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Notiziario Marketpress di Giovedì 18 Febbraio 2010
RICERCATORI FINANZIATI DALL´UE SCOPRONO LE ORIGINI DEL CANCRO CUTANEO  
 
Bruxelles, 18 febbraio 2010 - Ricercatori finanziati dall´Ue hanno individuato le cellule che sono all´origine della forma più comune di cancro della pelle. In un articolo apparso sulla rivista Nature Cell Biology i ricercatori spiegano che il carcinoma basocellulare nasce dalle cellule cutanee che si trovano tra i follicoli piliferi, e non nei follicoli stessi, come ritenuto finora. Le scoperte non soltanto gettano luce sulle origini del cancro cutaneo, ma mettono in evidenza le difficoltà affrontate dai ricercatori nel tentativo di scoprire l´origine di altri tipi di tumore. L´unione europea ha sostenuto il lavoro attraverso il Settimo programma quadro (7° Pq), con l´assegnazione di una sovvenzione per ricercatori indipendenti (Independent Researcher Grant) del Consiglio europeo della ricerca (Cer). In biologia è molto importante riuscire a capire quali cellule in particolare diventano cancerogene; finora queste rimangono sconosciute per la maggior parte dei tumori. Quasi tutti gli sforzi in questo campo sono concentrati sulle cellule staminali, che sopravvivono e si dividono nei tessuti per tempi prolungati, aumentando così le loro probabilità di mutare e diventare cangerogene. Nello studio in questione, scienziati dell´Université Libre de Bruxelles (Ulb) e dell´Université Catholique de Louvain (Ucl) hanno studiato il carcinoma basocellulare nei topi. Il carcinoma basocellulare è la forma più comune di tumore cutaneo nell´uomo, esso colpisce ogni anno oltre un milione di persone in tutto il mondo. La cute è formata da diversi tipi di cellule: quelle che costituiscono i follicoli piliferi, le ghiandole sudoripare e l´epidermide interfollicolare - che si trova tra i follicoli piliferi - sono tutte molto diverse tra loro. Le cellule del carcinoma basocellulare presentano una forte somiglianza morfologica e biochimica con i follicoli piliferi, è proprio questa caratteristica che aveva portato ricercatori e medici a postulare che il cancro dovesse originare dalle cellule staminali dei follicoli piliferi. Per verificarlo, i ricercatori hanno sviluppato un nuovo metodo per scoprire il punto esatto di origine del tumore. Essi hanno attivato geni cancerogeni in diversi tipi di cellule cutanee dei topi e hanno osservato quali di queste sarebbero diventate cancerose. A loro sorpresa, l´attivazione dei geni cancerogeni nelle cellule staminali dei follicoli piliferi non hanno provocato la formazione di un tumore. La fonte del cancro cutaneo risiede invece nelle cellule staminali dell´epidermide interfollicolare. "Siamo rimasti veramente sorpresi", ha commentato l´autore principale dell´articolo, Khalil Kass Youssef dell´Ulb. "Ci aspettavamo che il cancro originasse dalle cellule staminali dei follicoli piliferi. Così, quando abbiamo visto che le nostre scoperte mettevano in dubbio ciò che era riportato nei libri di testo e insegnato nei corsi di medicina, siamo tutti rimasti entusiasmati". Oltre a scoprire la vera origine del carcinoma basocellulare, il team ha anche dimostrato che tutte le cellule staminali interfollicolari dell´epidermide esaminate nell´esperimento, si sviluppavano eventualmente in carcinoma basocellulare invasivo. Cio fa supporre che una volta attivato il gene canceroso in una cellula staminale, non occorrono ulteriori fattori genetici affinché si sviluppi il tumore. I ricercatori hanno notato che le nuove scoperte sono anche valide considerando il forte nesso tra il cancro cutaneo e l´esposizione ai raggi ultravioletti (Uv). I raggi Uv non penetrano in profondità nel tessuto, perciò è molto più probabile che causino danni al Dna delle cellule dell´epidermide interfollicolare, piuttosto che alle cellule staminali del bulbo dei follicoli piliferi, che si trovano più in profondità. I risultati non riguardano soltanto le origini e lo sviluppo del cancro cutaneo. Gli scienziati concludono: "Queste scoperte potrebbero risultare importanti anche per altri tumori, perché dimostrano chiaramente che le caratteristiche biochimiche e morfologiche delle cellule tumorali possono essere fuorvianti nell´identificazione delle cellule che sono all´origine del cancro". La maggior parte di casi di carcinoma basocellulare è causata dall´esposizione eccessiva ai raggi ultravioletti del sole. Fortunatamente il tumore è facile da curare e la maggior parte dei pazienti va incontro a una completa guarigione. Per maggiori informazioni, visitare: Nature Cell Biology: http://www. Nature. Com/ncb/index. Html Université Libre de Bruxelles: http://www. Ulb. Ac. Be Consiglio europeo della ricerca http://erc. Europa. Eu/ .  
   
