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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 15 Gennaio 2015
GEOTERMIA, STOP PER 6 MESI AI PERMESSI DI RICERCA. ROSSI: "GARANTIRE UNO SVILUPPO SOSTENIBILE DELLA RISORSA"  
 
Firenze 15 gennaio 2015 - Per sei mesi verranno sospese le procedure per il rilascio di nuovi permessi ricerca per la risorsa geotermica. Per i permessi già rilasciati si sospendono le proroghe così come le autorizzazioni per pozzi esplorativi che consistono nella fase più invasiva della ricerca. Lo ha annunciato il presidente Enrico Rossi illustrando i contenuti della proposta di legge approvata durante l´ultima giunta e che adesso sarà presentata in Consiglio. "Il numero di 31 autorizzazioni di ricerca rilasciate la dice lunga - ha detto Rossi - E´ figlio della liberalizzazione delle attività in questo settore arrivata nel 2010. Purtroppo esiste una legge del 1927, che risale quindi a quando c´era il monopolio di Enel, che prevede che la Regione sia obbligata a rilasciare permessi di ricerca. E questo contro ogni ragionevole distribuzione degli eventuali pozzi sul territorio con il conseguente legittimo esplodere di proteste in tutta la Toscana a causa dell´addensamento di ricerche. Ebbene, siccome nel Piano energetico regionale abbiamo previsto che nei prossimi 5 anni ci sia un aumento di non più di 150 Mw da ricavare da energia geotermoelettrica, in questi sei mesi stabiliremo quali siano i creteri perché le ricerche non siano 31, ma siano semplicemente il numero funzionale alla programmazione che abbiamo fatto nel Piano energetico". Obiettivo del provvedimento è dunque quello di evitare rischi di sostenibilità ambientale e socioeconomica nelle aree di produzione geotermica. La liberalizzazione delle attività in questo settore – sancita dalla normativa nazionale del 2010 – ha infatti determinato un cospicuo aumento delle richieste per la realizzazione di pozzi esplorativi. Con questa legge la Regione si dà così tempo per valutare in quale misura occorra sviluppare la geotermia in Toscana per raggiungere i 150 Mw di potenza, cioè l´obiettivo imposto al 2020 dal cosiddetto Burden sharing, la ripartizione degli oneri tra i Paesi imposta dall´Europa, e recepito dal Piano energetico regionale (Paer). Entro il termine di sei mesi – quelli della sospensione, che decorreranno dall´entrata in vigore della legge - verranno stabilite con ulteriori deliberazioni della giunta regionale il numero massimo dei pozzi che potranno essere autorizzati e i criteri di opportuna localizzazione. Lo scopo: garantire lo sviluppo della risorsa e al tempo stesso la sostenibilità ambientale e socio economica dei territori interessati dai permessi di ricerca relativi alle risorse geotermiche. Cosa dice il Piano Regionale dell´Energia sullo sviluppo geotermoelettrico in Toscana al 2020 - E´ previsto lo sviluppo dell´alta entalpia nelle aree tradizionali che avverrà subordinandolo all´impiego di tecnologie e pratiche gestionali altamente efficienti. Diverso il discorso relativo all´Amiata, dove con il riassetto della concessione di Piancastagnaio e l´autorizzazione rilasciata per la costruzione della centrale denominata Bagnore (giunta attorno ai 100 Mw di potenza installata) si è raggiunto il punto di equilibrio tra lo sfruttamento della risorsa e la vocazione socio economica contribuendo agli obiettivi che con il Burden sharing lo Stato ha assegnato alla Regione Toscana. Per quanto riguarda la media entalpia, a fronte delle numerose domande presentate alla Regione, il Paer introduce criteri di valutazione da usare già nella fase dei permessi di ricerca. In sede di valutazione della domanda di concessione dovrà essere assicurata una distribuzione delle centrali geotermoelettriche sul territorio regionale volta ad evitare eccessivi livelli di concentrazione, nello specifico il cosiddetto "effetto cumulo", una valutazione sulle ricadute economiche e sociali che il progetto industriale comporta e la compensazione a vantaggio del territorio su cui insistono gli impianti. La mappa delle installazioni geoetermolettriche in Toscana - In Toscana risultano operanti 34 impianti geotermici (le centrali di Bagnore e Piancastagnaio sull´Amiata e gli altri 32 nell´area geotermica di Larderello) con una potenza efficiente lorda istallata pari a 875,5 Mw. Con la recente apertura della centrale di Bagnore 4 nel comune di Santa Fiora, che apporta 40 Mw, adesso per centrare l´obiettivo al 2020 mancano 150 Mw. L´elenco dei permessi di ricerca - Al momento i permessi di ricerca per l´energia geotermoelettrica in Toscana sono 31. Di questi, 24 sono in fase di ricerca non invasiva e 7 nella fase di ricerca più avanzata. Inoltre ci sono aperte 7 istruttorie per l´eventuale conferimento del permesso di ricerca.  
   
