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VENERDI

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Notiziario Marketpress di Venerdì 08 Marzo 2013
BRESCIA (SANTA GIULIA MUSEO DELLA CITTÀ): BRESCIA RISPLENDE TRA ANTICO E CONTEMPORANEO  
 
Brescia affronta il 2013 indagando il presente partendo dal suo illustre passato. Quello di Brixia romana, città tra le più importanti dell´Impero, ma anche la successiva capitale longobarda. Due epoche fondamentali riunite simbolicamente nell´area intorno a Santa Giulia, riconosciuta nel 2011 dall´Unesco come patrimonio dell´Umanità. Ed è proprio quest´area che nel 2013 ospiterà tre eventi di assoluta eccezione: la riapertura del Capitolium restaurato e, proprio in Santa Giulia, il progetto Novecento Mai Visto che vede due importanti mostre mettere a confronto una celebre collezione d´arte contemporanea europea, quella della Fondazione Daimler Mercedes, per il percorso From Albers To Warhol To (Now), con il meglio dei maestri del Xx secolo nelle collezioni pubbliche e private di contemporanei della città, per Da De Chirico A Cattelan E Oltre. A partire dall´8 marzo, infatti, la splendida area archeologica del Capitolium, simbolo di fortissimo fascino, verrà riaperta con un nuovo percorso museale, sia nell´allestimento delle grandi aule, sia nelle innovative modalità di comunicazione, frutto delle più moderne tecnologie, con una installazione multimediale a cura di Studio Azzurro. Per la prima volta in Italia, dopo Singapore, Tokyo, San Paolo, Johannesburg, una fra le collezioni d´arte contemporanea più importanti d´Europa, la Daimler Art Collection, sceglie la città di Brescia, portando nella nostra città la grande mostra Novecento Mai Visto. From Albers to Warhol to (now) presentata da Mercedes Benz - Italy. La collezione Daimler, costola artistica del grande gruppo Mercedes Benz: trentacinque anni, quasi duemila opere di oltre settecento artisti internazionali. Oltre 200 opere in tour dal 2003, e nel 2013 prima volta in Italia, a Brescia. Un percorso di grande interesse, che spazia dai classici dell´Arte Astratta, del Costruttivismo e dell´Arte Concreta, alle tendenze minimaliste e concettuali degli anni ´60 e ´70, fino ad arrivare ai giorni nostri e ai lavori su commissione dedicati all´automobile. In un percorso espositivo integrato nello splendido sito Unesco di Santa Giulia, in dialogo costante tra la storia e l´oggi, la possibilità di fare un viaggio unico nel mondo dell´arte contemporanea attraverso alcuni dei periodi artistici più visionari e rappresentativi. Un´operazione questa che rilancia Brescia al contemporaneo, una città forte di una presenza di importantissime collezioni private, nonché di una quanto mai prestigiosa raccolta pubblica. Collezioni che insieme daranno vita alla mostra collaterale, Novecento Mai Visto. Da de Chirico a Cattelan e oltre. Santa Giulia ritrova, per lo spazio di questa mostra, le opere che qui furono esposte dal 1964 al 1972, in quella che all´epoca era la Galleria d´Arte Moderna e Contemporanea poi chiusa e trasferita nei depositi per lasciare spazio alle collezioni archeologiche e medievali che hanno reso celebre il museo bresciano. Un´occasione per ammirare una raccolta giustamente famosa, tra le maggiori collezioni pubbliche del settore in Italia, da 40 anni inaccessibile al pubblico. Con un plus non secondario: la proposta di altre opere di straordinario interesse e spesso inedite, concesse dalle notevoli collezioni private della città. Info: Www.comune.brescia.it  - Www.novecentomaivisto.it -  Www.bresciacontemporanea.it  
   
   
MILANO (MUSEO NAZIONALE DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA): MOSTRA "DELL´ADDA DI LEONARDO" - FINO AL 1° APRILE  
 
