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Notiziario Marketpress di Lunedì 02 Dicembre 2013
ORA È POSSIBILE PAGARE FACILMENTE LE BOLLETTE PER L’ELETTRICITÀ E IL GAS TRAMITE L’ONLINE E IL MOBILE BANKING  
 
Milano e Parigi, 2 dicembre 2013 - Milioni di clienti possono ora pagare facilmente le bollette per l’elettricità e il gas tramite l’online e il mobile banking grazie a Mybank Enel S.p.a., Unicredit S.p.a. Ed Eba Clearing hanno annunciato oggi la connessione del più grande fornitore italiano di energia elettrica a Mybank, la soluzione di Eba Clearing per l’ autorizzazione di pagamenti eseguiti via online banking. Il collegamento di Enel, reso possibile da Unicredit S.p.a. Con il supporto tecnologico di Sia, segna l’avvio in produzione su Mybank della prima azienda elettrica d’Italia. Milioni di clienti di Enel Energia sono ora in grado di pagare online le bollette del gas e dell’elettricità con una soluzione semplice e sicura, cliccando sul pulsante Mybank collocato sulla pagina Myenel nel sito web dell’azienda. “Abbiamo il piacere di offrire un’esperienza innovativa per i pagamenti digitali a quel 60 per cento dei nostri clienti italiani che preferisce pagare le proprie bollette tramite bonifico,” dice Giovanni Vattani, Responsabile dei Sistemi di Pagamento presso Enel Divisione Mercato Italia. “Mybank ci fornirà informazioni in real-time sui pagamenti autorizzati, velocizzerà i processi di riconciliazione e ridurrà le frodi. Oltre a questi benefici immediati, la soluzione ha un grande potenziale per il futuro, in quanto ben presto andrà a supportare applicazioni su cellulare, il conferimento di mandati elettronici per addebiti diretti e potrà essere utilizzata dai nostri clienti in tutta Europa.” “Con Mybank, i clienti possono usare il proprio home banking per fare acquisti online e pagare le utenze. Questa soluzione é molto pratica e sicura”, dichiara Barbara Sacchi, Responsabile E-payments, Unicredit Global Transaction Banking. “Grazie agli evidenti vantaggi di cui beneficeranno gli esercenti online e le aziende di servizi, Mybank ha riscosso l’interesse dei nostri clienti corporate ancor prima che Unicredit ne avviasse la promozione. Siamo lieti di offrire Mybank a tutte le nostre aziende e ai loro clienti nei prossimi mesi.” “L’adesione di Enel, una delle più grandi aziende fornitrici di energia elettrica in Europa, offre a milioni di clienti l’opportunità di sperimentare in prima persona la facilità di utilizzo di Mybank,” dice John Broxis, Director, Eba Clearing. “Numerose banche, aziende e amministrazioni pubbliche aderiranno progressivamente alla soluzione Mybank nelle prossime settimane e mesi e l’Italia diventerà il primo paese in Europa nel quale Mybank sarà largamente utilizzato. Siamo in procinto di offrire su Mybank, a una comunità di utenti in continuo aumento, altri servizi innovativi, quali per esempio la funzionalità di accesso da mobile, che sarà disponibile entro dicembre, e per gli inizi del 2014 una soluzione per i mandati elettronici per l’autorizzazione di addebiti diretti.” “L’implementazione di Mybank da parte di aziende ed esercenti online di ogni dimensione, porterà a un’enorme crescita dei volumi di pagamenti digitali in Italia,” dichiara Roberto Liscia, Presidente di Netcomm, Il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano. “Mybank aiuterà a raggiungere uno degli obiettivi strategici dell’Agenzia per l’Italia Digitale, puntando su 26 milioni di italiani che oggi non fanno acquisti su internet, per stimolare lo sviluppo del commercio elettronico.” Grazie a Mybank i clienti di Enel Energia possono pagare le loro bollette elettriche o del gas tramite bonifici Sepa, tramite il loro sistema abituale di online banking. Dalle pagine di Myenel, i clienti saranno direttamente indirizzati al portale del loro online banking dove, appena avranno accesso, troveranno, per approvazione, un modulo precompilato contenente tutti i dettagli del pagamento. Il collegamento di Enel a Mybank, é stato realizzato da Unicredit. Sia Enel che Unicredit si sono avvalsi del fornitore di tecnologia con sede a Milano, Sia, che ha fornito i servizi di validazione e routing oltre che il virtual Pos. Mybank, la soluzione per l’autorizzazione di bonifici Sepa, é stata attivata nel marzo 2013 e al momento conta 50 banche partecipanti, che rappresentano più di 10 milioni di conti online. Quarantotto banche partecipanti sono ubicate in Italia e altri partecipanti si trovano in Francia e Lussemburgo. Oltre 300 istituti hanno in programma di aderire alla soluzione prima della fine del 2013.  
   
   
SERBIA, NUOVA CENTRALE TERMICA A KOSTOLAC  
 
Belgrado, 2 dicembre 2013 - Verrà avviata il prossimo anno la costruzione di una nuova centrale termica in Serbia. L´impianto, che sorgerà a Kostolac, sarà la prima centrale per la produzione di energia realizzata in 25 anni e la sua costruzione consentirà alla Serbia di accrescere la propria stabilità energetica. Secondo quanto annunciato dal ministro dell´Energia Zorana Mihajlovic la centrale sarà costruita tenendo conto della normativa europea che entrerà in vigore nel 2018 ed i lavori per la sua realizzazione dovrebbero concludersi nel 2019. L´investimento si deve ad un Accordo tra compagnia elettrica nazionale serba Epis (Electrip Power Industry of Serbia) e la cinese China Machinery Engineering Corporation - Cmec ed attualmente sono in corso col partner cinese nuovi negoziati per portare avanti ulteriori progetti, per i quali l´accordo dovrebbe esser raggiunto entro i primi tre mesi del 2014. L´ambasciatore cinese in Serbia, Zhang Wanxue, ha sottolineato le buone relazioni che legano Cina e Serbia e le esperienze comuni nel dover introdurre riforme per migliorare la vita dei cittadini e lo sviluppo economico, aggiungendo che la Serbia offre ottime potenzialità in settori come gli investimenti e le costruzioni, che offrono le basi per approfondire la cooperazione  
   
   
CROAZIA, HROTE E HOPS FONDANO LA BORSA DELL´ENERGIA ELETTRICA  
 
Zagabria, 2 dicembre 2013 - L´operatore croato del mercato dell´energia (Hrote) e quello del sistema di distribuzione dell´energia elettrica (Hops) hanno stipulato un Accordo per costituire la Borsa croata dell´energia elettrica. Obiettivo dell´Accordo è contribuire allo sviluppo del settore e collegare la Croazia con le borse energetiche in Europa.  
   
   
"MOSTRA EUROPEA SUD-ORIENTALE SULL´EFFICIENZA ENERGETICA E L´ENERGIA RINNOVABILE"  
 
Sofia, 2 dicembre 2013 - Dal 5 al 7 marzo 2014 si terrà a Sofia, in Bulgaria, la "Mostra europea sud-orientale sull´efficienza energetica e l´energia rinnovabile" (South-east European Exhibition on Energy Efficiency and Renewable Energy). I paesi del sud-est dell´Europa stanno prendendo sempre più in considerazione alternative energetiche più verdi. Verso questo obiettivo, l´efficienza energetica e la sostenibilità dell´energia sono diventate priorità fondamentali per le loro politiche ambientali. La conferenza ha lo scopo di affrontare le difficoltà create dai cambiamenti climatici e dal continuo aumento dei prezzi delle fonti di energia tradizionali. Si baserà sulle conoscenze e le competenze di specialisti dell´ambiente, responsabili delle politiche dell´Ue e fornitori di utenze. Per ulteriori informazioni, visitare: http://via-expo.Com/en/pages/ee-re-exhibition    
   
   
TRENTO: ENERGIE RINNOVABILI E EFFICIENZA ENERGETICA: CONTRIBUTI PER NUOVI PROGETTI DOMANDE ENTRO IL 31 GENNAIO 2014, ORE 12  
 
Trento, 2 dicembre 2013 - Le imprese che vogliono investire nel settore dell´energia rinnovabile e dell´efficienza energetica possono accedere ai contributi, per la realizzazione di nuovi progetti, previsti dal Fondo europeo di sviluppo regionale. L´iniziativa è promossa dal Servizio Europa della Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con l´Agenzia provinciale incentivazione attività economiche. Il bando scade il 31 gennaio 2014. Per informazioni: 0461- 499400 www.Apiae.provincia.tn.it  – www.Europa.provincia.tn.it  L´obiettivo è finanziare interventi per promuovere l’installazione di impianti basati su fonti di energia rinnovabile e promuovere i programmi volti al miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti. Sul Bollettino Ufficiale della Regione autonoma Trentino-alto Adige, n. 45/I-ii – Supplemento n. 1 - di data 05 novembre 2013 è stato pubblicato il bando relativo a questa iniziativa. Questo è il titolo ufficiale: Bando n. 2/2013 - Programma Operativo Fesr 2007-2013 - Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione - Asse 1 - Energia/ambiente e Distretto Tecnologico - Contributi ad imprese per investimenti diretti ad un uso razionale dell’energia, all’efficienza energetica e all’impiego di fonti rinnovabili di energia. Le domande potevano essere presentate dall´ 11 novembre scorso. Vanno presentate entro il termine di venerdì 31 gennaio 2014, ore 12. Possono presentare domanda e beneficiare dei contributi le imprese che possono accedere alle agevolazioni previste dalla legge provinciale n. 6/1999. Possono presentare domanda e beneficiare dei contributi anche: a) le imprese E.s.co. (Energy Service Company), così come definite nel decreto Legislativo n. 115/2008 che recepisce la direttiva 2006/32/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 aprile 2006; b) le imprese esercenti l’attività di produzione di energia elettrica e/o termica (codici Ateco 2007 35.11 e 35.30) per gli interventi realizzati in favore di società controllanti o controllate ai sensi dell’articolo 2359, comma 1, numero 1 del Codice Civile, secondo le indicazioni presenti nel bando. C) i consorzi o società consortili che realizzano investimenti destinati a scopi produttivi, commerciali o di servizio ai consorziati. L’iniziativa è realizzata mediante cofinanziamento dell’Unione Europea e dello Stato Italiano - Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del Programma operativo per il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale Fesr 2007-2013 della Provincia autonoma di Trento, ed è volta a finanziare interventi per promuovere l’installazione di impianti basati su fonti di energia rinnovabile e per promuovere i programmi volti al miglioramento dell’efficienza energetica degli impianti. Il bando contiene le indicazioni in merito allo stanziamento complessivo, alla definizione delle quote di finanziamento e all’importo minimo e massimo della spesa ammissibile. Il bando e la relativa modulistica sono disponibili sul sito internet http://www.Europa.provincia.tn.it/  e http://www.Modulistica.provincia.tn.it/  e www.Apiae.provincia.tn.it/  Le informazioni di carattere tecnico-amministrativo sono fornite da: Agenzia Provinciale per l’Incentivazione delle attività economiche (Apiae) Via Solteri, 38 - 38121 Trento Telefono: +390461499400, Fax: +390461499401 e-mail: www.Apiae.provincia.tn.it/  Le informazioni di carattere generale sono fornite da: Servizio Europa Ufficio Fondi Strutturali e Progetti europei Via Romagnosi, 9 - 38122 Trento Telefono: 0461.495311; Fax: 0461.495362 e-mail: uff.Fondistrutturali@provincia.tn.it    
   
