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Notiziario Marketpress di Mercoledì 12 Marzo 2014
UN TERZO DI SECONDO PER CAPIRE IL LINGUAGGIO DEL CORPO IL RICONOSCIMENTO DI CONGRUENZA E INCONGRUENZA DEGLI STATI D’ANIMO ESPRESSI COL LINGUAGGIO DEL CORPO AVVIENE IN 300 MILLISECONDI NELLA CORTECCIA ORBITO-FRONTALE DEL CERVELLO. LO RIVELA UNA RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DI MILANO-BICOCCA PUBBLICATA SULLA RIVISTA PLOS  
 
One. Milano, 11 marzo 2014 – Al nostro cervello bastano 300 millisecondi per capire se l’espressione o l’atteggiamento fisico di una persona sono coerenti con lo stato d’animo che dovrebbe esprimere o con una descrizione verbale dello stesso stato d’animo. E se non lo sono, il messaggio verbale ha vita breve! Infatti il cervello confronta molto rapidamente gli input provenienti dalle aree che elaborano le espressioni facciali, la mimica e i movimenti del corpo (incluso il sistema specchio) e le confronta con sensazioni viscerali della nostra memoria affettiva per una verifica immediata. Lo rivela una ricerca coordinata dall’Università di Milano-bicocca pubblicata oggi sulla rivista americana Plos One. Lo studio (Comprehending body language and mimics: an Erp and neuroimaging study on Italian actors and viewers, Plos One http://dx.Plos.org/10.1371/journal.pone.0091294) è stato realizzato da Alice Mado Proverbio, del dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-bicocca in collaborazione con Marta Calbi, dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Parma, Alberto Zani, dell’Istituto di Fisiologia e bioimmagini molecolari del Cnr e Mariella Manfredi, dipartimento di Scienze Cognitive della University of California San Diego. A trenta studenti universitari sono state fatte osservare 280 fotografie nelle quali otto attori teatrali mimavano differenti stati d’animo (guarda e scarica le foto degli attori che hanno interpretato gli stati d’animo Figura 1). Durante l’osservazione delle foto, accompagnate da descrizioni verbali dell’emozione interpretata, è stata effettuata la tomografia elettromagnetica a bassa risoluzione (Loreta, low resolution electromagnetic tomography) per misurare l’attività elettromagnetica del cervello. In questo modo è stato misurato il tempo nel quale il nostro cervello riconosce l’incongruenza – 300 millisecondi, appunto – ed è stata identificata la regione del cervello nella quale avviene il riconoscimento: la corteccia orbito frontale ventromediale. È in questa regione che vengono elaborati i segnali, che arrivano letteralmente dalla “pancia” (come ci sentiamo di fronte all’atteggiamento di chi ci sta davanti). Si tratta dei marker viscero-somatici legati ai nostri ricordi e alle nostre memorie affettive più profonde. Queste informazioni, una volta giunte nella corteccia orbito frontale ventromediale, vengono usate per prendere decisioni come, ad esempio, capire se una persona è sincera oppure no con noi (guarda e scarica la tomografia che mostra le aree cerebrali attive nel riconoscere congruenza e incongruenza del body language Figura 2). «Questa ricerca – spiega Alice Proverbio, professoressa associata di Psicobiologia e coordinatrice della ricerca – è finalizzata a capire quali sono i meccanismi attraverso i quali comprendiamo lo stato d’animo degli altri».  
   
   
"CONFERENZA EUROPEA SULLE MALATTIE RARE E I PRODOTTI ORFANI"  
 
Berlino, 11 marzo 2014 - La "Conferenza europea sulle malattie rare e i prodotti orfani" (Ecrd) si terrà dall´8 al 10 maggio 2014 a Berlino, in Germania. La conferenza offre una piattaforma e un forum di discussione singolari per il dibattito sulle malattie rare, riunendo rappresentanti dei pazienti, accademici, operatori sanitari, industria, contribuenti, regolatori e responsabili delle politiche. Gli argomenti discussi comprenderanno il panorama attuale dello sviluppo di politiche sui prodotti orfani e sulle terapie per le malattie rare, le opportunità nella ricerca clinica collaborativa sulle malattie rare, soluzioni per rendere gli investimenti nelle malattie rare più attraenti per l´industria e metodi per migliorare i test genetici. Saranno anche fornite informazioni preziose sul processo di scoperta di un medicinale dal punto di vista dell´industria e dei regolatori. Per maggiori informazioni, visitare: http://www.Rare-diseases.eu/    
   
   
MEDICI DI FAMIGLIA: “VOGLIAMO GESTIRE AL MEGLIO IL PAZIENTE UN NUOVO SOFTWARE ALLEATO NELLA PREVENZIONE DELLE MALATTIE”  
 
Firenze, 11 Marzo 2014 – Controllare le informazioni sullo stato di salute del paziente e prendere le migliori decisioni in tempo reale, grazie a un sistema di alert istantanei che avvisano quando qualcosa non va e tracciano la via più virtuosa da seguire. Tutto questo è possibile con “Milledss” (Clinical Decision Support System), un’innovativa modalità di supporto al medico in tutte le fasi del processo di cura: un programma informatico unico in Europa (www.Milledss.it), sviluppato da Genomedics Srl e Millennium Srl per supportare i medici di famiglia nel Governo clinico delle Cure primarie. L’applicativo software è completamente integrato con la Cartella Clinica Millewin, già adottata da oltre 18.000 camici bianchi Italiani, e permette di effettuare con rapidità e semplicità analisi approfondite dei dati registrati. Sono quattro le sezioni del programma: follow-up, appropriatezza, prevenzione-stili di vita e valutazione economica. “Ad esempio, in base alle patologie codificate e ai relativi percorsi diagnostici, il medico può prendere visione degli accertamenti necessari perché in scadenza o già scaduti, inviandoli direttamente in fase di stampa – commenta il dott. Gerardo Medea, della Simg, Società Italiana di Medicina Generale. Ma non solo, vengono evidenziate le scadenze del paziente circa le sue necessità nell’ambito della prevenzione primaria e secondaria, in base all’età e al sesso. Possiamo così intervenire sui fattori di rischio modificabili, come obesità, fumo e sedentarietà, responsabili di circa il 40% delle malattie croniche”. Il software diventa anche un potente mezzo per valutare la spesa pro capite per accertamenti e farmaci, sia giornaliera che annuale. “La Medicina Generale di domani potrà indirizzare la qualità delle cure e, di conseguenza, misurarla – aggiunge il dott. Medea –. Ci troviamo alla vigilia di una rivoluzione che vedrà l’applicazione dei costi standard nel governo economico della Sanità. Questo strumento rappresenta un passo importante per migliorare l’appropriatezza delle prestazioni in termini di risultati percepiti dai cittadini”.  
   
   
SANITA’: ALLO IOV DUE NUOVE ARMI PER COMBATTERE IL TUMORE CON UN INVESTIMENTO REGIONALE DI 4,7 MILIONI DI EURO.  
 
 Venezia, 12 marzo 2014 - Due nuove “armi supertecnologiche” entreranno in funzione in Veneto, all’Istituto oncologico di Padova (Iov) per combattere il tumore. La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, ha dato il via libera all’acquisto di una “Tomotherapy” per il trattamento del carcinoma del collo e della testa e di un acceleratore Dual Energy, con un contributo di 4 milioni 700 mila euro da finanziare con il Fondo Regionale per gli Investimenti 2014. Ne ha dato notizia il presidente Luca Zaia nel corso del punto stampa seguito alla seduta di oggi dell’esecutivo veneto. In particolare, la “Tomotherapy”, del costo totale di 3 milioni e 400 mila euro, si inserisce nell’ambito di un progetto presentato dallo Iov al Ministero della Salute, che l’ha cofinanziato con 1 milione 700 mila euro. L’acceleratore Dual Energy, del costo di 3 milioni di euro interamente finanziati dalla Regione, si inserisce invece nell’ambito del progetto di aggiornamento della sezione cure della radioterapia, attualmente dotata di un acceleratore “Oncor”, che però, oltre a non permettere alcune importanti funzioni, ha una qualità dì immagini non idonea ai tempi di acquisizione e al numero di trattamenti eseguiti.  
   
