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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 03 Ottobre 2014
ALTA BADIA: CAVALCATA DI SAN LEONARDO 16° INCONTRO CON LA TRADIZIONE LADINA, DOMENICA 9 NOVEMBRE  
 
Tradizione, suoni e sapori per la suggestiva cavalcata di San Leonardo, in programma per domenica 9 novembre 2014. I protagonisti della Cavalcata di San Leonardo saranno i cavalli e i loro allevatori. Domenica, 9 novembre 2014 l’Associazione Cavalli Norici e Haflinger Val Badia, darà vita, nella pittoresca località di San Leonardo in Badia, alla sedicesima edizione del “Rait da San Linert dles valades ladines”, la cavalcata di S.leonardo delle vallate ladine dolomitiche. Al tradizionale appuntamento autunnale partecipa un consistente numero di cavalli di razza haflinger e norica, provenienti dalla Val Badia, nonché dalle valli ladine limitrofe. “La manifestazione è motivo di orgoglio e di festa per i contadini e gli allevatori di cavalli. Si tratta di un punto d’incontro e di ritrovo per tutte quelle persone che hanno una forte passione per i cavalli. Lo scopo principale della manifestazione però è quello di dare la benedizione ai cavalli e ai loro allevatori. Tutti i contadini ci tengono molto ad essere presenti.” ci confida Enrico Nagler, Presidente del Comitato Organizzativo. La giornata del 9 novembre avrà inizio con la S. Messa solenne, celebrata nella chiesa parrocchiale di San Leonardo. Alle 10.45 si proseguirà con la sfilata, condotta dal carro del santo patrono, seguito dal decano a cavallo, dalla corona di fiori, dall’emblema della banda musicale e dal carro con i prodotti derivanti dal raccolto, che verranno venduti al termine del corteo. Inoltre, si potranno ascoltare le note musicali di alcune bande musicali locali. Non mancheranno i costumi tradizionali della Val Badia e delle vallate limitrofe, che si sfoggiano in occasione delle grandi feste e svariate carrozze e carri in rappresentanza dei vari sodalizi. Dopodiché ci sarà il momento più atteso della giornata: la benedizione degli animali e dei contadini ed allevatori. Un momento particolare della giornata sarà la rappresentazione “Cavalli e musica”. La Banda musicale di Badia studierà e suonerà dei pezzi musicali che si prestano e si accompagnano alle varie andature del cavallo. I cavalli danzeranno dal passo al trotto e galoppo, tutto a ritmo di musica. Al dressage in programma per le ore 12.15 parteciperanno dai 4 ai 6 cavalli, che balleranno contemporaneamente. I protagonisti saranno i cavalli haflinger del Maneggio Teresa. A partire dalle ore 16.00, durante il tradizionale “törggelen”, il rito della castagnata, accompagnato da un buon bicchiere di vino dell’Alto Adige, verranno proposte anche specialità gastronomiche ladine, da parte dei Vigili del Fuoco del paese e dai contadini di Badia. L’escursione Al Maso Runch Per Vedere La Preparazione Dei Cavalli Per sabato 8 novembre, il giorno prima della Cavalcata di San Leonardo, il Consorzio Turistico Alta Badia propone un’escursione con accompagnatore al maso Runch, sopra l’abitato di Badia. I partecipanti hanno la possibilità di scoprire il dietro le quinte dell’evento. Enrico Nagler e i suoi figli faranno vedere come vengono preparati i cavalli e le carrozze per la Cavalcata di San Leonardo. Un lavoro accurato, nel quale ci mettono tanta passione. “La preparazione dei cavalli, delle carrozze e dei carri comincia già una settimana prima dell’evento presso ogni maso. I cavalli vengono lavati e abbelliti con trecce, fiori e vecchi finimenti tradizionali di proprietà di ogni singolo allevatore. Le donne si occupano principalmente dell’allestimento dei carri, decorandoli con fiori e fiocchi. La Cavalcata di San Leonardo è un’occasione per ogni allevatore di presentare i propri cavalli con vesti festose” spiega Simon Dapoz. Per quanto riguarda l’impiego dei cavalli durante l’anno, Enrico Nagler ci racconta “una volta venivano impiegati soprattutto al lavoro al maso. Negli ultimi decenni questo impiego è diminuito notevolmente. Al giorno d’oggi utilizziamo i cavalli anche a scopi turistici. Il traino cavalli all’Armentarola è una delle attrazioni che piacciono di più ai numerosi sciatori che visitano l’Alta Badia d’inverno. E poi, chi non ha mai fatto una romantica escursione su una slitta trainata dai cavalli nel cuore delle Dolomiti invernali? Per noi allevatori i cavalli oggi sono soprattutto sinonimo di passione.” Una passione, che viene confermata anche da Simon Dapoz: “Al giorno d’oggi gli allevatori non usano più i cavalli, specialmente quelli di razza avelignese, per i lavori agricoli, ma sono una grande passione. Già da bambino trascorrevo molto tempo assieme ai cavalli così che sono diventati un vero e proprio hobby.” www.Altabadia.org    
   
   
AL COMPLESSO MONUMENTALE DEI DIOSCURI AL QUIRINALE, DAL 4 AL 12 OTTOBRE, UN’ESPOSIZIONE CELEBRA GLI ULTIMI VENTI ANNI DI CARRIERA ARTISTICA DI CINZIA COTELLESSA  
 
