demenze. E così Oms e Adi invitano i governi, i politici e le altre parti interessate a considerare le demenze una priorità mondiale di salute pubblica. Le demenze non costituiscono una parte normale dell’invecchiamento, ma interessano un sempre più alto numero di persone, e non solo nei Paesi industrializzati, ma in tutto il pianeta. Per questo, visto l’enorme costo della malattia, è necessario che i sistemi sanitari nazionali siano consapevoli della grande sfida che avranno di fronte e si attrezzino per combatterla al meglio. Www.facebook.com/cooperativaitaca |
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DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE SCOPELLITI SUL POLICLINICO “MADONNA DELLA CONSOLAZIONE”
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Catanzaro, 28 maggio 2012 - In merito alla vicenda relativa al Policlinico “Madonna della Consolazione” il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti il 24 maggio ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Ritengo corretta la proposta avanzata dalla proprietà del Policlinico ‘Madonna della Consolazione” – afferma Scopelliti – per l’attribuzione di posti letto per le post-acuzie, che consentirebbe, da un lato, una migliore e più qualificata assistenza ai cittadini e, dall’altro, permette la salvaguardia dei livelli occupazionali da parte dell’istituto. Il percorso migliore è stato individuato – conclude il Presidente Scopelliti – e sono convinto che la vicenda non possa che risolversi al meglio, nell’interesse di tutti e, certamente, nel rispetto di limiti e norme contenute nel Piano di rientro”. |
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RESIDENZA BOREA SANREMO: VIA ALLA GARA PER PROGETTO DI RILANCIO |
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Genova, 28 Maggio 2012 - Avviata la gara per individuare un partner privato per la gestione della residenza Borea di Sanremo che possa portare la liquidità necessaria per completare gli investimenti. Lo ha comunicato il 24 maggio l’assessore regionale alle politiche sociali Lorena Rambaudi dopo la chiusura della struttura alcuni mesi fa a causa dei gravi maltrattamenti agli anziani. “I tempi ha assicurato Rambaudi – saranno rapidissimi perché l’obiettivo, condiviso tra gli Enti, è quello di far ripartire l’attività della Fondazione il prossimo autunno”. A questo proposito la Regione Liguria, insieme alle commissioni consiliari del Comune di Sanremo e alla Asl 1 imperiese, ha definito il progetto di utilizzo futuro del Borea che ospiterà servizi di asilo nido aziendale, il centro disabili dell’Anffas, l’attività di hospice gestita da personale dell’Asl imperiese e la residenza protetta per anziani all’interno del blocco centrale della struttura, in convenzione con la Asl. “Dalla chiusura del Borea alcuni mesi fa – aggiunge l’assessore Rambaudi – è stato svolto un lavoro proficuo dai due commissari che si sono alternati Borea e Caldani, in stretta collaborazione con il Comune di Sanremo e la Regione Liguria per riavviare le attività della Fondazione Borea, patrimonio importante per la città ed i cittadini di Sanremo”. |
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ALLE ASSOCIAZIONI MALATI SLA: CREIAMO CON VOI UN SISTEMA COORDINATO PER UTILIZZARE AL MEGLIO I 7,8 MILIONI DESTINATI AI 356 CASI DEL VENETO |
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Venezia, 28 maggio 2012 - “La Regione dispone nel biennio 2012/2013 di 7,8 milioni di euro da destinare all’assistenza dei malati di Sla. Il nostro compito prioritario adesso è determinare, attraverso il tavolo di lavoro con le associazioni che è già operativo, i criteri per attribuire correttamente ai 356 casi di sclerosi laterale amiotrofica del Veneto tali risorse, in base alle condizioni familiari, reddituali e di gravità di ogni singolo malato”. Lo ha detto l’assessore veneto alle politiche sociali, Remo Sernagiotto, incontrando il 24 maggio, insieme al consigliere regionale Gennaro Marotta, i rappresentanti delle associazioni Asla, Aisla, Uildm, per fare il punto sulla disponibilità di fondi e sulle modalità di assistenza ai malati di Sla e alle loro famiglie. “Una cosa è certa – ha voluto più volte sottolineare l’assessore –: non è possibile che alle esigenze di questi ammalati si risponda con l’utilizzo continuo nel tempo del fondo per le emergenze sociali, che serve invece per far fronte a situazioni straordinarie e momentanee. Se queste risorse sono assorbite totalmente da chi purtroppo necessita di cure e assistenza costanti, non siamo più in grado di far fronte alle emergenze che, inevitabilmente, si manifestano nei nostri territori”. Sernagiotto ha fatto riferimento al caso di un signore di Quarto d’Altino, in provincia di Venezia, afflitto da questa