   
NON AUTOSUFFICIENZA IN VENETO: APPROVATO FONDO REGIONALE DI OLTRE 735 MILIONI DI EURO PER 2013; PER REGIONE RESTANO PRIORITARIE E CENTRALI POLITICHE A FAVORE PIU’ DEBOLI  
 
Venezia, 12 marzo 2014 - Il Fondo complessivo per la non autosufficienza della Regione Veneto per il 2013 ammonta a 735.328.000 euro di cui 714.235.500 derivanti dal Fondo regionale e 21.092.500 da quello nazionale. Lo ha deciso la Giunta veneta, su proposta dell´Assessore ai servizi sociali Remo Sernagiotto. "E´ l´ok definitivo del governo regionale – commenta l´Assessore – al provvedimento, dopo l´approvazione da parte della 5° commissione regionale. Pur con le difficoltà enormi imposte dalla spending-review, il Veneto riconferma tutte le risorse destinate alla non autosufficienza perché per questa Giunta restano prioritarie e centrali le politiche a favore delle persone più deboli e delle loro famiglie". "Il provvedimento – spiega l´Assessore – è previsto dalla legge regionale dell´aprile 2013 che ha attribuito al fondo regionale per la non autosufficienza 721.450.000 euro per garantire risposte omogenee e qualificate in tutto il territorio regionale nei settori degli anziani e dei disabili. Per effetto della normativa sulla spending-review le risorse del fondo sono state ridotte dell´1% risultando pertanto 714.235.500 euro". Tra le diverse voci, una delle novità più importanti del Fondo regionale per la non autosufficienza è rappresentata dall´indicazione di servizi territoriali alternativi ai centri diurni per disabili (fattorie sociali, interventi sportivi e culturali, etc.) a cui sono destinati 5 milioni di euro.  
   
   
UMBRIA: INAUGURATO PRONTO SOCCORSO VETERINARIO H24, PRESIDENTE MARINI: AUMENTA QUANTITÀ E QUALITÀ SERVIZI ASSISTENZA  
 
Perugia, 12 marzo 2014 – "La Regione Umbria ha voluto sostenere il progetto per la realizzazione del Pronto soccorso veterinario h24, presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria di Perugia, perché esso contribuirà ad aumentare i servizi di assistenza per gli animali, sia a favore dei cittadini che delle stesse strutture pubbliche periferiche che potranno ora contare su un servizio di assistenza di grande qualità". È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, che ha partecipato questa mattina, assieme al Rettore dell´Università degli Studi, Franco Moriconi, all´inaugurazione della nuova struttura. La presidente Marini ha sottolineato "il rapporto di positiva e stretta collaborazione" tra la Regione Umbria e il Dipartimento di Medicina Veterinaria, teso innanzitutto ad aumentare la quantità e qualità dei servizi per la cittadinanza in settori fino ad ora non coperti, come appunto quello del Pronto soccorso che consentirà oltretutto di offrire un sostegno diretto a tutti i servizi territoriali che operano nell´ambito della vigilanza veterinaria, sia per quanto riguarda gli animali domestici sia per quelli selvatici il cui controllo è di competenza pubblica. A tale proposito, la presidente ha ricordato che, sempre in collaborazione con il Dipartimento di Veterinaria e dei canili pubblici e privati, la Regione ha dato vita al progetto denominato "Randagiamo" la cui finalità è quella di "favorire al massimo l´adozione dei cani ospiti dei canili, facilitando il loro inserimento in contesti familiari – ha detto Marini -, anche attraverso il miglioramento delle loro caratteristiche comportamentali e la valorizzazione del rapporto fra uomo e animale". "La tutela della salute umana – ha aggiunto la presidente – va affrontata a 360 gradi, e dunque anche attraverso una attenta azione di tutela della salute degli animali, soprattutto in relazione al controllo della qualità alimentare. In questa direzione si muove anche l´iniziativa che vede la collaborazione dei nostri Servizi sanitari con quelli dell´Università, e cioè la realizzazione del primo registro in Italia dei tumori animali. Attraverso il registro sarà possibile effettuare prevenzione e cura per gli animali e allo stesso tempo offrire un importante contributo anche per garantire – ha concluso - una migliore sicurezza per la salute delle persone".  
   
   
APPROVATO DA EMILIA-ROMAGNA E TOSCANA UN PROTOCOLLO DI INTESA E COOPERAZIONE TRA I RISPETTIVI SISTEMI SANITARI REGIONALI  
 
Bologna, 12 marzo 2014 - Un protocollo di intesa e cooperazione tra Regione Emilia-romagna e Regione Toscana per confrontare e condividere linee di sviluppo comuni per i due sistemi sanitari regionali. Il documento, approvato dalla giunta regionale, verrà siglato dagli assessori regionali alla salute di Emilia-romagna, Carlo Lusenti, e della Toscana, Luigi Marroni.con il protocollo, di durata biennale, le due Regioni intendono avviare un percorso di collaborazione, confronto e scambio di esperienze per lo sviluppo dei rispettivi sistemi sanitari. “Con questo accordo - ha spiegato l’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-romagna, Carlo Lusenti - si rafforza ulteriormente la collaborazione tra due sistemi sanitari regionali che sono leader per qualità di servizi e prestazioni. Vogliamo potenziare le occasioni di scambio e confronto per realizzare azioni comuni e soluzioni innovative, con l’obiettivo di migliorare ancora sia la qualità dell’assistenza che l’efficienza organizzativa”. "Abbiamo voluto raccogliere la sfida di uno sviluppo cooperativo dei due sistemi regionali - dichiara l´assessore per il Diritto alla salute della Regione Toscana, Luigi Marroni - per operare scelte fondate su maggiori possibilità di approfondimento e su esperienze più variegate di quanto sia possibile restando all´interno di una sola regione". Emilia-romagna e Toscana, entrambe dotate di servizi sanitari all´avanguardia nel panorama nazionale, hanno dato grande valore allo sviluppo dei servizi territoriali, alla razionalizzazione della rete ospedaliera, alla costruzione di reti cliniche e di servizi, e in più occasioni hanno manifestato reciproco interesse alle rispettive scelte di politica sanitaria. Interesse e confronto che negli ultimi anni è andato crescendo, per le iniziative di volta in volta assunte nell’individuazione di soluzioni innovative, in particolare su aspetti come l´equità di accesso alle cure. Tra l´altro, nel dicembre 2011 era già stato approvato tra le due Regioni un accordo triennale per la gestione della mobilità sanitaria, attraverso il quale ciascuna Regione intende garantire ai propri cittadini le necessarie forme di assistenza, con modalità che rispettino gli standard di qualità, siano logisticamente vicine alla residenza e siano facilmente fruibili dai cittadini. Per accrescere le occasioni di scambio e approfondimento, viene firmato ora questo nuovo protocollo, finalizzato a sviluppare i rispettivi servizi sanitari regionali. Ciò avverrà attraverso la condivisione delle tematiche di riordino degli assetti istituzionali, degli indirizzi relativi alla riorganizzazione dei servizi ed all´implementazione di modelli sanitari innovativi; la predisposizione di percorsi formativi per i professionisti coinvolti nei processi di riorganizzazione e di governo clinico; la condivisione di progetti di ricerca in tema di organizzazione sanitaria, governo clinico e Hta (Health Tecnology Assessment); il confronto dei rispettivi processi di autorizzazione, accreditamento istituzionale ed accordi contrattuali nell´ottica del miglioramento dei livelli qualitativi del sistema dei servizi; la valutazione congiunta delle ricadute sui cittadini delle politiche sanitarie nazionali e regionali; la condivisione di strumenti di valutazione degli esiti delle cure, dell´efficacia e dell´appropriatezza delle prestazioni erogate e dell´efficienza dei servizi. Con il protocollo si individua una Cabina di regìa, costituita dai due direttori generali competenti, cui è deputata, attraverso uno specifico Piano operativo, l´individuazione delle specifiche linee progettuali, dei rispettivi responsabili e degli eventuali gruppi tecnici di supporto.  
   
   
MARCHE: PROGETTO SOLLIEVO PER LA DISABILITA’ MENTALE: DUE MILIONI DI EURO. META’ DEL FINANZIAMENTO E’ REGIONALE .  
 
Ancona, 12 marzo 2014 - Le persone con problemi di salute mentale e le loro famiglie potranno usufruire di più di due milioni di euro, 1.080.000 dei quali stanziati dalla Regione Marche nel bilancio di previsione 2014, per il sostegno del progetto “Servizi di sollievo”. La somma messa a disposizione dalla Regione sarà integrata da una quota pari circa allo stesso importo, derivante dal cofinanziamento degli altri soggetti coinvolti. La giunta regionale nel corso della seduta di questa settimana ha stabilito, su proposta dell’assessore ai Servizi sociali Luigi Viventi, le linee di indirizzo per l’attuazione del progetto nell’anno 2014. “Si tratta – spiega Viventi - di una serie di servizi territoriali sociali messi in atto grazie alla sinergia tra Comuni, medici di base, dipartimenti di Salute mentale delle zone territoriali Asur, famiglie, associazioni di volontariato e del privato sociale: punti di aggregazione e ‘risocializzazione’ negli orari non coincidenti con quelli delle strutture sanitarie, promozione dell’auto-mutuo aiuto, residenzialità breve”. “Con questo progetto – aggiunge l’assessore - la Regione ha dato avvio ormai da qualche anno a un percorso integrato, dove il sociale, in accordo con la sanità, assicura una serie di interventi che forniscono in modo ormai strutturato un sostegno capillare agli utenti e alle loro famiglie, consolidandosi ed ampliandosi anno dopo anno”. Anche per il 2014, nelle more dell’approvazione del riordino del sistema delle Province, è stato confermato il ruolo di raccordo e di concertazione di questi enti, ai quali saranno assegnati i fondi per il 50% in relazione alla popolazione, per il 35% in proporzione alla superficie e dividendo in parti uguali il restante 15%.  
   
