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Notiziario Marketpress di Martedì 08 Giugno 2004
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CONSOB: INCONTRO ANNUALE CON IL MERCATO FINANZIARIO TUTTO IL DISCORSO DEL PRESIDENTE LAMBERTO CARDIA  
 
Milano, 8 Giugno 2004 – Di seguito il discorso di Lamberto Cardia, presidente Consob tenuto ieri a Borsa Italiana: “ Signor Ministro dell'Economia e delle Finanze, Autorità, Signore e Signori, la Commissione è grata alla Borsa Italiana per l'ospitalità offerta in questa sala, splendidamente rinnovata, che evoca molti ricordi della storia dei nostri mercati. Nel giugno scorso il Prof. Luigi Spaventa ha lasciato l'incarico di Presidente della Consob ed è tornato all'insegnamento universitario. L'istituto gli esprime gratitudine per l'impegno e per il contributo di competenza e di idee che egli ha offerto e per la sua apprezzata presenza nelle sedi internazionali, che ha avuto significativi riconoscimenti e ha reso più facile il lavoro che, con intensità sempre crescente, la Consob svolge in tale ambito. Il Prof. Filippo Cavazzuti, a fine ottobre, ha anticipato il termine del suo mandato e ha ripreso il suo magistero presso l'Università di Bologna. Il suo impegno e la sua competenza sono stati un prezioso ausilio alla Commissione. Anche a lui la Consob deve gratitudine. L'avv. Paolo Di Benedetto, nominato Commissario dal giugno scorso, apporta alla Consob doti di esperienza e competenza. La Commissione da novembre scorso opera in composizione incompleta, in attesa della nomina del previsto quinto Commissario. La presenza della Consob in Milanò si consoliderà presto in una nuova sede. I lavori di ristrutturazione di Palazzo Carmagnola in via Broletto, ottenuto in concessione d'uso dal Comune, saranno completati a fine 2004 o, al più tardi, nei primi mesi del 2005, dopo un rallentamento dovuto al rinvenimento di alcuni reperti archeologici. Le crisi societarie e la fiducia nei mercati 1. Le crisi che hanno coinvolto emittenti e intermediari nel corso del 2003, per la dimensione delle attività e degli interessi compromessi e per la gravità delle patologie manifestate, hanno colpito profondamente il mercato finanziario italiano. Le crisi societarie rappresentano un elemento endogeno al funzionamento delle economie di mercato; esse possono incrinare la fiducia degli operatori quando riflettono carenze strutturali nel prevenire e nell'individuare con tempestività i comportamenti, talora fraudolenti, che ne sono l'origine. L'anno 2003 è stato caratterizzato dalla concomitanza di varie situazioni rilevanti per la tutela del risparmio; sono emersi problemi riguardanti la trasparenza della gestione di gruppi quotati e i rapporti dei risparmiatori con gli intermediari. Dopo gli eventi costituiti dalla negoziazione di titoli argentini e di prodotti finanziari strutturati in modo potenzialmente fuorviante le scelte d'investimento, con il caso Cirio è stato coinvolto, per la prima volta nel sistema italiano, il mercato delle obbligazioni societarie. In questa situazione di tensione è intervenuto lo scandalo che ha riguardato il gruppo Parmalat. Esso ha assunto una rilevanza sistemica per il suo significato, anche simbolico, nell'evidenziare le debolezze dei controlli interni e di revisione contabile sugli emittenti quotati, nonché nel determinare rilevanti conseguenze sui mercati finanziari. Anche in questo caso, come per altre società minori entrate in crisi tra cui Giacomelli, l'ampia diffusione di obbligazioni societarie tra il pubblico ha evidenziato carenze nel rapporto tra investitori e intermediari. La natura pervasiva dei fenomeni di crisi favorisce un clima di incertezza e di sfiducia e può avere effetti negativi nel medio-lungo periodo sullo sviluppo dei mercati e sul finanziamento delle imprese; aumenta il timore e forse anche il rischio che fenomeni analoghi possano ripetersi. Il 7 ottobre scorso segnalai in Parlamento il diffondersi di un clima di sfiducia e l'esigenza di tempestivi interventi a favore di quella parte dei risparmiatori che potevano essere considerati "danneggiati incolpevoli". Tale intervento, che suscitò varie e contrapposte valutazioni e non determinò nell'immediato il prodursi di effetti attuativi, era motivato dalla consapevolezza che le vicende avvenute, in particolare il default delle obbligazioni Cirio, stavano scuotendo la fiducia del mercato e