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LUNEDI
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Notiziario Marketpress di
Lunedì 02 Dicembre 2013 |
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NUOVA TECNOLOGIA DI IMAGING POTREBBE MIGLIORARE NOTEVOLMENTE LE BIOPSIE MAMMARIE |
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Bruxelles, 2 dicembre 2013 - Un innovativo sistema per la biopsia mammaria guidato dall´imaging 3D in tempo reale Pem (Positron Emission Mammography) è in fase di sviluppo grazie a un progetto finanziato dall´Ue. Il progetto Mammocare, che è iniziato a ottobre 2013, promette di offrire una guida per l´ago in tempo reale per ottenere una maggiore precisione ed efficienza nel prelievo di campioni di tumori. Il cancro al seno è di gran lunga il cancro più frequente tra le donne, si stima con 1,38 milioni di nuovi casi di cancro diagnosticati nel 2008, il 23 % di tutti i cancri, ed è una delle principali cause di mortalità legate al cancro. Solo all´interno dell´Ue, a una donna viene diagnosticato il cancro al seno ogni 2,5 minuti e ogni 7,5 minuti una donna muore a causa di questa malattia (il 3 % delle morti per cancro tra le donne europee è causato dal cancro al seno). Si stima che circa una donna ogni 12 svilupperà questa malattia prima dei 75 anni d´età. Diagnosticare presto il cancro al seno è uno dei fattori più decisivi per garantire la guarigione della paziente. Il primo strumento diagnostico è solitamente l´imaging clinico, principalmente mammografia e ultrasuoni, ma risultanze sospette solitamente richiedono una biopsia per confermare la diagnosi. La biopsia comporta il prelievo di un campione di cellule o tessuto per ulteriori esami. Circa il 2 % delle donne che si sottopongono a una mammografia avrà bisogno di un qualche tipo di biopsia al seno (1,3 milioni di donne ogni anno in Europa). Ovviamente è molto importante prelevare il campione del tessuto corretto. Quanto più accurato è il campione, e tanto più accurata sarà la diagnosi. Questo è il motivo per cui l´Ue sta finanziando lo sviluppo di una nuova procedura guidata da immagini che sfrutta la tecnologia Pem. Tra tutte le attuali tecnologie di imaging, la Pem ha la risoluzione spaziale e sensibilità più elevate disponibili sul mercato. Questo permetterà il rilevamento delle più piccole lesioni (da 1,5 a 2 mm) che potrebbero non essere trovate con altre tecnologie a immagini più convenzionali come Rx, Us o Mri. Il nuovo modulo per la biopsia offrirà una maggiore precisione rispetto agli attuali sistemi per la biopsia guidati da immagini, allo scopo di permettere il campionamento mirato di piccoli tumori. Questo aiuterà il personale medico a diagnosticare il cancro al seno quanto più possibile in una fase precoce, migliorando la prognosi e le possibilità di sopravvivenza della paziente. E siccome la durata della procedura sarà più breve rispetto agli attuali metodi per la biopsia, Mammocare promette di offrire un´alternativa efficiente in termini di costi anche per la diagnosi del cancro al seno. Mammocare integra tre Pmi con esperienza nella tecnologia di imaging Pem, meccatronica applicata ai dispositivi medicali e sviluppo di software. La fattibilità clinica verrà valutata mediante uno studio di convalida in collaborazione con gli utenti finali. |
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PROGRESSI NELLA RISONANZA MAGNETICA PER MONITORARE LO SVILUPPO FETALE |
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Bruxelles, 2 dicembre 2013 - Seguire lo sviluppo dei bambini quando sono ancora nel grembo materno è il presupposto di un progetto europeo che mira a progettare tecniche capaci di identificare i problemi in fase precoce e sviluppare terapie appropriate. Il progetto dHcp ("Developing Human Connectome Project") si propone di creare un´immagine di come si sviluppa il cervello del bambino e di come forma le connessioni, in particolare durante il terzo trimestre di gravidanza. Questo è possibile grazie a una sovvenzione di sinergia del Consiglio europeo della ricerca (Cer) di 3,2 milioni di euro. Il progetto dispone di un team di ingegneri, matematici e scienziati ed è coordinato dal prof. David Edwards del King´s College di Londra, insieme al collega prof. Joseph Hanjal e al prof. Daniel Rueckert del Dipartimento di informatica dell´Imperial College di Londra e al prof. Steve Smith dell´Università di Oxford. Essi intendono usare la risonanza magnetica (Mri) per monitorare la connettività del cervello nei feti e nei neonati, fornendo informazioni sui disturbi neuropsichiatrici come l´autismo. Si otterranno anche informazioni su patologie come i disturbi dello spettro autistico. Il prof. David Edwards, direttore del Centro per lo sviluppo cerebrale, che è alla guida di questa collaborazione, ha detto: "Si tratta di capire come il cervello umano si assembla. Quando il bambino nasce, il cervello è sviluppato e le connessioni nervose fondamentali sono già state stabilite, quindi noi esaminiamo i bambini quando sono ancora nel grembo materno. Vogliamo mappare le connessioni nervose che si formano man mano che il cervello cresce e si sviluppa". Anche se è cominciato solo quest´anno, il progetto ha già fatto progressi con l´apertura del Centro di imaging per neonati Evelina, che fa parte del Centro per lo sviluppo cerebrale dell´Ospedale St Thomas, a Londra. Sarà in questa struttura che la maggior parte dei soggetti sarà sottoposta a scannerizzazioni durante il progetto. È stato pubblicato anche uno studio sulla rivista Cerebral Cortex, che mostra come la connettività strutturale del cervello cambia con la crescita e anche in caso di nascita prematura. Il prof. Rueckert osserva: "Il nostro ruolo è costruire una piattaforma per l´analisi dell´enorme quantità di dati che mostrano come le diverse parti del cervello interagiscono. Quello che cercheremo di fare è creare degli schemi delle connessioni nel cervello come si presentano e associarli a dati clinici, come