terribile malattia, per il quale la Regione è impegnata a erogare nel più breve tempo possibile, risolti i problemi di cassa, un contributo straordinario netto di 50 mila euro relativi all’anno 2011, che andranno al Comune nel quale risiede che li ha anticipati. “Nessuno mette in discussione che questo signore e la sua famiglia debbano essere adeguatamente aiutati – ha precisato – ma dobbiamo far rientrare tutti i casi in un medesimo progetto, in uno stesso sistema, definito non certamente dalla parte politica ma dai tecnici e dalle associazioni, che ben sanno come si debba agire per rendere efficaci ed equi i modelli di assistenza. Come ho detto, il tavolo di lavoro che si occupa di definire tutto ciò è già stato attivato e confidiamo nelle prossime settimane di emanare i decreti dirigenziali che stabiliscono criteri e procedure per l’utilizzo delle risorse disponibili in questo biennio, per le quali dovremo comunque superare lo scoglio della disponibilità di cassa”. Sernagiotto ha anche sostenuto che il problema dell’utilizzabilità immediata di questi fondi non si porrebbe se lo Stato li trasferisse per prestazioni e servizi di livelli essenziali di assistenza (Lea): “Invece tutto è più difficile perché sono considerati extra Lea, una valutazione che proprio per quanto riguarda la Sla appare del tutto inappropriata”. |
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CURE PALLIATIVE IN LOMBARDIA: PRESTO LINEE INDIRIZZO L´INTERVENTO DEL PRESIDNETE ALL´XI GIORNATA DEL SOLLIEVO |
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Milano, 28 maggio 2012 - Entro il prossimo mese di giugno la Giunta lombarda approverà le nuove linee di indirizzo sulle cure palliative e la terapia del dolore, necessarie a garantire una risposta omogenea e appropriata in questi ambiti per tutte le strutture socio-sanitarie operanti a livello regionale. Lo ha annunciato il 24 maggio il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, intervenendo al convegno organizzato a Palazzo Pirelli, in occasione della Xi Giornata nazionale del sollievo e a due anni dall´approvazione della legge 38/2010, che tutela il diritto dei malati e delle loro famiglie all´accesso alla rete delle cure palliative e a quella della terapia del dolore. ´Questa Giornata - ha spiegato Formigoni - rappresenta un momento particolare, che si svolge con cadenza annuale, pensato per mantenere viva la nostra vicinanza a favore di tutti coloro che stanno soffrendo o terminando il loro percorso di vita. Si tratta anche di un´occasione preziosa per comunicare e diffondere i progressi che la scienza medica e le nostre strutture sanitarie stanno rapidamente compiendo in questo senso´. Gruppi Di Lavoro - La redazione delle nuove linee di indirizzo è curata da tre differenti Gruppi di Approfondimento Tecnico - Cure palliative, Cure palliative pediatriche e Terapia del dolore - attivati da circa un anno presso l´Assessorato alla Sanità. Essi coinvolgono i maggiori esperti del settore, con la finalità di redigere documenti tecnici che definiscano: - le procedure organizzative/gestionali e percorsi diagnostico-terapeutici volti a garantire la continuità dei percorsi assistenziali erogati nell´ambito dei diversi livelli assistenziali (ospedaliero, residenziale, territoriale); - i programmi formativi specifici rivolti ai professionisti/operatori attivi nei diversi ambiti (Cure Palliative, Cure Palliative Pediatriche e Terapia del Dolore) per i differenti target professionali e del volontariato coinvolti; - un modello organizzativo di coordinamento della rete di Cure Palliative e della rete di Terapia del Dolore. Allenza Tra Tutti I Soggetti - ´Per governare la complessità del mondo sanitario - ha detto ancora il presidente - occorre un patto che sappia reclutare tutte le migliori intelligenze professionali rispetto agli obiettivi che vogliamo raggiungere: garantire livelli qualitativi sempre migliori a fronte di risorse sensibilmente inferiori´. ´Da anni il governo regionale - ha aggiunto Formigoni - è concentrato per vincere questa sfida, in particolare agendo sulla leva dell´appropriatezza delle prestazioni erogate. Nessun intervento in questo senso potrebbe però venire realizzato con efficacia senza il consapevole e convinto protagonismo del personale medico e di tutti gli operatori, nell´ottica di stabilire una sempre più forte alleanza tra chi fa le regole, tutti voi che operate all´interno di esse, e il paziente che ne beneficia´. ´Desidero, a questo proposito - ha concluso Formigoni - rivolgere un ringraziamento particolarmente sentito alle Associazioni di pazienti, di cui molte sono oggi presenti in sala, che svolgono un ruolo insostituibile anche in questo senso´. |
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PER COMBATTERE LE MICOSI CUTANEE BASTA UNA FOTO |