   
ENI LIVORNO: INCONTRO POSITIVO, LA RAFFINERIA NON È IN DISCUSSIONE  
 
Firenze 15 gennaio 2015 – "Un incontro positivo. Abbiamo acquisito la garanzia che la raffineria non è a rischio chiusura , che Eni ha previsto investimenti su Stagno per il 2015". Questo il giudizio dell´assessore alle attività produttive credito e lavoro Gianfranco Simoncini sull´incontro svoltosi a Roma presso il ministero dello sviluppo economico per fare il punto sulla vicenda della raffineria Eni di Stagno a Livorno. All´incontro presieduto dal Viceministro De Vincenti hanno partecipato, oltre all´assessore Simoncini, i rappresentanti aziendali, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti Provincia di Livorno, Comuni di Livorno e Collesalvetti. "Ad oggi – riferisce l´assessore - non ci sono confronti in atto con possibili partner dopo che si é chiuso un primo confronto con un soggetto che si era fatto avanti. Eni ribadisce che possibili partnership potranno essere valutate solo se daranno garanzie occupazionali ed industriali". Dal momento che non si pongono problemi sulla continuità dell´attiività industriale, il confronto proseguirà in sede sindacale. "Abbiamo chiesto che in quella sede – afferma l´assessore - si discuta dell´ipotesi di un ampliamento delle attività su Livorno al Gnl (gas naturale liquefatto) ed ho fatto inoltre presente la disponibilità della Regione a sostenere nuovi investimenti".  
   
   
CASA, 1,5 MILIONI DI EURO PER REALIZZARE ALLOGGI ERP A CASTELLINA MARITTIMA (PI)  
 
Firenze 15 gennaio 2015 – Un milione e mezzo di euro messo a disposizione dalla Regione per il recupero di un edificio non utilizzato nel Comune di Castellina Marittima, in Provincia di Pisa, di proprietà della Asl 6 e la realizzazione di alloggi popolari. Lo stabilisce una delibera presentata dalla vicepresidente Stefania Saccardi ed approvata dalla giunta regionale nell´ultima seduta. "Un altro intervento concertato con il territorio – ha commentato la vicepresidente Stefania Saccardi – finalizzato a dare una risposta al fabbisogno abitativo di tante famiglie. Anche in questo caso recuperiamo e riqualifichiamo un edificio abbandonato dove, oltre agli alloggi popolari, saranno creati spazi per vari tipi di servizi, sociali e socio-sanitari. Si tratta di un altro tassello di un piano complessivo che ha lo scopo di potenziare l´offerta di abitazioni in affitto destinate alle fasce deboli e superare situazioni spesso critiche". La delibera, in attuazione del Piano di interesse regionale per la realizzazione di alloggi Erp ed housing sociale nei comuni ad alta emergenza abitativa per il quale ci sono a disposizione 90 milioni di euro (in base alla legge regionale 25 del 2011), fa seguito al protocollo di intesa firmato nel luglio 2012 tra Regione, Comune di Castellina Marittima e Apes scpa (ente gestore del patrimonio Erp pisano) ed approva la proposta di intervento presentata da questi ultimi due soggetti. In concreto il progetto approvato prevede l´acquisto ed il recupero di Palazzo Renzetti (di proprietà della Asl 6) e la realizzazione di 8 alloggi. Attualmente l´immobile in questione ospita una Residenza sanitaria per persone anziane autosufficienti. In base alla proposta oltre agli alloggi verranno ricavati servizi di protezione civile e servizi socio-sanitari. L´inizio dei lavori, che dovrebbero durare un anno, è previsto entro la fine del 2015.  
   