osservazioni mediche, sul modo in cui il bambino si sviluppa". "20 anni fa - aggiunge il prof. Rueckert - non era possibile fare scansioni Mri sui bambini mentre si trovavano ancora nell´utero o se nascevano prematuramente. Queste tecniche sono state sviluppate affinché i bambini possano essere sottoposti a risonanza magnetica in un ambiente sicuro e si possano ottenere dati che migliorino la diagnosi e le cure". Durante i cinque anni del progetto, saranno analizzati i dati di 1 500 bambini, a partire da circa 23 settimane di gestazione fino alla nascita. Saranno fatti anche confronti delle capacità dei bambini a circa due anni di età. Si spera che questo fornirà ulteriori informazioni su come si sviluppa il cervello del bambino e come le regioni del cervello si connettono tra di loro. Mostrerà anche i disturbi nei quali le connessioni cerebrali sono anormali e come si possono formare nel bambino. Questi dati formeranno la base di un forum condiviso online accessibile ad altri ricercatori per aiutarli nello studio dell´attività cerebrale. Per maggiori informazioni, visitare: Imperial College London http://wwwf.Imperial.ac.uk/imedia/content/view/3518/tiny-minds Cerebral Cortex - Brain Mapping http://cercor.Oxfordjournals.org/content/ early/2013/03/31/cercor.bht086.abstract |
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"FORUM INTERNAZIONALE DELLA SANITÀ ELETTRONICA, LA TELEMEDICINA E LE TIC PER LA SALUTE DEDICATO ALL´ISTRUZIONE, LA MESSA IN RETE E LE AZIENDE" |
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Kirchberg, 2 dicembre 2013 - Dal 9 all´11 aprile 2014 si svolgerà a Kirchberg, in Lussemburgo, il "Forum internazionale della sanità elettronica, la telemedicina e le Tic per la salute dedicato all´istruzione, la messa in rete e le aziende" (Med-e-tel 2014). L´impiego di processi e comunicazione elettronici nella pratica medica ha trasformato in modo positivo i sistemi sanitari in tutta Europa. Questa conferenza mira a promuovere le opportunità collaborative tra i professionisti del settore sanitario e le parti interessate del settore industriale. Ai delegati verranno forniti aggiornamenti sugli sviluppi di nuove tecnologie nel settore della sanità mirati a migliorare la cura dei pazienti. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Medetel.eu/index.php |
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ENDOMETRIOSI SEVERA: FERTILITÀ A RISCHIO DOPO LA CHIRURGIA LA CONSERVAZIONE DEGLI OVOCITI PERMETTE DI METTERE DA PARTE MATERIALE PREZIOSO E QUINDI DI DARE UNA CONCRETA POSSIBILITÀ DI GRAVIDANZA FUTURA IN QUESTE PAZIENTI. |
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Roma, 2 dicembre 2013 – Tra le cause non oncologiche, l’endometriosi severa è una delle condizioni che più spesso rende consigliabile il congelamento degli ovociti. E’ uno dei temi del Convegno dal titolo ‘Preservazione della fertilità femminile’ che si è svolto il 29 novembre al Macro Museo d’arte contemporanea di Roma. E’ una delle più frequenti malattie benigne ginecologiche. Dati Italiani indicano che circa 3 milioni di donne sono affette da endometriosi e il 50% sono in età riproduttiva (29-39 aa) (1,5 milioni di donne!) (Luisi at al., Gynecol Endocrinol. 2009). Si stima che la ‘prevalenza’ (stima della popolazione di donne sottoposte a trattamento per endometriosi in un dato tempo) della malattia e’ pari a circa il 10% nella popolazione generale femminile in Europa. “L’endometriosi é una malattia cronica progressiva, dovuta alla presenza di tessuto endometriale fuori dalla cavità uterina (la sua localizzazione naturale) e molto frequentemente a livello ovarico determinando formazioni di cisti, definite appunto endometriosiche, aderenze, dolori pelvici e sterilità” spiega il Dottor Filippo Maria Ubaldi Direttore Clinico dei Centri Genera di Medicina della Riproduzione.” Altre sedi comuni possono essere il peritoneo pelvico, la parete muscolare uterina (adenomiosi) determinando sintomi diversi in base alla localizzazione a volte molto severi ed invalidanti potendo frequentemente infiltrare anche la parete intestinale. Le cause della patologia sono diverse e non completamente note. Una prima ipotesi potrebbe essere quella che sostiene come le cellule endometriali si diffondano per via ematica o linfatica, altra ipotesi è quella definita ‘retrograda’ dove frammenti di tessuto endometriale si diffondono nella cavità pelvica viaggiando all’indietro verso le tube durante la mestruazione e trovando lì delle condizioni favorevoli per l’impianto ectopico. Altre ipotesi prendono in considerazione cause immunitarie, ormonali o ambientali come, ad esempio, l’impatto di sostanze chimiche sull’organismo come il bisfenolo A”. Dato il carattere progressivo della malattia, nelle sue localizzazioni ovariche si viene a determinare una graduale distruzione del tessuto ovarico. La letteratura indica che il trattamento chirurgico della cisti endometriosica riduce significativamente la riserva ovarica di circa il 40% arrivando anche circa nel 15% delle pazienti alla completa atrofia ovarica monolaterale e nel 3-5% dei casi alla menopausa nel caso di trattamento chirurgico bilaterale. Pertanto in giovani donne con forme particolarmente aggressive e con formazioni cistiche voluminose si suggerisce di conservare gli ovociti prima di essere sottoposte ad intervento chirurgico. “Le due principali tecniche di congelamento ovocitario sono la ‘vitrificazione’ e il ‘congelamento lento’. Le differenze riguardano soprattutto la velocità di congelamento e di scongelamento.” Interviene la Dottoressa Laura Rienzi, Direttore dei laboratori di embriologia dei centri Genera. “L’approccio storicamente più utilizzato è stato quello del ‘congelamento lento’ in cui l’ovocita e l’ambiente circostante sono tenuti in ‘equilibrio’ fino ad ottenere la solidificazione della soluzione crioprotettrice e la disidratazione cellulare con il progressivo e programmato raffreddamento del sistema (-0.3°C/min). Nella ‘vitrificazione’ il raffreddamento avviene in modo estremamente rapido (-30.000 °C/min) sfruttando due aspetti chiave: l’immersione diretta degli ovociti in azoto liquido e l’utilizzo di elevate concentrazioni di sostanze crioprotettrici in minimi volumi. In questo modo si evita la formazione di cristalli di ghiaccio intracellulare estremamente dannoso per la cellula mediante la formazione di uno stato “semi-solido” delle sostanze crioprotettrici in cui gli ovociti possono essere conservati in azoto liquido”. Sheda informativa: Principali Indicazioni Al Congelamento Ovarico - Cause Oncologiche: Tumori in qualsiasi distretto con indicazione terapeutica di chemio o radio; Tumori in età infantile o adolescenziale; Familiarità per tumore al seno o all´apparato riproduttivo. Cause Ginecologiche: Endometriosi severa; Cisti ovariche ricorrenti. Altre Cause Mediche: Malattie infiammatorie del colon; Patologie autoimmuni; Storia familiare di menopausa precoce. Cause Sociali: Pianificazione di una fecondazione assistita senza ricorrere più volte alla stimolazione ovarica. Per informazioni http://www.Preservazionedellafertilitafemminile.it/ |
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"LOGISTICA DELLA SPERIMENTAZIONE CLINICA 2014" |
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Londra, 2 dicembre 2013 - Il 21 e 22 maggio 2014 si terrà a Londra, nel Regno Unito, una conferenza intitolata "Logistica della sperimentazione clinica 2014" (Clinical Trial Logistics 2014). Le aziende farmaceutiche e biotecnologiche globali si riuniranno a questa conferenza per discutere le difficoltà del trasporto, la conservazione dei dati e la selezione dei partecipanti degli esperimenti clinici. I rappresentanti avranno l´opportunità di incontrare colleghi e sviluppare nuovi legami collaborativi mirati al miglioramento della logistica degli esperimenti clinici. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Smi-online.co.uk/pharmaceuticals/uk/conference/clinical-trial-logistics |
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PRESERVAZIONE DELLA FERTILITA´ NELLE PAZIENTI ONCOLOGICHE ASCO (SOCIETA’ AMERICANA DI ONCOLOGIA) E ASRM (SOCIETA’ AMERICANA DI MEDICINA DELLA RIPRODUZIONE) D’ACCORDO: “LA CRIOCONSERVAZIONE DEGLI OVOCITI NON E’ PIU’ UNA TECNICA SPERIMENTALE” CIRCA 2400 DONNE OGNI ANNO POTREBBERO PROTEGGERE LA PROPRIA FERTILITA’ IN VISTA DI UNA GRAVIDANZA FUTURA, MA MANCA L’INFORMAZIONE. |
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Roma, 2 dicembre 2013 - Le due più importanti società scientifiche americane di oncologia (Asco) e medicina riproduttiva (Asrm) non considerano più il congelamento ovocitario con il metodo della ‘vitrificazione’ una “tecnica sperimentale” . Ogni anno in Italia, 9410 donne si ammalano di tumore e rischiano l’infertilità a causa delle terapie antitumorali. Solo di carcinoma mammario si verificano ogni anno 47mila nuovi casi di cui il 5,1% interessano donne con meno di 40 anni di età. Solo tra queste, circa 2400 ogni anno potrebbero proteggere la propria fertilità futura e sperare in una gravidanza dopo la guarigione. Grazie alla diagnosi precoce e all’efficacia delle terapie antitumorali, la sopravvivenza a 5 anni nelle pazienti con cancro della mammella è dell´85%. Si tratta di donne che potrebbero coronare il desiderio di una gravidanza anche dopo la malattia grazie alla tecnica di conservazione dei propri ovociti (cellule uovo). Una possibilità concreta, definita anche dalle maggiori società scientifiche internazionali (Asco e Asrm) ancora poco nota e poco presa in considerazione anche tra gli oncologi e gli stessi ginecologi. Per fare il punto sulla situazione italiana e sui delicati aspetti di questa tecnica, il centro Genera della Clinica Valle Giulia a Roma, ha organizzato un convegno dal titolo “Preservazione della fertilità femminile” che si è svolto al Macro Museo d’arte contemporanea il 29 novembre prossimo. “Purtroppo esiste un grave Deficit di informazione alle pazienti oncologiche in età riproduttiva ma anche a molti operatori del settore: é normale che di fronte ad una diagnosi di tumore la priorità sia quella di combattere la malattia con tutte le risorse possibili ma di garantire la fertilità futura di queste donne non si parla ancora abbastanza” spiega il Dottor Filippo Maria Ubaldi Direttore Clinico dei Centri Genera di Medicina della Riproduzione, “Gli agenti chemioterapici distruggono i follicoli primari sia a seconda del tipo di molecola che a seconda della dose. I più aggressivi sono gli agenti achilanti (come la ciclofosfamide) che comportano un elevato rischio di menopausa o una fertilità comunque fortemente ridotta. Il rischio di perdita della fertilità è comunque influenzato da diversi fattori come l’età al momento della terapia, il tipo e il dosaggio di chemio e la posizione e il dosaggio della radioterapia. Nelle donne che iniziano una chemioterapia a 39-40 anni il rischio di andare definitivamente in menopausa raggiuge il 90%, mentre sotto i 35 anni questo rischio diminuisce al 25-30%. Quindi la conservazione degli ovociti è una forma di prevenzione efficace che andrebbe sempre prospettata alle pazienti. Soprattutto per le giovanissime, che non hanno avuto il tempo di pensare ad un progetto genitoriale è possibile conservare con successo le proprie cellule uovo senza condannarle alla sterilità e quindi a scelte obbligate, sia pure nobilissime, come l’ovodonazione, l’adozione o la rinuncia a diventare madri. Alcuni tumori colpiscono proprio la popolazione dei giovanissimi, sono infatti molte le minori che ogni anno ricevono una diagnosi oncologica e si sottopongono a terapie che possono distruggere il patrimonio di ovociti. Le nuove strategie antitumorali hanno portato negli ultimi anni ad un aumento della sopravvivenza di bambine, ragazze e donne con linfomi, leucemie tumori ovarici e della mammella. “Tentare la crioconservazione di tessuto ovarico nelle bambine prepubere e degli ovociti è altamente consigliabile anche per