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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 15 Marzo 2013
LONATO DEL GARDA (ROCCA VISCONTEO-VENETA): WEEK END DEDICATO A FIORI, ARTE, STORIA - ”I FIORI AMANO LE REGINE” - IN MOSTRA GLI ABITI DI MARIE AMÉLIE D’ORLÉANS, ULTIMA REGINA DEL PORTOGALLO - PER I BAMBINI L’HORTUS CONCLUSUS - FIORINELLAROCCA. MOSTRA MERCATO DI PIANTE RARE - 13/14 APRILE 2013  
 
Gli abiti dell´ultima regina del Portogallo in mostra a Fiori nella Rocca “I Fiori amano le Regine”, ovvero le creazioni floreali di Giusy Ferrari Cielo dedicate a Marie Amélie d’Orléans, ultima Regina del Portogallo, celebratissima per la sua raffinata eleganza,di cui sarà esposta un sofisticata selezione di abiti del guardaroba privato, creati da importanti maisons francesi: questa una delle tante curiosità che accoglieranno i visitatori di Fiori nella Rocca, ricca e curiosa mostra mercato di piante e fiori rari, che si terrà sabato 13 e domenica 14 aprile 2013 nella straordinaria cornice della Rocca visconteo-veneta di Lonato del Garda (Brescia). Provenienti dalla Collezione di Mara Bertoli, che riuscì ad acquisire un intero baule con i capi che saranno per la prima volta esposti a Lonato, gli abiti permettono di comprendere il gusto della moda femminile nella seconda metà dell’Ottocento: ad essi si ispireranno le fantasiose composizioni di Giusy Ferrari Cielo, nota Giudice internazionale e insegnante dell’Istituto Italiano Floreale. Il Garden Club Brescia e la Fondazione Ugo Da Como hanno selezionato anche per la sesta edizione di “Fiori nella Rocca “ importanti vivaisti italiani, appassionati coltivatori e ricercatori di essenze rare, tra cui i più noti produttori di erbacee perenni, rose, peonie, piante aromatiche, medicinali e orticole particolari, agrumi, ulivi e palmizi, pelargoni a foglia profumata, imperiali e miniatura, iris, lavande, hemerocallis, clematis, piante acquatiche, piante grasse, tillandsie, frutti antichi e piante forestali. Un percorso multicolore e profumato, che condurrà i visitatori alla scoperta della Rocca edificata nel Xii secolo, una fra le più imponenti fortificazioni della Lombardia, da cui si gode un’impareggiabile vista sul bacino del basso lago di Garda. Accanto a fiori e piante, i gazebo di artigiani che realizzano oggetti e decorazioni per il giardino, un suggestivo angolo caffetteria e un ristorante a buffet per una pausa di gusto e relax, l’Hortus Conclusus con animazione per i bambini. Fra i molti eventi che animeranno la manifestazione, “Un Bouquet per la mia casa”, lezioni gratuite che permetteranno ai partecipanti di creare un piccolo cesto di fiori per la loro abitazione e apprendere i segreti dell’arte della composizione floreale per ricreare da soli nuove soluzioni che coloreranno e profumeranno gli ambienti della casa. Docente d’eccezione sarà Giusy Ferrari Cielo. Natura e storia: la manifestazione coniuga un evento dedicato ad un settore di mercato in continua crescita e a cui ci si rivolge con sempre maggiore attenzione con il patrimonio storico, artistico e culturale custodito all’interno del complesso museale di Lonato del Garda. La grandiosa Rocca visconteo veneta è Monumento Nazionale dal 1912. La sua posizione strategica è stata lodata anche da Napoleone Bonaparte, ultimo ospite illustre del castello. La Casa del Podestà è una fra le più affascinanti Case–museo italiane: edificata nel Quattrocento e radicalmente ristrutturata all’inizio del ‘900 per volere del senatore Ugo Da Como, che aveva acquisito una serie di antichi edifici ai piedi del castello per ricostruire e ridare evidenza alla cittadella medievale di Lonato, permette di immergersi nel gusto altoborghese per l’abitazione di fine Ottocento. I visitatori saranno accompagnati alla scoperta delle sue 20 sale, arredate con mobili ed oggetti d’epoca, che racchiudono straordinarie collezioni ed opere d’arte, nonché una Biblioteca ricca di preziosi manoscritti, codici miniati e del “libro più piccolo del mondo”. --- Alcuni appuntamenti di Fiori Nella Rocca 2013 Lezioni, mostre, visite guidate, presentazioni, conferenze Fiori Nella Rocca scopre la vegetazione spontanea autoctona Grazie ad un progetto di collaborazione biennale tra la Fondazione Ugo Da Como e il Museo Civico di Scienze Naturali di Brescia, sarà presentato al pubblico il censimento completo della vegetazione spontanea che cresce sulle mura della Rocca di Lonato. I visitatori potranno osservare la flora grazie a visite guidate. Sarà presentata anche una piccola guida fotografica che illustra i cambiamenti e l’alternarsi della vegetazione nel corso delle stagioni. Fiori Nella Rocca e Lonatobìo Mercato biologico nel cortile di Via Ugo Da Como Fiori Nella Rocca per i bambini, l’ Hortus conclusus Hortus conclusus è l’area dedicata ai bambini con laboratori, spazi, giochi e iniziative pensate per i più piccoli. I bambini potranno effettuare gratuitamente le attività, mentre i genitori visiteranno la mostra mercato e faranno i loro acquisti per il giardino. Se mamma o papà desiderano rimanere con i loro piccoli le attività sono aperte anche a loro.  "Fiorigami" e "Piastre in fiore" sono le attività che insegnano a costruire fiori di carta e piastrelle fiorite per portare a casa un ricordo della manifestazione  "Fiori animati" è il teatrino animato di Fiori Nella Rocca in cui le rose, le margherite, i girasoli diventano protagonisti di divertenti scenette  "Fiabe in fiore" è la narrazione coinvolgente di storie e fiabe dedicate al mondo vegetale e degli animali: alternativo momento di distensione e relax per allietare le fatiche dell’essere bambino!  "Fiori d´aria" sono le sculture di palloncini a forma di fiore che verranno regalati a tutti i bambini  "Mai…s…fioriti" costruzione di fiori con il granoturco colorato secondo la fantasia di ogni bambino Fiori Nella Rocca per i Garden Club La manifestazione di Lonato è stata ideata nel 2008 dalla Presidente del Garden Club Brescia, che ha voluto rinnovare la tradizionale idea del concorso floreale proponendo un’iniziativa rivolta al grande pubblico di appassionati del verde e dei giardini. Sin dalla prima edizione, durante il pomeriggio di sabato un appuntamento speciale è riservato ai Garden Club italiani che visitano Fiori Nella Rocca. Fiori Nella Rocca e l’arte della composizione floreale Una straordinaria mostra e le lezioni gratuite aperte al pubblico. Giusy Ferrari Cielo, insegnante, dimostratrice, giudice internazionale Iidfa e pluripremiata a livello internazionale nei concorsi di composizione floreale, apre le porte del suo straordinario mondo di colori e profumi per far ammirare a tutti i visitatori della manifestazione le sue straordinarie composizioni. Per chi vorrà prenotarsi Giusy Ferrari Cielo, svelerà i segreti per creare un perfetto bouquet per la propria casa: equilibrio, linee, colori, forme, relazione con l’ambiente e stile sono le caratteristiche fondamentali che anche i meno esperti potranno facilmente apprendere per realizzare la propria composizione. Fiori Nella Rocca e l’editoria La presentazione di nuove edizioni dedicate alla cultura dei giardini e del paesaggio caratterizza da sempre la manifestazione di Lonato. Un particolare legame con la casa editrice Olschki di Firenze permette l’organizzazione di incontri culturali con gli autori di importanti volumi. Quest’anno la presentazione inaugurale sarà dedicata allo splendido libro illustrato L’arcipelago nascosto curato da Paola Muscari, paesaggista, e Maria Pia Cunico, architetto del paesaggio, che racconta che giardino incredibile è il Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. La seconda presentazione sarà dedicata al libro di Guido Giubbini Storie di giardini. Antichità e Islam. Il giardino europeo dal Cinquecento al Settecento. Lo storico curatore della rivista Rosanova presenta il primo volume della sua opera. Fiori Nella Rocca per la fotografia Si inaugura nel corso di questa edizione della manifestazione la prima Mostra dedicata alla fotografia naturalistica. Nel ventennale della scomparsa di Franco Rapuzzi, storico fotografo bresciano, Fiori Nella Rocca vuole rendere omaggio alla sua arte con questa piccola esposizione delle più belle immagini della natura ritratte durante le innumerevoli uscite sul territorio bresciano. Info e programma completo : Fondazione Ugo Da Como – Via Rocca, 2 – Lonato del Garda (Brescia) - Tel. 0309130060 - www.Fiorinellarocca.it    
   
