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Notiziario Marketpress di Lunedì 07 Maggio 2007
PROPRIETÀ INTELLETTUALE: IL PARLAMENTO EUROPEO APPROVA LA PROPOSTA DI DIRETTIVA SULL’ARMONIZZAZIONE DELLE MISURE PENALI PER COMBATTERE LA CONTRAFFAZIONE  
 
Lo scorso 25 aprile il Parlamento europeo, per la prima volta, ha approvato una proposta di direttiva volta a modificare il diritto penale degli Stati membri. Il Parlamento, infatti, ha approvato il rapporto dell’on. Nicola Zingaretti sull’armonizzazione delle misure penali finalizzate al rispetto dei diritti di proprietà intellettuale. Il testo approvato stabilisce misure penali, come la detenzione, il pagamento di ammenda, la confisca e la distruzione del materiale contraffatto e degli strumenti utilizzati per la sua produzione e prevede l’istituzione di squadre investigative comuni, con le quali sarà chiamato a collaborare anche chi ritiene di essere stato danneggiato dalla presunta contraffazione. Le sanzioni penali si applicheranno solamente se la violazione é effettuata su scala commerciale e a fini lucrativi, mentre negli altri casi continueranno ad esser applicate le sanzioni civili, secondo quanto stabilito dai singoli ordinamenti nazionali. Il provvedimento provvede anche a proteggere l’uso equo di un’opera protetta, a fini di informazione, ricerca o insegnamento. Anche Le violazioni dei brevetti sono escluse dal campo di applicazione della direttiva e continueranno ad essere materia civile. Il testo dovrà essere ora approvato dal Consiglio dell’Unione europea, dove siedono i rappresentanti degli Stati membri, ed essere poi recepito negli Stati nazionali. .  
   
   
GIUSTIZIA: AL VIA IL NUOVO SISTEMA TELEMATICO DEL CASELLARIO  
 
 Il 7 maggio 2007 entra definitivamente in funzione  il Nuovo Sistema del Casellario (Nsc) e cessa la propria attività il precedente sistema informativo. Il Casellario Centrale è l´ufficio preposto all´acquisizione e conservazione dei dati relativi ai precedenti penali (ed anche civili, limitatamente ai provvedimenti di interdizione, inabilitazione e fallimentari). La banca dati del Casellario Centrale comprende circa 12 milioni di dati relativi a provvedimenti giudiziari ed interessanti, allo stato, circa 5 milioni di soggetti nati in Italia ed all´estero. Con l´entrata in funzione del Nuovo Sistema del Casellario l´acquisizione e la trasmissione dei dati al Casellario Centrale in Roma avverrà direttamente per via telematica dagli uffici giudiziari con totale eliminazione di ogni passaggio intermedio (tramite i casellari locali) e cartaceo. L´avvio del Nuovo Sistema si è concretizzato dopo anni di preparativi e l´approntamento di nuove basi normative e tecnologiche, che pongono il sistema italiano all´avanguardia a livello europeo. In particolare, nel gennaio 2007 si è conclusa la definizione della nuova disciplina del Casellario che sostituisce la vecchia normativa risalente addirittura al 1931 e di cui si era prevista la riforma sin dalla fine degli anni novanta. Grazie alle innovazioni sarà possibile un più veloce aggiornamento della banca dati e, quindi, una più puntuale verifica e certificazione dei precedenti. L´italia, a partire dall´incontro dell´U. E. Di Bratislava, nel prossimo giugno, entrerà nel Progetto Pilota per l´interconnessione dei Casellari e la realizzazione dell´”European Criminal Record” (scambio di informazioni sui precedenti penali tra Paesi Membri dell´Unione Europea). “La certezza della pena è anche e soprattutto certezza ed aggiornamento dei precedenti di una persona. A questo è finalizzato il Nuovo Sistema Informativo del Casellario”. E´ il commento del vice capo del Dipartimento per gli Affari di Giustizia del ministero, delegato al Casellario Centrale, Antonio Oricchio. “Il nuovo sistema rappresenta un traguardo rilevante al di là dell´ambito del servizio, pure importante, del Casellario giudiziario. Consente infatti – conclude il cons. Oricchio - di sfatare lo scetticismo con cui spesso si parla dell´Amministrazione della Giustizia e di guardare invece alla stessa col conforto di un risultato di efficienza concretamente raggiunto”. .  
   
   
SPAMMING: ULTERIORE CONDANNA AL RISARCIMENTO DANNI  
 
Il giudice di Pace di Napoli con la sentenza n. 1110435/06 ha condannato la Clarima S. P. A. - Banca del gruppo Unicredit - al risarcimento di danni patrimoniali e non patrimoniali per un importo di euro 1000,00 a favore dell´avv. Angelo Pisani, che ha citato in giudizio la banca per illecito trattamento dei propri dati personali a causa dei continui messaggi di posta elettronica ricevuti presso la propria casella di posta elettronica utilizzata sia per scopi personali che professionali. Richiamando la normativa comunitaria e nazionale in tema di privacy e le varie pronunce dell´Autorità Garante in materia di spamming, il giudice di Pace ha ritenuto sufficientemente provati i fatti e le relative circostanze concludendo per la configurazione di un vero e proprio danno alla vita di relazione nei confronti dell´interessato che trova tutela nell´art. 2 e seguenti della Carta Costituzionale. La Clarima S. P. A. È stata condannata al risarcimento dei danni, ai sensi dell’art. 2043 c. C. : i danni patrimoniali sono stati individuati nel dispendio di tempo e di energie nonché nelle spese sostenute prima del giudizio per opporsi al trattamento illegittimo dei dati personali mentre i danni non patrimoniali sono stati individuati nel cd. "danno esistenziale" inteso come quel danno che, ancorché non provato nella sua quantificazione materiale può essere dal giudice liquidato con libera determinazione riferibile alle massime di esperienza di cui all´art. 115 c. P. C. , comma 2.  
   
