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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Giugno 2015
FARMACO ANTIEPATITE C, CHIUSA LA GARA: DUE LE MANIFESTAZIONI DI INTERESSE  
 
 Firenze 30 giugno 2015 - I termini per la gara per il farmaco antiepatite C scadevano ieri. Due le manifestazioni di interesse da parte di altrettante aziende produttrici. Nei prossimi giorni la Regione valuterà sia il prezzo che la tipologia delle offerte, e anche il profilo legale della questione. La prima gara indetta da Estar (Ente di supporto tecnico amministrativo regionale) per la fornitura di terapie farmacologiche per l´eradicazione del virus dell´epatite C nella popolazione toscana era andata deserta. Così la Regione Toscana, sentiti il Consiglio Sanitario Regionale e la Commissione Terapeutica Regionale, aveva dato incarico a Estar di riproporre una nuova procedura di gara. Estar aveva reiterato il bando, eliminando questa volta il vincolo della "base d´asta". "Prendiamo atto di queste due manifestazioni di interesse - è il commento di Stefania Saccardi, neo-assessore al diritto alla salute - e faremo subito tutti gli approfondimenti necessari per arrivare all´obiettivo che ci siamo posti di garantire il farmaco antiepatite C a tutti i pazienti toscani che ne abbiano necessità. Questo è un tema non più eludibile, che va affrontato con decisione. Anche le notizie che leggiamo oggi sulla stampa (la donna medico che ha fatto causa al ministero e alla Regione Piemonte dopo essere stata costretta a sborsare 134.000 euro per il farmaco antiepatite C per sé e per la figlia, ndr) dimostrano la correttezza delle nostre decisioni e del nostro agire. Non possiamo attendere i ricorsi per dare una risposta a bisogni primari di salute".  
   
   
RIFORMA SANITÀ, MARONI: C´È L´ACCORDO, MENO COSTI E PIÙ CONTROLLI  
 
Milano, 30 giugno 2015 - "La Commissione Sanità del Consiglio regionale ha approvato la riforma sanitaria. Sono molto soddisfatto di questo; c´è l´intesa della maggioranza tranne l´astensione di Forza Italia sull´allegato che riguarda l´organizzazione territoriale, su cui ci sono opinioni diverse ma, rispetto al resto, è una cosa minima. Contrariamente a quanto ho letto oggi sui giornali, è una riforma che riduce i costi: con la stazione unica appaltante Arca, risparmieremo 400 milioni che saranno reinvestiti nel sistema socio sanitario". Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, nel corso della conferenza stampa dopo la riunione della Giunta. Grande Riforma - "È una grande riforma - ha proseguito Maroni -, perché c´è una gestione unitaria del Sanitario e del Sociale con l´Assessorato unico e anche sul territorio, si dimezza il numero delle Asl e si anticipa il futuro del Sistema socio-sanitario. Respingo al mittente alcune critiche che ho letto, che si basano su dati non veri". Controlli Indipendenti - "Mi ha fatto piacere che - ha aggiunto il presidente - il procuratore della Corte dei Conti abbia dato la sua disponibilità a fornire suggerimenti per rafforzare il sistema dei controlli, un´altra novità della riforma. Il sistema dei controlli sarà infatti svolto da una agenzia indipendente". Approvazione Entro Inizio Agosto - "La riforma arriverà in Aula a metà luglio - ha concluso Maroni -. L´intesa è di approvarla definitivamente entro fine luglio o, al massimo, nella prima settimana di agosto, per essere pronti a dare attuazione a partire dalla ripresa autunnale. È stato un lavoro intenso, difficile e faticoso ma ci siamo riusciti".  
   
