Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 11 Maggio 2010
PROGETTO DELL´UE ASSEGNA PREMI A DOTTORATI DI RICERCA DI ALTO LIVELLO  
 
Bruxelles, 11 maggio 2010 - Una più forte resistenza ai farmaci e l´aumento del turismo, che aumenta il rischio delle persone di contrarre malattie locali, sono solo alcuni dei fattori che incidono sulla salute pubblica nel mondo intero, così siamo costantemente minacciati di contrarre infezioni da microorganismi patogeni. È qui che entra in scena il progetto Era-net Pathogenomics ("Trans-european cooperation and coordination of genome sequencing and functional genomics of human-pathogenic microorganisms"), un´iniziativa dell´Unione europea sui programmi di ricerca transnazionali di ricerca sul genoma più avanzati basati sui microrganismi patogeni per l´uomo. Era-net Pathogenomics ha recentemente annunciato i vincitori del premio "Phd Award 2010" per le tesi di dottorato più rilevanti in questo campo. I vincitori, il dott. Itay Tirosh del Weizmann Institute of Science in Israele, la dott.Ssa Andreja Kovac dell´Università di Lubliana in Slovenia, e la dott.Ssa Cristina Latasa dell´Università statale di Navarra in Spain, hanno ricecuto un premio di 2.000 euro ciascuno. Il dott. Tirosh ha ricevuto il premio per aver gettato luce sull´evoluzione della regolazione dell´espressione genica a livello dell´intero genoma, mentre la dott.Ssa Kovac ha vinto il premio per la ricerca e l´individuazione di composti che potrebbero essere utilizzati in nuovi trattamenti antibiotici. La dott.Ssa Latasa è stata premiata per l´analisi della formazione di biofilm nella Salmonella, un agente patogeno che provoca avvelenamento alimentare. La cerimonia di premiazione del "Phd Award" si tiene ogni anno ad aprile a Pecs, in Ungheria, ed è un evento finanziato da tutti i partner del progetto Era-net. "Quest´anno abbiamo valutato le tesi di otto candidati - raccomandate dagli organismi nazionali di finanziamento della R&s dei paesi partner Era-net - ognuna delle quali dedicata ad un argomento scientifico di qualità e innovativo, ha spiegato la dott.Ssa Marion Karrasch-bott del Forschungszentrum Jülich, in Germania, che è anche coordinatrice di Era-net Pathogenomics. "I vincitori sono stati scelti sulla base dell´eccellenza della qualità scientifica e dell´impatto del lavoro, la qualità delle pubblicazioni e l´approccio teorico alla base della ricerca". Le infezioni da microrganismi patogeni sono responsabili della morte di molte persone in tutto il mondo. Tuttavia, nonostante i crescenti livelli di resistenza ai farmaci, le tecnologie avanzate di genomica funzionale, hanno permesso ai ricercatori di individuare sistematicamente i geni collegati alla patogenicità. In tal modo, gli scienziati hanno individuato nuovi obiettivi per la diagnosi, la terapia e la prevenzione. Il progetto Era-net Pathogenomics è stato lanciato nel 2004 e dovrebbe concludersi nel 2012. Esso cerca di stabilire una cooperazione duratura tra gli organismi di finanziamento nazionali e di coordinare i loro programmi di ricerca genomica sui di microrganismi patogeni per l´uomo. Il progetto Era-net è finanziato dall´Ue con 3 milioni di euro nell´ambito del programma Era-net del Sesto programma quadro (6° Pq). Oltre a migliorare la trasparenza e la coerenza dei programmi nazionali di ricerca, il team del progetto sta lavorando per creare un mercato della patogenomica interno, con scambi di informazioni, e per definire un programma europeo di ricerca e formazione in materia di patogenomica come parte della politica europea di ricerca. Oltre al Forschungszentrum Jülich Gmbh (Fzj), il consorzio Era-net Pathogenomics è composto dal ministero federale austriaco della Scienza e della ricerca, il Fondo austriaco della scienza, l´Accademia di Finlandia, l´Istituto Pasteur e l´Agenzia nazionale per la ricerca, entrambi in Francia, il ministero federale tedesco dell´Istruzione e della ricerca, l´Accademia ungherese delle scienze, il Fondo ungherese di ricerca scientifica, il Chief Scientist Office in Israele, il ministero della Salute e la Fondazione per la scienza e la tecnologia in Portogallo, il ministero sloveno dell´Istruzione superiore, della scienza e della tecnologia e il ministero spagnolo della Scienza e dell´innovazione. Per maggiori informazioni, visitare: Era-net Pathogenomics: http://www.Pathogenomics-era.net/index.php  Europathogenomics: http://www.Noe-epg.uni-wuerzburg.de/  Progetto Era-net: 6° Pq: http://cordis.Europa.eu/coordination/projects.htm  7° Pq: http://cordis.Europa.eu/fp7/coordination/eranet-actions_en.html    
   
