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MERCOLEDI

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Notiziario Marketpress di Mercoledì 14 Maggio 2014
SANITA’: PRESIDENTE REGIONE VENETO, “523 MILA EURO PER BORSE STUDIO E FORMAZIONE STEWARD NEI PRONTO SOCCORSO. SEGUIRA’ UNA NUOVA DELIBERA PER LIMITARE I TEMPI DI ATTESA”.  
 
Venezia, 14 maggio 2014 - La giunta regionale, nella sua seduta di ieri su proposta dell’assessore alla sanità, ha stanziato una somma complessiva di circa 523.000 euro per proseguire nella realizzazione della riforma nel senso dell’umanizzazione nei Pronto Soccorso del Veneto. Il provvedimento è stato illustrato dal presidente della Regione nel corso del punto stampa tenutosi dopo la riunione dell’esecutivo e prevede un finanziamento di 450 mila euro per finanziare 30 borse di studio annuali di 15.000 euro l’una da destinare ad altrettanti laureati in materie sanitarie (infermieristica o medicina) da mettere all’opera nelle sale d’attesa per tenere i contatti informativi con i pazienti in attesa e i famigliari di quelli all’interno degli ambulatori. 73.350 euro serviranno invece per attivare una veloce formazione specifica sui comportamenti da tenere. “Come detto fin dal primo giorno – ha tenuto a sottolineare il Governatore – tutto deve andare a regìme entro settembre e così sarà. Con questa delibera investiamo anche sui giovani che si apprestano a varcare la soglia delle professioni sanitarie. Credo sia un’esperienza assolutamente formativa che essi possano partire dalla gavetta, da una sala d’attesa del Pronto Soccorso, dal rapporto diretto con i pazienti”. Il Progetto di Formazione, affidato all’Ulss 9 di Treviso, presenta tre linee di sviluppo: Corso per il personale dipendente afferente ai Pronto Soccorso, operatori socio sanitari dedicati o a supporto, infermieri di triage o di sala; Corso per laureati in scienze infermieristiche con borsa di studio dedicata allo svolgimento di un tirocino annuale; Corso di formazione per l’operatore volontario. “Ma non ci fermiamo qui – ha incalzato il presidente – perché vogliamo arrivare ad un Pronto soccorso dove non debba accadere che un paziente aspetti ore e ore per avere una prestazione. Stiamo infatti lavorando ad una nuova delibera, che approveremo quanto prima, con la quale andremo a rivedere i protocolli operativi e porremo un limite orario plausibile da non superare per ogni paziente che, fatta la media, dovrà attorno alle 4 ore. C’è anche una questione legata al numero del personale – ha aggiunto – e dove necessario assumeremo senza problemi. Siamo però convinti che suppergiù l’80% della questione sia legata ad aspetti organizzativi e di protocollo operativo e lì andremo ad intervenire”. Il Presidente ha concluso ricordando che la stragrande maggioranza delle lamentele arrivano da persone che hanno un codice bianco o verde (i due meno gravi che assommano a circa il 70% di tutti i 2 milioni annui di accessi ai Pronto Soccorso), “ed in questo senso stiamo lavorando anche per dare vita ad una grande alleanza con i medici di medicina generale. L’accordo ancora non c’è, ma il lavoro prosegue con costrutto”.  
   
   
SALUTE, PRESIDENTE LOMBARDIA: IN GIUNTA RIFORMA APPALTI SANITÀ  
 
Milano, 14 maggio 2014 - Il presidente della Regione Lombardia ha incontrato i direttori generali delle Asl e delle Aziende ospedaliere lombarde. All´incontro, che si è svolto a Palazzo Lombardia, erano presenti il vice presidente e assessore alla Salute e il direttore generale Walter Bergamaschi. Nel corso della riunione il presidente ha annunciato che venerdì porterà in Giunta la riforma del sistema degli appalti nella sanità, nell´ottica di una maggiore trasparenza e che è sua intenzione fare una verifica puntuale dei fatti che emergono dalle inchieste di questi giorni, per accertare se ci sia stata violazione del codice etico.  
   