queste pazienti che hanno una ottima riserva ovarica e quindi una maggiore probabilità di ottenere un buon numero di ovociti dalla stimolazione ormonale. Per dare un’idea, 10 ovociti conservati a 30 anni offrono una possibilità di gravidanza di circa il 40%, mentre a 40 anni questa diminuisce ad un 10% circa. Dopo i 42 anni sconsigliamo la procedura, non solo per la bassa riserva ovarica ma perché diminuisce la qualità cromosomica degli ovociti rimasti” continua il Dottor Ubaldi. Le terapie standard per la stimolazione ovarica prevedono la somministrazione di Fsh, lo stesso ormone che viene naturalmente prodotto dall’ipofisi, somministrato per via sottocutanea per un periodo di circa 10 giorni. La stimolazione è possibile anche per le pazienti con tumori ormono-dipendenti: “in quel caso combiniamo alla terapia con Fsh anche un farmaco inibitore dell’aromatasi che permette di tenere bassi i livelli di estrogeni. Questa stimolazione non sembra avere alcun effetto negativo né sul decorso della malattia tumorale né su eventuali recidive. Le due principali tecniche di congelamento ovocitario sono la ‘vitrificazione’ e il ‘congelamento lento’, in cui le differenze sono la velocità di raffreddamento delle cellule uovo. “La tecnica più nuova è la vitrificazione” spiega la dottoressa Laura Rienzi Direttore dei laboratori di embriologia dei centri Genera, “in cui si portano le cellule al congelamento in maniera estremamente rapida (-30.000 C°/min): gli ovociti vengono trattati con sostanze che li proteggono dalla formazione di cristalli di ghiaccio intracellulare dannosi e poi immersi in azoto liquido alla temperatura di -192C°”. Durante il Convegno saranno discussi i molteplici aspetti della conservazione ovocitaria, quelli socio-economici ma anche quelli medici e giuridici di questa tecnica. Per informazioni http://www.Preservazionedellafertilitafemminile.it/ |
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SANITA’: PUBBLICATO RAPPORTO AIDS IN VENETO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DI DOMENICA. LETALITA’ AL 67,6%. DALL’88 10.018 NUOVI CASI DI HIV. ZAIA; “COSTRUIRE ASSIEME UNA CULTURA DELLA SESSUALITA’ SICURA E SERENA”. COLETTO: FATTA PREVENZIONE A 10.000 RAGAZZI DELLE SCUOLE”. |
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Venezia, 2 dicembre 2013 - La Regione del Veneto è stata la prima in Italia ad istituire, nel lontano 1988, un sistema di sorveglianza nei confronti del virus Hiv, per monitorare l’andamento sulla popolazione veneta. Dal 1984 al 2011, secondo i dati del sistema veneto, sono stati diagnosticati un totale di 3.634 casi di Aids, di cui 3.239 (89,1%) residenti in regione e 395 (10,9%) non residenti. Dei 3.514 casi residenti, 2.735 sono deceduti e la letalità complessiva è stata del 67,6%. Sono questi alcuni dati di sintesi contenuti nell’inedito Rapporto sull’Aids in Veneto, diffuso oggi alla vigilia della giornata mondiale dell’Aids di domenica. Il 77% dei casi si è verificato nei maschi e la classe di età più colpita è quella dai 30 ai 34 anni, a prescindere dal sesso. “Questo lavoro della nostra Direzione Prevenzione – sottolinea il presidente della Regione Luca Zaia – è prezioso e attualissimo, perché di Aids si muore e siamo di fronte ad una malattia rispetto alla quale la prevenzione e la diffusione dei comportamenti corretti da tenere sono la miglior forma di intervento pubblico possibile. Per qualche anno, dopo essere stato definito un flagello, l’Aids è andato un po’ nel dimenticatoio massmediatico e invece l’attenzione va mantenuta sempre altissima, pur considerando i grandi progressi della medicina su questo fronte. L’aids – ammonisce Zaia – è ancora un flagello, che nel solo Veneto in pochi anni ha provocato quasi 3000 morti e non c’è occasione migliore della giornata mondiale per mandare un appello a tutti i nostri cittadini: informatevi presso i medici e gli ospedali, imparate a conoscere i comportamenti a rischio e ad evitarli. Dobbiamo costruire assieme una cultura della sessualità sicura e serena”. “Mai come in questo caso la prevenzione salva la vita – aggiunge l’assessore alla Sanità Luca Coletto – tanto che la Regione Veneto è impegnata in molte attività di prevenzione del virus Hiv e dell’Aids con programmi specifici d’intervento rivolti alla scuola, che nel 2012 ha coinvolto 450 classi terze e circa 10.000 studenti, formando anche operatori specializzati per un totale di 4.000 ore e avendo riguardo anche al problema dell’integrazione sociale delle persone sieropositive”. Nel Rapporto è indicato che il Veneto è l’ottava Regione d’Italia come numero complessivo di casi segnalati e la sesta come casi segnalati nell’ultimo anno preso in esame nel Rapporto (37 con 13 decessi). Il Veneto è invece undicesimo in Italia per incidenza annuale con un tasso di 1,1 casi ogni 100.000 abitanti. Quanto ai fattori di rischio, quelli dell’Aids sono paragonabili a quelli dell’Hiv. Tra i maschi, il 31% è legato a rapporti eterosessuali; il 35% a rapporti omosessuali; il 5% all’uso iniettivo di droghe; il 29% delle cause di rischio non è noto. Tra le femmine, il 70% dei casi è legato a rapporti eterosessuali; il 25 a rapporti omosessuali; il 3% all’uso iniettivo di droghe; il 25% delle cause di rischio non è noto. In totale, il 41% dei fattori di rischio è legato ai rapporti eterosessuali; il 26% ai rapporti omosessuali; il 5% all’uso iniettivo di droghe; il 28% ha cause di rischio non note. Dal 1988 ad oggi in Regione Veneto sono state segnalate 10.018 nuove diagnosi da Hiv. Nei primi anni di sorveglianza si era registrato un progressivo decremento dei casi; dal 2002 al 2010 il numero di nuove infezioni si è stabilizzato attorno a 300 l’anno. Nell’ultimo quinquennio la popolazione complessiva dei nuovi sieropositivi è composta per oltre il 40% da persone che riferiscono come comportamento a rischio i rapporti eterosessuali. Per le donne, tale comportamento a rischio raggiunge il 70% dei casi, mentre nei maschi è indicato nel 31%. Appaiono quindi esserci – fanno notare i tecnici regionali – delle differenze sostanziali nei comportamenti a rischio rispetto al genere, anche se il fattore ampiamente più rilevante è la trasmissione eterosessuale. Giornata mondiale dell’Aids 2013 Dal 1984 a dicembre 2011 sono stati diagnosticati nella Regione Veneto un totale di 3.634 casi di Aids, di cui 3.239 (89,1%) residenti nel Veneto e 395 (10,9%) non residenti. Dei 3.514 casi residenti nella Regione 2.375 sono deceduti e la letalità complessiva del periodo di osservazione è del 67,6%. Numero di casi residenti e decessi per Aids per anno di diagnosi. Regione Veneto, anni 1984-2011