   
STUDIO FINANZIATO DALL´UE DIMOSTRA L´IMPORTANZA DELLA NUTRIZIONE INFANTILE PER LA SALUTE  
 
Bruxelles, 11 maggio 2010 - Una ricerca finanziata dall´Ue sta rivelando come la nutrizione nel ventre materno e durante i nostri primi anni di vita influisce sul rischio di soffrire di obesità, malattie cardiache, malattie polmonari e problemi comportamentali e cognitivi negli anni successivi. Cosa interessante, gli scienziati del progetto Earnest ("Early nutrition programming") hanno già tradotto molti dei loro risultati di ricerca in consigli pratici. "Ad esempio, i partner del progetto hanno collaborato allo sviluppo di raccomandazioni empiriche [...] e pratiche per l´assunzione di grassi in gravidanza, durante l´allattamento e nella prima infanzia", ha spiegato il coordinatore del progetto, il professor Berthold Koletzko della Ludwig-maximilians-universität in Germania. "Un´altra parte di questa collaborazione di ricerca ha cercato di capire da cosa sono influenzate le decisioni dei genitori in materia di nutrizione e stile di vita, e quali messaggi vengono loro comunicati attraverso materiale informativo rilasciato, ad esempio, dagli uffici governativi, dagli enti scientifici e da organizzazioni non governative". Earnest, che si avvia alla conclusione, ha ricevuto 13,4 milioni di euro attraverso l´area tematica "Qualità e sicurezza alimentare" del Sesto programma quadro (6° Pq). I partner del progetto hanno presentato le loro scoperte in una conferenza tenutasi dal 6 all´8 maggio a Monaco di Baviera, in Germania. Tra i risultati presentati all´evento c´era anche la rivelazione che nutrire i nati pre-termine con latte materno aumenta in modo significativo le dimensioni e il contenuto di minerali delle ossa 20 anni dopo. Curiosamente, questo non è legato al contenuto di minerali della dieta precoce dei bambini, suggerendo che vi possano essere altri componenti non nutritivi del latte materno che sono responsabili di incrementare la resistenza ossea. Un´altra parte del progetto ha studiato gli effetti della sostituzione del latte materno o artificiale con bevande energetiche come il tè zuccherato e i succhi. Lo studio ha rivelato che queste bevande sono prive di molte delle sostanze nutritive contenute nel latte materno e artificiale, e quindi riducono la qualità della dieta del bambino. Questo risultato è importante data la crescente popolarità delle bevande energetiche. Altrove, i ricercatori Earnest hanno scoperto che la somministrazione di supplementi di vitamina D può ridurre il rischio di preeclampsia (una complicazione della gravidanza caratterizzata da ipertensione e proteinuria) nella prima gravidanza del 27%. Inoltre, le madri la cui dieta è ricca di verdure, alimenti vegetali e oli vegetali sembrano avere un rischio minore di preeclampsia, mentre le future mamme che mangiano pesce due volte alla settimana hanno meno probabilità di avere un parto pre-termine. Un altro importante risultato del progetto riguarda la differenza di sesso. Per esempio, studi sui topi dimostrano che la prole femminile di madri obese hanno livelli più alti di insulina nel sangue, mentre i figli maschi no. Inoltre, maschi e femmine sembrano rispondere in modo diverso ai livelli di proteine nella loro dieta. Gli scienziati devono ancora determinare se e come queste differenze influiscono sulla salute nella vita adulta, ma i risultati sollevano la possibilità che il latte artificiale possa un giorno essere studiato specificamente per i maschi o le femmine. "Questo è un settore nuovo ed entusiasmante della ricerca, che suggerisce che alcune delle differenze del rischio di malattie osservate in uomini e donne in età più avanzata, potrebbero essere spiegate dalla diversa risposta agli effetti della programmazione in età infantile", ha commentato il professor Koletzko. Secondo il coordinatore del progetto, Earnest "ha un enorme potenziale per migliorare la salute e il benessere delle generazioni future, riducendo così i costi dell´assistenza sanitaria e dei servizi sociali, e migliorando la produttività e la ricchezza delle società. "Complessivamente siamo riusciti a compiere dei progressi significativi nella mappatura delle conseguenze a lungo termine della programmazione precoce, ma ci sentiamo come gli scalatori, che nel raggiungere una cima, ne vedono subito comparire un´altra", ha concluso. "È necessaria ancora molta ricerca per comprendere appieno come i fattori ambientali influenzano negativamente i risultati a lungo termine e la misura in cui la madre è in grado di proteggere il suo bambino contro di essi". Per maggiori informazioni, visitare: Earnest: http://www.Metabolic-programming.org/    
   
   
SCOPERTO NUOVO GENE COINVOLTO NELLA SCLEROSI MULTIPLA RICERCATORI DEL CNR HANNO INDIVIDUATO, UNA VARIAZIONE DEL DNA CHE PREDISPONE ALLA MALATTIA.  
 
Roma, 11 maggio 2010 - Passo in avanti fondamentale nella conoscenza della sclerosi multipla, la malattia causata dal processo auto-distruttivo con cui il nostro apparato immunitario aggredisce la mielina, la guaina con funzioni isolanti fondamentale per la conduzione dell’impulso nervoso e per il funzionamento delle cellule del sistema nervoso centrale. Grazie ad un consorzio di ricerca sardo formato dall’Istituto di neurogenetica e neurofarmacologia (Inn) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, dalle Università di Cagliari e Sassari, dalle aziende ospedaliere di Cagliari, Sassari e Ozieri, e dal Crs4 (Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna), è stata identificata una variazione del gene Cblb che aumenta il rischio di sviluppare la malattia. La ricerca “Variants within the immunoregulatory Cblb gene are associated with multiple sclerosis” è stata pubblicata sulla rivista Nature Genetics e rientra nello studio di associazione dell’intero genoma Gwas-genome wide association study, condotto su 883 pazienti e 872 volontari sani, tutti sardi. “Questo gene produce una proteina dotata di molteplici funzioni”, spiega Francesco Cucca, direttore dell’Inn-cnr, professore di genetica medica all’Università di Sassari e coordinatore del progetto, “che regola l’attivazione del recettore dei linfociti, cellule chiave nel regolare le risposte immuni. I nostri risultati sono coerenti con studi genetici su modelli animali: nel topo, l’assenza di questo gene, indotta sperimentalmente, causa infatti l’encelofalomielite autoimmune, malattia simile alla sclerosi multipla”. Nell’ambito degli studi Gwas, un approccio ormai consolidato per le malattie genetiche, questa ricerca è stata condotta con una particolarità assoluta: “Sono stati analizzati oltre sei milioni di marcatori genetici, il triplo rispetto a quelli finora studiati da altri gruppi di ricerca”, sottolinea Serena Sanna dell’Inn-cnr, responsabile della parte statistica del progetto. “Sperimentalmente abbiamo identificato solo un milione di marcatori che però, grazie a metodi statistici innovativi e all’utilizzo di un potente centro di calcolo, sono stati integrati con quelli derivati dalle sequenze genomiche di 52 individui europei del progetto internazionale ‘1000 genomi’, permettendoci di predirne altri cinque milioni”. “I dati provenienti da questo studio preliminare sono importanti per capire meglio i meccanismi alla base della malattia e per trovare nuovi potenziali bersagli terapeutici, anche se la strada è ancora lunga”, aggiunge Giulio Rosati dell’Università di Sassari, mentre Maria Giovanna Marrosu dell’Università di Cagliari conferma, sottolineando, che: “La sclerosi multipla è una patologia che colpisce circa tre milioni di persone nel mondo, mezzo milione in Europa e più di 50.000 in Italia, soprattutto in Sardegna. Tra i disturbi neurologici è il più diffuso tra i giovani adulti e rappresenta la principale causa neurologica di disabilità”. Di fondamentale importanza è stata anche la collaborazione con i principali centri di cura della sclerosi multipla dell’isola, diretti dalla professoressa Marrosu a Cagliari, dal prof. Rosati a Sassari e dal dott. Maurizio Melis presso la divisione di Neurologia dell’Ospedale Brotzu di Cagliari. "Il progetto richiede un lavoro di squadra organizzato, strumenti sofisticati e un centro di supercalcolo all´avanguardia", conclude Francesco Cucca. “Siamo solo all’inizio di un grande progetto, che prevede di espandere lo studio di Gwas su almeno 2000 volontari sani e 2000 pazienti e il sequenziamento dell’intero genoma di centinaia di individui”.  
   
   
3ª CONFERENZA SULLA BIOLOGIA DEI SISTEMI DELLE CELLULE DI MAMMIFERO  
 
Friburgo, 11 maggio 2010 - Dal 3 al 5 giugno 2010 si terrà a Friburgo, in Germania, la terza Conferenza sulla biologia dei sistemi delle cellule di mammifero (Sbmc 2010). L´evento presenterà approcci sperimentali, teorici e computazionali d´avanguardia per chiarire i principi base del design di una vasta gamma di processi regolatori nelle cellule di mammifero, tra cui i percorsi metabolici, le reti genetiche e di segnalazione, e i meccanismi che favoriscono le malattie. Capire le basi molecolari dei processi biologici complessi richiede nuovi approcci sperimentali e concettuali. L´avanzamento dei metodi quantitativi facilita la dissezione completa dei componenti di regolazione che guidano il controllo nelle cellule dei mammiferi. Tuttavia, sono necessari nuovi approcci computazionali, matematici, ingegneristici e fisici per integrare una vasta gamma di informazioni sperimentali e sviluppare modelli matematici per rivelare i principi di progettazione dei sistemi biologici e predire il loro comportamento in un contesto fisiopatologico. Sbmc 2010 è co-sponsorizzata dal ministero federale tedesco dell´Istruzione e della ricerca. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Sbmc2010.de/    
   