   
LA MENTE? ECCO UN CORSO PER ALLENARLA AVVIATO AL CENTRO SOCIALE “IL TULIPANO” UN PERCORSO FORMATIVO GRATUITO DI POTENZIAMENTO DELLE ABILITÀ COGNITIVE PER ULTRA SESSANTENNI. INIZIATIVA DI PROVINCIA E ANCESCAO  
 
Parma, 14 maggio 2014 – Dimenticare le chiavi o dove si mettono gli oggetti, i nomi delle cose e delle persone. Sono alcuni inconvenienti della vecchiaia legati alla capacità di una memoria che non è più quella di una volta. “Quante volte diciamo a 16anni non ero così, eppure se diventando anziani arrivano anche gli acciacchi perché il nostro cervello dovrebbe essere diverso dalla schiena o dalle ginocchia?” Lo chiedono le due psicologhe Sabrina Spaggiari e Beatrice Pagliara alla platea di anziani che al centro il Tulipano di via Marchesi parteciperanno a un corso molto particolare perché pensato proprio dalle due professioniste per allenare la mente. “Essere attivi mentalmente, fisicamente e con una buona rete di relazioni sociali aiuta a entrare in una anzianità buona” sottolineano le psicologhe che promettono agli allievi veri e propri esercizi da fare insieme, come una vera e propria classe. L’obiettivo è quello rafforzare e consolidare le abilità cognitive tramite attività ed esercitazioni pratiche, piacevoli e gratificanti. Al debutto di “Arte della memoria”, è intervenuta anche l’assessora alle Politiche sociali Marcella Saccani insieme al presidente del Centro sociale “Il Tulipano” Ermes Robuschi e i presidenti dei circoli Benedetto D’accardi e Luciano Greci in rappresentanza di l’Ancescao (Associazione nazionale centri sociali, comitati anziani e orti) di Parma che con la Provincia ha promosso l’iniziativa. “ Noi sappiamo che se la nostra mente viene addestrata, anche la memoria funziona meglio – ha detto Saccani raccontando gli sforzi che quotidianamente si compiono per ricordare le tante cose da fare – E’ un tema questo che interessa tutti , una esperienza nuova che parte da qui e che vorremmo estendere anche ad altri centri”. Gli incontri, tutti gratuiti, saranno complessivamente dieci, due appuntamenti settimanali fino all’11 giugno, il lunedì e il mercoledì, dalle 10 alle 11,30. Una ventina gli alunni over sessanta che alla fine del corso avranno strumenti per conoscere meglio il funzionamento della propria memoria. Oltre agli esercizi, di gruppo e individuali, alternati con momenti di rilassamento, impareranno strategie da utilizzare per migliorare il rendimento mentale. I partecipanti potranno così riscoprire non solo la fiducia nelle proprie abilità, ma anche l’importanza dello sforzo di concentrazione e della motivazione in situazioni mentalmente impegnative.  
   
   
PARTORIRE IN CASA: CHI SCEGLIE DI PARTORIRE UN BIMBO TRA LE PARETI DOMESTICHE RICEVERÀ DALLA REGIONE LAZIO UN RIMBORSO DI 800 EURO PER LE SPESE SOSTENUTE  
 
