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Notiziario Marketpress di Mercoledì 20 Febbraio 2013
Politica
SENZA CONFINI": L´EUROREGIONE DA IERI È UNO STRUMENTO OPERATIVO  
 
Klagenfurt, 20 febbraio 2013 - "L´euroregione c´è". Il presidente della Regione Fvg , Renzo Tondo, ha partecipato ieri a Klagenfurt, assieme ai presidenti della Carinzia, Gerhard Doerfler, e a quello del Veneto, Luca Zaia, alla seduta di insediamento dell´Assemblea dell´Euregio "Senza confini". Siamo di fronte, come hanno sottolineato i tre presidenti, a un evento di fondamentale importanza, al passaggio dalla fase del "contenitore" a quella del "contenuto". La costituzione formale del 27 novembre scorso, a palazzo Balbi a Venezia, ha chiuso la lunga stagione preparatoria dell´Euroregione, condizionata dai tempi di approvazione e di recepimento del regolamento comunitario sul Gect (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale). Ieri a Klagenfurt si è aperta una fase nuova, quella dell´avvio operativo e concreto di "Senza confini". Il presidente Tondo, che era affiancato dall´assessore per le Relazioni internazionali Elio De Anna, ha osservato che con l´Assemblea di oggi l´Euroregione ha un presidente, un direttore, una sede, una struttura operativa. In un momento difficile per l´Europa e per gli Stati nazionali, in un´Europa che stenta a decollare, l´Euroregione diventa quindi, è stato rilevato, un´opportunità di crescita, una "marcia in più" per i cittadini delle tre Regioni coinvolte: Friuli Venezia Giulia, Carinzia e Veneto. Da Klagenfurt viene lanciato, secondo il presidente, un messaggio rivolto a tutti i cittadini e in particolare ai giovani: in questa parte dell´Europa ci sono tre Regioni che cominciano a lavorare assieme, attorno a temi concreti. Un risultato comune è stato già ottenuto: il riconoscimento del Corridoio Baltico-adriatico da parte dell´Unione europea. Adesso l´Euroregione, come soggetto giuridico di diritto europeo, potrà diventare un punto di riferimento per acquisire finanziamenti comunitari per progetti congiunti, diventare insomma un "motore di sviluppo". L´assemblea ha deciso un criterio di rotazione della presidenza ogni tre anni: primo presidente è stato nominato Luca Zaia, seguiranno i presidenti di Carinzia e Friuli Venezia Giulia. Nell´accettare la nomina, il presidente del Veneto ha indicato, come impegno principale del suo mandato, l´allargamento dell´Euroregione alla Slovenia e alle due Contee dell´Istria croata. Come direttore ad interim, in attesa di poter definire e pubblicare un bando per una figura stabile, è stato scelto il direttore generale della Carinzia, Dieter Platzer. Una scelta, questa, dettata dalla volontà di far partire da subito la fase operativa dell´Euregio "Senza confini". La sede principale di "Senza confini" sarà a Trieste, in alcuni locali dell´Ince, con una sede secondaria in Carinzia. L´euroregione si avvarrà, come supporto tecnico, delle competenze di Informest. Oggi sono stati nominati anche i componenti del Gruppo tecnico di lavoro, che affiancheranno il direttore. Un percorso istituzionale iniziato a Villa Manin di Passariano ancora nel 2005, che ha trovato a Klagenfurt la sua concreta realizzazione con la seduta di insediamento dell´Assemblea del Gect (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale) "Euregio Senza Confini". Ecco le principali trappe che hanno portato alla nascita dell´Euroregione transfrontaliera: - 17 ottobre 2005, Villa Manin di Passariano (Udine) I soggetti interessati (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia, Slovenia, Contee Istriana e Litoraneo Montana della Croazia) firmano una dichiarazione d´intenti. - 5 luglio 2006, Bruxelles L´unione europea emana il Regolamento che istituisce il Gect. - 21 giugno 2007, Villa Manin di Passariano (Udine) Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia si accordano formalmente per costituire l´Euroregione. Slovenia e Contee della Croazia ribadiscono il loro interesse al progetto. - 29 novembre 2007, Duino (Trieste) Vertice trilaterale, si decide di fissare la sede dell´Euroregione a Trieste. - 10 dicembre 2008, Villaco Le Giunte di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia, in attesa del recepimento del Regolamento Ue da parte dell´Italia, costituiscono un Coordinamento operativo trilaterale. - 7 luglio 2009, Roma L´italia recepisce il Regolamento Ue sui Gect. - 17 novembre 2009, Venezia Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia concordano il percorso che porterà alla nascita dell´Euroregione e scelgono il nome: "Euregio Senza Confini". - 19 dicembre 2011, Klagenfurt Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia rinnovano per altri cinque anni il Protocollo di collaborazione trilaterale, in vista dell´avvio dell´Euroregione. - 16 marzo 2012, Trieste Le tre Regioni approvano i testi dello Statuto e della Convenzione del Gect "Euregio Senza Confini" e decidono di uscire dalla Comunità di lavoro Alpe Adria. - 13 luglio 2012, Roma Il Governo autorizza la partecipazione della Regione al Gect "Euregio Senza Confini". - 27 novembre 2012, Venezia Friuli Venezia Giulia, Veneto e Carinzia costituiscono formalmente il Gect "Euregio Senza Confini", con la prospettiva di allargamento alla Slovenia e alle Contee dell´Istria croata. - 19 febbraio 2013, Klagenfurt Si insedia l´Assemblea del Gect "Euregio Senza Confini".  
   
   
KLAGENFURT. GOVERNATORE VENETO ELETTO PRIMO PRESIDENTE DI EUREGIO SENZA CONFINI  
 
Klagenfurt (Austria), 20 febbraio 2013 - Klagenfurt, capitale del Land austriaco della Carinzia, ha ospitato ieri l’assemblea costituente dell’Euroregione denominata “Euregio Senza Confini”, nella forma di Gect (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale). I governatori del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e della Carinzia (Gerhard Dörfler), dopo la dichiarazione congiunta sottoscritta a Trieste nel marzo 2012 in un incontro trilaterale e dopo la firma, nello scorso novembre a Venezia, dello Statuto e dell’Atto Costitutivo del Gect, hanno concretamente avviato l’operatività di questo strumento di diritto europeo, nominando il presidente, il direttore ‘ad interim’, il gruppo tecnico di lavoro, il collegio dei revisori dei conti e individuando in Trieste la sede operativa. Primo presidente dell’”Euregio Senza Confini” è stato nominato per acclamazione il governatore del Veneto. “Sono orgoglioso di ricoprire questo incarico prestigioso per i prossimi tre anni – ha detto il presidente veneto – e ringrazio per la fiducia accordatami dai colleghi delle altre due regioni che compongono oggi il Gect, una realtà destinata ad allargarsi, ampliando così anche il suo potenziale e la sua forza in ambito comunitario”. “Oggi celebriamo definitivamente la chiusura di un capitolo durato 34 anni, quello di Alpe Adria – ha proseguito il governatore –, un organismo che già da tempo ha esaurito il suo compito, e avviamo questa nuova esperienza che si caratterizza per la concretezza delle azioni che possiamo avviare insieme. E’ il caso del Corridoio Baltico Adriatico, il progetto principe ad oggi di questa alleanza, che consentirà di collegare il nostro mare e i nostri porti a quelli del nord Europa”. Il Gect, infatti, è uno strumento dell’Unione Europea creato nel 2006 per definire un quadro legislativo unico per le Euroregioni. Grazie al riconoscimento della personalità giuridica, permette a territori regionali e locali di diversi Paesi dell’Ue di avviare forme di collaborazione superando gli ostacoli derivanti da differenti strutture giuridiche, contabili e di gestione. I membri di un Gect, ad esempio, potranno concorrere a bandi di finanziamento europeo congiuntamente, favorire l’integrazione dei sistemi di trasporto, cooperare in ambito turistico e per fornire servizi pubblici e locali. “Un altro dei miei obiettivi – ha proseguito il governatore veneto – nella fase d’avvio del Gect è quello di allargare i confini dell’Euroregione alla Slovenia e all’Istria croata che hanno già espresso la volontà di partecipare a questa esperienza”. I Gect finora creati in Europa sono 31, di cui quattro in Italia. Il Gect “Euregio Senza Confini” è il primo a cui partecipa una Regione a Statuto Ordinario come il Veneto. “Questo è un momento di sintesi storico in una fase storica per le nostre terre e le nostre genti – ha proseguito il governatore veneto –. In un’Europa che si dimostra essere sempre meno degli Stati e sempre più delle regioni, aree omogenee economicamente e socialmente come la nostra possono presentarsi a Bruxelles e ottenere in ambito comunitario quelle attenzioni che troppo spesso ci sono state negate”. A conclusione dell’incontro, su proposta del Governatore carinziano, approvata dalle autorità austriache, il Presidente Zaia è stato insignito della massima onorificenza del Land, in segno di stima e gratitudine per il fondamentale sostegno da lui garantito nell’ambito della cooperazione transfrontaliera.  
   
   
IL PARLAMENTO EUROPEO È PRONTO PER I NEGOZIATI SUL BILANCIO UE DI LUNGO TERMINE  
 
Strasburgo, 20 febbraio 2013- I deputati hanno preparato il terreno per i negoziati sul bilancio di lungo termine dell´Ue in un dibattito di lunedì con il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e quello della Commissione José Manuel Barroso. La maggior parte degli eurodeputati considera inaccettabile il recente accordo raggiunto sul bilancio dell´Unione per i prossimi 7 anni. Il Parlamento ha in effetti potere di veto. Il prossimo bilancio di lungo periodo dell´Ue, conosciuto come Quadro finanziario multi-annuale (Qfm) o, in inglese, Multiannual Financial Framework (Mff), stabilisce i limiti di spesa per ogni anno e per ogni rubrica di spesa per il periodo 2014-2020. Il Parlamento e gli Stati membri dovranno rispettare tali limiti di spesa quando si dovranno accordare sui bilanci annuali. I leader dell´Ue durante il summit del 7 e 8 febbraio si sono accordati per un livello degli impegni di spesa (le promesse contrattuali dell´Ue) di massimo di €960 miliardi e per pagamenti (liquidità effettivamente disponibile per pagare i conti derivati dalle promesse) pari a €908 miliardi, entrambi a livelli inferiori al progetto di bilancio della Commissione europea. ‘’Il compromesso raggiunto in occasione dell´ultimo vertice europeo non é assolutamente all´altezza delle sfide che ci attendono. Il Parlamento europeo chiedeva, e continuerà a chiedere, un bilancio dell’Unione moderno e ambizioso, capace di sostenere la ripresa europea e contribuire a mettere definitivamente alle spalle la crisi economica e finanziaria’’, ha affermato il vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella, in apertura del dibattito. Il presidente Van Rompuy ha confermato l´intenzione del Consiglio di intraprendere una discussione con il Parlamento e ha descritto l´accordo politico raggiunto tra gli Stati membri durante il summit come un "forte mandato negoziale". Flessibilità essenziale - Il Parlamento ha ribadito la sua richiesta di avere la possibilità di spostare i fondi non utilizzati da una rubrica ad un altra e da un anno all´altro. "La flessibilità nel bilancio è essenziale", ha detto Hannes Swoboda (At) per il gruppo S&d. "Senza un adeguato livello di flessibilità, il Quadro finanziario pluriennale cosi come proposto semplicemente non può funzionare", ha convenuto il presidente Barroso. Revisione intermedia - "C´è un fermo impegno di introdurre una clausola di revisione a due o tre anni. Non accetteremo austerità durante tutto il periodo di sette anni coperto dal bilancio a lungo termine", ha detto il leader del gruppo Ppe Joseph Daul (Fr). Deficit in violazione dei trattati - Molti deputati hanno avvertito che il bilancio proposto consolida il crescente trend di deficit, vietato espressamente dai trattati. "Abbiamo 200 miliardi di euro d´impegni non pagati ora e [avremmo] oltre 300 miliardi nel 2020. Questo è il deficit europeo che stiamo creando", ha avvertito Guy Verhofstadt (Alde, Be). Altre opinioni - Criticando "un bilancio pieno di sconti", Isabelle Durant (Verdi/ale, Be) ha detto: "Facciamo un altro quadro dopo il 2014 (...) per non legare le mani al prossimo Parlamento". Martin Callanan (Ecr, Uk) ha detto che l´accordo è "ben lungi dall´essere perfetto", ma riflette "un equilibrio pragmatico". "Il bilancio non è più sociale o verde, non dobbiamo parlare solo quantità, è necessario spendere meglio", ha detto Kartika Liotard (Gue/ngl, Nl). Paul Nuttall (Efd, It) ha detto che i tagli alla spesa rappresentano "noccioline" e ha aggiunto, in riferimento al Regno Unito, che "ci mostra la porta di uscita". Prossime tappe - Il progetto di bilancio di lungo periodo deve essere tradotto in atti giuridici prima che possa essere posto in votazione al Parlamento.  
   
