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MERCOLEDI
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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 21 Maggio 2014 |
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GIUSTIZIA EUROPEA: SECONDO L’AVVOCATO GENERALE MELCHIOR WATHELET, LA GERMANIA PUÒ NEGARE «PRESTAZIONI SOCIALI PER PERSONE INDIGENTI IN CERCA DI LAVORO» A CITTADINI DI ALTRI STATI MEMBRI, IN BASE A UN CRITERIO GENERALE CHE DIMOSTRI L’ASSENZA DI UN LORO COLLEGAMENTO REALE CON LO STATO MEMBRO OSPITANTE LA GERMANIA PUÒ IN TAL MODO ESCLUDERE DA TALI PRESTAZIONI LE PERSONE CHE SI RECANO NEL SUO TERRITORIO AL SOLO SCOPO DI CERCARE UN LAVORO O DI BENEFICIARE DELL’AIUTO SOCIALE |
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Lussemburgo, 21 maggio 2014 - In Germania, le persone indigenti in cerca di lavoro possono chiedere il beneficio dell’assicurazione di base per provvedere, segnatamente, alla propria sussistenza . Le prestazioni così concesse mirano a consentire una vita conforme alla dignità umana e sono intese a coprire le esigenze di base, le esigenze supplementari nonché le esigenze di alloggio e di riscaldamento. Tuttavia, le persone che si recano in Germania al solo scopo di beneficiare di tali prestazioni o di cercare un impiego sono, secondo la normativa tedesca, escluse dal beneficio delle prestazioni stesse. L’obiettivo di tale esclusione è quello di evitare un onere eccessivo in termini di prestazioni sociali a carico della Germania. Il Sozialgericht Leipzig (Tribunale per le cause in materia previdenziale di Lipsia) chiede se il diritto dell’Unione ammetta una siffatta esclusione. Tale giudice deve decidere una controversia tra la sig.Ra Dano e il figlio minorenne, entrambi cittadini rumeni, da una parte, e il Jobcenter Leizig (amministrazione locale competente) dall’altra. Invocando l’esclusione prevista dal diritto tedesco, il Jobcenter Leipzig ha negato a queste due persone la concessione delle prestazioni assicurative di base . La sig.Ra Dano e suo figlio (nato in Germania) vivono da diversi anni a Lipsia nell’appartamento di una sorella della sig.Ra Dano, la quale provvede al loro sostentamento. La sig.Ra Dano non possiede alcuna qualifica professionale e, sino ad oggi, non ha esercitato alcuna attività lavorativa né in Germania né in Romania. Non risulta che si sia recata in Germania per cercare un lavoro né che si adoperi per cercare un impiego in tale paese. Nelle sue conclusioni odierne, l’avvocato generale Melchior Wathelet afferma che il diritto dell’Unione amette che sia negato ai cittadini degli altri Stati membri, sulla base di un criterio generale, il beneficio di una «prestazione speciale in denaro di carattere non contributivo» (come le prestazioni dell’assicurazione di base tedesca per persone indigenti in cerca di lavoro ), purché il criterio scelto (quale, ad esempio, il motivo dell’ingresso del richiedente nel territorio dello Stato membro) sia idoneo a dimostrare l’assenza di un collegamento reale con lo Stato membro ospitante e sia inteso in tal modo a evitare un onere eccessivo per il sistema nazionale di assistenza sociale. L’avvocato generale ricorda che il diritto dell’Unione autorizza il diritto di soggiorno dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari in uno Stato membro diverso da quello di cui sono cittadini per un periodo di tre mesi, finché non diventano un onere eccessivo per il sistema di assistenza sociale dello Stato membro ospitante. Ove intendano restare per più di tre mesi, devono disporre di risorse sufficienti per non divenire un onere a carico del sistema di assistenza sociale dello Stato membro ospitante. Ne consegue necessariamente che si può verificare una disparità di trattamento nell’erogazione delle prestazioni di assistenza sociale fra i cittadini dello Stato membro ospitante e gli altri cittadini dell’Unione. Una normativa che neghi il beneficio delle prestazioni assicurative di base a persone che, lungi dal volersi integrare nel mercato del lavoro, vanno in Germania al solo scopo di beneficiare del regime tedesco di assistenza sociale, è conforme, secondo l’avvocato generale Wathelet, alla volontà del legislatore dell’Unione. Una siffatta esclusione consente di evitare che le persone che esercitano la loro libertà di circolazione senza l’intento di integrarsi divengano un onere per il sistema di assistenza sociale. Essa è inoltre conforme al margine discrezionale lasciato agli Stati membri in materia. In altri termini, essa consente di evitare gli abusi ed una certa forma di «turismo sociale». L’avvocato generale osserva inoltre che il criterio scelto dalla Germania (vale a dire il fatto di recarsi nel territorio tedesco al solo scopo di cercare un lavoro o di beneficiare dell’aiuto sociale) è idoneo a dimostrare l’assenza di un collegamento reale con il territorio dello Stato membro ospitante nonché la mancanza di integrazione nel medesimo. Tale criterio consente di garantire la sostenibilità economica del regime senza metterne in pericolo l’equilibrio finanziario. La normativa tedesca persegue pertanto un obiettivo legittimo, come richiesto dalla Corte di giustizia. L’avvocato generale ritiene peraltro il criterio scelto proporzionato all’obiettivo perseguito. Infatti, per stabilire se il richiedente ricada nell’esclusione in causa e gli si debba pertanto negare la concessione delle prestazioni assicurative di base, le autorità tedesche dovranno necessariamente esaminare la sua situazione personale. |
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UE INTENSIFICA LE MISURE PER MIGLIORARE LA SALUTE DI MILIONI DI PERSONE NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO |
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Bruxelles, 21 maggio 2014 - Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha annunciato ieri che l´Ue fornirà 25 milioni di euro all´anno nel periodo 2014-2020 per finanziare i programmi di vaccinazione in tutto il mondo. Destinatario della nuova concessione - più del doppio dei fondi stanziati finora, pari a una media di 10 milioni di euro all´anno - è l´organizzazione non-profit Gavi Alliance (ex Alleanza Globale per i Vaccini e l´Immunizzazione), che si è posta l´obiettivo di aumentare l´accesso risparmiare per la vaccinazione nei paesi poveri, la vita dei bambini e tutelare la salute delle persone. Annunciando il contributo alla manifestazione che si svolge oggi a Bruxelles caso " Investire insieme per un futuro sano " (congiuntamente investire in un futuro sano) presidente Barroso ha dichiarato: " E ´scioccante e assolutamente inaccettabile che ogni anno circa 1,5 milioni di bambini muoiono di malattie che avrebbero potuto prevenire una semplice vaccinazione. Ecco perché l´annuncio di oggi di ulteriori finanziamenti dell´Unione europea è così importante - dimostra che ci siamo impegnati a lungo termine per fare tutto quanto in nostro potere per rendere più uomini, donne e bambini, indipendentemente da dove vivono, l´accesso ai vaccini salvavita avere . " "Siamo l´Unione europea grato che lei ha il loro contributo più che raddoppiato. Questo Gavi Alliance è supportato per raggiungere l´obiettivo entro il 2020 risultati significativamente più efficaci misure per proteggere milioni di bambini nei paesi più poveri da malattie mortali ", ha detto Dagfinn Høybråten, Ceo della Gavi. "Fornendo risorse aggiuntive per la corrente e il prossimo round di finanziamento evidenzia l´Unione europea a sostenere il lavoro della Gavi, che è strettamente allineata con la politica di sviluppo dell´Ue per combattere la povertà e creare sviluppo sostenibile attraverso la crescita inclusiva ". Alla manifestazione di oggi, che è organizzata congiuntamente dalla Commissione europea e Gavi, Gavi mostrerà ciò che può essere raggiunto al sostegno dei programmi di immunizzazione nei paesi più poveri del mondo e quali sono necessarie risorse finanziarie, in modo che possano continuare queste misure. Questo è l´evento kick-off per un processo di fondi dei donatori dovrebbe mobilitarsi per finanziare Gavi Alliance durante il periodo 2016-2020. In questo contesto, un evento futuro per la ri-attrezzature di Gavi è prevista con le risorse finanziarie necessarie. Dal 2003 la Commissione europea per la Gavi Alliance ha più di 83 milioni di euro previsti; parte del denaro proviene dallo Strumento di cooperazione allo sviluppo e una parte del Fondo europeo di sviluppo (Fes). Grazie ai donatori come l´Ue mezzo miliardo di bambini sono stati vaccinati a partire dal 2000 e di conseguenza verranno salvate quasi 6 milioni di persone vive. L´obiettivo è di rafforzare l´impatto delle misure nei prossimi anni e per garantire che i progressi realizzati finora sono mantenuti per consentire la prossima generazione di bambini nei paesi più poveri un futuro sano. |
