Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


LUNEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6
Notiziario Marketpress di Lunedì 19 Gennaio 2015
LA SILICON VALLEY CERCA UNA CURA PER L’INVECCHIAMENTO. UN NUMERO SEMPRE CRESCENTE DI INIZIATIVE IN TUTTO IL MONDO SONO ALLA RICERCA DI UN MODO CHE CI AIUTI AD ALLUNGARE LA NOSTRA VITA E PERSINO A VIVERE PER SEMPRE!  
 
Bruxelles, 19 gennaio 2015 - La ricerca dell’elisir di lunga vita, della fontana della gioventù o della piscina di nettare immortale ha tormentato gli alchimisti e gli scienziati nel corso dei secoli. Possiamo vivere per sempre? Gli imprenditori della Silicon Valley stanno cercando di scoprirlo. The Guardian riferisce questa settimana del manager di hedge fund, Joon Yun, il cui Palo Alto Longevity Prize si propone l´epica impresa di “violare il codice della vita e curare l´invecchiamento”. Finora si sono iscritte 15 equipe di scienziati per vincere il premio del concorso scientifico che ammonta a 850.000 euro (un milione di dollari Usa). Next Big Future riferisce che sarà assegnato un Homeostatic Capacity Prize di 425 000 euro (500 000 dollari Usa) alla prima equipe in grado di dimostrare di poter ripristinare la capacità omeostatica (usando la variabilità del ritmo cardiaco come misurazione surrogata) di un mammifero di riferimento che invecchia rispetto a quello di un giovane adulto. Il Longevity Demonstration Prize di 425.000 euro (500 000 dollari Usa) sarà assegnato alla prima equipe in grado di allungare la durata della vita del suo mammifero di riferimento del 50 % rispetto alla norma accettabile. La dimostrazione deve adottare un approccio che ripristini la capacità omeostatica per aumentare la durata della vita. Secondo Next Big Future, oltre al premio in denaro di un milione di dollari Usa, il Palo Alto Prize sta lavorando anche con alcuni investitori informali, società di investimento di capitale di rischio, aziende che investono in start-up e fondazioni private per permettere alle equipe di avere accesso ad altro capitale durante il concorso. The Guardian osserva che Yun, che è a capo dell’iniziativa, la considera una ricerca morale, piuttosto che personale, e che il premio viene sostenuto da una ragguardevole lista di quasi 50 consulenti, tra i quali ci sono anche scienziati delle principali università americane. Il premio di Yun non è solo nella ricerca per catturare il segreto dell’immortalità. Gli organizzatori la definiscono come “una di un numero sempre crescente di iniziative in tutto il mondo rivolte a questo obiettivo”. Aggiungono anche che “Attraverso il premio, il nostro obiettivo specifico è promuovere le innovazioni che pongono fine all´invecchiamento rispristinando la capacità omeostatica del corpo e promuovendo l’allungamento della durata della vita sana”. Alla corsa per estendere la nostra permanenza sulla Terra partecipa anche l´azienda di Google Calico (California Life Company). La sua missione è riprogrammare la biologia che controlla la durata della vita. Secondo The Guardian, ad aprile 2014 Calico ha assunto Cynthia Kenyon, “una scienziata acclamata per il suo lavoro che ha permesso a degli ascaridi geneticamente modificati di vivere fino a sei volte più a lungo del normale e che ha detto di sognare di applicare le sue scoperte alle persone”. The Guardian inoltre parla della Human Longevity Inc (Hli), che dice di essere impegnata nella costruzione del più completo database dei genotipi e fenotipi umani per contrastare le malattie associate al declino biologico umano causato dall’invecchiamento. Secondo la Hli, userà le sue “competenze principali” – genomica, informatica e terapie a base di cellule staminali – per cambiare il modo in cui si pratica la medicina e promuovere il passaggio a un modello di medicina basato sul genoma. Probabilmente tutti noi vogliamo assicurarci una vita più sana e più confortevole nella vecchiaia, ma vogliamo veramente “curare l’invecchiamento” e vivere per sempre, ed è davvero possibile? Solo il tempo potrà darci una risposta.  
   
