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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 05 Febbraio 2013 |
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SCOPRIRE IL CANCRO PIÙ TEMPESTIVAMENTE |
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Bruxelles, 5 febbraio 2013 - Il cancro causa circa il 13 % di tutte le morti nel mondo, e rappresenta quindi un enorme problema per la salute pubblica. Ogni famiglia in Europa viene toccata in qualche modo da questa devastante malattia. Il problema è che il cancro non è una sola malattia, ma oltre 200 diversi tipi di malattie, che vanno dai grandi cancri killer a patologie più rare come il mieloma multiplo e la leucemia mieloide cronica. Oggi circa il 90 % delle morti causate da cancro sono dovute a metastasi e rinuncia al trattamento. Sebbene si continuino a compiere grandi progressi nella ricerca e nella cura, il cancro continua a essere una preoccupazione chiave per la salute. Tuttavia, la Ue ha preso dei provvedimenti su vari fronti per salvare vite umane e migliorare la qualità di vita dei sopravvissuti. Il progetto finanziato dall´Ue sistemi integrati micro-nano-opto fluidici ad alto contenuto diagnostico e studi di cellule cancerogene rare (Caminems) è uno strumento innovativo che è in grado di eseguire una dettagliata caratterizzazione molecolare sulle Ctc, come una biopsia liquida, per ottenere informazioni su metastasi conosciute o sconosciute. Il progetto è stato finanziato nell´ambito del Settimo programma quadro dell´Ue (7° Pq) con 3,5 milioni di euro e ha riunito 9 partner, tecnologi e specialisti provenienti da 5 paesi europei. All´origine delle metastasi ci sono le cellule tumorali circolanti (Ctc), singole cellule rilasciate dal cancro principale che circolano in modo transitorio nel sangue e che costituisco i semi per la crescita delle metastasi in altri organi vitali distanti, avviando il meccanismo responsabile della maggior parte dei decessi per cancro. L´idea è quella di riuscire a eseguire una dettagliata caratterizzazione molecolare sulle Ctc prima che si sviluppino in metastasi. Oltre a questa importante applicazione per la diagnosi e la prognosi, il fatto di essere in grado di catturare e studiare le Ctc è molto prezioso nella ricerca, per riuscire a comprendere il loro metabolismo e la loro risposta a farmaci esistenti o candidati. Per tutte queste applicazioni, le tecnologie attuali sono inadeguate sia come sensibilità che come specificità. Esse sono in grado di individuare micro metastasi solo in pazienti con un cancro a uno stadio avanzato, e permettono l´identificazione solo di pochi biomarcatori. Riuscire a fornire uno strumento in grado di superare queste limitazioni, basato su innovazioni in scienze convergenti, era l´obiettivo principale del progetto Caminems. Caminems ha sviluppato un sistema di generazione ad alta sensibilità e un sistema di imaging ad alta risoluzione che ha dimostrato di produrre risultati che superano le aspettative. Il sistema è stato prima convalidato sulla caratterizzazione del linfoma, dove ha dimostrato un´efficienza di cattura che raggiunge il 90,6 % per quantità cellulari di appena 50 cellule per campione, che è il miglior risultato al mondo. I risultati forniti dal progetto permettono di eseguire un test genetico quantitativo di routine mediante una diretta ibridazione in situ fluorescente (Fish) delle Ctc catturate, operazione che richiede un lavoro minore e con una percentuale di successo più alta rispetto a quella ottenuta attualmente dai metodi più moderni. Il risultato del progetto ha ora dato avvio al futuro sfruttamento industriale. Per maggiori informazioni, visitare: Caminems http://www.Caminems.eu/ |
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UNA SPERANZA PER MILIONI DI TEDESCHI AFFETTI DA PERIODONTITE
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Bruxelles, 5 febbraio 2013 - Dodici milioni di tedeschi soffrono di periodontite, un´infiammazione che può portare alla perdita dei denti se non si cura. Il sanguinamento delle gengive quando si lavano i denti o quando si morde una mela può essere un segno di periodontite, una malattia dei tessuti che circondano e sostengono il dente. La placca batterica attacca l´osso, il che significa che il sostegno dei denti si può allentare nel tempo e nel peggiore dei casi essi possono persino cadere, poiché rimangono senza un solido fondamento che li tenga al loro posto. Inoltre, la periodontite agisce anche come punto focale dal quale la malattia può espandersi a tutto il corpo: se il batterio, che può essere molto aggressivo, entra nel flusso sanguigno, può causare ulteriori danni altrove. I medici sospettano che ci sia un collegamento tra i patogeni della periodontite e il tipo di danno cardiovascolare che può causare infarti e ictus. Per fermare la fonte dell´infiammazione, i dentisti rimuovono il tartaro e i depositi dalla superficie dei denti, ma spesso questo non basta, i batteri aggressivi si possono eliminare solo con gli antibiotici. Delle stimate 700 specie di batteri che si trovano nel cavo orale, solo undici sono state identificate come causa della malattia periodontale, in particolare alcune di queste sono considerate gravemente patogene. Se questi biomarcatori sono presenti nel solco gengivale - il piccolo spazio intorno alla base del dente - allora il paziente è ad alto rischio di una forma grave di periodontite. Il solo modo di confermarlo però è condurre un test batterico. Il problema è che i metodi attuali per identificare i patogeni richiedono molto tempo e le analisi devono essere condotte in un laboratorio esterno. Le analisi batteriche tradizionali con la coltura microbica comportano il rischio di uccidere i batteri non appena essi vengono a contatto con l´ossigeno. Gli scienziati tedeschi però hanno sviluppato un´innovativa piattaforma diagnostica mobile che si può usare in uno studio dentistico per analizzare il Dna raccolto dal dente e identificare gli undici patogeni della periodontite più rilevanti in meno di 30 minuti. Gli scienziati dell´Istituto Franuhofer per la terapia cellulare e l´immunologia Izi di Lipsia hanno collaborato con due aziende, Becit Gmbh e Ert-optik, per sviluppare un modulo laboratorio su chip chiamato Parochip. In futuro questo permetterà ai dentisti e ai laboratori medici di preparare campioni velocemente e poi analizzare i batteri. Tutti i passi del procedimento - la duplicazione delle sequenze di Dna e la loro rilevazione - avvengono direttamente sulla piattaforma, che consiste in una scheda microfluidica di circa sei centimetri di diametro. "Finora, l´analisi richiedeva da quattro a sei ore. Con Parochip si può fare in meno di 30 minuti. Questo significa che è possibile analizzare un gran numero di campioni in un breve lasso di tempo", dice il dott. Dirk Kuhlmeier, uno