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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Giugno 2009
FRUIT SEASON 2009: A ROMA UNA MOSTRA E UN CONVEGNO PER INCENTIVARE IL CONSUMO DI FRUTTA NEI RAGAZZI  
 
 «È fondamentale dare ai bambini buone abitudini alimentari nell’infanzia, perché le manterranno negli anni successivi», ha dichiarato lo scorso novembre Mariann Fischer Boel, commissaria europea all´agricoltura e allo sviluppo rurale. L´evento inaugurale che si terrà a Roma il 18 giugno dalle ore 9. 30 - Spazio Europa - via Iv Novembre 149 segue Programma «Sono troppi i bambini che non mangiano abbastanza frutta e verdura e spesso non sanno quanto siano buone. Basta percorrere le strade principali delle nostre città per rendersi conto dell´entità del problema rappresentato dai bambini sovrappeso». Com´è noto, anche in Italia il consumo di frutta e verdura tra i bambini e i ragazzi è insufficiente. La scarsa attività fisica e il consumo eccessivo di merendine troppo dolci e non abbastanza energetiche sono una delle principali ragioni dell´ aumento dilagante dell’obesità infantile. Proprio allo scopo di restituire il giusto appeal al consumo della frutta da parte dei ragazzi, Disegno srl, con la collaborazione della Regione Lazio - Assessorato della Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato, del Parlamento europeo (Ufficio per l´Italia) e della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, organizza a Romadal 18 al 27 giugno l´iniziativa “Fruit season 2009". Nella cornice di "Fruit season 2009" rientrano vari progetti: l´allestimento di una mostra a Roma (in via 4 Novembre 149, presso lo Spazio Europa) che esporrà le creazioni delle aziende artigiane che lavorano con vari materiali per il food design, un convegno sul tema dell´alimentazione infantile e la prima edizione di un concorso rivolto a architetti, grafici, artisti e designers di età non superiore ai 40 anni. In occasione del convegno che si terrà il 18 giugno, sempre presso lo Spazio Europa, si terrà una conferenza stampa di presentazione di "Fruit Season 2009" alla quale parteciperanno, insieme all’Assessore alle Attività Produttive della Regione Lazio, altri rappresentanti del Parlamento e della Commissione europea. A seguire avverrà la premiazione del concorso "Europa Food Design". Articolato in due sezioni - design e fotografia - il concorso prevdeva per la prima sezione la progettazione e la realizzazione in materiale biodegradabile di un modello per una confezione/contenitore di una porzione di frutta o derivati (marmellata, macedonia, composte. ), mentre per la seconda sezione la rappresentazione di frutta, intera o a pezzi, e dei suoi derivati con il genere dello still life e l´uso della macro. Sito web: http://www. Disegnosrl. Com/ Convegno-seminario Programma Ore 9. 30 Introducono: Laura Belforti e Andrea Mazzoli, architetti-curatori dell’evento Modera: Marcella Sullo, giornalista; Saluti di benvenuto di: Clara Albani, Direttore ufficio d’informazione per l’Italia del Parlamento Europeo Piervirgilio Dastoli, Direttore della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea. Interverranno: Francesco De Angelis, Assessore alla Piccola e Media Impresa, Commercio e Artigianato; Giuliana Keller, Direzione Generale Politiche per l’Agricoltura, Commissione Europea; Riccardo Deserti, Direttore generale sviluppo agroalimentare, qualità e tutela del consumatore del Mipaaf; Daniela Galeone, Direttore Ufficio Ii del Dipartimento prevenzione e comunicazione del Ministero della Salute; Gian Paolo Manzella, Direttore Dipartimento Sviluppo Economico della Provincia di Roma; Silvana Sari, Capo Dipartimento Politiche Educative e Scolastiche del Comune di Roma; Massimo Pallottini, Commissario Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio; Sergio Pacini, Presidente Associazione Biologi Nutrizionisti Italiani; Stefano Salvi, Direttore Adi Centro. .  
   
   
L´EFSA AGGIORNA IL PROPRIO PARERE SUL 4-METILBENZOFENONE NEI CEREALI DA PRIMA COLAZIONE  
 
 Il gruppo di esperti scientifici dell´Efsa sui materiali a contatto con gli alimenti (Cef) ritiene che consumare per breve tempo cereali da colazione contaminati da 4-metilbenzofenone ai livelli segnalati all´inizio dell´anno non rappresenti un rischio per la salute. Il gruppo ha raggiunto questa conclusione dopo aver eseguito una nuova valutazione dei dati tossicologici su una sostanza simile, il benzofenone, ma ha confermato tuttavia che, qualora l´impiego di 4-metilbenzofenone dovesse persistere, si renderebbero necessari ulteriori dati per compiere una valutazione del rischio completa. Il benzofenone e il 4-metilbenzofenone sono sostanze chimiche usate negli inchiostri per la stampa degli imballaggi alimentari. Nel febbraio del 2009, dopo il rinvenimento di 4-metilbenzofenone in alcuni cereali da prima colazione, la Commissione europea aveva chiesto all´Efsa di fornire una consulenza urgente sui rischi per la salute umana. La Commissione aveva anche chiesto di valutare se la dose giornaliera ammissibile (Dga) esistente per il benzofenone e l´idrossibenzofenone potesse essere applicata anche al 4-metilbenzofenone, e di effettuare una nuova valutazione della Dga relativa al benzofenone e all´idrossibenzofenone per la fine di maggio 2009. Il gruppo di esperti scientifici ha ritenuto che la soglia di sicurezza per il benzofenone, utilizzata a marzo come base per il parere urgente dell´Efsa alla Commissione, fosse molto prudente, in quanto fondata sulle alterazioni adattative (ossia reversibili), segnalate negli animali da esperimento a seguito della loro esposizione al benzofenone, più che sugli effetti avversi di per sé. Il gruppo ha tuttavia considerato questo approccio ragionevole, data la mancanza di dati disponibili e il breve lasso di tempo concesso. Basandosi su una soglia più elevata, ritenuta il livello di assunzione al di sopra del quale il benzofenone può causare effetti avversi per la salute, il gruppo di esperti ha determinato una nuova Dga per il benzofenone, pari a 0,03 mg per chilogrammo di peso corporeo[2]. Il gruppo si è detto in accordo con la precedente dichiarazione dell’Efsa secondo la quale la Dga per il benzofenone non poteva essere applicata al 4-metilbenzofenone, e ha inoltre dichiarato che, in assenza di dati a sostegno, l´idrossibenzofenone non dovrebbe essere incluso nello stesso gruppo Dga del benzofenone. Http://www. Efsa. Europa. Eu/efsa/efsa_locale-1178620753812_1211902570801. Htm .  
   
   
L’EFSA VALUTA I GENI MARCATORI DI RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI NELLE PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE  
 
È stata pubblicata l’ 11 giugno una dichiarazione dell’Efsa che fornisce una panoramica consolidata sull’uso dei geni marcatori di resistenza agli antibiotici (Armg)[2] nelle piante geneticamente modificate (Gm). Il documento comprende un parere scientifico congiunto dei suoi due gruppi di esperti scientifici Gmo e Biohaz, i quali concludono che, in base alle informazioni attualmente disponibili, è improbabile che il trasferimento dei due geni marcatori di resistenza agli antibiotici nptIi e aadA dalle piante Gm ai batteri, associato all’uso di piante Gm, produca effetti avversi sulla salute umana e sull’ambiente. Le incertezze nel parere sono dovute a limiti legati, tra l’altro, al campionamento e al rilevamento, come pure alle difficoltà nello stimare i livelli di esposizione e all’incapacità di assegnare a una fonte definita i geni di resistenza trasferibili. Due membri del gruppo Biohaz hanno espresso pareri minoritari riguardo alla possibilità di effetti avversi dei geni marcatori di resistenza antibiotica sulla salute umana e sull’ambiente. In un altro parere, il gruppo di esperti Gmo ha rivisto le sue precedenti valutazioni di singole piante Gm contenenti Armg, alla luce dei risultati e delle conclusioni del parere congiunto Gmo-biohaz. Il gruppo di esperti Gmo è giunto alla conclusione che le sue precedenti valutazioni del rischio relative all’uso del gene marcatore nptIi nelle piante Gm sono coerenti con la strategia di valutazione del rischio descritta nel parere congiunto e che non vi sono a disposizione nuove prove scientifiche che potrebbero indurlo a modificare i suoi precedenti pareri[3] su tali piante Gm. A seguito dell’adozione del parere congiunto dei gruppi Gmo e Biohaz, l’Efsa ha chiesto ai due gruppi se i pareri di minoranza rendessero necessario un chiarimento del parere congiunto oppure del lavoro scientifico supplementare. I presidenti dei gruppi hanno risposto che i pareri di minoranza erano stati esaurientemente esaminati durante la preparazione del parere congiunto e, pertanto, al momento non vi era necessità di ulteriori chiarimenti o di lavoro scientifico aggiuntivo. Nell’opinione congiunta, i gruppi Gmo e Biohaz concludono che non è stato evidenziato alcun trasferimento di Armg da piante Gm a batteri né in condizioni naturali né in laboratorio. L’ostacolo principale al passaggio stabile dei geni marcatori di resistenza antibiotica dalle piante Gm ai batteri è la mancanza di identità della sequenza di Dna tra tali piante e i batteri. I gruppi di esperti hanno concluso che i geni di resistenza antibiotica nptIi e aadA si presentano con frequenza diversa nelle diverse specie e nei diversi ceppi batterici nonché nei diversi ambienti. Recenti analisi delle popolazioni batteriche totali, eseguite mediante le tecnologie più avanzate[4], hanno dimostrato che i geni di resistenza gli antibiotici kanamicina, neomicina e streptomicina sono presenti in tutti gli ambienti studiati. La presenza di antibiotici nell’ambiente e l’uso di antibiotici sono fattori fondamentali per la selezione e la diffusione dei geni di resistenza agli antibiotici. I gruppi di esperti hanno evidenziato i limiti connessi tra l’altro al campionamento e al rilevamento, oltre che alle difficoltà nello stimare i livelli di esposizione e all’impossibilità di attribuire il trasferimento dei geni a una fonte precisa. Il campionamento e rilevamento sono aspetti tecnici degli esperimenti che possono limitare la validità dei risultati. Inoltre, non é sempre possibile definire con esattezza da quale organismo un gene Arm presente in un altro organismo possa aver avuto origine né fornire una stima esatta della portata del fenomeno[5]. I gruppi di esperti scientifici, in collaborazione con l’Agenzia europea per i medicinali (Emea) e con il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), hanno anche studiato l’importanza clinica in medicina umana e veterinaria degli antibiotici cui gli Armg conferiscono resistenza. L’nptii conferisce resistenza agli antibiotici kanamicina e neomicina, che sono classificati dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come “antimicrobici estremamente importanti”. La kanamicina viene usata come antibiotico di seconda linea per il trattamento della tubercolosi multiresistente (mdr-Tb), il cui aumento della resistenza a tali antibiotici è preoccupante in tutto il mondo. I gruppi di esperti scientifici hanno tuttavia osservato che l’nptIi non è implicato nella resistenza alla kanamicina nel trattamento della mdr-Tb. Il gruppo Gmo ha anche rivisto i suoi precedenti pareri sull’uso dell’nptIi nelle piante Gm in seguito ai risultati del parere congiunto dei gruppi Gmo e Biohaz. Il gruppo Gmo ha concluso, in un altro parere, che le sue precedenti valutazioni del rischio relativo all’uso dell’nptIi nel mais Mon 863 e nei suoi ibridi, come pure nella patata da amido Eh92-527-1, sono in linea con la strategia di valutazione del rischio descritta nel parere congiunto dei gruppi Biohaz e Gmo. Il gruppo Gmo ha anche sottolineato che non si è resa disponibile alcuna nuova prova scientifica che potrebbe indurlo a modificare i propri pareri precedenti su tali piante Gm. See: Consolidated presentation of the joint Scientific Opinion of the Gmo and Biohaz Panels on the “Use of Antibiotic Resistance Genes as Marker Genes in Genetically Modified Plants” and the Scientific Opinion of the Gmo Panel on “Consequences of the Opinion on the Use of Antibiotic Resistance Genes as Marker Genes in Genetically Modified Plants on Previous Efsa Assessments of Individual Gm Plants”. Ulteriori informazioni sull’attività dell’Efsa relativa agli Ogm e sull’attività relativa alla resistenza antimicrobica. Http://www. Efsa. Europa. Eu/efsa/efsa_locale-1178620753820_1211902183576. Htm .  
   