   
EDILIZIA SOSTENIBILE E LEGNO IN TRENTINO: UN ACCORDO PER FORMARE ADDETTI E STUDENTI  
 
Trento, 15 gennaio 22015 - Pefc Italia e l´Ente Acli per l´Istruzione Professionale del Trentino, e parallelamente Pefc e Trentino Sviluppo firmeranno domani, giovedì 15 gennaio, un protocollo d´intesa per formare addetti e studenti alla gestione sostenibile del nostro patrimonio boschivo e sull’edilizia sostenibile. Nell´incontro, che si terrà a partire dalle ore 16 presso la sede dell’Associazione artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento, in via Brennero 182 a Trento, sarà inoltre presentata la certificazione di progetto Pefc ´Biosphera 1.0´, certificata Arca e Pefc. Per approfondire i vantaggi di un accordo tra i diversi soggetti impegnati nella filiera bosco legno, interverranno il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi; l´assessore alle foreste, flora, fauna e parchi naturali del Consiglio delle autonomie locali, Carlo Bertini; il presidente del Pefc Italia, Pier Luigi Ferrari; l´amministratore delegato di Trentino Sviluppo, Flavio Tosi; il presidente di Enaip Trentino, Gianluigi Bozza, il presidente Artigiani Legno Tullio Polo. La diffusione di un circolo virtuoso nel settore bosco legno non può avvenire senza un´adeguata preparazione di chi nella filiera già lavora e di chi si sta affacciando ora nel mondo del lavoro. Per questo motivo, il Pefc Italia e l´Enaip Trentino (Ente Acli per l´Istruzione professionale) hanno deciso di sottoscrivere un protocollo d´intesa per formare alla sostenibilità, spiegando i vantaggi di gestire in modo responsabile il nostro patrimonio boschivo, di tracciare il legno utilizzato e di incentivare l´uso di materie prime di provenienza locale. Un passo potenzialmente cruciale per sostenere un settore che in Italia, rivelano i dati di Federlegnoarredo, coinvolge oltre 35mila imprese e offre lavoro a circa 150mila addetti. L´ufficializzazione dell´accordo avverrà domani, giovedì 15 gennaio a Trento, durante una conferenza a partire dalle ore 16 presso la sede dell’Associazione artigiani e Piccole Imprese della Provincia di Trento, via Brennero 182 - Trento. I dettagli del protocollo d´intesa saranno presentati da Maria Cristina Bridi, direttore Enaip Trentino, e da Francesco Dellagiacoma, vicepresidente Pefc Italia. L´evento sarà inoltre l´occasione per presentare la certificazione di progetto Biosphera 1.0. Biosphera è un modulo espositivo itinerante “passivo”, energeticamente indipendente ed ecosostenibile che si sviluppa dall´esigenza di dimostrare come nasce e come si vive in un edificio passivo ad energia quasi zero. Il modulo, realizzato con componenti legnose certificate Pefc, ha ottenuto la certificazione di progetto Pefc da parte di Csqa, diventando il terzo esempio in Italia e il sesto al mondo. Attualmente posizionato a Pergine Valsugana (Tn), davanti alla sede di Armalab, questo modulo è stato progettato e realizzato da Zephir (Zero Energy and Passivhaus Institute for Research), in collaborazione con Arca Casa Legno (Architettura Comfort Ambiente - il primo sistema di certificazione ideato e realizzato esclusivamente per edifici con struttura portante in legno), ed è poi stato assemblato da Armalab, una società attiva nei settori delle costruzioni sostenibili in legno e tradizionali, della progettazione solare e dell’ingegnerizzazione bioclimatica. I dettagli del progetto saranno illustrati da Mirko Taglietti (Armalab). Durante la conferenza sarà rinnovato l´accordo Pefc-arca, per due anni, per continuare a lavorare insieme per un´edilizia sostenibile e sviluppare la conoscenza agli addetti ai lavori e ai consumatori dell´importanza dell´utilizzo di materie prime di origine sostenibile e certificata.  
   