   
SALUTE, MARONI: NOSTRA RIFORMA SANITARIA GUARDA AL FUTURO  
 
Milano, 30 giugno 2015 - "Le polemiche intorno alla riforma della sanità? Significa che è una riforma importante, ma molte cose che leggo non sono vere e sono motivate da diversi interessi". Lo ha spiegato il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni, incontrando i giornalisti prima dell´adunanza di parifica della Corte dei Conti - sezione regionale della Lombardia. "Voglio fare una riforma che migliori i servizi per i cittadini e riduca i costi - ha detto Maroni -, preparandosi al futuro, che significa maggiore cronicità e, quindi, maggiore assistenza alle persone fuori dagli ospedali, sul territorio. Questa integrazione, che facciamo con l´Assessorato unico, tra Sociale e Sanità è la strada verso il futuro. Sono molto soddisfatto, non mi interessano le polemiche, ma i contenuti".  
   
   
PROTOCOLLO EMERGENCY - ASL DI SASSARI: PARTNERSHIP SIGNIFICATIVA PER NUOVI FLUSSI DI MIGRANTI”  
 
Cagliari, 30 Giugno 2015 – La presidente di Emergency Cecilia Strada e il commissario straordinario dell´Asl di Sassari Agostino Sussarellu sigleranno nei prossimi giorni un protocollo per un progetto di assistenza socio-sanitaria a titolo gratuito rivolta a migranti e a persone in stato di bisogno, con sede nell’ambulatorio di medicina di base gestito nel capoluogo turritano dall´associazione non governativa fondata da Gino Strada. Il protocollo, fortemente voluto dal Presidente della Regione Francesco Pigliaru e dall´assessore regionale della Sanità Luigi Arru, riveste un particolare significato in relazione ai nuovi flussi migratori nell´Isola. La partnership tra la Regione e l´associazione non governativa nasce dalla presenza nella provincia di Sassari di stranieri in condizioni di precarietà igienico-ambientale e dalla necessità di assistere nel territorio una significativa concentrazione di migranti (provenienti principalmente da Romania, Marocco, Cina e Senegal), impegnati nel settore dei servizi, anche alla persona, del commercio ambulante, dell´agricoltura e dell´edilizia. Una parte di loro non riesce, purtroppo, a essere correttamente informata dei servizi messi a disposizione dal Servizio Sanitario Nazionale o, pur essendone informata, non riesce ad accedervi. Gli obiettivi della collaborazione finalizzata all´integrazione dei servizi tra Emergency e l´azienda sanitaria puntano a garantire un servizio di orientamento e assistenza socio-sanitaria di base ed educazione sanitaria alla popolazione straniera e in stato di bisogno. Oltre che facilitare e ottimizzare l’accesso alle risorse esistenti nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale presenti nel territorio, si vuole consentire alle parti di concordare e sviluppare una migliore gestione dei servizi sulla base dei dati socio-sanitari raccolti sulla popolazione straniera e in stato di bisogno e dell’esperienza maturata.  
   