   
UE: BARROSO INCONTRA HASHIM THAçI, IL PRIMO MINISTRO DEL KOSOVO  
 
 Bruxelles, 20 Febbraio 2013 – Di seguito la dichiarazione del Presidente Barroso dopo l´incontro di ieri con il signor Hashim Thaçi, il Primo Ministro del Kosovo:” Signore e signori, Vorrei iniziare il benvenuto primo ministro Thaçi a Bruxelles. Visita del primo ministro Thaçi è la prova che il Kosovo sta realizzando la sua prospettiva europea, e che si sta impegnando in modo costruttivo sulle questioni fondamentali che determineranno il suo futuro europeo e il benessere di tutti i cittadini. E voglio dire: il Kosovo sta facendo progressi, passo dopo passo! Durante le nostre discussioni molto buoni e aperto oggi, ho sottolineato che ora è il momento di fare che il progresso decisivo e per accelerare il ritmo delle riforme. Questo può essere un anno cruciale per l´Ue-kosovo relazioni. Come sottolineato dal Consiglio, 2013 potrebbe vedere una decisione di aprire i negoziati su un accordo di stabilizzazione e di associazione - se il progresso è necessario. Questa è una settimana cruciale in questo anno importante, e tutti noi vediamo l´ora di riunione tra il Primo Ministro Thaci con il Primo Ministro della Serbia Dacic nel quinto round del Dialogo. Ci auguriamo che si terrà nello stesso spirito costruttivo come i loro incontri precedenti. I risultati del dialogo sono di fondamentale importanza per le relazioni dell´Ue con sia il Kosovo e la Serbia. Ho voluto il coraggio Primo Ministro e la saggezza per i giorni a venire. Ha l´opportunità sulle sue mani per fare un grande passo alla fase successiva sul percorso europea del Kosovo. Abbiamo anche discusso i progressi rispetto ad un futuro di stabilizzazione e di associazione. La Commissione europea si è impegnata a rilasciare direttive di negoziato per un accordo di questo con il Kosovo questa primavera - disponibile il Kosovo fa ulteriori progressi essenziali sulle rimanenti priorità individuate nello studio di fattibilità dello scorso anno. Notevoli progressi sono stati effettuati sulla riforma della pubblica amministrazione, la tutela delle minoranze e dello stato di diritto. E capisco il Kosovo si è impegnata ad affrontare la quarta priorità (commercio) entro la metà di marzo. Infine, abbiamo anche discusso la questione dei visti, che so è un problema fondamentale per molti in Kosovo. La Commissione ha presentato una prima relazione sui progressi del Kosovo verso la liberalizzazione dei visti la settimana scorsa. Siamo soddisfatti dei progressi in materia di legislazione. Ma il Kosovo deve fare di più sull´attuazione, e abbiamo emesso raccomandazioni dettagliate in tal senso. Questi hanno lo scopo di essere utile, e non vediamo l´ora di lavorare con il Kosovo su questi nei prossimi mesi. Per concludere: il nostro suggerimento, il Consiglio ha stabilito un programma ambizioso per le relazioni dell´Ue con il Kosovo. Questa settimana e nei prossimi mesi sarà fondamentale nella realizzazione di queste ambizioni. Il primo ministro, sono sicuro che continuerà a dar prova di leadership e di visione a cogliere questa opportunità.  
   
   
CITTADINANZA EUROPEA: I CITTADINI EUROPEI SONO SEMPRE PIÙ CONSAPEVOLI DEI DIRITTI CHE L´UE GARANTISCE MA NE VOGLIONO SAPERE DI PIÙ  
 
Bruxelles, 20 febbraio 2013  Una nuova indagine Eurobarometro, pubblicata  ieri dalla Commissione europea, rivela che, a vent´anni dall´introduzione della cittadinanza dell´Ue, gli europei hanno ampia cognizione dell´esistenza dei diritti ad essa legati, ma non sempre sanno cosa implicano. L´81% degli intervistati sa di essere cittadino dell´Ue, oltre ad esserlo del proprio paese (cfr. Allegato), ma solo il 36% ritiene di essere ben informato sui diritti che derivano da questa condizione. La maggioranza degli europei conosce i propri diritti in fatto di libera circolazione (88%) e petizione presso le istituzioni unionali (89%), mentre i due terzi (67%) pensa che la libera circolazione delle persone all´interno dell´Ue sia vantaggiosa per il proprio paese dal punto di visto economico. L´indagine è pubblicata in concomitanza con l´udienza che Parlamento europeo e Commissione tengono oggi congiuntamente per discutere i diritti europei. La discussione fornirà materia per la prossima relazione della Commissione sulla cittadinanza dell´Ue, che intende affrontare gli ostacoli incontrati dai cittadini nell´esercizio dei loro diritti. La relazione, prevista per l´8 maggio, oltre a delineare una serie di iniziative tese a concretizzare questi diritti, nell’ambito dell’Anno europeo dei cittadini 2013, traccerà il bilancio delle 25 azioni annunciate nella prima relazione sulla cittadinanza dell´Ue del 2010 (cfr. Ip/10/1390 e Memo/10/525) e riferirà in merito agli ostacoli sormontati negli ultimi tre anni. Viviane Reding, Vicepresidente e Commissaria per la giustizia, i diritti fondamentali e la cittadinanza, si è così espressa: "Gli europei tengono molto ai loro diritti di cittadini dell´Ue e oggi sono più che mai consapevoli di averne. Resta però ancora molto da fare per permettere loro di fruirne appieno e per coinvolgerli più direttamente nel processo decisionale dell´Unione europea. Nel corso di quest´anno, che è l´Anno europeo dei cittadini, parteciperò a incontri pubblici in varie città dell´Unione, per raccogliere timori e idee riguardo ai diritti Ue, ascoltare proposte per migliorare la situazione e capire come i cittadini vedono il futuro dell´Europa. L´europa non può essere costruita senza il contributo diretto degli europei. Ecco perché stiamo cambiando radicalmente il modo di concepire le politiche europee al fine di permettere ai cittadini di dire la loro." Nell´indagine Eurobarometro sulla cittadinanza dell´Unione europea veniva chiesto agli europei di esprimersi sulla loro condizione di cittadini dell´Ue e sui diritti ad essa associati. Nel complesso, gli intervistati sanno di poter godere della maggior parte di questi diritti, compreso il diritto di petizione presso le istituzioni Ue (89%), libera circolazione (88%), non-discriminazione fondata sulla nazionalità (82%), protezione consolare (79%) e partecipazione a un´iniziativa dei cittadini (73%). Se più di un terzo degli intervistati (36%) si reputa ben informato su questi diritti (il che costituisce un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2007), solo il 24% ritiene di sapere come procedere nel caso i suoi diritti Ue non siano rispettati. Per quanto riguarda il diritto di libera circolazione, l´idea che apporti vantaggi economici per il proprio paese è condivisa dalla netta maggioranza degli intervistati in tutti i 27 Stati membri. Contesto La cittadinanza dell´Ue, che ha visto la luce nel 1993 con il trattato di Maastricht e di cui si celebra quindi quest´anno il 20° anniversario, conferisce a tutti i cittadini degli Stati membri dell´Ue una serie di diritti in più. Il cittadino dell´Unione ha il diritto di spostarsi e risiedere liberamente nell´Ue, di votare e candidarsi alle elezioni amministrative e europee nello Stato membro Ue in cui risiede, gode della tutela consolare delle autorità di un qualsiasi Stato membro se il suo Stato non è rappresentato all´estero, può presentare una petizione al Parlamento europeo, rivolgersi al Mediatore europeo e alle istituzioni dell´Ue. Dalla cittadinanza europea derivano molti diritti, di cui non sempre siamo consapevoli. L´anno europeo dei cittadini servirà a spiegarli e a fare in modo che le persone li conoscano e possano esercitarli senza impedimenti (cfr. Ip/13/2). La Commissione europea è al lavoro per appianare gli ostacoli che i cittadini si trovano ad affrontare nella vita di tutti i giorni: la relazione 2010 sulla cittadinanza dell´Ue (cfr. Ip/10/1390 e Memo/10/525) delineava 25 azioni concrete per responsabilizzare i cittadini Ue circa l´esercizio del diritto alla libera circolazione all´interno dell´Ue. Nel corso di quest´Anno europeo dei cittadini, la Commissione pubblicherà una seconda relazione sulla cittadinanza dell´Ue, che farà il punto sulle 25 azioni proposte nel 2010 e ne presenterà altre da portare avanti nei prossimi anni per sopprimere i restanti ostacoli che impediscono ai cittadini di godere pienamente dei loro diritti Ue. Per tutto il 2013 la Vicepresidente Reding e altri Commissari Ue terranno in varie città d´Europa, insieme a politici nazionali e locali, una serie di incontri con i cittadini per ascoltarli e rispondere alle loro domande. La Vicepresidente Reding ha già partecipato a incontri di questo genere a Cadice (Spagna), Graz (Austria), Dublin (Irlanda) e Berlino (Germania), mentre il Commissario Andor ne ha tenuto uno a Napoli (Italia). Ne sono previsti molti altri, che vedranno impegnati politici europei e locali in un dialogo con cittadini di ogni ceto e provenienza per dibattere le ripercussioni della crisi economica, i diritti dei cittadini dell´Unione e il futuro dell´Europa. È possibile seguire i dibattiti sul sito http://ec.Europa.eu/european-debate/index_it.htm  La Commissione, in preparazione dell´attuale Anno europeo, ha lanciato una grande consultazione pubblica che, tenutasi dal 9 maggio al 9 settembre 2012, chiedeva ai cittadini quali fossero i problemi incontrati nell´esercizio dei loro diritti Ue (cfr. Ip/12/461). È emerso con chiarezza che gli intervistati danno molta importanza ai diritti Ue, in particolare alla libertà di circolazione e ai diritti politici, e vorrebbero vedere concretizzarsi un vero e proprio spazio europeo in cui abitare, lavorare, spostarsi, studiare e fare acquisti, senza intoppi di ordine burocratico o discriminazioni. È anche emerso, però, che restano ancora varie questioni da risolvere. Il rispetto dei diritti Ue a livello locale è uno dei problemi additati dagli intervistati, ed è tra quelli che la Commissione affronterà nella prossima relazione sulla cittadinanza dell´Ue, prevista nel corso del 2013. I risultati della consultazione sono disponibili al seguente indirizzo: http://ec.Europa.eu/justice/citizen/files/eu-citizen-brochure_en.pdf    
   
