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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 18 Dicembre 2012 |
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INAUGURATA LA PRIMA RISONANZA MAGNETICA 7 TESLA A CAMPO ULTRA ALTO NEL NOSTRO PAESE PRIMA IN ITALIA LA TOSCANA APRE UNA NUOVA FRONTIERA NELLA RICERCA SCIENTIFICA ALLA SCOPERTA DEI SEGRETI DEL CERVELLO E DEL CORPO UMANO. AL CENTRO DELLA FONDAZIONE IMAGO 7: I PRIMI STUDI SULLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE E SUI TUMORI CEREBRALI |
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Firenze, 18 dicembre 2012 - E’ stata inaugurata ieri la prima Risonanza Magnetica a Campo Ultra Alto italiana della Fondazione Imago7, ora in funzione nel bunker situato presso l’ Irccs Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa). Al taglio del nastro hanno partecipato, tra gli altri, Luigi Marroni, Assessore per il Diritto alla Salute di Regione Toscana. Marco Filippeschi, Sindaco di Pisa, Mons.fausto Tardelli, Vescovo della Diocesi di San Miniato, Massimo Mauro Augello, Rettore Università di Pisa, Roberto Cutajar, Presidente della Fondazione Imago 7, Giuliano Maffei, Presidente Irccs Fondazione Stella Maris, Domenico Galbiati, Presidente Irccs E. Medea, Carlo Tomassini, Direttore Generale Azienda Ospedaliero Universitaria di Pisa, Tommaso Langiano. Direttore Generale Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze, Cosimo Bracci Torsi, Presidente della Fondazione Pisa, Andrea Pieroni, Presidente della Provincia di Pisa e Gian Franco Gensini, Preside della Facoltà di Medicina dell’Università di Firenze. Il Ministro della Salute, Renato Balduzzi, in un video-messaggio, ha portato i saluti del Governo ai partecipanti, ribadendo l’importanza dell’avvio dell’attività del Centro di Ricerca toscano, definendo l’esperienza che si apre come la ragione fondamentale di un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs), ovvero quello di “fare ricerca scientifica per sperimentare e quindi trasferire nel Servizio Sanitario Nazionale. Nella sanità e nella ricerca l’Italia eccelle. Quella che oggi si apre a Pisa e una sfida verso un Ssn sempre migliore”. Da oggi la potente apparecchiatura inizia la sua avventura nella ricerca scientifica internazionale. E lo fa con progetti di grande rilievo tecnologico e scientifico: il Centro ospita un laboratorio per la progettazione e la costruzione di componenti che consentiranno l’acquisizione di dati ed immagini senza precedenti, e i ricercatori stanno già mettendo a punto tecniche innovative di acquisizione immagini e di spettroscopia per sfruttare appieno le capacità del nuovo tomografo. Sul fronte dell’applicazione clinica, a partire da gennaio verrà dato il via a due importanti progetti di ricerca di cui uno finanziato dal Ministero della Salute diretto alla valutazione dell’impatto della risonanza magnetica a campo ultra-alto nella diagnosi delle malattie neurodegenerative e l’altro, finanziato dalla Fondazione Pisa dedicato allo studio delle neoplasie e displasie cerebrali. Questa iniziativa è stata resa possibile dalla creazione della Fondazione onlus Imago7 i cui soci fondatori sono l´Irccs Stella Maris di Pisa, l´Irccs Medea di Bosisio Parini (Lecco), l´Università di Pisa, l´Azienda Ospedaliera Universitaria di Pisa, e di recente anche l’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze. Un Progetto concretizzato grazie al determinante contributo economico della Fondazione Pisa. Soltanto 17 Centri in Europa e altri 21 nel resto del mondo possiedono apparecchiature di risonanza di questa potenza. Le applicazioni del 7 Tesla sono estremamente vaste: dallo studio anatomico ad altissima risoluzione del cervello, all’esplorazione dell’apparato muscolo-scheletrico, ed in futuro di altri organi come il cuore e la mammella. Con questa apparecchiatura di nuovissima generazione, sconfinate sono le opportunità di condurre ricerche scientifiche che potranno essere sviluppate per ampliare le conoscenze nel campo della medicina, a vantaggio di tutta la comunità. La Risonanza Magnetica a 7 Tesla è un potente strumento per scoprire i segreti del corpo umano, che permette di acquisire dati e nuove tipologie di immagini dei diversi distretti corporei in modo non invasivo, con un livello di risoluzione spaziale e specificità senza precedenti. Dopo l’arrivo del magnete dalla General Electrics di Milwaukee, Stati Uniti, avvenuto la mattina del 9 giugno 2010 al bunker di Calambrone, i tecnici hanno trascorso questi mesi a mettere a punto il sistema di Risonanza Magnetica, eseguendo complesse tarature e una serie di esperimenti pilota su fantocci che simulano la consistenza del corpo e del cervello umano. Un lavoro di sviluppo complesso, necessario in questo tipo di macchine e svolto anche nell’ottica di garantire la massima sicurezza per operatori e pazienti, che il 6 dicembre scorso ha permesso di effettuare, dopo una serie di esperimenti sugli stessi ricercatori afferenti al Centro, il primo esame di risonanza magnetica a 7Tesla su un volontario sano: Padre Gabriele (Gino Bezzi) che ha “provato” la macchina: “Ho avuto l’impressione – ha dichiarato il religioso - di essere su una rampa di lancio di un missile che mi avrebbe trasportato nello spazio. Mi sono sentito un po’ un astronauta, un viaggiatore verso nuovi mondi, che sono quelli della scienza e della tecnica”. Dichiarazioni Autorita’ - Luigi Marroni, Assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana - "L´inaugurazione di questa mattina è per me motivo di grande soddisfazione. In un momento difficile come quello che stiamo attraversando, inaugurare questo nuovo Centro di Ricerca e questa apparecchiatura così avanzata è un segnale davvero molto importante, che sta a dimostrare che in sanità, per spendere bene le risorse a disposizione, è necessario investire in tecnologia, ricerca, innovazione. Solo così saremo sempre in grado di curare al meglio i nostri cittadini". Marco Filippeschi Sindaco di Pisa - E’ ancora nitido il ricordo di quando si è formata a Pisa – poco tempo fa – la Fondazione Imago7 per la ricerca avanzata nel campo dell’imaging medico e scientifico, e già siamo ad inaugurare il nuovo Centro di Ricerca che era nei propositi della Fondazione stessa: un Centro basato sulla risonanza magnetica a campo ultra alto, che può contare su un tomografo tra i più potenti in Europa e nel mondo. Un nuovo gioiello che si aggiunge alle tante eccellenze nella ricerca e nel sapere che costituiscono il patrimonio più prezioso della città di Pisa. Alle Istituzioni Scientifiche e alla Fondazione Pisa che lo hanno reso possibile va il riconoscimento della comunità, nella certezza che il Centro che si inaugura aprirà nuove prospettive per la ricerca e per le tante energie intellettuali di cui il nostro Paese è ricco. Carlo Tomassini, Direttore Generale Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana - Il nostro ruolo è di fare sistema in tutto quello che è alta tecnologia, ricerca e innovazione nelle cure, mettendo nella Fondazione di Ricerca Imago7 le competenze dei nostri professionisti, che già lavorano in Aoup sulle alte intensità di campo per individuare nuovi settori clinico-diagnostici dove le potenzialità delle macchine consentono studi biochimico-funzionali finalizzati a nuove terapie. Domenico Galbiati, Presidente Irccs Eugenio Medea - La Nostra Famiglia - "Abbiamo creduto fin dall´inizio in questa impresa di forte valenza scientifica e siamo particolarmente soddisfatti che Imago 7 sia giunta in porto. Per questo motivo abbiamo voluto investire nella Fondazione risorse non solo dal punto di vista finanziario, ma anche e soprattutto scientifico. Siamo infatti l´unico soggetto non pisano tra i soci fondatori, ma abbiamo voluto esserci in una logica di globalizzazione della scienza e nell´ottica del comune interesse con lo Stella Maris per le patologie dello sviluppo e le neuroscienze". Tommaso Langiano, Direttore Generale Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer Firenze - L’inaugurazione della Risonanza Magnetica 7 Tesla della Fondazione di Ricerca Imago7 rappresenta un nuovo passo per il progresso della ricerca scientifica applicata alla medicina. L’azienda Ospedaliero Universitaria Meyer ha aderito al Progetto Imago 7 ed è impegnata con il Dipartimento di Neuroscienze in varie ricerche finalizzate e finanziate dal Ministero della Salute, dalla Regione Toscana e dalla Comunità Europea. Alcune di queste ricerche sono studi collaborativi svolti insieme alla Irccs Fondazione Stella Maris. L’adesione formale alla Fondazione Imago 7, rappresenta un valore aggiunto per la ricerca sul sistema nervoso del bambino. Permetterà infatti di migliorare l’approccio diagnostico e ove possibile l’efficacia delle terapie in ambito neurochirurgico, neuroncologico, ortopedico e reumatologico Scheda Risonanza Magnetica 7 Tesla - Una grande macchina, un grande team. Per esaltare tutte le potenzialità di un’apparecchiatura così potente e così accurata è necessario un team allargato di professionisti provenienti da più settori scientifici: Fisica, Chimica, Bioingegneria, Neuroscienze, Imaging. Il team è fornito in parte dalla Fondazione Imago7, e in parte dagli enti fondatori: l’Irccs Stella Maris, l’Università di Pisa, la Sanità regionale rappresentata dall’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, l’Irccs Eugenio Medea di Bosisio Parini (Lecco) e recentemente anche l’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze. Importanti progetti congiunti sono già stati elaborati in collaborazione con altri enti come l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), la Scuola Superiore Sant’anna di Pisa, e l’Università di California San Francisco (Ucsf). Tomografo, i dettagli. Costa circa 7 milioni di Euro e pesa 33 tonnellate, è stato costruito nei laboratori della General Electric di Milwaukee (Stati Uniti). Il magnete a campo ultra alto è il cuore della prima Risonanza Magnetica Nucleare 7 Tesla attivata in Italia, racchiuso in un bunker costruito utilizzando 470 tonnellate di ferro per il contenimento dello forte campo magnetico. Rm 7 Tesla, un bacino di progetti eccellenti. I mesi che hanno preceduto l’Inaugurazione del Centro hanno consentito non solo di lavorare alla messa a punto del sistema, ma anche di produrre risultati rilevanti in campo tecnologico e scientifico. Michela Tosetti Braccini, coordinatrice delle attività di ricerca di Imago7, spiega come il lavoro congiunto dei ricercatori abbia condotto ad importanti risultati nello sviluppo di tecniche di acquisizione innovative, costruzione di bobine a radiofrequenza ottimizzate per studi su particolari distretti corporei, e ideazione e sviluppo di nuovi metodi di imaging e di calcolo della distribuzione dei campi elettromagnetici all’interno del corpo, fondamentali per la qualità delle nuove immagini e per garantirne la sicurezza, La continua sperimentazione e lo sviluppo tecnologico sono attività che continueranno a caratterizzare il Centro per lungo tempo a venire, e che hanno già reso possibile l’inizio, previsto per gennaio, di un importante progetto di sperimentazione clinica per la comprensione di processi fisiopatologici ancora incompresi, finanziato dal Ministero della Salute. Il progetto di ricerca diretto dal Dr. Mirco Cosottini dell’Universita’ di Pisa è dedicato alla valutazione dell’impatto della risonanza magnetica ad alto campo nella diagnosi delle malattie neurodegenerative, quali la Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla) e le sindromi di Parkinson e Alzheimer. Il progetto di ricerca finanziato dalla Fondazione Pisa e diretto dal Prof. Renzo Guerrini mira a definire il ruolo del 7 Tesla nella diagnostica delle neoplasie e displasie cerebrali in età evolutiva nella prospettiva di ottimizzare il trattamento chirurgico. A questo progetto prendono parte oltre all’ Irccs Fondazione Stella Maris, il Dipartimento di Neuroscienze dell’Aou Meyer, l’Unità Operativa di Oncologia Pediatrica della Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana e il Lens di Firenze che svilupperà sonde al laser per la diagnostica spettroscopica intraoperatoria che servirà da confronto con la diagnostica spettroscopica mediante 7 Tesla. Una rete di