Roma – Dal 4 ottobre prossimo il Complesso Monumentale dei Dioscuri al Quirinale ospita l’antologica dedicata a Cinzia Cotellessa dal titolo “Mutazioni. Percorsi di vita con l’Arte”, in programma nella splendida cornice di Via Piacenza 1 fino al 12 ottobre prossimo (dal lunedì al sabato con orario 10.00-13.00 e 14.30-19.00 e ingresso libero). L’esposizione – che è stata promossa dall’Associazione Brutium ed è patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e dal Consiglio Regionale del Lazio – rende omaggio a un’artista che ha raggiunto un ruolo di primo piano nell’arte contemporanea italiana e internazionale, ottenendo premi e riconoscimenti significativi da critica e pubblico, e offre, per l’ultima volta, la possibilità di ammirarne da vicino i lavori. Pittrice dalla spiccata sensibilità, ma anche scenografa, costumista e disegnatrice di gioielli, Cinzia Cotellessa è dotata di una prorompente forza creativa e di un talento multiforme non comune, allo stesso tempo prodigioso e assolutamente originale. Artista poliedrica e caparbia, è capace di raccontare un universo costellato di sentimenti, emozioni, ricordi e passioni, e - con la stessa abilità e sapienza - di utilizzare tecniche differenti: dalla matita alla tempera, dall’acquerello alla china, passando per la sanguigna, la pittura con il caffè e quella a olio. La prima vera personale è del 1994: oltre 70 pezzi eseguiti a tempera, acquerello, china e matita che rappresentano un primo meraviglioso tuffo all’interno del suo mondo. A venti anni di distanza da quell’esposizione, l’artista affida a “Mutazioni” il compito di segnare una profonda linea di demarcazione tra passato e futuro e raccontare - attraverso un’ampia raccolta di oltre 150 lavori realizzate in sanguigna, caffè, olio, tempera, acquerello e tecniche miste - il cammino da lei compiuto dal 1994 ad oggi. Dai Ribbons a Pet passion, passando per Che palle, ovverosia le palle rotte!, Donne che hanno tempo e voglia di amare, Angeli e non…Aaa Cercasi angelo custode, la Sedia Antropomorfa e I Guerrieri della Luce, tutte le principali tematiche affrontate dalla pittrice sono illustrate in un prezioso percorso a ritroso, suddiviso in sei diverse aree, “che - come spiega lei stessa - si chiude in un cerchio perfetto come il nastro di Mohebius e inizia proprio a partire dai pezzi realizzati più di recente”. Si stagliano così per primi davanti agli occhi dello spettatore i Ribbons, nastri fluttuanti o aggrovigliati che - nonostante percorsi diversi e spesso complicati – escono liberi dall’immagine rarefatta di un cielo o di uno sfondo nero e si annodano o si sciolgono ricercando, anch’essi, l’immortalità di un cerchio perfetto. E’ poi la volta delle Palle rotte, prodotti minimalisti in tecnica mista e a olio poggiate su di una tela a base quadrata, che, inneggiando alla cracking art, dimostrano come pure nelle opere figurative di denuncia ambientalista possa esserci un tocco di umorismo. Seguono, quindi, Donne che hanno tempo e voglia di amare, ritratti – in sanguigna o dai colori pastosi e caldi – che raffigurano donne sensuali e carnali, di epoche ed etnie diverse, vestite o svestite, e nudi in cui corpi abbondanti si propongono sfacciatamente o si celano al nostro sguardo per attirare la curiosità dello spettatore. Accanto all’evanescenza e alla sacralità di Angeli e Cherubini, di dimensioni e fattezze diverse, emerge ulteriormente l’intensità degli sguardi dei Guerrieri della Luce, trentatré protagonisti dell’arte (da Michelangelo ad Haring passando per Guttuso, De Chirico, Botero, Ricasso, Klimt, Kalho, Lempicka, Cezanne e tanti altri) omaggiati con un ritratto, in sanguigna o olio su legno, un tributo speciale perché - come scrive la Cotellessa – “hanno accarezzato il cuore di molti con le loro opere e meritano di essere ricordati con la stessa intensità con cui hanno donato all’umanità intera un patrimonio di sentimenti e emozioni”. Chiudono l’esposizione i pezzi realizzati per i nostri amici a quattro zampe, che, celebrati dalla canzone dedicatagli dall’ex batterista di Patty Pravo, Gordon Faggetter, sono ulteriore testimonianza dell’abilità creativa della pittrice. A emblema dell’esposizione, infine, la Sedia Antropomorfa, una sanguigna di dimensioni eccezionali realizzata nel 2013 e destinata, secondo un progetto della pittrice, a diventare l’opera di questo genere più grande al mondo (cm 210x400). Costituita da sei elementi consequenziali, teoricamente unibili ma installati dentro cubi di plexiglass di differenti volumi e, quindi, capaci di regalare all’osservatore la sensazione di un’immaginaria tastiera, quest’opera dal significato criptico vuol essere la rappresentazione di un desiderio o di semplice proiezione ricostruita attraverso una serie di “scatti” raffiguranti, forse, un uomo e una donna abbracciati e celati da un drappo. Impegnata a mettere a nudo e trasmettere l’anima della realtà e la magia delle cose, Cinzia Cotellessa è dotata di una forte personalità stilistica e di una tecnica capace. La sua è una pittura estremamente raffinata, impreziosita da innumerevoli elementi culturali, da insiti messaggi poetici e da molteplici simbologie che prendono spunto da discipline diverse: le scienze filosofiche, quando la perfezione della forma sferica delle palline da golf fa riferimento a quella degli ermafroditi di platoniana memoria, la storia delle religioni, quando a essere ritratti sono gli Angeli, la numerologia, quando la teoria del quadrato magico fa capolino nei ritratti dedicati ai Guerrieri della Luce. Di tutto questo “Mutazioni” riesce ad essere sapiente testimonianza. L’artista Nata a Pescara nel 1962, Cinzia Cotellessa studia e vive a Roma dove consegue il diploma al Liceo artistico S. Orsola. Ancora giovanissima, a soli 13 anni, inizia il percorso artistico esponendo a scuola opere di ispirazione naif che ricordano Rousseau “il Doganiere”. Nel 1981, dopo il diploma all’Accademia di Moda e Costume come stilista e costumista, inizia a lavorare con le più note firme della moda: per Balestra, Mila Schon, Alberta Ferretti, Rocco Barocco, Lancetti, Valentino e ancora Guido Pasquali, Fendi e Karl Lagerfeld non disegna solo abiti, ma anche scarpe, accessori, costumi da bagno. Intanto le viene offerta la possibilità di esporre al Festival dei Due Mondi di Spoleto: da questo momento la passione per la pittura prende il sopravvento. A testimoniarlo numerose esposizioni in spazi pubblici e privati, sia nazionali che internazionali, prestigiose manifestazioni artistiche e svariati riconoscimenti, tra cui il 1^ Premio Saga per la Pellicceria, il 1^ Premio al Festival dei Due Mondi per il disegno nazionale (1996), il 1^ Premio per la pittura dal Corriere di Roma, il Premio Speciale Pittura “Schegge d’Autore” (2005 e 2011) e il Premio Club Canova per la pittura (2006). Tra una collezione di moda e l’altra, la Cotellessa continua a studiare e approfondire tematiche differenti, e sperimenta tecniche diverse, dedicandosi al disegno, alla china, alla tempera, all’olio, alla sanguigna. Il 1995 è per lei un anno estremamente significativo: inizia a prendere parte a rassegne di arte contemporanea e a eventi espositivi di portata internazionale e approda alla Galleria Il tetto di Via Margutta dove, stimolata da Daniela Romano, sua mentore, e da Franz Borghese, inaugura Rossi in chiaroscuro, una personale al di fuori degli schemi che la presenta al pubblico come artista controcorrente. In esposizione quegli stessi, sensuali nudi eseguiti in sanguigna che verranno nel tempo arricchiti dal colore o ridotti nel formato e realizzati in sanguigna e caffé e diventeranno le Cocotte, in una mostra alla Galleria Spazio Visivo (1996), le Donne che raccontano le donne, in un’esposizione nello stesso anno alla Galleria Athena, e ancora le Donne che hanno tempo e voglia di amare a Palazzo Barberini (1999) e Le Clin d’oeil della Galleria romana il Colibrì (2000). E’ del 2001, alla Galleria dei Soldati, Il sesso degli Angeli, risultato di un lungo studio sulle religioni del mondo da cui scaturisce la consapevolezza che la presenza universale di queste creature celesti va ben oltre i confini della cultura occidentale. I nudi in mostra sono, questa volta, putti dolci e ammiccanti, ritratti in sanguigna e tempera, accompagnati dai versi di poeti indimenticabili, da Shakespeare a Hugo. Nel 2004 la pittrice affianca, senza però mai abbandonare i precedenti, temi e soggetti completamente differenti: è la volta delle palle da golf, opere minimaliste in tecnica mista e a olio, che, inneggiando alla Cracking Art, rappresentano metaforicamente la sua denuncia ambientalista, seppur in chiave umoristica. Intanto, tra il 2003 e il 2005, dopo aver riletto Il Manuale del Guerriero della Luce di Paulo Coelho, realizza “I Guerrieri della Luce”, un tributo ad alcuni protagonisti del mondo dell’arte. Nel 2006, nell’esposizione Un angelo per un angelo, celebra nuovamente gli spiriti celesti in tutte le loro forme e colori. Sempre a loro, messaggeri del Divino e Suo tramite con l’uomo, è intitolata, nel novembre di due anni dopo, la mostra a Castel Sant’angelo Angeli e non…. Nel 2010 creature celesti e nudi lasciano nuovamente spazio alla cracking art, ma già l’anno dopo la Cotellessa torna alla pittura figurativa e presenta prima una serie di esposizioni dedicate ai nostri amici a quattro zampe, realizzate con l’obiettivo di raccogliere fondi da donare ai meno fortunati tra loro, e poi ancora cocotte e donnine della Belle Epoque. Nel 2013 a Parma, accanto ai cani e alle palle da golf, fa il suo debutto la Sedia Antropomorfa, destinata a diventare, secondo un progetto dell’artista, la più grande sanguigna mai realizzata. Con il 2014 si chiude il cerchio: sono passati venti anni dalla prima personale a Roma e la Cotellessa sente forte il bisogno di chiudere un ciclo della propria esistenza artistica per essere libera di poter riprendere un cammino che la condurrà verso nuove sperimentazioni. Sue opere sono presenti in prestigiose collezioni private in ben quindici nazioni di cinque continenti (dal Canada agli Usa, dal Cile al Brasile, dal Perù alla Russia e ancora in Sud Africa, Iraq, Israele, Turchia, Inghilterra, Francia, Svezia, Spagna, Austria, Grazia, Svizzera, Germania e a Città del Vaticano).  
   
