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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Dicembre 2012
IL PARLAMENTO EUROPEO CHIEDE UN´AZIONE IMMEDIATA PER CONTRASTARE LA RESISTENZA AGLI ANTIBIOTICI  
 
Strasburgo, 12 dicembre 2012 - I batteri resistenti agli antimicrobici causano 25.000 decessi all´anno nell´Ue, in Islanda e in Norvegia. Un´azione urgente dev´essere intrapresa per fronteggiarli, sviluppando nuovi agenti chimici, utilizzando meglio quelli esistenti e migliorando le tecniche d´allevamento. È questo il monito contenuto nella risoluzione approvata dal Parlamento martedì: non dare il giusto peso alla resistenza antimicrobica potrebbe riportarci all´era pre-antibiotica. Per rallentare la crescita della resistenza antimicrobica sono necessarie delle linee guida che regolino l´uso degli agenti chimici. I deputati chiedono l´utilizzo prudente di linee guida volte a ridurre l´esposizione non necessaria agli stessi agenti nella medicina umana e veterinaria, nell´agricoltura e nell´acquacoltura. La risoluzione non vincolante, redatta da Anna Rosbach (Ecr, Dk) è stata approvata con 588 voti favorevoli, 16 voti contrari e 23 astensioni. "Il numero di batteri resistenti in Europa sta esplodendo. Essi viaggiano attraverso le frontiere e costituiscono una minaccia per l´intera comunità. Prima di tutto, dobbiamo fare in modo di ridurre l´uso di antimicrobici sia per gli esseri umani sia per animali. Si deve inoltre colmare il divario tra l´accresciuta resistenza e lo sviluppo di nuovi antimicrobici, promuovendo la ricerca e l´innovazione. Se non si prendono provvedimenti immediati, la crescente resistenza potrebbe minacciare la nostra capacità di curare i pazienti e riportarci addirittura all´era pre-antibiotica ", ha dichiarato Anna Rosbach durante il dibattito che ha preceduto la votazione. È tempo di cambiare atteggiamento L´obiettivo primario della strategia, sottolineano i deputati, è quello di preservare l´efficacia degli antimicrobici esistenti facendone un uso responsabile, ma ciò richiede un cambiamento di mentalità. Sarebbero necessari una migliore formazione per medici, farmacisti, veterinari e agricoltori e informazioni più comprensibili per il pubblico in merito al danno dovuto all´utilizzo improprio degli antimicrobici. Dare priorità alla prevenzione Per evitare l´uso eccessivo di antimicrobici, gli allevamenti, le acquacolture e la medicina umana dovranno mirare alla prevenzione delle infezioni piuttosto che all´uso profilattico degli antibiotici, attraverso un miglioramento delle condizioni d´igiene, soprattutto nelle strutture sanitarie, e dell´allevamento in generale. La possibilità di prescrivere antimicrobici per gli animali dovrà essere ristretta ai soli veterinari professionalmente qualificati, distinguendo il diritto a prescriverli da quello a commerciarli, per evitare qualsiasi incentivo economico alla vendita. Per l´utilizzo di antimicrobici nel settore della salute umana, il documento ribadisce che tali farmaci non dovrebbero essere disponibili senza prescrizione. Inoltre che l´uso veterinario per gli antimicrobici di terza e quarta generazione, che l´Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha classificato come molto importanti per la terapia umana, dovrà essere limitato. Stimolare la ricerca e l´innovazione La ricerca sui nuovi antimicrobici deve essere coordinata meglio sia nell´Ue, sia a livello internazionale e dovrebbe beneficiare di partenariati pubblico-privato (Ppp) per semplificare (anche dal punto di vista economico) l´accesso ai nuovi agenti.  
   
   
L´INVECCHIAMENTO ATTIVO: UNA CERIMONIA DI CHIUSURA DELL´ANNO EUROPEO 2012 GUARDA AL FUTURO  
 
Bruxelles, 12 dicembre 2012 - L´anno 2012 ha mobilitato in tutta Europa una vasta gamma di soggetti che hanno intrapreso iniziative volte a promuovere l´invecchiamento attivo e per rafforzare la solidarietà tra le generazioni. Centinaia di iniziative ed eventi legati al mondo del lavoro, la partecipazione sociale e l´indipendenza degli anziani sono emerse a livello europeo, nazionale, regionale o locale, molti di loro avrà un impatto lungo termine positivo. Solidarietà attiva intergenerazionale L´evento di chiusura dell´Anno europeo (2012), tenutasi a Nicosia (Cipro) il 10 dicembre, ha esaminato tutte queste attività. Inoltre, gli Stati membri dell´Unione europea, in cooperazione con la Commissione, ha sviluppato le "Linee guida per attivo e della solidarietà intergenerazionale", che sono stati adottati dal Consiglio il 6 dicembre 2012. Tali principi sono stati definiti per gli Stati membri, le regioni, le città, le imprese e un soggetto che abbia un ruolo da svolgere in futuro, nel miglioramento delle condizioni che permettono agli anziani di rimanere attivi . Nel suo discorso di apertura il Commissario europeo per l´Occupazione, gli affari sociali e l´inclusione, Andor ha detto: "Quest´anno abbiamo trovato un nuovo punto di vista il problema dell´invecchiamento della popolazione. E è stato un momento in cui un numero crescente di persone anziane sembrava essere un problema. Oggi, cominciamo a capire che sono in realtà una parte della soluzione, a condizione, naturalmente, è possibile utilizzare tutte le loro capacità e possiamo sfruttare. Dobbiamo continuare a investire nel nostro capitale umano, perché è il nostro bene più grande. Ho intenzione di affrontare tali questioni nel contesto di una politica sociale ambiziosa, il nostro pacchetto "Investimento sociale", che sarà presentato all´inizio del prossimo anno . " Durante la conferenza di chiusura, un nuovo "indice di invecchiamento attivo" è stato presentato per la prima volta in pubblico. Questo indice è stato sviluppato nell´ambito di un progetto congiunto da parte della Commissione Europea, delle Nazioni Unite Commissione economica per l´Europa e il Centro europeo per la politica sociale e la ricerca a Vienna. Essa aiuterà gli Stati membri dell´Unione di individuare i problemi, determinare la capacità di operare e monitorare i progressi.  
   
   
CANCRO AL SENO: LA PROTEINA GTSE1 COINVOLTA NELLA REGOLAZIONE DELLA MIGRAZIONE E INVASIVITA’ LO STUDIO PUBBLICATO SU PLOS ONE FIRMATO DA UN GRUPPO DI RICERCATORI DEL LABORATORIO NAZIONALE CIB INSEDIATO IN AREA SCIENCE PARK  
 
