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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 16 Ottobre 2014
LA COOPERAZIONE DELL´UE HA MIGLIORATO LA FILIERA ALIMENTARE, MA MOLTO RESTA ANCORA DA FARE  
 
 La filiera alimentare svolge un ruolo fondamentale nella vita quotidiana e nel benessere di ciascuno di noi. Oltre a garantirci la disponibilità del cibo che consumiamo ogni giorno, inoltre, dà lavoro a 46 milioni di persone in oltre 15 milioni di imprese operanti nei settori dell´agricoltura, dell´industria alimentare, del commercio di prodotti alimentari e dei servizi. L´ultima riunione del Forum di alto livello per un migliore funzionamento della filiera alimentare che si svolgerà oggi pomeriggio evidenzierà che il funzionamento di tale filiera è migliorato in modo significativo; in particolare, il gruppo ha contribuito a stabilire relazioni commerciali più eque fra le imprese Bisogna tuttavia continuare a lavorare sulla sostenibilità, sul dialogo sociale e sul monitoraggio dei prezzi dei prodotti alimentari. In una dichiarazione congiunta rilasciata prima della riunione Ferdinando Nelli Feroci, Commissario europeo per le Imprese e l´industria, che presiedeva la riunione, e i suoi colleghi Michel Barnier, Vicepresidente e Commissario per il Mercato interno, Tonio Borg, Commissario per la Salute, e Dacian Cioloþ, Commissario dell´Agricoltura e lo sviluppo rurale, hanno affermato: "Negli ultimi quattro anni il Forum di alto livello per un migliore funzionamento della filiera alimentare è diventato il punto di riferimento per un dialogo strutturato e costruttivo fra gli stakeholder europei sia pubblici che privati, conseguendo risultati concreti e consentendo di arrivare a posizioni condivise anche su questioni controverse. Il Forum ha inoltre agito da incubatore di nuove iniziative programmatiche". Risultati e prospettive Nella riunione odierna i membri del Forum si scambieranno opinioni circa i principali risultati, le sfide e le priorità per iniziative future volte a migliorare il funzionamento e la competitività della filiera alimentare. Avendo quasi raggiunto la fine del suo attuale mandato, il Forum presenterà una relazione finale che descrive i progressi compiuti negli ultimi due anni. Il Forum: ha contribuito alla creazione di relazioni commerciali più eque tra imprese, fungendo inoltre da incubatore perThe Supply Chain Initiative, un´iniziativa congiunta lanciata da sette associazioni a livello dell´Ue con l´obiettivo di aumentare l´equità nelle relazioni commerciali lungo la filiera alimentare; ha orientato i lavori condotti dalla Commissione e dal suo consulente esterno su uno studio per valutare l´impatto sulla competitività della catena delle imposte riscosse dagli Stati membri su alimenti e bevande; ha ospitato un dialogo sulla sostenibilità dei sistemi alimentari, che si è tradotto in una dichiarazione approvata da vari attori della filiera alimentare; ha sviluppato l´interazione tra l´industria alimentare e i suoi sindacati, favorendo la creazione di un dialogo sociale strutturato e di impegni comuni; e ha consentito di migliorare lo strumento di sorveglianza dei prezzi dei prodotti alimentari e lo scambio di migliori pratiche tra gli Stati membri e osservatori nazionali sui prezzi dei prodotti alimentari. In linea con le priorità della strategia Europa 2020, delle comunicazioni sulla politica industriale e del programma Refit, il Forum ha inoltre esaminato l´accesso ai finanziamenti, l´innovazione e le tecnologie emergenti all´interno della filiera alimentare, controllando anche l´adeguatezza della filiera alimentare e, nel prossimo futuro, quella dei principi generali della normativa in materia di alimenti. Sono infine state individuate alcune nuove sfide imminenti, come il completamento del mercato interno per i prodotti alimentari e le bevande, il miglioramento dell´accesso ai mercati di paesi terzi e la promozione dell´innovazione. Le conclusioni della relazione odierna evidenzieranno la necessità che un gruppo come questo Forum continui a lavorare sulle questioni strategiche per migliorare il funzionamento e la competitività della filiera alimentare. Contesto Nel 2010 la Commissione ha istituito il Forum di alto livello per un migliore funzionamento della filiera alimentare (Ip/10/1510) per assisterla nello sviluppo di una politica industriale per il settore agroalimentare su un periodo di due anni. Nel dicembre 2012 una relazione del Forum (Ip/12/1314) ha registrato risultati positivi, e la Commissione ha quindi deciso di prolungare il suo mandato fino alla fine del 2014. Il Forum si compone di 47 membri che rappresentano 21 Stati membri, aziende europee che operano nel campo della produzione, lavorazione o distribuzione di prodotti alimentari nonché associazioni professionali e organizzazioni non governative in rappresentanza degli interessi dei cittadini. Il settore alimentare europeo genera un valore aggiunto di 800 miliardi di euro e un fatturato di 4 000 miliardi di euro. Di per sé solo, il comparto alimentare rappresenta il settore industriale più importante dell´Unione sia in termini di occupazione (4,25 milioni di posti di lavoro) che di fatturato (1 017 miliardi di euro) e di valore aggiunto (203 miliardi di euro, pari al 12,9% del settore manifatturiero dell´Ue). Le Pmi rappresentano il 99,1% delle imprese nel settore degli alimenti e delle bevande.  
   
