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Notiziario Marketpress di Mercoledì 24 Giugno 2015
MICROCITEMIE: SETTE I CENTRI PUBBLICI A DISPOSIZIONE DEI CITTADINI DEL LAZIO  
 
 Roma, 24 giugno 2015 - La Regione interviene per fare chiarezza in merito alla situazione del Centro studi sulle microcitemie dell’Anmi. Il Centro non è stato chiuso, la Regione ha però preso atto del fatto che si tratta di una struttura privata non autorizzata e non accreditata con il servizio sanitario regionale. Fino al 2014 l’attività di questo Centro si è svolta attraverso la modalità amministrativa dei progetti: attualmente non è più possibile né adottarli né prorogarli. La Regione è disponibile a trovare soluzioni esclusivamente nell’ambito delle leggi vigenti. La Regione è disponibile a prendere in esame la richiesta nel caso in cui il Centro studi intenda seguire il percorso per ottenere l’autorizzazione e l’accreditamento rispettando i requisiti strutturali e organizzativi richiesti. La presa in carico del personale. Tra le altre cose la Regione ha espresso la disponibilità nel prendere in carico il personale tra biologi e tecnici che eseguono circa 500 prestazioni l’anno di studi diagnostici ed in particolare del Dna dei geni globinici, esami che si eseguono nei casi in cui le analisi non abbiano permesso una diagnosi definitiva. Ecco quali sono le strutture per svolgere gli esami sulle microcitemie. La rete dei centri pubblici del Lazio è composta da sette strutture in grado di garantire la diagnosi e la gestione di tutto il percorso assistenziale dei soggetti con sospetta o confermata diagnosi di microcitemia rara. I centri sono pienamente operativi e a disposizione di tutti i cittadini negli ospedali: S. Eugenio, Gemelli, S. Camillo, Policlinico Umberto I, Tor Vergata e Ime, Ospedale pediatrico Bambino Gesù.  
   
   
TUMORE DELLA PROSTATA, IN VENT’ANNI MORTALITÀ DIMINUITA DEL 36% URO-ONCOLOGI: “E’ UNA PATOLOGIA SEMPRE PIU’ CRONICA E CON BUONA QUALITÀ DI VITA”  
 