   
WORKSHOP SUL RESTAURO DELLE POPOLAZIONI ITTICHE  
 
Dall´1 al 4 settembre si terrà a Düsseldorf (Germania) un workshop internazionale sul restauro delle popolazioni ittiche. La conferenza intende offrire l´opportunità di riunire esperti da tutto il mondo per scambiarsi esperienze e dati tecnici, nonché migliorare e ottimizzare i progetti attuali di restauro ittico e prepararsi per il futuro. L´obiettivo principale del simposio è di sintetizzare la conoscenza internazionale sul restauro ittico attraverso l´agevolazione della presentazione dei risultati di ricerca ottenuti in una serie di campi disciplinari diversi. Il workshop sarà ospitato dal progetto "The re-introduction of allis shad (Alosa alosa) in the Rhine System" (La reintroduzione dell´agone (Alosa alosa) nel sistema del Reno), finanziato dall´Ue nell´ambito del programma Life. L´agone è una specie ittica sparita dal Reno nella prima metà del ventesimo secolo e lo scopo del progetto è di reintrodurlo. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Lanuv. Nrw. De/alosa-alosa/int/tagung_2009/index. Html .  
   
   
ENERGIA DA BIOMASSE  
 
La filiera di produzione dell’energia da biomasse di origine agricola deve vedere i soggetti che la compongono in una posizione di equilibrio reciproco, così da consentire all’eventuale parte “debole”, o con minore potere contrattuale, di essere partecipe di una stessa intrapresa a condizioni operative eque e sostenibili per un periodo almeno decennale. Risponde a questa esigenza il contratto tipo di filiera per la fornitura di biomassa ai soggetti incaricati del trattamento, approvato dalla Giunta veneta su iniziativa del vicepresidente Franco Manzato. “Lo schema di contratto in questione – ha sottolineato Manzato – è stato redatto anche per consentire alle biomasse destinate alla produzione di energia, vegetali ma soprattutto zootecniche come liquame, letame e pollina, di rientrare nell’ambito della qualificazione di ‘sottoprodotto’ da valorizzare, dunque non più fattore di inquinamento”. Nell’attuale scenario agricolo, le imprese hanno trovato nuove opportunità nelle tecnologie che impiegano “combustibili verdi”, come quelli ottenuti con l’utilizzo delle biomasse e degli effluenti zootecnici, materiali che sono spesso prodotti in quantità eccedente al carico che può essere tollerato dai terreni agricoli aziendali, mentre in questo modo possono invece avere un ritorno in termini di benefici economici. “Come Regione abbiamo assecondato tale processo – ha spiegato Manzato – attivando alcune iniziative di supporto alle imprese e apposite linee di finanziamento per gli adeguamenti delle strutture delle aziende agricole e per la realizzazione di una serie di interventi di accompagnamento. Il contratto tipo di filiera si pone come strumento che completa il quadro, finalizzato a fare in modo che imprese agricole fornitrici e acquirenti condividano impegno, responsabilità dello sviluppo ed efficace conclusione dell’iniziativa”. .  
   
   
FEDAGRI: È NEI PERIODI DI CRISI CHE OCCORRE TROVARE STRUMENTI E RISORSE PER FAVORIRE LA PRODUTTIVITÀ E GLI INVESTIMENTI L’AGRICOLTURA TIENE ANCHE NEL PRIMO TRIMESTRE 2009: PERCHÉ HA SAPUTO TENERSI LONTANA DAI “GIOCHI” FINANZIARI CHE HANNO TRAVOLTO L’ECONOMIA INTERNAZIONALE  
 
Roma – Nel 2009 il Pil cadrà di 5 punti percentuali e si attendono sia una riduzione dei consumi che un crollo della domanda estera. I dati ufficiali del primo trimestre 2009, divulgati oggi dall’Istat, confermano queste previsioni annuali: sul fronte interno, la spesa delle famiglie è calata del 2,6%, gli investimenti sono crollati del 12,6% (in particolare, sono diminuiti del 14,6% gli investimenti in macchinari e attrezzature, del 29,8% quelli in mezzi di trasporto e del 7,9 quelli in costruzioni) e il Pil ha subito una diminuzione tendenziale del 6%. Nel primo trimestre, sono sprofondate anche le esportazioni (-21,7% rispetto al primo trimestre 2008). “Il quadro tratteggiato – commenta il presidente di Fedagri-confcooperative Paolo Bruni - è a dir poco preoccupante, tale da richiedere un sostegno deciso dell’economia del nostro paese con tutti gli strumenti a disposizione, senza accontentarsi dei piccoli segnali incoraggianti dell’ultimo periodo”. Nel primo trimestre 2009 solo l’agricoltura è riuscita a tenere (il valore aggiunto è cresciuto lievemente, +0,1% rispetto allo stesso periodo del 2008). Questa è una conferma del buon risultato già segnalato per il 2008: la ricchezza prodotta dal settore è quantificabile in +2,4% rispetto al 2007, in controtendenza rispetto alla diminuzione registrata negli altri settori produttivi (-4,6% nel settore manifatturiero, -1,2% nelle costruzioni, -0,6% nei servizi). “Tale risultato – prosegue Bruni – è il frutto di tanti fattori. Innanzitutto l’agricoltura ha saputo tenersi lontana dai “giochi” finanziari che hanno travolto, dall’estate 2008, prima l’economia americana riverberandosi poi su quella europea. Non va dimenticato però che l’agricoltura è un settore classicamente in controtendenza, che tende a risentire con maggiore ritardo della modificazione del quadro economico generale”. “Di fronte a questo quadro – prosegue Bruni – “è bene ricordare che è proprio nei periodi di crisi che occorre trovare strumenti, risorse, occasioni per completare più rapidamente la ristrutturazione di cui necessita il settore. Questo percorso può essere intrapreso attraverso una capacità di investimento delle imprese, supportata da un efficace accesso al credito. ” “Il nodo cruciale per mantenere e rafforzare i seppur lievi risultati di crescita del primo trimestre 2009” – conclude Bruni – “sta nel dare innanzitutto spazio alle esigenze di credito del settore per offrire opportunità di crescita a tutte le aziende agricole. Serve così una politica di sostegno che favorisca la produttività e non il disinvestimento”. .  
   
   
BASILICATA: RAPPORTO BANKITALIA. CIA: SERVE STRATEGIA CONTRO RECESSIONE  
 
“Alla luce dei dati contenuti nel Rapporto della Banca di Italia per il 2008 l”agricoltura lucana continua a registrare una grave fase recessiva determinata da deficit strutturali e della logistica che purtroppo si fanno risentire, pesantemente, su produzioni e redditi. Ciònonostante si verificano una crescita della Plv e un migliore posizionamento sul versante delle dimensioni aziendali e della distribuzione fondiaria”. E” questa la “lettura” del Rapporto da parte della Cia-confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata secondo la quale “la agricoltura lucana ha bisogno di essere ripensata e riprogrammata attraverso una strategia complessiva, individuando a breve un luogo e una occasione di appuntamento programmatico regionale (Conferenza Regionale sulla Agricoltura) tanto più urgente per affrontare i nuovi compiti della riforma della Pac, della verifica dello stato di salute della stessa, della definizione dei bilanci Ue per la agricoltura nonchè alla vigilia della attuazione del Psr 2007-2013. Un” altra scadenza ravvicinata che deve cogliere la Basilicata e il mondo agricolo lucano preparati è la entrata in vigore del libero scambio nel bacino euromediterraneo. Per uscire dalla fase recessiva c”è bisogno essenzialmente di Piani di settori, all”interno del Psr 2007-2013 (ortofrutta, cerealicoltura, zootecnia, vivaistico-legno), di progetti di riconversione per venire in contro alla crisi più profonda che colpisce la agricoltura intensiva (Metapontino, Vulture-alto Bradano), un Patto con le aziende della trasformazione e una operazione di risanamento per superare il grave indebitamento delle aziende agricole”. “Intanto – sottolinea la Cia – non va sottovalutato il dato della pur lieve crescita della Produzione Lorda Vendibile (Plv) del comparto agricolo (al netto del settore zootecnico) a fine 2007 del 2,3 p. C. , a fronte della riduzione delle superfici coltivate (-4,1 p. C. ). Come è positiva ed indicativa della vitalità del comparto anche la quota di occupazione diretta e stagionale (questa ultima sempre più caratterizzata da lavoratori extracomunitari) che secondo i dati del nostro Centro Studi si attesta intorno al 10 p. C. Della forza lavoro complessiva, quasi tre volte in più della quota media nazionale. Di contro si conferma la “mortalità” di aziende agricole che da anni segnano una perdita di un migliaio di unità l”anno, una riduzione che negli ultimi quattro-cinque anni è accompagnata dalla crescita della dimensione media, misurata in termini di superficie coltivata. L”aspetto decisamente allarmante che si ricava dal Rapporto – a parere della Cia – è la situazione di esposizione-indebitamento dei titolari di aziende agricole nei confronti delle banche. Di qui la proposta ribadita di procedere ad una operazione di risanamento tanto più necessaria dopo le continue calamità naturali che si sono abbattute su aziende del Metapontino provocando gravissimi danni. Per la Cia lucana, insieme ai quattro Piani di settore indicati, per accrescere la Pvl è strategico da una parte procedere ad una strategia di filiera produzione-trasformazione-commercializzazione e dall”altra, accelerare i processi di diversificazione aziendale in direzione della ospitalità rurale-agriturismo, della produzione di bioenergia, coniugando i fattori produttivi di territorio-ambiente-ruralità. .  
   