   
UE, PESCA ILLEGALE: PROMOSSI CINQUE PAESI, CARTELLINO ROSSO PER LO SRI LANKA  
 
 Bruxelles - Nella quadro della lotta internazionale contro la pesca illegale e per colpire i vantaggi commerciali che ne derivano, oggi la Commissione europea ha proposto di vietare le importazioni di prodotti della pesca provenienti dallo Sri Lanka. La decisione è maturata al termine di quattro anni di intenso dialogo con il paese e alla luce del fatto che lo stesso non è stato in grado di dimostrare di avere debitamente affrontato il problema della pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (pesca Inn). Per contro, la Commissione oggi ha confermato che il Belize, le Figi, Panama, il Togo e Vanuatu, destinatari di un avvertimento insieme allo Sri Lanka, sono riusciti ad adottare misure per contrastare il problema. Di conseguenza, la Commissione propone di annullare le misure commerciali adottate a marzo di quest’anno contro il Belize. Maria Damanaki, Commissaria europea per gli Affari marittimi e la pesca, ha dichiarato: “La nostra politica di cooperazione risoluta sta dando i suoi frutti. A cinque paesi oggi va il nostro plauso per aver preso sul serio il problema della pesca illegale. Sfortunatamente, non si può dire lo stesso per lo Sri Lanka. Auspico che il nostro messaggio odierno rappresenti un campanello d’allarme per questo paese.” Lo Sri Lanka deve contrastare la pesca illegale Secondo la valutazione della Commissione, lo Sri Lanka non ha affrontato adeguatamente le carenze nel sistema di controllo della pesca individuate a novembre 2012. Tra i principali punti deboli figurano un’applicazione inefficace delle misure di controllo, la mancanza di sanzioni che fungano da deterrente per la flotta di alto mare nonché l’inottemperanza delle norme internazionali e regionali nel settore ittico. Di conseguenza, la Commissione prospetta un divieto di importazione nell’Ue dei prodotti della pesca catturati da pescherecci dello Sri Lanka. Per non compromettere gli accordi commerciali in corso, l’insieme delle misure commerciali entrerà in vigore a metà gennaio 2015, ossia tre mesi dopo la pubblicazione della decisione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea. Progressi confermati per il Belize, le Figi, Panama, il Togo e Vanuatu Oggi la Commissione ha proposto anche di rimuovere il Belize dall’elenco dei paesi terzi non cooperanti nella lotta contro la pesca illegale e di far cessare le misure commerciali adottate nei confronti del paese a marzo 2014. Il Belize ha dimostrato il proprio impegno a riformare il suo quadro giuridico e ad adottare una nuova serie di norme in materia di ispezione, controllo e monitoraggio di natanti. Il Consiglio prenderà una decisione in merito. Analogamente, la Commissione ha annunciato la cessazione delle misure nei confronti del Belize, delle Figi, di Panama, del Togo e di Vanuatu, tutti oggetto di un avvertimento ufficiale nel novembre 2012. Questi paesi hanno adottato misure concrete per affrontare le carenze riscontrate e hanno dato prova di impegno per completare le riforme strutturali contro la pesca illegale. La Commissione ha prorogato fino al gennaio 2015 la cooperazione con la Corea, Curaçao e il Ghana. Nonostante alcuni progressi compiuti da questi paesi, cui sono stati rivolti avvertimenti ufficiali nel novembre 2013, i cambiamenti richiesti richiederanno ancora tempo. La Commissaria Damanaki ha dichiarato: “I miglioramenti conseguiti dal Belize nel sistema di controllo della pesca nazionale in seguito al “cartellino rosso” testimoniano l’efficacia della lotta dell’Ue contro la pesca illegale. La cooperazione formale con l’Ue ha aiutato il paese a progredire verso una pesca sostenibile. Lo stesso vale per il Belize, le Figi, Panama, il Togo e Vanuatu. L’approccio positivo di questi paesi dovrebbe fungere da esempio per altri paesi in situazioni analoghe.”  
   
   
DALLE ARANCE AL TESSUTO: L’ORIGINALE IMPRESA DI ORANGE FIBER  
 
“Il nostro sogno è che da oggi, ogni volta che berrete una spremuta, penserete che ci sono due matte che cercano di trasformare lo scarto dell’arancia in un tessuto sostenibile per consumatori consapevoli”. Parola di Enrica Arena e Adriana Santanocito, le due giovani catanesi che hanno dato vita ad Orange Fiber, la startup insediata nell’incubatore d’impresa di Trentino Sviluppo che trasforma le bucce di arance e agrumi in tessuti. Martedì 14 ottobre, nell’iPoint dentro il Bic di Rovereto, le ragazze hanno presentato il primo prototipo di tessuto ottenuto unendo un filato di acetato ricavato da agrumi e seta. “In Trentino faremo ricerca e proveremo ad applicare il progetto anche alle mele”, annunciano le due startupper siciliane. “Ad appena 10 mesi dall’inaugurazione gli spazi di preincubazione hanno ospitato 13 progetti, 8 dei quali si sono già trasformati in impresa; 700 le ore di tutoraggio messe in campo da Trentino Sviluppo. L’avventura di Adriana Santanocito ed Enrica Arena è iniziata sui banchi dell’università: “Ci abbiamo pensato per la prima volta due anni fa, a Milano – raccontano - stavamo ultimando i nostri studi, condividevamo un appartamento e anche le nostre aspettative sul futuro”. Adriana voleva diventare una fashion designer specializzata in tessile, Enrica voleva un lavoro che avesse a che fare con l’imprenditoria sociale. Entrambe con un occhio alla sostenibilità. “Tra un’ipotesi e l’altra, l’idea: e se potessimo utilizzare gli agrumi per creare un tessuto sostenibile e vitaminico?” All’inizio, le ragazze hanno pensato di utilizzare il surplus di produzione: “Sapevamo che il 25% della produzione totale viene buttato o neanche raccolto – spiegano - ma studiando e approfondendo abbiamo scoperto che in Italia, ogni anno, vengono prodotte più di 700 mila tonnellate di scarti industriali da lavorazione di agrumi”. Così sono partite dai resti delle arance. Adriana ha iniziato a studiare i processi di trasformazione delle biomasse in tessuti per la sua tesi di laurea e ha sviluppato un’ipotesi di fattibilità che ha poi verificato e brevettato insieme al Politecnico di Milano. Nel frattempo le due ragazze hanno anche sviluppato un processo per arricchire il tessuto con oli essenziali naturali che rilasciano vitamina C sulla pelle di chi lo indossa. L’impresa - L’idea originale è piaciuta ed ha ricevuto diversi premi, riuscendo a entrare in percorsi di incubazione ed accelerazione di startup. È stata scelta tra le migliori 10 idee imprenditoriali sostenibili da sviluppare in vista di Expo2015 e in questi giorni si è classificata al terzo posto come miglior startup italiana ai Macchianera Awards. Alla fine l’idea di Enrica e Adriana si è concretizzata grazie a Trentino Sviluppo ed in particolare al programma Seed Money-fesr co-finanziato da Provincia, Stato ed Unione Europea, finalizzato all’avviamento di aziende innovative. A febbraio 2014 è nata l’impresa, con una sede in Sicilia, dove subito dopo la spremitura degli agrumi viene estratta la cellulosa, ed una a Rovereto. La filatura viene fatta in Spagna, mentre la tessitura del prototipo è stata effettuata a Como. Dalle Arance…alle Mele! “Dopo il prototipo, vogliamo andare in produzione entro gennaio e parallelamente, continuare con attività di ricerca e sviluppo”, confessano Enrica e Adriana. “Il Trentino è la sede adatta a questo, puntiamo a collaborare con i laboratori di biotecnologie dell’Università. Vogliamo lavorare sui principi attivi da abbinare al nostro tessuto, anche grazie alle nanotecnologie. Al tempo stesso vogliamo utilizzare nuove matrici organiche per la creazione di tessuti, ad esempio le mele”. Le due ragazze, è proprio il caso di dirlo, hanno stoffa. Al momento stanno incontrando numerosi brand di moda interessati al tessuto e lavorano assiduamente al loro progetto per Expo 2015: “Sogniamo che l’idea di trasformare gli scarti in prodotti innovativi, oltre a portare lavoro, contribuisca al rilancio del Made in Italy”. Ipoint, Neanche Un Anno Ma Numeri Da “Grande” - A 10 mesi dall’avvio, sono infatti stati inaugurati il 5 dicembre 2013, gli spazi di preincubazione dentro il Bic di Rovereto, denominati iPoint, stanno dando una certa soddisfazione a Trentino Sviluppo. Lo hanno sottolineato Filippo Manfredi e Renata Diazzi, rispettivamente a capo della Direzione Attività Economiche e dell’Area Bic e Nuove Imprese di Trentino Sviluppo, dando anche dei numeri. In meno di un anno sono 13 i progetti d’impresa ospitati, 25 le persone coinvolte, con un’età media di 33 anni, in maggioranza maschi (68%) ma con un’importante presenza femminile (32%); 8 progetti, pari al 62% di tutti quelli transitati dall’iPoint, sono già diventati a tutti gli effetti un’impresa (5 Srl, 2 Srls, 1 ditta individuale). “Risultato reso possibile - ha spiegato Filippo Manfredi - grazie alle circa 700 ore di tutoring e mentoring messe in campo da Trentino Sviluppo per aiutare gli startupper a mettere a fuoco la propria idea imprenditoriale soprattutto dal punto di vista della sostenibilità economico-finanziaria e delle possibili partnership con enti di ricerca presenti sul territorio”. Sono 8 i progetti d’impresa attualmente ospitati nell’’iPoint: Libon, che offre soluzioni hardware e software per lo sport, Intexe, che punta a realizzare progetti formativi in una logica collaborativa e partecipativa, Arianna Point, la piattaforma di couponing, Parco Progetti, il sistema gestionale per le anagrafiche tecniche degli edifici, Medistart, il software per la vigilanza farmaceutica, Boohook, il social network culturale centrato sul libro, Skipassgo, con il suo innovativo sistema di vendita on-line degli skipass e, appunto, Orange Fiber. Quattro di queste hanno ottenuto il supporto finanziario del fondo Seed Money-fesr, una è stata finanziata nell’ambito del progetto Techpeaks.  
   