   
SANITA’: GIUNTA VENETA APPROVA RIPARTO PROVVISORIO FSR 2014  
 
Venezia, 12 marzo 2014 - La Giunta regionale del Veneto, nella sua seduta odierna su proposta dell’assessore alla sanità Luca Coletto, ha approvato, prima in Italia a seguire questa procedura, un riparto provvisorio del Fondo Sanitario Regionale 2014, per un ammontare complessivo di 7 miliardi 912 milioni 264 mila 483 euro. “Come sempre – ricorda Coletto – a marzo il riparto nazionale è ancora indeterminato, ma è assolutamente necessario garantire alle Ullss e alle Aziende Ospedaliere un’indicazione stimata di quanto potrà essere speso nel 2014, per evitare la cosa più sbagliata del mondo, che è quella di costringere i nostri manager a viaggiare a fari spenti per mesi e mesi”. “Si tratta quindi di un riparto che verrà aggiustato non appena avremo concordato quello nazionale, ma che è già estremamente indicativo dell’ordine di grandezza. Anche in questo caso abbiamo applicato ovunque possibile la buona pratica dei costi standard, tentando di diminuire la forbice tra le diverse Ulss e garantendo comunque una spesa pro capite non inferiore a 1500 euro come l’anno scorso”. “Particolarmente significativa – fa notare Coletto - la scelta di riservare un occhio di riguardo alle malattie e alle terapie oncologiche. Alla determinazione dei tetti massimi di spesa per l’assistenza ospedaliera e ambulatoriale non concorreranno infatti le prestazioni di specialità di chirurgia correlate alla patologie oncologiche, le prestazioni di radioterapia e quelle di medicina nucleare”. Confermato per il 2014 anche il fondo specifico per gli investimenti in macchinari e tecnologie.  
   
   
MARCHE, 13 MILIONI IN BILANCIO PER LA DISABILITA’: I CRITERI PER L´ASSEGNAZIONE.  
 
Ancona, 12 marzo 2014 - Circa 13 milioni stanziati nel bilancio regionale di previsione 2014 a favore delle persone con disabilità saranno impiegati per l’assistenza domiciliare domestica ed educativa, per progetti di integrazione e socializzazione, per il trasporto, per i centri socio educativi riabilitativi diurni, per l’integrazione scolastica e lavorativa, per tirocini e borse lavoro, per ausili tecnici e per l’abbattimento delle barriere di comunicazione. Lo ha stabilito la giunta regionale, su proposta dell’assessore ai Servizi sociali Luigi Viventi, dopo il parere positivo espresso dalla consulta regionale per le persone con disabilità. La delibera stabilisce i criteri di applicazione e le modalità di impiego delle risorse. I fondi saranno erogati agli Ambiti sociali e alle Province. “Si comincia così a dare attuazione – afferma Viventi – al programma di interventi per il sociale, al quale la giunta regionale non ha inteso apportare tagli, consapevole del fatto che si tratta di uno dei settori strategici in questo particolare momento di difficoltà”. Per giungere all’approvazione definitiva è necessario, a questo punto, il passaggio in Assemblea legislativa. Le politiche di intervento in favore delle persone con handicap sono promosse e coordinate dalla Legge regionale 18/1996, che prevede la valorizzazione delle iniziative volte all’integrazione sociale, scolastica e lavorativa dei disabili. Nel 2012, come indica il Centro regionale di ricerca e documentazione sulle disabilità, 7694 utenti hanno beneficiato degli interventi previsti dalla legge regionale, con il coinvolgimento di 185 enti locali. L’integrazione sociale è il criterio base di tutti gli interventi. In quest’ottica molti di essi sono strutturati in modo tale da favorire la permanenza del disabile all’interno del proprio nucleo familiare e nel contempo a offrirgli una serie di supporti e servizi che consentano l’inserimento nel contesto sociale. Sempre nella stessa ottica sono incentivate le iniziative presso i Centri sociali di aggregazione: strutture aperte alla collettività, in cui il disabile possa vivere momenti di aggregazione, finalizzati a sviluppare l’autonomia e le potenzialità individuali. Ai Comuni singoli e associati è concesso anche il finanziamento per le spese sostenute per attivare specifici servizi di trasporto individuale o collettivo, per il trasporto scolastico, per l’acquisto di pulmini appositamente attrezzati e per il sostegno alle famiglie che sostengano spese per il trasporto dei disabili in particolari casi (riabilitazione, visite specialistiche, frequenza dei centri sociali…). Il finanziamento ai centri socio educativi riabilitativi diurni, inoltre, sono rivolti alle persone disabili con notevole compromissione delle autonomie funzionali, che abbiano adempiuto all’obbligo scolastico, mentre per i ragazzi disabili in età scolare (dal nido alla scuola superiore) sono ammesse a finanziamento le spese che i Comuni singoli o associati sostengono per l’assegnazione di operatori-educatori per un determinato monte ore, che varia a seconda del tipo e del grado di scuola. A questi interventi sono poi da aggiungere i progetti per la vita indipendente, per il sollievo, per il sostegno alle strutture residenziali e per l’autismo, finanziati dalla regione Marche in appositi capitoli, per un totale di circa 15 milioni.  
   
   
MARCHE: RAGGIUNTO L’ACCORDO CON LE CASE DI CURA PRIVATE.  
 