 Roma, 24 giugno 2015 – Nove uomini su dieci, colpiti da cancro alla prostata, oggi superano la malattia. Dal 1995, infatti, la sopravvivenza globale è sensibilmente migliorata grazie a una diagnosi precoce e mirata e ai nuovi trattamenti combinati (farmaci, chirurgia, radioterapia) sempre più efficaci e meno invasivi che consentono di cronicizzare la malattia senza alterare la qualità di vita dei pazienti. “Un successo importante – affermano Giario Conti, presidente uscente e Riccardo Valdagni, presidente eletto della Società Italiana di Urologia Oncologica (Siuro)–, determinato da numerosi fattori”. Con 36.000 nuove diagnosi l’anno, il tumore della prostata rappresenta il 20% di tutti quelli diagnosticati nell’uomo a partire dai 50 anni di età, con un incidenza maggiore soprattutto tra gli over 60. “Il carcinoma prostatico – proseguono Valdagni e Conti – è spesso presente in forma indolente (circa il 30-40% dei pazienti), caratterizzata da una crescita che può essere molto lenta e non in grado di provocare disturbi e ancor meno di causare la morte dei pazienti. In questi casi è possibile adottare una strategia osservazionale come la sorveglianza attiva, tenendo sotto stretto controllo nel tempo il comportamento e l’evoluzione del tumore, riservando il trattamento (chirurgico, radioterapico, farmacologico) solo ai pazienti che ne abbiano bisogno e quando ne abbiano bisogno. Il paziente viene sottoposto a controlli periodici e programmati del Psa (ogni tre mesi), a viste cliniche con esplorazione rettale (ogni sei mesi) a biopsie di riclassificazione (dopo uno, quattro, sette e dieci anni dalla diagnosi). Esami aggiuntivi vengono proposti sulla base di eventuali segnali che provengono da questi controlli. In questo modo, possiamo osservare il cancro e preservare la qualità di vita della persona malata, che i trattamenti attivi (soprattutto chirurgia e radioterapia) possono minare. Sul versante opposto, quello dei pazienti affetti da carcinoma in fase avanzata, metastatico e resistente alla castrazione uno dei fattori più importanti è rappresentato dalla aumentata disponibilità di nuovi farmaci in grado di migliorare significativamente la sopravvivenza dei pazienti, che affiancano quelli chemioterapici (docetaxel e cabazitaxel). In particolare sono disponibili oggi, sia per pazienti che abbiano già avuto un trattamento chemioterapico con docetaxel sia per pazienti che non abbiano fatto tale chemioterapia due farmaci “ormonali”. Il primo arrivato della classe delle terapie ormonali innovative è l’abiraterone acetato, il primo farmaco in grado di inibire gli ormoni in ogni sede di produzione, in particolare all’interno del tumore stesso, diversamente da quanto avveniva con le terapie precedenti, bloccando la produzione autonoma di testosterone da parte delle cellule prostatiche e togliendo loro la “benzina” di cui si nutrono per crescere. Un secondo farmaco, l’enzalutamide, agisce invece bloccando i recettori cui il testosterone aderisce per essere trasportato all’interno della cellula fino al nucleo e al Dna impedendo quindi la “messa in moto” del motore della crescita tumorale Gli studi clinici, eseguiti utilizzando questi farmaci sia dopo la chemioterapia sia prima hanno dimostrato risultati positivi in termini di prolungamento della sopravvivenza e di miglioramento della qualità della vita, riducendo sensibilmente il rischio di progressione nei malati con tumore metastatico resistente alla castrazione, con effetti collaterali complessivamente modesti e ben controllabili, anche in pazienti “difficili” perché affetti da altre patologie (come il diabete) o molto anziani, come si conferma dai lavori presentati al nostro Xxv Congresso Nazionale Siuro, che si chiude oggi a Roma. “Il tumore della prostata – proseguono Conti e Valdagni – è molto sensibile agli ormoni androgeni, che giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo delle cellule tumorali e dunque favoriscono la progressione della malattia. Un altro farmaco, con meccanismo d’azione completamente diverso, è il Radium 223. È un “radiofarmaco” capace di incorporarsi nell’osso, nella sede delle metastasi scheletriche, e di liberare un’energia molto intensa e poco penetrante (radiazioni alfa) capace di uccidere le cellule tumorali riducendo al minimo gli effetti collaterali sui tessuti sani, in particolare sul midollo osseo. Anche il Radium 223 si è dimostrato capace di prolungare la sopravvivenza dei malati affetti da carcinoma della prostata con metastasi scheletriche e sintomi dolorosi; analogamente agli altri farmaci sopra menzionati, è possibile ridurre sensibilmente il rischio di eventi scheletrici (come le fratture patologiche) preservando quindi più a lungo la qualità della vita dei pazienti. Se consideriamo poi la possibilità di utilizzare in maniera differente la chemioterapia in pazienti con tumori a rischio molto alto di progressione, come suggerito dai dati presentati al recente congresso americano di oncologia medica (Asco), è possibile disegnare uno scenario di possibilità terapeutiche completamente differente da quello in cui ci siamo mossi, noi e i pazienti, fino a pochi anni fa. L’aspettativa di vita dei malati si è praticamente quintuplicata nell’arco di pochissimi anni. Oggi la sfida è capire quando e come utilizzare queste armi terapeutiche, in quali malati, con quale sequenza. L’unica strada percorribile per raggiungere questo traguardo è l’approccio multidisciplinare; competenze diverse e complementari che concorrono insieme all’obbiettivo comune, offrire più vita e più speranza ai propri pazienti. La neoplasia prostatica, però, è sensibile ad altri fattori “esterni”: il consumo di tabacco può essere responsabile della malattia così come l’alimentazione e gli stili di vita. “È una patologia subdola che, spesso, non presenta sintomi fino allo stadio avanzato – concludono Valdagni e Conti – La prevenzione è fondamentale. Svolgere una regolare attività fisica, seguire un’alimentazione equilibrata e povera di grassi su modello della dieta mediterranea, abbandonare il vizio del fumo e l’abuso di alcol rappresentano la prima vera strategia di difesa contro i tumori a qualunque età”.  
   