   
TUMORI NEUROENDOCRINI, MILANO CAPITALE DELLA RICERCAIL 50% DEI PAZIENTI VIENE DA ALTRE REGIONI  
 
Milano, 11 maggio 2010 – Sono rari ma particolarmente aggressivi e in continuo aumento, visto che negli ultimi 10 anni la loro incidenza è cresciuta del 2%. I tumori neuroendocrini colpiscono ogni anno in Italia oltre 1200 persone e presentano spesso caratteristiche tali da renderne difficile la diagnosi: i sintomi più comuni sono un arrossamento diffuso e crampi addominali, spesso accompagnati da diarrea. E alcuni di questi tumori sono del tutto asintomatici. Il centro di riferimento, in Italia, per la cura e il trattamento di questa patologia, si chiama Ce.ri.ca. (Centro di Riferimento per lo Studio e la Cura dei Carcinoidi e dei Tumori Neuroendocrini) e ha sede presso la Fondazione Irccs Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. A dimostrazione dell’eccellenza raggiunta, ogni anno si recano nel centro milanese oltre 450 pazienti di cui 100 alla prima diagnosi, il 50% dei quali viene da altre Regioni. L’istituto di Via Venezian ospita, fino a domani, il convegno internazionale “Tumori endocrini toracici e digestivi”, con la partecipazione di più di 400 esperti da tutto il mondo. “Il centro è attivo dal 2006 – spiega il prof. Emilio Bajetta, Direttore dell’Oncologia Medica 2 dell’Int e Presidente del convegno -, ma la nostra esperienza nel trattamento di questo tipo di patologie è ventennale. Per una corretta diagnosi è indispensabile un approccio multidisciplinare ‘a tutto campo’. È ancora molto difficile riconoscere un malato con tumore neuroendocrino e la non individuazione è spesso determinata, all’esordio, dall’assenza di adeguate strutture di anatomia patologica. Il convegno rappresenta l’occasione per lanciare un appello per aumentare la sensibilità degli ‘addetti ai lavori’, in primis gli anatomo-patologi e i clinici. Solo così sarà possibile segnare un decisivo passo in avanti a favore di questi pazienti che fino ad oggi sono trattati in maniera eterogenea e spesso inadeguata perché colpiti da una patologia rara”. I tumori neuroendocrini (Net nell’acronimo inglese), la cui causa è ancora sconosciuta, colpiscono con maggior frequenza gli uomini. Si registrano casi in ogni fascia d’età, soprattutto tra i 50 e i 60 anni. Possono presentarsi in ogni sede dell’organismo, ma sono più frequenti nel tratto gastroenteropancreatico (circa il 70% dei casi segnalati). “La grande sfida per questi pazienti – continua il prof. Bajetta - è rappresentata dai nuovi trattamenti, perché trattandosi di una patologia rara non è possibile condurre studi che coinvolgano molti casi. Oggi sono disponibili strategie terapeutiche che permettono, se gestite in maniera adeguata e con un approccio integrato, di assicurare al malato una lunga sopravvivenza con un buona qualità della vita. In particolare, octreotide Lar (formulazione a rilascio ritardato), un analogo della somatostatina, ha dimostrato di essere efficace nei carcinomi neuroendocrini ben differenziati. Questa molecola ha la capacità di controllare la crescita tumorale e di moderare i sintomi della sindrome da carcinoide: rossore ed edema del viso, diarrea e dolori addominali, ipo o ipertensione, difficoltà respiratorie”. Lo studio clinico Promid, che ha coinvolto 85 pazienti con Net ben differenziato, localmente avanzato o metastatico, e a cui verrà dato ampio spazio durante il Convegno, ha evidenziato i benefici della molecola: i pazienti trattati con octreotide Lar hanno mostrato una riduzione del 66% del rischio di progressione della malattia rispetto ai pazienti trattati con placebo. Il tempo mediano libero da progressione di malattia nei pazienti trattati con octreotide Lar è stato di 14,3 mesi rispetto a 6 mesi nel gruppo di pazienti trattati con placebo. “I tumori neuroendocrini – conclude il prof. Bajetta - possono rimanere silenti per anni, crescono lentamente e spesso divengono metastatici prima di diventare sintomatici. I sintomi stessi possono facilmente venire mal interpretati. Una corretta identificazione richiede un approccio integrato polispecialistico e polifunzionale che unisca le competenze dell’anatomo-patologo, del radiologo, del medico nucleare, dell’endoscopista, dell’oncologo, del chirurgo, dell’endocrinologo e del gastroenterologo”. All’istituto Nazionale dei Tumori di Milano si è creato un team che garantisce la presenza di tutte queste figure professionali, ai massimi livelli internazionali. Un’équipe che, per numero di pazienti trattati e produzione scientifica, non ha eguali nel nostro Paese.  
   
   
A POTENZA CONVEGNO SU CHERATOCONGIUNTIVITE VERNAL  
 
Potenza, 11 maggio 2010 - Organizzato dall’Asp in collaborazione con l’ Associazione di Volontariato Fiori di Vernal si è tenuto nel Park Hotel il Convegno La Cheratocongiuntivite Vernal (Vkc) “ Protocolli terapeutici. Attualita’ e prospettive”. L’iniziativa ha fornito informazioni corrette sulla patologia,e indicazioni per la diagnosi e la cura della Vkc. Hanno partecipato alla giornata di aggiornamento operatori dei servizi sanitari, sociali, del mondo del volontariato e rappresentanti delle istituzioni. “Con questo convegno vogliamo aiutare bambini e adolescenti che soffrono di una patologia molto rara come la “Cheratocongiuntivite Vernal” (Vkc), che si acutizza in primavera-estate e ha gravi effetti sulla capacità visiva- hanno evidenziato Maria Raffaella Gioia, presidente, e Sergio Lo Sardo, responsabile per la Basilicata dell’Associazione Fiori di Vernal - Siamo particolarmente riconoscenti all’Asp che attraverso specialisti e operatori dell’U.o. Di Oculistica dell’Ospedale di Venosa vuole andare incontro alle esigenze diagnostiche e terapeutiche dei bambini del territorio, costretti a spostarsi fuori dalla regione di appartenenza. Il centro di riferimento per tale patologia, istituito in quella struttura e che opera in stretto collegamento con le altre due strutture altamente specializzate a livello nazionale, rappresenta una valida risposta ai problemi e alle esigenze di cui sono portatori non solo i bambini e gli adolescenti affetti da tale patologia, ma anche le loro famiglie”. Più volte nel corso dei lavori l’Associazione Fiori di Vernal, nata in Puglia e presente in quattro regioni d’Italia, ha dichiarato la disponibilità a fornire il contributo delle proprie esperienze associative ai pazienti lucani attraverso la propria sede Operativa di Potenza. Il Direttore Generale dell’Asp, Pasquale Amendola, ha evidenziato l’impegno dell’Asp a creare un sistema a rete dei servizi in grado di farsi carico globalmente dei bisogni dei cittadini, razionalizzare l’utilizzo delle risorse disponibili e di valorizzare il contributo del volontariato. “Il connubio tra Servizi sanitari e Terzo settore che stiamo realizzando anche con questa iniziativa- ha sottolineato il Direttore Amendola-consentirà di dare ai cittadini il meglio di quello che la sanità può offrire”.  
   