   
ITALIA TERRA DI PIRATI…MUSICALI  
 
Sull’ultimo numero del giornale “Focus. It”, l’Istituto di informatica e telematica del Cnr ha raccolto i dati su contraffazioni e download abusivo, che ci vede al primo posto in Europa. Un quarto del mercato in mano alla criminalità per un giro di affari di 60 milioni di euro. Sessanta milioni di euro, un quarto abbondante di tutto il mercato discografico italiano. Tanto vale l’industria della pirateria musicale nel nostro paese: un settore saldamente nelle mani della criminalità organizzata che - nonostante la raffica di denunce, sequestri e arresti - regala al Belpaese un poco invidiabile posto nella “top-ten” mondiale delle nazioni più vessate dal business delle copie contraffatte o “scaricate” da Internet. I dati sono stati raccolti ed elaborati dall’Istituto di Informatica e Telematica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa (Iit-cnr) per l’ultimo numero di “Focus . It - newsletter del Registro del ccTld . It”. Il periodico, edito dalla struttura che assegna e gestisce i domini Internet a targa . It, è distribuito a tutti gli operatori italiani e stranieri che registrano nomi a dominio con il suffisso del nostro paese. Secondo i dati diffusi dall’Fpm (la Federazione contro la pirateria musicale), nel corso del 2006 le forze dell’ordine hanno sequestrato oltre due milioni fra cd e dvd, arrestando 389 persone e denunciandone 1. 104; 25 le centrali di masterizzazione (vere e proprie “fabbriche” di musica pirata) sgominate. “Le stime appaiono in leggera flessione rispetto al 2005 (1. 189 denunce e 519 arresti), segno dell’efficacia delle nuove tecniche di investigazione e repressione”, spiega Paolo Gentili, dell’Iit-cnr. Cresce invece il numero di masterizzatori (da 1. 509 a 1. 702) e dvd (da 930. 973 a 1 milione e 4. 948) posti sotto sequestro. “Ma nel bilancio complessivo pesa una rete sempre più capillare di venditori abusivi che – sotto il controllo del crimine organizzato – arriva nel Mezzogiorno a gestire fino al 40 per cento del mercato”. Secondo Fpm, la pirateria in Italia si consuma soprattutto nelle rivendite ambulanti (59%), seguite dai privati (16%), centrali di masterizzazione (14%) e negozi musicali (7%). Nel complesso, la pirateria in Italia rappresenta da sola un quarto dell’intero mercato musicale al quale sottrae risorse per 60 milioni di euro. L’ifpi (l’organizzazione che rappresenta a livello mondiale l’industria discografica) colloca il nostro paese nella lista delle dieci nazioni più vessate dal fenomeno (al primo posto in Europa occidentale), per quanto lontano dalle punte di Indonesia (dove l’88% del mercato è nelle mani del crimine), Cina (85%), Russia (67%) o Grecia (50%). A fianco della pirateria “fisica”, inoltre, spopola il download illegale di musica via Internet tramite i circuiti “peer to peer”: quasi sempre in grado di anticipare la diffusione dei brani musicali prima ancora che arrivino negli scaffali dei negozi. Le cifre, a livello mondiale, parlano di 20 miliardi di brani musicali scaricati l’anno e punte di 10 milioni di utenti attivi contemporaneamente. Sul tema “Focus. It – newsletter del Registro del ccTld . It” ha raccolto il parere autorevole di Luca Barbero, esperto di diritto della proprietà intellettuale, a commento del recente pronunciamento della Corte Costituzionale che ha assolto due giovani, accusati di aver creato una rete per scambiare musica con altri utenti: attività ritenuta legittima non essendo finalizzata a scopi di lucro. Un provvedimento non senza conseguenze che, di fatto, fa dormire sonni più tranquilli ai pirati “domestici”. Sul tema della pirateria musicale e, più in generale, delle tendenze che stanno attraversando il mercato della musica in Italia - fortemente segnato dall’avvento delle nuove tecnologie - il Registro riporta anche il parere di Elio e le Storie Tese che hanno già giocato d’anticipo, proponendo sul web modalità inedite per il download della loro produzione musicale a prezzi abbordabilissimi, e di Luca Sofri, giornalista legato al mondo di Intenet. A margine della newsletter, infine, anche alcuni esempi – perfettamente leciti – di come Internet possa stimolare la creatività degli artisti e favorire la diffusione di contenuti musicali senza ricorrere al famigerato “peer to peer”. .  
   
   
ICI: VERSAMENTO TRAMITE IL MODELLO F24  
 
Il Direttore dell’Agenzia con specifico provvedimento dello scorso 26 aprile 2007 ha dato attuazione alle disposizioni contenute nell’articolo 37, comma 55, del Decreto legge 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, nella Legge 4 agosto 2006, n. 248, in materia di liquidazione dell’Imposta Comunale sugli Immobili in sede di dichiarazione ai fini delle imposte sui redditi e al relativo versamento con le modalità del Capo Iii del Decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241. Dal 1° maggio 2007, infatti, è possibile effettuare versamenti con modello F24 per pagare l’Imposta comunale sugli immobili (I. C. I. ) per tutti i comuni del territorio nazionale. Dallo scorso 2 maggio 2007, pertanto, tutti gli intermediari della riscossione sono obbligati ad accettare i versamenti effettuati con le modalità del modello F24. A tal fine, l’elenco dei codici catastali relativi a tutti i comuni del territorio nazionale, già presente sul sito www. Agenziaentrate. Gov. It per il pagamento dell’oblazione per gli illeciti edilizi, avrà validità anche ai fini del pagamento dell’Imposta comunale sugli immobili.  
   
