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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 12 Marzo 2015
ECCO RIO, ROBOT ORTOPEDICO: IN TOSCANA IL PRIMO A SANSEPOLCRO  
 
Firenze 12 marzo 2015 - E´ in funzione all´ospedale di Sansepolcro - prima struttura pubblica in Toscana e seconda in Italia (dopo Modena) - il sistema Rio, una piattaforma robotica ad alta tecnologia per la chirurgia protesica in ortopedia. L´hanno presentata stamani nel corso di una conferenza stampa l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, il direttore generale della Asl 8 di Arezzo Enrico Desideri e i direttori delle Unità operative di ortopedia di Arezzo Patrizio Caldora e del Valdarno Luigi Ciampalini. Presente anche il sindaco di Sansepolcro Daniela Frullani. Rio, prodotto da Mako Surgical Corp. E introdotto in Italia da Ab Medical nel 2011, è in funzione all´ospedale di Sansepolcro dall´estate 2014. E´ un braccio robotico, che permette di riprodurre sul paziente ciò che il chirurgo ha pianificato con estrema precisione sul software, eliminando l´errore manuale. Il gesto chirurgico effettuato con il braccio robotico ha un margine di errore di un millimetro, oltre il quale il sistema si arresta, evitando danni potenziali ad arterie, vene e nervi. Viene utilizzato per interventi su artrosi primaria e secondaria. Garantisce elevatissima precisione e riproducibilità del gesto chirurgico, minore sanguinamento, tempi di degenza minori, rischi più bassi di infezione post-operatoria, tempi di recupero più veloci, migliore mobilità e qualità della vita, ma soprattutto, seppur da verificare, una più lunga sopravvivenza delle protesi impiantate con robotica rispetto al metodo tradizionale. "Questo sistema robotico è molto innovativo - ha detto l´assessore Marroni - Fa parte di una strategia regionale strutturata negli anni che, partita da Grosseto, ha poi toccato Careggi, Pisa, Siena, Arezzo. Tutti luoghi dove la chirurgia robotica ha grande valore, in un´ottica di rete diffusa". "L´ospedale di Sansepolcro è in rete, e questa è una strategia importante - è la dichiarazione di Daniela Frullani - Possiamo contare su professionisti che vengono da altri ospedali nella nostra struttura. Per noi è motivo di grande soddisfazione ospitare questo studio". "Il ruolo dei piccoli ospedali è importantissimo, determinante - osserva Enrico Desideri - Tra l´altro, questo tipo di interventi ha costi inferiori in un piccolo ospedale". I sistemi robotici Rio installati nel mondo sono più di 270, di cui 6 in Italia: 2 in strutture pubbliche (Sansepolcro e Policlinico di Modena), 4 in strutture private, di cui due con casistica maggiore. Dall´esordio negli Stati Uniti, il cui primo impianto risale al 2006, al 2013 sono state impiantate nel mondo 30.000 protesi. In Italia dal 2011 ne sono stati impiantati 1.457, di cui 1.260 gionocchia e 197 anche. A partire dal luglio 2014 a Sansepolcro sono state impiantate 58 protesi con tecnica robotica, di cui 32 anche e 26 ginocchia. In generale, la chirurgia protesica ortopedica viene eseguita con tecnologie tradizionali o con l´ausilio di sistemi di navigazione. La robotica risulta essere un passo avanti rispetto alla navigazione in termini di precisione e riproducibilità. La chirurgia robotica si differenzia dalle tecniche attualmente utilizzate per la maggior precisione, l´accuratezza e la riproducibilità dell´atto chirurgico. La piattaforma robotica per ortopedia protesica Mako surgical - modello Rio System consente una pianificazione estremamente precisa della protesi su immagini Tac, che vengono elaborate sia in due che in tre dimensioni. Consentendo così una riproducibilità anche tridimensionale del planning e dell´immagine intraoperatoria, e tenendo in debita considerazione l´anatomia specifica di ogni paziente, il bilanciamento legamentoso dell´articolazione, lo spessore della cartilagine, l´orientamento, lo scorrimento e l´accoppiamento tra le componenti protesiche. Sul sito della Asl 8 di Arezzo è possibile vedere un video dell´intervento con il sistema Rio http://www.Usl8.toscana.it/    
   