   
UMBRIA: PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2014/2018  
 
Perugia, 24 giugno 2015 – "Un lavoro importante frutto di un percorso che si è concluso in pochi mesi e che ha visto il pieno coinvolgimento, non solo di esperti e professionisti del sistema sanitario, ma di tutta la comunità e che ha permesso di sperimentare un modo nuovo di fare sintesi da riproporre in altri campi della programmazione regionale": lo ha affermato stamani a Villa Umbra, l´assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, in apertura dell´incontro di presentazione del nuovo Piano Regionale della Prevenzione 2014-2018. All´iniziativa sono intervenuti, oltre all´assessore Barberini, l´amministratore unico della Scuola, Alberto Naticchioni, il direttore regionale alla sanità, Emilio Duca, la dirigente del Servizio Prevenzione, Sanità veterinaria e Sicurezza alimentare della Regione Umbria, Mariadonata Giaimo. L´assessore Barberini evidenziando che si trattava della sua prima uscita ufficiale in qualità di assessore regionale ha riferito di essere "particolarmente soddisfatto che ciò sia avvenuto a Villa Umbra, visto che il ruolo della Scuola è importante per far crescere e rendere sempre di più all´avanguardia la pubblica amministrazione che, a sua volta, deve dare risposte efficaci ed efficienti alla società". "Quando c´è una pubblica amministrazione in grado di individuare le giuste soluzioni alle istanze dei cittadini – ha detto l´assessore – migliora il sistema paese nel suo complesso, così come avere delle strutture che puntano alla qualificazione delle professionalità che operano nella pubblica amministrazione, favorisce la competitività del sistema regionale". In riferimento al Piano regionale della Prevenzione, l´assessore ha posto l´accento in particolare sulla rapidità dei tempi di realizzazione, poco più di 6 mesi, e sul metodo, in pratica sulla forza di aver avviato gruppi di lavoro intersettoriali portatori di diversi interessi e istanze che hanno trovato una sintesi nella stesura del Piano". "Nei prossimi mesi – ha proseguito – ci aspetta un grande lavoro che porterà alla stesura del Piano regionale della sanità, del Piano sociale e del Piano regionale integrato per la non auto-sufficienza. In questo percorso l´amministrazione regionale dovrà avere un ruolo incisivo e dovrà esercitare al massimo il suo protagonismo". A proposito di protagonismo, Barberini da Villa Umbra ha voluto rilanciare quello dei giovani: "Mi affascina particolarmente lavorare per la valorizzazione del ruolo dei giovani nel presente – ha concluso l´assessore - perchè delle nuove generazioni si parla sempre al futuro, ‘si dice i giovani sono il nostro futuro´, ma io penso che sia importante dare loro l´opportunità di essere ascoltati e valorizzati nel presente". Sul metodo che ha portato alla stesura del piano regionale si è soffermato il direttore Emilio Duca, ricordando che è stato avviato una sorta di laboratorio al quale hanno preso parte molti rappresentanti della società civile, oltre 350 soggetti, dei quali poco più della metà erano operatori sanitari, per il resto si trattava di esponenti del mondo della scuola, delle associazioni, del sindacato e delle imprese, ma anche di enti come Inail, Arpa e Istituto Zooprofilattico, che hanno lavorato per due mesi accanto a moltissimi professionisti della sanità per una vera progettazione partecipata che ha prodotto spunti, idee, messo in risalto bisogni e formulato proposte. Il lavoro prodotto dai vari tavoli è confluito in 65 progetti, organizzati in 10 programmi, che attraverso azioni intersettoriali vogliono contribuire a migliorare la qualità di interventi ormai consolidati nella nostra regione, ma anche raggiungere nuovi obiettivi. "Il Piano regionale delle prevenzione sarà un capitolo del Piano sanitario – ha annunciato il direttore Duca - Lo sviluppo di questo Piano richiederà un grosso sforzo ai professionisti coinvolti, non solo rispetto alle nuove competenze da acquisire attraverso un importante investimento formativo, ma soprattutto rispetto alla necessità di modificare il modo di operare o di relazionarsi con il cittadino". Illustrando gli obiettivi del Piano la dottoressa Giaimo ha ricordato tra le novità interessanti la promozione dell´attività motoria e della sana alimentazione nelle prime classi di tutte le scuole elementari, grazie alla collaborazione delle aziende sanitarie con la scuola, il Coni e il centro Universitario Curiamo, o l´avvio dal prossimo anno dello screening per la prevenzione del rischio cardiovascolare nella fascia di età 45-69 anni e che vedrà la collaborazione del servizio sanitario con le farmacie. "Nel Piano è notevole anche l´attenzione alla donna – ha evidenziato - non solo in un momento particolare come quello della maternità, ma anche rispetto alla prevenzione del rischio del tumore del collo dell´utero, visto che dal prossimo anno si sperimenterà in Umbria, l´invio a casa del kit per la ricerca del virus responsabile del cancro a tutte quelle donne che non hanno mai partecipato allo screening. Così come grande attenzione è riservata alla promozione di stili di vita sani in tutta la popolazione o al benessere del bambino e dell´adolescente, grazie alla collaborazione tra sanità e sociale". Importante è anche tutta l´attività che verrà messa in campo in tema di sicurezza del lavoro e sicurezza degli alimenti. Il coordinamento di tutte le azioni previste nel Piano è stato affidato al servizio Prevenzione, Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare della Direzione Salute e Coesione sociale, che avrà il compito anche di monitorare gli effetti sugli stili di vita e sulla salute dei cittadini umbri avranno tali azioni. La giornata in corso a Villa Umbra riconosce 8 crediti Ecm al personale medico-sanitario ed è rivolta a tutti i soggetti che operano nell´ambito della Prevenzione e della promozione della salute. Tra i principali stakeholder coinvolti l´Università, l´Izs, l´Arpa, l´Ufficio Scolastico Regionale, il Comitato regionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro, le Reti per la promozione della salute, l´Anci, la Protezione civile, gli Ordini professionali, le Associazioni di categoria, il Sindacato dei Pensionati, la Consulta degli immigrati, il Centro per le Pari Opportunità, le Associazioni di volontariato, l´Auser, il Coni, la Uisp.  
   