eccellenze. Grazie a uno stanziamento del Ministero della Salute dedicato al Progetto Imago7, il nuovo Centro di Ricerca è collegato alla rete telematica ad alta velocità Garr. Si tratta di una rete informatica su fibra ottica ad altissimo flusso di dati che consentirà al team di dialogare direttamente con le maggiori strutture italiane e con i più autorevoli Centri di Risonanza Magnetica a campo ultra-alto del mondo, quali ad esempio l’Università di California San Francisco (Ucsf), dotata di un tomografo General Electric molto simile a quello installato ad Imago7. La nuova rete telematica consentirà di ampliare ulteriormente gli orizzonti di ricerca ad altri enti della Regione Toscana. Sono inoltre previste collaborazioni di altissimo livello con due nuove importanti realtà scientifiche Pisane: Dreamslab, laboratorio per la visualizzazione e la manipolazione tridimensionale di dati presso la Scuola Normale Superiore, e l´Information Technology Center dell´Università di Pisa. Scheda Primo Test Super Risonanza - E Il primo volontario sano della Super-risonanza è Padre Gabriele “Io, un astronauta nella nuova avventura alla scoperta dei segreti del cervello” - Padre Gabriele (Gino Bezzi), un passato da laico in fabbrica, un presente da religioso apprezzato per la sua concretezza e una fede che declina con intelligente semplività, tanto è vero che anche Papa Giovanni Paolo Ii ha dialogato con questo frate Francescano semplice e per questo acuto nelle sue affermazioni sempre inedite. Livornese, dell’Ordine dei Frati Minori Padre Gabriele è Vice Rettore del Seminario Vescovile di Livorno, Assistente Diocesano di Azione Cattolica e responsabile della Pastorale dello sport della Diocesi. E’ Cappellano Militare della Guardia di Finanza e, in passato, Cappellano della Marina Militare. “Pratico la corsa regolarmente”- dice di sé - e da tutti sono conosciuto nel mondo dei runners, ho fatto cinque Maratone di cui la più bella quella di New York nel 2008”. E’ stato lui ad entrare per primo, come volontario sano, nel tubo della più potente risonanza magnetica (Rm) d’Italia, il 7 Tesla del Centro di ricerca Imago 7, nel bunker allestito alla Fondazione Stella Maris di Calambrone (Pisa). Padre Gabriele è entrato tranquillo nello spazio della Rm, si è sdraiato sul letto e l’avventura di Imago 7 ha avuto inizio, coniugando con scienza e fede, che come leggerete, per il sacerdote tanto distanti nono sono. Padre Gabriele che impressione ha avuto nel “tubo” della Risonanza? Ho avuto l’impressione - dice sorridendo - di essere su una rampa di lancio di un missile che mi avrebbe trasportato nello spazio. Mi sono sentito un poco astronauta, un viaggiatore verso nuovi mondi, che sono quelli della scienza e della tecnica. Padre ha avuto paura? Non ho avuto paura perché la mia formazione nasce in campo tecnico e scientifico, forse è per questo che ho uno spirito propositivo. Mi sono sentito semmai utile, consapevole di aiutare quelli che dovranno usare questa macchina per motivi terapeutici. Li ho aiutati a collaudare questa attrezzatura Non le fa impressione essere il primo volontario sano a provare la super risonanza? No, fa parte un po’ del mio essere. Non ho paura a provare cose nuove specialmente quando sono di questo genere. Semmai mi metto a disposizione, sono una persona che fa della propria vita un dono anche per tutti gli altri. Cosa pensa di questa mattina che scruta il cervello, cercando il nuovo, oltre il conosciuto? Sono perfettamente convinto che il cervello sia un grande strumento che Dio ha dato all’uomo, il quale lo debba usare per comprendere quanto c’è non solo attorno a sè, ma sopratutto dentro l’uomo stesso, soprattutto per la medicina e la diagnostica. Io credo che la vera esplorazione dell’uomo sarà non tanto quella che avverrà fuori da sè, quanto dentro, in questo cervello che è ancora misterioso Padre ritiene che ricerca e scienza siano nuove forme di carità e solidarietà e conducano l’uomo verso il trascendente? Credo di si. Non ho mai avvertito una divisione tra la scienza e la fede, credo che le due cose vanno di pari passo. Penso che ci aiutino. Come? La scienza ci consente di vedere attorno a noi mentre la fede quello di andare oltre noi. Sono convinto ci sua un “altro oltre” che sia fuori Da questa dimensione tempo- spazio. Per noi che abbiamo la fede è andare oltre, senza rimanere imbrigliati in questo mondo che per quanto grande possa essere, è sempre per noi limitato. Usando una metafora pensa che l’idea di Dio possa essere in un macchinario come questo? Quando sono entrato dentro al tubo non ho avvertito la presenza di Dio nella macchina, la presenza di Dio l’ho avvertita dentro di me che entravo in questa macchina, per cui Dio non lo vedo nella tecnica ma nell’uomo che costruisce il mondo e come lo costruisce. Dio lo ritrovo sempre nelle cose che l’uomo ha fatto, specialmente quando servono a fin di bene contro il male. La lotta della scienza e della tecnica è la lotta contro il male fisico, psicologico Che messaggio invierebbe ai tanti giovani che lavorano a Imago7 e ai partecipanti dell’inaugurazione di Imago7? Il messaggio è molto semplice: la chiesa non è lontana dall’uomo ma è vicina all’uomo. Poi, uscito dal perimetro chiuso del tomografo, insieme al Presidente Giuliano Maffei, si è avvicinato al computer con le immagini nitidissime del suo cervello. “Vediamo se troviamo il centro della fede”, lo ha invitato Maffei. Ha scrutato e voltandosi ha risposto: “Nulla da fare la macchina non l´ha fotografato .E mai lo potrà fare perché la Fede appartiene al trascendente, alla mente, al cuore alle emozioni, ossia alla parte spirituale dell´uomo da troppo tempo non curata e negletta”. Per ulteriori approfondimenti, si prega di rivolgersi a: Presidenza Fondazione Imago7: Dr. Roberto Cutajar presidenza.Imago7@imago7.eu Direzione del Comitato Scientifico: Prof Arnaldo Stefanini arnaldo.Stefanini@df.unipi.it |
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ESPERTI SANITARI SOSTENGONO L´IMPLEMENTAZIONE DI UNA MEDICINA PERSONALIZZATA |
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Bruxelles, 18 dicembre 2012 - In una nuova relazione dell´associazione di appartenenza della Fondazione europea della scienza (Fes) per i consigli della ricerca medica in Europa, ovvero il comitato Emrc (European Medical Research Councils), importanti esperti sanitari promuovono la sanità personalizzata. Secondo la relazione, per garantire che la medicina personalizzata venga implementata nei sistemi sanitari in tutta Europa sono necessari finanziamenti dedicati e supporto. La relazione, intitolata "Medicina personalizzata per il cittadino europeo", ha riunito esperti provenienti da un´ampia gamma di discipline al fine di identificare le questioni più urgenti che influiscono sullo sviluppo e sull´implementazione della medicina personalizzata in Europa. Sono state consultate le più importanti parti interessate: dai gruppi di pazienti agli enti normativi, dal mondo industriale a quello accademico. La medicina personalizzata è una strategia basata sulla fenotipizzazione individuale di profili, al posto dell´approccio consolidato da tanto della "taglia unica", che identifica gli elementi in grado di prevedere la risposta dei soggetti al trattamento e la loro predisposizione alla malattia. Questo modello sanitario pone una grande enfasi sul mantenimento e l´investimento di queste coorti, fornendo un sistema sanitario con un potenziale approccio moderno, una strategia essenziale per l´analisi e la comprensione della malattia nel tempo in popolazioni ben caratterizzate. Il professor Stephen Holgate, che insegna immunofarmacologia all´Università di Southampton, ed è uno dei più importanti esperti nel consulto, ha commentato: "La medicina personalizzata è diventata sempre più importante nel futuro della sanità essendo mirata sui pazienti con specifici programmi di trattamento fatti su misura in base alle loro esigenze individuali." La relazione ha evidenziato una serie di raccomandazioni in quattro aree centrali, a cominciare dal trattamento dei dati. Essa afferma che si devono creare set di dati completi, accessibili e interoperabili per supportare lo sviluppo di una nuova tassonomia delle malattie e permettere il suo continuo miglioramento e la sua applicazione. In secondo luogo, i modelli e i processi decisionali devono essere rivisti allo scopo di evidenziare una messa a fuoco sull´individuo. I professori ritengono che questo dovrebbe essere fatto a tutti i livelli, dalla valutazione della sicurezza e dell´efficacia degli interventi, passando per Hta (health technology assessment) e rimborso, fino a diagnosi, trattamento e prevenzione. Successivamente la relazione delinea la ricerca interdisciplinare, partecipativa e traslativa. La partecipazione delle parti interessate, l´interazione interdisciplinare, i partenariati pubblico-privato e precompetitivi e la ricerca traslativa aiuteranno a sviluppare le strutture che supportano l´idea della medicina e della sanità personalizzate. Infine, sono necessarie infrastrutture e risorse, e devono essere forniti finanziamenti dedicati e supporto governativo per assicurare la disponibilità di infrastrutture centrali, che comprende l´accesso a un nucleo tecnologico e strutture per l´istruzione e la formazione di professionisti e della comunità in generale. La professoressa Liselotte Højgaard, presidente dell´Emrc, ha detto: "Noi ci auguriamo che le raccomandazioni contenute nella nostra relazione verranno adottate dalle parti interessate in tutta Europa per garantire la felice introduzione e la sostenibile implementazione della medicina personalizzata". A fianco del professor Holgate, il comitato scientifico responsabile della stesura della relazione comprendeva il professor Aarno Palotie dell´Istituto per la medicina molecolare finlandese e dell´Università di Helsinki (Finlandia), la professoressa Barbara Prainsack del Centro per la biomedicina e società e della Brunel University (Regno Unito), la professoressa Angela Brand dell´Istituto per la genomica nella sanità pubblica e dell´Università di Maastricht (Paesi Bassi) e il professor Hans Lehrach dell´Istituto Max Planck per la genetica molecolare (Germania). Per maggiori informazioni, visitare: Fondazione europea della scienza: http://www.Esf.org/home.html |
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SCREENING ONCOLOGICI, CRESCONO ESTENSIONE E ADESIONE IN TOSCANA. I RISULTATI NEL RAPPORTO ANNUALE DELL’ISPO 2010-2011