   
CONFERENZA TERNI: INTEGRAZIONE FUNZIONI AZIENDE SANITARIA E OSPEDALIERA PER MIGLIORARE QUALITÀ ASSISTENZA PER I CITTADINI  
 
Terni, 12 marzo 2015 - "Migliorare innanzitutto la qualità dell´assistenza sanitaria per i cittadini, e considerare sempre di più in maniera integrata le funzioni dell´Azienda sanitaria ospedaliera con quelle della Usl". È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, concludendo i lavori della Conferenza svoltasi ieri mattina a Terni, sul tema "Lo sviluppo e la crescita dei servizi della Usl 2 ed il processo di integrazione con l´Azienda ospedaliera Santa Maria", cui hanno partecipato il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, il rettore dell´Università degli studi di Perugia, Franco Moriconi, i direttori generali delle due Aziende, Andrea Casciari e Sandro Fratini, e il direttore regionale alla sanità, Emilio Duca. "Questo processo di integrazione - ha affermato Marini - deve servire a superare le separatezze del sistema sanitario che spesso si scaricano sui cittadini. Puntare quindi sempre di più a garantire una continuità delle prestazioni sanitarie per i pazienti che, da un ricovero ospedaliero per una patologia acuta, devono poi essere messi nelle condizioni di poter usufruire di una adeguata assistenza, anche domiciliare, post ricovero, con la presa in carico da parte del sistema sanitario che possa garantire loro la necessaria continuità assistenziale". "Il lavoro positivo che stanno facendo le due Aziende – ha detto - va proprio in questa direzione. Che è quella di cogliere la sfida che ha oggi la sanità pubblica di fronte a sé, che vuole dire per i pazienti poter trascorrere meno tempo possibile in ospedale e più tempo possibile in strutture non ospedaliere, e meglio ancora nella propria abitazione, ma con una rete sanitaria - ha sottolineato - in grado di assistere il paziente nel miglior modo possibile in termini di qualità della cura". "Una sfida – ha concluso la presidente Marini - che sarà alla base della nuova Casa della salute di Terni le cui caratteristiche dovranno rispondere appunto ad un nuovo servizio sanitario pubblico sempre più orientato a ospedali dedicati alla cura delle patologie acute, mentre per tutto il resto i cittadini dovranno far riferimento alla medicina del territorio".  
   