   
IL LUPINO, ANTIDIABETICO NATURALE: BASTANO POCHI GRAMMI AL GIORNO PER RIDURRE GLI ZUCCHERI NEL SANGUE  
 
Milano, 24 giugno 2015. Il lupino non smette di stupire. I più recenti studi su questa pianta mediterranea mettono in luce le sue numerose le proprietà nutrizionali e terapeutiche. È il legume più ricco di proteine, ne contiene una percentuale del 35-40% , superando soia, piselli, fagioli, ceci e per questo è stato definito “la carne dei vegetariani”. Da tempo oggetto di studi in campo nutraceutico per gli effetti benefici ormai testati in diversi studi sulla pressione sanguigna e sul colesterolo, ora ha dimostrato di abbassare anche la glicemia. Gli studi sono stati condotti in Italia sotto la guida dei gruppi di ricerca dell’Università degli Studi di Milano, coordinati dal prof. Marcello Duranti (Presidente del Congresso e docente del Dipartimento di Scienze per gli Alimenti, la Nutrizione e l´Ambiente dell’Ateneo lombardo). Le ricerche in corso sono assai avanzate e di grande prestigio e si concentrano sulle proprietà nutrizionali e nutraceutiche di questo legume, la cui coltivazione è raddoppiata in Italia negli ultimi 20 anni. E l’attività scientifica riflette un interesse crescente da parte del mondo industriale e tra i consumatori nel nostro Paese. Parente stretto della soja, migliore per gusto e privo di componenti simil-ormoniche, come i fitoestrogeni, è tra le piante più studiate per la sua flessibilità nella preparazione dei prodotti alimentari. Non esistono varietà geneticamente modificate, perché il lupino è intrinsecamente resistente alla trasformazione genetica. I ricercatori sono al lavoro per isolare elementi proteici che potrebbero dar luogo a “pillole” per colesterolo, diabete e pressione alta. “Sono le proteine del lupino a possedere le caratteristiche più importanti, infatti una di queste, la gamma-conglutina, riduce lo zucchero nel sangue se assunta anche in dosi di pochi grammi al giorno. Queste proprietà rendono il legume un componente ottimo nella dieta di persone diabetiche” spiega il prof. Marcello Duranti, che ha svolto una ricerca su ratti resi iperglicemici, nutriti per tre settimane con alimenti derivati dal lupino. Il risultato è stato molto soddisfacente: gli effetti concreti di un’alimentazione a base di lupino sono la riduzione dell’incremento del peso corporeo, l’assorbimento del cibo e una riduzione della concentrazione di glucosio nel sangue. Nel corso del Convegno, che si conclude il 26 giugno, vengono illustrate le principali specie del lupino, di cui è stato sequenziato interamente il genoma. Esistono l’albus (il classico lupino bianco giallognolo dell’area mediterranea) l’angustifolius (che cresce prevalentemente in Australia) e il luteus (che cresce a diverse latitudini). Tra queste varietà ci sono differenze interessanti. Alcune sono più ipocolesterolemiche, altre più antidiabetiche, altre possono esercitare effetti diversi, per esempio sulla pressione o anche sull’aumento di peso. Le proteine del lupino possono infatti agire sul sistema del “freno ileale”, un meccanismo intestinale di risposta a diverse componenti dietetiche che porta a ridotta contrazione gastrica, ridotto appetito e perdita di peso. Un altro aspetto interessante è dato dal fatto che la farina che si ricava dal lupino è totalmente priva di glutine, perciò non irrita l’intestino ed è ideale per chi soffre di celiachia. Questa farina ha inoltre eccellenti proprietà nutrizionali, perché contiene un alto quantitativo di proteine, paragonabile a quello di carne e uova. Nel corso del Congresso di Milano è anche previsto un momento dedicato agli assaggi, un “lupin banquet”, per degustare gli alimenti ottenuti dal lupino: dalla pasta, all’arrosto vegetale, dal gelato, al caffè. Il caffè in particolare verrà preparato con modalità artigianali dalla comunità montana di Anterivo in Trentino. Qui da secoli viene abitualmente consumato il caffè di lupino. Sarà così possibile fare esperienza della versatilità del lupino e dei suoi componenti, come ingredienti di formulazioni diverse, prodotte da numerose aziende nazionali ed estere. Dalla dieta dei soldati romani, che affrontavano lunghi viaggi portando grandi scorte di lupino per ricavare una pasta da assumere come componente proteica assieme a pane e vino, alle moderne tecniche agricole e produttive, che consentono di non assumere più i semi di lupino trattati e conservati per mezzo di concentrazioni di sale, che aumentano il rischio di pressione alta. Si può invece produrre pane, pasta, ma anche altri prodotti con quantità crescenti di proteine di lupino, come i gelati o addirittura delle bistecche “milanesi” dal gusto eccellente. Sito ufficiale della conferenza: http://users.Unimi.it/ilc_2015/home.html    
   