   
NEL CONTRATTO DI CREDITO AL CONSUMO SPETTA AL CREDITORE FORNIRE LA PROVA DELL’ESECUZIONE DEI SUOI OBBLIGHI PRECONTRATTUALI DI INFORMAZIONE E DI VERIFICA DELLA SOLVIBILITÀ DEL DEBITORE IL PRINCIPIO DI EFFETTIVITÀ RISULTEREBBE COMPROMESSO OVE L’ONERE DELLA PROVA DELLA MANCATA ESECUZIONE DEGLI OBBLIGHI DEL CREDITORE GRAVASSE SUL CONSUMATORE  
 
Lussemburgo, 15 gennaio 2015 - Una direttiva dell’Unione pone a carico del creditore taluni obblighi di fornire informazioni e chiarimenti affinché, nell’ambito di un contratto di credito al consumo, il debitore possa compiere una scelta consapevole al momento della sottoscrizione del credito. Detta direttiva impone altresì al creditore di consegnare ai consumatori una scheda contenente le Informazioni europee di base e di verificare la solvibilità del consumatore. In Francia, nell’ambito di due controversie, diverse persone si sono ritrovate nell’impossibilità di rimborsare le rate mensili dei loro rispettivi contratti di credito, sicché la banca ha richiesto il rimborso immediato delle somme mutuate, oltre agli interessi. Il giudice francese chiamato a statuire su tale domanda rileva che la banca non è in grado di produrre la scheda contenente le Informazioni europee di base né alcun altro documento che provi l’adempimento del suo obbligo di fornire chiarimenti. In uno dei casi in esame, il contratto di credito contiene però una clausola standard nella quale il debitore dà atto di aver ricevuto e di aver preso conoscenza della scheda. Il giudice francese ritiene che una clausola siffatta potrebbe rivelarsi problematica se il suo effetto fosse quello di invertire l’onere della prova a sfavore del consumatore. Il medesimo giudice afferma che tale tipo di clausola potrebbe così rendere impossibile l’esercizio del diritto del consumatore di contestare la completa esecuzione degli obblighi da parte del creditore. Nell’altro caso, il giudice francese rileva che, per quanto riguarda l’obbligo di verifica della solvibilità, il debitore non ha fornito alla banca documenti giustificativi della sua situazione finanziaria. Tale giudice si chiede quindi se la verifica della solvibilità del consumatore possa essere effettuata sulla base delle sole informazioni dichiarate da quest’ultimo, senza un controllo effettivo di dette informazioni attraverso altri elementi. Il giudice del rinvio si chiede altresì se il dovere di fornire chiarimenti e assistenza possa essere considerato adempiuto nel caso in cui il creditore non abbia preliminarmente verificato la solvibilità e le esigenze del consumatore. Nella sua sentenza odierna, la Corte di giustizia dichiara che la direttiva non specifica quale sia il soggetto cui spetta provare che il creditore ha eseguito i suoi obblighi di informazione e di verifica della solvibilità, cosicché tale questione dipende dall’ordinamento giuridico interno di ciascuno Stato membro. A tal proposito, è necessario che le norme del diritto nazionale non siano meno favorevoli di quelle che disciplinano situazioni simili di natura interna (principio di equivalenza) e che esse non rendano in pratica impossibile o eccessivamente difficile l’esercizio dei diritti riconosciuti dalla direttiva (principio di effettività). Se è vero che la Corte non nutre dubbi circa l’osservanza del principio di equivalenza nel caso di specie, essa ritiene tuttavia che il principio di effettività sarebbe compromesso se l’onere della prova della mancata esecuzione degli obblighi del creditore gravasse sul consumatore. Quest’ultimo, infatti, non dispone di mezzi che gli consentano di provare che il creditore non gli ha fornito le informazioni richieste e che lo stesso non ha verificato la sua solvibilità. Il principio di effettività è, invece, garantito laddove spetti al creditore dimostrare dinanzi al giudice la corretta esecuzione dei suoi obblighi precontrattuali: un creditore diligente deve infatti essere consapevole della necessità di raccogliere e conservare le prove dell’esecuzione dei suoi obblighi di fornire informazioni e chiarimenti. Per quanto concerne la clausola tipo che figura in uno dei contratti di credito in questione, questa non può consentire al creditore di eludere i suoi obblighi. La clausola costituisce infatti un indizio che incombe al creditore avvalorare attraverso uno o più elementi di prova pertinenti. Parimenti, il consumatore deve essere sempre in grado di dimostrare di non aver ricevuto la scheda prevista dalla clausola tipo o che essa non consentiva al creditore di adempiere gli obblighi di informazione precontrattuali ad esso incombenti. La Corte precisa che, se una simile clausola comportasse il riconoscimento da parte del consumatore della piena e corretta esecuzione degli obblighi precontrattuali del creditore, essa determinerebbe un’inversione dell’onere della prova in grado di compromettere l’effettività dei diritti riconosciuti dalla direttiva. Quanto alla questione se la valutazione della solvibilità del consumatore possa essere effettuata sulla base delle sole informazioni fornite da quest’ultimo senza che venga realizzato un controllo effettivo di dette informazioni mediante altri elementi, la Corte rileva che la direttiva accorda un margine di discrezionalità al creditore al fine di stabilire se le informazioni di cui dispone siano sufficienti o meno per attestare la solvibilità del consumatore e se sia necessaria una verifica mediante altri elementi. Così, il creditore può, sulla base delle circostanze del caso di specie, o accontentarsi delle informazioni che gli sono fornite dal consumatore o ritenere necessaria la conferma di tali informazioni (non si impone pertanto un controllo sistematico delle informazioni fornite dal consumatore), fermo restando che mere dichiarazioni non comprovate di un consumatore non possono, di per sé, essere considerate sufficienti se non sono corredate da documenti giustificativi. Inoltre, dalla direttiva non emerge che la valutazione della situazione finanziaria e delle esigenze del consumatore debba essere compiuta prima di aver fornito chiarimenti adeguati. Non sussiste, in via di principio, un nesso tra tali due obblighi precontrattuali. Il creditore può quindi dare chiarimenti al consumatore senza essere obbligato a valutare, preliminarmente, la solvibilità di quest’ultimo. Tuttavia, il creditore deve tener conto della valutazione della solvibilità del consumatore, ove tale valutazione renda necessario un adeguamento dei chiarimenti forniti. Infine, la Corte precisa che gli obblighi di informazione devono, in ragione della loro stessa natura precontrattuale, essere adempiuti preliminarmente alla firma del contratto di credito, fermo restando che i chiarimenti non devono necessariamente essere forniti in un documento specifico, ma possono essere dati oralmente nel corso di un colloquio. La Corte ricorda tuttavia che la forma nella quale i chiarimenti devono essere forniti al consumatore è questione che rientra nell’ambito del diritto nazionale.  
   