   
GENOVA (PALAZZO DUCALE): GEISHE E SAMURAI - ESOTISMO E FOTOGRAFIA NEL GIAPPONE DELL’OTTOCENTO - 18 APRILE/25 AGOSTO 2013  
 
4 Dal 18 aprile al 25 agosto 2013, Palazzo Ducale di Genova ospita una mostra che presenta 125 stampe fotografiche originali realizzate dai grandi interpreti giapponesi ed europei di quest’arte, agli albori della storia della fotografia, fra il 1860 e i primissimi anni del Novecento. L’iniziativa, dal titolo Geishe e Samurai. Esotismo e fotografia nel Giappone dell´Ottocento, è curata da Francesco Paolo Campione, direttore del Museo delle Culture di Lugano, e da Marco Fagioli, realizzata da Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e da Giunti Arte Mostre Musei, in collaborazione con il Museo delle Culture di Lugano che conserva un archivio composto da di oltre 5.200 fotografie all’albumina colorate a mano, per metà circa contenute all’interno di oltre 90 coevi album-souvenir racchiusi da coperte splendidamente decorate da maestri dell’arte giapponese della lacca. Si tratta di una delle maggiori collezioni del genere esistenti al mondo. Raccolta con erudita passione da Marco Fagioli a partire dal 1973, la collezione è stata interamente acquisita nel 2012 dalla Fondazione ‘Ada Ceschin Pilone’ di Zurigo che l´ha destinata in comodato permanente al Museo delle Culture di Lugano. La rassegna ruota attorno all’idea dell’uomo e della donna giapponesi, così come si sono formate nell’immaginario europeo dell´Ottocento, ritratto nelle fotografie della Scuola di Yokohama, sia nelle reali condizioni socio-culturali del tempo, attraverso i capolavori di uno dei più importanti capitoli della storia della fotografia - nata in Europa ma subito sperimentata in Giappone - proprio nel periodo in cui, abbandonando un isolamento che durava da trecento anni, il Paese del Sol levante si apriva all’America e all’Europa, influenzando, con le immagini e le espressioni della sua creatività, il gusto dell´intero Occidente. Il percorso espositivo seguirà un itinerario tematico, diviso in sette sezioni, intervallato da tre piccole aree che presenteranno otto preziosi album-souvenir, e indagherà il contesto paesaggistico e culturale in cui è costruita l’idea di ineffabile perfezione, in cui si muovono i protagonisti, uomini e donne, della fotografia giapponese dell’Ottocento, quindi l’universo maschile, fatto di uomini e bambini ritratti nelle loro attività di tutti i giorni. Si procederà analizzando l´armonia del quotidiano che contraddistingue il ritratto delle donne impegnate nelle attività domestiche e di tutti i giorni, il tempo del rito e della festa, con i ritratti dei diversi operatori del sacro e le immagini delle occasioni liturgiche e cerimoniali, la bellezza sublime, che permette di cogliere le coordinate ideologiche di un modello idealizzato di bellezza femminile asiatica che s’imporrà attraverso una sorta di cliché, destinato a durare a lungo nel tempo. Chiuderanno idealmente la mostra le due sezioni dedicate agli eroi dell´ultraesotico, con i ritratti di alcuni dei personaggi tipici della cultura giapponese del tempo (sàmurai, kendoka, lottatori di sumo, tatuati), affiancati da venti rare carte da visita che ritraggono attori del teatro kabuki, e alle città senza notte, sul tema e sulla realtà storica delle donne di piacere. L’iniziativa genovese offrirà l’occasione di approfondire un momento della fotografia nipponica passato sotto il nome di Scuola di Yokohama, la cui caratteristica risiedeva nell’unire la fotografia, la forma artistica più d’avanguardia di quel tempo, con la tradizione delle grafiche giapponesi, realizzando stampe fotografiche su carta all’albumina delicatamente colorate singolarmente a mano da raffinati artigiani. Queste immagini, destinate prevalentemente ai viaggiatori stranieri, offrivano rappresentazioni del paesaggio e della cultura giapponese, con una funzione che è sostanzialmente quella di produrre souvenir di viaggio e della memoria esotica. Tale genere esprime uno stile fortemente riconoscibile che non trova, allora, eguali nel mondo per la qualità dell’interazione fra la stampa all’albumina, la raffinatezza della ricerca fotografica e la finissima colorazione che, in alcuni casi, produce un risultato finale vicino a quello delle moderne fotografie a colori. A realizzare tali capolavori furono artisti europei e giapponesi che risposero, innanzi tutto, al bisogno dei viaggiatori occidentali di portare con sé il ricordo di un paese che appariva loro per molti versi straordinario, nel momento irripetibile in cui la modernizzazione forzata dell’epoca Meiji (1868-1912) trasformava, a vista d’occhio, un mondo sostanzialmente medievale in una moderna nazione industriale. Grazie all’affermazione delle moderne tecniche di stampa, le stesse fotografie che assortivano gli album-souvenir di tali viaggiatori, furono utilizzate per alcuni decenni anche per illustrare una ricca pubblicistica fatta di guide, di resoconti di viaggio e, soprattutto, di descrizioni della vita quotidiana e dei costumi di un mondo che appariva all’Occidente come la quintessenza di un Oriente medievale, educato ed elegante, arrivato miracolosamente intatto alla soglie della civiltà industriale. Catalogo: Gamm Giunti. Info: Genova, Palazzo Ducale (piazza Giacomo Matteotti, 9) - Tel. 010.5574065 - www.Palazzoducale.genova.it    
   