   
BOLZANO: SEMINARIO INFORMATIVO PRESSO LA SCUOLA PROFESSIONALE “MARCONI”: CERTIFICAZIONE “ECDL HEALTH”  
 
Bolzano, 11 maggio 2010 - La Scuola professionale ”G. Marconi“ di Merano organizza, in collaborazione con Aica – Associazione Italiana per il Calcolo Automatico, un seminario informativo relativo ai contenuti della certificazione “Ecdl Health”. Il seminario informativo “Ecdl Health“ è articolato in una giornata e si terrà il 9 giugno 2010, dalle ore 09,30 alle 16,30, presso la sede della Scuola professionale “G. Marconi” in via K. Wolf, 42 a Merano. Ecdl Health è una certificazione indirizzata agli utenti dei Sistemi Informativi Sanitari, comprendendo quindi ruoli sanitari, tecnici, professionali ed amministrativi. La certificazione è motivata dalla crescente importanza che sta assumendo, a livello internazionale, l´informatica in ambito sanitario, ed il conseguente miglioramento di efficienza da essa prodotto. Il test di certificazione ha lo scopo di garantire che i candidati possiedano le conoscenze, specifiche dell´ambito medico, necessarie per utilizzare in modo sicuro le applicazioni Ict che trattano informazioni sui pazienti. La Commissione Ecm si è chiaramente espressa a favore dell´assegnazione di crediti Ecm a corsi di formazione per operatori sanitari che comprendano, come verifica di apprendimento, il test di certificazione Ecdl Health. La Scuola G. Marconi di Merano è accreditata dal 2009 per l’erogazione di corsi specifici e del test di certificazione Ecdl Health. Dal febbraio 2009 ad oggi sono state svolte 6 edizioni di corsi Ecdl Health. Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi direttamente alla Scuola Professionale “G. Marconi”, Segreteria Formazione Continua sul Lavoro, Tel. 0473 203113 o inviare una e-mail all’indirizzo: fc.Marconi@scuola.alto-adige.it  Per le iscrizioni al seminario gli interessati possono consultare il sito Internet di Aica, al seguente indirizzo: http://aicanet.Net/certificazioni/ecdl/eventicontestuali/subscribableevent.2010-03-29.5142842691    
   
   
MILANO: SCREENING DELLA VISTA PER 4MILA NEONATI. IL TEST DEL RIFLESSO ROSSO IN QUATTRO OSPEDALI CITTADINI  
 
Milano, 11 maggio 2010 - Dopo una sperimentazione positiva, condotta a marzo dell´Ospedale San Paolo, l´Assessorato alla Salute ha esteso in altri tre ospedali cittadini l´esame della vista nei primi due giorni di vita del bambino attraverso il "Test del Riflesso Rosso". Si partirà mercoledì 12 maggio, al Sacco, per arrivare entro fine mese al San Carlo e alla Macedonio Melloni. L’iniziativa, che nel giro di un anno coinvolgerà 4mila neonati, rientra nella campagna di prevenzione in età infantile delle minorazioni visive del Centro Salvis, sezione della Casa di lavoro e patronato per i Ciechi di guerra della Lombardia, che ha investito 65mila euro in questo progetto e ottenuto il patrocinio della Sezione Italiana dell´Agenzia Internazionale di Prevenzione della Cecità. "Si tratta di un importante progetto-pilota - dichiara l´assessore alla salute Giampaolo Landi di Chiavenna - per introdurre la prevenzione oculistica pediatrica nei grandi ospedali di Milano, perché non è mai troppo presto, soprattutto nel delicatissimo ambito oftalmologico. Basti pensare che interventi precoci possono restituire la vista e curare patologie che mettono a rischio non solo la visione ma addirittura la vista. In questa prospettiva si comprende quanto "il Test del Riflesso Rosso", in grado di scoprire in maniera assolutamente non invasiva malattie oculari gravi, si riveli importante per ridurre il rischio di una diagnosi tardiva . La campagna attuata dal Centro Salvis rappresenta, pertanto un primo passo significativo verso un´efficace prevenzione allo scopo di ridurre i casi di ipovisione e di cecità infantile". Le alterazioni del sistema visivo in età pediatrica riguardano dal 4 al 6% dei bambini e sono dovute per il 25% a degenerazioni della retina e a patologie del nervo ottico; per il 20% ad opacità corneali; per il 13% a cataratta e, per il 6%, a glaucoma. Nei prossimi anni, inoltre, la situazione sembra destinata a peggiorare. A prevederlo è l’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della cecità, secondo la quale, nel 2020, i casi di ipovisione in Italia aumenteranno di oltre un quarto, esattamente il 26% in più rispetto a quelli registrati nel 2000. Per questo è importante intervenire il più presto possibile e individuare patologie oculari molto gravi come la Cataratta Congenita, che colpisce un neonato ogni 1.600-2.000, o il Retinoblastoma, il tumore maligno agli occhi, determinato geneticamente e dovuto alla perdita di un segmento del cromosoma 13, più frequente in età pediatrica, di cui in Italia si registrano tra i 50 ed i 60 nuovi casi all’anno. Si tratta di una malattia alla quale la maggior parte delle volte, precisamente nel 90% dei casi, se diagnosticata precocemente si sopravvive. Il Fotoscreening del Riflesso Rosso comporta una serie di importanti vantaggi. Questo test è assolutamente non invasivo, non richiede manipolazioni mediche del soggetto e può essere effettuato anche senza la collaborazione del bambino. E’ sufficiente, infatti, che fissi per qualche istante in un ambiente in penombra l’obiettivo della macchina fotografica per poter osservare il fondo della retina. In assenza di patologie, il riflesso rosso proviene simmetricamente da entrambi gli occhi, qualora si presentino, invece, macchie scure nel riflesso, o questo sia sensibilmente diminuito, o ne compaia uno bianco, si deve richiedere l´intervento di un oculista esperto in oftalmologia infantile. Proprio come il professor Paolo Nucci, coordinatore del Progetto, secondo cui è indispensabile che "tutti i neonati siano sottoposti a quest´esame, eseguito da un pediatra prima della dimissione dalle nursery e nelle successive visite di controllo". "Questo controllo precoce entro quarantott’ore dalla nascita - conclude Giampaolo Landi di Chiavenna - è in perfetta sintonia con i protocolli diagnostici dell’American Academy of Pediatrics, che raccomanda di sottoporre tutti i nuovi nati al Test del Riflesso Rosso prima della dimissione dal reparto di neonatologia. E conferma l’importanza della prevenzione, un obiettivo che l´assessorato alla Salute del Comune di Milano considera basilare".  
   