Trieste, 12 dicembre 2012 - Che il tumore al seno sia una delle neolpasie più frequenti nella popolazione femminile nonché la seconda causa di decesso dopo il carcinoma al polmone è cosa nota da tempo. Ma quali siano i meccanismi e le proteine coinvolte nell’aumentata migrazione e invasività delle cellule tumorali è tuttora oggetto di diverse ricerche. Un passo verso una maggiore conoscenza di tali meccanismi arriva da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del Laboratorio Nazionale Cib dell’Area Science Park di Trieste, coordinato dal professor Claudio Schneider, ordinario presso il Dipartimento di Scienze Mediche e Biologiche dell’Università di Udine e direttore di Lncib. La scoperta ha messo in luce come la capacità migratoria delle cellule dipendente dal citoscheletro dei microtubuli richiede la funzione di una specifica proteina chiamata Gtse1. Lo studio, pubblicato sulla rivista Plos One*, si è avvalso della collaborazione del gruppo di ricerca coordinato dal professor Anthony Hyman, Direttore del Max Planck Institute for Molecular Cell Biology and Gentics di Dresda ( www.Plosone.org/article/info%3adoi%2f10.1371%2fjournal.pone.0051259 ). L’aggressività e la formazione di metastasi nel carcinoma al seno sono favorite dalla “deregolazione” di due processi chiave: la migrazione e l’adesione cellulare, fenomeni biologici collegati tra loro e regolati dai microtubuli. Questi ultimi sono filamenti del citoscheletro cellulare, in pratica un sistema di strutture collocate all´interno del citoplasma di una cellula che ne costituisce l´impalcatura. Finora non si conosceva quali fossero le proteine associate ai microtubuli in grado di controllare la dinamica delle adesioni cellulari focali, ovvero dei punti di contatto che tengono la cellula adesa a un tessuto e le impediscono di staccarsi, migrare e invadere altri tessuti. La ricerca condotta a Trieste ha puntato l’attenzione sulla proteina Gtse1, già scoperta e precedentemente studiata dal Laboratorio Nazionale Cib. “L’attività di Gtse1 è risultata fondamentale per il disassemblamento delle adesioni focali mediato dai microtubuli - spiega Massimiliano Scolz, il ricercatore del Lncib e borsista di Area Science Park che ha firmato come primo autore il lavoro. Analizzando l’espressione della proteina Gtse1 in campioni di tessuto tumorale abbiamo trovato una correlazione positiva tra i livelli della proteina e la progressione della malattia, l’invasività e la capacità di generare metastasi». Regolando i livelli della proteina, al Laboratorio Nazionale Cib sono riusciti a modulare la migrazione in linee cellulari normali e tumorali, suggerendo così che la deregolazione di Gtse1 possa essere associata ad un potenziale aumento dell’invasività tumorale. La scoperta potrebbe quindi avere rilevanti implicazioni future dal punto di vista clinico, sia per la diagnosi che per la ricerca di nuovi farmaci più efficacirispetto a quelli attualmente utilizzati per la cura dei tumori al seno, quali i taxani, mirati all’interferenza più specifica della funzione dei microtubuli. Lo studio è stato realizzato grazie ai finanziamenti dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (A.i.r.c) e in particolare al progetto 5x1000 “Tripli negativi: nuovi strumenti per la diagnosi e la terapia nei carcinomi della mammella”, il cui coordinatore nazionale è il prof. Giannino Del Sal, ordinario e direttore del Dipartimento Scienza della Vita dell’Università di Trieste, anch’egli capogruppo presso Lncib.  
   
   
NUOVI RISULTATI CONFERMANO LE EVIDENZE A FAVORE DELL’ASSOCIAZIONE BENDAMUSTINA-RITUXIMAB (B-R) COME TERAPIA DI PRIMA LINEA NEI PAZIENTI CON LINFOMA NON-HODGKIN INDOLENTE E MANTELLARE  
 
 Cambridge, 12 dicembre 2012 – Cinque nuove serie di dati presentati questa settimana in occasione del 54esimo Congresso Annuale della Società Americana di Ematologia (Ash) ad Atlanta, Georgia (Usa), dimostrano che l’associazione bendamustina più rituximab (B-r) come terapia di prima linea determina risultati superiori rispetto all’attuale standard terapeutico Chop-r (ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, prednisone più rituximab)/Cvp-r (ciclofosfamide vincristina, prednisone più rituximab) in pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare.[i],[ii],[iii],[iv],[v] Una sottoanalisi dello studio Stil Nhl 1-2003 ha dimostrato un aumento significativo della sopravvivenza libera da progressione di malattia (Pfs) e della sopravvivenza complessiva (Os) nei pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare che hanno ottenuto una risposta completa, rispetto a coloro che hanno ottenuto una risposta parziale, indipendentemente dall’aver ricevuto B-r o Chop-r1. Si è osservata risposta completa in una percentuale maggiore di pazienti trattati con B-r (39,8%) rispetto a quelli trattati con Chop-r (30%)1. Inoltre, nel confronto fra i due bracci di trattamento, la terapia di prima linea con B-r ha determinato una sopravvivenza libera da progressione di malattia (Pfs) superiore rispetto a Chop-r, indipendentemente dalla qualità della risposta1: · Nei pazienti con risposta completa, il valore mediano di Pfs ha superato il punto di valutazione a cinque anni con B-r, contro 53,7 mesi per i pazienti trattati con Chop-r (p=0,0204)1 · Nei pazienti con risposta parziale, la terapia con B-r ha determinato un valore mediano di Pfs di 57,2 mesi, contro 30,9 mesi per Chop-r (p=0,0002)1 Risultati dello studio Stil Nhl 1-2003 presentati in precedenza avevano dimostrato un vantaggio significativo in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia (Pfs) oltre a una migliore tollerabilità con B-r rispetto a Chop-r[vi],1. In un ulteriore studio presentato al Congresso Ash, lo studio Bright, il trattamento con B-r ha determinato una percentuale di risposta completa non-inferiore a Chop-r/cvp-r in pazienti con linfoma non-Hodgkin indolente avanzato e mantellare (Mcl) (31% con B-r contro 25% con Chop-r/cvp-r, p=0,0225), raggiungendo così l’obiettivo primario dello studio2. Lo studio inoltre ha dimostrato una percentuale di risposta completa significativamente più elevata nel sottogruppo dei pazienti con linfoma mantellare (51% contro 24%, p=0,018)2. Le valutazioni delle risposte sono state condotte da un comitato indipendente. Una terza nuova serie di dati, dallo studio Bright, ha fornito informazioni sulla qualità di vita dei pazienti con nuova diagnosi di linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare trattati con B-r, rispetto a quelli che ricevevano Chop-r/cvp-r. I risultati evidenziano che B-r ha migliorato i punteggi di qualità di vita per la maggior parte degli aspetti che attengono alla funzionalità e alla sintomatologia3. Inoltre, B-r ha comportato miglioramenti significativi dello stato di salute complessivo/qualità di vita rispetto allo standard terapeutico Chop-r/cvp-r (rispettivamente 3,6 contro -5,1 p=0,0005) in questi pazienti3. “Nell’ultimo anno abbiamo osservato un considerevole aumento del numero di evidenze presentate che dimostrano il potenziale di bendamustina come nuova chemioterapia di riferimento nel trattamento di prima linea di tutti i linfomi non-Hodgkin indolenti e mantellari”, ha affermato J.g. Gribben, Professore di Medicina Oncologica Sperimentale, St. Bartholomew´s Hospital, Queen Mary´s School of Medicine, Università di Londra. “Questi risultati dimostrano non solo percentuali di risposta completa simili agli attuali standard terapeutici ma anche che il regime semplificato bendamustina più rituximab comporta maggiore sopravvivenza libera da progressione della malattia e migliore qualità di vita per i pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin indolente”. Due ulteriori studi portano ulteriori evidenze a favore di B-r come terapia di prima linea del linfoma non-Hodgkin (Lnh) indolente: · L’analisi dei dati di 645 pazienti tedeschi che hanno ricevuto una terapia sistemica di prima linea per il Lnh indolente, tratti dal registro delle neoplasie linfoidi, suggerisce che B-r è già al primo posto come chemioterapia prescelta per il Lnh indolente in Germania4. B-r è stata la terapia di prima linea nel 66% dei casi, contro solo il 16% di Chop-r4. · I primi dati presentati dello studio Maintain dimostrano che B-r è una terapia efficace per la Macroglobulinemia di Waldenström, un sottotipo raro di Lnh indolente5,[vii]. Il trattamento con B-r ha permesso di ottenere una percentuale di risposta complessiva dell’86%, senza che si sia registrata alcuna tossicità inattesa durante la terapia di induzione con B-r.5 Lo studio Maintain è stato avviato per valutare l’effetto della terapia di mantenimento con rituximab dopo una terapia iniziale con B-r, una nuova soluzione che ha già dimostrato di migliorare la sopravvivenza libera da progressione della malattia in pazienti con nuova diagnosi di linfoma follicolare, la forma più comune di Lnh indolente.5,7,[viii] Al Congresso Ash, viene presentato in questi giorni un numero record di abstract, 40 in totale, che riportano i risultati di studi condotti su bendamustina: ulteriore dimostrazione del rinnovato interesse per questa molecola, come partner chemioterapico delle nuove terapie per diverse neoplasie a cellule B, fra cui il linfoma non-Hodgkin indolente e mantellare. “I dati dello studio Stil Nhl 1-2003 sono stati sottoposti alle Autorità regolatorie per una variazione dell’indicazione terapeutica e sono attualmente in fase di valutazione”, ha dichiarato il professor Pier Luigi Zinzani dell’Istituto di Ematologia e Oncologia Medica, Università di Bologna. “La quantità di abstract su bendamustina presentati quest’anno al Congresso Ash segnala altresì il ruolo potenziale di questo farmaco in associazione a nuove terapie contro diverse neoplasie. Fondamentalmente, bendamustina più rituximab offre un’alternativa ai regimi terapeutici esistenti che sono più tossici, e questo è qualcosa di cui la comunità onco-ematologica ha disperato bisogno”. Il linfoma non-Hodgkin (Lnh) è il decimo tumore più diffuso al mondo. Secondo le stime 2008, interessa 2 tumori ematologici su 5 e fa registrare 356.000 nuovi casi diagnosticati ogni anno[ix]. Il 40% dei Lnh sono indolenti[x]. L’incidenza media stimata del Lnh nel 2008 nell’Unione Europea è di 10,8 ogni 100.0009,[xi].  
   