 Roma, 14 maggio 2014 - Partorire in casa è diventata un’occasione concreta. La Regione Lazio ha anche fissato una tariffa per coprire le spese che deve affrontare chi sceglie di dare alla luce un bimbo tra le pareti domestiche. Il rimborso spese sarà di 800 euro. È stata definita dopo anni di attesa, perché la legge regionale permetteva il parto in casa, ma non precisava la tariffa per il rimborso spese e quindi non rendeva di fatto possibile questa scelta. Il rimborso copre le spese che le donne devono affrontare per avvalersi dell’esperienza di ostetriche libere professioniste che operano privatamente. La possibilità di partorire tra le mura delle propria casa è percorribile però solo nel caso sia accertato dal ginecologo che si tratta di un parto naturale senza complicanze. Con lo stesso decreto è previsto il potenziamento della rete dei consultori regionali. “Questo – ha spiegato il presidente, Nicola Zingaretti – è un ulteriore passo per il rilancio dei consultori. Una vera e propria primavera che vuol dire attenzione massima alle famiglie ed ai loro problemi. Con questo provvedimento – ha aggiunto – si definisce una griglia di indicatori e funzioni base che deve essere uguale in tutte le Asl, a differenza di quanto accade oggi, per garantire a tutte le persone uguale accesso alle cure e all’assistenza”.  
   
   
BOLZANO, DALLA GIUNTA: DISDETTA DELL´ACCORDO CON I MEDICI DI BASE  
 
Bolzano, 14 maggio 2014 - In attuazione della sentenza della Corte di cassazione, la Giunta provinciale ha deliberato il 12 maggio la disdetta dell´accordo provinciale vigente che disciplina il contratto dei medici di base. "È un atto dovuto, entro l´anno puntiamo a stipulare un nuovo accordo con i sindacati", ha spiegato l´assessore provinciale Martha Stocker dopo la seduta. La Giunta provinciale può stipluare con i sindacati provinciali dei medici di medicina generale specifiche convenzioni che regolano l´erogazione di prestazioni assistenziali in Alto Adige: in tal senso la Giunta aveva sottoscritto l´accordo provinciale per disciplinare i rapporti con i medici di base, ma la Corte di cassazione ha accolto il ricorso presentato dal sindacato Fimmg stabilendo che anche in Alto Adige devono trovare applicazione gli accordi collettivi nazionali e che la Provincia può regolare autonomamente solo aspetti collaterali a quelli già definiti con accordi nazionali. In attuazione di questo pronunciamento della Cassazione, la Giunta ha disdetto l´accordo provinciale vigente con i medici di medicina generale, "ma entro l´anno cercheremo di negoziare un nuovo accordo con i sindacati della categoria - ha spiegato l´assessore Martha Stocker dopo la seduta - che dovrà comunque recepire anche la riduzione del numero dei pazienti per ciascun medico." L´attuale accordo ne ammetteva 2000, che dovranno scendere al parametro nazionale di 1.500. Con il futuro accordo la Provincia punta a regolare anche le prestazioni aggiuntive, sulla base delle linee guida del sistema sanitario altoatesino e nell´interesse del paziente, ha ricordato Stocker.  
   
   
ASMA, STILI DI VITA SANI RIDUCONO DEL 70% L’USO DI FARMACI UNIVERSITÀ E SPEDALI CIVILI DI BRESCIA CAPOFILA NELLA PREVENZIONE  
 