   
L’UNIONE EUROPEA IN PRIMA LINEA NELLA RICERCA CONTRO L’EBOLA  
 
Bruxelles, 19 gennaio 2015 L’ue ha agito con determinazione fin dalle prime fasi dell’attuale emergenza Ebola e oggi annuncia i suoi ultimi interventi nel campo della ricerca. Il sostegno alla ricerca è uno dei modi in cui l’Ue risponde a questa emergenza, di pari passo con gli aiuti umanitari, la messa a disposizione di competenze, il coordinamento internazionale e l’assistenza allo sviluppo più a lungo termine. Oggi la Commissione europea annuncia otto progetti di ricerca sul virus dell’Ebola, che beneficeranno di un finanziamento complessivo di 215 milioni di euro. Si tratta di progetti incentrati in particolare sulla messa a punto di vaccini e test di diagnosi rapida, di fondamentale importanza per superare l’attuale crisi provocata dall’epidemia. Vi è poi un altro progetto già avviato in Guinea per monitorare la crisi, che ha lo scopo di migliorare la preparazione, la pianificazione e l’efficacia operativa degli interventi nel caso di una futura insorgenza di epidemie o pandemie simili. Gli otto progetti sui vaccini e sui mezzi diagnostici sono condotti nell’ambito del nuovo programma Ebola+, che fa capo all’iniziativa in materia di medicinali innovativi (Imi), e sono finanziati dalla Commissione europea e dall’industria farmaceutica europea: 114 milioni di euro provengono da Orizzonte 2020, il programma unionale di finanziamento della ricerca, mentre i restanti 101 milioni sono il contributo delle aziende farmaceutiche che partecipano ai progetti[1]. Quest’annuncio giunge nell’imminenza del Forum economico mondiale di Davos, tra i cui temi principali dovrebbe figurare anche l’emergenza Ebola. Carlos Moedas, commissario europeo della Ricerca, della scienza e dell’innovazione, si è così espresso: “Non esistono ancora vaccini o cure contro questa malattia, quindi è urgente impegnarsi ancor più a fondo sul fronte della ricerca. Grazie ai finanziamenti attinti da Orizzonte 2020 e a quelli forniti dai nostri partner del settore farmaceutico possiamo accelerare lo sviluppo di un vaccino contro il virus e test di diagnosi rapida che aiutino gli eroici operatori sanitari. Sono questi gli strumenti che ci servono per sconfiggere Ebola una volta per tutte.” I progetti vedono la partecipazione di partner di tutto il mondo (soprattutto europei, africani e nordamericani) e vertono sui seguenti aspetti, considerati prioritari dall’Organizzazione mondiale della sanità nell’attuale emergenza (si veda l’allegato per maggiori dettagli): sviluppo di vaccini (3 progetti) Al momento non esiste alcun vaccino brevettato contro il virus dell’Ebola. Tre progetti ne accelereranno la messa a punto valutando la sicurezza e l’efficacia di diversi vaccini sperimentali; produzione di vaccini su ampia scala (1 progetto) I vaccini anti Ebola possono essere fabbricati in impianti migliori sotto il profilo della biosicurezza. Questo progetto prevede la creazione di una piattaforma in grado di produrre rapidamente quantità sufficienti di vaccino, nel rispetto di rigorosi criteri di qualità e sicurezza; conformità con i protocolli di vaccinoprofilassi (1 progetto) In presenza di un focolaio epidemico il vaccino è veramente efficace solo se la popolazione viene vaccinata in massa; inoltre, per una protezione duratura, può essere necessaria la somministrazione di due dosi. Il progetto punta a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle campagne di vaccinazione e sull’importanza di sottoporsi ai richiami per i vaccini che richiedono due dosi; test di diagnosi rapida (3 progetti) Attualmente non esiste un test rapido ed affidabile per determinare se una persona abbia contratto l’Ebola o meno. Tre progetti faciliteranno la messa a punto di test di diagnosi rapida in grado di fornire risultati affidabili in appena 15 minuti. Oltre a questi progetti va menzionato il progetto Miracle (laboratori mobili sul terreno per la valutazione rapida delle minacce chimiche, biologiche, radiologiche e nucleari all’interno e all’esterno dell’Ue), nell’ambito del quale è stato ideato uno “scenario biologico” che riproduce fedelmente l’attuale emergenza Ebola e la sua rapida diffusione in Africa occidentale ed è stato studiato il modo in cui affrontarle. Questo scenario è ora tradotto nella pratica, in condizioni operative reali, sotto forma di un laboratorio nelle immediate vicinanze di un centro terapeutico per l’Ebola situato alla periferia di Nzere Kore, in Guinea, in prossimità dei confini con la Liberia, la Costa d’Avorio e la Sierra Leone. Oltre ad aiutare a individuare rapidamente i pazienti affetti da Ebola, il laboratorio sarà utile per le nuove ricerche cliniche su uno dei farmaci più promettenti per la cura della malattia. Questo intervento sul campo servirà inoltre a indicarci con più precisione le lacune esistenti, i miglioramenti tecnologici o logistici possibili e la strumentazione di cui i laboratori mobili sono ancora privi. Per rafforzare la lotta contro l’Ebola presso le comunità rurali della Guinea, condotta sotto la guida della Commissione, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie invierà nei prossimi giorni quattro équipe di epidemiologi francofoni a supporto delle attività di sorveglianza e risposta a livello locale.  
   
   
“URGENZA PSICOLOGICA”: SUPPORTO PSICOLOGICO GRATUITO A 160 PERSONE IN UN ANNO E MEZZO UN SERVIZIO FONDAMENTALE DURANTE IL WEEK END A SUPPORTO DELLE STRUTTURE RICETTIVE  
 