   
AMIT – SI APRE A MILANO IL 5° CONGRESSO INTERNAZIONALE SULLE MALATTIE INFETTIVE  
 
 Milano, 12 marzo 2015 - Il Congresso - Si aprirà giovedì 12 marzo a Milano il 5° Congresso Internazionale Amit, Argomenti di Malattie Infettive, presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”. Si prevede la presenza di più di trecento specialisti provenienti da tutta Italia e dall’estero. Il Congresso, ormai giunto alla quinta edizione, continua nella propria tradizione di proporre argomenti di grande attualità in campo infettivologico accentrando, in particolare, l’attenzione sulla realtà della continuità assistenziale che comprende il livello ospedaliero e territoriale. Il Programma - “Stiamo affrontando sia a livello globale che locale delle emergenze epidemiologiche, in alcuni casi drammatiche, causate dalla sempre più grande diffusione di ceppi batterici con sensibilità a poche o addirittura nessuna classe di antibiotici – spiega il Presidente del Congresso Marco Tinelli, Direttore Azienda Ospedaliera di Lodi e Componente del Consiglio Nazionale della Simit – Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali - A tal proposito, come scelta iniziale delle sessioni congressuali, abbiamo identificato la disamina degli effetti patogeni più rilevanti, sia dal punto di vista microbiologico che epidemiologico, provocati dai microrganismi multi-resistenti e l’impatto che ne deriva nella pratica clinica. E’ pertanto fondamentale, di fronte alle sfide che dobbiamo affrontare, proporre dei modelli di controllo delle infezioni i più razionali ed efficaci possibili”. Il vero ed enorme problema del clinico è come ottimizzare l’antibiotico-terapia dei microrganismi multi-resistenti sia per la scarsità di molecole realmente efficaci che per le prospettive di pochissime altre che saranno a disposizione nel prossimo futuro. Bisogna quindi rivedere gli schemi terapeutici “classici” adottando, in alcuni casi, dosaggi molto più elevati degli antibiotici rispetto a quelli cosiddetti “standard”. Seguendo la filosofia del Congresso in continuità con le altre edizioni, sono stati identificati una serie di argomenti che riteniamo molto rilevanti ed attuali: essi verranno trattati dai maggiori specialisti di livello internazionale in materia. Il Fenomeno - Sono 4.100mila circa i pazienti della Comunità Europea che vengono colpiti da infezioni legate all’assistenza sanitaria con una stima di 147mila morti ogni anno. Le infezioni più frequenti sono le polmoniti, soprattutto quelle legate alle comunità e agli ospedali, percentualmente sono il 19,4% di tutte le infezioni, le post chirurgiche, che riguardano il 19,6% del numero complessivo e le infezioni urinarie il 19%. Particolarmente frequenti anche le infezioni del torrente circolatorio (10,7%) e gastrointestinali (7,7%). “Sono soprattutto i neonati, gli anziani e i soggetti con alcune criticità, come diabete, problemi cardiovascolari, sottoposti a trapianti e a trattamenti chemioterapici, i più in pericolo – aggiunge il Dott. Marco Tinelli - Le infezioni crescono al crescere dell’età: sopra i 65 anni i fattori di rischio aumentano di almeno tre volte. Un problema che aumenta ulteriormente una volta superati i 75 anni. Il 75% delle prescrizioni che sono fatte in Italia sono per over 65, una percentuale che da sola assorbe il 65% dei costi del Sistema Sanitario Nazionale”. Lombardia - La Lombardia è la regione italiana dove ci sono più strutture ospedaliere per malati critici. Presso tali pazienti si sviluppano più facilmente infezioni anche gravi molte delle quali da batteri ad alta resistenza agli antibiotici. Il problema è la gestione della terapia antibiotica, la cosiddetta “antibiotic stewardship” dove in Lombardia, come nel resto d’Italia, non sempre e non ovunque sono stati sviluppati dei programmi ancora efficaci di gestione per la corretta somministrazione degli antibiotici specie nei pazienti a più alto rischio di infezione come gli immuno-compromessi (trapiantati, neoplastici, anziani, ecc). A preoccupare particolarmente è la percentuale elevate di anziani over 70 con infezioni gravi, in particolar da enterobatteri , batteri che normalmente sono i principali componenti della flora batterica intestinale e non danno problemi. Nelle persone fragili come l’anziano possono diventare virulenti e dare origine ad infezioni anche molti gravi. Tra questi batteri il più diffuso è l’E. Coli ma il più pericoloso è la Klebsiella pneumoniae. Il problema nell’anziano in Lombardia è particolarmente sentito perché è la regione d’Italia a più alta densità di posti letto per abitante (28,3 per 100 abitanti) nella case di riposo (le Rsa). Presso tali strutture si riscontrano percentuali elevate (anche del 50%) di infezioni causate da batteri resistenti agli antibiotici più comuni. Il problema di Milano, inoltre, è la caratterizzazione dei nuclei abitativi: la percentuale di famiglie monocomponenti o bicomponenti raggiunge il 51 %. Molte di queste persone sono disabili e con numerose malattie associate (comorbilità). Questo determina una particolare vulnerabilità alle infezioni anche da batteri ad alta resistenza come verrà illustrato durante il Congresso. Infatti non solo negli ospedalie nelle case di riposo ma anche nel territorio (nuclei abitativi, ecc) si trovano gli stessi batteri resistenti alla gran parte degli antibiotici. Uno studio eseguito in Lombardia nei territori delle provincie di Lodi e di Lecco, tra i primi a livello internazionale, ha dimostrato che purtroppo le resistenze agli antibiotici si stanno diffondendo anche fuori dagli ospedali e dalle case di riposo per anziani. Sono stati infatti riscontrati nello studio il 5% di isolamenti di batteri ad alta resistenza a tutti gli antibiotici tranne uno: la colistina. Da ciò ne deriva che molto spesso gran parte degli antibiotici comunemente usati dai Medici di Famiglia sono del tutto inefficaci. 5° Amit – Congresso Internazionale Argomenti Di Malattie Infettive Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” Milano 12-13 marzo 2015.  
   
