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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 16 Settembre 2008
I GINECOLOGI SU YOU TUBE: “PROTEGGETE LA VOSTRA FERTILITÀ” DOPO I 35 ANNI LE POSSIBILITÀ DI GRAVIDANZA CALANO DEL 50% DAL 5 OTTOBRE A TORINO IL CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIGO, GLI ESPERTI SI RIVOLGONO ALLE DONNE  
 
Roma, 16 settembre 2008 – La fertilità è un patrimonio che va difeso: non perdete di vista l’orologio biologico. L’appello arriva dal presidente della Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, prof. Giorgio Vittori che, in un video su you tube http://it. Youtube. Com/watch?v=_na6h7hlfki spiega: “Spesso le donne sottovalutano l’importanza dell’età, ignorando alcuni dati fondamentali: la fertilità femminile è massima fino ai 20 anni, si dimezza intorno ai 35, scende al 10% dopo i 40 anni. Questo non significa che chi ha oltrepassato questa soglia debba disperare, ma è importante ricordarsi di considerare anche questo aspetto nella pianificazione della propria vita familiare e professionale”. La fecondazione assistita può essere una soluzione per “riparare” quando si è atteso troppo? Non sempre, anche se in Italia nel 2006 hanno scelto questa via 52. 206 coppie. Anche in questo caso l’età avanzata è infatti un fattore che riduce le possibilità di successo: se a 30 anni il 30% dei tentativi riesce, dopo i 45 solo l’1%. I ginecologi della Sigo, a meno di un mese dal loro congresso nazionale (Torino, 5-8 ottobre) puntano quindi sulla rete per informare soprattutto le giovanissime. “Scegliamo you tube per parlare a ragazze che spesso non si pongono nemmeno il problema della futura maternità – spiega Vittori - anzi, sono spesso preoccupate solo di evitare gravidanze indesiderate, senza rendersi conto di quanto sia delicato l’equilibrio che regola la biologia femminile”. Il tempo che passa non è infatti il solo nemico della fertilità: “È altrettanto importante proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili, che possono compromettere per sempre la capacità riproduttiva – aggiunge il prof. Vittori - . Non bisogna pensare solo all’Aids, ma anche a patologie molto diffuse come herpes genitale, candidosi o chlamydia, aumentata tra le giovanissime di 6-10 volte in 10 anni”. Altri “imputati” sono anche alcol, fumo e uno scorretto regime alimentare: l´eccessiva magrezza può causare irregolarità mestruali fino a sopprimere del tutto l´ovulazione, mentre l´obesità può interferire con il funzionamento del sistema ormonale. I video su you tube sono solo uno dei modi che la Sigo ha individuato per ampliare il dibattito intorno ai grandi temi della ginecologia “Questioni – spiega Giorgio Vittori – che per loro natura, superano i limiti della salute per invadere l’ambito sociale, la politica, il costume. Nel caso della fertilità, ad esempio, i motivi che spostano sempre più in avanti l’età del primo parto sono da ricercare nel nostro sistema economico, nel mutato ruolo femminile e nella nuova “fisionomia” del mondo del lavoro”. Per questo abbiamo ritenuto che fosse necessario prevedere, anche all’interno del nostro Congresso, un momento di confronto vero e forte con il mondo “laico”, e in particolare con le donne”. Per raggiungere questo obiettivo la Sigo ha attivato spazi di confronto utilizzando i new media: la rete ma anche second life, un potente strumento di informazione e dialogo. A disposizione dei cittadini materiali informativi, come l’opuscolo sulla depressione post partum recentemente prodotto dalla Sigo, approfondimenti e uno spazio per lasciare i propri commenti. .  
   
   
CORSO SULLE ALLERGIE GA2LEN-EAACI  
 
Londra, 16 settembre 2008 - Ga2len, "Rete di eccellenza" (Noe) finanziata dall´Ue, e l´Accademia europea per le allergie e l´immunologia clinica (Eaaci) organizzano un corso introduttivo sull´epidemiologia delle allergie e delle malattie respiratorie dal 25 al 28 novembre a Londra, nel Regno Unito. L´obiettivo è quello di fornire a medici e ricercatori di livello superiore e inferiore le capacità di capire e intraprendere la ricerca epidemiologica nel campo delle allergie e delle malattie respiratorie, e di fornire una formazione standardizzata nell´epidemiologia di base per progetti di ricerca integrati in tutta l´Europa. Il corso comprenderà una combinazione di conferenze e lavoro di gruppo, fornite da esperti nel campo, con lo scopo di aiutare gli studenti ad applicare le informazioni fornite durante le lezioni, e di stabilire contatti con colleghi e tutor, che potranno risultare utili nel lavoro futuro. Gli argomenti che saranno trattati comprendono: progettazione di studi: indagini trasversali, sviluppo di questionari e campionamento, studi ecologici e di controllo, studi di tipo a coorte, randomised controlled trials (Rct), revisione sistematica e meta-analisi; aspetti pratici e questioni legate all´interpretazione; lezioni chiave sulla Hygiene Hypothesis, ambiente e asma, vitamina D, asma e allergia e l´epidemiologia genetica. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Ga2len. Net .  
   
   
IL PUNTO DEBOLE DELLA MALARIA  
 
Bruxelles, 15 settembre 2008 - I ricercatori europei hanno puntato da tempo alla lotta contro la malaria, una malattia potenzialmente mortale la cui diffusione non è ancora stata fermata nei paesi in via di sviluppo. Ora una nuova ricerca ha portato alla luce uno dei trucchi che la malattia utilizza per rendersi invisibile al nostro sistema immunitario. Questo trucco è stato smascherato dalla ricerca condotta da Matthew Higgins del Dipartimento di Biochimica dell´Università di Cambridge nel Regno Unito. I risultati sono stati pubblicati nella rivista Journal of Biological Chemistry. La malaria è probabilmente una delle malattie parassitarie più mortali e secondo alcuni ricercatori è responsabile della morte di due milioni di persone l´anno. In diversi paesi in via di sviluppo, dove è più prevalente, alcune persone hanno sviluppato un´immunità parziale alla malaria dopo aver sofferto di diversi episodi della malattia. Sfortunatamente per loro, questa immunità parziale non fornisce una protezione. Al contrario, la malattia è in grado di imitare o usare questa immunità per nascondere la propria presenza ai farmaci progettati per sradicarla. Di conseguenza, la malattia è protetta e l´infezione prolungata. Ciò può portare alla comparsa di una forma più virulenta della malattia dato che le cellule infette vengono accumulate nel cervello durante la malaria cerebrale. Anche la placenta delle donne incinte è particolarmente sensibile alla malaria dato che fornisce alla malattia un nuovo obiettivo per l´aderenza dei globuli rossi infetti. Si stima che questo fenomeno causi la morte di circa 75. 000 - 200. 000 feti ogni anno e che riduca il peso alla nascita di molti più bambini. I parassiti della malaria, o plasmodi, vengono trasmessi alle persone tramite le zanzare infette. Una volta dentro l´ospite umano, i parassiti si spostano immediatamente e attaccano le cellule nel fegato. Dopo il primo attacco, si spostano nei globuli rossi (Gr) per replicarsi e aspettano che la prossima zanzara li aiuti a continuare il ciclo. Il Dr Higgins ha studiato una proteina della malaria, chiamata Pfemp1 (proteina della membrana dell´eritrocito di falciparum del plasmodium1), presente sulla superficie dei globuli rossi infetti. Ha scoperto una regione variabile di questa proteina che copre la sezione della proteina che attacca i globuli rossi alla parete della placenta. Quando la seconda ondata di cellule sanguigne infette si avvicina alla parete, questa regione variabile si sposta e per un periodo molto limitato rivela il sito di legame, o punto di ancoraggio, consentendo ai globuli rossi infetti di fissarsi. Grazie a questa scoperta sarà possibile sviluppare nuovi farmaci per gestire e sfruttare questa debolezza. I farmaci che imitano il solfato di condroitina e che espongono questa regione potrebbero essere un approccio attuabile che può accelerare l´immunità corporea. A seguito del suo studio, il Dr Higgins è in grado di suggerire un modello che spiega come questa parte della proteina aiuta il parassita a eludere la risposta immunitaria, informazione che contribuirà a dare una spinta al futuro sviluppo di farmaci e vaccini. I suoi sforzi sono stati in parte supportati dal Laboratorio europeo delle radiazioni da sincrotrone (Esrf). Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Jbc. Org/ . .  
   