   
REGGIO EMILIA -IN DUE ANNI NATE 42 START-UP INNOVATIVE NELLA PROVINCIA  
 
Reggio Emilia, 15 gennaio 2015 - Hanno raggiunto quota 42 le start-up innovative presenti in provincia di Reggio Emilia. Alle prime 16 imprese iscritte nel 2013 nella sezione speciale del Registro Imprese della Camera di Commercio, se ne sono aggiunte altre 25 nel 2014 e il primo aggiornamento del 2015 ha evidenziato l’iscrizione di una nuova start-up innovativa reggiana nei primi dieci giorni dell’anno. Le imprese della provincia di Reggio Emilia che fanno innovazione in ambito tecnologico, secondo l’analisi dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio, sono situate prevalentemente nel comune capoluogo (24 imprese, il 57,1% del totale), mentre le restanti 18 si distribuiscono per tutto il territorio provinciale, dalla montagna alla val d’Enza, dalla pedecollina ai comuni rivieraschi. La qualifica di start-up innovativa non è limitata ad un unico settore, ma è aperta a tutto il mondo produttivo, dalle tecnologie delle telecomunicazioni e dell’informazione alla manifattura e ai servizi; è necessario, però, che le imprese abbiano, come oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico. Relativamente alle imprese reggiane, delle 42 start-up innovative registrate in provincia, 21 rientrano in settori dell’industria. La fabbricazione di macchinari e produzioni meccaniche (8 aziende) e la produzione di apparecchiature elettrico-elettroniche (8 imprese) sono le attività nelle quali si registra il maggior numero di aziende, ma buone presenze si registrano anche in quelle della trasformazione alimentare, lavorazione di articoli in pelle o di carta (5 aziende in totale). 19 imprese appartengono invece alle attività professionali, scientifiche e tecniche che comprendono la produzione di software e consulenza informatica (10 aziende), la ricerca e sviluppo (2 imprese), la consulenza imprenditoriale (3) e “altri servizi” (4). Sono invece 2 le imprese iscritte all’interno del settore del commercio: commercio on line e di apparecchiature Ict. In favore delle start-up innovative sono previste una serie di esenzioni ai fini della costituzione ed iscrizione dell´impresa nel Registro delle Imprese, agevolazioni fiscali, nonché deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro nell´impresa. Fra i principali vantaggi previsti dal Ministero delle Sviluppo economico per le start-up innovative si evidenziano: - Abbattimento degli oneri per l´avvio d´impresa - Disciplina in materia di lavoro ad hoc per le start-up - Accesso semplificato, gratuito e diretto per le start-up al Fondo Centrale di Garanzia - Introduzione di incentivi fiscali per investimenti in start-up provenienti da aziende e privati - Sostegno ad hoc nel processo di internazionalizzazione - Introduzione del crowdfunding Per maggiori informazioni ed approfondimenti: http://startup.Registroimprese.it/    
   