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Cologno Monzese, 28 maggio 2012 - “Pelle in-foto” è una campagna educazionale realizzata da Janssen Italia per aiutare il Medico di Medicina Generale nell’attività di sensibilizzazione dei pazienti a tenere sotto controllo pelle ed unghie e a individuare precocemente un’eventuale manifestazione cutanea. L’iniziativa mette in evidenza l’importanza della collaborazione attiva del paziente che, attraverso un’opportuna informazione, viene invitato dal proprio medico curante a inviargli, in caso di dubbio o sospetto, una foto dell’area cutanea o ungueale interessata (da un cellulare o via email). Il medico, a sua volta, ne valuterà la rilevanza clinica, rispondendo con le istruzioni del caso (ad es. “nulla di rilevante”, “monitora la situazione” o “urge una visita”). Si tratta di un momento educazionale attivo nella massima stagionalità delle micosi, ma che potrebbe aiutare anche nella diagnosi precoce di tutte le varie patologie dermatologiche. L’obiettivo è di stimolare una maggior attenzione alla pelle da parte della popolazione generale, di agevolare una migliore relazione medico-paziente e di fornire un servizio a supporto del Medico di Medicina Generale. Il progetto si inserisce all’interno del programma di informazione dermatologica “Pelle In-forma”, che si avvale di una serie di strumenti digitali. Sono infatti attivi il sito web pelleinforma.Com e, grazie alla collaborazione della Dr.ssa Sandra Lorenzi, un canale @pelleinfoto su Twitter, uno tra i social media più utilizzati al mondo. Questi canali innovativi sono volti alla veloce divulgazione di suggerimenti e informazioni che i medici potranno trasferire ai pazienti per il miglior controllo delle dermatomicosi. La Dottoressa Sandra Lorenzi, specialista in Dermatologia e Venereologia all’Università degli Studi di Bologna e dell’Istituto Dermatologico Europeo di Milano, cura interamente i contenuti scientifici del Programma “Pelle In-forma”. “Le dermatomicosi sono una patologia molto frequente e diffusa, che interessa tutte le fasce di età. Twitter è un canale in più, un metodo moderno e veloce di comunicare nell’ambito di un progetto più vasto di informazione e di interazione col pubblico, sempre mediata dal medico, che all’occorrenza consente anche di visualizzare in foto la patologia” afferma la Dottoressa. Sul sito pelleinforma.Com il medico trova un archivio di immagini cliniche sulle micosi cutanee organizzate per diagnosi, che costituiscono un riferimento e un modello di comparazione per l’interpretazione delle foto dei pazienti. Attraverso una seconda sezione, creata ex novo, ogni medico registrato può inserire il proprio album fotografico digitale con le immagini da lui diagnosticate. Un supporto dunque per l’intera comunità scientifica, che potrà non solo attingere ma anche contribuire a questo canale per il raggiungimento di un obiettivo comune: una diagnosi appropriata e una terapia mirata per una sempre maggiore attenzione al paziente, per aiutarlo a prevenire le micosi cutanee o a ottimizzare i risultati della terapia farmacologica. Per completare il progetto e rendere ancora più agevole la consultazione clinico-iconografica e farla diventare un reale ausilio alla diagnosi delle micosi cutanee, Janssen da settembre renderà disponibile un’applicazione sulle dermatomicosi per iPhone /iPad. Per ulteriori informazioni: www.Pelleinforma.com Scheda Di Approfondimento Sulle Dermatomicosi Le Dermatomicosi - Le micosi superficiali sono un gruppo eterogeneo di affezioni che comprendono le dermatofitosi, le candidosi superficiali e le infezioni da Malassezia spp. Le micosi cutanee sono in costante aumento e si stima che nel nostro paese vengano eseguite ogni anno più di 4 milioni di visite mediche con questo sospetto clinico. Tra le varie cause occorre considerare diversi fattori, come i maggiori spostamenti delle popolazioni, la convivenza con gli animali da compagnia, la moda delle palestre e piscine, l’uso talvolta indiscriminato di antibiotici, immuno-soppressori ed estroprogestinici. Vista l’estrema frequenza e l’alta contagiosità di molte di queste patologie, la diagnosi certa e la corretta impostazione terapeutica diventano un requisito essenziale. Le Dermatofitosi (Tinee) - Le dermatofitosi (tinee) sono infezioni molto frequenti causate da dermatofiti, funghi che si riproducono sotto forma di ife e spore e sono capaci di sopravvivere solo sulla cheratina (proteina della pelle). Queste infezioni vengono definite esogene in quanto il fungo, una volta contratto dal terreno o dagli animali, si adatta all’ospite sano. Costituiscono il 40-50% di tutte le micosi superficiali. Si possono distinguere tinee della cute