   
BANDO PER CONSORZI IRRIGUI PER INFRASTRUTTURE STRATEGICHE SI COMPLETA IL PIANO IRRIGUO TRIENNALE PIEMONTESE  
 
La Giunta Regionale ha deliberato l’apertura di un bando a favore dei consorzi gestori dei comprensori irrigui per la realizzazione di infrastrutture di importanza strategica, stanziando una cifra pari a 9 milioni di euro. Si completa in questo modo il piano triennale delle opere irrigue, adottato dalla Giunta Regionale e approvato dal Consiglio nel dicembre 2007, che comprende un insieme organico di interventi per complessivi 27 milioni di euro. Oltre al presente bando, sono stati avviati nel 2008 interventi di manutenzione straordinaria urgente (attraverso analogo bando a favore dei consorzi irrigui) e nel febbraio 2009 i finanziamenti relativi ai canali demaniali. Il presente bando per le infrastrutture irrigue di importanza strategica prevede la realizzazione di interventi per la raccolta e la distribuzione delle acque a scopo irriguo e l’acquisto di attrezzature. La finalità è quella di mitigare in modo permanente e sostanziale i problemi connessi alle ricorrenti crisi idriche, in armonia con il Piano regionale di tutela delle acque, perseguendo l’obiettivo di un uso ottimizzato della risorsa acqua, del miglioramento dell’efficienza, del riequilibrio idrico con il mantenimento del minimo deflusso vitale. Il finanziamento regionale viene corrisposto sotto forma di contributo in conto capitale pari al 95% della spesa ammessa, che può variare da un minimo di 500. 000 a un massimo di 3 milioni di euro. In base alla deliberazione adottata dal Consiglio Regionale nel dicembre 2007, è stata stabilita una priorità nell’erogazione dei finanziamenti tra le province piemontesi in considerazione delle maggiori criticità del comparto irriguo: provincia di Cuneo, Torino, Alessandria, Vercelli, Verbano Cusio Ossola, Biella, Asti, Novara. Inoltre, i progetti verranno valutati in base alla capacità di razionalizzare l’irrigazione, al rapporto costi-benefici, alla capacità di stimolare le produzioni specifiche, all’eventuale inserimento del progetto in intese programmatiche inter-territoriali. Il bando sarà consultabile nei prossimi giorni all’indirizzo http://www. Regione. Piemonte. It/cgi-bin/agri/leggi/pub/bandi. Cgi con scadenza metà settembre. “Con l’apertura di questo bando, diamo piena attuazione al piano irriguo triennale – afferma l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – un progetto strategico che la Regione ha messo in campo per affrontare in maniera organica la gestione delle risorse idriche del nostro territorio. L’elemento di novità sta nell’approccio seguito e negli obiettivi: da un lato la realizzazione delle infrastrutture, progetti mirati di cui sia possibile valutare l’efficienza e la sostenibilità ambientale, dall’altro un’attenzione specifica alla loro gestione e manutenzione. In sostanza vorremmo non solo consentire la realizzazione delle opere ma assicurare che le modalità di gestione nel medio-lungo termine siano ottimali per l’equilibrio idrico ambientale. ” .  
   
   
"MOZZARELLE" SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
La produzione di mozzarelle nel corso del 2008 evidenzia un calo a volume ed una crescita a valore, conseguenza dell’adeguamento dei prezzi dei prodotti alle quotazioni del latte, con dinamiche differenziate fra i diversi segmenti: sostanzialmente stabile la mozzarella vaccina, in forte calo la produzione di mozzarella di bufala, a causa dell’allarme diossina che ha colpito il settore nei primi mesi del 2008. L’import registra un calo (-2%) a causa dell’incremento dei prezzi medi (+6,1%) e della contemporanea riduzione della domanda, in particolare del prodotto pizza, principale destinazione del prodotto importato. Le esportazioni complessive a volume fanno registrare una flessione del 3,6% rispetto al 2007, dovuto soprattutto alla mozzarella di bufala (-9,7% in volume). I consumi complessivi di mozzarella hanno registrato una diminuzione a volume dell’1,5% rispetto al 2007 con andamenti differenti a seconda dei singoli segmenti. Le aree individuate (mozzarella da tavola, per uso culinario, di bufala) presentano livelli di concentrazione e un quadro competitivo molto differenziato; nella mozzarella da tavola è in atto una ridefinizione degli assetti che porterà ad una maggiore concentrazione. Nel corso del 2009 la domanda complessiva di mozzarelle in presenza di riduzioni consistenti (stimabili intorno al 7-10%) dei prezzi finali dei prodotti dovrebbe registrare una ripresa dei consumi a volume (anche se modesta) con dinamiche differenti per le diverse tipologie. In generale il progressivo impoverimento delle famiglie italiane orienterà le scelte dei consumatori verso prodotti di fascia di prezzo medio-bassa, determinando un’ulteriore crescita dei prodotti a marchio del distributore che hanno una battuta di cassa piu’ bassa rispetto ai prodotti a marchio. Dati Di Sintesi, 2008
Numero imprese 430-450
Numero di addetti specifici 4. 500
Numero di addetti per impresa(a) 10,2
Valore della produzione a prezzi di fabbrica (Mn. Euro)(a) 1. 600,0
Variazione della produzione 2008/2007 (%)(b) -1,7
Fatturato per addetto (‘000 euro) 355,5
Valore aggiunto (Mn. Euro) 172,8
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 38,4
Quota della produzione prime 4 imprese (%)(b)(c)(d) 49,9
Quota della produzione prime 8 imprese (%)(b)(c)(d) 61,7
Import/consumo (%)(b) 25,0
Export/produzione (%)(b) 18,3
Valore del mercato a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 1. 648,5
Variazione del mercato 2008/2007(%)(b) -1,5
· mozzarella vaccina da Tavola(b) 0,9
· mozzarella di bufala da Tavola(b) -9,7
· mozzarella da Pizza(b -1,8
Quota di mercato prime 4 imprese (%)(b)(c)(d) 32,6
Quota di mercato prime 8 imprese (%)(b)(c)(d) 42,6
Previsioni di sviluppo del mercato 2009/2008 (%)(b):
· mozzarella 0-1,0
· mozzarella vaccina 0-0,5
· mozzarella di bufala 2,5/3,5
Tendenza di medio periodo Leggera crescita
a) - produzione industriale e artigianale b) - in quantità c) - comprese le quantità commercializzate d) - le quote del Gruppo Lactalis Italia (gruppo economico) - Gruppo Lactalis e Lactalis Italia - e Cooperlat (gruppo economico) - Cooperlat Societa’ Cooperativa Agricola e Abit Piemonte Consorzio Cooperativo sono considerate uniche Fonte: Databank .
 
   
   
IN PUGLIA UNA QUALIFICATA E NUTRITA DELEGAZIONE DI OPERATORI COMMERCIALI TEDESCHI DEL COMPARTO LATTIERO-CASEARIO.  
 
Con l’obiettivo di favorire e sostenere l’apertura internazionale delle imprese pugliesi nei settori strategici dell’economia regionale, la Regione Puglia, Area Politiche per lo Sviluppo, il Lavoro e l’Innovazione ed Area Politiche per lo Sviluppo Rurale, con il supporto dello Sprint Puglia e in collaborazione con la Camera di Commercio italiana in Germania e Cna, ha organizzato, per ieri e oggi , una missione di incoming riservata agli operatori della distribuzione specializzata nel settore agroalimentare, comparto prodotti lattiero-caseari, provenienti dalla Germania. Finalizzata a far conoscere le principali specializzazioni produttive del sistema agroalimentare pugliese, la missione mira, nello specifico, a sostenere il rilancio del comparto dei prodotti lattiero-caseari, indebolito dall’attuale congiuntura economica sfavorevole. Garantisce, inoltre, continuità alle iniziative promosse recentemente dalla Regione Puglia per valorizzare la promozione della filiera dell’industria agro-alimentare in terra tedesca (missione economica a Berlino in occasione della mostra “Puglia stupor Mundi” novembre 2008, partecipazione alle fiere specializzate di settore, Biofach di Norimberga e Prowein di Dusseldorf nelle recenti edizioni), anche in considerazione della crescente importanza del comparto lattiero-caseario in Germania, quale potenziale sbocco di mercato per gli operatori pugliesi. “Nonostante la Germania sia uno dei più tradizionali partner commerciali della Puglia – ha spiegato il Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo Economico Sandro Frisullo -, il potenziale di sviluppo dell’export è ancora molto forte perché i consumatori tedeschi sono molto interessati alle produzioni tipiche di qualità. Non è un caso se le esportazioni pugliesi di prodotti alimentari e bevande verso la Germania, sono cresciute nel 2008 del 26,5% rispetto al 2007. Un bel risultato rispetto allo stesso dato italiano, in aumento solo del 4,94%, che fa ben sperare in ulteriori incrementi. Ecco perché durante il workshop gli operatori delle imprese pugliesi apprenderanno i dettagli tecnici e conosceranno gli strumenti indispensabili per conquistare questo mercato anche nel comparto dei prodotti lattiero-caseari”. Il programma dell’iniziativa prevede, presso il “Grand Hotel La Chiusa di Chietri” di Alberobello, un workshop informativo di presentazione del mercato tedesco e sessioni di incontri business to business con gli operatori esteri. Intitolato “Germania: strumenti ed opportunità d’affari per le imprese pugliesi del comparto lattiero-caseario” il workshop si terrà oggi dalle ore 9. 30. Sarà caratterizzato dagli interventi di: Davide F. Pellegrino, Direttore per l’Area Politiche per lo Sviluppo Economico,il Lavoro e l’Innovazione, della Regione Puglia; Francesca Regina, Project Manager della Camera di Commercio italiana per la Germania e Caterina Calia, Avvocato Ll. M. Munich, Ls Lexjus Sinacta - avvocati e commercialisti. Obiettivo del workshop è informare le imprese sulle dinamiche di sviluppo della domanda per i prodotti alimentari “made in puglia” e suggerire le strategie e tecniche di marketing e di distribuzione del prodotto più adatte a sfruttare le opportunità che si presentano sul mercato tedesco. Al termine del workshop seguiranno uno showcase dei prodotti lattiero-caseari pugliesi e, sino a sera, un fitto programma di incontri business to business tra gli operatori pugliesi e la delegazione tedesca. Domani sarà dedicato, invece, alle visite in azienda al fine di fornire agli ospiti tedeschi (12 operatori commerciali e 3 giornalisti della stampa specializzata) una conoscenza più approfondita delle realtà imprenditoriali e produttive pugliesi e presentare loro il territorio regionale in generale. Alla missione hanno aderito 15 aziende pugliesi che fanno della genuinità e della bontà i marchi inconfondibili della loro produzione artigianale. Sono: Caseificio Artigiano di Francesco D’ambruoso, Caseificio Palazzo e Cap Cooperativa Allevatori, tutte e tre di Putignano; Caseificio Artigianale Michele Olanda e Sanguedolce di Andria; Caseificio Artigianale dei fratelli De Rosa di Gravina di Puglia; Caseificio Oronzo Crovace di Speziale di Fasano; Caseificio dei Colli Pugliesi di Santeramo in Colle; Caseificio Murgiano di Gioia del Colle; Delizia di Noci; Fattorie Chiarappa di Conversano; Michele Laera e figlie di Noicattaro; Tempestoso e Valcoop di Martina Franca; Caseificio Pugliese di Corato. .  
   