   
UE: VERSO LA PROSPERITÀ UNIVERSALE E IL BENESSERE ALL´INTERNO DEI NOSTRI CONFINI PLANETARI  
 
Nairobi, 20 Febbraio 2013 - Di seguito l’intervento di Janez Potočnik Commissario europeo per l´Ambiente al 27 ° Consiglio direttivo della United Nations Environment Programme: “Sradicare la povertà e garantire che la prosperità e il benessere sono sostenibili sono due delle sfide più urgenti del mondo si trova ad affrontare oggi. Queste sfide sono universali e correlati tra loro e devono essere affrontati insieme da tutti i paesi . Ho sempre sostenuto che non è sufficiente ad affrontare separatamente - un unico quadro politico internazionale è assolutamente necessario. Ora abbiamo la possibilità di sviluppare un tale quadro generale della politica - con obiettivi globali - per il post 2015. La Commissione europea presenterà le sue opinioni su questo quadro complessivo, alla fine di questo mese in modo più dettagliato. A nostro avviso, tale quadro dovrebbe prevedere un percorso dalla povertà verso la prosperità e il benessere, per tutte le persone e tutti i paesi, con progressi rimanendo entro i confini planetari. Obiettivi globali dovrebbe fungere da "luce guida", dare una direzione per le azioni necessarie per lo sviluppo sostenibile per tutti. Questo obiettivo è alla nostra portata entro una generazione. La chiave del successo di tale quadro e una novità importante è l´universalità. Ha bisogno di orientare l´azione non solo per lo sviluppo delle economie più povere, ma anche di orientare la trasformazione economica nelle economie sviluppate ed emergenti. Si dovrebbe incoraggiare approcci innovativi per consentire alle persone di uscire dalla povertà, ma dovrebbe incoraggiare l´aspirazione universale verso la prosperità e il benessere, e al tempo stesso assicurare che non minacciano queste aspirazioni molto da confini planetari violare. Vorrei menzionare gli elementi che compongono un tale quadro generale per il post 2015 In primo luogo, sulla base delle esperienze di sviluppo del millennio, sappiamo che la fissazione di chiari e precisi obiettivi di sviluppo umano e gli obiettivi possono avere un enorme effetto di trasformazione. Dobbiamo finire il lavoro iniziato da Osm, e stabilire nuovi obiettivi, modernizzate, imparando da gli Mdg, la definizione di "Piani a standard di vita" in base al quale nessun cittadino dovrebbe cadere entro il 2030. Questi Osm aggiornato deve essere qualitativa e quantitativa, e si applicano a ogni cittadino a prescindere dal luogo in cui vivono. In secondo luogo, il nuovo quadro non dovrebbe concentrarsi semplicemente sulla lotta contro la povertà, ha anche bisogno di concentrarsi sulla responsabilizzazione; far sì che tutti i cittadini abbiano gli strumenti di base per tirarsi fuori dalla povertà, attraverso l´energia, It, infrastrutture e energia sostenibile e l´agricoltura. Questo è dove le iniziative congiunte di agenzie delle Nazioni Unite può aiutare: fornire gli strumenti e sviluppare le capacità per la politica che garantisca l´integrazione di pensare lo sviluppo sostenibile in tutte le politiche pertinenti. In terzo luogo, sappiamo che porre fine alla povertà e garantire una vita dignitosa richiede anche l´equità, la giustizia, la governance democratica e diritti umani. In quarto luogo, la buona gestione delle risorse naturali deve essere un elemento chiave per garantire che i paesi in via di sviluppo raggiungere il loro potenziale. Il cambiamento climatico, la perdita di biodiversità, il degrado degli oceani, le risorse d´acqua dolce e la terra e il terreno avere un impatto negativo soprattutto i poveri. Risorse, i "pilastri della vita" l´Ue ha parlato alla vigilia fino a Rio, dovrebbero essere sfruttate in modo sostenibile, ma anche sulla base di sistemi aperti, gestione trasparente. Infine, la pace e la sicurezza anche per capire nel post-2015 framework. E ´un fatto che i paesi colpiti da conflitti violenti negli ultimi anni hanno quasi universalmente non è riuscito a raggiungere un unico Osm. Questo non significa che il nuovo quadro dovrebbe cercare di reinventare i meccanismi esistenti per risolvere i conflitti, ma dovrebbe concentrarsi sulla prevenzione. In seguito il percorso verso la sostenibilità è un must per tutti i t o perseguire. Obiettivi guiderà e di stimolo per tutto il tempo quel percorso. Gli obiettivi devono essere impostate su un orizzonte temporale 2030 e affrontare gli obiettivi generali dello sviluppo sostenibile: l´eliminazione della povertà, cambiare i consumi e modelli di produzione insostenibili e proteggere e gestire la base di risorse naturali. Quanto riguarda l´Ue, si stanno unendo le forze tra l´ambiente e la parte di sviluppo, insieme con la comunità degli affari esteri. Crediamo trasferirsi al di fuori dei silos è l´unico modo per arrivare a un quadro di riferimento significativo per contribuire a sradicare la povertà e conseguire uno sviluppo sostenibile per tutti. Vorrei per un attimo parlare di produzione e di consumo sostenibili. Unep ha svolto un ruolo fondamentale in questo lavoro a livello internazionale e ha sviluppato buone competenze. Rio +20, infine, ha adottato il quadro 10 anni e ha nominato Unep di segretariato. Quindi ha senso solo che oggi si parla di futuro lavoro Unep in questo settore. Dal punto di vista dell´Ue siamo stati molto attivi già negli ultimi due decenni, lo sviluppo di strumenti di etichettatura, promuove l´uso di sistemi di gestione ambientale, gli appalti pubblici verdi e altri strumenti volti ad influenzare il comportamento dei consumatori e dei produttori. L´ue ei suoi Stati membri hanno inoltre attuato una normativa che si traduce in metodi di produzione con meno sprechi, più efficiente e sicuro. Persistenza è chiamato per il Scp-politiche: il nostro strumento etichettatura risale al 1989 solo negli ultimi anni diventa sempre più visibile sul mercato. Negli ultimi anni abbiamo posto un forte accento sull´efficienza delle risorse, che ha il potenziale per essere la chiave per sfide ambientali, economiche e sociali. L´energia è un esempio, in cui guadagni di efficienza possono evitare effetti negativi sull´ambiente, aiutare la competitività del settore e di mantenere livelli di prezzi accessibili per i consumatori, anche nel lungo periodo. Il cibo è un altro esempio in cui l´efficienza delle risorse può essere la chiave per una maggiore produzione e consumo sostenibili. Questo può avvenire attraverso evitando i livelli enormi di rifiuti alimentari sia sul lato della produzione e del consumo, attraverso la promozione di pratiche agricole che riducono l´impatto sul suolo e richiedono meno acqua e fertilizzante. Se perseguito in modo globale, ciò contribuirà a fornire l´alimentazione per una popolazione mondiale sempre più veloce, aiutano a mantenere i prezzi sotto controllo, e rimanere entro i confini di ciò che la natura consente. Come mostra la carta l´Unep, gli sforzi devono essere effettuate su una serie di politiche, attraverso una serie di approcci, a livello nazionale e internazionale. Politiche Scp devono essere olistico se vogliono essere efficaci. Politiche Scp bisogno di avere una forte attenzione l´efficienza delle risorse. Molto lavoro resta ancora da fare per trasformare un concetto come l´efficienza delle risorse in consigli politica pratica, integrarlo in programmi volti a sostenere i paesi in via di sviluppo, e nella politica e della legislazione in tutti i paesi. Grazie.”  
   
   
PARLARE DI SICUREZZA E PROTEZIONE, LA COMMISSARIA EUROPEA MALMSTRöM A TORINO PER IL SECONDO EVENTO CON DIALOGO CON I CITTADINI  
 
Roma, 20 febbraio 2013 - Protezione e sicurezza dei cittadini Ue – questo sarà il tema del secondo Dialogo con i cittadini, organizzato in Italia dalla Commissione europea, nell´ambito dell´Anno europeo dei cittadini, che questa volta si terrà il 21 febbraio prossimo a Torino con la partecipazione della Commissaria europea per gli Affari interni Cecilia Malmström e del sindaco del capoluogo piemontese Piero Fassino. La Commissaria Malmström dibatterà con rappresentanti della cittadinanza, della società civile e degli enti locali sui problemi legati alla libertà di circolazione nell´Ue, la riforma di Schengen e il miglioramento del controllo delle frontiere esterne, le politiche europee sulle migrazioni e l´asilo, la lotta al crimine organizzato e al terrorismo, la corruzione, la sicurezza e la protezione online. Il dibattito, moderato dal conduttore radiofonico Federico Taddia, sarà incentrato quindi su quello che l´Unione può fare, sta facendo e farà per creare uno Spazio europeo di giustizia, libertà e sicurezza e per garantire i diritti fondamentali che ne derivano per i cittadini europei. Il dibattito si potrà seguire dal vivo, in diretta streaming, cliccando su: http://webcast.Ec.europa.eu/eutv/portal/citizendialogue-turin_210213  . A partire da oggi, tutti possono twittare la loro domanda alla Commissaria usando come hash tag: #dialogocittadini.  
   