La mostra fotografica “Dell’adda di Leonardo”, di Massimo Grassi e Stefano Pedrelli con il contributo di Claudio Giorgione, curatore Leonardo Arte e Scienza al Museo, è un viaggio alla scoperta dei luoghi della valle dell’Adda di cui Leonardo è stato un osservatore privilegiato, dai paesaggi del fiume alle conche dei Navigli. Un percorso di ricerca, suggestioni e stimoli artistici in 43 fotografie in bianco e nero esposte nel suggestivo chiostro dell’antico monastero olivetano che ospita il Museo, per testimoniare le osservazioni di Leonardo attraverso le immagini e mettere in luce il forte legame tra storia, natura, arte e fotografia come strumento di conoscenza e rappresentazione del territorio. L’interesse di Leonardo per l’ingegneria idraulica è già documentato nei suoi primi anni fiorentini, ma è durante il suo primo soggiorno milanese (1482-1499) che i suoi studi di idraulica diventano più organici. Leonardo studia i grandi fiumi, come l’Adda e il Ticino, e ancor più i canali artificiali, dal Naviglio Grande, capolavoro di ingegneria medioevale, al Naviglio Martesana, in corso di completamento proprio in quegli anni. “I disegni di Leonardo della valle dell’Adda, oggi divisi tra il Codice Atlantico e le raccolte di Windsor, sono caratterizzati da una matura consapevolezza dell’unione tra acqua, natura e opera dell’uomo. Le fotografie di Massimo Grassi e Stefano Pedrelli hanno saputo cogliere questa profonda unione, documentando il territorio della valle dell’Adda in tutti i suoi aspetti (...)” (dall’introduzione di Claudio Giorgione al catalogo “Dell’adda di Leonardo”). La mostra è compresa nel biglietto d’ingresso al Museo. Catalogo “Dell’adda di Leonardo”, euro 18. --- Massimo Grassi nasce a Milano nel ’58, dove frequenta l’Accademia di Brera. Negli anni ’70 e ‘80 si dedica in particolare alle illustrazioni e al fumetto ispirandosi ai maestri del fumetto francese come Moebius. Interessato da sempre alla fotografia, si avvicina all’arte della fotografia digitale. I risultati ottenuti in alcuni concorsi fotografici in Italia, nelle letture portfolio e la forte necessità di cimentarsi e sperimentare sempre nuovi campi, lo spingono a rivolgere la sua sensibilità artistica al lavoro di fotografia. Nell’aprile 2010 espone una mostra personale fotografica con il lavoro “Giochi senza frontiere” ispirato ai ricordi dei giochi d´infanzia presso Tangopuro Academia Cultural Argentina. Nel maggio 2010 insieme ad altri sette artisti partecipa, con illustrazioni e fotografie, alla mostra/evento “Ri(e)voluzione tenutasi presso l’Archivio Storico di Lodi. Nel 2011 ha realizzato il lavoro “Loro sono ancora qui” che indaga le paure nascoste nell´animo umano. --- Stefano Pedrelli nasce nel 1971 a Bologna, inizia a scattare all´alba del nuovo millennio alternando negli anni successivi esperienze amatoriali e di ricerca personale sia in camera oscura che in campo digitale, e incursioni anche frequenti nel campo professionale con servizi e reportages fotografici esterni di cronaca, spettacolo ed entertainment per l´agenzia milanese Granataimages (oggi Milestone Media), nel Terzo Settore per la rivista Vita non profit magazine e per l´Università degli Studi di Milano, oltre ad attività di archiviazione immagini con le agenzie Granataimages e Tips Images di Milano. Partecipa a numerose mostre personali e collettive con i lavori “Vita in cucina” e “Khmer, voci nel silenzio”, fino all´ultimo (ma solo in ordine di tempo) progetto fotografico personale “Milis, su triballu, sa vida” presentato in Sardegna e realizzato nel corso degli ultimi tre anni sul lavoro tradizionale di un paese dell´entroterra sardo. --- Claudio Giorgione nasce a Seregno (Mb) nel 1973 e si laurea in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi in Storia dell’Arte dedicata ad alcuni cicli di affreschi di Bernardino Luini. Lavora al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci dal 1997 ed è attualmente Curatore del Dipartimento Leonardo, Arte e Scienza. Tiene come storico dell’arte lezioni e conferenze. E’ autore del volume “Leonardo da Vinci. La collezione dei modelli”, edito dal Museo nel 2009. --- Attivita’ Speciali Sabato 9 e domenica 10 marzo sarà aperto il laboratorio interattivo Leonardo che proporrà diversi percorsi educativi per bambini e adulti: La tecnica dell’affresco Sbato 9 ore 14.30 e domenica 10 ore 12 e 14 | da 8 anni | durata 45 min circa. Com’era organizzato il lavoro di un artista ai tempi di Leonardo? Con malta e cazzuola, colori e pennelli, i partecipanti realizzano un affresco seguendo tutte le fasi messe a punto dagli artisti del Rinascimento. Leonardo e la scrittura Sabato 9 ore 15.30, domenica ore 11 e 15 | da 6 anni | durata 45 min circa. Perché Leonardo scriveva al contrario? È stato facile leggere e interpretare i suoi appunti? Con penna d’oca e inchiostro ci si mette alla prova per scrivere come cinquecento anni fa. Macchine ingegnose Sabato 9 ore 17.30 e domenica 10 ore 10 e 17 | da 9 anni | durata 45 min circa. Durante questa attività si provano alcuni modelli di macchine di Leonardo appositamente costruiti in grandi dimensioni: si sperimentano le macchine per il volo e da cantiere, si analizzano gli ingranaggi e la tessitura, si scopre la struttura di un ponte e come funziona una coclea. Apprendisti in bottega Sabato 9 ore 16.30, domenica 10 ore 16 | da 8 anni | durata 45 min circa I partecipanti scoprono la tecnica sperimentale utilizzata da Leonardo per creare l´Ultima Cena e provano a realizzare una tempera su muro. Tutte le attività sono comprese nel biglietto del Museo, su prenotazione solo il giorno stesso all’infopoint. La Mostra E Il Photofestival La mostra “Dell’adda di Leonardo” rientra nel calendario degli eventi di Photofestival, rassegna fotografica curata da Roberto Mutti, critico di fotografia e giornalista di Repubblica, in programma a Milano dal 21 marzo al 30 aprile. Fino al 1° aprile chi si presenterà alla cassa del Museo con il catalogo di Photofestival avrà diritto all´ingresso ridotto. Il Museo E Leonardo Da Vinci Il nome di Leonardo da Vinci accompagna il Museo dalla sua inaugurazione, avvenuta con una grande mostra che ne celebrava il cinquecentenario della nascita. Leonardo era, ed ancora è, il simbolo della continuità tra la cultura artistica e scientifico-tecnologica, due differenti ma complementari espressioni della creatività umana. Il Museo ospita la più grande collezione al mondo di modelli realizzati interpretando disegni di Leonardo negli anni Cinquanta dello scorso secolo, la prima ad avere affrontato in modo organico e sistematico gli studi tecnico-scientifici di Leonardo. Oggi questi modelli rappresentano una testimonianza d’eccezione nell’ambito dello studio e della divulgazione dell’opera tecnico-scientifica di Leonardo, oltre che un unicum per il loro valore educativo. Una selezione di modelli è esposta in via permanente presso la Galleria di Leonardo. Attorno a questa importante collezione il Museo sviluppa diversi strumenti d’interpretazione rivolti al pubblico, tra cui i laboratori interattivi, multimedia e animazioni in 3D per comprendere meglio il funzionamento delle macchine, giochi e approfondimenti tematici nel sito web fino alla recente App gratuita per iPhone e iPad Leonardoaround, dedicata all’esplorazione in italiano e inglese dei luoghi di Leonardo a Milano. Attraverso la partecipazione a esposizioni, la progettazione di mostre, workshop e seminari, il Museo si dedica con costanza a far conoscere la figura di Leonardo in tutto il mondo. Tra le collaborazioni internazionali più recenti, la mostra, in corso fino ad agosto 2013 a Parigi, “Léonard de Vinci, projets, dessins, machines” con Universcience e il Deutsches Museum. Info: www.Museoscienza.orginfo@museoscienza.It    
   
   
TRIESTE (GALLERIA RETTORI TRIBBIO, PIAZZA VECCHIA 6): MOSTRA PERSONALE DEL PITTORE SERGIO BUDICIN - FINO AL 22 MARZO  
 
Sabato 9 settembre 2013 alle ore 18.00 a Trieste alla Galleria Rettori Tribbio (Piazza Vecchia 6) avrà luogo l’inaugurazione della mostra personale del pittore triestino Sergio Budicin. La rassegna, che propone quasi una quarantina di oli su tela e su tavola realizzati tra il 2009 e il 2012, sarà introdotta sul piano critico dall’architetto Marianna Accerboni. Visitabile fino al 22 marzo (orario: feriali 10.00 - 12.30 e 17.00 - 19.30 / festivi 10.00 - 12.00 / lunedì e venerdì pomeriggio chiuso / domenica 17 marzo in occasione del Mercatino dell’antiquariato 10 · 13 e 16 · 18). In un momento di sensibile ritorno al figurativo - scrive Accerboni - il linguaggio di un artista dalla grande professionalità e dall’acuta sensibilità come Sergio Budicin, appare molto attuale e sottolinea il ritorno a Trieste di questo poetico ed equilibrato pittore, che per decenni ha operato con grande successo a Londra, Stoccolma, Milano e Roma, negli Stati Uniti, ma soprattutto in Germania. E in quest’ultimo paese si è fatto conoscere attraverso il rapporto con prestigiose gallerie di riferimento quali la Aukloster di Monschau, la Nürnberger Rachmenkunst Haus der Gemalde, la Galerie Vogel di Heidelberg, la Schoeninger, la Reith e la Galerie in der Prannerstrasse di Monaco e la Bilder im Hof di Flensburg, tanto per citarne solo alcune, conseguendo per altro anche un premio importantissimo come il Goldenen Elefanten. In patria non ha comunque mai smesso d’insegnare assieme al figlio Roberto, anch’egli pittore, portando avanti, nel suo luminoso e affascinante atelier, i preziosi insegnamenti del friulano Walter Falzari, alla cui scuola si sono formati molti dei più importanti artisti regionali. Il fascino della pittura di Budicin consiste in un fatto semplice ed essenziale: la capacità di essere un artista a tutto tondo che, come i grandi del passato, sa affrontare con competenza, passione e levità qualsiasi tema. Dal ritratto, espresso in modo impeccabile nella struttura e nella resa cromatica e poetica, al paesaggio con animali e soggetti umani, che spesso fanno sognare, perché, come nell’olio intitolato “Trasporto dei tronchi”, suggeriscono il filo d’un racconto, lievemente romantico e d’avventura, dove senti frusciare il vento e scontrarsi gli elementi. Per non parlare delle scene mitologiche e di battaglia che, sulla base di un attento studio storico e di costume, ti raccontano l’evento in modo quasi fiabesco, coinvolgendoti emotivamente fino in fondo, tra verità e sogno: “visioni” - conclude Accerboni - che non hanno perso di smalto, anzi si sono arricchite in cinquant’anni di appassionata e valente pittura, di cui alcuni vissuti a illustrare con grande perizia importanti volumi per case editrici di livello nazionale Info: cell 335 6750946  
   