   
OCCORRE RILANCIARE L´ITTICOLTURA FVG  
 
Il Friuli Venezia Giulia è leader europeo nella produzione di pesce da allevamento. Per questo l´assessore regionale alle Risorse Agricole, Naturali, Forestali e alla Pesca, Claudio Violino, ha voluto prendere contatto con la realtà degli itticoltori, che è ormai radicata nell´intera pianura friulana. In particolare, Violino ha visitato alcuni impianti nella zona di Sterpo di Bertiolo per approfondire i vari aspetti di questa filiera. La quale, come ha evidenziato lo stesso assessore, "non è adeguatamente conosciuta e promossa nemmeno sul nostro territorio". Si riferiva alle potenzialità delle produzioni ittiche, e delle loro lavorazioni locali, che le aziende esistenti sul nostro territorio sono in grado di assicurare non solo al libero mercato, ma anche alla grande distribuzione, nonché alle mense delle scuole (anche materne e infantili) delle case di riposo e delle strutture sociali. Infatti, com´è stato spiegato all´assessore regionale dal presidente nazionale dei piscicoltori, Pier Antonio Salvador, e dai titolari delle due aziende di acquacoltura visitate, l´Agricola Mangilli e l´Agricola Sterpo, rispettivamente Armanda Venier e Pierdomenico Stefanuto, il percorso di produzione e allevamento che viene seguito in loco offre garanzie di salubrità e di qualità. Nelle adiacenze delle grandi vasche, dove sono portati ad accrescimento fino a 500 mila esemplari di trota fario e iridea, si trova infatti un edificio nel quale vengono schiuse le uova, e dove sono cresciuti gli avannotti di tali varietà. Nelle vasche si procede poi alla loro crescita fino alla pezzatura lavorabile e commerciabile. Quindi, in un altro fabbricato a poche decine di metri dalle vasche, il pesce viene lavorato con l´ausilio di macchinari molto moderni ed efficaci. Realizzando freschi filetti, uova di trota preparate con le stesse tecniche con le quali si approntano le uova di storione per il caviale, bocconcini, mousse, hamburgher di trota. Si tratta di prodotti freschissimi in quanto realizzati, come ha scherzosamente rilevato l´assessore Violino, "a chilometri zero, perchè la materia prima raggiunge i macchinari per la lavorazione in pochi minuti". Secondo l´assessore occorre ora valorizzare adeguatamente questa filiera, e per renderla totalmente certificabile e adatta a divenire una delle Dop del Friuli Venezia Giulia, ovvero un biglietto da visita del nostro territorio e dell´agroalimentare, sarebbe opportuno poter disporre nella zona di un mangimificio. Che a sua volta dovrebbe utilizzare quale materia prima prodotti locali, al fine di offrire una garanzia riscontrabile e pressoché totale ai consumatori, e poter affrontare con successo i mercati del mondo. L´attività di acquacoltura nel medio Friuli, distribuita anche nel pordenonese, dalla fascia pedemontana alla bassa pianura friulana, si è sviluppata in particolare sulla linea delle risorgive, dalle quali le aziende attingono l´acqua limpidissima. Nella quale possono allevare i pesci con ottimi risultati. I primi impianti di allevamento ittico in acque dolci furono realizzati nel pordenonese negli anni ´30. Per poi attestarsi nell´intera pianura friulana. Attualmente, la troticoltura del Friuli Venezia Giulia produce 11 mila 600 tonnellate di pesce l´anno, pari a un prodotto lordo vendibile del valore di 39 milioni di euro. Rappresenta pertanto il 34 per cento dell´intera produzione nazionale. Fiorente, com´è stato ricordato nell´occasione della visita di Violino a Sterpo, è anche l´allevamento di molluschi bivalve nelle acque salmastre, lagunari e costiere. L´intera acquacoltura regionale, comprensiva degli allevamenti in acqua dolce e salmastra, conta settantotto impianti, situati a terra, in mare, nelle valli. Vi sono occupati oltre quattrocento addetti, ai quali si aggiungono quelli impiegati nell´indotto. La produzione ittica complessiva del Friuli Venezia Giulia è pertanto di 12 mila 800 tonnellate, per un valore di 44 milioni di euro. .  
   
   
CONFERENZA INTERNAZIONALE "ADVANCES IN MEDITERRANEAN AQUACULTURE"  
 
Cagliari - Lunedì 29 e martedì 30 giugno 2009, a partire dalle ore 10:30 si terrà a Porto Conte Ricerche una conferenza internazionale dal titolo "Advances in Mediterranean Aquaculture". Finalità principale dell´iniziativa, che è stata organizzata con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna, è lo scambio di informazioni e la divulgazione dei risultati delle più recenti ricerche sull´acquacoltura nel Mediterraneo. Parteciperanno ai lavori relatori internazionali e italiani che operano presso Università ed enti di ricerca. Le lingue ufficiali dell´evento sono l´italiano e l´inglese, con possibilità di servizio di traduzione simultanea su richiesta. .  
   
   
LOTTA ALLE ZANZARE: AL VIA IN PIEMONTE LA CAMPAGNA 2009 SI CONSOLIDANO I POSITIVI RISULTATI DEI DUE ANNI PRECEDENTI  
 
 Dopo il successo della campagna degli ultimi due anni, riparte in questi giorni in Piemonte la campagna 2009 di lotta alle zanzare promossa dalla Regione, che dal 2007 si avvale del coordinamento operativo dell’Ipla (Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente). La Regione Piemonte ha adottato un approccio innovativo e integrato per contrastare il fenomeno, varando un Piano triennale 2007- 2009, per cui stanzia ogni anno 7 milioni di euro, cui vanno aggiunti 500 mila euro messi a disposizione dalle Province di Alessandria, Asti, Biella, Novara, Vercelli e Verbano-cusio-ossola, che hanno aderito all’accordo di programma. Nella campagna 2008 i risultati sono stati soddisfacenti: l’efficacia media di mortalità larvale rilevata in campo a seguito dei trattamenti è risultata sempre superiore al 90%. Le attività realizzate grazie alla collaborazione dei risicoltori e l’andamento climatico favorevole hanno permesso di ridurre i trattamenti con elicotteri, con economie sulla distribuzione dei prodotti larvicidi che saranno utilizzati per la campagna 2009. Il Piano 2009 comprende due tipi di azioni: i trattamenti in area risicola, coordinati in un unico progetto su scala regionale e realizzati dall’Ipla, e quelli in aree urbane ed extraurbane. Anche per quest’anno, in area risicola prosegue la proficua collaborazione con il mondo agricolo, basata su una vasta azione preventiva, che colpisce all’origine la proliferazione delle larve, agendo sulle pratiche colturali, sui metodi di irrigazione e sull’uso delle risorse idriche. Dal punto di vista operativo, l’azione di lotta prevede da parte dei risicoltori la diffusione di prodotti larvicidi in fase di diserbo, semina e concimazione (Diflubenzuron), e la distribuzione di larvicidi biologici attraverso gli elicotteri (Bti, Bacillus thuringiensis israelensis). Vengono realizzate, inoltre, azioni mirate a orientare gli agricoltori per l’adozione di tecniche colturali, la gestione attenta degli allagamenti e delle “asciutte” in risaia. Da quest’anno, le aziende agricole potranno usufruire di uno specifico bando del Programma di Sviluppo Rurale (misura 214. 9 “Interventi a favore della biodiversità delle risaie”): come incentivo per i risicoltori, che, anche in forma collettiva, hanno aderito al progetto di lotta biologica, il Psr prevede un premio annuo di 50 euro/ettaro per ciascuna tipologia di intervento. Inoltre, circa il 5 % dell´intero impegno di spesa sarà destinato alle attività di divulgazione, per sensibilizzare la popolazione sulle buone norme da attuare in ambito privato per contrastare la proliferazione delle zanzare. Si prevede la distribuzione di volantini informativi, manifesti, comunicati stampa e l´allestimento di rappresentazioni teatrali destinate alle scuole, in grado di facilitare in modo accattivante l´apprendimento dei corretti comportamenti da parte dei bambini. “L’efficacia del piano regionale di lotta alle zanzare – afferma la Presidente Mercedes Bresso - è stata ampiamente dimostrata dai risultati positivi delle rilevazioni in campo, sin dai primi interventi sperimentali del 2007 e durante la vera e propria fase operativa 2008. Proseguiamo dunque anche quest’anno sulla linea tracciata, andando a completare il piano triennale. Sottolineo l’importanza della sinergia stabilita tra la Regione, gli enti locali e gli attori presenti sul territorio, che per la prima volta hanno affrontato congiuntamente il problema, nonchè la collaborazione attiva dei risicoltori e dei cittadini, che consente un intervento a 360 gradi, indispensabile nell’affrontare questo genere di fenomeni”. “Sin da quando abbiamo tracciato le linee guida per la campagna di lotta alle zanzare – ricorda l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco – abbiamo cercato attivamente il coinvolgimento del mondo agricolo piemontese, anche attraverso le organizzazioni professionali: la collaborazione dei risicoltori è stata e continua a essere strategica per la corretta riuscita degli interventi. Da quest’anno un bando specifico del Programma di Sviluppo Rurale riconosce il loro impegno. Grazie agli incoraggianti risultati del 2007 e del 2008, credo che anche per il 2009 potremo contribuire a contenere gli effetti più fastidiosi per i cittadini, nel rispetto dell’equilibrio ambientale. ” Fasi Operative nelle aree risicole - Le fasi operative più incisive della campagna 2009 sono in fase di avvio e ripercorrono l’iter positivo dei due anni precedenti. All’inizio di aprile, alcuni risicoltori hanno provveduto, prima della coltura e durante i trattamenti presemina, a diffondere il “Diflubenzuron”, un insetticida a basso impatto ambientale, per debellare in modo mirato la prima generazione di larve nei dintorni dei centri abitati. A partire dalla seconda metà di maggio si è proceduto – e si proseguirà nel mese di giugno- con lo spargimento via aerea di nuovi formulati, più efficacemente utilizzabili, a base del larvicida “Bti”, in concomitanza con la concimazione. A partire dalla seconda metà di maggio è stato diffuso – e si proseguirà fino a fine luglio - il Bti liquido con gli elicotteri: come l’anno scorso le superfici trattate ammontano a 40mila ettari, a fronte dei 110mila ettari complessivi di risaie presenti in Piemonte. Fasi Operative nelle aree urbane - Anche per quanto riguarda gli interventi nelle aree urbane ed extraurbane non risicole, l’impegno della Regione Piemonte si è intensificato: 18 progetti presentati da enti locali singoli o associati, per un totale di 228 comuni coinvolti, sono finanziati complessivamente al 50%, a fronte dei 17 progetti complessivi del 2008 (si è aggiunto il Comune di Pinerolo). Con l’inizio di maggio si sono installate in tutto il territorio le trappole attrattive innescate a Co2 collocate in posizione strategica (compresi edifici privati di cittadini disponibili a collaborare) che permetteranno di monitorare la presenza delle zanzare adulte e migliorare le strategie future. Da metà maggio quindi si è proceduto al trattamento dei tombini e degli altri ristagni d’acqua naturali o artificiali, per colpire le larve di zanzare con l’impiego di opportuni prodotti e con i trattamenti adulticidi per contrastare le zanzare adulte. Una particolare attenzione è riservata anche quest’anno alla lotta alla zanzara tigre, che inizia con il posizionamento sul territorio regionale di “trappole” per rilevare la presenza delle uova. Il periodico controllo e l’analisi al microscopio consentiranno di procedere, a seconda della necessità, con la bonifica territoriale. .  
   