   
DIVERTIMENTO E SUSPENSE PER UNA “NOTTE HORROR” IN PROGRAMMA IL 15 NOVEMBRE AL CASTELLO DI GRUMELLO  
 
 Una serata all´insegna dell´adrenalina, capace di far venire i brividi anche a chi non se lo aspetterebbe davvero. Visto il successo di pubblico nella precedente esperienza si rinnova l´appuntamento con la “notte horror” in programma a metà novembre, esattamente sabato 15, nel Castello di Grumello (Bg). Una location ricca di fascino e di storia, costruita a partire dal 1200 come fortezza militare e trasformata poi in dimora patrizia nel corso del Xviii secolo, che ben si presta a eventi di questo tipo. “Notte Horror” Tutto ha inizio da subito all´insegna della suspense. Appena varcati i cancelli del maniero arriva una richiesta d´aiuto da due personaggi di indiscutibile reputazione quali il professor Van Helsing e Alan Quatermain. Sono loro che conducono i partecipanti sulla scena. Basta poco per capire che chi li ha preceduti è scomparso: le testimonianze dei diari rinvenuti sembrano svelare qualcosa di innaturale: una perversa malvagità sembra aver giocato con il loro destino. Qualcuno ha tessuto la trappola e vuole vedere morti anche voi? E a quale scopo? Vi è davvero un movente in questa follia? Domande che devono attendere per avere una risposta; al momento l´imperativo è sopravvivere, riuscire a non cadere vittime del gioco orchestrato da un folle. L´avventura prosegue per circa due ore all´interno e all´esterno del castello e tutti devono cercare di conquistare la propria salvezza armati di pistole (a salve). Tra gli antagonisti da sfidare Nightmare, Jason Voortheese, Leatherface. Al termine dell´avventura degustazioni di dolcetti e vin brulé per tutti. Per vedere un´anteprima della serata si può guardare il filmato su: https://www.Youtube.com/watch?v=bs6pftfatqa  “Notte Horror”, sabato 15 novembre a partire dalle ore 20.30 (consigliato abbigliamento comodo e sportivo). Costo: 30 euro (comprensivi di avventura/gioco + degustazione finale di dolcetti con vin brulé). Prenotazione e prepagamento obbligatori chiamando il 348.30.36.243. Per info: Castello di Grumello, cell. 348.30.36.243, e-mail: info@castellodigrumello.It  sito Internet: www.Castellodigrumello.it    
   
   
FESTIVAL DELL’ORALITÀ POPOL ARE IN PIAZZA SAN CARLO  
 
Torna a Torino, sabato 4 e domenica 5 ottobre, il Festival dell’Oralità Popola- re. L’appuntamento con l’undicesima edizi one della manifestazione, nata a Torino e proposta oggi in oltre 10 città, è in piazza Carlo Alberto, dalle ore 11 a mezzanotte. Tre giornate per riflettere sui riti e le mafie, la capacità inclusi- va delle feste, le buone maestre tr adizioni, prendendo spunto dal tema di quest´anno: Tiriamo su l´Italia! Il Festival riaprirà in piazza la valigia dei saperi orali dopo dodici mesi di lavo- ro, di ricerche e di confronto, dalla Si cilia al Piemonte, facendo incontrare tut- te le forze attive della società. Www.reteitalianaculturapopolare.org    
   