   
LOMBARDIA, UN FONDO DI 219 MILIONI PER I SERVIZI SOCIALI FORMIGONI: L´ATTENZIONE ALLE PERSONE DISAGIATE E´ PRIORITARIA FONDI GARANTITI, FORTE AUTONOMIA DEI DISTRETTI  
 
Milano, 18 febbraio 2010 - Un "portafoglio" di 219 milioni da cui attingere le risorse per i servizi sociali nel 2010: è quanto Regione Lombardia ha deciso nell´ultima Giunta, su proposta dell´assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale, Giulio Boscagli, mettendo insieme in un unico fondo 86,5 milioni del Fondo sociale regionale (Fsr), 73,5 del Fondo nazionale per le politiche sociali (Fnps) e 59 del Fondo per le non-autosufficienze. Le risorse disponibili vengono ripartite in un´unica soluzione alle Asl, e da queste ai distretti, consentendo loro di disporre di un budget unico e di conseguenza poter programmare i propri interventi in modo più efficace e incisivo. "Un welfare attento alle persone ed efficiente - commenta il presidente Roberto Formigoni - è da sempre una priorità assoluta per Regione Lombardia. Non a caso abbiamo voluto garantire per l´intero anno le risorse necessarie per mantenere e incrementare i servizi e l´assistenza alle persone e alle famiglie che maggiormente soffrono difficoltà e disagi". "Questi fondi - spiega l´assessore Boscagli - serviranno per dare continuità ai servizi e agli interventi sociali, previsti dai piani di zona, nei vari settori: sostegno alla famiglia e alla genitorialità, tutela della vita in tutte le sue fasi, aiuto all´inclusione dei disabili. Toccherà poi ai distretti decidere, in totale autonomia, secondo le priorità stabilite nella propria programmazione, quale percentuale assegnare a ciascun´area". Dal "portafoglio" i distretti potranno attingere per finanziare tutti i servizi previsti dai Piani di Zona, compresi quelli che riguardano la lotta alla droga, le politiche migratorie, gli interventi a favore di persone in situazioni di povertà estrema, ecc. Le modalità di utilizzo dei fondi sono state concordate con l´Anci, l´Associazione dei Comuni. Il criterio della ripartizione non è più solo quello della spesa storica, ma viene introdotto anche quello della quota capitaria, in base a costi standard (50% e 50%), nella direzione progressiva di una sempre maggior efficienza e riconoscimento delle virtuosità. .  
   
   
HAITI ORA E´ IN TRENTINO PRESENTATI I BAMBINI CHE SARANNO OSPITATI NELLE POSSIME SETTIMANE CON LE MADRI A VILLA SANT´IGNAZIO CRESCE LA COLLABORAZIONE FRA PROVINCIA, CROCE ROSSA, APSS, ASSOCIAZIONI  
 
