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Notiziario Marketpress di Mercoledì 05 Dicembre 2012
UNO STUDIO TROVA UN LEGAME TRA IL VIRUS DELL´INFLUENZA E L´INSORGENZA DEL DIABETE  
 
Bruxelles, 5 dicembre 2012 - Ricercatori in Italia hanno scoperto che il virus dell´influenza contribuisce all´insorgenza del diabete. Questa scoperta potrebbe aiutare gli scienziati a scoprire un modo per prevenire alcune forme di questa malattia. Lo studio è stato in parte finanziato dal progetto Flutrain ("Training and technology transfer of avian influenza diagnostics and disease management skills"), sostenuto con 1,8 milioni di euro attraverso l´area tematica "Politiche" del Sesto programma quadro (6° Pq) dell´Ue. Il diabete si manifesta quando le cellule non assorbono gli zuccheri dal sangue; un fenomeno che avviene quando le cellule diventano insensibili all´ormone insulina, che a sua volta ha come risultato il diabete di tipo 2. Alcuni studi hanno rivelato una relazione tra la dieta, lo stile di vita e il diabete di tipo 2. Altri studi hanno scoperto che il diabete di tipo 1 si manifesta quando il sistema immunitario distrugge le cellule pancreatiche che producono insulina. Le persone cui viene diagnosticato il diabete di tipo 1 hanno una predisposizione genetica a questa malattia. Per quasi 40 anni gli scienziati hanno ipotizzato che i virus potrebbero essere responsabili del diabete. Il diabete di tipo 1, per esempio, di solito si manifesta subito dopo un´infezione. Tuttavia, finora non sono state raccolte prove sufficienti a confermare questo fatto. Il New Scientist ha riportato che un team di ricercatori, coordinati da Ilaria Capua dell´ufficio italiano dell´Organizzazione mondiale per la salute animale, ha studiato il virus dell´influenza nei tacchini perché questi volatili quando hanno l´influenza hanno spesso il pancreas infiammato. A prescindere dal fatto che i tacchini abbiano ceppi del virus che normalmente non si diffondono al di fuori dei polmoni, i ricercatori hanno scoperto che molti tacchini sviluppavano gravi danni al pancreas e il diabete. In seguito hanno infettato tessuto pancreatico umano con due comuni virus dell´influenza, ed entrambi "sono cresciuti molto bene" nel tessuto, ha detto la dott.Ssa Capua. Secondo i ricercatori, la produzione di una serie di sostanze chimiche infiammatorie veniva generata dalla presenza dell´influenza nelle cellule pancreatiche. Le sostanze chimiche hanno un ruolo importante nelle reazioni autoimmunitarie che hanno come risultato il diabete di tipo 1. Il New Scientist ha riportato che alcuni ricercatori credono che le cellule immunitarie presentino pezzettini del tessuto infetto ai linfociti T distruttivi, per aiutarli a riconoscere il virus. I linfociti T imparano però anche a riconoscere le cellule che producono insulina e a distruggerle. Riguardo alla presenza dell´influenza nel pancreas, la dott.Ssa Capua ha detto che il pancreas costituisce un ambiente che permette al virus di replicarsi. I ricercatori italiani stanno attualmente studiando gli effetti dell´influenza su modelli murini di diabete di tipo 1 e stanno esaminando le infezioni di influenza recenti nei pazienti cui è stata da poco diagnosticata questa malattia. "La cosa importante è che, anche se l´influenza causa solo una piccola percentuale dei casi di diabete di tipo 1, - ha detto la dott.Ssa Capua - possiamo vaccinare e prevenire l´influenza nelle persone geneticamente predisposte, e ciò può essere davvero incisivo." Per maggiori informazioni, visitare: Organizzazione mondiale per la salute animale: http://www.Oie.int/  New Scientist: http://www.Newscientist.com/    
   
   
NUOVA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SULL´ETÀ ATTRAVERSO I SOCIAL MEDIA  
 
Bruxelles 5 dicembre 2012 - La conoscenza delle malattie legate all´età e la ricerca riceveranno una spinta grazie a un nuovo progetto Ue - A Sharing Approach to Promoting Science (Asaps) - che ha lo scopo a sensibilizzare il pubblico sulla ricerca scientifica per la salute che si occupa dell´invecchiamento. Il progetto Asaps ha ricevuto 1 milione di euro in finanziamenti dalla Commissione europea nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq). Per come stanno le cose adesso, entro il 2050 il numero di persone nell´Ue di 65 anni di età crescerà del 70 % e il numero di persone al di sopra degli 80 anni di età del 170 %. Di conseguenza, l´invecchiamento sarà un importante problema sociale ed economico per le società europee nel Xxi secolo e l´Ue è in prima linea nell´affrontare tali difficoltà. Nonostante i finanziamenti e le politiche dell´Ue rivolti alle questioni legate all´invecchiamento, il pubblico generale, in molti casi, non conosce la ricerca che viene svolta in questo campo e i suoi importanti progressi. I programmi come Asaps hanno lo scopo di colmare questa lacuna attraverso l´uso di film, social media e applicazioni per smart phone, che mettono in luce la ricerca in corso sull´invecchiamento cognitivo e la demenza. La campagna sarà coordinata dalla dott.Ssa Sabina Brennan dell´Istituto di neuroscienza del Trinity College di Dublino (Tcd), in Irlanda. Ricercatrice di psicologia, la dott.Ssa Brennan è manager dello sviluppo della ricerca scientifica del Neil, il programma Neuro-enhancement for Independent Lives organizzato dal Tcd. Secondo la dott.Ssa Brennan, i media digitali avranno un ruolo importante in questa campagna. "Vogliamo condividere importanti e rilevanti informazioni scientifiche sull´invecchiamento in un modo interattivo che incoraggi le persone ad accedere, cliccare e condividere," ha detto. La decisione di includere media digitali come applicazioni e social media è un riconoscimento che la comunicazione sta diventando più interattiva. I ricercatori credono che per creare un´efficace campagna di informazione pubblica sia necessaria una fusione di creatività, pensiero strategico, conoscenza delle tecnologie emergenti e piattaforme interattive, comprensione del comportamento dell´utente ed esperienza delle migliori pratiche della comunicazione. Oltre a produrre applicazioni mobili per smartphone e tablet, nel corso dei 2 anni del progetto sarà fornito anche un insieme di film multilingue che comprende brevi film online, un documentario di 60 minuti adatto alla programmazione in televisione, una piattaforma digitale sostenibile, un sito web interattivo e un pacchetto (Dvd, volantini, manifesti) per il pubblico generale e altri partecipanti chiave. Ne vale la pena considerati i costi legati all´invecchiamento. Secondo il progetto, il declino cognitivo legato all´età è associato a un maggiore rischio di demenza e più alti costi sanitari. In Irlanda, l´attuale costo dei servizi sanitari per la demenza è stimato in 1,69 milioni di euro, mentre in Europa il costo è stimato in 160 miliardi di euro. "L´invecchiamento cognitivo è un problema globale che è importante per ognuno di noi. I cittadini europei meritano di essere a conoscenza e di usare la ricerca condotta per loro conto," ha aggiunto la dott.Ssa Brennan. Per sostenere ciò, la prima campagna mediale dell´Asaps sarà Sharing Age. Questa iniziativa condividerà importanti informazioni su come rimanere mentalmente acuti e indipendenti quando si invecchia. Il progetto vuole assicurarsi di condividere solo informazioni rilevanti e di conseguenza si chiede al pubblico di condividere le loro opinioni attraverso un questionario online e di dire cosa gli piace e cosa non gli piace, lo stile di vita e le speranze e le paure riguardo l´invecchiamento. Il consorzio comprenderà l´agenzia di comunicazione irlandese Red Dog, l´azienda di produzione media 360 Production, l´agenzia creativa digitale Big Motive e Age Platform Europe. Quest´ultima è una rete europea di circa 165 organizzazioni per persone al di sopra dei 50 anni, che rappresenta direttamente oltre 30 milioni di anziani in Europa. Nel frattempo, un gruppo di ricercatori di 14 Istituti tecnologici irlandesi ha visitato recentemente Bruxelles il 13 e il 14 novembre per saperne di più sulle possibilità di finanziamento dell´Ue per i ricercatori irlandesi. Durante la visita hanno incontrato il Commissario europeo per la ricerca, l´innovazione e la scienza, Máire Geoghegan-quinn e Wolfang Burtscher, Vice direttore generale della Direzione generale per la ricerca e l´innovazione (Dg Rtd). Al gruppo sono stati presentati i vari meccanismi di finanziamento disponibili per i ricercatori, compresi quelli del 7° Pq e del futuro Horizon 2020 - il programma quadro dell´Ue per la ricerca e l´innovazione che sarà attivo dal 2014 al 2020. I ricercatori hanno visitato anche il Parlamento europeo (Pe) dove hanno incontrato i membri irlandesi del Parlamento europeo, Liam Aylward, Emer Costello, Marian Harkin, Sean Kelly, Phil Prendergast e Gay Mitchell, e hanno preso visione di come funziona il Pe in generale e, più in particolare, come è coinvolto nell´attuale processo decisionale riguardo il budget proposto di 80 miliardi di euro per Horizon 2020. Per maggiori informazioni, visitare: Asaps: http://www.Asaps-sharingage.eu/  Age Platform Europe: http://www.Age-platform.eu    
   
