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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 11 Ottobre 2012
UN NUOVO MODELLO CHIARISCE I PROCESSI EREDITARI  
 
Bruxelles, 11 ottobre 2012 - Il codice genetico può fornire un´ampia gamma di informazioni su una persona, dal loro aspetto fisico come il colore degli occhi, alla resistenza, o predisposizione, alle malattie. Questi geni sono ereditati dai nostri genitori, ma come e quando esattamente essi vengono ereditati non è stato ancora chiarito con precisione. Un nuovo modello sviluppato dai ricercatori dell´Istituto Max Planck ha dato una risposta a questa domanda. La mappa genetica di un organismo vivente si trova nel nucleo della cellula, in forma di acido deossiribonucleico (Dna). Anche i mitocondri, organuli che forniscono energia alle cellule, contengono informazioni ereditarie, come un loro Dna. Queste informazioni ereditarie sono conosciute come Dna mitocondriale (mtDna). Poiché i mitocondri hanno un ruolo centrale nella fornitura di energia all´interno del corpo, le mutazioni dei geni del mtDna possono avere gravi effetti sulla salute. Qualsiasi anomalia dei mitocondri può portare a disturbi metabolici nella persona che ne è affetta, mentre le mutazioni del mtDna possono causare debolezza muscolare, malattie neurodegenerative, disturbi cardiaci e diabete. Queste malattie possono essere trasmesse alla generazione successiva e quindi è ancora più importante capire il processo ereditario. Finora, nessun sistema modello è stato in grado di esplorare la questione di come e quando vengono determinate le proporzioni delle mutazioni patogeniche del mtDna che saranno ereditate. Christoph Freyer, scienziato ricercatore dell´Istituto Max Plank per la biologia dell´invecchiamento di Colonia, Germania, e del Karolinska Institute di Stoccolma, Svezia, insieme a un team di ricerca internazionale ha sviluppato un nuovo modello e ha trovato delle risposte. Secondo la ricerca, le differenze intra-familiari del grado di mutazione dei geni mitocondriali è in gran parte determinato prima che la madre stessa sia nata. Sembra anche che la rispettiva malattia possa essere passata alla generazione successiva attraverso i geni mutati, ma solo il mtDna materno è trasmesso. Il ruolo principale in questo processo è ricoperto da un patogeno, cioè una mutazione che provoca una malattia in un gene mitocondriale conosciuto come "tRna metionina". Le mutazioni nei geni mitocondriali di tRna causano un´alta percentuale delle malattie mitocondriali conosciute, anche se i geni di tRna costituiscono solo una frazione del mtDna totale. Questa discrepanza non è stata mai spiegata in modo soddisfacente. La scoperta principale di Freyer è stata dimostrare che diversamente dai geni che codificano le proteine, che la ricerca ha recentemente scoperto essere soggetti a selezione prenatale, i geni di tRna non sono eliminati dalla linea germinale della femmina. Quindi se e fino a che punto i geni mutanti possono essere trasmessi alla generazione successiva è deciso quando la futura madre è ancora un embrione, durante lo sviluppo delle cellule germinali. I geni mutanti spesso coesistono con i geni normali, una situazione chiamata eteroplasmia, nelle cellule degli ovuli che ne sono affetti. In altre parole, i geni mutati e non mutati si trovano in ogni cellula dell´ovulo in una particolare proporzione e quindi la mutazione può essere trasmessa o no alla generazione successiva. Questo spiega anche le differenze che ci sono all´interno di una famiglia. In conseguenza a queste scoperte scientifiche, i ricercatori hanno scoperto una caratteristica della genetica materna che potrebbe preparare il terreno a nuove possibilità per la diagnosi genetica. L´osservazione che in questo modello i mitocondri dei topi cercano di compensare i potenziali difetti causati dalle mutazioni ci dà ulteriori informazioni sui meccanismi ereditari alla base della malattia mitocondriale. "Forse," suggerisce Freyer, "questa compensazione potrebbe essere stimolata con la medicina." Il giovane ricercatore ha in programma di usare il suo modello sui topi in futuro per testare le cure che potrebbero prevenire la trasmissione ereditaria delle mutazioni del mtDna. Per maggiori informazioni, visitare: Istituto Max Planck per la biologia dell´invecchiamento: http://www.Age.mpg.de/index.php  Karolinska Institute: http://ki.Se/?l=en    
   
   
"INGEGNERIA DELLE PROTEINE: NUOVI APPROCCI E APPLICAZIONI"  
 
Chester, 11 ottobre 2012 - Dal 10 al 12 aprile 2013 si terrà a Chester, nel Regno Unito, una conferenza intitolata "Ingegneria delle proteine: nuovi approcci e applicazioni" (Protein engineering: new approaches and applications). L´ingegneria delle proteine continua a essere fondamentale per i ricercatori al fine di comprendere il ripiegamento e la funzione delle proteine naturali, aprire la strada per lo sfruttamento al di fuori del loro contesto biologico naturale e anche per la creazione di proteine non presenti in natura. Ci sono due strategie generali per l´ingegneria delle proteine: la progettazione razionale e l´evoluzione diretta. Queste tecniche non si escludono a vicenda e spesso i ricercatori le applicano entrambe. In futuro, una conoscenza più approfondita della struttura e funzione delle proteine, così come i progressi della tecnologia ad alte prestazioni, può espandere notevolmente le capacità dell´ingegneria delle proteine. La conferenza riunirà ricercatori specializzati in questo settore per discutere e scambiare idee sul loro lavoro più recente. I temi delle sessioni riguarderanno tra l´altro: - l´ingegneria delle proteine computazionale; - l´evoluzione guidata; - la costruzione di biocatalizzatori funzionali; - la biologia sintetica dal basso verso l´alto; - le interfacce proteina-proteina. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www.Biochemistry.org/conferences/allconferences/
tabid/379/view/conference/meetingno/sa143/default.aspx
 