Trento, 18 febbraio 2010 - Da Haiti al Trentino è un viaggio lunghissimo, e non solo per ragioni geografiche. Da un lato abbiamo un´isola caraibica dalla storia difficile, devastata da un terremoto di enormi proporzioni, dall´altro una piccola terra alpina nel cuore dell´Europa. Comprensibile dunque lo spaesamento dei bambini haitiani arrivati a Trento lunedì sera, assieme alle loro madri, per ricevere quelle cure che ora non possono più avere in patria. Comprensibile la sensazione di incredulità, per questo repentino passaggio dalla morte - quella calata in pochi secondi, come un uccello da preda, lo scorso 12 gennaio - alla vita, una vita che nei prossimi mesi il Trentino assicurerà ai suoi nuovi ospiti, tutti con malattie croniche che necessitano assistenza continua. Il gruppo è stato presentato stamane agli organi di informazione con una breve conferenza stampa in Provincia , a cui hanno partecipato l´assessore alla solidarietà internazionale Lia Giovanazzi Beltrami, il direttore dell´Azienda provinciale per i servizi sanitari Franco De Biasi, il responsabile della Croce Rossa trentina Alessandro Brugnaldi, la coordinatrice di Villa Sant´ignazio Donata Borgonovo Re, ed un testimonial d´eccezione, il ciclista campione del mondo Maurizio Fondriest, di Cles, la cui Fondazione è attiva da alcuni anni ad Haiti con progetti di solidarietà soprattutto in campo sanitario. Composto da un totale di 12 persone (3 nuclei familiari), il gruppo sarà ospitato nei prossimi giorni proprio a Villa Sant´ignazio, sulla collina di Trento. L´arrivo in Italia è avvenuto domenica, con un volo speciale della Presidenza del Consiglio; i profughi assegnati dalla Croce rossa internazionale all´Italia, sulla base degli accordi presi con il governo haitiano, sono circa 130. "Il benvenuto che diamo oggi ufficialmente ai nostri ospiti di Haiti - ha detto l´assessore Beltrami - è solo il primo passo di un percorso che durerà nel tempo, come sempre accade quando si muove il Trentino della solidarietà, non con interventi spot, ma costruendo ponti che durano. Nel giro di poche ore tutte le realtà coinvolte si sono mobilitate al meglio delle loro possibilità, per poter offrire un´accoglienza adeguata; il nostro impegno, nell´ambito del Tavolo trentino con Haiti, continuerà però anche fuori dal Trentino, portando avanti alcuni progetti concreti tramite realtà come la Fondazione Fondriest, che conoscono bene Haiti anche perché erano presenti sull´isola prima dell´emergenza creata dal sisma. " "La proposta alla Croce rossa trentina è arrivata domenica - ha detto invece Brugnaldi - , lunedì sera il gruppo è arrivato a Trento, con tre ambulanze partite in tarda mattinata da Roma. Un impegno notevole, considerato anche che è svolto da personale perlopiù volontario. Ma tutto si è svolto per il meglio. " Già nella mattinata di domani gli ospiti, provvisoriamente ospitati in una struttura alberghiera trentina, saliranno a Villa Sant´ignazio, "una realtà ben nota nel mondo della solidarietà del Trentino", come ha ricordato Borgonovo Re. "Siamo stati anche noi un po´ ´spiazzati´ dalla richiesta giunta dall´assessorato, ma ci siamo subito stretti per fare posto ai nostri nuovi amici e cercheremo davvero di farli sentire come a casa. Il vantaggio di offerto da Villa è innanzitutto quello di poter tenere il gruppo unito, a breve distanza dalle strutture sanitarie cittadine; inoltre abbiamo già maturato una considerevole esperienza nel campo dell´accoglienza. Credo però che il soggiorno delle famiglie di Haiti si rivelerà prezioso proprio al fine di migliorare ulteriormente il nostro modo di rapportarci anche ai bisognosi di casa nostra". Qualche problema pratico da superare c´è; oltre alla burocrazia, di cui si farà carico il personale del Cinformi, ci sono per esempio gli ostacoli linguistici, visto che quasi tutto il gruppo parla creolo (qualcuno anche francese). Ma le vie della solidarietà trentina sono infinite, e passano ad esempio per Josefine, dal Congo, e Josienne, dalla Martinica, due mediatrici culturali che hanno immediatamente messo a disposizione la loro esperienza e la loro grande carica di umanità. "Due esempi del Trentino più bello e più splendente", le ha definite l´assessore Beltrami, che ha aggiunto: "Si parla sempre di ciò che non funziona: dobbiamo imparare a parlare di più di quello che funziona, che si spende per gli altri con generosità. " Mentre il gruppo - che dovrebbe fermarsi in Trentino, come i connazionali ospitati in altre regioni Italiane, per almeno sei mesi - comincia ad ambientarsi, il Tavolo trentino per Haiti sta avviando la campagna di raccolta fondi; le somme raccolte (soprattutto attraverso il collaudato meccanismo dell´ora di lavoro devoluta ad uno speciale fondo, attraverso una semplice trattenuta in busta paga) verranno impiegate per sostenere progetti come quello che la Fondazione Fondriest sta portando avanti già da tempo ad Haiti. "La mia collaborazione è iniziata qualche hanno fa - ha raccontato stamani Maurizio Fondriest in conferenza stampa ; chiesi alla Fondazione Francesca Rava, che opera in aiuto dell´ospedale pediatrico Saint Damien e che mi aveva invitato ad appoggiare il loro impegno, quanta parte dei fondi che raccoglievano venisse effettivamente utilizzato per azioni dirette di solidarietà: mi risposero il 98%. Dissi: ´Bene´. Nel 2008 sono stato ad Haiti; la situazione era già terribile allora, figuratevi adesso, dopo il terremoto. " Ora però Haiti è anche qui, in Trentino. "La vostra presenza - ha detto in chiusura dell´incontro l´assessore Beltrami, stemperando la comprensibile emozione di una delle mamme, la cui testimonianza sui momenti del terremoto è stata presto spezzata dalle lacrime - ci è anche utile per ricordare ai trentini tutti i vostri connazionali che stanno soffrendo. " Questi i nomi degli ospiti haitiani (fra parentesi l´anno di nascita): 1° nucleo familiare: Gracilia (1969, madre); Kathiana (1997); Fabrice (1993). 2° nucleo: Marcelline (1972, madre); Rene Oliveier (2001); Cassandre Salvati (2005); Aurelien (1999); Chenalda (1993) 3° nucleo: Locianie (1976, madre); Abigaelle (2007). Marte (1979); Alexis (2000). .  
   