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Firenze, 18 dicembre 2012 – “Un bilancio molto positivo quello dei programmi di screening oncologico della Regione Toscana che vengono presentati. L’estensione e l’adesione ai programmi crescono costantemente, e ancora una volta la Toscana registra una delle performance migliori d’Italia, su livelli di qualità confrontabili con le più avanzate esperienze del Nord Europa”. E’ il commento dell’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, che, al Cto, assieme al direttore dell’Ispo Gianni Amunni, ha presentato il 13° Rapporto annuale dell’Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica. Il Rapporto contiene i risultati del monitoraggio dell’attività dei tre programmi di screening offerti dal Servizio sanitario regionale: tumori della mammella, del collo dell’utero e del colon-retto. I numeri che fotografano l’attività del 2010-2011 rivelano una tendenza di costante crescita dell’estensione e dell’adesione ai programmi, con dati che soddisfano, per quanto riguarda l’estensione, i valori considerati ottimali, compresi tra 90 e 100%, anche se esistono ancora variabilità tra le diverse aziende sanitarie. Dall’analisi condotta dai ricercatori Ispo emerge che, in tempi di spending review, l’attività di prevenzione secondaria (appunto gli screening) si conferma come lo strumento di eccellenza per evitare sprechi, consentendo un utilizzo appropriato delle risorse e una continua valutazione della qualità delle prestazioni erogate. “Gli screening organizzati – spiega Gianni Amunni – sono strumenti riconosciuti di miglioramento della prognosi e di riduzione delle differenze per censo, nella mortalità, per alcune neoplasie. Gli interventi di prevenzione oncologica sono quindi azioni prioritarie del Servizio sanitario regionale e devono essere garantiti come livelli essenziali di assistenza, specie in periodi di crisi, in cui da più parti si mette in discussione il valore universale del servizio pubblico”. Questi i risultati più significativi degli screening. Screening per il tumore della mammella - Ottima la performance sul fronte dell’estensione: la grande maggioranza delle donne tra i 50 e i 69 anni (il 93,2%) ha ricevuto l’invito biennale ad eseguire una mammografia. Bene anche l’adesione (le donne che poi effettivamente si presentano per fare la mammografia), pari al 72,5%: una conferma che il programma è ormai radicato nella popolazione. Più del 90% delle donne con tumore alla mammella sono state trattate chirurgicamente con approccio conservativo. Per i comuni della Asl 10 il sistema ha avviato l’estensione alla fascia di età tra i 70 e i 74 anni, allargamento che sarà attuato con invito attivo della popolazione o continuando a invitare chi aveva già manifestato interesse a partecipare. Nei prossimi anni, è prevista l’estensione anche alla popolazione tra i 45 e i 50 anni. Screening per il tumore della cervice uterina - Nello screening con Pap-test, che coinvolge donne tra i 25 e i 64 anni, l’estensione è in linea con gli anni precedenti e nel triennio 2009-2011 tutta la popolazione è stata raggiunta dall’invito: 99,2%. Anche l’adesione è in crescita: 55,4%. Restano alcune criticità come la lunghezza dei tempi di attesa tra il prelievo e l’invio del referto negativo del test. Quest’anno si è rilevato un aumento del numero di donne che, invitate a fare la colposcopia, hanno accettato, nell’84,5% dei casi, di farla presso i centri di riferimento. Grazie al programma sono stati diagnosticati 12 carcinomi invasivi, 11 carcinomi microinvasivi e 591 lesioni pre-invasive della cervice uterina. È in corso un progetto per individuare strategie mirate ad aumentare la partecipazione della popolazione migrante. Screening per il tumore del colon-retto - Il primo programma pilota per la diagnosi precoce di questo tumore, attraverso la ricerca del sangue occulto nelle feci, è partito, alcuni decenni orsono, proprio a Firenze. L’attivazione su tutto il territorio regionale per uomini e donne tra i 50 e i 69 anni risale al 2005: all’epoca, l’estensione raggiungeva il 50,4%; nel 2011 si è riusciti a raggiungere l’87,3% della popolazione, un dato che, anche se non ottimale, conferma il trend di crescita degli ultimi anni. Il valore di adesione raggiunge il 49,5%, con 206.600 persone che hanno effettuato l’esame. Il protocollo prevede che tutti i soggetti positivi al test di primo livello debbano effettuare una colonscopia: nel 2011 ne sono state effettuate 6.900. Questo ha permesso di diagnosticare 288 cancri – la metà dei quali a uno stadio precoce – e 1.540 adenomi avanzati, a rischio di degenerazione. Ottimi i tempi di invio della risposta negativa al test: 95% dei referti spediti entro 21 giorni. Da segnalare il fatto che il 21% delle persone positive al test non hanno effettuato la colonscopia all’interno del percorso di screening. La novità: dal Pap test al test Hpv - Tra le novità più significative in arrivo, quella che riguarda lo screening per il tumore della cervice uterina: da dicembre in Toscana si passerà progressivamente dal Pap test, utilizzato finora, al test Hpv (Human papillomavirus). Il nuovo programma prenderà il via nella sola Asl 10 di Firenze, per estendersi poi, dal 2013, prima ad altre tre aziende sanitarie, poi gradualmente a tutte le altre, per andare completamente a regime nell’arco di 4 anni. Nella fascia di età 25-34 anni continuerà ad essere utilizzato il Pap test triennale, mentre nella fascia di età 35-64 il Pap test sarà sostituito dal test Hpv, da fare ogni 5 anni. Come il Pap test, anche il test Hpv si fa con un prelievo vaginale. Le conoscenze tecnico scientifiche disponibili, frutto della stessa ricerca condotta anche dall’Ispo, indicano la necessità di utilizzare come test primario per lo screening cervicale il test Hpv nella fascia di età 35-64 anni. Per le donne di Firenze e provincia, come avveniva per il Pap test, anche per il test Hpv le donne saranno invitate a fare lo screening dall’Ispo, attraverso la propria Asl. Le stime prevedono che con il test Hpv saranno screenate ogni anno circa 79.000 donne, mentre il numero di donne screenate con il Pap test sarà di circa 36.200 l’anno. |
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PER PRIMA LA PUGLIA ADOTTA LA CARTA REGIONALE PER L´INVECCHIAMENTO ATTIVO. |
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Bari, 18 dicembre 2012 - In chiusura dell’Anno Europeo per l’Invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni (Ey2012), la Giunta Regionale ha approvato,nell’ultima seduta, la Carta regionale per l’invecchiamento attivo, vitale e dignitoso in una comunità solidale, che ha l’obiettivo di fornire indirizzi cogenti per la programmazione e l’attuazione degli interventi in favore dell’inclusione sociale e lavorativa, dell’invecchiamento attivo e della vita indipendente per le persone anziane e per le persone con disabilità, quindi fortemente centrata sulla promozione delle opportunità di accesso ai servizi sociosanitari territoriali, alla domotica sociale, alle prestazioni domiciliari, ai percorsi di inserimento sociolavorativo di soggetti fragili, alla qualità della vita delle persone anziane. “Si tratta di una Carta che va molto oltre la semplice dichiarazione di intenti – dichiara soddisfatta l’Assessore Gentile - perché la consideriamo una vera e propria cornice culturale e di principi per mettere a sistema politiche attive già implementate nella nostra Regione e che possono essere rafforzate, come la rete dei servizi domiciliari, o che a breve saranno operative, penso al bando per i progetti di vita indipendente o ai buoni servizio per i centri diurni per gli anziani e le persone con limitata autonomia. E sono molto contenta non solo perché siamo la prima Regione che si dota di una Carta così importante, mentre il Governo Nazionale non è ancora arrivato ad adottarla, ma soprattutto perché l’input per l’elaborazione della Carta ci è venuto dalle tante organizzazioni regionali rappresentative delle parti sociali (organizzazioni sindacali e associazioni datoriali) e in particolare del mondo assai variegato e ricco che è quello delle persone anziane. Credo che questa Carta racconti una volta di più e in modo definitivo che il sistema di welfare regionale ormai non può più tornare indietro, può solo proiettarsi in avanti verso un sistema moderno di livelli essenziali e un mix di politiche di promozione e di attivazione delle persone e dei loro diritti”. Tra i principali impegni che la Regione assume con la Carta per l’invecchiamento attivo nel campo delle politiche sociali, sociosanitarie e sociolavorative figura la necessità di assicurare un supporto pieno ed integrato alla persona anziana e alla persona in condizione di limitata autonomia la permanenza più lunga possibile nel modo del lavoro, del servizio solidale, del muto aiuto tra famiglie e generazioni, del contesto domiciliare in alternativa al ricovero in strutture di cura residenziali. In particolare si pone l’accento sull’integrazione di misure di sostegno economico alla persona e alla famiglia per la vita indipendente, per l’autonomia in contesto domiciliare e la qualificata e continuativa assistenza alla persona, sul potenziamento della rete dei centri diurni, sulla promozione della domanda di ausilii informatici e domotici per la connettività sociale e per la autonomia in ambiente domestico e lavorativo delle persone anziane, sulla promozione per la solidarietà tra le generazioni e infine su percorsi attivi rivolti al recupero degli antichi mestieri in ottica di valorizzazione delle capacità e delle competenze delle persone anziane a supporto di una rete di opportunità formative e lavorative per i giovani che apprendono gli antichi mestieri e attivano nuove iniziative economiche. Carta Regionale Per Un Invecchiamento Attivo, Vitale E Dignitoso In Una Società Solidale I. I principi Art. 1- Finalità In accordo con gli obiettivi dell’Anno europeo per l’invecchiamento attivo e la solidarietà tra le generazioni 2012, la presente Carta promuove la tutela e la valorizzazione delle persone anziane ed una cultura attenta alle loro esigenze e potenzialità in ogni settore della vita sociale, civile, economica e culturale, per tutto il corso della vita. Contestualmente, si riconosce la necessità di ottimizzare il contributo di tutte le generazioni alla società, favorendo e stimolando il dialogo e gli scambi tra le generazioni quali fattori di socializzazione, reciproco supporto e di coesione sociale. Per il raggiungimento dei fini suddetti, tutti i livelli del governo territoriale e tutti i soggetti interessati sono impegnati a perseguire politiche ed azioni a favore delle persone anziane che stimolino la loro indipendenza e stili di vita sani, il loro ruolo all’interno della famiglia e della società, il loro impegno civile e di volontariato e la capacità di adattamento nell’ambito dell’educazione, della formazione e dell’occupazione. La presente Carta intende fornire indirizzi cogenti per la programmazione e l’attuazione degli interventi in favore dell’inclusione sociale e lavorativa, dell’invecchiamento attivo e della vita indipendente per le persone anziane e per le persone con disabilità, quindi fortemente centrata sulla promozione delle opportunità di accesso ai servizi sociosanitari territoriali, alla domotica sociale, alle prestazioni domiciliari, ai percorsi di inserimento sociolavorativo di soggetti fragili, alla qualità della vita delle persone anziane. In tale prospettiva la Regione, le autorità locali, le parti sociali e tutti i soggetti privati elaborano i programmi di loro competenza in linea con i seguenti principi e priorità. Art.2 - Principio di non discriminazione e lotta agli stereotipi connessi all’età Conformemente agli articoli 21 e 25 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea 1e all’art. 3, comma 3 del trattato sull’Unione Europea e alla Direttiva 2000/78/Ce per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro, recepita in Italia con il Decreto Legislativo 9 luglio 2003, n. 216, si afferma il divieto di discriminazione e di esclusione sociale e si riconosce il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa ed indipendente e di partecipare alla vita sociale, culturale ed economica. Art. 3 - Livelli essenziali di prestazioni sociali per gli anziani Fermi restando gli attuali standard quantitativi e qualitativi dei servizi, le istituzioni, con il concorso della società civile, sono impegnate ad individuare ed assicurare uno specifico sistema di livelli essenziali relativi ai diritti ed alle prestazioni sociali al fine di garantire un equo e adeguato accesso ai servizi e alle cure da parte delle persone anziane, omogenee su tutto il territorio nazionale. I livelli essenziali possono riguardare: diritti esigibili; organizzazione e procedure standard per le prestazioni; percentuali di copertura dei servizi. Art. 4 - Prevenzione e promozione della salute e diritto alla salute Si promuovono, sin dalla nascita, stili di vita e di alimentazione sani, anche grazie alla formazione di chi presta assistenza e cura. Alle persone anziane è garantita un´assistenza sanitaria adeguata, sia nel pubblico che nel privato, limitando ove possibile l’ospedalizzazione e favorendo opportune forme di assistenza domiciliare. Si favoriscono le condizioni per la realizzazione di progetti e tecnologie per lo sviluppo e il sostegno dell’e-health, incoraggiando e sostenendo collaborazioni tra soggetti pubblici e privati tesi ad agevolare l’utilizzo dei servizi stessi. Art. 5 - Ascolto e partecipazione Si incoraggia ogni forma di coinvolgimento e partecipazione degli anziani alla vita sociale, culturale ed economica, tramite forme di consultazione periodica, favorendo le occasioni di confronto tra giovani ed anziani anche attraverso organismi paritari di rappresentanza. Art. 6 - Sussidiarietà e solidarietà La Carta riconosce la fondamentale importanza del principio di sussidiarietà: 1. Nella promozione di azioni in favore dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra le generazioni; 2. Nella programmazione di attività di prevenzione dei disagi potenzialmente legati all’invecchiamento, con il pieno coinvolgimento delle giovani generazioni; 3. Nella protezione, intesa quale forma di intervento per dare risposte concrete ed efficaci ai bisogni. È inoltre indispensabile garantire le forme più idonee di integrazione e leale collaborazione tra le diverse istituzioni competenti nelle materie di riferimento, tra i vari soggetti che si occupano della gestione dei servizi; tra i professionisti chiamati ad intervenire nella promozione, nella prevenzione e nella protezione. Art. 7 - Relazioni familiari È riconosciuto e sostenuto il ruolo e l’impegno delle persone anziane che si occupano di accudire ed educare i nipoti e che svolgono un fondamentale supporto per favorire la conciliazione tra la vita lavorativa e familiare dei genitori. Art. 8 – Politiche regionali rivolte alla qualità della vita, all’autonomia e alla vita indipendente La Regione Puglia si impegna a promuovere con le politiche regionali in campo sociale, sociosanitario e sociolavorativo ogni azione utile rivolta a supportare in modo integrato la persona anziana e la persona in condizione di limitata autonomia con progetti funzionali capaci di integrare i possibili supporti alla persona e al suo nucleo familiare per la permanenza più lunga possibile nel modo del lavoro, del servizio solidale, del muto aiuto tra famiglie e generazioni, del contesto domiciliare in alternativa al ricovero in strutture di cura residenziali. In particolare le politiche regionali di cui sopra dovranno promuovere: 1) l’integrazione di misure di sostegno economico alla persona e alla famiglia per la vita indipendente, per l’autonomia in contesto domiciliare e la qualificata e continuativa assistenza alla persona; 2) la capillarità e l’incremento dell’offerta per i centri diurni per le persone anziane e per le persone con disabilità anche temporanee, con obiettivi socioeducativi, socializzanti, socioeducativi e riabilitativi; 3) il sostegno economico alle persone anziane per la promozione della domanda di ausilii informatici e domotici per la connettività sociale e per la autonomia in ambiente domestico e lavorativo delle persone anziane; 4) la promozione di reti di solidarietà che abbiano il loro perno nelle associazioni familiari e nelle associazioni di tutela e rappresentanza delle persone anziane per animare iniziative di mutuo-aiuto (ivi incluse le banche del tempo, le banche dei ricordi, ecc..) e di rafforzamento delle comunità solidali; 5) la promozione di progetti di vita indipendente per l’inserimento nel lavoro ovvero per la permanenza nel mondo del lavoro di persone adulte e prossime all’anzianità in condizioni di disabilità; 6) la promozione di iniziative di informazione e sensibilizzazione sui diritti degli anziani e di promozione per la solidarietà tra le generazioni; 7) la promozione di iniziative rivolte al recupero degli antichi mestieri in ottica di valorizzazione delle capacità e delle competenze delle persone anziane a supporto di una rete di opportunità formative e lavorative per i giovani che apprendono gli antichi mestieri e attivano nuove iniziative economiche. Tutte le iniziative di cui sopra sono attivate e sostenuto nell’ambito della programmazione ordinaria e straordinaria (Fondi Ue) della Regione Puglia. Tutti gli Attori istituzionali e sociali che sottoscrivono la presente carta nel periodo compreso tra dicembre 2012 e gennaio 2013 partecipano al Gruppo di monitoraggio delle politiche regionali in materia di invecchiamento attivo, istituito presso l’Assessorato al Welfare, al fine di supportare con la valutazione in itinere anche la elaborazione di proposte e progetti innovativi e sperimentali da integrare nella programmazione regionale. |
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INCONTRO TRA LE GIUNTE REGIONALE E COMUNALE DI FERMO: DECRETO PER LA GARA D’APPALTO DEL NUOVO OSPEDALE. |
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Fermo, 18 dicembre 2012 - Sanità, infrastrutture, difesa del suolo, turismo e valorizzazione dei beni culturali. Sono solo alcuni dei temi affrontati ieri mattina nel corso dell’incontro tra la Giunta regionale e la Giunta comunale di Fermo nel Palazzo del Comune. Il presidente della Regione, Gian Mario Spacca e il sindaco Nella Brambatti, con gli assessori dei rispettivi esecutivi, hanno fatto il punto sulle principali questioni che riguardano il territorio fermano. L’incontro è stato l’occasione per un importante annuncio. “Questa mattina – ha detto Spacca – la Giunta regionale, riunita qui a Fermo, ha approvato il decreto per l’avvio della gara d’appalto per la costruzione del nuovo ospedale. Un atto di particolare importanza che dà il via formale ad un’opera molto attesa. Un Accordo di programma tra Comune, Provincia e Regione consentirà di definire e realizzare la viabilità di accesso alla nuova struttura”. Accanto alla sanità, il lavoro e l’occupazione. Spacca ha ricordato come quello fermano sia uno dei territori che hanno saputo resistere meglio alla crisi economica, grazie alla forza del distretto calzaturiero, vanto del made in Italy nel mondo. “La difesa del lavoro, del reddito e dell’occupazione – ha sottolineato il presidente – sono tra le priorità dell’azione del governo regionale. In questi cinque anni di crisi la Regione ha erogato, per il territorio fermano, 65 milioni di euro di ammortizzatori sociali in deroga, cui se ne aggiungono 11 di aiuti alle assunzioni, creazione d’impresa, progetti formativi, tirocini, voucher che hanno interessato oltre 2.700 persone. Inoltre sono stati stanziati altri 75 milioni di finanziamenti garantiti con il Fondo regionale per l’accesso al credito di piccole e medie imprese, con quasi 1.800 aziende beneficiarie. Un’azione che proseguirà anche il prossimo anno”. Tra le questioni sottoposte dal sindaco Brambatti al presidente Spacca, la valorizzazione della vocazione culturale e turistica di Fermo e la difesa del suolo. Su quest’ultimo punto, Spacca ha ricordato che, per l’intervento contro l’erosione delle sponde del Tenna, la Regione ha stanziato un contributo di 50mila euro nell’ambito di un complessivo programma di investimenti per la difesa del suolo. Quanto alla tutela del patrimonio artistico del centro storico di Fermo, la Regione ha garantito un cofinanziamento di circa 400mila euro per l’ex Collegio Fontevecchia, mentre per la Chiesa di San Filippo è stato già assegnato un finanziamento di 200mila euro per la messa in sicurezza del complesso. Per le Cisterne Romane è stato approvato un progetto relativo a una porzione del complesso con fondi comunitari di 500mila euro. “Fermo – ha detto Spacca – vanta un patrimonio storico-architettonico di grandissimo pregio, che la Regione vuole contribuire a interpretare anche in chiave turistica. La strategia regionale in materia di turismo, infatti, punta a promuovere le Marche non più per singoli territori, ma per prodotti. Fermo riveste un ruolo di primo piano per il segmento cultura, oltre che per quello enogastronomico”. Altro tema particolarmente sentito dalla comunità fermana, l’alluvione del 2011. Spacca ha ricordato che dei 27 milioni di euro disponibili, tra risorse statali e risorse da fiscalità regionale, 10 sono quelli per la provincia di Fermo e 500mila per il Comune di Fermo. Quanto al patto di stabilità regionale, con la rinuncia della Regione di parte della propria capacità di spesa a favore di Comuni e Province, il sindaco Brambatti ha evidenziato l’importanza del provvedimento regionale che ha consentito, solo a Fermo, di liquidare 10 milioni di pagamenti alle imprese che avevano effettuato lavori per l’ente. Una iniezione di fiducia, dunque, anche per il sistema produttivo locale. L’incontro si è svolto in un clima di massima collaborazione: proprio quella collaborazione tra istituzioni – hanno detto Spacca e Brambatti – fondamentale per sostenere l’impatto della crisi, con fiducia e concretezza. “I fermani – ha sottolineato il presidente – hanno un animo intraprendente e ricco di qualità. Le stesse virtù che caratterizzano il modello di sviluppo di questo territorio. La coesione di una comunità passa anche e soprattutto attraverso le relazioni di fiducia e collaborazione tra istituzioni. Quello che sta avvenendo tra la Regione e il Comune di Fermo”. |
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SANITÀ:CHIODI,"L´ABRUZZO NON E´ PIU UN PESO PER IL PAESE" PRESENTATA LA NUOVA TAC DELL´OSPEDALE SS ANNUNZIATA |
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Pescara,18 dicembre 2012 - "Gli sforzi e l´impegno dell´intera comunità regionale, intesa nel suo complesso, ha permesso all´Abruzzo di non essere più considerata un peso per il Paese. Oggi, Borghezio non può più permettersi di definirci così perchè siamo tra le quattro Regioni in equilibrio economico e quindi possiamo ricominciare ad assumere personale e ad investire in tecnologie". Lo ha detto, il 14 dicembre, a Chieti, il presidente della Regione, Gianni Chiodi, in occasione della presentazione di una nuova apparecchiatura per l´esame della Tac. Oltre alla Pet-tac ed alla Tac a 64 strati, da pochi mesi operative al Pronto Soccorso, all´Ospedale "Santissima Annunziata" di Chieti è, infatti, appena entrato in funzione anche un nuovissimo Tomografo Computerizzato. L´apparecchiatura, che adotta una tecnologia di ultima generazione con una risoluzione a 128 strati (slides), è in dotazione all´unità operativa di Radiologia. L´investimento complessivo è stato pari a circa un milione di euro. Alla presentazione della nuova Tac, accanto a Chiodi, c´erano il manager della Asl Lanciano-vasto-chieti, Francesco Zavattaro, ed il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio."il sistema sanitario di stampo universalistico - ha affermato Chiodi - è una straordinaria conquista sociale e civile di cui dobbiamo andare fieri come lo sono, ad esempio, gli inglesi. Tuttavia, difendere questo sistema non vuol dire che rappresenta un diritto. Infatti, se fosse tale, non lo avrebbe a disposizione appena il due per cento della popolazione mondiale. Per difenderlo veramante, però, dovremo renderlo sostenibile, altrimenti lo perderemo. L´abruzzo, fino a qualche tempo fa, - ha proseguito il Presidente - contribuiva a rendere insostenibile questo sistema poichè aveva disavanzi annuali spaventosi. Gli effetti? In primo luogo, il commissariamento che ha determinato la devastazione del ruolo e del rango dell´Abruzzo su scala nazionale, poi il blocco totale del turn-over e l´impossibilità di fare investimenti. Se questo disavanzo si fosse protratto per anni, - ha continuato - avremmo rischiato di non pagare più i fornitori della sanità. Per evitare questo, la Regione Abruzzo ha dovuto persino chiedere i sodi allo Stato ed alle altre Regioni. Se oggi possiamo tornare a crescere, puntando su nuove tecnologie e nuove competenze, - ha aggiunto - è perché abbiamo portato i conti in equilibrio stabile, e non facciamo più debiti. Abbiamo lavorato per rendere la nostra sanità sostenibile senza rinunciare alla qualità, come dimostrano le importanti acquisizioni tecnologiche di Chieti". Una lotta aglli sprechi ed ai privilegi che è stata riconosciuta a livello nazionale visto che proprio ieri, a Roma, il ministro per la Salute, Renato Balduzzi, ha consegnato al presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, il premio di Fedesanuità Anci rivolto a quegli amministratori che, attraverso il servizio reso alla Pubblica Amministrazione, hanno dimostrato che percorrere la strada della sostenibilità è possibile garantendo alla cittadinanza la qualità dei servizi erogati e contribuendo, in linea con gli indirizzi nazionali, alla diffusione della cultura della qualità basata sui principi della misurazione, valutazione e miglioramento continuo delle performance. |
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FORMIGONI A CONVEGNO AISLA: METTERE LA PERSONA AL CENTRO |