   
LA LOTTA BIOLOGICA COMBATTERÀ IL KILLER DEL CASTAGNO MONITORAGGIO PERMANENTE PER IL CINIPIDE, L´INSETTO ARRIVATO DALLA CINA  
 
 E´ passato un anno dalla prima segnalazione in Toscana del cinipide galligeno del castagno (Dryocosmus kuriphilis). L’amministrazione regionale, tramite il Servizio Meta (Monitoraggio Estensivo dei boschi della Toscana a fini fitosanitari, coordinato da Arsia), prosegue il monitoraggio del territorio per l’individuazione delle aree infestate e dei focolai. Questo insetto, originario della Cina, rappresenta oggi l’insidia maggiore per la produzione di marroni e castagne in Toscana; basta ricordare quanto è successo in altre realtà italiane a forte presenza di castagni, come la provincia di Cuneo ed i Monti Cimini nel viterbese. In assenza di nemici naturali il cinipide, chiamato anche “vespa cinese”, infesta l’area e, arrecando danni alle foglie e alle infiorescenze del castagno, causa vistosi cali di produzione di frutti. La Regione ha assunto l´impegno prioritario di se guire con particolare attenzione l’evolversi dell’infestazione, in funzione dello sviluppo di strategie di controllo basate in via prioritaria sull’utilizzo di antagonisti naturali. Nel quadro delle azioni mirate a supportare il settore della castanicoltura colpito dalla diffusione del cinipide, la Giunta regionale procederà all’inserimento del cinipide nell’elenco degli organismi patogeni per i quali, a partire dall’annata 2010, potranno essere finanziati, utilizzando a misura 226 del P. S. R. 2007-2013 a favore di beneficiari privati o pubblici, interventi di prevenzione e lotta a questo fitofago, andando così ad integrare le possibilità di finanziamento, già attive per i soggetti privati, per la realizzazione di interventi di miglioramento e recupero di castagneti da frutto e da legno (previste nell’ambito della misura 122 del Psr 2007-2013). Proprio per fare il punto sulle metodologi e per il controllo del cinipide Regione Toscana e Arsia, con la collaborazione dell’Associazione Città del Castagno, hanno organizzato a Firenze nell´aprile scorso un convegno nazionale dal quale sono emerse indicazioni importanti riguardo all’assoluta inapplicabilità della lotta chimica e la possibilità di avviare sperimentalmente l’introduzione di un antagonista naturale (il Torymus sinensis), proveniente dal Giappone, riprodotto in allevamenti dall’Università di Torino. Sono stati per questo avviati contatti formali con Torino al fine di concordare una sperimentazione congiunta sul territorio toscano, che porterà all’individuazione di una o più località che per intensità dell’infestazione e relativo isolamento dei popolamenti di castagno si prestino a rilasci mirati e ad avviare una riproduzione in loco dell´insetto antagonista. L’attività del Servizio Meta si integra e si completa con l’attività di vigilanza e controllo che rientra nelle competenze del Corpo Forestale dello Stato e di Arpat–servizio fitosanitario regionale. Fondamentale il coordinamento generale del servizio svolto da Arsia, responsabile della comunicazione e informazione al pubblico. Ad oggi uno dei principali punti di forza del Servizio è il progressivo consolidamento di una complessa rete di monitoraggio che consente un capillare controllo del territorio. Da questa rete, nella primavera-inizio estate 2008, sono stati segnalati attacchi del cinipide in un’ampia area in provincia di Massa-carrara e in focolai di limitata estensione nelle province di Prato e Firenze. La Regione, attraverso il Servizio Meta, ha attivato uno specifico monitoraggio di dettaglio nei castagneti infestati e nelle aree limitrofe, per produrre tempestivamente la cartografia delle zone castanicole. Complessivamente, nel 2008, sono stati effettuati oltre 700 soprall uoghi georeferenziati, consentendo di mettere a disposizione on line, sul sito www. Arsia. Toscana. It/meta, una cartografia continuamente aggiornata. Nel 2009 il Servizio Meta controllerà circa 260 aree di saggio permanenti, cui si sommeranno le segnalazioni da parte di tecnici abilitati di province e comunità montane e i relativi sopralluoghi. I dati sul numero dei rilievi e segnalazioni complessive per il 2009 e la relativa cartografia saranno a disposizione on line presumibilmente nel mese di agosto, alla fine del ciclo di sviluppo dell’insetto. In base alla normativa vigente ogni ritrovamento dell’insetto in nuovi comprensori viene comunicato al Servizio Fitosanitario Regionale per l’aggiornamento dei decreti attuativi del Decreto ministeriale di lotta obbligatoria. Nell’ambito dell’attività di informazione il Servizio Meta ha programmato una serie di incontri tecnici destinati agli operatori della filiera legata al castagno. Sono già previsti in calendario incontri in provincia di Massa Carrara, prima area di insediamento in Toscana, in Mugello e sul Monte Amiata (territori interessati dalla produzione del Marrone del Mugello Igp e della Castagna dell’Amiata Dop ) ed in provincia di Pistoia, dove è presente una consistente attività vivaistica attualmente impossibilitata a commerciare il materiale di propagazione di castagno ai sensi del Decreto ministeriale di lotta obbligatoria. .  
   
   
FOCOLAIO DEL CINIPIDE DEL CASTAGNO REGISTRATO A MERANO  
 
Sopra Merano i tecnici del Servizio provinciale fitosanitario hanno riscontrato un focolaio di infestazione da cinipide del castagno, una vespa che può provocare gravi danni. Si sta lavorando per evitare la sua diffusione in zona. Il cinipide del castagno è una piccola vespa che viene veicolata attraverso piante infestate. Nel maggio 2008 è stato riscontrato per la prima volta un focolaio di infestazione anche in Alto Adige, a Terlano, che però è stato debellato. Ora l´attacco del cinipide si é riproposto su alcuni alberi di castagno in un´area a Montefranco sopra Merano e i tecnici provinciali sono intervenuti tempestivamente per scongiurare la sua diffusione. È necessaria la rapida distruzione delle parti della pianta attaccate dalla vespa ora che si trovano ancora in embrione e prima che si liberino e depongano le uova. Le conseguenze per la piante, così gli esperti, possono infatti protrarsi per anni. Nel frattempo l´ufficio provinciale frutticoltura e viticoltura punta a fornire la più ampia informazione ai proprietari dei boschi di castagno. Dettagli sulla lotta alla vespa sono disponibili anche in Internet sul sito della Rete civica all´indirizzo www. Provincia. Bz. It/agricoltura/frutti-viticoltura/cinipide-castagno. Asp Un sospetto di malattia va segnalato al Servizio provinciale (tel. 0471 415140) o alla stazione forestale competente. .  
   