   
SCOMPENSO CARDIACO: UN INNOVATIVO SISTEMA PER IL TRATTAMENTO HA UN ALGORITMO CHE SI ADATTA AUTOMATICAMENTE ALLE ESIGENZE DEL CUORE AUMENTA LA RISPOSTA DEL PAZIENTE ALLA TERAPIA CON DISPOSITIVO IMPIANTABILE E ABBATTE I COSTI DEL TRATTAMENTO  
 
Roma, 5 dicembre 2012 – Nel mondo ne soffrono più di 22 milioni di persone, con un’incidenza pari a 2 milioni di casi l’anno. Solo in Italia, i pazienti sono 747.000. Si tratta dello scompenso cardiaco, la condizione in cui il cuore non riesce a svolgere adeguatamente la propria funzione di pompa, determinando l´accumulo di liquidi a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti. Una patologia che rappresenta 1-2% della spesa totale per l’assistenza sanitaria in Europa e negli Stati Uniti. Una spesa che potrebbe essere ridotta, grazie al nuovo sistema per la resincronizzazione cardiaca, da poco disponibile, che permette di aumentare la risposta alla terapia e ridurre i costi diretti e indiretti della gestione del paziente. Un sistema innovativo che consente, grazie ad un algoritmo particolare, di adeguare la stimolazione del cuore alle necessità del momento, migliorando la contrazione del muscolo cardiaco. Il trattamento dello scompenso cardiaco, infatti, prevede varie opzioni terapeutiche, da quella farmacologica fino all´impianto di un dispositivo cardiaco. L’evoluzione della tecnologica dei dispositivi biomedicali e i benefici economici e clinici che essi apportano sono stati i temi della conferenza stampa dal titolo “L’innovazione tecnologica in aritmologia: i nuovi sistemi di resincronizzazione e navigazione cardiaca per ridurre i tempi d’intervento e aumentare la risposta dei pazienti alla terapia”, che si è svolta oggi, 4 dicembre, a Roma, presso l’Hotel Rome Cavalieri, in occasione del congresso medico scientifico internazionale dedicato all’aritmologia “Progress in Clinical Pacing”, in programma fino al 7 dicembre. All’incontro, organizzato in collaborazione con Medtronic Italia, ha partecipato il professor Massimo Santini, Chairman of the Scientific and Organizing Committee del congresso e Direttore del Dipartimento Cardiovascolare dell’Ospedale San Filippo Neri di Roma, il professor Antonio Curnis, Direttore del reparto di Elettrofisiologia del Presidio Ospedaliero Spedali Civili di Brescia e Luciano Frattini, Presidente e Amministratore Delegato di Medtronic Italia. “Lo scompenso cardiaco è in crescita - dichiara Santini – I pazienti che ne soffrono devono spesso ricorrere all’ospedalizzazione, con una media di 6-9 giorni di ricovero ogni volta che si presenta una riacutizzazione della situazione cardiaca, un evento molto frequente, anche a seguito di un costante trattamento farmacologico.“ Fra le terapie interventistiche, spesso adottate in associazione ai farmaci, sono gli impianti di defibrillatori e di sistemi di resincronizzazione cardiaca (Crt) ad aver conosciuto il maggior sviluppo negli ultimi anni. Il defibrillatore è un dispositivo capace di rilevare e interrompere, mediante una scarica elettrica, eventuali aritmie maligne che, altrimenti, possono procurare un arresto cardiaco e morte improvvisa. Questa scarica “resetta” il muscolo cardiaco e ne ristabilisce il ritmo. La terapia di resincronizzazione cardiaca prevede l’impianto di un dispositivo che, attraverso due elettrocateteri collegati a entrambe le camere cardiache inferiori, invia piccoli impulsi elettrici per migliorare la sincronia di contrazione dei due ventricoli e, di conseguenza, la capacità del cuore di pompare sangue e ossigeno all´interno del sistema cardio-vascolare. I resincronizzatori di nuova generazione sono combinati a una terapia di defibrillazione (Crt-d). “Nonostante i dispositivi impiantabili siano sempre meno invasivi e di facile applicazione, esiste ancora una percentuale di pazienti “non responders”, che non beneficiano della terapia – prosegue Santini - In questo caso il medico ottimizza i parametri del sistema impiantato sulla base delle caratteristiche del paziente, manualmente e tramite ecocardiografia, con un dispendio non irrisorio di tempo. Tuttavia, sono oggi disponibili nuovi resincronizzatori cardiaci, che hanno il vantaggio, attraverso un esclusivo algoritmo, di modificare in modo automatico e dinamico questi parametri, adeguandosi costantemente alla conduzione intrinseca del paziente. “ “Si tratta di dispositivi appena entrati nella pratica clinica, per cui sarà necessario attendere almeno un anno e aumentare il numero dei pazienti trattati, prima di valutarne l’impatto clinico: tuttavia, a oggi i risultati – al San Filippo Neri abbiamo iniziato da pochi mesi a effettuare i primi impianti – sono incoraggianti“ – conclude Santini. Nel corso dell’edizione 2012 del congresso dell’European Society of Cardiology di Monaco sono stati presentati i dati di uno studio randomizzato, pubblicato sulla rivista Heart Rhythm, in cui si dimostra che i nuovi dispositivi di Medtronic, Viva e Brava, che hanno ottenuto ad agosto il marchio di Conformità Europea (Ce), migliorano del 12% il tasso di risposta alla terapia di resincronizzazione nei pazienti con scompenso cardiaco. Inoltre, i nuovi dispositivi presentano un design innovativo che, riducendo la pressione sulla pelle del 30% rispetto agli altri Crt presenti sul mercato, aumenta il confort dei pazienti. L’evoluzione della tecnologia dei dispositivi cardiaci impiantabili e i progressi della telemedicina sono alla base del successo del Carelink Network, il sistema Medtronic di controllo remoto dei pazienti, che, entrato in Italia a metà degli anni 2000, oggi conta circa 20.000 pazienti con dispositivi cardiaci impiantati seguiti a distanza. “Il Remote Patient Management è una tecnologia fondamentale, specialmente per seguire pazienti con stimolazione biventricolare per episodi di scompenso - dichiara Curnis – Il telemonitoraggio, consentendo un utilizzo ottimale delle sofisticate capacità diagnostiche dei dispositivi impiantabili, fornisce benefici clinici ed economici enormi: permette di riconoscere precocemente gli eventi clinici rilevanti – ad esempio, aritmie sopraventricolari – su cui si può intervenire immediatamente con trattamenti farmacologici o ablativi; aumenta l’appropriatezza dell’intervento medico, poiché consente ai pazienti di recarsi alle visite solo in caso di effettiva necessità, a seguito di allarmi da parte del sistema, e ai medici di ridurre il tempo complessivo da dedicare alle visite; permette un miglioramento della qualità di vita dei pazienti, poiché offre loro la possibilità di essere controllati in modo puntuale; infine, riduce il ricorso alle visite urgenti per cause cardiache e la degenza ospedaliera.“ Un vantaggio di grande impatto dal punto di vista economico, considerando, come emerso in precedenza, che il costo maggiore legato allo scompenso cardiaco è dato dai frequenti accessi ospedalieri a cui il paziente è soggetto. “I benefici clinici ed economici sono ampiamente documentati dai dati dello studio Evolvo (Evoluzione tecnologica e Valutazione Organizzativa di modelli di cura per la prevenzione delle instabilizzazioni dello Scompenso Cardiaco in pazienti portatori di defibrillatori impiantabili), un progetto a cui il nostro ospedale ha partecipato, terminato a fine 2010 e promosso dalla Regione Lombardia – continua Curnis – inoltre, le nuove tecnologie di telemonitoraggio consentono di decentrare la cura del paziente impiantato, e garantirgli maggiore continuità assistenziale, poiché i dati raccolti da questi sistemi possono essere utilizzati, oltre che dallo specialista che ha eseguito l’impianto, anche dal medico di famiglia, così come è possibile creare diversi punti di accesso alla cura, come ad esempio nei presidi territoriali per l’assistenza primaria . In questo modo si portano fuori dall’ospedale tutte quelle prestazioni che possono essere gestite sul territorio, in linea con le nuove politiche di contenimento della spesa sanitaria.” “Una sanità che possa vedere l’innovazione come fonte di risparmio e non come spesa da abbattere: è questo il ruolo dell’industria in questo periodo. – dice Luciano Frattini - L’innovazione tecnologica consente di migliorare la gestione di molte patologie croniche aiutando la classe medica a preservare e migliorare la qualità di vita di migliaia di pazienti. L’attuale congiuntura economica richiede un’industria in grado di fornire soluzioni che possano andare oltre il valore clinico. Oggi non basta più, quindi, sviluppare tecnologia che fa stare bene, bisogna che questa tecnologia possa anche far risparmiare. Molti sono gli esempi d’innovazione tecnologica che possa portare a una gestione economica del paziente: una fra tutte la gestione remota del paziente portatore di defibrillatore. Questo potrà essere fatto in sinergia con le istituzioni che devono, con altrettanta lungimiranza e coraggio, essere pronte a vedere i medical device non come costose terapie, ma come un modello intelligente per ridurre i costi di gestione delle principali patologie, senza rinunciare, anzi valorizzando qualità e innovazione.“ “Occorre quindi sviluppare una collaborazione ancora più stretta e trasparente tra industria biomedica, medici e istituzioni, accomunati dall’obiettivo di garantire un Sistema Sanitario meno costoso, senza mai dimenticarsi del paziente e del suo diritto alla terapia più adeguata e più moderna”. – conclude Frattini. Cos’e’ Lo Scompenso Cardiaco? Lo scompenso cardiaco è la condizione in cui il cuore non riesce a svolgere adeguatamente la propria funzione di pompa, determinando l´accumulo di liquidi a livello degli arti inferiori, dei polmoni e in altri tessuti. Nel mondo soffrono di scompenso cardiaco più di 22 milioni di persone, con un’incidenza di 2 milioni di casi all’anno e una prevalenza variabile dallo 0,4% al 2%. In Italia, i pazienti sono 747.000, con un’incidenza di 66.000 casi all’anno. I sintomi più comuni sono una sensazione generale di stanchezza e debolezza, respirazione affannosa (dispnea), gonfiore a livello dei piedi e delle gambe, fino a confusione e perdite di memoria. Lo scompenso cardiaco si sviluppa in genere in seguito a un’altra patologia cardiovascolare, ad esempio in conseguenza di un infarto del miocardio, di un´eccessiva sollecitazione cardiaca dovuta a un´ipertensione non trattata per diversi anni, di una disfunzione valvolare o di una patologia primitiva del muscolo cardiaco. Il trattamento dello scompenso cardiaco prevede varie opzioni terapeutiche, spesso da adottare in associazione, con l´obiettivo di rallentarne la progressione, ridurre l´ospedalizzazione, aumentare la sopravvivenza e ridurre i sintomi. I trattamenti sono: la modifica dello stile di vita, come la riduzione della quantità di sale assunta, la pratica di un’attività fisica moderata; la terapia farmacologica, con farmaci – i più comuni sono gli Ace-inibitori, i beta bloccanti, i fluidificanti del sangue (anticoagulanti) e farmaci diuretici – generalmente in combinazione; l´impianto di un dispositivo cardiaco per la terapia di risincronizzazione cardiaca (Crt); l’impianto di un defibrillatore automatico impiantabile per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa; l´intervento chirurgico per la riparazione valvolare e bypass aorto – coronarico Grazie alla tecnologia disponibile è aumentata l’aspettativa di vita che ha portato inevitabilmente a un aumento delle patologie cardiovascolari e delle loro complicanze prima fra tutte lo scompenso cardiaco che rappresenta l’1-2% della spesa totale per l’assistenza sanitaria in Europa e negli Stati Uniti.  
   