andavano progressivamente assumendo vasta risonanza internazionale. A tale consapevolezza si aggiungeva la considerazione che una prolungata crisi di fiducia avrebbe potuto aumentare il costo del capitale e ridurre la disponibilità di credito; essa avrebbe anche potuto comprimere ulteriormente la già ridotta propensione delle imprese italiane a ricorrere al mercato dei capitali, rendendo più difficile il finanziamento di percorsi di crescita. Il 31 ottobre, in occasione della giornata del risparmio, l'argomento fu ripreso. Successivamente, il sistema bancario ha avviato, con modalità e secondo valutazioni proprie, varie forme di ristoro dei risparmiatori. In quel periodo, peraltro, non aveva ancora fatto irruzione nei mercati la vicenda Parmalat, la cui deflagrazione nel mese di dicembre - sostanzialmente determinata dall'incalzare dell'attività di vigilanza della Consob, resa più pressante per effetto della vicenda Cirio - avrebbe gravemente colpito il sistema. Tale vicenda, che assunse quasi da subito i connotati di una frode internazionale, ha chiamato tutti a interrogarsi sulla efficacia della normativa esistente e sulla validità del comune e del singolo operare, nonché sulla capacità di impedire il ripetersi di vicende dannose, in particolare per i risparmiatori, apparsi l'anello più debole. 2. I problemi emersi, pur nella loro inaspettata sequenza e rilevanza, non sono comunque limitati al mercato italiano. In tutti i principali mercati si sono manifestati fenomeni di crisi: Enron e Worldcom sono gli esempi più eclatanti; essi sono emblematici di una difficoltà dei sistemi normativi e di funzionamento dei mercati a ben governare i comportamenti degli emittenti e i meccanismi di intermediazione. Le difficoltà hanno coinvolto i diversi modelli di governo societario e i diversi modelli di sistema finanziario, che caratterizzano le varie combinazioni tra intermediari e mercati nell'allocazione del risparmio. Il problema che tutti i sistemi si sono trovati e si trovano ad affrontare è quello del possibile fallimento, soprattutto in presenza di fenomeni fraudolenti, delle funzioni di filtro, verifica e valutazione delle informazioni svolte da una pluralità di soggetti, taluni dei quali operanti in una dimensione internazionale. I compiti di queste categorie di soggetti sono infatti tra loro complementari e non alternativi; ognuno di essi dispone di un'informativa parziale e il suo agire dipende in qualche misura dalla qualità delle funzioni esercitate dagli altri. Si opera in un sistema integrato di controlli tendenzialmente finalizzato a favorire l'emergere di segnali di allerta e a rendere quantomeno più difficili fenomeni collusivi. La complementarità però può anche favorire il contagio del "fallimento" di una o più funzioni all'intero sistema; soprattutto se il "fallimento" ha origine in ambiti fondamentali quali il consiglio di amministrazione, il collegio sindacale e/o la società di revisione contabile. Quando vengono a mancare segnali di allerta di attività fraudolente, che le forme di controllo endogene al sistema sono chiamate a produrre, anche l'attività degli organismi pubblici di vigilanza può risultare inefficace. I problemi emersi dalle crisi 3. I problemi emersi hanno interessato due aree vitali per la fiducia del mercato: - la qualità dell'informazione societaria e l'efficacia dei relativi meccanismi di controllo, interni ed esterni alla società; - la correttezza dei rapporti tra risparmiatori e intermediari nell'ambito della molteplicità di ruoli svolti dagli intermediari finanziari. La rilevanza di questi aspetti è stata, almeno parzialmente, diversa nei singoli casi, anche se essi presentano elementi di complementarità. Nel caso Parmalat è stata preponderante la falsificazione dell'informazione societaria, che ha nascosto per molti anni la reale situazione della società. Nel caso Cirio, invece, gli elementi critici della situazione finanziaria sono stati gradualmente resi noti, anche per -le progressive pressioni della Consob. Nonostante ciò, si è verificata una ampia diffusione presso il pubblico di titoli obbligazionari senza la necessaria, esaustiva e tempestiva informazione sulle loro caratteristiche di rischiosità nella fase della negoziazione. Diverso è stato anche il contesto geografico nel quale sono maturati i vari eventi. La vicenda Parmalat ha visto un coinvolgimento particolarmente accentuato di