   
NUOVA IRRIGAZIONE PER 1200 ETTARI A VEDELAGO – RISPARMIATI 5 MILIONI DI METRI CUBI D’ACQUA  
 
Un investimento di 6 milioni 850 mila euro, che consente di irrigare in maniera razionale 1200 ettari di terreno agricolo nel trevigiano, a nord dell’Antica Postumia, risparmiando 5 milioni di metri cubi d’acqua all’anno: risorsa sempre più preziosa e indispensabile per la qualità delle produzioni. Sono questi i numeri del nuovo impianto di irrigazione a pioggia, inaugurato stamani a Fanzolo di Vedelago, in provincia di Treviso, dal vicepresidente della Giunta veneta Franco Manzato, affiancato dai consiglieri regionali Federico Caner e Amedeo Gerolimetto, dal presidente del Consorzio di Bonifica Brentella Giuseppe Romano, autorità locali e gli agricoltori direttamente interessati alla nuova opera. E’ stata una vera festa, ma anche una occasione per fare il punto su un tema strategico come quello dell’acqua per uso irriguo, in una zona oggi fertilissima ma un tempo in balia dei capricci della meteorologia, fino a che, nel 1436, non venne scavato il canale Brentella che ha permesso di “abbeverare” tutta la vasta area dal Piave a Resana. E se un tempo l’acqua arrivava per scorrimento, con una grande dispersione, oggi, almeno nell’area a Nord dell’Antica Postumia arriva principalmente mediante impianti a pressione, in tubi sotterranei che, nell’impianto aperto oggi, emergono con 1150 idranti di consegna disseminati nei campi attraverso circa 93 km di tubazioni. L’intervento è stato finanziato con il Piano Irriguo Nazionale nell’ambito delle iniziative per il disinquinamento del bacino lagunare. Ma si sta lavorando al progetto per razionalizzare l’irrigazione in altri 670 ettari, a sud della zona ora servita da irrigazione a pioggia, grazie principalmente ad un “tubo” di adduzione che dovrebbe essere completato per la fine dell’anno corrente o per l’inizio del prossimo. E stamani non è mancata la preoccupazione circa i fondi necessari alla realizzazione della rete nel territorio. In proposito Manzato ha ricordato che “la Regione ha fatto richiesta la Ministero delle politiche agricole di altri 90 milioni con il Ii° Piano Irriguo Nazionale e la sensibilità del ministro, ne sono certo, non mancherà rispetto ad un problema di queste dimensioni, che consente un risparmio certo per il futuro in termini di risorse sempre più preziose”. Altre preoccupazioni sono state espresse in previsione dell’accorpamento in un unico Consorzio di Bonifica dello storico Brentella con quelli della Destra e Sinistra Piave, previsto dalla recente riforma del settore, tema rispetto al quale Manzato e i consiglieri regionali hanno espresso il loro diretto interessamento. .  
   
   
PROGETTO FRESCO: PER CONTRASTARE IL DISAGIO LE ECCEDENZE DI PRODOTTI FRESCHI DEI SUPERMERCATI SARANNO REDISTRIBUITE A CHE NE HA BISOGNO.  
 
Con la firma prevista nei prossimi giorni prende il via ufficialmente “Progetto fresco”, presentato dal Banco alimentare di Biella. L’obiettivo dell’iniziativa è di raccogliere le eccedenze di prodotti freschi dalla grande distribuzione (supermercati) e dalla ristorazione collettiva (ad esempio le mense scolastiche) e di redistribuirle alle persone disagiate che abitano nel Biellese. E che recandosi alla mensa “Il pane quotidiano” di Biella o nelle associazioni di volontariato locali potranno beneficiare della raccolta. Le linee guida del progetto sono state condivise tra amministrazione provinciale, Banco alimentare, Comune di Biella, Consorzi socio-assistenziali Iris e Cissabo, Centro servizi per il volontariato, Caritas, associazione la Rete. I primi passi saranno una ricognizione di eventuali azioni simili già in atto e la firma di intese congiunte per evitare la duplicazione degli interventi. Come spiegano dall’assessorato alle politiche sociali della Provincia l’obiettivo “sostanziale del progetto è di intervenire concretamente – e con urgenza laddove è necessario – per alleviare il disagio delle persone indigenti e di quelle emarginate, soddisfacendo almeno il bisogno primario dell’alimentazione. Di favorire, insomma, la possibilità per le persone disagiate di raggiungere una condizione basilare di benessere fisico e dignità umana”. Il servizio prevede anche la presenza di un operatore sociale per fornire alle persone che ne hanno bisogno un sostegno nel percorso di recupero della fiducia nelle proprie capacità. .  
   
   
PROGRAMMA VENETO RISTRUTTURAZIONE SETTORE BIETICOLO  
 
Sono stati modificati i termini per la realizzazione delle operazioni indicate dal Piano di azione regionale di attuazione del Programma nazionale di ristrutturazione del settore bieticolo saccarifero. I nuovi termini sono di 10 mesi per l’acquisto di attrezzature, a partire dalla data di pubblicazione sul Bur del decreto di approvazione della concessione del finanziamento dell’operazione individuale, ed entro il 30 settembre 2010 per la realizzazione di opere e impianti. Lo ha deciso la Giunta veneta, su iniziativa del vicepresidente Franco Manzato, stabilendo inoltre di procedere alla assegnazione di tutti i fondi disponibili attribuiti al Veneto per la ristrutturazione del settore, fino all’eventuale esaurimento, a valere sulle graduatorie delle misure attivate con delibera del febbraio 2009. “Il provvedimento accoglie in sostanza le richieste sulla questione – ha spiegato Manzato – in modo da favorire la piena ed efficace utilizzazione delle risorse comunitarie disponibili, in un settore produttivo che ha “subito” la nuova Organizzazione Comune di Mercato, tra le cui conseguenze ci sono state la chiusura e conversione dell’impianto di Porto Viro a partire dalla campagna 2006 – 2007, con il conseguente abbandono della bieticoltura su una superficie di circa 30 mila ettari e la necessità di sostenere l’attività delle aziende agricole interessate”. .  
   
   
DISTRETTO DEL PROSCIUTTO: LE DUE NUOVE AREE PRODUTTIVE LA PROVINCIA DI PARMA APPROVA IL DOCUMENTO PRELIMINARE DELLA VARIANTE AL PTCP RELATIVA AL PIANO D’AREA DEL DISTRETTO.  
 
Saranno l’area “i Filagni” a Collecchio e l’area “Pilastro” nei comuni di Langhirano e Felino i due nuovi ambiti specializzati per attività produttive di livello sovracomunale individuati dalla Provincia e destinati allo sviluppo del futuro Distretto del prosciutto. Nei giorni scorsi, l’Ente di piazzale della Pace ha infatti approvato il documento preliminare della variante al Piano territoriale coordinamento provinciale relativa appunto al Piano d’area del distretto. Prioprio i Piani d’area rappresentano una novità per il nostro territorio e per la nostra regione. Quello approvato dalla Provincia, e che il Distretto aveva indicato nell’accordo di programma, tende a delineare una progettualità operativa riferita soprattutto al tema del coordinamento urbanistico tra i Comuni interessati, alla migliore definizione delle aree produttive di interesse sovracomunale e all’attivazione di forme di perequazione territoriale. “ Dall’individuazione di queste due aree – spiega l’assessore alla Programmazione territoriale Ugo Danni – deriveranno benefici a tutto il territorio e non solo perchè la scelta ambientale permetterà di effettuare produzioni di qualità nel totale rispetto e salvaguardia dell’ambiente. In virtù dei meccanismi relativi alla gestione delle due zone, gli introiti che ne deriveranno, saranno infatti distribuiti anche nelle zone limitrofe, in particolare in montagna, permettendo in questo modo un ulteriore sviluppo delle infrastrutture e dei servizi”. Le due nuove aree di livello sovracomunale saranno ecologicamente attrezzate e dovranno assumere un rilievo strategico per il distretto del prosciutto. Lì si dovranno concentrare i nuovi fabbisogni produttivi, gli eventuali ampliamenti e il trasferimento di attività incongrue. Il tutto sarà oggetto di concertazione con i comuni interessati e dispone di un pacchetto di risorse di circa 1 milione di euro contenuti nell’intesa Dup sottoscritta con la Regione, che si vanno ad aggiungere ai due milioni destinati a queste due aree nel quadro degli otto mil di euro assegnati alla Provincia di Parma per il sostegno della realizzazione ed alla riqualificazione delle Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate. .  
   
   
TRANS RURAL NETWORK – VENETO COORDINA PROGETTO FRUTTICOLTURA E VITICOLTURA NELLE AREE MONTANE SARÀ L’AZIENDA VENETO AGRICOLTURA A PORTARE AVANTI LE INIZIATIVE RIGUARDANTI IL PACCHETTO  
 
“Frutticoltura – Viticoltura” nell’ambito del Progetto Trans Rural Network inserito nel Programma Interreg Iv Italia – Austria. Lo ha deciso la Giunta veneta su iniziativa del vicepresidente Franco Manzato. Il progetto Trans Rural Network, del quale è land partner la Carinzia, si propone di valorizzare l’economia montana stimolando il settore agricolo a sfruttare le potenzialità nel territorio transfrontaliero e contribuendo a creare in quest’area nuovi posti di lavoro. “Esso è frutto di una cooperazione Veneto –Carinzia – ha ricordato Manzato – nata con il progetto Interreg Iiia Italia – Austria finalizzato alla valorizzazione di aree viticole di montagna tramite scambio di know how, che ha dato positivi risultati”. Gli obiettivi specifici di Trans Rural Network sono articolati in più pacchetti di lavoro: “ Management progettuale”; “Costruzione di una rete”; “Alpeggio”; “Frutticoltura e viticoltura”(del quale il Veneto è partner responsabile); “Agriturismo”; “Colture erbacee”. “Veneto Agricoltura ha le conoscenze necessarie per svolgere questo compito – ha detto Manzato – che tra l’altro comporta la partecipazione alle riunioni del gruppo tecnico; l’organizzazione di sessioni di lavoro per tecnici veneti in Carinzia e di tecnici carinziani in Veneto sul tema della coltivazione e trasformazione nel settore frutticolo montano; la realizzazione di report tematici; la sperimentazione nel settore viticolo; la realizzazione di stage per studenti veneti in Carinzia sul tema della frutticoltura e di studenti carinziani e friulani in Veneto sul tema della viticoltura; l’organizzazione di visite tecniche per esperti e studenti presso gli altri partner del progetto; il supporto alla elaborazione di un piano per lo sviluppo transfrontaliero”. .  
   