   
IRCCS CROB: INCONTRO "INNOVAZIONE E BIOSILILARI IN ONCOLOGIA"  
 
Potenza, 5 dicembre 2012 - “L’immissione nel mercato di nuovi farmaci oncologici, in particolare biologici, ad alto costo rischia di alterare in maniera significativa la sostenibilità della spesa farmaceutica. Si rende quindi indispensabile attivare una serie di manovre, in fase pre e post marketing, che consentano di poter garantire “il miglior farmaco” al “miglior paziente”, selezionato su criteri biologici (fattori predittivi di risposta) o clinici (payment by results)”. Così recita il Piano Oncologico Nazionale 2012-2013. Il 50% delle proteine terapeutiche utilizzate al giorno d’oggi - si legge in un comunicato diffuso dall´ufficio stampa dell´Irccs Crob di Rionero in Vulture - sono modificate con l’ingegneria genetica, almeno 250 sono farmaci “biotec” e il 40% è impiegato nella cura dei tumori. La rivoluzione biotecnologica ha avuto un imponente impatto sulle risorse necessarie per finanziare l’introduzione nella terapia delle innovazioni: sul totale della spesa annuale farmaceutica italiana, circa il 10% è riconducibile ai farmaci oncologici. Il D.l. 13 settembre 2012, n. 158 - Decreto Balduzzi -, convertito con la legge 189/2012, ha stabilito l’obbligo per le Regioni di assicurare l’immediata disponibilità agli assistiti, con oneri a carico del S.s.n., di farmaci che possiedano il requisito dell’innovatività terapeutica. Oltre a garantire un uso appropriato dei farmaci, anche attraverso la caratterizzazione biopatologica e biomolecolare dei tumori per la scelta della strategia terapeutica, una preziosa opportunità può essere costituita dai “biosimilari”. La scadenza del brevetto di molti farmaci biotecnologici - sottolinea la nota - ha offerto all’industria farmaceutica la facoltà di produrre biosimilari, “farmaci il cui principio attivo è simile al biologico di riferimento, ma, per la complessità della struttura e per le modalità del processo produttivo non perfettamente identico”, consentendo quindi un ampliamento del mercato e una riduzione dei costi, permettendo, di conseguenza, di estendere i benefici terapeutici di farmaci biotecnologici a un numero maggiore di pazienti. Su questi temi epidemiologici, clinici, farmacologi, farmacoeconomisti ed esperti di gestione sanitaria, il Dirigente Generale del Dipartimento Regionale alla Salute e stakeholder terranno un seminario nell’Irccs-crob venerdì prossimo 7 dicembre. I lavori saranno introdotti dal direttore generale dell’Istituto Pasquale Francesco Amendola e conclusi dall’assessore alla Sanità Attilio Martorano".  
   
   
REGISTRO TUMORI BASILICATA, ECCO I DATI 2005-2007  
 
Potenza, 5 dicembre 2012 - L’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Crob di Rionero ha completato da pochi giorni la raccolta dei dati sull’incidenza dei tumori in Basilicata (Registro tumori) riferiti agli anni 2005, 2006, 2007, la cui presentazione alla stampa è avvenuta oggi pomeriggio, lasciando trascorrere le sole poche ore necessarie alla organizzazione dei dati stessi. I dati sono stati presentati dal presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, dall’assessore regionale alla Salute Attilio Martorano, dal direttore generale dell’Irccs Crob di Rionero Pasquale Amendola, dal responsabile del Registro tumori dell’Irccs Crob Rocco Galasso. Il Registro, voluto dalla Regione Basilicata e che ora avvia le procedure di accreditamento della Basilicata all’Associazione nazionale Registri tumori (Airtum), mostra l’andamento del tasso di incidenza oncologica in regione, rendendo possibile il raffronto con il dato generale nazionale rilevato dai Registri tumori e con quello delle macro aree del Paese (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud e Isole). Il dato lucano viene anche analizzato per aree basandosi sui territori dei Pois, ossia Alto Basento, Marmo Platano Melandro, Lagonegrese Pollino, Val d’Agri, Vulture Alto Bradano, Bradanica Medio Basento, Metapontino Collina Materana. Stando ai dati raccolti dall’Irccs-crob, nella nostra regione il tasso di incidenza tumorale mostra che, nella periodo 2005-2007, sono stati rilevati 374,4 casi (popolazione maschile) e 265,2 (popolazione femminile) per 100mila abitanti. La statistica tiene conto delle persone di età 0-84 anni, popolazione indicata come significativa ai fini degli studi dell’incidenza oncologica dai Rapporti Airtum, ma presenta analogamente a quanto fanno gli altri Registri tumori anche il dato generale che comprende tutta la popolazione inclusa quella al di sopra degli 84 anni. I due dati mostrano andamenti analoghi. Quanto allo specifico dei dati, emerge che i lucani si ammalato di tumore, ma l’incidenza è più bassa rispetto al tasso nazionale rilevato dai Registri tumori che in Italia misurano 465,3 casi nei maschi e 336 tra le femmine ogni 100mila abitanti. Il gradiente geografico vede la nostra regione praticamente inserita nel contesto del dato Sud e Isole (dove si registrano 387, 7 casi tra gli uomini e 284, 2 tra le donne ogni 100mila abitanti) e favorita nella comparazione con le altre tre macro aree del Paese prese a riferimento: Nord Ovest (492 maschi, 341,6 femmine per ogni 100mila abitanti), Nord Est (497,8 - 365,9), Centro (434,1-323,7). Quanto ai dati tra le diverse aree Pois della regione, il quadro che emerge è variegato, anche con dati disomogenei nei diversi anni all’interno della stessa area. La ricognizione dei dati fin qui effettuata costituisce la prima fase dell’attività di sorveglianza oncologica. I dati che sono appena stati consegnati dall’Irccs Crob alla Regione verranno immediatamente inoltrati all’Università Cattolica a cui è stato commissionato uno studio al fine di avere una lettura scientifica dei dati stessi. Parallelamente, tutte le rilevazioni saranno pubblicate on line (nel rispetto delle normative sulla privacy che nello specifico impongono di non pubblicare dati a dimensione troppo bassa per evitare che a livello locale si possa individuare le persone affette dalle patologie) in modo da essere affidate alla valutazione della comunità medico scientifica e di chiunque ne avesse interesse.  
   