   
DIECI ANNI DOPO, IN CUI È L´EURO DIRETTI? IL FUTURO ECONOMICO E POLITICO DELL´UNIONE EUROPEA  
 
 Bruxelles, 20 Febbraio 2013 - Di seguito l’intervento di Olli Rehn Vice-presidente della Commissione europea e membro della Commissione responsabile per gli affari economici e monetari e l´euro:” Signore e Signori, Grazie per questa opportunità di ritornare al Comitato economico e sociale europeo per discutere del futuro dell´euro e il futuro dell´Europa. Credo che il successo in Europa si può costruire solo su una base di solidarietà tra i cittadini, in cui il ruolo dei nostri partner sociali è fondamentale. Nel dibattito politico dominato da federalisti e negazionisti, il mio tipo di Terza Via non può essere sempre la via più popolare, ma alla fine, non aiutano avanzare l´Europa. Quindi sono contento che si è disposti ad ascoltare la "funzionalista ultimo" in Europa e di quello che ho da dire sul futuro del nostro progetto europeo. L´euro è uno dei più grandi successi dell´integrazione europea. Ha un impatto molto concreto sulla vita dei cittadini europei, qualcosa che è stato riassunto da Romano Prodi, quando ha detto: "L´euro è il vostro denaro, è il nostro . Soldi E ´il nostro futuro E´ un pezzo d´Europa nelle nostre mani.. " Tuttavia, pochi grandi conquiste sono impeccabili. I primi anni dell´euro nascosto debolezze di fondo e le lacune che sono stati esposti, come la crisi finanziaria ha colpito e si è evoluta. Affrontare queste debolezze e carenze ha richiesto un notevole sforzo e la volontà politica da parte dei leader e dei popoli della zona euro. Grazie a questo sforzo e volontà, l´Europa negli ultimi anni ha compiuto passi significativi e di vasta portata per superare la crisi finanziaria e del debito. Il quadro della governance economica si è significativamente rafforzata attraverso il semestre europeo e il six-pack che facilita il coordinamento delle politiche più efficaci. Il meccanismo europeo di stabilità è stato creato per sostenere gli Stati membri sotto la pressione del mercato grave. La Banca centrale europea ha adottato misure importanti attraverso il latte scremato in polvere e dei programmi di Omt, nonché le operazioni a lungo termine di rifinanziamento. La regolamentazione dei mercati finanziari è stata migliorata e ci stiamo muovendo verso una Unione bancaria europea attraverso la creazione del meccanismo unico di vigilanza, che sarà presto integrata con una proposta di un meccanismo di risoluzione comune. Molti di questi risultati sono stati impensabili prima della crisi. Quando si guarda al futuro, non dobbiamo legare al passato e pensare solo a ciò che è possibile e ciò che non lo è. Invece, dovremmo concentrarci su ciò che la prospettiva a lungo termine dell´euro dovrebbe essere, e quali passi concreti dovrebbero essere prese per aiutarci ad arrivare. Qual è il nostro obiettivo, allora? Non possiamo e non deve limitare il dibattito sul futuro dell´Europa solo per questioni istituzionali - non importa quanto siano importanti - ma almeno altrettanto importante è quello di concentrarsi sulla competitività della nostra industria, salvare la nostra base industriale e sul fondamento dello sviluppo sostenibile crescita e la creazione di posti di lavoro. Voglio vedere un´economia competitiva e inclusiva che ci permette di ottenere una crescita sostenibile e la creazione di posti di lavoro, pur mantenendo il nostro modello sociale e garantire un aumento sostenuto del benessere. Ma siamo di fronte a tre sfide principali. In primo luogo, abbiamo bisogno di trovare una soluzione alla sfida della crescita sostenibile. In secondo luogo, abbiamo bisogno di continuare con gli sforzi in corso per affrontare la sfida della sostenibilità delle finanze pubbliche. In terzo luogo, dobbiamo affrontare la sfida di ricostruire l´Unione economica e monetaria. La prima sfida, la crescita sostenibile , ci chiede di invertire la tendenza delle perdite europee di competitività globale. Dobbiamo chiederci: cosa possiamo fare per creare posti di lavoro? Cosa possiamo fare per migliorare la produttività? La maggior parte di tutti, l´Europa ha bisogno di più imprenditori. E soprattutto, abbiamo bisogno di imprese che hanno fame e in grado di crescere. Ciò implica affrontare ostacoli alla crescita attraverso la creazione di una fiorente ambiente favorevole di affari con un migliore accesso ai finanziamenti e gestione aziendale più snella e più efficiente. Dobbiamo continuare a concentrarsi sul potenziamento di investimenti produttivi - sia pubblici che privati. Nel momento in cui il settore finanziario non funziona ancora come dovrebbe, banche pubbliche come la Banca europea per gli investimenti hanno un ruolo importante da svolgere. L´aumento di capitale della Bei concordato lo scorso anno è un esempio molto concreto di questo. Allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare che gli investimenti privati ​​è il driver principale della crescita e dell´occupazione. Per sbloccare gli investimenti privati, dobbiamo completare la riparazione del settore finanziario per ripristinare il flusso di credito alle famiglie e alle imprese. Non si tratta di "salvataggio delle banche". Si tratta di crescita e occupazione. Investimenti pubblici e privati ​​non sono in contraddizione, entrambi sono fondamentali al fine di rilanciare la crescita. Dobbiamo anche guardare al di là dei nostri confini per la crescita, abbracciando una politica commerciale lungimirante e proattivo. In Europa, circa 30 milioni di posti di lavoro, o più del 10% della forza lavoro totale, dipendono vendite al resto del mondo. La decisione la scorsa settimana dagli Stati Uniti e l´Unione europea ad avviare le procedure per avviare i negoziati su un innovativo, completo e profondo accordo di libero scambio - il commercio transatlantico e di partnership per gli investimenti - è di enorme importanza a questo riguardo. Affrontare con successo la sfida della crescita sostenibile è fondamentale se si vuole migliorare il tenore di vita e dei servizi di debiti che ci tramandano alle generazioni future, nonché per salvaguardare la coesione sociale all´interno e tra i paesi. Con in mente il futuro, la crescita deve infatti essere sostenibile, non solo in termini economici ma anche in termini di impatto sull´ambiente e il clima. La crescita verde ha un grande potenziale sia in termini ambientali ed economici e quindi deve rimanere una priorità assoluta. La seconda sfida, la sostenibilità di bilancio , è necessario mantenere la rotta della riforma e favorevole alla crescita consolidamento fiscale. Il debito pubblico in Europa è passata da circa il 60% del Pil prima della crisi a circa il 90% del Pil ora. Sulla base di un´ampia ricerca economica, sappiamo che quando il debito pubblico sale al di sopra del 90% tende ad avere un impatto negativo sul dinamismo economico, che si traduce in una bassa crescita per molti anni. Tuttavia, le finanze pubbliche nella Ue sono in graduale miglioramento grazie a, da un lato, avanzati strumenti di governance dell´Unione europea, e, dall´altro, sforzo determinato da parte dei governi. Questo si riflette in un aumento della fiducia dei mercati, nelle azioni intraprese dai governi dell´Ue. Deficit dimezzato tra il 2010 e il 2012, scendendo dal di sopra del 6% a poco più del 3% del Pil, e ci aspettiamo un ulteriore calo ben al di sotto del 3% quest´anno. La situazione, tuttavia, variano notevolmente tra gli Stati membri, per cui si applica un approccio differenziato per il consolidamento, tenendo conto delle sfide specifiche di ogni singolo Stato membro per determinare lo sforzo di adeguamento strutturale dei conti pubblici necessario. Se la crescita si deteriora in modo imprevisto, un paese può ricevere più tempo per correggere il suo disavanzo eccessivo, ha fornito ha consegnato il concordato sforzo fiscale strutturale e fa le riforme strutturali necessarie a sostenere a medio termine la stabilità e la crescita. Infine, la nostra terza sfida è ricostruire l´Unione economica e monetaria. Alla fine dello scorso anno, la Commissione ha presentato un progetto che definisce la sua visione per un profondo e sincero Uem. Nel delineare una tabella di marcia con le azioni necessarie nel breve, medio e lungo termine, di realizzare un vero e proprio dell´Uem, il progetto saldi sia maggiore responsabilità e una maggiore solidarietà all´interno della zona euro. Per il breve termine (da 6 a 18 mesi), si prevede una serie di proposte concrete all´interno dei trattati in vigore, a partire con il sindacato bancario. L´accordo sul meccanismo unico di vigilanza ha raggiunto nel mese di dicembre è stato un passo importante. Ma dobbiamo limitare l´esposizione dei contribuenti per il sistema bancario. Quindi lo sviluppo di un meccanismo europeo di risoluzione è una priorità fondamentale per quest´anno. Un fondo di risoluzione dovrebbe basarsi sui contributi del settore finanziario stesso. A medio termine (18 mesi ai 5 anni), si potrebbe prevedere un´ulteriore integrazione che comportano modifiche del Trattato. Il nostro principio guida è che i passi verso una maggiore solidarietà e la mutualizzazione del rischio dovrebbe essere combinata con una maggiore responsabilità, cioè, con la condivisione di ulteriore sovranità di bilancio e una più profonda integrazione del processo decisionale. Ma un accordo sulla cosiddetta riforma "Two-pack" per rafforzare ulteriormente la governance economica rimane una condizione necessaria per ogni reale progresso verso un 2,0 Uem. Ecco perché sono lieto che abbiamo visto nei giorni scorsi seri progressi all´interno del Parlamento europeo verso un accordo in materia. Non vedo l´ora di continuare a costruire su questo accordo. Questa è una prova di credibilità dell´Europa sulla nostra strada verso l´unione di stabilità sia la responsabilità e di solidarietà. Signore e Signori, Vorrei concludere: Per offrire la crescita sostenibile, dobbiamo mantenere il nostro modello sociale, la nostra economia produttiva deve adattarsi. Essa si deve adattare in modo che possa affrontare le sfide a lungo termine fattori come l´invecchiamento della popolazione e il cambiamento climatico. E deve adattarsi in modo tale da rispettare i principi fondamentali del nostro modello caro economico e sociale, con la sua combinazione essenziale di dinamica imprenditoriale e della giustizia sociale. Sono molto impaziente di ricevere le vostre opinioni circa il ruolo delle parti sociali in questo momento di tale profondo cambiamento economico - e di come la Commissione possa sostenere meglio questa collaborazione essenziale. Grazie.”  
   
   
UE: QUADRO DI VALUTAZIONE DEL MERCATO INTERNO: L´EDIZIONE DEL QUINDICESIMO ANNIVERSARIO È DA RECORD!  
 
Bruxelles, 20 febbraio 2013 - Nonostante i tempi difficili, dal quadro di valutazione del mercato interno pubblicato ieri dalla Commissione europea risulta che gli Stati membri hanno dato la loro miglior prova nel recepire le norme Ue nel diritto interno. Il mercato unico svolge un ruolo fondamentale per portare l´Europa fuori dalla stagnazione economica, ma non comporta automaticamente benefici: la tempestività di recepimento della legislazione è condizione necessaria per conseguire gli obiettivi indicati nelle direttive. Il quadro di valutazione del mercato interno è stato pubblicato per la prima volta quindici anni fa, e l´edizione di oggi mostra i grandi progressi realizzati dagli Stati membri. Il deficit medio di recepimento nell´Ue - ossia la percentuale delle direttive in materia di mercato interno non recepite in tempo negli ordinamenti nazionali – è diminuito dal 6,3% nel 1997 al livello record dello 0,6%, ossia al di sotto dell´obiettivo dell´1% convenuto dai capi di Stato o di governo europei nel 2007 e molto vicino allo 0,5% proposto nell´Atto per il mercato unico dell´aprile 2011. “Apprezzo questo nuovo primato raggiunto dagli Stati membri e l´impegno dinamico e tenace che hanno dimostrato nel far funzionare concretamente la normativa attuata, un risultato ineguagliato!” ha detto Michel Barnier, commissario responsabile per il Mercato interno. In questa edizione i risultati migliori sono stati ottenuti da Irlanda, Malta, Estonia e Svezia, che sono riuscite a recepire il più alto numero di direttive. Gli Stati membri sono inoltre riusciti a ridurre il numero complessivo delle direttive recepite in modo non corretto (il deficit di conformità si è ulteriormente ridotto dallo 0,7% allo 0,6%). È tuttavia aumentato il numero di direttive per cui il ritardo di recepimento è di 2 anni o più. Per quanto riguarda l´applicazione del diritto Ue, il numero di infrazioni continua a diminuire, molto probabilmente grazie all´introduzione di dispositivi di soluzione dei problemi di mancata conformità al diritto Ue in una fase precedente della procedura. Rispetto al novembre 2007, il numero dei procedimenti di infrazione aperti è diminuito del 38%. Il numero più elevato di procedimenti d´infrazione avviati dalla Commissione riguarda l´Italia, seguita dalla Spagna e dalla Grecia. La maggioranza dei casi continua a riguardare la fiscalità e l´ambiente. Tenendo conto di tutti gli indicatori relativi all´attuazione (per maggiori informazioni v. La tabella dello stato di attuazione delle direttive in materia di mercato interno), gli Stati che vantano i migliori risultati complessivi sono la Romania, l´Estonia, Cipro, la Repubblica ceca e la Lituania. Attuazione delle direttive in materia di mercato interno • Il deficit medio di recepimento nell´Ue è diminuito ulteriormente dall´0,9% allo 0,6% negli ultimi sei mesi e il numero degli Stati membri che ha raggiunto l´obiettivo dell´1% è aumentato da 16 a 23. • In totale dodici Stati membri hanno raggiunto o eguagliato il loro miglior risultato nel deficit di recepimento dal 1997: Repubblica ceca, Estonia, Irlanda, Grecia, Francia, Italia, Cipro, Lussemburgo, Malta, Paesi bassi, Slovacchia e Svezia; Italia e Lussemburgo si trovano per la prima volta sotto la soglia dell´1%. Questi risultati indicano la priorità che gli Stati membri accordano alla tempestività di recepimento, anche nell´attuale congiuntura di crisi economica. L´irlanda è stata la migliore: ha recepito tutte le direttive in tempo azzerando il deficit. Ma degna di particolare nota è la prestazione dell´Italia, con un deficit di recepimento diminuito dal 2,4% di sei mesi fa allo 0,8% di oggi. Anche quello della Romania si è ridotto notevolmente, dall´1,1% allo 0,4%. Questi tre Stati membri condividono le rispettive migliori pratiche nella presente edizione del quadro di valutazione del mercato interno. Oggi gli Stati membri si concedono, in media, nove mesi e mezzo per adottare la normativa di attuazione una volta scaduto il termine di recepimento fissato. Per quanto riguarda le direttive che hanno un ritardo superiore ai due anni rispetto al termine di recepimento (elencate nella relazione) solo cinque Stati membri non hanno raggiunto l´obiettivo “tolleranza zero”. Infrazioni: La media Ue dei procedimenti d´infrazione aperti resta di 31 per Stato membro, con il numero più elevato a carico dell´Italia – dieci volte più della Lituania, il paese con il minor numero di casi - seguita dalla Spagna e dalla Grecia. Ciononostante, tali Stati membri hanno compiuto progressi in una prospettiva a lungo termine: da quando hanno aderito al sistema Eu-pilot, il numero di procedimenti è diminuito del 47% per l´Italia, del 39% per la Spagna e del 25% per la Grecia. Ambiente e fiscalità sono i settori in cui si registra il 45% dei procedimenti d´infrazione. La durata media dei procedimenti d´infrazione aperti varia da dieci mesi (Lussemburgo) a tre anni (Svezia). Una volta che la Corte di giustizia ha accertato un´infrazione del diritto dell´Ue, gli Stati membri sono chiamati ad intervenire immediatamente per allinearsi alla sentenza. Tuttavia, in numerosi casi ciò avviene dopo molto tempo, in media oltre 17,4 mesi. Per Spagna, Irlanda e Francia l´intervallo è di quasi due anni. Nella comunicazione “Una governance migliore per il mercato unico” (v. Ip/12/587), la Commissione invita gli Stati membri ad accelerare il processo per conformarsi alle sentenze della Corte di giustizia nei settori di base interessati, per ottenere un totale allineamento, in media, entro dodici mesi. Per ulteriori informazioni http://ec.Europa.eu/internal_market/score/index_en.htm    
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: LA CROAZIA PRONTA A DIVENTARE 28MO MEMBRO UE  
 
Strasburgo, 20 febbraio 2013 - La Croazia è sulla dirittura per aderire all´Ue il 1 ° luglio, la ha detto oggi in una votazione la Commissione per gli affari esteri. I deputati hanno sottolineato loro fiducia nella forza e maturità della democrazia del paese, economia sociale di mercato e capacità di soddisfare gli obblighi dell´adesione. I parlamentari europei sono chiamati anche su tre Stati membri che non hanno ancora approvato l´adesione della Croazia per farlo senza indugio. 24 Stati membri hanno ratificato il trattato di adesione della Croazia ma la Slovenia, la Danimarca e la Germania devono ancora completare le procedure nei loro parlamenti. Pertanto la Croazia non può entrare nell´Unione europea fino a quando tutti gli Stati membri non hanno ratificato il trattato. Il Parlamento europeo ha dato il suo consenso su 1° dicembre 2011. Sostenere le riforme; La Croazia deve sostenere gli sforzi di riforma di là di adesione stessa a beneficio dei suoi cittadini, dice la risoluzione preparata da Libor Rouček (S & D, Cz) e passati con 60 voti favorevoli, 2 contrari e 4 astensioni. Dare l´esempio della regione; I deputati chiedono alla Croazia di condividere la sua esperienza con gli altri paesi della regione e a svolgere un ruolo attivo nel processo di integrazione europea dei Balcani occidentali e stabilizzazione. Votazione plenaria nel mese di marzo; La risoluzione è prevista per un voto dalla camera durante la sessione plenaria di 11-14 marzo a Strasburgo.  
   