   
MILANO (A ARTE STUDIO INVERNIZZI - VIA DOMENICO SCARLATTI 12): CARLO CIUSSI - GLI ALFABETI DELL’INCONOSCIBILE - INAUGURAZIONE MARTEDÌ 12 MARZO 2013 ORE 18.30 - FINO SL 2 MAGGIO  
 
La galleria A arte Studio Invernizzi inaugura martedì 12 marzo 2013 alle ore 18.30 una mostra personale di Carlo Ciussi. Dopo la mostra antologica tenutasi presso i Musei Civici di Udine, realizzata nel 2011 in occasione dell’apertura dei nuovi spazi espositivi della Galleria d’Arte Moderna di Udine ‘Casa Cavazzini’ e l’esposizione svoltasi nello stesso anno alla Fondazione Abbazia di Rosazzo, che presentava opere appartenenti all’ultimo decennio di attività dell’artista, a un anno dalla scomparsa, in questa occasione verranno esposti, al piano superiore della galleria, i lavori che Carlo Ciussi aveva realizzato nel corso del 2011 appositamente per la mostra in programma per settembre 2012 mentre nella seconda sala opere rappresentative degli anni sessanta che, attraverso la ripetizione di moduli geometrici quadrati e rettangolari, ritmano lo spazio della superficie. Nelle sale del piano inferiore saranno invece presentate opere tridimensionali della metà degli anni Novanta, le cui superfici, attraversate da una pluralità di linee che si intrecciano e si sovrappongono, si aprono e interagiscono con lo spazio architettonico della galleria. “La sua opera - come scrive Massimo Donà - ha questo di caratteristico: che ti impone, ogni volta che torni sulle sue specifiche manifestazioni, di ricominciare da capo. Di metterti cioè alla pari con la sua straordinaria potenza sorgiva. Ché, questo ha sempre cercato di fare Carlo Ciussi: disegnare il punto zero del mondo. Approssimandosi il più possibile a quell’inizio che non consente più alcun riferimento, alcuna tradizione da cui ripartire, e dunque nessun modello da imitare e neppure da oltrepassare, e tanto meno da cancellare. (...) si tratta di un alfabeto originario; da impostare, regolare e costruire per un mondo a venire, di cui nulla può essere ancora noto. Si tratta di intonare un canto davvero nuovo, che nessuno può aver ancora accordato e neppure eseguito. Si tratta di allestire un sistema di segni non ancora organizzati; di volteggiare senza rete… di tentare, insomma, l’impossibile. E imparare una lingua sconosciuta… che non potremo mai imparare, peraltro, proprio in quanto sconosciuta. Una lingua che l’artista può cercare al massimo di ritmare, facendola appena presagire... Sì da renderla se non altro ‘immaginabile’. Trattandosi della lingua di quel che non sappiamo… e mai sapremo”. In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Massimo Donà, una poesia di Carlo Invernizzi e un aggiornato apparato biobibliografico. Mostra: Carlo Ciussi.gli Alfabeti Dell’inconoscibile - Catalogo Con Saggio Di: Massimo Donà -  
   