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UE E GAVI ALLIANCE: LAVORARE INSIEME PER SALVARE VITE UMANE |
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Bruxelles, 21 Maggio 2014 - La Gavi Alliance (ex Alleanza globale per i vaccini e l´immunizzazione) è un partenariato mondiale per la salute pubblica-privata impegnata a proteggere la salute dei bambini, aumentando l´accesso alle vaccinazioni e rafforzare i sistemi sanitari dei paesi più poveri del mondo. Dal 2000, con il sostegno dei donatori come l´Unione europea (Ue) e il forte impegno da parte di paesi di attuazione, l´Alleanza ha aiutato i paesi a immunizzare altri 440 milioni di bambini e salvato 6 milioni di vite. L´ue è un donatore di Gavi Alliance dal 2003. Missione dell´Alleanza è strettamente allineata con la politica di sviluppo dell´Ue di ridurre la povertà e contribuire a raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Mdg) entro il 2015. Sostegno Gavi Alliance integra il supporto diretto e regionale prevista dal istituzioni europee ai paesi partner. Dal 2003, la Commissione europea si è impegnata superiore a 83 milioni di € per la Gavi Alliance, provenienti in parte dal Strumento di sviluppo della cooperazione (Dci) e in parte dal Fondo europeo di sviluppo (Fes). La Gavi Alliance ha fornito finanziamenti per 47 dei paesi dell´Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Acp). Insieme Stati Acp rappresentano il 65% di tutto il sostegno di Gavi. Come un partenariato pubblico-privato, Gavi Alliance rappresenta tutte le principali parti interessate in immunizzazione globale: attuazione e governi donatori, l´Organizzazione Mondiale della Sanità, l´Unicef, la Banca Mondiale, la Bill & Melinda Gates Foundation, la società civile, l´industria dei vaccini e le aziende private . Basandosi sui punti di forza individuali dei suoi membri, il modello di Gavi Alliance aggrega domanda paese, garantisce a lungo termine, finanziamenti prevedibili e riduce i prezzi, contribuendo a garantire che generazioni di bambini nei paesi poveri non perdere i salvavita, vaccini economia aumentando . Finanziamento Gavi Alliance supporta 11 vaccini, compresi quelli contro la malattia pneumococcica e rotavirus, principali cause prevenibili con vaccino di polmonite e diarrea, e papillomavirus umano, che causa il cancro cervicale. I paesi possono richiedere un supporto flessibile per affrontare la loro potenziamento dei sistemi sanitari (Hss) esigenze. Storia Gavi finanziamento Attualmente, la Gavi Alliance ha 37 donatori, di cui 10 Stati membri dell´Ue e le istituzioni europee. Molti donatori Alliance offrono un finanziamento prevedibile a lungo termine, che consente ai paesi che attuano in Acp e oltre a intensificare i propri investimenti in programmi di immunizzazione di routine sostenibili. Nel 2012, la Gavi Alliance è stato elogiato dalla Organizzazione Rete di Valutazione delle Performance multilaterale (Mopan) per la sua efficacia, la sua attenzione ai risultati, una buona gestione finanziaria e paese forte proprietà; 11 Stati membri dell´Unione europea sono parte di Mopan. La Gavi Alliance lavora in stretta collaborazione con gli Stati Acp, di cui due sono sulla Board (attraverso la rappresentazione del Senegal per l´Africa francofona e Uganda per l´Africa anglofona). 2400000000 € sono stati impegnati per i paesi Acp per i vaccini e rafforzamento del sistema sanitario (Hss) sostegno per il periodo 2011-2015. La necessità di vaccini 1,5 milioni di bambini muoiono ogni anno per malattie che potrebbero essere prevenute con un semplice vaccino. 1 in 5 bambini di tutto il mondo non riceve l´intero corso dei vaccini di base. Indicatori di accesso alla salute rivelano che la situazione è particolarmente preoccupante in Africa sub-sahariana, che rappresenta il 50 per cento di tutti i decessi tra i bambini e quasi la metà delle morti materne del mondo. E ´anche la regione più colpita dall´Hiv / Aids, la malaria e la tubercolosi. Il lavoro dell´Ue nel settore sanitario Cooperazione allo sviluppo dell´Ue si concentra sulla costruzione di sistemi sanitari efficaci e sostenibili che forniscono servizi alle persone più vulnerabili, tra cui le vaccinazioni. Questo richiede il supporto completo e specifico per paese per l´intero sistema sanitario, che è l´obiettivo principale dei nostri programmi nazionali bilaterale. L´unione europea, al fine di migliorare le condizioni sanitarie nei paesi in via di sviluppo, si sta muovendo nel settore sanitario, nonché in altri settori come la nutrizione, acqua e servizi igienici, informazione ed educazione per un comportamento sano e la sicurezza stradale. L´ue finanzia il suo lavoro nel settore sanitario attraverso due modi: a) strumenti geografici: Ad esempio, il Fondo europeo di sviluppo (in paesi dell´Africa, dei Caraibi e del Pacifico), la Cooperazione strumento di sviluppo (in America Latina, Asia e Sud Africa), e l´europeo di vicinato e partenariato (nelle regioni limitrofe). Gli strumenti geografici rappresentano la quota maggiore del sostegno dell´Ue per la salute nei paesi in via di sviluppo. B) programmi tematici: A complemento dei programmi geografici dell´Ue, beni pubblici e sfide programma di Global fornirà supporto globale aggiuntiva che si concentra sugli elementi cruciali di un sistema sanitario efficace e completo che sono meglio affrontato a livello sovra-nazionale. Si rivolge trasmissibili (o contagiose) controllare le malattie, la traduzione della conoscenza medica e sanità pubblica in prodotti e politiche in grado di affrontare l´impatto evoluzione di patologie (malattie non trasmissibili e fattori di rischio ambientale), e plasmare i mercati globali per migliorare l´accesso ai servizi essenziali beni ei servizi sanitari, in particolare per la salute sessuale e riproduttiva. Questo programma sarà quindi costruire e completare il rafforzamento dei sistemi di salute generale che è lo scopo principale dei programmi geografici. Dal 2004, grazie al sostegno dell´Ue sulla sanità: 18,3 milioni di bambini sotto uno sono stati vaccinati contro il morbillo. Più di 8.500 centri sanitari e le strutture sono state costruite, ristrutturata o arredata Quasi 17 milioni di consultazioni sulla salute riproduttiva hanno avuto luogo. Progetti in primo piano: Grazie alla Ue, così come il supporto di altri donatori, nel gennaio 2014, i bambini di tutto Liberia hanno iniziato a ricevere protezione contro uno dei principali killer prevenibili da vaccino con l´introduzione del vaccino contro lo pneumococco (Pcv). In aprile 2013, le autorità somale hanno lanciato nel programma di immunizzazione di routine nazionale, un nuovo cinque-in-un-vaccino contro diverse malattie infantili potenzialmente fatali. Il vaccino pentavalente protegge contro difterite, tetano, pertosse (tosse convulsa), epatite B e Haemophilus influenzae di tipo B (Hib) - i batteri che causano la meningite, polmonite e altre malattie. |
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TUMORE ALLA PROSTATA , NUOVO TEST PREDITTIVO A 10 ANNI ,BIOPSIA MIRATA IN RMN E TERAPIE FOCALI CHE SALVANO VIRILITA’ E CONTINENZA LASER PER L’IPERTROFIA - RISPETTA IL CUORE E L´AMORE IX CONGRESSO NAZIONALE - UROP -UROLOGI DELL´OSPEDALITÀ PRIVATA – ABANO TERME (PD) 22 - 24 MAGGIO 2014 |