   
€ 50 MILIONI DI ASSISTENZA MACROFINANZIARIA ALLA BOSNIA-ERZEGOVINA, ATTESE RIFORME PIÙ CONCRETE  
 
Bruxelles, 20 febbraio 2013 - Bosnia-erzegovina (Bih) ha ricevuto la prima tranche (a pagamento) di € 50 milioni di euro dalla macrofinanziaria fornita dall´Unione europea. La decisione di concedere tale assistenza è stata presa per alleviare l´impatto della crisi economica sulla Bosnia e la posizione di bilancio ed esterni Erzegovina. Il totale assistenza macrofinanziaria alla Bosnia-erzegovina e ammonta a € 100 milioni ed è in linea con l´impegno dei 27 Stati membri per la prospettiva europea della Bosnia-erzegovina. E ´un segno concreto di come l´Unione europea fornisce sostegno alla popolazione della Bosnia-erzegovina. La prima rata è stata versata dopo che il paese soddisfa le condizioni richieste. L´unione europea si attende che i governi di Bosnia-erzegovina a livello di Stato e di entità ora utilizzare questo aiuto per sostenere la crescita economica in modo da migliorare il tenore di vita. "Questa significativa assistenza da parte dell´Unione europea è un segno importante, di fiducia da parte degli Stati membri dell´Ue che la Bosnia-erzegovina è sul serio il suo processo di integrazione europea. Siamo ora aspettiamo i politici della Bosnia-erzegovina in cambio di rispettare gli impegni, al fine di andare avanti nel processo di adesione: Abbiamo bisogno di vedere le istituzioni a tutti i livelli di funzionamento, più veloci le riforme strutturali e il miglioramento del coordinamento delle politiche Questo significa concentrarsi sul settore pubblico - ridurre le dimensioni del governo e le spese - e rendere l´azienda e l´ambiente degli investimenti migliore Ciò porterebbe.. Per un´economia più competitiva, volumi commerciali superiori e contribuire a invertire il trend di rallentamento della ripresa economica. Ciò, a sua volta, dovrebbe migliorare le condizioni di vita per tutti i cittadini della Bosnia-erzegovina ", Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle ha detto. La seconda rata di € 50 milioni per la Bih può essere erogato dopo ulteriori condizioni saranno state soddisfatte.  
   
   
MALI: UE ASSEGNA UN SUPPLEMENTO DI € 22 MILIONI DI AIUTI UMANITARI ALLE VITTIME DEL CONFLITTO  
 
 Bruxelles, 20 febbraio 2013 - La Commissione europea sta aumentando il finanziamento degli aiuti umanitari in Mali di € 22 milioni di assistere più vittime del conflitto. Questo porta a 115.000.000 € gli interventi di assistenza di emergenza dopo l´inizio della crisi nel 2012. I fondi aggiuntivi aumenterà assistenza alimentare e l´accesso ai servizi di base in tutto il paese. "Nel Mali, i più vulnerabili sono stati colpiti da una triplice crisi l´anno scorso: prima una siccità che portano ad un alimento importante e crisi alimentare nel 2012, poi l´instabilità politica e conflitto", ha detto Kristalina Georgieva, commissario europeo per Internazionale Risposta cooperazione, aiuto umanitario e di crisi. "La nostra priorità in Mali è quello di stabilizzare la fragile situazione della sicurezza alimentare, che è stata aggravata dagli effetti della violenza." Commissario Georgieva ha detto: "Non dobbiamo dimenticare che, a parte l´167.000 maliani che si sono rifugiati nei paesi vicini e più 227.000 che sono fuggiti i combattimenti nel nord ci sono un milione di persone colpite dalla crisi nel Nord urgente bisogno di assistenza alimentare. " La situazione alimentare nel Nord sembra essere sempre peggio e l´accesso alle persone vulnerabili è affetto dalla situazione di incertezza intorno ad alcune città e la minaccia rappresentata da dispositivi esplosivi improvvisati (Ied) sulle strade. Nel 2013 da solo, la Commissione europea ha mobilitato € 42 milioni di aiuti umanitari per il Mali. Commissario Georgieva ha visitato Mali due volte negli ultimi due mesi per valutare i bisogni umanitari crescita. Ieri ha incontrato Diango Cissoko, il primo ministro del Mali, per fare il punto della situazione. Il commissario ha aggiunto: "La regione africana del Sahel nel suo complesso è stato colpito dalla crisi alimentari degli ultimi anni enormi causati da siccità ricorrenti È per questo che sono già al lavoro per evitare che la prossima crisi e perché, con il mio collega, il Commissario allo Sviluppo Andris. Piebalgs, abbiamo lanciato un´alleanza internazionale per costruire la resilienza nel Sahel ".  
   
   
INCONTRO, L´EUROPA DAVANTI ALLA CRISI: FRAMMENTAZIONE O RILANCIO?  
 
Milano, 20 febbraio 2013 -Oggi alle ore 17.00 presso la Commissione europea Rappresentanza a Milano di Corso Magenta 59, si svolgerà un incontro sul tema” L´europa Davanti Alla Crisi: Frammentazione O Rilancio?” Ne discutono: Francesco Laera, addetto stampa Rappresentanza a Milano della Commissione europea; Carlotta Gualco, direttore Centro In Europa; Antonio Villafranca, responsabile Area Europa presso Ispi; Renato Mannheimer, sociologo, presidente Ispo; Carlo Secchi, Università Bocconi, Vicepresidente Ispi; Bruno Marasà, responsabile Ufficio d´Informazione di Milano del Parlamento europeo; Carmine Pacente, responsabile Servizio Europa della Provincia di Milano; Roberto Santaniello, direttore Relazioni internazionali del Comune di Milano.  
   
   
EUROPA:ABRUZZO REGIONE IN TRANSIZIONE, PRIMO VIA LIBERA DA UE IL PRESIDENTE: RISORSE AGGIUNTIVE PER CRESCITA E SVILUPPO  
 
 L´aquila, 20 febbraio 2013 - Da Bruxelles arriva un primo via libera al riconoscimento di status di regione in "transizione" per l´Abruzzo che tradotto in termini economici potrebbe significare 1 miliardo di euro di risorse da dividersi con le regioni Molise e Sardegna. Il Consiglio europeo ha approvato infatti, una proposta di ripartizione di risorse per il bilancio pluriennale 2014/2020, nella quale si conferma l´esistenza delle "Regioni in transizione". La proposta andrà ora discussa con il Parlamento europeo, dal quale dovrà essere ulteriormente approvata per divenire pienamente operativa. Il presidente della Regione Abruzzo, ha ribadito il valore aggiunto che scaturisce da questa opportunità, un pilastro portante per una crescita sostenibile. "Si tratta - ha spiegato il Presidente della Regione - di una boccata di ossigeno per le casse della Regione che potrebbe pertanto attingere ai fondi europei per progetti strategici. Un trasferimento significativo di risorse a favore dello sviluppo". Abruzzo, Molise e Sardegna, sulla base delle proposte della Commissione Europea sulla politica di coesione 2014-2020, si qualificano come Regioni "in regime di transizione" e, quindi, beneficiarie di risorse aggiuntive rispetto all´ammontare che sarebbe riconosciuto qualora non fosse istituita questa nuova categoria di Regioni. Ma vediamo nel tempo quali sono stati i principali passaggi per arrivare a questo importante risultato. Il 16 dicembre 2011, in seguito all´azione condotta insieme ad altre diciannove Amministrazioni d´Europa (di sei diversi Paesi: Spagna, Belgio, Francia, Italia, Finlandia e Gran Bretagna) il Presidente della Regione Abruzzo, sottoscrisse un Manifesto di sostegno alla nuova categoria delle "Regioni in Transizione". Questo atto segnò temporalmente il momento di avvio "ufficiale" delle molteplici iniziative della Regione Abruzzo a sostegno della nuova categoria. Nei mesi successivi, si infittirono a Bruxelles gli incontri tra gli Uffici delle Regioni che aderiscono alla Rete, per esaminare congiuntamente le fasi di avanzamento del negoziato e delle azioni a sostegno. La Regione Abruzzo è stata una delle regioni più assidue ed attive, anche a livello propositivo. A settembre 2012, a Pescara, in concomitanza con la riunione esterna della Commissione Enve del Comitato delle Regioni ed il Summit sulla crisi dell´Assemblea delle Regioni europee (Are) il Presidente, insieme al Presidente della Regione Sardegna e all´Assessore della Regione Molise rilanciarono l´Appello delle Regioni Europee per la creazione della categoria delle "Regioni in Transizione" nella Politica di Coesione post-2013. Ad ottobre 2012, nel corso della 10ma settimana europea delle Città e delle Regioni (Open Days 2012) incontrarono a Bruxelles rappresentanti istituzionali tra cui il Commissario europeo per la politica regionale. Infine ad ottobre scorso il Presidente si fece promotore, insieme agli altri Presidenti italiani interessati, di un incontro con il Ministro per la coesione territoriale per proseguire l´azione di sostegno a livello interno alla presenza dei Presidenti di Abruzzo, Sardegna, Molise e Basilicata. Il Ministro confermò la contrarietà del governo nazionale ma si dichiarò disponibile a fare fronte con risorse nazionali al differenziale che ne conseguirebbe. Il vertice straordinario del Consiglio europeo del 22 e 23 novembre 2012 ha preso però in considerazione due diverse proposte di allocazione di risorse per il bilancio pluriennale 2014/2020. L´ultima conferma risale a qualche giorno fa con l´approvazione da parte del Consiglio europeo della proposta di ripartizione di risorse.  
   
   
LE CAMERE DI COMMERCIO E LE REGIONI DELL’EUROREGIONE ALPMED UNITE PER LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO TRASFRONTALIERO  
 