   
TURES RIES-AURINA A CAMPO (CENTRO VISITE VEDRETTE ):MOSTRA FOTOGRAFICA: "AMBIENTI ACQUATICI - PARCHI NATURALI  
 
Oggi venerdì 15 marzo, si svolge, alle ore 17,00, presso il Centro visite Vedrette di Ries-aurina a Campo Tures la cerimonia di inaugurazione della mostra fotografica sul tema “Ambienti acquatici - Parchi naturali Alto Adige”. All´inaugurazione prendono parte l´assessore provinciale all´urbanistica, libro fondiario e catasto, Elmar Pichler Rolle, Artur Kammerer, direttore dell´Ufficio Parchi naturali, Helmuth Innerbichler, sindaco del Comune di Campo Tures, Andreas Declara, biologo e Franz Hinteregger, responsabile del Centro visite. Gli ambienti acquatici rivestono una grande importanza dal punto di vista ecologico e reagiscono sensibilmente già a minimi cambiamenti. Sono importanti per la tutela della biodiversità nonché quali aree di sosta per le specie migratrici. Essi rappresentano risorse idriche importanti e possono pervenire le inondazioni. Danno, inoltre un importante contributo alla bellezza del paesaggio e sono spesso aree ricreative per la popolazione. Le aree protette svolgono un ruolo importante per la conservazione e la tutela di queste sensibili zone. La mostra fotografica "Ambienti acquatici - Parchi naturali in Alto Adige" è un´iniziativa realizzata in occasione dell´Anno internazionale della cooperazione nel settore idrico. Foto di torrenti di montagna, cascate, laghi, sorgenti, prati umidi, torbiere e ghiacciai mostrano impressionanti meraviglie naturali e paesaggi incantevoli. Le immagini trasmettono la diversità e la bellezza dei diversi ambienti acquatici e sottolineano i loro valore unico  
   
   
VENEZIA (FONDAZIONE QUERINI STAMPALIA): LA QUERINI STAMPALIA FA RIVIVERE IL TEMPO IN CUI LA SERENISSIMA ERA "REGINA DEI MARI" - DAL 23 MARZO AL 12 MAGGIO  
 