Brescia, 14 maggio 2014 – La strada per la gestione delle malattie croniche passa oggi da Brescia. Soprattutto nel caso di disturbi respiratori: con il programma pediatrico “Io e l’Asma” l’utilizzo di farmaci si riduce di oltre due terzi e il “controllo” della patologia triplica. “È un modello clinico e sugli stili di vita unico, nato nel 2009 e sviluppato a Brescia, grazie alla collaborazione tra Università e Spedali Civili – spiega il prof. Sergio Pecorelli, Rettore della Statale, durante il Convegno “Malattie croniche e promozione della salute: dal modello al sistema”, organizzato oggi presso il Dipartimento di Medicina dell’Università degli Studi di Brescia –. Siamo alla fine di un altro ciclo, iniziato nel 2009, ma ci poniamo subito un ulteriore ambizioso obiettivo: adattare il programma ad altre patologie croniche, anche negli adulti”. “La prevalenza dell’asma è in aumento – aggiunge il dott. Sebastiano Guarnaccia, Responsabile del Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica/centro ‘Io e l’Asma’, degli Spedali Civili di Brescia –. Non solo a causa dei già noti fattori di rischio: acari, pollini, infezioni e inquinamento, ma anche per l’incremento di fumo attivo, alimentazione scorretta, sovrappeso, sedentarietà. Spesso, inoltre, si innescano relazioni amicali difficoltose, ansia e depressione con importanti ripercussioni sul controllo della malattia. Questo costringe ad aumentare i farmaci, con un rischio maggiore di effetti collaterali sulla crescita del bambino. Stili di vita sani e corretti migliorano il “controllo” della patologia cronica in questione, prevenendone i sintomi”. “Io e l’Asma” (www.Ioeasma.it) utilizza nella pratica il Percorso Diagnostico Terapeutico Educazionale (Pdte), costruito e condiviso col medico di famiglia sulle linee guida internazionali e integra l’educazione terapeutica che rende proattivi e autonomi il bambino/ragazzo e la famiglia. “I risultati su 730 pazienti confermano che, dalla prima alla terza visita e dopo 6 mesi di monitoraggio, i risvegli notturni diminuiscono di quattro volte e le limitazioni nelle attività quotidiane del 60% – sottolinea il dott. Sebastiano Guarnaccia –. Inoltre, si azzerano le visite dal medico, gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri, con risultati economici tangibili. I pazienti, dopo il colloquio motivazionale, intraprendono uno o più percorsi per affrontare le problematiche emerse in seguito alla somministrazione del questionario filtro: alimentazione, attività fisica, fumo e relazioni amicali. Migliorare lo stato di salute complessivo, legato soprattutto al vivere quotidiano, aumenta in maniera significativa le probabilità di controllo della malattia”. Il progetto “Io e l’Asma” è frutto di un’importante collaborazione tra Brescia e centri americani leader internazionali nella ricerca in questo campo, grazie al supporto e stimolo dell’Associazione Laboratorio Clinico Pedagogico e Ricerca Biomedica Onlus (Alcperb). “Lavorare in rete con altri Paesi accelera la trasmissione di conoscenze, permette di costruire e adattare database sulle malattie croniche, consente di utilizzare i dati per pianificare e implementare strategie d’intervento, valutandone anche l’impatto delle terapie farmacologiche e non”, sottolineano il prof. Edmund Ricci, University of Pittsburgh School of Public Health e il dott. Matthew Masiello, Windber Research Institute. “I link internazionali diventano le guide dell’innovazione e si basano su tre concetti fondamentali: creatività nello sviluppo di programmi, maggiore velocità di trasmissione, comprensione ed interpretazione dei risultati. ‘Io e l’Asma’ è la sintesi perfetta di questi punti”, conclude il prof. Pecorelli.  
   
   
LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO: DONNE COLPITE 10 VOLTE PIú DEGLI UOMINI  
 