   
SVELARE IL DNA PER AFFRONTARE LA FEBBRE TIFOIDE  
 
 Bruxelles, 16 settembre 2008 - Le più recenti tecnologie di prossima generazione per il sequenziamento del Dna sono state applicate alla febbre tifoide per la prima volta a livello internazionale. Questi sforzi non soltanto aiuteranno a migliorare la diagnosi, ma anche a seguire il diffondersi della malattia, e offrirà agli scienziati degli spunti sui modi in cui la malattia potrebbe essere combattuta. Il tifo addominale è una malattia particolarmente grave e, nonostante il grande impegno della scienza, è tuttora un flagello del mondo. Oltre 600. 000 persone muoiono ogni anno di febbre tifoide e, secondo stime prudenti dell´Organizzazione Mondiale della Sanità, ci sono 17 milioni di casi di febbre tifoide ogni anno. Il tifo addominale è trasmesso mediante l´ingestione di cibo o acqua contaminati con feci provenienti da una persona infetta. La malattia è causata dal batterio salmonella enterica ceppo Typhi. Anche se il tifo addominale è legato al genere salmonella, esso è diverso da molti altri tipi di batteri poiché lo si trova soltanto nell´uomo. Ciò che questo studio sta facendo è creare un nuovo standard per analizzare l´evoluzione e la diffusione di un batterio patogeno. In effetti, è il primo studio mai condotto su campioni multipli di un qualsiasi patogeno batterico a questo livello di precisione. Sono già state svelate delle firme genetiche (precedentemente nascoste) dell´evoluzione di singole linee di salmonella typhi. "I moderni metodi genomici possono essere usati per sviluppare risposte alle malattie che hanno afflitto gli uomini per molti anni," ha spiegato il prof. Gordon Dougan del Wellcome Trust Sanger Institute, autore più esperto di questo studio. "I genomi sono il lascito dell´esistenza di un organismo e indicano i sentieri che esso ha seguito e la rotta sulla quale si trova. Questa analisi suggerisce che possiamo aver trovato il tallone d´Achille del tifo addominale: adattandosi ad una vita esclusivamente umana, esso si è appagato, il suo genoma sta subendo un decadimento genetico e si sta dirigendo verso un vicolo cieco evolutivo negli esseri umani. " Ciò che la squadra ha scoperto è che il genoma Typhi si indebolisce mentre diventa più strettamente alleato con il suo ospite umano. In altre parole, il Typhi si libera di tutti quei geni che sono superflui alla vita nell´organismo umano. Questo non è tutto, le prime prove suggeriscono anche che il Typhi possiede una strategia per proteggersi dal sistema immunitario dell´organismo. "Sia il genoma che le proteine che formano la superficie del Typhi, le aree bersaglio per i vaccini, mostrano delle variazioni incredibilmente piccole," ha detto il prof. Julian Parkhill, capo di Pathogen Genomics. "Siamo stati in grado di usare le ultime tecnologie, sviluppate per l´analisi della variazione del genoma umano, per identificare questa variazione. Questo sarebbe stato impensabile un anno fa. Le tecnologie che abbiamo sviluppato qui potrebbero essere anche usate nella battaglia contro altri batteri, che sono causa di malattie. " La squadra internazionale, formata da ricercatori dell´Ue e del Vietnam, ha sviluppato metodi che possono essere usati per identificare epidemie. "Usando la biologia genomica di questo studio, noi ora possiamo tipizzare il Typhi, identificare il ceppo che sta causando l´infezione, identificare i portatori e dirigere più efficacemente i programmi di vaccinazione. Si tratta di uno straordinario passo in avanti," ha detto Kathryn Holt, dottoranda al Wellcome Trust Sanger Institute. Questo permetterà ai futuri ricercatori di identificare singoli organismi che si stanno diffondendo tra la popolazione. Inoltre, la squadra spera che i dati della mappatura possano essere impiegati successivamente in combinazione con la loro ricerca, per indirizzare meglio le campagne di vaccinazione allo scopo di estirpare la febbre tifoide. "Riteniamo che programmi di vaccinazione concertati, combinati con studi epidemiologici che mirano a rintracciare e trattare i portatori, potrebbero essere usati per estirpare il tifo addominale come malattia," ha detto il prof. Dougan. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Sanger. Ac. Uk/projects/microbes/ http://www. Who. Int/vaccine_research/diseases/typhoid/en/ . .  
   
   
DIVENTARE PADRI IN ETÀ AVANZATA AUMENTA I RISCHI DEL DISTURBO BIPOLARE NELLA PROLE  
 
Bruxelles, 16 settembre 2008 - Uno studio svedese basato su dati dei registri nazionali ha rivelato un aumento del rischio di disturbo bipolare (Bpd) nella prole di neopadri di età superiore ai 54 anni. In particolare, si è scoperto che manifestazioni precoci di Bpd sono strettamente legate all´aumento dell´età paterna. Il Bpd è un disturbo del cervello che provoca sbalzi insolitamente gravi dell´umore, dell´energia e della capacità di funzionamento di una persona. Si sviluppa solitamente nella tarda adolescenza o all´inizio dell´età adulta, anche se può manifestarsi durante l´infanzia o in età più avanzata. I sintomi del Bpd vanno dall´euforia e dall´abuso di droghe alla depressione e al dolore cronico, e possono deteriorare le relazioni, indebolire la capacità di funzionamento e portare al suicidio. È largamente riconosciuto che un´anamnesi familiare che riporta casi di disturbi psicotici è uno dei fattori che contribuisce maggiormente allo sviluppo Bpd. Ci sono però poche altre cause conosciute e un numero significativo di malati di Bpd non presenta casi di disturbi mentali in famiglia. Un corposo repertorio di prove sostiene l´ipotesi che ci sia un legame tra età paterna e gravi disturbi mentali, tra i quali la schizofrenia e l´autismo. Questo è il primo studio che esamina esclusivamente l´associazione tra età paterna e Bpd. L´età paterna è considerata un fattore di rischio per alcuni disturbi perché con l´avanzare dell´età dell´uomo aumentano gli errori nella copiatura del Dna nello sperma. Ciò è dovuto al fatto che le cellule che creano lo sperma vengono sostituite ogni 16 giorni. La rilevanza delle mutazioni che ne derivano deve essere ancora pienamente compresa. Al contrario, le donne nascono con la loro scorta completa di ovuli e, di conseguenza, gli errori di copiatura del Dna non si verificano nei loro ovuli nella stessa proporzione. I ricercatori hanno analizzato dati del registro nazionale svedese riguardanti 13. 428 individui ricoverati per Bpd i cui genitori biologici erano entrambi registrati. I pazienti ricoverati in seguito per schizofrenia sono stati esclusi dall´analisi e sono stati selezionati cinque controlli per ogni paziente di Bpd. Uno dei maggiori punti di forza dello studio è costituito dal fatto che il campione è molto grande e che la diagnosi e la cura del Bpd in Svezia è stata standardizzata molto tempo fa. Per questo studio è stata usata una stretta definizione di Bpd e dei criteri per l´inclusione tradizionali. Lo studio ha mostrato che, una volta regolato per quanto riguarda l´età materna, il rischio di sviluppare il Bpd aumentava con l´accrescersi dell´età paterna in tutte le fasce d´età superiori ai 29 anni. Il rischio più alto è stato rilevato nella prole di padri di età superiore ai 54 anni. Allo stesso tempo, anche l´età materna si è rivelata un fattore di rischio, specialmente nelle madri tra i 35 e i 39 anni di età. Le conclusioni principali sono che "il rischio di Bpd era significativamente più alto nella prole di uomini più anziani rispetto alla prole di uomini più giovani" e che la forte associazione tra l´età avanzata del padre e una precoce manifestazione del Bpd "sostiene l´ipotesi secondo la quale, in modo simile ad altri disturbi neuro evolutivi, l´età più avanzata del padre aumenta il rischio di mutazioni dei geni sensibili al Bpd". Lo studio, pubblicato negli Archives of General Psychology, è stato realizzato tramite una collaborazione tra ricercatori del Karolinska Institute di Stoccolma e del King´s College di Londra, nel Regno Unito. Per ulteriori informazioni, visitare: The Karolinska Institute http://ki. Se King´s College London http://www. Kcl. Ac. Uk Archives of General Psychiatry http://archpsyc. Ama-assn. Org .  
   