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Milano, 18 dicembre 2012 - "L´unico modo che si ha per governare bene è mettere la persona al centro, in particolar modo quando si trova in un momento di fragilità come la malattia. Questo è ciò che la Regione ha cercato di fare in questi anni". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, intervenendo, insieme all´assessore alla Sanità Mario Melazzini, al Vi Convegno Nazionale Aisla onlus dal titolo ´La Sclerosi Laterale Amiotrofica: le sfide future´. Formigoni, nel ricordare che "l´impegno comune di istituzioni e privati è la strada del presente e del futuro", ha sottolineato la sua volontà di "lavorare fino all´ultimo giorno con lo stesso impegno del primo, per consegnare a chi verrà dopo una Regione funzionante e con i bilanci a posto". "Regione Lombardia - ha aggiunto l´assessore Melazzini - è vicina ai malati di Sla da molto tempo". Melazzini ha ricordato, in particolare, che, da gennaio 2008, viene garantito un contributo mensile di 500 euro per l´assistenza a domicilio e il ricovero temporaneo di sollievo fino a 90 giorni all´anno. Dal 2009 è invece assicurato il ricovero nelle Residenze sanitario assistenziali per anziani (Rsa) e per persone disabili (Rsd), a tempo indeterminato e totalmente a carico del sistema sanitario, a tutte le persone affette da malattie dei motoneuroni. "Inoltre - ha ricordato ancora Melazzini - Regione Lombardia, grazie a uno stanziamento statale di oltre 15 milioni, ha approvato un programma che prevede contributi mensili aggiuntivi di 1.500 o 2.000 euro, a seconda della gravità del caso e delle necessità di cura, oltre ai 500 euro già garantiti dal 2008". I fondi stanno cominciando a essere erogati proprio in questi giorni. |
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TRENTO: IN ARRIVO LE BORSE DI STUDIO A FAVORE DEGLI STUDENTI DEI CORSI PER OPERATORI SOCIO SANITARI |
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Trento, 18 dicembre 2012 - Su proposta dell´assessore alla salute Ugo Rossi, la Giunta provinciale ha deciso di avvalersi dell´Opera Universitaria di Trento per emanare un bando di concorso per l´erogazione di borse di studio relative all´anno formativo 2012/2013, a favore degli studenti iscritti ai corsi professionali per Operatori socio sanitari attivati in provincia di Trento e gestiti dall´Azienda provinciale per i servizi sanitari, dall´Opera Armida Barelli (con esclusione del percorso di formazione quadriennale) o dall´Istituto Regionale degli studi e ricerca sociale, oppure fuori provincia purché tali corsi siano autorizzati dalle rispettive Regioni e siano stati attivati ai sensi dell´Accordo Stato-regioni del 2001, che prevede una durata annuale non inferiore alle 1.000 ore di formazione. L´importo delle borse di studio sarà calcolato con i criteri della valutazione della condizione economica dei richiedenti che vengono utilizzati per l´assegnazione delle borse di studio agli studenti dei corsi universitari sanitari; nel caso le risorse non fossero sufficienti, verrà effettuata una riduzione proporzionale delle singole borse di studio da assegnare agli studenti che risulteranno idonei. Il merito richiesto per l´accesso alla borsa di studio è l´ammissione al ciclo successivo, mentre per gli studenti del secondo anno è il superamento dell´esame finale di qualifica, comunque riferito al biennio formativo di riferimento. Deroghe sono previste per i casi di gravidanza o per malattia. Il limite minimo delle borse di studio è fissato in 500,00 euro, mentre il limite massimo è quantificato in 1.200,00 euro. Per la copertura finanziaria di questo bando sono stati impegnati 160mila euro. |
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LOMBARDIA : LA RIORGANIZZAZIONE È LA RISPOSTA AI TAGLI SULLA SANITÀ |
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Morbegno/so, 18 dicembre 2012 - "Credo che l´applauso che mi avete appena tributato non vada a me, ma debba essere rivolto a voi stessi, perché essere operatori sanitari di una grande struttura è più semplice, ma ricoprire quel ruolo in una piccola struttura e recepirne i bisogni è più difficoltoso e impegnativo, ma devo dire che avete saputo interpretare sia il bisogno del cittadino sia del territorio, dando risposte concrete". Lo ha detto l´assessore regionale alla Sanità Mario Melazzini, visitando il presidio ospedaliero di Morbegno (So). L´assessore, in particolare, si è recato in alcuni reparti all´interno del padiglione Parravicini, recentemente ristrutturato. Melazzini ha visitato, soffermandosi con i pazienti e il personale sanitario, il Centro prelievi, i poliambulatori, la Riabilitazione cardiologica e geriatrica, il reparto di Medicina generale e l´Hospice per i malati terminali. L´assessore ha voluto controllare anche lo stato di avanzamento dei lavori dei padiglioni Mattei-vanoni, recandosi al cantiere con i tecnici di Infrastrutture Lombarde. Durante la visita erano presenti anche il direttore generale Luigi Gianola, il direttore sanitario Tommaso Saporito e il sindaco di Morbegno Alba Rapella. Riorganizzare La Sanità Senza Togliere Strutture - "Oggi emergono nuovi bisogni e nuove esigenze dal territorio - ha detto l´assessore - la nostra sanità deve essere in grado di rispondere a quei bisogni come ad esempio la cronicità. Occorre, in un´ottica di riorganizzazione, valorizzare molto ciò che è sul territorio. La medicina futura dovrà essere garantita sul territorio in rete con la struttura ospedaliera. Chiaramente occorrerà evitare i doppioni, ma dobbiamo garantire sia le eccellenze sul territorio come anche realtà come questa struttura, che sono in grado di rispondere quotidianamente a semplici bisogni che costituisco la prevalenza della domanda di salute a livello territoriale e quindi non sono a rischio chiusura. Riorganizzare la sanità, infatti, vuol dire adeguare i servizi alle domande che emergono dal territorio e tutto ciò può essere fatto solo attraverso il confronto con i vari attori del sistema sanitario, gli amministratori del territorio e le rappresentanze sindacali". Il Progetto Di Riqualificazione - Gli interventi di riqualificazione, divisi in due lotti, rientrano nell´ambito del progetto per il riordino della rete ospedaliera della Provincia di Sondrio. Obiettivo dei lavori, rendere sicuri gli ambienti del complesso ospedaliero, utilizzati per l´attività istituzionale, attraverso l´adeguamento dei reparti e dei servizi alle norme per l´accreditamento delle strutture sanitarie, l´abbattimento delle barriere architettoniche, l´adeguamento alle norme per l´antincendio nei diversi reparti e servizi ma anche un adeguato livello di confort alberghiero. Complessivamente, a partire dal 2007, per il presidio ospedaliero di Morbegno sono stati stanziati 13.561.233 euro. Il Primo Lotto - I lavori del primo lotto sono iniziati nel mese di luglio 2008 e sono terminati nel settembre del 2009, con l´attivazione delle attività alla fine del 2009. Gli interventi hanno riguardato la ristrutturazione di diversi reparti di degenza e di servizi collocati nei padiglioni Mattei-vanoni e Parravicini. Nel padiglione Parravicini c´è stata la sostituzione del reparto dialisi con quattro ambulatori e con una palestra per la riabilitazione; sono stati mantenuti e adattati i poliambulatori già presenti, realizzati spazi attrezzati per l´attesa, servizi igienici mentre gli spazi accessori sono stati adeguati alla normativa di accreditamento. Il Secondo Lotto - I lavori del secondo lotto sono iniziati nel mese di ottobre 2010. L´ intervento prevede la ristrutturazione e la messa a norma dell´intero presidio, in particolare il bocco operatorio che, dalle attuali tre sale, passerà a due. Previsto infine l´adeguamento della normativa antincendio dei padiglioni Mattei-vanoni. Dialogo E Confronto - "Il nostro obiettivo - ha detto Melazzini - è quello di garantire la salute e il benessere. Ultimamente, notizie allarmistiche portano a dipingere un futuro difficile. La realtà è un´altra cosa: il futuro diventa difficile solo quando non ci si pone in un´ottica di confronto, ma di scontro. Sono preoccupato di chi, in questo momento, tende a dipingere la sanità in maniera disastrosa e che vorrebbe cambiarla nel giro di pochi giorni. Questo è il modo peggiore per affrontare le cose, perché non ci si rende conto né della realtà né di quanto tutto sia migliorabile. A livello centrale ci sono stati dei tagli indiscriminati che non tengono conto delle realtà territoriali e l´anno prossimo avremo 225 milioni di euro in meno. In quest´ottica, attraverso sinergia e condivisione, cercheremo di rispondere, ai bisogni dei nostri cittadini e dei pazienti". Sondrio - Al termine della visita al presidio di Morbegno l´assessore Melazzini si è recato negli spazi del presidio di Sondrio per l´inaugurazione del ´Tempietto Portineria´ dell´ospedale con la scopertura del dipinto, recentemente restaurato grazie al contributo della Banca Popolare di Sondrio, ´San Giovanni di Dio´, di Antonio Caimi. |
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ASSEGNI DI STUDIO AGLI INFERMIERI, DALLA REGIONE TOSCANA 3 MILIONI E 700MILA EURO
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Firenze, 18 dicembre 2012 – Anche per l’anno accademico 2011-2012 la Regione prosegue con l’erogazione degli assegni di studio agli studenti dei corsi di laurea in infermieristica delle tre sedi di Firenze, Pisa e Siena, per complessivi 3.700.000 euro. Dall’anno accademico 2000/2001 la Toscana prevede incentivi economici sotto forma di assegni di studio, per promuovere l’iscrizione ai corsi di laurea in infermieristica, per sopperire alla carenza di personale infermieristico rispetto al fabbisogno registrato sia nella sanità pubblica che in quella privata. L’erogazione prosegue anche per l’anno accademico 2011/2012. Questi gli importi degli assegni di studio: - per il primo anno: 955 euro - per il secondo anno: 1.936 euro - per il terzo anno: 3.227 euro E questi i criteri di attribuzione: - essere iscritti in corso, senza essere stati iscritti fuori corso o ripetenti per più di una volta; o essere iscritti fuori corso o ripetenti per la prima volta (limitatamente alle iscrizioni ai corsi di laurea in infermieristica); se iscritti al primo e secondo anno: - aver superato entro il 30 aprile 2013 tutti gli esami previsti per gli anni precedenti e per l’anno accademico 2011/2012, riportando per l’anno accademico 2011/2012 una media non inferiore a 22/30; - aver superato coj esito positivo la valutazione del tirocinio; - aver discusso la tesi di laurea, o aver superato la prova finale del corso di laurea, entro la sessione autunnale o primaverile. L’assegno di studio viene corrisposto in un’unica soluzione alla fine di ciascun anno di corso. Nell’anno accademico 2010/2011 sono stati erogati 1.724 assegni di studio, per una spesa totale di 3.685.980 euro. |
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CURE PALLIATIVE “OLTRE” I LUOGHI COMUNI. A TORINO LA COLLABORAZIONE TRA GRADENIGO E FARO ONLUS COMPIE 10 ANNI |