   
IFL (CONSORZIO ITALIAN FOOD & LIFESTYLE) A TUTTOFOOD: SUPERARE GLI INDIVIDUALISMI CON FORZA E COMPETENZE DIFFUSE, START UP DA 160 MILIONI CON IL 41% IN EXPORT  
 
Il Consorzio Ifl già oggi raggruppa nove tra le più importarti imprese alimentari italiane di alta qualità, in questa fase di start up il suo fatturato aggregato è di oltre 160 milioni di euro, impiega quasi 800 persone e il 41% del fatturato è generato sui mercati esteri. L’obiettivo di Ifl è rappresentare le migliori realtà del Food & Lifestyle italiano spingendo prodotti e offerte sui mercati internazionali. La caratteristica determinante e distintiva che caratterizza le aziende rappresentate dal Consorzio è quella legata al “Food for Passion”, ovvero alle produzioni curate con amore e devozione. Proprio per questo, la selezione per essere inseriti in Ifl è particolarmente attenta. Nasce così un portavoce istituzionale di queste imprese; una organizzazione, quella di Ifl, in grado di superare provincialismi e gap areali che sovente impediscono alle realtà italiane di raggiungere i mercati internazionali o più semplicemente tutto il territorio nazionale. Ifl scaturisce dalla volontà di aggregarsi degli stessi imprenditori, con lo scopo di farsi strada nel settore dell’alta qualità alimentare ed è il frutto di una consapevolezza nuova. I produttori vogliono avere più forza e superare le caratteristiche del mercato alimentare italiano, caratterizzato da prodotti eccezionali, ma anche da un individualismo diffuso. Il Consorzio crea così un sistema al servizio delle imprese associate, che si propone di cogliere tutte le opportunità presenti sui mercati. L’obiettivo è arrivare agli addetti ai lavori e ai consumatori, non solo attraverso l’attività promozionale e la partecipazione agli eventi più importanti a livello internazionale ma anche con operazioni di marketing congiunto che possano stimolare l’innovazione. Stefano Boschi, Presidente del Consorzio Ifl, in occasione della presenza a Tuttofood ha dichiarato: ”La missione del Consorzio è difficile ma parte da presupposti concreti e necessari: superare i localismi, creare un sistema efficiente e in grado realmente di diffondere la passione italiana per il buon cibo in ogni angolo del pianeta. La nostra unione deve essere in grado non solo di supportare le imprese ma di stimolare l’opinione pubblica internazionale proprio sui grandi valori delle nostre produzioni. I prodotti italiani devono diventare “di moda” all’estero. Quello alimentare è un settore importante per l’export nazionale e per la diffusione dell’Italian Lifestyle nel mondo. ” .  
   
   
PESCA, LA REGIONE SARDEGNA IMPEGNATA SU TUTTE LE TEMATICHE  
 
 Cagliari - "La Regione è impegnata su tutte le tematiche del comparto pesca della Sardegna e rispetto al passato è evidente un´accelerazione delle procedure burocratiche e dei tempi di pagamento. Un caso tra tutti: la liquidazione del fermo biologico 2008. Se è vero che le domande sono state presentate a dicembre, è altrettanto vero che l’indennizzo è passato da 36 a 50 euro e poi, ciò che conta in termini temporali, è l’approvazione della Finanziaria. Questa Giunta ha impiegato appena sessanta giorni per scriverla e in un mese le procedure sono pronte. Chi ci ha preceduto ha pagato dopo due ben anni il fermo biologico 2006 e lasciato i sardi senza manovra di bilancio". È la replica dell’assessore regionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, alla nota di Lega pesca apparsa nei giorni scorsi sulla stampa. Sempre a proposito del fermo biologico 2008, pochi giorni fa l´assessorato dell´Agricoltura ha provveduto a trasferire ad Argea le risorse finanziarie necessarie per il pagamento che ammonta, sulla base di quanto stabilito dalla Finanziaria recentemente approvata, a 50 euro al giorno per imbarcato. "Cifra questa - spiega Prato - che evidenzia lo sforzo finanziario della Giunta regionale, che ha proposto e ottenuto un incremento rispetto a quella originaria, pari a 36 euro a giornata. Il ritardo nell´adeguamento degli indennizzi non è sicuramente addebitabile all´attuale esecutivo, poiché, come noto, la fine anticipata della precedente legislatura ha interrotto l´iter dell´approvazione della finanziaria regionale, prontamente approvata dall´attuale maggioranza". In ogni caso, Argea ha provveduto alla loro istruttoria che ha già avuto esito positivo per circa 300 istanze. In questi giorni si sta provvedendo al loro caricamento nel sistema informativo della Regione, per cui i pagamenti verranno avviati entro la seconda settimana di questo mese. Le altre domande ricevute presentano invece carenze di documenti esplicitamente previsti dal bando, pertanto si è provveduto a richiedere la necessaria integrazione. Il loro pagamento verrà effettuato solo dopo questa integrazione. "Pur riconoscendo un leggero ritardo rispetto ai tempi previsti, non si possono trascurare i sensibili miglioramenti in termini di efficienza operativa nei pagamenti degli indennizzi rispetto al passato. Voglio ricordare – dichiara ancora l’assessore - che le liquidazioni del fermo biologico del 2006 sono state effettuate solo nel corso del 2008, cioè dopo quasi due anni dalla presentazione delle domande. Effettuare invece i pagamenti entro 6 mesi dalla presentazione delle domande rappresenta sicuramente un deciso passo in avanti. Tra l´altro il ritardo è dovuto all´esigenza di integrare l´entità dell´indennizzo, in accoglimento di una richiesta presentata dai rappresentanti del settore. Un´accelerazione della spesa potrà avvenire solo se ci sarà una pronta collaborazione degli operatori nella presentazione ad Argea dei documenti mancanti". In questi giorni sono partite anche le istruttorie per gli indennizzi alle aziende dei comparti della pesca e dell´acquacoltura danneggiate dalle recenti calamità marine. Complessivamente, a maggio, sono state presentate 43 domande. Si sta provvedendo a definire l´entità dell´aiuto concedibile. Entro giugno si prevede di completare le prime istruttorie e di avviare i pagamenti. Per quanto riguarda il Fep (Fondo europeo per la pesca), una volta definite le procedure per la gestione di questo Programma, per il quale è previsto un Comitato di sorveglianza a Roma per il 25 e 26 giugno, la Sardegna proporrà i primi bandi secondo le indicazioni e le istanze avanzate dalla piccola pesca, già considerate prioritarie quando la Giunta regionale ha preso atto dei contenuti del nuovo programma operativo. Inoltre, con la legge Finanziaria regionale approvata il mese scorso, la Regione ha garantito il proprio co-finanziamento al Fep. A questo proposito, gli uffici stanno lavorando alla predisposizione delle procedure per l´effettiva attuazione del programma in stretto raccordo con l´Autorità di Gestione nazionale. "A proposito del progetto di ripopolamento delle aragoste, questo non è affatto fermo, tutt’altro: alle cinque zone inizialmente previste, è stata aggiunta quella di Alghero per venire incontro alle esigenze dei pescatori locali. Siamo poi in attesa di una risposta alla lettera inviata al ministro Zaia per la deroga della taglia minima di pesca. Infine, sulla normativa per la pescaturismo e l’ittiturismo, è pronta una bozza di decreto che sarà sottoposta alle organizzazioni di categoria durante il Comitato tecnico consultivo regionale per la pesca, in programma per la prima quindicina di luglio", conclude l’assessore. .  
   
   
ATTENZIONE ALLA FARFALLA CHE DANNEGGIA LE PALME L´ISTITUTO AGRARIO: "LA SUA PRESENZA VA SEGNALA TEMPESTIVAMENTE ALL´UFFICIO FITOSANITARIO PROVINCIALE"  
 
Trento - E´ bella, vistosa, arriva dal Sudamerica ma le sue larve possono danneggiare seriamente le palme. E´ la Paysandisia archon, una farfalla inserita nella lista degli organismi nocivi alle piante dell´Unione europea. In Trentino ancora non si è vista, ma il fatto che sia stata avvistata in Veneto ha indotto i tecnici dell´Istituto agrario di San Michele all´Adige a lanciare l´allarme, invitando quanti dovessero avvistare il lepidottero a segnalarne tempestivamente la presenza all´Ufficio fitosanitario provinciale di Trento. Le palme, in particolare quella cinese (Trachycarpus fortunei), sono presenti da circa 150 anni nell’ambiente del lago di Garda e rientrano ormai a pieno titolo tra le diverse particolarità botaniche e paesaggistiche che l’ambiente gardesano offre. Queste piante dal fusto filiforme che termina con un ciuffo di foglie a ventaglio si sono ben adattate e notevolmente diffuse nei parchi, nei giardini e nell’ambiente urbano di cittadine e borghi dell’Altogarda, senza necessitare di cure particolari. Paysandisia archonè una farfalla di grandi dimensioni, da 9 a 11 centimetri di apertura alare. Le ali anteriori sono di colore marrone olivastro con sfumature longitudinali più scure, mentre le ali posteriori (che in posizione di riposo sono parzialmente coperte dalle anteriori) hanno colori più appariscenti: rosse con macchie bianche e nere. Le larve, lunghe un centimetro appena nate, possono misurare anche otto centimetri a completo sviluppo, nascono in giugno e si cibano delle foglie di palma fino alla primavera successiva. L’attività delle larve si può evidenziare dalle rosure nella zona vegetativa e dai vistosi sintomi di perforazioni a ventaglio nella zona mediana della foglia palmata. A lungo andare (2-3 anni) l’attività delle larve porta all’indebolimento e alla morte della pianta. .  
   
   
NASCE IL NUOVO MARCHIO CHINI FRUIT SNACK.  
 
Il 2009 è iniziato all’insegna di una grande novità: nasce il marchio Chini fruit snack. Con il nuovo brand, Chini si rivolge ad un consumatore attento al benessere e alla genuinità, proponendo un’offerta diversificata di mousse e barrette a base di mela: prodotti pret à manger che vogliono rilanciare il consumo di frutta rendendola un’abitudine gustosa e piacevole. Una decisione che non cambia il rapporto di licensing con il Consorzio Melinda: dal 2004 l’azienda Chini produce e commercializza prodotti a base di mela e frutta con il marchio Melinda. Pur continuando questa partnership, che ha consentito all’azienda di diventare leader italiano nella gdo con l’offerta di Melinda mousse, il titolare Danilo Chini si è fatto artefice di questa nuova sfida che gli consentirà di impiegare la capacità produttiva e i forti investimenti in ricerca e in tecnologia messe a punto in tutti questi anni. La strategia di Chini sarà di penetrare e di presidiare i mercati internazionali, puntando su un marchio giovane, fresco, che comunichi genuinità, spontaneità e attenzione al benessere. Attualmente sono in corso interessanti forniture in Israele, Russia e Medio Oriente, tra i primi paesi ad aver accolto con entusiasmo l’offerta presentata dal brand Chini fruit snack. .  
   