   
REGISTRO TUMORI – LA SCHEDA  
 
Potenza, 5 dicembre 2012 - In Basilicata è presente un Registro Tumori su base regionale istituito dalla Regione, affidato al Crob e confermato dalla legge regionale 14 del 2011. L’attività del Registro di Basilicata nel corso degli anni è stata centrata sulla definizione dei flussi e sulla analisi dei dati e finalizzata al miglioramento della qualità del dato e all’efficienza dei sistemi automatici. L’attività svolta ha portato alla costruzione della banca dati dei casi prevalenti (fondamentale per identificare i casi incidenti). L’accreditamento Airtum L’accreditamento Airtum (Associazione Italiana dei Registri Tumori) riflette gli scopi dell’Associazione che sono quelli di consentire il confronto tra i dati epidemiologici riguardanti i tumori nelle diverse aree geografiche del Paese, di sorvegliare e valutare la patologia oncologica in termini di mortalità, incidenza e sopravvivenza, di studiarne l’andamento temporale e di comparare i risultati così ottenuti con quelli osservati a livello internazionale. L’obiettivo è quello di costituire una Banca dati nazionale per calcolare gli indicatori di frequenza dei tumori in Italia con l’apporto delle informazioni raccolte dai registri tumori accreditati. Regole e procedure per l’accreditamento di registri di popolazione I registri i cui dati non sono ancora inclusi nella Banca dati Airtum devono fare richiesta alla Segreteria Airtum, che provvederà entro un mese a nominare una Commissione di valutazione. La Commissione s’impegna ad emettere un giudizio scritto entro tre mesi dalla data di consegna dei documenti e del materiale indicati di seguito. Si riserva inoltre di richiedere ulteriore documentazione, eventualmente consultabile presso la sede del registro stesso. Eventuali proroghe per la consegna del giudizio dovranno essere motivate alla Segreteria Airtum. Per poter procedere alla valutazione il registro dovrà presentare i dati d’incidenza di almeno tre anni consecutivi. I Registri tumori pubblicano dati già vecchi? Il Rapporto 2010 dell’Associazione italiana dei Registri tumori (Airtum) pubblica i dati di prevalenza dei tumori al primo gennaio 2006 e il Rapporto 2011 contiene i dati di sopravvivenza dei malati seguiti fino all´anno 2007, ma questo non significa che i dati pubblicati siano vecchi. Considerate le problematiche connesse all’accesso alle fonti informative, la complessità del processo di raccolta, valutazione e archiviazione delle informazioni svolto dai Registri Tumori, questi sono i primi dati raggiungibili. I dati dell’Airtum e il progetto “Itacan” L´airtum garantisce un´ottima qualità del dato, ma le sue procedure implicano almeno tre anni di lavoro per la pubblicazione di un anno di incidenza, lo stesso avviene nei registri tumori degli altri Paesi europei e statunitensi. La lunghezza dei tempi di pubblicazione è variamente determinata dalle numerose fasi di lavoro seguite dai Registri. Da qualche mese è attivo il progetto ‘Itacan’ dell´Airtum che presenta i principali indicatori epidemiologici dei tumori più diffusi sulla base dei dati dei Registri Tumori italiani. Questa applicazione internet fornisce l´accesso ai dati aggregati e produce grafici e tabelle. L’ultimo anno presente è il 2008. La scelta del 2005 Il registro fornisce i dati di incidenza per anno. Per poter identificare i nuovi casi con un elevato grado di certezza un registro deve essere in possesso di una banca dati di prevalenti con una estensione almeno decennale, in relazione alla aumentata sopravvivenza per molte sedi tumorali. Inoltre le fonti primarie e secondarie attive, su cui si basa la ricerca dei casi, devono essere complete e contemporaneamente presenti per ciascuno degli anni di interesse. Il 2005 è il primo degli anni per cui possono essere forniti dati di incidenza sia per la estensione della banca dati prevalenti (le prime Sdo sono del 1996) e il 2005 è il primo anno in cui si ha la disponibilità contemporanea dei dati dei servizi di anatomia patologica regionali.  
   
   
REGISTRO TUMORI; DE FILIPPO: NESSUNO PIEGHI I DATI A TESI DI PARTE  
 
Potenza, 5 dicembre 2012 - “Purtroppo dobbiamo fare i conti con la realtà delle patologie oncologiche e abbiamo il dovere di farlo in modo serio, con dati attendibili e con un monitoraggio costante. E i dati del registro tumori lucano, uno dei primi a dimensione regionale in Italia, ci rappresentano un problema serio ma ci mostrano come il dato puntuale sia perfettamente in linea con quello delle stime e cioè che la situazione dei tumori anche in Basilicata è in crescita, ma che al momento siamo al di sotto del dato nazionale e nella media esatta di quello meridionale, sebbene sia per i dati locali che per quelli nazionali e meridionali la realtà puntuale del fenomeno sia superiore a quella mostrata dalle proiezioni statistiche”. Lo ha detto il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, durante la presentazione dei dati del Registro tumori. “Di questi dati dobbiamo avere rispetto affinché siano utilizzati dalla comunità medica e scientifica nel migliore dei modi. E mi permetto di suggerire a tutti di evitare di tirare i numeri da una parte o dall’altra per giustificare le posizioni di allarmismo o trascuratezza. Paradossalmente ci troviamo a verificare che alcune aree indicate da qualcuno come luoghi di morbo e morte sono quelle con gli indici più bassi, ma questo non vuol dire che dobbiamo far calare l’attenzione su queste zone. Dobbiamo, tuttavia, prendere atto che quello che già si annunciava trova conferme: la Basilicata ha indici di malattia oncologici inferiori al resto del Paese, ma il dato mostra una tendenza ad uniformarsi con l’uniformarsi degli stili di vita. Non è un caso che, nella differenziazione dei dati interni alla Basilicata, gli indici maggiori si registrino nelle due città capoluogo e nella zona industrialmente più sviluppata”.  
   
   
ABIRATERONE ACETATO: PARERE POSITIVO DALL’EMA PER IL TRATTAMENTO DEL CARCINOMA PROSTATICO METASTATICO PER I PAZIENTI NON ANCORA TRATTATI CON CHEMIOTERAPIA  
 