   
TORINO (MUSEO DI SCIENZE NATURALI): ZIGAINA E PASOLINI - QUANDO L´ARTE NON PUÒ DIVENTARE MODA - 9 MARZO/1 MAGGIO  
 
L’associazione Aips, Associazione Italiana Paralisi Spastica, presieduta da Angelo Catanzaro, organizza la terza edizione del ciclo di mostre “Lo Slancio”, dedicate a grandi pittori del Novecento che nel corso della loro vita hanno dovuto confrontarsi con la disabilità fisica, la quale non li ha preclusi dall’eccellere nel loro mestiere d’artista. Dopo le passate edizioni dedicate ad Hans Hartung e Mattia Moreni, il progetto culturale e sociale di quest’anno si prospetta essere uno dei più importanti e completi degli ultimi anni a livello nazionale. È al via, infatti, il grande progetto culturale Zigaina e Pasolini – Quando l’arte non può diventare moda -, che sotto la curatela di Enzo Spadon vedrà esposte presso il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino più di 50 opere dei due artisti, di cui 12 disegni di Pier Paolo Pasolini, per la prima volta presentati a Torino ed in Piemonte. Due artisti e amici sinceri, anzi, usando le parole stesse di Pasolini “ontologici l’uno per l’altro”, nonché sodali nel concepire l’arte e quindi la vita stessa. Dobbiamo a Zigaina la decifrazione più esaustiva dell’opera di Pasolini: egli è riuscito a rivelare aspetti inediti dell’opera-vita dell’artista, come la tesi dell’organizzazione meticolosa della sua morte, decifrando il linguaggio criptico delle sue opere. Questo lavoro di ricerca è stato molto apprezzato in Germania, tanto da far conseguire a Giuseppe Zigaina l’alta onorificenza di Accademico di Germania (mentre in Italia la stessa teoria è molto osteggiata da una gran parte di intellettuali e accademici). Nei soggetti di Zigaina, legati fin dal principio alla realtà della laguna di Grado, sono sempre vive le osservazioni dei terreni, dei boschetti lungo gli argini delle ceppaie, dei gelsi, dei vigneti e dei girasoli. Il suo realismo, caratterizzato da una forte carica espressionista, si evolve, anzi, si trasforma metamorficamente in un linguaggio sempre più visionario, liberandosi progressivamente dalle modalità di rappresentazione figurativa e spaziale. L’esperienza pittorica di Pasolini appartiene, invece, indissolubilmente alla sua multiforme e vitale forma espressiva. E’ parte del suo percorso, anche se quello meno conosciuto dal pubblico. Dichiara inoltre Zigaina: «Ha sempre dipinto da poeta... Fin da quando l’ho conosciuto nell’immediato dopoguerra ha sempre sperimentato le più strane tecniche pittoriche, adoperando e mescolando tra loro i materiali più strani...» La rassegna unisce pittura, disegno, disabilità, letteratura, cinema (tramite la Rassegna cinematografica pasoliniana presso il Cineteatro Baretti di Torino) ed il teatro. Esordirà, infatti, lo spettacolo Ruppeppè, che il drammaturgo e teatrante torinese Dino Mascia, insieme alla sua Compagnia, metterà in scena in concomitanza con l’esposizione pittorica. Il protagonista dello spettacolo, enigmatico e provocatore, è liberamente ispirato alla figura di Pasolini. I testi critici relativi alla mostra saranno elaborati da Francesco Poli, da Angelo Mistrangelo, Zeno Birolli, e si avvarranno, per la stesura della prefazione, della straordinaria partecipazione di Gianni Vattimo. Il catalogo, inoltre, userà un carattere ad alta leggibilità per le persone affette da dislessia, ideato dalla Casa Editrice Angolo Manzoni. --- Giuseppe Zigaina conosce Pier Paolo Pasolini nel 1946, con il quale instaura un rapporto cardine d’amicizia e di collaborazione, proseguito fino alla tragica scomparsa dello scrittore e ancora oltre, grazie ai saggi critici dedicati alla sua opera. Nel 1949 collabora con 13 disegni al libro di poesie Dov’è la mia patria, edito da Academiuta di Casarsa. È Pasolini che nel 1955, in occasione della personale romana del pittore alla Galleria del Pincio, dedica a Zigaina il poemetto Quadri friulani, poi apparso nella raccolta Le ceneri di Gramsci, Milano 1957. Nel 1968 Zigaina collabora al film di P. P. Pasolini Teorema; nel 1971 a Decameron. Del 1978 è lo studio di Zigaina: Pasolini e la morte: mito alchimia e semantica del nulla lucente. Scrive ancora Pasolini tra enigma e profezia. Pubblica nel 1992 Pasolini e l’abiura; nel 1995 Hostia: trilogia della morte di P.p. Pasolini e la raccolta di racconti autobiografici Verso la laguna. Marsilio pubblica il pamphlet Un’idea di stile: uno stilo, opera riassuntiva degli studi su Pasolini. --- L’evento è organizzato in collaborazione con l’associazione Mitofusina 2 di Luisa Perrero, Associazione sulla Parola Onlus, Editrice Angolo Manzoni. Il Presidente della Repubblica Napolitano in occasione dell’iniziativa ha conferito all’associazione la gran medaglia al merito per il decennale dell’Aips (2003 – 2013). Con il Patrocinio della Regione Piemonte, Provincia di Torino, Comune di Torino, Comune di Venaria Reale, Circoscrizione 1. Partner: Circolo dei Lettori, Teatro della Concordia, Cineteatro Baretti, Teatro Stabile di Torino. Main Sponsor: Reale Mutua Società di Assicurazioni, Eutelsat Italia srl, Spaini & Partners. --- La Compagnia Dino Mascia presenta Ruppeppè Spettacolo teatrale originale liberamente ispirato alla vita ed alle opere di Pier Paolo Pasolini. All’interno di questa iniziativa la Compagnia Dino Mascia realizzerà la messa in scena dello spettacolo teatrale originale Ruppeppè, che vedrà convergere al suo interno momenti di poesia, prosa, musica lirica e popolare con aree di Verdi, Rossini e Puccini portando avanti un gioco dissacrante e provocatorio sospeso tra l’essere adulto e bambino, tra ironica commedia e tragedia, tra amore sacro ed amor profano. Lo spettacolo non ha personaggi veri e propri, bensì compaiono tre idee, che sono i reali personaggi di questa pièce ambientata nel territorio dell’anima degli artisti, nell’insolito contesto di un decadente cinema di periferia. Questa cornice popolare, sporca e laida troverà corrispondenze con il tormentato animo del protagonista, che verrà esplorato e indagato per restituire al pubblico alcuni dei significati più profondi dell’opera-vita di uno dei più amati e criticati scrittori del Novecento. Testo e regia: Dino Mascia Interpreti: Dino Mascia, Roberta Indiogia, Siria Capellano, Francesca Russo e Valentina Procopio (cantanti), Alice Enrici (soprano), Enrico Messina (pianoforte), Michele Ruggiero (chitarra) Scenografie: Alessandro Falanga e Gianmario De Stefanis Direzione tecnica: Fabrizio Farolfi --- Programma Completo Rassegna Sabato 9 marzo – Vernissage /Conferenza Stampa al Museo Regionale di Scienze Naturali di Via Giolitti, 36 ore 17.00 Sabato 9 marzo - Presentazione / spettacolo dell’intero progetto culturale presso il “Circolo dei Lettori” - Via Giambattista Bogino 9, Torino ore 21. Ingresso libero Lunedì 8 aprile Prima proiezione della Rassegna Cinematografica con il Film – Il Decameron – al Cineteatro Baretti, Via Baretti, 4 Torino ore 21 Lunedì 15 aprile Seconda proiezione della Rassegna Cinematografica con il Film – Medea - al Cineteatro Baretti, Via Baretti, 4 Torino ore 21 Venerdì 19 aprile - Prima nazionale dello spettacolo teatrale – Ruppeppè - presso “La Cavallerizza” - Cavallerizza Reale - Via Verdi 9, Torino ore 21 Lunedì 22 aprile – Terza ed ultima proiezione della Rassegna Cinematografica con il Film – Salò o le 120 giornate di Sodoma. Cineteatro Baretti, Via Baretti,4 Torino ore 21 Mercoledì 1 maggio – Cerimonia di chiusura con replica dello spettacolo presso “Teatro della Concordia” di Venaria (To) - Corso Giacomo Puccini, Venaria Reale (To) ore 21 La rassegna cinematografica al Cineteatro Baretti ha un biglietto d´ingresso di 5 euro, mentre il biglietto dello spettacolo teatrale ha un costo di 6 euro. Biglietto mostra Intero: 5 euro - ridotto: 2,5 euro Info biglietteria Museo Regionale di Scienze Naturali T.011.4326354 Orari Tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00 Chiuso il martedì Per informazioni e prenotazione eventi speciali Aips T. 011.8138726 aips.Onlus@yahoo.it  ; www.Aipsolnus.it ; www.Loslancio.it  ; www.Compagniadinomascia.it  
   
   
TORINO (ARCHIVIO DI STATO): IL RE E L´ARCHITETTO - VIAGGIO IN UNA CITTÀ PERDUTA E RITROVATA - 8 MARZO/30 APRILE 2013  
 
La mostra si propone di offrire al visitatore di oggi un viaggio virtuale nella Torino di fine Settecento, alla ricerca di architetture pubbliche e private che evidenzino problemi di sviluppo urbanistico tipici delle capitali di Stati di età moderna (ad es. La magnificenza architettonica come immagine del potere), ma non dissimili da quelli di città minori. Al di là delle grandi decisioni di organizzazione del territorio, si tratta di come progettare l’inserimento di nuovi edifici nel tessuto preesistente, di confrontare costi e benefici di diverse opzioni progettuali e di scegliere per la rinuncia al progetto o la sua realizzazione. Il viaggio inizierà dalla Porta Susina, come quello dei visitatori del Grand Tour provenienti dalla Francia. Toccherà poi varie tappe prima all’interno della città, a partire dalla casa-studio che si fece costruire in Torino Filippo Juvarra (demolita in periodo fascista), passando per i palazzi del potere comunale, statale e religioso, il ponte sul Po immortalato dal quadro di Bellotto, fino alle residenze extraurbane di Stupinigi, Venaria e Rivoli. Organizzano la mostra l’Archivio di Stato di Torino con l’Associazione Amici del medesimo, l’Archivio Storico della Città di Torino, lo Studio Gritella e Associati (la mostra prende infatti lo spunto dalla donazione all’Archivio di Stato dell’archivio di Gianfranco Gritella, architetto, studioso e curatore di restauri di edifici storici). Sostengono l’iniziativa la Compagnia di San Paolo, il Consiglio Regionale del Piemonte, la Città di Torino, la Provincia di Torino, con il contributo della Fondazionecrt, della Camera di Commercio di Torino e della Toro Assicurazioni. La mostra, ad ingresso gratuito, si tiene nelle quattro sale al piano terreno del palazzo dei Regi Archivi di Corte in piazza Castello a Torino (accesso da piazzetta Mollino, accanto al Teatro Regio). Il viaggio nella città settecentesca consentirà di cogliere elementi significativi della complessità dello sviluppo urbano, constatando come edifici risalenti ad epoche molto diverse si integrino nella città barocca. Le torri romane di Porta Palatina sono un esempio di testimonianza architettonica passata attraverso i secoli mutando funzione, fino a divenire nel Settecento carcere femminile e, ai giorni nostri, oggetto di tutela come monumento storico. Un esempio singolare, per la durata e l´ampiezza dell’intervento pubblico e privato, è quello del rettilineamento di via Dora Grossa (oggi via Garibaldi), che comportò l’abbattimento di edifici insalubri e il loro rifacimento a volumetrie maggiori, mediante il concorso di capitali privati. In mostra sarà esposto il progetto settecentesco lungo sette metri, che ha il singolare primato di essere uno dei documenti progettuali di dimensioni maggiori nell’urbanistica europea. Il modello tridimensionale della struttura lignea della cupola della palazzina di Stupinigi testimonierà della capacità di architetti e maestri carpentieri di utilizzare in maniera innovativa tutte le risorse che la tecnologia dell’epoca metteva a loro disposizione. L´idea è quella di alternare in mostra documenti progettuali antichi, iconografia d´epoca, modelli tridimensionali in grande scala appositamente realizzati, disegni attuali di ricostruzione e di rilievo, con il supporto di modelli virtuali digitali in movimento sullo schermo. Potrebbero interessare particolarmente alcuni visitatori le tecniche grafiche di efficace ricostruzione visiva di edifici non più esistenti e l’utilizzo di tecnologie digitali per la progettazione dei modelli tridimensionali, realizzati poi in parte con metodi tradizionali di artigianato artistico e in parte da macchine a controllo numerico usate per la prototipazione anche dall’industria automobilistica e spaziale. Il visitatore, leggendo il volume-catalogo che potrà essere omaggiato in mostra a chi farà una offerta all’Associazione Amici dell’Archivio di Stato, troverà le informazioni di un “Virgilio” realmente esistito, l’autore della guida di Torino del 1781, Onorato De Rossi, e di altri scrittori settecenteschi che lo accompagneranno nel percorso della mostra. La mostra vuole attirare l’attenzione su edifici, alcuni tutt’ora esistenti, altri effettivamente visibili nel 1781, ma oggi scomparsi, ed altri ancora progettati e mai realizzati. Il visitatore potrà così riflettere sulle vicende urbanistiche che vedono talora edifici grandiosamente progettati e realizzati su tempi assai lunghi, oppure progetti accantonati senza realizzazione, e taluni edifici modificati o sostituiti da nuove architetture, col venir meno delle funzioni e degli scopi pratici e simbolici originari  
   