   
COMMERCIO ELETTRONICO: CONVEGNO A MILANO  
 
L´11 maggio 2007, a Milano, presso l´Università degli Studi Milano - Bicocca si terrà la giornata di studio e formazione "Il commercio elettronico e le aste on line: profili giuridici e prassi operative", organizzata dal Dipartimento dei sistemi giuridici ed economici dell´Università Milano -Bicocca, il Progetto fiducia di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici ed Ebay. L´iniziativa sarà un´occasione di incontro tra gli operatori del settore e i giuristi per analizzare sulla base di esperienze concrete l´effettivo quadro normativo di riferimento in materia. L´agire quotidiano è intessuto di normatività, anche se, talvolta, allo sguardo delle persone sfugge all´aspetto giuridico delle interazioni sociali. Questo capita sovente nel campo dell´Ict, che ha reso immediate e svincolate dallo spazio relazioni che prima si realizzavano solo se radicate su di un territorio. Il crescente successo del commercio elettronico, nella sua forma di asta on line, genera quotidianamente problemi giuridici: dalla privacy alla tutela del consumatore, dai profili fiscali a quelli penali. Le nuove tecnologie impongono al tradizionale sistema commerciale di confrontarsi con strumenti nuovi che rendono immediate e svincolate dallo spazio transazioni che prima si realizzavano solo se radicate su di un territorio. .  
   
   
GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA TELEMATICA: CONVEGNO A GENOVA  
 
Il 12 maggio 2007, a Genova, presso il Collegio dei Geometri della Provincia di Genova, Viale Brigata Bisagno n. 8/1 si terrà la giornata di studi su “Il nuovo sistema della Giustizia Amministrativa Telematica”, dedicata specificamente a N. S. I. G. A. , il nuovo sistema di Giustizia Amministrativa Telematica realizzato dal Consiglio di Presidenza del Cons. Stato, con la collaborazione tecnica di Unisys Italia. La partecipazione al convegno è gratuita. Per iscriversi si può utilizzare il modulo di iscrizione, on line alla pagina web ufficiale del convegno (www. Cesda. It/daeregionali/genova). Alla fine della giornata viene anche rilasciato, se richiesto. L´attestato di partecipazione.  
   
   
PRICACY: ACCESSO AI DATI DELLE BANCHE E DIPENDENTI INFEDELI  
 
Il Garante per la protezione dei dati personali ha richiamato un istituto di credito a maggiori controlli contro accessi non autorizzati alla Centrale rischi della Banca d´Italia, precisando che è vietato l´accesso ai dati personali dei clienti conservati nella Centrale rischi della Banca d´Italia se non giustificato da legittime esigenze. Nel ribadire tale trincio il Garante ha dichiarato illecito il comportamento di un dirigente di banca che, per scopi personali, aveva fatto controllare la posizione debitoria del cognato. L´autorità, con apposito provvedimento dell’8 marzo 2007 ha prescritto all´istituto di credito di adottare misure di sicurezza mirate a contenere i rischi di accesso non autorizzato e di effettuare controlli più tempestivi ed efficaci sulla correlazione tra l´accesso ai sistemi di informazione creditizia e l´esigenza di trattare una pratica che giustifichi, nel rispetto della legge, le interrogazioni alla banca dati. La decisione del Garante è stata presa a seguito di una segnalazione presentata da un ex cliente di una banca con la quale aveva cessato qualsiasi rapporto contrattuale dal 2001. Il cliente, messo a conoscenza che dopo tale data erano stati effettuati da parte dell´istituto di credito accessi alla Centrale rischi della Banca d´Italia relativi alla sua persona e al proprio coniuge, aveva chiesto spiegazioni. L´ente creditizio non aveva fornito idoneo riscontro alla richiesta del cliente, il quale si è quindi rivolto al Garante per vedere tutelati i suoi diritti. A seguito agli accertamenti disposti dall´Autorità, la banca ha dovuto, invece, dichiarare che le richieste alla Centrale rischi della Banca d´Italia erano state effettuate indebitamente per ragioni di natura personale da parte di un dirigente dell´istituto di credito, cognato del cliente, che aveva incaricato alcuni collaboratori, pur apparentemente estranei alle finalità private da lui perseguite e non consapevoli dell´illiceità della richiesta, di effettuare le interrogazioni alla Centrale rischi. Il Garante ha pertanto dichiarato illecito il trattamento dei dati effettuato a danno del cliente. Inoltre, diversamente da quanto dichiarato all´Autorità, la banca non aveva fornito al cliente, a fronte dei chiarimenti da lui richiesti, le vere ragioni dell´accesso illecito e ha pertanto violato il suo diritto ad essere preventivamente informato di ogni trattamento dati che possa interessarlo. L´autorità ha infine disposto la trasmissione degli atti alla magistratura per le valutazioni di competenza riguardo agli illeciti penali eventualmente configurabili.  
   
   
PRIVACY: TELECAMERE IN PISCINA  
 
Il Garante per il trattamento dei dati personali con provvedimento dell’8 marzo 2007 ha stabilito che è vietato utilizzare sistemi di videosorveglianza che riprendano persone negli spogliatoi delle piscine. Il provvedimento è stato adottato a seguito di una segnalazione da parte dei Carabinieri relativa ad alcune telecamere installate in una piscina che riprendevano indebitamente clienti e ospiti. I Carabinieri erano intervenuti a seguito della denuncia di un furto avvenuto all´interno degli spogliatoi ed avevano acquisito la videocassetta delle riprese effettuate dal sistema di videosorveglianza. Il sistema si avvaleva di due coppie di telecamere installate negli spogliatoi maschili e femminili della piscina, entrambe visibili. Dalle riprese emergeva che le telecamere, oltre a controllare la zona adibita a guardaroba, riprendevano direttamente le persone anche mentre si cambiavano. Nei pressi dei locali, alcuni cartelli riportavano soltanto una scarna informativa sull´uso di un sistema di videosorveglianza. Il Garante ha stabilito che il trattamento dei dati personali violava la riservatezza e la dignità delle persone in quanto, pur essendo lecito l´utilizzo della videosorveglianza per tutelarsi da eventuali danni o furti, non erano stati adottati accorgimenti tecnici volti ad evitare riprese di persone negli spogliatoi. Il Garante ha disposto il divieto di installare telecamere con queste modalità e ha bloccato il trattamento dei dati già raccolti ed eventualmente conservati. Ha poi prescritto alla società il rispetto delle regole in materia di videosorveglianza, disposte dal Garante con il provvedimento generale del 29 aprile 2004 qualora avesse comunque necessità di dotarsi di sistemi di videosorveglianza a tutela del patrimonio. La società avrà in particolare l´obbligo di adottare tutte le misure e gli accorgimenti necessari ad evitare la ripresa delle persone nei locali adibiti a spogliatoi e di assicurare una adeguata e dettagliata informativa ai clienti sulla presenza di telecamere. .  
   