Beerse, Belgio, 5 dicembre 2012 – Janssen ha annunciato che il Comitato per la valutazione dei Farmaci per Uso Umano (Chmp) dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) ha espresso parere positivo all’approvazione di abiraterone acetato in monosomministrazione giornaliera per via orale, in associazione a prednisone o prednisolone, come trattamento del carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione (mCrpc) in adulti asintomatici o lievemente sintomatici, non ancora sottoposti a chemioterapia dopo il fallimento della terapia di deprivazione androgenica tradizionale. Se ratificata dalla Commissione Europea, la raccomandazione del Chmp si tradurrà nell’ampliamento delle indicazioni terapeutiche di abiraterone acetato, attualmente approvato in Europa e già in commercio nella maggior parte dei paesi per l’uso in associazione a prednisone/prednisolone come trattamento del carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione, in pazienti in cui la chemioterapia con docetaxel non ha arrestato l’avanzamento della malattia. A febbraio 2012 un Comitato Indipendente di Monitoraggio dei Dati (Idmc) aveva raccomandato, all’unanimità, di aprire il cieco dello studio di Fase Iii Cou-aa-302 [i], su cui si fonda la raccomandazione del Chmp, sulla base di un’analisi programmata in cui erano state osservate differenze significative di sopravvivenza libera da progressione della malattia basate su reperti radiologici e un trend di aumento della sopravvivenza complessiva con abiraterone acetato. Sulla base dei risultati osservati, il Comitato Idmc aveva altresì raccomandato che ai pazienti nel braccio di controllo venisse somministrato il trattamento con abiraterone acetato. In quello studio, i pazienti nel braccio abiraterone acetato avevano anche dimostrato una differenza statisticamente significativa per tutti gli endpoint secondari rispetto ai pazienti nel braccio di controllo. Il Chmp è il Comitato responsabile della valutazione scientifica dei farmaci per i quali viene richiesta l’autorizzazione alla commercializzazione nell’Unione Europea. Il parere positivo del Chmp è stato inoltrato alla Commissione Europea per l’iter approvativo. Janssen prevede che la decisione della Commissione giunga agli inizi del 2013. “Il parere positivo ci avvicina al momento in cui abiraterone acetato potrà essere impiegato in fase precoce nei pazienti con carcinoma avanzato, rispondendo così a un bisogno terapeutico ancora non soddisfatto – ha dichiarato Jane Griffiths, Presidente Janssen Responsabile per Europa, Africa e Medio Oriente - Se verrà approvato, l’ampliamento delle indicazioni offrirà ai pazienti con carcinoma prostatico resistente alla castrazione una nuova opzione, particolarmente importante non solo per le prospettive di maggiore sopravvivenza, ma anche di ritardo della necessità di chemioterapia e contributo al miglioramento della qualità di vita dei pazienti.” Lo studio Cou-aa-3021² Lo studio di Fase Iii internazionale, randomizzato, in doppio cieco, ha valutato abiraterone acetato associato a prednisone rispetto a placebo più prednisone in 1.088 pazienti asintomatici o lievemente sintomatici, con carcinoma prostatico resistente alla castrazione e non ancora sottoposti a chemioterapia. I pazienti sono stati randomizzati con rapporto 1:1 per ricevere abiraterone acetato 1.000 milligrammi (mg) in somministrazione orale unica giornaliera più prednisone 5 mg due volte/die, o placebo più prednisone 5 mg due volte/die. Gli endpoint co-primari dello studio erano sopravvivenza libera da progressione della malattia basata su reperti radiologici e sopravvivenza complessiva. Cou-aa-302 è stato il primo studio randomizzato a dimostrare un beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione della malattia sulla base dei risultati radiologici e un trend positivo nell’aumento della sopravvivenza complessiva in questa popolazione di pazienti. I risultati di questo studio sono stati presentati al 48° Congresso Annuale della Società Americana di Oncologia Clinica (Asco) a giugno 2012. I risultati dello studio hanno evidenziato un miglioramento statisticamente significativo della sopravvivenza libera da progressione della malattia sulla base dei risultati radiologici (rPfs) nel braccio abiraterone acetato associato a prednisone rispetto al braccio placebo più prednisone (controllo). Il valore mediano di rPfs nel braccio di controllo è stato di 8,3 mesi, mentre al momento dell’analisi finale dello studio non era ancora stato raggiunto nel braccio abiraterone acetato . La differenza tra i due bracci è risultata statisticamente significativa (p <0,0001) determinando la riduzione del 57% del rischio di progressione (Hazard Ratio (Hr) 0,43, intervallo di confidenza (Ic) al 95%: [0,35; 0,52]). In aggiunta, i pazienti trattati con abiraterone acetato associato a prednisone hanno dimostrato una sopravvivenza complessiva prolungata rispetto a quelli nel braccio di controllo (Hr=0,752; Ic al 95%: 0,606; 0,934. Il valore mediano di sopravvivenza complessiva non era ancora stato raggiunto nel braccio abiraterone acetato per la maggiore lentezza della progressione della malattia nel braccio abiraterone acetato rispetto al braccio di controllo, in cui il valore mediano di sopravvivenza complessiva è stato di 27,2 mesi; Hr=0,75; Ic al 95%: [0,61, 0,93], p=0,0097. Al momento dell’analisi intermedia, non era stata raggiunta la significatività statistica). Endpoint Secondari² Il trattamento con abiraterone acetato associato a prednisone ha anche dimostrato un vantaggio significativo negli endpoint secondari dello studio rispetto al braccio di controllo, in particolare: Prolungamento del tempo all’uso di oppiacei per il controllo del dolore oncologico: il tempo mediano non era ancora stato raggiunto nel braccio abiraterone acetato ed era invece di 23,7 mesi nel braccio di controllo (Hr=0,69; Ic al 95%: [0,57; 0,83]; p=0,0001). Prolungamento del tempo all’inizio della chemioterapia citotossica per il carcinoma prostatico: 25,2 mesi nel braccio abiraterone acetato contro 16,8 mesi nel braccio di controllo (Hr=0,58 [Ic al 95%: 0,49; 0,69]; p<0,0001). Prolungamento del tempo al deterioramento del performance status: 12,3 mesi nel braccio abiraterone acetato contro 10,9 mesi nel braccio di controllo (Hr=0,82; Ic al 95%: [0,71; 0,94]; p=0,0053) per un aumento di un punto o più del punteggio Ecog, una misura standard utilizzata per valutare lo stato di funzionalità del paziente e correlato alla prognosi. Prolungamento del tempo all’aumento del Psa: 11,1 mesi per il braccio abiraterone acetato contro 5,6 mesi per il braccio di controllo (Hr=0,49; Ic al 95%: [0,42; 0,57], p<0,0001), sulla base dei criteri Pcwg2. Risultati di Sicurezza² I pazienti nel braccio abiraterone acetato hanno manifestato più eventi avversi di grado 3 e 4 rispetto a quelli nel braccio di controllo, tra cui problemi cardiaci (6% contro 3%), ipertensione (4% contro 3%) e aumenti di alanina aminotransferasi (Alt) e aspartato aminotransferasi (Ast) (rispettivamente 5,4% contro 0,8% e 3,0% contro 0,9%). L’evento avverso più comune osservato nello studio è stato la spossatezza. Il carcinoma prostatico viene definito “metastatico resistente alla castrazione” quando metastatizza, ovvero si diffonde ad altre parti dell’organismo, e progredisce nonostante i valori sierici di testosterone vengano mantenuti al di sotto dei livelli di castrazione dalla terapia ormonale classica³. La prostata è una ghiandola dell’apparato genitale maschile che si trova sotto la vescica, circonda parzialmente l’uretra, e interviene nella produzione del liquido seminale. Il tumore della prostata in taluni casi avanza lentamente, ma, a seconda di diversi fattori, tra cui caratteristiche specifiche del paziente e del tumore, può anche avanzare molto velocemente e diffondersi ampiamente⁴. Nel 2008, in Europa, sono stati stimati 370.000 nuovi casi di carcinoma prostatico, con una mortalità di quasi 90.000 persone.  
   
   
SALUTE: FVG RISPARMI SU BUROCRAZIA E OFFERTA SANITARIA INVARIATA  
 
Trieste, 5 dicembre 2012 - "Abbiamo varato una riforma importante, che ci consente di risparmiare senza intaccare i costi sanitari ma intervenendo unicamente sul lato burocratico e amministrativo del Sistema Sanitario Regionale". Il vicepresidente della Regione, Luca Ciriani, esprime soddisfazione dopo che l´aula del Consiglio regionale ha approvato il disegno di legge per il riordino del comparto sanitario del Friuli Venezia Giulia. "Abbiamo dimezzato le aziende sanitarie presenti in Regione - affermato Ciriani - e questo ci permetterà di tagliare tre apparati amministrativi semplificando l´organizzazione e risparmiando milioni di euro, lasciando invariata l´offerta di salute per i cittadini, che di certo non si chiedono in che città abbia l´ufficio il Direttore generale ma se i servizi di cui ha bisogno sono efficaci ed efficienti". Non è mancato nel corso del dibattito il confronto con le opposizioni: "Il dato di fatto - commenta il vicepresidente - è che il centrodestra ha varato una riforma che era necessaria e assolutamente non rinviabile, mentre il centrosinistra per cinque anni ha affermato tutto e il contrario di tutto, non avanzando mai nessuna proposta chiara e definitiva, trovandosi spesso a smentire sul territorio quello che avevano affermato in Regione". "La sanità del Friuli Venezia Giulia - ha concluso Ciriani - funziona perché si è sempre autoriformata e autoregolata, e noi continuiamo su questa strada".  
   
   
DISTURBO DA DEFICIT DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ NEI BAMBINI: IL RUOLO DELLE COMPONENTI EMOZIONALI E AFFETTIVO-RELAZIONALI NELL’INTEGRAZIONE SCOLASTICA E NEL CONTESTO FAMILIARE  
 