Ancona, 12 marzo 2014 - Maggiori servizi ai cittadini e riduzione della mobilità passiva, con un consistente recupero di risorse da destinare al miglioramento dell’offerta sanitaria sul territorio. Muove in questa direzione la sottoscrizione degli accordi con le Case di cura e le Strutture di riabilitazione private che la Giunta regionale ha siglato con i centri aderenti all’Aiop (Associazione italiana ospitalità privata) e all’Aris (Associazione religiosa istituti sociosanitari), accreditati dalla Regione Marche. Un’intesa che sana il pregresso, azzera i contenziosi e programma l’attività del prossimo biennio, introducendo, anche per il privato, modalità operative e di programmazione identiche a quelle già previste nelle strutture sanitarie pubbliche. Vengono definite le linee di indirizzo per regolamentare la mobilità attiva e contrastare quella passiva attraverso il coinvolgimento della riabilitazione ospedaliera, di adeguati percorsi assistenziali e la continuità di cura, utilizzando appieno le potenzialità delle strutture private che si affiancheranno a quelle pubbliche. “Con questa firma – ha dichiarato il presidente della Regione, Gian Mario Spacca – rendiamo ancora più coeso il sistema sanitario regionale che si avvale anche del contributo privato. Finalità dell’accordo: aggredire le liste di attesa e la mobilità passiva, attraverso un’azione sinergica che ha come obiettivo il miglioramento dei servizi per i cittadini. Per affrontare con strumenti adeguati la mobilità passiva occorre, infatti, tra le altre azioni, una più efficiente riorganizzazione delle strutture pubbliche e private. Ciò va fatto nel rispetto degli standard scientifici di qualità e sicurezza che sono alla base della riforma sanitaria: riduzione della frammentazione, razionalizzazione dei posti letto, avvio di strutture dedicate alle cure intermedie, riforma delle reti cliniche, qualificazione dell’emergenza. Un percorso che deve trovare compiuta definizione anche nel settore privato accreditato, in una logica di rete complessiva dei servizi offerti. L’accordo segna l’avvio di una funzione di committenza da parte della Regione che, in tal modo, chiede al privato di eseguire, entro il budget assegnato, le attività che maggiormente servono al sistema”. “La necessità di affrontare il problema della crescente mobilità passiva interregionale, che incide pesantemente sulla quantificazione del Fondo sanitario regionale fa sì che le strutture ospedaliere private accreditate, opportunamente riorganizzate in logica di rete e in virtù dell’elasticità organizzativa che le contraddistingue, possano essere coinvolte nell’erogazione di prestazioni mirate a ridurre i flussi di mobilità passiva interregionale per particolari patologie. L’accordo prevede di remunerare le prestazioni effettuate in mobilità attiva con le tariffe Tuc (Tariffa unica convenzionale), riducendo l’impatto economico finora sostenuto e consentendo, quindi, di incrementare l’attività entro tetti di spesa programmati”, ha rilevato l’assessore alla Salute, Almerino Mezzolani. “La regolamentazione della mobilità attiva e i programmi di recupero di quella passiva favoriscono un miglioramento del saldo di mobilità interregionale con effetti positivi sul finanziamento del Fondo sanitario regionale e, soprattutto – ha affermato il dirigente del servizio Sanità, Piero Ciccarelli - garantiscono ai cittadini residenti un’adeguata offerta sul proprio territorio regionale. Tale disponibilità comporta sia il miglioramento del saldo di mobilità, sia la riduzione di costi indiretti che i cittadini sono costretti a sobbarcarsi a causa dei viaggi verso regioni limitrofe. Va poi considerato il miglioramento dei tempi di attesa per alcune prestazioni critiche. Tutte le Case di cura hanno sottoscritto l’accordo, comprese le strutture che non avevano sottoscritto l’ultimo del 2010”. “Soddisfatti per i risultati raggiunti con gli accordi: un punto di partenza per definire tutte le questioni rimaste aperte, come quella dei posti letto e dei budget”, si sono dichiarati i presidenti dell’Aiop, Antonio Romani e dell’Aris, Mario Ferraresi. “La definizione dei posti letto nelle strutture private – ha detto Romani – ha una ripercussione evidente sul mantenimento dei posti di lavoro. Siamo impegnati con la Regione per ridurre la mobilità passiva e rafforzare la sanità marchigiana”. Con l’intesa “si chiude il pregresso e si apre uno spiraglio nuovo – ha detto Ferraresi – Si è instaurato un clima diverso per collaborare insieme, ad esempio sul fronte del contenimento delle liste di attesa e della mobilità passiva. In questi campi il potenziale delle case di cura riabilitative risulta fondamentale per dare una mano alle strutture pubbliche”. Gli accordi disciplinano la produzione e la remunerazione delle prestazioni erogate in regione di attività ospedaliera svolta a favore di cittadini di altre regioni da parte dei privati. Per l’abbattimento della mobilità passiva viene avviato un programma sperimentale di potenziamento delle prestazioni che consente di migliorare l’offerta assistenziale per i cittadini del territorio regionale e di ridurre i costi di produzione attraverso l’incremento dell’offerta presso strutture in grado di assicurare le prestazioni agli utenti provenienti dai territori che hanno generato maggiore mobilità passiva. Sul fronte della riabilitazione, l’accordo disciplina, in particolare i settori dell’ortopedia e degli anziani. L’aiop occupa, complessivamente, oltre 1.200 addetti (medici e infermieristici) e assicura circa 500 mila prestazioni (tra ambulatoriali e ospedaliere), mentre l’Aris rappresenta circa 10 enti con 20 strutture marchigiane e 2000 dipendenti. Aderiscono all’Aiop: Casa di Cura Villa San Marco; Casa di Cura Villa Pini; Casa di Cura Dott. Marchetti; Casa di Cura Stella Maris; Casa di Cura Villa Anna; Casa di Cura Villa Verde; Casa di Cura Villa Serena, Villa Igea.  
   
   
CODICE ROSA, ORA OPERATIVO IN TUTTA LA TOSCANA  
 
Firenze, 12 marzo 2014 - Il Codice Rosa è presente in tutta la Toscana. Con la delibera approvata dalla giunta, che estende il progetto regionale alle aziende 1 di Massa e Carrara, 3 di Pistoia, 7 di Siena, 10 di Firenze, e alle aziende ospedaliero universitarie pisana e senese, ora il progetto del Codice Rosa copre l´intero territorio toscano, essendo presente nelle 12 aziende sanitarie e nelle 4 aziende ospedaliero-universitarie della regione. "I dati di attività dimostrano come il progetto regionale del Codice Rosa contribuisca all´emersione del fenomeno dei maltrattamenti e abusi commessi nei confronti delle fasce deboli della popolazione: donne, ma anche bambini, anziani, omosessuali, extracomunitari - dice l´assessore al diritto alla salute Luigi Marroni - Nel 2012, nelle 5 aziende in cui il Codice Rosa era presente, sono stati registrati 1.455 casi di violenza, mentre nel 2013, con 10 aziende, sono stati accertati 2.998 casi. Il lavoro di squadra che mette in rete tante competenze diverse - medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali, magistratura, forze dell´ordine, associazioni, centri antiviolenza - si è dimostrato molto efficace nel far emergere gli episodi di violenza, dare sostegno alle vittime e perseguire i responsabili". Il progetto del Codice Rosa è partito nel 2010 nella Asl di Grosseto. Dal gennaio 2012 è diventato progetto regionale, con la firma di un protocollo tra Regione Toscana e Procura della Repubblica, coinvolgendo 5 aziende. Dal gennaio 2013 altre 5 aziende sono entrate nel progetto. Con l´estensione del progetto alle rimanenti 6 aziende, ora il Codice Rosa è operativo in tutte le aziende della Toscana. Nel 2013, nelle 10 aziende in cui il Codice Rosa era attivo (2-4-5-6-8-9-11-12-Aou Careggi-aou Meyer), sono stati registrati 2.998 casi, di cui 2.646 su adulti (2.536 maltrattamenti, 85 abusi, 25 stalking), e 352 su minori (293 maltrattamenti e 59 abusi). Dal 2012 ad oggi, la Regione ha destinato al progetto del Codice Rosa la cifra complessiva di 595.000 euro: per l´allestimento della "stanza rosa" nei pronto soccorso, la dotazione di tutto il materiale necessario, le spese aggiuntive per il personale (reperibilità/straordinari), l´organizzazione delle iniziative formative rivolte al personale e le attività informative/comunicative rivolte alla cittadinanza. Codice Rosa: cos´è e come funziona E´ un percorso di accoglienza al pronto soccorso dedicato a chi subisce violenza, che si colloca e si armonizza con la storica rete dei centri antiviolenza e delle altre associazioni di volontariato e solidarietà. Parte da una stanza dedicata all´interno del pronto soccorso, nella quale accedono tutti gli specialisti che dovranno visitare la/il paziente. Il suo punto di forza è una task force interistituzionale, una squadra formata da personale socio-sanitario (infermieri, ostetriche, medici, assistenti sociali, psicologi), magistrati, ufficiali di Polizia giudiziaria impegnati in un´attività di tutela delle fasce deboli della popolazione, quelle che possono essere maggiormente esposte a episodi di abuso e violenza: donne soprattutto, ma anche minori, anziani, disabili, omosessuali, immigrati, ecc. L´intervento congiunto di questa task force permette di prestare immediate cure mediche e sostegno psicologico a chi subisce violenza, nel fondamentale rispetto della riservatezza. Questa attività congiunta avviene nella più ampia tutela della privacy e dei "tempi dei silenzi" delle vittime e nel rispetto della loro scelta sul tipo di percorso da seguire dopo le prime cure. Il compito principale del gruppo è l´assistenza socio-sanitaria e giudiziaria alle vittime di violenza, con un´attenzione particolare a far emergere quegli episodi di violenza in cui le vittime hanno difficoltà a raccontare di essere state oggetto di violenza da parte di terzi: una reticenza dovuta spesso alla paura di ritorsioni. Alla base dell´attività della task force c´è un protocollo firmato congiuntamente da Regione Toscana e Procura della Repubblica. Alle cure si affianca l´azione sinergica e tempestiva delle Procure e delle forze dell´ordine, per rilevare tutti gli elementi utili, avviare le indagini, monitorare e tenere sotto controllo le situazioni a rischio nei casi di mancata denuncia. L´adozione di procedure condivise e di specifici protocolli operativi ha consentito di velocizzare i tempi di indagine e dei processi, e di creare un enorme flusso informativo, condiviso tra Asl, Procura e Forze dell´ordine, delle diverse situazioni di disagio e violenza.  
   
   
FARMACEUTICA IN VENETO CALA SPESA E AUMENTANO RICETTE.  
 
Venezia, 12 marzo 2014 - Nel 2013 la spesa farmaceutica in Veneto è scesa di 16 milioni 349 mila 014 euro, pari al 2,9%, passando dai 566 milioni 734 mila 047 euro del 2012 ai 550 milioni 385 mila 032 euro del 2013. Lo rende noto l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto sulla base del monitoraggio della spesa farmaceutica regionale per il periodo gennaio-novembre 2013. Aumentato del 2% il numero delle ricette emesse, che nel 2013 sono state 37 milioni 601 mila 027 contro 36 milioni 852 mila 416 del 2012. “ I due dati combinati – sottolinea Coletto – sono estremamente positivi: il sensibile calo della spesa accompagnato dall’aumento delle ricette è infatti la dimostrazione nei fatti che è fortemente aumentata l’appropriatezza delle prescrizioni, senza che ai pazienti sia stata tolta la benché minima possibilità di cura”. “E’ un risultato di squadra – aggiunge Coletto – per il quale ringrazio tutta la filiera, dai medici di base ai farmacisti”. “Mi auguro che- conclude Coletto – con l’introduzione dei costi standard in tutto il Paese, l’appropriatezza diventi non più un’eccellenza veneta, ma un modus operandi diffuso da nord a sud, perché usando correttamente il denaro pubblico destinato alla sanità come qui da noi, si otterrebbero risparmi di miliardi senza doversi sempre affidare ai tagli orizzontali nazionali attraverso i quali, inevitabilmente, i virtuosi finiscono per mantenere gli spreconi”.  
   
