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LUNEDI

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Notiziario Marketpress di Lunedì 06 Giugno 2011
UN GRUPPO DI ESPERTI DELL’OMS HA SEGNALATO IL POSSIBILE RISCHIO CHE IL CELLULARE SIA CANCEROGENO.  
 
 Milano, 6 giugno 2011 - Questo tipo di problema era da tempo oggetto di studio, dato l’alto numero di cellulari su tutto il territorio, e sull’uso, spesso eccessivo, che se ne fa anche tra i bambini. Le uniche segnalazioni riguardavano tuttavia i rischi legati alle emissioni delle antenne dei ripetitori. Finora il mondo della pediatria, in assenza di prove scientifiche dimostrate, aveva consigliato un uso prudente di questi dispositivi, almeno tra i bambini, soprattutto evidenziando gli aspetti sociali dovuti all’uso improprio (a scuola, in luoghi pubblici, la dipendenza da Sms e chat). Da un punto di vista tecnico, i cellulari, così come i forni a microonde ed altri dispositivi elettrici di uso comune, emettono radiazioni non ionizzanti, onde troppo deboli per danneggiare direttamente il Dna e causare il cancro. Pertanto il mondo scientifico ha sempre evidenziato che non esiste al momento attuale un meccanismo biologico noto che spieghi come le radiazioni non ionizzanti possano provocare il cancro o altri problemi fisici. “Ora, anche se il gruppo di esperti non ha fornito specifiche raccomandazioni ai consumatori, noi, come pediatri, di fronte alla sempre maggiore diffusione di campi elettromagnetici e il maggiore tempo di esposizione, secondo un principio di precauzione, proponiamo alcuni suggerimenti da dare ai genitori, in attesa che l’Oms possa dare indicazioni più accurate sulla sicurezza di queste apparecchiature.” Dichiara Giuseppe Mele, Presidente della Fimp. 1. Non usate coperte elettriche o altri dispositivi elettrici dove dormite (ad esempio la luce notturna sul comodino); 2. Controllate dove si trova l´interruttore centrale ed il salvavita e non dormite vicino ad esso; 3. Non passate troppo tempo vicino ad apparecchiature elettroniche accese (ad esempio la sveglia sul comodino); 4. Non lasciate che i bambini guardino la cottura del cibo all´interno del forno a microonde; 5. Tenete il router wi-fi il più lontano possibile dai vostri familiari, mettetelo in un cassetto o in un armadio; 6. Tornate al telefono fisso e liberatevi del cordless in casa; 7. Non date i cellulari ai bambini; 8. Usate un auricolare a filo e non un dispositivo bluetooth; “Anche se non sono raccomandazioni scientifiche, sono ‘consigli’ che lascio al buonsenso delle famiglie”. Conclude Mele. Ricordiamo che in Francia è da tempo in atto una campagna di sensibilizzazione sul possibile rischio legato alle radiazioni non ionizzanti, alla diffusione dei cellulari tra i bambini, e alla necessità di ridurre quanto possibile la quantità di radiazioni assunte, in attesa di una sicura dimostrazione della loro innocuità.  
   
   
IL BERE COMPULSIVO HA UN EFFETTO NEGATIVO SULLA MEMORIA  
 
Bruxelles, 6 giugno 2011- Il consumo di alcol influisce sulla nostra capacità di apprendere informazioni verbali? Una nuova ricerca ha scoperto una connessione tra il bere compulsivo e la diminuzione della memoria dichiarativa verbale, una forma di memoria a lungo termine. Lo studio, presentato nella rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research, mostra come il nostro ippocampo è particolarmente sensibile alla neurotossicità dell´alcol durante il suo sviluppo. Gli esperti dicono che l´ippocampo è fondamentale per lo sviluppo dell´apprendimento e della memoria. Indagando sul bere compulsivo degli studenti universitari, ricercatori provenienti dalla Spagna e dagli Stati Uniti dicono che il bere compulsivo compromette la memoria dichiarativa verbale di una persona. "Nei paesi dell´Europa settentrionale vi è una forte tradizione di bere in modo sporadico e con lo scopo di ubriacarsi", dice il dottor María Parada della Universidade de Santiago de Compostela, in Spagna, l´autore principale dello studio. "Al contrario, i paesi sulla costa mediterranea, come la Spagna, sono tradizionalmente caratterizzati da un consumo più regolare di piccole dosi di alcol. Negli ultimi anni il modello del bere compulsivo è sempre più diffuso tra i giovani in tutta Europa, da qui il crescente interesse per questo problema." La dottoressa Marina Rodríguez Álvarez, anche lei dall´Universidade de Santiago de Compostela, mette in evidenza l´importanza di studiare gli effetti dell´alcol sul ippocampo; negli studi sugli animali, questa regione sembra essere sensibile agli effetti neurotossici dell´alcol. In ultima analisi, vi è una forte connessione tra questa struttura e la memoria e l´apprendimento. "In altre parole, il bere compulsivo potrebbe influenzare la memoria dei giovani adulti, influenzando la loro vita di tutti i giorni", dice la dott.Ssa Álvarez. La dottoressa Parada continua dicendo: "Il nostro interesse a studiare gli effetti dei modelli del bere compulsivo sulla memoria dichiarativa deriva dal ruolo ben definito dell´ippocampo - una piccola struttura del cervello a forma di cavalluccio marino situata nelle regioni mediali degli emisferi cerebrali - in questa funzione cognitiva. Sia gli studi sugli animali e che alcuni studi di neuroimaging sull´uomo hanno dimostrato che l´ippocampo è particolarmente vulnerabile agli effetti dell´alcol, pertanto ci siamo chiesti se l´apprendimento e la memoria ippocampo-dipendente potrebbero essere compromessi dal bere pesante ed episodico." I ricercatori hanno valutato 122 studenti universitari in Spagna, di età compresa tra 18 e 20 anni, suddivisi in 2 gruppi: bevitori compulsivi e non bevitori compulsivi. "La nostra scoperta principale è stata una chiara associazione tra il bere compulsivo e una capacità inferiore di apprendere nuove informazioni verbali in studenti universitari sani, anche dopo aver controllato le altre possibili variabili, quali il livello intellettivo, una storia di disturbi neurologici o psicopatologici, l´uso di droghe o una storia familiare di alcolismo", ha detto Parada. "Attualmente stiamo conducendo uno studio longitudinale di questi giovani e stiamo raccogliendo informazioni sui loro risultati accademici, quindi speriamo di essere in grado di rispondere a questa domanda in maniera più esaustiva nel prossimo futuro." Conclude la dott.Ssa Álvarez: "Questi risultati dovrebbero essere presi in considerazione da genitori, medici, amministratori di università e anche dai governi, perché è fondamentale affrontare tutto quello che circonda lo sviluppo del cervello nei nostri adolescenti e giovani adulti." Per maggiori informazioni, visitare: Universidade de Santiago de Compostela: http://www.Usc.es/  Alcoholism: Clinical & Experimental Research: http://www.Wiley.com/bw/journal.asp?ref=0145-6008    
   