glabra, divise a seconda delle sedi corporee, e tinee degli annessi. Gli agenti causali appartengono a 3 generi: Tricophyton, Microsporum ed Epidermophyton. La tinea corporis si caratterizza per una tipica chiazza eritemato-desquamativa a bersaglio, con bordo eritematoso ben definito e risoluzione centrale. Colpisce tutte l’età e può essere legata al contatto con animali (M. Canis) o interumano (T. Rubrum). La tinea cruris colpisce quasi esclusivamente i maschi. Solitamente bilaterale, può essere causata da E. Floccosum, T. Rubrum e T. Mentagrophytes. La tinea pedis è particolarmente frequente, nelle sue 3 varianti cliniche: l’interdigitale o piede d’atleta, l’infiammatoria o disidrosiforme e la variante ipercheratosica a mocassino. La tinea manuum può essere associata alla tinea pedis (una mano due piedi) e riconosce gli stessi agenti della tinea pedis (T. Rubrum, T. Mentagrophytes). La tinea capitis colpisce i bambini prepuberi. Il M. Canis è l’agente causale in Italia ed Europa (tinea microsporica). Il T. Tonsurans, T. Violaceum e il T. Soudanense sono responsabili della variante di tinea tricofitica, una volta rara alle nostre latitudini, ma ora osservabile con i fenomeni immigratori. Le Onicomicosi - Le onicomicosi sono dovute al parassitamento dell’unghia da parte dei miceti. Interessano prevalentemente la fascia media di età, più frequentemente i piedi rispetto alle mani e si possono presentare in varie forme cliniche: l’onicomicosi subungueale distale, la bianca superficiale e la rara onicomicosi prossimale. I fattori predisponenti, come i traumi, sono eziologicamente molto importanti. Micosi da Candida e da Malassezia - Le infezioni da Candida e da Malassezia sono definite come endogene, in quanto questi miceti fanno parte della microflora presente sulla superficie cutanea e solo quando quest’ultima si altera i microrganismi sviluppano dei quadri clinici, comportandosi quindi da opportunisti. Le candidosi cutaneo-mucose sono molto comuni e comprendono le candidosi delle pieghe, le vulvovaginite e balanopostiti, le candidosi del cavo orale e dell’apparato ungueale. La Malassezia spp. È un lievito lipofilo, saprofita della cute normale. E’ responsabile della pityriasis versicolor e della follicolite pitirosporica; di recente ha assunto importanza anche nella dermatite seborroica, nella dermatite atopica e nella psoriasi del cuoio capelluto. Diagnosi E Terapia - Per una corretta diagnosi esistono vari esami di laboratorio, come l’esame microscopico diretto (di rapida esecuzione) e l’esame colturale in terreni idonei, quando – soprattutto a fini terapeutici – si voglia identificare la specie fungina. La scelta della terapia antimicotica è determinata da vari fattori: forma clinica, eziologia, stato immunologico del paziente. Allo stato attuale sono a disposizione una numerosa gamma di antimicotici, sia in formulazione topica che sistemica, che permettono un adeguato e corretto trattamento, a volte anche in tempi brevi. |
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MODIFICATO IL PIANO DEGLI INVESTIMENTI PER L´EDILIZIA SANITARIA DEL TRENTINO
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Trento, 28 maggio 2012 - L’assessorato alla salute e politiche sociali, in collaborazione con il Progetto speciale Grandi Opere Civili della Provincia e l’Azienda provinciale per i servizi sanitari, ha provveduto ad effettuare una ricognizione sullo stato dell’arte degli interventi di edilizia sanitaria per circoscrivere le priorità e individuare i risparmi possibili sugli interventi già programmati e in corso di realizzazione, liberando così risorse da mettere a disposizione per gli interventi più urgenti. "Abbiamo modificato il Piano degli investimenti per l´edilizia sanitaria - commenta l´assessore provinciale Ugo Rossi - con l´obiettivo di imprimere un’accelerazione nella realizzazione degli interventi e ottenere di risorse spendibili nel breve periodo da destinare allo sviluppo, alla crescita e al rilancio del circuito economico". Con la deliberazione approvato il 25 maggio dalla Giunta provinciale, si è modificato il vigente Piano degli investimenti per l’edilizia sanitaria. Fra le novità più importanti si segnala: la messa a disposizione di 2 milioni di euro derivanti dall’accertamento di economie di spesa sui lavori dell’Ospedale Santa Chiara di Trento; di queste economie 1,3 milioni vengono destinati al completamento di interventi sul nuovo Villa Rosa e 0,7 milioni sono messi a disposizione per nuovi interventi di edilizia sanitaria; il completamento del finanziamento dell’intervento di ampliamento a Sud dell’Ospedale di Cavalese, mediante la programmazione di ulteriori 5 milioni di euro; la programmazione dell’importo di 1,95 milioni di euro per la realizzazione della Casa