   
IL VINO DEL LAZIO CONQUISTA GLI INGLESI: 12 AZIENDE AL WORKSHOP DI LONDRA  
 
 Il vino del Lazio conquista gli inglesi. Approdato a Londra con successo il workshop del progetto "Castelli di Bacco" Tour Europeo 2009, voluto dalla Regione Lazio e organizzato dall´Arsial (agenzia regionale per lo sviluppo dell´Agricoltura). "Sono rimasta davvero sorpresa dalla qualità dei vini del Lazio in degustazione - ha detto la nota critica di vini del Financial Times Jancis Robinson - una qualità che testimonia come la Regione Lazio abbia un potenziale vitivinicolo del quale molti non sono a conoscenza". E proprio per fare conoscere e commercializzare i vini laziali sui più importanti mercati esteri, dopo una prima tappa nella Loira la manifestazione è arrivata a Londra e proseguirà il suo viaggio con il Wine Expo di Bordeaux per finire poi con le tappe tedesche di Monaco e Berlino. La giornata si è svolta in una cornice prestigiosa nel centro della città e ha registrato la presenza di oltre 500 addetti ai lavori tra giornalisti specializzati, buyer di settore e appassionati. Dopo un pranzo preparato da Theo Randall, chef vincitore del titolo "Migliore cuoco di cucina Italiana 2008" per la Gran Bretagna, la giornata ha visto alternarsi degustazioni guidate e degustazioni libere, nel corso delle quali è stato presentato il Lazio, le sue varie espressioni enologiche e i grandi territori della nostra regione, dalla Tuscia ai Castelli Romani, dal Frusinate all´Agro Pontino, con un´attenzione particolare dedicata ai nostri vitigni autoctoni. A promuovere il vino laziale erano presenti 12 aziende: dalla provincia di Viterbo, Ronci di Nepi, Isabella Mottura, Tenuta Sant´isidoro e Tre Botti; dalla provincia di Roma, Damiano Ciolli, Pallavicini, Castel de Paolis e Gelso della Vacchetta; dalla provincia di Latina, Donato Giangirolami, Marco Carpiteti e Sant´andrea; dalla provincia di Frosinone, Terenzi. "Abbiamo presentato il sistema ´Vino del Lazio´ in uno dei mercati più difficili e qualificati del mondo - ha detto il commissario straordinario di Arsial, Massimo Pallottini. In una maniera altamente professionale che ha garantito un elevato riscontro negli incontri commerciali". .  
   
   
IL NUOVO DISCIPLINARE DEL PROSECCO PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE: GARANTITA LA DOCG PER LA ZONA STORICA  
 
Etile Carpenè, Presidente della Carpenè Malvolti Spa di Conegliano esprime piena soddisfazione e afferma davanti alla platea dei viticoltori riuniti per la 14 edizione dello Scudo d’oro Viticoltori: <Il governo del territorio dovrà essere rafforzato e tutti dovremo essere più uniti per il bene comune> Etile Carpenè, Presidente della Carpenè Malvolti Spa, fondata nel 1868 a Conegliano prima al mondo a produrre il Prosecco ed ancora oggi leader nel mercato del Prosecco Doc, con una produzione di oltre 5 milioni di bottiglie di cui oltre il 50% raggiunge più di 40 Paesi, alla notizia della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del disciplinare con le modifiche richieste dai produttori a tutela del Prosecc dichiara: <Il mercato del Prosecco per il territorio di Conegliano e Valdobbiadene, è una risorsa fondamentale con ben 15 comuni coinvolti, quasi 5000 ettari iscritti a vigneto, più di 2800 vignaioli, più di 47 milioni di bottiglie prodotte di cui quasi 15 milioni distribuite all’estero per più di 370. 000. 000 di euro. Quindi un valore da tutelare e difendere. Grazie all’intervento del Ministro Luca Zaia, che da sempre ha avuto a cuore la sorte del Prosecco Doc, della Regione Veneto, del Consorzio di Tutela del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, e di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, finalmente siamo giunti alla fase conclusiva dell’approvazione delle modifiche apportate al disciplinare che definisce in modo chiaro il riconoscimento della Doc Prosecco, delle Docg Conegliano Valdobbiadene e Colli Asolani, per le rispettive sottozone storiche, e delle relative proposte di disciplinare. Così, conclude il Presidente, così a partire dal primo agosto 2009 tutto il Prosecco sarà protetto a livello comunitario ed internazionale come Denominazioni di Origine Protetta >. <Il governo del territorio dovrà essere rafforzato e tutti dovremo essere più uniti per il bene comune, ha affermato Etile Carpenè, proprio il giorno prima della notizia davanti agli oltre 100 produttori riuniti nella storica cantina per la consegna dello “Scudo d’Oro Viticoltori”, il valore superiore del Prosecco Docg avrà bisogno di essere sottolineato con una comunicazione forte e chiara. I controlli del Doc dovranno essere rigorosi e accertati in modo affidabile. La Docg avrà una forza maggiore del Prosecco Doc, conclude il Presidente, grazie alla grande cultura ed esperienza dei Viticoltori del territorio Docg, alla unicità collinare del territorio Conegliano Valdobbiadene, alla Rete Distributiva conquistata dai produttori Docg in Italia e all’estero , -alla maggiore esperienza di gestione del territorio da parte della Docg rispetto alla Doc che dovrà acquisire esperienza> . .  
   
   
PIEMONTE - AZIENDE VITIVINICOLE AL VINEXPO DI BORDEAUX  
 
Il Piemonte sarà protagonista di Vinexpo (Bordeaux, 21-25 giugno 2009), uno dei più importanti saloni mondiali nel settore vinicolo che, a cadenza biennale dal 1981, riunisce il meglio del sistema vitivinicolo del mondo. Quindici le aziende e tre i Consorzi di Tutela (di cui uno con dieci espositori diretti) a rappresentare le eccellenze del territorio, grazie alla Regione Piemonte che promuove la partecipazione, con il coordinamento operativo del Centro Estero per l’Internazionalizzazione, in collaborazione con il Centro Estero Alpi del Mare. La presenza piemontese si sviluppa in due padiglioni:in cui oltre all´area dedicata alle aziende e ai consorzi di tutela, è prevista un´area istituzionale punto di riferimento informativo sulle eccellenze agroalimentari e turistiche del Piemonte, con un piccolo “Piemonte bar” che giornalmente proporrà degustazioni di vini e grappe piemontesi degli espositori, abbinati a prodotti tipici. Nell’area Italissima, si organizzeranno tre degustazioni tematiche in collaborazione con il Consorzio di Tutela dei Vini d’Acqui –Brachetto Docg, Consorzio di Tutela del Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Roero, Consorzio di Tutela Vini d’Asti e del Monferrato, seguiti da degustazioni di prodotti tipici: - domenica 21 giugno ore 17,30 «Grandi aromatici del Piemonte: Brachetto e Moscato» a cura di Bernard Burtschy; - lunedì 22 giugno, ore 17,00 «I grandi vini di Langa e Roero a base di Nebbiolo: Barolo, Barbaresco et Roero annata 2005» a cura di Michel Bettane; - mercoledì 24 giugno, ore 15,00 «Barbera d’Asti: le annate dal 2008 al 2003» a cura di Thierry Desseauve. La presenza nella fiera di maggior prestigio d’oltralpe offre una ribalta non solo per la Francia, che rappresenta il mercato di riferimento per il settore, ma per i principali mercati internazionali. Da 12 anni inoltre, Vinexpo realizza uno studio prospettico sulla congiuntura mondiale del vino e degli alcolici che, commissionato all´agenzia britannica Iswr, analizza le evoluzioni della produzione in 28 Paesi e il consumo in 114. La stima presentata quest’anno arriva fino al 2012 e disegna un futuro brillante per il mercato del vino. I consumi risultano saliti del 5. 5% a 2. 4 miliardi di casse da 9 litri nel 2007, cui si aggiungono quasi 200 milioni di casse di spumanti. Tra il 2008 e il 2012 lo studio vede i consumi mondiali crescere di un altro 5. 5% per i vini fermi e del 12% per i vini spumanti: un incremento pari a quello del quadriennio precedente, nonostante uno scenario economico di gran lunga peggiore. Sempre secondo lo studio, il mercato del vino (esclusi spumanti) toccherà i 2. 6 miliardi di casse e gli Usa saranno il primo mercato mondiale con 313 milioni, seguiti dall’Italia a 300 milioni e dalla Francia con 283 milioni di casse (-3% rispetto al 2008). .  
   
   
IL PROGETTO PROSECCO VERSO IL TRAGUARDO – MANZATO: DIVENTERÀ LA MAGGIORE REALTÀ SPUMANTISTICA MONDIALE  
 
Definitivo “via libera” tecnico al “Progetto Prosecco”. Ieri il Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini ha esaminato, non accogliendole, le controdeduzioni e le osservazioni alla proposta definita con la pubblica audizione del marzo scorso, confermando il proprio parere favorevole su di essa. Si tratta di una tappa fondamentale per formalizzare la nuova Doc “Prosecco” e le nuove Docg “Conegliano Valdobbiadene” e “Colli Asolani” o “Asolo”. Ora infatti gli uffici ministeriali procederanno a trasformare il parere in norma: “ancora pochi giorni – sottolinea il vicepresidente della Giunta veneta Franco Manzato – e il Progetto Prosecco costruito con la filiera e le istituzioni diventerà una realtà, concretandosi a partire dalla prossima vendemmia; lo accompagneremo con nuove strategie di promozione anche nell’ambito della Ocm vino”. E’ stata tra l’altro confermata la possibilità di riportare in etichetta, per le uve e per i vini elaborati in provincia di Treviso, il termine geografico “Prosecco Treviso Doc”, a riconoscimento della storicità e dell’importanza che ha e ha avuto questa realtà territoriale nel contesto della più ampia area di coltivazione. “Quella di ieri è una tappa storica – ha aggiunto Manzato – ma il processo non può considerarsi concluso, perchè vanno messi ora in cantiere due strumenti essenziali per assicurare un futuro davvero importante a livello planetario a questo vino tutto del Nord Est: il consorzio e il sistema dei controlli, a tutela e garanzia del prodotto distribuito e consumato in tutto il mondo”. “Il risultato che stiamo per raggiungere è frutto di un modo di operare che ha visto in sintonia la filiera produttiva, soprattutto trevigiana, e le istituzioni: questa esperienza deve proseguire perché le tre denominazioni, sia pure autonome nella loro gestione, devono condividere strategie comuni. Ritengo insomma che il tavolo della filiera trevigiana, d’intesa con la Regione e gli altri soggetti di rappresentanza, debba diventare una vera e propria cabina di regia per ottimizzare l’intera complessa macchina di coordinamento relativo a questo prodotto eccellente e sempre più ricercato, che sta superando la soglia del milione e mezzo di ettolitri. Se lavoreremo bene – ha detto Manzato – questo nostro vino potrebbe diventare in breve tempo la più importante realtà spumantistica mondiale: un’occasione da non perdere per il futuro dell’enologia del Nord Est, rispetto alla quale dobbiamo concretare i nostri sforzi su altre importati realtà comuni come Pinot Grigio e su altre perle venete come l’Amarone, il Soave, il Tai, solo per citarne alcune”. .