 Torino, 20 febbraio 2012 - Le Unioni regionali delle Camere di commercio di Liguria, Piemonte, Provence Alpes Côte d’Azur, Rhône-alpes, Valle d’Aosta, Corsica e Sardegna e l’Euroregione Alpi-mediterraneo (formata dalle Regioni Liguria, Piemonte, Provence-alpes-côte d’Azur, Rhône-alpes, Valle d’Aosta) rafforzano la loro collaborazione istituzionale con l’obiettivo di sfruttare al meglio le opportunità della doppia Presidenza dell’Euroregione, durante la fase di avvio della programmazione dei Fondi Strutturali 2014-2020: da un lato quella di Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte e presidente dell’Euroregione delle Camere di commercio Alpmed; dall’altro quella di Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte e presidente dell’Euroregione Alpi-mediterraneo. “La doppia presidenza piemontese offrirà al nostro Piemonte e all’intero territorio transfrontaliero un’importante occasione di lobby politica ed economica: unendo le forze e condividendo le strategie potremo avere un approccio coordinato di fronte alla crisi europea e in tema di politica di programmazione e di coesione territoriale 2014-2020 - ha dichiarato Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte e presidente dell’Euroregione delle Camere di commercio Alpmed -. Sono molti i temi che ci vedranno lavorare insieme: lo sviluppo economico, i trasporti, il turismo, l’imprenditoria femminile e la promozione delle eccellenze dei nostri territori. L’euroregione Alpi Mediterraneo ha delle importanti sfide per il futuro: il nostro compito è stato e continua a essere quello di far crescere le imprese, renderle robuste, innovative e portarle sui mercati internazionali”. “Quando, nella scorsa primavera, l’Euroregione Alpi-mediterraneo ha predisposto una propria posizione in merito al nuovo periodo di programmazione dei fondi strutturali – che abbiamo presentato in luglio al Commissario per la Politica regionale europea, Johannes Hahn – i primi con cui abbiamo voluto confrontarci sono stati, a Bruxelles, gli amici di Alp-med: ora si tratta di realizzare una programmazione efficace per i nostri territori. Mi auguro che lo Stato francese trasferisca in fretta alle Regioni le competenze sulla gestione dei fondi, come accade da sempre per le nostre Regioni, così da poter massimizzare il potenziale collaborativo con gli amici di Paca e Rhône-alpes, anche sulla programmazione e l’utilizzo dei fondi. Poter costruire interventi analoghi, complementari o coordinati, finanziati dal Fesr o dal Fse a beneficio delle nostre comunità, intese come un grande spazio transfrontaliero, è una prospettiva di lavoro che ritengo concreta e sulla quale intendo lavorare da subito. La nostra Euroregione è la spalla sinistra su cui stiamo costruendo la macroregione alpina e abbiamo il dovere di dimostrare con i fatti, proprio a cavallo delle Alpi italo-francesi, che questi spazi di collaborazione tra le Regioni funzionano e che risiede nella cooperazione tra le Regioni europee la chiave per il rilancio dello sviluppo e della crescita in Europa” ha commentato Roberto Cota, presidente della Regione Piemonte e presidente dell’Euroregione Alpi-mediterraneo. L’euroregione Delle Camere Di Commercio Alpmed La nascita dell’Euroregione Alpmed è collegata al disegno politico che ha visto Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Provence-alpes-côte d’Azur e Rhône-alpes firmare nell’ottobre 2007 un documento ufficiale che sancisce l’istituzione dell’Euroregione Alpi-mediterraneo, con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione territoriale in ambito politico, economico e culturale. Le Unioni regionali delle rispettive Camere di commercio, condividendo tale progetto, hanno avviato un tavolo di concertazione volto a favorire un maggiore interscambio commerciale. Per rafforzare la collaborazione reciproca, con l’obiettivo di sviluppare la competitività del territorio e delle sue imprese attraverso partenariati interregionali e cooperazioni strategiche, nel 2009 è stata inaugurata la sede camerale comune a Bruxelles, in Rue du Trône 62, nella stessa sede degli uffici di rappresentanza delle Regioni Alpi Mediterraneo. Nel 2011, con l’adesione di Sardegna e Corsica, l’Euroregione Alpmed si è ampliata passando da 5 a 7 Camere regionali e si è presentata alle istituzioni europee sotto forma di associazione senza scopo di lucro, costituendo un Segretariato permanente denominato Asbl (Associacion Sans But Lucratif) Alpmed. Il Segretariato Permanente ha il compito di promuovere, nel cuore dell’Unione Europea, gli interessi delle imprese e di tutte le realtà economiche presenti nel territorio dell’Euroregione Alpi-mediterraneo, svolgendo un’intensa attività di lobby al fine di monitorare e influenzare le politiche comunitarie per la coesione territoriale, il commercio e il mercato unico europeo, le imprese, la ricerca e l’innovazione, l’ambiente, l’energia, l’educazione e gli affari sociali. Partecipa inoltre alle consultazioni pubbliche lanciate dalla Commissione Europea e ne monitora gli inviti a presentare proposte, partecipando, in collaborazione con le Camere di commercio locali e regionali e con molteplici attori istituzionali provenienti dai 27 Stati dell’Unione Europea, a progetti transfrontalieri e transnazionali per sostenere lo sviluppo socioeconomico dei territori dell’Euroregione. L’associazione può così gestire le attività comuni alle 36 Camere di commercio basandosi su un piano finanziario condiviso con l’obiettivo di promuovere a livello di Unione Europea tutte le realtà economiche e turistiche presenti su un territorio che, con i suoi 142mila Km², 19 milioni di abitanti e un tessuto economico costituito da quasi 2 milioni di imprese, rappresenta un forte motore economico a livello internazionale. Il Pil dell’Euroregione sfiora infatti i 550 miliardi di euro e il suo sistema economico si caratterizza per un’elevata capacità di esportazione, pari a 106 miliardi di euro annui. I territori italiani di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Sardegna e quelli francesi di Rhône-alpes Provence-alpes-côte d’Azur e Corsica condividono, oltre alla vicinanza geografica, anche una storia e una cultura comune. Si tratta di un territorio che possiede una straordinaria varietà di eccellenze nel campo industriale, in quello agroalimentare e nella ricettività turistica, e che ha impostato il proprio modello di sviluppo su una forte proiezione internazionale, sulla qualità di prodotti e servizi e della ricerca innovativa. L’euroregione Alpi-mediterraneo Il percorso che ha condotto alla creazione dell’Euroregione è iniziato il 2 aprile 1982 con la costituzione di Cotrao (Comunità del Lavoro delle Alpi Occidentali) che comprende le cinque regioni che compongono attualmente l’Euroregione Alpi-mediterraneo e i tre cantoni svizzeri del Lago Lemano (Ginevra, Valais e Vaud). Essa mira, da un lato, allo scambio di informazioni e al coordinamento delle soluzioni dei problemi di interesse comune e, dall’altro, alla messa in opera dei progetti. Il 10 luglio 2006, le Regioni Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Provence-alpes-côte d’Azur e Rhône-alpes hanno firmato a Torino una prima dichiarazione di intenti: “Costruire un’Euroregione Alpi-mediterraneo” ed il 27 novembre 2006, a Charbonnière-les-bains, le cinque regioni hanno approvato la dichiarazione: “Agire nell’Euroregione Alpi-mediterraneo”. La nascita dell’Euroregione Alpi-mediterraneo è stata sancita il 18 luglio 2007, a Bard (Valle d’Aosta), con la firma del “Protocollo di accordo per la cooperazione nello spazio Alpi-mediterraneo”. Questa entità riunisce quindi cinque regioni – tre italiane: Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, e due francesi: Rhône-alpes e Provence-alpes-côte d’Azur – corrispondenti a una superficie di 110.000 Km² e una popolazione di quasi 17 milioni di abitanti. La rappresentanza comune dell’Euroregione Alpi-mediterraneo, a Bruxelles, nel cuore del quartiere europeo (in rue du Trône 62), è stata inaugurata il 31 gennaio 2008 e riunisce gli uffici delle Regioni Piemonte, Provenza-alpi-costa Azzurra, Rodano-alpi e della Valle d’Aosta. Le Regioni partner hanno definito una strategia comune delle Alpi-mediterraneo che si declina in quattro assi prioritari: Identità dell´Euroregione e delle relazioni con i cittadini; Coesione territoriale, sociale ed economica; Lotta contro il cambiamento climatico e l´adattamento al cambiamento climatico; Innovazione e transizione dei sistemi di produzione. L’attuale struttura dell’Euroregione prevede una Conferenza dei Presidenti (Organo plenario dell’Euroregione) e un Comitato di pilotaggio (organo esecutivo dell’Euroregione) che si riunisce in occasione delle sedute della Conferenza dei Presidenti. Al fine di favorire l’emergenza di strategie e di progetti comuni in seno all’Euroregione Alpi-mediterraneo, sono stati costituiti inizialmente cinque gruppi tematici. Ciascun gruppo, dotato di un capitolato d’oneri preciso, è animato da una Regione: Innovazione e Ricerca (Regione Paca); Cultura e Turismo (Regione Liguria); Istruzione e formazione (Valle d´Aosta); Ambiente, prevenzione dei rischi e sviluppo sostenibile (Rhône-alpes); Trasporti (Regione Piemonte). Dal 10 febbraio 2012, un ulteriore gruppo, anch’esso guidato dalla Regione Piemonte, è stato istituito in materia di Politica regionale europea, ed è stato finalizzato a definire una posizione comune dell´Euroregione in vista della programmazione dei Fondi strutturali europei 2014-2020. La Conferenza dei Presidenti ha adottato il documento "L´euroregione Alpi-mediterraneo verso il 2020", contenente la posizione comune e condivisa dell’Euroregione relativamente alla nuova programmazione, “position paper” che è stato sottoposto all’attenzione del Commissario europeo per le politiche regionali, Johannes Hahn, il 10 luglio 2012. Tra le direttrici d’azione dell’Euroregione, l’ambiziosa iniziativa per la realizzazione di una strategia macroregionale per le Alpi, condivisa dalla Conferenza dei Presidenti svoltasi l’11 aprile 2012 a Torino. A partire dal 1° gennaio 2012 la Regione Piemonte è stata presidente di turno per tutto l´anno 2012 e, recentemente, la Regione autonoma Valle d’Aosta, a cui sarebbe dovuta passare la presidenza per il primo semestre 2013, ha richiesto la disponibilità del Piemonte a proseguire per ulteriori sei mesi, essendo impegnata nelle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale nel prossimo mese di maggio. La presidenza passerà quindi alla Valle d’Aosta nel secondo semestre 2013.  
   
   
ZONA FRANCA: REGIONE ABRUZZO METTE A DISPOSIZIONE FONDI PER PESCARA IL GOVERNATORE SCRIVE AL MINISTRO  
 
 L´aquila, 20 febbraio 2013 - La Regione Abruzzo mette a disposizione fondi per l´istituzione della zona franca urbana di Pescara e lo fa scrivendo al ministro per la coesione territoriale. Si potrà ricorrere così all´utilizzo delle risorse ex Pain (2 milioni di euro) per una prima annualità 2013. Ad oggi, infatti, non ci sono risorse libere del Por Fesr 2007/2013 a meno che non si intenda ridurre le risorse dell´asse I R&st, Innovazione e competitività . Si tratta di una misura amministrativo-finanziaria che consentirà il rilancio della piccola e micro-impresa nelle aree più disagiate del territorio che permetterebbe una riqualificazione urbana e territoriale delle zone più degradate. "Sarà un´occasione unica - ha commentato il Presidente della Regione - per riportare vitalità economica e sociale e ridare slancio e impulso allo spirito d´impresa locale".  
   
   
BOLZANO, FONDO RISERVATO: GIUNTA PROVINCIALE SOLIDALE CON IL PRESIDENTE DURNWALDER  
 
Bolzano, 20 febbraio 2013 - Nella seduta del 18 febbraio la Giunta provinciale si è occupata della questione del fondo riservato del Presidente della Provincia. Di seguito la presa di posizione della Giunta. La Giunta provinciale ha palesato la convinzione che nel corso di questa vicenda il segreto istruttorio non si stato in alcun modo rispettato. Già ripetutamente in media regionali e sovraregionali sono apparsi articoli e accuse nei confronti del Presidente della Provincia prima che l´interessato ne fosse quantomeno informato. Questo dato di fatto, tanto più in un periodo elettorale, mette in cattiva luce non solo l´attività del Presidente della Provincia ma l´intera politica provinciale. La Giunta condivide ovviamente l´esigenza di controllo da parte della Corte dei conti, quando questa avviene nelle forme generalmente in vigore, vale a dire nella tutela delle norme giuridiche correnti. Per quanto riguarda la gestione del fondo riservato in quanto tale, la Giunta provinciale ribadisce: il fondo di rappresentanza si suddivide, ai sensi della legge in vigore, nel cosiddetto fondo di rappresentanza effettivo e nel fondo riservato. Mentre le spese del fondo di rappresentanza sono da rendicontare con fatture e ricevute, la legge del 1994 non prevede per il fondo riservato una specifica rendicontazione. I mezzi finanziari sono a disposizione del Presidente e dei membri della Giunta provinciale per spese connesse con la loro funzione istituzionale. Dalla sua introduzione, il fondo riservato è stato sempre utilizzato per spese relative all´esercizio delle attività istituzionali, tra le quali rientrano anche offerte e sostegni ad associazioni e organizzazioni nel settore sociale, culturale nonché a singole persone che lavorano in ambiti di pubblico interesse. Il Consiglio provinciale fissa annualmente con la legge di bilancio i mezzi a disposizione del fondo riservato. È generalmente noto che il Presidente e i componenti della Giunta provinciale hanno utilizzato questo denaro sempre relativamente all´esercizio delle attività istituzionali. Come consuetudine degli ultimi decenni, anche il presidente Durnwalder nei 24 anni della sua attività e nell´esercizio della sua carica ha assunto spese o concesso contributi in occasione di ricevimenti, inaugurazioni, cerimonie, inviti di ospiti. Per tale scopo i mezzi corrispondenti sono stati approvati annualmente dal Consiglio provinciale. La Giunta provinciale esprime pertanto la sua piena solidarietà e il suo sostegno al presidente Durnwalder e lo invita a non lasciarsi scoraggiare da queste azioni.  
   