 
   
   
NUOVO TEST PER SCOVARE LE SOSTANZE PROIBITE NELLO SPORT  
 
Bruxelles, 11 ottobre 2012 - Da luglio ad agosto l´attenzione del mondo era concentrata sulle Olimpiadi di Londra, dove hanno gareggiato più di 10.500 atleti provenienti da 204 comitati olimpici nazionali. Dietro le quinte 150 scienziati erano pronti a testare fino a 400 campioni ogni giorno per più di 240 sostanze vietate. I loro sforzi erano basati sui risultati del team Growth Hormone-2004 (Gh-2004), che ha sviluppato un test per l´abuso dell´ormone della crescita nel settore dello sport, con finanziamenti erogati dall´Agenzia mondiale antidoping (Wada) e dalla Us Anti-doping Agency, e con il supporto di Uk Anti-doping. Il loro test ha aiutato a svelare gli abusi di sostanze proibite nello sport, ed è stato elogiato da funzionari quali il presidente della Wada, John Fahey, che ha commentato: "Il nuovo test - che è stato approvato dalla Wada - è stato introdotto prima delle Olimpiadi di Londra 2012, e siamo sicuri che si rivelerà uno strumento importante nella lotta contro il doping nello sport. Andrà a integrare la prova che era in uso dalle Olimpiadi di Atene 2004, con la differenza sostanziale che la comunità dell´antidoping ha ora una finestra di riconoscimento molto più ampia in cui per lavorare." Il team Gh-2004 ha basato il suo lavoro sulla ricerca precedente del team Gh-2000, che è stata principalmente finanziata dall´Unione europea nell´ambito del programma Biomed 2 e dal Comitato Olimpico Internazionale (Cio). Il test attuale, che è stato sviluppato da scienziati dell´Università di Southampton, del King´s College di Londra e dell´Università del Kent a Canterbury, si basa sulla misurazione di due proteine nel sangue: fattore di crescita insulino-simile di tipo 1 e il propeptide del amminico-terminale del collageno di tipo 3. Entrambe queste proteine, che agiscono come marcatori dell´uso di ormone della crescita, aumentano in risposta all´ormone della crescita. Il test è stato utilizzato al laboratorio antidoping per le Olimpiadi di Londra 2012 e i Giochi Paralimpici, dove l´8 settembre 2012 il Comitato paralimpico internazionale ha annunciato che due sollevatori di pesi avevano ricevuto due anni di sospensione per violazioni alle regole antidoping che coinvolgono l´ormone della crescita. La sentenza è stata emessa a seguito di un accertamento di laboratorio avverso eseguito da analisti del King´s College di Londra presso il laboratorio antidoping utilizzando il nuovo test di marcatori. Il caso ha creato un altro tipo di record olimpico, un primato mondiale infatti, in quanto alcuni dei metodi di prova utilizzati dagli analisti sono stati introdotti solo appena prima di Londra 2012. Il nuovo metodo è in grado di rilevare l´abuso di ormone della crescita umano per un certo numero di settimane, rispetto ai metodi utilizzati in precedenza, che lo rilevavano soltanto per un periodo di tempo più breve. Per alcuni ricercatori, l´efficacia del test è stata una conferma del proprio lavoro. "Questi risultati dimostrano che gli anni di ricerca sono valsi la pena. Svolto in collaborazione con l´Università di Southampton e con l´Università di Kent, questo è stato uno dei progetti scientifici più complessi in cui il Centro di controllo della droga del King´s College è stato mai coinvolto. Essere riusciti a eseguire questo test alle Olimpiadi di quest´anno è un risultato enorme. Si tratta di un grande passo avanti nel rimanere in prima linea nella scienza dell´antidoping, per contribuire a scoraggiare l´abuso di sostanze vietate nello sport", ha detto David Cowan, direttore del Drug Control Centre al King´s College di Londra e direttore del laboratorio antidoping delle Olimpiadi 2012. Andy Parkinson, amministratore delegato di Uk Anti-doping, ha sottolineato che il lavoro svolto da parte degli analisti non solo ha scovato il doping nello sport, ma anche agito da deterrente: "Il miglioramento continuo nella scienza dei test è fondamentale per il movimento anti-doping mondiale, per garantire che gli atleti che adottano doping sofisticati vengano scoperti e che quelli al punto di svolta siano scoraggiati. Sono contento che questo test sviluppato nel Regno Unito, a cui il mio team ha partecipato attivamente, è stato utilizzato nei Giochi Paralimpici del 2012 con risultati tanto positivi." Richard Holt, professore di diabetologia e endocrinologia presso l´Università di Southampton e diabetologo presso il Southampton General Hospital, ha dichiarato: "Siamo lieti di disporre di un altro mezzo efficace e affidabile per scovare le infrazioni e contribuire a scoraggiare l´abuso di sostanze dannose. È servita un´enorme quantità di lavoro di squadra per lo sviluppo di questo test e sono lieto che questa dedizione ha finalmente prodotto risultati. Vorrei ringraziare l´Agenzia mondiale antidoping, la Us Anti-doping e la Uk Anti-doping per il loro sostegno e la loro fiducia nel nostro lavoro." Per maggiori informazioni, visitare: Gh-2004 team http://www.Gh2004.soton.ac.uk/  Report doping in sport http://www.Ukad.org.uk/what-we-do/report-doping    
   