   
UNA SOFISTICATA TECNOLOGIA FA LUCE SUL PROCESSO DELL´ERRATO RIPIEGAMENTO PROTEICO  
 
Bruxelles, 6 giugno 2011- Il ripiegamento delle proteine è necessario per il funzionamento delle strutture tridimensionali nel corpo. Alcune parti delle proteine funzionali possono però rimanere non ripiegate, portando alla generazione di varie malattie debilitanti come le malattie neurodegenerative. Alcuni ricercatori in Svizzera e nel Regno Unito hanno studiato l´errato ripiegamento delle proteine usando una sofisticata tecnica spettroscopica. Presentato sulla rivista Nature, lo studio rivela come l´errato ripiegamento può competere con il ripiegamento produttivo in particolare in proteine che contengono molti campi. Lo studio è stato in parte finanziato da una borsa di studio intraeuropea Marie Curie nell´ambito del Settimo programma quadro (7° Pq) dell´Ue. Ricercatori dell´Università di Zurigo e dell´Università di Cambridge spiegano che il misfolding avviene con più frequenza quando la sequenza di aminoacidi nei campi proteici vicini è molto simile. Gli esperti definiscono le proteine come le principali macchine molecolari nel nostro corpo. Il loro ruolo è molto ampio: non solo trattano le sostanze nutritive e le trasformano in energia ma aiutano la struttura cellulare e trasmettono segnali nelle cellule e in tutto il corpo. Le proteine devono assumere una struttura ben definita e tridimensionale per assicurare l´espletamento delle loro funzioni specifiche e per lo più trovano questa struttura da sole una volta che si sono formate a partire dai singoli mattoni, gli aminoacidi, come una lunga catena di molecole nella cellula. Un errore nel processo di ripiegamento però risulta in proteine che non sono in grado di svolgere le loro funzioni. Così emergono vari disturbi, ma evitare il processo di ripiegamento errato non è facile come può sembrare. Le stesse interazioni proteiche che stabilizzano la struttura corretta delle proteine individuali possono provocare interazioni tra molecole di proteine e a sua volta costringerle a ripiegarsi in modo errato. Usando un metodo di fluorescenza a molecola singola, il team ha esaminato cosa succede quando si verifica il ripiegamento errato. Hanno sondato campi, o sezioni, di titina, che è la più grande proteina del corpo umano. La titina contribuisce alla stabilità e all´elasticità delle fibre muscolari. È necessario precisare che campi individuali di titina possono spiegarsi mentre il muscolo è molto stirato per evitare che il tessuto muscolare venga danneggiato, ma quando i muscoli si rilassano nuovamente, può verificarsi un ripiegamento errato dei campi. Il team ha attaccato piccolissime molecole di colorante come sonde alle proteine ai fini di questo studio. "Usando il nostro metodo con laser spettroscopico siamo riusciti a determinare le distanze su scala molecolare, cioè fino a pochi milionesimi di millimetro, attraverso il trasferimento di energia tra le sonde," dice uno degli autori dello studio, il professor Benjamin Schuler dell´Università di Zurigo. Ciò ha permesso al team di identificare le strutture correttamente e di distinguere le proteine erroneamente ripiegate. I ricercatori hanno così determinato la proporzione del misfolding. "Lo studio di diversi campi di titina nei nostri esperimenti ha rivelato che la probabilità di misfolding aumenta se i campi vicini sono molto simili nella sequenza di aminoacidi," spiega. "Questo sembra essere una strategia evolutiva fondamentale per evitare l´errato ripiegamento delle proteine e per garantire così la loro massima funzionalità." Per maggiori informazioni, visitare: Nature: http://www.Nature.com/  Università di Zurigo: http://www.Uzh.ch/index_en.html    
   