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Milano, 21 maggio 2014 - Dal 9° Congresso Nazionale Urop - Urologi dell´Ospedalità Privata, Abano Terme (Pd) 22 - 24 maggio 2014 - gli ultimi progressi medico scientifici per la diagnosi precoce, prognosi , e innovative metodiche mediche e chirurgiche per curare il tumore alla prostata che colpisce in Italia circa il 30% degli uomini over-50, con 43mila nuovi casi all´anno, ponendosi primo in classifica per diagnosi e incidenza . “Le recenti scoperte”, dice il dottor Stefano Pecoraro, Presidente Urop e Direttore dell’ Unità Operativa di Urologia e Andrologia Chirurgica della Clinica Malzoni di Avellino, “consentono ora di tracciare una sorta di carta di identità del tumore e una terapia sempre più accurata e personalizzata per la singola neoplasia”. Diagnostica Genetica Debutta in Italia un nuovo test genetico messo a punto nei laboratori di biologia molecolare di Salt Lake City, negli Usa, in grado di determinare la tipologia e l’aggressività del tumore. “Il test Prolaris”, spiega il dottor Stefano Pecoraro, tra i pionieri ad utilizzarlo, "indaga il Dna del carcinoma prostatico basandosi su un campione di tessuto ottenuto con la biopsia oppure durante l’intervento chirurgico. È in grado di predire la maggiore e minore aggressività del tumore, fornendo la valutazione del rischio di mortalità e del rischio di recidiva a 10 anni, quindi fornendo allo specialista preziose informazioni prognostiche. In questo modo l’urologo potrà stabilire la scelta del trattamento ottimale, valutare se sia meglio adottare una strategia di trattamento precoce, quando la natura del tumore si sia rivelata aggressiva, oppure una strategia conservativa o ‘di sorveglianza’, evitando gli effetti collaterali spesso conseguenti alla prostatectomia radicale. In sostanza il test genetico è in grado di valutare l´aggressività del tumore e la sua probabile evoluzione. I tumori della prostata non sono tutti uguali: per molti pazienti è indolente e cresce molto lentamente, in altri invece cresce molto velocemente. Ne consegue come sia importante valutare nella maniera più accurata possibile l´aggressività del tumore per determinare la prognosi del paziente e la strategia di trattamento più appropriato limitando le terapia inutili ( over-treatment-sovratrattamenti). Per valutare lo stadio del tumore rispetto agli esami tradizionali basati sui valori del Psa e il punteggio di Gleason che non riescono a rivelare quanto il tumore è aggressivo e con quale velocità si propaghi il test Prolaris definisce le caratteristiche geniche della malattia misurando l´attività di geni associati alla crescita del tumore. Utilizzato su pazienti con valori di Psa e Gleason identici, il test genetico ha rivelato come in realtà non tutti avessero lo stesso rischio di progressione di malattia e mortalità. Il test Prolaris si rivela quindi più attendibile come predizione della malattia, tanto è vero che secondo i risultati di un recente studio il 65% degli urologi coinvolti ha cambiato idea ‘terapeutica’ dopo i risultati del test Prolaris. Il test si rivela utile anche nei pazienti in cui la prostata è stata già rimossa per valutare la probabilità che la malattia possa ripresentarsi e decidere se eseguire o no terapie adiuvanti, come per esempio la radioterapia. Circa 200 pazienti sono già stati sottoposi al test in tutta Italia”. Il beneficio clinico del test Prolaris è stato dimostrato da studi clinici svolti in America e in Europa, che hanno coinvolto più di 2000 uomini con carcinoma della prostata con follow-up di circa 10 anni. La Urop, da sempre attenta a fornire ai pazienti servizi tecnologici ed innovativi, ha iniziato per prima una collaborazione scientifica con la Myriad Genetics per renderlo disponibile ai pazienti che necessitano di maggiori informazioni sul tumore che li ha colpiti. Il test è oggi praticabile in numerosi strutture facenti parte del network Urop, oltre che in centri oncologici come l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Biopsia Mirata In Rmn “L’indagine sulla presenza del carcinoma alla prostata”, continua il dottor Angelo Porreca, Direttore dell’ Unità Operativa di Urologia del Policlinico di Abano Terme, “ha oggi raggiunto importanti livelli di maggior sicurezza per il chirurgo e minor disagio per il paziente. Oggi, grazie alla Biopsia Prostatica Mirata in Risonanza Magnetica, è possibile effettuare una biopsia mirata nel punto esatto in cui si trova e cresce il tumore. Se la risonanza evidenzia un nodulo sospetto la biopsia viene eseguita direttamente durante la risonanza. Fino ad oggi la biopsia veniva guidata dall’immagine ecografica, che non riesce a distinguere il tessuto neoplastico da quello normale (ecograficamente il tumore ha lo stesso aspetto del tessuto normale). Senza l’ausilio della risonanza magnetica le biopsie alla ricerca della malattia si effettuavano con numerosi prelievi multipli per aumentare la possibilità di individuare il cancro. "La nuova tecnologia diagnostica risparmia al paziente il disagio dei multipli prelievi, riduce il rischio infezioni e aumenta il potere diagnostico della biopsia. Una tecnica assolutamente all’avanguardia, che sarà presentata in anteprima italiana proprio al congresso Urop “ Terapie Focali Quando lo specialista ritiene che non sia necessario asportare l’intera ghiandola si può ricorrere alle terapie focali. Il concetto di "terapia mirata" - che in sostanza è quello che presiede a tutte le terapie focali - governa da tempo il trattamento del cancro alla mammella (quadrectomia) ma viene solo da poco perseguito anche nella prostectomia. “Le terapie focali ablative dell’area tumorale che si trova all’interno della prostata”, dice il dottor Pecoraro, “consentono di non rimuovere l’intera ghiandola evitando gli invalidanti problemi di incontinenza e di impotenza, spesso conseguenti alla chirurgia radicale (secondo recenti dati 1milione e 200mila interventi l’anno nel mondo) e anche della radioterapia. Si tratta di tecniche non invasive in grado di eliminare piccoli tumori situati all´interno della prostata lasciando questa nella sua sede, risparmiando la maggior parte del tessuto. I vantaggi connessi sono numerosi e consistono nella distruzione delle zone specifiche interessate dal tumore preservando il tessuto sano e la funzione specifica della ghiandola, con effetti collaterali indesiderati temporanei e meno gravi di quelli conseguenti alla chirurgia tradizionale; possibilità di effettuare una eventuale susseguente prostectomia radicale, la radioterapia oppure altro intervento focale su altra area della prostata; il più delle volte la terapia focale può essere eseguita ambulatorialmente oppure con un solo pernottamento in ospedale. La scelta della tecnica focale più indicata dipende dalle dimensioni della prostata, dalla posizione del tumore e dalle sue dimensioni, dal livello del Psa ,dal grado di aggressività del tumore. Le principali metodiche focali sono: Interstitial Laser Therapy: una sottile fibra laser viene posizionata direttamente nella zona tumorale mentre la risonanza magnetica viene utilizzata per dosare l´energia con una precisione millimetrica. Il calore generato elimina i tumori di piccole dimensioni; Crioablazione. Una sonda costituita da un sottile ago inietta una soluzione liquida che avvolge il tumore e lo elimina per congelamento. E´ una tecnica particolarmente indicata nel caso di piccoli tumori localizzati; High Intensity Focused Ultrasound (Hifu). Utilizza onde sonore e con l´aiuto di scansioni Mri elimina con il calore piccoli tumori. La temperatura viene controllata "in diretta"; Elettroporazione irreversibile (Ire). Viene impiegato un dispositivo per far passare una corrente elettrica attraverso il tumore, questa crea delle piccole aperture che provocano la morte le cellule incriminate; Vascular mirata terapia fotodinamica (Vtp). Si opera utilizzando un farmaco (somministrato per via endovenosa) che distrugge le cellule tumorali eliminando i vasi sanguini che le alimentano. Il farmaco è reso attivo esponendolo a una luce di specifica lunghezza d´onda e posto in sito