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Torino, 18 dicembre 2012 – Dai 75 del 2005, ai 146 del 2011, per arrivare ai 158 presi in carico tra gennaio e ottobre 2012. Quasi un migliaio, quindi, i pazienti seguiti con dedizione e grande umanità nel corso del primo decennio di collaborazione tra Fondazione Faro Onlus e Oncologia Medica del Presidio Sanitario Gradenigo di Torino. Una preziosa sinergia, nata con l’obiettivo di garantire ai malati oncologici un percorso di cura continuo nel delicato passaggio dai trattamenti "attivi" a quelli "palliativi". Fulcro del progetto la presenza di figure assistenziali presenti in entrambi i servizi: la presa in carico inizia in ospedale con un´attenzione peculiare ai sintomi e alla progettazione dell´assistenza e prosegue a domicilio (o in hospice) in continuità lineare tra i curanti. Grazie al clima di fiducia reciproca presente fra gli operatori dell´equipe oncologica del Gradenigo, i collaboratori della onlus, i pazienti e le loro famiglie, per più del 75% dei ricoverati è stato possibile avviare un programma di cure palliative a domicilio o in hospice. Inoltre, dal 2007, è attivo anche il "Progetto Protezione Famiglia", una rete di supporto psiconcologico e psicosociale coordinato dalla Faro e operativo trasversalmente nei principali centri oncologici di Torino e Provincia. La storica collaborazione tra il nosocomio torinese e la Onlus fa dunque registrare un bilancio significativo, soprattutto se si guarda ai dati epidemiologici, secondo cui il bisogno di cure palliative oncologiche interessa circa 2.500-3.000 pazienti all´anno a Torino e 5-6.000 in Provincia. Pur essendo quella piemontese una delle reti più sviluppate in Italia, i servizi domiciliari e gli hospice attualmente attivi non sono ancora sufficienti per le esigenze di cura del territorio, che potrebbero aumentare ulteriormente considerando anche le patologie cronico-evolutive non oncologiche. Le cure palliative prevedono non solo il controllo della sofferenza, ma anche la gestione delle problematiche psicologiche, sociali e spirituali del paziente e della sua famiglia. “Proprio per dare attuazione al carattere multidimensionale delle cure palliative, il cardine del modello sviluppato nella convenzione fra ospedale e onlus è stato quello della ‘presa in carico’ del paziente in tutte le fasi della malattia oncologica”, spiega Ferdinando Garetto, Medico cure palliative Fondazione Faro e Presidio Sanitario Gradenigo. “Da alcuni anni si parla, infatti, di ‘simultaneous care’, il lavorare fianco a fianco fra oncologi e palliativisti, per integrare precocemente le cure palliative nel percorso terapeutico del malato oncologico. Ed è ciò a cui abbiamo dato vita, consolidando in questi anni un proficuo clima di lavoro all´interno dell´ospedale. Certamente l´elasticità del rapporto è stata "vincente" per permetterne la realizzazione. A beneficiarne sono in primo luogo i pazienti, per i quali non solo la vicinanza dei cari, i servizi prestati, la competenza e la professionalità esercitano un effetto terapeutico, ma anche la percezione rassicurante della stima reciproca fra ‘curanti’”. La convenzione fra l’Ospedale Gradenigo e la fondazione Faro vede il coinvolgimento dell´équipe oncologica, diretta dal dr. Comandone, composta da 7 medici (2 dei quali con specifica formazione in cure palliative) e 15 infermieri, di un medico palliativista e due psiconcologhe della Faro. Fortissima è la collaborazione con la Caposala del Servizio Continuità Assistenziale del Presidio. Due segretari del Centro Accoglienza e Servizi (Cas) svolgono una funzione preziosa di raccordo, senza dimenticare la presenza molto importante degli operatori socio-sanitari del Day Hospital, del reparto e degli ambulatori. Una squadra "allargata" quindi, ma "visibile" nelle varie figure che partecipano agli incontri periodici di revisione e condivisione dei vissuti con le psicologhe. Nell´ambito di questa collaborazione è stata di recente portata a termine anche un’iniziativa formativa rivolta agli operatori sanitari del territorio. Denominato "Oltre", il progetto ha visto l’approfondimento di temi quali: il dolore "oltre" la legge 38; l´approccio al dolore "oltre" i farmaci oppioidi; le cure palliative "oltre" il dolore (sintomi respiratori, gastroenterici, neurologici, problematiche ematologiche, la gestione delle urgenze tra oncologia e pronto soccorso); le cure palliative "oltre" l´oncologia (patologie neurologiche, cardiologiche, le specificità in pediatria). “Oltre ci è sembrata la parola-chiave per esprimere la ricchezza di riflessione che nasce dai tanti interrogativi clinici, ma anche etici e spirituali, di chi si trova accanto alle persone nella fase più delicata dell´esistenza – continua Garetto –. Hanno partecipato ad ogni giornata circa 40 operatori, anche esterni al Presidio, e il risultato in termini di gradimento e qualità dell´interazione in aula ci è sembrato veramente considerevole. L´esigenza è di ripetere questa esperienza anche nel triennio 2013-2015, per diffondere sempre di più la ‘cultura’ delle cure palliative”. La Legge 38 del 2010 ha sancito per tutti i cittadini il diritto a non soffrire e si è proposta di garantire, nel nostro Paese, un equo accesso a un’assistenza qualificata attraverso due reti distinte, una per la terapia del dolore e una per le cure dedicate ai pazienti terminali. “Lavoro in cure palliative dal 1992. All´epoca esistevano solo gli ospedali, i medici di famiglia e organizzazioni come la Faro. Eppure già allora, se si voleva, era possibile seguire i malati ‘fino alla fine’, prescrivere morfina (anche se il ricettario era molto più complicato), lavorare in équipe. Se c’era la volontà. Oggi abbiamo una legge ben scritta, strutture adeguate, il progetto Ospedale-territorio senza dolore, una rete articolata, ma in fin dei conti la questione resta sempre ‘aver voglia’ di farsi carico. Ci sono ancora familiari che faticano ad ottenere la prescrizione dei farmaci oppioidi e le cure palliative non sono considerate come un diritto basilare del cittadino. Paradossalmente, nel momento in cui la legge ha stabilito diritti e doveri, i tagli miopi di una certa sanità considerano un risparmio negare un ricovero in hospice e poco importa se così il malato resta in ospedale dove spesso non è seguito in modo adeguato e ‘costa’ tre-quattro volte tanto. Insomma, c´è ancora molto da fare sul fronte della cultura e della civiltà. Ma in fondo è anche questa la bellezza di lavorare in cure palliative: siamo in cammino e cerchiamo di non percorrerlo da soli”, conclude Garetto. |
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SANITÀ: FVG, TERRITORIO ED ECCELLENZE LE CHIAVI DELLA RIFORMA |
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Udine, 18 dicembre 2012 - Investimenti concentrati sui servizi territoriali e sulle eccellenze. Sono questi gli indirizzi della riforma della Sanità avviata dalla Regione Friuli Venezia Giulia, per continuare a garantire la qualità e il livello delle prestazioni ai cittadini in una condizione di risorse pubbliche in progressivo calo. I temi della riforma sono stati simbolicamente accomunati dalla duplice inaugurazione a cui ha preso parte il presidente della Regione, Renzo Tondo: un nuovo poliambulatorio nella zona della montagna, a Pontebba (Ud), e la nuova centrale di sterilizzazione dell´Azienda ospedaliero-universitaria "Santa Maria della Misericordia" di Udine, prima tappa di una serie di tagli dei nastri che porterà, in gennaio, all´apertura del nuovo ospedale costato 271 milioni di euro, che sarà dedicato alla chirurgia e alle cure ad alta intensità. A una quindicina d´anni dalla decisione della Regione di uscire dal Servizio Sanitario Nazionale, per gestire in proprio la Sanità del Friuli Venezia Giulia, il bilancio è più che positivo, secondo Tondo: "Abbiamo compiuto un percorso virtuoso e adesso disponiamo sicuramente di una Sanità d´eccellenza, una delle migliori che ci siano in Italia". Tuttavia la Regione si trova in questa fase di fronte a uno Stato che arretra, che ha per esempio tagliato i trasferimenti per l´autosufficienza, mentre le entrate del bilancio regionale sono in diminuzione a causa della crisi (un miliardo di euro in meno dal 2008 a oggi). "Per questo - ha detto Tondo - è necessario ridiscutere il sistema sanitario. Ce la possiamo fare a mantenere l´eccellenza, ma non un euro deve essere sprecato". La centrale di sterilizzazione per le sale operatorie è stata affidata dall´Azienda udinese a una società esterna, la Servizi Italia, che ha investito più di 4 milioni di euro, creando nuova occupazione e sostenendo l´indotto in Friuli Venezia Giulia. La centrale potrà garantire 28 mila interventi all´anno, con margini di ulteriore crescita in modo da poter servire anche altri ospedali dell´Area vasta udinese. È la conferma, secondo il presidente, che in regione le imprese continuano a investire, a credere nel futuro. "Nei settori pubblico e privato - ha detto Tondo - ci sono le energie che ci permettono di uscire dalla crisi, di superare anche questo momento difficile come più volte è successo nel passato". |
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MALATI SLA. INCONTRO REGIONE VENETO RAPPRESENTANTI AZIENDE ULLSS: NEL 2013 AZIONI A FAVORE ASSISTENZA A DOMICILIO E SOLLIEVO PER FAMIGLIE; SONO 422 I MALATI ATTUALMENTE CENSITI NELLE ULLSS" |
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Venezia, 18 dicembre 2012 - “Continueremo nel 2013 e nel 2014 nell´azione già intrapresa di rafforzamento dell’ assistenza domiciliare e di sollievo per le famiglie dei malati di Sla. E lavorerò affinché, come ho detto anche al rappresentante del ministero durante il recente coordinamento degli assessori regionali alle politiche sociali a Roma, questa patologia sia inserita nei livelli essenziali di assistenza (Lea) che sono di competenza della sanità, assicurando così le risorse non a spot ma stabilmente in base ai malati assistiti in ciascun territorio". Lo ha detto Remo Sernagiotto assessore regionale ai servizi sociali che stamani a Preganziol nella sede dell´ Ulss ha incontrato i rappresentanti delle Ullss del Veneto per un aggiornamento sulla situazione delle risorse e dei criteri per il trasferimento delle risorse e l´erogazione dei contributi ai malati di Sla. Sono 422 i malati di Sla attualmente nel Veneto registrati e presi in carico dai centri di riferimento competenti, "ma il sommerso c´e´" è stato detto nel corso dell’incontro. Sernagiotto ha aggiunto che "domiciliarita´ e sollievo alle famiglie saranno linee di continuita´ per tutta la filiera delle politiche sociali dalle dipendenze, alle persone non autosufficienti, ai disabili". Lo strumento di presa in carico dei malati di Sla sarà la scheda di valutazione multidimensionale della disabilità Svamdi che sarà approvata a breve dalla Giunta regionale. Ai rappresentanti delle Ullss è stato illustrata da parte dei dirigenti regionali del settore la recente delibera regionale di indirizzo per il trasferimento e l’utilizzo dei 2 milioni di euro provenienti dalle risorse nazionali e utilizzabili per il sostegno della persona con Sla e della famiglia. |
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MALATI DI SLA, DALLA REGIONE TOSCANA 3.300.000 EURO PER L’ASSISTENZA DOMICILIARE |
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Firenze, 18 dicembre 2012 – Prosegue la sperimentazione, già avviata in Toscana dal 2009, di assistenza domiciliare per i pazienti affetti da Sla, Sclerosi laterale amiotrofica. Una delibera di giunta destina 3 milioni e 300.000 euro per implementare l’offerta di assistenza domiciliare a persone affette da Sla che si trovano nella fase avanzata della malattia, e da altre gravi patologie neurodegenerative. “In Toscana – è il commento del presidente della Regione Enrico Rossi – abbiamo trovato le risorse necessarie per garantire ai malati di Sla l’assistenza domiciliare, tra l’altro molto meno costosa del ricovero nelle strutture sanitarie. Nella nostra regione assistiamo attualmente 156 malati di Sla con un assegno di cura di 1500 euro mensili, con l’obbligo di assunzione di una persona per l’assistenza domiciliare, che può essere anche un familiare”. Sulla delibera di giunta per l’assistenza domiciliare ai malati di Sla interviene anche l’assessore al diritto alla salutè Luigi Marroni : “E’ un modo concreto – sottolinea – per essere vicini ai pazienti e alle loro famiglie, e sostenere l’impegno dei familiari nelle attività di cura e assistenza delle persone non autosufficienti”. Tre milioni di euro saranno assegnati alle Asl per far fronte all’erogazione dell’assegno di cura per l’assistenza domiciliare, finalizzato all’assunzione di assistenti familiari, o destinato al familiare care giver. Altri 300.000 euro verranno assegnati all’azienda ospedaliero universitaria di Careggi, all’interno della quale si trova il Formas, il Laboratorio regionale per la formazione in sanità. Il Formas avrà il compito di seguire le iniziative di sviluppo e potenziamento dei percorsi assistenziali sul territorio, e le iniziative di formazione, anche in collaborazione con le associazioni di utenti, per realizzare percorsi formativi specifici per i care givers, siano essi familiari o persone esterne al nucleo familiare. La Sla è una malattia progressiva e degenerativa del sistema nervoso. E’ una patologia rara, con un’incidenza di 2-3 casi ogni 100.000 individui l’anno. Si calcola che in Toscana ci siano circa 350 persone con diagnosi di Sla. L’impegno Della Toscana Per I Malati Di Sla Ecco il dettaglio dei finanziamenti Asl per Asl e il numero dei malati gravi per assistere i quali sono stanziati i fondi per i care givers a domicilio: 1.500 euro al mese.