   
TARANTO - CONTRIBUTI PER NUOVE IMPRESE E START UP  
 
Taranto, 15 gennaio 2015 - Un sostegno concreto per le imprese costituite nella provincia di Taranto nel 2014 ed alle start up che prenderanno forma entro il 31 marzo 2015. E’ questa la finalità dell’avviso pubblico della Camera di Commercio di Taranto promosso nell’ambito del Fondo Perequativo Accordo di Programma Mise-unioncamere 2012, progetto “Servizi Integrati per la nuova Imprenditorialità Ii”. L’avviso consente di ottenere contributi a fondo perduto nella misura massima di tremila euro per ogni impresa ammessa, per investimenti materiali e immateriali connessi all’avvio dell’attività imprenditoriale. Complessivamente sono disponibili 66mila euro così suddivisi: 36mila per le aziende nate nel 2014, 30mila per le realtà che si costituiranno entro la fine del prossimo mese di marzo. Le tipologie di beneficiari e le spese ammissibili sono specificate nell’Avviso. Particolare condizione richiesta per usufruire del contributo è che il nucleo imprenditoriale abbia partecipato a percorsi di formazione organizzati dall’ente camerale o dal sistema camerale nel 2014 dai contenuti attinenti alle tematiche dell’Avviso o che si impegni a farlo entro il termine di scadenza dell’Avviso. Proprio in tal senso la Camera di commercio di Taranto organizza un percorso formativo sui temi della creazione d’impresa che si svolgerà nei giorni lunedì 19 e martedì 20 gennaio 2015 dalle ore 9,00 alle ore 18,00. Il percorso è riservato a quanti intendano trasmettere domanda di ammissione al contributo ed è anche a quanti abbiano già frequentato in precedenza percorsi di formazione organizzati dall’ente camerale o dal sistema camerale nel 2014. L’iscrizione al percorso formativo obbligatorio deve essere effettuata entro le h.13.00 del 17 gennaio 2015 (max 30 partecipanti). Le domande di ammissione al contributo vanno presentate alla Camera di commercio di Taranto entro il 23 gennaio 2015 all’indirizzo di posta elettronica certificata cciaa.Taranto@ta.legalmail.camcom.it  L’avviso pubblico è interamente consultabile sul sito della Camera di commercio di Taranto: www.Camcomtaranto.gov.it    
   