   
PRIVACY: BANCHE E COMUNICAZIONI DI DATI PERSONALI A TERZI  
 
Il Garante per il trattamento dei dati personali, in un provvedimento dell’8 marzo 2007, ha affermato che la banca, senza il consenso del cliente, non può inviare documentazione o estratti conto a persone estranee. Il Garante ha così richiamato la banca al rispetto delle norme che disciplinano la comunicazione di dati personali a terzi. Tali regole prevedono che i dati siano comunicati solo dopo aver acquisito il consenso della clientela, una volta che questa sia stata adeguatamente informata, oppure, senza consenso, nelle sole ipotesi stabilite dal Codice della privacy: ad esempio, per adempiere ad un obbligo previsto dalla legge o per dare esecuzione ad un contratto. Il comportamento illecito è stato rilevato dal Garante a seguito del reclamo di un correntista che lamentava la comunicazione al fax dello studio del figlio di informazioni sulla sua situazione bancaria. In particolare la banca non è stata in grado di provare che la comunicazione fosse avvenuta con il consenso del cliente o che rientrasse comunque in una delle ipotesi previste dal Codice. A riprova di ciò, solo in un tempo successivo alla contestata comunicazione è intervenuta una espressa autorizzazione del padre che consentiva al figlio di visionare e fotocopiare documenti depositati presso la banca. Già in precedenti occasioni il Garante ha affermato che la banca deve verificare che le comunicazioni di dati personali avvengano senza violare obblighi derivanti dalla legge o da un rapporto contrattuale così come stabilito anche dalle regole di comportamento contenute nel codice di autodisciplina elaborato dall´Abi, le quali prevedono che le banche debbano mantenere la riservatezza sulle informazioni acquisite dalla clientela o di cui comunque vengono a conoscenza per la loro funzione. Nel caso esaminato dal Garante non risulta, invece, che la banca abbia svolto la predetta verifica né abbia rispettato il codice di autodisciplina, comunicando senza autorizzazione dati ad un estraneo in violazione del principio di liceità e correttezza sancito dal Codice della privacy.  
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: GESTIONE DEI RIFIUTI  
 