   
SANITA´ IN SICILIA: NUOVI RAMI DI RICERCA ALL´IRCCS BONINO PULEJO  
 
Palermo, 6 giugno 2011 - L´irccs Centro Neurolesi "Bonino-pulejo" di Messina avvia a partire da oggi nuovi rami di ricerca presso nuovi locali dedicati a laboratori di farmacogenetica e farmacogenomica, a laboratori di neurologia sperimentale e deposito biobanca. Lo ha annunciato il direttore generale del Centro, Vincenzo Barone. L´attivita´ di ricerca svolta dall´Istituto verra´ potenziata in specifici settori quali la neurologia sperimentale e la ricerca genetica e genomica, con particolare riguardo alla farmacogenetica e alla definizione delle basi molecolari delle malattie genetiche e neurogenetiche. L´attivita´ svolta nell´ambito della neuro immunologia, della neurologia sperimentale, della biologia molecolare e della neurofarmacologia, viene potenziata con l´utilizzo di apparecchiature di ultima generazione dedicate a laboratorio di colture cellulari, microscopia, strumentazione per analisi di proteomica, strumentazione per biologia molecolare, camera fredda, centrifughe, biobanche. Lo staff dedicato all´attivita´ di ricerca, coordinato dal direttore scientifico dell´Istituto Placido Bramanti, e´ composto da specifico personale specializzato nel settore, costituito sia da unita´ di personale strutturato che da personale in servizio presso l´Ente con dottorato di ricerca in Scienze neurobiologiche cliniche e in Neuropsicofarmacologia clinica e sperimentale ed applicazioni in neuroriabilitazione, assegni, borse e contratti di ricerca. Lo staff sara´ incrementato non appena verranno concluse le procedure di selezione dei nuovi bandi, indetti dal direttore generale Barone subito dopo il suo insediamento avvenuto lo scorso 16 maggio. I costi per la ristrutturazione dei nuovi locali e per l´acquisizione delle relative apparecchiature sono stati finanziati da contributi regionali erogati all´Irccs e inseriti all´interno di specifici Piani di utilizzo per ricerca clinica e per il potenziamento dell´innovazione tecnologica della struttura. Le potenzialita´ e le ricadute delle nuove tecnologie potranno essere funzionali ai progetti ed alle reti regionali nell´ambito della rimodulazione e del rilancio dei nuovi laboratori ad alta specializzazione previsti e programmati dall´assessorato regionale alla sanita´.  
   
   
LOMBARDIA/KENIA. INAUGURATA NUOVA UNITÀ OSPEDALE MALINDI AVVIATO PROGRAMMA DI COLLABORAZIONE TRA UNIVERSITÀ  
 
Malindi, 6 giugno 2011 - E´ stata inaugurata il 4 giugno alle ore 12 locali (le 13 in Italia) la moderna unità ad alta intensità assistenziale e del pronto soccorso del Malindi District Hospital, in Kenya, realizzata nell´ambito dei progetti di cooperazione internazionali di Regione Lombardia. Presente l´assessore regionale Luciano Bresciani, che guida la delegazione lombarda in visita alla struttura ospedaliera di Malindi, composta dal presidente del San Matteo di Pavia Alessandro Moneta, dal direttore generale dello stesso ospedale Pietro Caltagirone, dal chirurgo pediatrico Gian Battista Parigi, responsabile del centro cooperazione internazionale del San Matteo, dall´assessore comunale al Bilancio e all´Università di Pavia Marco Galandra e dell´ambasciatore italiano a Nairobi Paola Imperatore. Le nuove strutture nascono dalla collaborazione tra Assessorato alla Sanità della Lombardia, San Matteo di Pavia, ministero degli Esteri tramite l´ong Cisp, gli ospedali di Vimercate e Como e il governo nazionale attraverso l´ospedale locale. Significativi gli investimenti effettuati: 30.000 euro per la parte strutturale, 500.000 euro invece il valore delle apparecchiature. Tra queste un cardiografo, un ecografo di ultima generazione, due defibrillatori. E ancora: un banco per sterilizzare i bisturi, tavoli operatori, 6 incubatrici neonatali. Una nuova Alta intensità che potrà contare su una ventina di posti letto di cui la metà dedicati all´età pediatrica. All´inaugurazione erano presenti i politici locali, la comunità di Malindi, il personale sanitario del posto e i vertici dell´università Pwani di Kilifi con cui è stato firmato, nel primo pomeriggio, un importante protocollo di intesa sulla formazione universitaria. "Dopo il rinnovamento della struttura la firma di oggi rappresenta il secondo passaggio. Ossia - spiega Bresciani - formazione per cure, diagnosi e terapie. Per questo chiederò alle istituzioni interessate un progetto che prevede sedi distaccate operative e reciproche delle università di Pavia e di quella della provincia della Costa (Malindi Mombasa) per infermieri e medici con abilitazione delle due lingue: inglese e italiano. Questo consentirà un´utile flessibilità di scambio tra i due Paesi, grazie anche ai sistemi di teleconferenza e teleconsulto". Soddisfatto anche il presidente Alessandro Moneta: "Si tratta di un´importante e innovativa proposta sottoscritta dalla fondazione San Matteo di Pavia, università della nostra città, quella di Kilifi e da Regione Lombardia per la realizzazione del primo corso di laurea in medicina e personale infermieristico che abbraccia la vasta area costiera". "Un protocollo di intesa che mira - ricorda Moneta - a garantire la sostenibilità della presenza del personale sanitario all´interno delle strutture ospedaliere della regione. Un´iniziativa nobile che già a medio termine può dare risultati oggi insperati".  
   
   
SANITA´, DALLA REGIONE MARCHE UN SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE DI PERSONE AFFETTE DA SLA.  
 
Ancona, 6 Giugno 2011 - La Regione garantisce il sostegno alle famiglie di persone affette da Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla): lo stabilisce una delibera di Giunta che definisce i criteri e le modalita` di attuazione dell´intervento. ´La Sla ´ osserva l´assessore alla Salute, Almerino Mezzolani ´ e` una gravissima patologia degenerativa progressiva del sistema nervoso. La cura e l´assistenza delle persone che ne sono affette richiede una organizzazione dei servizi sanitari ed assistenziali di livello elevato ed altamente specializzate per poter supportare il malato e la sua famiglia. L´evento drammatico richiede, sia dal punto di vista psicologico che pratico, risposte precise e concrete´. Occorre pure considerare, aggiunge l´assessore, che anche laddove i servizi garantiscano le prestazioni necessarie, il bisogno assistenziale e` tale che la famiglia da sola non puo` farcela ed e` costretta a rivolgersi a persone esterne facendosi carico della spesa che diventa ingente soprattutto quando e` necessaria assistenza continuata 24 ore su 24. E proprio in considerazione del valore dell´intervento si e` ritenuto opportuno prevedere un contributo economico dal percorso immediato per il 2011. ´Gia` da diversi anni ´ aggiunge il Dirigente del Dipartimento Salute e Servizi Sociali, Carmine Ruta ´ la Regione ha previsto un intervento analogo in favore di famiglie con persone in situazione di particolare gravita` denominato ´Assistenza Domiciliare Indiretta´. Ma per le persone affette da Sla, vista la particolare gravita` della malattia, si e` voluto intervenire con un percorso immediato che dia la possibilita` di usufruire rapidamente del contributo regionale". Al fine di velocizzare al massimo le misure, e` stato individuato come unico referente per l´attuazione dell´intervento l´Asur a cui viene assegnato il fondo regionale. L´interessato, in possesso della diagnosi di Sla e del riconoscimento dell´handicap in situazione di gravita`, inoltra la domanda all´Asur tramite la Zona Territoriale di residenza, che assegna il contributo di 300 euro.  
   