   
OSTEOPOROSI: PREVENIRE, PREVENIRE, PREVENIRE AL CONGRESSO MONDIALE DI FIRENZE IL PRESIDENTE DELLA SOCIETÀ SCIENTIFICA SIOMMMS SPIEGA COME DIFENDERSI DALLA DILAGANTE MALATTIA. UN’OPERAZIONE STRATEGICA A TRE LIVELLI  
 
Firenze 11 Maggio 2010– Prevenire, prevenire, prevenire. L’osteoporosi è una malattia cronica a grande impatto nella popolazione per la sua prevalenza e per le sue conseguenze, rappresentate soprattutto dalle fratture, spesso gravemente disabilitanti. Si stima che in Italia colpisca circa 5 milioni di persone, per tre quarti donne in fase postmenopausale. Prevenire è pertanto d’importanza strategica. Nel contesto del Congresso Mondiale di Osteoporosi svcoltosi a Firenze ne parla il professor Salvatore Minisola, Presidente della Siommms, la società scientifica italiana cui fanno capo gli specialisti che da varie angolature trattano i problemi dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro. Professore, viste le notevoli conseguenze che questa patologia ha sul piano sociale, economico e sanitario, come possiamo prevenirla? “Prevenire la fragilità scheletrica, tipica dell’osteoporosi e delle fratture ad essa correlate, si può fare fin da piccoli prendendo sane abitudini di vita. Ma si fa anche intervenendo per tempo, agli inizi della malattia. E si può fare anche prevenzione sui malati, nel senso di applicare cure opportune per evitare episodi più gravi”. Si parla infatti di tre livelli di prevenzione. Quali sono esattamente le differenze? “Per prevenzione primaria si intende l’insieme delle misure o delle raccomandazioni applicabili a tutta la popolazione: diete con adeguato contenuto di calcio e proteine, fare regolare attività fisica, smettere di fumare, non bere alcolici. Infine, è importante assicurare l’apporto di congrue quantità di vitamina D. Sono concetti fondamentali, ma a volte scarsamente applicati. La Siommms è dunque attivamente impegnata in un’opera di divulgazione” E la prevenzione secondaria? “Serve soprattutto a diagnosticare precocemente la malattia. Per esempio con strumenti che misurano la densità minerale ossea. Ultimamente, tuttavia, si sta sviluppando la possibilità di calcolare il rischio di frattura con uno speciale algoritmo. Questi sistemi statistici possono limitarsi a misurare la densità ossea, ma anche desumere i fattori di rischio solo dall’esame obiettivo e dalla storia clinica del paziente. Grazie a un gruppo di lavoro guidato dal professor Silvano Adami, la Siommms ha dato il suo contributo anche in questo caso con un algoritmo nazionale che tenta di superare i problemi derivanti dall’uso di quelli internazionali”. Lei parla anche di prevenzione terziaria. Cosa si intende? “Si intende l’insieme dei provvedimenti rivolti ai pazienti che hanno già subito una frattura e hanno quindi una patologia conclamata. Questi malati, molto complessi, implicano un significativo impegno finanziario del Sistema Sanitario Nazionale. Per fortuna, nel nostro Paese, almeno dal punto di vista farmacologico, i pazienti sono abbastanza tutelati. L’ormai celebre Nota 79 prevede infatti che il rimborso dei farmaci per chi ha già avuto una frattura. In questo campo vi è molto da fare, tuttavia il Ministero della Salute ha annunciato di recente un progetto di Registro Nazionale delle Fratture, uno strumento che aiuterà molto a valutare questo genere di episodi e a migliorare le risorse disponibili per la cura della malattia”.  
   
   
SALUTE MENTALE IN LOMBARDIA: PIU´ CURE TERRITORIALI PRESENTATO STUDIO SU PAZIENTI DI NIGUARDA, DESIO E GARBAGNATE DATI POSITIVI: IN UN ANNO IL 29% MIGLIORA E IL 56% E´ STABILE  
 
 Milano, 11 maggio 2010 - Appropriatezza, efficacia e continuità assistenziale. Sono questi i tre parametri fondamentali utilizzati per realizzare una ricerca sulla qualità delle cure erogate nei Dipartimenti di Salute mentale lombardi. Lo studio, condotto dall´Irer (Istituto Regionale di Ricerca), ha coinvolto 1.624 pazienti in cura tra il 2008 e il 2009 nelle aziende ospedaliere di Niguarda, Desio e Vimercate e Garbagnate. I risultati sono stati presentati oggi in un convegno al quale è intervenuto l´assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Luciano Bresciani. "La ricerca - ha spiegato Bresciani - ha fornito delle indicazioni importanti, tenendo presente la difficoltà per non dire l´impossibilità di stabilire il livello di gradimento delle cure da parte dei pazienti, che sono nelle maggior parte dei casi cronici e fragili". In maggioranza donne (52%), con una età media di 47 anni, le 1.624 persone reclutate per la ricerca nella maggior parte dei casi vivono in famiglia (40%) o con il partner (32%) e sono senza occupazione (65%). Le patologie di cui soffrono sono schizofrenia (43%), depressione (20%), disturbo della personalità (14%), disturbo bipolare (12%), ecc. A distanza di 12 mesi dalla prima osservazione (novembre 2008), con l´intermezzo di verifiche quadrimestrali, è stato analizzato il follow up dei pazienti, con la presa in esame di diversi indicatori. Nel 29% dei casi dopo 12 mesi di cure è stato registrato un miglioramento del quadro clinico e nel 56% dei casi una condizione stabile, "il che - ha commentato Bresciani - è positivo perché significa mantenere il paziente nella cronicità evitando la patologia acuta". "In buona parte - ha proseguito Bresciani - è stata rilevata una appropriatezza nelle cure per cui sembrano esserci buoni segnali. Naturalmente l´obiettivo è quello di migliorare costantemente". Il 15% dei pazienti è invece peggiorato: "è questo - ha detto ancora Bresciani - il dato su cui occorre riflettere di più". "In generale - ha proseguito l´assessore - quello che emerge è che va migliorata la continuità assistenziale, che è un elemento su cui intervenire non solo nell´ambito della salute mentale, e vanno potenziate le cure territoriali per la cronicità". Bresciani ha citato come esempio di modello di cure e di inserimento sociale l´esperienza di Cascina Clarabella, a Iseo (Bs) nella zona della Franciacorta, dove diversi malati psichici lavorano nella produzione di vino e altri prodotti alimentari e artigianali. "E´ necessario in futuro - ha detto ancora l´assessore -trovare il modo, anche attraverso le tecnologie, di rilevare i segnali clinici senza bisogno di controlli continui con i medici o gli specialisti per non perdere di vista i pazienti". Nel campione di malati di schizofrenia presi in esame si è verificato ad esempio che il 41% di questi non svolge controlli continuativi nell´arco dei 12 mesi. "Tutte le indicazioni della ricerca - ha concluso Bresciani - saranno tenute presenti nella stesura del Piano Regionale di Sviluppo per la nuova legislatura".  
   
   
VENETO PROTAGONISTA DELLA SETTIMANA MONDIALE DELLE ALLERGIE ALIMENTARI.  
 