   
MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA NELL´ANZIANITÀ  
 
 Bruxelles, 16 settembre 2008 - Si possono ottenere importanti miglioramenti nella qualità della vita degli anziani introducendo team di infermieri e di fisioterapeuti all´interno delle strutture di degenza per gli anziani. Secondo uno schema pilota intensivo della durata di due anni svolto nel regno Unito, questo non migliorerà soltanto la qualità della vita dei degenti, ma diminuirà anche i ricoveri ospedalieri. I governi di tutta l´Europa stanno cercando dei modi per meglio gestire e migliorare il vivere-alla-giornata della popolazione che invecchia. Uno schema pilota della durata di due anni svolto a Bath e nell´area del Somerset nord-orientale sta indicando la via verso un metodo di cura degli anziani che fornisce sia un miglioramento della qualità della vita, che risparmi economici. La ricerca è stata svolta congiuntamente dall´Università del West of England, Bristol (Uwe) e dall´università di Warwick (Regno Unito), e i risultati ottenuti sono stati pubblicati dalla Joseph Rowntree Foundation. I ricercatori hanno seguito uno schema pilota della durata di due anni che ha coinvolto 131 ospiti a lunga degenza di una casa di cura residenziale. Nel corso di due anni agli ospiti sono state fornite cure infermieristiche e fisioterapeutiche. Inoltre, grazie ad uno speciale programma di formazione, è stato scelto un team per sviluppare le competenze infermieristiche del personale scelto per le case di cura. Questo team, anche denominato "in-reach team", è stato capace di individuare e affrontare patologie senza l´intervento degli interessati. Se si considera che molti degenti soffrono di patologie come la demenza (che significa che sono incapaci di comunicare i loro sintomi al personale), una tale abilità risulta essere particolarmente importante. Come risultato di questo sforzo, è stato possibile risparmiare più di 46 Eur alla settimana a persona attraverso una diminuzione dei ricoveri ospedalieri e un ritardato trasferimento alle case di cura. Ciò è in contrasto con i 3,38 Eur alla settimana che sarebbero necessari per attuare un tale programma. Questi risultati potrebbero portare a un enorme risparmio per le autorità locali. "Nel corso dello studio, durato due anni, sono stati individuati tra gli 80 e quasi 200 potenziali ricoveri ospealieri e sono state possibili 20 dimissioni precoci," ha commentato la prof. Ala Szczepura dell´università di Warwick. "Al di là dei vantaggi citati dai pazienti e dal personale, riteniamo che investire in un tale servizio potrebbe produrre risparmi fino a un terzo di milione di euro all´anno per il Primary Care Trust e le autorità locali," ha concluso la professoressa. Secondo un altra ricercatrice, Deidre Wild, "Permettere alle persone di rimanere nelle loro strutture di degenza, fornendo loro cure specialistiche durante gli episodi di malattia, è stato considerato favorevolmente sia dagli interessati che dal personale. Rimanere nell´ambiente familiare ha dato agli ospiti delle strutture di degenza un maggiore senso di sicurezza durante i momenti difficili. " I risultati di questo studio potrebbero presto significare la fine di queste strutture per anziani anonime presenti in tutta l´Europa e la loro sostituzione con case di cura per anziani più umane che pongono la qualità della vita come priorità. Per ulteriori informazioni, visitare: Università del West of England, Bristol: http://www. Uwe. Ac. Uk/ Università di Warwick: http://www. Warwick. Ac. Uk/ .  
   
   
CORSO DI TOSSICOLOGIA RIPRODUTTIVA E DELLO SVILUPPO  
 
 Berlino, 16 settembre 2008 - Dal 3 al 7 novembre si terrà a Berlino, in Germania, un corso di tossicologia riproduttiva e dello sviluppo. Il corso si propone di: fornire un panorama degli aspetti basilari dell´embriologia, del sistema riproduttivo maschile e femminile e della tossicologia regolatoria; discutere la valutazione sperimentale dei sistemi riproduttivi e l´interpretazione di possibili risultati, e presentare alcune delle linee guida dell´Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse); offrire un panorama dei metodi virtuali e in vitro, e degli studi tetralogici per la valutazione della tossicità dello sviluppo; fornire ai partecipanti delle dimostrazioni pratiche su alcuni dei metodi applicati. Il corso è rivolto a dottorandi, dottori di ricerca, scienziati e altri professionisti. L´evento è organizzato dal progetto Ra-courses, finanziato dall´Ue all´interno delle Azioni Marie Curie, in collaborazione con la Rete di eccellenza Cascade. Per ulteriori informazioni, fare clic: http://www. Cascadenet. Org/projectweb/4667c4853b2a6/courses. Html .  
   
   
VIA LIBERA ALLO SCREENING METABOLICO NEL VENETO: È LA SECONDA REGIONE IN ITALIA DOPO LA TOSCANA  
 
 Padova, 16 settembre 2008 - La Giunta regionale del Veneto ha dato una speranza in più ai 47 mila bimbi che ogni anno nascono nella regione. Lo scorso 8 agosto è stata infatti approvata una delibera che programma l’attivazione dello “screening neonatale metabolico allargato” per tutti i nuovi nati, un test in grado di individuare le circa 40 patologie metaboliche attualmente diagnosticabili, a poche ore dalla nascita. “A poco più di due anni dalla richiesta presentata da Aismme all’Assessorato alla Sanità della Regione del Veneto supportata dalla raccolta di quasi 8. 000 firme – spiega Manuela Pedron, Vicepresidente di Aismme Onlus, l´Associazione che raccoglie i genitori dei bambini affetti da malattie metaboliche ereditarie, malattie altamente invalidanti e spesso mortali se non diagnosticate in tempo - la Giunta Regionale ha finalmente deliberato l’applicabilità dello screening metabolico allargato che dovrà essere eseguito in tutti i centri nascita della Regione”. Il Veneto diventa così la seconda Regione in Italia ad attivare lo screening allargato dopo la Toscana che aveva deliberato in merito nel 2004. Le malattie metaboliche ereditarie sono tra le malattie rare quelle che necessitano di un immediato "soccorso" clinico la cui precondizione è il riconoscimento immediato della patologia. Riconoscimento che può avvenire attraverso lo screening fatto alla nascita, un test oggi facilmente eseguibile ma che Italia viene applicato a tutti i neonati solo nella regione Toscana dove è attivo per legge dal 2004. E l´importanza di questo test lo può dare un numero: in Toscana su 150. 000 bambini screenati sono stati identificati 81 bambini affetti, uno ogni 1. 850. “Negli ultimi anni si sono succeduti nel Veneto ben tre Assessori alla Sanità: l’ex Assessore Flavio Tosi (ora Sindaco di Verona) e l’ex Assessore Francesca Martini (ora Sottosegretario alla Sanità) che con grande sensibilità sin da subito avevano dato il loro benestare avendo ben compreso l’importanza di estendere la prevenzione neonatale adeguando il pannello delle malattie comprese nello screening regionale. Arrivare ad una soluzione positiva non è certo stato facile per i Tecnici della Regione – ha puntualizzato Cristina Vallotto, Presidente dell´Aismme - Tra i problemi da risolvere, la presenza di due candidature d´eccellenza per l´attivazione dello screening allargato: l’Azienda Ospedaliera di Verona - Centro Regionale di Screening attivo da quasi 30 anni, riferimento anche per il Friuli Venezia Giulia e per le Province Autonome di Trento e Bolzano per un totale di 78. 000 neonati l´anno; e l’Azienda Ospedaliera di Padova - Centro di cura U. Oc. Per le Malattie Metaboliche Ereditarie. Che il lavoro fosse ripartito tra le due Azienda Ospedaliere era risaputo oramai da mesi, tenuto conto delle risorse disponibili e delle competenze acquisite. I Tecnici della Regione confidano comunque che i neonati potranno cominciare ad essere screenati già dall’inizio del 2009. Un´ottima notizia, dunque, per i neogenitori italiani, che guardano con fiducia alla possibilità che in ogni Regione sia possibile, effettuare il maxi- test ai loro piccoli. Una realtà presto anche per il Friuli Venezia Giulia e la Provincia Autonoma di Trento. La delibera della Giunta regionale del Veneto sarà infatti trattata nel prossimo autunno nel Tavolo Tecnico per le Malattie Rare dell’Area Vasta Nord-est per estendere la territorialità e il bacino d’utenza per lo screening metabolico allargato anche a queste due aree. “Ci auguriamo che la sensibilizzazione che Aismme Onlus sta conducendo anche a livello nazionale dia presto i suoi frutti anche altrove – ha concluso la Vallotto - e che anche i neonati delle altre Regioni possano sentirsi presto protetti alla nascita dallo screening neonatale metabolico allargato. Dove lo screening è già attivo i bambini identificati precocemente hanno una discreta qualità di vita. Dove invece lo screening allargato manca i bambini vengono identificati quando i danni neurologici irreversibili sono già comparsi. Ed un bambino tardivamente identificato è un bambino che dovrà convivere, oltre che con la sua patologia, anche con una grave disabilità causata da un evento prevedibile e – bisogna tenerne conto - con costi sociali ben superiori al valore dello screening stesso”. Inoltre le nuove linee guida nazionali per l’applicazione dello screening allargato sono già state approvate dalle due società scientifiche, il Sismme (Società Italiana Studio Malattie Metaboliche Ereditarie) ed il Sisn (Società Italiana per gli Screening Neonatali). Ma l´applicazione del test è solo un primo passo, anche se importante: è necessario parallelamente impegnarsi per la gestione dei nuovi piccoli malati. “Occorre la volontà per una seria ed organica presa in carico del paziente metabolico – conclude Manuela Pedron - cosa che comprende il potenziamento dei centri di cura (quei pochi che esistono sono al limite del collasso e difficilmente riescono a far fronte alle emergenze), corsie preferenziali per i farmaci salvavita, una adeguata preparazione dei medici pediatri, un´adeguata attenzione ai pazienti adulti per i quali oggi non esiste nulla in termini di assistenza. Ed i tempi devono non solo essere certi, ma anche rapidi”. .  
   