Il 26 Aprile 2007 è stata pronunciata una sentenza della Corte di giustizia delle Comunità europee in merito alla causa C-135/05 - Commissione delle Comunità europee/Italia – sulla gestione dei rifiuti. La direttiva n. 75/442 dispone che le imprese che effettuano le operazioni di smaltimento di rifiuti debbono ottenere l’autorizzazione dell’autorità competente. La direttiva 1999/31/Ce mira a prevenire o ridurre le ripercussioni delle discariche di rifiuti sull´ambiente, sull´atmosfera e sulla salute umana. Le discariche sono classificate i 3 categorie: per rifiuti pericolosi, per rifiuti non pericolosi, per rifiuti inerti. La direttiva stabilisce una procedura per la concessione dell´autorizzazione di gestire una discarica. Gli Stati membri debbono poi adottare le necessarie misure affinché le discariche che abbiano ottenuto un’autorizzazione o siano già in funzione possano rimanere in funzione soltanto se il gestore elabora un piano di riassetto della discarica. A seguito di varie denunce, di interrogazioni parlamentari, di articoli di stampa, nonché della pubblicazione, avvenuta nel 2002, di un rapporto del Corpo forestale dello Stato (Cfs), che evidenziava l’esistenza di un gran numero di discariche illegali e non controllate in Italia, la Commissione ha deciso di controllare l’osservanza da parte di detto Stato membro degli obblighi ad esso incombenti ai sensi delle direttive n. 75/442, n. 91/689 e n. 1999/31. Un primo censimento (1986) aveva consentito di accertare l’esistenza di 5 978 discariche illegali. Un secondo censimento (1996) aveva rivelato al Cfs l’esistenza di 5 422 discariche illegali. Dopo il censimento del 2002, il Cfs ha ancora catalogato 4 866 discariche illegali, 1 765 delle quali non figuravano nei precedenti studi. Tra le dette discariche abusive, 705 contenevano rifiuti pericolosi. Per contro, il numero delle discariche autorizzate era soltanto di 1 420. I risultati di quest’ultimo censimento sono riassunti dalla Commissione come segue:
Regione Numero di discariche abusive Superficie delle discariche abusive (m²) Discariche attive/non attive Discariche bonificate/non bonificate
Abruzzo 361 1 016 139 111 / 250 70 / 291
Basilicata 152 222 830 40 / 112 43 / 109
Calabria 447 1 655 479 81 / 366 19 / 428
Campania 225 445 222 40 / 185 37 / 188
Emilia Romagna 380 254 398 189 / 191 59 / 321
Lazio 426 663 535 120 / 306 110 / 316
Liguria 305 329 507 145 / 160 58 / 247
Lombardia 541 1 132 233 124 / 417 159 / 382
Marche 244 364 781 70 / 174 41 / 203
Molise 84 199 360 14 / 70 13 / 71
Piemonte 335 270 776 114 / 221 119 / 216
Puglia 599 3 861 622 440 / 159 37 / 562
Toscana 436 545 005 107 / 329 154 / 282
Umbria 157 71 510 33 / 124 61 / 96
Veneto 174 5 482 527 26 / 148 50 / 124
Totale 4 866 16 519 790 1 654 / 3 212 1 030 / 3 836
benché i dati forniti dal Cfs riguardino soltanto le quindici regioni italiane a statuto ordinario, la Commissione dichiara di voler perseguire, nel procedimento in esame, la Repubblica italiana per la totalità delle discariche abusive esistenti sul suo territorio. Nonostante l´invito nel 2003 la Commissione non ha ottenuto dalle autorità italiane alcuna informazione che consentisse di concludere che era stato posto fine agli inadempimenti addebitati né risposta al suo parere motivato. Pertanto, ha agito dinanzi alla Corte chiedendo che l´Italia sia dichiarata inadempiente a vari obblighi derivanti dalle direttive 75/442 e 91/156. Secondo la Corte, la fondatezza delle censure addebitate alla Repubblica italiana risulta chiaramente dal fascicolo. È pacifico che, alla scadenza del termine fissato nel parere motivato, vi era sul territorio italiano un considerevole numero di discariche in cui i gestori non avevano garantito il riciclaggio o lo smaltimento dei rifiuti in modo tale da non mettere in pericolo la salute dell’uomo e l’ambiente, nonché un considerevole numero di siti di smaltimento incontrollato di rifiuti. L’esistenza di una tale situazione per un periodo prolungato di tempo ha necessariamente per conseguenza un degrado rilevante dell’ambiente. E alla scadenza del termine impartito, le autorità italiane non hanno garantito che i detentori di rifiuti procedessero essi stessi allo smaltimento o al recupero dei rifiuti o li consegnassero ad un raccoglitore o ad un’impresa incaricata di effettuare tali operazioni. Numerose discariche erano in funzione senza aver ottenuto l’autorizzazione delle autorità competenti. Per quanto riguarda la catalogazione o l’identificazione dei rifiuti pericolosi in ogni discarica il governo italiano non nega l’esistenza sul suo territorio di almeno 700 discariche abusive contenenti rifiuti pericolosi, che non sono quindi sottoposti ad alcuna misura di controllo: pertanto, l’obbligo di catalogarli ed identificarli non è stata rispettato. Il governo italiano ha segnalato esso stesso che 747 discariche avrebbero dovuto costituire oggetto di un piano di riassetto. Detti piani erano stati presentati solo per 551 discariche e solo 131 piani erano stati approvati dalle competenti autorità. Peraltro, l´Italia non ha precisato quali fossero le azioni intraprese per quanto riguarda le discariche i cui piani di riassetto non erano stati approvati. Ne consegue che la Repubblica italiana è venuta meno, in modo generale e persistente, agli obblighi ad essa incombenti ai sensi della direttiva 75/442, della direttiva 91/689 e della direttiva 1999/31. Non avendo adottato tutti i provvedimenti necessari: per assicurare che i rifiuti siano recuperati o smaltiti senza pericolo per la salute dell’uomo e senza usare procedimenti o metodi che potrebbero recare pregiudizio all’ambiente e per vietare l’abbandono, lo scarico e lo smaltimento incontrollato dei rifiuti; affinché ogni detentore di rifiuti li consegni ad un raccoglitore privato o pubblico, o ad un’impresa che effettua le operazioni di smaltimento o di recupero, oppure provveda egli stesso al recupero o allo smaltimento conformandosi alle disposizioni della direttiva 75/442; affinché tutti gli stabilimenti o le imprese che effettuano operazioni di smaltimento siano soggetti ad autorizzazione dell’autorità competente; affinché in ogni luogo in cui siano depositati (messi in discarica) rifiuti pericolosi, questi ultimi siano catalogati e identificati; e affinché, in relazione alle discariche che hanno ottenuto un’autorizzazione o erano già in funzione alla data del 16 luglio 2001, il gestore della discarica elabori e presenti per l’approvazione dell’autorità competente, entro il 16 luglio 2002, un piano di riassetto della discarica comprendente le informazioni relative alle condizioni per l’autorizzazione e le misure correttive che ritenga eventualmente necessarie; e affinché, in seguito alla presentazione del piano di riassetto, le autorità competenti adottino una decisione definitiva sull’eventuale proseguimento delle operazioni, facendo chiudere al più presto le discariche che non ottengano l’autorizzazione a continuare a funzionare, o autorizzando i necessari lavori e stabilendo un periodo di transizione per l’attuazione del piano, la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti ai sensi della direttiva 75/442, della direttiva 91/689 e della direttiva 1999/31.
 
   
   
GIUSTIZIA EUROPEA: MERCATO DELLA CARTA AUTOCOPANTE  
 
Il 26 aprile 2007 il Tribunale di primo grado nelle cause riunite T-109/02, T-118/02, T-122/02, T‑125/02, T-126/02, T-128/02, T-129/02, T-132/02 e T-136/02 Bolloré Sa, Arjo Wiggins Appleton Ltd. , Mitsubishi Hitec Paper Bielefeld Gmbh, Papierfabrik August Koehler Ag, M-real Zanders Gmbh, Papeteries Mougeot Sa, Torraspapel Sa, Distribuidora Vizcaína de Papeles Sl e Papelera Guipuzcoana de Zicuñaga Sa / Commissione delle Comunità europee, ha confermato, essenzialmente, la decisione della commissione relativa ad un´intesa sul mercato della carta autocopiante. L´ammenda inflitta alla Zicuñaga è ridotta da Eur 1,54 milioni a Eur 1,309 milioni e quella inflitta alla Arjo Wiggins è ridotta da Eur 184,27 milioni a Eur 141,75 milioni. Con decisione 20 dicembre 2001, la Commissione delle Comunità europee ha inflitto ammende per un importo totale di Eur 313,7 milioni a dieci produttori di carta autocopiante, per aver partecipato ad un´intesa sulla fissazione dei prezzi e ripartizione del mercato nel settore e diretta essenzialmente ad aumenti dei prezzi concordati. La società Sappi, undicesima partecipante all´intesa, ha beneficiato di un´immunità totale, poiché è stata la prima impresa a collaborare all´indagine e ha fornito prove decisive. Le dieci società sono ricorse contro tale decisione dinanzi al Tribunale di primo grado chiedendo l´annullamento della medesima e/o la riduzione dell´ammenda. In seguito alla messa in liquidazione della società Carrs Paper, il Tribunale, il 31 maggio 2006, ha deciso che non occorreva più statuire su tale causa (causa T-123/02). Nella sentenza odierna il Tribunale respinge gli argomenti delle ricorrenti diretti all´annullamento della decisione. Per quanto riguarda le ammende, il Tribunale considera che quelle inflitte a due imprese debbano essere ridotte e respinge per il resto le domande di riduzione. Papelera Guipuzcoana de Zicuñaga, Sa. Per il Tribunale, la Commissione non ha dimostrato la partecipazione della Zicuñaga alle pratiche di ripartizione di mercato. Esso ritiene che un tale elemento debba essere preso in considerazione nell´esame della gravità dell´infrazione e quindi nella determinazione dell´ammenda. Poiché la Commissione non ha tenuto conto di tale elemento nel determinare l´importo finale dell´ammenda imposta alla Zicuñaga, il Tribunale considera che occorre ridurre l´ammenda definitiva della Zicuñaga del 15%. L´importo totale dell´ammenda è quindi ridotto da Eur 1,54 milioni a Eur 1,309 milioni. Arjo Wiggins Appleton Ltd. Il Tribunale precisa che gli elementi di prova forniti dall´Awa erano di natura analoga a quelli prodotti dalla Mougeot. Infatti, anche se, contrariamente all´Awa, la Mougeot ha fornito documenti risalenti all´epoca controversa e, su taluni punti, le sue dichiarazioni sono più dettagliate, le informazioni fornite dall´Awa si riferiscono ad un periodo più lungo e coprono un´estensione geografica maggiore. Il Tribunale ritiene quindi che all´Awa andava accordata, a titolo della sua collaborazione, la medesima riduzione della Mougeot, vale a dire il 50% (invece del 35% accordato dalla Commissione). L´importo totale dell´ammenda inflitta all´Awa è quindi ridotto da Eur 184,27 milioni a Eur 141,75 milioni.  
   