   
PUGLIA: ARRIVANO 15 MILIONI REGIONALI PER IL FONDO AFFITTI  
 
Bari, 2 dicembre 2013 - La vicepresidente e assessore all’Assetto del Territorio, Angela Barbanente, ha partecipato il 28 novembre alla conferenza stampa di presentazione della delibera per il “fondo affitti” a favore dei comuni – e quindi dei cittadini in difficoltà – per integrare i canoni di locazione delle famiglie meno abbienti. “Abbiamo 15 milioni di euro – ha spiegato la Barbanente – anche quest’anno, di cui 5 destinati alla premialità per i comuni ad alta tensione abitativa che vorranno finanziare i cittadini costretti a non pagare l’affitto per la “morosità incolpevole”, viste i bruschi cambiamenti di reddito dovuti a malattie gravi, licenziamenti, cassa integrazione, mobilità”. “Si tratta di piccole cifre, insufficienti per il fabbisogno, ma arrivano dopo che lo Stato ha cancellato del tutto il fondo affitti, mentre la Regione Puglia lo mantiene. Abbiamo però bisogno che i Comuni elevino la loro quota per il cofinanziamento del fondo e l’anno prossimo ci saranno penalità per i Comuni che non lo faranno: i Comuni a fronte dei 15 milioni regionali contribuiscono solo con altri 2 milioni. Ricordiamo che la Puglia è l’unica regione che mantiene ancora una tale forma di contributo”. “Come tutti i provvedimenti di questo tipo – ha concluso – è stato concertato con i sindacati. Ai comuni raccomandiamo di – vista anche l’apposito slittamento della scadenza – di aprire apposito capitolo di bilancio per il contributo affitti regionale in modo da non incappare nelle regole del patto di stabilità”. Di seguito, la scheda diffusa oggi: Localizzazione dei fondi per i contributi sui canoni di locazione relativi all’anno 2012 ex L. N. 431/98 - art. 11. Per la concessione dei contributi sui canoni di locazione relativi all’anno 2012, destinati alle famiglie meno abbienti, la Regione ha messo a disposizione € 15.003.294,14, mentre non vi è stata alcuna assegnazione da parte dello Stato. Il provvedimento predisposto dall’Ufficio competente e approvato dalla Giunta Regionale il 26/11/2013 (deliberazione n. 2199), condiviso con Anci e organizzazioni sindacali, prevede il riparto tra tutti i Comuni della somma di € 10.003.294,14 e l’accantonamento della somma di € 5.000.000 per la concessione di contributi per premialità, da quantificare con successivo provvedimento di Giunta Regionale. I criteri di riparto sono quelli già adottati negli anni precedenti: • viene predisposta una tabella (allegata al provvedimento di G.r.) che riporta il fabbisogno finanziario di ciascun Comune per l’anno 2011 e la percentuale di incidenza dello stesso sul totale del fabbisogno di tutti i Comuni; • il contributo da attribuire viene quantificato applicando la stessa percentuale all’importo di € 10.003.294,14 da ripartire. Analogamente si procederà per il riparto della somma di € 5.000.000 accantonata per premialità, che sarà ripartita tra i Comuni che cofinanzieranno il contributo con una somma a carico del proprio bilancio pari almeno al 20% dell’importo loro attribuito con il provvedimento in questione. Per la prima volta quest’anno quota parte del contributo per la premialità viene destinata al sostegno agli inquilini morosi incolpevoli nei Comuni ad alta tensione abitativa. Più in particolare, i comuni ad alta tensione abitativa cofinanzieranno il fondo nella misura richiesta e che avranno pertanto diritto al contributo aggiuntivo per premialità possono destinare al sostegno alla morosità incolpevole fino al 50% del contributo loro attribuito per premialità, emanando avviso pubblico per individuare gli aventi diritto. Possono richiedere contributo per morosità incolpevole i nuclei familiari che:  conducono in locazione un alloggio con le caratteristiche di edilizia residenziale pubblica previste dal D.m. Del 7/6/99 e ulteriormente specificate con le varie deliberazioni di G.r. Di localizzazione fondi (categorie catastali e superficie utile);  alla data di presentazione della domanda non hanno corrisposto almeno tre mensilità del canone di locazione;  nell’anno 2013 hanno subito una riduzione del proprio reddito 2012 pari almeno al 50%;  a seguito di tale riduzione rientrano nei requisiti reddituali per l’accesso ai contributi sui canoni di locazione. La Giunta Regionale ha definito le situazioni che nell’anno 2013 possono aver determinato la riduzione del 50% del reddito relativo all’anno 2012 per i soggetti morosi che fanno richiesta del contributo: licenziamento, cassa integrazione, mobilità, spese mediche per grave malattia e altre indicate in delibera, riservando ai singoli Comuni la facoltà di indicare nell’avviso pubblico altre eventuali documentate ragioni. Il contributo concedibile è pari a tre mensilità, per un ammontare massimo della quota regionale di € 1.500. Il Comune può eventualmente integrare con fondi a proprio carico e integrare e/o modificare i criteri individuati dalla Regione in relazione alle specifiche condizioni locali e politiche comunali messe in atto. Il contributo può essere erogato direttamente al locatore ai sensi dell’art. 7-comma 2/bis - legge n. 269/2004 di modifica alla L. N. 431/98. Il Comune deve comunque:  comunicare alla Regione formale adesione al fondo di sostegno alla morosità incolpevole e indicare la quota parte della premialità ad esso destinata (massimo il 50%);  emanare avviso pubblico ed erogare i contributi secondo l’ordine di presentazione della domanda, fino alla concorrenza della somma a disposizione e fino alla data del 31/12/2014;  rendicontare alla Regione l’avvenuta erogazione dei contributi. Al fine di indurre i Comuni ad intervenire con un cofinanziamento maggiore, nella deliberazione di programmazione dei fondi per i contributi sui canoni di locazione - anno 2013 sarà prevista una penalità del 10% del contributo spettante nei confronti dei Comuni ad alta tensione abitativa che non cofinanzieranno questo intervento per il contributo relativo all’anno 2012. I fondi preliminarmente assegnati ai Comuni con il provvedimento di localizzazione di cui alla Deliberazione della Giunta regionale n. 2199 del 26/11/2013 devono essere utilizzati attraverso bandi di concorso da emanare secondo i criteri e i requisiti minimi previsti dal D.m. Del 7/6/99 e secondo gli indirizzi forniti dalla Giunta Regionale. Le risultanze dei bandi devono pervenire alla Regione, Servizio Politiche Abitative, entro e non oltre il 20 febbraio 2014, pena l’esclusione dal beneficio. Al fine del rispetto delle norme sul patto di stabilità i Comuni sono stati preventivamente resi edotti sulla possibile necessità di iscrivere su apposito capitolo di entrata del proprio bilancio la somma loro attribuita con il provvedimento regionale in questione, la somma dell’eventuale cofinanziamento comunale e una somma previsionale della premialità regionale.  
   
   
RICOSTRUZIONE POST-SISMA 2009, GIUNTA REGIONALE UMBRIA APPROVA “PIR” SPINA (MARSCIANO); FINANZIAMENTI PER CIRCA 9,4 MLN EURO  
 
Perugia, 2 dicembre 2013 - "Via libera" alla ricostruzione delle abitazioni e delle opere pubbliche del borgo storico di Spina, la frazione di Marsciano che era stata fra le più danneggiate dal terremoto del 15 dicembre 2009. Su proposta della presidente Catiuscia Marini, la Giunta regionale dell´Umbria ha approvato ai fini dell´ammissibilità al finanziamento il "Pir", Programma integrato di recupero, adottato dal Comune di Marsciano, prendendo atto della conformità del Programma e del suo piano attuativo alle disposizioni della legge regionale per la prosecuzione delle attività di ricostruzione delle aree colpite dal sisma (la l.R. N.3/2013). Per gli interventi di ripristino, nel Piano di riparto delle risorse per la ricostruzione post-sisma 2009, sono stati destinati circa 9 milioni e 400mila euro, di cui poco meno di 8 milioni e 900mila euro verranno impiegati per il ripristino delle unità immobiliari oggetto di ordinanza di sgombero, adibite alla data del sisma ad abitazioni principali o ad attività produttive in esercizio, raggruppate in quattro "Umi", unità minime di intervento. I restanti 500mila euro serviranno per il recupero delle opere pubbliche lesionate. La Giunta regionale, inoltre, ha dettato le disposizioni necessarie per dare avvio agli interventi. Sono state approvate le direttive per il funzionamento dei consorzi obbligatori che dovranno essere costituiti per l´esecuzione degli interventi unitari sugli edifici privati, o di proprietà mista pubblica e privata, anche non abitativi. Per i consorzi, che potranno anche aggregarsi per favorire l´economicità e la rapidità delle opere, la loro unitarietà e una più efficiente e razionale cantierabilità, è stato predisposto uno schema di statuto. Sono state, infine, definite le modalità e procedure per la concessione dei contributi a favore dei proprietari degli immobili compresi nelle unità minime di intervento individuate dal "Pir". Con questi ultimi provvedimenti, che si aggiungono a quelli emanati per l´attuazione sia della "ricostruzione leggera" (edifici sgomberati con minor danno) sia a quelli per l´attuazione della "ricostruzione pesante" riguardante gli edifici ricadenti al di fuori del "Pir" di Spina (edifici sgomberati con danno maggiore), la Giunta regionale ha completato la strumentazione tecnico-amministrativa e finanziaria che consente ai Comuni interessati dal sisma, ed in particolare al Comune di Marsciano, di dare concrete risposte alla esigenza di ricostruire gli edifici maggiormente danneggiati. Rimane aperta la necessità che lo Stato centrale assicuri le ulteriori risorse economiche necessarie al completamento dell´intero programma di ricostruzione.  
   
   
CASA, L´ASSESSORE REGIONALE EMILIA ROMAGNA: LE POLITICHE ABITATIVE SONO DECISIVE PER FARCI USCIRE DALLA CRISI, PIÙ FORTE E CON MENO TENSIONI SOCIALI  
 
Bologna, 2 dicembre 2013 - «Le politiche abitative sono decisive per fare uscire l’Emilia-romagna dalla crisi, più forte e con meno tensioni sociali. Questo attraverso una nuova cultura di rigenerazione urbana e di interventi di trasformazione delle cittá in nuovi luoghi di comunitá più sicuri ed attrattivi». A dirlo è l’assessore ad Attività produttive ed edilizia, Gian Carlo Muzzarelli, intervenendo all´ 8° Congresso nazionale Asppi, l´Associazione sindacale piccoli proprietari immobiliari, svoltosi a Bologna sabato e domenica 1 dicembre. «In questo senso – ha aggiunto Muzzarelli - vanno la riqualificazione del patrimonio immobiliare - sempre più di qualità, sostenibile e all’altezza dei migliori standard energetici e di sicurezza sismica - la nuova legge sulla semplificazione edilizia in corso di approvazione, la modifica della legge regionale 24 che disciplina l’intervento pubblico nel settore abitativo, i 30 milioni per il “Programma di edilizia residenziale sociale” e gli 11 milioni per il ‘Bando giovani coppie ed altri nuclei familiari’». Inoltre l’assessore Muzzarelli ha evidenziato che per la Regione «è fondamentale assicurare il diritto alla casa anche garantendo il reddito di chi affitta: per questo, i contratti a canone concordato ricoprono un ruolo cruciale, dando garanzie e tutele a tutte le parti, e i protocolli salvasfratto stanno dando risposte a tante famiglie in difficoltà. Una società in cui il ‘bene casa’ è tutelato, è molto più forte, ed attrezzata ad affrontare le sfide di questa epoca».  
   
   
FVG, PIANO PAESAGGISTICO: INSEDIATO IL COMITATO TECNICO PARITETICO  
 
Trieste, 2 dicembre 2013 - Si è insediato il 28 novembre a Trieste presso la direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici il Comitato tecnico paritetico per l´elaborazione congiunta del Piano paesaggistico regionale. Al Tavolo di lavoro hanno preso parte l´assessore regionale alla Pianificazione territoriale Mariagrazia Santoro, i soprintendenti regionali Maria Giulia Picchione e Luigi Fozzati, il direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici Giangiacomo Martines, il direttore centrale Infrastrutture, Mobilità, Pianificazione territoriale, Lavori pubblici della Regione Magda Uliana, il direttore del servizio regionale Tutela del Paesaggio e Biodiversità Chiara Bertolini, il direttore del servizio regionale Pianificazione territoriale Luciano Agapito, il direttore del servizio regionale Beni culturali Paola Mansi e il dirigente del Mibact-ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Roberto Banchini. La prima riunione insediativa ha definito innanzitutto le modalità di funzionamento dell´organismo tecnico e ha fissato la periodicità delle riunioni di aggiornamento che si terranno ogni due mesi tra Trieste e Roma. Durante l´incontro è stato fatto il resoconto delle attività già in corso per la redazione del Piano paesaggistico regionale e di quelle necessarie al suo completamento, oltre a definire le modalità di rappresentazione dei beni paesaggistici di "notevole interesse pubblico" secondo la definizione del Codice dei beni culturali e del paesaggio. "È il primo passo operativo verso la realizzazione di questo strumento fondamentale di governo del territorio - commenta l´assessore regionale Mariagrazia Santoro - il calendario ed il cronoprogramma sono stati condivisi e tutti i soggetti attori hanno dimostrato piena disponibilità e sintonia sulle modalità operative e sui contenuti del piano. Solo questa piena condivisione ci permetterà di avere uno strumento concreto per lo sviluppo sostenibile della regione, armonizzando le diverse esigenze in campo". L´insediamento del Comitato tecnico paritetico è il primo atto che dà esecuzione al disciplinare firmato lo scorso 12 novembre a Roma tra la Regione Friuli Venezia Giulia, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e il Ministero dell´Ambiente per la realizzazione del Piano paesaggistico regionale.  
   