La mostra Navi, squeri, traghetti da Jacopo de´ Barbari, realizzata grazie alla collaborazione e al sostegno di Società Duri i Banchi di Venezia, conduce lo spettatore dentro il brulichio di attività del porto e dei cantieri nautici, gli "squeri". Nell´epoca d´oro dell´antica Repubblica erano numerosi, concentrati specialmente nel sestiere di Castello. Nascevano lì le imbarcazioni adatte ai fondali bassi della laguna: gondole, sandali, burci. I vascelli progettati per il mare aperto, dalle navi da carico alle galere da guerra che le scortavano, prendevano invece forma all´Arsenale. Quest´ultimo campeggia nella celeberrima veduta di Venezia a volo d´uccello del de´ Barbari, di cui la Fondazione possiede uno dei primi esemplari. La pianta lo disegna com´era nell´anno 1500 con le tese, i bacini, le torri e le mura che ancora in parte lo cingono. Proteggevano la flotta e i segreti dell´organizzazione formidabile del cantiere di Stato, che fu la fabbrica più imponente dell´Europa medioevale. Nei versi dell´Inferno Dante Alighieri evoca il fervore del lavoro all´Arsenale, per rendere l´idea della concitazione di Malebolge: "Quale ne l´arzanà de´ Viniziani / bolle l´inverno la tenace pece / a rimpalmare i legni lor non sani, / ché navicar non ponno - in quella vece / chi fa suo legno novo e chi ristoppa / le coste a quel che più viaggi fece; / chi ribatte da prora e chi da poppa; altri fa remi e altri volge sarte... ". Proiettati alle pareti, i dettagli suggestivi della carta, con le rive piene di vita, i mercantili numerosi alla fonda intorno alla Dogana, il traffico in Canal Grande, le scene di regata, daranno la sensazione di muoversi nella Venezia marinara di Jacopo. Sarà una scoperta appassionante confrontarli con le riproduzioni virtuali di altre stampe, di dipinti e rintracciarli nell´incisione originale. È una sbalorditiva xilografia in sei tavole, di quasi tre metri di larghezza per un metro e mezzo d´altezza, considerata fin dall´inizio, per le qualità estetiche e la padronanza della prospettiva, un capolavoro della storia della cartografia. L´esemplare della Querini risale al primo stato: porta la data in numeri romani Md e il campanile faro di San Marco vi compare ancora privo di cuspide. L´affiancano, restaurate, altre opere, tratte dalla spettacolare miscellanea "Arsenale di Venezia e Marina", pressoché inedita, patrimonio anch´essa della Fondazione. È una raccolta di centoquarantadue tra acquerelli, disegni preparatori a penna, acqueforti, bulini. Spiccano per valore documentaristico, ma anche per l´eccellenza artistica, i disegni della Pianta a colori dell´Arsenale, delineata dal perito Filippo Rossi nel 1776. Vi sono raffigurati tutti i settori di attività del cantiere, dal punto di raccolta dei roveri allo squero delle galeazze. Straordinarie immagini di naviglio veneziano sono riunite in Navi o vascelli di Vincenzo Maria Coronelli, pubblicato nel 1697. La miniatura di una buzonavis dal Capitulare Nauticum del Xiii Secolo è fra le prime raffigurazioni di quel tipo d´imbarcazione duecentesca, dalla caratteristica forma circolare. Chiude idealmente l´esposizione, la Commedia dantesca, aperta su quel Canto Xxi dell´Inferno che descrive l´Arzanà, nella prestigiosa edizione veneziana commentata da Cristoforo Landini. È del 1491, l´anno prima della scoperta dell´America, che avrebbe segnato la fine di un mondo e, con esso, della Venezia ancora trionfante della pianta di Jacopo de´ Barbari. L´esposizione è a cura di Cristina Celegon e Angela Munari, con la consulenza scientifica di Guglielmo Zanelli. Progettazione multimediale e allestimento "happytobehappywith". Ad accompagnare la mostra è il volume Navi, squeri, traghetti da Jacopo de´ Barbari, curato da Guglielmo Zanelli, con prefazione di Giovanni Sarpellon, edito dal Centro Internazionale della Grafica. La mostra è realizzata grazie alla Società Duri i Banchi di Venezia. Un rapporto, quello con la Fondazione Querini Stampalia, che segna l´inizio di una collaborazione finalizzata alla valorizzazione del patrimonio culturale, sociale e umano di Venezia, come previsto dallo statuto della storica Società, che quest´anno compie centodieci anni. Il 22 marzo, alle 18, si terrà un incontro di presentazione della mostra, a cui interverranno: Marino Cortese, Presidente Fondazione Querini Stampalia; Giovanni Sarpellon, Presidente Centro Internazionale della Grafica; Cristina Celegon, Fondazione Querini Stampalia; Vladimiro Valerio, professore ordinario di geometria descrittiva e prospettica; Guglielmo Zanelli, curatore del volume Navi, squeri, traghetti da Jacopo de´ Barbari. Info: Fondazione Querini Stampalia Santa Maria Formosa - Castello 5252, 30122 Venezia - tel 041 2711411 - fax 041 2711445 - www.Querinistampalia.it    
   
   