   
ELVIA E-STUDENT: LA POLIZZA DI MONDIAL ASSISTANCE PER I GIOVANI  
 
Con l´estate che si avvicina molti studenti si preparano a lasciare l´Italia e la famiglia per brevi vacanze o periodi più lunghi, scegliendo di unire divertimento e studio. Una avventura che i ragazzi e le loro famiglie possono affrontare con la garanzia di un prodotto assicurativo online ideato su misura: Elvia E-student di Mondial Assistance. Estate alle porte, tempo di preparare la partenza. E molti giovani, ogni anno di più, programmano la loro vacanza o soggiorno all´estero per coniugare tempo libero e studio, decisi a imparare una lingua o vivere le prime esperienze formative lontano da casa. Un momento doppiamente educativo, sia per il confronto con nuove realtà sia per la forte presa di responsabilità richiesta ai ragazzi. Un aiuto a supporto di questo nuovo impegno viene da Elvia E-student, l’assicurazione viaggi online di Mondial Assistance creata appositamente per chi viaggia o soggiorna in Italia o all´estero per motivi di studio e sottoscrivibile direttamente attraverso il sito Internet www. Elvia. It. Cosa offre E-student? Un´assistenza completa e puntuale per la sicurezza dei ragazzi: si inizia con il servizio informazioni prima della partenza, non solo per tutte le indicazioni sul viaggio, la prenotazione di alberghi e tutti i servizi per semplificare il soggiorno di studio, ma anche per la consulenza a chi sceglie i programmi di scambio internazionale (Socrates-erasmus, Leonardo, ecc. ). La Centrale Operativa, attiva 24 ore su 24, sarà pronta a intervenire in caso di necessità per offrire all´assistito consulenza medica, organizzare il trasporto sanitario, sostenere le spese di cura (fino a € 1. 500 in Italia, € 25. 000 in Europa/mediterraneo o € 50. 000 nel mondo), tradurre la cartella clinica, anticipare denaro, organizzare il viaggio di un familiare in caso di ricovero ospedaliero e garantire l’assistenza legale. La polizza Elvia E-student si estende inoltre alla responsabilità civile dello studente, coprendo eventuali danni a terzi fino a € 50. 000, mentre sono previsti rimborsi fino a € 200,00 per gli acquisti di prima necessità in caso di ritardo superiore a 8 ore nella riconsegna del bagaglio registrato. Inoltre è previsto il rimborso dei costi sostenuti per inviare una valigia in sostituzione di quella rubata o non riconsegnata dal vettore aereo. E-student fa parte della gamma di prodotti on-line e completamente “fai-da-te” di Mondial Assistance, leader mondiale nell’assistenza e nell’assicurazione viaggi. Accanto alle formule classiche come E-care e E-all-inclusive, che aggiunge anche la copertura degli infortuni in volo e l’assicurazione del bagaglio, Mondial Assistance propone ai suoi clienti una vasta gamma di polizze specializzate: E-sea, per chi ha deciso di passare le proprie vacanze in barca; E-move per chi ha deciso di spostarsi in auto; E-fly che copre gli infortuni durante il viaggio in aereo; E-business con una serie di coperture specifiche per chi si sposta per lavoro; E-ski per chi vuole essere sicuro e protetto sulla neve.  
   
   
BILANCIO SOCIALE: UNIONCAMERE PIEMONTE È LA PRIMA UNIONE REGIONALE DELLE CAMERE DI COMMERCIO CHE SI DOTA DEL BILANCIO SOCIALE E OTTIENE LA CERTIFICAZIONE PER IL BILANCIO D’ESERCIZIO 2006  
 