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Finanziamento 2013 in euro |
Numero di malati che ne beneficiano |
Asl 1 Massa |
207.435 |
12 |
Asl 2 Lucca |
226.500 |
14 |
Asl 3 Pistoia |
252.000 |
11 |
Asl 4 Prato |
153.114 |
8 |
Asl 5 Pisa |
478.720 |
26 |
Asl 6 Livorno |
386.452 |
19 |
Asl 7 Siena |
338.550 |
13 |
Asl 8 Arezzo |
84.276 |
10 |
Asl 9 Grosseto |
58.331 |
5 |
Asl 10 Firenze |
605.087 |
29 |
Asl 11 Empoli |
99.246 |
4 |
Asl 12 Viareggio |
110.284 |
5 |
Totali |
3.000.000 |
156 | |
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FIRENZE: PROVINCIA E TRIBUNALE DI FIRENZE ASSIEME PER GLI AMMINISTRATORI DI SOSTEGNO I DUE ENTI SOTTOSCRIVONO L’ACCORDO PER LA CREAZIONE DELL’ELENCO DELLE FIGURE PROFESSIONALI CHE SONO DI SUPPORTO ALLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI. |
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Firenze, 18 dicembre 2012 - Ufficializzato l’accordo tra la Provincia ed il Tribunale di Firenze per l’istituzione dell’elenco provinciale degli amministratori di sostegno, figure professionali che sono di supporto a tutte le persone che per effetto di una menomazione sia fisica o psichica si trovano nell’impossibilità di vivere in modo autosufficiente. L’accordo, sottoscritto dall’Assessore provinciale al Lavoro ed alla Formazione Elisa Simoni e dal Presidente del Tribunale di Firenze Enrico Ognibene in occasione del convegno “L’amministratore di sostegno, la formazione e il volontariato” organizzato da Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscana), prevede che questi profili professionali entreranno ad operare – dopo aver già svolto i corsi di formazione professionale organizzati dalla Provincia – anche in situazioni di difficoltà. "La firma di oggi – sottolinea il Presidente del Tribunale Enrico Ognibene - ci permette di dare una prospettiva importante allo strumento e ci permetterà di intervenire anche su situazioni critiche come, per esempio, quella dei detenuti, tema assai delicato nel nostro paese". "La Provincia di Firenze – ricorda l’Assessore Simoni - ha svolto un ruolo importante in questo percorso contribuendo alla realizzazione dell´iniziativa finanziando i corsi di formazione professionale per amministratori di sostegno, assumendosi il compito della tenuta dell´albo che sarà messo a disposizione del tribunale per i relativi incarichi. Crediamo sia un fatto positivo e un segnale di attenzione verso situazioni di difficoltà". La Provincia di Firenze, il Comune di Firenze e il Cesvot ( www.Cesvot.it ) si adoperano da tempo per dare massima diffusione all’istituto e per promuovere sul territorio provinciale la formazione di questa particolare figura. Replicando le iniziative già intraprese nel 2005 e nel 2006, la Provincia di Firenze nel 2011 ha infatti messo a bando e finanziato percorsi formativi per amministratori di sostegno e il Cesvot, in partenariato con il Comune di Firenze, ha progettato e realizzato il progetto “Adiutor Iii”, consistente in corsi di formazione e di aggiornamento che hanno complessivamente coinvolto 75 persone. |
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TRENTO: ASSEGNATI CINQUE MILIONI DI EURO PER L´ASSEGNO DI CURA 2012 |
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Trento, 18 dicembre 2012 - Su proposta dell´assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, la Giunta provinciale ha oggi modificato il riparto 2012 delle risorse a disposizione del Servizio sanitario provinciale, assegnando la somma di cinque milioni di euro all´Agenzia provinciale per l´assistenza e la previdenza integrativa quale finanziamento vincolato all´erogazione dell´assegno di cura 2012. "Con questo atto – ci ha detto l´assessore Rossi, – diamo concretezza alla legge provinciale sull´assegno di cura che costituisce un´importante strumento per venire incontro alle esigenze delle persone non autosufficienti e per fornire un supporto adeguato alle famiglie che hanno deciso di accollarsi l´onere dell´assistenza". La legge provinciale n. 15 del 24 luglio 2012 in materia di "Tutela delle persone non autosufficienti e delle loro famiglie" ha disciplinato il nuovo assegno di cura come strumento a supporto della persona non autosufficiente assistita al proprio domicilio. Le risorse necessarie per l´erogazione dell´assegno di cura nel 2012, stimate in cinque milioni di euro, sono state assegnate oggi con una modifica al riparto 2012 dei fondi a disposizione e con una ulteriore assegnazione di € 1.704,16 all´Agenzia provinciale per l´assistenza e la previdenza integrativa per gli indennizzi in base alla legge 210/1992. |
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CELLULE STAMINALI CORDONALI: LA CONSERVAZIONE AUTOLOGA/FAMILIARE |
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Torino, 18 dicembre 2012 - Nel caso di un futuro utilizzo terapeutico, potrebbe non essere facile trovare un donatore compatibile, l´uso di cellule allogeniche potrebbe essere vantaggioso per taluni aspetti ma anche comportare taluni rischi. Le cellule staminali cordonali autologhe non comportano problemi di rigetto, se dovessero essere successivamente utilizzate per scopi terapeutici sull’individuo da cui sono state prelevate, sempre che il medico ritenga opportuno il loro utilizzo rispetto ad altre fonti di cellule staminali. Una volta che le cellule staminali del cordone ombelicale vengono cryo-conservate, esse potrebbero essere utilizzate per una eventuale terapia qualora il medico valuti idoneo il loro impiego. Inoltre, i parenti più stretti come fratelli e sorelle, potrebbero beneficiare delle cellule staminali del loro fratellino, prelevate e conservate al momento della sua nascita. La motivazione principale per conservare le cellule staminali in una banca privata è che il donatore mantiene il possesso del campione per se stesso o per un membro della sua famiglia. Ci sono altri motivi importanti per scegliere una banca privata: - Uno dei vantaggi principali di avere a disposizione il proprio campione è che essendo autologo, in caso di bisogno, si riduce significativamente il rischio di malattia da rigetto; - Altro vantaggio importante è che le cellule staminali conservate ad uso autologo, in caso di necessità, sono immediatamente disponibili, evitando così lunghi tempi di attesa; - La probabilità che le cellule staminali conservate nelle banche private siano perfettamente compatibili con un fratello è del 25%; la probabilità aumenta al 50% per una parziale ma sufficiente compatibilità; - In caso di trapianto, i chirurghi preferiscono usare le cellule staminali dei parenti perché si riduce drasticamente il rischio della malattia da rigetto che è una complicazione, associata ai trapianti tra non consanguinei, fatta salva la possibilità di ritenere preferibile per valutazioni mediche l’utilizzo di Cs provenienti da altre fonti; - Le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale conservate in banche private possono anche offrire, in percentuale sensibilmente inferiore rispetto ai fratelli, soluzioni terapeutiche per i genitori, i nonni e persino i cugini, poiché le caratteristiche biologiche sono simili tra i vari membri della stessa famiglia. Per informazioni e approfondimenti: www.Cryo-save.com/it - Numero Verde 800 438 27 |
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SANITÀ: MARINI, “ENTRO DICEMBRE GIUNTA REGIONALE UMBRIA APPROVERÀ NUOVI ORGANISMI AZIENDE SANITARIE” |
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Perugia, 18 dicembre 2012 - La Giunta regionale nella seduta del prossimo 27 dicembre adotterà gli atti per la costituzione dei nuovi organi delle aziende sanitarie territoriali ed ospedaliere, ai sensi della recente legge che ha riformato l´assetto istituzionale del sistema sanitario regionale, e che potrà così entrare a pieno regime dal prossimo 1° gennaio. Lo ha annunciato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo questa mattina alla conferenza organizzata dall´Azienda ospedaliera di Perugia, nel corso della quale è stato illustrato il bilancio dell´attività svolta nel 2012. Nel corso del suo intervento la presidente ha sottolineato come il tema della "sostenibilità non solo finanziaria, ma dello stesso modello sanitario pubblico ed universalistico, come lo abbiamo conosciuto in questi anni" è, e sarà, uno dei temi centrali dell´agenda politica del prossimo Parlamento. Quanto alla questione delle risorse la presidente Marini ha ricordato come la dotazione del Fondo nazionale per la sanità per la prima volta è stata ridotta in termini assoluti: "per l´Umbria ciò significherà un taglio nel prossimo triennio di circa 150 milioni di euro, vale a dire ad una disponibilità che ci riporta a quella di dieci anni fa". "Voglio dire qui - ha proseguito la presidente Marini - che per fortuna abbiamo lavorato alla riforma del nostro sistema sanitario, grazie al quale potremo non solo continuare a garantire ai nostri cittadini prestazioni sanitarie di qualità ed appropriate, ma anche realizzare risparmi e riduzione di costi grazie ai quali sarà possibile effettuare nuovi investimenti per l´innovazione e la dotazione tecnologica dei nostri presidi sanitari, e lo faremo con le nostre risorse, visto che da più di quattro anni dallo Stato per questi investimenti non viene più nulla". La presidente ha quindi sottolineato che "la politica dei tagli lineari in sanità incide fortemente su qualità e quantità delle prestazioni, e mette in discussione il modello universalistico e pubblico della sanità. Un modello cui l´Umbria non vuole affatto rinunciare, consapevole che occorrerà in futuro raccogliere la sfida del mantenimento e miglioramento di un sistema sanitario basato sul principio dell´universalità, che dovrà fare i conti con la forte contrazione delle risorse disponibili". "E´ pur vero però - ha aggiunto la presidente - che mentre qui noi ragioniamo di una sanità che ha i conti in ordine, in altre realtà del Paese proprio in queste ore ci si appresta ad assumere decisioni drastiche relative al taglio di migliaia di posti letto, alla chiusura di dipartimenti di cardiochirurgia, ematologia e quant´altro. E ciò anche in regioni che fino a poco tempo va venivano indicate quali modelli nell´organizzazione e gestione sanitaria". La presidente ha inoltre sottolineato come la qualità del sistema sanitario umbro è certificata anche dal fatto che proprio l´Umbria sarà regione "benchmark" (realtà di riferimento per i suoi diversi parametri e indici) per la sanità in Italia: "se questo risultato è stato ottenuto - ha affermato Marini - , se qui qualità, efficienza ed appropriatezza della sanità sono un dato di fatto, è perché qui si è realizzato un grande lavoro di squadra, che ha visto insieme i diversi livelli di governo, i professionisti e gli operatori della sanità e gli stessi cittadini. Positivo è stato giudicato dalla presidente anche il rapporto con l´Università: "là dove migliore è la collaborazione e la cooperazione tra la Regione e l´Università in materia di sanità, migliore è l´offerta sanitaria regionale". |
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INFLUENZA, SONO 69.000 GLI ITALIANI A LETTO I MEDICI DI FAMIGLIA: “IL PICCO ARRIVERÀ A NATALE” |
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Firenze, 18 dicembre 2012 – L’influenza finora ha messo a letto 349.350 italiani, di cui 69.000 nella settimana compresa fra il 3 e il 9 dicembre. E, in questo periodo, 228mila persone sono state curate per malattie respiratorie acute (virus parainfluenzali), che da ottobre hanno fatto registrare complessivamente 1.721.400 casi. Lo rivela il Bollettino sull’influenza stilato dalla Società Italiana di Medicina Generale (Simg). “Le Regioni a maggiore incidenza – spiega il dott. Claudio Cricelli, presidente Simg - sono state la Valle d’Aosta, il Trentino e la Campania. Il freddo intenso degli ultimi giorni ha contribuito ad aumentare il numero di persone colpite dall’influenza rispetto alle settimane precedenti, con un’incidenza pari a 1,15 casi per mille abitanti (all’inizio di novembre era di 0,68 per mille). Ma il picco vero e proprio arriverà con le feste di Natale. Quest’anno il virus sarà di gravità media rispetto al passato e colpirà complessivamente dai 4 ai 6 milioni di italiani, l’8% della popolazione. I medici di famiglia sono pronti per affrontare al meglio questa situazione. In queste settimane continuiamo ad insistere perché sempre più cittadini si vaccinino. Fino alla fine dell’anno si è ancora in tempo per ricorre a questo importante strumento di profilassi. Deve vaccinarsi soprattutto chi appartiene alle categorie a rischio, in particolare malati cronici, anziani e bambini. Da parte nostra, ci siamo attrezzati con la nostra rete di medici sentinella che effettua un monitoraggio quotidiano su tutto il territorio nazionale. Il nostro obiettivo come Simg è ridurre al massimo le complicanze della malattia”. “Abbiamo iniziato le rilevazioni a metà ottobre – conclude il dott. Cricelli -, e dagli ultimi dati risulta che il virus influenzale è sempre più diffuso e le malattie respiratorie simili all’influenza stanno avanzando”. |
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PROGETTO “IL RUOLO DELLO SPORT VENETO NEL PANORAMA NAZIONALE”, ZAIA: “BUON LAVORO A TUTTI GLI ATTORI COINVOLTI, UN’INZIATIVA CHE CONFERMA L’ECCELLENZA DEL NOSTRO MOVIMENTO SPORTIVO” |