   
MILANO (FONDAZIONE ZAPPETTINI): ULRICH ERBEN - A CURA DI ALBERTO RIGONI E RICCARDO ZELATORE - INAUGURAZIONE GIOVEDÌ 14 MARZO 2013, ORE 18.00 - FINO AL 30 APRILE ,  
 
Ulrich Erben, tra i principali esponenti della Pittura Analitica negli anni Settanta, sarà protagonista della prossima mostra in programma alla Fondazione Zappettini. La personale sarà inaugurata giovedì 14 marzo (ore 17.30) nella sede milanese di via Nerino 3, e sarà visitabile fino al 30 aprile. La personale proporrà i celebri monocromi di grandi dimensioni che hanno contraddistinto l’opera del maestro tedesco fin dagli esordi, opere che lo hanno portato alla ribalta nazionale prima e internazionale poi, e che sono state esposte in importanti collettive dedicate all’astrazione pittorica. La mostra sarà anche l’occasione di confrontare i lavori storici con opere più recenti e confermare la coerenza di un artista sempre concentrato sulle problematiche del colore, della geometria e del linguaggio della pittura. «Il progetto di questa mostra – spiega Riccardo Zelatore, Direttore della Fondazione – nasce come un doveroso omaggio a un pittore che ha giocato un ruolo di primaria importanza nella nascita e nello sviluppo della Pittura Analitica negli anni Settanta e comunque della ricerca pittorica più in generale. Ma è soprattutto l’occasione per capire quanto della sua lezione contribuisca ad aggiungere significato al quotidiano lavoro dell’artista: un quadro di Ulrich Erben è al contempo storia e avanguardia, geometria e colore, classicità e sperimentalismo, un ventaglio di possibilità che lo spettatore è inviato a indagare». La mostra è accompagnata da un catalogo a colori con un testo dei curatori Ulrich Erben a cura di Alberto Rigoni e Riccardo Zelatore inaugurazione giovedì 14 marzo, ore 18.00 dal 14 marzo al 30 aprile 2013 orari: dalle ore 15.00 alle ore 19.00 sabato e festivi chiuso ingresso libero Ufficio stampa Cristina Pariset tel. +39 02 4812584 / +39 348 5109589 fax +39 02 4812486 cristina.Pariset@libero.it Ulrich Erben è nato a Düsseldorf (Germania) nel 1940. Tra il 1958 ed il 1963 studia nelle accademie d’arte di Amburgo, Venezia e Monaco e successivamente in quella di Berlino. Partito alla fine degli anni Sessanta da una tipica riflessione sulla pittura – esordisce con una mostra personale alla Galleria m, Bochum, nel 1971 – realizzando opere dal fondo generalmente bianco, con sovrapposizioni di una sezione centrale geometrica realizzata tramite un solo colore, sul quale insiste successivamente con diversi strati di bianco. In seguito, pur utilizzando sempre prevalentemente il colore bianco, inserisce su questa materia, che diventa sempre più spessa, forme semplici di colori saturi, date dal gesto largo della pennellata. I suoi quadri sono grandi, abbastanza ampi, mai però più alti di un uomo e più larghi dell’apertura delle sue braccia. Partecipa alle principali mostre dedicate alla Pittura Analitica, tra cui, nel 1973, “Tempi di percezione”, Casa della Cultura, Livorno, “Un futuro possibile. Nuova Pittura”, Palazzo dei Diamanti, Ferrara, “La riflessione sulla pittura”, Palazzo Comunale, Acireale; “Geplante Malerei”, Westfälischer Kunstverein, Münster, Galleria del Milione, Milano, 1974-75; “I colori della pittura”, Istituto Italo Latino Americano, Roma, 1976. Nel 1977 è invitato a Kassel per “documenta 6”. Interessato anche agli effetti di luce oltre il quadro, lavora anche a progetti e dipinti murali, come nelle mostre al Museo Folkwang di Essen, al Kunstverein di Colonia, alla Galleria Piltzer di Parigi, al Ginza Five di Tokyo. Negli ultimi decenni ha esposto fra l’altro alla Kunsthalle di Mannheim (1984), al Kunstverein für die Rheinlande und Westfalen a Düsseldorf (1990). Nel 2003 il Museum Wiesbaden gli ha dedicato una monografica. Nel 2010 ha tenuto un’importante mostra personale alla Galleria Studio G 7 di Bologna, con la quale da tempo collabora. Alla Fondazione Zappettini ha già esposto nelle collettive Pittura 70. Pittura-pittura e astrazione analitica (Chiavari, 2004) e Le superfici opache della Pittura analitica (Chiavari, 2009). Vive e lavora tra Düsseldorf e Bagnoregio. La Fondazione Zappettini si è costituita nel 2003 a Chiavari con lo scopo di assicurare la conservazione, la tutela e la valorizzazione dell’opera e del patrimonio artistico di Gianfranco Zappettini. Tra le principali finalità della Fondazione vi è quella di favorire una migliore conoscenza sia in Italia che all’estero, tramite la promozione di mostre antologiche, pubblicazioni d’arte e di iniziative di ricerca e di studio, dell’opera dell’artista. La Fondazione ha sede in una villa liberty nel centro di Chiavari e ha in donazione un’imponente collezione di opere del maestro dagli anni ’70 a oggi. Nel maggio 2005, è stato inaugurata la seconda sede nel prestigioso spazio nella centralissima via Nerino a Milano, in un palazzo settecentesco a due passi da piazza Duomo. L’obiettivo è costituire il maggiore centro di studi sulle arti visive degli anni ’70, con particolare attenzione verso la “pittura analitica”. Questo centro di documentazione, oltre all’attività espositiva, garantisce un servizio aggiornato di informazione bibliografica, fotografica e audiovisiva e fornisce anche una consulenza specializzata, oltre che ai singoli studiosi, a redazioni di riviste e periodici, a case editrici e ad altre associazioni promotrici di mostre sia in Italia che all’estero. L’archivio della Fondazione e la sua collezione sono destinati a creare infine un vero e proprio museo, rappresentativo dei più significativi autori della pittura analitica, punto di riferimento internazionale di questo specifico settore. La Fondazione Zappettini è riconosciuta dal Ministero per il Beni e le Attività Culturali. Oltre ai cataloghi di tutte le esposizioni ad oggi allestite, la Fondazione Zappettini ha pubblicato anche: Collana Monografie  
   