Roma, 14 maggio 2014 – Malattia autoimmune cronica, causata da un alterato funzionamento del sistema immunitario, il Lupus Eritematoso Sistemico (Les) presenta manifestazioni cliniche differenti, caratterizzate da necessità diagnostiche e terapeutiche diverse. Colpisce prevalentemente il sesso femminile (rapporto di 10 a 1 rispetto agli uomini) in giovane età: nell’80% dei casi, infatti, si manifesta tra i 15 e i 45 anni, nel periodo fertile e più produttivo della vita della donna con pesanti ripercussioni sul piano personale, socio-relazionale e professionale. Alla malattia lupica è dedicato il Libro Bianco, curato dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.n.da) e presentato oggi a Roma, in occasione di una conferenza stampa. Attraverso le voci autorevoli di esperti, il volume illustra gli aspetti clinici, diagnostici, terapeutici, economici e assistenziali della patologia ed evidenzia i principali bisogni delle pazienti, proponendo soluzioni operative concrete finalizzate a migliorare l’accesso dei servizi sanitari per la diagnosi e il trattamento precoce della malattia. Ad oggi in Italia mancano studi epidemiologici mirati: le poche fonti a disposizione forniscono una stima del numero di persone affette da Les molto variabile, da 25.000 a 60.000. Patologia sistemica, il Lupus può colpire tutto l’organismo e accompagnarsi a manifestazioni cutanee, articolari, sierositiche, ematologiche, renali nonché a disordini immunologici: richiede, pertanto, ai fini di un corretto inquadramento clinico–diagnostico e di un mirato programma terapeutico, l’intervento congiunto e integrato di un team di specialisti. Inoltre, la malattia ha ripercussioni non solo di ordine fisico ma anche di natura psicologica, causati da inestetismi in zone del corpo ben visibili, quali le lesioni cutanee o gli effetti collaterali delle terapie. “O.n.da dallo scorso anno focalizza le sue attività anche sul Lupus, tematica di interesse prevalentemente femminile”, afferma Francesca Merzagora, Presidente di O.n.da. “In particolare, è stata recentemente condotta dall’Osservatorio un’indagine conoscitiva su un campione nazionale di 250 medici e 300 donne per esplorare il grado di conoscenza e consapevolezza sulla malattia lupica da parte dei medici di base, nonché per comprendere quali siano i bisogni effettivi e le difficoltà delle pazienti. Il 20% delle donne intervistate ha dichiarato di aver dovuto accettare lavori part-time o abbandonare posizioni di responsabilità, mentre il 19% ha cambiato occupazione e il 35% ha rinunciato al lavoro a causa dell’impossibilità fisica a mantenere a lungo impegni, o per troppi giorni di malattia (57%) o a causa di ferie e permessi (42%) per sottoporsi a continui controlli. In parallelo, è emerso il preoccupante dato che solo 1 medico di famiglia su 4 era in grado di riconoscere i sintomi del Lupus. Partendo dagli spunti offerti dai risultati dell´indagine, successivamente è stato organizzato un tavolo tecnico che ha riunito Società Scientifiche e Associazioni di pazienti con l’obiettivo di identificare le strategie operative e le azioni di advocacy da avviare per aumentare la conoscenza della patologia presso la popolazione generale e i medici di medicina generale, accelerare i tempi di diagnosi e migliorare l’accesso alle cure. L’auspicio è che questo volume sensibilizzi sul tema non solo gli operatori coinvolti nella gestione della malattia, ma anche le Istituzioni, con lo scopo di giungere alla pianificazione di interventi mirati e all’organizzazione di servizi dedicati che consentano alle donne di accedere ad appropriati percorsi diagnostico-terapeutici personalizzati, fattori cruciali per garantire alle pazienti una buona qualità di vita”. “E’ difficile – afferma Pier Luigi Meroni, Direttore del Dipartimento di Reumatologia dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini e della Scuola di Specializzazione di Reumatologia dell’Università degli Studi di Milano – avere informazioni precise ed aggiornate sul Lupus Eritematoso Sistemico come malattia al di fuori dei Centri dedicati al trattamento di questa patologia. La realtà del lupus è poco nota al grande pubblico ma anche ai medici non specialisti. Spesso le informazioni disponibili, anche tramite i media, sono imprecise e tendono a sopravvalutare la reale gravità della malattia ed a sottovalutare le nostre possibilità terapeutiche. La diagnosi è comunque difficoltosa dal momento che i sintomi iniziali sono sovente poco specifici. Tuttavia, grandi progressi sono stati effettuati nell’ultimo decennio ed i nostri mezzi diagnostici si sono enormemente affinati e resi disponibili su larga scala. Anche la terapia ha raggiunto traguardi impensabili dieci anni fa; la prognosi è significativamente migliorata e soprattutto la qualità di vita dei pazienti è decisamente cambiata: si è allungata, per esempio, l’aspettativa di vita, la possibilità di avere un’attività sociale e lavorativa è diventata la regola, mentre l’opportunità di portare avanti una gravidanza non ha più le controindicazioni degli anni scorsi. Questi sono i messaggi chiave che il Libro Bianco curato da O.n.da ha voluto strutturare in modo divulgativo e professionale, dando voce a tutti gli attori coinvolti per ‘svelare il mistero Lupus’. Questi sono anche gli stimoli per un miglioramento della gestione della malattia sia a livello medico che a livello sociale”. “Il Les – sostiene Raffaella Michieli, Responsabile dell’Area Salute Donna Simg - Società Italiana di Medicina Generale – è il tipico esempio di svantaggio del genere femminile: è una malattia rara, di difficile diagnosi, che coinvolge quasi tutti gli organi e che colpisce di più le donne, per l’appunto. Se a ciò, aggiungiamo che coinvolge le età più giovanili, con conseguenze sulla fertilità e sul bambino, abbiamo un quadro completo della tipica patologia di genere. È una malattia poco conosciuta dai medici di medicina generale che possono occasionalmente vederne 1 o 2 casi nella loro vita professionale e questo crea un ulteriore svantaggio alle donne, i cui sintomi vengono spesso sottovalutati. E’ necessario, quindi, un cambio di visione da parte di tutta la classe medica nella considerazione dei sintomi aspecifici che spesso caratterizzano le malattie femminili. Da qualche anno insistiamo sull’importanza della valutazione delle differenze di genere e su questo puntiamo nella formazione dei medici di famiglia: in questo modo, anche patologie come il Les verranno diagnosticate e trattate con maggiore precocità”.  
   