   
SANITÀ SICILIANA: CENTRALIZZATO ACQUISTO DEI FARMACI PER OTTENERE FORTI RISPARMI  
 
Palermo, 16 settembre 2008 - L’assessorato regionale alla Sanità centralizzerà gli acquisti di numerosi farmaci destinati alle strutture pubbliche, con l’obiettivo di realizzare un forte risparmio nella spesa. E’ stato infatti raggiunto un accordo con Consip spa (la società del Ministero dell’Economia costituita per gli acquisti in rete) che metterà a disposizione, senza oneri per la Regione, la propria piattaforma telematica attraverso cui verrà realizzata una gara centralizzata, a valenza europea. L’assessorato affiderà la gara a una unica stazione appaltante, da individuare fra le aziende sanitarie siciliane. “Non voglio anticipare gli effetti di un simile provvedimento – spiega l’assessore Massimo Russo – ma è verosimile che potremo risparmiare nel 2009 alcune decine di milioni di euro. E’ un altro passo verso la razionalizzazione della spesa che troppo spesso è stata effettuata senza un vero e proprio raccordo tra le varie aziende territoriali con conseguenti sprechi. La spesa farmaceutica è una delle voci più onerose nel bilancio della sanità regionale ed è nostro dovere utilizzare tutte le possibilità per realizzare le economie che permetteranno poi cospicui investimenti”. Il dipartimento Isi ha chiesto alle Ausl e alle aziende ospedaliere di quantificare i fabbisogni per il prossimo triennio: sulla base di queste informazioni l’assessorato, di concerto con le aziende sanitarie, definirà nel dettaglio il capitolato della gara. “L’obiettivo è riuscire a definire in tempi brevi le procedure di gara – sostiene il dirigente generale Isi, Antonella Bullara – in modo da fare gli acquisti già nel secondo trimestre del 2009” Secondo le previsioni, la spesa farmaceutica nel 2008 si ridurrà ulteriormente rispetto all’anno scorso e verrà rispettato ampiamente il tetto di spesa complessivo fissato nel piano di rientro. Nel 2007 la spesa farmaceutica siciliana complessiva è stata di un miliardo 495 milioni e 298 mila euro, pari al 19,19% dell’intero fondo sanitario, con un decremento di quasi tre punti percentuali rispetto al precedente anno. Il dato globale comprende sia i medicinali erogati dalle farmacie che quelli acquistati dalle strutture ospedaliere pubbliche. L’assessore Russo è intervenuto nel settore della farmaceutica già a giugno con un provvedimento che imponeva ai soli servizi farmaceutici delle strutture pubbliche la distribuzione diretta dei farmaci ad alto costo inclusi nel cosiddetto prontuario della presa in carico e della continuità assistenziale (Pht). Per il contenimento della spesa, sta lavorando da alcuni mesi una commissione di esperti a cui si affiancheranno ora, sempre a titolo gratuito, alcune professionalità provenienti da altre regioni e inserite nello staff nominato recentemente dall’assessore Russo. “L´azione di governo – prosegue Russo – continuerà a essere intensificata. Si punterà su un’attenta analisi qualitativa e quantitativa delle prescrizioni farmaceutiche, evitando come è avvenuto in passato che i consumi di alcune tipologie di medicinali si discostino nettamente e senza giustificato motivo dai parametri nazionali”. .  
   
   
STRUTTURA UNICA INRCA-AGENZIA NAZIONALE PER L``INVECCHIAMENTO E OSPEDALE DI RETE: OGGI IN GIUNTA MARCHE LA PROPOSTA PER LA LOCALIZZAZIONE DEL SITO  
 
 Ancona, 16 Settembre 2008 - L´assessore regionale alla sanita` Almerino Mezzolani portera`, oggi, all´esame della Giunta regionale una proposta di deliberazione per la scelta della localizzazione della struttura unica di Inrca-agenzia nazionale per l´invecchiamento e Ospedale di rete della zona metropolitana di Ancona-sud. La Giunta, su proposta dell´Assessore, assumera` cosi` la decisione definitiva rispetto alla localizzazione di tale struttura. E´ quanto emerso nel corso dell´incontro odierno tra l´Assessore, i tecnici della sanita` regionale ed i Sindaci dell´area interessata. ´La scelta di localizzazione - ha ribadito oggi l´Assessore Mezzolani nella riunione - terra` conto delle linee-guida e degli standards fissati dal Ministero della Salute per la realizzazione di strutture ospedaliere di dimensioni e funzionalita` comparabili, di criteri attinenti la programmazione regionale socio-sanitaria, l´accessibilita` e le dotazioni logistiche dei siti, le variabili morfologiche e di sicurezza, l´integrazione con i parametri ed i vincoli urbanistici, i bacini di utenza. ´ ´Riferiro` alla Giunta - ha poi aggiunto Mezzolani - le valutazioni emerse nella riunione odierna. E´ fondamentale la decisione definitiva sulla localizzazione per accelerare i tempi e confermare le risorse nazionali che ci sono state garantite nel programma degli investimenti per la realizzazione di tale struttura unica. Dobbiamo indicare chiaramente e subito al Ministero il sito per attivare celermente la gara di appalto e chiudere l´accordo di programma sugli investimenti sanitari, che riguarda anche le priorita` per l´intero territorio regionale. La Giunta regionale continuera` ad assicurare il coinvolgimento degli Enti locali in tutte le fasi successive ´ha concluso l´assessore- garantendo i bisogni socio-sanitari delle comunita` interessate. Si tratta di una scelta complessa e difficile, ma e` nostra precisa responsabilita` prendere le decisioni, per realizzare in tempi certi una struttura unica che sara` in grado di offrire sia livelli di prestazioni e ricerca di rilievo nazionale, sia risposte socio-sanitarie efficaci e appropriate alle comunita` dell´area metropolitana di Ancona Sud. .  
   
   
RICERCATORI SCOPRONO LE PRATICHE DI IMBALSAMAZIONE DELLA GRECIA ROMANA  
 
Bruxelles, 16 settembre 2008 - Gli antichi scritti greci e romani ci hanno abituato all´idea che nella Grecia antica il corpo del defunto venisse avvolto in un sudario e che venissero usati acqua, vino e olio d´oliva per lavare e trattare i corpi. Ma una questione rimane aperta: erano in uso pratiche di imbalsamazione? Secondo quanto scoperto da ricercatori svizzeri e greci, la risposta è sì. La scoperta di una mummia risalente al 300 d. C. Dimostra l´usanza di imbalsamare i corpi in Grecia durante la dominazione romana. Le scoperte del team di ricercatori sono state recentemente pubblicate sul Journal of Achaeological Science. I ricercatori, sotto la guida del dott. Frank Rühli dell´Istituto di anatomia presso l´università di Zurigo, in Svizzera, affermano che la mummia di una donna di mezza età è stata trovata in una bara di piombo dentro un sarcofago di marmo. Questo sarcofago fu ritrovato nel 1962, durante uno scavo archeologico nella città di Salonicco, nel nord della Grecia. Secondo gli esperti risale ai periodi ellenistico e bizantino. In questo studio, il team mostra come una serie di oli, spezie e resine siano state usate per imbalsamare il corpo, i cui resti sono conservati presso il Museo archeologico di Salonicco. Questo metodo non solo ha permesso di preservare lo scheletro, ma sono stati parzialmente preservati anche alcuni dei tessuti molli, come capelli e cellule del sangue, un muscolo della mano, e un panno di seta ricamato in oro che ricopriva il corpo. Il team di ricerca multidisciplinare ha usato metodi sia istologici che fisico-chimici (come analisi macroscopiche e antropologiche, compresi gas-cromatografia/spettrometria di massa e test al microscopio elettronico) per determinare quali sostanze fossero state usate durante l´imbalsamazione. Sono stati trovati mirra, grassi e resine. I ricercatori non sono però stati in grado di determinare se la bara di piombo abbia avuto un ruolo chiave nella preservazione dei resti. Il team ha detto che lo studio, condotto in collaborazione con ricercatori dell´Università Democritea della Tracia, in Grecia, contribuisce ad una migliore comprensione di come venivano usate sostanze preservanti dei tessuti, anti-batteriche e anti-ossidanti nelle pratiche funebri della Grecia romana. Christina Papageorgopoulou, assistente di ricerca dell´Istituto di anatomia, la persona a cui si deve l´avvio dello studio, ha detto: "Questo tipo di imbalsamazione non era mai stato rilevato in Grecia relativamente a questo periodo. " Dati precedenti suggerivano che soltanto persone selezionate venivano imbalsamate nella Grecia romana, ha aggiunto il team di ricerca. "Questo studio costituisce, grazie alla ricerca sulla mummia presso l´Università di Zurigo, un significativo approfondimento nella conoscenza della società, e della ricerca storica", ha detto il dott. Rühli, il coordinatore del progetto Swiss Mummy. Il Swiss Mummy usa metodi di analisi non invasivi, che non hanno un impatto negativo sui tessuti, per ottenere informazioni sulla vita e la morte, e sulle alterazioni avvenute dopo la morte nelle mummie storiche. Studi come questo hanno il potenziale di alimentare collaborazioni tra studiosi di scienze sociali e naturali, hanno dichiarato i ricercatori. "Questo approccio interdisciplinare è particolarmente interessante nello studio delle mummie," ha detto il dott. Rühli. "È uno degli obiettivi fondamentali della nostra unità di ricerca. " Per ulteriori informazioni, visitare: Istituto di anatomia, Università di Zurigo: http://www. Anatom. Uzh. Ch/index_en. Html Journal of Archaeological Science: http://www. Sciencedirect. Com/science/journal/03054403 .  
   