MILANO: DOMENICASP​ASSO - MUSEI CIVICI GRATUITI E TANTI APPUNTAMEN​TI CULTURALI  
 
La prima Domenicaspasso dell’anno è caratterizzata dagli appuntamenti culturali che i milanesi hanno tanto apprezzato nelle precedenti edizioni. Anche per questo 17 marzo si potranno visitare gratuitamente tutti i musei civici: Castello Sforzesco, Museo del Novecento, Museo Archeologico, Museo del Risorgimento, Museo di Storia naturale. Il Cral del Comune di Milano organizza una passeggiata culturale che permetterà di (ri)scoprire con occhi diversi la città. Un percorso adatto a tutta la famiglia che si snoderà nel centro cittadino: sarà l’occasione per visitare siti storici e della memoria importanti per Milano e i milanesi, come l’Arco della Pace, la Triennale, l’Acquario civico, il Museo Manzoniano, il Museo del Novecento, il Duomo e la Galleria. Il ritrovo è alle ore 9 all’Arco della Pace, il costo per i non tesserati Cral è di 10 euro. Il Touring Club propone ‘Luoghi Aperti per Voi’: visite libere in angoli straordinari di Milano, come la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore (corso Magenta 13), la Collezione Grassi presso la Galleria d’Arte Moderna (via Palestro 16, 2° piano, dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 17.30), la Casa Museo Boschi Di Stefano (via Giorgio Jan 15, 2° piano dalle 10 alle 18), l’area Archeologica della Basilica dei Santi Apostoli e Nazaro Maggiore (piazza San Nazaro in Brolo 5, corso di Porta Romana, dalle 14 alle 17.30). Da segnalare due percorsi alla riscoperta dell’antica Mediolanum. Gli itinerari guidati partono da piazza Mercanti (lato pozzo): “L’impronta dell’antico” alle ore 10 e 10.30 e “Nel cuore della città romana” alle ore 15 e 15.30. La partecipazione è gratuita su prenotazione allo 840. 88.88.02 entro le ore 17 di venerdì 15 marzo, sino a esaurimento posti. Presso l’Aula Magna del Museo di Storia naturale, in corso Venezia 55, dalle 15 alle 17, il Comune in collaborazione con Cocolab e “Bici e Radici” organizza “Milano in fiore... E frutta! Come farsi l´orto sul balcone”, un vero e proprio whorkshop per imparare a realizzare l’orto sul proprio balcone di casa: come scegliere gli ortaggi in base a esposizione e stagionalità, quali vasi e contenitori utilizzare, quanto costa e quanto tempo richiede, ma soprattutto come si fa. Sempre al Museo di Storia naturale, le Guardie ecologiche volontarie organizzano una visita al percorso botanico e ai suoi tesori nascosti. Le visite sono gratuite e non necessitano di prenotazione. Ritrovo alle 10, presso il gazebo Gev all’ingresso del Museo Storia naturale. La Gam Galleria d’Arte Moderna ha organizzato lungo l’arco della giornata tre differenti percorsi, tutti gratuiti previa prenotazione: alle ore 10.30, per chi ancora non lo conosce, prende il via un percorso alla scoperta delle collezioni del Museo; alle ore 11.00 e 15.00 un altro “viaggio tematico” in Museo e in Giardino (via Palestro 16). Per prenotazioni: c.Galleriadartemoderna@comune.milano.it oppure 02.8844.5947. I centri d´aggregazione giovanile del polo musica del progetto Mi – X i giovani organizzano un music corner, per promuovere i laboratori musicali che verranno organizzati in città e per dare visibilità e spazio al protagonismo giovanile con esibizioni dei ragazzi: rap, mc, beat box, hip-hop, con la partecipazione di Cash,tiranno, Zero2, Radioraheem dj e Dyd, Bolge, Mary. Appuntamento in piazza Argentina dalle 14 alle 18. In piazza Castello, dalle 14.30 alle 16.30 e dalle 17 alle 19, una visita teatralizzata. Il polmone verde di Milano si popolerà di fantasmi del passato e dalla vera protagonisti del parco: la Dama Velata. Info: 3483222137. Domenicaspasso è anche una buona occasione per una passeggiata nel parco delle Basiliche. All’interno del parco, al Museo Diocesano nell’ambito della rassegna Visioni d’Arte, verranno proiettati due importanti documentari sulle artiste protagoniste del Novecento italiano: un’occasione unica di conoscere le donne della pittura e della scultura attraverso film d’autore. In programma: “L’altra metà dell’Avanguardia” e “Carol Rama: di più, ancora di più”. Ingresso gratuito, per tel. 02.89123122 – 335.5685905 La giornata si chiude in bellezza alle Officine Creative Ansaldo, dove si celebra San Patrizio: ‘Irlanda in Festa’. L’iniziativa di domenica prevede, a partire dalle ore 16, tre concerti di musica celtica, anche utilizzando strumenti musicali medievali. Sono previsti giochi per bambini per tutto il pomeriggio. Per chi arriva prima delle 18 ingresso a 8 euro, 15 euro dopo le 18. Nella migliore tradizione di St.patrick, ingresso totalmente gratuito per tutti i Patrizio e Patrizia. Info: face book.Com/officinecreativeansaldo    
   