   
IL 5 OTTOBRE PINEROLO RIVIVE IL MISTERO DELLA MASCHERA DI FERRO  
 
Ultimi appuntamenti autunnali con le rievocazioni storiche del circuito delle rievocazioni storiche “Viaggio nel Tempo”, promosso dalla Provincia di Torino. Le manifestazioni inserite nel circuito sono state selezionate tra quelle che ricostruiscono con precisione filologica e rigore storico le tradizioni, i personaggi e le vicende locali dei secoli che vanno dal Medioevo all’800. Il calendario delle rievocazioni si è aperto nel mese di aprile, proponendo il primo degli appuntamenti mensili al Forte di Fenestrelle con “Il racconto delle antiche mura”. In ottobre il Forte accoglie i turisti sabato 11, mentre a novembre la data prescelta è quella di sabato 15. Sabato 4 e domenica 5 ottobre Pinerolo rivive invece la vicenda, un po’ storica e un po’ leggendaria della Maschera di Ferro: un uomo talmente importante che il Sovrano francese Luigi Xiv, detto il “Re Sole”, non ebbe la forza di farlo decapitare. La sua colpa fu probabilmente talmente grande che decise di fargli coprire la faccia con un drappo di velluto nero, sul quale, come scrisse Voltaire, fu fissata una maschera fatta con strisce d´acciaio: così conciato, il Re Sole fece errare il misterioso prigioniero da un carcere all´altro del reame. Nella prigione della Cittadella di Pinerolo (allora sotto il dominio francese) il prigioniero dalla Maschera di Ferro giunse, scortato da D´artagnan e dai suoi moschettieri, il 24 agosto 1669. Nonostante alcuni privilegi, di cui poteva godere, scontava una condanna disumana, che lo privava del volto e dell´identità. Dopo 16 anni di detenzione, il prigioniero fu trasferito alla fortezza di Exilles. Quindi fu portato per alcuni giorni a Briançon - Ancien Château, per poi essere trasferito nel maniero di Fort Royal che si trova a strapiombo sulla costa meridionale dell´isola di Santa Margherita presso Cannes. Infine fu riportato a Parigi nelle celle della Bastiglia, ove morì il 19 novembre 1703. Ebbe sempre al suo fianco un “angelo custode”, il Governatore Saint Mars che lo tenne d´occhio tutta la vita e che certamente conosceva la sua identità. Nel tempo il prigioniero divenne una leggenda che è, tutt´oggi, ancora oggetto di ricerche da parte di storici e di scrittori. La memoria della sua permanenza a Pinerolo, della nobiltà del suo carattere e del suo doloroso destino, offre lo spunto per ricordare le luci, le ombre, i fasti e i costumi del glorioso passato della cittadina piemontese, la piu francese d´Italia, essendo appartenuta per ben 120 anni al Regno Francia. Il programma della Rievocazione della Maschera di Ferro è consultabile nel sito Internet della Provincia alla pagina http://www.Provincia.torino.gov.it/turismo/viaggio_2014/dwd/
programma_pinerolo_2014.pdf
 Per Saperne Di Più Sul Circuito “Viaggio Nel Tempo” http://www.Provincia.torino.gov.it/turismo/
viaggio_2014/index.htm
 
 
   
   
CINEMA TEATRO DI CHIASSO STAGIONE CULTURALE 2014-2015 18 OTTOBRE 2014 – 21 GIUGNO 2015  
 
 Realtà teatrale di confine che si rivolge ad un pubblico insubrico, tra il Canton Ticino e l’alta Lombardia, il Cinema Teatro di Chiasso è, insieme al m.A.x. Museo, una delle due facce del Centro Culturale di Chiasso. Tutti gli anni programma una Stagione culturale di ampio respiro, che da ottobre a giugno propone spettacoli e appuntamenti rivolti ad un pubblico eterogeneo e con vari interessi, spaziando dal teatro al cinema, dalla danza alla musica fino agli spettacoli per i bambini. Due gli appuntamenti fissi, che ogni anno richiamano numeroso pubblico anche da lontano: il Festival di Cultura e Musica Jazz di Chiasso (la prossima edizione si terrà dal 5 al 7 febbraio 2015) e Festate, festival di culture e musiche del mondo che nel 2015 è in programma per il 19 e il 20 giugno. “Le mille trasformazioni del mito” è il tema che percorrerà la Stagione 2014-2015 del Cinema Teatro di Chiasso: la personificazione del mito, attraverso arcaiche rielaborazioni, ripetizioni e formalizzazioni, è accreditata come una delle teorie che hanno portato alla nascita del genere teatrale, ed è quasi certamente attraverso questo processo che è nata e si è sviluppata la forma drammatica. Ma quali e quante saranno le trasformazioni del mito dentro questa nuova stagione teatrale? Molteplici e varie, poiché riconducibili a tutto quello che è la condizione umana e alle sue relazioni con il mondo circostante. Saranno trasformazioni affini alle tematiche argomentanti e descrittive del mito come il piacere, il potere e il dovere, che troveranno spazio e ulteriori declinazioni dentro un percorso teatrale articolato e vario. Un percorso che si snoderà attraverso diversi spettacoli insieme ad alcuni dei più importanti interpreti del teatro italiano, come Franco Branciaroli, Massimo Popolizio, Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai, Alessandro Preziosi, Stefano Accorsi, Luca De Filippo, Massimiliano Finazzer Flory, Marina Massironi, Anna Galiena, Amanda Sandrelli, Beppe Fiorello, senza dimenticare la commedia e l’arte comica, con veri maestri come Ale & Franz, Maurizio Battista, Enrico Bertolino e Ennio Marchetto. La danza sarà ben rappresentata da Parsons Dance Company, Principals of New York City Ballet, Bird’s – Dance Project e Camut Band. Per quanto riguarda la parte musicale, il Cinema Teatro di Chiasso ospiterà Pfm, Steve Swallow Quintet feat. Carla Bley, The Harlem Spirit of Gospel Choir, e, nell’ambito della musica classica, sono in programma Elisir d’Amore di Donizetti, i fiati della London Symphony Orchestra e il pianista Giuseppe Albanese. Infine la rassegna cinematografica, intitolata “Petrolio e ritorno”, che proporrà “San Gottardo” dello svizzero Villi Hermann, “La via del petrolio”, unico documentario di Bernardo Bertolucci, “The column” di Adrian Paci, “Les hommes du port” di Alain Tanner, “Siamo italiani” di Alexander Seiler, “Alpi” di Armin Linke, “Petropolis” di Peter Mettler.  
   