   
BOLZANO: SCELTE LE MIGLIORI FOTO DELLA CAMPAGNA “DARE UN’IMMAGINE AGLI INFERMIERI”  
 
Bolzano, 16 settembre 2008 - “Dare una voce e un volto all’assistenza” con questo motto il Collegio provinciale degli infermieri, degli assistenti sanitari e degli infermieri pediatrici della provincia autonoma di Bolzano (Ipasvi) ha avviato una serie di iniziative per valorizzare maggiormente la professione infermieristica a livello provinciale. Tra queste, in particolare, un concorso fotografico dal titolo “Dare un’immagine agli infermieri”. Il 19 e 20 settembre si terrà a Merano il congresso degli infermieri con il motto “Dare voce all’assistenza” a partecipazione internazionale. Nel corso del congresso saranno premiate, tra l’altro le sette migliori foto, tra le 100 pervenute al concorso promosso dall’Ipasvi, il Collegio provinciale degli infermieri, degli assistenti sanitari e degli infermieri pediatrici della provincia autonoma di Bolzano, in collaborazione con l’Assessorato provinciale alla sanità, dal titolo “Dare un’immagine agli infermieri”. Queste iniziative si prefiggono l’obiettivo di valorizzare appieno la figura professionale dell’infermiere che rappresenta uno dei maggiori punti di forza della sanità altoatesina. Al concorso fotografico, rivolto ai fotografi amatoriali, ai fotografi professionisti ed alla categoria degli infermieri, degli infermieri pediatrici, degli assistenti sanitari e degli studenti dei corrispondenti corsi di laurea, hanno preso parte oltre 100 persone. La giuria del concorso “Dare un’immagine agli infermieri” è formata da Dr. Richard Theiner (assessore alla sanità e alle politiche sociali) Jakob Tappeiner (fotografo e titolare della casa editrice Tappeiner), Prof. Dr. Gerhard Glüher (professore ordinario di filosofia e teoria del design presso la facoltà di arte e design della Fub), Dr. Toni Ebner (capo redattore del quotidiano Dolomiten, Athesia Verlag), Eva Langgartner (fotografa professionale), Sabine Kaserer (infermiera e fotografa per hobby), Laura Anselmi (infermiera e fotografa per hobby). .  
   
   
21 SETTEMBRE 2008 XV GIORNATA MONDIALE ALZHEIMER NUMEROSISSIME LE INIZIATIVE ORGANIZZATE IN ITALIA EVENTO PIÙ IMPORTANTE IL 3° CONCERTO STRAORDINARIO A FAVORE DELLA FEDERAZIONE ALZHEIMER ITALIA AL TEATRO ALLA SCALA DI MILANO  
 
 Milano, 16 settembre 2008 – Saranno più di 50 gli eventi che le associazioni aderenti alla Federazione Alzheimer Italia organizzano in 12 Regioni italiane per celebrare la Giornata Mondiale Alzheimer che ogni 21 settembre ricorda al mondo intera il dramma di una malattia che colpisce oltre 26 milioni di persone al mondo, 6 milioni e mezzo di europei e circa mezzo milione di italiani. Si comincerà il 16 settembre: Milano ospiterà il convegno "La relazione terapeutica con il paziente affetto da demenza: aspetti etici, deontologici e giuridici" mentre il 22 settembre a Imola verrà inaugurata la prima Casa Alzheimer realizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, con il contributo dell’Associazione alzheimer Imola, a seguire il convegno "Una casa per l´Alzheimer:: la realta del cambiamento", a cui parteciperanno neurologi, psicologi, giornalisti scientifici e Gabriella Salvini Porro, Presidente della Federazione Alzheimer Italia. Le manifestazioni proseguiranno sino al 10 ottobre a ritmo serrato: convegni, proiezioni in varie città di "Lontano da lei" interpretato da Julie Christie; un film poetico e commovente, storia di una coppia che affronta la terribile esperienza dell´Alzheimer, il Concerto della Fanfara dei Carabinieri a Roma, dibattiti, mostre di opere dei malati, gazebo informativi, consegna di borse di studio, vendita di piante fiorite che richiameranno migliaia di persone. L’evento più importante si terrà a Milano il 27 settembre 2008 con il 3° concerto straordinario al Teatro alla scala di Milano organizzato dalla Federazione Alzheimer Italia: sarà ospite d’eccezione la Staatskapelle Dresden, con la direzione di Fabio Luisi: una delle orchestre più antiche al mondo, che quest’anno festeggia il 460° anniversario della sua costituzione. Musiche di Richard Strauss e Johannes Brahms Le manifestazioni si concluderanno a Verona, il 10 ottobre, con una "Serata di gala" presso la Sala Grande di Castelvecchio. “Il fiorire di iniziative sempre più numerose su tutto il territorio nazionale, non solo da parte delle Associazioni Alzheimer, ma anche di altre Istituzioni – commenta Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia – premia il nostro lavoro. Quindici anni fa nessuno parlava della malattia e non esistevano iniziative di alcun genere rivolte a chi soffre di Alzheimer: questi eventi servono a rafforzare il messaggio che la Federazione Alzheimer Italia lancia alla classe politica, a quella medica e all’opinione pubblica, affinché prendano coscienza della gravità del problema Alzheimer e si rendano conto delle reali dimensioni di una malattia che si sta trasformando in un’epidemia. ” L’alzheimer rappresenta una delle maggiori sfide sanitarie e sociali del nostro tempo: oggi i malati sono 26. 5 milioni in tutto il mondo, più di 500mila solo in Italia - il 20 % della popolazione sopra i 65 anni - e si stima che raddoppieranno nei prossimi vent’anni. La Federazione Alzheimer Italia, rappresentante per l’Italia dell’Alzheimer’s Disease International, è la maggiore organizzazione nazionale non profit dedicata alla promozione della ricerca medica e scientifica sulle cause, la cura e l’assistenza per la malattia di Alzheimer, al supporto e sostegno dei malati e dei loro familiari, alla tutela dei loro diritti in sede sia amministrativa sia legislativa. Riunisce e coordina 47 associazioni che si occupano della malattia e opera a livello nazionale e locale per creare una rete di aiuto intorno ai malati ed ai loro familiari. Www. Alzheimer. It/iniziat08. Htm .  
   