scienziato dell´Izi. I campioni sono raccolti usando punte di carta sterili a forma di stuzzicadenti, in seguito i batteri sono rimossi dalla punta e il loro Dna isolato viene iniettato in camere di reazione che contengono reagenti essiccati. Ci sono undici camere come queste su ogni scheda, ognuna contiene il reagente per uno degli undici patogeni periodontali. Il numero totale di batteri è determinato in un´altra camera, attraverso una reazione a catena della polimerasi (Pcr). Questo metodo permette di fare milioni di copie di un numero di sequenze di Dna del patogeno anche molto piccolo. Per generare i velocissimi cambiamenti di temperatura necessari per la Pcr, il chip in plastica a forma di disco è attaccato a un blocco metallico di riscaldamento con tre zone di temperatura e viene girato meccanicamente in modo da passare da queste tre zone. Questo provoca la generazione di un segnale fluorescente che è misurato da un dispositivo ottico di misurazione collegato, provvisto di una sonda a fluorescenza, un fotorilevatore e un diodo laser. Il vantaggio principale è che il segnale permette non solo di quantificare ogni tipo di batterio e quindi determinare la gravità dell´infiammazione, ma anche di stabilire il numero totale di tutti i batteri in totale. Questo permette ai dottori di regolare di conseguenza la cura antibiotica. "Poiché il sistema di misurazione ottica connesso ci permette di quantificare i batteri, Parochip è anche adatto all´identificazione di altre cause batteriche di infezione, come i patogeni del cibo o quelli che portano alla sepsi", dice Kuhlmeier, che continua sottolineando gli altri vantaggi di questa piattaforma diagnostica compatta: "L´uso di Parochip elimina molte delle fasi manuali che sono necessarie per gli attuali test batterici. I dischi sintetici si possono produrre a poco prezzo e si gettano dopo l´uso come i guanti usa e getta". Parochip, già disponibile come prototipo, sarà usato inizialmente nei laboratori clinici, potrebbe comunque essere usato anche dai dentisti per fare analisi di campioni di pazienti nel proprio studio. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto Fraunhofer per la terapia cellulare e l´immunologia Izi http://www.Izi.fraunhofer.de/fraunhofer-izi.html?&l=1/ |
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SOSTANZE STUPEFACENTI: RAPPORTO UE SVELA TENDENZE ALLARMANTI DAL PUNTO DI VISTA DEL CONSUMO E DEL TRAFFICO |
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Bruxelles, 5 gennaio 2013 - L´europa è alle soglie di una nuova era per quanto riguarda l´offerta e la domanda di droghe illecite, il cui sviluppo mette a dura prova le attuali risposte politiche. È quanto emerge dalla prima relazione congiunta dell´Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Oedt) e dell´Europol sul mercato europeo degli stupefacenti, pubblicata il 31 gennaio a Bruxelles. Le due agenzie dell´Ue hanno unito le loro forze per realizzare la prima analisi strategica del mercato europeo delle droghe illecite nel suo insieme. La relazione mette in luce un mercato sempre più dinamico, innovativo e reattivo alle sfide, che richiede una risposta altrettanto dinamica, innovativa e solerte a livello europeo. Il documento svela "il nuovo volto della criminalità organizzata in Europa": il mercato europeo della droga, storicamente imperniato sul traffico di determinate sostanze stupefacenti ad opera di trafficanti specializzati, attraverso rotte ben definite, sta diventando sempre più "fluido" e si caratterizza per la comparsa di nuove rotte e di spedizioni multiple costituite da più sostanze. "Questa relazione, che arriva al momento giusto, evidenzia il carattere sempre più coordinato del moderno mercato europeo della droga, uno dei fenomeni criminali più complessi e invasivi del nostro tempo. Oggi i gruppi criminali organizzati sono più propensi a trafficare contemporaneamente più sostanze stupefacenti e tendono a coalizzarsi tra loro. Il traffico di stupefacenti tende anche a diversificarsi, sia dal punto di vista della complessità delle rotte scelte, sia per i tipi di droghe che vi transitano. Questa evoluzione esige una maggiore cooperazione nell´ambito dell´Ue. Le misure predisposte a livello nazionale, per quanto energiche, non sono più sufficienti. La presente relazione offre un´analisi senza precedenti, frutto di un riuscito connubio tra il lavoro di monitoraggio del fenomeno delle droghe svolto dall´Oedt e l´esperienza operativa dell´Europol in merito alle tendenze della criminalità organizzata", ha dichiarato Cecilia Malmström, Commissaria dell´Ue per gli Affari interni, nel presentare le risultanze della relazione. Rob Wainwright, direttore dell´Europol, spiega: "Il traffico internazionale di stupefacenti rimane la principale attività della maggioranza dei gruppi criminali organizzati. Questi ultimi si adattano alle nuove opportunità criminali e ai mutati metodi e canali di contrabbando per eludere i controlli, avvalendosi sempre più – come abbiamo constatato – di mezzi leciti di trasporto commerciale quali container, aerei, corrieri e servizi postali. In questo modo le droghe transitano attraverso molteplici punti di passaggio e sono quindi più difficili da intercettare. Anche Internet svolge un importante ruolo di favoreggiamento ed è comunemente usato per lo spaccio e la vendita di stupefacenti". La relazione mette in rilievo anche il ruolo dell´Europa come uno dei principali produttori mondiali del precursore chimico impiegato nella produzione di eroina, l´anidride acetica, nonché la sua responsabilità nel confezionare, commercializzare e promuovere prodotti contenenti nuove sostanze psicoattive. "L´ue è un´importante regione produttrice di droghe sintetiche e, in misura crescente, di cannabis", osserva Wolfgang Götz, direttore dell´Oedt. "Sta prendendo piede la tendenza a produrre droghe illecite nelle vicinanze dei potenziali mercati di consumo, dove è meno probabile che vengano intercettate. Questa evoluzione ci costa sempre più salata in termini di sicurezza collettiva, salute pubblica e onere imposto alle già limitate risorse della polizia". Secondo la relazione, gli sviluppi descritti sono in gran parte favoriti dalla globalizzazione, per effetto della quale sempre nuovi paesi diventano centri nodali per la produzione, il deposito o il transito delle droghe. Considerevole è anche l´influenza di Internet, sia come mezzo di comunicazione che come punto di vendita online. L´innovazione interessa parimenti il settore della produzione: l´Ue è designata come importante "fonte di competenza e perizia" in materia di coltivazione intensiva di cannabis, produzione di droghe sintetiche e occultamento di cocaina. Tra le altre risultanze della relazione si possono citare i collegamenti tra le reti di trafficanti di cocaina e di resina di cannabis, l´importanza crescente dell´Africa come zona di deposito e di transito, nonché il ruolo centrale svolto dalle bande criminali dell´Europa nordoccidentale nello smistamento di ogni tipo di droga all´interno dell´Ue. Per quanto riguarda le linee di azione, si propone tra l´altro che le autorità di contrasto diano maggiore priorità alla raccolta di informazioni su singoli individui e gruppi criminali dal profilo particolarmente rilevante. Inoltre, la rapidità con cui evolvono le droghe sintetiche implica la necessità, per l´Europa, di potenziare la propria capacità di allerta precoce riguardo alle nuove sostanze immesse sul mercato. La relazione sottolinea l´importanza di intraprendere azioni coordinate a livello dell´Ue. Seguendo un approccio nel contempo prammatico e metodico, le agenzie giungono a conclusioni decisive e traggono insegnamenti destinati a informare le future politiche e azioni (Memo/13/51e studi di casi). |