   
CALABRIA: IL PRESIDENTE SCOPELLITI E L’ASSESSORE MANCINI HANNO PRESENTATO LA GRADUATORIA PISL  
 
Catanzaro, 20 febbraio 2013 - Il Presidente della Regione Giuseppe Scopelliti e l’Assessore alla Programmazione nazionale comunitaria Giacomo Mancini hanno presentato, ieri mattina, alla presenza dei sindaci interessati, la graduatoria dei Piusl (Piani integrati di sviluppo locale). Si tratta di oltre cinquantasei milioni di euro per contrastare lo spopolamento dei piccoli comuni e per la tutela e valorizzazione delle minoranze linguistiche. Oltre cento i Comuni calabresi interessati. ´´Oggi - ha detto il Presidente Scopelliti - andiamo incontro ad un centinaio di comuni per dimostrare che il percorso messo in campo tende ad aggregare aree che sono tra loro complementari e che possono sfruttare tali opportunità per guardare al futuro in maniera diversa, nell´ottica cioè di una capacità nuova. L’obiettivo è quello di costituire una rete tra enti in modo da guardare, consapevolmente, al futuro ed essere pronti ad agire in un territorio come il nostro, che presenta una percentuale elevatissima di comuni sotto i cinquemila abitanti allo scopo di mantenere forti le radici e garantire i territori. Produrremo un beneficio per il territorio se riusciremo a trasformare questi investimenti in opere. Alla Regione, in questo senso, spetta il lavoro della programmazione, mentre la realizzazione compete agli amministratori locali nell´ottica di una filiera istituzionale che deve funzionare. Tra i Comuni finanziati ci sono anche quegli enti che hanno attuato anche azioni eclatanti contro la Regione. E ciò a dimostrazione che il nostro è un gioco di squadra che supera le logiche di appartenenza e gli schieramenti. Non nascondiamo, tuttavia, una certa preoccupazione perché, a fronte di un miliardo e cento milioni di euro destinati complessivamente ai Comuni, si riscontra una capacità di spesa minima. Bisogna capire adesso che il 2015, ormai alle porte, è importantissimo per la Calabria, che nel suo complesso dovrà misurarsi proprio sulla sua capacità di spesa´´. Per il Pisl che riguardano l’antispopolamento e declino sono previsti circa quarantaduemilioni di euro. Per questo settore enti capofila sono Torre di Ruggiero, Sangineto, la Provincia di Crotone, la Comunità montana area grecanica e Vazzano. Tra gli interventi previsti vi sono, tra l’altro, alberghi diffusi, accoglienza turistica, centri sportivi e di educazione ambientale. Per le minoranze linguistiche è previsto un finanziamento pari a oltre quattordici milioni. Capofila sono Spezzano Albanese (arbereshe), Roghudi (grecanica) e Guardia Piemontese (occitana). Sono previste biblioteche, sale di lettura ed interventi di riqualificazione. Nell’introdurre i lavori, l’Assessore Mancini ha sottolineato che´´Quello di oggi è un traguardo importante che completa il lavoro svolto in questi anni sulla progettazione integrata. Con la graduatoria si completa un lavoro complesso e difficile. I sindaci presenti hanno posto in essere una buona progettualità e hanno trovato nei dirigenti della Regione e negli agenti di sviluppo un valido apporto. Si è fatto un ottimo gioco di squadra. Adesso bisogna proseguire su questa strada tenendo conto che la palla passa ai Comuni, anche se questo non significa che la Regione si sottrae alle sue responsabilità. Noi siamo pronti a fornire ogni collaborazione utile per il migliore esito del percorso avviato. La nostra ambizione e produrre fatti e, in questo senso, abbiamo dato risorse affinchè questi fatti vengano prodotti´´.  
   
   
ANTIMAFIA: UMBRIA NEL COMITATO DI CONTROLLO DELLA LEGALITÀ NEGLI APPALTI PUBBLICI  
 
Perugia, 20 febbraio 2013 - Si è insediato a Roma il Comitato di attuazione del Protocollo di collaborazione tra Ministero degli Interni e Regioni per l’integrazione e la condivisione di banche dati nazionali e regionali sui contratti pubblici anche ai fini antimafia, l’analisi delle criticità del ciclo dei contratti e lo sviluppo e la diffusione di buone prassi attraverso linee guida e protocolli di legalità. La Regione Umbria partecipa così - assieme a Campania, Emilia Romagna e Piemonte - alle attività previste nel Protocollo di collaborazione in materia di legalità negli appalti pubblici sottoscritto il 10 ottobre scorso tra il Comitato di Coordinamento per l’Alta Sorveglianza Grandi Opere (Ccasgo) del Ministero dell’Interno e Itaca (Istituto per l’innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale), organo tecnico della Conferenza delle Regioni. Attraverso il Comitato, si legge in una nota della Regione, si pongono le basi operative per l’avvio di una collaborazione tra il Ministero e le Regioni su temi delicati come l’attuazione delle nuove norme che hanno consentito l’immediata entrata in vigore del codice antimafia, l’avvio della banca dati nazionale unica della documentazione antimafia in funzione dell’accelerazione delle procedure di rilascio della certificazione antimafia e il potenziamento dell’attività di prevenzione dei tentativi di infiltrazione mafiosa nel sistema degli appalti pubblici.  
   
   
MONTAGNA. DALLA REGIONE EMILIA ROMAGNA 1 MILIONE DI EURO PER LE UNIONI E LE COMUNITÀ MONTANE.  
 
Bologna, 20 febbraio 2013v - Un milione di euro per la “manutenzione” della montagna dell’Emilia-romagna. A un anno dalla grande nevicata del 2012 la Regione è l’unico ente che ha destinato risorse proprie per aiutare i Comuni alle prese con la difficoltà di far fronte alle necessità di gestire le strade comunali. Si tratta di uno stanziamento pari a 1 milione di euro che viene suddiviso tra le Unioni e le Comunità Montane che hanno subìto i danni del maltempo, affinché le amministrazioni locali possano procedere a rendere di nuovo utilizzabili le strade e al contrasto del dissesto idrogeologico. “Negli ultimi anni il governo ha azzerato i propri investimenti per la montagna e colpito i bilanci degli Enti locali e delle Regioni, indebolendo i nostri interventi su questa parte del territorio”, spiega Simonetta Saliera, vicepresidente e assessore alla Montagna della Regione Emilia-romagna. “Noi, però, non ci arrendiamo e continuiamo a ostinarci a tutelare e investire in queste zone più fragili e più bisognose del nostro intervento. Queste risorse, tutte frutto del Bilancio regionale 2013, sono una boccata di ossigeno per il nostro Appennino, per i Comuni che vi appartengono e per le persone che lì abitano: continuiamo, così, a ridurre le distanze e le opportunità tra chi vive in montagna e chi vive in pianura all’insegna del principio di eguaglianza”.  
   
   
CAMPANIA: GRANDI PROGETTI, AL VIA DECRETI DI AMMISSIONE AL FINANZIAMENTO PER 1 MILIARDO E 850 MILIONI DI EURO  
 
Napoli, 20 febbraio 2013 - "La Regione Campania sta andando avanti per l´attuazione dei Grandi progetti. Sette di questi, per un valore di 1,3 miliardi di euro, sono già stati ammessi a finanziamento (Parco urbano Bagnoli, Metropolitana Linea 1, Metropolitana Linea 6, Metropolitana Metrocampania Nord est Piscinola-capodichino, Ripascimento Golfo di Salerno, Messa in sicurezza del fiume Sarno, Statale 268 del Vesuvio). Sono già stati predisposti e nei prossimi giorni saranno firmati i decreti di ammissione a finanziamento di altri sei Grandi progetti, per un valore complessivo di 550 milioni di euro (Centro storico di Napoli - Unesco, Polo fieristico regionale - Mostra d´Oltremare, Depurazione Litorale Domitio, Depurazione aree interne di Avellino, Benevento e Caserta, Depurazione laghi flegrei, Banda larga). Ciò consentirà agli enti beneficiari di partire immediatamente con le gare per le opere i cui progetti sono già stati approvati. Già nelle prossime settimane saranno avviate le gare, mentre per tutti gli altri interventi previsti partirà subito la progettazione e si prevedono gare per i lavori entro l´anno." Così il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro e l´assessore ai Lavori pubblici Edoardo Cosenza, delegato al coordinamento strategico dei Grandi progetti. "La Regione ha delineato anche la tempistica necessaria all´ammissione a finanziamento degli altri Grandi Progetti. Entro marzo – aggiunge Cosenza - saranno pronti i decreti relativi al Grande progetto “Tangenziale Aree interne” e alla “Riqualificazione Napoli Est” per un valore di 277 milioni di euro. Sono, invece, in fase di approfondimento tecnico i Grandi progetti relativi alla “Depurazione dei Regi Lagni” e alla “Depurazione in provincia di Salerno” per complessivi 320 milioni di euro. In ogni caso, per questi 17 Grandi progetti, la Regione ritiene che non vi siano problemi sulla procedura di ´aiuti di Stato´. Per quanto riguarda invece gli interventi sul Porto di Napoli e sul Porto di Salerno, nei prossimi giorni, sarà inviata la notifica a Bruxelles sulla procedura di “aiuti di Stato” che, si ritiene, possa dare esito di compatibilità pressoché totale. Stiamo seguendo anche il Grande programma Automotive-aerospazio che vale 150 milioni di euro. La fase di valutazione dei piani di investimento presentati a seguito dell´emanazione dell´avviso pubblico terminerà a luglio", conclude l’assessore.  
   
   
VALGRIGNA, ENTRO L´ANNO LA FINE DEI PROGETTI DA 4,7 MILIONI  
 
Milano, 20 febbraio 2013 - È stata prorogato fino al prossimo 31 dicembre l´Accordo di Programma Valgrigna (sottoscritto nel 2008) che interessa un´area a cavallo tra la Valcamonica e la Valtrompia (Brescia) e coinvolge 13 Enti locali. Questo consentirà di completare gli ultimi 14 progetti (su 66 previsti nell´accordo per un valore complessivo di 4,7 milioni). Lo fa sapere l´assessore regionale all´Ambiente, Sistemi verdi e Paesaggio, che ha presieduto il Collegio di Vigilanza dell´Adp. I progetti riguardano la tutela dell´ambiente e la sua valorizzazione per la crescita del territorio e l´attrattività turistica. In particolare: la gestione della Foresta regionale di 2.847 ettari e delle zone limitrofe alto-montane; la valorizzazione della presenza antropica nel territorio alto-montano; la creazione di opportunità di reddito attraverso la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali e culturali finalizzate anche all´incremento dell´offerta turistica. Risultati Importanti - "Abbiamo constatato - spiega l´assessore - che i 52 progetti già conclusi hanno dato risultati apprezzabili sotto l´aspetto occupazionale, dell´attività silvo-pastorale e dello sviluppo ecosostenibile. Proprio per questo abbiamo deciso di prorogarne la validità, consentendo così di ultimare gli ultimi progetti in corso".  
   