   
CIVIDALE DEL FRIULI (CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA MONASTERO DI SANTA MARIA IN VALLE): MOSTRA ARTE SACRA DELL’ARTISTA GRADESE DINO FACCHINETTI - “IL CRISTO DEL BARCO. LA CROCE E LA LUCE”- OPERE MAI ESPOSTE AL PUBBLICO - INAUGURAZIONE SABATO 9 MARZO 2013, ORE 11 - 9 MARZO/28 APRILE 2013  
 
“Il Cristo del Barco. La croce e la luce” è la nuova mostra d’arte che il Comune di Cividale del Friuli ha scelto di valorizzare. “Per il periodo pasquale - spiega il sindaco, Stefano Balloch - abbiamo deciso di allestire una raffinata esposizione di opere d’arte sacra nella Chiesa di San Giovanni Battista, nel complesso del Monastero di Santa Maria in Valle”. In mostra tre grandi tele di Dino Facchinetti, mai esposte al pubblico, raffiguranti crocifissi, assieme ai loro studi preparatori. Le opere, dai pastelli su tavola, seguono tre fasi ascendenti: l’errore, la purificazione, l’estasi. Nel ciclo di lavori emerge l’interiorizzazione della “barca della quotidianità ambientale” che l’artista cristallizza nella materia, facendole assumere azzurrità e purezza, fino a concederle di smaterializzarsi. Nell’atto creativo finale, quindi, la croce diventa luce. “L’anima si accorda con lo spirito delle forme - spiega Facchinetti - ed è come l’inizio di un viaggio ideale nel cuore della memoria e dell’immaginazione attraverso il mio racconto”. L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 9 marzo 2013 alle ore 11, nella Chiesa di San Giovanni Battista, all’interno del Monastero di Santa Maria in Valle. Resterà aperta, a ingresso libero, fino al 28 aprile 2013. Orari: dal 9 al 30 marzo, da lunedì a venerdì 10-13, sabato e domenica 10-16; dal giorno di Pasqua, 31 marzo, al 28 aprile, da lunedì a venerdì 10-13/14.30-17, sabato, domenica e festivi 10-18. Info www.Cividale.net , Informacittà +39 0432 710460, Ufficio cultura +39 0432 710350. Dino Facchinettidino Facchinetti è nato e vive Grado. Ha fatto della propria vita un’opera d’arte. Tanti i successi e numerose le esposizioni, anche internazionali che lo hanno visto protagonista, in seno al suo importante percorso creativo. Stoccarda, Zagabria, Saint Vallery, Milano sono solo alcune delle città in cui il pittore ha portato il proprio segno, lasciando un’impronta altrettanto forte in chi ha potuto godere dei suoi colori e della sua creatività. Http://www.cividale.nethttp:// www.balloch.it +39 0432 710350  
   
   
BOLOGNA (PALAZZO D´ACCURSIO - SALA ERCOLE): “COLORI E SUONI DELLE ORIGINI” - OPERE DI ANDREA BENETTI E MUSICA DI FRANK NEMOLA - 13/30 APRILE A CURA DI SILVIA GRANDI  
 
Sabato 13 aprile sarà inaugurata a Bologna presso Palazzo D’accursio il progetto artistico “Colori e suoni delle origini”, una mostra che vedrà la collaborazione tra Andrea Benetti, artista conosciuto a livello internazionale e autore del Manifesto dell’Arte Neorupestre presentato alla 53. Biennale di Venezia, e Frank Nemola, figura di primo piano nel panorama musicale italiano, nonché polistrumentista di Vasco Rossi. “Colori e suoni delle origini”, curato da Silvia Grandi, è un progetto promosso da Friends of the Johns Hopkins University/associazione di cultura e di studio italo-americana “Luciano Finelli” e dal “Dar Dipartimento delle Arti Visive Performative Mediali” dell’Università degli Studi di Bologna. Silvia Grandi, curatrice della mostra e docente di Fenomenologia dell’arte contemporanea all’Università di Bologna, riscontra nel progetto dei due artisti una forte complementarietà: nel suo testo sottolinea come “l’improvvisazione musicale-sonora di Nemola, abbinata alle icone e ai colori dei quadri di Benetti, renda possibile, in chiave attuale e assolutamente contemporanea, il ritorno a quella sensorialità primigenia e originaria predicata oltre quarant’anni fa da Mcluhan il quale, con le nozioni di “spazio visivo” e “spazio acustico” (The Medium is the Message, 1967), aveva teorizzato il ritorno dell’uomo ad una struttura sensoriale primordiale, piena di emozioni e di facoltà sinestetiche proprio grazie alla diffusione dei media elettronici”. “Colori e suoni delle origini” nasce dalla ricerca creativa di Benetti e Nemola, che, attraverso l’unione di due mezzi espressivi quali pittura e musica, riescono a creare un progetto di “arte acustica”. I due artisti creano un ponte ideale tra le origini dell’uomo e la contemporaneità, tra le forme antiche ed essenziali di espressione e le odierne esemplificazioni dei sistemi digitali di comunicazione di massa utilizzando i due sensi per eccellenza dei due periodi: udito e vista. La mostra si compone di trenta opere di pittura neorupestre di Andrea Benetti e della performance musicale/vocale composta ed eseguita appositamente per le tele dell’artista dal musicista Frank Nemola. Il live della performance, della durata di una ventina di minuti, sarà eseguito durante l’inaugurazione e fungerà da accompagnamento sonoro e parte integrante del progetto espositivo durante tutto il periodo di apertura della mostra. L’ultima collaborazione tra Andrea Benetti e Frank Nemola, musicista che da sempre svolge un’intensa e colta ricerca sulla musica e sulla sua traduzione scenica, studiando la sonorità delle origini unite ai rumori e suoni elettronici, risale al settembre 2011, anno in cui i due artisti presentarono un progetto di enorme successo all’interno delle Grotte di Castellana. Il progetto a cura del Prof. Massimo Guastella, per la sua innovazione è rientrato nel programma universitario di Storia dell’Arte dell’Università di Lecce. Andrea Benetti, che da molti anni esprime col favore di critica e pubblico le proprie idee e la propria pittura nell’ambito dell’arte contemporanea, presenterà la sua ricerca sulle qualità simboliche e astratte della pittura neorupestre. Nei suoi quadri, trattati spesso in modo da simbolizzare al massimo la vicinanza ai dipinti delle caverne preistoriche, ma elaboranti e raggianti di colori ad olio, si ritrovano forme ed oggetti che riportano ad un passato antico, oltre che ad un futuro ipertecnologico. Benetti ha esposto in molti luoghi di grande prestigio ed è presente con le proprie opere all´interno di importanti Musei e Collezioni Internazionali (Onu, Vaticano, Quirinale, Camera dei Deputati, ecc.). La mostra “Colori e suoni delle origini” gode del Patrocinio della Regione Emilia Romagna, della Provincia e del Comune di Bologna. Informazioni Utili: Sede espositiva: Palazzo d’Accursio, Sala Ercole Piazza Maggiore 6, Bologna Periodo di apertura: 13 - 30 aprile 2013 Orari di apertura (entrata gratis): tutti i giorni aperto dalle 10:00 alle 14:00 e dalle 15:30 alle 19:30 tranne domenica aperto dalle 10:00 alle 14:00 e dalle 15:00 alle 19:00 Info: Tel. +39 338.9290128 - http://www.Andreabenetti.comhttp://www.Andreabenetti-foundation.org    
   