   
PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA: A MARSCIANO NUOVA PIAZZA DEL TEATRO, “SECONDA GENERAZIONE” PIANI URBANI COMPLESSI  
 
Perugia, 3 dicembre 2013 - Una piazza rinnovata e come riplasmata da una scalinata inedita, che armoniosamente contralta con i laterizi classicheggianti della facciata del Teatro della Concordia a Marsciano, ed una ripavimentazione, che esalta il senso dello spazio, del paesaggio urbano e dell´umanità che lo abita, in una sintesi fra tradizione e avanguardia, che ha per obiettivo la valorizzazione dei tanti centri storici, per i quali l´Umbria è giustamente famosa in Italia e nel mondo: è il progetto "Puc" (Piani Urbani Complessi, finanziati dalla Comunità Europea attraverso i fondi strutturali Por-fesr 2007-2013), che, come esempio di una progettazione di "seconda generazione" (dopo i numerosi che, negli anni scorsi, hanno mutato il volto dei centri storici umbri), è stato presentato alla Facoltà di Ingegneria, di fronte ad una affollata platea di studenti, nel quadro delle attività didattiche dei corsi integrati e laboratorio di "Progettazione Digitale", tenuti dal professor Paolo Belardi e dall´ing. Simone Bori, nell´ambito del corso di Laurea Magistrale a ciclo unico in Ingegneria Edile ed Architettura. È stato uno scambio vivace di idee e di opinioni, fra l´interessato pubblico di studenti, i docenti della Facoltà e i responsabili della Programmazione Comunitaria, che ha fatto uscire la progettazione dei "Puc" dall´ambito necessariamente ristretto degli addetti ai lavori, per trasformarlo in un dibattito aperto con chi sarà responsabile delle future "generazioni di programmazione". Sono stati la dottoressa Alessandra Antognelli della società "Cesar", l´ing. Giuliana Mancini della Regione Umbria e, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti legati alla comunicazione del "Por Fesr", la dottoressa Valeria Covarelli, ad illustrare finalità e modalità attuative dei fondi strutturali europei, con particolare riferimento al tema in discussione, i Piani Urbani Complessi, i "Puc" di "seconda generazione", così definiti, rispetto alla prima fase, per una maggiore attenzione alle soluzioni di avanguardia ai problemi urbanistici dei centri storici e alla valenza sociale del loro utilizzo da parte di cittadini e visitatori. Il "Progetto-marsciano", esemplificativo della nuova fase dei "Puc", è stato illustrato dagli architetti Emanuele Tini e Andrea Spiccallunto, rappresentanti di un gruppo di professionisti incaricato della ideazione e dell´esecuzione di un intervento destinato a riqualificare spazi pubblici pedonali e carrabili nella cittadina umbra, in particolare in Via Marconi e nello spazio adiacente al teatro della Concordia. Se ne riparlerà il prossimo 7 dicembre, alle ore 11, a Palazzo Penna. L´occasione sarà la presentazione di "Rigenerazione Urbana": un volume che offre una sintesi delle opere realizzate attraverso i Fondi Strutturali e i Piani Urbani Complessi nel centro storico di Perugia.  
   
   
RIQUALIFICAZIONE URBANA: PRESENTATO VOLUME “QUADRI STRATEGICI DI VALORIZZAZIONE. IDEE, PROGETTI E RISULTATI PER I CENTRI STORICI DELL’UMBRIA”  
 
Perugia, 2 dicembre 2013 - "È ormai indubbio che le politiche regionali di rigenerazione urbana e di valorizzazione dei centri storici, non potranno prescindere dalle esperienze in corso di formazione dei Quadri Strategici di Valorizzazione e da ciò che emerge in termini di strategie integrate, azioni e programmi per i centri urbani delle città dell´Umbria": lo ha affermato stamani l´assessore regionale al Commercio e Centri Storici Fabio Paparelli, nel corso della presentazione del volume "Quadri strategici di Valorizzazione. Idee, progetti e risultati per i centri storici dell´Umbria", realizzato dalla Regione Umbria per raccontare l´esperienza umbra nel campo della pianificazione e programmazione di politiche, azioni e progetti finalizzati alla rivitalizzazione dei centri storici dell´Umbria. Alla presentazione del volume, che si è tenuta a Marsciano, sono intervenuti, oltre all´assessore Paparelli, il sindaco di Marsciano, Alfio Todini, il presidente di Confcommercio, Aldo Amoni, il presidente dell´Inu (Istituto nazionale di urbanistica) Umbria, Franco Marini, il rappresentante dell´Anci Umbria, Joseph Flagiello. Nel corso dell´incontro, oltre all´esperienza umbra in tema di valorizzazione dei centri storici, sono state illustrate le iniziative avviate dalle Regioni Liguria, Piemonte e Veneto. L´assessore Paparelli, nel suo intervento, ha evidenziato che "i Quadri Strategici di Valorizzazione, previsti fin dal 2008, hanno dato un forte impulso alle strategia di riqualificazione urbana dei centri storici, partendo dall´analisi delle cause legate alla perdita di residenti, dalla mancata diversificazione dell´offerta commerciale, dall´inadeguatezza dei servizi alla cittadinanza e ai visitatori, dal sottoutilizzo o dal degrado di parte del tessuto edilizio pubblico e privato, per arrivare a valorizzare concretamente le potenzialità inespresse in termini di ricchezza delle risorse storiche architettoniche ed ambientali, delle posizioni geografiche strategiche, del livello infrastrutturale e dell´offerta culturale e turistica. Il tutto - ha precisato l´assessore - attraverso la creazione di un percorso condiviso dai Comuni, singoli o associati, con i cittadini, gli enti di categoria, le associazioni sociali, culturali oltre che con il mondo della scuola, dell´università e con le varie istituzioni locali". "L´umbria quindi, - continua l´assessore - rappresenta un modello di lavoro che ha posto la Regione all´avanguardia nel panorama nazionale, così come attestato dai riconoscimenti ricevuti in materia, come il Premio Nazionale di Urbanistica nel 2011 e il recente premio ricevuto nell´ambito dell´ultima edizione di Urbanpromo per il ´Qsv´ del Comune di Torgiano presentato da Confcommercio". Ritornando all´importanza delle strategie integrate per la programmazione di azioni e interventi per la rigenerazione dei centri storici e delle città dell´Umbria, l´assessore Paparelli ha evidenziato che "anche le proposte per il ciclo di programmazione dei fondi europei 2014-2020 attribuiscono importanza all´utilizzo integrato delle risorse per lo sviluppo locale al fine di coniugare nei nostri centri storici tradizione, storia ed innovazione per dare impulso a commercio, servizi e nuova residenzialità". "La proposta di ´Fesr´, il Fondo europeo di sviluppo regionale - ha detto - prevede che sia data particolare attenzione alle azioni integrate per lo sviluppo urbano sostenibile delegate alle città, destinando a tale scopo almeno il 5 per cento delle risorse del ´Fesr´ assegnate a livello nazionale. Nella stessa direzione muove la proposta del Fondo Sociale Europeo, il Fse, che sottolinea la trasversalità degli interventi di sviluppo urbano volti ad affrontare i problemi economici, ambientali e sociali delle aree urbane. La nuova programmazione, nell´affrontare il tema delle nuove sfide territoriali, afferma una visione europea della sostenibilità e un approccio integrato nei metodi di intervento fortemente coerente con la programmazione locale partecipata di cui, in Umbria, i Quadri Strategici di Valorizzazione ne rappresentano la parte più innovativa e concreta". "Il processo di formazione dei numerosi Qsv - ha spiegato il dirigente delle Politiche dei Centri Storici, Giovanni Moriconi - non è stato e non è tuttora lineare, e neppure omogeneo tra i vari Comuni, sia per le innovazioni metodologiche e concettuali introdotte, sia per la difficoltà a correlarli con canali finanziari certi, compresi quelli riconducibili alla programmazione regionale. Tuttavia, è certo il successo dei ´Qsv´ in Umbria, che vede coinvolti ad oggi 60 Comuni a fronte dei 23 obbligati per legge. Peraltro - ha evidenziato Moriconi - si tratta dei Comuni di maggior rilievo demografico (90 per cento dell´intera popolazione regionale) e di maggior estensione territoriale (75 per cento del territorio umbro). "Anche nel caso ormai frequente di ´Qsv´ intercomunali, promossi da piccoli e medi centri - conclude Moriconi - non viene meno il carattere prospettico, integrato e intersettoriale proprio dello strumento che, spesso, viene declinato in una visione di area vasta spostando il ´focus´ dagli insediamenti storici in senso stretto, al territorio, al paesaggio, alle risorse comuni e alla loro valorizzazione".  
   
   
PIL E OCCUPAZIONE, LE COSTRUZIONI RALLENTANO ANCORA IN CAMPANIA L’ANALISI DEL CENTRO STUDI ANCE SALERNO SU DATI ISTAT.  
 
Salerno, 2 dicembre 2013 - Costruzioni e servizi frenano la dinamica del Pil in Campania nel periodo 2009-2012. Il dato si evince dal Report “Conti Economici Regionali” dell’Istat. L’edilizia ha registrato un rallentamento attestandosi al - 0,9%, mentre i servizi hanno fatto segnare un -2,2%. A seguire l’industria con -0,2% e l’agricoltura con -0,1%. Complessivamente il Pil, nel periodo 2012/2009, si è attestato in Campania al -4,3%. Nel periodo 2012/2011 il Pil regionale ha registrato, invece, un -2%. Se si analizza il mercato del lavoro – sempre nel periodo 2012/2009 - il settore delle costruzioni ha fornito ancora contributi negativi alla Campania (-1,6%). Complessivamente, in termini di Pil «la peggiore performance del Mezzogiorno – ha spiegato l’Istat - trae origine da cadute più forti di quelle registrate a livello nazionale nei settori delle costruzioni (-9,4%) e dei servizi (-2,2%)». Riflessi negativi anche nella formazione del Pil per abitante: la Campania risulta all’ultimo posto nella graduatoria delle regioni, con 16.369 euro; nella contrazione dei consumi finali in volume delle famiglie, la Campania è risultata la regione più in difficoltà (-5,5%, 2012/2011). «La strategicità della filiera delle costruzioni sul Pil regionale - sottolinea il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi - riceve dai dati Istat l’ennesima conferma. I ripetuti allarmi lanciati dall’Ance nei mesi scorsi, purtroppo, si scontrano con due costanti negative: la lentezza della macchina amministrativa nell’immettere liquidità nel tessuto imprenditoriale, a cominciare dalla spesa effettiva dei fondi strutturali Ue, e la restrizione del credito nei confronti di tutte le imprese, in particolare quelle del settore edile. L’analisi della Banca d’Italia resa nota nei giorni scorsi descrive molto approfonditamente in quale scenario ostile si stanno muovendo le aziende campane. I finanziamenti bancari sono diminuiti del 4,3 per cento nei dodici mesi terminanti a giugno 2013, e la quota di aziende del settore delle costruzioni che nella prima metà dell’anno in corso hanno rilevato un inasprimento dell’offerta di credito rispetto al semestre precedente è aumentata al 44 per cento, al 42 nel settore dei servizi. Se non riusciamo ad invertire in tempi rapidi questa situazione – conclude Lombardi – non ripartirà l’economia della nostra regione e del Mezzogiorno».  
   