   
MILANO: UNA “ONDA D’URTO” CONTRO IL TUMORE AL SENO DELLE DONNE IMMIGRATE  
 
 Milano, 12 marzo 2015 – “Gettiamo acqua sul fuoco e riusciremo a spegnerlo”: questo l’impegno di “Onda d’urto”, il ciclo d’incontri gratuiti organizzato dalla Casa dei Diritti e destinato alle donne immigrate per affondare la paura, nuotare verso il futuro, approdare alla ricerca. Il cancro alla mammella, pur essendo il più diffuso dei tumori femminili ed essere purtroppo in continuo, inarrestabile aumento, può oggi essere definitivamente sconfitto nella stragrande maggioranza dei casi. "La promozione della salute e di sani stili di vita è importante nella lotta a questa malattia ed è fondamentale parlare a donne di altre culture, di altri Paesi che possono approfondire la loro conoscenza sulla diagnosi precoce del tumore al seno, puntando così sulla prevenzione – hanno dichiarato Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche Sociali e Cultura della Salute e Filippo Del Corno, assessore alla Cultura, che hanno promosso il progetto -. Informare e sensibilizzare sono anche azioni che favoriscono l’integrazione e l’inclusione sociale perché stimolano l´incontro fra culture, oltre che promuovere il diritto alla salute. E in questa azione è sempre fondamentale la collaborazione tra il Comune e i soggetti del Terzo Settore che rendono concreta la rete per la cura della persona". Questo progetto di informazione e sensibilizzazione è pensato perché tutte le donne dell’area milanese, anche le immigrate, conoscano gli stili di vita che, oltre ad abbassare il rischio di ammalarsi di cancro della mammella, regalano energia e salute, e perché possano aderire ai percorsi di prevenzione per individuare il tumore al seno il prima possibile, quando è più guaribile. “Onda d’urto” propone quindi il primo ciclo di incontri e conferenze, a partecipazione libera e gratuita, inserito in un piano d’azione triennale, per entrare in contatto diretto con gli specialisti, per fare domande a chi è al centro della ricerca internazionale, esporre dubbi a chi ogni giorno è a stretto contatto con la pratica clinica più all’avanguardia. Per favorire la massima confidenza e libertà di scambio tra specialisti e pubblico, gli incontri sono aperti a un massimo di 80 partecipanti. Le persone potranno parlare ai relatori anche dopo ogni incontro. “Onda d’urto” è realizzato in collaborazione con Forum Città Mondo e con il patrocinio del Comune di Milano e vede anche la collaborazione della Scuola Italiana di Senologia Onlus e del Comitato Laura Dubini. La Scuola italiana di Senologia onlus, fondata da Claudio Andreoli e Umberto Veronesi, si occupa di informazione ed educazione sanitaria, assistenza diretta e gratuita sul sito, formazione e aggiornamento professionale, ricerca clinica, gruppi di lavoro, produzione di linee guida, editoria scientifica. Il Comitato Laura Dubini Sostiene l’informazione e la prevenzione contro il tumore al seno, la ricerca, l’assistenza ai malati terminali. A cinque anni dalla scomparsa di Laura Dubini, giornalista del Corriere della Sera, nasce il Comitato a lei dedicato per ricordare il suo impegno professionale nel campo della musica classica e della moda e la sua coraggiosa battaglia contro il tumore al seno, che per diciotto anni l’hanno vista lottare contro la malattia, aiutare le altre persone ad affrontare il cancro, diffondere l’importanza della prevenzione, credere nella ricerca scientifica. Questo il calendario degli incontri: 12 marzo, 9 - 16 - 23 - 30 aprile, 7 - 14 - 21 - 28 maggio. Tutti gli incontri si svolgeranno dalle ore 18.00 alle 20.00. Per informazioni e iscrizioni si può chiamare la Casa dei Diritti chiamando lo 02.88441641.  
   