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Venezia, 18 dicembre 2012 - “Il progetto che parte domani ha il grande merito di mettere sotto i riflettori lo sport veneto, rappresentando un momento importante per valorizzare e promuovere i nostri punti di forza e le eccellenze presenti nel movimento sportivo della nostra regione, che da sempre costituiscono un punto di riferimento a livello nazionale. Per questo auguro buona lavoro a tutti i protagonisti, sicuro che sapranno mettere sotto la lente di ingrandimento temi e sfide importanti.” Così il Presidente della Regione del Veneto il 14 dicembre, Luca Zaia, commenta l’avvio del progetto “Il ruolo dello Sport Veneto nel panorama nazionale” che avverrà domani con la Conferenza Regionale a Padova. Si tratta di una giornata dedicata all’analisi, agli approfondimenti e al dibattito. Ad intervenire saranno gli enti pubblici, le Federazioni, le organizzazioni sportive e le associazioni di categoria, che saranno chiamate a portare la loro esperienza e contenuti utili per costruire lo sport che verrà. Il percorso è composto da diverse iniziative e terminerà nella primavera del 2014 con la presentazione del Libro Bianco dello Sport del Veneto, che è stato ideato dalla Regione del Veneto e dal Comitato Regionale del Coni. “Negli anni lo sport ‘made in Veneto’ – dice il Presidente – ha raggiunto risultati di caratura internazionale, dimostrando di saper far crescere talenti. E, inoltre, abbiamo ospitato importanti appuntamenti sportivi di vertice offrendo una grande cornice di pubblico e una capacità organizzativa eccellente.” “Nei nostri territori – conclude Zaia – lo sport è molto radicato e sa esprimere quei valori positivi come la lealtà, lo spirito di sacrificio, il rispetto dell’avversario che sono fondamentali anche nel percorso educativo dei nostri ragazzi. Sono sicuro che il progetto che partirà domani saprà evidenziare e valorizzare questi aspetti, attestando con numeri e analisi l’eccellenza del nostro movimento sportivo, che costituisce sicuramente un modello nel panorama nazionale ed internazionale.” |
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SPORT, ALEMANNO: “INAUGURAZIONE PALA DE CHIRICO PUNTO DI RIFERIMENTO PER I GIOVANI IN PERIFERIA” |
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Roma, 18 dicembre 2012 - «L’inaugurazione del Pala De Chirico a Tor Sapienza è un segnale forte della nostra Amministrazione sul tema dell’impiantistica sportiva e un modello di promozione della cultura sportiva in periferia, grazie all’azione della Ads Pallavolo Tor Sapienza. Il Pala De Chirico, infatti, sarà un punto di riferimento sul territorio anche in termini di aggregazione sociale, soprattutto per i giovani». È quanto afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, commentando l’inaugurazione del Pala De Chirico a Tor Sapienza, che ha avuto luogo oggi alla presenza di Alessandro Cochi, delegato alla Politiche sportive di Roma Capitale, Marco di Cosimo, presidente della Commissione Urbanistica di Roma Capitale, Bruno Campanile, direttore dell’Ufficio Sport di Roma Capitale, Fabio Camilli, presidente dell´Asd Pallavolo Tor Sapienza, Roberto Mastrantoni, presidente Vii Municipio, Luciano Cecchi, vice presidente Fipav, Andrea Burlandi, presidente Comitato Regionale Fipav, Claudio Martinelli, presidente provinciale Fipav, Marcello Allega, docente presso l´Istituto Tecnico Industriale Giovanni Xxiii, e dell’attore Massimo Ghini. |
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"LA 3TRE E´ APPUNTAMENTO IMPORTANTE PER SPORT E TURISMO IN TRENTINO" |
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Trento, 18 dicembre 2012 - Cresce l´attesa per il ritorno a Madonna di Campiglio, martedì 18 dicembre, della 3Tre, gara da sempre nell´immaginario collettivo dello sci mondiale, appuntamento di punta della stagione sportiva, nonché turistica, del Trentino. E l´importanza dell´avvenimento è stata ribadita oggi - nella sala stampa di piazza Dante - da Tiziano Mellarini, assessore all´agricoltura, foreste, turismo e promozione della Provincia autonoma di Trento, al fianco di Lorenzo Conci, presidente 3Tre e di Giancarlo Cescatti, direttore Azienda per il Turismo Madonna di Campiglio Pinzolo Val Rendena: insieme - dopo le conferenze stampe di Roma e Milano - per fare il punto sull´unica prova italiana di slalom nel massimo circuito mondiale. I riflettori del Canalone Miramonti saranno puntati sui grandi del circo bianco e sugli azzurri in particolare, soprattutto i due atleti trentini, Deville e Gross. Per gli italiani lo slalom di Campiglio ha un sapore tutto particolare. L’ultima volta che la 3Tre è stata prova di Coppa fu nel 2005: l´anno della vittoria di Giorgio Rocca. "Grande è la soddisfazione - ha detto l´assessore Mellarini - da una parte per il ritorno della prova di Ski World Cup con l´affascinante "night slalom" e dall´altra per il fatto che la gara di Madonna di Campiglio tornerà, grazie all´impegno di molti - qui voglio citare Giorgio Roda, presidente della Fisi - ad essere appuntamento fisso, a cadenza biennale, del calendario mondiale". "E´ un risultato - ha aggiunto Mellarini - che risponde non solo alle attese della comunità trentina, ma anche di quella nazionale, perché se c´è una gara di sci dalle caratteristiche tanto uniche quanto emozionanti, questa è certamente la 3Tre, momento storico dello sport. E rispetto a questo appuntamento, che riporta Madonna di Campiglio e tutto il Trentino sotto i riflettori dell´attenzione mondiale, voglio anche ribadire l´impegno preciso che abbiamo preso per proseguire il progetto che vede quale fulcro irrinunciabile la nuova struttura a servizio del Canale Miramonti. Un progetto significativo, all´insegna della sostenibilità e della bioedilizia, dove è il il legno, elemento identitario del nostro territorio e delle nostre comunità, ad occupare un ruolo decisivo. Come noto c´è stato un ricorso in sede giudiziaria che è ora in attesa della definitiva sentenza del Consiglio di Stato. Sappiamo bene come la Provincia abbia messo importanti risorse a disposizione e il nostro augurio, convinto, è che nel 2014, quando la 3Tre tornerà a Madonna di Campiglio, possa essere presentato il nuovo impianto. Sport e turismo sono, sempre più, strettamente collegati: la stagione è partita nel migliore dei modi, con la generosa presenza della neve ed è certo che la 3Tre costituisce, in questo contesto, un valore aggiunto formidabile. E questo anche grazie all´apporto di tutti quei volontari che alla gara di Coppa del mondo apportano entusiasmo e competenza. A loro, a tutti loro, va un grazie davvero speciale". |
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PROGETTO “IL RUOLO DELLO SPORT VENETO NEL PANORAMA NAZIONALE”, ZAIA: “BUON LAVORO A TUTTI GLI ATTORI COINVOLTI, UN’INZIATIVA CHE CONFERMA L’ECCELLENZA DEL NOSTRO MOVIMENTO SPORTIVO” |
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Venezia, 17 dicembre 2012 - “Il progetto che parte domani ha il grande merito di mettere sotto i riflettori lo sport veneto, rappresentando un momento importante per valorizzare e promuovere i nostri punti di forza e le eccellenze presenti nel movimento sportivo della nostra regione, che da sempre costituiscono un punto di riferimento a livello nazionale. Per questo auguro buona lavoro a tutti i protagonisti, sicuro che sapranno mettere sotto la lente di ingrandimento temi e sfide importanti.” Così il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, commenta l’avvio del progetto “Il ruolo dello Sport Veneto nel panorama nazionale” che avvenuto il 15 dicembre con la Conferenza Regionale a Padova. Si tratta di una giornata dedicata all’analisi, agli approfondimenti e al dibattito. Ad intervenire saranno gli enti pubblici, le Federazioni, le organizzazioni sportive e le associazioni di categoria, che saranno chiamate a portare la loro esperienza e contenuti utili per costruire lo sport che verrà. Il percorso è composto da diverse iniziative e terminerà nella primavera del 2014 con la presentazione del Libro Bianco dello Sport del Veneto, che è stato ideato dalla Regione del Veneto e dal Comitato Regionale del Coni. “Negli anni lo sport ‘made in Veneto’ – dice il Presidente – ha raggiunto risultati di caratura internazionale, dimostrando di saper far crescere talenti. E, inoltre, abbiamo ospitato importanti appuntamenti sportivi di vertice offrendo una grande cornice di pubblico e una capacità organizzativa eccellente.” “Nei nostri territori – conclude Zaia – lo sport è molto radicato e sa esprimere quei valori positivi come la lealtà, lo spirito di sacrificio, il rispetto dell’avversario che sono fondamentali anche nel percorso educativo dei nostri ragazzi. Sono sicuro che il progetto che partirà domani saprà evidenziare e valorizzare questi aspetti, attestando con numeri e analisi l’eccellenza del nostro movimento sportivo, che costituisce sicuramente un modello nel panorama nazionale ed internazionale.” |
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VENETO: CONTRIBUTI A FAVORE DI MANIFESTAZIONI ED ATTIVITA’ SPORTIVE |
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Venezia, 18 dicembre 2012 - In applicazione del Piano Triennale per lo sport e del piano annuale per il 2012, la giunta regionale ha provveduto ad approvare - su proposta del vicepresidente e assessore allo sport Marino Zorzato - il riparto dei contributi relativi agli interventi a favore della promozione e lo sviluppo della pratica sportiva, con riguardo alle funzioni ancora in capo alla Regione e non trasferite alle Province. Sono state assegnate complessivamente risorse per un ammontare di circa 475 mila euro. Il bando regionale stabiliva che potessero presentare domanda di contributo le Province, i Comuni, le Comunità montane e loro consorzi, le Ipab escluse quelle riconosciute persone giuridiche di diritto privato; il Coni, le federazioni sportive nazionali, gli enti di promozione sportiva riconosciuti dal Coni, le loro rappresentanze regionali e provinciali, i comitati organizzatori promossi dagli stessi; le associazioni sportive dilettantistiche senza fine di lucro (non costituite sotto forma di società di capitali) aventi sede legale nella regione ed operanti da almeno un biennio, le università e gli istituti superiori di educazione fisica.. “Le domande pervenute – fa presente Zorzato – sono state 255, quelle ritenute ammissibili 206 e quelle finanziate 125 per l’organizzazione di manifestazioni sportive (area D) e altre 12 per l’effettuazione di studi e ricerche, convegni e seminari, in materia di sport (area G). Nell’assegnazione dei contributi, per l’area di intervento “D” sono state definite tre graduatorie: una per le manifestazioni di carattere internazionale (50% delle risorse disponibili assegnate a 70 richiedenti), una per le manifestazioni di carattere nazionale (30% delle risorse assegnate a 31 richiedenti) e una per le manifestazioni di carattere regionale (20% delle risorse assegnate a 24 richiedenti). Per ognuna delle graduatorie i contributi sono stati assegnati sulla base di un punteggio, fino ad esaurimento delle risorse disponibili”. |
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IL 2013 PORTA I WORLD MASTER GAMES IN PIEMONTE |
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Torino, 18 dicembre 2012 - Il Piemonte ospiterà dal 2 all’11 agosto 2013 l’ottava edizione dei World Master Games, i giochi mondiali estivi per atleti over 35. I partecipanti, accomunati dalla passione per lo sport e per la forma fisica, sono uomini e donne di tutte le età che gareggiano in numerose discipline sportive. Chiunque può iscriversi e ognuno gareggerà unicamente per sé stesso. I Wmg non sono infatti una competizione fra nazioni, ma fra persone: infatti, è possibile formare squadre con atleti di diversa nazionalità e provenienza purché appartenenti alla stessa fascia di età. Ed è per questo motivo che sono una vera e propria “festa dello sport”. Il punto della situazione è stato fatto il 17 dicembre nel palazzo della Regione durante una conferenza stampa cui hanno preso parte il presidente del comitato organizzatore, Fabrizio Benintendi, il presidente di Imga-international Masters Games Association, Jens Holm, l’assessore all’Istruzione, Turismo e Sport della Regione, Alberto Cirio, l’assessore allo Sport del Comune di Torino, Stefano Gallo, e il city manager di Torino, Cesare Vaciago. E’ stato così annunciato che l’evento richiamerà oltre 15mila atleti (4.500 ad oggi gli iscritti) che saranno impegnati in 30 discipline più 4 paralimpiche. Torino, Grugliasco, La Loggia, Beinasco, Robassomero e Fiano saranno sedi di gara di 23 sport, mentre Ivrea e Candia ospiteranno canoa, canottaggio e kayak, Sestriere e Bardonecchia l’orienteering, Racconigi il tiro a volo, Alba judo e karate, Orta e Intra la vela, Bra l’hockey su prato. Ad assistere questi atleti ci saranno 1.000 volontari, tra questi anche giovani universitari cui verranno riconosciuti crediti formativi. Il budget per l’organizzazione è di 2,4 milioni di euro, garantiti da contributi pubblici. “E’ la manifestazione più importante dopo le Olimpiadi del 2006 - ha rilevato l’assessore Cirio - e ha un significato che va oltre lo sport. Avrà infatti grandi ricadute sul piano turistico: gli atleti arriveranno con le famiglie e, considerando una permanenza media di dieci giorni per nuclei familiari di tre persone, stimiamo l’arrivo di 45mila persone per 450mila presenze complessive, capaci di generare un indotto economico di oltre 50 milioni di euro”. “Grazie all’impegno degli enti locali e alla disponibilità di Imga - ha proseguito Cirio - abbiamo dimostrato che un grande evento si può organizzare anche in presenza di budget ridotti, ma mantenendo comunque alto il livello di qualità”. |
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