 Milano, 19 gennaio 2015 – “Urgenza psicologica” è un servizio gratuito di supporto psicologico professionale, che si occupa di urgenza in psicologia, che in un anno e mezzo ha assistito 160 persone, per un totale di 124 giornate di attività e grazie al lavoro di 25 psicologi che il sabato e la domenica, dalle 9 alle 21, operano a supporto del lavoro delle strutture ricettive presenti sul territorio cittadino. Urgenza psicologica rappresenta anche un modello innovativo per la promozione del benessere e per il trattamento e la cura degli stati di crisi della vita quotidiana. “Questo è un servizio molto importante, che opera il sabato e la domenica, a supporto dei normali servizi ricettivi, andando a completare l’offerta del Comune alle persone che presentano – ha detto Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute, intervenuto oggi al convegno “Urgenza psicologica, storia di un servizio innovativo” alla Casa dei diritti -. Si tratta di un tipo di intervento che dimostra l’efficacia della rete tra il Comune e le realtà che operano sul territorio, in grado di fare la differenza nella qualità della vita non solo di chi presenta patologie gravi ma anche di quanti si trovano a vivere un momento di difficoltà nella propria vita che può essere superato grazie all’intervento di professionisti preparati”. È un progetto, attivo nel comune di Milano dall’aprile 2013, Crea Onlus – impegnata nell’ambito psichiatrico e della salute mentale dal 1987 – in collaborazione con il Comune di Milano, il Comitato regionale della Lombardia di Croce rossa italiana e con il contributo di Fondazione Cariplo e dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia. Il servizio offre assistenza psicologica a chiunque ritenga di vivere un momento di difficoltà e senta l’urgenza di confrontarsi immediatamente con un esperto. Si rivolge sia a persone con disturbi legati alla sfera del comportamento e con una patologia diagnosticata che a persone che improvvisamente vivono momenti di difficoltà. Urgenza psicologica interviene nella crisi e propone un incontro immediato. Gli psicologi di Urgenza psicologica, tutti professionisti di provata esperienza che svolgono attività volontaria, aiutano la persona a utilizzare in modo migliore le proprie risorse e capacità per risolvere immediatamente la crisi psicologica o, se necessario, forniscono tutte le indicazioni per l’avvio di un percorso terapeutico. Insieme all’assessore Majorino, sono intervenuti i responsabili del progetto, Giuseppe Cersosimo, Luca Baralscini e Marinella Sciumé, alcuni degli psicologi volontari e di importanti professionisti del settore tra cui Alberto Zoli, direttore Generale Areu (Azienda regionale emergenza urgenza) e Claudio Scazza, medico Psichiatra Uop 3 Ospedale Niguarda Ca’ Granda.  
   
   
MONTALCINO, INAUGURATA LA CASA DELLA SALUTE  
 
Firenze 19 gennaio 2015 - "La casa della salute è un modello organizzativo della sanità territoriale toscana che le altre regioni stanno già imitando". L´assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni, che il 15 gennaio è intervenuto, assieme al direttore generale della Asl 7 Enrico Volpe, al sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli e all´assessore comunale Paola Furi, all´inaugurazione della Casa della Salute di Montalcino, ha sottolineato così l´importanza di questo nuovo nodo territoriale della rete complessiva di cura e assistenza. "Questa di Montalcino è la seconda struttura della Asl 7 che andiamo ad inaugurare dopo Chiusi, ed è tra le cento che sono previste nelle varie realtà sanitarie della Toscana - ha puntualizzato l´assessore - Il modello riunisce, in un unico luogo, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e il personale dell´azienda sanitaria locale, prevedendo sostanzialmente l´integrazione multidisciplinare tra i professionisti per dare una risposta veloce ed univoca ai bisogni del cittadino con l´obiettivo di creare percorsi chiari ed efficaci". Montalcino, oltre ad essere sede distrettuale con ambulatori specialistici, punto di emergenza territoriale e attività di distretto, ha anche l´ospedale di comunità e alcuni posti letto di riabilitazione residenziale. La casa della salute di Montalcino non sarà l´unica per la zona Amiata Valdorcia. A breve è prevista l´inaugurazione della casa della salute di Abbadia San Salvatore che va a completare il quadro strutturale dell´offerta dei servizi di tutto il territorio dell´hinterland amiatino, realizzando una rete di strutture in grado di favorire l´unitarietà e l´integrazione dei livelli essenziali delle prestazioni socio-sanitarie.  
   
   
LOMBARDIA: SOVRAFFOLLAMENTO PRONTO SOCCORSO, VIA ALLA SPERIMENTAZIONE  
 
Milano, 19 gennaio 2015 - "In questi giorni sono state segnalate alcune situazioni di particolare sovraffollamento nei Pronto Soccorso del sistema sanitario lombardo. E´ ragionevole pensare che tali condizioni potranno protrarsi ancora, con la diffusione delle forme influenzali che raggiungeranno il loro picco proprio nei prossimi giorni. Rispetto alla settimana precedente, l´incidenza di sindromi influenzali è per esempio raddoppiata nella fascia d´età 25-44 anni". E´ quanto dichiara il vice presidente e assessore alla Salute di Regione Lombardia Mario Mantovani, il quale in proposito sottolinea: "A questo poi si sono purtroppo aggiunte le difficoltà legate alla campagna vaccinale iniziata lo scorso autunno: nonostante il grande impegno profuso da Asl e medici di medicina generale in Lombardia, sappiamo come la diffusione di notizie, rivelatesi peraltro infondate, sulla sicurezza di alcuni lotti vaccinali, ha provocato una battuta d´arresto di questa importante azione di prevenzione che consente ogni anno di tutelare la salute di migliaia di cittadini; al momento la campagna non è ancora terminata ed ancora è possibile aderire". "Il continuo efficientamento dei sistemi di Pronto Soccorso è comunque un obiettivo prioritario di Regione Lombardia - conclude Mantovani - che è al lavoro nel ricercare e sperimentare sempre nuovi modelli organizzativi per la gestione delle emergenze urgenze al fine di costantemente assicurare ai cittadini cure rapide e appropriate". L´assessorato alla Salute ha provveduto ad inviare la circolare per l´attivazione del progetto sperimentale approvato dalla Giunta lombarda lo scorso dicembre: la possibilità di un aumento temporaneo dei posti letto a seconda delle esigenze per contrastare, con una migliore organizzazione, i picchi periodici di iper-afflusso, legati appunto a picchi influenzali o a particolari circostanze dei singoli territori. Una sperimentazione che coinvolge i presidi della provincia di Milano, ma che è già estendibile su tutto il territorio lombardo. "Infine - conclude Mantovani - anche attraverso Areu e le Asl vogliamo mantenere un altissimo monitoraggio di quanto sta avvenendo sui territori, individuando caso per caso situazioni e criticità, così da proporre eventuali correttivi; a tal fine Areu e le Asl provvederanno a convocare i gruppi di lavoro sui Pronto Soccorso".  
   