   
IL TRENTINO ENTRA NELLA STRATEGIA "OMS 2020" SULLA PROMOZIONE DELLA SALUTE  
 
Trento, 12 dicembre 2012 - L´assessore alla Salute e Politiche sociali Ugo Rossi ha inaugurato il 10 dicembre presso l´Auditorium del Centro Servizi Sanitari di Trento il convegno "La promozione della salute in Trentino: numeri, attività, prospettive", promosso dalla Provincia autonoma di Trento e dall´Azienda provinciale per i servizi sanitari. "Oggi è una giornata importante – ha detto l´assessore Rossi nel suo intervento di saluto, – perché oggi possiamo annunciare che, con l´aiuto nell´Organizzazione Mondiale della Sanità, il nostro sistema trentino entra a tutti gli effetti nella strategia Oms 2020 per la promozione della salute". "La Provincia di Trento, in pratica – ha proseguito Rossi, – entra in una rete di regioni per la promozione della salute: saranno tre in Italia le regioni che faranno parte di questa rete e noi siamo stati scelti in rappresentanza del nord. È questo motivo di orgoglio e di soddisfazione, perché ci dà la possibilità di entrare in un contesto di buone pratiche assolutamente di livello europeo. L´obiettivo – ha poi spiegato l´assessore, – è quello di mettere nel motore del nostro sistema sanitario provinciale un maggior impegno sul fronte della promozione, della prevenzione, degli stili di vita, ma soprattutto anche dello sviluppo socio-economico dei nostri territori. Questi sono tutti fattori fondamentali per cercare di affrontare le sfide dell´invecchiamento della popolazione in primis, ma anche in conseguenza la sfida delle risorse scarse e la necessità di essere più innovativi e più aperti, per occuparci di salute non solo per quanto riguarda la cura delle patologie ma, appunto, la loro prevenzione". È stato Erio Ziglio, dell´Ufficio Europeo dell´Organizzazione Mondiale della Sanità, a consegnare all´assessore Rossi tre documenti, il primo sulla governance per la salute nel 21esimo Secolo predisposto dall´Ufficio Europeo dell´Oms; il secondo che raccoglie gli obiettivi che l´Oms intende raggiungere entro il 2020 in fatto di salute e benessere; il terzo invece sugli impegni del "Manifesto di Göteborg" sottofirmato il 6 novembre scorso e che sono alla base della "rete delle Regioni per la Salute" di cui il Trentino è entrato a far parte. Ed è poi toccato sempre a Erio Ziglio spiegare in sintesi le strategie dell´Oms fino al 2020. L’europa è sempre più formata da persone anziane. Restare in salute fino all’età più avanzata possibile è quindi una sfida inderogabile, per garantire la migliore qualità di vita possibile alle persone ma anche la sostenibilità dei sistemi sanitari e sociali chiamati ad assisterle e supportarle. Per questo l’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato un piano strategico di azioni per l’invecchiamento sano in Europa 2012-2020. L documento propone aree strategiche d’azione e un insieme di interventi in sinergia con la Salute 2020, la nuova politica di riferimento europea a sostegno di un’azione trasversale ai governi e alle società per la salute e il benessere, con la quale esiste una corrispondenza di aree strategiche. Si tratta della prima strategia europea che riunisce gli elementi relativi all’invecchiamento del programma di lavoro dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Oms in un insieme coerente, presentandoli sotto forma di quattro aree strategiche d’azione e cinque interventi prioritari, oltre a tre interventi di supporto. Il piano d’azione è concepito come una guida per gli Stati Membri, che presentano livelli di reddito diversi, si trovano a differenti stadi dello sviluppo di politiche mirate all’invecchiamento o sono in fase di transizione demografica. La strategia e piano d’azione è articolata in quattro grandi sezioni . La prima stabilisce il mandato, il background e il contesto. La seconda propone quattro aree strategiche prioritarie per l’azione che si rifanno agli strumenti esistenti e agli impegni assunti in passato dall’Ufficio Regionale, compresi gli strumenti elaborati a livello globale. Si tratta di: (i) invecchiamento sano attraverso tutto il corso dell’esistenza; (ii) ambienti favorevoli alla salute; (iii) sistemi sanitari e di assistenza a lungo termine adeguati a popolazioni in via di invecchiamento; (iv) potenziamento delle basi fattuali e della ricerca. Queste aree prioritarie includono interventi per aiutare le persone a restare attive il più a lungo possibile, anche nel mercato del lavoro, e azioni per proteggere la salute e il benessere delle persone affette da patologie croniche anche multiple o a rischio di fragilità. La terza sezione propone cinque interventi prioritari: (i) prevenzione delle cadute; (ii) promozione dell’attività fisica; (iii) vaccinazione delle persone anziane e prevenzione delle malattie infettive nelle strutture sanitarie; (iv) sostegno pubblico all’assistenza informale, con particolare riguardo all’assistenza domiciliare; (v) rafforzamento delle competenze geriatriche e gerontologiche del personale impegnato nell’assistenza sanitaria e sociale. In aggiunta, nella sezione finale, tre interventi di supporto collegano l’invecchiamento sano al contesto sociale generale: (i) prevenzione dell’isolamento e dell’esclusione sociale; (ii) prevenzione dei maltrattamenti agli anziani; (iii) strategie per assicurare la qualità dell’assistenza alle persone anziane, inclusa quella per la demenza e le cure palliative per i pazienti che necessitano di cure a lungo termine. E di promozione della salute s´è parlato per l´intera giornata, a cominciare dall´intervento introduttivo di Livia Ferrario, dirigente del Dipartimento lavoro e welfare: "Un convegno per fare il punto su quanto è stato fatto in tema di promozione della salute – ha detto Ferrario, – ma anche per gettare le basi dei futuri impegni. Infatti investire in prevenzione diventa fondamentale per la programmazione delle politiche sanitarie, perché grazie a una migliore conoscenza delle richieste, potremo programmare interventi più efficaci. Non solo: grazie anche a un approccio organizzativo saremo poi in grado da un lato di gestire meglio le risorse in contrazione, ma dall´altro anche di lavorare per far diventare i distretti sanitari dei distretti socio-sanitari". Tra i numerosi temi toccati dal convegno di oggi – s´è parlato, tra l´altro, di disuguaglianze sociali e salute in Trentino, di mortalità evitabile, di normative di legge come strumento di promozione alla salute, di Piano provinciale di prevenzione... – uno spazio specifico è stato riservato ai risultati di un monitoraggio del sistema Passi sui comportamenti affrontati dal programma "Guadagnare Salute" per verificarne l´andamento nel tempo e per indirizzare meglio gli interventi della sanità pubblica. Ecco quindi che nell´arco del 2011 sono state intervistate 520 persone di età tra i 18 e i 69 anni su problematiche legate al fumo di sigaretta, al consumo di alcol, all´attività fisica, allo stato nutrizionale e alimentazione. Ne emerge un quadro interessante sugli stili di vita in Trentino, nei quali ognuno si può riflettere per questo o per quell´altro stile. Questi sono i dati salienti. Fumo Di Sigaretta La maggioranza della popolazione trentina (il 75%) non fuma e, tra chi fuma, il 44% desidera smettere. Per l´84% degli intervistati il fumo non è ammesso in nessun locale della propria abitazione, ma nel 9% è ammesso fumare anche in presenza di bambini. L´abitudine al fumo è più diffusa tra gli uomini (29% contro il 21% delle donne), tra le classi più giovani (35% tra i 25 e i 34 anni, contro il 17% tra i 50 e i 69 anni), tra chi ha delle difficoltà economiche (il 40% per coloro che versano in gravi difficoltà economiche, contro il 25% tra chi non le ha. Al 44% delle persone che negli ultimi 12 mesi hanno avuto un contatto con un operatore sanitario è stato chiesto se fuma e tra i fumatori il 52% ha ricevuto il consiglio di smettere. Il Consumo Di Alcol- La maggior parte della popolazione trentina o non beve alcol oppure beve moderatamente (74% complessivamente). Il 26% degli intervistati può essere classificato come consumatore di alcol a maggior rischio o perché ha un consumo abituale elevato (6%) o perché consuma prevalentemente fuori pasto (15%) o perché bevitore binge (13%), oppure per una combinazione di queste tre modalità. L´8% della popolazione dichiara di aver guidato sotto l´effetto dell´alcol; tra chi è stato fermato dalle forze dell´ordine (il 41%), solo il 14% ha effettuato anche l´etilotest. Il consumo di alcol a maggior rischio è associato in maniera statisticamente significativa con la giovane età e il sesso maschile, senza un particolare gradiente socio-economico. Il consumo a rischio è più frequente in Trentino rispetto alla media italiana.Tra chi ha un consumo a maggior rischio, solo il 7% ha ricevuto il consiglio di bere meno da parte di un operatore sanitario. Il consumo di alcol in Trentino risulta stabile nel tempo. Attivita´ Fisica - La maggioranza della popolazione trentina può essere definita attiva o parzialmente attiva (rispettivamente 40 e 41%), mentre il 19% risulta completamente sedentario. La sedentarietà aumenta con l´aumentare dell´età ed è più frequente nelle persone con molte difficoltà economiche. Comunque il Trentino, assieme all´Alto Adige, risulta tra le regioni italiane con la minor percentuale di persone sedentarie. Il 36% degli intervistati riceve il consiglio di fare più attività fisica da parte di un operatore sanitario. La sedentarietà è aumentata, passando dal 12% del 2007 al 19% del 2011. Stato Nutrizionale E Alimentazione- Il 57% dei trentini risulta avere il peso nella norma, mentre il 5% è sottopeso. Il 29% risulta sovrappeso, mentre il 9% è da considerarsi obeso. Tra le persone in sovrappeso, il 39% ritiene che il proprio peso "sia più o meno giusto". Il 57% delle persone in eccesso di peso ha ricevuto da un sanitario il consiglio di fare una dieta e il 48% di fare regolarmente attività fisica. In trentino quasi tutte le persone mangiano almeno una volta al giorno frutta e verdura, ma solo il 13% nelle quantità raccomandate (almeno 5 porzioni). Le donne, le persone mature (50-69 anni) e quelle con un alto livello di istruzione consumano più frequentemente 5 porzioni di frutta e verdura al giorno. L´eccesso di peso e il consumo di frutta e verdura risultano stabili nel tempo.  
   