   
AGRICOLTURA TRA SEMPLIFICAZIONE, VELOCIZZAZIONE DELLA SPESA E PSR LA REGIONE CERCA DI IMMETTERE SUL MERCATO INGENTI RISORSE E FAVORIRE LA DIFFUSIONE DEI PRODOTTI LUCANI NUOVA LINFA VITALE PER L’AGRICOLTURA.  
 
Il settore primario in Basilicata può generare occupazione e posti di lavoro, mantenendo la coesione sociale e l’identità del territorio. Il Dipartimento regionale alle Politiche Agricole e Forestali ha lavorato, in questo scorcio di legislatura, puntando principalmente su tre obiettivi: velocizzare la spesa del Programma di sviluppo rurale 2007-2013 alle ultime battute, incentivare le organizzazioni dei produttori e preparare i primi bandi del nuovo Psr che porta in dote all’agricoltura lucana risorse pari a 680 milioni di euro. Sono queste le priorità sottolineate dall’assessore Michele Ottati e dal dirigente generale del Dipartimento, Giovanni Oliva, che oggi, insieme ai dirigenti degli uffici agricoli Fernanda Cariati, Giuseppe Eligiato, Ermanno Pennacchio e Rocco Vittorio Restaino. Hanno incontrato i giornalisti per spiegare le attività svolte, ma soprattutto quelle da mettere subito in campo. L’appuntamento con la stampa segue le riunioni operative tenute dal presidente Pittella nei vari dipartimenti regionali per stabilire le priorità e le modalità di lavoro e ne rende noti i contenuti. L’assessore Ottati ha rimarcato come in questi mesi siano stati fatti molti passi in avanti per “sburocratizzare la macchina amministrativa”. Si è trattato di un passaggio fondamentale, utile per dare risposte veloci al mondo agricolo, non perdere tempo prezioso in procedimenti farraginosi e mettere in moto gli investimenti in agricoltura. Il piano di sviluppo rurale, sia quello attuale che la programmazione futura, sono al centro dell’attività del Dipartimento “in una visione generale – ha sottolineato il direttore Oliva – che recepisce le istanze delle imprese e del territorio e le trasforma in azioni concrete e possibili”. Per ciò che concerne il Psr 2007-2013, grazie a un’intensa interlocuzione e all’invio di un dossier dettagliato ai servizi della Commissione europea, si è riusciti ad evitare il disimpegno automatico di 6 milioni e 700 mila euro per le difficoltà incontrate dalle aziende, colpite dal susseguirsi di eventi calamitosi, ad effettuare gli investimenti. Si sta, inoltre, lavorando al raggiungimento del target di spesa annuale attraverso il completamento della rendicontazione di 57 milioni di euro. Per velocizzare la spesa e semplificare le procedure, è stato dato il via libera a nuovi strumenti, tra cui l’approvazione di bandi e lo scorrimento di graduatorie con determinazione dirigenziale e il ricorso all’overbooking finanziario. Così si è riusciti a finanziare altri 60 progetti di investimento presentati dai giovani agricoltori, rimettendo in circolo 10 milioni di euro per l’ammodernamento e l’innovazione tecnologica delle aziende. E, ancora, un’accelerazione alle istruttorie pendenti, caratterizzate da particolari criticità ha consentito di sbloccare progetti di investimento per altri 10,3 milioni di euro. Favoriti anche i progetti delle pubbliche amministrazioni destinatarie dei bandi, con una procedura che permette l’abbattimento dell’Iva per gli obiettivi da realizzare. Quanto al prossimo Psr, si è riusciti a presentare nei termini il documento programmatico alla Commissione europea, che dovrebbe rispondere in breve tempo. I primi bandi potrebbero essere pronti già a febbraio 2015. Diverse sono le iniziative per valorizzare i prodotti lucani, in particolare l’olio e il vino, rafforzando il ruolo dell’Enoteca regionale. Ma è importante intervenire anche sulla commercializzazione, iniziando dai cosiddetti “esercizi di prossimità” e dagli agriturismi, in cui si dovrà giungere a consumare e vendere solo ciò che è coltivato in azienda. “Stiamo cercando – ha detto ancora l’assessore - di immettere sul mercato parecchi milioni di euro per favorire l’agricoltura e nello stesso tempo fare in modo che si produca e che si vendano prodotti lucani anche in Basilicata”. In questo senso, è decisivo poter organizzare i produttori, che sono alla base della futura Politica agricola comunitaria, in quanto “senza organizzazioni di produttori – ha rimarcato Ottati - non c’è filiera e non c’è prodotto di qualità”. L’assessore, in conclusione, ha evidenziato le altre questioni decisive per rilanciare l’agricoltura. Tra queste, quella dell’accesso al credito per le imprese agricole.  
   