   
NON AUTOSUFFICIENZA: GRANDE IMPEGNO DELLA REGIONE UMBRIA, STANZIATE RISORSE E AVVIATI PROGETTI  
 
Perugia, 19 gennaio 2015 – Domiciliarità, vita indipendente e inclusione sociale, sono le tre parole chiave adottate dalla Regione Umbria per la sfida alla non autosufficienza: la Giunta regionale, su iniziativa della vicepresidente con delega al Welfare, Carla Casciari, ha destinato 2 milioni di euro per finanziare la quota sociale prevista nel nuovo Piano regionale integrato per la non auto-sufficienza, "Prina". Le risorse, assegnate ai Comuni capofila delle Zone sociali, sono destinate prevalentemente (1.600.000 euro) al potenziamento degli interventi a favore della domiciliarità, mentre la restante parte (400.000 euro) servirà ad avviare due sperimentazioni riportate nel nuovo "Prina". Relativamente ai due progetti previsti nell´ambito del "Prina", la vicepresidente ha sottolineato che "il primo, denominato ‘vita indipendente´, è finalizzato a favorire il percorso verso l´autonomia delle persone con disabilità, in particolar modo dei giovani. L´obiettivo – ha detto – è quello di accrescere i livelli di competenza e le capacità delle persone con disabilità rispetto ai propri bisogni e obiettivi di vita attraverso una presa in carico globale che comprende azioni di informazione, orientamento e valutazione. Il coinvolgimento della rete solidaristica del territorio permetterà di offrire alla persona e alla famiglia una progettazione completa e un accompagnamento per il tempo necessario a raggiungere un sufficiente livello di autonomia e inclusione sociale". "La seconda sperimentazione, intitolata ‘supporto alla permanenza nel proprio domicilio´ – spiega la vicepresidente - vuole garantire la qualità della vita delle persone anziane non autosufficienti riducendo il più possibile il loro inserimento in strutture residenziali e assicurando alle famiglie una presa in carico socio-sanitaria integrata. Nel progetto – ha aggiunto - è prevista anche la possibilità di avviare percorsi di continuità assistenziale nel momento delle dimissioni dalle strutture ospedaliere, coinvolgendo tutta la rete dei soggetti, pubblici e privati, sociale e sanitaria, sperimentando modelli di assistenza alternativi all´inserimento in strutture residenziali". "La nuova programmazione in materia di non autosufficienza – ha ricordato Casciari - intende favorire con forza il sostegno alla domiciliarità per permettere così alle famiglie di potersi dedicare alla cura dei propri cari evitando, nei casi in cui è possibile, l´allontanamento dalla propria casa e dagli affetti. Per l´assegnazione delle risorse – ha aggiunto - è fondamentale il ruolo dei Comuni, visto che proprio all´ente locale spetta il compito di verificare l´esistenza delle condizioni necessarie per il supporto alle persone non autosufficienti e alle famiglie. Complessivamente il Piano regionale per la non autosufficienza può contare su risorse pari a 9 milioni 854 mila 700 euro". Al contempo l´Assessorato al Welfare sta lavorando con il Comune di Terni all´attuazione di una convenzione per l´avvio del progetto "Vita indipendente ed inclusione nella società delle persone con disabilità", finanziato con 80 mila euro da parte del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e co-finanziato con 20 mila euro dalla Regione Umbria. In riferimento a questa convenzione la vicepresidente ha reso noto che lo "scopo dell´iniziativa è quello di promuovere un percorso condiviso per rendere effettiva l´applicazione dell´articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità attraverso l´attivazione di servizi e la sperimentazione di modelli organizzativi e di strumenti innovativi". I diversi interventi previsti dal Progetto sono riconducibili alle tre macro azioni tra loro interdipendenti che vedono i servizi territoriali coinvolti nella progettazione e nella realizzazione di attività funzionalmente connesse e coerenti con la prospettiva della presa in carico globale in modo da garantire la realizzazione di progetti di vita indipendente. Il Progetto coinvolgerà un campione di un minimo di 8 fino ad un massimo di 10 persone con disabilità (da 18 ai 64 anni) residenti nella Zona sociale di Terni e segnalati dalle scuole, dalle università, dai centro per l´impiego e di Salute, dagli Ufficio della Cittadinanza, per le quali, a fronte di una valutazione effettuata dall´Unità di Valutazione Multidisciplinare, si terranno in particolare considerazione la limitazione dell´autonomia personale, la condizione familiare, la condizione abitativa ed ambientale, la condizione economica della persona con disabilità e della sua famiglia. Infine a breve, partiranno altri tre progetti in altrettante Zone sociali che andranno ad implementare l´offerta di servizi per le persone prese in carico, fino ad arrivare ad una copertura di larga parte del territorio regionale.  
   
