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MARTEDì

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Notiziario Marketpress di Martedì 11 Maggio 2004
Pagina7-PolEst
REGOLE FONDAMENTALI PER LA BANCA MONDIALE DI DESMOND TUTU E JODY WILLIAMS  
 
International Herald Tribune 22/4/2004
Regole fondamentali per la Banca Mondiale di Desmond Tutu e Jody Williams
"I ricchi della terra dovrebbero aiutare i poveri"
Whashington
Che siano alcuni tra i più ricchi paesi al mondo,almeno sulla carta, a subire i più alti tassi di povertà, malattia, corruzione, conflitti violenti e violazione dei diritti umani, è una crudele ironia. Paradossalmente, le loro ricchezze in risorse naturali, quali petrolio,gas naturale, oro, diamanti e rame, hanno contribuito ad alimentare molti loro problemi. Gli economisti definiscono il fenomeno la "maledizione delle risorse", o anche il "paradosso dell'abbondanza"e hanno combattuto per anni per riuscire a trovare soluzioni. Oggi,dopo moliti studi ed analisi la Banca Mondiale, l'istituzione più importante al mondo per la riduzione della povertà, é quella ad avere forse l'opportunità migliore in assoluto di aiutare i paesi poveri ad uscire da questa trappola.Ma, perchè ciò avvenga, il collegio dei direttori e il suo presidente James Wolfensohn, devono esercitare la leadership necessaria affinchè i ricchi della terra aiutino i poveri del mondo.Alcuni paesi sono stati capaci di trasformare la loro naturale ricchezza in migliore standard di vita per i loro cittadini.Ma ciò non è accaduto nella stragrande maggioranza dei casi.Il denaro prodotto con le risorse naturali ha contribuito al perpetrarsi di guerre civili, come in Sierra Leone e Angola, o è stato dissipato da funzionari statali corrotti, forse il caso più spettacolare è quello della Nigeria,che negli anni '90, durante la dittatura di Sani Abachi, ha perso circa 4 bilioni di dollari in riserve dello stato, il 90% dei quali, derivati dal petrolio. Aggiungasi che la dispersione di petrolio e prodotti chimici tossici, impiegati nell'industria mineraria, come il cianide, possono causare nelle zone minerarie e delle installazioni petrolifere, danni gravi alle comunità povere, la cui sopravvivenza dipende da pesca e agricoltura.Tali comunità raramente beneficiano di un qualche minimo vantaggio derivante da queste operazioni. La mancanza di trasparenza nella gestione dei profitti dell'industria petrolifera e mineraria, rende più difficile la lotta alla corruzione.La Banca Mondiale ha giocato un ruolo centrale nell'apertura delle economie dei paesi poveri all'investimento estero di compagnie petrolifere e minerarie. La teoria della banca si basava sul presupposto che questo tipo di investimento avrebbe prodotto il denaro, di cui necessitavano i paesi poveri, per uscire dalla povertà. La realtà si è rivelata molto diversa.Secondo vari studi, e tra questi, alcuni della Banca stessa, i paesi poveri, che dipendono da risorse petrolifere ed estrattive, crescono attualmente in maniera più lenta di quelli che invece non dipendono da esse.Inoltre hanno un tasso inferiore di educazione e più alti tassi di malnutrizione oltre ad una tendenza molto maggiore al conflitto violento. A onor del vero, tali problematiche furono individuate dalla Banca Mondiale alcuni anni fa. Spinta dalle organizzazioni ambientali e in favore dei diritti umani, la Banca ha iniziato nel 2000 una più importante revisione delle sue politiche riguardanti i progetti petroliferi ed estrattivi. La revisione fatta da Emil Salim, ex ministro indonesiano per l'ambiente, ha dato vita ad un ampio scenario di raccomandazioni inerenti alle modalità procedurali della Banca in tali settori. Compreso il fare di più per la protezione dei diritti umani, e l'esigere dalle compagnie petrolifere ed estrattive il consenso delle comunità locali prima dell'inizio delle operazioni per evitare investimenti in zone di conflitto. Sono raccomandazioni ragionevoli e necessarie se la Banca vuol migliorare la riuscita dei suoi investimenti.Tali cambiamenti hanno il pieno sostegno di una varietà di interessi:di leader religiosi, di aziende di energia alternativa, di aziende d'investimento socialmente responsabili, di organizzazioni non governative, quali Oxfan e Worldlife Fund, così come di organizzazioni locali in tutto il mondo. Se implementate, queste riforme politiche, potrebbero cambiare enormemente le modalità con cui la Banca opera nel settore petrolifero ed estrattivo e potrebbe migliorare significativamente le opportunità con cui tale ricchezza naturale potrebbe essere utile alle nazioni povere. Per superare tutta via l'inerzia della burocrazia bancaria, che ha neutralizzato precedenti sforzi di riforma,Wolfensohn e gli azionisti della Banca Mondiale, ora devono fare dei passi per assicurare l'adozione delle raccomandazioni fatte. Oggi è tempo di fare.I più poveri del mondo, che subiscono l'impatto negativo di quelle industrie industrie, che negano loro i benefici che invece dovrebbero portare, non possono più aspettare.