   
COMMERCIO AMBULANTE IN LOMBARDIA: SANZIONI CONTRO ABUSIVISMO  
 
Milano, 15 gennaio 2015 - "Un intervento che nasce dalla volontà di tutelare gli ambulanti onesti, sostenere l´attività di controllo dei Comuni e le politiche di riqualificazione dei mercati su area pubblica". Lo dice Mauro Parolini, assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia, annunciando l´entrata in vigore, giovedì 15 gennaio, della modifica all´articolato della Legge regionale 6/2010, che ripristina la facoltà, per gli agenti della Polizia locale, di sanzionare gli ambulanti per il mancato aggiornamento della Carta di esercizio (il documento che garantisce la regolarità degli operatori e i loro titoli autorizzativi per lo svolgimento dell´attività ambulante su area pubblica). Sanzioni E Confische - Il provvedimento introduce sanzioni amministrative da 500 euro a 3.000 euro per i trasgressori e la confisca delle attrezzature e della merce, nel caso di mancato aggiornamento della Carta stessa entro 90 giorni dalla modifica dei dati in essa presenti. Mercati Attrattivi Per Territorio - "L´abnegazione e l´impegno degli ambulanti onesti - ha spiegato Parolini - rendono i mercati comunali elementi di attrattività del territorio e contribuiscono ad accrescere la qualità urbana delle nostre città. Questo patrimonio va tutelato e preservato in un contesto condiviso di legalità, che respinga in ogni modo elementi negativi, quali abusivismo e contraffazione". Regione Contro Abusivismo - "L´assessorato al Commercio è impegnato contro l´abusivismo a fianco degli ambulanti - ha concluso Parolini - e, negli ultimi anni, ha introdotto, tra gli altri, strumenti quali la Carta di esercizio e il Comitato consultivo regionale per il Contrasto all´abusivismo, che si stanno rivelando molto utili per il contrasto dell´abusivismo e il monitoraggio del comparto".  
   
   
INDUSTRIA: PER GIUNTA ABRUZZO PRIORITARIO INTERVENTO SU ARAP  
 
L´aquila, 15 gennaio 2015 - "Il governo regionale ritenere prioritario, nell´ambito della più generale verifica e riforma degli enti partecipati, l´intervento sull´Agenzia regionale attività produttive (Arap)". È quanto afferma il vicepresidente con delega allo Sviluppo economico, Giovanni Lolli, al termine della Giunta regionale che ha affrontato il destino dell´Arap "facendo entrare in questo modo nell´agenda politica il futuro e l´organizzazione di uno strumento fondamentale a supporto della politica industriale in regione". Proprio in sede di Giunta, si è evidenziato che "i gravi ritardi e le inefficienze che si riscontrano nella funzionalità dell´ente sono il frutto di un frettoloso processo di fusione degli ex Consorzi industriali, non supportato da un progetto coerente e condiviso di sviluppo industriale della regione". L´attuale situazione, dunque, impone un "deciso cambio di marcia" e in questo senso la Giunta regionale ha individuato un percorso indifferibile che prevede, spiega il vicepresidente Lolli, "la piena attuazione dei compiti e delle funzioni dell´Arap, definite dalla legge 23/2011, con particolare riferimento all´efficacia e all´efficienza dei servizi essenziali indispensabili a garantire le attività delle imprese insediate e procedere alla implementazione dei servizi ambientali e servizi innovativi, per la reale competitività del territorio in modo da sostenere i livelli occupazionali e qualificare l´intera offerta economica della Regione". Non solo, aggiunge Lolli, "la nomina urgente del nuovo consiglio di amministrazione alla luce delle conclusioni delle procedure per la costituzione dell´elenco regionale dei componenti gli organi di amministrazione, ai sensi dell´art. 29 della legge regionale 25/2014; la condivisione e pieno coinvolgimento dei sindaci, delle organizzazioni sindacali, le associazioni di categoria al fine di perseguire una organica e funzionale organizzazione in relazione alle esigenze dei territori. In questo senso - conclude il Vicepresidente - sono stati già avviati incontri specifici con i sindaci dei territori interessati".  
   