   
SALUTE, PET THERAPY, MASTER PILOTA A GENOVA  
 
Genova, 12 Marzo 2015 - Pet Therapy, Genova diventa la sede di un master pilota di primo livello per esperti in terapia, attività , educazione assistita dagli animali. Si aprirà venerdì 13 marzo 2015, alle 14, alla Fondazione Vibracci , in via Fieschi 8. Il master è frutto di un accordo tra l´Università di Genova e l´Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie - Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali , è il primo in Italia ad avvalersi della collaborazione scientificae didattica di tre Dipartimenti universitari: Dafist (Dipartimento di Antichità, filosofia e storia) e Disfor (Dipartimento di scienze della formazione) di area umanistica e il Dissal, (Dipartimento di scienze della salute), afferente alla Scuola di scienze mediche e farmaceutiche. All´inaugurazione del master interverranno l´assessore alla Salute Claudio Montaldo la responsabile dell´Ufficio di Tutela Animale del Ministero della salute Rosalba Matassa, Luisella Battaglia, direttrice scientifica del master, Franco Manti, responsabile del comitato di gestione e Luca Farina, direttore del centro di referenza nazionale per gli Interventi assistiti con gli Animali. Gli interventi assistiti con gli animali , utilizzando la "Pet therapy", rappresentano un´integrazione alle terapie tradizionali e possono essere utilizzati in campo sanitario, assistenziale e sociale. Queste terapie complementari, come l´equitazione terapeutica, sono state impiegate con successo in pazienti autistici , interventi con cani e gatti sono stati utilizzati nella cura dei disturbi alimentari come la bulimia e l´anoressia. Le specie di animali in grado di instaurare relazioni sociali con l´uomo e avere un "valore terapeutico" sono soprattutto il cane, cavallo, asino, gatto e coniglio. I progetti prevedono uno studio sulla tipologia dell´animale da proporre al paziente, in base alle caratteristiche etologiche dell´animale e alle caratteristiche della patologia del paziente. Il master acquisisce un rilievo di primo piano in relazione alle "Linee Guida nazionali per gli interventi assistiti con gli animali" in approvazione dalla Conferenza Stato Regioni e di prossima applicazione sul territorio nazionale.  
   