   
IL FUMO PASSIVO INFLUENZA IL NEUROSVILUPPO DEI NEONATI  
 
Bruxelles, 11 ottobre 2012 - I neonati esposti alla nicotina da madri fumatrici attive o passive mostrano scarse reazioni fisiologiche, sensoriali, motorie e di attenzione. Sono questi i risultati di una nuova ricerca condotta nel Centro di ricerca di valutazione e di misura del comportamento (Cramc) dell´Universitat Rovira i Virgili in Spagna, e pubblicata sulla rivista Early Human Development. Il fumo è ancora diffuso in Europa. Circa il 29 per cento degli europei fumano e 695.000 europei muoiono prematuramente per cause legate al tabacco, il che lo rende la maggiore causa unica di morte evitabile. In termini finanziari, il fumo costa ai paesi dell´Ue almeno 100 miliardi di euro. Fumare durante la gravidanza è una delle maggiori, eppure evitabile, cause di malattia e morte della madre e del bambino. Ciononostante, gli studi epidemiologici mostrano che tra l´11 e il 30 % delle donne incinte fumano o sono esposte al fumo passivo di tabacco. Questa nuova ricerca potrebbe far notare ai fumatori le conseguenze del fumo sui bambini e sul loro sviluppo. Il fumo durante la gravidanza è già stato collegato a molti problemi diversi nei bambini come difficoltà di apprendimento, sindrome da deficit di attenzione e iperattività e persino l´obesità. Anche le madri ne sono colpite, le statistiche infatti mostrano che le donne che fumano durante la gravidanza hanno maggiori probabilità di avere perdite vaginali di sangue, distacco della placenta o bambini nati morti. Anche se i disturbi pediatrici e ostetrici legati al tabacco in questo stadio sono ben documentati, gli effetti sul comportamento neonatale non sono ancora stati studiati in profondità. Questo nuovo studio, condotto da esperti del Cramc, cerca di colmare questo divario di conoscenze e analizza gli effetti del fumo passivo durante la gravidanza sul neonato. Gli scienziati hanno cominciato valutando il comportamento di 282 neonati sani usando la Scala di valutazione del comportamento del neonato. Questa permette l´interazione con il neonato per valutare il suo comportamento e le sue reazioni tra le 48 e le 72 ore dopo la nascita. Delle madri studiate, il 22 per cento aveva fumato durante la gravidanza, mentre quasi il 6 per cento era stato esposto a fumo passivo. Delle madri fumatrici, il 12,4 per cento aveva fumato tra 1 e 5 sigarette al giorno, il 6,7 per cento tra le 6 e le 10 sigarette al giorno e il 2,8 per cento tra le 10 e le 15 sigarette al giorno. Nessuna aveva fumato più di 15 sigarette al giorno. "I neonati che avevano avuto un´esposizione intrauterina alla nicotina, in modo sia attivo che passivo, sembravano più colpiti in termini di sviluppo neurocomportamentale. Questo potrebbe essere un indicatore di patologie, indipendentemente da fattori sociodemografici, ostetrici e pediatrici," spiega Josefa Canals, autore principale dello studio. I risultati rivelano che i bambini nati da madri fumatrici e fumatrici passive avevano avuto risultati bassi nella loro capacità di inibire stimoli in grado di alterare il loro sistema nervoso centrale. Inoltre, i bambini di madri fumatrici passive mostravano uno scarso sviluppo motorio e quelli di madri fumatrici avevano una minore capacità di regolare il comportamento e la risposta in termini fisiologici, sensoriali, motori e di attenzione. "I professionisti sanitari dovrebbero incoraggiare le future mamme e le loro famiglie a eliminare o ridurre il consumo di tabacco," afferma la professoressa Canals, che ha descritto l´importanza di informare le madri sugli effetti dell´esposizione involontaria al fumo di sigaretta per prevenire i danni diretti al feto e allo sviluppo del bambino. Quando una donna incinta fuma, le concentrazioni di nicotina nel feto superano quelle trovate nella madre di oltre il 15 per cento. In Spagna, il 43,5 per cento delle donne di età compresa tra i 25 e i 44 anni fuma, ma durante la gravidanza questa percentuale scende a circa il 26,6 per cento. "Anche se però le donne tendono a ridurre il loro normale consumo di tabacco quando rimangono incinte, la chiave è studiare gli effetti dell´esposizione a piccole quantità di fumo sullo sviluppo del feto," ha concluso il professor Canals. Per maggiori informazioni, visitare: Università Rovira i Virgili http://www.Urv.cat/en_index.html  Early Human Development http://www.Journals.elsevier.com/early-human-development/    
   