   
UNDICESIMA CONFERENZA NAZIONALE DI STATISTICA  
 
Roma, 20 febbraio 2013 - Si svolgerà a il 20 e 21 febbraio presso il Palazzo dei Congressi dell´Eur, l´undicesima Conferenza Nazionale di Statistica. L´importante appuntamento biennale della statistica ufficiale riserva quest´anno un programma ricco di iniziative ed un salone espositivo dell´informazione statistica. Il programma e accessibile dal seguente link http://www.Istat.it/it/archivio/78259  La Provincia di Roma sarà presente con un suo intervento nell´Area Visione nell´ambito della Sessione "Il benessere equo e sostenibile nei territori". (21 febbraio 13,15-14,45). Per ulteriori informazioni sull´evento: Ufficio di Statistica - Servizio 6, Ufficio di Gabinetto della Provincia di Roma , telefoni 06 6766 8503 / 8692/ 8702 ; e mail statistica@provincia.Roma.it    
   
   
PUGLIA: PRESENTATO IL PIANO STRAORDINARIO PER I PERCETTORI DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI  
 
Bari, 20 febbraio 2013 - “Questa giornata è frutto di una sollecitazione del partenariato sociale che abbiamo accolto in pieno. Quello che infatti si stava determinando in Puglia, a partire dai problemi della Cassa integrazione in deroga per il 2012, era un fibrillazione talmente drammatica e talmente legata a problemi di sopravvivenza che non potena non indurci ad immaginare, insieme con il partenariato, un nuovo modello operativo, rompendo il salvadanaio per riorganizzare gli interventi e riorganizzare le locazioni delle risorse”. Così il Presidente della Regione Puglia che ieri mattina, insieme con le assessore al Lavoro e alla Formazione professionale, al Direttore d’Area dello Sviluppo Economico e al Capo di Gabinetto, ha illustrato alla stampa il Piano straordinario a favore dei percettori di ammortizzatori sociali in deroga. Un Piano di circa 80 milioni di euro che rende concrete, innovative e “più raffinate” le politiche attive con l’obiettivo di “promuovere e favorire la ricollocazione nel mercato del lavoro, dei lavoratori e delle lavoratrici colpiti dalla crisi e di sostenere il reddito di coloro che non possono più percepire gli ammortizzatori sociali in deroga”. “Dietro la parola crisi ci sono tante cose – ha aggiunto il Presidente - per esempio in Puglia ci sono 23mila lavoratori in cassa integrazione in deroga e ci sono 17mila lavoratori in mobilità. 40mila persone, 40mila famiglie che vivono in una condizione di assoluta precarietà e incertezza. Il Piano che abbiamo presentato oggi riguarda specificatamente questa platea, affinchè possa essere ripresa in carico globalmente dalla nostra amministrazione regionale, perchè possa essere censita in tutti i suoi talenti professionali. Capire cioè che cosa è in grado di fare ciascuno di questi 40mila, per riconnetterli con il sistema di imprese e con il mercato del lavoro. Attraverso il Piano – ha specificato ulteriormente il Presidente della Regione – li prendiamo in carico, li seguiamo con nuovi tirocini formativi, integriamo il loro reddito. Insomma non li abbandoniamo, anzi. Ci facciamo carico della povertà e proviamo a combatterla. Ecco, a questo serve il Piano presentato oggi. Questi lavoratori costituiscono un frammento, ma è un frammento tra i più gelidi e più bui della povertà reale del nostro paese”. Nel modello del Piano straordinario, molto lodato da tutto il partenariato (sindacati e associazioni datoriali) presente questa mattina in conferenza stampa non solo per il suo carattere moderno e innovativo ma anche per la velocità con la quale è stato messo a punto, è stato inserito l’elemento della verifica dei risultati. Un monitoraggio dunque continuo, in condivisione con il partenariato, con l’obiettivo di rendere sempre più stringente la Cabina di regia che è insieme programmazione e controllo. Per il Presidente, in questa impostazione “c’è una lezione per tutti quanti noi”. “I compiti della politica, infatti, sono questi e non altri – ha detto il Presidente – e cioè programmazione e controllo. La politica, quando gestisce in prima persona fallisce e va incontro a situazioni scandalose. La politica deve cedere potere dal punto di vista della gestione e assumere l’orientamento di programmare e controllare. E questo non si può che fare insieme con il partenariato”. Un riferimento infine anche al lavoro importante che dovranno svolgere i centri per l’impiego. “Noi vogliamo fare dei centri per l’impiego - ha detto il Presidente - dei cantieri operosi, con l’implementazione sia in termini quantitativi che in termini qualitativi. Metterli in grado cioè di avere tutto a disposizione affinchè non ci possano essere alibi”. Piano Straordinario http://www.Regione.puglia.it/web/files/agierrenet/
piano_straordinario_aass_in_deroga11x.pdf
 
 
   
   
BENI CONFISCATI ALLA MAFIA, LA REGIONE TOSCANA SOSTIENE LA PROPOSTA DI LEGGE  
 
Firenze 20 febbraio 2013 – La Regione Toscana sostiene la legge di iniziativa popolare per favorire l’emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata. Lo ha detto la vicepresidente intervenuta ieri, al Caffè Giubbe Rosse a Firenze, alla presentazione della campagna “Io riattivo il lavoro” presentata da Cgil, Arci, Acli, Avviso pubblico, Centro Studi Pio La Torre, Legacoop, Libera, Sos impresa. La vicepresidente, che ha sottoscritto la proposta, ha ricordato che il sostegno della Regione rientra nel più generale impegno per l’affermazione di una cultura della legalità, per creare gli antidoti che possono scongiurare la diffusione della criminalità organizzata sul territorio e la penetrazione nella società, a partire dall’educazione dei cittadini e, soprattutto, dalla scuola. La legge d’iniziativa popolare si propone di contrastare l’illegalità e di tutelare i lavoratori impiegati nelle attività produttive sottratte alla criminalità organizzata. Si tratta, ha osservato la vicepresidente, di un passaggio particolarmente importante per i lavoratori di queste realtà che, spesso, sono più fragili e meno tutelati. Per questo una legge che rilanci queste aziende, le renda competitive e in grado di mantenere o incrementare l’occupazione, ha una valore economico ma anche simbolico forte, rappresenta una sorta di rivincita della legalità sulla criminalità. Un valore che è indispensabile coltivare, ha spiegato ancora la vicepresidente, perché, se la Toscana non è terra di mafia, conosce però infiltrazioni mafiose. E’ per questo che occorre tenere alto il livello di attenzione a tutti i livelli e in tutti i settori. E lo dimostrano i numeri forniti dalle associazioni. In Toscana i beni confiscati sono 50: di questi una decina sono aziende, il resto beni immobili. Il più significativo è rappresentato dall’azienda agricola di Suvignano, nel comune di Monteroni d’Arbia, oltre 700 ettari con costruzioni agricole, un agriturismo e terreni coltivati. Per questa azienda, confiscata nel 2007, la Regione ha fatto richiesta al Demanio di poter trasferire il bene nel proprio patrimonio agricolo e forestale, impegnandosi a mantenere i livelli occupazionali, a sviluppare le attuali attività e a destinarla come sede di iniziative sociali legate alla lotta alla criminalità organizzata.  
   
   
PROFUGHI, LIGURIA: OGGI LE COMPETENZE SONO DEI PREFETTI  
 
Genova, 20 Febbraio 2013. "Mi spiace che il consigliere Bagnasco utilizzi l´argomento dei profughi in modo strumentale, forse non è informato che dal 31 dicembre dell´anno scorso le competenze sui profughi sono passate al Ministero dell´Interno e alle Prefetture". Lo dice l´assessore alle politiche sociali della Liguria, Lorena Rambaudi, rispondendo così al consigliere regionale, Roberto Bagnasco che accusa la Regione di non gestire l´emergenza. "La Regione Liguria ha gestito l´emergenza fino a fine anno, come le altre regioni – spiega Rambaudi – e successivamente ha consegnato ai Prefetti tutti i dati, non solo quantitativi, ma anche qualitativi, relativi ai singoli profili, alle competenze e ai progetti di autonomia che si stavano avviando con il sostegno regionale". "Non è vero - ribadisce l´assessore – che le persone sono abbandonate. I prefetti hanno prorogato per due mesi l´accoglienza, dando continuità ai contratti con gli enti gestori precedentemente stipulati dall´Ente e nonostante la Regione Liguria non abbia più competenze in materia, continuiamo a collaborare, sia a livello regionale, con il Prefetto di Genova, che nazionale. Anche se il passaggio delle competenze è già avvenuto formalmente, il Ministero dell´Interno, continua a chiedere la partecipazione delle Regioni al tavolo del Viminale, segno della realizzazione di un´attività proficua".  
   
   
BOLZANO: PREMI PER ELABORATI SCIENTIFICI SULLE PARI OPPORTUNITÀ - SONO ONLINE I NUOVI CRITERI  
 
 Bolzano, 20 febbraio 2013 - La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna hanno rivisto i criteri di attribuzione dei premi per tesi di diploma e di laurea che riguardano il tema delle pari opportunità Sono state apportate alcune modifiche ora pubblicate online all´indirizzo http://www.Provincia.bz.it/pariopportunita/contributi-agevolazioni.asp  La Commissione provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia autonoma di Bolzano già da alcuni anni assegnano premi per tesi di diploma e di laurea che riguardano il tema delle pari opportunità. I criteri di attribuzione sono stati ora rivisti e sono state apportate alcune modifiche. Ad esempio, sono stati ridefiniti i criteri di ammissione delle domande, gli elaborati possono essere presentati anche in lingua inglese ed il nuovo termine finale per la presentazione è il 28 febbraio di ogni anno. "Il nostro principale obiettivo è che le giovani studentesse ed i giovani studenti trattino le questioni relative alle pari opportunità ed alle donne. Attraverso i loro lavori, ci aspettiamo di acquisire nuove prospettive e risultati interessanti sul tema indicato. I premi fungono da motivazione e, conseguentemente, devono valorizzare adeguatamente questo ambito. Invito tutte le persone interessate a leggere i nuovi criteri ed a presentare i loro elaborati", commenta Ulrike Oberhammer, presidente della Commissione provinciale per le pari opportunità. La vicepresidente Franca Toffol aggiunge: "Lo scopo di questi premi è quello di incentivare l´interesse di studentesse e studenti nei confronti delle tematiche di genere e delle pari opportunità non solo per analizzare la condizione femminile nei diversi ambiti della vita, e le eventuali criticità che ne derivano, ma anche per favorire la crescita culturale, sociale e politica del nostro territorio." L´assessore provinciale Roberto Bizzo, che ha la delega alle pari opportunità, ha aggiunto "Il lavoro di ricerca e l´elaborazione di tesi aventi come tema la parità di genere potranno anche essere da stimolo per proporre nuove politiche di sostegno e misure concrete per colmare le diseguaglianze economiche e sociali fra donne e uomini". I nuovi criteri ed ulteriori informazioni sono consultabili sul sito web della Commissione Pari Opportunità e del Servizio donna al link http://www.Provincia.bz.it/pariopportunita/contributi-agevolazioni.asp  Le persone interessate possono rivolgersi anche al Servizio donna, via Dante 11, Bolzano, telefonando allo 0471/416950 oppure via e-mail al serviziodonna@provincia.Bz.it    
   
   
ROMA CAPITALE ADERISCE ALLA CAMPAGNA DEL FOREIGN OFFICE CONTRO LA VIOLENZA SESSUALE IN AREE DI CONFLITTO  
 
 Roma, 20 febbraio 2013 - Roma Capitale, attraverso la delegata del Sindaco alle Pari Opportunità Lavinia Mennuni, aderisce alla campagna di informazione e sensibilizzazione “Preventing Sexual Violence In Conflict Areas (Psvi)”, lanciata dal Ministro degli Esteri britannico William Hague nell’ambito della Presidenza britannica del G8 nel 2013 con lo scopo di porre l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale sul drammatico crescendo di violenze sessuali nelle aree di conflitto una violenza che colpisce indiscriminatamente donne, bambini e uomini, lasciando sulle vittime atroci traumi fisici e psichici. L’amministrazione capitolina è, infatti, partner del Gruppo di lavoro promosso dall’Ambasciata britannica in Italia del quale fanno parte anche l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr), l’associazione “Se Non Ora Quando” e “Avvocati Senza Frontiere”. «Roma Capitale aderisce con convinzione all’importante campagna lanciata dalla Gran Bretagna, per riportare l’attenzione sul tema della violenza contro le donne e i minori, utilizzata come vero e proprio strumento di guerra nei Paesi martoriati dai conflitti» - dichiara Lavinia Mennuni, delegato del Sindaco alle Pari Opportunità – «Crimini odiosi e profondamente ingiusti che avvengono anche alle porte dell’Italia, che rimangono largamente impuniti e che purtroppo lasciano segni indelebili nelle vittime civili e innocenti. È fondamentale rivolgere un impegno costante e lavorare, tutti, nessuno escluso, in condivisione, al fine di stigmatizzare duramente questo fenomeno, garantendo certezza della pena e sostenendo coloro che vivono il dramma di quella che è una delle più gravi violazioni dei più fondamentali diritti umani». L’iniziativa britannica avrà proprio a Roma un primo momento di dialogo e confronto, mercoledì 20 febbraio, tra il gruppo di lavoro ed esperti di diverse istituzioni che, a tutti i livelli e in vari ambiti, si occupano della tematica nell’ambito del dibattito “Fermiamo la violenza sessuale come arma di guerra!”, in programma presso Villa Wolkonsky, residenza dell’Ambasciatore britannico a Roma, Sir Christopher Prentice, (ore 10.00-14.30, piazza di Villa Wolkonsky – via Ludovico di Savoia). Quanto emergerà dall’incontro di mercoledì sarà oggetto di un documento che verrà inviato all’attenzione dei Ministri degli Esteri del G8 che si riuniranno a Londra nei prossimi 10 e 11 aprile. Lo comunica l’Ufficio Stampa di Roma Capitale.