   
SALUTE FVG: APPROVATE SPESE SOVRAZIENDALI PER 508 MILA EURO  
 
Trieste, 6 giugno 2011 - Sviluppo e gestione dei registri regionali di patologia (tumori, malattie professionali, infortuni sul lavoro) monitoraggio dell´obesità e del sovrappeso in gravidanza e in età evolutiva nel quadro del progetto nazionale "Okkio alla salute" e supporto sanitario agli European Master Games (Emg) in programma a settembre a Lignano Sabbiadoro. Sono queste le principali attività di carattere sovraziandale cui l’ 1 giugno la Giunta regionale ha dato il via libera, su proposta dell´assessore alla salute, integrazione soiciosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic, per complessivi 508 mila euro. Nella delibera si precisa che del registro tumori continua ad occuparsi il Cro di Aviano, mentre è il Burlo l´istituto incaricato del monitoraggio dell´obesità. Sarà invece l´Azienda sanitaria n. 5 "Bassa Friulana" a garantire l´assistenza sanitaria durante la seconda edizione degli Emg, a cui parteciperanno atleti over 30, impegnati in oltre 20 discipline sportive.  
   
   
SANITA´: POLVERINI INTITOLA CPO OSTIA A GENNARO DI ROSA  
 
Roma, 6 giugno 2011 - La presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ha partecipato l’ 1 giugno all´intitolazione del Centro paraplegici di Ostia a Gennaro Di Rosa, storico paziente del Cpo e presidente dell´Associazione mielolesi di Ostia, deceduto lo scorso primo maggio a 62 anni. "Riconosciamo in questa struttura il lavoro fatto da Gennaro - ha dichiarato Polverini - La cosa che mi rende più contenta è consegnarvi lo stimolo che Gennaro aveva e che quotidianamente metteva a disposizione di questo centro". La presidente Polverini, che aveva annunciato l´intitolazione del centro a Di Rosa il 2 maggio scorso, ha scoperto la targa in sua memoria posizionata a lato dell´ingresso. "Ho incontrato per la prima volta Gennaro in una struttura ospedaliera romana e mi ha chiesto se ero disponibile a impegnarmi per una battaglia come quella per il Cpo - ha aggiunto Polverini - Ho chiesto al direttore della Asl di risolvere immediatamente la questione del centro. Continueremo a lavorare per questa struttura e per le tante persone che non hanno a disposizione una realtà come questa. Bisogna creare le condizioni affinché nel Lazio tutto sia come il Cpo - ha concluso - C´è un clima familiare fatto di persone che si riconoscono nella stessa causa".  
   
   
PUNTI DI NASCITA. PRIMO MONITORAGGIO: LUNEDÌ L’INCONTRO CON L’ASSESSORE FIORE  
 
Bari, 6 giugno 2011 – Oggi presso la sala convegni dell’Irccs Giovanni Paolo Ii, alle ore 9.00, si tiene l’incontro “Punti nascita: inevitabili adempimenti e prospettive per la salvaguardia della salute materno infantile”con la presenza dell’Assessore alle Politiche della Salute, Prof. Tommaso Fiore, ed il Comitato Punti Nascita Regionale (Cpnr). A tutti gli operatori del settore, alle rappresentanze delle Società Scientifiche e dell’associazionismo, saranno illustrati i risultati di un primo monitoraggio. In tale occasione saranno recepiti i contributi dei partecipanti, condividendo così il raggiungimento dell’obiettivo prioritario della migliore salvaguardia della salute materno infantile nella nostra Regione. La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato , le Regioni e le Provincie autonome di Trento e Bolzano ha infatti sancito l’Accordo relativo alle “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita e per la riduzione del taglio cesareo” (Accordo Stato – Regioni n. 137/Cu del 16/12/2010). Coerentemente con tali linee di indirizzo l’Assessore alla Sanità e la Giunta Regionale hanno individuato nel Comitato Punti Nascita Regionale (Deliberazione di Giunta Regionale n. 131 del 31 gennaio 2011) l’organismo tecnico consultivo cui affidare il monitoraggio delle strutture della Regione ed il successivo percorso attuativo delle Linee guida nazionali. Si ritiene che le Linee, complementari e sinergiche da integrare con il Piano di Riordino ospedaliero, debbano essere partecipate e condivise con tutti gli operatori del settore.  
   
   
ABRUZZO: PRESIDENTE A INAUGURAZIONE HOSPICE DI LANCIANO "IL TAGLIO DI SPRECHI E PRIVILEGI PER RECUPERARE RISORSE".  
 