Anno |
Casi segnalati |
Casi (cumulati) |
Decessi |
Decessi (cumulati) |
Casi prevalenti |
1984 |
3 |
3 |
1 |
1 |
2 |
1985 |
11 |
14 |
4 |
5 |
7 |
1986 |
30 |
44 |
15 |
20 |
15 |
1987 |
57 |
101 |
27 |
47 |
30 |
1988 |
95 |
196 |
43 |
90 |
52 |
1989 |
157 |
353 |
64 |
154 |
93 |
1990 |
198 |
551 |
124 |
278 |
74 |
1991 |
232 |
783 |
147 |
425 |
85 |
1992 |
269 |
1.052 |
223 |
648 |
46 |
1993 |
304 |
1.356 |
245 |
893 |
59 |
1994 |
329 |
1.685 |
281 |
1.174 |
48 |
1995 |
318 |
2.003 |
274 |
1.448 |
44 |
1996 |
281 |
2.284 |
265 |
1.713 |
16 |
1997 |
180 |
2.464 |
155 |
1.868 |
25 |
1998 |
118 |
2.582 |
69 |
1.937 |
49 |
1999 |
103 |
2.685 |
42 |
1.979 |
61 |
2000 |
80 |
2.765 |
45 |
2.024 |
35 |
2001 |
78 |
2.843 |
56 |
2.080 |
22 |
2002 |
88 |
2.931 |
47 |
2.127 |
41 |
2003 |
76 |
3.007 |
52 |
2.179 |
24 |
2004 |
68 |
3.075 |
50 |
2.229 |
18 |
2005 |
60 |
3.135 |
42 |
2.271 |
18 |
2006 |
74 |
3.209 |
42 |
2.313 |
32 |
2007 |
71 |
3.280 |
23 |
2.336 |
48 |
2008 |
76 |
3.356 |
11 |
2.347 |
65 |
2009 |
60 |
3.416 |
8 |
2.355 |
52 |
2010 |
61 |
3.477 |
7 |
2.362 |
54 |
2011 |
37 |
3.514 |
13 |
2.375 |
24 | Nel 2011 sono stati segnalati 37 casi di cui 13 decessi. |
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SALUTE: FVG, RAZIONALIZZAZIONE SPESA PARTE DA LINEE GESTIONE 2014 |
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Trieste, 2 dicembre 2013 - "La riduzione delle risorse a disposizione nel 2014 del Servizio sanitario regionale ha reso necessaria una revisione del sistema di finanziamento nelle diverse aree vaste del Friuli Venezia Giulia, che troverà attuazione nelle linee di gestione". Lo rende noto l´assessore regionale alla salute e politiche sociali, Maria Sandra Telesca, in relazione ai 90 milioni in meno rispetto allo scorso anno destinati al settore nella finanziaria del 2014. "In generale, negli anni, il dibattito sul finanziamento dei Servizio sanitario regionale ha portato alla luce l´inadeguatezza delle metodologie impostate su base storica ed ha ora imposto un orientamento fondato sui costi standard", spiega l´assessore. "Questo approccio, pur a fronte di una riduzione complessiva, ci permetterà il mantenimento degli attuali Livelli essenziali di assistenza (Lea), attraverso un recupero ed una riallocazione delle risorse che permette di evitare tagli lineari, avviando una politica di ´benchmark´, basata su parametri oggettivi di riferimento". Attraverso questa metodologia la riduzione dei finanziamenti si quantifica in 43 milioni in meno per l´Area vasta Giuliano Isontina, 36 per l´Area vasta Udinese, 11 per l´Area vasta Pordenonese. "Viene così avviato un percorso virtuoso che consentirà un migliore utilizzo delle risorse a disposizione", afferma Telesca, precisando che "il percorso sarà accompagnato da azioni operative di miglioramento gestionale che prevedono l´aggregazione di funzioni amministrative per area vasta e la definizione di percorsi assistenziali diagnostico-terapeutico-riabilitativi". Il tutto tenendo conto che "gli interventi di razionalizzazione non dovranno incidere sui servizi all´utenza ma dovranno concentrarsi sui progetti di ottimizzazione gestionale in ambito aziendale, inter-aziendale e regionale". Le Linee per la Gestione 2014 pongono in evidenza i principali indirizzi strategici che impegneranno le Direzioni generali aziendali nella governance dei fattori di costo aziendale, soprattutto laddove i costi dei fattori stessi risulteranno superiori ai criteri di finanziamento adottati o ai vincoli di costo indicati. Il riparto dell´importo per finanziamento degli enti del Ssr per ciascuna area vasta sarà normalizzato secondo criteri standard pro-capite per livelli di assistenza. L´attuazione di questi nuovi indirizzi permetterà un graduale miglioramento del posizionamento del Ssr a cui l´assessore Telesca auspica si possa sommare un incremento delle risorse a disposizione nella fase di assestamento di bilancio, che potrebbe produrre ulteriori benefici per l´utenza. |
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BOLZANO, CONVEGNO SPECIALISTICO: RADIOTERAPIA ONCOLOGICA NELL´EUREGIO IL 7 DICEMBRE |
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Bolzano, 2 dicembre 2013 - Sabato 7 dicembre 2013, alle ore 10.15, all‘Eurac in Viale Druso 1 a Bolzano, si terrà il "Convegno specialistico: Radioterapia oncologica nell´Euregio - Incontro tra gli specialisti dei reparti di Radioterapia e Fisica sanitaria dell‘Euregio". Su richiesta dei medici specializzati nell´Euregio, l´Ufficio comune dell´Euregio ha deciso di organizzare un convegno in collaborazione con il personale specializzato del settore della radioterapia delle tre Province/regioni Tirolo, Alto Adige e Trentino. Nella giornata di incontro degli specialisti dei reparti di radioterapia e fisica sanitaria delle tre parti dell´Euregio si cercherà di avviare una maggiore collaborazione transfrontaliera, con l´obiettivo che i rappresentanti dei reparti di radioterapia possano conoscersi a vicenda, presentare le collaborazioni già avviate, e proporre idee per una maggiore collaborazione per il futuro. Temi di discussione saranno, tra l´altro, la condivisione di piani terapeutici, i criteri di selezione dei pazienti, i protocolli di trattamento e le linee di interesse patologico al fine di omogeneizzare l´offerta terapeutica nel territorio e di indirizzare i pazienti nelle strutture più adeguate al caso. La discussione finale della giornata servirà ai vari rappresentanti delle amministrazioni pubbliche per capire insieme, come si possa avviare una collaborazione più stretta e formare un gruppo di lavoro che possa da lì in poi discutere i vari dettagli di un progetto comune transfrontaliero. Per partecipare è richiesta la prenotazione: informazioni all´indirizzo e-mail: info@europaregion.Info |
