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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 14 Maggio 2015
PROGETTO WIDER – CONFERENZA FINALE IL 21 MAGGIO A BRUXELLES.  
 
Ancona, 14 maggio 2015 - Si terrà a Bruxelles il 21 maggio la conferenza finale del progetto Wider, promosso da Svim e finanziato nel 2013 con circa 2,5 milioni di euro dal programma di cooperazione territoriale Med. Obiettivo dell’evento è quello di presentare i risultati del progetto pilota -coordinato da Svim e dedicato all’innovazione nella domotica e nella longevità attiva. Il progetto Wider, coinvolgendo sette regioni europee dall’Algarve alla Macedonia Centrale, passando attraverso la Catalogna, la regione francese di Rhone Alpes, la Slovenia, la macro-regione di Sarajevo e ovviamente le Marche, ha infatti permesso la creazione di un gruppo di circa 140 esperti in questo settore emergente. Da questa lista 80 imprese appartenenti alle aree coinvolte hanno potuto scegliere il proprio “consulente” con il quale redigere una proposta progettuale sull’innovazione di prodotto, servizio o processo. I 39 progetti approvati nei vari territori la scorsa estate sono ormai giunti al termine ed è quindi opportuno procedere con la loro divulgazione e la possibile estensione ad altri territori europei ed extra-europei. All’evento sono attesi un centinaio di partecipanti composti dai membri delle delegazioni provenienti dalle sette regioni pilota (rappresentanti degli organismi partner, esperti locali di domotica sostenibile, knowledge provider e aziende vincitrici dei voucher), nonché rappresentanti della Commissione e un rappresentante di Age Platform Europe, che è un network europeo composto da più di 150 organizzazioni di tutela degli over 50 e che rappresenta circa 40 milioni di anziani europei. L’evento terminerà con incontri operativi tra imprese organizzati da Svim.  
   
   
SANITA’: LO IOV DEL VENETO NUOVO CENTRO D’ECCELLENZA NAZIONALE IN OSTEONCOLOGIA, IL PRIMO AL NORD. PRESIDENTE REGIONE, “NUOVA CONFERMA DEL VALORE DELLA NOSTRA ONCOLOGIA”.  
 
 Venezia, 14 maggio 2015 - La Società Italiana di Osteoncologia ha deciso di conferire all’Istituto Oncologico Veneto – Iov la qualifica di Centro d’Eccellenza Nazionale di Osteoncologia, il quarto in tutta Italia e primo in assoluto nel Nord. Il conferimento ufficiale avverrà venerdì a Brescia, durante il Congresso della Società Scientifica. Si tratta della conclusione di un percorso virtuoso iniziato qualche anno fa. Da circa 2 anni, settimanalmente, i casi complessi legati a pazienti con metastasi ossee o con perdita di massa ossea indotta dal trattamento oncologico, a Padova vengono discussi all´interno di un ambulatorio multidisciplinare a cui partecipano diverse figure professionali: oncologo medico, radioterapista, chirurgo del rachide, palliativista, endocrinologo. Sono afferenti a tale ambulatorio anche le figure del radiologo interventista, dell´Infermiere e del fisiatra. “Un grande risultato per una grande squadra – dice il Presidente della Regione complimentandosi con i sanitari padovani – che testimonia l’assoluta eccellenza nazionale dell’oncologia veneta, sia in termini di qualità professionali che di dotazioni tecniche per la ricerca e la cura”. “Aldilà del grande significato sul piano scientifico – aggiunge il Governatore – mi piace sottolineare in particolare la spiccata interdisciplinarietà che ha caratterizzato questa lotta al tumore delle ossa. Lo spirito di squadra con il quale questi bravissimi professionisti hanno lavorato e lavoreranno è un valore aggiunto fondamentale, sicuramente propedeutico ad altri successi e quindi ad altre occasioni di cura e guarigione per i malati colpiti da una patologia così grave”.  
   