   
SANITA’: ZAIA POSA PRIMA PIETRA NUOVO OSPEDALE DI ASIAGO. PRONTO NEL 2015. COSTERA’ 1.344 EURO A METRO A QUADRO CONTRO 1.800-2.000 DI MEDIA ALTROVE.  
 
Asiago (Vicenza), 12 dicembre 2012 - Sarà realizzato per la fine del 2015 il nuovo ospedale di Asiago, in provincia di Vicenza. Per posare la prima pietra della struttura è salito oggi sull’Altopiano il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, con gli assessori Roberto Ciambetti, Elena Donazzan e Marino Finozzi. All’evento era presente il grande regista Ermanno Olmi, amico storico dell’Altopiano di Asiago e di uno dei suoi figli più amati e stimati come Mario Rigoni Stern, applaudito da tutti i presenti, tra i quali il prefetto di Vicenza Melchiorre Fallica, il sindaco Andrea Gios, il presidente della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 3 Stefano Cimatti, i direttore generale Valerio Alberti e rappresentanti dei Comuni dell’Altopiano. “La mia presenza qui oggi – ha detto Zaia – vuole testimoniare che l’attenzione della Regione alla sanità è assolutamente la stessa per ogni parte del Veneto. Per noi il cittadino di Rocca Pietore, come quello di Asiago o di Porto Viro devono avere le stesse occasioni e possibilità di cura di chi vive a Padova o Verona. La prima pietra di oggi spero ponga fine ai timori sul futuro della sanità nell’Altopiano: qui realizziamo un nuovo ospedale, per migliorare e modernizzare l’assistenza e l’offerta di salute e lo faremo in tempi brevi e con la massima attenzione affinchè ogni euro sia speso nel modo migliore. Lo facciamo secondo le linee disegnate dal nuovo Piano Sociosanitario e dalle schede ospedaliere che stiamo per portare in Giunta: ospedali efficienti, collegati in rete tra loro, e abbinati ad un forte potenziamento della medicina sul territorio e delle dotazioni tecnologiche per ridurre al minimo indispensabile il ricovero ospedaliero. Per le nuove tecnologie – ha detto Zaia – già quest’anno investiremo 70 milioni di euro, e non devono esserci timori per i tanto paventati tagli dei posti letto, pur se imposti dal governo di Roma. Il futuro della sanità si gioca sulla qualità delle cure e delle tecnologie, sulla specializzazione degli ospedali, su una forte rete di urgenza-emergenza, capace di portare il paziente nella struttura sanitaria di cui ha davvero bisogno a seconda della gravità della sua patologia entro la cosiddetta ‘golden hour’”. L’ospedale che si andrà a realizzare risponde appieno alle indicazioni del nuovo Piano sociosanitario: avrà 120 posti letto di area medica e chirurgica e sarà collegato in rete con l’ospedale di Bassano, con il quale costituirà di fatto un polo unico su due sedi, con collegamenti telematici, teleconsulto, possibilità di valutare in diretta tra specialisti referti, analisi ed esiti di indagini radiografiche. Il costo complessivo dell’opera è di 27 milioni 480 mila euro. Il finanziamento è assicurato con fondi dello Stato (ex articolo 20 per l’infrastrutturazione in sanità), della Regione e dell’Ulss 3 di Bassano. L’indice di costosità è pari a 1.344,33 euro a metro quadro, contro una media per altre strutture similari in Italia tra 1.800 e 2.000 euro. La struttura sarà anche dotata di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili come fotovoltaico e geotermico.  
   
   
SANITÀ, NEL 2013 TAGLI PER 260 MILIONI. IN EMILIA ROMAGNA UN PIANO STRAORDINARIO DI SOSTENIBILITÀ, SENZA RIDURRE I SERVIZI E AUMENTARE TICKET E TASSE, MA SALVAGUARDANDO IL PROCESSO DI INNOVAZIONE E QUALIFICAZIONE IN CORSO.  
 