   
T. KELLY MASON YOU TRY BEING SOMEONE ELSE 19 SETTEMBRE-31 OTTOBRE  
 
Milano, 16 settembre 2008 - Nella sua prima mostra individuale alla galleria Corsoveneziaotto, l’artista americano T. Kelly Mason esporrà un nuovo gruppo di scatole luminose basate sulle opere di Lucio Fontana. L’interesse di Mason nei confronti di Fontana è incentrato sulle idee di spazio e sulla corrispondenza di gesto e forma. L’idealismo insito nel concetto di spazio di Fontana, inteso come luogo ricavato da un desiderio di trovare un percorso per emancipare le tele bianche, è uno spazio in cui la metafora è più smaccata. Il percorso di Fontana è al tempo stesso arguto, elevato e profondamente realista, in senso letterale, nell’approccio alla non rappresentazione. Fontana parla del movimento dell’umanità nello Spazio con la esse maiuscola (come del fatto di andare sulla Luna con un razzo) e della trasformazione della coscienza che deve accompagnare tali progressi. I Concetti Spaziali tagliati, perforati di Fontana costituiscono uno sforzo concreto di creare spazio e congiungersi con il cosmo che si espande all’infinito oltre la superficie limitata del quadro. Il continuo interesse di Mason nella presentazione di forme lasciate aperte all’analisi agisce pressapoco nello stesso spirito dello Spazialismo di Fontana. Le opere non sono tanto la nuova espressione di sembianze reali, quanto piuttosto lo svolgimento di un’indagine nell’ambito dello spazio della storia e degli spazi di riproduzione e azione. Le proposte espresse in queste opere in termini di luce e colore mescolano il diffuso spirito astratto dello Spazialismo a un riconoscimento del campo circoscritto che ogni tentativo di gesto espressivo ora deve affrontare. La stessa presenza concreta delle opere all’interno di una stanza sembra essere in armonia con la speranza di Fontana di spezzare i limiti dimensionali della pittura con un oggetto che sia in qualche modo “di” pittura e al tempo stesso “non” pittura. Le prime scatole luminose di Mason erano la risposta a un problema architettonico e di illuminazione per un progetto all’Opera House di Monaco di Baviera nell’estate 2007. Queste opere sono dipinte adottando una tecnica di animazione artistica fluida, ma obsoleta e un fondale a colori. L’obsolescenza di questa tecnica unita ai problemi architettonici portò Mason a iniziare una serie di immagini tratte dal catalogo ragionato dell’artista Dan Flavin. (I punti luce utilizzati nell’opera di Dan Flavin, un tempo onnipresenti, vengono prodotti sempre meno e quindi stanno perdendo rapidamente il loro status di oggetti “comuni”. ) L’interesse di Mason per i problemi causati dagli oggetti e i loro effetti è rivolto al problema della pittura non rappresentativa. Queste immagini riguardano quello che Walter Benjamin definirebbe il culto degli oggetti (il nostro desiderio di rendere un avvenimento quotidiano un avvenimento legato a un nome: “È un Flavin? No, è una Lampada”) tanto quanto il suo opposto, un evento a colori nello spazio reale e il rapporto con la semplice verità delle cose reali. In passato, Mason ha lavorato molto nelle installazioni sonore, luminose e architettoniche. Buona parte dell’opera precedente di Mason, in particolare le installazioni sonore, è praticamente impossibile da riprodurre. Per Mason, la vera opera è frutto dell’interazione di suoni e parole in uno spazio e di uno spazio ed è come minimo un’esperienza quadrimensionale che non può mai essere presentata una seconda volta in modo adeguato. Quello che conta è l’oggetto. Gaston Bachelard scrive che ”Rendere irreale un’immagine con una forte connotazione reale è nello spirito della poesia. ” Dobbiamo fare un buco nel cielo? .  
   
   
LEGNANO A PALAZZO LEONE DA PEREGO (MI) DAL 25 OTTOBRE 2008 AL 1 FEBBRAIO 2009 LA PIU’ RICCA MOSTRA DEDICATA AL GRANDE SCULTORE FRANCESE IPOUSTÉGUY (JEAN ROBERT) DOPO LA SUA MORTE  
 
 Legnano (Mi), 16 settembre 2008 - Dal 25 ottobre 2008 al 1 febbraio 2009, nel Palazzo Leone da Perego a Legnano, si terrà la mostra dedicata a Jean Robert detto Ipoustéguy, che si preannuncia come la più importante retrospettiva dedicata al grande scultore francese dalla sua scomparsa, e la prima mostra pubblica in Italia, forte di 45 sculture, 20 disegni e del ciclo pittorico dedicato alla morte del Papa/padre. L’esposizione dal titolo Eros + Thanatos è organizzata dalla città di Legnano con il patrocinio della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Consolato Generale di Francia a Milano, ed è curata da Flavio Arensi (direttore di Palazzo Leone da Perego) e Pascal Odille, il più autorevole studioso di Ipoustéguy, in collaborazione con Alberto Buffetti. L’iniziativa fa parte della nuova edizione di Sale (Spazi d’Arte a Legnano), il progetto di riqualificazione degli spazi espositivi cittadini attraverso eventi di qualità. A novembre, si affiancheranno a Iposteguy, le mostre di Carol Rama e di Francesco Albano, entrambe allestite al Castello di San Giorgio. L’appuntamento di Legnano costituisce un’importante occasione per conoscere l’opera di uno dei più grandi scultori del Novecento, che lavorò molto in Italia riscontrando il favore di critici come Luigi Carluccio, Franco Solmi e Mario De Micheli. Benché non sia mai stata fatta prima d’oggi una mostra pubblica, Ipoustéguy fu presentato nel nostro paese con una sala personale alla Xxxii Biennale di Venezia del 1964 e, successivamente, con una serie di monografiche - a cavallo degli anni Settanta - nelle principali gallerie che trattavano l’arte figurativa: Galatea di Torino, Forni di Bologna, Il Gabbiano di Roma. Ipoustéguy, senza dubbio un grande innovatore del linguaggio scultoreo tanto da essere presente nei principali musei del mondo, in Italia influenzò autori del calibro di Perez, Bodini, Vangi, grazie alla sua capacità di unire la grande tradizione francese ai più moderni stimoli culturali: Inoltre, avendo per anni lavorato a Carrara, egli impose il suo linguaggio dirompente a molti autori che in Toscana cercavano nel marmo una strada espressiva convincente. Autore di grandi opere monumentali, fu artefice della più grande istallazione scultorea del Xx secolo (Homme costruit sa ville, Berlino), alta quasi sette metri, lunga 20 e larga 4,5. La mostra, che si concentra sulle due principali tematiche del maestro, l’eros e la morte, raccoglie un ampio numero di sculture, alcune delle quali fra i suoi capolavori più famosi, come Casque fendu, 1956, La Terre, 1962, Homme passant la porte, 1966, Naissance, 1968, Erose en sommeil, 1975, Scène comique de la vie moderne, 1976, fino alle ultime nature morte degli anni Novanta. Le opere analizzano un ampio periodo temporale, dal 1948 fino 1997, nel dialogo costante fra scultura-disegno e pittura; non si deve infatti dimenticare che la carriera dell’artista iniziò proprio all’insegna del disegno. Ai lavori scultorei degli anni Sessanta presentati alla Biennale di Venezia fa eco l’importante serie pittorica dedicata alla morte del padre, mai prima d’ora mai esposta in Italia. “L’omaggio della città di Legnano a Ipoustéguy – sottolinea il Sindaco Lorenzo Vitali - è il primo nel mondo dopo la scomparsa dell’artista avvenuta nel 2006, nonché la prima personale pubblica italiana. Questo intende dimostrare, ancora una volta, la nostra attenzione nel valorizzare quegli artisti che hanno segnato il tempo presente, senza tuttavia per forza ricorrere ai nomi più abusati del panorama internazionale come nel caso della mostra appena conclusa dedicata a Leonardo Cremonini, o in passato con Congdon, Ferroni, Kollwitz, Rustin, Varlin. Da anni, la città di Legnano si sta dimostrando un punto di riferimento per tutti quegli appassionati che vogliono andare oltre la moda del momento, proponendosi come alternativa forte ad altri spazi, magari più conosciuti, ma molto legati alle logiche dell’arte più commerciale”. L’occasione ha permesso di ritrovare e pubblicare alcuni stralci autobiografici del maestro francese, riportati in catalogo (edito da Allemandi/alberto Buffetti Arte), nonché di recuperare i testi di Luigi Carluccio e Franco Solmi, i primi due studiosi italiani ad occuparsi del maestro francese sul finire degli anni Sessanta. Cenni biografici Jean Robert (detto Ipoustéguy, dal cognome materno) è nato a Dun-sur-meuse (Francia) il 6 gennaio del 1920. Trasferitosi nella capitale con la famiglia, nel 1938 si iscrive ai corsi serali istituiti dalla città di Parigi. È il professore Robert Lesbounit a fargli scoprire i maestri della letteratura francese, il Louvre, dove incontra le grandi sculture classiche ma anche Rodin, mentre il gallerista Rosemberg lo introduce al lavoro di Picasso. Nel 1939, durante l’armistizio, è mobilitato a Dijion e soggiorna al campo giovanile di Chartrousette, nel convento de La Grande Chertreuse di Isère, realizzando la sua prima grande scultura in terra cruda e pietra (Pietà), benché in quel periodo sia più interessato al disegno. Rientra a Parigi nel 1941, riprendendo i corsi serali di Lesbounit, ma per fuggire al S. T. O. (il servizio di lavoro obbligatorio imposto dai nazisti), parte clandestinamente per il Sud-ovest del paese e si fa assumere come manovale in una base militare a Bourdeaux (questo periodo è sintetizzato nell’opera Discours sur Mistra, 1966). Nel 1946 beneficia di un rinvio militare e Lesbounit ne approfitta per iscriverlo al Concours Général, dove vince il primo premio nella sezione del disegno. Nel 1947 incomincia a dedicarsi alla scultura e nel frattempo, per mantenersi, insegna disegno alla scuola d’Issy-les-moulineaux. Nel 1948 l’artista si stabilisce nell’atelier di ceramica Le Noble, a Choisy-le-roi, dove vive e lavora fino alla morte. Qui nascono le prime sculture sul principio della fusione di materiali differenti, in particolare il gesso e il cemento. Nel 1951 partecipa alla prima mostra collettiva, insieme agli allievi del prof. Lesbounit, cui seguono il “salon” dei Jeune sculpture e dei Réalistés nouvelles. Il celebre mercante Kahnweiler si interessa al suo lavoro e per tutto il 1952 Ipoustéguy gli presenta disegni e gouaches di sapore quasi astratto. Di questo periodo è lo studio dell’opera dello scultore inglese Henry Moore. Nel 1953 firma la sua prima scultura importante, Croiseur Aurore. Nel 1958 con Casque fendu, afferma d’aver “distrutto l’uomo di Brancusi”, come gesto simbolico di rottura con l’astrazione. Un anno più tardi viene riconosciuto ufficialmente scultore e il suo nome è inserito in due enciclopedie della scultura contemporanea. Nel 1962, contattato dalla Galerie Bernard di Parigi, organizza la sua prima mostra personale; la collaborazione continua fino al 1982. Lo stesso anno lascia l’insegnamento e parte per un viaggio in Grecia, da cui torna con nuovi progetti e un più attento studio della figura umana, che sarà poi rappresentato da uno dei suoi capolavori, Homme passant la porte. Nel 1964 è presente con una sala personale alla Xxxii Biennale di Venezia. Inizia la collaborazione con lo studio Nicoli di Carrara, dove torna a lavorare periodicamente per una decina di anni. Dalla scoperta del marmo deriverà un nuovo potente periodo espressivo che comincia con Agonie de la mère, del 1967, e con la straordinaria istallazione Mort du père, ora al Museo Victoria di Melbourne (Australia). Nel 1968 Luigi Carluccio presenta una personale alla Galleria Galatea di Torino, cui seguono nel 1971, con presentazione di Franco Solmi, le personali alla Galleria Forni di Bologna, al Gabbiano di Roma e al Centro d’arte di Palermo. Sono le uniche personali che l’artista farà in Italia, mentre diverse saranno le partecipazioni a progetti collettivi. Nel 1971, all’età di dieci anni, muore la figlia Céline. Questo dramma famigliare è fermato nell’opera Scène comique de la vie moderne (1976). Nel 1975 allo scultore è richiesto di celebrare la memoria di John Neumann, primo ecclesiastico statunitense canonizzato, con una scultura in cui unirà marmo e bronzo. L’opera, rifiutata dalla committenza è stata donata dall’autore alla sua città natale. Stessa sorte capita nel 1977 alla scultura Val de Grâce, commissionata dalle autorità militari francesi e poi respinta, tuttavia istallata all’interno di una struttura ospedaliera sette anni dopo. Nel medesimo anno gli viene assegnato il Grand Prix National des Art et Lettres dal Ministro della Cultura e dell’Ambiente francese, Michel d’Ornano. Del 1978 è la prima retrospettiva, organizzata da Michel Tronche a Parigi. Nel 1979 una grande mostra è organizzata dalla Kunsthalle di Berlino, diretta da Diter Ruckhaberle. Per l’occasione la città di Berlino gli commissiona un’opera per il Centro congressi, L’homme costruit sa ville, la scultura più grande del Xx secolo. Negli anni Ottanta il tema della figura femminile diventa uno dei suoi preferiti. Nel 1982 Discours sous Mistra è posizionato in un luogo pubblico, a Chambéry-le-huat, nel liceo cittadino. Lo stesso anno, Parigi gli dedica una retrospettiva al Musée d’art moderne, e l’Ambasciata di Francia a Washington installa l’opera À lumière de chacun per celebrare il bicentenario dell’indipendenza degli Stati Uniti. Nella seconda metà degli anni Ottanta, Ipoustéguy inizia a lavorare a una poetica delle piccole cose: i frutti, le nature morte compaiono in composizioni che tengono conto anche del linguaggio astratto. Nel 1988 è insignito della Medaglia dell’Académie d’architecture e, su invito del presidente Mitterand, realizza un monumento dedicato al poeta Rimbaud, collocato in piazza Teilhard-de-chardin (Xi Arrondissement) a Parigi. Nel 1989, invece, in omaggio del bicentenario della Rivoluzione francese, realizza una grande opera ( À la santè de la révolution) per il distretto di Bagnolet, alle porte della capitale. Ancora la Kunstahalle di Berlino, nel 1992, organizza una retrospettiva. Nel 1998 è la volta di una grande mostra a Bar-le-duc, e nel 1999 a Chelsea, in Inghilterra, organizzata dalla Società reale britannica degli scultori. Nel 2001 esce il catalogo ragionato dell’opera dello scultore, che raccoglie 612 opere, dal 1938 al 2000. Gli ultimi anni, trascorsi nel ritiro di Doulcon (Meuse), sono dedicati soprattutto alla scrittura. Ipoustéguy muore nel febbraio 2006. .  
   