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GINECOLOGI E ONCOLOGI: “ECCO LA VIA PER VINCERE IL TUMORE ALL’OVAIO LAVORO IN TEAM, CENTRI DI RIFERIMENTO E CORSIE PREFERENZIALI” |
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Milano, 5 febbraio 2013 – Otto diagnosi di tumore all’ovaio su 10 giungono quando il cancro è ormai in fase avanzata. In questi casi, la sopravvivenza delle pazienti è solo del 30%. Dato che si inverte radicalmente se la malattia viene scoperta in tempo. Allo stadio iniziale, infatti, la probabilità di vincere il cancro raggiunge il 90%. Per una neoplasia come quella all’ovaio, che non presenta sintomi chiari e uno screening efficace, l’intervento precoce è fondamentale. “In Italia siamo all’avanguardia nella gestione di queste pazienti, ma registriamo una scarsa comunicazione fra ginecologo e oncologo e le altre figure chiave coinvolte e non abbiamo percorsi condivisi, al contrario di quanto accade per altri tumori, come quello della mammella – commentano i Presidenti della Società di Ginecologia e Ostetricia (Sigo), prof. Nicola Surico e dell’Associazione di Oncologia Medica (Aiom), prof. Stefano Cascinu, che presentano oggi a Milano, in occasione della Giornata mondiale contro il cancro, i risultati del lavoro congiunto Aiom-sigo-siog –. Partendo da questa base e sollecitati dai nostri stessi soci, come società scientifiche ci siamo riuniti ed abbiamo elaborato un documento ufficiale con proposte concrete per favorire la creazione di veri e propri team collegiali, un numero minimo di interventi per essere indicati come centri di riferimento e la collaborazione fra le diverse strutture: ora potremo garantire la migliore assistenza alle 4.900 italiane colpite ogni anno dal tumore all’ovaio”. È la prima volta che nel nostro Paese le Società scientifiche, oltre a Aiom e Sigo anche la Siog (Società di oncologia ginecologica), decidono di mettersi insieme per un lavoro di questo genere. “Abbiamo definito, sul modello delle breast unit per il cancro alla mammella, una serie di indicatori per i centri di riferimento sulla neoplasia dell’ovaio – spiega il prof. Paolo Scollo, presidente Siog –: deve essere sempre presente, ad esempio, un’équipe multidisciplinare dedicata, con professionisti che lavorano fianco a fianco in perfetta integrazione. Il problema della comunicazione è infatti centrale, come rilevato dai nostri stessi soci in un recente sondaggio: ben il 63% degli oncologi e il 32% dei ginecologi ritengono che il livello di cooperazione non sia sufficiente. Per l’86% di loro, una collaborazione continua è determinante per definire percorsi guidati e codificati uniformemente in tutta la Penisola. Non possiamo perdere altro tempo, soprattutto ora che dopo quindici anni disponiamo di nuove terapie, purtroppo ancora in attesa di approvazione nel nostro Paese”. Il documento tecnico fissa competenze ben precise all’interno dei team di intervento. “Abbiamo predisposto una serie di indicatori che le Unità Operative di riferimento sul territorio dovranno rispettare, considerando sia il loro carico di lavoro annuale che la multidisciplinarietà. Ad esempio, ogni chirurgo ginecologo-oncologo dovrà trattare almeno dieci casi di carcinoma ovarico all’anno e non potranno passare più di 14 giorni dalla prima visita della paziente all’intervento”. Il documento ufficiale è già stato consegnato alle Istituzioni sanitarie del Paese, anche se – aggiungono i 3 Presidenti delle Società – “già noi lo diffonderemo ai nostri soci perché possa diventare operativo a tutti gli effetti”. Il cancro dell’ovaio rappresenta il 3% del totale delle neoplasie femminili, il decimo più diffuso tra le donne, ma rientra tra le prime 5 cause di morte per tumore nella fascia di età tra i 50 e i 69 anni. A causa proprio della sintomatologia tardiva e senza segni specifici, circa 4 pazienti su 5 presentano alla diagnosi una malattia in fase molto avanzata (Iii – Iv stadio). Queste caratteristiche condizionano negativamente la prognosi della patologia, per sua natura già aggressiva: solo il 41% delle donne colpito da un tumore dell’ovaio nella prima metà degli anni 2000 risulta ancora in vita a 5 anni dalla diagnosi (72% a 1 anno e 50% a 3 anni). “Grazie al nostro lavoro riusciremo nel tempo ad agire in maniera sempre più efficace sul tumore – concludono i Presidenti –, sia dal punto di vista clinico-terapeutico, che dell’assistenza sul territorio. Per una malattia così complessa, infatti, il supporto delle associazioni di pazienti diventa fondamentale. Aiom e Sigo godono già da tempo di ottimi rapporti con molti gruppi e reti di malati. Creare un link con le persone che vivono sulla propria pelle la terribile esperienza di un tumore rappresenta un valore aggiunto e rende il percorso terapeutico sempre più ‘umano’ e sostenibile. Siamo certi che questo coordinamento rappresenta il primo passo per ulteriori collaborazioni, che si estenderanno anche ad altre neoplasie della sfera ginecologica, come succede già per le breast unit per il tumore alla mammella”. |
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TOSCANA: UNA SANITÀ PIÙ VICINA AI CITTADINI: FIRMATI I PRIMI ACCORDI CON I MEDICI |