Pescara, 6 giugno 2011 - Inaugurata il 4 giugno a Lanciano, alla presenza del Presidente della Regione, l´hospice Alba Chiara, primo centro in Abruzzo per le cure di fine vita. In una villa immersa in un parco di 4 mila quadrati, saranno a disposizione dei malati terminali dieci stanze singole dotate di bagno interno, tv color e frigo. All´interno della struttura ci sono anche due mini appartamenti con arredi completi. I posti letto sono 12. La struttura sanitaria sarà pronta ad accogliere i primi degenti da lunedì 13 giugno. L´hospice si avvale di una équipe multidisciplinare costituita da 7 infermieri, 5 operatori socio-sanitari, 2 medici e uno psicologo, tutto personale medico interno alla Asl di Chieti-lanciano-vasto. "La struttura Alba Chiara - ha dichiarato il Presidente della Regione - è un vero e proprio gioiello di quella sanità di qualità che stiamo realizzando. In particolare questo hospice, il primo che abbiamo realizzato in Abruzzo, rappresenta innanzitutto un fatto di civiltà. In un momento difficile della vita del malato, quando la terapia farmacologica non è più sufficiente, ridurre i disagi e le sofferenze fisiche e psicologiche diventa prioritario. L´umanizzazione delle cure deve essere in questo caso al primo posto. In futuro sorgeranno altri hospice a Pescara, Teramo e L´aquila, perchè l´obiettivo che questo governo regionale si è prefissato, è quello di migliorare il nostro sistema sanitario. L´inaugurazione di strutture come queste dimostra che in Abruzzo la politica dei tagli di sprechi e privilegi sta pagando. Con le risorse risparmiate, stiamo ottenendo benefici nell´ottica della qualificazione del servizio pubblico sanitario, così come è accaduto giorni fa per l´inaugurazione del primo ospedale pubblico che si occupa della riabilitazione, prima affidata al privato. L´affidamento dell´hospice Alba Chiara a personale della Asl e non a personale e strutture esterne, dimostra come si possa far funzionare, e bene, il servizio pubblico. Il privato deve essere complementare al pubblico, e rappresentare anche uno stimolo per fare ancora meglio. Questo è quello come Regione Abruzzo noi stiamo cercando di realizzare". Nell´ottica della razionalizzazione delle risorse e nell´eliminazione degli sprechi, rientra anche un obiettivo ambizioso riguardo la spesa farmaceutica. "Pochi giorni fa - ha detto il Presidente - abbiamo espedito un bando di gara centralizzato di 350 milioni di euro, per l´acquisto di farmaci per tutto l´Abruzzo, evitando bandi per ogni singola Asl, e risparmiando così cifre considerevoli. Con questi atti stiamo così cercando di perseguire l´obiettivo della riduzione del debito. Oggi l´Abruzzo - ha proseguito ancora il Presidente - non è più la Regione canaglia. Siamo vicini al pareggio di bilancio. Al Tavolo di Monitoraggio e alla Conferenza delle Regioni l´Abruzzo sta acquistando sempre più prestigio. Oggi le cose stanno cambiando. Il disavanzo sanitario si è ridotto e dopo due anni di politiche serie, il riequilibrio finanziario è più vicino. E questo grazie al taglio degli sprechi, e all´utilizzo delle risorse nel miglioramento del sistema sanitario, con investimenti mirati all´acquisto di nuovi macchinari per cure e diagnosi mediche. Mi chiedo solo perchè prima - ha concluso il Presidente della Regione - tutto questo non accadeva".  
   
   
A GESTIRE IL DIABETE SI IMPARA AL CAMPO SCUOLA  
 
Firenze, 6 giugno 2011 - Campi scuola dove bambini e adolescenti con il diabete imparino, con l’aiuto di medici e psicologi, a gestire la loro malattia e a superare i problemi connessi con la convivenza con una patologia cronica. In montagna, in agriturismo, in barca. Anche quest’anno la Regione finanzia i campi scuola rivolti ai ragazzi affetti da diabete dell’età evolutiva. Una delibera approvata nel corso dell’ultima giunta destina 100.000 euro a questo progetto, gestito dal Centro regionale per il diabete dell’età evolutiva dell’azienda ospedaliero-universitaria Meyer e dall’Unità operativa di pediatria e neonatologia della Asl 9 di Grosseto. In tutto, 5 campi scuola (3 gestiti da Meyer, 2 dalla Asl di Grosseto), alcuni dei quali già svolti, altri che si terranno nei prossimi mesi. “La Regione sostiene i campi scuola per i ragazzi affetti da diabete già dal 2000 e crede molto in questo progetto – dice l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – La realizzazione di questi campi è un passaggio fondamentale del percorso educativo dei bambini e degli adolescenti con diabete, perché li abitua ad un’autonomia terapeutica, fornisce loro le competenze per gestire il diabete anche in assenza dei familiari, favorisce il confronto con i coetanei, impegna i ragazzi in attività ricreative e sportive, dimostrando la loro compatibilità con il diabete, sviluppa in loro autostima e responsabilizzazione”. I campi per i ragazzi più grandi (11-16 e 14-17 anni) sono rivolti ai soli ragazzi, con la partecipazione di 3-4 ragazzi di età superiore, che svolgono la funzione di “diabetico guida”, grazie alle esperienze già maturate nei precedenti campi scuola. I campi per il più piccoli sono rivolti ai gruppi familiari, e il bambino partecipa con entrambi i genitori. Ai campi sono presenti medici, infermieri, dietisti, psicologi, pediatri, preparatori atletici della facoltà di scienze motorie, personale dell’Associazione diabetici. Alcuni campi si sono già svolti: a febbraio il campo scuola sulla neve a Sestola, a maggio quello a Dynamo Camp, nell’oasi Wwf di San Marcello Pistoiese, entrambi gestiti dal Meyer. Si terranno nei prossimi mesi la crociera in veliero a bordo di Nave Italia (a ottobre, anche questa gestita dal Meyer) e i due campi che organizzerà la Asl di Grosseto, uno rivolto ai bambini di età 6-13 anni, l’altro agli adolescenti 14-18 (date e località ancora da decidere). “Dato che negli ultimi anni abbiamo registrato un considerevole aumento del numero di esordi di diabete, vorremmo riuscire a realizzare un numero sempre maggiore di campi scuola, per consentire la partecipazione al maggior numero possibile di ragazzi”, dice la dottoressa Sonia Toni, responsabile del Centro regionale per il diabete dell’età evolutiva del Meyer. In Italia il diabete di tipo 1 nell’età evolutiva (0-14 anni) registra un incremento annuo del 3,6%. E ancora non si sono individuate con chiarezza le cause. Mentre per il diabete di tipo 2 entrano in gioco alimentazione e stili di vita, questo non è altrettanto vero per il diabete di tipo 1. “Da oltre vent’anni – informa ancora la dottoressa Toni – il nostro Centro di riferimento organizza questi eventi, trasferendo le competenze multidisciplinari del team al di fuori dell’ospedale e permettendo così ai ragazzi, all’interno di una vacanza, di acquisire, verificare e approfondire le competenze diabetologiche necessarie per la gestione della terapia nel quotidiano”. Per informazioni, questo è il numero del Centro regionale per il diabete dell’età evolutiva dell’azienda ospedaliero-universitaria Meyer: 055-5662486.  
   