   
GRIGNO, INAUGURATO IL CONDOMINIO PRODUTTIVO NEGLI SPAZI “EX OMGA” SEI AZIENDE ENTRANO NELLO STORICO COMPENDIO INDUSTRIALE RICONVERTITO DA TRENTINO SVILUPPO  
 
Trento, 2 novembre 2013 - Dopo la chiusura di Omga Spa, azienda che realizzava macchinari per la lavorazione del legno, quei 19 mila metri quadrati di spazi produttivi nel cuore della zona industriale di Grigno tornano a vivere ospitando le sedi di sei piccole aziende, cinque espressione dell’artigianato locale ed una, Geoturn, attirata dal vicino Veneto. Imprese che danno vita al nuovo “condominio produttivo” di Grigno, che sotto lo stesso tetto ospita imprese edili, specializzate in impianti elettrici o termoidraulici, lavorazione di ferro e rottami. Tra queste Geoturn, che da sola ha acquisito circa metà della superficie coperta disponibile per realizzare in Valsugana prodotti innovativi quali una particolare barriera antirumore. Nella nuova sede le aziende potranno crescere, assumendo nuovo personale, lontane dagli spazi angusti del centro storico del paese che in diversi casi ne condizionavano i piani di sviluppo. Per riconvertire il vecchio sito industriale in “condominio produttivo” Trentino Sviluppo ha investito 673 mila euro, spesa che verrà in parte sostenuta dalle imprese insediate. Circa un anno la durata dei lavori. Dopo l’ex Calzedonia di Avio e l’ex Lowara di Malè, un altro importante immobile industriale si toglie di dosso l’etichetta di “ex” ritornando ad accogliere nuove aziende e lavoratori. Si tratta dal complesso lasciato libero nel 2010 dalla Omga, in zona Industriale a Grigno, che da oggi ospita sei attività produttive. La formula è la stessa: un’area strategica rimasta improduttiva a seguito di una crisi aziendale, l’acquisto da parte della Provincia tramite Trentino Sviluppo e la successiva cessione a piccole aziende locali con il recupero dei capannoni dismessi per realizzarvi un “condominio artigianale”. «La Provincia si è impegnata a fondo – ha ricordato Alessandro Olivi vicepresidente della Provincia autonoma di Trento ed assessore allo Sviluppo economico e Lavoro - per far sì che questo patrimonio immobiliare, diventato crudo simbolo della crisi che aveva desertificato un luogo importante della Bassa Valsugana, diventasse l’incubatore di nuove iniziative. Lavorando in sinergia con amministrazione comunale e gli artigiani del territorio abbiamo generato un modello di politica virtuosa che contrasta la crisi rimettendosi in cammino e costruendo le condizioni in grado di valorizzare le piccole imprese del territorio. A riprova del fatto che Trentino Sviluppo opera con efficacia a favore di tutte le attività imprenditoriali, non solo di quelle industriali». Soddisfazione è stata espressa anche da Diego Laner, presidente di Trentino Sviluppo. «Il recupero di questo complesso industriale - ha sottolineato Laner - rappresenta oggi una risposta concreta alle aspettative di piccole aziende locali e contribuirà a rafforzare le stesse ed il tessuto economico locale. Siamo peraltro in fase di trattativa avanzata con altre imprese della Valsugana per cedere gli ultimi moduli produttivi che ad oggi rimangono nella disponibilità di Trentino Sviluppo». «Omga non era una fabbrica, era la fabbrica di Grigno – ha ricordato il sindaco Leopoldo Fogarotto – la prima attività produttiva che ha dato il via alla nostra zona industriale e che tra il 1975 il 1980 è arrivata ad occupare 150 addetti. Dalle ceneri di quella realtà sta oggi nascendo un’esperienza positiva, stimolante per i nostri artigiani che hanno investito in queste loro nuove sedi e stanno sviluppando nuove idee, anche grazie al valido supporto di Trentino Sviluppo». Sei le aziende che, giovedì 28 novembre, hanno preso ufficialmente possesso degli spazi, risistemati da Trentino Sviluppo – che nel 2011 si è trovata in disponibilità l’immobile a seguito di un’operazione di leaseback siglata nel 2007 - con il completo rifacimento del tetto, la realizzazione di nuovi accessi carrabili e pedonali, degli allacciamenti elettrici, idrici e fognari alle varie utenze, ma anche di impianti tecnologici, recinzione esterna e realizzazione delle murature divisorie dei singoli lotti resi autonomi e personalizzati in base alle esigenze tecnico-produttive delle aziende insediate. I lavori, durati quasi un anno (da metà ottobre 2012 a metà settembre 2013), per una spesa complessiva di 673 mila euro, hanno reso possibile la completa riconversione del sito industriale, adeguandolo alle più recenti normative in materiale di sicurezza del lavoro. La sola Geoturn Srl ha acquisito circa 5 mila metri, la metà della superficie coperta disponibile: un’azienda specializzata nella fabbricazione di strutture metalliche, produzione di barriere antirumore e pannelli fonoassorbenti, proveniente dal vicino Veneto ed insediatasi provvisoriamente, nel settembre 2010, nello stabilimento “ex Ares” di Grigno, per poi passare dentro gli spazi attigui dell’ex Omga. Gli altri 2.100 metri quadrati sono stati suddivisi tra cinque piccole aziende: l’Impresa Edile Gasperini Lucio, che occupa 533 mq, Termoidraulica Gasperini (176 mq), Lumen Impianti Elettrici (356 mq) e le imprese individuali Furlan Cristian (533 mq), carpenteria metallica, e Gonzo Manlio (350 mq), che si occupa di raccolta e lavorazione di materiali ferrosi e rottami. Trentino Sviluppo manterrà per il momento la proprietà degli ulteriori 2.800 metri quadrati, ma si stanno concretizzando le iniziative finalizzate a cedere anche quell’ultima porzione, così da ottimizzare gli spazi del complesso produttivo. Ad oggi le sei imprese insediate danno lavoro complessivamente a 21 addetti ma, grazie anche agli spazi ricavati nella nuova sede, lontana dagli spazi angusti dentro il centro abitato di Grigno, potranno finalmente concretizzate i propri piani di sviluppo con un atteso aumento dell’occupazione.  
   
   
ANTICRISI: ECCO LE 60 MILA IMPRESE MILANESI CHE PUNTANO SULL’EXPORT  
 
Milano, 2 dicembre 2013. Per vincere la crisi le imprese milanesi puntano sull’export. E sono circa 60 mila quelle che già hanno relazioni con l’estero, più di una su cinque (stima Camera di commercio di Milano su dato censimento Istat), Trainano l’Est europeo e i Paesi emergenti dell’Asia orientale, bene anche Stati Uniti e Messico. Meccanica, prodotti chimici e farmaceutici i più esportati ma è il cosiddetto macro-settore del “bello e ben fatto” (abbigliamento, calzature, sistema casa, alimentare), con esportazioni per circa sette miliardi di euro, ad apparire in continua espansione. Export milanese a quota 38 miliardi nel 2012, +3,5% in un anno. Milano saldamente prima nella classifica italiana (precede Torino e Vicenza), rappresenta il 10% del totale nazionale. Emerge dalla ricerca “I confini dell’economia milanese” del Servizio Studi della Camera di commercio di Milano, pubblicata sulla sua nuova rivista quadrimestrale “Imprese & Città”(n. 1 autunno 2013). Identikit dell’impresa milanese che esporta. Medio-piccola, flessibile e pronta a investire sui mercati più lontani ma anche con una struttura organizzativa semplice e abituata a fare da sé: ecco l’identikit dell’impresa milanese che esporta. Nel 78% dei casi ha infatti tra i 10 e i 49 dipendenti. Punta molto sull’export: il 37% esporta per un valore superiore al 50% del proprio fatturato e il 25% nel 2012 ha incrementato questa quota. Opera non su uno ma su molti mercati esteri: il 44% ha relazioni commerciali con più di 10 Paesi di sbocco e il 55%, soprattutto fra le piccole imprese, pensa nel prossimo futuro di allargare il proprio raggio d’azione. Ha una struttura organizzativa semplice e l’85% ha intrapreso da solo questa attività, senza avere alle spalle una multinazionale né partecipare a un consorzio o a una rete di imprese. Ma è flessibile: il 52% ha modificato la propria produzione adeguando la propria offerta alle esigenze e ai gusti del target e il 26% ha aperto anche una filiale nel Paese in cui esporta. Le difficoltà maggiori che incontra? L’accesso al credito bancario, i costi iniziali elevati, la scarsa conoscenza dei mercati e la ridotta dimensione aziendale E il 29 novembre, in Camera di commercio, si è parlato di internazionalizzazione e Pmi, nell’ambito del Premio “Il Logistico dell’Anno”. In questa Ix Edizione del Premio, principale riconoscimento nazionale della logistica in c/terzi in Italia, ideato e organizzato da Assologistica, sono state consegnate 24 targhe alle imprese e 9 ai manager che si sono distinti sul mercato per innovazione e investimenti logistici nei processi delle supply chains e della distribuzione. La premiazione è avvenuta al termine del convegno-dibattito “Internazionalizzazione e Pmi, il ruolo della logistica nell’esportazione del Made in Italy”. La manifestazione di quest’anno, organizzata da Assologistica, insieme a Euromerci ed Assologistica Cultura e Formazione, è stata elaborata in collaborazione con la Camera di commercio di Milano e con la sua azienda speciale Promos per l’Internazionalizzazione. “In un momento di difficoltà economica mondiale, i prodotti del made in Italy hanno ancora un forte appeal sui mercati internazionali – ha dichiarato Giorgio Balzaretti, consigliere della Camera di commercio di Milano e dell’Associazione Lombarda Spedizionieri e Autotrasportatori (Alsea) -, per cui è importante sostenere le nostre imprese nel loro sforzo di internazionalizzazione. La Camera di commercio di Milano lo fa, attraverso la sua azienda speciale Promos per le attività internazionali, con servizi di consulenza mirati, missioni imprenditoriali, analisi dei mercati, formazione. E oggi partecipa a questa iniziativa proprio per favorire una partnership sempre più stretta tra imprese esportatrici e operatori nazionali del settore logistico, in quanto una buona gestione di questi aspetti dell’export può portare vantaggi in termini di costi ma anche di competitività”. La ricerca in sintesi Identikit dell’impresa esportatrice milanese. Si tratta di un’impresa per lo più di dimensione medio-piccola (il 78% delle imprese ha un numero addetti ricompreso tra 10 e 49; il 52% ha un fatturato tra 1 e 5 milioni di euro) e attiva in maniera prevalente nei settori della meccanica, dei prodotti in metallo, dell’elettronica e della chimica. Per quanto riguarda l’intensità dell’internazionalizzazione, una quota significativa di imprese (il 37%) è fortemente dipendente dalla domanda estera esportando per un valore superiore al 50% del fatturato. Inoltre il 25% delle imprese ha visto crescere nel corso del 2012 (anno nel quale la domanda interna è risultata del tutto bloccata) la quota dell’export sul fatturato e una percentuale speculare ha incrementato il numero dei Paesi di sbocco. Ben il 44% delle imprese ha relazioni commerciali con più di dieci Paesi esteri mentre solo il 14% commercia con uno o due Paesi. Il 55% delle imprese dichiara la volontà di allargare ulteriormente il proprio raggio di azione internazionale. Mercati di riferimento. La destinazione prevalente dell’attività commerciale risulta essere l’Unione europea, seguita dagli Stati Uniti. Quando si chiede, però, alle imprese di indicare l’area alla quale intendono rivolgere lo sguardo nei prossimi anni, emerge un forte orientamento verso i mercati extra-Ue a più alto tasso di crescita. E sono le imprese di piccola dimensione a trainare questo flusso – in particolare, verso Russia e Cina – in virtù di una grande flessibilità che permette loro di adattarsi con rapidità ai mutamenti in corso. Modalità organizzative all’estero. Le imprese milanesi si caratterizzano per una struttura molto semplice. Solo l’8% utilizza piattaforme digitali appositamente studiate e solo il 24% ha un ufficio dedicato ai rapporti con l’estero, mentre il 55% utilizza il normale ufficio vendite indifferentemente per il mercato interno ed estero. Operare e vendere nei mercati esteri richiede però di adattarsi con la flessibilità dovuta alle esigenze e ai gusti del target che si intende raggiungere. In tale ottica, il 52% delle imprese ha dovuto modificare la propria produzione (di prodotti o servizi) adeguando l’offerta e costruendo nuovi prodotti ad hoc; il 26% (percentuale significativa che testimonia una crescente presa di coscienza sull’importanza di attivare presidi diretti nei Paesi di sbocco) vanta una presenza nei mercati esteri attraverso una filiale (nel 38% dei casi di presenza diretta), un ufficio di rappresentanza (35%), un punto vendita (27%). L’85% di chi opera all’estero ha intrapreso da solo tale attività (l’immagine dell’imprenditore che si mette in viaggio munito di valigetta e inventiva individuale è dunque ancora attuale); il 12% ha seguito come subfornitore un’impresa multinazionale, il 7% ha seguito un’impresa nazionale. Meno frequenti le altre modalità quali la partecipazione a consorzi o a reti di imprese. A proposito di reti, una percentuale ancora piuttosto bassa di imprese (il 15%) valuta l’ipotesi di aggregarsi con altre aziende allo scopo di raggiungere con più probabilità di successo i mercati esteri. Principali difficoltà. Alla semplicità della struttura organizzativa e alla scarsa attitudine a operare in rete sono riconducibili molte delle principali difficoltà che le imprese dichiarano di incontrare nell’attività internazionale. Accanto al nodo del credito bancario difficoltoso (assillo pressante che riguarda tutte le imprese trasversalmente ai settori e alle dimensioni aziendali), emergono difficoltà connesse ai costi di accesso ai mercati esteri, alla ridotta dimensione di azienda, alla scarsa conoscenza dei mercati. L’andamento dell’export milanese. Milano rappresenta quasi il 10% delle esportazioni nazionali e il 35% di quelle regionali; il 16% delle importazioni nazionali e il 53% di quelle lombarde. La quota dell’export sul valore aggiunto è pari al 40%, percentuale che avvicina l’area milanese agli standard tedeschi. Nella classifica delle province Milano è nettamente al primo posto. La seconda provincia risulta poi essere Torino, seguita da Vicenza. E Brescia, con un ammontare inferiore alla metà di quello milanese. E se l’Europa costituisce ad oggi ancora il principale mercato di sbocco delle esportazioni milanesi (la sola Unione europea assorbe il 40% dei flussi totali), in generale, l’area milanese, rispetto al resto dell’Italia, si caratterizza per una maggiore apertura verso mercati più lontani. La quota milanese delle esportazioni verso sbocchi extra-europei è pari al 43% contro un dato nazionale del 37%. Per esempio, i flussi verso il mercato statunitense hanno conosciuto già in questi ultimi anni una forte accelerazione. In forte crescita anche quelli verso l’America meridionale e verso l’Asia grazie soprattutto al contributo dell’Asia orientale. La crescita dell’export più robusta dal 2000 a oggi è stata messa a segno dalla Cina (5° Paese nella classifica dei destinatari delle esportazioni milanesi), dalla Russia e dall’India che, in termini assoluti, continua però a essere un mercato secondario per le imprese milanesi. Forti anche gli incrementi fatti registrare da Corea del Sud, Brasile e Turchia, dove sono attive molte imprese milanesi nel campo della chimica, e verso gli Emirati Arabi in relazione soprattutto alla meccanica e al tessile. Ma nuovi mercati emergenti si stanno gradualmente affermando come mercati di sbocco redditizi. Tra questi, alcuni Paesi dell’Asia orientale come Thailandia, Indonesia e Vietnam; dell’America Latina quali Messico (per la meccanica in quanto i macchinari prodotti dal comparto milanese rispondono per qualità alle specifiche esigenze di quel mercato) e Cile; dell’Asia centrale (Kazakistan); dell’Africa (Sud Africa). I settori dell’export milanese. Per quanto riguarda le dinamiche settoriali, è la manifattura a fare la parte del leone, costituendo il 95% dei flussi. Una maggiore capacità di penetrazione internazionale è esercitata dai produttori di beni di fascia medio-alta. Il cosiddetto macro-settore del “bello e ben fatto” (abbigliamento, calzature, sistema casa, alimentare) realizza un export pari a circa sette miliardi di euro, dato che appare in continua espansione. E la vocazione estera delle imprese milanesi si sta estendendo sempre più anche alle lavorazioni a monte delle filiere: con l’incremento del commercio di beni intermedi (e il rallentamento di quello di prodotti finiti) in ragione di importanti mutamenti strutturali, quali l’accelerato sviluppo delle vie di trasporto, la diffusione di internet, una lenta ma progressiva riduzione delle distanze culturali, la frammentazione su scala globale dei processi produttivi. Il settore trainante, sul piano quantitativo, dell’export milanese è la meccanica, con un’incidenza sul totale dei beni esportati del 22%, dato in leggero calo dal 2008 a oggi, ma che tiene grazie al buon posizionamento sui mercati a crescita più elevata, in modo particolare in America Latina. Buone performance esportative sono state messe a segno negli ultimi anni anche dai settori della chimica e della farmaceutica.  
   