   
SPOLETO (PALAZZO COLLICOLA ARTI VISIVE): MOSTRA PERSONALE DI CARLO D´ORTA - LA BIOLOGIA DELL’INORGANICO - 16 MARZO/26 MAGGIO 2013  
 
L’esposizione presenta venti fotografie di architettura dell’artista fiorentino, ma romano d’adozione, tratte dalle nuove serie Biocities e (Re)fineart, e 3 installazioni del ciclo (S)composizioni. Dal 16 marzo al 26 maggio 2013, Palazzo Collicola di Spoleto ospita la personale di Carlo d’Orta, dal titolo La Biologia dell’Inorganico. L’esposizione, curata da Gianluca Marziani, direttore del Museo spoletino, proporrà 20 grandi fotografie di architettura delle nuove serie Biocities e (Re)fineart e 3 installazioni del ciclo (S)composizioni. Questo nucleo di lavori rappresenta una ulteriore evoluzione della ricerca di Carlo D’orta, dopo le mostre allo Spazio Oberdan di Milano e in spazi pubblici e privati in Germania. L’artista, pur attraverso l’uso del medium fotografico, approda a opere dalla forte sensibilità pittorica e scultorea, dotate di intensa valenza concettuale. Per tale ragione alcune immagini di Biocities sono state selezionate nel 2012 dal Sony World Potography Award nella categoria Professional-conceptual. Biocities indaga la superficie delle moderne architetture urbane per estrarne - mediante la scelta dei soggetti, il taglio delle inquadrature e la forte compressione della prospettiva – immagini in cui la riconoscibilità dell’edificio è quasi irrilevante rispetto alla trama e al tessuto di linee, forme e colori dello stesso, con risultati che spesso approdano all’astrazione geometrica. La serie di installazioni intitolata (S)composizioni costituisce l’evoluzione tridimensionale di Biocities. Carlo D’orta segmenta l’immagine fotografica e ne ripropone le singole parti in forma di sculture su plexiglass. Come la fotografia aveva appiattito la prospettiva architettonica trasformando il soggetto in un quadro astratto geometrico, così le sculture in plexiglass ripristinano la tridimensionalità dell’architettura originaria, ricomponendola in modo nuovo, con un processo concettualmente analogo a quello della ricerca cubista. Il ciclo (Re)fineart propone provocatoriamente – sin dal gioco di parole del titolo, che unisce arte e processo industriale della raffinazione – una ricerca sulla bellezza architettonica della raffineria petrolifera Omv di Schwechat (Vienna). Anche qui l’occhio fotografico, sposandosi con la sensibilità pittorica dell’artista, approda a risultati poetici caratterizzati da un intenso lirismo che nasce dall’indagine iperrealista dei particolari e da prospettive di scatto e luci inconsuete. Accompagna l’iniziativa un catalogo Romberg edizioni, con testi di Gianluca Marziani e Valerio Dehò e una intervista a D’orta di Gaia Conti. In contemporanea alla personale di Carlo d’Orta, a Palazzo Collicola si tengono due mostre: ‘Gastone Biggi. Antologica’ e ‘Ciogli. Nuova Memoria’ --- Carlo D’orta (Firenze, 1955), giurista, manager pubblico, viaggiatore, coltiva da 40 anni la passione per la fotografia. Nel 2003 incontra la pittura e frequenta corsi avanzati nell’ambito della Rome University of Fine Arts. Nel 2012 è stato uno dei 130 fotografi su 15.000 selezionati dalla giuria del Sony World Photo Award 2012, (categoria “Professional-conceptual”), ha vinto il Premio del Vetro di Murano 2012 come fotodesigner nella categoria “Vetrofusione”, in coppia con il maestro vetraio Flavio Fuga, ed è stato finalista nel Premio Combat. Nel 2010, con la fotografia “Vibrazione Fr8”, ha vinto il voto on line nel premio internazionale Celeste Prize ed ha partecipato alla mostra finale al “The Invisible Dog Art Center” di New York. Questa foto è stata scelta per scenografie d’ambiente nel film Usa Arbitrage (appena uscito in Italia col titolo La Frode) con regia di Nicholas Jarecki e interpreti principali Richard Gere e Susan Sarandon. Nel 2011 sue fotografie sono state finaliste nei Premi Ora e Massenzio Arte, mentre nel 2009 è stato selezionato dalla giuria del Premio Arte Mondatori. Nel 2012 a Roma la mostra personale (Un)real city insieme a Claudio De Micheli presso lo Studio Transit Architettura, a cura di Italo Bergantini e Alessandro Trabucco, la personale Spiegelungen a Stoccarda presso la F75 Gallery, a cura di Wilfried Dechau, e la Solo Show nell’ambito della collettiva 7 Ways of Seiing presso Palazzo Zenobio a Venezia, a cura ancora di Italo Bergantini e Alessandro Trabucco. Sempre nel 2012 partecipa a fiere importanti come Milan Image Art (Mia), cui sarà presente anche nella edizione del maggio 2013. Nel biennio 2010/2011 una selezione di immagini tratte dai progetti “Vibrazioni” e “Berlino” è divenuta, con il patrocinio del Ministero degli Esteri, mostra itinerante in Germania, con tappe a Monaco di Baviera, Stoccarda, Francoforte, Colonia, Berlino, Roma. Nel 2011 ha inoltre esposto allo Spazio Oberdan di Milano nella mostra Astrattismi paralleli, con Danilo Susi e Albano Paolinelli. Questa mostra è stata presentata nello stesso anno anche all’Aurum di Pescara. Sue opere sono presenti nelle collezioni pubbliche della Scuola del Vetro Abate Zanetti di Murano (Venezia), dell’Istituto Italiano di Cultura a New York (Usa), dell’Architektenkammer Baden-württemberg di Stoccarda (Germania), dell’Istituto Italiano di Cultura a Monaco di Baviera (Germania), della Provincia di Milano e del Consiglio Regionale della Campania. Di lui hanno scritto critici d’arte e artisti come Giovanni Benedicenti, Gaia Conti, Wilfried Dechau, Tullio de Franco, Valerio Dehò, Gianni De Mattia, Giorgio Giovanetti, Ann-katrine Gunzel, Katharina Hausel, Gianluca Marziani, Alfio Mongelli, Carola Peter, Andrea Romoli Barberini, Loris Schermi, Alessandro Trabucco. (www.Carlodortaarte.it ). Catalogo: Romberg edizioni. Info: tel. 0743.46434 - www.Palazzocollicola.it    
   