Per il secondo anno consecutivo Unioncamere Piemonte, l’associazione delle otto Camere di commercio piemontesi ai sensi della Legge n. 580/92, ha scelto, in una logica di trasparenza e di garanzia, di far certificare volontariamente il proprio Bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2006, approvato durante l’Assemblea dell’ente. Quest’anno il percorso di valorizzazione della trasparenza ha poi compiuto un ulteriore passo con la redazione del Bilancio sociale ed evolverà ancora con l’adozione del modello di organizzazione, gestione e controllo previsto dal Dlgs. 231/2001, oltre che di un collegato “Codice etico aziendale”. Il Bilancio Sociale di Unioncamere Piemonte è uno strumento di gestione e comunicazione volto a qualificare il rapporto con tutti gli stakeholders, che si propone di fare emergere nella sua completezza la dimensione operativa e istituzionale dell’ente. Rappresenta quindi l’ideale completamento dell’informativa di bilancio, al fine di ottenere una rappresentazione completa e integrata dei vari aspetti della gestione (economico-finanziario, sociale ed ambientale) raccordati, per quanto attiene ai valori numerici, ai dati di bilancio già soggetti a “certificazione”. Trattandosi di strumento volontario, per la sua predisposizione, avvenuta a titolo sperimentale per l’esercizio 2006, sono stati assunti come modalità operative i “Principi generali e linee guida per l’adozione del bilancio sociale nelle aziende non profit”, elaborati dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti, e come schema di riferimento i “Principi Gbs di redazione del bilancio sociale”, strumenti che a loro volta integrano e accolgono le metodologie di Corporate Social Responsability - Csr più accreditate a livello internazionale, quali Gri e Accountability 1000. Da un punto di vista operativo, il Bilancio Sociale di Unioncamere Piemonte è stato realizzato da un Gruppo di lavoro interno, coordinato dal direttore Massimo Deandreis, con l’intervento del Gruppo di studio in materia di Bilancio Sociale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Torino, Ivrea e Pinerolo, che in ogni fase del processo ha svolto un ruolo di supervisione scientifica finalizzato alla validazione professionale della metodologia adottata. “Abbiamo deciso quest’anno di procedere alla stesura del bilancio sociale, prima tra le Unioni regionali di tutta Italia, con l’obiettivo di fornire un utile strumento per meglio conoscere e capire l’insieme delle attività che svolge il nostro ente, e per realizzare un’ulteriore tappa in quel percorso di trasparenza e chiarezza delle relazioni con i nostri stakeholders - ha commentato il presidente di Unioncamere Piemonte, Renato Viale -. Un modo, non solo contabile, per verificare la validità delle scelte compiute e la loro coerenza con la missione dell’ente. Abbiamo così avuto l’occasione per verificare con chiarezza i binari del nostro agire, che sono quelli di un ente che opera per le Camere di commercio del Piemonte e, attraverso di loro, per quel rilevante patrimonio di determinazione e capacità imprenditoriale rappresentato dalle oltre 460. 000 imprese piemontesi, grande forza della nostra regione”. “Grazie a questo lavoro abbiamo costruito indicatori e indici che, oltre a rendere più chiara l’azione dell’ente, consentono ai nostri amministratori e a tutti gli stakeholders, compreso il nostro personale, di poter valutare e monitorare la coerenza tra la capacità operativa e gli obiettivi strategici dell’ente - ha dichiarato Massimo Deandreis, direttore di Unioncamere Piemonte - . Ai rappresentanti del Gruppo di studio in materia di bilancio sociale dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Ivrea, Pinerolo e Torino, oltre ai complimenti per la professionalità dimostrata, rivolgo un particolare ringraziamento per averci aiutato in questo percorso di crescita umana e professionale”. Il documento si articola in cinque parti fondamentali: l’identità di Unioncamere Piemonte (la storia, il contesto di riferimento, l’dentificazione degli stakeholders, i valori di riferimento, la missione e il disegno strategico, la natura giuridica e la governance e il piano programmatico), il rendiconto di Unioncamere Piemonte (la determinazione del valore aggiunto sociale e la distribuzione del valore aggiunto sociale), la Relazione Sociale (Unioncamere Piemonte e le risorse umane, Unioncamere Piemonte e il sistema camerale Unioncamere Piemonte e le istituzioni, Aree ed ambiti di intervento), le aspettative e il grado di consenso e l’evoluzione della gestione e indicazioni di miglioramento.  
   
   
NH HOTELES ITALIA: SARGIACOMO HA LASCIATO IL RUOLO DI AMMINISTRATORE DELEGATO  
 
Dopo una intensa e costante attività durata anni, Nh Italia(www. Nh-hotels. Com), attraverso lo sforzo del Presidente Gabriele Burgio e dell´Ammistratore Delegato Riccardo Sargiacomo, ha raggiunto gli obiettivi prefissati nel corso del 2003). Il team di grande professionalità, guidato da Riccardo Sargiacomo, infatti ha posizionato Nh Hoteles come il gruppo leader nel settore italiano dell´ospitalità. Fra i più concreti risultati ottenuti segnaliamo, in particolare, le acquisizioni di Jolly, Framon, l´apertura dell´Nh Laguna Palace, del Nhow di Milano, dell´Nh Santo Stefano di Torino. Il Dottor Sargiacomo, dopo i significativi risultati ottenuti, lascia il ruolo di Amministratore Delegato di Nh Italia ma continuerà a collaborare con il Gruppo. .  
   
   
APRIL ITALIA SIGLA UNA NUOVA PARTNERSHIP CON CARILA  
 
A 7 mesi dal lancio della gamma di polizze di Creditor Insurance, portando avanti il progetto di ampliamento delle proprie partnership con piccole e medie realtà finanziarie, April Italia - società commerciale di servizi assicurativi che si avvale di partner distributivi per collocare su tutto il territorio nazionale i propri prodotti costruiti con compagnie assicurative proprie e non - ha concluso un nuovo accordo commerciale con Carila - società di mediazione del credito. A seguito di tale accordo Carila arricchisce la proposta di polizze a copertura del debito della propria clientela. Attraverso i due punti vendita di Milano e Roma, infatti, Carila può proporre ai clienti che sottoscrivono un mutuo di optare per la polizza di Creditor Insurance di April Italia per coprire i rischi. Attraverso questa nuova partnership Carila può offrire alla sua clientela un prodotto costruito su misura alle proprie esigenze, fornendo un alto standard qualitativo garantito dalla gestione efficace e pronta di tutti problemi da parte di April Italia. Carila, inoltre, arricchisce il knowhow della sua rete vendita grazie al training e alla formazione eseguiti da April Italia che, in qualità di nuovo partner, animerà anche la rete commerciale. April Italia, da parte sua, entrata da poco nel mercato del Creditor Insurance attraverso partnership avviate con operatori finanziari, tramite questo nuovo accordo si introduce anche nel mercato della mediazione creditizia, presidiando così un’area ad alto potenziale di crescita. “Questo nuovo, importante accordo con Carila conferma la volontà di April Italia di proseguire nella ricerca di partnership con piccole e medie realtà del mercato del credito – ha dichiarato Andrea Cipriano, Amministratore Delegato e Direttore Generale di April Italia – Il nostro obiettivo è di affermarci come leader assicurativo nel piccolo e medio mercato del credito entro il 2012”.  
   