   
GIORNATA MONDIALE DEL RENE - IL 13 MARZO CONVEGNO ALLA CITTA´ DELLA SALUTE LA MALATTIA RENALE CRONICA IN PIEMONTE: DALLA PREVENZIONE AL TRAPIANTO RENALE  
 
Torino, 12 marzo 2014 - Il 13 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Rene, iniziativa promossa dalla Società Italiana di Nefrologia e dalla Fondazione Italiana del Rene. Obesità, diabete e ipertensione, colpiscono i reni in modo silenzioso, ma progressivo, sino all’insufficienza renale cronica terminale, che ha come unica terapia la dialisi o il trapianto di rene. Il numero delle persone affette da queste malattie in Italia è impressionante: 15 milioni gli ipertesi, 5 milioni i diabetici e 10 milioni gli obesi. Ogni anno in Piemonte, circa 700 nuovi casi (160-170 casi ogni milione abitanti per anno), giungono ad una insufficienza renale. Di questi, circa il 20% ha l’indicazione al trapianto renale, mentre i rimanenti devono essere trattati a vita con la dialisi. La malattia renale cronica è una sfida crescente per la salute pubblica per il continuo incremento della sua prevalenza nella popolazione; anche la sua epidemiologia è in evoluzione, con il prevalere attuale, tra le cause di uremia terminale, delle malattie correlate al diabete e all’ipertensione rispetto alle “classiche malattie nefrologiche” come le glomerulonefriti. In questo scenario la prevenzione e la diagnosi precoce sono strumenti fondamentali ed irrinunciabili e presuppongono una conoscenza diffusa delle problematiche renali a vari livelli, nella popolazione e negli operatori sanitari. Non solo, ma è anche necessaria organizzazione e strutturazione in modo da fornire un’offerta di salute puntuale, capillare e basata sull’equità di trattamento per tutti i cittadini, che in questo caso segua il paziente nefrologico dalla prevenzione della malattia renale, al trattamento fino alla sostituzione artificiale o trapiantologica della funzione renale. Il modello di Rete nefrologica piemontese rappresenta, da alcuni decenni, un modello di trattamento integrato della malattia renale che ha sviluppato ottimi risultati dal punto di vista clinico, raggiungendo il traguardo del pieno trattamento e riabilitazione dei cittadini interessati da danno renale, impegnandosi nella creazione di modelli di prevenzione e rallentamento della malattia renale cronica. Nel corso degli ultimi 5 anni in Piemonte i pazienti in trattamento dialitico sono risultati stabili (circa 700 per milione di abitanti), in controtendenza rispetto alla media nazionale che è salita a circa 800. Questo risultato è stato reso possibile dall’elevato numero di trapianti eseguiti in Piemonte e dall’attenzione alla prevenzione della rete nefrologica piemontese e può ulteriormente essere migliorato dall’attuazione della delibera Marea (Malattia Renale Avanzata), approvata il 2 agosto 2013. “Questi importanti risultati sul trapianto potranno ulteriormente essere migliorati grazie al consolidamento della rete di ambulatori di Malattia Renale Avanzata che consente di ridurre i tempi di iscrizione in lista trapianto anche grazie all’avvio, nei prossimi mesi, del programma di trapianto preventivo da donatore deceduto e all’incremento di quello da donatore vivente”. Sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, Ugo Cavallera. In Piemonte, la Giornata Mondiale del Rene viene celebrata alle Molinette, struttura in cui si effettuò il primo trapianto di rene in Piemonte nel 1981. Giovedì 13 marzo, nel Centro congressi “Molinette Incontra” si svolgerà il convegno “La malattia renale cronica in Piemonte: dalla prevenzione al trapianto renale” organizzato dalla Struttura complessa a direzione universitaria di Nefrologia, Dialisi e Trapianto e dall’Azienda ospedaliera Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino. Dalle ore 9 si alterneranno illustri clinici (in allegato il programma con gli interventi) con la partecipazione esclusiva di professori e direttori sanitari. In occasione della Giornata Mondiale del Rene il personale della struttura di Nefrologia, Dialisi e Trapianto sarà a disposizione dalle 10 alle 16 con un punto informativo alle Molinette mentre negli ambulatori centrali, dalle ore 14 alle 17, un medico nefrologo potrà rispondere alle domande dei cittadini per conoscere meglio i problemi renali, controllare la pressione arteriosa, valutare gli esami in possesso del paziente. Numerose iniziative di sensibilizzazione sul tema sono previste in tutto il Piemonte a cura delle Aziende sanitarie regionali.  
   
   
AVIS DI SAN STINO: APERTURE FESTIVE DEI CENTRI TRASFUSIONALI PER INCREMENTARE LE DONAZIONI. ZAIA: UN’INIZIATIVA DA SOSTENERE. DONARE SANGUE GESTO IRRINUNCIABILE  
 
Venezia, 12 marzo 2014 - “E’ un’iniziativa da sostenere per poter attrarre più donatori possibili”. Con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, sostiene l’apertura nei giorni festivi dei centri trasfusionali pubblici. Il 2014 per l’Avis non pare essere iniziato sotto i migliori auspici: dai dati raccolti emerge un calo delle donazioni. La raccolta delle sacche di sangue, infatti, nell’Asl 10 è calata del 5,86% rispetto al 2012. “Donare sangue – prosegue Zaia - è fondamentale. Ogni giorno migliaia di persone necessitano di trasfusioni. Le donazioni non sono mai troppe, non bastano mai. E’ importante donare con continuità ed è altrettanto importante arruolare nuove leve. Tutti possono verificare se possono diventare donatori grazie a controlli veloci e indolori”. “Donare sangue è un gesto d’amore unico e – conclude Zaia – al quale non possiamo assolutamente rinunciare”.  
   
   
AVASTIN/LUCENTIS: VENETO DECIDE AZIONE RISARCITORIA CONTRO AZIENDE FARMACEUTICHE. ZAIA, “UN DANNO DI 15,2 MILIONI DI EURO DAL 2010 AL 2013”  
 
 Venezia, 12 marzo 2014 - La Regione del Veneto è pronta ad intentare un’azione legale civilistica per risarcimento danni, se del caso costituendosi parte civile in sede penale, contro le multinazionali del farmaco protagoniste della vicenda “Avastin-lucentis”, colpite da un’ammenda di 182 milioni di euro da Parte dll’Antitrust con l’accusa di aver fatto “cartello” per imporre la vendita del più costoso (il Lucentis) per la cura della maculopatia oculare. Lo ha annunciato oggi il Presidente Luca Zaia al termine della seduta di giunta regionale, che ha approvato un’informativa in questo senso, specificando che “il danno quantificato dai nostri uffici per il quadriennio 2010-2013 è di 15 milioni 200 mila euro”. “Si tratta di un atto per certi versi preventivo – ha aggiunto Zaia – ma non vogliamo perdere nemmeno un minuto per recuperare quanto risultasse illecitamente sottratto alle casse regionali e cioè ai nostri cittadini e ai nostri malati e siamo quindi già pronti a farlo”. La Regione proporrà anche una nuova istanza cautelare al Consiglio di Stato, volta a sospendere l’efficacia esecutiva della sentenza con cui il Tar, di fronte al quale aveva ricorso una delle case farmaceutiche, aveva annullato la delibera del 2011 con cui la Giunta decideva di acquistare il meno costoso Avastin “Attendiamo comunque con fiducia – ha aggiunto Zaia - l’esito del ricorso che abbiamo presentato al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar, la cui udienza di merito è fissata per il 26 giugno prossimo”. Di seguito, una breve ricostruzione tecnica della vicenda giuridica: Con delibera 2352/2011, la Giunta regionale del Veneto, sulla base di evidenze cliniche, delle indicazioni di molti specialisti veneti e del parere della Commissione Regionale per la Farmaceutica, decise di procedere all’acquisto dell’Avastin. Una delle società coinvolte ricorse al Tar contro tale delibera nel 2012 e il Tribunale Amministrativo del Veneto, con un provvedimento del 24 ottobre 2013 arrivato dopo una lunga battaglia giudiziaria, disponeva un adempimento istruttorio a carico dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) e dell’European Medicine Agency (Ema) per conoscere, in buona sostanza, se i farmaci Lucentis e Avastin fossero equivalenti. Aifa ed Ema non diedero riscontro a tale istanza e quindi, il Tar Veneto, con sentenza del 3 ottobre 2013, annullava la delibera regionale per l’acquisto dell’Avastin e gli atti successivi e conseguenti. Contro questa sentenza la Regione ha proposto appello chiedendone la sospensione al Consiglio di Stato, che ha ritenuto di approfondire la questione riproponendo l’adempimento istruttorio già disposto dal Tar Veneto e chiedendo ad Aifa di specificare se l’Avastin e il Lucentis siano equivalenti o meno. L’udienza di merito si terrà il 26 giugno prossimo.  
   