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Firenze, 5 febbraio 2013 – Le realizzazione delle Aft (Aggregazioni Funzionali Territoriali) e delle Uccp (Unità Complesse di Cure Primarie), l’estensione progressiva della sanità di iniziativa e del Chronic Care Model, il contenimento delle liste di attesa. Sono gli aspetti salienti degli accordi firmati in questi giorni dall’assessore al diritto alla salute con i rappresentanti dei medici: ieri con specialisti ambulatoriali, veterinari e altre professioni sanitarie ambulatoriali (biologi, psicologi, chimici), oggi pomeriggio con i medici di medicina generale (o medici di famiglia). I contratti nazionali prevedono che si possano effettuare accordi integrativi a livello regionale. Per ora la Toscana ha stipulato quelli con medici di famiglia e specialisti ambulatoriali convenzionati, mentre è in fase di definizione quello con i pediatri. Questi due accordi sono i primi in assoluto in tutta Italia stipulati a seguito delle legge Balduzzi sulle cure primarie. Entro il 31 marzo, ogni Asl stipulerà l’accordo integrativo aziendale. I due accordi si inseriscono nel progetto di riorganizzazione del sistema sanitario toscano avviato con la delibera di fine anno. Pochi giorni fa la giunta ha stanziato 20 milioni da destinare alle aziende sanitarie per attuare la riorganizzazione. Ora, i due accordi prevedono le iniziative specifiche da attuare sul territorio. Entrambi gli accordi siglati parlano di Aft e Uccp, le colonne portanti dell’organizzazione della sanità sul territorio. La delibera di riorganizzazione del sistema sanitario toscano varata lo scorso 28 dicembre affida un ruolo fondamentale all’assistenza sul territorio: per essere più vicini alla salute dei cittadini e anche per evitare i ricoveri impropri in ospedale. Il territorio – si dice nella parte introduttiva dell’accordo integrativo regionale con i medici di famiglia – deve essere messo in grado di “operare aumentando la sua capacità di intercettare, prendere in carico e dare risposta ai bisogni assistenziali dei cittadini”. Aft (Aggregazione Funzionale Territoriale). E’ un insieme di professionisti, tutti della stessa professionalità, riuniti in un territorio omogeneo e coordinati da uno di loro (eletto dagli altri) che si interfaccia tra loro e l’azienda sanitaria per il governo delle cure primarie sul territorio e i rapporti con l’ospedale. Ai medici delle Aft sarà affidata la tutela della salute della popolazione di riferimento. Si prevedono circa 100 Aft in tutta la regione. Ogni Aft avrà un bacino di circa 30.000 abitanti, circa 20-25 medici di medicina generale (Mmg) e 5-6 medici di continuità assistenziale (meglio conosciuti come guardia medica: i medici che entrano in funzione negli orari lasciati scoperti dai medici di medicina generale). In via sperimentale, i medici di continuità assistenziale potranno effettuare attività per gli anziani, i cronici, ecc. Nelle ore diurne, mentre tra la mezzanotte e le 8 del mattino (ore in cui la richiesta è minore) le vere urgenze verranno affidate al 118. Nelle Aft sarà possibile anche sperimentare la piccola diagnostica o diagnostica leggera, per esaurire quanto più possibile il problema di salute di un cittadino all’interno dell’Aft: questo porterà a un minor ricorso all’ospedale, inteso come diminuzione di accessi impropri al Ps e ricoveri impropri. Uccp (Unità Complessa di Cure Primarie). In Toscana si identifica con il sistema delle Case della Salute. E’ un’aggregazione strutturale multi-professionale, di cui fanno parte i Mmg (ed eventualmente i pediatri di famiglia) insieme ad altri operatori del territorio: infermieri, specialisti, amministrativi, personale sociale. Opera nell’ambito dell’organizzazione distrettuale, con l’obiettivo di effettuare in maniera integrata tutte quelle attività utili ad affrontare prima di tutto la cronicità in tutte le sue varianti. La sede unica consente di offrire sul territorio un luogo riconoscibile per le necessità assistenziali dei cittadini. Attualmente le Uccp sono 20 in tutta la regione, dovrebbero salire a 30 nel 2013 e arrivare e 45-50 nel 2014. Sanità di iniziativa. Anche questa è prevista dagli accordi. Quanto fatto finora in via sperimentale nei prossimi tre anni vedrà l’ingresso a regime per tutta la popolazione toscana, secondo il Chronic Care Model. Nel 2013 si prevede la copertura del 60% della popolazione, nel 2014 dell’80%, nel 2015 il 100% della popolazione toscana. I Mmg avranno degli obiettivi e verranno pagati in base ai risultati ottenuti. La sanità di iniziativa è quella che non aspetta il cittadino sulla soglia dell’ospedale (sanità di attesa), ma gli va incontro prima che le patologie insorgano o comunque si aggravino, facendo anche opera di prevenzione e di educazione. Il riferimento è il Chronic Care Model, basato sull’interazione tra il paziente, reso esperto da opportuni interventi di formazione e addestramento, e il team multiprofessionale composto da Mmg, infermieri e operatori sociosanitari. La sperimentazione di questo modello, avviata nel 2009 ed estesa oggi a circa il 40% della popolazione toscana, ha dimostrato di produrre notevoli miglioramenti nella qualità dei servizi territoriali: il 67% dei pazienti intervistati in una recente indagine sulla soddisfazione degli utenti, ha dichiarato di aver riscontrato dei benefici sul proprio stato di salute da quando è stato introdotto il nuovo modello, e l’86% di essi ha rilevato un miglioramento complessivo dell’assistenza. Appropriatezza prescrittiva e contenimento delle liste di attesa. Per ridurre le liste di attesa della medicina specialistica, l’accordo prevede un protocollo operativo che contempla: l’aumento delle prestazioni erogate con ore aggiuntive di attività programmata (le aziende possono prevedere un pacchetto aggiuntivo di ore di cui disporre in caso di superamento dei tempi di attesa) e interventi finalizzati all’appropriatezza delle prestazioni (programmi di formazione/informazione rivolti ai medici prescrittori – medici e pediatri di famiglia – finalizzati alla ricerca dell’appropriatezza nella domanda specialistica). L’accordo con i medici prevede anche l’istituzione del Centro Toscano di Formazione e Ricerca in Medicina Generale, per la formazione pre e post-laurea, la formazione continua e la ricerca e sperimentazione in medicina generale e cure primarie. |
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SANITÀ, GIUNTA SARDA: NOMINATI PER LA PRIMA VOLTA ORGANI INDIRIZZO AZIENDE OSPEDALIERO-UNIVERSITARIE CA E SS |
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Cagliari, 5 Febbraio 2013 - Svolta positiva nei rapporti istituzionali tra Regione, Università sarde e Aziende ospedaliero-universitarie (Aou). Per la prima volta la Regione, in accordo con gli atenei di Cagliari e Sassari e le Aziende miste delle due città, si dota degli Organi di indirizzo che avranno il compito di proporre iniziative per assicurare la coerenza della programmazione generale dell´attività assistenziale delle Aou con quella didattica e scientifica delle Università, verificandone la corretta attuazione. Le Delibere. I nuovi organismi sono stati nominati dalla Giunta su proposta dell’assessore della Sanità Simona De Francisci, con le delibere 3/14 del 22 gennaio e 5/17 del 29 gennaio scorsi. "Dopo tanti anni colmiamo una lacuna – spiega con soddisfazione l’assessore De Francisci – che aveva inciso non poco nell’azione programmatoria delle Aziende. Ora, grazie al ruolo definito degli Organi di indirizzo, le Aou potranno contare su attività più integrate ed