attraverso fibre collocate nella prostata”. Robotica Per Le Forme Avanzate Grandi speranze anche per quei pazienti che a causa di tumori più avanzati non erano prima candidati alla chirurgia robotica, che ora grazie all’impiego di visori tridimensionali e di microstrumenti capaci di rotazioni a 360 gradi consente di asportare la prostata “senza tagli” attraverso piccoli fori praticati nell’addome. “La più recente robotizzazione”, precisa il dottor Angelo Porreca, “permette ora di asportare la neoplasia e nel caso sia necessario anche i linfonodi (la via attraverso la quale la malattia si propaga ad altri organi). A fronte di un intervento oncologicamente adeguato il paziente può avere tutti i vantaggi sia in termini di ridotta invasività che in termini di recupero funzionale che la chirurgia robotica offre”. Radioterapia “Ampio è il capitolo del trattamento radioterapico” conclude infine il dottor Pecoraro, “si passa da quello standard (la Radioterapia Conformazionale Tridimensionale 3D-crt), alle sue sofisticate evoluzione che sono la Radioterapia con Modulazione di Intensità- Imrt, la Volumetric Modulated Arc Therapy - Vmat e la Igrt, la radioterapia guidata dalle immagini. Queste modalità di irradiazione permettono di modulare meglio l’intensità della dose e di colpire solo il tessuto prostatico malato risparmiando quello sano, la perfetta conformazione della dose rispetto al bersaglio e la riduzione dei tempi di trattamento La radioterapia, con le sue evoluzioni che consentono ora di erogare dosi sempre maggiori aumenta la possibilità di cura del tumore riducendo i rischi di tossicità rettale, vescicale e di impotenza si pone quindi nella terapia del carcinoma prostatico come valida alternativa all’intervento chirurgico” . Il Laser Per L´ipertrofia Rispetta Il Cuore E L´amore “Mentre il tumore alla prostata si conferma la neoplasia più diffusa tra gli uomini”, sottolinea il professor Giovanni Ferrari, Direttore all’Unità di Urologia e Andrologia dell’Hesperia Hospital di Modena, “un crescente aumento si registra anche per l´ipertrofia prostatica benigna (Ipb ), che colpisce oltre l´80% degli italiani over-50, con oltre 40mila Interventi all´anno." Non Provoca Impotenza Un laser al triborato di litio - Greenlight - si dimostra il mezzo vincente, in quanto vaporizza solo l’area interessata salvaguardando la sessualità e la continenza Durante l´intervento il chirurgo ha una visione nitida e può preservare le strutture nobili" - il rischio di deficit erettile passa dal 21 al 6% mentre la lesione dello sfintere dall´11% all´1%. In Italia esistono già 21 centri che impiegano questa metodica, con un incremento semestrale del 180%. L’assoluta validità di Greenlight rispetto alla Turp- la resezione endoscopica transuretrale della prostata (l’intervento chirurgico più usato finora) è stata confermata da importanti studi internazionali, Tra questi il recente studio Goliath, svolto su 281 pazienti di età intorno ai 65 anni in 9 Paesi, tra i quali l´Italia (con l’Ospedale Sant´andrea dell´Università La Sapienza di Roma) e pubblicato sulla rivista ufficiale della European Association of Urology Non Vieta Gli Anticoagulanti Precisa il professor Ferrari : “Rispetto alla Turp che può causare emorragie e richiedere trasfusioni, il laser al triborato di litio Grenlight grazie all´istantanea coagulazione dei vasi che evita sanguinamento, è l’unico trattamento che ci consente di intervenire in assoluta sicurezza anche con pazienti finora inoperabili e obbligati a portare il catetere per tutta la vita, come quelli con malattie cardiovascolari, della coagulazione e i portatori di stent endocoronarici in terapia con farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti che non sono più costretti a sospenderli, come invece avviene per gli interventi chirurgici tradizionali, Turp compresa e gli altri laser. Il ricorso a Greenlight sarà di importanza determinante in considerazione dell’aumento della popolazione affetta da ipertrofia prostatica e disturbi cardiologici in terapia anticoagulante. Altri notevoli vantaggi sono l’assenza di sanguinamento e il decorso postintervento senza trasfusioni (il ricorso a trasfusioni si riduce da 26% al 3%) Degenza Di Una Notte Non sanguinando il decorso postoperatorio è più semplice, il paziente soffre meno e il personale ospedaliero (medici e infermieri) è meno impegnato da urgenze. Si ha un più rapido ritorno alle attività lavorative (riduzione del 50% delle giornate perse) e il risparmio in giornate di degenza si traduce in risparmio per il Sistema Sanitario Nazionale. Secondo dati pubblicati dal Ministero della Salute, la degenza media per la chirurgia dell’Ipb con tecniche standard va da 4,9 a 7,4 giorni mentre con il laser va da 2,1 a 3,3 giorni. Greenlight si effettua per via endoscopica in one day surgery con anestesia spinale o locoregionale. La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo una notte di ricovero e riprende le normali attività nel giro di una settimana”. Nel nostro Paese i centri che utilizzano questa tecnica laser sono al momento 21 con una casistica di circa 2000 interventi. |
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COSA È L’UROP E COSA RAPPRESENTA IN ITALIA NEL CAMPO DELL’UROLOGIA |
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Milano, 21 maggio 2014 - La Società Scientifica Urop (Urologi Ospedalità a Gestione Privata) è un’associazione nazionale che raccoglie gli urologi che lavorano nell’ospedalità a gestione private (oggi gli associati sono 800). L’associazione nacque in Sicilia nel lontano 2002 da un’idea degli urologi siciliani di voler raccogliere le istanze e le necessità degli Urologi che lavoravano nelle Case di Cura Private Convenzionate con il Ss.nn., nelle Fondazioni di Ricerca (Ircss) e negli Istituti di Ricerca Ecclesiastici (Fatebenefratelli, Miulli etc), tutte realtà a gestione privata, e di dare vita ad un progetto scientifico e socio-culturale che ora si sta realizzando in un modo allora inimmaginabile. Le notevoli professionalità scientifiche che lavorano in ambito privato hanno determinato una esponenziale crescita della Società Scientifica, soprattutto in termini di impiego di nuove tecnologie quali la diagnostica per immagini in alta definizione (Pet Colina-rmn Tridimensionale) e la chirurgia mini invasiva (Robotica, Laser, Protesica Ricostruttiva ). Infatti il primo Robot in Italia è stato installato in un Centro Urop. Il 2013 è stato per la Urop un anno di grande affermazione e riconoscimento scientifico; i corsi educazionali per giovani specialisti e medici di medicina generale, la pubblicazione di studi multicentrici, sino al successo dell’8° Congresso Nazionale, dove oltre 600 partecipanti medici e urologi provenienti da tutte le realtà lavorative italiane ( Ospedalità pubblica, Università e Specialistica Territoriale) si sono confrontati sulle novità farmacologiche e chirurgiche della patologia prostatica e hanno portato la Urop alla ribalta nazionale. Infatti le novità tecnologiche in ambito della Ipertrofia Prostatica Benigna (Ipb) sono presenti in molti centri di eccellenza Urop, distribuiti sul territorio nazionale, dalla Turp Bipolare A Radio Frequenza all’ impiego di Laser. Le fonti di energia laser (Grennlight, Holmio, Tullio, Diodi) sono oramai entrate nella quotidiana pratica clinica. Altre patologie urologiche di grande impatto epidemiologico vengono trattate in Urop con un attenta analisi della richiesta dell’utenza, anche quando le strutture pubbliche tendono a ridurre le prestazioni. Un esempio è rappresentato dalla Calcolosi Urinaria. I Centri per il trattamento della calcolosi renale – Stone Center, secondo una precisa stima dei costi hanno notevoli difficoltà per la retribuzione dei trattamenti di litotrisia extracorporea (Eswl) della calcolosi renale da parte delle regioni di competenza e questo ha costretto molti centri pubblici ospedalieri pubblici a non usare più la Eswl e a trattare la patologia della calcolosi solo come urgenza nella fase acuta della colica. Nonostante le notevoli riduzione economiche