   
PER I GAC ITALIANI RIUNITI A PIZZO CALABRO FINO AD OGGI LA REGIONE È UN ESEMPIO PER LE ALTRE REGIONI EUROPEE, GRAZIE AL PROGETTO DI COOPERAZIONE TRANSNAZIONALE (SHADES)  
 
 Si è conclusa ieri a Pizzo Calabro la prima giornata di lavori del 3° Seminario dei Gruppi di Azione Costiera italiani, che si concluderà oggi, promosso dal Dipartimento regionale “Agricoltura” ed organizzato dal Consorzio “Unimar”. Nel corso del Convegno - è stato evidenziato nella conferenza stampa svoltasi a margine - si sono confrontati esperti del settore e rappresentanti dei Gruppi di Azione Costiera (Gac), provenienti da tutta Italia, al fine di valutare lo stato dell’arte delle azioni messe in campo da ciascun Gac italiano nell’ambito dell’Asse 4 del Fondo Europeo per la Pesca (Fep). Valutazioni positive sono giunte dalla rete europea delle zone di pesca (Farnet), secondo cui l’Italia è spesso considerata un esempio per gli altri Paesi, soprattutto rispetto al progetto Shades (Approcci sostenibili ed olistici allo sviluppo nelle zone costiere europee), che è stato presentato nel corso del Seminario. Un progetto che la Regione ha voluto sostenere con determinazione e che promuove la cooperazione, avvia uno scambio di know-how e crea sinergie necessarie alla realizzazione di azioni comuni utili alle zone di pesca. In tale progetto sono coinvolti anche i Gac spagnoli, polacchi e lituani. Il primo incontro di cooperazione si è svolto nel settembre scorso in Spagna ed è stato utile per mettere a confronto le strategie di sviluppo integrato delle zone costiere dei partner. Nel lungo periodo, il progetto permetterà ai territori costieri di acquisire nuove idee e metodologie per sperimentare nuove soluzioni e metodi, condividere competenze e risorse, facilitare la conoscenza reciproca e la circolazione delle informazioni, ottenendo quindi benefici materiali ed immateriali dalla diffusione di buone prassi e di suggerimenti per i decisori pubblici. Grande plauso per la Calabria, dagli altri Gac italiani presenti al Seminario, che ha richiamato numerose delegazioni provenienti dalle diverse regioni italiane, oltre che operatori ed esperti del settore che hanno discusso sulle misure dell’Asse 4 del Fep ed in particolare sulla diversificazione delle attività di pescaturimo e ittiturismo. “È sicuramente alta la nostra soddisfazione – ha dichiarato Michele Trematerra, Assessore Regionale all’Agricoltura – perchè è importante per la Calabria rafforzare i processi di sviluppo locale sostenibile, intraprendendo un percorso di cooperazione assieme ad altri Gac europei che hanno simili problematiche.” “Stiamo lavorando - ha proseguito il Dirigente Generale del Dipartimento Giuseppe Zimbalatti -per promuovere la qualità dell’ambiente costiero e miriamo, allo stesso tempo, alla definizione di una strategia integrata per la tutela e la valorizzazione delle emergenze e le peculiarità di tutta la costa calabrese”.  
   
   
PRODUTTORI, IMPRESE, ARTIGIANI E ECCELLENZE TERRITORIALI TROVANO UNO SPAZIO DEDICATO NEL PADIGLIONE DELLA SOCIETÀ CIVILE EXPO 2015  
 
Sarà il luogo di incontro a Expo Milano 2015 tra la produzione sostenibile e il consumo consapevole. Uno spazio dedicato ai produttori agricoli, agli artigiani, alle imprese responsabili, alle cooperative, alle attività commerciali e ai territori che promuovono prodotti e servizi attenti alla qualità, all’ambiente, alle tradizioni e ai diritti dell’uomo e che sottoscriveranno una auto-certificazione etica. Il Mercato del Padiglione Società Civile - Cascina Triulza vuole essere una vera porta di accesso a Expo per tutti questi operatori, anche quelli di piccole e medie dimensioni, offrendo concrete occasioni di partecipazione. Fondazione Triulza ha appena pubblicato la Call con le specifiche per poter essere presenti nel Mercato del Padiglione Società Civile di Expo Milano 2015, struttura di circa di 700 mq di superficie che sarà suddivisa in isole di metrature diverse (dai 4 ai 12 mq) opzionabili a moduli settimanali o per l’intera durata dell’Esposizione Universale. Il costo degli spazi oscillerà tra i 95 euro al mq/giorno per chi rimarrà una sola settimana ai 65 euro al mq/giorno, costo massimo, per chi sarà presente i sei mesi dell’Esposizione Universale. Territori, reti di produttori, di cooperative e di imprese potranno opzionare degli spazi per dare la possibilità ai propri operatori di condividere e turnare in un’isola a loro dedicata. Le specifiche della call possono essere scaricate al link: http://www.Fondazionetriulza.org/call-mercato/ “Il mercato sarà uno dei punti nevralgici del Padiglione della Società Civile ed è stato ideato per diventare un vero spazio di incontro fra piccoli, medi e grandi produttori nazionali ed internazionali dell’economia sostenibile e un pubblico internazionale in cui sarà dunque possibile non solo vendere prodotti tipici dei territori di origine, ma anche instaurare un rapporto di scambio e di condivisione di esperienze”, spiega Chiara Pennasi, Direttore del Padiglione. “Il Mercato di Cascina Triulza rappresenta una vera opportunità per le nostre eccellenze produttive e territoriali, non solo dal punto di vista economico e commerciale, ma anche culturale, in quanto servirà a promuovere le produzioni locali, le filiere corte, l’artigianato e il consumo responsabile”, sottolinea Pennasi. Il mercato sarà allestito nell’ex granaio di Cascina Triulza, un edificio aperto ma coperto progettato come un grande mercato di strada. Lo spazio sarà organizzato per fasce trasversali che individuano percorsi multipli per accogliere il pubblico dal Decumano e accompagnarlo direttamente dentro del Padiglione della Società Civile. Altri elementi caratterizzanti del grande mercato di Cascina Triulza saranno la sua accessibilità - le isole sono state progettate per garantire la reale accessibilità di tutti i visitatori, con particolare attenzione ai disabili fisici e sensoriali - e il legame delle attività svolte al programma culturale del Padiglione: la presenza delle imprese nell’area mercato di Cascina Triulza sarà un’opportunità per ragionare sul valore condiviso, uno dei temi del Padiglione della Società Civile.  
   