della Salute di Pinzolo, di cui 1,55 milioni vengono finanziati nel piano e 0,4 milioni di euro sono a carico dell’amministrazione comunale di Pinzolo; il finanziamento per l’adeguamento, il rifacimento o la sostituzione di strutture per i medici di medicina generale nei comuni di Livo, Telve, Civezzano e Baselga di Pinè, per una spesa complessiva pari a 3,96 milioni di euro; la messa a disposizione di ulteriori 0,7 milioni di euro per la realizzazione della Casa della Salute di Predazzo, derivanti da economie di spesa su interventi già conclusi; la programmazione e il finanziamento della ristrutturazione del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Tione, per una spesa pari a 1,5 milioni di euro; il finanziamento dell’area di Osservazione Breve di Pronto Soccorso presso l’Ospedale di Cles per 0,5 milioni di euro; il finanziamento dell’intervento di allargamento della strada di accesso al nuovo Villa Rosa, per una spesa di 0,3 milioni di euro. |
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QUALITY AWARDS GALLIERA: VINCE IL PROGETTO CHE RENDE PIU´ EFFICIENTE IL PERCORSO CHIRURGICO DEL PAZIENTE |
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Genova, 28 maggio 2012 – Con un progetto su una nuova definizione del percorso chirurgico del paziente, dall´ingresso in ospedale alla sala operatoria, la Direzione Sanitaria del Galliera - in collaborazione con il chirurgo gestionale dell´Ente Anselmo Arlandini e l´ing. Gestionale Carlotta Patrone- si aggiudica il primo premio del Quality Awards Galliera di quest´anno. L´evento si è svolto questa mattina nel Salone Congressi del Galliera alla presenza dei vertici ospedalieri. “L´innovativo percorso – spiega il chirurgo Anselmo Arlandini- unica esperienza a livello ligure, consente il miglioramento dei tempi operatori del paziente e la contestuale ottimizzazione dell´interazione tra i singoli attori del processo: chirurgo, anestesista, radiologo, cardiologo, laboratorista, anatomo patologo, neurofisiologo. Novità assoluta del progetto – aggiunge - è l´introduzione di una nuova figura in ambito sanitario che è l´ingegnere gestionale, il quale attraverso un “cruscotto di programmazione” è in grado di pianificare l´attività delle singole sedute operatorie. Questo è possibile analizzando le informazioni cliniche del paziente - fornite dagli specialisti - i dati provenienti dalle liste d´attesa e la schedulazione degli spazi operatori”. Il progetto è frutto della collaborazione tra l´Ospedale Galliera e il Gruppo di lavoro dell´ Università di Genova, coordinato dal Prof. Roberto Mosca, Direttore Dime. Il premio speciale della giuria, in ricordo del Dott. Leonardo La Pietra, Direttore Sanitario dell´Istituto Europeo di Oncologia, già presidente delle Commissioni valutatrici del Galliera Quality Awards negli anni 2010 e 2011, è andato a Giuliano Lo Pinto – Direttore del dipartimento delle medicine generali, specialistiche e di pronto soccorso- con il progetto “Estensione del Tutoraggio Medico ai pazienti ricoverati in Medicina”. Ha consegnato il premio la Sig.ra La Pietra. Le altre strutture in finale: Anatomia e istologia patologica con la “Riorganizzazione delle attività di laboratorio attraverso applicazione tecniche lean”; Anestesia e Rianimazione con “Visual Management per focalizzare l´attenzione sulla strategia operativa”; Laboratorio di Genetica “Riorganizzazione del laboratorio di Genetica umana attraverso applicazione tecniche lean”, Servizi Informatici e Telecomunicazioni con “Incremento offerta per la consegna dei referti on line di laboratorio”. Commissione valutatrice Quality Award 2012: Roberto Fiocca – Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Genova – Presidente; Simone Canepa - Dirigente S.c. Qualità e comunicazione, E.o. Ospedali Galliera – Componente; Maria Teresa Mechi - Resp. Settore diritti e servizi socio-sanitari della persona in ospedale, Regione Toscana – Componente; Emma Tomaselli - Head of Health & Food Certification Division, Rina – Componente; Michele Bianchi - Presidente e Amministratore delegato Jmac Europe Milano s.P.a. - Componente Alice Lasero - Collaboratore S.c. Qualità e comunicazione, E.o. Ospedali Galliera – Segretario. |
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ALCOOL: I GIOVANI BEVONO IL DOPPIO RISPETTO ALLE PRECEDENTI STATISTICHE. LO RILEVA IL REPORT “ALCOHOL IN EUROPE” |