   
PIEMONTE: CON LA DELIBERA SULLA RETE PER L´ASSISTENZA TERRITORIALE, COMPLETATO IL PRIMO ANNO DI PROGRAMMAZIONE  
 
Torino, 30 giugno 2015 - “Un atto di programmazione che procederà di pari passo con la revisione della rete ospedaliera, a partire dal 2016, un tassello indispensabile a garantire l’offerta sanitaria adatta ai nuovi bisogni di salute della popolazione del Piemonte”: l’assessore alla sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta, definisce così la delibera sulla rete di assistenza territoriale approvata ieri dalla Giunta regionale “a completamento del primo anno di faticoso lavoro per riorganizzare una sanità cresciuta senza indirizzi e senza controlli. Porterò al prossimo tavolo ministeriale anche questa delibera alla quale ho lavorato con un gruppo istituito nel novembre scorso, ma con il contributo diretto di tanti soggetti, dalle istituzioni locali agli Ordini e categorie professionali, dai semplici cittadini alle associazioni: ho ricevuto centinaia di contributi indicazioni, proposte, molte le ho raccolte direttamente nei territori in decine e decine di incontri”. L’obiettivo è quello di strutturare reti territoriali connesse con le reti ospedaliere per rispondere ai nuovi bisogni di salute di una popolazione che invecchia, “ma soprattutto - dice Saitta - riportare nella sanità una vera civiltà assistenziale, che eviti inutili e dispendiosi passaggi del paziente tra i vari soggetti erogatori del sistema sanitario, restituendogli la sensazione di attenzione e di presenza da parte della sanità pubblica.” Il Piemonte, dove vivono il 7 % degli italiani, è una delle regioni più vecchie: nel 2011 gli over 65 erano 1.023.195 e l’indice di invecchiamento (che rapporta gli ultrasessantacinquenni al totale della popolazione) era del 23.4 % mentre alla stessa data, in Italia gli over 65 anni erano 12.301.537 pari al 20.3 % del totale della popolazione. Una popolazione che invecchia in condizioni di salute migliori, perché negli ultimi decenni è profondamente mutato lo scenario epidemiologico caratterizzato da un aumento della prevalenza di patologie croniche, di cui in Italia (dati Istat 2011) soffre almeno il 38.6% della popolazione. “La cura dei pazienti cronici richiede non tanto un aumento di risorse, quanto piuttosto un’inversione di tendenza culturale – aggiunge Saitta – perché i pazienti cronici necessitano di risposte integrate e multidisciplinari. Le strutture ospedaliere restano la sede più adatta per la diagnosi e la cura degli episodi acuti, ma le altre prestazioni (visite ed esami specialistici, consumo di farmaci, riabilitazione) hanno sul territorio il luogo più appropriato di erogazione, spesso anche al domicilio stesso dei pazienti: per la diffusione di patologie croniche a rilevante impatto sociale, vogliamo conciliare esigenze di equità e di solidarietà con il quadro delle risorse disponibili”. L’assistenza socio sanitaria territoriale rappresenta uno dei tre macro livelli di assistenza in cui si vuole declinare l’offerta del servizio sanitario in Piemonte - insieme alla prevenzione e all’assistenza ospedaliera - attraverso assistenza primaria (medicina generale, pediatria di libera scelta e continuità assistenziale); assistenza specialistica territoriale; attività erogate dalle strutture distrettuali delle Asl (assistenza domiciliare e residenziale socio-sanitaria ad anziani non autosufficienti, disabili, minori, salute mentale). La delibera individua tra le linee di azione, la valorizzazione del ruolo dei Distretto come articolazione operativa fondamentale delle Asl per il governo della rete territoriale, ma anche il ruolo del sistema dell’assistenza primaria, compresa la continuità assistenziale, primo livello clinico di contatto dei cittadini con il sistema sanitario regionale; poi il coordinamento tra medici di famiglia e pediatri di libera scelta, strutture operative a gestione diretta, servizi specialistici ambulatoriali e strutture ospedaliere ed extra-ospedaliere accreditate; l’erogazione delle prestazioni afferenti all’area socio-sanitaria ad elevata integrazione sanitaria. Il piano di assistenza territoriale (Pat) dovrà essere adottato da ogni singola Azienda sanitaria entro il 31 dicembre 2015 (lo schema tipo sarà approvato dalla Giunta regionale entro il 30 settembre prossimo) e verrà aggiornato annualmente con la programmazione pluriennale di bilancio delle singole Asl. Per l’assistenza primaria, la definizione della piattaforma relativa ai nuovi accordi integrativi regionali per i professionisti convenzionati sarà approvata appena siglato a Roma l’adeguamento degli accordi collettivi nazionali. Si ribadisce il ruolo dei Sindaci nella programmazione territoriale distrettuale, per il parere sulle attività dei Distretti, l’approvazione dei Profili e piani di salute e per la diffusione dell’informazione sui settori socio-sanitari e socio-assistenziali.  
   