   
UN SITO PER LA MONTAGNA DELLA GRANDA  
 
 Si chiama Cuneo360.it ed è il sito realizzato dalla Provincia di Cuneo e dedi- cato alla montagna e più in generale all’es cursionismo, al trekking, alla bici- cletta, agli sport e alle attività all’aria aperta che si possono praticare nella Granda. E’curato dall’Ufficio Turismo M ontagna della Provincia di Cuneo in collaborazione con gli enti, associazioni e operatori del territorio (Comunità montane, parchi, ecomusei , Club alpino italiano) interessati a condividere i contenuti per coordinare l’insieme delle informazioni sul web ottimizzando le risorse a disposizione del territorio della Granda. Www.cuneo360.it    
   
   
IL FASCINO MISTERIOSO DELLA BIGA DI MONTELEONE IN UNA MOSTRA UNICA E IMPERDIBILE  
 
 Dal 13 settembre al 31 ottobre al Castello di Postignano, la mostra “La biga di Monteleone di Spoleto: storia e restauro” racconta e illustra le affascinanti vicende del più straordinario e meglio conservato pezzo di artigianato artistico etrusco, rinvenuto nel 1902 nei pressi di Monteleone di Spoleto e esposto al Metropolitan Museum of Art di New York. In mostra anche l’ologramma della biga e la copia dell’inestimabile reperto, realizzata negli anni ’80 per il Comune di Monteleone di Spoleto dagli allievi della Scuola d’Arte di Giacomo Manzù. Castello Di Postignano – Gli americani lo chiamano il Carro d’Oro. Il “Golden Chariot” è il pezzo più importante della collezione etrusca del Metropolitan Museum of Art di New York e proviene da Monteleone di Spoleto. Il Carro E’ una biga da parata della prima metà del Vi secolo a.C. Il telaio, in legno di noce, è completamente rivestito da lamine di bronzo dorato lavorate a sbalzo e decorate da applicazioni in avorio. Sui pannelli sono finemente raffigurati episodi che narrano le gesta di Achille, popolati da figure di animali selvatici, esotici e mitologici. Era trainata da una coppia di cavalli e servì per più di una generazione come mezzo di trasporto di esponenti di spicco della società umbro-etrusca in occasioni pubbliche e importanti cerimoniali. Infine fu sepolta, insieme all’ultimo dei suoi proprietari, con la compagna e il loro corredo funebre, su un vasto pianoro a 900 metri di altitudine: Colle del Capitano, che domina la vallata del fiume Corno a circa 3 chilometri dal paese di Monteleone di Spoleto, nel cuore più selvaggio dell’Umbria. La Valnerina. Nulla sappiamo delle persone che la utilizzarono, né quale fu la sua storia dal giorno in cui uscì – splendida icona del lusso al pari di una moderna Ferrari – dall’officina del suo costruttore, fino al momento in cui fu sistemata con cura nella camera funebre di Colle del Capitano. Lì restò per 2.500 anni. Ma da quando rivide la luce del sole, all’inizio dell’anno 1902, di vicissitudini e rocambolesche avventure ne ha vissute parecchie. E potrebbero non essere ancora finite. La Mostra L’esposizione si articola su due sezioni. La prima, “Dalla scoperta ad oggi”, coordinata dall’archeologa Carla Termini e dedicata alle intricate e ancora poco chiare vicende del ritrovamento e del trasporto della biga, è un viaggio che dai boschi circostanti Monteleone di Spoleto porta a Roma, a Firenze, a Parigi e negli Stati Uniti dell’inizio del Xx secolo, fino a New York, dove il carro fu acquistato dal primo direttore del Metropolitan, l’italiano Luigi Palma di Cesnola. L’altra, “Il rimontaggio al Metropolitan”, espone la storia del riassemblaggio e del restauro, effettuati tra il 2002 e il 2006 grazie alle indicazioni e sotto la direzione di Adriana Emiliozzi, archeologa del Consiglio Nazionale delle Ricerche e coordinatrice di questa sezione della mostra. A rendere l’esposizione un evento unico, contribuiscono l’ologramma del “Golden Chariot”, realizzato da Gary Enea, e la copia della biga, in prestito su cortesia del Comune di Monteleone di Spoleto, dove è esposta in modo permanente all’interno del museo dedicato. Il Libro Di testi, saggi e compendi sulla biga ne sono stati scritti parecchi. Ed è assurta più di una volta anche agli onori della cronaca, non solo per il valore storico eccezionale e la misteriosa seduzione che sprigiona. Da quando il colono Isidoro Vannozzi la riesumò da sotto il cumulo di pietre davanti al suo casale in costruzione, la biga è stata oggetto di desiderio per molti. Al punto da indurre commercianti di opere d’arte, esponenti politici, banchieri e funzionari internazionali a lasciarsi corrompere dal suo fascino per ottenerne il possesso o ricavarne benefici economici. E’ tutto documentato nel libro di Luigi Carbonetti “La biga di Monteleone di Spoleto. Il trafugamento nei carteggi segreti tra menzogne e verità”, in cui l’autore ricostruisce in dettaglio le vicende moderne della biga, declinate come una spy story e corredate da una quantità di scritti, pubblici e segreti, a testimonianza della corruzione e indifferenza nei confronti delle leggi e delle norme che, già all’alba del secolo scorso, proteggevano il patrimonio storico e archeologico italiano. Il libro, edito da Artemide nel luglio del 2014, raccoglie, collega e completa le fonti e i personaggi che hanno partecipato alla storia recente del carro, fino agli ultimi episodi del contenzioso tra il Comune di Monteleone di Spoleto, la Regione Umbria e il Metropolitan Museum per la sua proprietà. Il Metropolitan E’ da più di un secolo che il Metropolitan Museum of Art di New York custodisce la biga. Schiere di studiosi, plotoni di studenti e frotte di visitatori si sono soffermati negli anni davanti al Carro d’Oro, intimiditi e al contempo incantati dalla grazia e dall’eleganza dell’agile profilo della biga. La potenza emanata da Achille e la delicata compostezza di sua madre Teti, sbalzati sul bronzo, sono quasi ipnotiche. La ricercatezza dello scudo dell’eroe, che reca in alto la testa della Gorgone Medusa, richiama la genesi divina dell’armamento, forgiato da Efesto nelle fucine del Monte Olimpo secondo il racconto dell’Iliade. Ma la biga, fino a pochi anni fa, non era montata correttamente. Colpisce il fatto che per più di 90 anni nessuno l’abbia notato. Fino alla visita del 2001 di Adriana Emiliozzi, quando l’archeologa suggerì le modifiche da apportare. La correzione principale consisteva nel collocare la testa di cinghiale, che riveste il timone e dalle cui fauci parte l’asta alla quale venivano aggiogati i cavalli, direttamente all’uscita della cassa. In questa nuova posizione, il cinghiale sarebbe risultato in stretta relazione con le altre figure del fregio del parapetto. Certo, i curatori della collezione etrusca del museo ammettevano che l’assemblaggio della biga era stato effettuato da pezzi sciolti arrivati in America senza neanche un disegno, una fotografia o uno schema relativi al momento in cui il carro fu rinvenuto nella camera sepolcrale. Ma l’errata collocazione degli elementi decorativi aveva indotto gli studiosi a credere che l’autore del manufatto avesse rappresentato in maniera incongruente, rispetto ai modelli greci, una scena animalistica proprio sul parapetto del carro, dimostrando così scarse conoscenze della saga omerica e delle opere della vita di Achille. Dopo il riassemblaggio, il nuovo aspetto della biga induce, al contrario, ad affermare che l’artista avesse un notevole bagaglio culturale. Decorò il parapetto e i pannelli del carro in modo sapiente e aggiunse l’avorio per esaltarne l’effetto cromatico. La biga di Monteleone continua a sorprendere. Nella tomba di Colle del Capitano, era sistemata tra i corpi di un uomo e di una donna. Una posizione centrale e determinante, come se si ritenesse il carro capace di accompagnare i suoi padroni oltre le porte del regno dei morti. Forse lo stesso carro sarà in grado di accompagnare noi, oggi, verso nuove conoscenze sui popoli antichissimi che abitarono l’area centrale della penisola prima di fondersi nella storia di Roma.  
   