   
EBOLA IN SARDEGNA: L´UNITÀ DI CRISI HA FUNZIONATO, INGIUSTIFICATA LA PSICOSI DA CONTAGIO  
 
Sassari, 14 Maggio 2015 - "La macchina operativa ha funzionato secondo i tempi e nei modi previsti dall´Unità di crisi avviata a novembre. Ora stiamo facendo tutte le verifiche necessarie per capire se il paziente ha avuto qualche contatto dal momento in cui si sono manifestati i sintomi, cosa che lui ha categoricamente escluso sin dal primo momento". L´assessore della Sanità Luigi Arru da Sassari fa il punto della situazione sul caso del cooperante sardo di Emergency risultato positivo al contagio da Ebola e ricoverato da questa mattina alle 5 all´ospedale Spallanzani di Roma - come prevedono i protocolli nazionali - dopo essere arrivato a Pratica di Mare da Sassari mezz´ora prima. Intanto sono in autoisolamento le tre persone che potrebbero avere avuto un qualche tipo di contatto con lui: due volte al giorno controllano la temperatura corporea e che finora non hanno manifestato alcun sintomo. Sotto controllo anche gli operatori del 118 che lunedì hanno trasportato il paziente da casa al reparto di Malattie Infettive di Sassari senza passare dal Pronto Soccorso, operatori che erano però completamente protetti. "Non stiamo parlando di un untore, ma di un professionista che ha gestito la situazione con molta coscienza, un professionista esperto che ha autodenunciato i sintomi e ha tenuto a distanza chiunque dal momento in cui ha avuto il minimo sospetto di aver potuto contrarre l´Ebola di rientro dalla Sierra Leone, dove lavorava da febbraio". Quando è salita la febbre e ha avvertito gli operatori, è stato portato in autoambulanza nel reparto di Malattie Infettive senza passare dal Pronto Soccorso. "Non facciamoci prendere dalla psicosi, non ce n´è alcuna ragione - dice Arru - Di sicuro è più probabile contrarre malattie come tubercolosi, sifilide e Aids che anche in Sardegna stanno nuovamente aumentando perché negli ultimi anni è stata abbassata la guardia". Alla conferenza stampa con Arru hanno partecipato il direttore generale del servizio prevenzione del Ministero della Salute Raniero Guerra, il commissario dell´Aou di Sassari Giuseppe Pintor, il primario del Reparto di Malattie Infettive di Sassari Maria Stella Mura, il commissario della Asl1 Agostino Sussarellu e i due direttori sanitari della Asl1 Serenella Zedda e della Aou Antonella Virdis. I responsabili del Reparto di Malattie Infettive di Sassari hanno riferito che il paziente è stato da subito collaborante, lui stesso ha cercato di limitare gli accessi di medici e infermieri. È entrato in ospedale completamente lucido, la febbre come unico sintomo, con i parametri stabili, la prima analisi del sangue nella norma. Un peggioramento si è registrato invece il giorno successivo, cosa normale nel decorso dell´Ebola. Il responsabile del Ministero ha spiegato che sono stati messi a disposizione una decina di farmaci e che dallo Spallanzani sarà emesso un bollettino medico al giorno con le condizioni del paziente e l´uso dei farmaci.  
   
   
PASSATO A SINISTRA, FUTURO A DESTRA. ANCHE IL CERVELLO DEI NON VEDENTI RAPPRESENTA IL TEMPO NELLO SPAZIO  
 
Milano, 14 maggio 2015 – Anche il cervello dei non vedenti rappresenta il tempo su una linea spaziale. Lo rivela uno studio dell’Università di Milano-bicocca, condotto in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi e l’Istituto dei Ciechi di Milano, pubblicato sulla rivista Cognition (Space and time in the sighted and blind, doi:10.1016/j.Cognition.2015.04.004). La ricerca condotta presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-bicocca ha coinvolto 66 persone, di cui 33 non vedenti e 17 non vedenti dalla nascita. I ricercatori hanno studiato le differenze tra la mente dei ciechi e quella dei vedenti nella rappresentazione dei numeri e dei concetti temporali. La studio dimostra che l’esperienza visiva dello spazio non è necessaria per rappresentare lo scorrere del tempo lungo la Linea Mentale Temporale (Mtl), il passato è a sinistra e il futuro è a destra anche nella mente dei non vedenti. La differenza, invece, riguarda i numeri: chi vede li rappresenta su una linea mentale immaginata su uno spazio esterno (ad esempio su un tavolo), mentre i non vedenti li rappresentano su una linea spaziale interna (ad esempio sulle proprie dita). Ai partecipanti all’esperimento, tutti bendati, è stato chiesto di schiacciare uno dei due pulsanti posizionati sul tavolo che avevano davanti, uno a sinistra uno a destra, nel momento in cui venivano lette delle parole riferite a concetti temporali (“ieri”, “futuro”, “passato”). I partecipanti erano più veloci nel rispondere quando il pulsante del passato era a sinistra e quello del futuro a destra, indipendentemente dalla loro esperienza visiva (vedenti o non vedenti sia acquisiti sia congeniti). Secondo i ricercatori il nostro cervello rappresenta il tempo nello spazio e i circuiti neuro-cognitivi che usiamo per pensare alle relazioni spaziali (destra, sinistra, avanti, dietro, vicino, lontano) vengono mutuati quando pensiamo al tempo. Il risultato di questo studio potrebbe servire per migliorare l’efficacia dei sistemi di ausilio alle persone non vedenti, come i riconoscitori di ostacoli o le tastiere speciali. «Sul piano scientifico – spiegano Roberto Bottini e Davide Crepaldi che hanno svolto la ricerca presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-bicocca -, lo studio dimostra che la vista non è necessaria per costruire una rappresentazione spaziale implicita del tempo, e che non vedenti congeniti hanno la stessa rappresentazione spaziale del tempo dei vedenti. Il pensiero numerico e temporale sono di fondamentale importanza nella nostra vita quotidiana, e le patologie che coinvolgono la cognizione numerica e temporale sono tra le più invalidanti. Capire come questi pensieri emergono nello sviluppo è di primaria importanza per le scienze cognitive e col nostro studio abbiamo fatto un altro piccolo passo verso la risposta ad una domanda che l’uomo si chiede da oltre due mila anni: come facciamo a pensare cose che i nostri sensi non percepiscono direttamente?».  
   