   
CONTRAFFAZIONE IN LOMBARDIA: RAFFORZARE SISTEMA DELLE DOP  
 
Milano - "Il sistema di tutela delle denominazioni d´origine deve essere preservato e rafforzato. Perché il consumatore deve avere diritto di sapere la provenienza di un prodotto e non solo dove viene trasformato. Regione Lombardia è partita prima di altre nella lotta alla contraffazione alimentare e all´Italian sounding, temi su cui caratterizzeremo la nostra azione politica, fulcro del dibattito politico a Expo 2015". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, intervenendo al Salone internazionale della Ricerca, Innovazione e Sicurezza Alimentare a Milano. Tracciabilita´ Essenziale - "Il nostro - ha spiegato Fava - è un paese fatto sia di produttori che di trasformatori. Dobbiamo intenderci però, se siamo più un paese di produttori o di trasformatori: c´è chi sostiene che diventa ´made in Italy´ un prodotto non italiano che arriva qui e viene trasformato. Io non la penso così. Il sistema delle Dop, invece, in particolare quello dei formaggi a pasta, dura va garantito, così come vanno garantite originalità della materia prima e della filiera. C´è una battaglia enorme su questo tema, a livello europeo, in particolare sulla tracciabilità". Insistere A Difesa Delle Nostre Produzioni - Regione Lombardia, ricordava l´assessore lombardo, ha caratterizzato l´azione politica dal suo avvio di legislatura sui temi della lotta alla contraffazione alimentare e dell´Italian sounding. "Più che di contraffazione - ha rilevato Fava - da noi i fenomeni riguardano maggiormente l´utilizzo improprio di richiami al ´made in Italy´ piuttosto che l´usurpazione di marchi, quindi parlerei più di Italian sounding che di contraffazione. Esportiamo oltre 5 miliardi di euro di prodotti agroalimentari nel mondo l´anno, siamo il principale esportatore italiano di made in Italy alimentare. A noi interessa difendere questi numeri e continueremo questa battaglia nell´interesse dell´economia lombarda". Garanzie Per Il Consumatore - Per quanto riguarda la qualità delle carni suine, "non c´è un meccanismo che ne tuteli il percorso fino in fondo, in particolare sulla filiera del prosciutto. Diverso è il discorso del grana padano, dove c´è un sistema, con il disciplinare, che garantisce la provenienza del prodotto, e questo va a favorire il consumatore, anche se non mette a riparo il prodotto dai rischi di mercato. Se non accade è perché ci sono interessi diversi, e il consumatore non deve sapere". Italian Sounding, Una Sfida Per Crescere - "Abbiamo una miniera d´oro rappresentata dalle nostre produzioni e puntiamo a insistere sul carattere ´politico´ dell´evento Expo - ha ribadito nuovamente Fava -. Puntiamo a fare passi avanti negli accordi bilaterali per garantire i consumatori contro i meccanismi della contraffazione che tolgono reddito alle imprese e occupazione potenziale. Nel frattempo stiamo insistendo in sede europea nella direzione della tutela e della riconoscibilità dei prodotti. Se riusciamo a esportare 30 miliardi di made in Italy e nel mondo si consumano merci per il doppio del valore, vuol dire che abbiamo un potenziale di crescita enorme. Quali altri comparti possono vantare un simile margine di crescita?". Lombardia Fulcro Dibattito Su Agroalimentare - Obbligatorio, dunque, "tutelare la filiera agroalimentare italiana e quella lombarda in particolare - ha detto Fava - , è qui che si gioca la partita del comparto a livello nazionale, per questo vogliamo tenere qui il dibattito ed estenderlo il più possibile al mondo. Expo 2015, in tal senso, sarà baricentro di un confronto non più rinviabile, mai più avremo occasioni di interlocuzioni così ampie con tante rappresentanze, delegazioni che hanno titolo per prendere decisioni e assumere paternità in tema di accordi internazionali. Diremo loro che il nostro sistema di protezione di tutela e promozione dei nostri prodotti è unico al mondo". Piu´ Valore Alla Qualita´ - Fava ha ricordato che "nel 2013 l´Italia ha superato la Francia per la prima volta in termini di export di vino, con la Lombardia che ha registrato una crescita a due cifre, 11% in più. Noi esportiamo circa un miliardo di euro di controvalore, la metà della Francia. Perché loro hanno saputo tutelare il loro prodotto e sono partiti prima, 100 anni prima, con le denominazioni d´origine". Allora vale la pena tutelare origine dei prodotti? "A parità di condizioni e prezzo, certamente - ha sottolineato l´assessore - . La qualità in giro per il mondo è riconoscibile, noi non possiamo rinunciare a un sistema che nel lungo periodo ci vedrà premiati. Se facciamo un passo indietro su questo versante quello che commetteremo sarà un errore grave e imperdonabile".  
   
   
SEMPLIFICATO IL SISTEMA DI VERIFICA DEI REQUISITI PER EDIFICABILITÀ IN ZONA RURALE. MANZATO: ALTRO TASSELLO DELLA SBUROCRATIZZAZIONE AGRICOLA  
 
Venezia -  E’ stato sostanzialmente semplificato il sistema di verifica e accertamento dei requisiti di legge per gli interventi di edificabilità in zona rurale. La Giunta veneta ha infatti stabilito che i Centri di Assistenza Agricoli (Caa) appositamente accreditati potranno svolgere accertamenti “non discrezionali”, cioè con validità legale, relativi alla completezza e regolarità della documentazione relativa al possesso dei requisiti di fatto e di diritto riguardanti l’azienda agricola che chiede l’approvazione del Piano aziendale e, conseguentemente, il rilascio dell’autorizzazione a costruire. “Si tratta di un ulteriore ma non secondario tassello – sottolinea l’assessore Franco Manzato che ha proposto il provvedimento – che non allenta i controlli sostanziali e che aggiungiamo al lavoro di sburocratizzazione in agricoltura, dove la burocrazia per certi aspetti, e purtroppo, sembra rigenerarsi come l’Idra di Lerna e, come questa, “avvelena” l’operatività e la stessa redditività delle aziende”. Prima del provvedimento regionale, in sostanza, qualora gli uffici di Avepa avessero riscontrato una carenza o una irregolarità nella documentazione presentata, veniva richiesta una integrazione all’imprenditore, poi si procedeva alla riverifica del tutto, con il rischio di allungare l’istruttoria anche oltre la conclusione del procedimento finalizzato al rilascio dell’autorizzazione a costruire in zona agricola. Ora invece i Caa accreditati potranno svolgere gli accertamenti non discrezionali sulla completezza documentale e sulla sussistenza dei requisiti relativi all’accertamento: dell’iscrizione all’anagrafe regionale; dell’occupazione di almeno una unità lavorativa a tempo pieno; della corretta classificazione altimetrica dell’azienda; della correttezza del calcolo della redditività minima nelle “situazioni ordinarie”; della correttezza della superficie aziendale da sottoporre a vincolo; della veridicità e congruità della dichiarazione riguardante la preesistenza di case di abitazione in proprietà o altro diritto reale. In presenza dell’attestazione sottoscritta dal Caa accreditato, gli uffici Avepa escluderanno dalla propria attività istruttoria quanto già verificato, accertato e attestato dal Caa stesso, fatti salvi i controlli a campione.  
   
   
LOMBARDIA: GOVERNO DIFENDA AGRICOLTURA CONTRO TAGLIO RISORSE UE  
 
Milano - "Se il governo italiano voleva individuare un modo perché il mondo agricolo si accorgesse che fino a dicembre la guida del semestre è di Renzi e la sua truppa, non c´è dubbio che ci siano riusciti. Ma ora gradirei sentire un secco no e vedere una battaglia convinta contro la scellerata proposta della Commissione Ue di prelevare 448,5 milioni di euro dal bilancio agricolo per la gestione della Pac 2015 per destinarli ad altre politiche comunitarie. L´agricoltura europea non merita di subire una simile rapina, a maggior ragione perché sta pagando più di altri comparti le decisioni folli di sanzionare la Russia". Lo dice Gianni Fava, assessore all´Agricoltura della Lombardia, rivolgendosi all´Unione europea e alla presidenza italiana del semestre europeo in fase di svolgimento. Meno 450 Milioni Da Bruxelles Ipotesi Scellerata - "Non sappiamo come sostenere il comparto agricolo - prosegue Fava - e scontiamo difficoltà rilevanti sul piano della tutela dei prodotti agroalimentari a marchio, del commercio intercontinentale, senza dimenticare che l´embargo russo sta mettendo in ginocchio l´ortofrutta e il lattiero caseario, settori per i quali le risorse finanziarie predisposte dall´Ue e dall´Italia sono insufficienti, e Bruxelles avanza l´ipotesi di rapinare l´agricoltura di quasi 450 milioni di euro?". "Dal premier Renzi e il ministro delle Politiche agricole Martina non mi attendo annunci o proclami - conclude Fava - ma un risultato concreto, visto che un simile taglio andrebbe ad aggiungersi alla mancanza di 1 miliardo di euro necessario a far fronte ai pagamenti dei fondi strutturali per lo sviluppo rurale".  
   