Venezia, 11 maggio 2010 - Il Veneto è protagonista di numerose iniziative nell’ambito della Settimana Mondiale dell’Allergia Alimentare che si svolge in questi giorni, a cura del Centro di Specializzazione Regionale per lo Studio e la Cura delle Allergie e delle Intolleranze alimentari dell’Azienda Ospedaliera di Padova, in collaborazione con l’Associazione Italiana Allergie Alimentari – “Food Allergy Italia”. Tre gli appuntamenti principali: mercoledì 12, con inizio alle 18.30 presso il Centro Culturale S. Gaetano in via Altinate 71 a Padova, alla presenza dell’Assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, è fissata una Conferenza aperta alla cittadinanza sul tema “Nuove prospettive e strategie di gestione”; giovedì 13, con inizio alle 15.00 presso l’Unità di Epidemiologia e Medicina di Comunità in Via Donà 11 a Padova, si terrà il meeting di apertura del Progetto di Sorveglianza Epidemiologica dell’Anafilassi inserito dalla Regione tra i Progetti di Ricerca Sanitaria Finalizzata; sabato 15 maggio, infine, giornata dedicata ai medici, con un corso interattivo che si terrà presso l’Aula Magna del Dipartimento di Pediatria dell’Azienda Ospedaliera patavina. “Si tratta – sottolinea Coletto – di un’iniziativa che gode del massimo appoggio della Regione, perché siamo di fronte a situazioni che possono indurre conseguenze anche molto gravi. E’ quindi molto importante che si agisca con forza sul piano della prevenzione, della conoscenza delle patologie e dei metodi e comportamenti per scongiurare conseguenze acute. La Regione Veneto ne è tanto consapevole che sin dal 2003 eroga la “penna salvavita” con adrenalina e dal 2004 svolge corsi dedicati al personale scolastico di tutte le scuole per formare insegnanti e personale alla gestione delle allergie alimentari e al trattamento delle emergenze”. In Veneto sono più di 55.000 gli under 18 allergici ai cibi e 23.000 i bimbi fra zero e 5 anni allergici ad uno o più alimenti: 8.500 al latte vaccino; 7.000 alle uova; 4.000 alle noci, nocciole e arichidi; 3.500 ad altri alimenti come pomodoro, grano, soia, crostacei, frutta e verdura. Una reazione allergica grave su tre avviene alla scuola materna o elementare. Solo nell’ultimo anno sono oltre 2000 gli operatori scolastici veneti che hanno partecipato ai corsi.  
   
   
SALUTE PER TUTTI I CITTADINI DELLA TERRA, L´INIZIATIVA BOCCONI-ROCKEFELLER FOUNDATION UN PROGETTO DI RICERCA FINALIZZATO ALL´AZIONE. RISULTATI PRESENTATI VENERDÌ 14 MAGGIO  
 
Milano, 11 maggio 2010 - L’obiettivo della copertura sanitaria universale nei paesi in via di sviluppo, posto, da ultimo, dal G8 italiano dell’Aquila, si dimostra elusivo perché i modelli occidentali di sistema sanitario male si adattano alle realtà locali, perché queste mancano di risorse finanziarie, convinzione politica e capacità manageriale, perché la salute pubblica dipende da molteplici fattori economici e sociali e perché gli aiuti internazionali sono frammentati nelle finalità e nei modi. L’università Bocconi ha, così, lanciato la Bocconi initiative on attaining universal health coverage, un progetto di ricerca interamente finanziato dalla Rockefeller Foundation,finalizzato all’azione per il raggiungimento dell´obiettivo, i cui risultati saranno presentati, venerdì 14 maggio con la presenza di rappresentanti degli istituti che hanno partecipato all’attività di ricerca internazionale e di rappresentanti di istituzioni che giocano un ruolo sul campo: World health organization (Who), Centre for public health research (Nuova Zelanda), International labour organization (Ilo), Training and research support centre (Zimbabwe), Heartfile (Pakistan), Universidad de Chile, The global fund to fight Aids, tubercolosis and malaria, Ministero italiano degli affari esteri, Fondazione Cariplo e Gtz (Germania). Venerdì 14 maggio, ore 9-13 aula seminari As01, via Roentgen 1, Bocconi Initiative on Attaining Universal Health Coverage, organizzato da Cergas Bocconi in collaborazione con Rockefeller Foundation (in inglese con traduzione simultanea), partecipano: Ariel Pablos-mendez, The Rockefeller foundation, David Evans e Tim Evans, World Health Organization, Don Matheson, Centre for public health research, Xenia Scheil-adlung, International labour organization, Rene Loewenson, Training and research support centre (Zimbabwe), Sania Nishtar, Heartfile (Pakistan), Giorgio Solimano, Universidad de Chile (Cile), Rifat Atun, The global fund to fight Aids, tubercolosis and malaria, Marcello Fondi, Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, Ministero degli affari esteri , Carlo Mango, Fondazione Cariplo, Cornelius Oepen, Gtz, Guido Tabellini, Roberto Artoni, Eduardo Missoni, Giovanni Fattore, Fabrizio Tediosi, Università Bocconi.  
   
   
A “VILLA UMBRA” UN SEMINARIO SULLA SALUTE IN CARCERE  
 
Perugia, 11 maggio 2010 – Costruire la cultura di servizio della salute in carcere, promuovere la collaborazione tra sanità e sicurezza attraverso il confronto delle diverse culture, favorire il confronto tra le diverse realtà degli Istituti penitenziari e nei servizi minorili umbri: con questi obiettivi si terrà domani, 11 maggio, a partire dalle ore 9, alla Scuola di amministrazione pubblica di Villa Umbra, il seminario intitolato “La salute negli Istituti penitenziari e nei servizi minorili regionali”. L’attività, contenuta nel piano di formazione semestrale della Scuola Regionale di Sanità, è rivolta agli operatori della Asl 1, Asl 2, Asl 3, degli Istituti penitenziari di Perugia e Spoleto. Per la Regione Umbria interverranno il direttore regionale dell’assessorato alla sanità, Paolo Di Loreto che parlerà della presa in carico della sanità penitenziaria da parte del Servizio Sanitario Regionale, e il dirigente Marcello Catanelli che tratterà il tema “Il percorso per la salute in carcere in Umbria: ipotesi organizzative”.  
   
   
FVG, COOP. SOCIALI: CIRIANI E KOSIC CON RAPPRESENTANTI SETTORE  
 
Trieste, 11 maggio 2010 - Danno lavoro a oltre mille persone svantaggiate in Friuli Venezia Giulia e cercano il sostegno dell´Amministrazione regionale per quanto concerne la tutela, lo sviluppo e l´ammodernamento delle norme dalle quali la loro realtà dipende. Sono le Cooperative sociali, i cui rappresentanti ieri hanno incontrato il vicepresidente Luca Ciriani e l´assessore Vladimir Kosic. Nel corso dell´incontro i rappresentanti delle cooperative sociali hanno chiesto la revisione delle norme che riguardano il settore, per quanto attiene in particolare l´accesso semplificato all´acquisizione di commesse, una più forte relazione con l´Amministrazione regionale e, con forza, il rifinanziamento del settore sulla base delle norme esistenti da parte dell´assessorato alle Attività produttive. Su quest´ultimo punto il vicepresidente Ciriani ha sottolineato come la situazione di crisi economica non permetta di allocare maggiori risorse rispetto a quanto fatto, mentre permane "l´attenzione per questo settore e la massima disponibilità, con l´impegno a sostenerlo in relazione alla risorse esistenti". Per quanto concerne l´aspetto sociale e di inserimento lavorativo, l´assessore Vladimir Kosic ha anticipato che le richieste del settore della cooperazione sociale rappresentano argomenti di grande attualità, inseriti per buona parte nell´Atto di indirizzo che l´assessore Kosic sta preparando per la condivisione della Giunta regionale. Sul fronte del coordinamento e della semplificazione delle relazioni con l´Amministrazione regionale, è stato indicato il Comitato tecnico consultivo per la cooperazione sociale come organo in grado di sintetizzare, verificare e predisporre le iniziative di raccordo per rispondere alle richieste della Cooperazione. Le cooperative, in particolare, hanno chiesto la possibilità di trovare formule che possano tutelarle, in gare e appalti, dalle azioni di concorrenza sul mercato del lavoro locale da parte dei grandi soggetti nazionali ed extra territoriali, azioni - ha commentato il consigliere regionale Alessandro Colautti, presidente della Iv commissione presente all´incontro - che devono essere verificate a livello giuridico.  
   