   
OSPEDALE RIABILITATIVO MOTTA DI LIVENZA (TV). “SPERIMENTAZIONE GESTIONALE PROMOSSA A PIENI VOTI. NESSUN DUBBIO SULLA RICONFERMA  
 
Motta di Livenza (Treviso), 18 febbraio 2010 - “L´ospedale Riabilitativo di Motta è la sperimentazione gestionale mista pubblico-privato meglio riuscita del Veneto e sulla sua riconferma non ci sono dubbi. Tutte le valutazioni effettuate a tutti i livelli hanno dato esiti più che positivi. Si tratta solo di mettere a posto gli atti formali e questo accadrà in tempi brevi, sicuramente prima della fine della legislatura”. La buona notizia l´ha portata ieri l´Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri che, accompagnato dal Sindaco di Motta di Livenza Paolo Speranzon, dal Direttore Generale dell´Ulss 9 Claudio Dario, dal Presidente del Cda dell´Ospedale Carlo Valfrè e dal Direttore Alberto Prandin, ha visitato la struttura mottense ed inaugurato il nuovo punto prelievi che funzionerà al servizio della popolazione locale. “Questo – ha detto Sandri incontrando i primari e le maestranze – è un bell´esempio di riconversione ospedaliera riuscita e gestita in maniera intelligente, con un´attività riabilitativa d´eccellenza nazionale ma anche con una serie di servizi utilissimi al cittadino, come la presenza integrata del Distretto Socio Sanitario, del Punto Prelievi e dell´Unità Territoriale di Assistenza Primaria che riunisce i vari medici di medicina generale dell´area”. La struttura è oramai conosciuta e apprezzata in tutta Italia, tanto che circa il 60% dei pazienti che vi sono assistiti provengono da fuori Ulss e da fuori regione. I punti di eccellenza sono numerosi: la riabilitazione cardiologica (prima specialità attivata alla partenza della sperimentazione), alla quale si sono aggiunte via via quella angiologica, pneumologica, e neurologica. Quest´ultima oggi è particolarmente qualitativa, ed è arrivata ad assistere ben 35 pazienti cerebrolesi gravi. A riprova del successo ottenuto in questi anni, anche i numeri relativi al personale in servizio, passato da 65 dipendenti degli inizi ai 247 attuali, tra i quali ben 60 specialisti di diverse branche della medicina. .  
   
   
RIFORMA DELLA SANITÀ PENITENZIARIA: CONVEGNO A POTENZA  
 
Potenza, 18 febbraio 2010 - Si è svolto nella Sala Inguscio del Dipartimento Salute della Regione Basilicata a Potenza un convegno dal tema “La riforma della Sanità penitenziaria - La risposta della Basilicata”. L’incontro è stato organizzato dall’Imes (società cooperativa sociale che si occupa di mediazione penale), in collaborazione con il Dipartimento Salute, Sicurezza e Solidarietà sociale, Servizi alla persona e alla Comunità della Regione Basilicata, il Ministero della Giustizia, le Province di Potenza e Matera, il Comune di Potenza. Nel corso della giornata si è discusso, in particolare, in attuazione dell’Accordo Stato-regioni 20 novembre 2008, del protocollo d’intesa tra Regione Basilicata, Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e il Centro per della Giustizia Minorile per le regioni Basilicata e Calabria e della convenzione per l’utilizzo, dal parte delle Aziende sanitarie locali, nel cui territorio sono ubicati gli istituti e i servizi penitenziari di riferimento, dei locali adibiti all’esercizio delle funzioni sanitarie. Il protocollo d’intesa, in particolare, impegna le parti a definire forme di collaborazione relative alle funzioni di sicurezza e i principi e criteri di collaborazione tra l’ordinamento sanitario, l’ordinamento penitenziario e della giustizia minorile per garantire la tutela della salute e il recupero sociale dei detenuti, degli internati adulti e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale, sia in area penale interna che esterna, nonchè le esigenze di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari per adulti e degli istituti per minori (istituti penali, centri di prima accoglienza e comunità). .  
   