   
SANITA’: ASSESSORE VENETO SU IPOTESI REVISIONE ESENZIONE TICKET, “I TAGLI DI RENZI COSTRINGONO A RAGIONARE PER SALVAGUARDARE TUTTI I BISOGNOSI. I PENSIONATI NON HANNO NULLA DA TEMERE”.  
 
Venezia, 19 gennaio 2015 - “Sull’ipotesi da me avanzata di ragionare su una revisione delle esenzioni dal ticket continuano a circolare interpretazioni erronee o, peggio, interessatamente malevole. E’ falso che si possa anche solo lontanamente pensare di incidere sul trattamento dei pensionati e degli over 65 in condizioni di bisogno. E’ vero che, anche alla luce dei catastrofici tagli caduti dal Governo sulla sanità (240 milioni in meno nel 2015 solo per il Veneto), bisogna sempre di più pensare alla salvaguardia delle categorie più deboli, come anziani, bambini, malati cronici, pensionati che faticano ad arrivare alla fine del mese, disoccupati, famiglie numerose”. Lo sottolinea oggi l’Assessore regionale alla sanità del Veneto Luca Coletto. “Nessun cittadino che versi in difficoltà economiche ha nulla da temere – aggiunge Coletto – ma proprio per salvaguardare queste persone non è scandaloso pensare di chiedere qualche sacrificio a chi è in buone condizioni economiche e in buona salute.. Il mio – aggiunge Coletto – è una ragionamento, non un dogma, che peraltro si sta facendo strada anche in alcune altre Regioni rette da Amministrazioni di colore diverso dalla nostra, e che è ritenuto necessario anche da autorevoli osservatori che si sono espressi oggi sulla stampa nazionale”. “Diffido chiunque – prosegue Coletto – a dare a questa ipotesi di ragionamento altri significati. Non è nel mio Dna, né in quello della Regione del Veneto; e comunque a certi tipi di tagli ci hanno pensato già anche troppo i Governi Monti, Letta e Renzi. A noi – conclude Coletto – tocca il difficile compito di fare le nozze senza nemmeno i fichi secchi e di assicurare l’assistenza universale e gratuita a chiunque ne ha bisogno. Lo abbiamo fatto finora e lo faremo in futuro. Per questo nessun bisognoso veneto, a cominciare dai pensionati, ha nulla da temere”.  
   
   
FONDO SANITARIO IN TOSCANA: NESSUNA REALTÀ SARÀ PENALIZZATA RISPETTO A UN´ALTRA  
 
Firenze 19 gennaio 2015 – Assegnazione del fondo regionale alle Asl, l´assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni torna sull´argomento, per chiarire meglio e tranquillizzare tutte le aziende e i territori della Toscana. "La situazione e´ molto complessa dal punto di vista tecnico – spiega Marroni - tutto sarà definito meglio nei prossimi mesi e faremo aggiornamenti non appena vi saranno chiarimenti a livello nazionale, come d´altronde facciamo ogni anno. Quella stabilita dalla delibera del 22 dicembre 2014 – ribadisce l´assessore - e´ una prima assegnazione di fondi, ulteriori delibere seguiranno. Ma se c´è bisogno di chiarimenti io sono comunque a disposizione, delle conferenze dei sindaci e dei sindaci stessi, per incontrarli e per dare tutte le spiegazioni che ritengono necessarie. Ci tengo – sottolinea comunque l´assessore - a ribadire che il fondo sanitario regionale e´ stato distribuito alle Asl in base ai criteri stabiliti dal Piano sanitario regionale e dalla legge 40 e che nessuna realtà è stata e sarà penalizzata rispetto a un´altra."  
   
   
SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO, L´ASSESSORE PIEMONTESE ALLA RIUNIONE DEL COMITATO REGIONALE LA PREVENZIONE STRUMENTO FONDAMENTALE PER UNA CORRETTA PROGRAMMAZIONE  
 
Torino, 19 gennaio 2015 - L’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, è intervenuto alla riunione del Comitato regionale di coordinamento per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Saitta ha proposto ai componenti del Comitato, composto da rappresentanti delle organizzazioni datoriali, delle parti sociali e degli organismi che si occupano avario titolo di sicurezza sul lavoro, di collaborare alla definizione del piano regionale della prevenzione, previsto dal Patto per la Salute, recentemente sottoscritto dal Ministero della Salute e dalle Regioni. “Il tema della prevenzione è una delle tre grandi questioni, unitamente al riordino della rete ospedaliera e all’assistenza territoriale, che dobbiamo affrontare nell’ottica della programmazione. Sarà uno degli obiettivi specifici che assegneremo ai nuovi direttori generali delle Asl, che saranno chiamati ad attuarla sulla base delle indicazioni fornite dalla Giunta regionale” – ha detto Saitta. “Per quanto riguarda nello specifico la prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro, si tratta di superare l’approccio formale per dare contenuti adeguati alle esigenze attuali. In questo senso, ho voluto partecipare alla riunione di oggi per indicare la linea di lavoro che dovrà essere seguita” – ha concluso l’assessore.  
   