Arezzo, 5 dicembre 2012 – Comprendere il ruolo delle emozioni e delle componenti affettivo-relazionali nelle problematiche legate al Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (Adhd) e individuare gli strumenti di intervento più efficaci in tutti i contesti di vita del bambino con Adhd, in famiglia e a scuola. Questi i temi al centro del Iii Convegno Regionale Aidai Toscana, dal titolo “Attenzione ed emozioni: la componente affettivo-relazionale nel Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività”, realizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale della Toscana e svoltosi lo scorso 1° dicembre ad Arezzo. Si tratta di un importante appuntamento annuale rivolto alle famiglie e a tutti i professionisti del settore educativo e sociosanitario con finalità formative, di informazione e sensibilizzazione su un disturbo ancora poco conosciuto, l’Adhd, e di cui si sottovaluta soprattutto l’impatto sulla qualità di vita di chi ne è affetto e di chi se ne prende cura. “L’incontro di quest’anno ha superato le nostre aspettative dato l’alto numero di partecipanti, che ci ha obbligato a spostare la sede prevista per raddoppiare i posti disponibili. Ciò dimostra che le criticità legate alla gestione dei bambini con Adhd sono di particolare interesse per coloro che ogni giorno si confrontano con questo disturbo, siano essi genitori o nonni, pediatri o insegnanti e compagni di scuola” commenta la Dottoressa Sara Pezzica, Psicologa-psicoterapeuta e Presidente Aidai Toscana a conclusione del convegno. L’adhd (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è un disturbo neurobiologico dell’età evolutiva caratterizzato da disattenzione, impulsività e iperattività motoria. I soggetti con Adhd, che in Italia sono circa l’1% nella fascia d’età che va dai 6 ai 18 anni, presentano difficoltà di concentrazione, si distraggono facilmente, hanno difficoltà a stare fermi e non sono in grado di controllare il loro comportamento impulsivo. “Non ci si può, infatti, limitare a trattare gli aspetti neuro-psicologici del disturbo Adhd; anche le emozioni sono importanti perché strettamente collegate sia all’attenzione che al comportamento. Per questo motivo abbiamo deciso di dedicare il convegno di quest’anno alla componente emotiva. – prosegue la Dottoressa Pezzica - Si può, infatti, parlare di emozione quale “balsamo” per migliorare l’attenzione nei bambini con Adhd a scuola, a casa e in tutti i contesti di vita”. E sulle emozioni, come hanno mostrato gli esperti, è possibile intervenire con pratiche psicologico-educazionali mirate, distinte a seconda del contesto di vita. “L’emozione è un fattore importante che condiziona, in primis, le dinamiche familiari. La gestione di bambini con Adhd può rappresentare un fattore di forte stress per i genitori. – afferma la Presidente Aidai Toscana - In questo caso i gruppi di parent training, che la stessa Associazione Aidai organizza ogni anno, sono utili per aiutare i genitori ad acquisire strategie comunicative efficaci e a migliorare la conoscenza del bambino per impostare modalità relazionali più morbide e calibrate”. Per quanto riguarda l’ambito scolastico bisogna, invece, considerare l’importanza dell’inserimento del bambino in classe: egli non vive in un contesto isolato ma in un gruppo che, spesso, comprende bambini con disturbi dell’apprendimento o handicap specifici. Grazie a interventi di educazione assistita e ai laboratori di classe è però possibile fare in modo che i compagni cooperino tra loro piuttosto che vengano isolati i soggetti “difficili”. Queste attività – accompagnate a corsi di teacher training dedicati agli insegnanti - permettono agli stessi educatori di acquisire “in vivo” alcune tecniche educative che permettono di facilitare i processi attentivi e ottenere l’autoregolazione del comportamento, non limitatamente ai soggetti con Adhd, ma anche all’intera classe. Quanto sta facendo la Usl 8 di Arezzo è un esempio originale e significativo di attività educativa assistita che ha coinvolto, per il secondo anno consecutivo, un gruppo di trattamento per bambini delle elementari, affiancato da un intervento assistito con il cane, condotto da un medico istruttore e da tre psicologhe. “Trattandosi di un’esperienza di gruppo, si lavora non solo su fattori cognitivi, ma anche emotivi e relazionali. Questa attività, in particolare, ha lo scopo di aiutare i bambini ad autoregolare il proprio comportamento in risposta ad alcune regole definite. – spiega il Dottor Luccherino, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile della Usl 8 di Arezzo - Ai bambini viene richiesto, ad esempio, di far eseguire al cane - un Golden Retriever, razza caratterizzata da un carattere impulsivo e inattentivo – compiti precisi e di portare a termine percorsi definiti. Il bambino, gestendo in prima persona il cane, impara così ad affrontare situazioni quotidiane difficoltose controllando i propri impulsi e comportamenti”. “Il corso di quest’anno, che si è appena concluso, ha mostrato risultati sorprendenti sui bambini coinvolti – prosegue il dottor Luccherino – con miglioramenti sia sul piano delle competenze relazionali che su quello del controllo dell’impulsività e iperattività”. Ogni intervento terapeutico va, quindi, adattato alle caratteristiche del soggetto: età, gravità dei sintomi, disturbi secondari, situazione famigliare e sociale, e deve essere inquadrato nell’ambito di un approccio “multimodale”, ovvero una terapia cognitivo-comportamentale e/o psico-educativa. Nei casi più gravi, alla terapia multimodale può essere associato anche un trattamento farmacologico, quando strettamente necessario, che deve essere intrapreso solo se indicato dal neuropsichiatra infantile. Per la corretta gestione del paziente è importante impostare da subito il protocollo di cura più idoneo. In questo senso la diagnosi precoce è fondamentale, soprattutto quando ci si trova ad affrontare bambini con Adhd e con disturbi psichiatrici concomitanti come, ad esempio, i disturbi della condotta. Il Disturbo della Condotta, che si manifesta con comportamenti antisociali (ad esempio aggressività fisica, vandalismo, inganni e raggiri), mostra infatti una certa comorbilità con l’Adhd. C’è una percentuale non trascurabile di bambini con Adhd, tra il 25 e il 40%, che nel tempo sviluppano anche comportamenti aggressivi. “Non è ancora completamente nota la relazione tra i due disturbi, anche se manifesta. Diversi studi mostrano che questi soggetti avrebbero difficoltà a rappresentare le conseguenze delle proprie azioni per le altre persone non tanto cognitivamente, ma affettivamente (deficit di empatia affettiva).– afferma il dottor Daniele Fedeli, Ricercatore di Pedagogia Speciale all’Università di Udine – Se il bambino è emotivamente “piatto”, cioè ha difficoltà a sperimentare e riconoscere le emozioni dell’altro, c’è un rischio maggiore che esso possa compiere azioni aggressive senza avvertire senso di colpa o imbarazzo. Per far recuperare ai bambini la capacità affettiva è necessario individuare i soggetti a rischio di un’evoluzione problematica per poter attuare interventi terapeutici tempestivi”. “Al fine di migliorare la qualità della vita di questi bambini e delle persone coinvolte nel loro percorso di crescita, è importante fornire alle famiglie e a tutti i soggetti interessati le competenze necessarie per conoscere e gestire il disturbo. Alla base di tutto vi è la comprensione: una volta compreso che determinati comportamenti non sono intenzionali ma sono caratteristiche del bambino con Adhd, anche la scelta delle strategie educative e relazionali cambia” conclude Sara Pezzica. L’incontro è stato patrocinato dall’Istituto Superiore di Sanità, Usl 8 Arezzo, Provincia di Arezzo, Associazione Italiana Ricerca e Intervento nella Psicopatologia dell’Apprendimento (Airipa), Società Italiana Terapia Comportamentale e Cognitiva (Sitcc), Ordine degli Psicologi della Toscana e Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia). : www.Aidaiassociazione.com    
   
   
CURARE CON GLI ANIMALI, FOCUS SULLA PET THERAPY E LE MEDICINE INTEGRATE GIOVEDÌ 6 DICEMBRE GIORNATA DI STUDI ALLA FACOLTÀ DI MEDICINA  
 
 Firenze, 5 dicembre 2012 - Il benessere della persona attraverso l’interazione con gli animali è al centro di una giornata di studi su “Pet Therapy e Medicine integrate”, che si terrà giovedì 6 dicembre, dalle ore 15.30 alle ore 19.30, presso la Presidenza della Facoltà di Medicina a Careggi (Viale Morgagni, 85). All’incontro parteciperanno Gianfranco Gensini, preside della facoltà di Medicina e Chirurgia, Rosa Valanzano, presidente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia, Fabio Firenzuoli, docente di Fitoterapia, Roberto Marchesini, Direttore Scuola di Interazione Uomo-animale, Eva Bigalli, responsabile dell’associazione Compagni di Specie. La pet therapy è una terapia che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento comportamentale, fisico, cognitivo, psicosociale e psicologico-emotivo. Nel corso della giornata di studi si metteranno in luce i risultati ottenuti attraverso le attività e terapie assistite da animali con particolare riferimento all’ambito pediatrico e geriatrico. “Il primo studio scientifico realmente accertato circa l’utilizzo di animali a scopo terapeutico – spiega Donatella Lippi, curatrice dell’incontro - risale al 1792, quando in Inghilterra, presso lo York Retreat Hospital, lo psicologo infantile William Tuke, cominciò a responsabilizzare i propri pazienti, malati psichiatrici, attraverso la cura degli animali. Questa tendenza si intensificò nel Xix e nel Xx secolo, quando i cani vennero usati con soggetti che avevano riportato gravi forme di depressione e schizofrenia, in seguito alla Prima Guerra Mondiale. Il concetto di pet-therapy - continua Lippi - è più recente, soprattutto se applicato a bambini autistici e giovani pazienti affetti da turbe psichiche. Nelle sedute, il pet diventa un referente di relazione, capace di attivare un percorso di cambiamento guidato dal comportamentalista che stabilirà, di volta in volta, quali attività siano più adeguate al raggiungimento degli obiettivi terapeutici”.  
   