   
INDESIT, SPACCA HA RINNOVATO RICHIESTA D´INCONTRO CON I VERTICI WHIRLPOOL  
 
 Ancona, 15 gennaio 2015 - Il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, ha rinnovato nei giorni scorsi l’invito al presidente Whirlpool Nord America ed Emea (Europa, Medio Oriente e Africa), Marc Bitzer, e al presidente Whirlpool Emea, Esther Berrozpe, l’invito ad un incontro per approfondire le prospettive industriali e le ricadute occupazioni della fusione Whirlpool-indesit. Ecco il testo della lettera inviata ai vertici Whirlpool. “Mi permetto di sottoporre nuovamente alla vostra attenzione l’esigenza di programmare un incontro istituzionale per approfondire le prospettive industriali e le ricadute occupazionali dell’operazione di fusione Whirlpool-indesit. Indesit Company è la prima azienda industriale delle Marche, in termini di fatturato e di occupazione. Il suo peso sull’economia regionale è marcato anche per il vastissimo indotto di piccole imprese e per il contributo offerto in termini di produzione del reddito. La Regione, dunque, è fortemente interessata ad un’evoluzione virtuosa della strategia di integrazione industriale tra Whirlpool e Indesit, capace di coniugare il rafforzamento delle sinergie e della competitività internazionale del gruppo con la salvaguardia dell’occupazione e della coesione sociale del territorio. Essendo conclusa anche formalmente l’operazione di fusione, con spirito di fattiva collaborazione e pieno rispetto delle prerogative aziendali, evidenzio la richiesta di poter programmare entro breve uno specifico incontro per approfondire tale vicenda che riveste una grande rilevanza per il futuro economico e sociale dell’intera comunità marchigiana”. La risposta è giunta oggi con la disponibilità ad un incontro da svolgersi nei prossimi giorni in sede tecnica.  
   
   
UMBRIA, PRESIDENTE MARINI RICEVE CEO BEAULIEU INTERNATIONAL GROUP  
 
Perugia, 15 gennaio 2015 – La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ed il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, hanno ricevuto a Palazzo Donini, a Perugia, in visita di cortesia, Geert Roelens, Ceo della Beaulieu International Group, l´azienda belga che nell´agosto scorso ha acquistato la Meraklon di Terni. Roelens era accompagnato da Leonardo Pinoca, amministratore delegato della Beaulieu Fibres International Terni (ex Meraklon). All´incontro erano presenti – tra gli altri –l´assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi, il direttore regionale Lucio Caporizzi ed il coordinatore regionale dell´area Impresa e lavoro, Luigi Rossetti. Nel corso dell´incontro l´ad della Beaulieu ha illustrato il programma molto consistente di investimenti che la multinazionale sta realizzando, contribuendo così al positivo piano di reindustrializzazione in atto a Terni.  
   
   
MODA E DESIGN: PILASTRI ECONOMIA LOMBARDA  
 
Milano, 15 gennaio 2015 - "La Moda e il Design in Lombardia sono due dei settori economici più rilevanti per numero di occupati e valore aggiunto prodotto, pilastri importanti dell´economia e dell´identità regionale, ma anche sinonimi di eccellenza riconosciuta in tutto il mondo per innovazione e qualità". A dirlo è Mauro Parolini, assessore al Commercio, Turismo e Terziario di Regione Lombardia, intervenuto al Tavolo della Moda e del Design per la presentazione congiunta dal Piano d´azione 2014-2015 di Regione Lombardia, questa mattina, a Palazzo Lombardia. 4 Milioni Di Euro - "Per valorizzare ulteriormente questa eccellenza - ha spiegato l´assessore - come Assessorato abbiamo destinato un ammontare complessivo di risorse di quasi 4 milioni di euro, che genereranno investimenti pari a circa 7 milioni, per la realizzazione del Piano d´azione pluriennale per la Moda e il Design". "Un intervento integrato - ha aggiunto - teso a favorire l´innovazione, la digitalizzazione, la formazione e la creatività dei giovani, la contaminazione tra settori, la messa in cantiere di progetti pubblico-privati e lo sviluppo di network di impresa". Settore Dinamico - "Nonostante la crisi e la preoccupante contrazione interna dei consumi, infatti, - ha sottolineato l´assessore - il settore dimostra dinamicità e resiste, rilanciando le vendite sui mercati esteri, soprattutto quelle verso i Paesi extraeuropei". Effetti Positivi Su Turismo E Commercio - "Regione Lombardia - ha concluso Parolini - sostiene l´economia lombarda e quella milanese, legata alla creatività, e investe anche per garantire gli ingenti indotti legati a turismo, commercio e attrattività, che Moda e Design generano". Nel corso dell´incontro sono stati presentati, agli addetti del settore, gli esiti della ricerca ´Design 2020´, commissionata dalla Direzione generale Commercio, Turismo e Terziario al Dipartimento di Design del Politecnico di Milano.