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A TARANTO IL PRIMO CENTRO DI RISONANZA MAGNETICA VALIDATO DELLA PUGLIA PER LA DIAGNOSI E LA CURA DELL’ANEMIA MEDITERRANEA STIMATI CIRCA 400 MILA EURO L’ANNO DI RISPARMIO PER GLI OLTRE 700 PAZIENTI TALASSEMICI PUGLIESI |
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Taranto, 2 dicembre 2013- É stato inaugurato il 28 novembre a Taranto il primo centro di Risonanza Magnetica in Puglia della rete Miot (Myocardial Iron Overload in Thalassemia) per la diagnosi e la cura dei soggetti affetti da Anemia Mediterranea. Il centro si trova presso la struttura Complessa di Radiologia dell’Ospedale Ss. Annunziata e consentirà ai circa 700 pazienti talassemici residenti in Puglia, di cui 190 nella sola provincia di Taranto, di usufruire di un programma di diagnosi e di cura personalizzato senza doversi recare in strutture specializzate in altre regioni. Il potenziale risparmio del contenimento progressivo della spesa per i pazienti fuori regione è stimato in circa 400.000 euro/anno a cui vanno aggiunti i costi indiretti per le spese di viaggio ed i giorni lavorativi persi. Per la maggior parte dei pazienti affetti da Anemia Mediterranea sono necessarie continue trasfusioni di sangue che hanno come effetto collaterale l’accumulo di ferro nel cuore e in altri organi come il fegato ed il pancreas con conseguenti complicanze quali anche problemi cardiaci (prima causa di morte delle persone affette da questa patologia). Fino a pochi anni fa la quantità del ferro nel cuore non poteva essere quantificata e quindi i farmaci specifici per la chelazione del ferro venivano somministrati sulla base di parametri indiretti quali la ferritina sierica, dimostratasi oggi non correlare con l’accumulo di ferro nel cuore. La rete scientifica sanitaria Miot, fondata nel 2006, a cui ora ha aderito anche il Ss. Annunziata di Taranto, ha invece sviluppato una tecnica di diagnosi (T2* multislice multiecho) - condivisa dai centri appartenenti al network - che attraverso la Risonanza Magnetica cardiaca è in grado di quantificare in modo non invasivo l’accumulo di ferro con la diretta conseguenza di poter curare in modo personalizzato i pazienti attraverso i farmaci chelanti del ferro. Uno studio recentemente pubblicato sul British Journal Haematology, grazie allo sforzo cooperativo del Miot network, ha dimostrato che anche in età pediatrica ci può essere un accumulo di ferro cardiaco ed epatico in una significativa percentuale di pazienti ed è possibile effettuare questo genere di esame sui piccoli pazienti con la conseguenza di poter personalizzare la cura anche su di loro per prevenire le complicanze a lungo termine. “I soggetti con talassemia, mediamente necessitano di un esame di Risonanza Magnetica all’anno per la gestione della terapia ferro-chelante - afferma la dott.Ssa Alessia Pepe, Responsabile scientifica e coordinatrice del progetto Miot -. Dai dati dello studio Miot risulta invece che in Puglia, area ad alta prevalenza di patologia talassemica, c’è una difficoltà di accesso all’esame di Risonanza Magnetica specifico per valutare l’accumulo di ferro cardiaco ed epatico e negli ultimi 6 anni in media solo il 10% dei pazienti per anno ha effettuato questo controllo. Si tratta evidentemente di una situazione che potrà migliorare grazie al nuovo centro di Taranto. Ad oggi, infatti, nell’ambito della rete Miot sono stati eseguiti in totale più di 5400 esami con 2500 pazienti arruolati (di cui 1285 donne e 150 in età pediatrica) che in molti casi hanno ridotto significativamente i chilometri da percorrere per accedere alle cure grazie alla presenza sul territorio dei centri del network”. “Il centro – afferma la dott.Ssa Maria Chiara Resta, responsabile clinico scientifica per il Miot nel reparto di radiologia dell’Ospedale Ss. Annunciata di Taranto - è dotato di una apparecchiatura di Risonanza Magnetica Aera Siemens ad alto campo (1.5 T) con bobbina e software cardio-dedicati in grado di garantire una disponibilità di posti per almeno 18 pazienti/mese”. Il centro di Taranto va ad aggiungersi agli attuali 8 centri di Risonanza Magnetica in Italia che costituiscono la rete Miot guidata dalla Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Pisa: Ancona, Campobasso, Catania, Ferrara, Lamezia Terme, Palermo, Pisa e Roma. Questi centri garantiscono una disponibilità per più di 1000 esami per anno. Alla rete, cui possono fare riferimento i circa 6000 italiani affetti da Anemia Mediterranea, afferiscono 69 centri per la talassemia, di cui 9 in Puglia, compreso il centro di Microcitemia di Taranto sotto la responsabilità del dott. Angelo Peluso. Tali centri hanno deciso di condividere le proprie valutazioni clinico-strumentali in un data base centralizzato via web, che ad oggi viene riconosciuto come uno dei più ampi e strutturati a livello mondiale per la talassemia. Tutta l´operazione è avvenuta sotto il controllo etico della Fondazione Italiana Giambrone per la guarigione della Talassemia, ente Morale Onlus di associazione dei pazienti e della Site (Società Italiana di Talassemia ed Emoglobinopatie). Il Miot network è supportato in modo no-profit da Apopharma Inc e da Chiesi Farmaceutici S.p.a. Che hanno sostenuto l’apertura del centro di Taranto. La tecnica: L’unità Complessa di Rm della Fondazione Toscana Gabriele Monasterio ha dapprima sviluppato la tecnica “multislice multiecho” che permette la quantificazione non invasiva dell’accumulo di ferro cardiaco su tutto il ventricolo sinistro con un approccio segmentale più sensibile nell’identificare stati di accumulo precoce a livello cardiaco ed ha quindi poi verificato la trasferibilità dell’approccio ai centri di Risonanza Magnetica della rete, attraverso un rigoroso processo di validazione su volontari sani e pazienti ed attraverso un periodico controllo di qualità dei centri attivati. |