   
FIRMATO A ROMA IL ´´CODICE ETICO PER LA TUTELA DEI LAVORATORI AFFETTI DA MALATTIE ONCOLOGICHE´´  
 
 Vicenza, 18 febbraio 2010 - Si è infatti riunito nella Capitale il tavolo tecnico denominato “Salute e Sicurezza”, di cui fa parte la Lovisetto, composto dalla Consigliera Nazionale di Parità, Alessandra Servidori, e dalla Consulta Nazionale Femminile della Lilt (Lega Italiana Lotta ai Tumori) al fine di diffondere e applicare il “Codice Etico per la tutela dei lavoratori affetti da malattie oncologiche”. “Parità –sottolinea la Viceconsigliera- non significa solamente lottare contro le discriminazioni di genere, tra maschio e femmina, che sono forse le più radicate, ma proprio per questo quelle su cui si pone maggiore attenzione. Significa anche garantire le stesse opportunità a tutte le persone, siano esse disabili o malate. La normativa in merito ha i contorni sfumati, è spesso poco conosciuta e per questo male interpretata e applicata. Tra tutte, poi, ce n’è una subdola, che colpisce uomini e donne in numero crescente, su cui tanti studi sono stati fatti tanto che non si può più considerare letale, come era fino a pochi anni fa, ma che ha un lungo decorso e lascia ferite, anche e soprattutto a livello psicologico, difficili da rimarginare. E’ la malattia oncologica. ” Il tavolo tecnico ha elaborato un accordo di cooperazione firmato da Alessandra Servidori, Consigliera Nazionale di Parità, e Patrizia Ravaioli, Presidente del Comitato Pari Opportunità della Croce Rossa Italiana: l’impegno è di diffondere sul territorio l’applicazione del Codice Etico, coinvolgendo tutti i soggetti preposti alla tutela della salute e della sicurezza ei lavoratori: Inps, Inail, Asl, Inpdap, Dnl, Associazioni Datoriali, Associazioni di Categoria, Organizzazioni Sindacali. Il fine è facilitare le persone affette da patologie oncologiche, e in particolare le donne affette da tumore al seno e gli uomini con patologie alla prostata, nella scelta di continuare o riprendere l’attività lavorativa anche attraverso forme di contratto con riduzione di orario, flessibilità o orario modulato in base alle nuove esigenze e la possibilità di avere comunque prospettive di carriera. “Ci sono specifiche normative –precisa l’Assessore al Lavoro della Provincia di Vicenza Morena Martini- che tutelano i lavoratori malati e i loro famigliari, ma perché il rapporto di lavoro sia sereno e produttivo, non bisogna imporre comportamenti, quanto piuttosto convdincere della loro bontà. In questo senso è fondamentale l’opera di sensibilizzazione delle Consigliere di Parità, ed è importante la sinergia che stanno creando sul territorio con altre organizzazioni con cui condividono valori e obiettivi. Sono certa che il vicentino saprà rispondere con prontezza al loro appello e saprà anche rappresentare un esempio di buone pratiche nell’applicazione del Codice Etico. ” Nel dettaglio, il “Codice Etico per la tutela dei lavoratori affetti da malattie oncologiche” pone l’attenzione sui seguenti elementi: la particolare vulnerabilità di chi è affetto da patologia oncologica, dovuta anche alla necessità di sottoporsi a interventi e terapie con conseguenze rilevanti sulla propria capacità lavorativa a breve o lungo termine •l’esigenza di informazione in merito all’esistente normativa che tutela il malato e i suoi famigliari •l’ampliamento del periodo di comporto dovuto al prolungamento della malattia e delle cure •l’utilizzo di una maggiore flessibilità di orario e dunque anche l’assunzione di una attenzione dell’impresa nella sua organizzazione del lavoro rispetto ad una sua dipendente colpita da malattia oncologica •la promozione di iniziative per il reinserimento nel posto di lavoro dopo il periodo di cura •il diritto del famigliare di un malato ad assisterlo nel periodo delle cure. .  
   