   
MARCHE: LA GIUNTA REGIONALE, NELL´OTTICA DI UNA RIMODULAZIONE DEL PROFILO DELL´ASUR, HA DELIBERATO DI RECEDERE DAL CONTRATTO CON IL DIRETTORE GENERALE MALUCELLI. NUOVO DIRETTORE E´ STATO NOMINATO IL DOTT. CICCARELLI.  
 
Ancona, 11 Maggio 2010 - La Giunta regionale, riunita ieri, ha deliberato all´unanimita` di esercitare la facolta` di recesso dal contratto con il direttore generale dell´Asur Roberto Malucelli. La decisione si inserisce nella logica della semplificazione e focalizzazione dell´organizzazione del sistema sanitario regionale e nella ridefinizione delle competenze dell´Azienda sanitaria unica regionale quale ente di coordinamento delle funzioni amministrative generali. La riforma prevede, altresi`, la valorizzazione delle funzioni operative dei territori attraverso le aree vaste, come indicato nel programma di governo. In previsione della creazione di un Dipartimento della sanita` e di una conseguente rimodulazione del profilo dell´Asur, si e` dunque stabilito di recedere dal contratto con il dott. Malucelli a partire dal 17 maggio. Contemporaneamente la Giunta regionale ha deciso di nominare nuovo direttore generale dell´Asur il dott. Piero Ciccarelli, attuale direttore della Zona 9 di Macerata, viste le sue esperienze professionali e manageriali nella gestione dei servizi sanitari..  
   
   
“PERCEZIONI”: MOSTRA PERSONALE DELLA PITTRICE LUISA RUSTJA ALLA SALA COMUNALE D’ARTE DI TRIESTE  
 
Trieste, 11 maggio 2010 - S’inaugura giovedì 20 maggio alle ore 17.30 a Trieste, nella Sala Comunale d’Arte di piazza dell’Unità d’Italia, 4, la mostra intitolata “Percezioni”, personale dell’artista Luisa Rustja, con intervento critico di Marianna Accerboni. La rassegna, visitabile fino al 13 giugno, propone una serie di dipinti su tela e juta realizzati dal 2004 a oggi, che riassumono l’evoluzione del linguaggio formale e cromatico dell’artista dal figurativo d’inclinazione postimpressionista all’astrazione e all’informale. Temperamento genuino e vitale - scrive Accerboni - Luisa Rustja ha il colore e la pittura nel sangue: una passione, che a un certo punto della vita è sbocciata insopprimibile e che l’artista ha saputo affinare grazie anche alla frequentazione di qualificati atelier in ambito regionale. Il naturale talento ha fatto istintivamente ripercorrere alla pittrice l’evoluzione linguistica e stilistica, che prende avvio con l’impressionismo e, attraverso tale movimento, segna l’esordio della modernità: un punto di rottura con il gusto figurativo del passato, il quale fonda il proprio linguaggio sulla pittura en plein air, molto frequentata dalla Rustja, e sulla capacità di catturare la luce naturale e di trasfonderla nelle immagini pittoriche. Dopo aver sperimentato con vigore, interesse e buon esito il linguaggio impressionista e postimpressionista, la forza istintiva e l’intuizione, che caratterizzano la sua pittura, hanno condotto successivamente l’artista verso la graduale semplificazione formale dell’immagine, che la pittrice riesce a raggiungere felicemente fino ai limiti dell’astrazione e dell’informale, spesso sorretta, quand’è utile all’armonia dell’opera, da una matericità modulata, ricca e convincente, la quale assume anch’essa funzione narrativa. Luisa Rustja ha dimostrato in tal modo di voler esperire i gradini fondamentali dello scibile pittorico moderno e contemporaneo, ma anche di essere in grado di percepire e recepire, ancora una volta in modo del tutto intuitivo e istintivo, le vie e le opzioni più recenti, cui guarda l’arte di oggi, che sta ritornando sovente, seppure in modo nuovo, sui propri passi, attraverso la proposta di immagini neo-figurative. Dopo tale rassegna, la quale riassume sinteticamente l’evoluzione linguistica della pittrice - conclude il critico - sarà proprio quest’ultimo il suo nuovo campo d’indagine e di sperimentazione. Luisa Rustja nasce a Trieste nel 1948. Ha studiato pittura con il maestro udinese Roberto Dolso e, alla Scuola del Vedere del capoluogo giuliano, con gli artisti Claudio Feruglio e Roberto Tigelli. Ha frequentato gli atelier del maestro espressionista Paolo Cervi Kervischer, di Silvano Clavora e di Franco Chersicola e ha approfondito l’acquarello con Claudia Raza. Ha iniziato a dipingere nel 2004: da allora lavora intensamente e con passione, esprimendosi attraverso l’olio su tela e juta, la tecnica mista (realizzata con gesso in polvere, vinavil, acqua, malta sabbiata e pigmenti) e l’acrilico. Ha preso parte a numerose rassegne collettive, tra cui, a Trieste, ad alcune edizioni della Mostra del Paesaggio ordinate alla Biblioteca Statale e a Palazzo Costanzi, al Gran Palais di Parigi, alle mostre internazionali Arte senza confini, allestite dall’Art Gallery nella propria sede triestina, a Klagenfurt, a Salisburgo, alla Casa della Cultura Gruden di Aurisina (Trieste) e al Castello di Duino (Trieste). Tra le altre, ha partecipato alla collettiva di Porto S. Rocco patrocinata dal Comune di Muggia, alle mostre allestite nel capoluogo giuliano per la Barcolana 2004 e per le Nozze Carsiche 2007. Ha preso parte ai concorsi Endas di Sappada, dell’Atelier degli Artisti di Trieste e a diversi concorsi internazionali. A Trieste ha allestito mostre personali alla Galleria della Libreria Triestina (2004), alla Galleria Milko Bambic di Opicina (2005), al Circolo Canottieri Adria (2005), allo Spazio d’arte Bossi e Viatori (2006), al Centro Avalon (2009) e negli spazi espositivi della Provincia a Rupingrande. Nel 2009 è stata presente in Slovenia con una personale all’Hotel Safir di Sesana e all’Hotel Maestoso di Lipica. Ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero.  
   