   
PARMA (MAMIANO DI TRAVERSETOLO, FONDAZIONE MAGNANI ROCCA): IL SURREALISMO DI PAUL DELVAUX  
 
Tele dominate da baluginanti nudità, da scheletri implicati in scene religiose. Le mostre di Paul Delvaux hanno destato scandalo, come la retrospettiva di Ostenda del 1962, che consacrerà definitivamente l´artista sul piano internazionale, vietata ai minori di diciotto anni. Oppure la Biennale di Venezia del 1954, nella quale il patriarca, futuro papa Giovanni Xxiii, proibì ai preti l´eccesso di una pittura che avrebbe potuto turbarli. Affabulatore dell´inconscio, intrigante stratega di atmosfere da sogno, Delvaux trova fonte d´ispirazione in quelli che lui considera i suoi due mentori, Giorgio De Chirico, il metafisico "faro" per i surrealisti, e René Magritte, insieme a Delvaux il più grande pittore belga del Xx secolo: "Cercavo negli altri l´alimento che mi permettesse di scoprire me stesso. Perciò ho fatto pittura espressionista. Ho fatto pittura come quella di Ensor. C´era qualcos´altro che volevo trovare: fu allora che scoprii Giorgio de Chirico, e fu lui, d´un tratto, a mettermi sulla strada giusta". Si presenta con queste parole Delvaux, protagonista della stagione del Surrealismo, il movimento d´avanguardia nato nel 1924 col Manifesto di André Breton, che eleva il sonno a stato di coscienza e realtà, con Sigmund Freud inconsapevole profeta: "Automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale." Questa dimensione artistica viene indagata dalla nuova mostra della Fondazione Magnani Rocca dal titolo "Delvaux E Il Surrealismo" dal 23 marzo al 30 giugno 2013, a cura di Stefano Roffi insieme al Musée d´Ixelles-bruxelles, dove l´enigma, perfettamente surreale, dell´adesione o meno dell´artista al dettato del movimento surrealista (egli la negava, contraddicendo una apparente evidenza, definendosi un "realista poetico") costituisce il tema della mostra stessa che, con circa 80 opere scandite tematicamente (Il paesaggio, L´enigma della ferrovia, L´eterno femminino, Le coppie, La classicità, Gli scheletri) offre anche il confronto con i lavori di accertati surrealisti quali lo stesso Magritte, Max Ernst, Man Ray, oltre al grande De Chirico; con loro Delvaux partecipa a "L´exposition Internationale du Surréalisme" nel 1938 a Parigi, in un incontro artistico fra i più sorprendenti del Novecento, dopo essere rimasto molto colpito dalle opere che aveva visto alla mostra "Minotaure", tenutasi al Palais des Beaux-arts di Bruxelles nel 1934. Nella "Villa dei Capolavori", sede a Mamiano di Traversetolo (Parma) della Fondazione Magnani Rocca, presieduta da Giancarlo Forestieri, accanto alle celebri opere di Dürer, Rubens, Van Dyck, Goya, Canova, Monet, Renoir, Morandi e molti altri, i lavori di Delvaux trovano dialoghi di raffinata suggestione. La mostra, che si avvale del sostegno di Fondazione Cariparma e Cariparma Crédit Agricole, è corredata da un ricco catalogo, contenente saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Stefano Roffi, Laura Neve, Mauro Carrera, Elisa Barili, Pierre Ghêne. A partire dal 1934, dopo un periodo improntato a interessanti riprese impressioniste ed espressioniste in paesaggi e figure umane, l´artista conferisce alla sua arte una fisionomia definitiva, costruendo una dimensione onirica perfettamente plasmata, esito della fusione dello spazio metafisico di De Chirico coi brani di spaesamento propri di Magritte. La risultante emblematica che si impone nelle sue tele è un´immagine femminile dal corpo infuso di mistero, diafano e spettrale nella sua nudità quasi fosforescente, talora coinvolto in sorprendenti metamorfosi e collocato in luoghi irreali, sospesi in una dimensione di scardinamento della logica temporale, dove architetture dell´antichità classica convivono con reperti della modernità, come treni e stazioni. Donne che diventano creature arcane, vestali di uno sconfinamento tra il sogno e la mitologia, icone immote dai grandi occhi sgranati sul vuoto, che ricordano i nudi dal cupo sguardo introflesso di Modigliani; una sorta di sensualità "congelata" le rende simili ad automi-femmina creati e programmati da un misterioso demiurgo per destini non rivelati. Tra gli altri temi cari all´artista quello dello scheletro è presente nelle sue opere dall´inizio degli anni trenta, acquisendo lo "status" di personaggio e divenendo il protagonista - assolutamente partecipe del mondo dei vivi - di scene religiose quali crocifissioni o sepolture, di danze e duelli. "Il vuoto è lo specchio che mi guarda", afferma il cavaliere Antonius Block, sfidando a scacchi il signor Morte in una partita dagli evidenti contenuti simbolici; è una celebre scena de Il settimo sigillo, il film di Ingmar Bergman dall´atmosfera affine alle opere di Delvaux, dove l´annullamento identitario rappresenta la cifra di una pittura all´insegna della sospensione, dell´enigma poetico. Paul Delvaux (Antheit les Huy, 1897 - Furnes, 1994), dopo studi di architettura e pittura a Bruxelles, dagli anni del raggiungimento della sua maturità d´artista pratica una specie di paradossale surrealismo classico. Non ci sono, nelle sue opere, quelle deformazioni "mostruose" prodotte dagli incubi propri di tanta pittura surrealista, non vi è traccia di quel proliferare di anatomie stravolte, derivate alla lontana dall´eredità di un Medio Evo fantastico, che popolano i quadri di Bosch, l´antenato fiammingo. Il surrealismo, per Delvaux, si manifesta piuttosto col tono di una fiaba, con un senso di placida normalità che riguarda corpi, spazi, prospettiva. Si avverte però qualche incongruità, qualche falla nel tessuto logico del visibile; un vento lieve di follia si alza ad agitare questo mondo e tutto diventa strano e straniante, irraggiungibilmente estraneo. Quella che a prima vista poteva sembrare una realtà riconoscibile si trasforma in un pacato enigma, senza punizioni terribili per chi non lo risolverà; resta l´impossibilità di comprendere il senso autentico delle messe in scena dell´artista, ma anche di capirne il nonsenso, distinguere il punto in cui la narrazione si fa prima ambigua e poi incontrollabile. Forse, il senso - o il nonsenso - del mondo di Delvaux si rivela proprio nell´incrinatura stridente che si apre tra una lettura "realistica" delle sue figure e una lettura invece abbandonata alla meravigliosa discrezione delle sue invenzioni. Come se lo spettatore si trovasse al cospetto di una serie di oscure allegorie sprovvisto del codice per decifrarle, come se una scena di normalità si trasformasse nell´allegoria di un significato perduto. Il quadro si pone così come intercapedine fra noi e un mondo sconosciuto; la sua funzione non sembra essere quella di stabilire una comunicazione con quel mondo, piuttosto quella di manifestare un´impossibilità di comunicazione. La visione di ogni quadro di Delvaux lascia il senso di una mancanza, quasi una piccola nostalgia, senza ansia, una specie di distratta serenità; come se questa visione giungesse a confermare una conoscenza rimossa. Le donne imperversano nei dipinti di Delvaux, quasi sempre portatrici caste (?) di nudità; narrano mute le storie di un mondo al femminile, l´inazione tornisce le loro forme di lucente levigatezza, che mostrano con noncurante consapevolezza. Un codice di posture manierate rende astratta la loro presenza, sospesa in un rigoroso linguaggio di sottrazione, in una condotta di verità simbolica, criptogrammi di una vita vagamente metafisica, certamente proiezioni dell´impegnativa figura materna. Il luogo è l´altrove, il tempo è il futuro anteriore. Il riferimento certo è De Chirico; tutto il Surrealismo, del resto, gli deve tanto: con i suoi quadri dei primi anni Dieci, egli non inventa soltanto un modo di dipingere, inventa un modo di immaginare che prima non esisteva. I più famosi pittori surrealisti, da Tanguy a Magritte a Ernst allo stesso Delvaux, hanno ammesso che i quadri di De Chirico sono stati per loro una vera rivelazione. Delvaux deve a De Chirico la "classicità" del suo personale surrealismo; la presenza costante di edifici classici e rinascimentali, di archi e colonne testimonia questo debito. Ancor più importante è la derivazione da De Chirico della sua poetica dell´incongruo, dello straniamento, secondo la quale nel dipinto tutto appare normalizzato, ma l´esame attento delle relazioni tra i personaggi e le cose smaschera una realtà diversa, la traccia di un enigma che resterà tale, per dare corpo a un teorema di insensatezza, a un sogno sostitutivo. Un paradosso, ma forse per Delvaux l´unica via di fuga da verità inconfessabili, alle quali preferì il mistero. Info: Delvaux E Il Surrealismo - Un enigma tra De Chirico, Magritte, Ernst, Man Ray- Mostra a cura di Stefano Roffi insieme al Musée d´Ixelles-bruxelles, col patrocinio dell´Ambasciata Belga in Italia - Catalogo a cura di Stefano Roffi con saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Stefano Roffi, Laura Neve, Mauro Carrera, Elisa Barili, Pierre Ghêne (Silvana Editoriale) - Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma) - Dal 23 marzo al 30 giugno 2013 - tel. 0521848327/848148 - Fax 0521 848337 - info@magnanirocca.It  - www.Magnanirocca.it    
   