Bologna, 12 dicembre 2012 – Un Piano straordinario di sostenibilità per difendere la sanità emiliano-romagnola, senza ricorrere a tagli dei servizi e senza aumentare ticket e tasse regionali. E’ la scelta della Regione di fronte a un 2013 in cui per la prima volta il Fondo sanitario nazionale sarà in valori assoluti inferiore a quello dell’anno precedente, con un definanziamento per l’Emilia-romagna di 260 milioni da recuperare in un solo esercizio. “Una frattura radicale - ha spiegato oggi a Bologna l’assessore regionale alle politiche per la salute Carlo Lusenti – di cui abbiamo scelto di farci carico come sistema, facendo ognuno la propria parte, in modo sostenibile e appropriato, salvaguardando una visione di prospettiva e continuando nel processo di innovazione e qualificazione in corso”. Il Piano è stato oggetto nelle scorse settimane di un articolato confronto con le rappresentanze professionali, sindacali e sociali del mondo sanitario e illustrato questa mattina ai componenti della Commissione assembleare per la salute e le politiche sociali. Quattro le azioni principali – tariffe, turnover, convenzioni, contratti per beni servizi - ma anche, come ha sottolineato l’assessore “il proseguimento di quelle azioni di efficientamento che ci permettono di chiudere in pareggio il 2012 nonostante il taglio di 67 milioni di euro della spending review a settembre”. La scelta di difendere i servizi senza “gravare sulle spalle dei cittadini” si accompagna a un‘altra scelta importante fatta dalla Regione con il Bilancio di previsione 2013 di destinare alla sanità emiliano-romagnola risorse proprie aggiuntive pari a 150 milioni di euro e confermando il finanziamento di 70 milioni per il Fondo per la non autosufficienza (che potrà contare anche quest’anno su 430 milioni di euro). In questo modo è stato contenuto uno scostamento che altrimenti avrebbe toccato i 410 milioni di euro, e che è il risultato dell’effetto congiunto delle due manovre dell’estate 2011, della spending review e della legge di stabilità che a livello nazionale prevede per la sanità 600 milioni in meno nel 2013 e 1 miliardo nel 2014. Cosa prevede il Piano straordinario di sostenibilità - Quattro azioni principali per garantire anche nel 2013 l’equilibrio finanziario, evitando il rischio concreto di incorrere in un Piano di rientro (le conseguenze sarebbero gravi: tetto massimo per ticket e tassazione regionale; azzeramento del turnover), senza arretrare sulla qualità dei servizi e dell’innovazione. Il tema pur importante dei posti letto, “non è la vera emergenza al momento” – ha sottolineato Lusenti, ricordando che manca ancora la proposta del Governo, inizialmente prevista per la fine di ottobre, solo dopo la quale potrà essere messo a punto il documento regionale. Tenendo conto dell’iter previsto, la valutazione è che la manovra non produrrà comunque alcun effetto concreto prima della metà del 2013. Tariffe - La Regione allineerà la tariffe ospedaliere con cui remunera le prestazioni di ricovero fatte dalle strutture pubbliche e private accreditate alla tariffa unica nazionale. Attualmente l’Emilia-romagna ha tariffe mediamente più alte e la spending review stabilisce che dal 2013 la differenza rispetto alla tariffa unica nazionale andrà a pesare sui bilanci regionali. Contemporaneamente la Regione ha deciso di modificare l’attuale articolazione tariffaria, passando da due a tre livelli di tariffe. Va sottolineato che già oggi la maggior parte delle Regioni ha un sistema tariffario che va da un minimo di tre a un massimo di sei livelli tariffari. Turnover del personale - Negli ultimi 13 anni il personale della sanità emiliano-romagnola è cresciuto ininterrottamente anno su anno, categoria su categoria. Da qui la scelta di coprire il turn over in modo articolato, salvaguardando al massimo il personale addetto all’assistenza. Un “tavolo” sul rinnovo del contratto integrativo regionale per i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta - La Regione ha proposto di avviare un confronto con le rappresentanze sindacali dei Medici di medicina generale, Pediatri di libera scelta, Medici di continuità assistenziale e specialisti ambulatoriali sul contratto integrativo regionale che vale 90 milioni di euro, per rivedere l’attuale sistema di incentivi, eliminando da un lato le sovrapposizioni che nel tempo si sono create con il livello nazionale e dall’altro individuando obiettivi più innovativi e utili alla qualificazione del sistema. Beni e servizi - In questo caso si tratta di un adempimento imposto dalla legge nazionale. La spending review ha imposto alle Aziende sanitarie il recupero del 5% sui contratti in essere per la fornitura di beni e servizi. Dall’1 gennaio in base alla legge di stabilità questa percentuale viene portata al 10%.  
   
   
“HTA NEL DOLORE EPISODICO INTENSO”, SI È CONCLUSO A NOVARA IL PROGRAMMA EDUCAZIONALE: HA ILLUSTRATO A DECISORI E CLINICI DI TUTTA ITALIA COME TRATTARE IN MODO EFFICACE ED EFFICIENTE IL BREAKTHROUGH CANCER PAIN  
 
Novara, 12 Dicembre 2012 – Gestire il sistema sanitario come un´azienda, il cui profitto è rappresentato dalla buona salute del paziente: con quest’obiettivo, grazie al contributo incondizionato di Grünenthal Italia, il programma educazionale sull’Hta (Health Tecnology Assessment) nel dolore episodico intenso ha attraversato l’intera penisola, in 8 tappe, e si è concluso ieri a Novara, con un ultimo appuntamento nell’Aula Magna dell’Università del Piemonte Orientale. Il Progetto ha illustrato ai clinici specialisti del dolore, ai palliativisti, agli studenti di Farmacia, ai farmacisti territoriali e ospedalieri, ai decisori pubblici e in genere ai responsabili dell´organizzazione sanitaria, un modello farmacoeconomico ottimale per la gestione del dolore episodico intenso o Breakthrough cancer Pain (Btcp), patologia che, se mal gestita, ha un impatto non trascurabile sui costi del Sistema sanitario. La questione è di particolare attualità nell´odierna congiuntura economica, segnata dal ‘mantra’ della spending review, in cui si fa ricorso a ogni accorgimento per contenere e riordinare i conti della Sanità, senza incidere sulla qualità delle prestazioni. L’hta, strumento multidisciplinare di valutazione, fornisce infatti ai decisori prove scientifiche, mirate all’assunzione delle risoluzioni più valide in termini di efficacia, efficienza ed equità nel contesto sanitario. Nello specifico caso del dolore episodico intenso, a due anni dall´entrata in vigore della Legge 38 che disciplina terapia del dolore e cure palliative, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma ha elaborato un modello farmacoeconomico per la gestione del Btcp, con la collaborazione di un panel di esperti della Società Italiana di Hta (Sihta), della Società Italiana Cure Palliative (Sicp), della Società Italiana Farmacisti Ospedalieri (Sifo) e della Società Italiana di Medicina Generale (Simg). Nel tour formativo, che si è svolto sotto l´egida del Ministero della Salute, prendendo le mosse dagli aspetti clinico-epidemiologici, farmacologici ed etici del dolore episodico intenso, un pool di esperti ha illustrato in ogni tappa i profili salienti di questo modello scientifico, per stimolare un dialogo mirato al raggiungimento di uno schema ottimale di gestione integrata delle cure palliative. “L’hta è il presupposto indispensabile per la valutazione scientifica delle terapie farmacologiche, dal punto di vista economico e della sostenibilità in senso ampio – ha spiegato il professor Pier Luigi Canonico, presidente della Società Italiana di Farmacologia (Sif) e direttore del dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università del Piemonte Orientale, che ha curato l’organizzazione della tappa piemontese del Progetto – e ci aiuta quindi a individuare l’approccio terapeutico ideale per la gestione del dolore episodico intenso, conciliando la sostenibilità del Sistema con la miglior tutela della salute del paziente. L’incontro di ieri si è aperto con un intervento introduttivo alla tematica dell’Health Technology Assessment a cura del professor Claudio Jommi, un esperto del settore che abbiamo la fortuna di avere nella nostra università. Al suo intervento ha fatto quasi da chiosa la relazione del professor Matteo Ruggeri, che è entrato nel merito degli aspetti economici della terapia del Btcp. Le questioni strettamente farmacologiche sono state trattate da uno dei massimi esperti del settore in ambito nazionale e internazionale, la professoressa Maria Grazia Grilli, mentre si è occupato dei risvolti etici di queste terapie il dottor Dario Sacchini. Le altre relazioni – mi scuso se nell’elencarle ne ometterò qualcuna – hanno illustrato gli aspetti clinici di questo tipo di dolore, a cominciare con l’intervento del professor Americo Cicchetti, che è stato il principale propulsore dell’intero Progetto, partito nel maggio scorso da Roma. Sono stati poi affrontati gli aspetti gestionali del Btcp in connessione alle cure palliative, grazie alla professoressa Adriana Turriziani, presidente della Società Italiana Cure Palliative (Sicp), e al dottor Alessandro Valle, palliativista della Fondazione Faro Onlus, ma anche rispetto ai profili organizzativi e legislativi della rete predisposta per la cura del dolore oncologico. Temi ampi, questi ultimi, che hanno costituito l’oggetto della tavola rotonda della seconda parte della giornata, animata dal dottor Marco Spizzichino del Ministero della Salute. La sessione pomeridiana si è aperta infatti a un dibattito a più voci, che mirava a includere tutti gli attori del sistema: abbiamo avuto rappresentanti della Medicina Generale, dei farmacisti territoriali e ospedalieri, dei palliativisti, ma anche dei pazienti e dei cittadini, grazie al dottor Terzi di Cittadinanzattiva. Infine, risultato del quale sono particolarmente fiero, abbiamo ospitato tre Direttori Generali di Asl del Piemonte, il dottor Gallo, il dottor Iodice e il dottor Minola, nonché il dottor La Ciura, direttore della Struttura Complessa di cure palliative della Asl di Cuneo, per un ulteriore approfondimento degli aspetti organizzativi della gestione del dolore oncologico”. L´“health Technolgy Assessment nel dolore episodico intenso” è un´iniziativa nata con l´obiettivo di condividere le conoscenze, creare confronto, collaborazioni e sinergie tra professionisti, organizzazioni, aziende e istituzioni per valorizzare e consolidare la valutazione delle tecnologie per la cura di questo tipo di dolore oncologico, molto diffuso e particolarmente inabilitante. Il Breakthrough cancer Pain comporta infatti accessi di dolore severo – cioè dell´intensità più alta tra quelle contemplate nell´apposita scala di misurazione della sofferenza – e colpisce circa il 60% dei pazienti oncologici, benché già in terapia per il contenimento del dolore di base. L’iniziativa si è sviluppata attraverso una serie di workshop che si sono svolti in 8 città d´Italia: Roma, Milano, Padova, Ancona, Messina, Firenze, Bari e infine l’appuntamento conclusivo di ieri a Novara.  
   