   
BOLZANO: AIUTI AGLI AGRICOLTORI DANNEGGIATI DALLA PIOGGIA  
 
Una delle estati più piovose degli ultimi decenni ha provocato seri danni al settore agicolo. "Le precipitazioni – ha spiegato il presidente Arno Kompatscher – hanno reso impossibile, soprattutto nei prati in alta quota, le operazioni di sfalcio e di essiccamento del fieno. Per questo motivo sono stati previsti dei risarcimenti pari a 150 euro per ogni ettaro". I meteorologi l´hanno descritta come una delle estati peggiori degli ultimi decenni per quanto riguarda non solo le temperature, ma anche le precipitazioni. Gli effetti sull´agricoltura, ovviamente, non si sono fatti attendere, e non riguardano solamente la raccolta di frutta e la vendemmia. I prati, infatti, sono risultati troppo umidi per poter essere sfalciati e poter così garantire la produzione di fieno, e oggi (14 ottobre) la Giunta provinciale ha deciso di venire in soccorso degli agricoltori danneggiati. "Abbiamo previsto dei risarcimenti per tutti i prati situati ad un´altitudine superiore ai 1.500 metri di quota - ha annunciato il presidente Kompatscher - che riguarderanno anche quelli situati tra quota 1.000 e quota 1.500 metri, ma a patto che la pendenza sia superiore al 40%". Dato che il contributo provinciale vuole sostenere gli agricoltori che, a causa della mancanza di fieno, sono dovuti ricorrere all´acquisto di altri mangimi, è prevista un´altra condizione per accedere al sistema. "Riceveranno i contributi solo coloro che allevano bestiame nel proprio maso - ha aggiunto Arno Kompatscher - e il risarcimento sarà nell´ordine dei 150 euro per ettaro, con un contributo minimo di 300 e un tetto massimo di 1.500 euro. In totale stimiamo che i contributi si attesteranno attorno ai 3 milioni". Gli aiuti verranno finanziati da un trasferimento di fondi all´interno del settore agricolo, in maniera particolare con il blocco sino alla fine del 2017 dei contributi ai consorzi di bonifica e miglioramento fondiario per la realizzazione di impianti di irrigazione per frutteti. "Saranno naturalmente portate a termine - ha concluso Kompatscher - le pratiche già avviate presso gli uffici provinciali".  
   
   
GIORNATA MONDIALE ALIMENTAZIONE: PROVINCIA BOLZANO SOSTIENE PROGETTI NEL MONDO  
 
In occasione della Giornata mondiale dell´alimentazione, la Provincia richiama l´attenzione sui molti progetti avviati nel quadro della cooperazione internazionale allo sviluppo: sia sottoforma di sostegno a organizzazioni altoatesine che con l´attuazione diretta di programmi ad esempio in Tanzania, Burkina Faso, Uganda, Ecuador, Filippine. Anche se negli ultimi 10 anni secondo la Fao il numero è sceso di 100 milioni, ci sono nel mondo ancora 805 milioni di persone cronicamente denutrite, circa un nono della popolazione mondiale. La maggior parte in Asia (526 milioni), ma nell´Africa sub sahariana uno su quattro patisce la fame. Secondo l´Unicef, ogni anno muoiono per denutrizione circa 3,1 milioni di bambini. Uno degli obiettivi principali della Provincia sin dal 1991, quando ha avviato una puntuale attività di cooperazione internazionale allo sviluppo, è sempre stata la riduzione della povertà attraverso il sostegno a programmi capaci di garantire la sicurezza alimentare ai piccoli agricoltori. In occasione della Giornata mondiale dell´alimentazione, la Provincia sottolinea che attualmente sono in corso, in collaborazione con partner locali, programmi pluriennali in alcune regioni di Uganda, Tanzania e Burkina Faso che puntano a migliorare il settore agricolo. Gli obiettivi sono la diversificazione e l´aumento della produzione e la tutela delle sementi tradizionali. La creazione di cooperative locali favorisce inoltre un migliore accesso al mercato. Di recente si è concluso con successo un analogo progetto in Ecuador in collaborazione con il Fepp (Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio) che ha permesso la fondazione di cosiddetti Sipas (sistemi integrali per una produzione agricola sostenibile) che ha coinvolto le famiglie locali e ha contribuito a rafforzare un sistema commerciale alternativo e più equo. Il binomio agricoltura-alimentazione ha visto invece la figura femminile al centro del progetto finanziato quest´anno dalla Provincia in Cambogia e che punta a creare una banca del riso a tutela della varietà di tale pianta. Destinatari dell´iniziativa sono 320 produttori, di cui appunto il 65% donne, che provvedono al sostentamento della propria famiglia. Con il sostegno della Provincia prosegue da oltre vent´anni anche l´impegno di Ctm Altromercato sull´isola Panay nelle Filippine per assicurare ai piccoli coltivatori locali condizioni eque di accesso al commercio. Un progetto avviato nel 2013 intende migliorare gli standard qualitativi nella catena di produzione dello zucchero attivata dai soci della cooperativa Pftc - Panay Fair Trade Center sull´isola, al lavoro in condizioni estremamente difficili e soggetti ad intimidazioni e aggressioni nella loro lotta per ottenere prezzi più equi.  
   
   
EXPO´ 2015: OCCASIONE CHE AZIENDE FVG SAPRANNO COGLIERE  
 
Zoppola - "La Regione è fortemente interessate alle potenzialità di promozione che sono innegabilmente insite in Expo´ 2015". Lo ha ribadito il vicepresidente della Regione e Assessore alle Attività produttive, Sergio Bolzonello, intervenendo a Zoppola al dibattito "Impresa e internazionalizzazione: verso Expò 2015", svoltosi nell´ambito della serie di incontri "Il design è presente", nella sede del Gruppo Bonomi Pattini, alla presenza del sottosegretario all´Expò 2015 della Regione Lombardia, Fabrizio Sala. Bolzonello ha condiviso con il sottosegretario la riflessione sul rischio che l´intero sistema Paese stia in parte sottovalutando le enormi possibilità di promozione e comunicazione che sono insite nell´Expò, evento che non sarà certamente ripetuto in Italia per i prossimi decenni. Secondo il vicepresidente, servono infatti strategie più efficaci per trattenere il più a lungo possibile sul territorio italiano gli innumerevoli turisti - secondo alcune stime circa 15 milioni - che convergeranno per l´occasione nel nostro Paese. La ricetta vincente che la Regione Friuli Venezia Giulia ha individuato nell´occasione di questa vetrina globale, è quella della promozione e della valorizzazione delle eccellenze. Ad esempio, a partire dalla viticoltura sarà illustrata l´intera filiera enologica, dai vini fino ad arrivare ai distillati, e sarà coinvolta la realtà di produzione delle barbatelle di Rauscedo, leader in Europa. Assieme a essa anche le grandi Dop Fvg del San Daniele e del Montasio, nonchè la filiera foresta-legno. Expò 2015, dunque, come occasione da cogliere per perseguire il cammino della ripresa e dello sviluppo: un´occasione, che, ha concluso Bolzonello, le aziende regionali sapranno certamente cogliere in modo opportuno.  
   