efficaci, a tutto vantaggio della loro gestione. Senza contare che saranno notevolmente migliorati i rapporti e le interlocuzioni tra istituzioni". La Composizione. La composizione dell´Organo di indirizzo è stabilita nei protocolli d´intesa tra Regione e Università. I presidenti sono interni agli Organi e sono nominati dalla Regione d´intesa con i Rettori. I rappresentanti sono massimo 5: due designati dall’assessore della Sanità (uno dei quali scelto tra i dirigenti ospedalieri), due dall’Università (uno dei quali è il preside della facoltà di Medicina) e il quinto nominato d’intesa dall’assessore e dal Rettore. I componenti sono scelti tra esperti di riconosciuta competenza in materia di organizzazione e programmazione dei servizi sanitari, durano in carica quattro anni e possono essere confermati. Aou Cagliari. Per quanto riguarda l’Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari l’Organo è così costituito: Pietro Paolo Murru (presidente, d’intesa tra assessorato della Sanità e ateneo di Cagliari), Paolo Contu e Massimo Deiana (per l’Università), Cinzia Laconi e Mariangela Ghiani (per l’assessorato). Aou Sassari. L’organo di indirizzo dell’Azienda mista di Sassari è formato da Ida Mura (presidente) e Lucia Giovanelli (per l’Università di Sassari), Antonio Succu (d’intesa tra ateneo turritano e assessorato); Marcello Tidore e Francesco Sanna (per l’assessorato). |
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OCULISTICA, L’ASSISTENZA REGIONALE LUCANA DIVENTA UN NETWORK
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Potenza, 5 febbraio 2013 - Il sistema sanitario regionale si mette in rete per assistere e curare i cittadini affetti da problemi legati alla vista. La giunta regionale ha infatti approvato l’istituzione del Dipartimento interaziendale di Oculistica che, aggregando strutture semplici e complesse appartenenti a diverse aziende, definisce un modello assistenziale che risponde pienamente ai principi di integrazione, intersettorialità, qualità e sostenibilità. Costituiscono la rete di assistenza oculistica, le strutture dipartimentali dell’Azienda sanitaria locale di Potenza, dell’Azienda sanitaria locale di Matera, dell’azienda ospedaliera regionale “San Carlo” e dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Crob”. L’obiettivo del Dipartimento interaziendale è quello di introdurre sistemi di gestione innovativi nel settore oculistico, fondati su logiche di network. Il Dipartimento potrà contare sull’interscambio delle risorse disponibili ma anche sul confronto delle varie professionalità impiegate nelle diverse aziende e sulla loro formazione continua. Le occasioni di accesso all’assistenza in oculistica, saranno quindi equilibrate sul territorio regionale così da soddisfare il “bisogno di salute” espresso dal territorio. Tra gli obiettivi, inoltre, c’è anche quello di ridurre la migrazione dei pazienti verso altre regioni generando, invece, una mobilità in entrata verso servizi sanitari lucani sempre più qualificati, che attivano percorsi clinico-assistenziali e diagnostico-terapeutico-riabilitativi, collocando al centro il benessere dell’utente. Il governo regionale non si è limitato a varare l’istituzione del Dipartimento ma ha anche approvato il Protocollo di costituzione, organizzativo ed operativo del Dipartimento che definisce i criteri e le modalità di valutazione degli accessi, delle prese in carico dei pazienti e delle erogazioni delle prestazioni a vari livelli. L’organo che sovraintende a tutte le attività di verifica, controllo e valutazione del Dipartimento, è la Conferenza dei direttori generali, costituita appunto dai direttori generali delle quattro aziende sanitarie interessate. L’istituzione del Dipartimento interaziendale di Oculistica, si conforma al disegno del riassetto organizzativo e territoriale indicato dal Piano regionale integrato della Salute, in quanto risponde pienamente all’esigenza di una riorganizzazione dei modelli assistenziali più coerenti con i principi di integrazione, intersettorialità, qualità e sostenibilità dei servizi mantenendo sempre al centro l’obiettivo finale: il benessere del cittadino/utente. |
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BOLZANO: ABBATTUTE LE SPESE PER LE COMMISSIONI SANITARIE |
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Bolzano, 5 febbraio 2013 - Su proposta dell´assessore competente Richard Theiner, la Giunta provinciale ha deciso di abbattere i compensi per i membri delle commissioni sanitarie. "Il risparmio - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - sarà di 500mila euro". Nel 2012 la spesa totale in questo ambito era stata di 700mila euro. Dai 630mila euro del 2011 ai 700mila euro del 2012, per precipitare in futuro sino a 200mila euro. "Con la revisione dei compensi previsti per i membri delle commissioni sanitarie - ha annunciato Durnwalder - riusciremo a raggiungere un risparmio di ben 500mila euro senza intaccare efficienza e funzionalità di questi organi". Per quanto riguarda le commissioni di prima istanza, nominate dall´Azienda sanitaria, i membri dipendenti della stessa azienda subiranno una decurtazione dei compensi pari all´80%, mentre i membri "esterni" vedranno ridursi le proprie indennità del 20%. In concreto, ciò significa che per i membri interni i compensi per ogni decisione collegiale passano da 13 a 2,6 euro se la riunione ha luogo fuori dall´orario di lavoro, e da 4,5 a 1 euro se invece si svolge durante l´orario di lavoro, mentre per i membri esterni si passa da 13 a 10,4 euro. A questa cifra va poi aggiunto il compenso orario, che sino ad oggi era di 43 euro l´ora, e che in futuro sarà di 8 euro per i membri interni all´Azienda sanitaria e di 34 euro per gli esterni. Sostanziose le riduzioni anche per quanto riguarda le commissioni di secondo livello, i cui membri vedranno ridursi i compensi del 20%. Per le decisioni collegiali si passa da 26 a 21 euro sia per i membri interni che partecipano a una riunione fuori dall´orario di lavoro, sia per i membri esterni. Se la riunione si svolge invece durante l´orario di lavoro, i membri della commissione dipendenti dell´Azienda sanitaria non ricevono più 8,5 euro, bensì 7 euro. Il compenso orario, infine, passa da 43 a 34 euro, indipendentemente dal fatto che si tratti di membri interni o esterni all´amministrazione sanitaria. |
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LA "LISTA NERA" DEI FARMACI PRESENTATA SULLA RIVISTA MEDICA FRANCESE “PRESCRIRE” |