   
WELFARE, “VIA ALLA CAMPAGNA DI RACCOLTA FONDI LA CAUSA GIUSTA CON CARITAS DIOCESANA-ARCIDIOCESI GENOVA E ACLI”  
 
Genova, 12 marzo 2014 - Al via la campagna di raccolta fondi contro la povertà economica promossa dall´assessorato al welfare della Regione Liguria, dalla Caritas Diocesana-arcidiocesi di Genova e dalle Acli. L´operazione è stata presentata dall´assessore regionale alle politiche sociali, Lorena Rambaudi, insieme a Davide Caviglia, presidente regionale Acli, e a Franco Cattani, responsabile Caritas diocesana Arcidiocesi di Genova. La "Causa giusta", è questo lo slogan individuato per sollecitare cittadini e aziende a fare donazioni alle due associazioni promotrici con il sostegno della Regione. Sarà possibile donare sul conto corrente bancario Iban It 19Fo501801400000000146676 intestato ad Acli liguria presso la Banca Etica di Genova o sul conto corrente dell´Arcidiocesi di Genova Caritas Diocesana Iban It81f0617501400000003364480 presso Banca Carige con la causale "La causa giusta". L´operazione prende il via ufficialmente sull´intero territorio regionale e proseguirà fino alla fine del 2014 nel tentativo di sostenere e alimentare un fondo finanziario almeno del valore di 500.000 euro, grazie alla partecipazione e al contributo della grande e piccola-media impresa della Liguria, del mondo del lavoro e dell´intera popolazione. "Il momento di grande difficoltà e di crisi, i bisogni crescenti e le limitate risorse pubbliche - ha spiegato Rambaudi - ci spingono a progettare un welfare di comunità che collega il lavoro all´interno delle istituzioni, crea un´alleanza con il privato sociale e integra risorse pubbliche e private. In quest´ottica, anche il singolo cittadino che ha un po´ di più può decidere di aiutare chi ha meno, con la sicurezza e la consapevolezza di come verrà finalizzato il suo contributo. Il contrasto alla povertà in questo momento è una priorità del Paese e lavorare in questa direzione è la causa giusta". La campagna di raccolta fondi sarà articolata su vari livelli: dal corporate fund-raising, donazioni da aziende, alle sponsorizzazioni fino agli eventi di strada in cui coinvolgere un´ampia fetta della popolazione. Si tratta del primo esempio a livello nazionale di stretta collaborazione tra pubblico e privato nell´organizzazione di campagne di raccolta fondi, con cui si potranno sostenere progetti contro la povertà, sulla base delle risorse raccolte. Ad esempio, questa campagna consentirà di ristrutturare una ventina di appartamenti di proprietà di Arte, l´azienda regionale territoriale edilizia, che saranno messi a disposizione dalla Regione Liguria, per un valore stimato degli immobili di 4 milioni. Gli immobili saranno assegnati, anche in modo transitorio e a rotazione, sulla base di un intervento di social-housing rivolto a persone in condizioni di povertà economica o con problemi di residenzialità o in particolari condizioni di fragilità, anziani soli, disabili fisici o psichici, donne vittime di episodi di violenza domestica. Accanto all´operazione di co-housing è prevista anche l´assegnazione di specifiche borse lavoro da parte della Caritas Diocesana e delle Acli per inserire soggetti fragili in un percorso di inserimento lavorativo.  
   
   
SEGRATE E ASL MILANO 2 - INSIEME CONTRO LE LUDOPATIE  
 
Segrate, 11 marzo 2014 - Segrate si mette “in gioco” per contrastare le ludopatie e firma con l´Asl Mi2 un protocollo d´intesa per la progettazione congiunta di iniziative e attività programmate finalizzate a promuovere interventi educativi e d’informazione, culturali e formativi per prevenire la dipendenza dal gioco d’azzardo. Uno dei primi comuni a fare rete sul territorio coinvolgendo i soggetti del terzo settore, il Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl, le associazioni di rappresentanza delle imprese e degli operatori di settore e le associazioni di tutela dei diritti di consumatori e utenti.“Solo congiuntamente e unendo forze, esperienze, competenze e risorse – spiega il Vicesindaco Mario Grioni, assessore ai Servizi Sociali - è possibile avviare programmi realmente efficaci, intervenendo non solo sui singoli, ma sulle famiglie e allargandosi all´intero tessuto sociale”.La prima azione è stata quella di lanciare un bando rivolto alle associazioni no-profit per la presentazione di progetti di prevenzione. Nei prossimi giorni saranno resi noti i risultati. È stato poi organizzato un primo corso di formazione rivolto agli operatori sociali tenuto da esperti del Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl Milano 2 sul tema delle dipendenze.Mercoledì 12 marzo dalle ore 15.30 - 17.30 al Centro Civico Milano 2, Actel - Accademia Terza Età e Tempo Libero insieme al Lions Club Segrate Milano Porta Orientale proporranno in collaborazione con il Comune il seminario di approfondimento aperto alla cittadinanza “Le dipendenze comportamentali. Il gioco d’azzardo: dalla roulette al gratta e vinci”. Relatori saranno l’avvocato Agata Aida Mundi e la dottoressa Manuela Ponti, dott.Ssa Annalisa Pistuddi, (Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl Milano 2). Numerosi sono ancora gli obiettivi previsti dal protocollo d´intesa: al momento la Polizia Locale sta procedendo alla mappatura dei pubblici esercizi dotati di apparecchi destinati al gioco d’azzardo. Censito finora oltre l´85 % del territorio, percentuale che colloca Segrate ai primi posti in Lombardia nell´ambito dei comuni impegnati in questa operazione.Il protocollo prevede inoltre l´attivazione di percorsi informativi e di sensibilizzazione per esercenti dei locali pubblici sui rischi nascosti e sui costi sociali imputabili al gioco d’azzardo. Questo per cercare di ridurre i costi sanitari, sociali e individuali derivanti dallo sviluppo di una dipendenza.Si intende poi monitorare le strutture operanti sul territorio nella lotta al gioco d’azzardo patologico e incrementare l’accessibilità dei servizi per i soggetti più deboli e le proprie famiglie.Sono previsti interventi di supporto precoce alla famiglia con problemi di vulnerabilità e interventi educativi specifici rivolti prioritariamente ai bambini e agli adolescenti attraverso il coinvolgimento delle scuole e del terzo settore. L’amministrazione proporrà ai dirigenti scolastici un percorso formativo triennale per gli insegnanti: “life skill programme” validato da Regione Lombardia e tenuto da formatori Asl, studiato da Regione Lombardia e promosso dall’ufficio scolastico regionale. Questa azione, che verrà inserita nel Piano per il Diritto allo Studio nell´ambito del progetto “scuola che promuove la salute”, consentirà di fornire agli studenti le competenze necessarie per adottare comportamenti corretti.Pronta a partire anche, in collaborazione con associazioni, centri per i seniores e parrocchie, una campagna di sensibilizzazione rivolta agli anziani, sulla base delle risultanze di un questionario attualmente in fase di somministrazione.Numerose le altre iniziative in programma che verranno presentate alla città nel mese di maggio.L´impegno di Segrate in partnership con l´Asl Milano 2 – Dipartimento delle Dipendenze si sviluppa conformemente ai principi della legge regionale 2013 e alle disposizioni individuate per prevenire e contrastare le forme di dipendenza dal gioco d´azzardo patologico (Gap), nonché alle misure previste volte a contenere l´impatto negativo delle attività connesse alla pratica del gioco d´azzardo lecito sulla sicurezza urbana, la viabilità, l´inquinamento acustico e il governo del territorio.Persegue inoltre le finalità illustrate da Palazzo Lombardia nel “Programma 2014 per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco patologico” ed è in linea con le azioni da attuare nel corso dell’anno individuate nel piano.  
   