   
ROMA, AGROALIMENTARE. E. MARINO: “FORTE IMPEGNO PER AGRICOLTURA SOSTENIBILE”  
 
“Questa Amministrazione è fortemente impegnata a dare il suo contributo per una strategia mondiale che abbia la sicurezza alimentare e l’agricoltura sostenibile tra le sue priorità. Non è un caso che il sindaco abbia deciso di assegnare una delega specifica all’Agroalimentare nella Giunta capitolina”. Lo dichiara l’assessore all’Ambiente, Agroalimentare e Rifiuti di Roma Capitale, Estella Marino, intervenendo al seminario ‘Il ruolo cruciale dell’agricoltura familiare: dal seme al cibo, nutrire il mondo preservando il pianeta’, organizzato dal Ministero degli Affari Esteri, in occasione della ‘Giornata mondiale dell’alimentazione’, dedicata all’agricoltura familiare e ai piccoli produttori. “A Roma, comune agricolo più grande d’Europa, si registra la più alta densità di verde urbano tra le grandi capitali europee (3,5%). Un arcipelago verde – aggiunge Marino – che deve essere meglio messo in rete e funzionare a vantaggio della collettività urbana, tenendo sempre al centro i criteri della sostenibilità. In questa ottica l’agricoltura di tipo familiare può dare un nuovo supporto anche alle economie locali. Roma Capitale ha avviato un programma ‘Roma città da coltivare’ che prevede politiche di rilancio del settore agroalimentare, partendo dal basso. In questa direzione va il primo bando per l’assegnazione di ‘Terre ai giovani agricoltori’ e l’impegno legato agli ‘Orti urbani’, per promuovere la biodiversità autoctona. Questo – conclude l’assessore significa anche riconoscere il ruolo dell’agricoltura locale come strumento fi inclusione sociale”.  
   
   
ECORISTORAZIONE TRENTINO, APPROVATE LE NUOVE AZIONI PER LA RISTORAZIONE SOSTENIBILE MENÙ VEGETARIANO, PIÙ ACQUA DEL RUBINETTO E ALIMENTI LOCALI, MOBILITÀ SOSTENIBILE E MOLTO ALTRO: LE NOVITÀ DEL NUOVO DISCIPLINARE  
 
Il Tavolo di Lavoro del progetto provinciale Ecoristorazione Trentino, coordinato dalla Provincia autonoma di Trento e partecipato dai principali attori del settore ristorativo trentino, ha disposto la prima revisione del disciplinare approvato nel 2012. Il nuovo disciplinare, che sarà applicato dal 1 maggio 2015, risulta più completo, più stringente, più bilanciato e più meritocratico. Ecco di seguito i principali cambiamenti migliorativi: più completo: le azioni passano da 26 a 38, grazie a queste 12 nuove azioni: alimenti locali; alimenti di lontana provenienza; menù vegetariano; prodotti da lotta alle mafie; acqua da bere plus; mini-porzioni; detersivi a ridotto imballaggio; elevate prestazioni energetiche dell’edificio; mobilità sostenibile; prodotti non alimentari naturali; formazione; dati ambientali. Più stringente: le azioni obbligatorie passano da 7 a 9 (da facoltativo, diventa obbligatorio eliminare i monouso e promuovere l’asporto del cibo non consumato); il punteggio minimo passa da 18 punti (su 50) a 24 (su 74); più bilanciato: aumenta significativamente l’importanza delle sezioni: “Alimenti e bevande” (da 4 azioni a 8, da 6 punti a 15). “Informazione, comunicazione, educazione ambientale” (da 3 azioni a 5, da 6 punti a 13,5) più meritocratico: s’introduce una suddivisione degli eco-ristoratori in tre categorie (base, avanzato e virtuoso), in base al punteggio conseguito con le azioni facoltative. Il progetto Ecoristorazione Trentino, avviato nel 2011, conta ad oggi 75 eco-ristoratori in possesso del marchio. Per maggiori informazioni sul progetto e sulla revisione del disciplinare, si visiti il sito web istituzionale www.Eco.provincia.tn.it  oppure il blog www.Ecoristorazionetrentino.it  
   
   
PROMOZIONE DEI PRODOTTI AGRICOLI A BASSO IMPATTO AMBIENTALE, MODIFICATA LA LEGGE  
 
Ieri il Consiglio provinciale ha approvato, su proposta della Giunta provinciale, rappresentata dall’assessore Mauro Gilmozzi, una modifica alla legge provinciale in materia di promozione dei prodotti agricoli a basso impatto ambientale, al fine di promuovere ulteriormente le filiere di produzione locale. In particolare, la definizione di “prodotti a basso impatto ambientale” è stata ricondotta a criteri oggettivi, quali il quantitativo di inquinanti prodotto dal trasporto degli alimenti dal luogo di produzione al luogo previsto per il consumo, privilegiando quindi la cosiddetta filiera corta. "Le norme - ha sottolineato l´assessore Gilmozzi - sono state ispirate dal lavoro del tavolo sugli appalti e proposte al Consiglio prima della legge finanziaria, per accelerarne l´entrata in vigore". E’ stato inoltre previsto che nell´affidamento dei servizi di ristorazione collettiva pubblica venga obbligatoriamente valorizzato l’utilizzo di prodotti di qualità certificata, biologici e, in particolare, a basso impatto ambientale, in modo tale da favorire l’utilizzo di prodotti del territorio, tenuto conto che ad oggi, nel programma alimentare vigente, sono previsti obblighi di provvista di quantitativi minimi unicamente per i prodotti biologici e certificati. Tale obiettivo sarà raggiunto anche attraverso capitolati prestazionali standard predisposti dalla Provincia cui dovranno uniformarsi i committenti dei servizi di ristorazione collettiva pubblica. Al fine di dare pronta attuazione alla norma è prevista una clausola di applicabilità immediata legata all’approvazione di un atto deliberativo della Giunta provinciale nelle more dell’adeguamento del programma alimentare vigente. Inoltre, per quanto riguarda le procedure d´appalto, in materia di regolarizzazione delle dichiarazioni presentate per la partecipazione alle gare, è stato recepito nel nostro ordinamento, con alcune significative deroghe, il cosiddetto soccorso istruttorio previsto a livello nazionale. La normativa statale, oggi recepita, prevede che nel caso di mancanza, incompletezza o irregolarità essenziale degli elementi e delle dichiarazioni presentate ai fini della partecipazione alle procedure di gara, l’amministrazione aggiudicatrice deve dare la possibilità al concorrente di regolarizzare o completare le dichiarazioni presentate oppure di presentare quelle mancanti, deve inoltre applicare una sanzione minima. A differenza di quanto previsto dalla normativa statale, in Trentino il pagamento della sanzione amministrativa è escluso nel caso in cui il concorrente regolarizzi le carenze riscontrate entro tre giorni dal ricevimento della richiesta. L’obiettivo di questa modifica è quello di non penalizzare quanti si attivino tempestivamente per la regolarizzazione, non determinando, di conseguenza, alcun ritardo nello svolgimento delle procedure di gara.  
   