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Lecce, 5 febbraio 2013 - Giovedì scorso l’autorevole rivista medica francese “Prescrire”ha presentato la sua lista di "farmaci più pericolosi che utili", per i quali chiede il ritiro dal mercato a causa di rischi per la salute "sproporzionati" se confrontati con i benefici. L’interessante articolo, rivela Giovanni D´agata, fondatore dello “Sportello dei Diritti”, parte dalla considerazione che ogni anno, molti nuovi farmaci sono consentiti, nonostante la mancanza di prove di progressi in relazione alle patologie di riferimento. Nella pratica e non rare volte risultano essere meno efficaci o più dannosi. Ma in generale, campagne pubblicitarie massicce riescono a favorire anche oggi un´immagine positiva agli occhi degli operatori sanitari e dei pazienti. Per altri farmaci, anche quelli più vecchi, le aspettative iniziali di efficacia sono deluse dai progressi nella loro valutazione. Oppure i loro effetti collaterali sono più importanti di quanto si pensasse. Infine, per tutti questi motivi, molti farmaci tuttora utilizzati, sono più pericolosi che utili, rispetto ad altri medicinali in commercio. Sulla base di analisi pubblicate su Prescrire 2010-2012 (sui nuovi farmaci, ma anche i vecchi) Prescrire raccoglie nel suo numero di febbraio una serie di diverse decine farmaci “più pericolosi che utili”. La rivista anche sul suo sito on line invita i pazienti e gli operatori sanitari a rivedere gli attuali trattamenti per rimuovere dal mercato questi farmaci, e preferire altri tipi di trattamenti. In tutti i casi indicati, la rivista individua una migliore opzione di cura disponibile. Questo articolo ha lo scopo di aiutare a reperire le migliori cure per i pazienti, tenendo conto dei risultati di valutazioni cliniche dei farmaci rigorose e indipendenti. Essa mira inoltre a sfidare le autorità per dare priorità alle iniziative al servizio della salute pubblica. E incoraggiarle a prendere provvedimenti in grado di proteggere realmente i pazienti. Nella lista nera compaiono diverse decine di farmaci e tra questi i seguenti: Primalan, Protopic, Motilium, Mopral, Zyban, Ketum. |
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VALLE D’AOSTA: INTENSIFICATI I CONTROLLI SU REGOLARITA’ BENEFICI PER INVALIDI CIVILI |
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Aosta, 5 febbraio 2013 - L’amministrazione regionale informa che la Struttura invalidità civile dell’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali ha intensificato i controlli sulla veridicità delle autocertificazioni dei redditi presentate per l’ottenimento dei benefici, di cui alla legge regionale n. 11/1999, a favore degli invalidi civili. Dai riscontri effettuati attraverso l’Ufficio delle entrate stanno emergendo numerose situazioni irregolari, che si configurano come false dichiarazioni e che obbligatoriamente sono segnalate all’Autorità giudiziaria, oltre che comportare la revoca dei benefici concessi. |
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CATANZARO, INAUGURAZIONE DEL REPARTO DI OCULISTICA DEL “PUGLIESE-CIACCIO” |
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Catanzaro 5 febbraio 2013 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti è intervenuto all’inaugurazione del reparto di oculistica dell’ospedale “Pugliese-ciaccio” di Catanzaro. “´L´apertura di questo nuovo reparto di eccellenza, unico in Calabria per il numero dei posti letto - ha detto il Presidente Scopelliti - rappresenta per noi il raggiungimento di un altro degli obiettivi che ci eravamo prefissati. Ciò a dimostrazione che la Regione sta facendo delle scelte, in tutta la Calabria, laddove hanno un senso e una logica. Il nostro compito, infatti, è quello di dare risposte concrete agli ammalati, ai cittadini e mi sembra che, all’interno di questo reparto, ci sia una grande attività e dinamicità. Per quanto ci riguarda dobbiamo soltanto continuare nell’azione di recupero di una struttura che ha grandi potenzialità, grandi mezzi e grandi risorse umane al suo interno, in grado di dare risposte significative. Questa azione di riqualificazione ci consente di mettere in campo nuove risorse come quelle per le nuove tecnologie che molto presto arriveranno a supporto della crescita di questa struttura ospedaliera. Noi vogliamo dimostrare un modo diverso di fare politica”. Il Presidente Scopelliti, con riferimento all’attuale momento politico, ha detto: ´´Spero che non disturbi il fatto che questa inaugurazione capiti in un periodo a ridosso della campagna elettorale. Anche perchè i nostri colleghi e avversari, nel tempo, non facevano inaugurazioni in campagna elettorale magari, ma si limitavano ad assumere gli amici dei mafiosi nella sanità. Vi chiediamo scusa per questa iniziativa che si svolge in questo periodo, ma dovevamo decidere se inaugurare questo reparto all´avanguardia adesso oppure rinviare tutto di un mese proprio perché è in atto la campagna elettorale. Ma abbiamo deciso di farla lo stesso´´. |
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BOLZANO: FIRMATA CONVENZIONE TRA LA PROVINCIA E L’A.V.I.S. ALTO ADIGE SüDTIROL
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Bolzano, 5 febbraio 2013 - L’assessore Richard Theiner ha firmato il 1° febbraio la convenzione tra la Provincia, l’Azienda sanitaria provinciale e l’Avis – Associazione Italiana Volontari del Sangue. Presenti alla firma anche il direttore generale dell’Azienda Sanitaria, Andreas Fabi ed il presidente dell’Avis, Erich Hanni. "La convenzione che è stata firmata oggi" sottolinea l´assessore provinciale alla sanità, famiglia e politiche sociali, Richard Theiner "avrà una durata di tre anni e mira ad assicurare alla sanità provinciale la piena autosufficienza per quanto riguarda le donazioni di sangue. In questo ambito un ruolo fondamentale viene svolto dall´ Associazione Italiana Volontari del Sangue, sezione dell´Alto Adige-südtirol, unica associazione privata attiva in questo settore, attiva da 60 anni che conta 18.000 iscritti ed ogni anno raccoglie oltre 25.250 donazioni". La convenzione prevede che la Provincia verserà all´Avis ed all´Azienda Sanitaria per ogni unità di sangue donata un importo fisso e contribuirà inoltre alla campagna dell´Avis per l´acquisizione di nuovi soci e donatori. |
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“DEGENZA E CONOSCENZA: LA STORIA DI ROMA ENTRA NEGLI OSPEDALI” |