   
IL TRENTINO SI CANDIDA PER LE UNIVERSIADI INVERNALI 2017 MANUELA DI CENTA PRESIDENTE DEL COMITATO PROMOTORE  
 
Trento, 11 maggio 2010 - È ufficiale la candidatura del Trentino alle Universiadi. La presentazione, stamane presso il Rettorato dell´Università di Trento, ha visto una testimonial d´eccezione, Manuela Di Centa nominata presidente del Comitato promotore che ha l´incarico di sostenere la candidatura del Trentino. Ad affiancare la campionessa di fondo e membro onorario del Cio, il rettore Davide Bassi, l´assessore provinciale all´agricoltura, foreste, turismo e promozione nonché presidente di Trentino spa, l´assessore provinciale all´istruzione e sport e il presidente del Cusi Leonardo Coiana. Dopo avere ospitato le più importanti competizioni mondiali estive e invernali, le montagne del Trentino si apprestano a candidarsi per la sfida più importante nella loro secolare storia agonistica: le Universiadi invernali 2017. Protagonisti di questa iniziativa, capace di abbinare aspetti sportivi ad altri sociali, culturali, ambientali e di promozione turistica, sono l´Università di Trento, attraverso il braccio operativo Unisport, la Provincia autonoma di Trento con gli assessorati al Turismo e allo Sport e Trentino Spa, società di marketing territoriale. Un progetto positivo e di grande valenza, tra l´altro sostenuto anche all´unanimità dal Consiglio provinciale che ha approvato un ordine del giorno su questa candidatura. Nel corso della presentazione ufficiale, oggi al Rettorato dell´Università, in via Belenzani, a Trento, la campionessa olimpica di fondo, Manuela Di Centa, ha firmato la lettera ufficiale di candidatura, poi consegnata al presidente del Centro universitario sportivo italiano, Leonardo Coiana, il quale a sua volta sosterrà il Trentino presso la Federazione internazionale degli sport universitari, il cui ruolo in ambito mondiale è analogo a quello svolto dal Cio per i Giochi olimpici. Nelle sue parole, Manuela Di Centa ha elogiato l´affidabilità del Trentino e la validità di coniugare sport e cultura sia a livello universitario che, più in generale, per tutti i giovani: "È con piacere, orgoglio ed onore che ho accettato di presiedere questo comitato - sono state le parole della campionessa - È una candidatura che intende concentrarsi sulle peculiarità di questa terra, su un ambiente eccezionale, come testimoniato dalla recente investiture dalle Dolomiti a patrimonio dell´Unesco. Ma in questo progetto ci saranno anche i valori fondamentali dell´Olimpiade, la capacità di coniugare lo sport, con la cultura e, ovviamente, con l´ambiente, la possibilità di coinvolgere i giovani a tutti i livelli, non solo dell´università ma anche delle scuole medie e superiori per promuovere una cultura dello sport fin da giovanissimi". All´assessore provinciale al turismo, è toccato il compito di evidenziare la grande opportunità che le Universiadi rappresenterebbero per il Trentino: "Il nostro territorio è caratterizzato da una straordinaria ricchezza del patrimonio sportivo, una ricchezza fatta di volontari che stanno dimostrando sempre più elevate professionalità. Sono ormai numerosi i riconoscimenti del Trentino, a livello internazionale, sotto il profilo sportivo, basti pensare che stiamo organizzando per la terza volta i campionati mondiali di sci, e questo grazie ad un territorio davvero speciale: è l´ambiente a rappresentare il nostro motore di sviluppo". In più le Universiadi permetterebbero di promuovere un binomio importante, quello fra giovani e sport: "Si sono appena conclusi i mondiali studenteschi di sci - sono state le considerazioni dell´assessore provinciale all´istruzione e sport - evento che ci ha dato una grande carica e ci ha permesso di coinvolgere i ragazzi e le ragazze di tutte le classi di età. Per questo, anche con le Universiadi, contiamo di investire sugli studenti che attualmente frequentano le scuole superiori e le medie, poiché saranno loro ad affacciarsi in maniera diretta su questo evento, che rappresenterà una bellissima occasione per la popolazione giovanile dal punto di vista della pratica sportiva". Infine, il rettore Davide Bassi, ha puntato l´attenzione sulla rete positiva di rapporti che si sta intrecciando attraverso questa candidatura, fra Provincia e Università in primis, ma anche fra Federazione dello sport, Comune di Trento e numerosi altri soggetti attivi. Nel suo intervento il rettore ha anche sottolineato la valenza di un testimonial d´eccezione come Manuela Di Centa, non solo come atleta ma anche come dirigente sportivo e, di recente, membro onorario del Cio. Parole riecheggiate anche dal presidente del Cusi Coiana, il quale ha garantito che sosterrà il progetto nelle sedi dedicate. Infine, Filippo Bazzanella di Uni.sport, presidente del comitato tecnico, ha illustrato i dettagli di questa candidatura per la Xxviii edizione delle Universiadi invernali. Lo scorso anno le competizioni sono state ospitate a Harbin, in Cina, mentre le prossime località già scelte sono la turca Erzurum (2011), la slovena Maribor (2013) e la spagnola Granada (2015). Sinora l´Italia ha ospitato quattro edizioni invernali delle Universiadi - Livigno 1975, Belluno 1985, Tarvisio 2003 e Torino - e tre estive: due volte a Torino (1959 e 1970) e poi in Sicilia 2007. Tra i punti forti della candidatura, la secolare esperienza del Trentino nell´organizzazione di grandi eventi sportivi e in tema di ospitalità, turismo, sicurezza e infrastrutture. Vi è poi l´importante ruolo riconosciuto in ambito internazionale a Trento città universitaria, la posizione geografica strategica del Trentino in Europa e il recente riconoscimento delle Dolomiti a patrimonio dell´Unesco, leva ideale per costruire una manifestazione all´insegna della piena sostenibilità ambientale. Altro aspetto importante è la possibilità di un pieno coinvolgimento del mondo studentesco, secondo un progetto, definibile Students for students, in linea con la recente esperienza fatta nell´organizzazione dei Campionati del Mondo di sci studenteschi a Folgaria, che ha visto 300 studenti della scuola trentina scendere in campo a supporto dei colleghi di tutto il mondo impegnati nelle competizioni. In quest´ottica s´inquadra anche il concorso d´idee per la realizzazione dell´identità d´immagine della candidatura - logo e mascotte - rivolto a tutti gli studenti (singolarmente o a gruppi di massimo tre unità) iscritti all´Università degli Studi di Trento, agli studenti trentini iscritti in altri atenei e agli studenti delle scuole medie superiori della Provincia autonoma di Trento. Numericamente le Universiadi coinvolgono circa 2.600 tra atleti (di età compresa tra i 17 e i 28 anni), tecnici, dirigenti e giudici di 50 Paesi. Vi sono poi 1.000 volontari e 5.500 persone accreditate con 35.000 pernottamenti, 70.000 pasti distribuiti e 85.000 spettatori. Il calendario agonistico prevede 12 giorni di gara con 480 medaglie da assegnare nelle discipline dello sci alpino (slalom, gigante superG), sci nordico (fondo, salto, combinata nordica), snowboard, pattinaggio artistico e sincronizzato, hockey su ghiaccio, biathlon, short track e curling. Cinque le federazioni sportive coinvolte e 500 le ore di copertura televisiva diffuse nel mondo. Storicamente l´evento favorisce poi diversi progetti di cooperazione tra università.