   
GIANLUCA CORONA L’INCANTO DELL’OSCURITÀ STUDIO FORNI 18 SETTEMBRE – 11 OTTOBRE 2008  
 
Milano, 16 settembre 2008 - L’oscurità ha sempre esercitato un grande fascino su pittori ed artisti di ogni epoca, che in essa ci hanno visto “un altro sole”, considerandola accanto ad un semplice fattore estetico-compositivo un elemento chiave, portatore di significati morali e metafisici. Nell’arte barocca la grande presenza del nero e dell’oscurità divenne una sorta di dichiarazione d’intenti, vicina ad un ritorno ad una maggiore austerità e valore spirituale in linea con il clima della controriforma. Sicuramente lontano da concetti ed atmosfere riformiste Gianluca Corona mostra però nei suoi nuovi lavori di subire l’”incanto” dell’oscurità; che cede la scena alla luce solo per rivelare agli occhi di chi guarda dettagli di frutti ed oggetti appoggiati su un piano. Vi è una maggiore sinteticità compositiva, rispetto al passato, ed un’atmosfera più rarefatta e metafisica, che sembra rimandarlo più che alla tradizione fiamminga ad un’arte più ascetica, più spirituale, vicina al rigore dell’opera di Francisco Zurbaran. Dall’abbandono estatico, dal canto della pienezza e rigoglio di un frutto mollemente adagiato su un piano, si passa alla ricerca di un rigore formale, un ricorrere alla geometria per dare un senso più profondo alle cose che ci circondano. Il frutto o il fiore prescelto, ritratto spesso più grande delle sue dimensioni reali, all’interno di una tavola quadrata, diventa un simbolo, un rimando “platonico” ad un piano altro, più spirituale. .  
   
   
MICHELANGELO GUACCI, L’ANGELICO PITTORE: OPERE, IMMAGINI, TESTIMONIANZE TRIESTE · BIBLIOTECA STATALE: 19 SETTEMBRE · 31 OTTOBRE 2008 GALLERIA CARTESIUS: 3 · 23 OTTOBRE 2008  
 