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Roma, 5 febbraio 2013– Prosegue l’iniziativa a favore dei pazienti in collaborazione con Roma Capitale nell’ambito del progetto Pica: “Degenza E Conoscenza: La Storia Di Roma Entra Negli Ospedali” Mercoledì 6 febbraio p.V. Si svolgerà il secondo incontro sulla storia di Roma antica presso i nostri Istituti dal titolo:"La medicina nell´antichità: rimedi e cure naturali". 45 minuti di illustrazioni, citazioni e curiosità con lo scopo di informare e stimolare pazienti, degenti e loro familiari, operatori e volontari. In che modo si curavano gli antichi romani? Chi era il medico più famoso dell’impero romano? Quali piante medicinali venivano usate? E’ vero che gli strumenti chirurgici erano all’avanguardia? Sono alcune delle domande alle quali risponderanno i giovani selezionati e formati dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale che promuove il progetto Pica (Percorsi di Cittadinanza Attiva) all’interno degli ospedali del territorio romano. L’obiettivo è intrattenere, incuriosire, stimolare ed informare attraverso parole e immagini, i nostri ospiti che trovano così un modo piacevole per distrarsi e partecipare a momenti di aggregazione all’interno dello struttura sanitaria. L’iniziativa avrà luogo presso il Centro Congressi “Raffaele Bastianelli” aula C, alle ore 15.00 secondo il seguente calendario: mercoledì 6 febbraio La medicina nell´antichità: rimedi e cure naturali; mercoledì 20 febbraio Le abitudini alimentari dei romani antichi: pasti e vasellame da tavola; mercoledì 6 marzo Eros e amore nella Roma antica; mercoledì 20 marzo Roma che spettacolo! I divertimenti nell’antica Roma; mercoledì 10 aprile Religione nella Roma Antica: i culti locali e quelli importati grazie alle conquiste militari. In allegato la locandina dell’evento Segui l’evento sulla nostra pagina Facebook: http://www.Facebook.com/events/448267818573808/?ref=22 Su richiesta inviamo le dispense dei singoli incontri |
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IL NUOVO PRONTO SOCCORSO DELL’OSPEDALE DI IVREA |
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Ivrea, 5 febbraio 2013 - E´ operativo il nuovo pronto soccorso dell’ospedale di Ivrea, inaugurato il 1° febbraio alla presenza del presidente della Regione. Si tratta di un avvenimento atteso da tempo, che dispone di spazi sono molto più ampi rispetto alla vecchia struttura, dotati di impianti e attrezzature all’avanguardia, più umanizzati e più funzionali rispetto alle esigenze degli operatori. Costato all’Asl circa 2 milioni di euro, il nuovo pronto soccorso occupa una superficie di circa 900 metri quadrati, più del doppio rispetto a quello precedente, e comprende due sale d’attesa, di cui una destinata all’attesa prima del triage e l’altra che permette il controllo a vista degli utenti dopo il triage, tre sale mediche per attività di visita, una sala per le emergenze dotata di quattro postazioni sotto il diretto controllo degli operatori, quattro locali destinati agli utenti che rimangono in “osservazione breve” per un totale di 17 posti attrezzati. E’ anche stata realizzata una nuova camera calda, locale esterno dove arrivano i mezzi di soccorso coperto, riscaldato e collegato con l’ingresso. Tra le altre innovazioni, un sistema pneumatico che permette di inviare direttamente le provette per gli esami al Laboratorio Analisi ed una sala radiologica per effettuare gli esami tradizionali senza trasportare gli interessati in un altro reparto. |
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MILANO, PALAZZO REALE. INAUGURA OGGI “NEW ORLEANS SERIES”, LA PRIMA MOSTRA IN ITALIA DI BOB DYLAN PITTORE |
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Milano, 5 febbraio 2013 – Da oggi al 10 marzo 2013 Palazzo Reale ospita la prima mostra in Italia dei dipinti di Bob Dylan, esponendo nelle stanze dell’Appartamento di Riserva la serie più recente delle creazioni dylaniane, New Orleans Series, realizzata dall’artista tra il 2008 e il 2011. La mostra, promossa e prodotta dal Comune di Milano Cultura Moda Design e da Palazzo Reale, è curata da Francesco Bonami. Tutti conoscono Bob Dylan come musicista, poeta della canzone e autore di testi entrati nella storia della musica come colonna sonora della vita di intere generazioni. A coronamento di questa carriera, nell’aprile del 2008 gli viene assegnato il Premio Pulitzer “per il profondo impatto sulla musica popolare e sulla cultura americana, grazie alle liriche composte e alla straordinaria forza poetica dei suoi testi”. Pochi però sanno che Dylan è da sempre anche un artista visivo, che disegna fin da quando era molto giovane e che verso la fine degli anni ‘60 ha iniziato a dipingere. La prima collezione di bozzetti e disegni, nata in un tour che lo portò dall’America in Europa e Asia tra il 1989 e il 1992, fu pubblicata nel 1994 in un libro dal titolo Drawn Blank ed esposta per la prima volta al Kunstsammlungen di Chemnitz in Germania nel 2007, rielaborata per la mostra in versione di acquarelli e gouaches con il titolo The Drawn Blank Series. Una seconda serie di tele vede la luce nel 2010, in occasione di una personale in Danimarca, alla National Gallery di Copenhagen, per la quale Dylan crea The Brazil Series. Il set dei 23 dipinti esposti nelle sale di Palazzo Reale sarà invece New Orleans: non la città del passato recente devastata dall’alluvione, bensì la New Orleans impregnata nell’atmosfera un po’ losca ma cool degli anni ‘40 e ‘50. La mostra è una narrazione personale, dove ogni opera è un frammento di una storia più grande e ogni immagine vive a metà fra sogno e ricordo. “Dipingo per le persone” ha affermato Bob Dylan”, quasi come un sarto fa un vestito per qualcuno”. Basati su immagini fotografiche, i dipinti si muovono fra l’isolamento dei soggetti e scene dove i personaggi sono immersi in una tensione ed una violenza intime . Amore e violenza sembrano però rimanere sempre sul bordo della tela, creando una strana atmosfera di sospensione. L’emozione rimane intrappolata nel dipinto, in attesa che lo sguardo dello spettatore la liberi. Anche il tempo è come rallentato e Dylan unifica la sua illusione pittorica svuotando quasi completamente i lavori del loro colore, come su una vecchia pellicola un po’ sbiadita. L’occhio si trasforma così in una lente capace di sostituire la registrazione della realtà al ricordo. Il ritmo di tutta la mostra ha il passo di una giornata che scorre. L’artista e gli spettatori si muovono fra i quadri come personaggi di un film, passeggiano fra le ore del giorno osservando la realtà che li circonda, fanno il resoconto della loro camminata senza fare nessun commento, mantenendosi a distanza. Da scene di totale indolenza come in Blowtorch, Sala da Ballo o Stazione Ferroviaria si scivola così dentro un’ atmosfera di tensione e violenza nascoste e misteriose come Blind Man, Jockey Club, Peace Maker, Rescue Team o Hitman. Se la spiritualità è evidente in Church Goers e Minister, queste tele sono però in aperto contrasto con la sessualità prima appena accennata in Masked Dance e poi esplicita in Fire Dancer, Romeo and Juliet e altri dipinti senza titolo. Poi finalmente i dipinti delle Courtyard danno un po’ di respiro alla fine del giorno. L’evento espositivo sarà accompagnato da una rassegna cinematografica dedicata a Bob Dylan, organizzata da Fondazione Cineteca Italiana in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura, Moda, Design del Comune di Milano, che si svolgerà dall’1 al 3 marzo 2013 presso la Sala Alda Merini – Spazio Oberdan della Provincia di Milano. Sei i titoli in