   
EMILIA ROMAGNA: SU INDAGINE GIURISDIZIONE CONTABILE A FORLÌ  
 
Bologna, 18 febbraio 2010 - In relazione alle notizie di stampa riguardo alla vicenda relativa a contratti stipulati tra l’Azienda Usl di Forlì e strutture private accreditate per esami specialistici, sulla quale è in corso di definizione un giudizio in seno alla giurisdizione contabile, l’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-romagna Giovanni Bissoni ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Trovo necessario rompere il riserbo istituzionale che caratterizza il nostro operare, in questa vicenda ancora più necessario considerando che è ancora in corso il giudizio, visto l’ampio risalto dato dalla stampa alla vicenda. Ritengo che l’Azienda Usl di Forlì abbia agito nella massima trasparenza e nel rispetto delle regole. Per questo, attendo fiducioso la decisione al riguardo della Corte dei Conti. “La trasparenza delle relazioni fra Servizio sanitario regionale e privato accreditato, riaffermata e salvaguardata la centralità dell’offerta pubblica – ha aggiunto Bissoni - rappresenta una importante acquisizione di questi anni ed ha contribuito alla profonda innovazione assistenziale della sanità regionale. Il rapporto tra pubblico e privato in Emilia-romagna è basato sulla collaborazione e sull’integrazione trovando negli accordi e nei contratti di committenza, nelle riconversioni assistenziali e nei percorsi di accreditamento, la sua centralità. Ciò non esclude, seppure marginali, rapporti più specifici in particolare per la fornitura di alcuni servizi di supporto come è avvenuto a Forlì, nella chiarezza di contratti stipulati in trasparenza e a piena remuneratività dei servizi forniti. ” .  
   
   
FEDERSANITA´, ANCI E REGIONE PIEMONTE PREMIANO LE BUONE PRATICHE DI SALUTE VERSO I SOGGETTI FRAGILI  
 
Torino, 18 febbraio 2010 - Si è svolta ieri mattina a Torino la cerimonia di premiazione del concorso “Nuovi sguardi di salute tra diritti di cittadinanza e diritto alla cura nelle fragilità”. Il concorso, con venticinquemila euro di montepremi, è stato promosso da Federsanità Anci Piemonte in collaborazione con l’Assessorato alla tutela della salute e sanità, con l’obiettivo di valorizzare alcuni tra i servizi che maggiormente si sono impegnati e si impegnano a sviluppare e a consolidare buone pratiche per la salute verso i soggetti fragili, in ambito sia sanitario sia socio-assistenziale. Giunto alla ottava edizione, il concorso è stato quest’anno suddiviso in due filoni, ai quali hanno partecipato oltre 30 progetti provenienti da tutto il territorio piemontese. Il primo filone si proponeva di raccogliere le iniziative finalizzate al contrasto del fenomeno della “sanitarizzazione” in contesti come quello della salute mentale o della tossicodipendenza. Il secondo, invece, intendeva far emergere le esperienze mirate alla promozione della salute e all’empowerment dei cittadini. A valutare i progetti è stata una commissione formata, tra gli altri, dal presidente di Federsanità Anci Piemonte, dall’assessore alla tutela della salute e sanità e dal direttore dell’Aress. Elenco Dei Premiati 1° Filone 1. Progetto: In Margine ai Servizi - Asl Vco Dipartimento Dipendenze (1° classificato: 6000 €) 2. Progetto: S. I. S. T. E. M. A. - Città di Torino, Divisione Servizi Sociali e rapporti con le Aziende Sanitarie (2° classificato ex equo: 2000 €) 3. Progetto: Interventi integrati per la salute mentale – Dipartimento Salute Mentale Asl To 2 e Città di Torino (2° classificato ex equo: 2000 €) 4. Progetto: Dalla percezione degli amministratori locali come costruttori di salute alla costruzione di programmi integrati – Dipartimento Dipendenze Asl Al (3° classificato: 3000 €) 5. Progetto: Città in salute – Città di Ivrea (4° classificato: 2000 €) 2° Filone 1. Progetto: Benessere “piacersi, per piacere” - Città di Torino Divisione Servizi Sociali e rapporti con le Aziende Sanitarie (1° classificato: 4000 €) 2. Progetto: Prevenzione e cura delle donne vittime di violenza sessuale e domestica A. O. Oirm-s. Anna (2° classificato: 3000 €) 3. Progetto: Marhba - Consorzio Socio Assistenziale Int. Es. A. Di Bra (3° classificato: 2000 €) 4. Progetto: Baskin: giocare insieme si può - Associazione Amicigio Onlus (4° classificato: 1000 €). .  
   