 Trieste, 16 settembre 2008 - S’inaugura venerdì 19 settembre 2008 alle ore 18. 30 alla Biblioteca Statale di Trieste (Largo Papa Giovanni Xxiii, 6) un’importante rassegna dedicata al pittore triestino Michelangelo Guacci (Trieste 1910 – 1967), ideata e curata dall’architetto Marianna Accerboni. La mostra, intitolata L’angelico pittore. Michelangelo Guacci: opere, immagini, testimonianze e visitabile fino al 31 ottobre, sarà introdotta dal Direttore della Biblioteca Marco Menato, dalla curatrice e dal pittore Livio Rosignano, che fu amico dell’artista. Nell’occasione sarà presentato anche il Museo virtuale, nel quale è testimoniata l’intera attività di Guacci, le cui opere saranno proiettate in dissolvenza. Un’installazione di luce accoglierà il pubblico all’entrata. Una sezione della rassegna, composta di acquerelli su carta, sarà ospitata dal 3 al 23 ottobre alla Galleria Cartesius di Trieste. L’esposizione si pone il fine di riscoprire e di riportare all’attenzione del grande pubblico un artista di elevato talento, intuizione e purezza creativa, caduto in oblio da quasi quarant’anni, dopo le ultime importanti mostre dedicategli nel 1970 dal Museo Correr e tra il 1971 e il ’72 dalla stamperia Il Torchio di Venezia. Nella rassegna verrà presentata un’ampia sequenza di oli su tela e di acquerelli su carta, compreso l’ultimo lavoro rimasto incompiuto. E particolarmente toccanti appaiono tali disegni acquerellati, realizzati dal pittore triestino di origine pugliese negli ultimi mesi di vita, che trascorse a letto ammalato di cuore. La mostra propone inoltre una serie di tempere, di raffinati monotipi e d’incisioni tra i più significativi, creati dall’artista a partire dagli anni trenta fino alla sua scomparsa: un’antologica che appare di grande interesse e importanza, poiché rivela l’ evoluzione linguistica ed espressiva della ricerca di Michelangelo Guacci, dal novecentismo sognante e dal barocco lieve e coinvolgente, dinamico, gioioso, quasi giocoso degli esordi alla rarefatta purezza e alla poetica levità dell’età matura. Non solo, ma in mostra saranno esposte anche numerose opere inedite appartenenti a varie fasi della sua creatività, sì da fornire un quadro innovativo e illuminante della ricchezza della sua ispirazione e della suo personalissimo linguaggio. Due sezioni della mostra proporranno inoltre una sequenza di ritratti fotografici realizzati da Sergio Benedetti, fotografo triestino attivo a Milano, e da altri autori, assieme ad alcune testimonianze, oggetti e scritti dedicati o appartenuti al pittore. Michelangelo Guacci - scrive Accerboni - è artista finissimo e sottilmente immaginifico, che ancora molti ricordano per la brillante vivezza ed eleganza del tratto e per la capacità di intuire e di cogliere, da acuto sensore, stimoli culturali e artistici diversi, tracciando poi con unitarietà, ironia e perspicacia, con un lirismo appassionato e istintivo, lieve e suadente, un ritratto della realtà e della società a lui contemporanea; ma è anche artista capace di descrivere nel contempo l’astrazione del pensiero che vola verso il sogno, come quello che da bambino lo induceva a dirigere dal poggiolo di casa orchestre immaginarie. Nato a Trani nel 1910 e triestino dal 1919, anno in cui si ricongiunge nel capoluogo giuliano con la famiglia, che vi aveva fondato un’azienda, Michelangelo Guacci vi frequenta la Facoltà di Economia e Commercio e si dedica con passione alla pittura, grazie anche alla frequentazione del maestro Renato Brill. Partecipa a tutte le mostre universitarie - ricevendo incoraggiamenti, tra gli altri, anche da Umbro Apollonio e da Silvio Benco – e s’inserisce senza difficoltà nell’ambiente “di punta” della giovane pittura triestina. Benché la pittura sia la vocazione più autentica, accetta alla fine degli anni trenta un impiego alla Banca d’Italia, che lo condurrà per un anno a Fiume e per tredici a Bergamo. Il trasferimento provoca un apparente allontanamento dall’arte: i lavori di quegli anni sono pochi e non lo soddisfano, ancorchè oggi tra i più significativi. Nel ’53 ritorna però a Trieste, dove riprende l’attività pittorica, in verità mai abbandonata. Escono allora dal pennello di Guacci, come da una generosa cornucopia, i desideri, gli aneliti, i sogni dell’infanzia, rivisitati attraverso il velo lucente della maturità. “Tutto quello che io dipingo” affermerà l’artista “sono ricordi di quello che ho visto a Trani fino ai nove anni di età…Non voglio dire che io dipingo solo cose che ho visto quella volta, ma che, se mi viene l’estro di dipingere, è perché mi ricordo un colore, un momento, una luce di quei primi miei nove anni. Tutto ciò che è successo dopo non riesce ad accendermi, ad eccitarmi, a muovermi a dipingere…”. Ed ecco il violino mai dimenticato, gli amabili conversari in salotto o al caffè, la passione per il teatro e per la musica, la giostra, gli acrobati, le maschere e gli aquiloni, cioè il sogno: sintetizzati mediante un segno immediato e convincente, con cui disegna anche la rosa in un bicchiere e gli uccellini o i personaggi incantati e surreali come San Michele, immersi in contrappunti cromatici dal tocco magistrale. Una monografia ormai rarissima – conclude il critico - edita dalla Cassa di Risparmio di Trieste e curata da Decio Gioseffi, ne raccoglie nel ’71, a quattro anni dalla morte avvenuta a Trieste nel 1967, il messaggio fortemente poetico. Poi il silenzio quasi totale. I collezionisti in possesso di opere dell’artista sono pregati di prendere contatto con l’indirizzo amiguacci@gmail. Com (Amatori Michelangelo Guacci) per far pervenire le foto e le misure delle opere in loro possesso, al fine di portare a termine il catalogo digitale dell’opera omnia dell’artista in via di ultimazione in occasione del centenario della nascita, che avrà luogo nel 2010. .  
   
   
LA NEW YORK DEL PRIMO NOVECENTO SI SCOPRE A MODENA DAL 13 SETTEMBRE AL 30 NOVEMBRE AL FOTOMUSEO GIUSEPPE PANINI DI MODENA È PROTAGONISTA LA GRANDE MELA, IN UNA MOSTRA DAL TITOLO “NEW YORK IN & OUT  
 
Modena, 16 settembre 2008 - La scoperta di una metropoli, la grande città americana vista con gli occhi di un fotografo amatore che nel settembre del 1912 si reca a New York per la prima e unica volta e realizza un centinaio di scatti unici, che ci raccontano una città ormai dimenticata. L’idea della mostra “New York In & Out”, al Fotomuseo Panini di Modena dal 13 settembre al 30 novembre, realizzata in collaborazione con il Museum of the City of New York e la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, nasce dalla collezione di Ferruccio Testi, il modenese che nel 1912 si reca insieme a una delegazione della Camera di Commercio di Modena a New York, Boston e Philadelphia. L’esposizione mette insieme, oltre alle fotografie amatoriali di Testi, una serie di scatti di fotografi professionisti di New York, a lui contemporanei, in un confronto per analogie, similitudini e differenze. Con il prezioso contributo del Museum of the City of New York, che ha prestato una serie di scatti di importanti fotografi americani fra i quali spicca Jacob Riis, la mostra al Fotomuseo Panini ci fa scoprire scorci inediti di una New York tra la fine del 1800 e i primi del ‘900, ritratta da un fotografo dilettante come Ferruccio Testi e da professionisti a lui contemporanei. Le fotografie in esposizione vanno dagli scatti “turistici” di Testi a quelli documentaristici e sociologici di professionisti americani, mettendo in mostra tanti scorci di una New York ormai dimenticata: dall’Iron Flat building in costruzione visto da Testi, a Central Park innevato coi pattinatori, fino ai ritratti dell’alta borghesia riunita per il compleanno di Mark Twain (di Byron) o al degradato ambiente in cui vivevano gli emigranti fotografato da Riis. La mostra e il relativo catalogo sono a cura di Anna Lisa Bondioli, ricercatrice al Fotomuseo Giuseppe Panini e di Paolo Battaglia, presidente onorario del Fotomuseo. .  
   
   
GOLF - LPGA TOUR: GIULIA SERGAS 53ª NEL BELL MICRO CLASSIC  
 
 Roma, 16 settembre 2008 - Giulia Sergas ancora non ha ritrovato il ritmo giusto dopo la vacanza che si è concessa ad agosto e ha offerto una prestazione altalenante nel Bell Micro Classic, un nuovo torneo inserito nel calendario del Lpga Tour che è disputato al Robert Trent Jones Golf Trail di Mobile in Alabama e al quale non ha preso parte Silvia Cavalleri. La triestina, infatti, si è classificata 53ª con lo score di 296 colpi (73 75 71 77) con parziali in cui vi sono state escursioni fino a sei colpi. Ha ottenuto il secondo titolo nel circuito la statunitense Angela Stanford (277 - 70 67 67 73), con qualche patema nel giro finale in cui ha faticato a gestire i quattro colpi di vantaggio che aveva dopo 54 buche sulla giovanissima cinese Shanshan Feng, la quale ha mancato il play off per un colpo (278 - 67 73 70 68). Al terzo posto con 280 Kim Hall, al quarto con 281 Hee Young Park, Danielle Downey e Katherine Hull. Corsa in salita per le due favorite, la norvegese Suzan Pettersen, decima con 284, e Paula Creamer, 16ª con 285, costrette al recupero dopo una brutta partenza. Assenti Lorena Ochoa, Annika Sorenstam e Karrie Webb. Nel 77 conclusivo della Sergas tre bogey e un doppio bogey. La Stanford ha guadagnato 210. 000 dollari su un montepremi di 1. 400. 000. Lacoste 4 Nations Golf Challenge: Azzurri Contro Spagna, Olanda E Francia - Nei giorni 20 e 21 settembre si disputerà al Golf Club Peralada, a Peralada (Girona) in Spagna, il Lacoste 4 Nations Golf Challenge, riservato a giocatori Under 18. Oltre agli azzurri prendono parte al quadrangolare Spagna, Francia e Olanda. Si gioca con formula match play. Con semifinali e finali. L’italia schiera Mathias Capra, Philip Geerts, Mattia Miloro, Emanuele Sesia, Alessandra Braida, Bianca Fabrizio, Caterina Garbaccio e Francesca Perini. Accompagnano il team la capitana Giuliana Colavito e l’allenatrice Elena Polloni. .