programma, fra lungometraggi e documentari: il classico Rinaldo e Clara (1978), diretto dallo stesso Dylan, in cui la musica si intreccia con interviste e divagazioni filosofico-esistenziali; il bellissimo Io non sono qui (T. Haynes, 2007), vincitore alla Mostra del Cinema di Venezia 2007 del Premio speciale della giuria e della coppa Volpi per la miglior attrice a Kate Blanchett, che intrepretò lo stesso Dylan in modo stupefacente con un eccezionale lavoro sui gesti, le movenze e la voce dell’artista; il grande ritratto di Scorsese No Direction Home: Bob Dylan (2005), con inediti materiali di repertorio e interviste realizzate per il film; poi Pat Garrett e Billy the Kid (1973), certo uno degli western crepuscolari più belli di sempre, firmato dal maestro Sam Peckinpah e ricordato anche per la celeberrima canzone “Knockin´ on Heaven´s Door”; il documentario di Alan Pennebaker Dont Look Back (1967), il primo dedicato ad un artista del folk-rock e selezionato nel 1998 per la preservazione da parte del National Film Registry della Library of Congress statunitense come opera significativa sotto l´aspetto culturale, storico ed estetico. L’ultimo titolo della rassegna è un’opera tutta da scoprire, mai distribuita in sala in Italia. Si tratta di Masked and Anonymous, realizzato nel 2003 da un regista di grande talento come Larry Clarke, con Bob Dylan nei ruoli di sceneggiatore e interprete protagonista e con uno stuolo davvero significativo di grandi attori: da Jeff Bridges, John Goodman e Jessica Lange, a Penelope Cruz, Luke Wilson, Angela Bassett, Ed Harris, Val Kilmer. Schede dei film- Io non sono qui R: Todd Haynes. I: Christian Bale, Cate Blanchett, Richard Gere. (Usa, 2007, 135’) Seguendo le storie di sei personaggi ripercorriamo alcuni aspetti della vita di Bob Dylan, tra proteste giovanili, poesia e tanta musica. No Direction Home: Bob Dylan - R: Martin Scorsese. I: Bob Dylan, Joan Baez, Allen Ginsberg. (Usa, 2005, 208’) Un documentario che ripercorre, in un appassionante viaggio, la vita di Bob Dylan, dalle origini del mito ad oggi. Pat Garrett e Billy The Kid - R: Sam Peckinpah. I: James Coburn, Kris Kristofferson, Bob Dylan. (Usa, 1973, col., 122’) Siamo nel New Mexico nel 1880 e uno spietato latifondista manda i due pistoleri Pat Garrett e Billy The Kid a ‘sistemare’ i rivali. Ma i tempi cambiano e, dopo l’accordo con le autorità, Garrett accetta di diventare sceriffo e uccidere il vecchio collega. Dont Look Back - R: Don Alan Pennebaker. I: Bob Dylan, Albert Grossman, Joan Baez. (Usa, 1967, b/n, 96’) Documentario musicale che racconta, attraverso una serie di episodi, la tournee di Bob Dylan nel Regno Unito del 1965. Masked and Anonymous - R: Larry Charles. I: Bob Dylan, Jeff Bridges, Penelope Cruz. (Usa, Gran Bretagna, 2003, 112’) In uno stato americano del futuro, la cui dittatura sta per essere eliminata da una prossima rivoluzione, si organizza un concerto di beneficenza del leggendario cantante Jake Fate, appena uscito di prigione. Rinaldo e Clara - R: Bob Dylan. I: Bob Dylan, Joan Baez, Sarah Dylan. (Usa, 1978, col.) Documentario sulla tournée poetico-musicale The Rolling Thunder Review del 1975, è un poema audio-visivo sul proprio mito. Calendario proiezioni - Venerdì 1 marzo: ore 17 Rinaldo e Clara (Bob Dylan, 1978, 190’) v.O. Sott. It. Ore 21.15 Io non sono qui (T. Haynes, 2007, 135’). Sabato 2 marzo: ore 15 Masked And Anonymous (L. Clarke, 2003, 112’) v.O. Sott. It. Ore 17.15 No Direction Home: Bob Dylan (M Scorsese, 2005, 200’) v.O. Sott. It. Ore 21.15 Pat Garrett e Billy The Kid (S. Peckimpah, 1973, 122’) v.O. Sott. It. Domenica 3 marzo: ore 14.30 Io non sono qui (T. Haynes, 2007, 135’) ore 17 Pat Garrett e Billy The Kid (S. Peckimpah, 1973, 122’) v.O. Sott. It. Ore 19.15 Masked And Anonymous (L. Clarke, 2003, 112’) v.O. Sott. It. Ore 21.30 Dont Look Back (Alan Pennebaker, 1967, 96’) versione originale. Modalità D’ingresso: Biglietto d’ingresso: intero € 7,00 Biglietto d’ingresso ridotto per possessori di Cinetessera: € 5,50 Cinetessera annuale: € 5,00, valida anche per le proiezioni al Mic – Museo Interattivo del Cinema - e all’ Area Metropolis 2.0 – Paderno Dugnano. I biglietti possono essere acquistati in prevendita alla cassa di Spazio Oberdan da una settimana prima dell’evento nei giorni e negli orari di apertura della biglietteria. |
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SPORT, COLLABORAZIONE TRA LA REGIONE ED IL COMUNE DI MILANO |
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Milano, 5 febbraio 2013 - In seguito alla dichiarazione rilasciata dall´assessora allo Sport del Comune di Milano, laddove lamenta che in passato il Comune ha sentito la mancanza del supporto della Regione, l´assessore regionale allo Sport e Giovani precisa come negli ultimi mesi il rapporto tra l´Assessorato regionale e il Comune di Milano sia stato di piena e concreta collaborazione. Secondo l´assessore regionale questo è testimoniato anche dalla partecipazione in prima persona dell´assessora comunale al Tavolo Sport e Giovani di Regione Lombardia. "Sono d´accordo con la mia collega - precisa l´assessore regionale allo Sport - sulla necessità di sensibilizzare gli imprenditori e riunirli intorno a un tavolo e sono già in corso contatti proprio per portare avanti un dialogo con il mondo delle imprese". Le Risorse Messe In Campo - "Per quanto riguarda il tema dell´impiantistica, caro alla Regione tanto quanto al Comune - sottolinea l´assessore - nei primi due mesi di mandato abbiamo deliberato un bando per supportare le strutture lombarde con 6 milioni, destinati grazie ai residui in bilancio a crescere sino a 9 e, a breve, se ne aprirà un altro, con una dotazione di 10 milioni, in conto interessi, grazie al rientro di fondi prestati ad Arexpo. Inoltre, la dotazione finanziaria dei bandi destinati a supportare la promozione e valorizzazione della pratica sportiva per l´anno 2012 e 2013 è stata incrementata a 2 milioni". Impianti Sportivi E Palestre - "Regione Lombardia - spiega l´assessore - oltre ad aver effettuato un censimento completo e un conseguente monitoraggio di tutti i suoi impianti sportivi, ha successivamente avviato il progetto ´Palestre Aperte´, destinato ad aumentare di parecchie migliaia di ore giornaliere la disponibilità delle palestre scolastiche a favore della società sportive, dei disabili e degli anziani". Un Nuovo Palasport - Infine, l´assessore ricorda l´appoggio della Regione al progetto di un nuovo Palasport, destinato a sorgere nell´hinterland metropolitano. "Grazie a un grande apporto di capitali privati - sottolinea - possiamo offrire una risposta reale al crollo del Palazzone del 1985. In questi mesi abbiamo lavorato con concretezza e in sintonia, non facendo mai venire meno il ruolo di regia della Regione". |
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