soggetti operanti su scala internazionale. La sua dimensione, dovuta anche alla estesa ramificazione territoriale delle attività industriali e finanziarie del gruppo in oltre 30 paesi, ha reso, più difficile individuare i segnali della crisi e indirizzare le attività di indagine. La maggiore esposizione internazionale del gruppo non ha contribuito a facilitare le verifiche e i controlli operati dal mercato. Soggetti coinvolti, in particolare alcune banche internazionali, sembra abbiano svolto un ruolo non irrilevante nella creazione di alcune strutture societarie critiche e nella realizzazione di operazioni che, di per sé legittime, hanno contribuito a impedire o a ritardare l'emergere di segnali di allarme nel mercato. Minore è stata invece la rilevanza della dimensione internazionale negli altri casi, anche se in gran parte dei gruppi coinvolti la presenza di società, a volte mere scatole finanziarie, domiciliate in paesi esteri, spesso paradisi fiscali o legali, ha concorso a ridurre la necessaria trasparenza informativa. 4. I fenomeni descritti hanno comportato una maggiore opacità strutturale delle imprese e hanno enfatizzato l'importanza del ruolo dei controlli interni. Le principali criticità venute alla luce riguardano proprio questa area. È anche apparsa evidente una ripetuta violazione delle regole di condotta da parte degli organi sociali e dei soggetti a cui compete la revisione contabile e la certificazione, tale da risultare, in ipotesi, anche di ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza delle pubbliche Autorità. Pure l'informazione societaria di tipo "derivato" — fornita cioè dal mercato tramite la produzione di studi e l'emissione di giudizi di rating — non ha contribuito in positivo a segnalare ipotesi di gravi anomalie né a fare individuare possibili illeciti o irregolarità. In alcuni casi, come ad esempio per Cirio, tale funzione è venuta a mancare per la scarsa o inesistente "copertura" della società o del gruppo quotato da parte di società di rating ovvero di studi. In altri casi, in particolare nella vicenda Parmalat, la società o il gruppo erano oggetto di vasta copertura, ma gli studi o il rating non sono stati capaci di segnalare o anticipare in qualche modo la emersione della crisi. 5. Profili critici sono emersi in relazione all'evoluzione del ruolo delle banche, che hanno esteso sempre più la propria attività ai servizi di investimento, mantenendo una forte centralità nei meccanismi di allocazione del risparmio. Anche i sistemi di finanziamento delle imprese hanno visto un graduale spostamento dal credito bancario verso forme di finanziamento orientate al mercato. Ha inciso in questa evoluzione l'accresciuta sensibilità delle banche alla valutazione del merito creditizio delle imprese finanziate e all'assunzione di rischi in proprio. Nell'ambito di questa evoluzione si inquadra il recente e intenso sviluppo delle operazioni di cartolarizzazione dei crediti. Il fenomeno rende meno chiara la linea di demarcazione fra banche e altri intermediari; alcuni rischi, che in passato erano sopportati esclusivamente dalle banche, sono incorporati in strur,enti finanziari e riallocati presso altri intermediari finanziari, presso investitori istituzionali e, in taluni casi, anche presso investitori non professionali. Parallelamente, è mutata la composizione della ricchezza delle famiglie con un aumento della loro esposizione al rischio. In tale contesto, le banche non sono più solo debitrici delle famiglie e creditrici delle imprese ma collegano direttamente le une alle altre; forniscono alle prime servizi di negoziazione e gestione, alle seconde servizi di collocamento e di consulenza. Effetto di tale cambiamento è che il risparmiatore non gode più, come nel caso del deposito bancario, della garanzia di restituzione del capitale, ma assume in proprio il rischio dell'investimento. Acquista perciò particolare rilievo l'informazione che il sistema deve fornire all'investitore sui soggetti che lo stesso finanzia. È soprattutto a questo proposito che la banca è chiamata a svolgere, nell'interesse del cliente, così come la legge esige, il proprio compito di intermediario professionale. In questo modo i rischi maggiori dell'attività di intermediazione si spostano da quelli patrimoniali a quelli legali e reputazionali. La necessità di adeguare la capacità degli intermediari di fronteggiare il nuovo ruolo assunto è enfatizzata dalla diffusa presenza di molteplici e differenziati interessi: le banche finanziano le imprese, prestano consulenza per le emissioni, collocano e negoziano i titoli, li acquistano e li vendono come gestori, effettuano studi per consigliarne l'acquisto o la vendita ai propri clienti e al mercato. I potenziali conflitti tra i diversi interessi possono portare gli intermediari a incentivare collocamenti obbligazionari da parte di società o gruppi nei confronti dei quali non ritengano di incrementare la propria esposizione.. 