   
SERRACCHIANI, PROCEDE REGOLARE LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO OSPEDALE DI PORDENONE  
 
Pordenone, 19 gennaio 2015 - La realizzazione del nuovo Ospedale di Pordenone procede nei tempi prefissati. Stamane la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani ha partecipato all´avvio dei lavori di abbattimento dei fabbricati dell´ex Caserma dell´Viii Reggimento Bersaglieri. Si tratta di edifici che fanno parte del complesso ospedaliero al posto dei quali troveranno spazio i parcheggi del nuovo nosocomio. Nel corso della partecipata cerimonia, la presidente Serracchiani ha rilevato che l´evento odierno rappresenta "un momento che i cittadini di Pordenone e del Pordenonese attendevano da tempo: la consegna dei lavori all´impresa incaricata di demolire i vecchi fabbricati costituisce infatti la prima simbolica pietra per la realizzazione del nuovo Ospedale, ed è un atto che si compie rispettando il programma cronologico che era stato stabilito otto mesi fa". Il nuovo Ospedale, ha aggiunto la presidente, collocherà Pordenone e il suo territorio al centro di una Sanità sempre in grado di fornire le risposte di salute che i cittadini del Friuli Venezia Giulia richiedono. Nel corso della cerimonia, il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello ha rilevato che "oggi parlare di Sanità significa anche parlare di economia del territorio e del futuro di tante persone e porre la salute al centro dell´impegno della Regione anche attraverso la realizzazione di un´opera attesa e importante qual è il nuovo Ospedale". La cerimonia odierna ha coinciso con l´avvio del percorso di realizzazione del nuovo Ospedale di Pordenone che vedrà, quali tappe successive, l´approvazione del progetto definitivo, nel prossimo autunno, e la Gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione del nuovo complesso ospedaliero. Si tratterà di un´opera che dovrà ospitare, secondo canoni moderni e con l´utilizzo di nuove tecnologie, tutte le funzioni ospedaliere per acuti oggi contenute nei vari padiglioni dell´attuale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. Presenti gli assessori regionali alla Salute Maria Sandra Telesca e alle Autonomie locali Paolo Panontin, sono intervenuti tra gli altri, introdotti dal direttore generale dell´Aas n. 5 "Friuli Occidentale" Paolo Bordon, il sindaco di Pordenone Claudio Pedrotti e il presidente regionale dell´Associazione Bersaglieri d´Italia generale Giuseppe Iacca. Il generale Iacca ha ricordato il ruolo svolto dai Bersaglieri di stanza nel Pordenonese a vantaggio della popolazione, con gli interventi tempestivi eseguiti in occasione della tragedia del Vajont e nelle località maggiormente colpite dal terremoto del 1976.  
   