   
UNIONCAMERE - PREVISIONI ANCORA NEGATIVE, MA SI ATTENUA IL PESSIMISMO  
 
Roma, 2 dicembre 2013 - Una luce in fondo al tunnel. E’ quella che probabilmente intravvede la manifattura italiana, le cui imprese - mentre prevedono un ulteriore consolidamento dei risultati già positivi delle vendite all’estero per il trimestre finale dell’anno - cominciano a percepire qualche cambiamento anche sul fronte degli ordinativi per il mercato interno. Rimangono comunque profonde le differenze tra le imprese di piccola taglia, in particolare artigiane, e quelle più grandi: per le prime i segnali di inversione di tendenza sono decisamente meno netti. Le difficoltà ancora non sono passate anche per le imprese commerciali e, tra i servizi, per quelle turistiche. Sono questi i principali risultati dell’indagine congiunturale sulle imprese del manifatturiero, del commercio e dei servizi realizzata dal Centro studi di Unioncamere con riferimento agli andamenti del Iii trimestre e alle previsioni per il Iv trimestre del 2013. “Cominciamo a cogliere nelle nostre imprese le prime avvisaglie di una inversione di tendenza - commenta il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - Nel terzo trimestre, la manifattura del Nord Ovest ha finalmente messo a segno piccoli incrementi sul fronte della produzione, le esportazioni hanno continuato a salire e, per la fine dell’anno, l’industria alimentare prevede una risalita anche degli ordinativi nazionali mentre le vendite commerciali dell’area nord-occidentale sono attese in positivo. Se i provvedimenti ora in discussione riusciranno a infondere un po’ di fiducia nelle famiglie, può anche succedere che questo Natale, sebbene sicuramente ancora oculato, non sia all’insegna dell’austerity come il precedente”. Nel dettaglio, per l´industria manifatturiera nelle dichiarazioni delle imprese circa gli ordinativi attesi nel Iv trimestre si continua a trovare traccia del divario che accompagna gli andamenti dell’industria manifatturiera dal 2010 in poi. Rimangono infatti negative le aspettative riguardanti gli ordinativi provenienti dal mercato interno, mentre sono saldamente in zona positiva quelli che rispecchiano il contributo atteso dalla domanda estera. Per il commercio e i servizi, la maggior parte delle dichiarazioni si concentra sulla riduzione delle attività, più chiara per il commercio (-1,3 punti il saldo), dove la netta prevalenza di attese di aumento delle vendite per la Gdo (41% dei casi) non riesce a bilanciare le aspettative più pessimistiche dei segmenti “mono-prodotto”; quasi vicini al pareggio, invece, gli altri servizi (-0,2 punti).  
   
   
FUTURE FORUM: L´ECONOMIA DEL FUTURO È CONDIVISIONE  
 
Udine, 2 dicembre 2013 - "Potete essere creativi, ma per sviluppare le vostre peculiarità dovete cercare e trovare persone interessanti, condividere, scegliere un mentore, recepirne gli stimoli. Facendo delle cose a livello pratico, con altre persone, imparerete e migliorerete". Bisogna immaginare un futuro in cui "ci si dovrà liberare degli schemi attuali, anche in campo economico, partendo dal presupposto che non si tratta di qualcosa di lontano, ma che esiste già nelle vostre menti e nelle nuove invenzioni che le persone concepiscono, condividendo gli stimoli". Brinda Dalal, direttore di ricerca all’Institute for the Future di Palo Alto per il programma “Technology Horizons”, ha descritto così quello che immagina per gli anni a venire agli studenti delle scuole superiori durante l´incontro "Human internet - La tecnologia configura un nuovo sistema dell´organizzazione umana", inserito nel programma del penultimo giorno di Future Forum. La manifestazione si conclude il 29 novembre, sempre con la ricercatrice dell´Iftf, alle 17 in Sala Valduga. Per parlare di futuro, con lo sguardo rivolto al settore economico, Dalal non si è limitata a esporre una serie di teorie e nozioni, ma con gli studenti ha creato una costante interazione, a suo modo di vedere elemento intrinseco di quelle che dovranno essere le abilità necessarie per lavorare e vivere assieme. Tra esercizi di pensiero "descrivete una tecnologia che adoperate oggi, e che fino a tre anni fa non usavate. Oppure citatene una che non avevano i vostri genitori durante la fase del loro sviluppo e confrontatele tra voi" e riferimenti pratici: "Esistono siti internet dove si possono condividere le proprie creazioni di design, per poi ricevere a casa il prodotto finito, sviluppato con una stampante in 3D", Dalal ha trasmesso un messaggio che lei considera fondamentale: "Potete essere creativi, ma per sviluppare le vostre peculiarità dovete cercare e trovare persone interessanti, condividere, scegliere un mentore, recepirne gli stimoli. Facendo delle cose a livello pratico, con altre persone, imparerete e migliorerete". La condivisione, la cosiddetta "sharing economy", si sviluppa già e lo farà sempre di più anche su due fronti fondamentali, come il lavoro e l´istruzione. Nel primo settore Dalal ha menzionato "piattaforme multimediali come Udemy, strumento di formazione e corsi on line, o Leafsnap, l´applicazione che riconosce le diverse specie di piante", così come nel secondo "molte società lavorano in spazi condivisi virtualmente. Allo stesso tempo molti si servono di Odesk, portale che permette ai freelance di rendersi visibili caricando le proprie referenze o i propri portfolio lavori, in modo che tutti possano valutari e decidere se servirsi di quel tipo di professionalità". Tutto nell´ottica di condivisione degli stimoli riuscendo così a "produrre, imparare e lavorare in maniera diversa".  
   
   
ABRUZZO: CHIODI, INTESA FIRA-CONFIDI PER FACILITARE ACCESSO 18,5 MLN PER INCREMENTARE IL FONDO RISCHI DI 27 CONFIDI  
 
Pescara, 2 dicembre 2013 - E´ stata firmata, il 28 novembre, a Pescara, presso la sede della Regione di piazza Unione, alla presenza del presidente della Regione, Gianni Chiodi, e del vice presidente, Alfredo Castiglione, la convenzione che regola i rapporti tra la Fira, Ente Gestore dell´Attività I.2.4. "Azioni per migliorare le capacità di accesso al credito da parte delle Pmi" - Por Fesr Abruzzo 2007-2013, e i 27 Confidi ammessi al finanziamento. Si tratta di un fondo di rotazione di 18 milioni 500 mila euro, attravreso cui sarà possibile incrementare il fondo rischi dei Confidi, rafforzando, al tempo stesso, il sistema dele garanzie in favore delle aziende abruzzesi. L´intervento di garanzia, illustrato dal presidente Fira, Rocco Micucci, potrà essere utilizzato esclusivamente per finanziamenti finalizzati alla realizzazione di investimenti produttivi per la creazione di nuovi impianti o per l´ampliamanto o ammodernamento di impianti esistenti; potranno essere finanziate attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale, di innovazione di prodotto, processo e organizzativa, inclusa la formazione di figure professionali e la realizzazione di investimenti nella green economy. "Questa operazione - ha commentato il presidente Chiodi - per quanto attesa e frutto anche di una interlocuzione a dir poco serrata che non ha facilitato la rapidità delle decisioni, rappresenta un momento importante ma non certamente risolutivo rispetto alla situazione di difficoltà che sta vivendo l´Italia e quindi anche l´Abruzzo sul fronte dell´accesso al credito. Del resto, - ha proseguito Chiodi - basta considerare l´ammontare del credito, pari a circa 28 miliardi di euro, che in Abruzzo il sistema bancario indirizza verso il sistema imprenditoriale, per rendersi conto di come non si possa pensare, dall´oggi al domani, di invertire la tendenza. Tuttavia, - ha concluso - auspico che questo intervento possa essere utile al maggior numero possibile di operatori. Una cosa è certa: la collaborazione tra i principaili attori del tessuto economico e finaziario, soprattutto in questa fase, rappresenta una necessità imprescindibile". Castiglione ha, invece, voluto sottolineare che "oltre questi 18 milioni di euro, vanno considerate anche altre misure di sostegno al sistema del credtito. In primis, i circa 14 milioni di euro, a valere sui fondi ex Fas, destinato al mondo dei Confidi. Risorse che interessano tutti i Consorzi fidi e che hanno l´obiettivo di rafforzare, in modo particolare, i patrimoni sociali. In un momento di difficoltà come questo - ha concluso Castiglione - stiamo fornendo, quindi, risposte concrete alle richieste del mondo produttivo". Ecco, infine, i Confidi ammessi al finaziamento: Confidi Abruzzo, Confidi Mutualcredito, Confidimpresa Abruzzo- Cooperativa artigiana di garanzia citta´ di Lanciano, coopcredito, Cooperativa artigiana di garanzia di Pescara e provincia, Cooperativa artigiana di garanzia la sicuranza, Cooperfidi Abruzzo, Cooperfidi Italia, Creditfidi, Eurofidi, Fidimpresa Abruzzo, Fincredit Intercredit, Italconfidi, Ascomfidi imprese, Ascomfidi Pescara, commercredito, Confidi Finascom L´aquila, Cooperativa artigiana di garanzia arte & progresso, Cooperativa artigiana di garanzia cina´ di avezzano e provincia, Cooperativa artigiana di garanzia citia´ di teramo e provincia, Cooperativa artigiana di garanzia e servizi valle tavo e fino, Cooperativa di garanzia lavoro e progresso, Cooperativa di garanzia Regione Abruzzo Finapi Pescara Chieti, Finart, Ter.fidi Teramo.  
   