   
TARVISIO: A GIUGNO FINALI DEL CAMPIONATO ITALIANO GIOVANILE DI SCACCHI  
 
Udine, 12 marzo 2014 - Oltre mille ragazzi dagli 8 ai 16 anni parteciperanno alle finali del Campionato italiano di Scacchi under sedici in programma dal 28 giugno al 5 luglio a Tarvisio. La ventisettesima edizione dei campionati giovanili è stata illustrata a Udine alla presenza di Vincenzo Martines, presidente della V Commissione consiliare, in rappresentanza della Regione, partner istituzionale assieme a Federazione Scacchistica Italiana, di Ministero alle Attività giovanili, Coni, Provincia di Udine, Comune di Tarvisio. "È la prima volta che ospitiamo in Friuli Venezia Giulia un Campionato che attira moltissimi giovani scacchisti da tutta Italia e siamo lieti di farlo a Tarvisio, quindi anche con ricadute di promozione territoriale e turistica importanti", ha commentato Martines. "Abbiamo scelto il vostro bellissimo panorama montano come sfondo per i campionati che stimiamo attireranno un alto numero di presenze, visto che i ragazzi che partecipano alle fasi provinciali e regionali su tutto il territorio italiano sono oltre 15.000 e che gli atleti saranno accompagnati dai propri genitori ed insegnanti", ha spiegato Roberto Mogranzini. Mogranzini, "grande maestro internazionale" di scacchi, ha illustrato le tappe del Campionato, assieme al sindaco di Tarvisio Renato Carlantoni e ai presidenti del Circolo Scacchi udinese, Francesco Gabassi, e del Consorzio dei Servizi turistici del Tarvisiano, Gabriele Massarutto, partner tecnici assieme a Trenitalia, Fsi Arena (il portale ufficiale della Federazione su cui sarà possibile vedere 50 scacchiere on line con le migliori partite) e Le 2 Torri. Testimonial della manifestazione sarà Paolo Maurensig, noto giornalista e scrittore di best sellers a tema scacchistico. "Gli scacchi - ha commentato l´autore de "La variante di Luneburg" e de "L´arcangelo degli scacchi" - sono l´unico antidoto alla playstation che, a parte i riflessi, sviluppa ben poche altre capacità: una partita a scacchi, invece, è un momento altamente formativo, che insegna strategia e tattica". Altri ospiti della manifestazione, organizzata da Accademia Internazionale di Scacchi "unica realtà formativa in Italia ad aver ottenuto il riconoscimento di Accademia Ufficiale da parte della Federazione Internazionale (Fide)", ha spiegato Mogranzini, saranno l´attuale campione italiano assoluto, il ventitreenne Danyyil Dvirnyy e Pier Luigi Basso, vincitore dell´edizione precedente dei Campionati giovanili.  
   
   
TROFEO TOPOLINO SCI ALPINO DEFINITI GLI AZZURRINI  
 
Folgaria (Tn), 12 marzo 2014 - Ieri la trentina Folgaria ha nuovamente accolto le Selezioni Italiane – Memorial Giovanni Tononi come anteprima tutta dipinta d’azzurro al 53° Trofeo Topolino Sci Alpino, in pista venerdì e sabato prossimi. Il pendio nella località di Fondo Grande era come consuetudine diviso tra slalom gigante lungo la pista Agonistica e speciale sulla Martinella Nord. Protagonisti sono stati gli Allievi (Under 16) nella prima disciplina e i Ragazzi (Under 14) tra i pali snodati. Nelle due giornate di ieri e oggi si sono definite le squadre A e B che gareggeranno nella fase internazionale del Trofeo Topolino. I selezionati della squadra A sono: Carlotta Saracco, Lara Della Mea, Serena Viviani, Michael Tedde, Francesco Gentilli e Pietro Canzio (Allievi), Ilaria Ghisalberti, Angelica Bonino, Francesco Colombi e Riccardo Allegrini (Ragazzi). La Nazionale B invece sarà composta da Giulia Di Francesco, Lucrezia Lorenzi, Sofia Pizzato, Benedetto Avallone, Damian Hofer e Samuel Moling (Allievi), Elena Sandulli, Andrea Craievich, Nicola Moretti e Raphael Kroell (Ragazzi). Per quanto riguarda l’andamento delle gare odierne la friulana Lara Della Mea, “veterana” del Trofeo Topolino nonostante sia in questa stagione al primo anno Allievi, ha chiuso la prima manche con una prova da manuale delle porte larghe e l’unico tempo sotto i 59 secondi. In 7 centesimi erano raccolte poi la padovana Sofia Pizzato, la piemontese prima nello speciale di ieri Carlotta Saracco e l’aquilana Giulia Di Francesco: l’assalto al podio era nell’aria. La Di Francesco, in forze come la Della Mea al club friulano Monti Lussari, non falliva la sua mission, si piazzava in testa alla provvisoria e il suo sguardo era fisso alle ultime tre delle migliori trenta dopo la prima manche. Carlotta Saracco ha esitato leggermente all’ingresso del primo muro, ma poi è stata un fulmine e il suo tempo è stato il più basso al traguardo, in attesa di Pizzato e Della Mea. La veneta non è riuscita a tenere il passo delle sfidanti ed è scivolata in terza posizione, per poi uscire dal podio una volta che la terribile friulana Della Mea ha tagliato il traguardo ancora con un tempo record nelle due manches di 1’57”16. Dopo la prima manche della gara maschile, il piemontese Benedetto Avallone pareva indiavolato e staccava il valdostano Michael Tedde e l’udinese Francesco Gentilli di 32 e 41 centesimi rispettivamente. Tuttavia, il Trofeo Topolino insegna che la seconda manche può sempre cambiare le carte in tavola e i primi a provarci seriamente sono stati l’altoatesino Samuel Moling e il friulano Pietro Canzio, presentandosi come decisi sfidanti al podio, nonostante il 15° e 7° piazzamento in prima manche. Francesco Gentilli non si risparmiava e la sua seconda frazione era ottima nel tempo (primo parziale) e nello stile porta dopo porta. Tedde però non si faceva intimorire e dopo aver vinto lo slalom del giorno prima era più che mai intenzionato oggi a concedere il bis. Il tempo complessivo del valdostano era di 1’54”48, 11 centesimi davanti a Gentilli e occhi puntati alla montagna da dove si attendeva il leader Avallone. Il giovane atleta di Sestriere però – come lui stesso ha commentato alla fine – rimaneva un po’ duro sulle gambe in un paio di occasioni, centesimi preziosi che sfumavano e che gli valevano il gradino più basso del podio, dietro a Tedde e Gentilli, ma davanti a Canzio e Moling. Per la categoria Ragazzi (Under 14) ci si è giocato tutto nello slalom speciale sulla Martinella Nord e la corona del vincitore se la sono messa indosso Angelica Bonino (Equipe Limone) e Riccardo Allegrini (Sportiva Lazio) al termine di due manche a dir poco emozionanti. La valdostana Sofia Brustia, scesa col pettorale numero uno, ha fatto registrare il miglior tempo di manche tra le ragazze e dietro di lei sono finite la Bonino, distanziata di 55 centesimi e la vincitrice del gigante di ieri Ilaria Ghisalberti, con Elena Sandulli e la meranese Celina Haller quarta e quinta provvisorie. Lotta per il podio apertissima e seconda manche ricca di colpi di scena. La Ghisalberti è scivolata al quinto posto scavalcata da Haller e Sandulli. Poi è scesa Angelica Bonino che ha fatto registrare il tempo totale di 1’37’’46, un solo centesimo in meno della romana di nascita, ma altoatesina d’adozione Sandulli. A quel punto l’attesa per Brustia era alta, ma la valdostana scivolava fuori dal tracciato e così la cuneese di Centallo poteva festeggiare la vittoria davanti alle due atlete altoatesine. In campo maschile oggi è stata la giornata della rivincita per Riccardo Allegrini, il laziale di Subiaco voleva riscattare il secondo posto in gigante di ieri e ha vinto alla grande. Anche qui è stata gara ad eliminazione, nella seconda frazione infatti si sono rimescolate le carte visto che sono usciti il leader parziale Benjamin Alliod e il terzo di manche e ieri sugli scudi Francesco Colombi. Allegrini invece si è dimostrato il più continuo e ha fermato il cronometro sull’ottimo tempo di 1’36”49 con un sostanziale vantaggio di un secondo e 10 centesimi sul bresciano Nicola Moretti. A completare il podio è stato l’altoatesino di Scena Raphael Kroell. Ora per gli azzurrini ci sarà qualche giorno di riposo e poi si entrerà nel vivo del Trofeo Topolino Sci Alpino 2014 venerdì con la prima giornata di gare. Intanto giovedì alle ore 18.30 ci sarà la cerimonia di apertura: il fuoco del tripode acceso da Cristian Deville e lo spettacolo pirotecnico daranno lo start ufficiale sempre a Folgaria. Ragazzi – maschile - 1 Allegrini Riccardo Sportivalazio 1:36.49; 2 Moretti Nicola Ski Team Valpal 1:37.59; 3 Kroell Raphael M Ski Alpino 1:39.05; 4 Tosoni Alessandro Monte Lussari 1:39.22; 5 Della Vite Lorenzo Radici Group 1:40.51; 6 Currado Michele Equipe Limone 1:40.57; 7 Pezzutti Francesco Alpe 2000 1:40.59; 8 Collini Filippo Fana 1:41.11; 9 Nicoli Lorenzo Bachmann Asd 1:41.14; 10 Rizzi Lukas Renng. Wipptal 1:41.20 Ragazzi – femminile - 1 Bonino Angelica Equipe Limone 1:37.46; 2 Sandulli Elena Fana 1:37.47; 3 Haller Celina M Ski Alpino 1:38.04; 4 Pallanch Camilla Altipiani Ski Team 1:38.20; 5 Ghisalberti Ilaria Radici Group 1:38.39; 6 Piccin Valentina Gs Sella Nevea 1:39.59; 7 Frenademez Emmi Ladinia Altabadia 1:40.47; 8 Rasom Anastasja Ski Team Fassa 1:40.74; 9 Brunet Nadine Aosta 1:40.77; 10 Moriconi Beatrice Monti Ernici 1:41.17 Allievi – maschile - 1 Tedde Michael Chamole´ Ski Club 1:54.48; 2 Gentilli Francesco Gs Sella Nevea 1:54.59; 3 Avallone Benedetto Sestriere 1:54.68; 4 Canzio Pietro Ski College Veneto 1:54.81; 5 Moling Samuel Ladinia Altabadia 1:55.51; 6 Sartori Andrea Brentonico Ski 1:55.52; 7 Vinatzer Alex Gardena Saslong 1:55.61; 8 Cordone Stefano Ski College Lim 1:55.79; 9 Franzoso Matteo Sestriere 1:56.20; 10 De Zan Diego Bachmann Asd 1:56.55 Allievi - femminile 1 Della Mea Lara Monte Lussari 1:57.16; 2 Saracco Carlotta Equipe Limone 1:58.13; 3 Di Francesco Giulia Monte Lussari 1:58.31; 4 Pizzato Sofia 18 1:58.55; 5 Viviani Serena Pragelato 1:58.70; 6 Fanti Francesca Ski Team Fassa 1:59.08; 7 Gardano Carola Sestriere 1:59.11; 8 Platino Elisa M Ski Alpino 1:59.46; 9 Paventa Giulia Mondole´ Ski Team 1:59.68; 10 Lorenzi Lucrezia Sestriere 2:00.06 Info: www.Trofeotopolino.net    
   