   
PARTE IL PROGETTO DI FORMAZIONE PER ONCOLOGI DEL FVG  
 
Trieste, 11 ottobre 2012 - Gli oncologi del Friuli Venezia Giulia a lezione per migliorare l´organizzazione del "governo clinico", per rafforzare le proprie competenze gestionali in parallelo con la definizione della "rete oncologica" prevista nel nuovo Piano regionale. Parte venerdì a Udine alle 9, nella sede della Regione in via Sabbadini (sala Kugy), il programma di formazione della "Academy of Oncology Management", curata dalla Sda "Bocconi" di Milano. L´iniziativa della "Academy", che si articolerà in cinque intense giornate fino al 21 novembre, è il frutto di un Protocollo d´intesa sottoscritto nel maggio scorso dalla Regione con il Cipomo (Collegio italiano dei primari medici oncologi ospedalieri). Il documento era stato firmato dal presidente della Regione, Renzo Tondo, e dal coordinatore regionale del Cipomo, Gianpiero Fasola, direttore del dipartimento di Oncologia dell´Azienda universitario-ospedaliera di Udine, a nome del presidente nazionale. A sostenere i costi del corso è lo stesso Cipomo, che considera quella del Friuli Venezia Giulia un´esperienza pilota, da estendere anche ad altre Regioni. Il programma dell´ "Academy of Oncology Management" è stato messo a punto da due dei massimi specialisti italiani di gestione dei servizi sanitari, Elio Borgonovi e Valeria D. Tozzi, della Sda "Bocconi". In questa prima giornata Valeria D. Tozzi tratterà il tema "Start up e percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta)". Questi gli argomenti delle altre quattro giornate di lezioni, che si svolgeranno dalle 9 alle 17, sempre nella sede della Regione di via Sabbadini: "L´innovazione organizzativa in ospedale" (18 ottobre); "Health Technology Assessment-hta" (15 novembre); "Integrazione ospedale territorio per l´oncologia" (16 novembre); "Knowledge management e presentazione delle proposte di miglioramento" (21 novembre).  
   
   
SARDEGNA, BENEFICI AD ALTRI TRAPIANTATI: GIUNTA GIÀ AL LAVORO PER QUANTIFICAZIONE ECONOMICA  
 
 Cagliari, 11 Ottobre 2012 - "Nessun disimpegno nei confronti delle persone trapiantate di cuore, fegato e pancreas, anzi: la Giunta sta già lavorando alla quantificazione economica per estendere anche a loro i benefici previsti dalla normativa. Si tratta però di un argomento che necessita di una revisione generale e della modifica della legge regionale 11/1985, riservata esclusivamente ai nefropatici, e che per la delicatezza del tema non può essere affrontato con un emendamento a un disegno di legge generale sulla sanità". Lo precisa l’assessore della Sanità Simona De Francisci in merito all’emendamento dell’opposizione non approvato in mattinata dal Consiglio. "Venire incontro alle esigenze dei trapiantati di fegato e pancreas – spiega ancora l’assessore – è stato uno dei primi impegni con le associazioni e già nel 2010 avevo chiesto di inserire nel Collegato alla Finanziaria provvidenze specifiche per riequilibrare la parzialità della legge. Oggi intendo mantenere l’impegno senza fare passi indietro, ma l’importanza del tema richiede un’analisi più approfondita che un semplice emendamento non sarebbe riuscito a portare a termine".  
   
   
GIORNATA MONDIALE CONTRO L’OBESITA’; IN VENETO OBESI IL 10% DEGLI ADULTI E IL 7% DEI BAMBINI.  
 
 Venezia, 11 ottobre 2012 - In Veneto il 42% degli adulti tra 18 e 69 anni è “troppo grasso”: di questi il 32% è in sovrappeso e il 10% è obeso. In numeri assoluti, si tratta di un milione di persone in sovrappeso e 340 mila obese. E’ obeso anche il 7% dei bambini ed il 21% è in sovrappeso. “Diffondiamo oggi questi dati – sottolinea l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto – per sensibilizzare tutti i nostri cittadini in occasione della giornata mondiale contro l’obesità. Come testimoniano le statistiche, si tratta di un fenomeno diffuso e preoccupante, perché dall’obesità, sia infantile che adulta, derivano importanti patologie, molte delle quali di notevole gravità come ipertensione, infarto, ictus, diabete e, più in generale, un regime di vita pieno di difficoltà e ostacoli. Il tutto lo stiamo affrontando con rilevanti azioni di prevenzione e di promozione di sani stili di vita, a cominciare dal programma ‘guadagnare salute – rendere facili le scelte salutari’ e dal piano regionale della prevenzione 2010-2012, che comprende numerosi interventi per affrontare il problema dell’eccesso ponderale. E’ particolarmente importante insistere – aggiunge l’assessore – anche perché il problema numero uno è che molte persone in sovrappeso non hanno una giusta percezione del loro peso e sono quindi poco inclini a modificare il loro stile di vita per rimettersi in forma”. In Italia l’eccesso di peso risulta essere maggiore nelle regioni meridionali, ma anche nel Veneto il fenomeno è significativo. L’eccesso di peso è una condizione frequente, che aumenta con l’età e interessa di più gli uomini delle donne. Tra i bambini, l’eccesso ponderale risulta associato all’indice di massa corporea dei genitori. Quando almeno uno dei due è in sovrappeso, il 24% dei bambini lo è a sua volta e il 7% è obeso. Quando uno dei genitori è obeso, la percentuale di bambini in sovrappeso sale al 27% e di quelli obesi al 18%. Curiosa la percezione che ognuno ha del proprio peso: tra le persone in sovrappeso, ad esempio, il 42% è convinta di pesare “più o meno il giusto”. Il 25% delle donne ed il 50% degli uomini in sovrappeso non si percepiscono come tali. Anche la percezione delle madri sulle stato nutrizionale dei figli risulta distorta: il 39% delle madri di bimbi in sovrappeso e l’8% con figli obesi pensa che il loro figlio sia normopeso o addirittura sottopeso. La principale causa del sovrappeso o dell’obesità è il “combinato disposto” tra alimentazione scorretta e sedentarietà. Ad esempio, solo il 13% dei veneti consuma le 5 porzioni giornaliere di frutta e verdura consigliate. I bambini consumano troppe bevande gassate o zuccherate: solo il 50% di loro consuma la quantità consigliata, cioè meno di una volta al giorno. Il 20% assume queste bevande “più volte al giorno”.  
   