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Lecce, 28 maggio 2012 L’alcol è una piaga sociale che riguarda sempre più le fasce sociali più giovani in Europa. Nessuno può dire il contrario se si legge il recente report “Alcohol in Europe” che indica come il consumo e l’abuso di alcol fra i ragazzi costituisca un fenomeno preoccupante e in forte crescita sia a livello internazionale che nazionale. Lo studio supportato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (Fns) e pubblicato il 24 maggio, arriva a sottolineare che in base ai dati rilevati i giovani consumano il doppio di alcol di quanto si riteneva finora. Non solo il sabato sera quando scorrono fiumi di alcol e si arriva ad ingerire anche due litri di birra tra i giovani di sesso maschile. L’equipe di Losanna per le Dipendenze in Svizzera guidata dallo psicologo Emmanuel Kuntsche ha verificato per il tramite di un sondaggio telefonico, il comportamento di 183 romandi (86 uomini e 97 donne) di età compresa tra i 19 e i 26 anni. In particolare, i giovani dopo aver risposto ad una serie di quesiti relativi al consumo di alcolici nei trenta giorni precedenti, sono stati in seguito monitorati per cinque settimane, nei giorni compresi tra giovedì e sabato, indicando ogni ora le quantità di alcol consumato da inizio serata, alla mezzanotte e sino alla mattina seguente. Ed i risultati sono sorprendenti: la disparità tra le indicazioni fornite via cellulare e quelle riportate nel formulario hanno evidenziato un consumo doppio delle prime rispetto a quelle dichiarate nel questionario. Nel complesso, relativamente alle 1441 serate monitorate, il consumo medio era di quasi tre bicchieri a persona per sera (un bicchiere corrisponde a 2,5 dl di birra, 1 dl di vino o 0,25 dl di acquavite). I ragazzi di sesso maschile hanno bevuto in media cinque bicchieri il giovedì, sette il venerdì e otto il sabato, con valori massimi di ben 28 bicchieri in una serata. Di poco inferiori le quantità rilevabili per le donne che hanno consumato mediamente 4,5, 5 e 5,5 bicchieri per sera, con un massimo di 25. Le differenze quantitative tra i diversi giorni della settimana sono sempre emerse a tarda ora: mentre il consumo diminuiva nel corso della serata di giovedì, restava costante di venerdì e aumentava marcatamente di sabato. Venendo alle abitudini dei ragazzi che ormai sono consuetudini a livello europeo e non esentano i giovani italiani lo studio evidenzia che questi bevono spesso già prima di uscire: acquistano alcol al supermercato e lo consumano in forma privata o in luoghi pubblici prima di recarsi in discoteca o in club, dove le bibite sono ovviamente più costose. Ciò che fa credere che questa ricerca sia più realistica di tante effettuate sino ad oggi per Giovanni D’agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” è che gli studi precedenti erano fondati quasi esclusivamente su dati retrospettivi, e quindi con tutta probabilità sottostimati. La verifica puntuale ed il monitoraggio delle abitudini in tempo reale ha valutato come si evolve il consumo di alcol nel corso della serata e quali erano i "modelli" dominanti. Chiaramente il report ha evidenziato anche gli aspetti psico sociologici del consumo di alcol tra i giovani riportando all’attenzione ciò che molti, anche i profani comprendono. Ossia che la gran parte dei ragazzi “sfrutta” in maniera mirata gli effetti psicoattivi dell´alcol, "per sconnettersi e sfuggire allo stress e alla quotidianità o per avere dei brividi e diventare euforici". Poiché da anni lo“Sportello dei Diritti” conduce una battaglia contro l’abuso dell’alcol specie tra i giovani, causa di tragedie quotidiane e di costi sociali impressionanti, non può non condividere le conclusioni cui è giunta la ricerca elvetica in merito alle possibili soluzioni da adottare. È chiaro ed urgente, infatti, che occorrono misure preventive di natura strutturale in aggiunta a quelle esistenti come il divieto di vendita ai minorenni già in vigore. Tra queste la riduzione degli orari di apertura dei negozi che vendono alcolici o un aumento dei prezzi con la maggiorazione della tassazione sugli stessi e la destinazione dei proventi per fini sociali, per l’educazione e prevenzione proprio contro l’abuso dell’alcol. |
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CAMPIONATO DELTAPLANO IN VENETO E ALTRI APPUNTAMENTI IN SICILIA, PIEMONTE, LOMBARDIA E LAZIO |
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Torino, 28 maggio 2012 - Con l´arrivo della bella stagione il calendario del volo libero, vale a dire senza motore in deltaplano e parapendio, si affolla di nuove manifestazioni lungo tutta la penisola. Ecco il calendario: Veneto - Feltre (Belluno) - Campionato Italiano Deltaplano La 29.A edizione del Trofeo Guarnieri si disputerà a Feltre (Belluno) dal 15 al 17 giugno e sarà valida come Campionato Italiano di Deltaplano. L´organizzazione è affidata al Para & Delta Club Feltre con base operativa presso la storica Birreria Pedavena nel paese omonimo in provincia di Belluno. I decolli di deltaplani e parapendio avverranno approssimativamente tra mezzogiorno e le tredici dagli ampi spazi predisposti