tutti gli Stone Center Urop dotati della strumentazione endoscopica della più avanzata tecnologia che consente di trattare la calcolosi con le più recenti chirurgie mininvasive, come la Rirs, la Mini Pcnl sono sempre attivi, e accolgono la richiesta sempre crescente dell’utenza. E’ nata una collaborazione tra Urop ed Azienda e Terme di Fiuggi mirata non solo all’impiego dell’ acqua di Fiuggi nella calcolosi urinaria ma anche alla divulgazione e promozione dell’importante ruolo svolto dalla terapia termale quale caposaldo del benessere corporeo. La terapia idropinica è da tutti gli urologi consigliata per la corretta idratazione e per un immediato ripristino della funzionalità renale; il problema sta nel definire quali siano le acque più indicate per determinate patologie Purtroppo la letteratura scientifica si è fermata a vecchi studi, perdendo di vista il principale obiettivo della cura naturale delle acque per la recidiva della calcolosi renale. Ma la Urop ha già formulato un protocollo di studio per i centri Stone Center presenti su tutto il territorio nazionale onde avviare una verifica e un aggiornamento degli studi precedentemente effettuati. Il numero elevato di partecipanti allo studio ha confermato l’importanza di disporre di un’acqua dedicata alla patologia urologica. Urop - Qualita’ E Sicurezza L’evoluzione di Urop non si ferma qui, ma coinvolge in uguale misure strutture e pazienti. Fino alla fine dello scorso anno le strutture all’interno delle quali agivano i medici Urop erano case di cura convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale; dal 1° gennaio 2014 si è instaurato un regime di accredito definitivo, sia con il Ssn, sia con fondazioni di ricerca scientifica (Irccs), sia con fondazioni come quelle dell’Ente ecclesiastico. Nell’ambito di queste realtà l’urologia è sicuramente in una posizione di avanguardia sotto ogni punto di vista, sia scientifico-operativo, sia di accoglienza-degenza, sia ambientale-strutturale. Si deve sottolineare il fatto che le strutture di ricovero e chi vi agisce sono obbligati da precise normative di legge a rispettare obbligatori parametri di qualità e sicurezza concernenti l’aspetto dei servizi prestati e la sicurezza edilizia e strutturale, anche da un punto di vista “alberghiero”. Ciò si traduce in un preciso confort per i sanitari e per i degenti, che possono contare su servizi assistenziali ottimali. Al mantenimento degli standard provvedono controlli di qualità effettuati dalle Asl ogni 30-60 giorni. Ne consegue che ogni singolo ricovero è in perfetta linea con i parametri di remunerazione delle strutture stesse, in un contesto scientifico di sicura avanguardia. Non per nulla la struttura Urop dispone su tutto il territorio nazionale di poli di eccellenza, dove le patologie che riguardano l’apparato urogenitale maschile e femminile ricevono i trattamenti più aggiornati in totale e comprovata sicurezza scientifica. Dal 1° gennaio di quest’anno l’avanguardia scientifica e l’innovazione tecnologica sono condizioni che devono andare di pari passo con la strutturazione alberghiera. In altre parole, per esempio, l’impiego delle più recenti strumentazioni deve trovare collocazione in un centro che rispetti anche le norme ambientali. Si tratta di una regola alla quale si attengono i Centri che rientrano nella Urop. Anche questo aspetto è controllato ogni 30-60 giorni dalle Asl. Qui è bene ricordare - ed è un vanto Urop - che abbiamo poli d’eccellenza urologici che riguardano non soltanto la patologia tumorale ma anche l’aspetto ricostruttivo, per il quale la gestione privata ha investito molto in tecnologia diagnostica d’avanguardia e in terapia. La chiara missione dell’Urop sta anche nel costante aggiornamento scientifico e nella creazione di nuove forze umane che possano offrire un futuro all’urologia italiana e a chi ad essa dovrà rivolgersi. Ecco perché giovani specialisti hanno la possibilità di venire a lavorare e a fare pratica nelle nostre strutture, con corsi di formazione intensivi sia teorici sia pratici, sia dal punto di vista clinico sia dal punto di vista chirurgico. Test Genetico Prolaris. Oggi è possibile determinare la tipologia e l’aggressività del tumore con un nuovo test genetico, messo a punto nei laboratori di biologia molecolare di Salt Lake City, negli Usa. “Si tratta” dice il dottor Stefano Pecoraro , “ di Prolaris, un test che indaga il Dna del carcinoma prostatico basandosi su un campione di tessuto ottenuto con la biopsia oppure con l’intervento chirurgico. Il test è oggi praticabile in numerosi strutture facenti parte del network Urop, oltre che in centri oncologici come l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano. È in grado di predire la maggiore e minore aggressività del tumore, fornendo la valutazione del rischio di mortalità e del rischio di recidiva a 10 anni, quindi procurando allo specialista preziose informazioni prognostiche. Il test misura l´attività dei geni associati alla crescita della malattia: una bassa attività indica un minor rischio di progressione della malattia, un´alta attività è legata ad un elevato rischio. In questo modo l’urologo potrà stabilire la scelta del trattamento ottimale, adottando una strategia di trattamento precoce, quando la natura del tumore si sia rivelata aggressiva, oppure una strategia conservativa o ‘di sorveglianza’, che eviti gli effetti collaterali spesso conseguenti alla prostatectomia radicale. Prolaris inoltre è in grado di valutare la possibilità di eventuali recidive di malattia nei casi in cui la prostata è stata rimossa (prostatectomia), per modificare il livello di sorveglianza o adeguare il trattamento stesso alle nuove necessità. Si tratta di un test innovativo che definisce le caratteristiche geniche della malattia, cosa che i test tradizionali non erano in grado di fare. Prima di Prolaris, infatti, per la diagnosi del carcinoma prostatico si ricorreva ai valori del Psa (Antigene prostatico specifico) e al punteggio di Gleason. Il livello del Psa ha sempre avuto il limite di innalzarsi non solo in caso di carcinoma ma anche per patologie benigne come l’ipertrofia prostatica benigna o per semplici infiammazioni. Il punteggio di Gleason di basa su una scala di valori da 1 a 10 ed è il risultato di un esame istologico su biopsia, che indica quanto le cellule neoplastiche siano differenti da quelle normali e il rischio di progressione della malattia ai tessuti circostanti. Utilizzando il test Prolaris su pazienti che presentavano i medesimi valori di Psa e Gleason, si è visto come in realtà non tutti avessero lo stesso rischio di progressione della malattia e mortalità. Il test Prolaris si rivela insomma più attendibile come predizione della malattia, tanto è vero che, secondo i risultati di un recente studio presentato a marzo al congresso Eau di Stoccolma, il 65% degli urologi intervistati tramite questionario ha cambiato idea ‘terapeutica’ dopo aver ricevuto i risultati del test Prolaris. Circa 200 pazienti sono già stati sottoposi al test in Italia. Il beneficio clinico del test Prolaris è stato dimostrato da studi clinici multicentrici effettuati in America e in Europa con follow-up di circa 10 anni – che hanno coinvolto più di 2000 uomini con carcinoma della prostata. La Urop, da sempre attenta a fornire ai pazienti servizi tecnologici ed innovativi, ha iniziato per prima una collaborazione scientifica con la società che produce il test (Myriad Genetics) al fine di renderlo disponibile ai pazienti che necessitano di maggiori informazioni sul tumore che li ha colpiti. Una volta stabilita la minore o maggiore aggressività del tumore, si può decidere come procedere. Quando lo specialista ritiene che non sia necessario asportare l’intera ghiandola si può ricorrere alle terapie focali”. La Biopsia Mirata In Rmn Per sapere come trattare un tumore prostatico, è necessario conoscere prima le caratteristiche biologiche della malattia. Questo è possibile effettuando una biopsia, ossia un prelievo del tessuto malato, che viene poi analizzato in laboratorio. “L’indagine