   
SANITÀ NEL LAZIO: UNA NUOVA STRUTTURA DI ASSISTENZA NEUROPSICHIATRICA  
 
Roma, 24 giugno 2015 - Dopo dieci anni di attesa causati da problemi burocratici ha aperto a Roma una nuova struttura di assistenza neuropsichiatrica per sostenere tanti ragazzi e ragazze che hanno bisogno di aiuto. Un altro grande segnale di attenzione verso le fragilità psichiatriche. La struttura sanitaria residenziale terapeutico riabilitativa si trova a Roma in via Catacombe di Generosa, a Colle del Sole. Nuovi servizi più vicini alle persone. L’obiettivo è garantire a tutti un’offerta sociosanitaria degna di una grande regione d’Europa. È un cambiamento che riguarda in particolare le aree caratterizzata dalle fragilità maggiori, come appunto il disagio psichiatrico. La nuova struttura fa parte di un progetto che ha come obiettivo la vera presa in carico delle persone in condizione di disagio psichiatrico. Si tratta di una Struttura Residenziale Terapeutico Riabilitativa con 16 posti letto per pazienti psichiatrici in fase di subacuzie che richiedono interventi di tipo terapeutico-riabilitativo e trattamenti di tipo relazionale farmacologico e psicoterapeutico. L’assistenza è garantita H24 da 4 tecnici della riabilitazione, un medico, uno psicologo, 2 Os e 6 infermieri. Verranno trattati preferibilmente giovani, orientativamente tra i 18 e i 35 anni, con possibilità di recupero e di reinserimento sociale Rete territoriale dei servizi di neuropsichiatria per adulti. La Regione va avanti con il riordino complessivo della rete e delle procedure per l’inserimento dei pazienti nelle strutture psichiatriche residenziali con dei piani di trattamento individuali, e individuando le tipologie di assistenza più appropriate. Regole precise e chiare in un sistema finora sfilacciato, con regole incerte, in cui pazienti e famiglie rischiavano di perdersi. Attenzione alla neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza: uno dei settori che la Regione sta potenziando di più è quello dell’infanzia e dell’adolescenza. L’obiettivo è individuare il prima possibile le situazioni di disagio psichiatrico in modo tale da aumentare le possibilità di cura e reinserimento. Per questo saranno realizzati appositamente dei poli territoriali di neuropsichiatria infantile: uno per la città di Roma e uno per le provincie del Lazio “nord”, Viterbo e Rieti e uno per le province del Lazio “sud”, Frosinone e Latina. Reti integrate per una serie di disturbi specifici. Tra le altre cose la Regione sta predisponendo percorsi assistenziali integrati anche per la presa in carico e la cura di minori e adulti che soffrono di patologie legate all’alimentazione, o al consumo di alcol o di stupefacenti. "È una giornata molto importante perché dopo dieci anni di attesa per problemi burocratici apre una nuova struttura di assistenza neuropsichiatrica. Ragazzi e ragazze che hanno bisogno di aiuto, e che finora lo ricevevano solo grazie alla volontà di alcuni operatori"- lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, cha ha aggiunto: sono contento che questa inaugurazione di nuovi luoghi belli della sanità si aprono nei giorni in cui stiamo uscendo dal Piano di rientro sanitario. Vogliamo uscire dal commissariamento ma non distruggendo la sanità ma rinnovandola".  
   
   
SALUTE, MARONI: BENE VIA LIBERA A RIFORMA SANITÀ  
 
Milano, 24 giugno 2015 - "Sono molto soddisfatto del via libera in commissione alla riforma della sanità, abbiamo risolto tutti i problemi e ora mi auguro che anche l´opposizione voglia contribuire, perché siamo nel momento cruciale, vogliamo scrivere insieme le regole della sanità lombarda per i prossimi trent´anni". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso dell´incontro con la stampa, in occasione dell´adozione della guglia di Madre Cabrini da parte del Niaf - The National Italian American Foundation - e dei donatori di International Patrons of Duomo di Milano. "Questo - ha detto Maroni - significa garantire la libera scelta ai cittadini tra pubblico e privato e passare da curare il malato a prendersi cura del malato, cioè curare di più la cronicità". " Inoltre - ha aggiunto - riduciamo i costi, dimezziamo le Asl, facciamo l´assessorato unico che integra sociale e socio sanitario, per cui ci sono tante novità importanti che faranno della Lombardia la Regione d´eccellenza in Italia per la sanità e il sociale. Il super assessorato? E´ semplicemente l´assessorato al Welfare, è la stessa scelta che fanno Zaia in Veneto e Toti in Liguria e quindi definiamo un modello di efficienza e di servizi migliori a costi più bassi che va al di là della Lombardia".  
   