   
SOTTOSCRITTO DAL PRESIDENTE DELLA CALABRIA SCOPELLITI A ROMA L’AGGIORNAMENTO DEL PATTO DI LEGISLATURA CON L’AIOP  
 
Catanzaro, 6 giugno 2011 - Maggiori occasioni di confronto, una commissione paritetica per lo studio dell’attività svolta dall’ospedalità, conferma del budget del comparto privato. Sono questi alcuni punti dell’aggiornamento del “Patto di Legislatura” siglato l’ 1 giugno tra la Regione Calabria e l’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata). Alla firma, avvenuta presso la sede romana della Regione, erano presenti il Governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti ed il Presidente dell’Aiop Calabria, Massimo Miraglia. Nello specifico, l’aggiornamento prevede che “i contratti, da sottoscrivere con le Asp, saranno soggetti a verifica e modifica trimestrale”. La Regione Calabria, si legge nel documento “si è assunto l’impegno nell’ambito e secondo i criteri del Piano di rientro”. Regione Calabria ed Aiop si impegnano ad intensificare i lavori al tavolo tecnico istituito lo scorso anno ed inoltre, nell’ottica di ottimizzare le sinergie, ad istituire nel entro il mese di giugno una commissione paritetica che provveda entro il 31.12.2011 alla redazione di uno studio epidemiologico dell’attività svolta dall’ospedalità pubblica e privata.  
   
   
IPAB: RIFORMA GUARDA AGLI ANZIANI E ALLE FASCE PIU´ DEBOLI  
 
Pescara, 6 giugno 2011 - Da 110 Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficienza) ad un massimo di 8 Asp (Azienda servizi alla persona), dagli oltre 200 attuali componenti nei consigli di amministrazione a 20 membri complessivi, da oltre 50 revisori dei conti a12: sono queste solo alcune delle cifre contenute nella riforma degli Ipab che il Consiglio regionale ha votato ieri sera con il voto favorevole della maggioranza e di alcune forze dell´opposizione. L´assessore alle Politiche sociali e il presidente della Regione hanno illustrato l’ 1 giugno i temi della riforma, definita "necessaria e doverosa", che questo "Consiglio e Governo regionale hanno avuto il coraggio di affrontare e votare". Si tratta, per certi versi, di una riforma che definisce un nuova idea politica di assistenza sul territorio. "Penso soprattutto - ha sottolineato l´assessore alle Politiche sociali - al potenziamento dei servizi alla persona, soprattutto degli anziani con le case di riposo e dei più piccoli con gli asili. Il senso vero di questa riforma è l´aver messo a sistema il patrimonio di tutte le Ipab abruzzesi che va a concretizzare un´idea solidaristica tra tutti gli istituti. Le diverse case di cura, dunque, potranno fare riferimento ad un unico patrimonio della Asp in grado di migliorare l´offerta e i servizi. Mi sembra un grande passo in avanti che guarda ai più bisognosi e alle fasce sociali più deboli". La legge prevede un minimo di quattro Asp, una per ogni provincia, con possibilità poi all´interno dello stesso territorio provinciale di creare un´altra Asp che abbia almeno un patrimonio immobiliare di 5 milioni di euro e una consolidata tradizione storica. Parole di grande apprezzamento per la riforma sono state poi pronunciate dal presidente della Regione, che ha voluto sottolineare come "in 30 mesi questa Giunta abbia portato a termine riforme che mai erano state fatte né affrontate in passato. Voglio sottolineare come in questo periodo abbiamo ridotto gli Ato, i Confidi, le Comunità montane, il numero dei dirigenti della Regione Abruzzo, il compenso e le pensioni ai consiglieri regionali e il numero dei consorzi industriali. Tutte azioni che vanno verso una riduzione dei costi, verso una migliore efficienza dei servizi e verso l´accoglimento di quanto ci hanno chiesto i cittadini di fare".  
   
   
FVG: AVVICINARE I GIOVANI ALLA DONAZIONE DEL SANGUE  
 
Trieste, 6 giugno 2011 - La crescente complessità dei trattamenti sanitari che la medicina moderna è in grado di effettuare, in un quadro generale di invecchiamento progressivo della popolazione, comporta la necessità di disporre di quantità di sangue sempre maggiori. Di conseguenza il fatto che il Friuli Venezia Giulia sia la regione italiana con il più alto numero di donatori e che l´ambizioso obiettivo dell´autosufficienza non solo del sangue ma anche dei farmaci plasma-derivati sia ampiamente raggiunto da tempo non significa che ci si possa accontentare dei risultati raggiunti, ma è necessario reclutare nuovi donatori, specie tra le giovani generazioni. Questo concetto è stato espresso il 3 giugno a Trieste dall´assessore regionale alla salute, Vladimir Kosic, intervenuto alla conferenza internazionale "L´avis incontra l´America Latina", promossa dall´Associazione nazionale dei donatori di sangue, assieme a quelle regionali di Friuli Venezia Giulia e Veneto, e che rappresenta il punto di partenza di un progetto che l´Avis ha voluto e introdotto nel Sud America per creare un sistema di volontariato simile a quello italiano. Nell´occasione Kosic ha ricordato come il modello trasfusionale adottato in Friuli Venezia Giulia si basi su una forte interazione tra l´istituzione regionale che supporta lo sviluppo del sistema, i professionisti del settore e il prezioso mondo del volontariato. E se dunque questo meeting è occasione importante di confronto, nell´ottica di accrescere anche i livelli di qualità e sicurezza delle donazioni "l´investimento prioritario delle associazioni di volontariato deve essere rivolto ai giovani - ha detto l´assessore -, per avvicinarli alla donazione e per fare in modo che essi mantengano stili di vita coerenti sia con l´individuale desiderio di essere sani che con la possibilità di donare sangue sicuro". Perché "la sicurezza del donatore è la prima garanzia di sicurezza della trasfusione".  
   