   
ROMA (SCUDERIE DEL QUIRINALE): MOSTRA MONOGRAFICA "LA GRANDE PRIMAVERA ROMANA DI TIZIANO" - FINO AL 16 GIUGNO - PROPOSTE DELL´HOTEL QUIRINALE  
 
Roma dedica l’apertura primaverile delle Scuderie del Quirinale a Tiziano: dal 5 marzo al 16 giugno 2013 il museo ospita una grande mostra monografica, un percorso all’interno della rivoluzione pittorica moderna di cui il maestro è testimonianza finale e altissima. Artista innovatore e poliedrico, fu autore del rinnovamento della pittura del Rinascimento usando la forza espressiva del colore materico, sensibile agli effetti della luce. La mostra ripercorre per la prima volta i sessant’anni dell’evoluzione pittorica di uno dei maestri della storia dell’arte del pieno Cinquecento, alle origini della pittura moderna. 47 dipinti: dal Concerto e la Bella di Palazzo Pitti, a la Flora degli Uffizi, la Pala Gozzi di Ancona, la Danae di Capodimonte, il Carlo V con il cane e l´Autoritratto del Prado o lo Scorticamento di Marsia di Kromeri: sono solo alcune delle opere più conosciute di Tiziano (Pieve di Cadore 1485 circa - Venezia 1576) che saranno esposte alle Scuderie del Quirinale. Visitando la mostra sarà possibile ripercorrere i tratti salienti dell´inarrestabile ascesa del grande artista italiano: dagli esordi veneziani in seno alle botteghe di Giovanni Bellini e Giorgione all´autonomia acquisita con le grandi tele per i dogi, gli Este e i Della Rovere fino ad arrivare alle committenze imperiali di Carlo V e di Filippo Ii. Decennio per decennio, l´intera carriera di Tiziano sarà rappresentata sottolineando il magistrale senso del colore e l´evoluzione di una pennellata capace di travalicare i limiti dell´immaginario pittorico. Una mostra concepita per concludere idealmente l´ampio progetto di rilettura della pittura veneziana e di riflessione sul ruolo cardine che essa avuto nel rinnovamento della cultura italiana ed europea. L´eccezionalità di Tiziano era nell’essere capace di accordare "la grandezza e terribilità di Michel Agnolo, la piacevolezza e venustà di Raffaello, et il colorito proprio della Natura", secondo l´immagine del poligrafo contemporaneo Ludovico Dolce, suo grande estimatore. La mostra si aggiunge ai molteplici motivi per i quali visitare Roma in primavera. --- L’hotel Quirinale, un pezzo di storia urbanistica della Capitale, è il punto di partenza ideale per raggiungere a piedi la mostra e le numerose attrattive dei dintorni: monumenti, negozi, brunch, aperitivi. L’hotel Quirinale rievoca le atmosfere molto speciali di un albergo di charme che ha saputo conservare parte del suo splendore originale di antico palazzo della fine del Xix secolo. A due passi dalla Stazione Termini e dalla celebre Piazza di Spagna, questa struttura offre ai suoi ospiti un’atmosfera senza tempo: le zone comuni sembrano veri e propri musei, arredate con mobili d´epoca e decorate con dipinti ad olio originali che testimoniano la storia dell´edificio e gli conferiscono una calorosa ed incantevole atmosfera. Le 210 camere e suite dell´Hotel Quirinale vantano alti soffitti e presentano una decorazione in stile Impero in tono crema. Pur trovandosi in centro, l’Hotel Quirinale è un´autentica oasi di pace e tranquillità: all’interno della struttura si trova un rigoglioso giardino privato. Il Ristorante Rossini propone, sotto la regia dello Chef Diego Colladon, deliziosi piatti regionali e nazionali a base di prodotti di stagione in magnifici saloni, impreziositi da specchi con cornici dorate e splendidi lampadari o nella bella stagione all´ombra del giardino. Prezzo della camera doppia all’Hotel Quirinale dal mese di marzo: a partire da Euro 134,00 per camera a notte, piccola colazione e 10% Iva inclusi. Tassa di soggiorno di Euro 3,00 per persona per notte non inclusa nel costo del pacchetto. Info: Hotel Quirinale – Via Nazionale 7, 00184, Roma - Tel. 06/4707 – Fax 06/4820099 - info@hotelquirinale.It  - www.Hotelquirinale.it    
   
   
REGGIO EMILIA ( CHIOSTRI DI SAN DOMENICO): 90 ARTISTI PER UNA BANDIERA - PER IL NUOVO OSPEDALE DELLA DONNA E DEL BAMBINO - 17 MARZO/25 APRILE 2013  
 