   
SEMINARIO IN REGIONE MARCHE SUI METODI DI VALUTAZIONE DELLE TECNOLOGIE SANITARIE.  
 
Ancona, 18 Febbraio 2010 - Le innovazioni tecnologiche e organizzative sono costanti e continue in ambito sanitario: valutarne l´efficacia, i benefici e i costi e` una sfida fondamentale per i soggetti preposti a compiere le scelte di ordine politico e sanitario. A questo scopo interviene l´Health Technology Assessment (Hta): una forma di ricerca che valuta le conseguenze dell´uso di una tecnologia sanitaria, termine, questo, che include ogni aspetto dell´assistenza sanitaria, dai programmi di prevenzione, ai test diagnostici, dai dispositivi medici all´impiego di farmaci, alle procedure chirurgiche. Dei metodi per la valutazione delle tecnologie sanitarie se ne e` discusso questa mattina a Palazzo Raffaello nel corso della prima parte di un seminario specialistico che e` inserito all´interno di una master organizzato dalla regione e dall´Universita` Politecnica delle Marche. Tra i relatori, il direttore generale dell´assessorato regionale alla Salute, Carmine Ruta, che ha parlato dell´analisi del bisogno e del ruolo della programmazione sanitaria. Nella societa` attuale, i bisogni e la domanda in ambito sanitario crescono in modo molto piu` veloce rispetto alle risorse disponibili. I fattori sono dovuti sia all´invecchiamento della popolazione, sia alla presenza di nuove malattie che all´introduzione di nuove tecnologie. Non e` facile in questo contesto gestire la domanda di servizi sanitari. L´hta mira pertanto a migliorare la capacita` dei servizi sanitari di soddisfare gli obiettivi di manager, professionisti di assistenza sanitaria, politici, membri del pubblico o pazienti. L´applicazione concreta della metodologia consente dunque di definire criteri di validazione di procedure esistenti o innovative e di contribuire a promuovere l´utilizzo appropriato delle tecnologie sanitarie con ricadute positive sulla qualita` dell´assistenza, sulla sicurezza delle cure e sui costi del servizio sanitario. .  
   