sulla presenza del carcinoma alla prostata”, precisa il dottor Angelo Porreca, Direttore di Urologia del Policlinico di Abano Terme, “ha oggi raggiunto importanti livelli di maggior sicurezza per il chirurgo e minor disagio per il paziente. Prima, infatti, poteva essere necessario eseguire più biopsie, con disagio per la persona, anche se sotto guida ecografica. Oggi, grazie alla Biopsia Prostatica Mirata in Risonanza Magnetica è possibile effettuare una biopsia proprio nel punto esatto in cui si trova e cresce il tumore”. Se la risonanza evidenzia un nodulo sospetto la biopsia viene eseguita direttamente durante la risonanza. Fino ad oggi la biopsia veniva guidata dall’immagine ecografica, che non riesce a distinguere il tessuto neoplastico da quello normale (ecograficamente il tumore ha lo stesso aspetto del tessuto normale). Senza l’ausilio della risonanza magnetica le biopsie volte alla ricerca della malattia si effettuavano con numerosi prelievi multipli per aumentare la possibilità di individuare il cancro. La nuova tecnologia diagnostica risparmia al paziente il disagio dei multipli prelievi, riduce il rischio infezioni e aumenta il potere diagnostico della biopsia”. I primi dati sono incoraggianti con un miglioramento della percentuale di biopsie positive per carcinoma e una riduzione del numero di prelievi inutili, garantendo una diagnosi migliore. Una tecnica assolutamente all’avanguardia, che sarà presentata in anteprima italiana proprio al congresso Urop Terapie Focali. “Le terapie focali ablative dell’area tumorale che si trova all’interno della prostata, adatte nel caso di malattia localizzata e soprattutto di dimensioni ridotte” spiega il dottor Pecoraro , “consentono di non rimuovere l’intera ghiandola. Evitano così gli invalidanti problemi di incontinenza e di impotenza, che sono spesso conseguenti alla chirurgia radicale (secondo recenti dati 1milione e 200mila interventi l’anno nel mondo) e anche della radioterapia. Si tratta di tecniche non invasive in grado di eliminare piccoli tumori situati all´interno della prostata pur lasciando questa nella sua sede, risparmiando la maggior parte del tessuto. I vantaggi connessi sono numerosi: distruggono solo le zone specifiche interessate dal tumore, preservando il tessuto sano e la funzione specifica della ghiandola. Gli effetti collaterali indesiderati sono temporanei e comunque meno gravi di quelli conseguenti alla chirurgia tradizionale. Se necessario, in seguito sarà comunque possibile effettuare una eventuale prostectomia radicale, un trattamento di radioterapia oppure un altro intervento focale su altra zona della prostata. Altro vantaggio: la terapia focale può essere eseguita ambulatorialmente oppure con un solo pernottamento in ospedale. La scelta della tecnica focale più indicata dipende dalle dimensioni della prostata, dalla posizione del tumore e dalle sue dimensioni, dal livello del Psa, dal grado di aggressività del tumore. Tutte le terapie focali si basano sul concetto di “terapia mirata” che governa da tempo il trattamento del cancro alla mammella (quadrectomia) e solo da poco perseguito anche nella prostectomia. Le principali metodiche focali sono: 1. Interstitial Laser Therapy. Una sottile fibra laser viene posizionata direttamente nella zona tumorale mentre la risonanza magnetica viene utilizzata per dosare l´energia con una precisione millimetrica. Il calore generato elimina i tumori di piccole dimensioni; 2. Crioablazione. Una sonda costituita da un sottile ago inietta una soluzione liquida che avvolge il tumore e lo "uccide" per congelamento. E´ una tecnica particolarmente indicata nel caso di piccoli tumori localizzati. 3. Ultrasuono ad alta intensità focalizzato (Hifu). Utilizza onde sonore e con l´aiuto di scansioni imaging di Risonanza Magnetica (Mri) elimina con il calore piccoli tumori. La temperatura viene controllata "in diretta". 4. Elettrovaporizzazione irreversibile (Ire). Viene impiegato un dispositivo per far passare attraverso il tumore una corrente elettrica, che crea delle piccole aperture che provocano la morte le cellule incriminate. 5. Terapia vascolare fotodinamica mirata (Vtp). Si opera utilizzando un farmaco (somministrato per via endovenosa) che distrugge le cellule tumorali eliminando i vasi sanguini che le alimentano. Il farmaco è reso attivo esponendolo a una luce di specifica lunghezza d´onda e posto in sito attraverso fibre collocate nella prostata”. Radioterapia Esterna La Tecnologia A Nostra Disposizione Per La Radioterapia Esterna Nel Carcinoma Prostatico Dice Il dottor Pecoraro: “partendo dalle indicazioni della radioterapia nel carcinoma prostatico (recidiva biochimica dopo prostatectomia, finalità curativa nei pazienti early stage, adiuvante alla chirurgia nei pazienti con margini positivi dopo prostatectomia), possiamo dire che la radioterapia a fasci esterni nella cura delle patologie oncologiche e quindi anche nella terapia del carcinoma prostatico, si caratterizza per rapidi progressi della tecnologia, macchine migliori e tecniche sempre più sofisticate come la radioterapia ad intensità modulata (Imrt), la arcoterapia volumetrica ad intensità modulata (Vmat) e la radioterapia guidata dalle immagini (Igrt), (tutti strumenti attualmente a disposizione presso alcune strutture Urop).la radioterapia ad intensità modulata (Imrt) è una nuova tecnica di irradiazione basata sull’utilizzo di fasci ottimizzati di intensità non uniforme, significativamente più complessa di qualsiasi altra forma di irradiazione convenzionale e potenzialmente in grado di raggiungere un maggior grado di conformità al bersaglio con maggior risparmio dei tessuti sani più di qualsiasi altra tecnica, soprattutto per volumi bersaglio e/o organi a rischio di forma complessa e/o con superfici concave (si pensi al rapporto della prostata con il retto). Ciò permette nella terapia del carcinoma prostatico di erogare dosi sempre maggiori con conseguente aumento della curabilità di una patologia che vede abbastanza frequentemente la radioterapia come una alternativa all’intervento chirurgico, di ridurre il rischio di tossicità rettale e vescicale e di ridurre il rischio di impotenza attraverso un risparmio del bulbo penieno. Per l’identificazione delle strutture più difficilmente visibili alla Tc di centratura con mdc (apice prostatico e bulbo penieno) possiamo eseguire una fusione Tc-rmn. La Imrt, inoltre, attraverso un metodo di pianificazione specifico (inverse planning), ci permette di creare una disomogeneità di dose nell’ambito del bersaglio coprendo specificamente, dopo una fusione Tc-pet colina ad esempio, le zone della prostata che presentano un iperaccumulo metabolico con una dose superiore a quella prescritta nelle zone non ipercaptanti (dose painting). Una ulteriore innovazione tecnica da noi utilizzata è rappresentata dalla Vmat (Volumetric Modulated Arc Therapy) ossia una modalità di planning ed erogazione del trattamento che prevede l’utilizzo di un arco del gantry di 360 gradi con irradiazione continua e continua schermatura delle strutture a rischio con perfetta conformazione della dose al bersaglio e riduzione dei tempi di trattamento.Le tecniche Imrt e Vmat permettono di creare piani di trattamento estremamente conformati anche su target complessi con notevole risparmio di organi a rischio vicini al target stesso. Questo comporta la necessità di controllare cosa si sta irradiando, perché sbagliare anche di poco significa sbagliare il trattamento. Per questa problematica ci viene in aiuto la Igrt ossia la radioterapia guidata dalle immagini.La Igrt rappresenta lo strumento efficace per una perfetta applicazione delle tecniche radioterapiche più precise e sofisticate come Imrt e Vmat, attraverso l’acquisizione di immagini Tc (cone beam) nel bunker di terapia durante il ciclo di trattamento, con decisioni prese sulla base di queste informazioni. Quindi la Imrt indirizza le radiazioni sulla prostata conformandole perfettamente al bersaglio e risparmiando i tessuti sani, la Igrt assicura che ciò venga eseguito correttamente