   
SERVIZI SANITARI: PRESENTATO L´ATLANTE FVG IN SLOVENO  
 
Trieste, 12 dicembre 2012 - Dopo la traduzione in tedesco e inglese, l´Atlante dei servizi sanitari e socio-sanitari in Friuli Venezia Giulia è ora disponibile anche in lingua slovena. La pubblicazione (Atlas zdravstvenih in socialno-zdravstvenih storitev v Furlaniji Julijski Krajini), che descrive in 100 pagine, con cartine, tabelle, link e indirizzi utili, l´offerta regionale, è stata presentata stamani a Trieste. La versione slovena dell´Atlante, del quale è curatore scientifico Giorgio Simon, è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra Regione, Federsanità Anci Fvg e Aziende sanitarie n.1 "Triestina" e n.2 "Isontina" e è finanziata con le risorse della legge 482/99 per la tutela delle minoranze linguistiche e storiche. All´incontro è stata sottolineata l´importanza dell´utilizzo della madrelingua nel rapporto paziente-personale socio-sanitario-medico. Oltre agli appartenenti alla minoranza slovena, l´Atlante permetterà quindi la conoscenza del servizio sanitario regionale anche nella vicina Slovenia. Il Il Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale (Gect) Euregio Senza Confini prevede infatti nel Goriziano la collaborazione transfrontaliera tra gli ospedali. La traduzione rientra nella logica del perseguimento della comunicazione semplice, diretta ed efficace con i cittadini. Prossimamente sarà presentata anche la versione friulana dell´Atlante. La pubblicazione è stata stampata in 4 mila copie e verrà distribuita negli ambiti e distretti sanitari, nelle farmacie, ai medici attivi nelle aree di competenza delle Aziende 1 e nei comuni dove è storicamente presente la minoranza slovena. Per rendere il documento maggiormente fruibile e facilitare il suo continuo aggiornamento, è stato messo anche in rete: www.Anci.fvg.it/federsanita  Alla presentazione sono intervenuti il direttore centrale Salute Gianni Cortiula, il presidente di Federsanità Anci Fvg Giuseppe Napoli e i direttori di Ass 1 e 2, Fabio Samani e Marco Bertoli. Si sono inoltre soffermati sull´utilità dell´opera il presidente della Confederazione delle Organizzazioni Slovene Drago Stoka, l´assessore comunale di Muggia Giorgio Kosic, il sindaco di S.dorligo-dolina Fulvia Premolin e l´assessore di Sgonico Nadja Debeljak  
   
   
LA TOSCANA AI DISABILI: NON TOCCHEREMO LE RISORSE PER LA NON AUTOSUFFICIENZA  
 
Firenze, 12 dicembre 2012 – “Non toccheremo le risorse per la non autosufficienza. Anche se dal 2010 il Fondo non ha più nessuna copertura di provenienza statale, la Toscana, unica nel panorama nazionale, ha scelto di mantenere la copertura annuale del Fondo per la non autosufficienza attraverso risorse proprie, per il 2011 e confermate nel 2012, continuando ad assicurare livelli elevati e qualificati di servizi socio sanitari. E assicuro il mio impegno personale per studiare assieme a voi quali sono i vostri problemi quotidiani. Anche con il vostro aiuto, vorrei riorganizzare e semplificare tanti percorsi, perché vi sia sempre garantito il riconoscimento di un diritto”. Sono gli impegni che l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni ha preso stamani, incontrando in Sala Pegaso le associazioni dei disabili: un incontro coordinato da Massimo Toschi, consigliere del presidente per la cooperazione e le relazioni internazionali e per la difesa dei diritti delle persone disabili. Ai rappresentanti delle associazioni, che nel corso dell’incontro hanno messo in evidenza i problemi e manifestato preoccupazioni per l’attuale situazione, l’assessore Marroni ha dato assicurazioni. “Le politiche per la disabilità vengono confermate – ha detto – I tagli non riguardano in alcun modo questo settore. Le riforme non incideranno sulla sostanza dei servizi. Cambieremo molto all’interno, nell’organizzazione, con lo scopo di dare un miglior servizio all’esterno. Per una serie di decisioni prese dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni, dobbiamo affrontare una forte riduzione del Fondo sanitario nazionale: 10% in meno. Questo ci obbliga a ristrutturare il nostro sistema sanitario, perché gli utenti, e dunque anche voi, continuino ad avere lo stesso livello di servizi che abbiamo garantito finora”. Luigi Marroni ha ricordato che le politiche regionali sulla disabilità ruotano attorno ad alcune aree di priorità strategica, che vanno dall’accessibilità all’assistenza, alle politiche per il lavoro, ai progetti di vita indipendete e del cosiddetto “dopo di noi”, cioè la gestione del momento della scomparsa dei genitori o il venire meno della loro possibilità di tutela e assistenza. “L’elemento chiave per una revisione delle politiche sulla disabilità – ha sottolineato – è la realizzazione di un progetto di vita incentrato sulla persona, e le istituzioni sono chiamate ad attivare tutte le condizioni necessarie ad attuarlo, da un network di servizi e operatori qualificati che lavorino in sinergia, all’accesso e circolarità di informazioni, alla consulenza continua di esperti”. L’assessore ha annunciato anche che è stata istituita una “cabina di regìa” unica, con il coordinamento di Massimo Toschi, che garantisca percorsi di accesso, presa in carico e valutazione della persona disabile non autosufficiente, in maniera chiara e omogenea per tutto il territorio regionale; il prossimo incontro è fissato per l’anno nuovo. Negli ultimi tre anni, l’impegno della Regione per la disabilità è stato di circa 300 milioni di euro l’anno: 292 milioni nel 2010, 290 nel 2011, 283 nel 2012 (dato aggiornato al 31 ottobre). Sono stati destinati a interventi per salute mentale, sport e disabilità, vita indipendente, abbattimentoi barriere architettoniche, Sla, ausili e assistenza protesica, cerebrolesioni e unità spinale, disabilità visiva, disabilità in genere, scuola cani guida e stamperia braille, non autosufficienza, teatro e disabilità, inserimento alunni disabili, occupazione disabili.  
   
   
ACCORDO DI COLLABORAZIONE: IL DR. RUGGERO MELE OFFRIRÀ LE SUE PRESTAZIONI SANITARIE PRESSO IL CENTRO MEDICO SPECIALISTICO DI PORDENONE DEL DOTT. RENZO OCCHIPINTI.  
 
Pordenone, 12 dicembre 2012 - Il dr. Ruggero Mele, noto chirurgo italiano specializzato nella chirurgia della mano, ha ufficialmente firmato un accordo di collaborazione con il Centro Medico Specialistico di Pordenone. Il titolare dott. Renzo Occhipinti e il Direttore Sanitario dr. Arnaldo Grandi gli metteranno a completa disposizione l’organizzazione e la struttura ambulatoriale di media complessità recentemente inaugurata, al fine di offrire alla cittadinanza un servizio di qualità, di competenza e di rispetto della persona. “Siamo orgogliosi” dichiara il dr. Renzo Occhipinti “di avere ricevuto la fiducia del dr. Ruggero Mele, avrà a disposizione un ambulatorio chirurgico sicuro, moderno e ben attrezzato ma anche un servizio di accoglienza che da sempre ci ha distinto”. Http://www.occhipintisrl.it/homepage.htm    
   
   
APERTE LE ISCRIZIONI AL CORSO "INVECCHIAMENTO FISIOLOGICO E PATOLOGICO"  
 
Bolzano, 12 dicembre 2012 - Sono aperte le iscrizioni al corso “Invecchiamento fisiologico e patologico" che si svolgerà in gennaio presso la scuola provinciale per le professioni sociali "E. Levinas" di Bolzano. L´invecchiamento è in generale un processo naturale. Gli esseri viventi hanno sistemi che consentono loro di contrastare l´invecchiamento. Ma fattori esterni ed interni portano ad un graduale consumo delle riserve energetiche fino ad una condizione di "fragilità" che rende il corpo suscettibile alla malattia. Il corso sul tema "Invecchiamento fisiologico e patologico" , che si terrà presso la scuola provinciale per le professioni sociali "E. Levinas" il 30 gennaio 2013, mira ad approfondire le conoscenze sui fattori che trasformano un processo fisiologico in patologico e sulle condizioni che portano ad un invecchiamento di successo. Le iscrizioni aperte ad operatori socio sanitari, socio assistenziali, infermieri, fisioterapisti, assistenti geriatrici si chiuderanno il 14 gennaio. Per avere informazioni più dettagliate sui requisiti d´accesso e le modalità d´iscrizione rivolgersi alla Scuola Provinciale per le Professioni Sociali E. Levinas, piazza Angela Nikoletti, 1 Bolzano, tel. 0471/440900, fax 0471/440929.  
   