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LOMBARDIA: LA SALUTE SIA UN BENE ACCESSIBILE A TUTTI |
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Soresina/cr, 2 dicembre 2013 - Un finanziamento statale, regionale e aziendale di 3 milioni e mezzo di euro, a cui vanno aggiunti apporti privati per 11 milioni e 500mila euro e di 2 milioni per le attrezzature: queste sono le cifre importanti che hanno consentito la nascita del nuovo ospedale ´Polo Robbiani di Soresina´ dell´Azienda Ospedaliera Maggiore di Crema, inaugurato alla presenza del vice governatore e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani. Esempio Di Sanità Vicina Alle Persone - Il vice presidente della Giunta regionale, dopo aver portato i saluti del governatore Maroni e di tutta la Giunta lombarda, ha ringraziato e si è complimentato con lo staff dirigenziale e con l´intero personale ospedaliero anche per aver collaborato nel rendere operativa la struttura. Complimenti estesi anche ai volontari che l´assessore ha definito "persone con una marcia in più". Mario Mantovani ha ribadito che la nuova struttura sanitaria "non sarà un presidio di alta intensità, ma un esempio di quella sanità vicina alle persone che forse hanno più bisogno". Proficua Sinergia Tra Pubblico E Privato - Il vice governatore ha citato il Polo Robbiani di Soresina come "un esempio perfetto di virtuosa collaborazione tra realtà pubbliche e private per raggiungere obiettivi importanti" e che rappresenta l´esito di una "modalità di collaborazione sul territorio e di integrazione con l´Istituzione regionale che può ben essere indicata come modello da seguire". Un esempio che dà concretezza al principio della libertà di scelta e della sussidiarietà orizzontale su cui si fonda il Servizio Sanitario della Regione Lombardia. "Un modello nel quale io credo - ha puntualizzato l´assessore - e che sarà oggetto della nuova riforma". Un Settore Accessibile A Tutti - Mario Mantovani ha poi evidenziato il successo e il significato che avranno i costi standard sulla futura gestione della sanità. "Stiamo lavorando puntando anche alla riduzione del ticket, perché - ha detto - bisogna far sì che tutti possano accedere alla salute senza ostacoli, tantomeno se tali ostacoli sono di natura economica". La Struttura - Una struttura completa quella del nuovo Polo Robbiani, che ospita non solo un reparto di 50 posti letto di medicina sub acuta (di cui 30 accreditati); la dialisi con 10 posti letto; un´area dedicata al 118 e ai volontari del soccorso; la veterinaria, i consultori e l´igiene pubblica dell´Asl; la psichiatria e la neuropsichiatria infantile dell´Azienda Istituti Ospitalieri di Cremona, ma anche tutte le attività sanitarie precedentemente svolte in varie parti del territorio oltre che dall´Ao, dell´Areu e dall´Asl. Presenti anche molti ambulatori: cardiologia, oculistica, odontostomatologia-chirurgia maxillo-facciale, ortopedia e traumatologia, otorinolaringoiatria, urologia, medicina fisica e riabilitazione, chirurgia generale, chirurgia vascolare, dermatologia, allergologia, endocrinologia, gastroenterologia e chirurgia endoscopica digestiva, neurologia, associati ad un servizio di terapia fisica con palestra. Tutte attività che entreranno a pieno regime dal 1 gennaio del prossimo anno. |
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SASSARI: NUOVA ALA SUD OSPEDALE SS. ANNUNZIATA FIORE ALL´OCCHIELLO DELLA SANITÀ SARDA |
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Cagliari, 3 dicembre 2013 - "L´inaugurazione di un ospedale è sempre un momento importante perché testimonia la vicinanza della politica alla persona. La nuova ala sud del Santissima Annunziata, che rappresenta un fiore all´occhiello della sanità non solo sassarese ma di tutta la Sardegna, costituisce non un traguardo ma solo un primo tassello per dotare la città di strutture sanitarie moderne e nel rispetto degli standard di qualità". E´ il messaggio lanciato oggi a Sassari dal presidente della Regione Ugo Cappellacci che, assieme all´assessore della Sanità Simona De Francisci, ha partecipato alla cerimonia di apertura del nuovo padiglione. Presidente e assessore, ringraziando per il loro lavoro quotidiano medici e personale sanitario, hanno fatto il punto sugli investimenti che la Regione ha fatto e continuerà ad effettuare sull´edilizia sanitaria e l´ammodernamento tecnologico, con l´obiettivo di riqualificare e migliorare tutti gli ospedali isolani. Solo a Sassari, hanno poi ricordato Cappellacci e De Francisci, nell´ultimo decennio sono state destinate risorse per oltre 155 milioni di euro, di cui oltre il 65% solo nell´ultimo anno (102.3 milioni). Investimenti che testimoniano che la Giunta regionale sta operando per garantire i livelli essenziali di assistenza scongiurando una politica di tagli lineari paventata in questi mesi anche a livello nazionale. |
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REGIONE MARCHE INCONTRA UNA RAPPRESENTANZA DELLA CAMPAGNA TRASPARENZA E DIRITTI. |
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Ancona, 2 dicembre 2013 - L’assessore alla sanità Almerino Mezzolani, alla presenza dei dirigenti regionali e dell’Asur ha incontrato il 28 novembre una rappresentanza della Campagna “Trasparenza e diritti”, il movimento che martedì scorso ha manifestato davanti la sede del Consiglio regionale in difesa dei diritti delle persone non autosufficienti. Nell’occasione le organizzazioni avevano incontrato il presidente della giunta regionale Gian Mario Spacca. Nel corso dell’incontro di questa mattina, in risposta alle precise richieste avanzate dalle associazioni, l’assessore Mezzolani ha affermato che i contenuti delle delibere 1011 e 1195 non avranno efficacia fino all’entrata in vigore della nuova regolamentazione e che ciò verrà notificato attraverso comunicazione formale a tutti i soggetti interessati dai provvedimenti in questione. La Regione ha inoltre assicurato la massima disponibilità a prendere in considerazione le richieste della Campagna e ad approfondire l’argomento con tutte e 16 le associazioni coinvolte, nei tavoli di consultazione istituiti con la delibera 1260 e già avviati. |