6. Un ulteriore profilo problematico trae origine da una lacuna del sistema normativo, su cui si è innestato il comportamento non conforme dei soggetti interessati. La diffusione al pubblico di prodotti complessi di matrice bancaria, frutto della combinazione di diversi strumenti finanziari, ha potuto godere dell'esenzione dagli obblighi di redazione e pubblicazione del prospetto informativo riservata ai prodotti finanziari emessi dalle banche. Un'esenzione che, pur in presenza di un esplicito e motivato diverso avviso espresso dalla Consob in occasione dei lavori preparatori per la stesura del Testo Unico della Finanza, è stata estesa dallo stesso Testo Unico ben oltre i confini della legislazione precedente, che la limitava ai titoli emessi dalle banche nell'ambito della propria attività di raccolta del risparmio per l'esercizio del credito. Anche in questi casi il ruolo dei controlli interni si è dimostrato poco incisivo e non adeguatamente sensibile alla specificità dei problemi connessi con l'ambito dell'intermediazione mobiliare. Le circostanze complessivamente emerse postulano l'esigenza di decisi interventi volti a incentivare, a tutti i livelli, l'adozione di standard di correttezza e trasparenza nella prestazione dei servizi di investimento e un rinnovato, consapevole approccio culturale allo svolgimento di tale delicata e preziosa attività. Le prassi virtuose non possono essere solo il frutto di prescrizioni normative. Occorrono soprattutto un'adesione convinta ai valori etici di mercato e una piena consapevolezza che il mantenimento della fiducia dei risparmiatori è mezzo essenziale di continuità e di sviluppo dell'attività degli intermediari. Il compito dell'Autorità di vigilanza 7. In presenza di crisi societarie delle dimensioni e gravità di quelle che hanno coinvolto il mercato italiano nell'ultimo anno emerge una esigenza di tutela del mercato che eccede il livello fisiologico delle aspettative riposte nel sistema di regolamentazione e di vigilanza. Spingono in questa direzione il numero di risparmiatori coinvolti nelle crisi, l'entità degli investimenti compromessi, l'estensione e la profondità delle insufficienze venute alla luce e in particolare, ma non solo, quelle delle funzioni di controllo interne al sistema. La Consob ha cercato di rispondere alle esigenze di tutela emerse dai vari fenomeni di crisi con un impegno di carattere eccezionale, nei limiti posti dalle incompletezze dell'attuale quadro normativo di riferimento e dalla ridotta disponibilità di adeguati strumenti e risorse per la vigilanza. Per quanto riguarda la vicenda Parmalat, è il caso di ricordare che si è trattato di un fenomeno criminoso, con condotte di rilievo penale poste in essere da più soggetti in concorso tra loro, e con comportamenti che si sono sostanziati nella falsificazione di documenti, nell'occultamento di informazioni, in illeciti artifici legali e contabili, attuati non solo in Italia, ma anche (e forse soprattutto) all'estero, in un intricato reticolo globale, esteso ai paradisi fiscali e legali off‑ shore. Coerentemente con la sua missione istituzionale, gli interventi della Consob sono stati volti soprattutto a salvaguardare la trasparenza del mercato e a stimolare l'attività degli organi e delle funzioni di controllo interno e di revisione. La Consob ha gradualmente intensificato l'attività di vigilanza a partire dall'inizio del 2003, in presenza dei primi segnali di allerta, che fino a quel momento erano mancati. La pressione della Consob si è fatta più incalzante a partire dal secondo semestre 2003, anche a seguito delPanalisi dei temi connessi alle obbligazioni societarie effettuata in una riunione del Comitato Interministeriale per il Credito e il Risparmio (Cicr) in relazione alla vicenda Cirio, dalla quale era emersa l'opportunità di estendere l'esame anche al di là del