   
MENARINI, TOSCANA A PASSERA E BALDUZZI: SUBITO UN TAVOLO NAZIONALE SULLA FARMACEUTICA  
 
Firenze, 11 ottobre 2012 - Aprire subito un tavolo di confronto a livello nazionale sui problemi dell’industria farmaceutica legati all’entrata in vigore della legge sull’obbligo di prescrizione del principio attivo con l’obiettivo di arrivare ad una proposta “che tuteli la libertà di scelta dei cittadini e allo stesso tempo la sopravvivenza e lo sviluppo della farmaceutica italiana”. E’ quanto chiede, in una lettera inviata stamani ai ministri dello sviluppo economico Corrado Passera e della salute Renato Balduzzi, l’assessore alle a attività produttive Gianfranco Simoncini, dopo aver appreso dalla stampa che la società Menarini ha informato le organizzazioni sindacali dell’apertura della procedura per oltre 1000 esuberi. “L’azienda – scrive l’assessore – ha connesso questa decisione al calo di fatturato che per alcuni prodotti oscillerebbe tra il 20 e il 50 per cento, a partire dal mese di agosto. Senza entrare nel merito della situazione generale di Menarini, è indubbio che in questa vicenda svolge un ruolo pesante la legge che obbliga in sostanza il medico a fare prescrizioni indicando la sola denominazione del principio attivo contenuta nel farmaco”. L’assessore Simoncini aveva già espresso, con una precedente lettera, al ministro Passera la preoccupazione circa le ripercussioni di questa norma sull’intero settore farmaceutico, sulla concreta possibilità della penalizzazione dell’industria farmaceutica nel Paese. “Ritengo oggi, alla luce delle notizie apparse – sottolinea l’assessore – che ci debba essere una forte azione affinché questa vicenda non determini un contraccolpo pesante sull’occupazione e sui livelli occupazionali. Non possiamo accettare che siano i lavoratori a pagare queste scelte né che si determini l’indebolimento dell’industria farmaceutica italiana che in Toscana ha uno dei poli più rappresentativi in termini di fatturato e di occupazione”. L’assessore convocato una riunione a livello regionale, con sindacati e istituzioni, per il prossimo 16 ottobre.  
   
   
REGIONE E FONDAZIONE DON GNOCCHI COLLABORANO PER ASSISTENZA, FORMAZIONE, RICERCA  
 
Firenze, 11 ottobre 2012 - Un accordo di collaborazione tra Regione Toscana e Fondazione Don Carlo Gnocchi sul versante dell’assistenza, della formazione, della ricerca. L’hanno firmato questa mattina l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni e il presidente della Fondazione Don Gnocchi monsignor Angelo Bazzari. L’accordo avrà durata triennale, e sarà prorogato tacitamente di anno in anno. “La programmazione sanitaria della Regione Toscana prevede l’attivazione di una forte sinergia e integrazione tra settore pubblico e privato – ha detto l’assessore Luigi Marroni – Ormai da molti anni la Fondazione Don Gnocchi è un nostro importante partner no profit, che, tramite le proprie strutture toscane, opera a tutti gli effetti all’interno del servizio sanitario regionale. Grazie all’accordo firmato stamani, questa collaborazione diviene più stretta e strutturata”. “Si tratta di un significativo riconoscimento dell’impegno che la Fondazione Don Gnocchi sta portando avanti da anni, con competenza e dedizione, nel campo della riabilitazione e della ricerca scientifica – è la dichirazione di monsignor Angelo Bazzari – L’accordo va nella direzione di un rafforzamento dell’integrazione tra il Polo toscano della Don Gnocchi e la Regione e corona una serie di importanti iniziative realizzate in Toscana negli ultimi mesi: l’apertura del nuovo Ircss Don Gnocchi di Firenze-torregalli, l’avvio dell’attività dell’Hospice per malati terminali al Centro S. Maria alla Pineta di Marina di Massa, il consolidamento del polo ambulatoriale di Colle Val D’elsa e il completamento della struttura riabilitativa di Fivizzano, della quale è prossima l’attivazione”. L’accordo regola i rapporti tra la Regione e tutti i centri del polo toscano della Fondazione: - Irccs Centro di riabilitazione Don Carlo Gnocchi di Firenze (vicino all’ospedale di Torregalli) - Centro di riabilitazione Don Gnocchi di Colle Val d’Elsa - Centro Santa Maria della Pineta di Marina di Massa - Hospice di Massa - Polo specialistico riabilitativo ospedale Sant’antonio Abate di Fivizzano (Ms) Gli ambiti di attività saranno la riabilitazione (intensiva, ospedaliera, extra ospedaliera, residenziale, semi-residenziale, ambulatoriale, domiciliare, specialistica ambulatoriale), hospice, cure intermedie. Un monitoraggio costante del consumo progressivo di prestazioni da parte delle singole aziende sanitarie consentirà, nel caso si verificassero variazione del fabbisogno, di rimodulare i piani di attività affidati alla Fondazione e riallocare le risorse tra le aziende sanitarie dell’Area Vasta. La Fondazione collaborerà con la Regione anche sul versante della formazione e su quello della ricerca scientifica nei settori neuromotorio, ortopedico, neurocognitivo, cardiologico, penumologico e oncologico, nonché negli ambiti della medicina e tecnologie molecolari, della bioingegneria e tecnologie biomediche e delle tecnologie per l’integrazione scoiale e la sanità pubblica. Inoltre, la Fondazione metterà a disposizione della Regione la propria competenza anche al fine di realizzare e costituire uno sportello handicap regionale che, in collaborazione con le associazioni toscane rappresentative dei disabili, potrà fornire assistenza e consulenza sulle complesse problematiche attinenti il mondo della disabilità, per facilitare il reingresso dei disabili nella vita di relazione familiare, lavorativa, civile, scolastica e sociale. Sito: www.Dongnocchi.it    
   