   
GOURMARTE: PRODOTTI TERRITORIO LOMBARDO SPOSANO FANTASIA  
 
Milano - "Siamo competitivi quando facciamo vedere come trasformiamo i prodotti, non siamo secondi a nessuno. Se a questo aggiungiamo il tema della grande ristorazione e delle esperienze di ´live cooking´ sempre più enfatizzate dai media televisivi, con gli chef protagonisti, il gioco è fatto". Lo ha detto l´assessore regionale all´Agricoltura Gianni Fava, descrivendo, nel corso della presentazione, cosa è ´Gourmarte´, manifestazione dedicata alle eccellenze gastronomiche lombarde, in programma in Fiera a Bergamo dal 29 novembre al 1° dicembre. Alla presentazione sono intervenuti Filippo Detti, presidente lombardo Associazione Italiana Sommellier, Gian Arturo Rota, presidente del comitato del decennale dalla scomparsa di Luigi Veronelli, Elio Ghisalberti, ideatore della manifestazione, Luigi Trigona, presidente di Turismo Bergamo, e Ivan Rodeschini, presidente di Promoberg. Ospite d´onore, quest´anno a Gourmarte, la Sardegna con le sue prelibatezze. Kermesse Di Livello - "Una rassegna che assomma molte delle questioni che caratterizzano la promozione sul tema dei cibo e del gusto - ha detto Fava - . Una kermesse di qualità, a inviti, in virtù della quale la selezione degli ospiti è mirata a garantire caratteristiche del parterre per rappresentare al meglio le produzioni dei territori. E il riscontro di pubblico è positivo e in aumento, come l´interesse sul tema del gusto in generale". Fiera Del Gusto - "E´ la fiera del buon gusto - ha specificato Fava - , una vocazione portata avanti in maniera positiva e innovativa, anche per l´impostazione del percorso nei tre giorni". Nel corso della presentazione di oggi è stato proposto un assaggio particolare: due preziose bottiglie - Barbaresco e Barolo, entrambe del 1985 - provenienti dalla collezione di Luigi Veronelli, enologo e scrittore, di cui sarà ricordata la scomparsa (29 novembre 2004) il giorno di apertura della kermesse. Esperienza Consolidata - Per il 2014 Gourmarte mantiene e rinsalda i suoi punti di forza: format unico che abbina alla zona degustazione un´area dedicata alla ristorazione; la rigorosa selezione dei prodotti, operata da una commissione di esperti e intenditori guidata dall´ideatore dell´evento, Elio Ghisalberti. Ogni ´artista del gusto´ che espone è stato selezionato per un singolo prodotto, ritenuto eccellenza assoluta per la sua categoria; prodotto che sarà offerto in degustazione in fiera esattamente come viene proposto al ristorante". Prova Generale Verso Expo - "L´evento - ha ricordato l´assessore Fava - si inserisce nel solco di iniziative che ci accompagneranno verso Expo, momento di massima attenzione su alimentazione, modalità della distribuzione del cibo, qualità e miglioramento dello stesso. L´originalità dell´iniziativa sta nel aver scelto quali prodotti saranno presentati, con la simpatica e coinvolgente modalità divulgativa dello ´show cooking´. Il nostro sostegno a questa iniziativa è totale, a dimostrazione dell´interesse che questa manifestazione sappiamo catalizzerà tra pubblico e appassionati. Una modalità che qualifica la promozione del territorio lombardo, in una logica di ´prova generale´ di quella parte di Expo 2015 che sarà dedicata ai temi del cibo".  
   
   
EXPO 2015, IDEE INNOVATIVE E BUONE PRATICHE: 10+10 I PORTABANDIERA DELLA TOSCANA  
 
 Firenze- Sono 10 + 10 le "idee innovative" e le "buone pratiche" che si sono conquistate il ruolo di "portabandiera" della Regione Toscana al prossimo Expo 2015 di Milano. Da tutta la Toscana, aziende, singoli imprenditori, centri di ricerca, università, scuole, associazioni, società coooperative e onlus, consorzi, era giunta una risposta entusiasta alla "call for ideas" lanciata dalla Regione nel maggio scorso con il titolo "Concorso di idee per la presentazione di idee innovative e buone pratiche già sviluppate e operanti in Toscana coerenti con il tema di Expo Milano 2015- Nutrire il pianeta, energia per la vita". "Sono arrivati ben 186 progetti – ricorda l´assessore regionale all´agricoltura, Gianni Salvadori – dai quali è emersa l´inventiva e la volontà innovativa, oltre la grande disponibilità ad investire energie e risorse del mondo agroalimentare toscano nel suo complesso. Da questa mole di materiale, ricco e interessante, un´apposita commissione ha selezionato le 20 migliori proposte, 10 fra le buone pratiche e 10 fra le idee innovative, che porteremo a Milano e che saranno gli alfieri della Toscana, del buon vivere e della grande inventiva e capacità imprenditoriale che ci ha distinto nel mondo e che ci rende orgogliosi della nostra toscanità. Ma oltre queste 20 proposte ce ne sono altre – continua l´assessore – che sono state giudicate meritevoli di pubblicazione e anche queste saranno inserite nel materiale informativo che la Regione prepara per l´Expo e saranno portate non solo a Milano, ma anche nei road show che verranno fatti, in giro per il mondo, per far conoscere l´evento." Alle prime 10 "idee innovative" e alle prime 10 "buone pratiche" andrà anche un premio in denaro dell´importo di 5 mila euro ciascuna. Alle prime 56 "buone pratiche" e alle prime 19 "idee innovative" è stata riconosciuta la pubblicazione nel materiale informativo della Regione. La graduatoria ufficiale sarà allegata ad un decreto dirigenziale che verrà pubblicata sul Burt, il bollettino ufficiale della Regione Toscana, il giorno 22 ottobre 2014. "Desidero ringraziare tutti coloro i quali hanno partecipato – conclude l´assessore – perchè da tutte le proposte sono comunque emerse la volontà innovativa, la fantasia, l´impegno e la volontà di mettersi in gioco di tutti coloro i quali hanno risposto al nostro bando e del settore agroalimentare della Toscana."