singolo caso. In un crescendo di richieste formali sempre più penetranti, l'Istituto ha effettuato tra luglio e dicembre dell'anno scorso oltre 60 interventi di vigilanza, con l'obiettivo di portare alla luce la reale situazione economica, patrimoniale e finanziaria della società e del gruppo. L'esito di questo sforzo è noto e fa parte delle recenti cronache finanziarie: a metà dicembre 2003 Parmalat ha dovuto comunicare al mercato, su esplicita richiesta della Consob, che il presunto attivo di bilancio — una liquidità asserita pari a poco meno di quattro miliardi di euro — in realtà non esisteva. La constatazione della falsità dei dati contabili è stata prontamente segnalata all'Autorità Giudiziaria; ne è conseguita l'impugnazione del bilancio stesso. A partire da quel momento si è attivata una intensa e proficua collaborazione con tale Autorità, al. Cui migliore sviluppo ha anche contribuito la cooperazione internazionale subito avviata (in particolare con la Sec ); tale collaborazione sta facilitando le indagini, trattandosi di un gruppo fortemente internazionalizzato soprattutto nella gestione finanziaria. Dopo la scoperta della frode la Consob ha attivato gli accertamenti consentiti sul comportamento delle società incaricate della revisione contabile del gruppo Parmalat e su quello dei componenti del collegio sindacale. Si esprime fiducia nell'operare di tutti coloro che a vario titolo sono impegnati a fare luce sulle cause e sulle repponsabilità di un così grave dissesto e si esprime l'auspicio che coloro che operano per mantenere vitale il gruppo abbiano pieno successo. Tale successo potrebbe dare garanzia di lavoro a quanti operano nella Parmalat e speranza di recupero, almeno parziale, ai risparmiatori che nella società avevano riposto fiducia. 8. L 'attività di vigilanza svolta in relazione al caso Cirio ha portato la Consob ad effettuare ripetuti interventi nei confronti di Cirio Finanziaria Spa, nell'ambito dei controlli sulla trasparenza dell'informazione finanziaria resa al mercato, iniziati nel secondo semestre del 2000, via via intensificatisi negli anni successivi e culminati nell'impugnazione del bilancio della società. Parallelamente è stata avviata un'intensa attività di collaborazione con l'Autorità Giudiziaria, cui fin dagli inizi del 2003 è stato trasmesso e si sta tuttora provvedendo a fornire ogni elemento informativo utile alle indagini in corso. Una impegnativa attività di collaborazione con l'Autorità Giudiziaria è in corso anche con riguardo alla vendita di alcuni prodotti fmanziari complessi e delle obbligazioni argentine. Attività di vigilanza di intensità straordinaria sono state condotte sugli altri casi di crisi manifestatisi nell'anno 2003, che hanno interessato numerose società quotate di. Dimensioni medio-piccole. In alcuni specifici casi, tra i quali quelli delle società calcistiche, le difficoltà finanziarie sono risultate dipendere anche dal permanere di debolezze strutturali nella composizione reddituale e patrimoniale dell'attività. La criticità di tali debolezze non è stata affrontata in occasione della scelta, forse prematura, operata dal legislatore nel 1996 di consentire a tali società il perseguimento del fine di lucro, che ha costituito la premessa necessaria per la loro quotazione. La possibilità, concessa alle società di calcio da una legge del 2003, di adottare principi contabili specifici, ha solo dilatato i tempi dell'emergere delle difficoltà. A un consistente gruppo di emittenti quotati in situazione di potenziale rischio per la continuità aziendale, attestata dagli organi di controllo societari ovvero da segnali di evidente sofferenza patrimoniale, è stato imposto di fornire al mercato un aggiornamento mensile dell'evoluzione della situazione aziendale e del gruppo di appartenenza. La diffusa presenza nelle crisi societarie di pratiche scorrette e illecite ha comportato una intensificazione delle attività volte a individuare e a segnalare, se del caso, all'Autorità Giudiziaria i comportamenti sottostanti a tali pratiche, nonché a procedere a impugnative di bilancio. 