   
INCONDIZIONATO SOSTEGNO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA MARIO OLIVERIO AL COMMISSARIO DELL’ASP DI REGGIO CALABRIA  
 
Catanzaro, 24 giugno 2015 - “Esprimo incondizionato sostegno al Commissario dell’Asp di Reggio Calabria per aver portato alla luce la grave ed inquietante vicenda dei doppi pagamenti autorizzati nel passato”. E’ quanto afferma, in una nota, il presidente della Giunta regionale calabrese, Mario Oliverio. “Al dottor Gioffrè –prosegue la nota- va riconosciuto il coraggio di voler fare chiarezza ed affermare piena trasparenza. Il Commissario dell’Asp ha avuto il merito di aver interrotto questa dolosa azione. L’amministrazione regionale farà tutto quanto è nelle proprie competenze al fine di accertare le responsabilità relative a pagamenti “erronei”, ma anche per sostenere ogni utile ed efficace iniziativa per accelerare la spesa dei fondi disponibili per il pagamento dei debiti pregressi e, soprattutto, per garantire procedimenti che non penalizzino nessuna delle aziende creditrici”. “Le denunce che hanno espresso, in queste ore, i rappresentanti di Confindustria –continua Oliverio- confermano una realtà che ha visto prevalere l’arbitrio e,probabilmente, anche il malaffare. Il mio impegno è quello di interpretare queste giuste denunce. Bisogna convincersi che oggi alla Regione la musica è cambiata. Noi ci mettiamo la faccia e intendiamo assumerci la responsabilità di compiere una necessaria opera di moralizzazione e di riqualificazione della spesa pubblica. Non vi è dubbio che questa vicenda non è da considerarsi come un incidente casuale,ma costituisce la prova e la dimostrazione di quali e quanti possano essere i grumi e le lobbies che si annidano dietro alcuni interessi e che oggi sono il vero ostacolo al processo di cambiamento di questa regione”. “Il danno prodotto -conclude il Governatore della Calabria- non è solo finanziario a carico della Pubblica Amministrazione, ma finora è stato soprattutto rivolto alle aziende sane che hanno fornito beni e servizi all’Asp e, soprattutto, ai cittadini i quali si vedono privati, nonostante una ingente spesa sanitaria, dei diritti basilari necessarialla cura della propria salute”.  
   
   
SALUTE: INCONTRO ASSESSORE FVG- ASSOCIAZIONE VITTIME TALIDOMITE  
 
Trieste, 24 giugno 2015 - L´assessore regionale alla Salute, Politiche sociali e Famiglia, Maria Sandra Telesca, ha incontrato ieri a Udine la rappresentante dell´Associazione Vittime Italiane Talidomide (Vita) Gina Marquardi. L´associazione si rivolge alle vittime sopravvissute del Talidomide, la cui sindrome è stata da poco riconosciuta a livello nazionale e deve essere inserita nei livelli essenziali di assistenza (Lea), come avviene in altri Paesi europei. La delegata dell´Associazione ha illustrato all´assessore Telesca le problematiche relative ai percorsi assistenziali dedicati alle persone affette da questa patologia, auspicando che possano essere portate in sede di Conferenza Stato Regioni. L´assessore ha dato la sua disponibilità a sostenere questa richiesta. "L´incontro odierno - ha osservato Telesca - costituisce l´inizio di un dialogo e di una costruttiva collaborazione ".  
   
   
VASTO, APERTA LUNGODEGENZA  
 
L´aquila, 24 giugno 2015 - "Un impegno assunto a fine del 2014 diviene oggi realtà. Con l´apertura della lungodegenza di Vasto dimostriamo che è possibile migliorare la sanità in tempi assolutamente rapidi ed efficienti". Lo afferma Silvio Paolucci, assessore regionale alla programmazione sanitaria, intervenendo sull´apertura della lungodegenza nell´ospedale di Vasto. "Si tratta di sedici posti letto ubicati al terzo piano del Padiglione Iii ? sottolinea l´assessore Paolucci ? per i quali avevo assunto un impegno ufficiale di fronte alla città in occasione del Consiglio comunale del 15 dicembre. Sono passati sei mesi e la struttura oggi entra in funzione. Il merito ? aggiunge Paolucci ? va alla sinergia messa in campo da Regione e Asl, mettendo la città ed il comprensorio in condizioni di dare da subito una risposta al fabbisogno di questo servizio che strutturalmente cresce nei mesi estivi. La buona sanità si costruisce passo dopo passo partendo dalle esigenze reali dei territori: abbiamo chiuso la pagina degli annunci ai quali non seguono i fatti".  
   