   
DARBAR, INDIA IN DANZA AL MAO  
 
 Un mese di spettacoli, conferenze, attività e una mostra fotografica sulla danza classica indiana. É il cartellone di Darbar. India in danza , la nuova rassegna organizzata dal Mao Museo d’Arte Orientale di Torino, con il soste- gno di Fondazione Live Piemonte dal Vivo. Si tratta di una rassegna itinerante c he, fino al 2 novembre, propone spetta- coli di danza indiana e attività culturali legate al tema nelle diverse sedi degli enti che hanno aderito all’iniziativa. Centro nevralgico dell’evento, il Mao c he ospita per tutto il periodo del Festi- val la mostra fotografica India in danza con scatti di Massi miliano Troiani e Gianfranco Rota. Www.maotorino.it    
   
   
FIERA DEL GUSTO ITALIANO E DELL´ALTO PIEMONTE NEL WEEKEND  
 
Borgomanero ospita sabat o 4 e domenica 5 la Fier a del Gusto. La rassegna vedrà la partecipazione di aziende agr icole e artigiane con produzioni tipiche selezionate. Dalle 9 alle 19 il centro st orico sarà quindi in vaso da tante preli- batezze a disposizione di cittadini e turisti, ma non mancheranno eventi colla- terali e laboratori per tutte le età. Www.comune.borgomanero.no.it    
   
   
ANDREA CONTIN, DEJAN KALUDJEROVIć, CHERYL POPE GAMBLING 4 OTTOBRE – 3 NOVEMBRE 2014 MILANO  
 
 Dal 3 ottobre al 3 novembre 2014 la Galleria Bianconi inaugura la nuova stagione espositiva con Gambling, mostra collettiva che unisce il lavoro di Andrea Contin, Dejan Kaludjerović e Cheryl Pope nella complessa idea del gioco. I tre artisti, diversi per background, generazione e sensibilità, trovano un punto d’incontro nel concetto di gioco, o meglio nel gioco d’azzardo, il gambling, con i suoi molteplici significati. Gambling è infatti un termine ambiguo: nella lingua inglese definisce appunto il gioco d’azzardo, mentre il suo calco linguistico è usato in italiano per indicarne, principalmente, la degenerazione patologica. L’orizzonte che si apre da questa visione del gioco, tra il ludico e il drammatico, abbraccia quindi il lavoro e la ricerca di questi tre artisti, includendoli entro un unico sguardo. Il gioco è un’attività che si colloca all’incrocio di discipline diverse e possiede una polisemia intrinseca che lo accomuna al presente dell’arte. Non a caso la dimensione ludica è stata indagata più volte, dalle avanguardie a oggi, sia con intenti irriverenti e talvolta eversivi, sia come poetica privilegiata in un’ottica di disimpegno, ponendosi non di rado come logica alternativa innestata all’interno del gioco dell’arte e della vita. Andrea Contin, Dejan Kaludjerović e Cheryl Pope più volte hanno incrociato, nella loro ricerca, i territori del gioco, in senso metalinguistico e intertestuale. Le origini del gioco d’azzardo, probabilmente divinatorie, risalgono alla notte dei tempi, già all’antichità classica con le prime prescrizioni legate al suo abuso e al medioevo con la sua demonizzazione. Ma nonostante i tentativi di estirpazione e condanna, il gioco è rimasto nel corso dei secoli una pratica diffusa, inserita nell’immaginario collettivo e nella quotidianità degli individui, ieri ma soprattutto oggi, favorito dalla rapidità, dall’immediatezza e dalla dislocazione che appartengono alla società globalizzata. È tuttavia necessario distinguere il gioco d’azzardo patologico dal gioco – perché no, anch’esso d’azzardo – come forma di attività sociale e ludica che da sempre accompagna l’essere umano, stimolandone lo sviluppo dell’intelligenza e della creatività, l’innocua distensione diversa dal morboso accanimento compulsivo, il cui subdolo meccanismo ha forte attinenza con altre forme di dipendenza patologica. La pratica eclettica di Andrea Contin, artista da sempre interessato alla relazione tra arte e disagio psichico, converge in un immaginario visionario, abitato da oggetti apparentemente innocui che a uno sguardo più attento rivelano un contraltare inquietante, che combina un vocabolario plastico ispirato al mondo dell’infanzia ma piegato a un’interpretazione da adulto. Da analoghe urgenze espressive muove il lavoro di Dejan Kaludjerović, le sue pitture languide e le sue installazioni stranianti ricercano spesso la forma rassicurante di un immaginario che intercetta la dimensione favolistica dell’infanzia e la sua supposta innocenza, per smascherare l’attitudine manipolatoria che appartiene al contesto culturale ed educativo della società dei consumi. Cheryl Pope, attraverso l’uso privilegiato del corpo, soggetto/oggetto dell’azione, sperimenta il gioco come metafora per illustrare la ricerca di una forma, di uno spazio mentale di relazione dialettico tra individuo e società, mettendo in atto una poetica del doppio, della maschera e del suo progressivo disvelamento, sospeso tra sentimenti contrastanti, attivati dall’interazione del pubblico. Tre artisti diversi ma affini, che indagano attraverso le rispettive sensibilità e poetiche l’essenza del gioco per rivelarne la natura, creando un mondo irreale in cui azioni fittizie simulano azioni reali. Un procedimento di astrazione che lega, ancora una volta, l’attività ludica a quella artistica. Venerdì 3 ottobre, in occasione dell’opening, Cheryl Pope eseguirà la performance dal titolo Tbd, pensata appositamente per gli spazi della galleria. Per la mostra sarà realizzato un catalogo edito da Blisterzine, terzo volume della collana Bianconi, con approfondimenti sul lavoro di Andrea Contin, Dejan Kaludjerović e Cheryl Pope, a cura di Eugenio Viola.  
   