sul Monte Avena, mentre come atterraggio è stata scelta l´aviosuperficie Al Tabià presso Feltre. Nella sua storia trentennale il Trofeo Guarnieri sale di grado a partire dal 1990 quando diviene gara internazionale e poi nel 1995 quando è associato alla prima prova italiana di Coppa Del Mondo, esperienza che ripete l´anno successivo e nel 2004. Quest´anno, per l´importanza dell´evento, si è optato per la disputa del solo campionato deltaplano, rimandando alla prossima edizione la tradizionale presenta congiunta di parapendio e deltaplani. Piemonte - Mondovì (Cuneo) - Deltaplani in volo sulle Alpi Marittime Dopo vari rinvii dovuti alle cattive condizioni del tempo, un ultimo tentativo di disputare il Trofeo Malanotte, con valenza per le classifiche internazionali e nazionali, è stato fissato per il 2 e 3 giugno. L´appuntamento riguarda i piloti di deltaplano ed è organizzato dal Delta Club Mondovì (Cuneo). Il centro operativo è sito presso l´atterraggio ufficiale in località Beila, mentre il decollo dei mezzi avverrà dal Monte Malanotte (1743 m), in località Prato Nevoso, frazione di Frabosa Soprana. Da qui i piloti voleranno nell´affascinate comprensorio delle Alpi Marittime, seguendo percorsi di gara predeterminati e contrassegnati da punti salienti del territorio, quali cime di monti, chiese ed altro, detti in gergo boe, punti che dovranno obbligatoriamente aggirare e confermare tramite il proprio Gps. Lo scarico delle tracce dagli strumenti formerà la classifica. Le premiazioni si terranno all´Hotel Commercio di Roccaforte Mondovì, località Norea. Lombardia, Piemonte, Canton Ticino (Varese, Como, Verbania, Monte Generoso) - Trofeo 3 Laghi Una simpatica iniziativa si svolgerà sotto il nome di Trofeo dei 3 Laghi in quanto una serie di raduni toccheranno i bacini lacustri di Lugano, Como e Lago Maggiore. Le diverse tappe della manifestazione toccheranno Laveno (Varese) il 27 maggio con recupero il successivo 2 giugno in caso di meteo avversa, la Val d´Intelvi (Como) il 24 giugno, il Monte Generoso (1704 m) in Canton Ticino (Svizzera) il 26 agosto, Gera Lario (Como) il 9 settembre e la Val Vigezzo in provincia di Verbania il 22 successivo. Ogni giornata sarà organizzata dall´associazione di volo locale e prevede una gara di precisione in atterraggio. La somma dei punti ottenuti da ciascun pilota al termine del tour formerà la classifica finale. Sicilia - San Fratello (Messina) - Trofeo Angelo D´arrigo Si svolgerà dal 15 al 17 giugno nella splendida cornice del Parco dei Nebrodi, in territorio di San Fratello (Messina), la prima edizione del Trofeo Angelo D´arrigo. La kermesse di volo libero in deltaplano e parapendio è intitolata al campione e ricercatore scomparso tragicamente nel 2006 mentre viaggiava come passeggero su un piccolo aereo. L´iniziativa è fortemente legata alla Sicilia e tende a farne apprezzare luoghi e tradizioni, valorizzando le sue enormi potenzialità, non ultime quelle per il volo sportivo. Nell´area di atterraggio, in una spiaggia di Acquedolci (Messina) allestita con numerosi stand, si alterneranno vari momenti di spettacolo, iniziative artistiche, sportive e culturali, dalla musica dal vivo, agli aeromodelli, dai giocolieri alle visite delle aree archeologiche ed altro ancora. Sempre attiva la fondazione Angelo D´arrigo mantiene viva la memoria di questo straordinario pilota che ha sorvolato i luoghi più affascinanti del pianeta, Sahara, Everest, Siberia, Aconcagua, riuscendo a scrivere imprese capaci di ridefinire i confini del delicato rapporto tra uomo e natura. Lombardia - Suello (Lecco) - She Fly, solo donne in volo La terza edizione di She Fly, raduno di donne pilota di parapendio, è prevista per i prossimi 23 e 24 giugno presso il Monte Cornizzolo sopra Suello (Lecco), organizzato dall´associazione Parapendio Club Scurbatt. Il raduno, dedicato al volo ed alle emozioni in quota, nasce con l´obbiettivo di promuovere questa splendida disciplina: infatti, accanto al percorso di volo per le pilote in carriera, prevede un concorso per chi vuole provare l´esperienza del volo per la prima volta grazie al quale alcune ragazze potranno trascorrere una giornata da pilota in compagnia delle più esperte e verrà loro offerto un volo in biposto con piloti qualificati. She Fly ingloba anche momenti di solidarietà sociale in collaborazione con l´Unione Italiana Ciechi e l´appoggio a Telefono Donna e Stella del Giorno, associazioni presenti sul territorio. C´è poi Shefly Video Competition: il miglior video sulla manifestazione parteciperà alla 30.A Milano International Ficts Fest, evento dedicato a cinema, televisione, comunicazione e cultura sportiva. Lo scorso anno le partecipanti a She Fly furono oltre 50. Lazio - Cassino (Frosinone) - Vola a 1690 Con la