   
STUDIO SU EFFETTI DELL’IPNOSI NEL TRATTAMENTO DEL DOLORE MINOR ANSIA E DEPRESSIONE, MAGGIOR BENESSERE A FAVORE DELLA QUALITA’ DI VITA DEL PAZIENTE TERMINALE  
 
Torino, 11 ottobre 2012 - Ansia, depressione e dolore sono presenti nel 50 % dei pazienti terminali e ne modificano grandemente l’immagine e l’identità personale. Lo scopo delle cure palliative è il raggiungimento della miglior qualità di vita possibile per i pazienti e per le loro famiglie ed E’ una disciplina che vede il paziente nella sua totalità per rispondere ai bisogni espressi su vari piani : medico-biologico, psicologico, esistenziale. L’ipnosi in tale contesto rappresenta uno strumento utile applicabile a diversi livelli nella gestione del malato terminale. Oltre a poter controllare i sintomi della malattia, aiuta a gestire gli effetti collaterali dei trattamenti, e sul piano psicologico contribuisce a controllare ansia e depressione. Uno studio condotto dal Milton Erickson Institute di Torino ha valutato, in 30 pazienti di età compresa tra i 55 e i 72 anni in fase terminale, la correlazione tra l’efficacia del trattamento ipnotico nella riduzione del dolore e la percezione di un miglioramento del benessere come diminuzione dell’ansia e della depressione legate al sintomo dolorifico. L’utilizzo dell’ipnosi nei soggetti esaminati in 6 settimane ha favorito una riduzione della percezione del sintomo dolorifico del 41% secondo la scala di Vas con conseguente riduzione dei livelli di ansia del 60% corrispondente ad un passaggio da grave a lieve secondo la scala Hads; la depressione si è ridotta del 67% passando da grave a moderata. Questi risultati sono stati accompagnati da un miglioramento della qualità di vita rispetto ai limiti imposti dalla malattia. La dott.Ssa Piera Rosso presenterà i dati preliminari del lavoro al Xix Congresso Nazionale della Società Italiane di Cure Palliative in corso al Centro Congressi Lingotto di Torino, mercoledì 10 ottobre p.V. “L’ipnosi permette di controllare le sensazioni dolorifiche e consente - spiega la Dott.ssa Piera Rosso, psicoterapeuta del M. Erickson Institute - una riduzione del dosaggio dei sedativi facendo recuperare ai pazienti lucidità e tempo prezioso da trascorrere con i propri familiari in un periodo estremamente significativo della loro vita.” L’ipnosi in pazienti che presentano difficoltà, legate non solo alla componente sintomatica della malattia ma anche difficoltà nell’affrontare ed adattarsi alla graduale perdita di funzionalità e di indipendenza nelle attività quotidiane, ha un valore enorme poichè permette il coinvolgimento attivo della persona nel progetto di cura, favorendo la percezione di poter riacquistare il controllo sulla propria vita. E’ uno strumento “a misura d’uomo”estremamente efficace e in grado di modificare processi di pensiero e meccanismi fisiologici. Può affiancare la normale routine medica e psicologica apportando un contributo significativo al benessere del paziente, migliorando quindi la sua qualità di vita. Ricordiamo che l’istituto Milton Erickson di Torino, fondato nel 1996, è direttamente collegato alla Milton Erickson Foundation che lo riconosce come centro di riferimento dell’ipnosi ericksoniana in italia ed è da sempre orientato alla ricerca in diversi ambiti tra cui quello delle cure palliative. Http://www.ericksoninstitute.it/it/70/ipnosi-e-dolore/    
   