quotidianamente. Si tratta in definitiva di nuove macchine che “guardano il bersaglio” ed erogano la dose”. Il Laser Per L´ipertrofia Rispetta Il Cuore E L´amore “Se il tumore alla prostata si conferma la neoplasia più diffusa tra gli uomini”, dice il professor Giovanni Ferrari Direttore all’Unità di Urologia e Andrologia dell’Hesperia Hospital di Modena, “un crescente aumento si registra anche per l´ipertrofia prostatica (Ipb, ingrossamento benigno della prostata), che colpisce oltre l´80% degli italiani sopra i 50 anni. E che rappresenta un problema sociosanitario con costi altissimi, con oltre 40 mila gli interventi chirurgici l’anno. L’ipb è destinata ad aumentare a causa dell’invecchiamento, tanto che in Italia si pone ai primi posti per diagnosi effettuate ogni anno, seconda all’ipertensione arteriosa. L’ipb incide pesantemente sulla qualità di vita, provocando disturbi che vanno dalla difficoltà a urinare, all’insopprimibile urgenza - frequenza minzionale, anche notturna che disturba il sonno dei pazienti. Infine, nei casi più seri, porta alla completa ritenzione urinaria che richiede l´urgente ricorso al catetere per lo svuotamento della vescica. L’ipb determina anche disfunzioni sessuali, impotenza e problemi di eiaculazione. Quando la prostata si ingrossa, ostacolando il passaggio dell´urina, è necessario togliere il tessuto in eccesso. L’intervento più utilizzato negli ultimi 50 anni per togliere il tessuto in eccesso era la Turp - resezione trans-uretrale della prostata, che consiste appunto nell’asportazione del tessuto in eccesso attraverso micro strumenti chirurgici introdotti nell’uretra. In Meno Di Un´ora L’ipertrofia Evapora La nuova metodica Greenlight a punto negli Stati Uniti sfrutta l’azione di un potente laser al triborato di litio che vaporizza con precisione millimetrica solo l’eccesso di tessuto prostatico, L’intervento mininvasivo si effettua per via endoscopica in anestesia spinale e in one day surgery. La fibra laser, introdotta dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio, vaporizza con estrema precisione l’area interessata senza provocare sanguinamento, quindi il paziente ha un decorso post-intervento migliore senza trasfusioni o perdite con evidente vantaggi (si passa da 26% al 3% di ricorso a trasfusioni). Tra gli altri vantaggi del laser a triborato c’è la possibilità di impiego su prostate ingrossate fina a 8-10 volte tanto. Dopo l´intervento il disagio è minimo perché non si avverte dolore, i sintomi legati all’ipertrofia scompaiono e si verifica ripresa immediata della minzione. Il catetere va tenuto per meno di 12 ore contro le 72 della Turp ed è necessario restare in degenza una sola notte con evidente risparmio di posti letto e quindi di costi per il Servizio Sanitario. Da dati pubblicati dal Ministero della salute, la degenza media con tecniche standard va da 4,9 a 7,4 giorni mentre con il laser va da 2,1 a 3,3 giorni. La maggior parte degli uomini operati con laser riprende la vita normale nel giro di una settimana, tornando anche prima al lavoro: questa tecnica permette di risparmiare il 50% delle giornate lavorative perse per interventi alla prostata. Si risparmia quindi in giornate di degenza, molto onerose per il Sistema Sanitario Nazionale. Unico Laser Che Opera In Presenza Di Anticoagulanti E Pacemaker Precisa il professor Ferrari: “Rispetto alla Turp, l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50 anni, che può causare emorragie e richiedere trasfusioni, Greenlight laser, grazie all´istantanea coagulazione dei vasi che evita sanguinamento, è l’unico trattamento che ci consente di operare in assoluta sicurezza anche pazienti ad alto rischio come quelli con malattie cardiovascolari ,della coagulazione e i portatori di stent endocoronarici che non sono più costretti a sospendere la terapia anticoagulante e/o antiaggregante (come invece avviene per gli interventi chirurgici tradizionali, Turp compresa e gli altri laser ).Il laser verde è anche indicato nei pazienti con pacemaker, perché evita il ricorso all’elettrobisturi, generatore di quelle onde elettriche che possono interferire con la stimolazione elettrica dei pacemaker cardiaci. Il ricorso a Greenlight sarà di importanza determinante in considerazione dell’aumento della popolazione affetta da ipertrofia prostatica e disturbi cardiologici in terapia anticoagulante”. Il Sesso E’ Salvo Greenlight tutela la potenza sessuale. Nessun paziente sessualmente attivo ha sviluppato impotenza dopo l´intervento con Greenlight: il laser non causa danni ai nervi dell’erezione, quelli che si trovano a ridosso della prostata, non causa incontinenza ed evita recidive, a conferma che la metodica offre reale e definitiva soluzione per l’Ipb. Il laser non causa sanguinamento, quindi per il chirurgo la visione è sempre nitida e quindi può preservare le strutture nobili senza rischio di incontinenza. Meno Liste Di Attesa, Piu’ Posti Letto L’impiego del laser al triborato di litio ha vantaggi per il Servizio Sanitario nazionale. Ogni anno in Italia vengono effettuati oltre 40mila interventi di Ipb, 15mila dei quali con tecniche invasive, ricovero di 3-5 giorni e occupazione di letti per 52mila giornate. Con Greenlight in one day surgery si ha una sola notte di ricovero, quindi l´occupazione cala a 13mila giorni: 39mila in meno. Ne conseguono riduzione dei tempi in lista di attesa, riduzione dei tempi di convalescenza e minore stress per il paziente, con minori costi per il Ssn. La nuova tecnica laser impiegata con successo su più di 500mila pazienti nel mondo è disponibile, a totale carico del Sistema Sanitario Nazionale, presso 21 centri ospedalieri con una casistica di circa 2000 interventi. |
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"CONVEGNO ANNUALE DELLA SOCIETÀ EUROPEA DI RICERCA ORTOPEDICA" |
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Nantes, 21 maggio 2014 - Il "Convegno annuale della Società europea di ricerca ortopedica" (Eors 2014) avrà luogo dal 2 al 4 luglio a Nantes, in Francia. Il convegno Eors 2014 intende attrarre specialisti di alto livello, ricercatori di spicco, chirurghi e responsabili decisionali interessati a scoprire gli ultimi sviluppi della ricerca ortopedica. I temi della conferenza includono: biomeccanica, medicina rigenerativa, immaging (diagnosi e trattamento), chirurgia dentale, orale e maxillo-facciale, biomateriali e ricerca ortopedica di prossima generazione. Le relazioni principali verteranno su: "Prospettive sulla tecnica di membrana indotta per la ricostruzione di difetti ossei", "Innesti osteogenici e vascolari costruiti" e "Sarcomi ossei: la nicchia del tumore come fonte di nuovi bersagli terapeutici". L´iscrizione a Eors 2014 è aperta e le quote variano da 250 a 480 euro (se effettuata prima del 23 maggio). Per maggiori informazioni, visitare: http://eors2014.Org/ |
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GIUNTA LOMBARDIA NOMINA COMMISSARI PER AZIENDE OSPEDALIERE LECCO E MELEGNANO |
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Milano, 21 maggio 2014 - La Giunta regionale lombarda ha deliberato la sospensione cautelare dagli incarichi ricoperti dell´attuale direttore generale dell´Azienda ospedaliera di Lecco Mauro Lovisari, dell´attuale direttore generale dell´Azienda ospedaliera di Melegnano Paolo Moroni e dell´attuale direttore amministrativo dell´Azienda ospedaliera di Melegnano Patrizia Pedrotti, per i quali la Procura di Milano ha chiesto e ha reiterato la richiesta della misura cautelare degli arresti domiciliari. Si tratta di un provvedimento assunto in autotutela dell´immagine della Regione Lombardia e degli stessi interessati i quali, sentiti dall´Amministrazione regionale, hanno sottolineato la loro totale estraneità ai fatti emersi in questi giorni. La Giunta regionale ha quindi nominato i commissari per le Aziende ospedaliere di Lecco, nella persona di Giuseppina Panizzoli, attuale direttore generale Sport e Politiche per i Giovani, e di Melegnano, nella persona di Marina Gerini, attuale direttore di Funzione specialistica Prevenzione della Corruzione e Trasparenza, cui spetta il compito di nominare il nuovo direttore amministrativo dell´Azienda ospedaliera di Melegnano. In sostituzione di Marina Gerini, nel ruolo di direttore di Funzione specialistica Prevenzione della Corruzione e Trasparenza, è stato nominato Filippo Bongiovanni, attuale responsabile del Sistema dei controlli della Direzione generale della Presidenza. L´incarico dei commissari scadrà il 30 giugno, quando terminerà anche il lavoro della Commissione d´inchiesta sull´operato dei direttori ospedalieri e delle Asl insediatasi ieri. |