   
“MIND AND BRAIN” PER LA DIAGNOSI PRECOCE DI PARKINSON, ALZHEIMER E SCHIZOFRENIA  
 
Prato, 12 dicembre 2012 - Sabato 15 dicembre all’Opificio Jhon Malkovich, piazza San Marco 29 –Prato, si terrà il convegno a carattere internazionale “Mind and Brain: Decoding the secrets of neurodegenerative and psichiatric diseases by molecular neuroimaging”. L’evento è dedicato alle novità sulle metodiche di neuro-immagini per la diagnosi precoce di alcune importanti malattie del cervello quali la malattia di Parkinson, la malattia di Alzheimer e la Schizofrenia. Il convegno è organizzato dal dottor Antonio Castagnoli e dal dottor Stelvio Sestini rispettivamente direttore e dirigente medico dell’Unità operativa medicina nucleare dell’Asl 4. La partecipazione è gratuita. L’obiettivo è quello di mettere in luce l’importanza dell’utilizzo delle moderne tecniche di neuroimaging bio-molecolare e funzionale nella diagnosi precoce di malattia in modo da instaurare una terapia mirata nella fase iniziale della malattia. Lo sviluppo di questa tematica è inserita all’interno di un programma mirato che esalta la sinergia della diagnostica per immagini con altre componenti essenziali nel percorso del paziente con malattie neurodegenerative/psichiatriche quali l’approccio clinico, l’aspetto neuro-patologico e quello terapeutico-assistenziale. “Riteniamo che questa sia la metodica di lavoro più giusta – sottolinea Stelvio Sestini – l’abbiamo sperimentata e promossa negli ultimi dieci anni di lavoro, ed è grazie a questo connubio tra innovazione scientifica e collaborazione sul campo che il centro di medicina nucleare dell’Asl 4 di Prato è riconosciuto come uno dei migliori sul territorio nazionale, e di questo, con molta umiltà, ne siamo ovviamente contenti”. Al convegno saranno presenti relatori di grande rilievo nel panorama scientifico internazionale: il Professor Lars Farde, psichiatra e responsabile del centro di Tomografia ad Emissione di Positroni del famoso Karolinska Institute di Stoccolma, il professor Alexander Gerard neurologo del Cerebral Functional Unit della Università di Manchester. Numerosi gli esponenti di spicco del panorama scientifico italiano: la Professoressa Silvana Galderisi del Dipartimento di Psichiatria della Università Federico Ii di Napoli, il Professor Sandro Sorbi del Dipartimento di Scienze Psichiatriche e Neurologiche della Università di Firenze ed il Professor Angelo Antonimi del Irrcs San Camillo di Venezia. Il Convegno è patrocinato dalla Azienda Usl di Prato, dall’ Associazione Italiana di Medicina Nucleare, dall’Ordine dei Medici di Prato e da altre associazioni a carattere scientifico ed assistenziale. Info: brunella@apricotviaggi.It  – Tel.0573 – 1974512 – Fax 0573 – 518310.  
   
   
CALABRIA: PRESENTATA I LA GRADUATORIA DI OLTRE CENTO CENTRI DI AGGREGAZIONE PER ANZIANI  
 
Catanzaro, 12 dicembre 2012 - L’assessore regionale al lavoro, Francescantonio Stillitani, ha illustrato, ieri nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nella sede del dipartimento in via Lucrezia della Valle, la graduatoria dei nuovi centri di aggregazione per anziani ammissibili a finanziamento da istituire in cento Comuni calabresi. All’incontro con i giornalisti era presente anche il responsabile del procedimento Vincenzo Caserta. Prima dell’inizio della conferenza c’è stato uno scambio di auguri con i diversamente abili del centro “Prisma” di San Sostene, che hanno realizzato gli addobbi per l’albero di Natale allestito nell’atrio della segreteria dell’assessorato. L’impegno di spesa per la realizzazione dei centri di aggregazione diurna è di 5 milioni di euro. Il contributo per ogni struttura è di 50 mila euro, pari all’80% del costo totale dei lavori. In totale sono 50 quelli ammessi a finanziamento più altri 63 per i quali sono ancora necessari ulteriori chiarimenti tecnici per l’espletamento della pratica. Per la realizzazione dei nuovi centri di aggregazione ci sono sei mesi di tempo dalla data di concessione del contributo pubblico. “Siamo arrivati – ha dichiarato Stillitani – alla conclusione di un percorso avviato per migliorare i servizi di assistenza degli anziani, di sostegno alla loro autonomia e di valorizzazione delle loro capacità, promuovendone il loro ruolo attivo all’interno delle comunità. In Calabria - ha specificato l’esponente della Giunta regionale - gli anziani residenti sono il 18% della popolazione e in maggioranza donne (56.4%). Nel quinquennio 2005-2010, la popolazione anziana ha raggiunto le 14mila unità. Pertanto – ha precisato - l’aumento della popolazione ultra 65enne si scontra con la persistente carenza di luoghi e/o strutture che rispondano a specifici bisogni ed esigenze della persona in età avanzata. Perciò, con questo bando ci poniamo l’obiettivo di dare risposte concrete per offrire loro dei momenti di svago, di relazione, di informazione, di assistenza di espressione, di creatività e di riflessione che possano rimettere in gioco le proprie risorse e capacità”. Il bando consente il contributo ad un centro per Comune; più di 12 punti aggiuntivi vengono riconosciuti ai paesi sotto i 10 mila abitanti e che sono localizzati in aree decentrate e di montagna. Due le tipologie di interventi previsti dall’avviso pubblico. La prima prevede la realizzazione di nuovi centri diurni per anziani anche attraverso la ristrutturazione di centri presso patrimonio pubblico non utilizzato, dismesso o in stato di abbandono e/o eventuali immobili confiscati. La seconda tipologia riguarda invece, il potenziamento e la riqualificazione di centri diurni per anziani esistenti con interventi di ristrutturazione edilizia, aumento della capacità ricettiva del centro, interventi di riqualificazione energetica e di abbattimento di barriere architettoniche, acquisizione di delle tecnologie per la realizzazione di servizi di telesoccorso e teleassistenza per gli anziani. I costi relativi a mobili e arredi, non potranno superare il 50% degli importi ammessi a finanziamento. “Un altro requisito – ha evidenziato ancora l’assessore Stillitani – è che l’attività deve rimanere operativa minimo per tre anni. Tra l’altro, nelle spese ammissibili è possibile considerare anche l’Iva. I soggetti beneficiari usufruiranno dei contributi pubblici previsti in tre quote. La prima quota di contributo, pari al 50% come anticipazione, la seconda del 30% sarà erogata dopo la spesa della precedente tranche, la terza quota pari al 20% verrà erogata a collaudo2. Il saldo del finanziamento – ha spiegato - verrà erogato solo dopo i controlli effettuati sulla documentazione finale di spesa da parte della Regione. Abbiamo messo in campo un bando snello – ha infine sottolineato Stillitani – portato a compimento in tempi brevi, trovando punti di convergenza con le organizzazioni no-profit, i Comuni, gli enti e le istituzioni ecclesiastiche, interessati alla realizzazione di centri diurni necessari per i numerosi anziani calabresi”.  
   