   
TRENTO: OMAGGIO A ELMO AMBROSI E AI SUOI PAESAGGI DELL´ARTE  
 
Trento, 11 ottobre 2012 - Dopo una anticipazione riservata ai giornalisti, prevista per il mezzogiorno di giovedì 11 ottobre, sarà inaugurata venerdì 12 ottobre alle 18.30, presso gli spazi di Palazzo Trentini, in via Manci a Trento, la mostra retrospettiva dedicata al pittore Elmo Ambrosi, che rimarrà aperta al pubblico fino al prossimo 3 novembre. L’esposizione, ideata dal Gruppo di artisti trentini “La Cerchia” e promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia autonoma di Trento, è stata curata da Alessandro Franceschini. L’obiettivo del progetto espositivo è quello di rendere omaggio a questo importante artista e, al contempo, di iniziare un processo di sistematizzazione del suo contributo all’arte trentina del Novecento. A vent’anni dalla morte, verranno messe in mostra alcune fra le più significative opere pittoriche di Ambrosi. Acuto osservatore delle cose del mondo, abile interprete della dialettica tra il nostro mondo e quello della natura, curioso esploratore di paesaggi naturali ed umani, Elmo Ambrosi ha lasciato un’eredità figurativa di rara intensità che testimonia il suo modo di intendere l’arte, la natura, gli altri. Attraverso i suoi occhi il mondo ci appare, ancor oggi, in una dimensione nuova, in bilico tra la figura e l’astratto, tra il sogno e la realtà, tra la narrazione e l’interpretazione. Nato a Riva del Garda il 24 luglio del 1910, Ambrosi ha attraversato tutto il Novecento con un impegno artistico costante e personalissimo. Figlio di Gustavo Ambrosi e di Rosina Micheli, proviene da una famiglia originaria di Pellizzano, un piccolo paese della Val di Sole, nel Trentino nord occidentale. Dopo aver vissuto a Riva del Garda, si trasferisce, orfano di padre, a Rovereto, dove avviene la sua formazione artistica e culturale, conoscendo artisti del calibro di Fortunato Depero e Luciano Baldessari e frequentando le botteghe di Ernesto Piccoli, Elio Martinelli, Attilio Lasta. Superata la tragica esperienza della Seconda guerra mondiale, Ambrosi riprende l’attività artistica che diventa significativa a partire dagli anni Sessanta. Accanto alla produzione pittorica affianca un inteso periodo di formazione fuori dal Trentino con viaggi in Toscana e a Roma, ma soprattutto a Parigi, Londra e New York, dove è ospite dalle comunità dei Trentini nel mondo. È proprio il contatto con i paesaggi urbani delle grandi metropoli della cultura occidentale a definire e a puntualizzare lo stile pittorico di Ambrosi. In quel periodo emergono anche i maestri che contribuiscono a definire la formazione e lo stile del pittore: in particolare i macchiaioli Fattori, Sernesi e Signorini e gli impressionisti Courbet, Degas, Cézanne e Matisse. Stabilitosi definitivamente a Trento nel 1962 inizia un percorso trentennale caratterizzato da un’intensa attività artistica che affianca alla professione di insegnante. Le sue opere ottengono fin da subito il consenso del pubblico e l’artista è più volte invitato ad esporre in tutta Italia ed in gran parte del Mondo. I suoi lavori sono sparsi in collezioni pubbliche e private di tutto il pianeta. La morte lo coglie all’improvviso, in piena attività artistica, nell’autunno del 1992. Superato il realismo figurativo, l’impronta macchiaiola, il naturalismo impressionista e post-impressionista Ambrosi scompone progressivamente le forme attraverso un assunto cromatico di taglio neo cubista, molto dinamico, fatto di composizioni e sovrapposizioni raffinate, calibrate sia in densità che in scelta cromatica. È una somma ideale di percezioni in si può trovare armonia, luci, colori, odori: le stagioni del bosco. Come l’immaginazione di una sovrapposizioni di percorsi, e letta con uno sguardo distaccato e a distanza di molti anni, l’opera di Elmo Ambrosi appare oggi come il risultato e l’esito di un percorso d’indagine interiore che trova nell’arte lo strumento di espressione e di emancipazione. Un’arte dalle caratteristiche poetiche, liriche, perché Ambrosi è stato, fondamentalmente, un «contemplativo» che trae dalla musicalità dei toni il lessico della propria poesia. Così, nell’esposizione di Palazzo Trentini, vengono indagati i temi che Elmo Ambrosi affronta durante tutta la sua esistenza. Si tratta di un percorso umano ed artistico ricco di eventi e di opere che lascia ai contemporanei un’importante eredità figurativa e culturale. Anche guardando con occhi moderni i lavori di Ambrosi, appare evidente la loro capacità di comunicare messaggi anche all’uomo di oggi. Quello che il pittore compie, è il lavoro estenuante ed appassionato che dura tutta una vita, che lo pone in una mai paga ricerca estetica.  
   
   
L’ORMONE RELAXINA SALVA ANCHE I DIPINTI  
 
Firenze, 11 ottobre 2012 - Si deve al congresso internazionale sull’ormone Relaxina, in corso al Scuola di Sanità Militare (Via Venezia 5 Firenze, 8 – 12 Ottobre 2012 ), il restauro di due preziosi dipinti appartenenti alla collezione del Museo Bardini. Si tratta del Prometeo plasma l’uomo con l’argilla e del Bacco e Arianna, entrambi oli su tela, due episodi mitologici che alludono allo straordinario potere salvavita della sostanza oggetto del simposio. Il primo dipinto fu realizzato intorno alla metà del Settecento da Pompeo Batoni, allora artista di fama internazionale. L’opera (125 x 90,5 cm, restaurata da Elisabetta Bianco, Debora Minotti e Luisa Landi) si ispira al celebre mito illustrato da Platone nel Protagora e rappresenta la seconda parte della creazione dell’uomo da parte del titano Prometeo. Il quale, come noto, fece l’uomo diverso dagli altri animali con l’aiuto della dea Minerva, che infuse nel cervello umano l’attitudine alla tecnica (tra cui oggi includiamo la ricerca scientifica) simboleggiata da una farfalla. “Abbiamo scelto di restaurare il quadro proprio per quella farfalla “, spiega il professor Mario Bigazzi, presidente del congresso e fondatore della Relaxina Foundation che appunto finanzia il restauro, “La farfalla può infatti essere emblema degli studi e dell’evoluzione delle ricerche sulla Relaxina: svolazzando cambia continuamente fiori e direzione, così come la storia di questo ormone è ricca di azioni ed effetti inattesi e sorprendenti quanto estremamente efficaci nella prevenzione e nelle terapie delle malattie del sistema cardiocircolatorio”. L’altro dipinto risale al Seicento. Appartiene all’ambito di Guido Reni (forse opera di Giovanni Andrea Sirani o Giovanni Giacomo Sementi) e misura 185,5 cm x 152. L’incontro di un nudo dio Bacco con una nudissima Arianna abbandonata da Teseo sull’isola greca di Naxos prelude a un inevitabile gioco amoroso. “Anche questa vicenda”, ricorda Bigazzi, “allude alla Relaxina. L’incontro dei due amanti è infatti l’inizio del processo della riproduzione in cui l’ormone Relaxina, presente nel sangue delle donne durante l’ovulazione e nella gravidanza, gioca un ruolo determinante, sia per preservarle da infarti e altri disturbi cardiocircolatori, sia per consentire loro di vivere più a lungo dell’uomo”.  
   