   
GIUSTIZIA: ARBITRATO E CONCILIAZIONE POCO USATI DAGLI ITALIANI  
 
Tempi lunghi, costi elevati, esiti incerti: questo l’identikit della giustizia civile per imprese e cittadini che, per far valere un diritto davanti al giudice, devono attendere in media 887 giorni per una sentenza di primo grado, altri 808 per quella in appello e 912 per l’eventuale giudizio in Cassazione: totale 2. 607 giorni, pari a oltre 7 anni. In uno scenario economico che viaggia al tempo di Internet, ce n’è abbastanza per le imprese per bocciare il sistema della giustizia civile italiana ma, evidentemente, non ancora per convincersi a ricorrere a strumenti di risoluzione alternativa delle controversie, come l’arbitrato e la conciliazione. Così gli italiani continuano imperterriti a rivolgersi alla giustizia ordinaria anche se, nel 40% dei casi, le loro richieste vengono rigettate in primo grado perché giuridicamente infondate. Eppure, rivolgersi ad una Camera di Commercio per richiedere un arbitrato può portare alla soluzione della controversia in 135 giorni (un tempo 9 volte inferiore alla media del giudizio ordinario), mentre nel caso della conciliazione i tempi medi scendono addirittura a 61 giorni. Questo il quadro che emerge dal convegno intitolato “Una giustizia veloce per imprese e consumatori: l’arbitrato amministrato delle Camere di Commercio” organizzato da Unioncamere e svoltosi oggi a Roma, nel corso del quale sono stati presentati i primi risultati della ricerca “Metodi alternativi di risoluzione delle controversie: un’analisi dei costi e benefici per le imprese” a cura del Centro Einaudi e dell’Università Bocconi di Milano. “La crisi della giustizia civile – ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello - si riflette negativamente sulla competitività delle imprese italiane e sull’economia del Paese perché ci impone un costo aggiuntivo che i nostri concorrenti non hanno, e perché esercita un fortissimo disincentivo ad investire per le aziende straniere. Detto questo, occorre però un cambiamento culturale profondo anche nelle imprese perché la loro richiesta di giustizia sia sempre più sostanziale, orientata al risultato e non meramente formale. Cercare la mediazione al posto del conflitto fa risparmiare tempo e costa molto meno. La diffusione degli strumenti di giustizia alternativa come l’arbitrato e la conciliazione – ha detto ancora Andrea Mondello - può essere la base di una nuova ‘educazione’ alla giustizia degli italiani. Abbiamo due occasioni importanti da sfruttare: da un lato, ampliare il contenuto del disegno di legge del Ministro Mastella sui tempi del processo civile, per valorizzare a tutto vantaggio di imprese e consumatori anche le forme stragiudiziali di risoluzione delle controversie. Dall’altro, non ritardare ulteriormente l’iscrizione di diritto delle Camere di commercio nell’albo degli organismi di conciliazione, tenuto dal ministero della Giustizia”. . .  
   
   
GIURISTI CINESI A ROMA PER STUDIARE IL DIRITTO ROMANO SI RIUNIRANNO AL CNR E SEGUIRANNO, DAL 7 AL 10 MAGGIO, UN CORSO DI ALTA FORMAZIONE SULL’ARGOMENTO PER ACQUISIRE LA PREPARAZIONE NECESSARIA ALLA REDAZIONE DEL CODICE CIVILE, PREVISTA PER IL 2010  
 
Si svolgeranno da lunedì 7 a giovedì 10 maggio, a Roma, presso il Consiglio nazionale delle ricerche, P. Le A. Moro 7 (aule Marconi e Bisogno), alcune delle lezioni del Corso breve di alta formazione in Diritto romano per docenti cinesi, diretto dal professor Sandro Schipani, responsabile del progetto “Unificazione del diritto, integrazioni continentali, cooperazione internazionale” presso il Dipartimento identità culturale del Cnr e ordinario di Diritto romano all’università di Roma Tor Vergata. Il corso, che è stato inaugurato il 2 maggio presso i Musei Capitolini, prevede gli interventi di insigni romanisti e civilisti italiani e l’approfondimento di rilevanti aspetti di istituti del Diritto romano e del Diritto civile di particolare interesse per il processo di codificazione civile in atto nella Repubblica Popolare Cinese (Rpc). A determinare l’iniziativa la sempre crescente domanda, da parte cinese, di rafforzare la formazione sul Diritto romano dei propri docenti ed esperti in Diritto civile, in vista della redazione del Codice civile, prevista per il 2010. La Cina si è aperta alla ricezione del nostro sistema giuridico già dagli inizi del secolo scorso, tuttavia dalla fondazione della Rpc, solo a partire dagli anni ’80 il Governo ha formalmente assunto l’impegno di promuovere gradualmente la costruzione di un moderno sistema fondato sullo Stato di diritto e di aprirsi all’economia di mercato, offrendo specifica tutela alla proprietà e all’iniziativa private. In tale quadro è nata l’esigenza di formare docenti, magistrati e operatori del settore in grado di affrontare le mutate situazioni socio-economiche e di sostituire gradualmente i colleghi della generazione precedente, formatisi in ambienti militari o di partito. La ‘quattro giorni’ capitolina è promossa dall’Osservatorio sul sistema giuridico romanistico in Italia e in Cina dell’università di Roma Tor Vergata, in collaborazione con la commessa Cnr relativa all’Uso del diritto romano in Cina. Formazione del diritto cinese nell’ambito del sistema giuridico romanistico, ed è patrocinata dal Comitato nazionale per le celebrazioni del 750° anniversario della nascita di Marco Polo. .