   
WELFARE: FVG, COMBATTERE LE DISEGUAGLIANZE, CONCENTRARE LE RISORSE  
 
Trieste, 30 giugno 2015 – Questa settimana si avvierà in Consiglio regionale il dibattito sul provvedimento dedicato al sostegno delle persone in difficoltà economica. "E´ un tema fondamentale per la nostra società regionale - ha osservato l´assessore regionale alla salute e alle Politiche sociali Maria Sandra Telesca - che si aggancia in modo inequivocabile alle altre politiche a matrice sociale ed economica che la Giunta Serracchiani ha varato in questi primi due anni di mandato". "Ma è davvero un peccato che in Friuli Venezia Giulia argomenti fondamentali come la povertà, e le urgenti risposte che oggi dobbiamo dare alla parte più fragile delle nostre comunità, vengano utilizzati a meri fini provocatori. Continuare a ripetere, all´infinito, che è ideologico oggi aiutare chi sta male in una società dove si stanno allargando sempre più le forbici delle disuguaglianze lo considero fuorviante e soprattutto poco utile a ricercare le soluzioni più giuste", ha affermato Telesca. "Con il Rapporto sociale 2013, per la prima volta, abbiamo fatto un´analisi dettagliata ed approfondita del sistema sociale della regione, un´analisi che oggi consente di capire ´cosa funziona e cosa va cambiato´, perché vogliamo correggere il tiro e riorganizzare gli interventi, dirottandoli nella direzione più azzeccata per non sprecare le risorse, comunque troppo poche, che possiamo mettere in campo". "Questa non è ideologia: è pensiero, e conseguente azione. Il consigliere regionale Riccardi vada a chiedere agli assistenti sociali dei Comuni, alle Caritas, alle altre associazioni di volontariato se ´è ideologico´ quello che quotidianamente fanno nei confronti delle persone (purtroppo sempre più numerose) che sono sotto la soglia di povertà; lo siano perché hanno perso il lavoro o perché non sono in grado di lavorare poco cambia". "La misura che sarà discussa in Consiglio regionale non vuole essere un reddito di cittadinanza - ha dichiarato l´assessore - bensì una misura di inclusione attiva che richiede a chi ne beneficierà di stipulare un patto e di assumere impegni nei confronti della propria comunità in un´ottica di welfare moderno e generativo. E su questo convergeranno risorse finanziarie sin qui utilizzate per interventi disomogenei e frammentati, che sinora troppo poco hanno inciso". "Liquidare come ideologiche le proposte di cambiamento in campo sanitario e sociale è facile, d´effetto, ma impedisce di affrontare seriamente temi importanti, sicuramente complessi e difficili. Noi però non abbiamo paura di affrontare le difficoltà e misurarci". "Consiglierei infine, anche al consigliere Riccardi, di guardare un po´ al di fuori dell´uscio di casa e dei confini regionali, andando a leggere, ad esempio, le proposte di riforma di Governi regionali della sua parte politica, come la Lombardia", ha infine indicato l´assessore Telesca. "Capirebbe che le strade maestre per riorganizzare il sistema sono piuttosto simili e, dunque, che potremmo essere più costruttivi entrando nel merito vero delle cose. Ma immagino che ciò, nelle complicate strategie politiche di chi ha il solo obiettivo di contrapporsi, senza pensare invece ad un´utile discussione, non sia contemplato. Peccato".  
   