   
LABORATORI ANALISI A MINISTRO LORENZIN: CI AIUTI AD EVITARE CHIUSURA STRUTTURE  
 
Roma, 14 maggio 2014 - Ieri, presso l’Auditorium Via Rieti (via Rieti 11/13), i laboratori di analisi della regione Lazio aderenti a Ursap-federlazio e S.na.bi.l.p-federbiologi hanno incontrato il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Nel corso dell’incontro i rappresentanti dei laboratori hanno illustrato al Ministro le conseguenze derivanti dalla eventuale chiusura di 350 laboratori analisi e l’impatto economico conseguente per la regione Lazio (circa 2000 licenziamenti) con la soppressione sul territorio di una risorsa per i cittadini che perderanno il loro laboratorio di riferimento. “Ci siamo rivolti all’On.le Beatrice Lorenzin – afferma il Presidente di Ursap-federlazio, Claudia Tulimiero Melis – in quanto nonostante le nostre proteste sia al tavolo di concertazione sia agli Stati generali dei laboratori dello scorso 10 aprile, la Regione Lazio prosegue nella sua intenzione di attuare il progetto di accentramento analitico già previsto dai piani operativi. Confidiamo nell’attuale Ministro della Salute per il mantenimento dei laboratori analisi e il rafforzamento delle strutture di Medicina Specialistica accreditata sul territorio in presenza di una popolazione che invecchia sempre di più e che ha bisogno di un punto di riferimento sotto casa. Cogliamo l’occasione anche per lanciare una proposta: Perché non trasformare queste strutture in Case della Salute H12 o H24?”  
   
   
L’ENEA PRESENTA I RISULTATI DELLA CAMPAGNA “NO LIFT DAYS - GIORNATE SENZA ASCENSORE”  
 