Un grande progetto d’arte e una straordinaria operazione di solidarietà sono in programma ai Chiostri di San Domenico di Reggio Emilia, dal 17 marzo al 25 aprile 2013. Si tratta della mostra Novanta Artisti Per Una Bandiera, promossa dall’Associazione “Curare Onlus” presieduta da Deanna Ferretti Veroni. L’iniziativa, oltre a presentare le opere di novanta artisti contemporanei, italiani e internazionali, che si sono confrontati sul tema della bandiera italiana, racchiude un obiettivo dagli alti valori umanitari: costruire a Reggio Emilia un Ospedale della Donna e del Bambino. Non è un caso che l’esposizione si apra il 17 marzo, in quanto nello stesso giorno del 1861, si decretò l’unificazione dell’Italia, proclamando il Regno d’Italia. Da quest’anno, il 17 marzo verrà celebrato come festa nazionale. I 90 artisti coinvolti non hanno genericamente donato una loro opera a beneficio dell’iniziativa, ma si sono impegnati per realizzarne una partendo da una particolare bandiera, loro consegnata, scelta tra quelle che nel 2011, nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, furono esposte a Reggio Emilia, Città del Tricolore. Si tratta delle bandiere legate al sorgere dell’idea dell’Unità d’Italia: il tricolore adottato il 7 gennaio 1797 proprio a Reggio Emilia; quelle dell’età giacobina e napoleonica; le bandiere dei moti e delle insurrezioni popolari durante il Risorgimento; quelle degli stati preunitari; le bandiere dell’Unità e del Regno d’Italia; le varie versioni di bandiera adottate della Repubblica, per finire con quelle utilizzate, anche di recente, per obiettivi di grande valore sociale ed etico. Diverse sono state le modalità di creazione delle opere: alcuni artisti sono intervenuti sulla bandiera stessa o su una sua parte; altri ne hanno utilizzato frammenti per inserirli, attraverso il collage, nei loro lavori; altri ancora ne hanno creata una del tutto autonoma: la bandiera loro assegnata è diventata fonte diretta di ispirazione per i riferimenti di colori, scritte e forme disegnate. L’intero progetto, dal coinvolgimento degli artisti, alla realizzazione della mostra e del catalogo che lo accompagna, è stato curato da Sandro Parmiggiani, critico e storico dell’arte, già direttore di Palazzo Magnani a Reggio Emilia. L’esposizione è promossa dall’Associazione Curare Onlus in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia, che ha donato le bandiere consegnate agli artisti e sosterrà l’esposizione ai Chiostri di San Domenico, e si avvale del patrocinio di Regione Emilia Romagna e della Provincia di Reggio Emilia Le bandiere “adottate” dagli artisti sono quelle che furono esposte per un anno nelle vie della città all’interno della rassegna “Le strade della Bandiera”, inaugurata dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 7 gennaio 2011 nell’ambito delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e realizzata in collaborazione con l´Unità tecnica di Missione per le Celebrazioni del 150° Anniversario dell´Unità nazionale, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana e l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia. Dopo Reggio Emilia, l’obiettivo è di portare la mostra in altre città italiane, così che essa diventi emblematicamente il messaggero per il progetto dell’Ospedale della Donna e del Bambino e della nostra bandiera, simbolo dell’Unità d’Italia. Successivamente, le opere saranno cedute con l’obiettivo tuttavia di preservare l’integrità della rassegna e farne possibilmente una sorta di raccolta permanente. Nel catalogo verranno riprodotte tutte le opere realizzate dai singoli artisti, i loro profili biografici e le bandiere, già esposte per il 150esimo, con le relative descrizioni storiche. --- Elenco artisti: Valerio Adami, Luca Alinari, Pat Andrea, Alberto Andreis, Assadour, Roberto Barni, Davide Benati, Gabriella Benedini, Domenico Bianchi, Alfonso Borghi, Danilo Bucchi, Enzo Cacciola, Giovanni Campus, Arturo Carmassi, Eugenio Carmi, Tommaso Cascella, Roberto Casiraghi, Bruno Ceccobelli, Bruno Chersicla, Andrea Chiesi, Pier Giorgio Colombara, Angelo Davoli, Sandro De Alexandris, Giuliano Della Casa, Enrico Della Torre, Lucio Del Pezzo, Fausto De Nisco, Marco Ferri, Ennio Finzi, Giosetta Fioroni, Laura Fiume, Attilio Forgioli, Antonio Freiles, Omar Galliani, Alessandro Gamba, Marco Gastini, Giorgio Griffa, Marco Grimaldi, Franco Guerzoni, Mutsuo Hirano, Paolo Iacchetti, Marino Iotti, Emilio Isgrò, Thomas Lange, Riccardo Licata, Claudia Losi, Luigi Mainolfi, Elio Marchegiani, Mirco Marchelli, Umberto Mariani, Antonio Marras, Carlo Mastronardi, Iler Melioli, Giovanni Menada, Nino Migliori, Elisa Montessori, Pietro Mussini, Hidetoshi Nagasawa, Carlo Nangeroni, Giulia Napoleone, Ugo Nespolo, Gianfranco Notargiacomo, Nunzio, Claudio Olivieri, Tullio Pericoli, Lucia Pescador, Oscar Piattella, Pino Pinelli, Graziano Pompili, Concetto Pozzati, Mario Raciti, Bruno Raspanti, Jacopo Ricciardi, Leonardo Rosa, Ruggero Savinio, Antonio Seguí, Giovanni Sesia, Medhat Shafik, Tetsuro Shimizu, Aldo Spoldi, Mauro Staccioli, Tino Stefanoni, Guido Strazza, Ilario Tamassia, Nani Tedeschi, Wainer Vaccari, Valentino Vago, Walter Valentini, Paolo Valle, Vladimir Veličković, Wal, William Xerra, Gianfranco Zappettini. Info: Novanta Artisti Per Una Bandiera. Una mostra per il nuovo ospedale della Donna e del Bambino a Reggio Emilia - Reggio Emilia, Chiostri di san Domenico (via Dante Alighieri 11) - 17 marzo/25 aprile 2013 - sabato, domenica e festivi, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 - Ingresso libero - tel. 0522.456477 - Catalogo 20 Euro  
   
   
ROMA (INTERAZIONI ART GALLERY, PIAZZA MATTEI 14): MOSTRA METROPOLIS - PERSONALE DINO DI BONITO A CURA DI STEFANIA VALENTE - INAUGURAZIONE 6 MARZO 2013 - FINO AL 23 MARZO 2013  
 
Simbolo da sempre della modernità, le grandi metropoli, animate da un’intensa vita sociale e culturale, in certi momenti si trasformano in gigantesche gabbie di cemento in cui ci si sente soli, avendo comunque intorno molte persone. Dino Di Bonito espone, dal 6 al 23 marzo 2013 presso la Interazioni Art Gallery, un ciclo di dipinti che traducono in immagini per lo più questo stato d’animo che si avverte a volte - camminando in strada, tra la folla, nel traffico, facendo la fila davanti a un teatro - quando, improvvisamente ci si estranea dalla realtà e si rivolge l’attenzione all’interno di se stessi. La mostra, Metropolis, a cura di Stefania Valente, propone sei “visioni urbane” di grande formato, dominate da ricorrenti elementi verticali, in cui si muove una moltitudine anonima e silenziosa: uomini e donne che camminano come dei fantasmi, ignorandosi a vicenda, in una dimensione che appare quasi onirica. Lavori mai esposti al pubblico, concepiti con coerenza concettuale da Di Bonito che, cresciuto in un contesto provinciale e tranquillo, si è trasferito prima a Napoli e poi a Roma ed ha quindi sperimentato di persona le inquietudini che nascono in un mondo metropolitano sempre più globalizzato. Ogni tela di questa serie - che ha come titolo il nome di una grande metropoli – affronta le tematiche esistenziali tipiche di una società post-moderna come l’incomunicabilità, l’angoscia, la solitudine (le stesse in fondo dell’Espressionismo degli esordi con cui l’artista ha del resto molti punti di contatto) con un stile immediato e istintivo, fortemente contaminato, che riassume in sé diverse correnti, dal Divisionismo e Futurismo alla Scuola romana. Dino Di Bonito, inizialmente interessato a una ricerca figurativa che strizzava l’occhio alla tradizionale veduta urbana, prende successivamente una direzione opposta, che sconfina verso l’astrazione. Pur partendo sempre dal dato oggettivo – il panorama urbano - in questa seconda fase artistica produce lavori utilizzando una tecnica personale, dipingendo di getto coi colori direttamente sulla tela, prassi artistica simile a quella dell’Action painting, in cui è il lato inconscio, irrazionale, a dettare all’artista il contenuto dell’opera. --- Amante delle arti e della cultura, Dino Di Bonito - avvocato, pittore, musicista - sin da giovane si appassiona all’arte frequentando l’atelier dello zio pittore. Durante gli anni della formazione, mentre frequenta il liceo classico e si dedica allo studio del pianoforte presso il Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli, apprende da autodidatta i rudimenti dell’arte e inizia a produrre i suoi primi dipinti. Nonostante le forti inclinazioni artistiche, dopo la licenza liceale procede in tutt’altra direzione. Si laurea in legge e successivamente intraprende la carriera forense. Tuttavia, non mette mai da parte l’espressione artistica. Nel corso del tempo continua a dipingere in un contesto ideale, ispirato anche dalla bellezza della natura circostante: il suo studio di Pozzuoli con vista sul mare. Nato a Pozzuoli, vive e lavora tra Roma e Napoli. Info: Interazioni Art Gallery - Piazza Mattei 14, Roma - tel 0668892751 - interazioniartgallery@gmail.Com  - www.Interazioniartgallery.com