   
FIRMATO ACCORDO PER PORTARE IL TOUR DE FRANCE IN VENETO, IL PRESIDENTE ZAIA: UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER NOSTRI TERRITORI  
 
Venezia, 12 marzo 2014 - Questa mattina a Palazzo Balbi è stato firmato tra Regione e Venetour un accordo per sostenere la candidatura ad ospitare la Grand Depart del Tour de France, il terzo evento sportivo più importante al mondo. “Il Tour de France – spiega Zaia – è una delle corse che fa parte dell’Olimpo del ciclismo e la possibilità di averlo in Veneto è una grande opportunità per tutto il territorio. Questa manifestazione sportiva può essere una vetrina importante oltre che un sicuro volano per il turismo di una regione, come il Veneto, che ogni anno conta oltre 60 milioni di presenze. Sono certo che anche in questo caso dimostreremo la nostra grande capacità organizzativa e gestione nei grandi eventi scrivendo una splendida pagina di sport e di storia del ciclismo”. L’operazione avrà due grandi riferimenti simbolici: l’anniversario della Grande Guerra e il ricordo di Ottavio Bottecchia, ciclista veneto prima maglia gialla italiana al Tour de France nel 1924. Queste le motivazioni che daranno lo spunto per promuovere la candidatura del Veneto alla partenza del terzo evento sportivo più importante al mondo, dopo Mondiali di calcio e Olimpiade. “Il Veneto – ricorda Zaia – ha un rapporto speciale con il ciclismo e nei nostri territori è praticato da molti appassionati: sono circa 500 le società e oltre 18 mila i praticanti. Si tratta di cifre che sottolineano quanto questo sport sia radicato e come i veneti siano pronti ad offrire una cornice di pubblico unica alle tappe”. La Grand Depart del Tour de France significa 120 milioni di indotto in cinque giorni, quattro giorni in mondovisione in 200 paesi, duemila giornalisti al seguito, tre miliardi di contatti televisivi, occupazione alberghiera del 99% nel raggio di 100 km, incremento del turismo del 10%. Il Tour de France in Veneto secondo Eleonora Bottecchia “significherebbe creare opportunità di lavoro e rilancio del turismo. I contatti con la corsa francese sono ben avviati. Ora, grazie anche all’accordo con la Regione Veneto, siamo pronti a lavorare per portare a casa l´obiettivo”. Il progetto veneto è nato alcuni anni fa. Ora, grazie alla partnership tra Regione Veneto e Venetour, il rilancio della candidatura. La strada è tracciata: una Grande Partenza del Tour de France dal Veneto, per la prima volta in Italia, con possibile apertura verso altre regioni, in un’ottica di marketing territoriale che rappresententi anche l’espressione dello spirito di squadra fra enti, allo scopo di promuovere l´immagine dell´Italia a livello mondiale, creando valore non solo per lo sport, ma per tutto il Paese.  
   
   
SPORT E SOCIALE, ANCHE IL CARCERE DI SOLLICCIANO APRE AL RUGBY  
 
Firenze, 12 marzo 2014 - ´Rugby in carcere: la meta è oltre´, questo il nome del progetto creato dal Csi, Centro Sportivo Italiano e dall´Opera Madonnina del Grappa con la collaborazione della Società Firenze Rugby 1931 e la Fir, Federazione Italiana Rugby, per avviare i detenuti del carcere di Sollicciano di Firenze alla pratica del rugby. Al progetto hanno dato il proprio patrocinio sia la Regione che il Comune di Firenze. L´iniziativa, che ricalca esperienze analoghe già avviate in altre strutture penitenziarie in Italia (in Toscana ci sono ad esempio Porto Azzurro e la Casa Circondariale La Dogaia di Prato), è stata presentata stamattina nel corso di una conferenza stampa organizzata a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza regionale. Oltre alla vicepresidente Stefania Saccardi sono intervenuti, tra gli altri, il presidente del Comitato Csi di Firenze Roberto Posarelli, il Consigliere nazionale Fir responsabile dei progetti su rugby e carcere Stefano Cantoni, il cappellano del carcere di Sollicciano Don Vincenzo Russo, il consigliere di Firenze Rugby 1931 Francesco Gramegna, il delegato provinciale per il Consiglio Nazionale Coni nonché presidente del Consiglio Comunale di Firenze Eugenio Giani ed il presidente di Laboratorio Sportivo Claudia Cavaliere. "Ho seguito passo passo questa bellissima esperienza – ha spiegato Stefania Saccardi – fin dal suo concepimento, quando ancora ero al Comune di Firenze. Adesso siamo quasi in dirittura d´arrivo e sono davvero orgogliosa di aver contribuito ad introdurre anche a Sollicciano la pratica di una disciplina come il rugby, una sorta di scuola di vita. L´importanza di questo sport infatti va ben oltre gli aspetti tipici legati alla pratica sportiva, come benessere e forma fisica. Oltre a consolida altri principi dello sport, come integrazione e condivisione, insegna soprattutto a privilegiare il valore del gruppo rispetto al singolo, sviluppa il senso del sacrificio in favore del risultato di squadra. Regole basilari nella vita – ha concluso la vicepresidente - ma che all´interno di una struttura come quella penitenziaria possono diventare preziosissime proprio in vista di un reinserimento sociale successivo". Firenze Rugby 1931 seguirà la parte tecnica mentre quella progettuale sarà affidata a Laboratorio Sportivo. L´attuazione di ´Rugby in carcere: la meta è oltre´ all´interno del carcere di Sollicciano avverrà secondo alcune tappe. La prima prevede l´organizzazione di una partita di rugby, tra due squadre di alto livello, all´interno della struttura penitenziaria, con l´obiettivo di presentare il progetto e suscitare curiosità ed interesse tra i detenuti. Successivamente, raccolte le adesioni, prenderanno il via gli allenamenti: la frequenza sarà stabilita in base alle regole organizzative di Sollicciano. Una volta che i detenuti avranno appreso le basi saranno organizzate partite esterne, con realtà toscane e fiorentine. Contemporaneamente i detenuti saranno coinvolti in attività collaterali, come proiezioni di film e visioni di partite importanti. Una costante attività di monitoraggio permetterà agli organizzatori di valutare l´efficacia del progetto ed i correttivi da apportare. Rilevante sarà anche la capacità di sviluppare relazioni e partnership con società fiorentine e toscane di rugby.