   
SARDEGNA: 500.000 EURO PER ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO NEL SOCCORSO  
 
Cagliari, 6 Giugno 2011 - La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Sanità, Antonello Liori, ha stanziato 500.000 euro a favore di associazioni che operano, senza scopo di lucro, nell’ambito dell’assistenza agli infermi. Per il 2011, 400.000 saranno finalizzati all’acquisto di ambulanze e 100.000 per l’acquisto di attrezzatura sanitaria o strettamente finalizzata all’attività di soccorso. "Il volontariato è uno degli strumenti più importanti per la promozione dei valori della solidarietà e della coesione. La nostra vicinanza al mondo del volontariato e la nostra volontà - ha dichiarato il presidente Cappellacci - intende essere costante ed espressa in termini concreti". "E´ importante - ha sottolineato l´assessore Liori - sostenere con adeguata attenzione le associazioni di volontariato che svolgono gratuitamente sul territorio la loro opera, offrendo assistenza sanitaria. Il lavoro dei volontari del soccorso ha una particolare valenza sociale e può concorrere a migliorare il servizio. Resta l´obiettivo di migliorarne l´organizzazione e la sinergia con le strutture pubbliche".  
   
   
CITTADINI LIBERI E DETENUTI, STESSI DIRITTI DI SALUTE  
 
Firenze, 6 giugno 2011 ¨C Interventi per prevenire il suicidio, assistenza psicologica, telemedicina e telediagnostica, sanificazione dei letti, messa a norma degli impianti nei locali sanitari, iniziative specifiche per la salute dei minori in istituto, l¡¯adozione della carta dei servizi sanitari anche dentro il carcere. Sono alcune delle linee di intervento contenute nella delibera approvata nel corso dell¡¯ultima giunta ¡°Qualit¨¤ della salute dei cittadini detenuti ¨C Linee di indirizzo prioritarie per il biennio 2011-2012¡å. Le ha illustrate l¡¯ 1 giugno l¡¯assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato anche Amato G. Dess¨¬, dirigente vicario, in sostituzione di Maria Pia Giuffrida, Provveditore regionale dell¡¯amministrazione penitenziaria della Toscana; Giuseppe Centomani, direttore del Centro di Giustizia minorile della Toscana e Umbria; Lorenzo Roccaro, direttore dell¡¯Istituto penale minorile di Pontremoli. Per l¡¯attuazione di questi interventi, la Regione ha destinato per il biennio 2011-2012 la cifra di 800.000 euro. Le linee di intervento saranno inserite anche nel nuovo Piano sanitario e sociale integrato regionale 2011-2015. Dopo il passaggio di competenze dal Ministero alle Regioni, e la fase di assestamento, la Toscana rilancia, con una politica ad ampio spettro per la salute dei cittadini detenuti. ¡°La salute ¨¨ un diritto di tutti indistintamente ¨C ha detto l¡¯assessore Scaramuccia ¨C Tutti, che siano liberi cittadini o detenuti, sono uguali davanti alla malattia e hanno diritto ad avere le stesse opportunit¨¤ e prestazioni sanitarie. Nelle carceri italiane la situazione sanitaria ¨¨ talvolta drammatica. In Toscana ¨¨ un po¡¯ migliore che in altre regioni. Con il passaggio delle competenze della gestione della sanit¨¤ penitenziaria dal Ministero della giustizia alle Regioni, queste hanno ereditato una sanit¨¤ penitenziaria da riorganizzare e risanare alle radici. La Toscana ¨¨ stata la prima Regione a regolamentare con una legge il passaggio delle competenze e la gestione della sanit¨¤ penitenziaria. Le delibera approvata ora della giunta prevede una serie di interventi che attueremo perch¨¦ la salute in carcere non resti un diritto solo sulla carta, ma diventi una realt¨¤¡±. ¡°L¡¯assessore Scaramuccia presenta una delibera di particolare rilievo, per garantire la salute in carcere ¨C ¨¨ il commento di Franco Corleone, coordinatore dei garanti territoriali e garante per i diritti dei detenuti di Firenze, che non ¨¨ potuto intervenire alla conferenza stampa ¨C Gli interventi proposti per il 2011-2012 sono assai ambiziosi, infatti vengono individuati come punti critici, da monitorare e superare, il dramma del suicidio e l¡¯assistenza al disagio psichico. La delibera fornisce un quadro esaustivo per giungere alla completa attuazione del trasferimento della medicina penitenziaria al servizio sanitario pubblico, affrontando i nodi ancora irrisolti, in particolare quello che concerne il superamento dell¡¯O.p.g. (Ospedale psichiatrico giudiziario) di Montelupo. La caratteristica originale della delibera pone l¡¯accento sulla prevenzione, il coinvolgimento dei detenuti stessi per affermare la salute come diritto e, non ultimo, le risorse assai significative¡±. Le linee di intervento prioritarie per la salute in carcere - Gli interventi previsti dalla delibera ¨C da realizzarsi con la collaborazione tra Regione, Asl, Centro giustizia minorile, Prap (Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria), Universit¨¤, volontariato ¨C riguardano: - iniziative specifiche per la salute dei minori; - la definizione di procedure per individuare con tempestivit¨¤ i bisogni dei detenuti, garantire il monitoraggio e la sorveglianza dei segnali indicatori del rischio di suicidio; - lo sviluppo dell¡¯assistenza psicologica, con