   
WELFARE, CANTÙ: CON REGOLE 2015 PIÙ SOSTEGNO A FRAGILITÀ  
 
Milano, 19 gennaio 2015 - "Le regole di sistema per il 2015 pongono un fortissimo accento sui processi di integrazione socio-sanitaria e sanitaria, che si svilupperanno attraverso un lavoro congiunto tra due Direzioni generali competenti per realizzare azioni prioritarie su alcuni ambiti necessari, anche anticipando i contenuti più significativi del processo di miglioramento e riordino del nostro sistema". Lo ha detto l´assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Volontariato e Pari opportunità Maria Cristina Cantù, presentando, in conferenza stampa, le linee principali delle Regole di sistema 2015 del servizio socio-sanitario regionale. Azioni Prioritarie - Le azioni prioritarie riguardano: neuropsichiatria infantile (definizione del Piano Diagnostico Terapeutico Assistenziale e di tempi, azioni e responsabilità dei diversi servizi, con particolare riferimento all´autismo); Piano cronicità (promozione della salute e prevenzione delle patologie che possano portare a uno stato di cronicità o fragilità, attraverso azioni come il completamento della presa in carico con il coinvolgimento dei medici di medicina generale); promozione della salute (raggiungimento dei macro obiettivi del Piano nazionale 2014-2018, con particolare riferimento all´area delle dipendenze); punti nascita e rete materno infantile (valorizzazione dei consultori e dei centri per la famiglia, sotto il profilo dell´integrazione del processo gravidanza-parto); rete cure palliative e terapia del dolore (attuazione delle reti locali delle cure palliative con particolare riguardo alla continuità appropriata domiciliare-residenziale, nella filiera ospedale-hospice-Adi). Persone Fragili - "Le sviluppo della presa in carico delle persone fragili e delle loro famiglie - ha proseguito l´assessore - rappresenta un elemento cruciale, su cui abbiamo già molto lavorato in una logica di integrazione delle diverse componenti sanitarie, socio-sanitarie e sociali, prevendendo un forte coinvolgimento delle Asl e degli Enti locali". Per le persone in condizione di dipendenza vitale e con gravi disabilità e non autosufficienza, rispetto al 2014, è stato ampliato il target di beneficiari in dipendenza vitale in una prospettiva universalistica (innalzando l´età a 69 anni per persone affette da patologie diverse da motoneurone e Sv). Per il fondo di sostegno alla famiglia e ai suoi componenti fragili, "prevediamo - ha detto ancora l´assessore - lo sviluppo di azioni migliorative, che configurano nuove misure e consolidamento delle misure in vigore, che interesseranno circa 20.000 persone". In particolare le innovazioni riguarderanno i minori (con gravi patologie e vittime di abuso e violenza), l´estensione della Rsa aperta a tutte le persone anziane con patologie croniche e la creazione della residenzialità leggera/assistita, introducendo quale ulteriore livello di assistenza per le residenze comunitarie. Minori E Donne - Per quanto riguarda la tutela dei minori, sono già state definite le linee guida per sviluppare la messa a punto di specifici profili orientati a ricondurre le azioni di tutela nel contesto della revisione dei Livelli Essenziali di Assistenza. Il contrasto alla violenza nei confronti delle donne ha già visto l´approvazione delle linee programmatiche, con azioni di sensibilizzazione e prevenzione, di accoglienza e sostegno: progetti personalizzati volti al superamento della situazione di disagio e al recupero dell´autonomia, progetti per l´accoglienza ed ospitalità temporanee in strutture di pronto intervento, case rifugio e comunità di accoglienza, nonché per l´attivazione di nuovi centri antiviolenza. Riguardo allo sviluppo dell´offerta socio-sanitaria, l´assessore Cantù ha ricordato che nel 2014 si è intervenuti nell´area della disabilità attraverso l´accreditamento e la messa a contratto di tutti i posti disponibili sul territorio regionale, portando a regime la rete a 3.984 posti letto di Rsd (Residenze sociosanitarie per disabili), 6.305 posti di Cdd (Centri diurni per disabili) e 1.373 posti letto di Css (Centri socio-sanitari). "Per il 2015 - ha proseguito - il processo di sviluppo del sistema proseguirà con particolare riguardo alle Rsa (Residenze socio-sanitarie assistenziali), attualmente 650, prevedendo un potenziamento dell´offerta a contratto sul territorio di non meno di 500 posti". Si procederà inoltre alla messa a regime delle attività dedotte dai progetti sperimentali consolidati nel 2014 nei diversi ambiti: non autosufficienza soprattutto nell´età geriatrica, i minori con gravi disabilità e le persone affette da dipendenza. Efficienza E Qualità Del Sistema - "Nel 2015 - ha spiegato ancora l´assessore Cantù - sarà avviato un percorso di revisione del modello di governo delle risorse, che vedrà la progressiva implementazione del sistema di vendor rating, quale strumento basato su oggettivi indicatori di performance, orientato alla valorizzazione dei comportamenti virtuosi e alla disincentivazione di quelli inappropriati. Spero che su questo ci sia il consenso di tutti gli erogatori". Sulla base di 5 indicatori (minutaggio assistenziale, mix professionale, retta media, tasso di saturazione, margine operativo lordo) verrà attribuito un rating a ciascuna struttura. Nella prima applicazione, le strutture non virtuose, nella rideterminazione del budget annuale, subiranno una riduzione dal 2 al 4 per cento del budget storico, che verrà proporzionalmente ridistribuito sugli operatori virtuosi. Vigilanza E Controllo - Punti fondamentali saranno la semplificazione amministrativa e il rafforzamento degli aspetti che hanno un´incidenza diretta sulla qualità dell´assistenza agli utenti, con particolare attenzione alla continuità assistenziale, alla formazione del personale e all´adozione di protocolli assistenziali. Con le Regole 2015 vengono inoltre introdotti nuovi indicatori di appropriatezza, "focalizzati sulla qualità delle prestazioni assistenziali erogate agli utenti con l´obiettivo di perseguire risultati di efficacia, sicurezza ed efficienza". Sviluppo Fondo Nazionale Non Autosufficienza - Elementi essenziali sono "lo sviluppo molto forte del processo di valutazione multidimensionale del bisogno, di costruzione del progetto individuale di assistenza, e di conseguenza la responsabilizzazione di tuti gli attori coinvolti". Queste le risorse. Per persone in condizione di dipendenza vitale, 33.271.000 euro (di cui 10 da Fondo Famiglia), applicazione del budget di cura attraverso erogazione contestuale: buono mensile di 1.000 euro di carattere universalistico; voucher mensile per interventi sociosanitari (fino a un massimo di 500 euro per minori, 360 euro per adulti). Per le disabilità gravi, 28.442.700 euro: buono mensile fino a 800 euro per sostegno al caregiver famigliare o a progetti di vita indipendente; Voucher sociali per sostegno alla domiciliarietà, con particolare attenzione ai minori. Fondo Politiche Sociali - La Giunta regionale ha destinato 36,9 milioni di euro ai 98 Ambiti territoriali di associazione dei Comuni per l´attuazione dei Piani di zona, ponendo forte attenzione alle vulnerabilità sociali ed economica e 290.000 euro alla Regione per interventi per l´armonizzazione dei tempi delle città. Le aree di intervento sono: servizi per l´accesso e la presa in carico da parte della rete assistenziale; servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio; servizi per la prima infanzia e servizi territoriali comunitari; servizi territoriali a carattere residenziale per le fragilità; misure di inclusione sociale - sostegno al reddito; azioni di contrasto alla violenza di genere. Risorse Per Il 2015 - Fondo sanitario regionale per la rete accreditata e a contratto servizi socio-sanitari: 1.657.000.000 euro. Fondo a sostegno della famiglia e dei suoi componenti fragili: 75.000.000 euro. Fondo nazionale non Autosufficienza: 51.713.700 euro. Fondo nazionale Politiche sociali: 37.182.702 euro; Fondo sociale regionale: 51.014.000 euro.  
   