   
EMILIA ROMAGNA - SANGUE, "IN ESTATE LA TUA DONAZIONE CONTA. PARTI COL PIEDE GIUSTO": AL VIA LA CAMPAGNA DI REGIONE, AVIS E FIDAS. VENTURI: "DONATE SANGUE, È UN GESTO IMPORTANTE E GRATUITO"  
 
Bologna, 24 giugno 2015 - “In estate la tua donazione conta. Parti col piede giusto”. Al via la campagna di Regione, Avis e Fidas per promuovere le donazioni di sangue nel periodo delle vacanze; periodo in cui in genere si registra un calo, mentre il bisogno aumenta, anche per il maggior flusso di turisti. “Con questo messaggio noi diciamo: donate sangue, è un gesto importante ed è gratuito. Prenotate l’appuntamento, prima di andare in vacanza. Fatelo perché il sangue è necessario e ce n’è sempre più bisogno” sottolinea l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi. La campagna, rivolta ai donatori e alle donatrici di sangue, è l’occasione per sensibilizzare tutti i cittadini sul tema della donazione. “Ai donatori e alle donatrici abituali dobbiamo tanto – osserva Venturi – . E’ grazie a loro che ogni anno confermiamo la nostra straordinaria capacità di autosufficienza regionale del sangue e degli emocomponenti. E quando diciamo ‘la tua donazione conta’ vogliamo ribadire quanto è importante il loro impegno. Ma il messaggio è rivolto a tutti: è un invito a diventare donatori e donatrici”. Oggi l’attenzione del “sistema sangue” dell’Emilia-romagna è rivolta a una pianificazione della raccolta in base alle esigenze, quindi a un uso migliore, secondo l’obiettivo del Piano sangue e plasma regionale. Inoltre, la raccolta è più oculata: meno necessità di sangue intero e più attenzione alla raccolta di emocomponenti (in particolare il plasma, da cui vengono ricavati farmaci salvavita). I donatori non vanno più a donare in qualsiasi momento, ma solo con appuntamenti concordati sulla base della richiesta del sistema regionale. Con l’inizio dell’estate, Avis e Fidas hanno inviato messaggi e email ai propri donatori, con lo slogan della campagna. Ogni donatore può a sua volta inviare l’immagine ad altri donatori, anche utilizzando le applicazioni di messaggistica per smartphone o condividerlo sui social network. L’immagine della campagna, con il messaggio, è anche proposta come banner web nei siti delle Aziende sanitarie e di Avis e Fidas. In tutta la regione i volontari delle sue associazioni sono impegnati a organizzare iniziative per avvicinare i cittadini alla donazione, per informarli, per invitarli a saperne di più su come, dove e perché diventare donatori di sangue.  
   
   
SARDEGNA: SPORT, APPROVATO PROGRAMMA ANNUALE 2015  
 
Cagliari, 24 Giugno 2015 - Ammonta a 6 milioni e 130 mila euro la spesa prevista dalla Regione per il Programma annuale 2015 degli interventi per lo sviluppo dello sport in Sardegna. La Giunta, su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport, Claudia Firino, ha approvato oggi la delibera che definisce il programma e i criteri di ripartizione dei singoli interventi. La quota più consistente (oltre 4,3 milioni di euro) riguarda il sostegno alle squadre per la partecipazione ai campionati nazionali federali di maggior rilievo. Il contributo per l´organizzazione di manifestazioni sportive nazionali e internazionali ammonta invece a 482 mila euro. Per l´attività sportiva giovanile a carattere dilettantistico sono destinati 459 mila euro (93 mila andranno a sostegno delle attività sportive non agonistiche a favore dei disabili intellettivi). Il programma prevede inoltre l´assegnazione di 368 mila euro a favore del Comitato Regionale del Coni e 370 mila euro per l´attività istituzionale degli Enti di promozione e delle Federazioni Sportive. Infine, ammonta a 49 mila euro il contributo per l’organizzazione dei Giochi Sportivi Studenteschi.  
   