interventi specifici sul disagio psichico; - l¡¯intervento del Centro di gestione rischio clinico regionale anche all¡¯interno del carcere, per approfondire gli eventi avversi che si verificano nelle strutture sanitarie delle carceri e individuare eventuali azioni di miglioramento della sicurezza dei pazienti; - l¡¯introduzione della Carta dei servizi sanitari (adottata in tutte le aziende sanitarie) anche dentro il carcere; - l¡¯adozione della ¡°sanit¨¤ di iniziativa¡± anche negli istituti penitenziari: una sanit¨¤ che non aspetta il cittadino, ma ¨¨ capace di andargli incontro, intercettando i suoi bisogni e intervenendo sulla sua salute prima che questa si aggravi; - l¡¯adozione della telemedicina: telediagnosi, teleassistenza, telesoccorso, videoteleconsulto; - interventi di igiene ambientale per la sanificazione dei letti e di messa a norma degli impianti dei locali sanitari; - il monitoraggio del Mes: il Laboratorio Mangement e Sanit¨¤ della Scuola Superiore Sant¡¯anna di Pisa, che gi¨¤ valuta le performance di tutte le aziende toscane, valuter¨¤ anche la capacit¨¤ del servizio sanitario toscano di erogare servizi appropriati, in linea con i bisogni della popolazione penitenziaria. La salute dei detenuti in Toscana - Il 73% dei detenuti negli istituti toscani ¨¨ affetto da almeno una patologia. E¡¯ quanto emerge da un¡¯indagine condotta un anno fa dall¡¯Osservatorio per la salute in carcere coordinato dall¡¯Ars (Agenzia regionale di sanit¨¤) su 2.985 detenuti (cio¨¨ il 71,6% del totale dei detenuti toscani, che allora risultavano essere 4.169. Al 31 dicembre 2010 i detenuti toscani erano in tutto 4.552: 4.354 uomini e 198 donne; fonte Dap Ministero della giustizia, Dipartimento amministrazione penitenziaria, Provveditorato regionale per la Toscana). Dall¡¯indagine risulta che i detenuti europei e nordafricani sono in genere pi¨´ sani di quelli italiani, principalmente per la loro giovane et¨¤ (in media sono pi¨´ giovani di 10 anni). Il 27% dei detenuti sono sani, il 39,8% ha una diagnosi solo internistica, l¡¯8% solo psichiatrica, il 25,2% internistica e psichiatrica insieme. Nonostante la giovane et¨¤ dell¡¯intera popolazione detenuta (et¨¤ media 38 anni), la richiesta sanitaria risulta essere molto forte e caratterizzata da tre grandi temi: salute mentale, disturbi dell¡¯apparato digerente e malattie infettive e parassitarie. In particolare, la salute mentale dei detenuti risulta compromessa da disturbi legati al consumo di droghe (12,7%) e disturbi di tipo nevrotico (10,9%), spesso associati a reazioni di adattamento connesse con l¡¯inserimento in ambiente penitenziario. A queste malattie vanno associati i numerosi tentati suicidi che rappresentano un¡¯emergenza per il sistema penitenziario, con valori di gran lunga superiori a quelli riferiti alla popolazione generale: 4% in carcere, 0,006% fuori. Il 10% ha alle spalle almeno un episodio di autolesionismo. Pi¨´ alta tra i detenuti anche l¡¯incidenza di tubercolosi: 0,4% in carcere, 0,006% fuori.  
   
   
SERVIZI SOCIALI: DA GIUNTA FVG VIA LIBERA AD ATTO DI INDIRIZZO  
 
 Trieste, 6 giugno 2011 - Dopo aver ottenuto parere favorevole da parte della competente Commissione del Consiglio regionale e dal Consiglio delle Autonomie, la Giunta del Friuli Venezia Giulia - su proposta dell´assessore alla Salute, integrazione sociosanitaria e politiche sociali, Vladimir Kosic - ha definitivamente approvato l´ "Atto di indirizzo riguardante le modalità di affidamento dei servizi del sistema integrato di interventi e servizi sociali previsto dall´articolo 35, comma 5, della legge regionale 31 marzo 2006, n. 6 (Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale)". Come indicato dalla legislazione nazionale in materia (legge 328 del 2000), alla quale lo strumento regionale fa riferimento, con l´Atto di indirizzo vengono definiti i criteri con i quali le pubbliche amministrazioni devono procedere all´affidamento dei servizi alla persona al cosiddetto terzo settore, alle associazioni ed agli enti attivi nel sociale, nell´ottica di uniformare l´erogazione dei servizi rispetto alla qualità. Le principali finalità del provvedimento consistono infatti nello stabilire indirizzi per l´affidamento dei servizi, fornire alle amministrazioni criteri uniformi per la valutazione delle offerte economicamente e qualitativamente più vantaggiose, valorizzare il ruolo del terzo settore (cooperative, volontariato, ecc.) e favorire le forme di coinvolgimento attivo dei soggetti del terzo settore e di altri soggetti privati per sviluppare rapporti che diano concreta attuazione al principio di sussidiarietà. Inoltre l´Atto di indirizzo tratta delle modalità di affidamento dei servizi, sia mediante appalti (la forma più nota) sia attraverso strumenti alternativi, ad esempio con la nascita di rapporti di partnership con soggetti privati. Il documento regola anche la disciplina degli appalti alle cooperative di tipo B, quelle che si occupano dell´inserimento lavorativo di persone svantaggiate che, comunque per legge, non possono svolgere servizi sociale ed alla persona.