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SANOFI AVENTIS BRINDISI: SIGLATO ACCORDO DI PROGRAMMA PER PRODUZIONI E RICERCA |
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Bari, 21 maggio 2014 - E’ stato siglato ieri presso la Presidenza regionale il secondo accordo di programma tra Sanofi Aventis Spa – azienda farmaceutica multinazionale - e Regione per il finanziamento di un progetto per il polo produttivo di Brindisi, nella zona ex Punto Franco. L’investimento totale previsto sarà di oltre 28 milioni di euro, di cui 8,4 concessi dalla Regione. Presso la fabbrica di Brindisi sarà potenziata la produzione di “Telcoplanina”, molecola della famiglia delle “Rifamicine”. Solo di nuovi macchinari saranno investiti 22 milioni. In ricerca e sviluppo andranno oltre 2 milioni di euro: con il progetto di ricerca approvato oggi l’azienda prevede di svolgere attività per lo sviluppo di tecnologie per l’incremento di produttività dei microrganismi produttori di sostanze citotossiche, in modo da permettere la produzione di grammi di composto da utilizzare nella ricerca del coniugato anticorpo-citotossina. Per la firma oggi è intervenuto l’amministratore delegato di Sanofi Aventis Italia, Arturo Zanni. L’accordo segue quello firmato lo scorso 8 giugno, quando fu siglato un accordo di programma da oltre 20 milioni di euro (5,6 finanziati dalla Regione) per la realizzazione di un impianto per la produzione di “Spiramicina” nello stesso stabilimento. L’impianto brindisino infatti è specializzato nella produzione di antibiotici e dopo l’intervento regionale è in grado di raggiungere quote di 100-150 tonnellate annue del principio attivo. Con il precedente accordo fu ampliato l’impianto di fermentazione per la preparazione dei terreni di coltura, di preparazione delle precolture e della fermentazione industriale, con serbatoi addizionali. Ampliate anche le aree di isolamento e purificazione, con nuove linee di estrazione, purificazione, isolamento e infustamento del prodotto. Nuovi anche i serbatoi di stoccaggio e le unità di distillazione, all’esterno nell’area di recupero solventi. Infine è stato costruito un nuovo sistema di trattamento reflui e contenimento emissioni finalizzato alla sostenibilità ambientale della fabbrica. Complessivamente è previsto un incremento occupazionale di circa una ventina di unità, che passano a 197 totali. |
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EMILIA ROMAGNA: APPROVATI I BILANCI 2013 DELLE AZIENDE SANITARIE REGIONALI. CONFERMATO L´EQUILIBRIO ECONOMICO-FINANZIARIO, UN RISULTATO ANCORA PIÙ IMPORTANTE VISTE LE MINORI RISORSE NAZIONALI E L´INCERTEZZA NORMATIVA |
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Bologna, 21 maggio 2014 - Bilancio in pareggio anche nel 2013 per il Servizio sanitario regionale, che conferma l’obiettivo dell’equilibrio economico-finanziario come previsto dalla programmazione sanitaria. Il parere favorevole ai bilanci degli esercizi 2013 delle Aziende sanitarie regionali e dell’Istituto ortopedico Rizzoli è arrivato ieri con l’approvazione della Commissione politiche per la salute e politiche sociali dell’Assemblea legislativa regionale, che si è espressa sui conti del Servizio sanitario regionale, dopo le valutazioni positive delle Conferenze territoriali sociali e sanitarie provinciali. “Mantenere i conti in equilibrio, come avviene ormai da molti anni, è certamente un dovere del Servizio sanitario regionale verso i cittadini. Ma non si tratta di un obbligo fine a se stesso – sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Carlo Lusenti – : la finalità è infatti quella di liberare quante più risorse possibili per migliorare la qualità dell’assistenza e la cura, ovvero a favore dei servizi per la salute delle persone”. La Regione, anche nel 2013, ha continuato ad assicurare risorse del proprio bilancio per fornire prestazioni sanitarie aggiuntive rispetto ai Livelli essenziali di assistenza (definiti dalla normativa nazionale per tutte le regioni); tra queste le misure a sostegno dei lavoratori colpiti dalla crisi economica e dei residenti nelle zone terremotate nel 2012, che hanno previsto l’esenzione dal pagamento del ticket per visite ed esami e l’erogazione gratuita di farmaci di fascia C. Inoltre, sempre con risorse regionali è stata assicurata la copertura (quasi 20 milioni) degli indennizzi agli emotrasfusi, un costo di competenza statale che tuttavia non è stato garantito a livello nazionale. “L’equilibrio economico-finanziario del sistema regionale – prosegue l’assessore – è un risultato ancor più significativo se teniamo conto delle incertezze normative, come la mancata sottoscrizione del nuovo Patto per la salute, e delle difficoltà di programmazione economica in cui hanno operato le Aziende nel 2013: per la prima volta dall’istituzione del Servizio sanitario nazionale l’anno scorso sono diminuiti i trasferimenti del Fondo sanitario nazionale sull’anno precedente, con un calo di 81 milioni pari al -1%”. Le minori risorse e le maggiori incertezze non hanno dunque impedito di raggiungere il pareggio, obiettivo contabile già certificato a fine marzo dal Tavolo tecnico del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il risultato è stato possibile grazie al mantenimento di politiche di razionalizzazione della spesa farmaceutica, della gestione delle risorse umane, dell’acquisto di beni e servizi (grazie a procedure sempre più centralizzate tra le Aziende o a livello di area vasta o tramite la centrale unica regionale Intercent-er). Le azioni previste da queste politiche di governo e controllo della spesa sanitaria, sia a livello regionale che aziendale, hanno permesso una diminuzione complessiva dei costi di circa 74 milioni di euro nel 2013. Il 2013 è stato anche l’anno della svolta per risolvere il problema dei tempi di pagamento dei fornitori delle Aziende sanitarie, alle quali l’anno scorso sono stati trasferiti 1,150 miliardi di euro per questa finalità (di cui 806 milioni di fondi statali e 344 milioni di erogazioni straordinarie di cassa tra fondi regionali e nazionali, che comprendono anche 75 milioni di euro di quota premiale decisa dallo Stato per il rispetto degli adempimenti del 2011). In questo modo è stato possibile ridurre significativamente lo stock di debito delle Aziende sanitarie verso le ditte fornitrici: da circa un miliardo di euro del dicembre 2012 fino a 263 milioni nel dicembre 2013, con una diminuzione del 73,7 per cento. I tempi medi regionali di pagamento dei fornitori di beni e servizi acquistati sono invece passati dai 214 giorni del dicembre 2012 ai 93 giorni del dicembre 2013, con una diminuzione del 56,5 per cento, con l’obiettivo di arrivare a 60 giorni. “Nel 2014, se verranno confermate le previsioni di leggero incremento del Fondo sanitario nazionale – conclude Lusenti – nella seconda metà dell’anno prevediamo di utilizzare le eventuali risorse aggiuntive disponibili per rivedere la programmazione sanitaria e anche finanziare i piani assunzioni delle Aziende sanitarie per il superamento delle condizioni di precarietà del personale”. Nella stessa seduta della Commissione consigliare di oggi sono state approvate anche le Linee guida regionali per l’erogazione di medicine non convenzionali (trattamenti di agopuntura) a carico del Servizio sanitario regionale, in particolare per il dolore lombare (con o senza sciatalgia) e le profilassi della cefalea muscolo-tensiva ed emicranica. |
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