   
BRIGNOLE: VALUTATO POSITIVAMENTE IL PIANO DI RISANAMENTO DEL COMMISSARIO PRIMA RIUNIONE COLLEGIALE SULL´AZIENDA DEI SERVIZI ALLA PERSONA  
 
 Genova, 5 dicembre 2012 - È stato valutato positivamente dall´assessore regionale alle politiche sociali, Lorena Rambaudi, il piano di risanamento presentato lunedì 3 dicembre in Regione dal commissario straordinario dell´Istituto Brignole, Enzo Sorvino, alla presenza dell´assessore alle politiche sociali del Comune di Genova, Paola Dameri e dei rappresentanti di Fedecommissaria, per coprire l´indebitamento dell´ente per circa 40 milioni. Dopo l´incontro di lunedì 3 dicembre il commissario dovrà presentare un nuovo documento che tenga conto delle indicazioni espresse da Regione e Comune, che dovrà essere approvato definitivamente dalla Giunta regionale, entro Natale. "Il piano di risanamento preso in esame oggi – ha spiegato l´assessore Rambaudi – è stato in larga parte condiviso, anche se abbiamo dato mandato al commissario di effettuare ulteriori approfondimenti su alcuni aspetti riguardanti l´alienazione del patrimonio del Brignole e la futura gestione". È stato comunque confermato l´indirizzo della gara pubblica per la gestione delle sei case di riposo (Doria, corso Firenze, Coronata, Rivarolo, Scaniglia Tubino e Pietra Minuta) dove sono ospitati 450 anziani. "L´obiettivo – ha continuato Rambaudi – è quello di mantenere il controllo pubblico sulla qualità e la tipologia delle prestazioni". "Per quanto riguarda le alienazioni – ha continuato Rambaudi - si stima di poter recuperare circa 30 milioni di euro dai beni immobili, a cui vanno aggiunte ulteriori risorse derivanti da operazioni di valorizzazione del residuo patrimonio".  
   
   
RATIFICATI CON DECRETO DEL PRESIDENTE GLI STUDI DI FATTIBILITÀ PER LE CASE DELLA SALUTE DI CHIARAVALLE CENTRALE, SIDERNO E SAN MARCO ARGENTANO  
 
Catanzaro, 5 dicembre 2012 - Dal verbale della riunione del Tavolo Massicci si rilevano delle criticità nella definizione delle Case della Salute inserite nella riorganizzazione delle reti assistenziali previste nel Piano di rientro sanitario. In realtà la documentazione a disposizione dei Ministeri alla riunione del 7 novembre scorso non teneva ancora conto di quanto è stato realizzato recentemente. Infatti, con decreti del Presidente della Regione, nella qualità di Commissario ad acta per il Piano di rientro, Giuseppe Scopelliti, sono stati ratificati gli studi di fattibilità approvati dalle Asp competenti per territorio relativamente alle Case della Salute di Chiaravalle Centrale, Siderno e San Marco Argentano. Queste tre realtà, che derivano dalla dismissione dell’attività ospedaliera operata negli ex Presidi, sono stati presi a modello per la realizzazione della rete territoriale delle Case della Salute che, in base al Dpgr n. 135/2011, sono otto: quattro in provincia di Cosenza: Praia a Mare, Trebisacce, San marco Argentano, Cariati; due nella provincia di Reggio Calabria: Scilla, Siderno; una nella provincia di Catanzaro: Chiaravalle Centrale e una nella provincia di Crotone: piattaforma sanitaria di Mesoraca. Le otto Case della Salute saranno tutte realizzate negli ex presidi ospedalieri riconvertiti in virtù del Piano di rientro con l’eccezione di Mesoraca che sarà collocata in una piattaforma già esistente. I modelli organizzativi (di tre livelli dimensionali diversi) sono stati oggetto di uno studio della Regione fatto in collaborazione con il Formez nell’ambito del Programma operativo di assistenza tecnica salute. Lo Studio corrisponde a quanto richiesto dai Tavoli ministeriali e sarà la guida per la realizzazione per le rimanenti Case della Salute. Le Case della Salute saranno finanziate con risorse comunitarie. Attualmente, su circa 127 milioni di euro, si può disporre di 67.500 milioni di fondi Por/fers 200//2013, anche se inizialmente erano previsti ulteriori 60 milioni sui Fondi Par/fas al momento non utilizzabili. Rappresenteranno il punto di riferimento sanitario e sociale della cittadinanza negli ambiti territoriali dove sono previsti e diventeranno un nuovo modello di cure primarie alternativo al ricovero ospedaliero. L’obiettivo della realizzazione della rete territoriale delle Case della Salute è il potenziamento della medicina territoriale per portare l’assistenza primaria vicino al cittadini. Nelle Case della Salute si svolgeranno attività di prevenzione, di diagnosi e cura di tipo territoriale, di riabilitazione, di tutela della salute mentale ecc., realizzando una presa in carico globale dei cittadini con la messa a disposizione dell’offerta sanitaria alternativa all’ospedale, compresa l’emergenza-urgenza. Secondo il modello organizzativo ipotizzato le prestazioni erogate saranno affidate ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta in coordinamento con altri professionisti sanitari e specialisti ambulatoriali.  
   
   
L’ACQUAGYM È PER TUTTI ATTIVATO UN NUOVO CORSO PER DISABILI FISICI E MENTALI NELLA PISCINA SPORTCENTER DI PARMA. UN PROGETTO PROMOSSO IN COLLABORAZIONE CON LA PROVINCIA  
 
Parma, 5 dicembre 2012 – Si allarga l’offerta sportiva per i ragazzi disabili del Parmense: dopo il basket, il nuoto, il rugby, la canoa, la scherma, da oggi potranno praticare infatti anche l’acquagym. Si terrà nella piscina Sportcenter di Parma il corso “Diversamente acquagym”, promosso dall’istruttrice del Comitato italiano paralimpico Francesca Bertoni in collaborazione con la Provincia e la società sportiva Multisportcenter. “Questo progetto si inserisce in un percorso più ampio che abbiamo iniziato due anni fa con l’obiettivo di promuovere gli sport per i disabili. Oggi grazie a questo corso permetteremo ai ragazzi di praticare anche un’attività motoria di base – ha detto il responsabile dell’Agenzia provinciale per lo Sport Walter Antonini, nella presentazione di questa mattina in Provincia -. Un’ottima opportunità soprattutto per chi ha disabilità mentali e relazionali”. Il corso permetterà ai ragazzi di ottenere un complessivo miglioramento psicofisico: da un lato potranno infatti praticare un’attività sportiva, che permetterà ad esempio di incrementare la forza muscolare e la capacità di equilibrio, di migliorare la conoscenza del corpo, dello spazio e del tempo; dall’altro potranno divertirsi, socializzare e accrescere la propria autostima. L’iniziativa non si rivolge solo ai disabili ma anche ai loro accompagnatori. “La novità di questo corso sta soprattutto nel fatto che i disabili potranno fare un’attività insieme ai loro familiari e amici: potranno quindi divertirsi e aiutarsi a vicenda in un ambiente allegro - ha spiegato l’ideatrice del progetto Francesca Bertoni –. Solo così si può avere una vera integrazione”. Sono due le tipologie in cui si articolerà il corso, a seconda delle differenti disabilità: acquagym per disabili mentali (con insufficienze lievi o moderate) in acqua bassa, e acquagym per disabili fisici che sarà svolta in acqua alta, utilizzando cinture e tubi galleggianti. In particolare, le lezioni prevedono dopo una prima fase di riscaldamento, una di esercizio a corpo libero con l’utilizzo di piccoli attrezzi per la tonificazione e una finale di defaticamento e rilassamento. Alla lezione, oltre all’insegnante Bertoni che dimostrerà gli esercizi fuori dalla vasca, saranno presenti in acqua uno o più istruttori di nuoto della Multisportcenter.“è un progetto per tutti, allargato anche ai non disabili: in questo modo praticare sport diventa un importante momento per stare insieme. È questa la strada che dovremo seguire anche per progetti futuri”, ha ribadito l’Event manager di Sportcenter Maurizio Pallotta. Con lui, erano presenti anche il direttore di Sportcenter Andrea Martini, che ha presentato le caratteristiche della struttura, e l’amministratore di Sportcenter Raffaele Quarantelli, che ha sottolineato il valore dell’iniziativa per la proprietà.L’apprezzamento per il progetto è arrivato anche dal Comune di Parma e dal Comitato italiano paralimpico. “È importante dare la massima attenzione a progetti di questo tipo, che permettono a tutti di poter praticare un’attività sportiva senza difficoltà e sentendosi a proprio agio”, ha detto il responsabile del Servizio Sport del Comune di Parma Antonio Bertoncini. “Sono onorato di essere a questa presentazione – ha aggiunto Andrea Grossi del Cip, che si voluto soffermare sull’importanza della formazione dei ragazzi: “La formazione sportiva dei giovani è fondamentale: ecco perché anche il Cip, nonostante il periodo di difficoltà economica, punta molto su questo aspetto e cerca di portare comunque avanti progetti importanti”. Questa mattina in Provincia erano presenti anche i due testimonial del corso: i campioni di nuoto Federico Bocchia e Davide Mora. I corsi si terranno martedì o venerdì mattina per i disabili fisici e martedì o giovedì pomeriggio per i disabili mentali. Il corso sarà attivato con un minimo di 6 iscritti. Per iscriversi è necessario rivolgersi direttamente alla Multisportcenter (via Cardani, 19): 0521 257040, info@multisportcenter.It  
   