   
MOSTRA TIEPOLO APRE NUOVO CICLO PER VILLA MANIN  
 
Pordenone, 12 dicembre 2012 - "Quando la Giunta regionale decise di fare di Villa Manin il centro artistico per eccellenza del Friuli Venezia Giulia, ci si pose il problema di che tipo di mostre fare. Certamente nessuna chiusura o preclusione, tuttavia la Villa per essere rilanciata aveva bisogno di un approccio espositivo in grado di accontentare un po´ tutti i gusti del pubblico. Da qui la scelta di una stagione pluriennale di mostre che avrebbero potuto attirare l´attenzione di un pubblico multiforme, sia quello ´addetto ai lavori´ sia quello solo appassionato. Credo che la sfida sia stata vinta e questa mostra sul Tiepolo in un certo senso conclude nel modo più stupefacente un ciclo di attività, che in questi anni ha conosciuto un notevole consenso di pubblico e di partner privati nel sostegno delle varie proposte. Ma apre anche un nuovo ciclo, che spero dedicato ai grandi maestri italiani del passato, magari concludendo tra qualche anno col ´Pordenone´: anche per lui sarebbe un ritorno a Villa Manin". Lo ha affermato l´assessore regionale alla Cultura, Elio De Anna, intervenuto questa sera nell´Auditorium della Regione a Pordenone all´ultima delle "anteprime" della mostra del Tiepolo, aperta a Villa Manin di Passariano dal sabato 15 dicembre al 7 aprile 2013. "Il Tiepolo a Villa Manin - ha detto ancora de Anna - è un ritorno graditissimo, frutto di un lungo lavoro degli studiosi che vi si sono dedicati e ai quali va il ringraziamento della Regione. Se nel 1971 quella prima mostra a Villa Manin fu in un certo senso una scommessa, oggi la Villa Dogale ha ormai un suo pubblico affezionato e fedele che saprà certamente accogliere questa nuova proposta, frutto anche delle relazioni internazionali intessute in questi anni con musei e istituzioni varie, grazie alle quali è stato reso possibile il prestito di tante opere prestigiose". All´anteprima pordenonese della mostra sono intervenuti anche il Commissario di Villa Manin, Enzo Cainero, il curatore del grande evento Giuseppe Bergamini, che hanno illustrato la sontuosa mostra monografica, mentre la flautista Luisa Sello, in abito rosso "tiepolesco" ha offerto alcuni brani musicali. Proprio ieri pomeriggio, nel Salone di Villa Manin, è stata collocata la grande "Pala d´Este", capolavoro del Tiepolo tra i più importanti esposti nella grande mostra. È stato un momento di grande emozione sia per la bellezza dell´opera, sia per le sue dimensioni (quasi sette metri di altezza per circa quattro di base). La sontuosa tela raffigura "Santa Tecla che intercede per la liberazione di Este dalla pestilenza del 1630" e proviene dalla cittadina veneta dove è normalmente esposta sopra l´altare maggiore del Duomo. La pala è giunta a Villa Manin a conclusione del restauro cui è stata sottoposta. Un intervento molto impegnativo e delicato che ha portato all´eliminazione delle vernici ingiallite e alla pulitura di tutti quei depositi (sporco, stuccature, ridipinture) che rendevano disomogenea la superficie della tela. Le lacune sono state stuccate e i restauratori hanno proceduto all´integrazione dei punti in cui mancava il colore. Tutti gli interventi sono stati condotti secondo criteri di reversibilità e riconoscibilità.  
   
   
UNIVERSIADI TRENTINO 2013 E FIEMME 2013 UNITI A TRENTO NELLA CERIMONIA DEL COUNT DOWN  
 
Trento, 12 dicembre 2012 - Sarà Piazza Duomo a Trento ad ospitare tra un anno esatto la cerimonia inaugurale dell’Universiade invernale Trentino 2013 e prima, tra poco più di due mesi (esattamente 71 giorni), quella dei Mondiali di sci nordico Fiemme 2013. Proprio la storica piazza, con la fontana del Nettuno e il Duomo di stile romanico, ha ospitato ieri la simbolica cerimonia di count down dei due eventi, con una cerimonia che ha visto presenti Sergio Anesi (presidente C.o. Universiade) e l’assessore al Turismo della Provincia autonoma di Trento Tiziano Mellarini (presidente C.o. Fiemme 2013) affiancato da Bruno Felicetti (Marketing Fiemme 2013), da Marta Dalmaso (assessore allo Sport della Provincia autonoma di Trento), Davide Bassi (Rettore dell’Università di Trento) e Alessandro Andreatta (sindaco di Trento), oltre a un centinaio di giovani volontari e ai membri del comitato organizzatore dell’Universiade. “Ad una settimana dall’apertura delle iscrizioni - ha ricordato Anesi - sono già 15 le nazioni iscritte a Trentino 2013, tra le quali spiccano Cina, Stati Uniti, Giappone e Norvegia. Sarà una edizione sobria dal punto di vista finanziario - ha aggiunto -, con un budget operativo che meno di un decimo di quello dell’edizione di Erzurum 2011 ma per questo non meno incisiva dal punto di vista della capacità organizzativa e di promozione”. Le Universiadi, ha quindi aggiunto l’assessore Dalmaso, “rappresentano una occasione per il Trentino di creare nuovo entusiasmo nel mondo dello sport e favorire la promozione dell’attività sportiva. Un ulteriore grande valore – ha concluso – e’ rappresentato dal mondo del volontariato che con il proprio lavoro rende possibile l’organizzazione di simili eventi, capaci di proiettare il Trentino a livello internazionale”. Un tema enfatizzato da Tiziano Mellarini, che nella duplice veste di assessore al Turismo e presidente di Fiemme 2013 ha sottolineato “la grande valenza promozionale di questi eventi, la cui organizzazione è peraltro strettamente legata alla disponibilità dei volontari. La squadra è pronta – ha detto, riferendosi all’imminente avvio di Fiemme 2013 – e sarà la base su cui potranno contare anche le Universiadi. Oltre ai Mondiali ci sono anche la 3Tre di Madonna di Campiglio e il Tour de ski”. I due eventi si possono considerare un trampolino di lancio verso una candidatura per le Olimpiadi 2022.”Mi rendo conto che il momento finanziario non è dei migliori – ha proseguitoo Mellarini – ma la speranza è che la situazione economica possa migliorare e nel frattempo è doveroso guardare avanti. Le Olimpiadi rappresentano il giusto traguardo per il lavoro organizzativo promosso dal Trentino in questi anni nelle varie discipline sportive. E noi guardiamo in quella direzione”. Per il Rettore Bassi le Universiadi “rappresentano una grande vetrina per il Trentino e più specificamente un’occasione per l’ateneo di Trento di completare il percorso di promozione anche in ambito sportivo”. Di “grande vetrina per la città” ha parlato il sindaco Andreatta, che ha poi lodato “la capacità di accoglienza del capoluogo”. Ora inizia il lavoro, di rifinitura per Fiemme 2013 il cui traguardo è posto a 71 giorni, e di costruzione dell’evento per Trentino 2013, il cui Comitato organizzatore ha a disposizione 365 giorni per concretizzare una mole di lavoro che normalmente viene spalmata in due-tre anni. “Una sfida - ha concluso Anesi - che abbiamo potuto raccogliere grazie alla grande professionalità dei singoli comitati organizzatori di Trento, Monte Bondone, Baselga di Pine, Pergine Valsugana, Fiemme e Fassa”. Si gareggerà dall’11 al 21 dicembre 2013 nelle discipline dello sci alpino e nordico, salto e combinata nordica, biathlon, snowboard e freestyle, pattinaggio velocità e short Track, pattinaggio di figura, hockey su ghiaccio e curling. Per la 26/a Universiade invernale il Trentino ha raccolto in corsa l’eredità della Slovenia. Il comitato presieduto da Sergio Anesi, con segretario generale Filippo Bazzanella, ha accettato la sfida di organizzare questi Giochi universitari in poco meno di due anni. Un’impresa resa possibile dalla grande tradizione organizzativa locale. Il Trentino ha raccolto il testimone dalla località turca di Erzurum e lo cederà alla spagnola Granada per l’edizione 2015. Sinora si è gareggiato in Italia a Livigno 1975, Nevegal 1985, Tarvisio 2003 e Torino 2007. In chiave estiva vi sono Torino 1959 e 1979 con Sicilia 1997.