   
BOLZANO: PRESA DI POSIZIONE DEL COMITATO ETICO SULLA FECONDAZIONE ETEROLOGA  
 
 Bolzano, 30 giugno 2015 - La fecondazione artificiale eterologa rappresenta un’ulteriore possibilità per le coppie che non possono avere figli. A questo proposito il Comitato etico provinciale ha elaborato una presa di posizione che può essere consultata all’indirizzo internet: http://www.Provincia.bz.it/sanita/comitati/prese-di-posizione.asp  "La presa di posizione del Comitato etico provinciale" sottolinea il presidente di questo organo Herbert Heidegger "è rivolta alle coppie interessate, ai consulenti, alla politica. Parallelamente anche al personale medico ed infermieristico, che si occupa direttamente dell´inseminazione eterologa. La nostra presa di posizione si occupa delle complesse questioni etiche legate a questa tematica". Riportiamo di seguito un passo della presa di posizione del Comitato etico provinciale "L´inseminazione artificiale in generale e la forma eterologa in particolare provocano varie questioni etiche, mediche, psicologiche, sociali e giuridiche. Anche se nella pratica clinica l´inseminazione artificiale è ormai consolidata, ci sono parecchie questioni che vanno discusse e approfondite. La seguente presa di posizione del Comitato etico provinciale intende far luce sulla complessità oggettiva ed etica di tale problematica. Le coppie che intendono far ricorso alla fecondazione artificiale non hanno diritto solamente a consulenza ottimale e globale, ma si devono anche confrontare con i problemi che si presentano in questa situazione. Una consulenza e un supporto qualitativi garantiti devono prendere in considerazione diversi aspetti e perciò vanno prestati a livello interdisciplinare. L´obiettivo è permettere alle coppie interessate di arrivare a una decisione autonoma, partendo fin dall´inizio dalla responsabilità verso il figlio desiderato e dal suo benessere. La responsabilità a livello etico non è da intendersi solamente come diritto all´autonomia morale, cioè all´autodeterminazione, ma va intesa come responsabilità relazionale che si allarga a coloro che sono coinvolti da una decisione individuale, personale. Il diritto all´autodeterminazione e all´autonomia morale non può legittimare qualunque diritto soggettivo". Il testo integrale della presa diposizione è disponibile su internet all´indirizzo: http://www.Provincia.bz.it/sanita/comitati/prese-di-posizione.asp . Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi direttamente alla segreteria del Comitato etico provinciale e contattare Maria Vittoria Habicher, Tel. 0471 478145 e-mail: maria.Habicher@provincia.bz.it    
   
   
BOLZANO: PROGRAMMA DEI CORSI DEL SETTORE SOCIALE PER L´AUTUNNO 2015  
 
Bolzano, 30 giugno 2015 - È online il programma dettagliato dei corsi della formazione continua per operatori professionali e volontari dei servizi sociali per l´autunno 2015. È stato pubblicato il programma dettagliato dei corsi della formazione continua per operatori professionali e volontari dei servizi sociali per l´autunno 2015 elaborato dal Servizio Sviluppo Personale della Ripartizione famiglia e politiche sociali insieme alle Scuole professionali provinciali per le professioni sociali "Emmanuel Lèvinas" ed "Hannah Arendt" ed altre agenzie formative. Per consultare il programma si può fare riferimento alla pagina web http://www.Provinz.bz.it/sozialwesen/service/2423.asp  Per ulteriori informazioni si può contattare il Servizio sviluppo personale al numero telefonico 0471 418222.  
   
   
GP MONZA, MARONI: RACCOLTE 1700 FIRME A SOSTEGNO  
 
Milano, 30 giugno 2015 - "Sono oltre 1700 le firme raccolte in un giorno e mezzo sia a Pianeta Lombardia sia a Palazzo Lombardia in difesa del Gran Premio di Formula 1 di Monza". Lo ha reso noto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni nella conferenza stampa dopo la riunione della Giunta. "Alle 18 ci sarà l´inaugurazione del Museo dell´Alfa di Arese - ha proseguito Maroni -, alla cui riapertura Regione Lombardia ha contributo. Abbiamo messo attorno allo stesso tavolo la Fiat e la Sovrintendenza, che per anni hanno litigato, impedendo la riapertura del Museo. Siamo riusciti a farli mettere d´accordo, quindi è anche un po´ merito della Regione se si riapre". "Se ci sarà Marchionne - ha concluso Maroni -, gli chiederò l´impegno della Ferrari a stare dalla parte del Gran Premio di Monza. Basterebbe che lui dicesse che senza il Gran Premio di Monza non ci sarà più la Ferrari in Formula 1 e il Gran Premio stesso sarebbe salvo. Noi mettiamo in campo tutte le nostre energie per questo".