   
AL VIA LA MOSTRA "BETWEEN" A ROMA PRESSO LA SALA UMBERTO  
 
Roma, 5 dicembre 2012 - Dal 4 dicembre 2012 al 28 gennaio 2013, a Roma, presso il Teatro Sala Umberto si terrà la mostra “Between”. Il vernissage avrà luogo stasera dalle ore 19.00 alle 21.00. Finissage in programma lunedì 28 gennaio 2013. La mostra - patrocinata dalla Provincia di Roma, dalla Regione Lazio e da Ronma Capitale - sarà ospitata presso il foyer del teatro romano (in via della Mercede, 50). L’ingresso all’esposizione - curata da Centoxcentoperiferia - è gratuito. “Between” costituisce uno degli ultimi appuntamenti del 2012 ed il primo del 2013 di “Quadratonomade” : opere d’arte in scatola per un museo itinerante. La rassegna di mostre è stata inaugurata lo scorso febbraio al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Il titolo della mostra definisce la tematica: l’interpretazione di uno spazio di confine tra ambiti diversi . All’interno del foyer del teatro Salaumberto le opere esprimono l’ambiguità di essere “tra” : materiale ed immateriale, realtà e sogno, identità e diversità, interno ed esterno, contenitore e contenuto, grafia e segno e superficie ed essenza . Una curva immateriale distingue e definisce un ipotetico confine tra opere, rafforzandone individualità ed identità da una parte e generando spazio di relazione dall’altra. Esiste un´identità precisa ma sfuggente, quella tra due realtà definite, quella che fotografa l´istante prima della trasmutazione di una cosa nel suo opposto o in qualcos´altro da sè. E tutto si esprime con una semplice preposizione ´tra´. E´ proprio questo il titolo della mostra, cioè ´Between´. In passato i percorsi espositivi erano stati ambientati in location inconsuete. Nel luglio scorso all´interno di una centrale idroelettrica, nella centrale di Vulci; ad ottobre nella centrale idroelettrica di Acquoria, a Tivoli. Le attività artistiche di ´Quadratonomade´ mirano a ´ricucire´ centro e periferia. Ed è, infatti, dalla sperimentazione di mostre senza fissa dimora che è nata l´idea di fare del nomadismo culturale un punto di forza. Quadratonomade è, di fatto, un museo itinerante, speculare rispetto alle gallerie radicate nel territorio. Si muove, infatti, dagli studi degli artisti ai luoghi di periferia, ai luoghi istituzionalizzati, per poi rispostarsi verso il centro incentivando in questo dinamismo circuiti di scambio culturale in Italia e all´estero. Il percorso espositivo diventerà occasione di confronto tra introspezioni ed indagini linguistiche verso lo spostamento continuo del limite percettivo anche di chi osserva. “Between” accompagnerà gli spettacoli previsti dalla programmazione teatrale , tra Tutto Shakespeare In 90 Minuti e Fantasia, tra dicembre e gennaio, tra il 2012 ed il 2013. Artisti: Claudio Abate, Ennio Alfani, Bruno Aller, Getulio Alviani, Andy, Paolo Angelosanto, Angelo Bellobono, Nicoletta Braschi, Ben Brout, Elvio Chiricozzi, Giovanni De Angelis, Roberto de Simone, Chiara Diamantini, Alessandro Giuliano, Antonio Greco, 00-Imt-code, Alfonso Maria Isonzo, Mark Kostabi, Andrea Liberati, Rory Logsdail, Bruno Lucca, Renato Mambor, Marino Melarangelo, Daniela Monaci, Carla Mura, Emilio Prini,daniele Puppi, Fiorella Rizzo, Pablo Rubio, Guendalina Salini, Giuseppe Salvatori, Beatrice Scaccia, Ettore Spalletti, Naoya Takahara, Lamberto Teotino, Andrea Trisciuzzi, , Cristina Thwaites, Roberto Vignoli, Fiorenzo Zaffina.  
   
   
IL PRIMO MEETING DEGLI ASSESSORI REGIONALI ALLO SPORT; SUCCESSO DELL’INIZIATIVA IL MEETING DIVENTERÀ ITINERANTE, LA LOMBARDIA SI PRENOTA.  
 
 Bari, 5 dicembre 2012 - Il primo meeting degli assessori regionali allo Sport promosso dall’assessore della Regione Puglia, Maria Campese, ottiene un primo, immediato risultato. Il tavolo di lavoro politico-istituzionale non si chiude con l’esperienza di Bari ma diventerà un appuntamento fisso. La proposta della Campese è stata accolta e rilanciata dal collega della Regione Lombardia, Filippo Grassia, il quale ha dato la propria disponibilità a ospitare il meeting dopo la presentazione, prevista nel mese di dicembre, del documento di programmazione nazionale da parte del ministro allo sport, Piero Gnudi. Il meeting diventa così il luogo istituzionale della elaborazione progettuale e del confronto sulle buone pratiche da adottare. Una necessità emersa forte a Bari e condivisa da tutte le Regioni presenti al tavolo di lavoro: Trento, Piemonte, Lombardia, Umbria, Basilicata, Marche. In rappresentanza del Ministero, Donatella Benetti, dell’ufficio dello sport della Presidenza dei ministri, mentre per Upi , Coni e Cip sono intervenuti i responsabili regionali, nell’ordine: Trifone Altieri, Elio Sannicandro e Giuseppe Pinto. Diversi i temi al centro del confronto, in particolare il capitolo risorse. “Sono esigue, inadeguate”, ha detto l’assessore Campese evidenziando come “le Regioni del sud sono il fanalino di coda”. Zero fondi comunitari, zero statali. “Negli ultimi due anni”, ha rimarcato Campese, “le voci del nostro bilancio regionale afferenti lo sport sono state ridotte drasticamente a causa del patto di stabilità”. Dal raffronto sulle risorse destinate alle attività sportive, la Provincia autonoma di Trento figura al primo posto, con 3.626.000 euro; seguono Piemonte (3 milioni), Lombardia (2.456.374), Basilicata (1.650.000) e Marche (1.650.000), quindi la Puglia, con 848.416: il costo pro-capite per abitante è di 0,2 euro, a fronte di 6,82 di Trento e 2,81 della Basilicata. Per l’impiantistica nel 2012 la Regione Puglia ha investito 1.304.000 a fronte dei 14 milioni del Piemonte e dei 15 e mezzo della Regione Lombardia. Gli ultimi dati riguardano la percentuale di persone sopra ai tre anni che svolgono attività sportiva. Secondo dati Istat il 52,5 per cento dei pugliesi non ha mai fatto sport, il 16 lo svolge in modo continuativo e il 7,8 saltuariamente. A tal proposito, l’assessore Campese ha messo l’accento su Sbam!, il programma interassessorile integrato di educazione ai corretti stili di vita che si ripromette di correggere le abitudini sbagliate dei minori, in particolare dei bambini delle scuole primarie, annunciando che il progetto è stato inserito nella programmazione 2012-2013 del Ministero e ritenuto finanziabile per un importo pari a 500 mila euro. Che vanno ad aggiungersi ai fondi regionali già stanziati: complessivamente Sbam! coinvolge 571 classi per 13 mila bambini. Ancora i giovani al centro del confronto, con i problemi legati agli impianti scolastici. Il loro utilizzo è assolutamente insufficiente, è stato rimarcato. La proposta condivisa: azione sinergica per realizzare progetti che ne consentano il pieno utilizzo anche fuori degli orari scolastici, così come sta progettando la Regione Lombardia. Altro punto caldo, recupero e gestione dell’impiantistica. Tra le proposte lanciate dal tavolo degli assessori, quella di dare vita a un vero e proprio club delle Regioni, le quali potranno interagire tra loro attraverso il sito istituzionale www.Pugliasportiva.it, che diventerà in questo modo la piazza virtuale per un confronto continuo e duraturo nel tempo.  
   
   
SPORT, BASKET INTERNAZIONALE A SANTA MARGHERITA LIGURE E A RAPALLO CON TROFEO “EMPORIO ARMANI UNDER 17” DA VENERDÌ 7 A DOMENICA 9 DICEMBRE, ORGANIZZA TIGULLIO SPORT TEAM  
 
Santa Margherita Ligure, 5 dicembre 2012 - Week end dell´Immacolata con l’undicesima edizione del torneo internazionale giovanile under 17 di pallacanestro, “Trofeo Ea7 Emporio Armani” da venerdì 7 a domenica 9 dicembre 2012 al Palazzetto dello Sport di Santa Margherita Ligure e in quello di Rapallo su iniziativa dell´associazione Tigullio Sport Team e con il patrocinio della Regione Liguria che sarà presente all’evento con l’assessore allo Sport Nicolò Scialfa. In programma anche un clinic basket la mattina di domenica, nel palazzetto di Santa Margherita Ligure, con gli allenatori Alberto Bucci e Luca Bechi e altri tecnici. Le squadre partecipanti al torneo sono: Olimpia Emporio Armani Junior Milano, Partizan Belgrado, Virtus Bologna Unipol Banca, Pallacanestro Moncalieri San Mauro, Olimpia Lubiana, Reyer Umana Venezia, Trenkwalder Reggio Emilia, Assigeco Casalpusterlengo.