Roma, 14 maggio 2014 - Dopo circa 6 mesi di sperimentazione, l’Enea ha presentato i risultati della Campagna di sensibilizzazione “No lift Days - Giornate senza Ascensore”, lanciata lo scorso anno in collaborazione con l’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (Irccs) Fondazione Santa Lucia di Roma, che ha coinvolto i dipendenti della sede dell’Enea di Roma. I risultati sono stati presentati dall’Enea nell’ambito dell’iniziativa promossa dall’Ispra per i propri dipendenti dal titolo “più scale meno ascensore”, un modo per esportare una “buona pratica” e passare simbolicamente il testimone ad un altro ente di ricerca. L’analisi dei dati ottenuti dalla Campagna Enea ha dimostrato come sia possibile conseguire un importante risparmio energetico e nello stesso tempo ottenere vantaggi per la salute con un uso ridotto dell’ascensore. I dati fanno riferimento alle misure del consumo degli ascensori installati presso la sede Enea di Roma eseguite due mesi prima dell’avvio della campagna e successivamente alla sua conclusione. Nello stesso periodo la Fondazione Santa Lucia, ha sottoposto 40 volontari dell’Enea a misure cardiometaboliche durante la salita e la discesa delle scale presso la sede Enea, nonché a test di forza degli arti inferiori. Ai partecipanti è stato chiesto di utilizzare esclusivamente le scale, in ufficio, nei due mesi successivi alla prima valutazione, impegnandosi a non variare in alcun modo il proprio stile di vita durante il periodo di osservazione. A tre mesi dalla prima valutazione i soggetti sono stati sottoposti nuovamente a valutazione . Al termine della Campagna, è emerso che il consumo finale di energia connesso all’uso degli ascensori della sede ha subito una riduzione compresa fra il 25 e il 30%, passando da 10 kWh/giorno per ascensore a 6,8 kWh/giorno. Inoltre i dati ottenuti dalla Fondazione Santa Lucia sul gruppo di studio indicano un miglioramento significativo di: picco della pressione arteriosa (sia sistolica che diastolica, -11% e -5% rispettivamente), immediatamente dopo la discesa di 6 piani di scale; picco della pressione arteriosa (sia sistolica che diastolica, -5% e -2% rispettivamente), immediatamente dopo l’ascesa di 6 piani di scale; velocità di salita delle scale (3.5%). Pertanto, l’uso ridotto dell’ascensore è un ottimo modo per risparmiare energia e migliorare le prestazioni fisiche e lo stato di salute.  
   
   
MILANO: IPPODROMO, FIRMATO PROTOCOLLO PER IL RILANCIO DEL TROTTO  
 
Milano, 14 maggio 2014 – E´ stato firmato a Palazzo Marino un protocollo d’intesa tra il Comune di Milano e le società Snai Spa e Trenno Srl, atto che dà avvio al percorso per la ripresa e il rilancio dell’attività del trotto a Milano, dopo la recente crisi che ha colpito il settore e che ha portato, tra l’altro, alla sospensione delle attività del trotto nel vecchio impianto della Società. A siglare l’accordo, la vice Sindaco, il Presidente e amministratore delegato di Snai Spa Giorgio Sandi e l’amministratore delegato di Trenno Srl Stefano Marzullo. Era presente anche l’assessora allo Sport . L’intesa è il risultato del percorso avviato dall’Amministrazione comunale con tutte le categorie ippiche del trotto lombardo - Anact (allevatori), Ptl (proprietari), Agit (allenatori e guidatori) Gd Club Lombardia (gentlemen) - insieme alle rappresentanze sindacali, con l’obiettivo di tutelare l’occupazione. Il Comune di Milano e il gruppo Snai riconoscono che “corrisponde a un concreto interesse generale” il progetto di riattivazione delle corse del trotto, inserito nel comprensorio ippico di Milano “nel rispetto della sua alta valenza ambientale, urbanistica e occupazionale”. In un’ottica di riqualificazione delle aree di proprietà di Snai, quest’ultima ha delineato un’ipotesi progettuale che, esaurite le attività propedeutiche, porterà alla realizzazione di un nuova pista per le corse al trotto all’interno delle aree della “Maura”, impianto dimensionato secondo l’effettiva sostenibilità economica e la concreta partecipazione del pubblico. D’accordo con le organizzazioni sindacali interessate, inoltre, Snai e Trenno si prefiggono anche l’obiettivo di mantenere e recuperare nel tempo i livelli occupazionali esistenti, a dimostrazione della propria attenzione per le questioni sociali e lavorative legate alla sospensione delle corse nel vecchio impianto del trotto.