   
PRATO: DONAZIONE LIPCHITZ - 20 MARZO  
 
Unica istituzione italiana, il Museo di Palazzo Pretorio di Prato è destinato ad ospitare un ricco patrimonio di opere del grande sculture lituano, poi naturalizzato francese e americano, Jacques Lipchitz. Sono disegni, bozzetti e sculture concesse all´istituzione pratese dalla Fondazione statunitense che conserva il patrimonio dello scultore. Queste opere saranno presentate nella mostra "L´arte di gesso. La Donazione Jacques Lipchitz a Prato" che il Museo di Palazzo Pretorio propone dal 22 marzo al 26 maggio nelle sale restaurate del primo piano. La mostra organizzata dal Comune di Prato, è curata da Kosme De Baranano, uno dei maggiori studiosi al mondo dell´arte dello scultore lituano. A completare la grande rassegna saranno documenti ed immagini di vita dell´artista. Una donazione che ha avuto origine nel 1974 e che finalmente la città riesce a concretizzare. A diventare patrimonio del Museo di Palazzo Pretorio saranno 21 sculture e 43 disegni del Maestro. L´esposizione consente di vivere, quasi in presa diretta, la genesi delle monumentali realizzazioni di Lipchtz, dallo schizzo dell´idea iniziale, al disegno via via più definito e particolareggiato, al concretizzarsi dell´opera nello studio e tra le mani del Maestro. Tra le opere in mostra, il modello del monumentale cancello della Roofless Church costruita nel 1960 dall´Architetto Philip Johnson in Indiana. Il visitatore potrà ammirare il magnifico portale, ricomposto nelle dimensioni reali utilizzando i materiali originali. Le opere, giunte dagli Stati Uniti, sono state restaurate dall´Opificio delle Pietre Dure di Firenze. Al di là dell´enorme valore artistico, la Donazione Lipchitz rappresenta, per il patrimonio della città, un notevole apporto, data la valutazione molto alta delle opere del Maestro sul mercato internazionale. "Per Prato - afferma il Sindaco - questa mostra è la prima importante tappa di un percorso di avvicinamento all´apertura del Museo di Palazzo Pretorio, a conclusione degli interventi di restauro che hanno trasformato l´antico palazzo simbolo della città in una sede espositiva e museale di livello internazionale". Note biografiche: Jacques Lipchitz (Druskininkai, Lituania, 1891 - Capri 1973), lasciata la natia Vilnius, studiò a Parigi, dove fece propri i principi del cubismo e sviluppò innovativi esperimenti sulle forme astratte. Qui frequentò Picasso, Gris, Modigliani prendendo parte attiva nella comunità artistica che faceva della capitale francese l´epicentro dell´arte mondiale. Particolarmente interessanti, in questi anni, le sue ricerche sulle "figure smontabili" e sulle strutture architetturali. Via via il suo stile assume toni più dinamici, con forme più fluide e arrotondate, sino a manifestare tendenze surrealiste. Con l´occupazione tedesca della Francia, l´artista di famiglia ebrea, si trasferisce negli Stati Uniti per tornare in Europa negli anni ´60 trascorrendo lunghi periodi anche in Italia, a Pietrasanta. Muore a Capri nel 1973. In questi decenni la sua fama cresce e l´artista si impone sulla scena nordamericana e internazionale e molte sue opere entrano nei grandi musei. Informazioni: tel. 0574/1835152 - 1835027 -  museo.Palazzopretorio@comune.prato.it  - www.Palazzopretorio.prato.it  
   
   
POZZUOLI (PALAZZO TOLEDO): MOSTRA-EVE​NTO "MOVIMENTI - BATTITI DALLA TERRA" A 43 ANNI DALLO SGOMBERO DEL RIONE TERRA  
 
A 43 anni dallo sgombero del Rione Terra di Pozzuoli la città ricorda l´esodo con "Movimenti - battiti dalla Terra" una mostra - evento che si svolgerà sabato 16 marzo dalle ore 16,30 nelle sale di Palazzo Toledo, sede della Biblioteca Civica e del Polo Culturale in via Ragnisco 29, a Pozzuoli. Nell´occasione sarà presentato il Progetto Bradisismoflegreo.it, l´archivio virtuale promosso dall´associazione Lux In Fabula che ha impegnato per un anno oltre dieci operatori culturali che hanno raccolto e selezionato circa 4500 immagini, video, articoli e documenti sulle due crisi sismiche che hanno interessato l´area flegrea nel 1970 e del 1983. L´obiettivo di questo progetto è la creazione di un museo interattivo di narrazione con ambienti sensibili e tecnologie multimediali, dedicato a questo singolare fenomeno sismico, che contenga la memoria delle due tragedie puteolane, ma anche per approfondire la conoscenza del fenomeno bradisismico e per trasformarlo in risorsa. Un´idea messa a disposizione della collettività per cui sono state già coinvolte alcune scuole. Il progetto sarà presentato a 43 anni di distanza dall´evacuazione del Rione Terra inaugurando una serie di iniziative in sintonia con le associazioni Dialogos, Città Meridiana, Amici di Città della Scienza, il Laboratorio Creactivitas dell´Università di Salerno e le scuole del territorio. Le iniziative dureranno fino al 4 ottobre del 2013, a trenta anni dalla forte scossa di terremoto che caratterizzò la seconda crisi del ´900. Il programma di "Movimenti - battiti dalla Terra", evento del 16 marzo (inizio ore 16,30): opening "Una terra ballerina" piece teatrale a cura di Annalisa Direttore; "Pulse on bradisismo" workshop con interventi di Fabio Borghese (Creactivitas Università degli studi di Salerno), Claudio Correale (Lux in Fabula), Carla Giusti (Campania Innovazione), Claudio Bocci (Federculture), Carlo Infante (Urban Experience), Salvatore Cozzolino (Associazione Disegno industriale), Carla Langella (Laboratorio Ideas della Seconda Università di Napoli), Marcello Martini e Giuseppe De Natale (Osservatorio Vesuviano), Claudio Calveri (Napoli Città della Letteratura). Segue "Rosso di Pozzuoli" performance artistica di Vincenzo Aulitto. Conclude Vincenzo Figliolia, sindaco di Pozzuoli. Degustazione enogastronomica a cura di Malazè con la partecipazione della Cucina di Ruggiero e con i vini delle Cantine Federiciane di Marano. La manifestazione è patrocinata dal Comune di Pozzuoli. Per maggiori info: http://www.bradisismoflegreo.it/  e su Facebook Bradisismoflegreo.it