9. I problemi emersi in seguito all'ampia diffusione al pubblico di obbligazioni emesse da società poi rivelatesi in crisi, prima tra tutte la Cirio , e di altri strumenti finanziari, come le obbligazioni argentine e altri prodotti di natura complessa, hanno comportato una intensa attività di verifica dei comportamenti degli intermediari finanziari coinvolti nelle varie fasi del processo. L'intero anno trascorso ha impegnato una parte significativa delle risorse dedicate alla vigilanza sugli intermediari nello svolgimento di verifiche ispettive sui principali intermediari bancari italiani. Tale attività ha portato alla individuazione e alla contestazione di specifiche responsabilità degli intermediari ispezionati, che hanno negoziato i titoli con la clientela non professionale. Allo stato, si è potuta rilevare una diffusa inidoneità delle procedure adottate ad assicurare una corretta informazione degli investitori rispetto alle condizioni di rischio/rendimento degli strumenti trattati, anche con riferimento alle caratteristiche del cliente e ai suoi obiettivi di investimento, nonché a individuare e segnalare al cliente i possibili conflitti di interessi derivanti dalla eventuale esposizione della banca nei confronti degli emittenti le obbligazioni negoziate con la clientela. Nei casi in cui sono state rilevate specifiche situazioni di conflitto di interessi, oltre alle carenze procedurali, sono state contestate anche infrazioni di carattere "comportamentale". I procedimenti sanzionatori sono in corso di svolgimento e si è in attesa di ricevere le deduzioni dei soggetti interessati. 10. Quanto avvenuto in un contesto internazionale sempre più attento e sensibile e la rinnovata riconosciuta esigenza di una piena tutela degli interessi dei risparmiatori sollevano problemi più generali per un efficace esercizio dell'azione di vigilanza. La tendenza alla crescita della complessità dei prodotti e dei servizi finanziari, l'importanza delle strategie finanziarie nei comportamenti degli emittenti, l'internazionalizzazione dei mercati e delle strategie, l'integrazione dei diversi comparti del mercato finanziario e le trasformazioni in atto nella struttura degli scambi e nel ruolo degli intermediari mutano progressivamente il contesto di riferimento. Tale mutamento richiede una crescente capacità da parte delle funzioni di vigilanza di interpretare i fenomeni e di anticipare, quanto più possibile, le potenziali criticità. È richiesto in particolare uno sforzo diretto ad aumentare la capacità di cogliere tempestivamente nel mercato segnali di anomalia sotto il profilo della completezza e simmetria informativa e sotto il profilo dell'integrità dei mercati e dell'offerta di servizi di intermediazione. Anche se interventi riformatori di più ampio respiro appaiono necessari, occorre comunque affinare la strategia di vigilanza e la capacità di "ascoltare il mercato". Ciò comporta un ampliamento dell'area e della tipologia dei fenomeni che devono essere posti sotto osservazione, a fronte di una maggiore possibilità di integrazione di flussi complessi e diversificati di informazioni; è così possibile la costruzione di modelli di analisi adeguati a supportare una efficace attività di vigilanza. La Consob ha già accentuato l'osservazione di alcuni fenomeni che stanno assumendo un'importanza crescente nell'influenzare il funzionamento del mercato e le valutazioni degli investitori. Per quanto riguarda i controlli sull'informazione societaria, è emersa l'esigenza di creare condizioni per un miglioramento complessivo della qualità dell'attività di revisione. La Consob , coerentemente anche con le indicazioni europee, ha individuato tra le linee di sviluppo strategiche dell'attività di vigilanza la realizzazione di controlli mirati sulle procedure interne adottate dalle società di revisione per il controllo di qualità dell'attività svolta. Ciò soprattutto con: riferimento alla verifica circa l'adeguatezza della loro struttura organizzativa rispetto all'evoluzione del portafoglio clienti. 11. Nei limiti consentiti dal Tuf è stata estesa l'azione di vigilanza ai mercati" non regolamentati, acquisendo flussi informativi tempestivi e completi. È emersa l'importanza di un monitoraggio sistematico dei mercati dei derivati sul rischio di credito: essi danno segnali sulla rischiosità di emittenti anche non quotati o privi La disponibilità di nuove informazioni faciliterà la rilevazione di anomalie e una migliore valutazione della condotta degli intermediari negoziatori; inoltre, si avranno indicazioni sulle linee di cambiamento e trasformazione del mercato finanziario e su come la regolamentazione dovrà adattarsi per registrare tali cambiamenti. Il governo