   
ROSARIO FIORITO AD ALAGNA VALSESIA  
 

 Domenica 5 ottobre all’Alpe Vigne, sopr a Alagna, si terrà la tradizionale pro- cessione devozionale dei Walser, la popol azione di origine tedesca insedia- tasi ai piedi del Monte Rosa secoli fa. La processione è nata dall’usanza che avevano i valligiani di andare a recitare il rosario sul ghiacciaio del Sesia, sot- to il Monte Rosa. La partenza è fissata a lle ore 13:30 dalla Cappelletta di roc- cia sotto la parete di Flua, sul sentiero che sale al rifugio Barba Ferrero. Alle ore 16, a conclusione del Rosario, ci sarà la messa Te D eum nella Chiesetta di Sant’antonio, come voto di amore alla montagna e di ringraziamento per la passata stagione estiva. In caso di ma ltempo la messa verrà officiata nella chiesetta in frazione Merletti. Www.atlvalsesiavercelli.it/eventiandmanifestazioni.Php?idcontenuto=232

 

 
   
   
ROY LICHTENSTEIN, ALLA GA M L’ICONA DELLA POP ART  
 
 A 50 anni dalla prima esposizione sulla Pop Art americana in Europa, tenuta- si nel 1964 nel capoluogo piemon tese, Torino dedica una personale a Roy Lichtenstein, tra i massimi esponenti di questa corrente artistica, celebre so- prattutto per i suoi “fumetti”. In mostra 235 opere, in gran parte disegni su carta, oltre metà delle quali mai esposte in Italia. I lavori, che spaziano dagli anni ´40 al 1997, anno della mor- te dell´artista, ne illustrano il processo intimo della creazione. Alcuni non era- no mai usciti prima dalla casa di Licht enstein, mentre altri sono stati staccati per la prima volta dalle pareti della camera da letto del collezionista parigino che ne è proprietario. Www.gamtorino.it    
   
   
FERROVIE, AL VIA DA SABATO 4 OTTOBRE LE CELEBRAZIONI PER LA COSTRUZIONE DELLA LINEA DEI GIOVI  
 
Genova - Un treno storico con un locomotore E626 offerto dalla Regione Liguria che sabato 4 ottobre alle 9 partirà da Genova Brignole e arriverà a Ronco Scrivia alle 1130 per dare il via alle celebrazioni per la costruzione della linea ferroviaria dei Giovi nel 1854. Si ricorda anche in questo modo la trasformazione della Valle Scrivia avvenuta grazie al nuovo collegamento che consentì l´apertura di nuovi traffici da Genova alla Pianura Padana. A distanza di un secolo e mezzo quell´evento è stato ricordato questa mattina dall´assessore regionale ai trasporti Enrico Vesco, da Maria Pia Scandolo della Cgil e da Francesco Bertuccio presidente dell´associazione Mastodonte. Era questo infatti il nome delle locomotive che percorsero per la prima volta nel 1853 la linea dei Giovi Genova Torino, con una pendenza del 35 per mille che la rendeva la piu´ pendente del mondo, dove transitavano treni a scartamento normale. Centottanta chilometri realizzati dal 1845 al 1853, con inclusa la galleria dei Giovi, lunga 3900 metri, scavata totalmente a mano. Una linea voluta dal re Carlo Alberto e ancora prima nel 1830 da un gruppo di commercianti che volevano collegare il porto di Genova alla Pianura Padana. Per ricordare quegli eventi e il primo viaggio compiuto dalla locomotiva Mastodonte, con a bordo Camillo Benso conte di Cavour, sono previste a Ronco Scrivia, dal 4 al 12 ottobre, una serie di celebrazioni tra cui la mostra "Cesare Pozzo e il tempo del vapore", dove saranno esposti modelli a vapore in varie scale e il plastico della ferrovia Giovi che coinvolgerà i visitatori in un gioco interattivo. Quest´anno la celebrazione in Valle si concentra sui temi della socialità partendo dall´esperienza di Cesare Pozzo, ferroviere che nel secolo scorso lavorò per lanciare e rafforzare la solidarietà tra lavoratori attraverso le società di mutuo soccorso. L´intento è anche quello di confermare la centralità della solidarietà sul territorio attraverso l´impegno anche della Croce Rossa, diffondendo questa convinzione anche tra i giovani. Per questo è previsto il coinvolgimento degli studenti dell´Istituto Primo Levi di Ronco nel corso della tavola rotonda organizzata dalla Cgil sabato 11 ottobre nel cinema Columbia alle 1030 durante la quale saranno messe a disposizione due borse di studio per un lavoro sulla socialità. All´evento che metterà a confronto quell´esperienza di solidarietà con la condizione odierna dello stato sociale parteciperanno, Stefano Maggi Docente Università di Siena e Presidente Fondazione Cesare Pozzo, Enrico Vesco assessore al lavoro e ai trasporti della Regione Liguria, il sindaco di Genova Marco Doria, Ugo Carminati C.r.i. Comitato locale Valle Scrivia, Ivano Bosco Segretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana di Genova. Ad animare la settimana in valle anche un mercatino di artigianato e prodotti tipici, visite storiche guidate e intrattenimenti per bambini e famiglie.  
   