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SPORT: DALLA REGIONE LOMBARDIA 800.000 EURO PER EVENTI |
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Milano, 2 dicembre 2013 - "Da Regione Lombardia pronti 800.000 euro a sostegno delle manifestazioni sportive che si svolgeranno sul territorio nel 2014". L´ha detto l´assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi commentando il bando per la promozione e la valorizzazione della pratica sportiva pubblicato sul Burl. Da Domani Le Domande Per Il Primo Semestre - "Le risorse - ha spiegato l´assessore - sono suddivise equamente. Saranno infatti 400.000 gli euro a disposizione per le manifestazioni che si svolgeranno nel primo semestre e altrettanti per la seconda parte dell´anno". Le domande andranno presentate in via telematica a partire da domani, venerdì 29 novembre, dalle ore 10. Per le manifestazioni del primo semestre chiusura delle domande alle 16 del 30 dicembre. Richieste dal 16 aprile al 15 maggio, invece, per le manifestazioni del secondo semestre. Chi Può Fare Domanda - "Il bando - ha sottolineato l´assessore - è aperto a Coni, Cip, Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate, associazioni benemerite, associazioni e società sportive dilettantistiche, Comitato organizzativi regolarmente costituti, Centri di aggregazione giovanile, Circoli ricreativi, Enti locali, Pro loco, Istituzioni scolastiche e Dipartimenti di Scienze motorie, Consorzi di promozione turistica e altri soggetti senza scopo di lucro". Regione In Campo Per Lo Sport - "Questo bando - ha concluso l´assessore Rossi - si inserisce nelle politiche attive di Regione Lombardia che hanno visto, recentemente, l´approvazione dell´Accordo di Programma Quadro per lo sviluppo e il rilancio dello sport in Lombardia e le delibera che ha messo a disposizione, con un´iniziativa a sportello, 1,5 milioni, incrementabili a 2,5, per rendere accessibili le palestre scolastiche al pubblico in orario extracurricolare e favorirne la fruibilità, da parte di società e cittadini, a prezzi modici". |
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SPORT PER DISABILI: IL DIRITTO ALL’INCLUSIONE |
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Aosta, 2 dicembre 2013 - Sullo sport per disabili molto è stato fatto ma ci sono ancora degli ostacoli da superare. E’ quanto è emerso giovedì 28 novembre nel convegno svoltosi a Palazzo regionale dal titolo L’attività sportiva della persona con disabilità, profili associazionistici, giuridici e tecnici, organizzato dall’Associazione valdostana Disval, con il patrocinio della Regione Valle d’Aosta e del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Aosta. Antonio Fosson, Assessore regionale alla sanità e politiche sociali - Anche se una persona disabile può fare tutto, delle volte noi la discriminiamo nel senso che le nostre strutture sportive, ad esempio gli impianti di risalita sciistici, non sono adatti, ma non per una scelta della Valle d’Aosta ma per regole del codice civile che sono molto più difficili cambiare. Sottolineo come per esempio un grande modello siano i maestri di sci della Valle d’Aosta: nei loro corsi, a chi vuole diventare maestro di sci riservano delle giornate di introduzione alla pratica dello sci per disabili. L’incontro, nato dalla collaborazione con l’Associazione Alumni Diritto Sport di Milano, per aggiornare gli avvocati dell’ordine di Aosta sulle principali normative riguardanti i disabili e la pratica sportiva, ha offerto una fotografia dello sport disabile, in forte crescita a livello nazionale così come in Valle d’Aosta. Nel 2006 a rappresentare l’Italia alle Paralimpiadi di Torino c’erano ben quattro atleti valdostani. Le Paralimpiadi di Londra sono state un palcoscenico importante per far conoscere lo sport disabile a livello mondiale. Nello stadio di Londra erano presenti circa 80 mila persone e, solo in Italia, la diretta Rai è stata seguita da 8 mila spettatori. Egidio Marchese, Presidente dell’Associazione Disval - Ci sono ancora tante cose che si possono fare. Per ora, praticare lo sport non è ancora una libera scelta perché su alcuni impianti, alcune strutture sciistiche, alcune strutture, vincolano questa libertà. Noi oggi vorremmo lanciare questo messaggio di essere liberi di scegliere di fare attività sportiva L’auspicio per il futuro è che i numeri dei “diversamente abili” che si cimentano nella pratica sportiva continuino e crescere. Una buona promozione dello sport e una loro integrazione con i “normodotati” non può prescindere da una buona normativa in materia e da una sua conoscenza completa da parte degli operatori del settore. È per questo che è nata da poco la piattaforma web Ius montagna. Beppe Cuc, Presidente dell’Associazione Maestri di sci - Sono anni che ci impegniamo in questo settore che riteniamo importante nel sistema Valle d’Aosta. Diciamo che c’è da risolvere qualche piccolo problema legato ad un eventuale accordo un po’ più preciso con gli impiantisti perché fino ad oggi abbiamo sempre avuto una grande disponibilità da parte degli impianti. Certo, qualche certezza in più sarebbe importante per sviluppare al meglio questo tipo di attività che viene svolta da maestri di sci specializzati e professionisti, che sono comunque dotati tutti di assicurazione di responsabilità civile. C’è tutto un ragionamento che andrebbe fatto per sviluppare al meglio questa attività. |
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