   
ITACA: OGNI GIORNO “DIRETTA AI DIRITTI” UNA CAMPAGNA VOLTA A PERSEGUIRE L’ESIGIBILITÀ DEI DIRITTI DEI PIÙ FRAGILI  
 
Pordenone, 18 febbraio 2010 - Una campagna per promuovere quotidianamente l’esigibilità dei diritti delle persone e delle categorie più fragili, a partire dai bambini e da chi convive con la sofferenza mentale. Si tratta di "Itaca Ogni Giorno Diretta ai Diritti", la campagna di sensibilizzazione della Cooperativa sociale Itaca di Pordenone mirata alla promozione, al sostegno ed alla tutela, anche attraverso i servizi erogati, per costruire una cornice culturale di riferimento alla quale uomini e donne si possano appellare nell’agire quotidiano. I diritti sono quella cornice comune, il codice attraverso il quale intraprendere progetti, azioni, servizi in un’ottica di sviluppo e di empowerment. Dodici cartoline realizzate dall´artista friulano Guido Carrara, in arte Quisco, ora in distribuzione gratuita in tutto il Friuli Venezia Giulia e Veneto, per una campagna che sta ricevendo adesioni da tutta Italia tramite Facebook. Il 20 novembre 2009 ricorrevano i 20 anni della Convenzione per i diritti dell´infanzia, che venne approvata dall´Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York il 20 novembre 1989. Entrata in vigore il 2 settembre 1990, l´Italia la ratificò il 27 maggio 1991 con la legge n. 176. La Cooperativa sociale Itaca - che fin dalla sua nascita ha tenuto ben presenti i diritti dei bambini nelle proprie politiche sociali - ha inteso celebrare tale rilevante anniversario lanciando una campagna: Ogni giorno “Diretta ai Diritti”. Grazie ad una serie di cartoline che la Cooperativa sta distribuendo gratuitamente, l’idea è quella di sottolineare che i diritti vanno ottemperati quotidianamente, di qui la proposta del motto “Itaca ogni giorno diretta ai diritti”. Le 12 cartoline, rappresentanti i 12 diritti della Convenzione, sono state realizzate da Guido Carrara in arte Quisco, artista che già fa parte del progetto Snait (Buenos Aires - Argentina), gemellato con la Cooperativa stessa. “Si è trattato di una riflessione che è partita in occasione del Ventennale della Convenzione per i diritti del fanciullo - spiega Christian Gretter, Responsabile di area produttiva dell’Ufficio Minori di Itaca ed ispiratore della campagna Iogdd -. Mi sono e ci siamo interrogati come Itaca su quale manifestazione organizzare per sottolineare tale importante anniversario. Ci siamo così resi conto che questa era soltanto un’occasione tra le tante per ricreare un calendario di eventi ed appuntamenti dove fossero contemplati i diritti umani, del fanciullo, di cittadinanza”. Che è, in sostanza, è anche un po’ l’essenza della mission della Cooperativa friulana, impegnata sul campo dal 1992. “Ciò che dobbiamo tener presente è la grande lezione di Franco Basaglia, dalla quale siamo nati e per la quale continuiamo tuttora ad agire. Oltre a rispondere ai bisogni delle persone - prosegue Gretter -, Itaca in tutti i suoi servizi e nella sua quotidianità deve continuare a perseguire l’esigibilità dei diritti delle persone e delle categorie più fragili. Partendo da ciò abbiamo così elaborato la campagna “Diretta ai diritti”: 12 cartoline e un poster riassuntivo in collaborazione con Guido Carrara che, oltre ad essere un grande artista friulano, è anche l’anima del progetto Snait che si rivolge ai bambini e alle bambine di un barrio di Buenos Aires". Tutto questo per sottolineare dall’inizio come "la lotta per una cornice comune di riferimento parte dalla collaborazione con tante realtà diverse. Infatti in un’epoca di frammentazione, isolamento, caduta delle ideologie e dei valori, ovvero di una cornice culturale di riferimento alla quale uomini e donne si possono appellare nell’agire quotidiano, i diritti di cittadinanza sono quella cornice comune, il codice attraverso il quale si possono intraprendere progetti, azioni, servizi in un’ottica di sviluppo e di empowerment”. Costruire un altro mondo è possibile, ma va fatto ogni giorno e da tutti. “La prospettiva è quella dell’impegno per ridare alle persone un potere sulla propria vita, dalle decisioni alla gestione delle varie attività. In tal senso le cartoline e i poster sono solo l’inizio di una campagna che vuole continuare a sviluppare reti, relazioni, capitale sociale e umano fatto a sua volta di rapporti significativi per garantire un mondo equo alle generazioni future. Desidero ringraziare - conclude Gretter - tutti gli educatori, educatrici, operatori, assistenti della nostra Cooperativa che quotidianamente con la loro qualità nel lavoro rendono esigibili i diritti delle persone a cui garantiamo un servizio”. Aderisci anche tu alla campagna Iogdd su Facebook: http://www. Facebook. Com/pages/itaca-ogni-giorno-diretta-ai-diritti/302607141449?ref=ts .  
   
   
MOSTRA PERSONALE ICON TADA DIGITAL PAINTINGS GENOVA, 20 FEBBRAIO - 10 APRILE 2010  
 
Genova, 18 febbraio 2010 - Il 20 febbraio 2010 alla galleria Dac inaugura la prima personale in Italia dell’artista giapponese Icon Tada. Disegnatore di manga di professione e Vj nel tempo libero, Icona Tada (classe 1971) vive e lavora a Osaka. La mostra, realizzata in collaborazione con la galleria Magda Danysz, Parigi/shangai, presenta una quindicina di pitture digitali di medio formato montate su diversi supporti come forex, legno e plexiglass. La critica ha classificato i lavori di Tada nell’ambito della pittura, pur essendo interamente realizzati al computer, per l’approccio al mezzo espressivo dell’artista molto vicino alla composizione pittorica vera e propria. Il computer, con i suoi soft-wear, rappresenta per Tada una fondamentale forma di prolungamento e potenziamento sensorio-percettivo, intellettivo e sincretico di sé, un oggetto transazionale di collegamento tra sé e il resto del mondo, imprescindibile per il vivere quotidiano così come per la sua produzione artistica. E’ all’interno di questo spazio mentale che l’artista realizza le sue composizioni senza inizio e senza fine. Tutta la sua produzione è caratterizzata da un lessico formale essenziale, da un abbondante cromatismo nelle tonalità iper-sature, da una ripetizione con leggerissime variazioni di una stessa sagoma astratta di tipo ovoidale come priva di consistenza che sembra roteare su sfondi indefiniti. Questi elementi primari non hanno alcun rimando allusivo, ma si presentano allo spettatore come soggetti portatori di senso in quanto tali. Le opere di Tada sono meta-narrazioni di visioni interiori, flussi continui, riduzioni di una realtà ambiguamente naturale e artefatta. .