denominazione Vola a 1690, l´associazione Volo Libero Cassino (Frosinone) ha organizzato per il 24 giugno un raduno di piloti di parapendio. Il decollo avverrà da un ampio prato erboso sul Monte Cairo, alto appunto 1690 m., misura che ha dato il nome all´evento. Dal Cairo in giornate limpide lo sguardo spazia tutto intorno fino ad intravedere il golfo di Terracina, Ischia, il Vesuvio e le imponenti vette dell´Appennino. Il decollo sarà raggiunto in elicottero, evitando una salita a piedi di almeno un´ora e mezza. Come atterraggio sarà usato il vasto campo del club in località Caira a Cassino; il dislivello di circa 1600 metri tra i due punti sarà colmato dagli allievi con una lunga planata di circa 30 minuti, mentre i piloti esperti potranno sbizzarrirsi in lunghi voli prima di posare i piedi a terra. Infatti parapendio e deltaplani sono ali che consentono di raggiungere quote considerevoli sfruttando le masse d´aria ascensionali ed avventurarsi poi in lunghi percorsi. |
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AD ARCO (TN) SI CHIUDE LA TRE GIORNI TRICOLORE NUOVI CAMPIONI ITALIANI CLIMBING GIOVANILE |
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Trento, 28 maggio 2012 - Sembravano quasi danzare in equilibrio su due dita, sostenuti “in aria” dall’incitamento del pubblico e da una forza incredibile. I circa 200 giovani climbers provenienti da tutta Italia che oggi hanno preso parte alle gare finali di Campionato Italiano Giovanile ad Arco (Trentino), sono stati protagonisti di una giornata che a tardo pomeriggio ha assegnato i nuovi titoli tricolori Under 20, 18 e 16. Stefano Carnati, quattordicenne tra due settimane, aveva iniziato la tre giorni trentina con una gara speed piuttosto opaca, ma la vittoria nella Lead di ieri lo aveva decisamente rimesso in gioco ed il 27 maggio ha dimostrato che ai massi ci sa fare meglio di chiunque altro. Così come la rossa ravennate Alice Gianelli che però, nonostante la vittoria odierna nella gara boulder, ha dovuto lasciare lo scettro assoluto alla torinese Martina Giorello. Si pensava inizialmente che la fatica di tre giornate consecutive di gare potesse in qualche modo condizionare le prestazioni dei boulderisti. Invece, potenza, esplosività e dinamismo non sono mancati per nulla sui problemi disegnati ad hoc al Climbing Stadium trentino. Entrambe le prove Under 18 sono state dominate dagli altoatesini, ovvero dal vice campione italiano 2011 Michael Piccolruaz e dalla campionessa U16 dello scorso anno Andrea Ebner, che meglio di così non poteva festeggiare il salto alla categoria superiore. La sfida Under 20 maschile aveva tre protagonisti che alla fine se la sono giocata… a tentativi. Alessandro Palma, Davide De Paoli e Stefano Ghisolfi, sono arrivati in fondo con due problemi risolti su tre, tutte le zone conquistate, ma proprio il numero di tentativi inferiore da parte di Palma, gli è valso il successo in gara e alla fine anche in combinata. Anche per Palma, questo è il primo anno in Under 20, e in generale si è messo dietro due nazionali come Marcello Bombardi e Stefano Ghisolfi. “E’ l’evento giovanile più importante dell’anno”, ha commentato Carlo Beltrame vice presidente Fasi, “e rispetto agli anni passati abbiamo avuto una partecipazione maggiore anche da società nuove. Questo ci lascia ben sperare per il futuro dell’arrampicata in Italia. Per quanto riguarda il livello tecnico, siamo di fronte a dei ragazzi che competono in Coppa Europa e Coppa Italia. Sono stati tre giorni spettacolari, e il merito va senza dubbio anche all’organizzazione di Arco.” La tre giorni tricolore è stata organizzata dalla sezione giovanile Fasi con la collaborazione di Ssd Arrampicata Sportiva Arco e Asd Arco Climbing. Il prossimo week-end si replica, perché dal 1° al 3 giugno saliranno in parete i ragazzi e ragazze U14, U12 e U10. Arco ancora una volta è Mecca dello sport arrampicata. Questo è poco ma sicuro. Classifiche: Under 16 maschile 1 Carnati Stefano Ragni di Lecco; 2 Moretti Riccardo Ecole Verticale Roma; 3 Malatesta Lorenzo Kadoinkatena Genova; Under 16 femminile 1 Gianelli Alice Istrice Ravenna; 2 Giorello Martina B-side Torino; 3 Scroccaro Eva Gravita´ Zero Trieste; Under 18 maschile 1 Piccolruaz Michael Avs Meran; 2 Piazza Riccardo Tacche E Svasi Perugia; 3 Gozzi Marco Vertigine 1996 Sassuolo; Under 18 femminile 1 Ebner Andrea Avs Brixen; 2 Zampa Giada Runout Climbing School; 3 Alton Giulia Avs Meran; Under 20 maschile 1 Palma Alessandro B-side Torino; 2 De Paoli Davide Arcoclimbing; 3 Ghisolfi Stefano S.a.s.p. Torino; Under 20 femminile 1 Borella Anna Way Out s.R.l. Milano; 2 Mingolla Federica S.a.s.p. Torino; 3 Prünster Andrea Avs Meran. Info: www.Rockmasterfestival.com |
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