   
DEMO DAY: OGGI INVESTITORI DA TUTTA EUROPA IN TRENTINO  
 
Rrento, 2 dicembre 2013 - 48 investitori dall’Italia e dall’Europa, a caccia di buoni affari. 18 nuove aziende innovative (in gergo, startup) made in Trentino. 90 secondi a disposizione dei giovani imprenditori tecnologici per presentare la loro idea. Sono questi i numeri del Demo Day, l’evento che avrà luogo - lunedì 2 dicembre - al Teatro Cuminetti di Trento, organizzato da Techpeaks, l’acceleratore di talenti creato dal polo dell’innovazione Trento Rise per generare cento startup in quattro anni. Obiettivo della giornata, che avrà inizio alle 11.30 e si concluderà alle 17.30, è consentire ai giovani imprenditori tecnologici di Techpeaks di presentare la loro idea a una platea di venture capitalist, business angel, banchieri e imprenditori, in modo da poter raccogliere finanziamenti per far decollare le loro startup. «Si tratta di una giornata importante, per i Techpeakers. Il Demo Day è il primo momento di contatto delle iniziative nate o cresciute in Techpeaks con gli investitori, con gli operatori di mercato. Un banco di prova importante. – dichiara Paolo Lombardi, responsabile del progetto – Inoltre per il Trentino questo evento può essere davvero un’opportunità per far conoscere a investitori provenienti dall’Italia e dall’Europa la sua grande capacità di innovazione, e di attrarre talenti internazionali.» In effetti Techpeaks è una conferma del potenziale innovativo del Trentino. I Techpeakers, giovani di talento provenienti da tutto il mondo (incluse nazioni high tech come Stati Uniti e Regno Unito), hanno scelto proprio Trento e il programma di Trento Rise Techpeaks per lanciare il loro business tecnologico. Con il Demo Day inizierà la fase 2 di Techpeaks. Quella più dura. Quella più importante. Quella che determinerà il successo o meno di questa prima ondata di giovani imprenditori innovativi. Uniti tutti da una convinzione: oggi il lavoro bisogna crearselo, e loro ce la vogliono fare. In questa seconda fase, le 18 startup fondate sul nostro territorio dovranno dunque misurarsi con la realtà del mercato, e portare in Trentino investimenti dal settore privato.  
   
   
CAMBIA IL VOLTO DELL´ARTIGIANATO ITALIANO  
 
Monza, 2 dicembre 2013 - Cambia il volto dell’artigianato italiano, una volta c’erano falegnami e carpentieri che sceglievano di aprire un’impresa artigiana, oggi lo fanno anche progettatori di software, informatici, registi e designer, con circa 3.500 attività innovative che hanno aperto nel 2012 in Italia. Sono i makers, artigiani di terza generazione, che tra nuove tecnologie e “prospettive glocal” hanno portato ad un cambiamento del modo di concepire l’artigianato. Se infatti si considerano alcuni settori ad alto tasso di innovazione, la media delle imprese artigiane iscritte in Italia nel 2012 è più alta rispetto alla media delle attive del comparto. E così tra i settori dell’artigianato con indice di “dinamicità” più elevato, compaiono le attività legate alla produzione di software e consulenza informatica (722 imprese artigiane iscritte in Italia nel 2012, con un indice di dinamicità 2,1 volte più alto rispetto alle attive), il settore delle attività dei servizi d´informazione ed informatici (546 iscritte, con indice di dinamicità 1,8), ma anche le attività di produzione cinematografica (184 iscritte, indice 1,5) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (2.011, indice 1,5). E se la Lombardia è la prima regione per numero di iscritte artigiane innovative (696), il Trentino Alto Adige è la regione in cui il peso delle nuove imprese artigiane nei settori innovativi è più alto che nel resto d’Italia (7,6%), seguita da Friuli Venezia Giulia (5,1%) e Marche (4,7%). Emerge da una elaborazione dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese. Il nuovo artigianato a Monza e Brianza Tra i settori dell’artigianato brianzolo con indice di “dinamicità” più elevato, troviamo le attività legate alla produzione di software e consulenza informatica (con un indice di dinamicità 3,6 volte più alto rispetto alle attive), il settore dei servizi d´informazione e informatici (indice di dinamicità 2,2), ma anche le attività professionali, scientifiche e tecniche (indice 1,7). E la Camera di commercio di Monza e Brianza, con il Bando Cre – Attivi, ha investito sulle imprese ad alto contenuto innovativo e creativo, sostenendo start up e aspiranti imprenditori con uno stanziamento di 250mila Euro. “La Brianza è da sempre terra di artigianato, ma ora assistiamo alla nascita di nuovo artigianato, dove il legame fra saper fare e saper pensare è ancora più forte. – ha dichiarato Carlo Edoardo Valli Presidente della Camera di commercio di Monza e Brianza- Un artigiano che parla il linguaggio dell’innovazione, che coniuga l’esperienza con la formazione e la conoscenza dei mercati”.  
   
   
COLF E ASSISTENTI A LECCE: AUMENTANO LE ITALIANE, LE STRANIERE SONO FILIPPINE. GUADAGNANO 500 EURO. IN ITALIA QUASI TUTTE CON DIPLOMA SUPERIORE, AUMENTANO LE LAUREATE (2%) E LE ITALIANE. DUE SU TRE IN NERO.  
 
 Lecce, 2 dicembre 2013 - Sono soprattutto donne, con una percentuale del 70%, contro il 30% maschile. La retribuzione media è di 500 euro, che rispetta le tariffe da Ccnl. Aumenta il personale italiano, mentre la nazionalità che prevale è quella filippina. La percentuale di aumento delle assunzioni di personale italiano registra anche numeri importanti per la scolarizzazione delle lavoratrici che si approcciano al settore. La quasi totalità delle lavoratrici è in possesso di un titolo di studio della scuola media superiore, ma vi è anche una percentuale sempre maggiore di persone con laurea che si attesta intorno all’ 1,8% - 2% tra i dati 2012 e quelli del 2013. Assindatcolf rileva anche che, se nel 2011 le assunzioni di dipendenti domestiche italiane riguardavano il 3,73% del totale delle assunzioni, nell’anno 2012 tale dato si è quasi triplicato: l’8,62% delle assunzioni effettuate durante l’anno riguardava lavoratrici italiane. Il Convegno - Se n’è discusso durante il 30° anniversario dalla sua fondazione, Assindatcolf - Associazione Nazionale tra i Datori di Lavoro Domestico – durante il convegno che ha analizzato tutti i temi legati al lavoro domestico, con uno sguardo complessivo a una realtà molto più complessa di quanto possa apparire. Il convegno – che ha il Patrocinio della Camera dei Deputati – si è tenuto il 29 novembre a Roma presso Palazzo Montecitorio. “E’ questa la realtà in cui oggi Assindatcolf nel trentesimo della Sua fondazione si trova ad operare”, afferma il Presidente Renzo Gardella, “ed è proprio per questo aspetto che abbiamo pensato ad un convegno, non impostato sul ricordo del cammino percorso, bensì proiettato a immaginare il futuro di quel settore del lavoro che tanta importanza ha nella vita quotidiana di tutti. Per quanto ci riguarda, quindi, questo Convegno lo vogliamo considerare non un punto di arrivo, ma un vero e proprio punto di partenza per i prossimi anni, da cui scaturiranno soluzioni, proposte e idee per lo sviluppo di sicuro interesse”. Settore In Crescita - Nell’ultimo decennio tutta l’area dei servizi di cura e assistenza per le famiglie ha costituito per il nostro Paese un incredibile bacino di crescita occupazionale. Il numero effettivo dei collaboratori che, con formule e modalità diverse, prestano la loro attività presso le famiglie è passato da poco più di un milione del 2001 agli attuali 1 milione 655 mila (+53%). Nel 2011 quasi 2 milioni 600 mila famiglie (il 10,4% del totale) si sono rivolte al mercato, per acquistare servizi di collaborazione, di assistenza ad anziani o altre persone non autosufficienti e di baby sitting (Fonte Censis). La maggior parte dei collaboratori familiari presta assistenza ad almeno una persona adulta bisognosa di cure (60,2%), in massima parte anziani al di sopra dei 75 anni. Nelle attività di assistenza alla persona sono molto più coinvolti i collaboratori stranieri (68,1%) rispetto ai loro colleghi italiani che lo fanno nel 33,3% dei casi. La maggioranza proviene dai paese dell’Est Europa (complessivamente il 55,4%), e il particolare dalla Romania (primo paese di origine) e dall’Ucraina (primo paese di provenienza dei collaboratori che operano al Sud). Ma anche le Filippine costituiscono un bacino importante di offerta di lavoro, visto che ben il 7,8% proviene da quest’area. I dati rivelano che l’83,4% degli assistenti familiari svolge attività di governo della casa (pulizie, spesa, piccole commissioni, ecc.), il 54,8% assistenza semplice alla persona, il 29,4% assistenza di base a persone non autosufficienti, il 18,3% accudisce i bambini e il 15,3% effettua invece un’assistenza più specialistica alla persona, che potremmo definire “avanzata”. I collaboratori di origine straniera, inoltre, non solo sono più versatili, ma sono anche molto più presenti nell’assistenza alle persone. Mediamente, i collaboratori familiari svolgono questo lavoro da 8 anni e hanno intrapreso il percorso professionale all’età di circa 34 anni. Nel 2009, l’esperienza media era pari a 7 anni. Lecce – “Nella città di Lecce – spiega Paolo Babbo, Delegato Sezione di Lecce – la mansione prevalente ricoperta dalle lavoratrici è quella di colf. Infatti, rappresentano ben l’80% e la maggior parte di loro non convive con le famiglie. Sono soprattutto donne, con una percentuale del 70%, contro il 30% maschile. La retribuzione media è di 500 euro, che rispetta le tariffe da Ccnl. Aumenta il personale italiano, mentre la nazionalità che prevale è quella filippina. Non ci sono differenze, per quanto riguarda il reddito, tra nazionalità, e dai dati in nostro possesso sembra non siano presenti laureati. “A livello regionale abbiamo anche avviato i Progetti (R.o.s.a e V.i.o.l.a), ma purtroppo non riescono a decollare in quanto soffocati dalla burocrazia”. Aumentano Italiane E Laureate - “Già dal 2009 le Sezioni Assindatcolf del Nord-est, Treviso, Udine, Venezia, ci sottolineavano l’incremento di assunzioni di manodopera italiana – spiega la Dr.ssa Teresa Benvenuto, Segretario nazionale di Assindatcolf - come risultato del reinserimento di molte donne, che erano state licenziate o messe in mobilità dalle fabbriche nelle quali avevano lavorato da sempre. Tale fenomeno in seguito è stato evidenziato anche in Lombardia, riguardando soprattutto persone che avevano perso il lavoro negli uffici, quindi con qualifiche spesso impiegatizie. Negli ultimi due anni anche la sede di Roma ha avuto modo di conoscere questa realtà, ma il dato qui risulta ancora più eclatante poiché verso il settore si sono rivolte anche quelle persone con un titolo di studio elevato. “Molte donne – continua la Dr.ssa Benvenuto - il cui reddito familiare si è contratto drasticamente per la perdita del proprio lavoro o di quello del proprio coniuge hanno trovato nell’impiego nel settore domestico la soluzione momentanea ai loro problemi. Se nel Nord-est si è rilevata la presenza maggiormente nell’assistenza agli anziani e alle faccende domestiche, a Milano e a Roma le lavoratrici italiane hanno preferito dedicarsi all’assistenza di neonati o di bambini in età scolare. Mentre un dato rimane costante ed è l’età che queste donne hanno: la maggior parte di loro si colloca nella fascia di età tra i 40 e i 59 anni. I dati dell’indagine hanno riguardato le assunzioni effettuate negli anni 2011-2012 e 2013, registrando un trend di crescita delle lavoratrici italiane soprattutto tra il 2011 ed il 2012. Si precisa tuttavia che i dati sono riferiti alle nuove assunzioni e non a tutti i rapporti di lavoro in essere in quel momento”. La percentuale di aumento delle assunzioni di personale italiano registra anche numeri importanti per la scolarizzazione delle lavoratrici che si approcciano al settore, nell’incremento si rileva, infatti, che la quasi totalità delle lavoratrici è in possesso di un titolo di studio della scuola media superiore, ma vi è anche una percentuale sempre maggiore di persone con laurea che si attesta intorno all’ 1,8% - 2% tra i dati 2012 e quelli del 2013. Dall’analisi dei dati pervenuti dalla sede di Roma, l’associazione rileva che se nel 2011 le assunzioni di dipendenti domestiche italiane riguardavano il 3,73% del totale delle assunzioni, nell’anno 2012 tale dato si è quasi triplicato: l’8,62% delle assunzioni effettuate durante l’anno riguardava lavoratrici italiane. Il trend si è mantenuto nell’anno 2013, dove fino a settembre, l’Assindatcolf ha registrato che sul totale delle assunzioni il 9,26% era per personale di nazionalità italiana. L’idea che per molte di queste lavoratrici l’ingresso nel settore non è momentaneo, ma con carattere di stabilità, lo si riscontra nella richiesta di partecipazione delle stesse a corsi di formazione organizzati a vario titolo sia per le mansioni domestiche sia per il lavoro di cura agli anziani e ai bambini. Contratti - La variabile della regolarità contrattuale divide l’Italia in due: nel Nord, dove l’inadempienza totale si limita a casi marginali (riguarda il 9,9% dei lavoratori) e in quasi la metà dei casi le famiglie rispettano per intero le regole esistenti (47,3%); dall’altro, il Centro e il Sud, accomunati dalla scarsa percentuale di rapporti di lavoro “totalmente regolari” (interessano il 23,3% dei collaboratori al Centro e il 23,7% al Sud) e entrambi caratterizzati dalla presenza di un sommerso molto diffuso. In particolare, al Sud c’è una percentuale altissima di “nero” totale (nel 53,9% dei casi non c’è alcun pagamento di contributi), al Centro questa è più bassa (33,9%) ma si aggiunge a un’area altrettanto ampia di irregolarità parziale (35,6%), casi nei quali le famiglie versano solo parte dei contributi. “Quello del lavoratore domestico non è più un lavoro di scorta – afferma il Dr. Zini – Vice Presidente Assindatcolf - ma non è nemmeno un lavoro completamente riconosciuto. Non parlo delle dinamiche contrattuali che, anche con le mitigazioni esistenti, sono estremamente onerose per le famiglie che non sono organizzate come imprese e quindi subiscono maggiormente tutta la burocrazia del settore lavoro. Il lavoro nero è stimato pari se non superiore al lavoro regolare. Ma oggi questa situazione non si può più tollerare perché parliamo di 2.000.000 di lavoratori (è certamente tra i primi 5 Ccnl a livello Italiano se consideriamo anche il sommerso e rientra tra i primi 10 in ogni caso) che presto o tardi, tra 10-20-30 anni, saranno anziani e chiederanno una prestazione pensionistica, tutta o in parte a carico dello Stato. Occorre affrontare oggi il problema e, soprattutto, affrontarlo in modo che sia “logico” essere in regola, altrimenti non emergerà mai il lavoro nero del settore.”  
   