   
INAUGURATA PIAZZOLA DI VOLO SUEM 118 A PORTOGRUARO. CHIAMATA DA JESOLO DURANTE LA CERIMONIA E L’ELICOTTERO E’ VOLATO VIA.  
 
Venezia, 14 maggio 2015 - Una telefonata arrivata al cellulare del Coordinatore del Suem 118 del Veneto Paolo Rosi, in cui si chiedeva l’immediato intervento di un elicottero a Jesolo per soccorrere un paziente in gravi condizioni e portarlo nella rianimazione più vicina, ha movimentato, ma ne ha anche testimoniato la straordinaria importanza, l’inaugurazione da parte del Presidente della Regione del Veneto della nuova piazzola per l’elisoccorso, realizzata dall’Ulss 10 Veneto Orientale in prossimità dell’Ospedale San Tommaso dei Battuti di Portogruaro. Erano presenti, tra gli altri, il Sindaco di Portogruaro, Sindaci dell’area, il Direttore Generale dell’Ulss 10 Carlo Bramezza e il coordinatore del Suem 118 del Veneto Paolo Rosi. La struttura, sorta su una superficie di 441 metri quadrati con una spesa di 557 mila euro, è stata completata e consegnata dalla ditta appaltatrice con un mese e mezzo di anticipo rispetto ai tempi previsti e, probabilmente, detiene il record della reale operatività, scattata per la richiesta d’intervento giunta da Jesolo, solo pochi minuti dopo il taglio del nastro. Per la cronaca, l’elicottero del Suem, basato a Portogruaro per l’inaugurazione, è giunto a soccorrere il paziente in sei minuti. “Abbiamo avuto la dimostrazione in diretta di cosa significa la sanità moderna che stiamo costruendo in Veneto con il nuovo Piano Sociosanitario – ha detto il Governatore complimentandosi anche con la ditta costruttrice per la consegna anticipata dell’opera – una grande organizzazione in rete che collega i tanti ed efficienti ospedali territoriali come quello di Portogruaro agli ospedali Hub provinciali, così da garantire a tutti i malati il massimo delle cure possibili nei migliori centri specifici per la loro patologia. In questo – ha rimarcato – è ovviamente basilare un potente sistema di emergenza-urgenza, come quello che oggi abbiamo potuto vedere in azione”. Il Presidente della Regione ha posto poi l’accento sul significato della nuova piazzola anche dal punto di vista dell’offerta di servizi sanitari ai turisti, stante che la struttura, nel periodo estivo, è quella di riferimento per spiagge con milioni di bagnanti come Bibione e Caorle. “I nostri potenziali ospiti – ha rimarcato il Presidente – ci chiedono con sempre maggiore interesse di avere servizi sanitari efficienti nella malaugurata ipotesi di un problema di salute, e la sanità veneta risponde presente. Sono servizi che dobbiamo saper proporre e diffondere anche come elemento di qualità dell’offerta turistica, perché ‘vacanze sicure’ come sulle spiagge e nelle altre località turistiche del Veneto non ce ne sono molte altre nel mondo”.