   
AOSTA, CHI LA FA L´ASPETTI 5° INCONTRO DELLA RASSEGNA FAVOLE E RACCONTI DI ALTRI PAESI  
 
 L’assessorato dell’istruzione e cultura della Regione autonoma Valle d’Aosta informa che è stato organizzato per giovedì 9 ottobre 2014 alle ore 17.30 nel teatrino della sezione ragazzi della Biblioteca regionale di Aosta, il 5° incontro della rassegna Favole e racconti di altri paesi: l´ora del racconto bilingue italiano-arabo dal titolo Chi la fa l´aspetti. L´appuntamento, aperto a tutti, si colloca nell´ambito di un progetto multiculturale di ore del racconto bilingui in collaborazione con volontarie e mediatrici interculturali della Valle d’Aosta, con l’obiettivo di creare momenti di conoscenza, di scambio culturale, di avvicinamento alle parole e alle culture altre e diverse, rivolti a bambini e ragazzi e alle loro famiglie. L’ingresso all´iniziativa è gratuito e libero fino al raggiungimento della capienza massima del teatrino. Per informazioni rivolgersi alla Biblioteca regionale di Aosta ai seguenti numeri telefonici: 0165/274820 - 0165/274822.  
   
   
FESTEGGIAMENTI REPUBBLICA DELL’OSSOLA: IL CORO DE LLA SAT A DOMODOSSOLA  
 
 Proseguono le celebrazioni per il 70° anniversario della Repubblica dell’Ossola. Il prossimo sabato 11 ottobre, alle 21, alla chie sa di Sant’antonio alla Cappuccina di Domodossola, si terrà un concerto della Sat , coro di mon- tagna definito il “conservatorio delle Alpi”. L’evento è stato organizzato dal coro Seo Cai di Domodossola con la parteci- pazione del Comune e con il patrocinio di Comunità montana, Provincia, Re- gione e dell’associazione Cori Piemontesi. È la sesta volta che la Sat viene ospitata a Domodossola. La serata sarà presentata dal presidente del coro domese, e nel programma il coro trenti no proporrà un raro canto della resi- stenza in onore dell’anniversario della Repubblica ossolana. Www.provincia.verbania.it    
   
   
ALLA FIERA FRANCA DI OULX SI PARLERÀ FOCUS SULL’IMPRENDITORIA GIOVANILE IN MONTAGNA SABATO 4 OTTOBRE UN CONVEGNO ORGANIZZATO NELL’AMBITO DEL PROGETTO COMENIUS “3E”  
 
Studenti, docenti e formatori del Liceo Des Ambrois e del consorzio Formont di Oulx riceveranno questo fine settimana una delegazione di partner catalani del progetto Comenius Regio “3E Emprendimiento, Education y Empresa” finanziato alla Provincia di Torino in qualità di coordinatore dal programma europeo Llpp. Il progetto “3 E”, giunto al secondo anno, ha per per obiettivo la creazione di attività e azioni formative che avvicino i giovani studenti alla cultura e al mondo imprenditoriale, soprattutto a quello del proprio territorio, attraverso un modello di formazione e orientamento congiunto tra ente locale, scuola superiore, agenzie formative e imprese. Per tale motivo all’interno della missione è stato previsto un convegno che si terrà il 4 ottobre presso la sala del Consiglio comunale di Oulx dal titolo: “Una montagna di idee per l’imprenditoria giovanile” all’interno del quale i partner italiani e catalani illustreranno quanto finora realizzato nel proprio territorio e le esperienze in corso. Il convegno, inserito nella programmazione della 520° Fiera franca di Oulx e dell’Escarton sarà l’occasione non solo di presentare lo stato dell’arte del progetto ma anche di allargare il campo ad altri aspetti del vivere, abitare e lavorare in montagna. Il convegno, introdotto dal sindaco di Oulx Paolo De Marchis sarà coordinato da Guido Novaria, giornalista de La Stampa. Verranno presentate relazioni sull’abitare e lavorare in Alta Val di Susa, sul mercato del lavoro e sulle opportunità imprenditoriali del territorio. Concluderà i lavori l’assessore all’istruzione, lavoro e formazione professionale della Regione Piemonte Gianna Pentenero. La missione sarà anche l’occasione per ricambiare l’ospitalità che gli allievi di Oulx hanno ricevuto nel mese di maggio a Seu d’Urgell e questa voltà sarà un gruppo di studenti catalani a essere accolti dalle famiglie degli studenti italiani. La Fiera Franca di Oulx Nel 1494, Oulx fu attraversata dagli eserciti di Carlo Viii diretti alla conquista del regno di Napoli. Le schiere di Re Carlo imposero sacrifici enormi alla popolazione (la fornitura di viveri per i soldati e di foraggio per i cavalli, incisero pesantemente sul delicato equilibrio economico della collettività), come già era avvenuto nel 1453 al passaggio delle truppe di Renato d’Angiò. Per compensare la comunità dai danni subiti, il sovrano permise all’abitato di Oulx di tenere, ogni anno negli ultimi giorni d’estate, una fiera franca, libera cioè dalle tasse foranee. L’edizione 2014 che si apre domani alle 15.30 e si conclude domenica 5 ottobre alle 18.30, propone un fitto programma che comprende convegni, la tradizionale Giornata delle minoranze linguistiche e storiche (sabato 4 ottobre), una rassegna zootecnica, dimostrazioni di tosatura delle pecore, concerti, gare, danze. Il programma completo su: http://www.Turismotorino.org/eventi/it/id1053/519%c2%b0_fiera_franca_-_fiera_del_grand_escarton_-_xxxi_rassegna_zootecnica    
   
   
"1° GUGLIELMO E ORSOLA CACCIA DAY"  
 
Sabato 4 ottobre, presso la chiesa parrocchiale di san Francesco a Moncal- vo, a partire dalle ore 9:30, il pr esidente dell’associazione culturale “Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e Or sola Caccia”, Andrea Monti e il ve- scovo della diocesi di Casale Monfe rrato presenteranno i restauri delle opere di Guglielmo Caccia detto il Moncalvo e di Orsola Maddalena conservate nel- le chiese di San Francesco e di Sant’a ntonio Abate a Moncalvo. Esperti della Soprintendenza per i Beni St orici, dell’Università degli Studi di Torino, storici e seguaci di Guglielmo Caccia ripercorrer anno i luoghi delle s ue origini: alcu- ne suggestioni per la conoscenza di un territorio. Al termine del dibattito, se- guirà alle 16:30 la visita guidata alla chiesa parrocchiale di San Francesco a cura dell’associazione culturale. Https://www.facebook.com/pages/Associazione-guglielmo-Caccia-detto-il-Moncalvo-e-orsola-caccia-Onlus/379319718877229