   
PIEMONTE: STANZIATI 850.000 EURO PER IL MONDO DELLO SPORT  
 
Torino, 24 Giugno 2015 - Di questi, 400.000 euro saranno destinati al finanziamento di progetti di cultura sportiva e alla realizzazione di iniziative per lo sport di base. I progetti, selezionati tramite apposito bando ad evidenza pubblica, dovranno essere ispirati alla Settimana Europea dello Sport - Ewos , prevista dalla Commissione Europea nella settimana d al 7 al 13 settembre 2015 e volta a promuovere la partecipazione sportiva e l´attività fisica nei Paesi membri dell’Ue. Il contributo della Regione Piemonte andrà a sostenere nella misura del 50% le spese degli Enti locali, anche in forma aggregativa, che proporranno attività con l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di cittadini per invitarli a modificare il loro stile di vita e renderlo più sano e consapevole. 250.000 euro sono stati destinati dalla Giunta per la manutenzione straordinaria di impianti sportivi per sostenere i ritiri pre-campionato di squadre di livello nazionale ed internazionale di diverse discipline sportive, mentre 190.895 euro saranno investiti per la ristrutturazione, l´adeguamento, il miglioramento funzionale degli impianti sportivi per lo svolgimento di campionati e manifestazioni sportive di rango nazionale ed internazionale già inseriti nei calendari federali, con particolare attenzione alle manifestazioni acquatiche. In questo caso i contributi, in conto capitale, saranno concessi in base alla formulazione di apposite graduatorie di idoneità dei progetti a Comuni, Federazioni sportive, Discipline Sportive Associate, Enti di Promozione Sportiva, Società e Associazioni Sportive senza scopo di lucro. “ Un provvedimento che va nell´ottica del sostegno ai Comuni e dello sport di base . - ha dichiarato Ferraris -. Abbiamo lavorato per un progetto che valorizzasse al massimo le poche risorse disponibili e le impiegasse in maniera diretta, privilegiando il rapporto tra il territorio e la cittadinanza. Questa misura ci insegna come nei momenti più difficili la collaborazione tra enti e soggetti diversi diventi una necessità ed uno stimolo per promuovere l’incontro tra lo sport e la popolazione e per diffondere la cultura dello sport per tutti ”.  
   
   
LOMBARDIA: SPECIAL OLYMPICS UN MODELLO DI SPORT VERO  
 
Milano, 24 giugno 2015 - "Regione Lombardia sostiene lo sport e, in particolare, chi sceglie di praticarlo nonostante delle difficoltà". L´ha detto Antonio Rossi, assessore allo Sport e Politiche per i giovani di Regione Lombardia ricevendo, al Belvedere di Palazzo Lombardia, la delegazione della Nazionale italiana che andrà, a luglio, agli Special Olympics a Los Angeles. Presenti all´incontro Oreste Perri, presidente Coni Lombardia; Maurizio Romiti, presidente nazionale Special Olympics e Alessandra Palazzotti, capo delegazione Special Olympics a Los Angeles. Emozioni Olimpiche - "Sono onorato di ricevervi qui a Palazzo Lombardia a poche settimane dalla vostra partenza - ha detto l´assessore Rossi - e so che siete molto emozionati". "Conosco un po´ della vostra emozione - ha continuato l´assessore - per averla vissuta in occasione delle mie partecipazioni olimpiche iniziate proprio guardando le gare di Los Angeles 1984". Crescere A Tutti I Livelli - "L´incontro qui a Palazzo - ha ricordato l´assessore - è il mantenimento di una promessa che vi avevo fatto e a cui ho voluto dare seguito per ribadire il sostegno del mio Assessorato e di Regione Lombardia alle iniziative e attività sportive che guardano all´inclusione sociale e allo scambio di esperienze, contatti, informazioni". "Un modo per crescere a tutti i livelli, sportivi e personali, e per adottare corretti stili di vita nel quotidiano di ciascuno. Superare i propri limiti, è l´obiettivo di molti atleti per arrivare alla vittoria, metaforicamente lo è nella vita di ogni giorno per arrivare a nuovi traguardi, identificando sempre dei nuovi obiettivi". "In Italia - ha spiegato l´assessore - solo il 3 per cento delle persone con difficoltà pratica sport, ma noi, come Regione, siamo in campo perché, nel nostro territorio, questa percentuale cresca e sia da traino per tutta l´Italia". "Lo dimostra il fatto - ha proseguito - che ogni nostra misura prevede un 10 per cento di risorse destinate ad atleti disabili". Gli Omaggi - L´assessore ha consegnato alcuni omaggi della Regione agli atleti della Nazionale Special Olympics che vede la Lombardia come la realtà più rappresentata. Le gare a Los Angeles si svolgeranno dal 24 luglio al 3 agosto. Special Olympics è un programma internazionale di allenamenti sportivi e un´organizzazione di eventi che promuove, attraverso lo sport, l´inclusione e la partecipazione sociale per persone con disabilità intellettiva e vede, in Lombardia, la presenza di 45 team. Adottare Un Campione - "Special Olympics prevede la campagna ´Adotta un campione´ e io lo farò personalmente - ha detto l´assessore - e vedremo di farlo anche come Regione Lombardia". "Se però vorrete adottare un campione che se la cava con la canoa - ha concluso l´assessore Rossi facendo sorridere il presidente del Coni Lombardia e suo allenatore Oreste Perri - io sono disponibile".