   
ZAIA: “CONGRATULAZIONI A BABAN (CONFINDUSTRIA), LA PICCOLA IMPRESA VENETA HA ORA UNA VOCE FORTE E AUTOREVOLE A ROMA”  
 
Venezia, 2 dicembre 2013 - “In un momento di così grave crisi congiunturale per i nostri territori, sapere che le piccole imprese venete sono rappresentate a così alto livello in Confindustria, non può che essere motivo di conforto e di speranza”. Con queste parole il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha commentato l’elezione - avvenuta il 28 novembre - di Alberto Baban alla Presidenza della Piccola industria di Confindustria. “Il Presidente Baban, col quale ci congratuliamo e al quale auguriamo buon lavoro, sa bene quali sono le necessità immediate e quelle strutturali della piccola industria, il cuore dei nostri sistemi produttivi – prosegue Zaia – anche se credo che la questione più grossa, che finora ha trovato i governi colpevolmente sordi, è quella fiscale. Si continuano a caricare imprese e lavoro di tasse, imposte, contributi e oneri, con una pressione complessiva che si aggira sul 68 per cento contro il 46 medio europeo, contribuendo a mettere prodotti e aziende fuori mercato. Senza contare la burocrazia, che toglie ogni residua speranza a chi ha voglia di fare impresa e competere a parità di condizioni”. “Credo – conclude Zaia – che Baban saprà portare a Roma la voce di tanti distretti industriali che sono al limite della resistenza e della sopportazione, il lamento di chi vuole continuare a fare impresa e creare ricchezza, di chi chiede soltanto di poter lavorare libero da lacci e lacciuoli che lo strangolano. La voce di chi eroicamente resiste alla crisi e non vuole cedere. Ma Baban saprà anche farsi interprete delle nostre battaglie perché il gettito fiscale rimanga sui territori che l’hanno prodotto, evitando che finisca ad alimentare sprechi di ogni genere e sorta, e perché i costi standard si impongano a tutta la pubblica amministrazione. La Regione è al suo fianco in una battaglia che ci deve vedere vincitori. Perché abbiamo ragione noi”.  
   
   
A VICENZA IL PRIMO CORSO TECNICO SUPERIORE IN ITALIA DEDICATO AL SETTORE ORAFO  
 
 Venezia, 2 dicembre 2013 - Prende il via lunedì 2 dicembre il nuovo corso biennale “Tecnico Superiore della lavorazione orafa”, un percorso di formazione post-diploma sostenuto dalla Regione del Veneto e promosso dal Centro Produttività Veneto per plasmare una nuova generazione di tecnici del settore. La conferenza stampa di presentazione è in programma lunedì 2 dicembre alle ore 11.30 presso la Scuola Arte e Mestieri. C/o Centro Produttività Veneto (Cpv) – dipartimento Scuola Arte e Mestieri in via G. Rossini, 60 a Vicenza. Interverranno l’assessore regionale all´istruzione, formazione e lavoro Elena Donazzan; Santo Romano, commissario straordinario per la formazione, l´istruzione ed il lavoro della Regione del Veneto; Antonio Girardi, direttore del Centro Produttività Veneto. Saranno presenti inoltre i rappresentanti dell’Ufficio Scolastico Regionale Veneto, dell’Its Cosmo di Padova, delle associazioni di categoria del territorio e delle aziende partner di progetto.  
   
   
NEL 2012 CALANO IN UMBRIA GLI INFORTUNI SUL LAVORO: PROTOCOLLO INAIL REGIONE  
 
Perugia, 2 dicembre 2013 - Continuano a diminuire in Umbria gli infortuni sul lavoro ed i casi mortali: nel 2012 gli incidenti denunciati all’Inail sono stati 11.447 contro i 13.353 del 2011 (-14,3 per cento). Le “morti bianche” sono state 15 contro le 19 dell’anno precedente (-21 per cento). Una quota consistente di infortuni sul lavoro è rappresentata da incidenti stradali ed in itinere. Sul territorio regionale la tendenza al ribasso degli infortuni avviata da qualche anno è ormai consolidata (-30,1 per cento nell’ultimo quinquennio). Riduzione che va in ogni caso valutata alla luce dagli effetti negativi prodotti dal perdurare della crisi economica che ha causato la cancellazione di moltissimi posti di lavoro. Trend sostanzialmente stabile invece per le malattie professionali: quelle manifestatesi nel 2012 sono state 1.420 contro le 1.428 del 2011 (-0,55 per cento). Sono questi i dati principali emersi dal Rapporto annuale 2012 presentato questa mattina, giovedì 28 novembre, dal direttore regionale dell’Inail Umbria, Tullio Gualtieri, nel Salone d’Onore di Palazzo Donini a Perugia, che ha visto la partecipazione dell’assessore regionale alle politiche della sicurezza nei cantieri e alla sicurezza stradale Stefano Vinti e del prefetto di Perugia, Antonio Reppucci. Sono intervenuti tra gli altri anche Pierluigi Bruschi, coordinatore Crc Inail Umbria, Massimo Calzoni presidente Ance Umbria e Claudio Ricciarelli in rappresentanza delle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil. In questa occasione è stata anche siglata l’intesa tra Inail e Regione Umbria finalizzata a prevenire gli infortuni lavorativi stradali e quelli in itinere. “Nel quadro delle azioni per il miglioramento della sicurezza stradale, ha affermato l’assessore, la Regione attribuisce una elevata priorità alla messa in sicurezza degli spostamenti sul lavoro e per lavoro, che costituiscono l’oggetto di un titolo specifico del progetto di legge regionale sulla sicurezza stradale. Questi infortuni, nel quinquennio 2006-2010 hanno determinato mediamente il 15% dei feriti e il 38% delle morti tra quelli complessivamente causati dagli infortuni in occasione di lavoro e durante gli spostamenti casa-lavoro in Umbria. La Giunta regionale, ha sottolineato Vinti, ha individuato tre obiettivi principali. Il contrasto al lavoro nero (che è in diretto rapporto con la sicurezza dei luoghi di lavoro), l’affermazione della cultura della prevenzione (che passa attraverso interventi di formazione, di comunicazione e di sensibilizzazione non soltanto dei lavoratori o delle imprese ma anche di tutto il tessuto sociale umbro) ed infine l’utilizzo integrato delle informazioni, anche attraverso la creazione di banche dati unificate per aumentare l’efficacia delle attività di vigilanza sui cantieri. In questo contesto, ha concluso Vinti, è molto importante positiva collaborazione che si è instaurata da anni tra la Regione Umbria e l’Inail Umbria. Vogliamo continuare ad operare in modo integrato, per promuovere un sistema coerente di interventi efficaci da parte delle amministrazioni locali, delle singole imprese e/o delle rappresentanze datoriali e del mondo del lavoro, di altri soggetti pubblici e privati che possono concorrere a migliorare questa specifica componente di sicurezza stradale, e quindi migliorare la sicurezza dei lavoratori sia durante gli spostamenti casa-lavoro, sia durante gli spostamenti in occasione di lavoro. L’obiettivo comune di riferimento è proprio la riduzione delle vittime (morti e feriti) causate da infortuni stradali in itinere e in occasione di lavoro”. Il protocollo d’intesa prevede l’attivazione di diverse azioni, compresa un attività di incentivazione rivolte alle aziende, alle rappresentanze economiche e sociali delle imprese e dei lavoratori, ai lavoratori e alle amministrazioni locali e ad altri soggetti che possono concorrere in modo diretto a migliorare la sicurezza degli spostamenti correlati al lavoro. Le imprese che vorranno presentare la domanda per la riduzione del tasso medio di Tariffa secondo le disposizioni dell’Inail potranno indicare nella domanda (reperibile insieme alla relative istruzioni nel sito istituzionale dell’Inail www.Inail.it), l’adesione al progetto “Sicurezza Stradale”, specificando gli interventi effettivamente realizzati che verranno verificati dall’’Inail. Il progetto avrà la durata di due anni.  
   