   
FVG: PROCREAZIONE ASSISTITA, DEFINITE LE MODALITÀ DI ACCESSO  
 
Pordenone, 19 gennaio 2015 - In attesa che Governo e Parlamento italiani inseriscano la Procreazione Medicalmente Assistita (Pma) tra i Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), come peraltro previsto dal Patto per la Salute siglato lo scorso luglio, il Friuli Venezia Giulia ribadisce che sia quella omologa che quella eterologa siano a carico del Servizio Sanitario Regionale (Ssr). Lo fa con una delibera proposta dall´assessore regionale alla Salute Maria Sandra Telesca che definisce le modalità di accesso alle tecniche di procreazione, stabilendo il limite massimo di 43 anni, e parallelamente ne determina le tariffe, di fatto definendo anche la compartecipazione, ovvero il ticket, a carico delle pazienti. Un ticket che, spiega Telesca, "non sarà unico, come a suo tempo ipotizzato, ma a fasi". Fin dallo scorso settembre, quando la Giunta regionale aveva recepito il documento delle Regioni e delle Province autonome che aveva spianato la strada in tutta Italia alla fecondazione eterologa, era stato ipotizzato un ticket unico, compreso tra i 400,00 e i 600,00 euro. "Potremmo orientarci su una compartecipazione intorno ai 500,00 euro", aveva indicato allora l´assessore. Tuttavia per Procreazione Medicalmente Assistita, finalizzata ad aiutare le persone ad avere figli, si intendono metodiche diverse (ad esempio farmacologiche od ormonali) e di diversa complessità, e non sempre i tentativi vanno a buon fine. Di conseguenza, chiarisce l´assessore Telesca, "abbiamo previsto tariffe, e quindi compartecipazioni, per le singole attività. Di fatto si potrà raggiungere una spesa massima per i cittadini comunque inferiore ai 500,00 euro solo ed esclusivamente se la procreazione, come ci auguriamo, andrà a buon fine. Qualora invece il tentativo di avere un figlio purtroppo non riesca, almeno sotto il profilo economico non vi sarà una penalizzazione". La delibera stabilisce anche di rendere omogeneo in tutta la regione il percorso di selezione dei donatori e delle donatrici (nei centri che di queste tecniche si occupano, principalmente il Burlo Garofolo a Trieste e l´Ospedale di Pordenone, ma anche la Casa di Cura Città di Udine e l´Ospedale di San Daniele), . Non manca un passaggio per prevedere l´accesso a prestazioni aggiuntive, sempre a carico del Ssr, per persone affette da patologia tumorale in età fertile, con prognosi favorevole, che devono sottoporsi a terapie che ne mettono a rischio la fertilità. "In questi casi è prevista l´esenzione del ticket", sottolinea Telesca.  
   
   
NERVIANO MEDICAL SCIENCES: PIENA FIDUCIA IN POTENZIALITÀ AZIENDA  
 
Nerviano/mi, 19 gennaio 2015 - "Il Nerviano Medical Sciences Group ha potenzialità e valore e, nonostante le difficoltà, guarda al futuro con ottimismo per garantirsi ulteriori investimenti. Difficilmente in altri siti si trovano tutti i servizi che ci sono qui. Restano ancora alcune difficoltà che stiamo affrontando, ma io sono convinto che, considerando le tante progettualità che si stanno portando avanti, Nms ha e avrà tutte le capacità non solo di camminare con le proprie gambe ma anche di garantire ulteriori investimenti". Lo ha detto l´assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione, Mario Melazzini, visitando alcuni uffici e laboratori di ricerca del Nerviano Medical Sciences Group. Melazzini era accompagnato, tra gli altri, dal Ceo Luciano Baielli e dall´Amministratore delegato di Nms srl Marco Pierotti. Lasciando il sito, Melazzini si è impegnato a tornare per completare la visita di altri rami dell´azienda (Accelera e Nerpharma). "Nms Group - ha concluso l´assessore - rappresenta sicuramente un valore in ambito di ricerca, che può avere ricadute economiche positive. La sua vera ricchezza è nel capitale umano che noi vogliamo sostenere e valorizzare".  
   
   
IMPIANTI SPORTIVI IN LOMBARDIA: 3 MILIONI PER FINANZIARE 80 INTERVENTI  
 
Milano, 19 gennaio 2015 - "E´ stato reso noto l´elenco degli impianti sportivi di proprietà pubblica che saranno riqualificati". Lo ha annunciato l´assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani Antonio Rossi, a seguito della pubblicazione della graduatoria del bando di riqualificazione degli impianti sportivi di proprietà pubblica, promosso dall´Assessorato allo Sport di Regione Lombardia. Il Provvedimento - "Questo provvedimento - ha spiegato Rossi - coinvolgerà 80 impianti sportivi di proprietà pubblica, che saranno riqualificati attraverso un investimento da parte di Regione Lombardia di 3 milioni di euro". Quest´azione - ha detto l´assessore Rossi - conferma l´attenzione di Regione Lombardia per il mondo dello sport e la possibilità di praticarlo al meglio in strutture ammodernate". Le Opere Finanziabili - "Grazie a questa misura, che si rivolge a Comuni, Province e Comunità montane proprietari di impianti sportivi, - ha sottolineato l´assessore - finanzieremo opere di riqualificazione, ampliamento, riconversione, adeguamento tecnologico e dei consumi energetici, sicurezza e abbattimento delle barriere architettoniche e manutenzione straordinaria".