   
SCACCHI; CAMPIONATI GIOVANILI, DAL 19 AL 22 MAGGIO CIRCA 1500 STUDENTI IN UMBRIA PER FINALE NAZIONALE  
 
Perugia, 12 marzo 2015 - Si terrà dal 19 al 22 maggio, al Palaeventi di Santa Maria degli Angeli di Assisi, la finale 2015 dei Campionati giovanili studenteschi di scacchi, organizzata dall´Accademia internazionale di scacchi. "Alla manifestazione – ha detto il Grande Maestro di scacchi Roberto Mogranzini, presidente dell´Accademia internazionale di Scacchi presentando l´iniziativa alla presenza, tra gli altri, dell´assessore regionale allo sport Fabio Paparelli, del presidente del Coni regionale, Domenico Ignozza, e del rappresentante della Federazione scacchistica italiana, Lorenzo Antonelli - partecipano ragazzi e ragazze da tutta Italia che hanno frequentato il corso di scacchi nelle proprie scuole". "Siamo riusciti a riportare in Umbria la finale nazionale dei Campionati studenteschi degli scacchi – ha proseguito Mogranzini - e contiamo si superare, ad Assisi, il grande successo raggiunto dalla manifestazione nel 2011, quando a Spoleto ci furono 1486 partecipanti. Ad Assisi abbiamo infatti preventivato, accanto alla presenza di circa 1500 studenti, quella di circa 3000 persone al giorno, tra familiari ed accompagnatori, con un movimento di circa 10 mila presenze durante la manifestazione. Si tratta – ha aggiunto – dell´iniziativa più importante nel panorama scacchistico italiano che testimonianza come una disciplina a volte dimenticata possa invece movimentare molti atleti, sia a livello nazionale che internazionale. Tra le novità dell´edizione 2015 la presenza ed il patrocinio del Comitato Paralimpico italiano. Perché questo è uno sport – ha sottolineato il Grande Maestro - a cui partecipano ragazzi con disabilità, anche importanti, altrimenti esclusi dalla pratica di altre discipline. Si sta inoltre perfezionando – ha concluso - la presenza di Unicef alla manifestazione sostenuta da sponsor importanti". "Le presenze legate ai Campionati – ha detto l´assessore Paparelli - oltre ad evidenziare l´importanza dell´iniziativa contribuiranno concretamente all´economia regionale, perché lo sport – ha sottolineato - non è solo socialità e crescita della persona, ma anche volano di sviluppo per i territori. Per questo – ha aggiunto – la Regione Umbria ha destinato, nonostante il taglio di risorse nazionali, un milione 400 mila euro per il rilancio degli investimenti sull´impiantistica, così da adeguare le strutture ed ampliarne la capacità di accoglienza sportiva. A conferma dell´impegno su questo settore – ha annunciato Paparelli - il 2015 sarà per l´Umbria un anno importante. Qui ospiteremo infatti 10 campionati italiani assoluti di diverse discipline, un campionato europeo e uno mondiale, secondo un programma che illustreremo nelle prossime settimane" "erti del successo di questi Campionati – ha concluso Paparelli – l´Umbria, per dislocazione sul territorio nazionale, capacità organizzativa e disponibilità di strutture, ha quindi le carte in regola per candidarsi ad accogliere anche manifestazioni del massimo livello competitivo ed agonistico". Per il presidente del Coni regionale, Domenico Ignozza, "gli scacchi sono uno sport importante fra i ragazzi, soprattutto nella fascia di età under 18. Una disciplina a cui il Coni guarda con particolare attenzione in ambito scolastico. Sono infatti sempre di più – ha detto - le scuole, di ogni ordine e grado, dove gli scacchi fanno parte della didattica in quanto se ne riconosce l´alta valenza formativa. I Campionati giovanili studenteschi – ha concluso – hanno inoltre un valore aggiunto nella promozione anche turistica del territorio umbro". Per Antonelli "L´accademia internazionale degli scacchi è una eccellenza nel panorama nazionale e quindi motivo di orgoglio per l´Umbria, una regione scelta dalla Federazione a seguito di una rigorosa selezione proprio per la sua ubicazione e per la capacità organizzativa e di accoglienza. I Campionati studenteschi – ha detto – costituiscono uno dei principali eventi in cui si intrecciano mondo della scuola e Federazione, mentre la disciplina degli scacchi è sempre più utilizzata nell´ambito didattico e sperimentale. Sono infatti partiti progetti importanti che attengono al rapporto fra scacchi e apprendimento della matematica o gioco degli scacchi come strumento di lotta al bullismo. L´unione europea da anni ha riconosciuto gli scacchi come disciplina da inserire nelle materie scolastiche. Una indicazione già accolta in alcuni Paesi europei. Come Federazione – ha concluso - stiamo lavorando perché ciò avvenga anche in Italia". Informazioni sulla manifestazione saranno reperibili nel sito www.Assisi.fideacademy.com