   
AVVOCATI: SI RINNOVA LA PROFESSIONE, SI RINNOVA LA FORMAZIONE  
 
Milano, 2 dicembre 2013 – L’università di Milano-bicocca, tra le prime in Italia, ha sottoscritto il 29 novembre, insieme all’Università di Firenze, una convenzione con l’Associazione degli Avvocati giuslavoristi italiani (Agi) per costituire una Scuola di alta formazione giuridica. La firma dell’accordo è avvenuta a latere dei lavori del convegno L’avvocato nella società contemporanea organizzato dalla Scuola di Giurisprudenza dell’Ateneo proprio per discutere dei cambiamenti intervenuti nella professione di avvocato in seguito alle novità introdotte dalla legge 247 del 2012. Tra le novità sul fronte didattico-formativo, quindi di grande rilievo per le università, vi è l’attribuzione della funzione specialistica degli avvocati nelle diverse materie (per esempio famiglia, lavoro, aziende) a nuove strutture, le scuole di alta formazione giuridica, costituite dalle università in convenzione con gli ordini professionali o il Cnf (Consiglio nazionale forense). Per questo motivo la Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Milano-bicocca, sfruttando la rete di relazioni con le associazioni professionali, sta promuovendo in modo specifico l’attivazione delle scuole di alta formazione giuridica e ha avviato un programma di accordi che ha già portato alla firma di una convenzione gemella, lo scorso 6 novembre, con l’Associazione italiana degli avvocati per la famiglie e per i minori (Aiaf) e Sapienza Università di Roma. Di qui a breve, il ministero dell’Università dell’Istruzione e della Ricerca emanerà il regolamento di attuazione della disciplina, ciò consentirà poi alle Scuole di partire con i primi cicli di formazione. La novità è che questi corsi saranno punti di riferimento per la formazione specialistica anche di chi è già avvocato. «In questo modo, e per la prima volta – sottolinea Giovanni Chiodi, presidente della Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Milano-bicocca – le Università assumono un impegno istituzionale e formativo diretto sul terreno della professione, proiettando il proprio ruolo formativo oltre la preparazione dei laureati per l´avvio alla professione, occupandosi altresì della formazione specialistica di coloro che sono già avvocati». «Il ruolo delle università – aggiunge Franco Scarpelli, ordinario di diritto del lavoro – garantisce, da questo punto di vista, anche l´interesse degli utenti, cittadini e soggetti economici che si avvalgono di servizi legali, a che l’uso di una specializzazione sul mercato, da parte dei professionisti, possa avvenire soltanto sulla base di seri e strutturati percorsi di effettiva formazione specialistica». Altra forte novità, a testimonianza dell’apertura della Scuola di Giurisprudenza dell’Università di Milano-bicocca verso la società e, dunque, verso la law in action, è rappresentata dal progetto Cliniche Legali, che prenderà il via, in forma sperimentale, già dal prossimo semestre (2014). Le cliniche legali, nate e sviluppatesi nelle università degli Stati Uniti, sono ormai diffuse anche in moltissime università europee e rappresentano, nel percorso di studi, quella che si può definire una win-win solution: nell´ambito della attività di clinica legale, infatti, gli studenti sono coinvolti nella gestione di un caso reale ed affrontano i problemi giuridici con l’intero bagaglio disciplinare di cui dispongono proprio come avviene nella realtà della professione. «Gli studenti – spiega Diana Cerini, docente di diritto privato comparato che in Bicocca segue il progetto – oltre a essere direttamente coinvolti nella dimensione più prettamente “tecnica” del caso, hanno anche la possibilità di affrontare, nel confronto con i professionisti e gli operatori, gli altri problemi che l’avvocato incontra, quale il rapporto con il cliente, la scelta di strategie, venendo dunque “catapultati” nella realtà del quotidiano della professione». Al convegno che, iniziato ieri, si conclude questo pomeriggio sono intervenuti, fra gli altri Carlo Allorio del Consiglio Nazionale Forense, Remo Danovi, presidente dell’Associazione deontologica forense e Valerio Spigarelli, presidente dell’Unione delle Camere Penali.  
   
   
CRESCERE E COMPETERE CON IL CONTRATTO DI RETE, WORKSHOP  
 
Modena, 2 dicembre 2013 - La Camera di Commercio, Unioncamere dell’Emilia-romagna e Intesa Sanpaolo organizzano mercoledì 11 dicembre il workshop “Crescere e competere con il contratto di rete” in via Ganaceto 134 (Mo) a partire dalle ore 14,30. L´iniziativa rientra nel progetto “Crescere e competere con il contratto di rete: incubatori di rete e Temporary Network Manager”, realizzato con il supporto scientifico di Universitas Mercatorum, nell’Accordo del Programma stipulato tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Unioncamere nazionale delle Camere di Commercio. Per l´iscrizione si prega di inviare la scheda di iscrizione compilata e firmata via e-mail all’indirizzo valeria.Ferrari@mo.camcom.it  o via fax al numero 059. 4909912 entro lunedì 9 dicembre.  
   
   
ZAIA: “PER WSJ GENERALI UN’ECCELLENZA, GOVERNO E LEGGE STABILITA’ UN CIMITERO”  
 
 Venezia, 2 dicembre 2013 - “Leggere l’elogiativo articolo che il Wall Street Journal dedica oggi alle Generali equivale a respirare una boccata d’aria buona. Il gruppo assicurativo resta un modello di riferimento di come si fa e si deve fare impresa, rappresenta l’orgoglio del Veneto e del Nord Est a livello globale”. Con queste parole il Presidente del Veneto, Luca Zaia, commenta il servizio che il giornale finanziario statunitense ha pubblicato il 28 novembre col titolo: “Generali mostra che l’Italia può cambiare”. “Grazie a Mario Greco, le Generali macinano buoni bilanci, fanno utili, sono presenti a livello globale con ottimi prodotti e con una autorevolezza mai scalfita, hanno una solidità finanziaria invidiabile – riprende Zaia – il paradosso è che lo stesso giornale che elogia le Generali, pochi giorni fa definiva la stabilità offerta dal governo un cimitero dove c’è poca vita e tanta morte. Il segno evidente che impresa e politica viaggiano su binari che divaricano ogni giorno di più, ma che soprattutto a Roma non c’è più capacità di ascolto per le esigenze vere e concrete delle imprese. Cioè per chi dà lavoro, chi alimenta il Pil, chi sorregge i conti pubblici, lasciati in mano a spreconi d’ogni genere e colore”. “Insomma - conclude Zaia – Generali, come Fiat e tante altre aziende dei nostri territori, piccole e grandi, chiedono di avere un interlocutore che non c’è, oppure si nasconde, e comunque non riesce più ad essere parte attive nelle politiche industriali. Ciò che dà senso e spessore alla frase di Marchionne secondo cui questo è un Paese dove fare impresa era, è e credo resterà impossibile per chissà quanto tempo ancora”.  
   
   
STEFANIA ZUIN MANAGER DI UN’IMPORTANTE CASA EDITRICE FRANCESCE, ZAIA: “È L’ESEMPIO DEI GIOVANI VENETI CHE HANNO VOGLIA DI FARE”  
 
Venezia, 2 dicembre 2013 - “La storia di questa ragazza è l’esempio dei veneti che vanno all’estero dimostrando la laboriosità, la tenacia e la professionalità che, da sempre, ci contraddistinguono e che sono da esempio per tanti ragazzi. A Stefania vanno i miei complimenti più sinceri e le auguro che questa possa essere una delle tante tappe di un percorso professionale costellato di successi e soddisfazioni”. Con questa parole il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, commenta la storia di Stefania Zuin, che lavora come manager un’importante case editrice francese. “Pochi giorni fa – ricorda il Presidente – abbiamo celebrato i veneti del mondo che sono dei veri e propri ambasciatori della nostra identità e della nostra voglia di fare e Stefania ne è la conferma: ha saputo partire dal basso per arrivare a un grande risultato attraverso sacrifici e dedizione: un marchio di fabbrica dei veneti. Sono oltre 320 mila – ricorda Zaia -gli emigranti della nostra regione che vivono e lavorano all’estero e che contribuiscono a rafforzare l’immagine di un popolo che lavora con impegno e passione, rispettando le regole ed integrandosi con la comunità dove risiede”. “Mi auguro – conclude il Presidente – che in futuro questa giovane manager possa mettere a frutto l’esperienza maturata all’estero in una realtà imprenditoriale veneta e la ringrazio per esprimere ogni giorno quei valori che ci hanno resi famosi nel mondo”.  
   
   
COOPERATIVE: NUOVE OPPORTUNITÀ PER GIOVANI SUL MERCATO DEL LAVORO  
 
 Bolzano, 2 dicembre 2013 - L´euregio Tirolo-alto Adige-trentino vanta oltre 1700 cooperative. Il 27 novembre 2013 a Mezzocorona (Tn), durante la 1° Giornata Educacoop "Scuola e Cooperazione in dialogo. Esperienze innovative di educazione cooperativa scolastica nell‘Euregio" 250 studenti della scuola superiore di 14 classi delle tre realtà territoriali hanno esperimentato sulla propria pelle l´idea e i valori della cooperazione. Le cooperative sono una risposta all´attuale crisi del mercato, o meglio, sono un modello per il futuro. La cooperazione è da tempo radicato nei tre territori dell´Euregio, ha una lunga tradizione e si caratterizza attraverso un numero relativamente alto di cooperative, nello specifico 955 in Alto Adige, 569 nel Trentino e 204 nell´Associazione Raiffeisen del Tirolo. Secondo Siegfried Walch del Management Center di Innsbruck (Mci), incaricato dal Gect di analizzare la situazione in preparazione dell´evento, è importante fornire ai giovani informazioni attualizzate al riguardo. Per Matthias Fink, Segretario generale dell´Euregio, le cooperative quali entità localmente radicate e resistenti alle difficoltà economiche hanno dimostrato di essere una forma vincente soprattutto nella crisi economica e, pertanto, si deve rivitalizzare l´entusiasmo e l´impegno per l´idea della cooperazione incrementando la libertà, il rispetto e la collaborazione. La prima parte dell´evento Educacoop era riservata agli studenti della scuola superiore, in particolare alle classi con indirizzo economico dell´intero territorio euroregionale. Dopo gli interventi del Prof. Carlo Borzaga, Presidente dell´Istituto di Ricerca sulle cooperative Euricse di Trento, e del Prof. Siegfried Walch del Mci di Innsbruck, rappresentanti della cooperativa Arianna avvalendosi di giochi elaborati ad hoc hanno spiegato agli studenti il mondo della cooperazione al fine di rafforzare lo spirito comune. Al centro delle attività ludiche c´erano concetti quali solidarietà, senso della comunità, democrazia, responsabilità sociale e pace. Gli studenti delle classi sono stati mescolati ed hanno percorso, quindi, le 12 postazioni di gioco all´interno di gruppi bilingui. Nel pomeriggio, Gianluca Salvatori, Direttore generale dell´Euricse, nel suo intervento si è soffermato sul tema dell´innovazione nella cooperazione, mentre Martin Winkler, insegnante all´Istituto tecnico economico di Brunico, ha presentato esperienze pratiche dell´applicazione di moduli didattici sulla tematica dei valori cooperativistici nella quotidianità scolastica. Nell´ambito della discussione finale gli esperti presenti hanno cercato di formulare dei principi al fine di radicare meglio il cooperativismo nelle scuole ed in particolare nell´insegnamento all´interno della classe. L´evento è stato organizzato dall´Euregio Tirolo-alto Adige-trentino in collaborazione con le Centrali cooperative e le Intendenze scolastiche dell´Euregio.  
   
   
VIETNAM, UNA NUOVA FRONTIERA PER LE IMPRESE ABRUZZESI  
 
Pescara, 2 dicembre 2013 - Il Centro Estero ha organizzato il 29 novembre una presentazione Paese sul Vietnam alla quale hanno partecipato circa 20 aziende abruzzesi appartenenti a diversi settori merceologici. Dopo i saluti del Presidente del Centro Estero Abruzzo, Daniele Becci, e del Senatore della Repubblica e Segretario della 3ª Commissione permanente (Affari esteri, emigrazione), Antonio Razzi, è intervenuto l’Ambasciatore Della Repubblica Socialista Del Vietnam In Italia, Nguyen Hoang Long, che ha presentato il quadro macroeconomico del Paese. Successivamente, gli interventi tecnici di Sergio Miele che ha illustrato le modalità di assistenza di Unicredit sul mercato vietnamita e dell’Avv. Federico Vasoli della Camera di Commercio Italia Vietnam sui settori d’interesse e strumenti legali a tutela degli investimenti esteri. Il Vietnam – un paese che è stato definito da molti osservatori internazionali come uno dei mercati emergenti più promettenti – offre interessanti opportunità per l’Italia, grazie alla sua struttura industriale, anch’essa fondata sulle Pmi, al suo appeal in tema d’investimenti esteri in virtù di una manodopera giovane, a basso costo e qualificata, così come di una vasta rete di accordi di libero scambio con i Paesi dell’area contenenti clausole di salvaguardia molto favorevoli. Inoltre, il forte sviluppo ed il conseguente formarsi di una classe media hanno reso il Vietnam un mercato sempre più attraente per i prodotti del lusso “Made in Italy”. Nel 2012, l’interscambio si è attestato sui 2,3 miliardi di dollari Usa, con un saldo della bilancia commerciale nettamente a favore del Vietnam. Saldo che, peraltro, risulta essere tradizionalmente negativo per il nostro Paese (l’Italia si è collocata al decimo posto quale Paese fornitore). Il seminario costituisce un’occasione per conoscere i progetti di sviluppo del paese e le opportunità di collaborazione economico-industriale e commerciale.