   
OBIETTIVO SUL PITTORE CON LA MACCHINA DEL TEMPO IL FOTOGRAFO AMERICANO CY DECOSSE E L’ARTISTA FIORENTINO SI CONOBBERO NEL 1954, QUANDO ENTRAMBI STUDIAVANO ALL’ISTITUTO D’ARTE  
 
Firenze, 11 ottobre 2012 - L’amicizia semisecolare e transatlantica tra un mago dell’obiettivo e un artista del pennello diventa adesso una mostra raffinata e nostalgica che il fotografo dedica al pittore e al suo lavoro. L’americano Cy Decosse rende omaggio al fiorentino Mario Fallani con un’esposizione di immagini pluridecennali, che si inaugura giovedì 11, ore 16, alla galleria Abracadabra in via dell’Amorino 5 (aperta fino al 28 ottobre). Fallani nel suo studio in epoche diverse; Fallani che dipinge i suoi fiori trasognati, gli alberi, la campagna; i dettagli del suo stile e del modo di operare; le grandi tele; i primi piani. E’ il ritratto di un artista di straordinaria sensibilità scritto attraverso il tempo con la calligrafia sapiente di un grande fotografo e sperimentatore. Entrambi appartengono ormai alla stagione dei fabulous ottanta. Anzi, con qualche anno in più di Fallani, Decosse ha già superato il traguardo. Quando si conobbero nel 1954 erano ventenni e poco più. Studiavano entrambi all’Istituto d’Arte di Porta Romana. In quella Firenze postbellica, povera ma bella e ancora piegata nella ricostruzione, il giovane Fallani apprendista stregone trovò sponda intellettuale nell’americano alto, dinoccolato e sicuro di sé. Stessi gusti, stesse passioni, stessa voglia di riuscire. Decosse aveva già alla spalle esperienze professionali nel mondo della pubblicità, padroneggiava tecniche fotografiche e di stampa qui ancora sconosciute e ai fiorentini apparve per tutto ciò come circonfuso di un’aureola speciale. L’amicizia non si interruppe neppure quando Decosse negli Stati Uniti dove della pubblicità fece a lungo mestiere, mentre in Italia Fallani continuava a costruire l’edificio della sua carriera prestigiosa: dal figurativo all’informale alla poesia visiva, per poi tornare al figurativo con una capacità espressiva tutta propria, ragionata, sofferta, quasi onirica, inconfondibile. Vita intellettuale, vita d’artista, un po’ bohème, non senza legittime ambizioni: mostre, manifesti, dibattiti, fino al celebre sodalizio Fellini-fallani, ovvero il grande Federico per cui Fallani avrebbe realizzato le scenografie di Casanova e di La nave va. Prima, però, finalmente l’America. Non solo Fallani sposa Pat Klee, studentessa dell’Ohio presa al volo a Firenze, ma ottiene anche una cattedra a Chicago, poi a New York. E tra un insegnamento e l’altro l’amicizia con Decosse vive nuove stagioni. Altre mostre, altre avventure, una quantità inverosimile di pranzi tra famiglie e amici. Dove si sposta Fallani, Decosse non si fa mancare, sempre presente ad applaudire le grandi esposizioni dell’amico pittore, in America, Germania e altrove, prima e dopo il ritorno a Firenze. Tutto ciò è riassunto in un’agile brochure di Abracadabra, semplice e perciò elegante nel testo e nelle immagini.  
   
   
SPORT NEL LAZIO: PUBBLICATO BANDO PER SICUREZZA IMPIANTI  
 
Roma, 11 ottobre 2012 - In arrivo 1,8 milioni di euro per sostenere gli interventi che migliorano il livello di sicurezza degli impianti sportivi, attraverso un bando aperto a tutte le istituzioni pubbliche e alle società sportive private che gestiscono tali impianti d´accordo con la Consulta per la Sicurezza dello Sport. Il bando è stato pubblicato oggi sito www.Culturalazio.it e scadrà il prossimo 8 novembre. “La Giunta Polverini - spiega l´assessore allo Sport della Regione Lazio Fabiana Santini - ha fatto della sicurezza nello sport uno dei principali impegni di governo nei confronti dello sport di base, operando concretamente dall´inizio del mandato per migliorare la sicurezza degli impianti e la tutela della salute degli atleti”. Novità assoluta la collaborazione con Unionfidi “grazie alla quale – prosegue Santini – la Regione ha predisposto un ulteriore intervento per agevolare l´accesso al credito delle società e delle associazioni che sosterranno tali interventi. Per dare adeguata informazione a questo strategico intervento – conclude Santini - insieme al Coni regionale stiamo organizzando una serie di appuntamenti sul territorio aperti agli enti sportivi, alle associazioni e alle società sportive interessate