societario e il ruolo delle minoranze 12. Le crisi del 2003 hanno coinvolto società i cui assetti proprietari erano caratterizzati dalla presenza di un modello di controllo familiare con elevata concentrazione proprietaria. Parmalat, Cirio e Giacomelli erano controllate da una persona fisica o da una società interamente posseduta da membri della stessa famiglia; tutte avevano una quota di flottante inferiore al 50 per cento. Tali elementi caratterizzano un numero elevato di società quotate italiane. Circa il 40 per cento delle società quotate non appartenenti ai settori bancario e assicurativo presenta analoghe caratteristiche nella tipologia degli azionisti di controllo e nell'intensità del controllo. Una elevata concentrazione proprietaria non rappresenta di per sé un fattore di debolezza del sistema di governo societario: alla minore influenza del mercato sul controllo societario corrisponde un maggior allineamento di interessi tra l'azionista di controllo, che governa là società, e gli altri azionisti. La maggiore stabilità degli assetti presenta però il rischio di una eccessiva autoreferenzialità. Occorrono, pertanto, adeguati meccanismi di controllo per evitare fenomeni di espropriazione degli azionisti di minoranza e per orientare le strategie alla creazione del valore d'impresa. A tal fine, le regole e gli istituti di governo societario devono favorire una efficace dialettica tra funzioni esecutive e funzioni di controllo nei vari organi sociali. È ancora scarso il ricorso ai poteri che la legge attribuisce alle minoranze per la tutela dei loro interessi. Contribuiscono a raggiungere questo scopo le norme, quanto più possibile chiare e di facile applicazione, le scelte delle società, sia individuali sia soprattutto sotto forma di codici di autodisciplina da attuare integralmente e non con finalità di sola immagine, nonché i comportamenti concreti degli investitori, soprattutto di quelli istituzionali. 13. Il Tuf ha inteso valorizzare i controlli endosocietari e ha fatto anche affidamento su un ruolo attivo delle minoranze azionarie. La dialettica all'interno della vita societaria è però ancora limitata; le assemblee in corso in questo periodo evidenziano peraltro incoraggianti segnali di una seppur iniziale inversione di tendenza. I sindaci eletti dalle minoranze sono assenti in circa tre quarti delle società quotate e in circa il 60 per cento delle società di maggiori dimensioni appartenenti al Mib30 e al Midex. Una causa rilevante è costituita dal livello elevato delle soglie di possesso individuate dagli statuti come necessarie per la presentazione di liste di minoranza. Appare quindi giustificata la richiesta, avanzata in recenti assemblee, di abbassare le soglie come misura per ridurre la sostanziale elusione della previsione legislativa. Meccanismi di elezione del consiglio di amministrazione che consentano la rappresentanza degli azionisti di minoranza sono presenti in poco più di un decimo delle società quotate, in applicazione delle norme sulle privatizzazioni, e solo in pochi casi per autonoma previsione statutaria. L'esperienza mostra che nelle società in cui gli azionisti di minoranza hanno eletto rappresentanti nel consiglio di amministrazione, questi hanno contribuito positivamente a garantire un governo societario efficace. Si vanno orientando in questa direzione le scelte di altre importanti società. La presenza di amministratori indipendenti è richiesta dal codice di autodisciplina delle società quotate, sulla base del principio "adeguarsi o spiegare" (comply or explain). Si riscontra una non sempre efficace trasparenza delle informazioni necessarie per comprendere e valutare l'effettiva applicazione del codice da parte delle singole società, compromettendone la funzione disciplinante. Un contributo positivo in tal senso è fornito dall'iniziativa dell'associazione delle società di capitali che sollecita e suggerisce modalità standard di rappresentazione delle informazioni. 14. È anche compito degli investitori assumere una maggiore iniziativa. La partecipazione alle assemblee societarie degli investitori istituzionali resta modesta. Nelle assemblee di approvazione dei bilanci 2002 delle società di maggiori dimensioni il tasso di presenza dei gestori di fondi italiani è stato ancora minore che nell'anno precedente. Si registrano però segnali significativi di mutamento. In recenti assemblee, i fondi italiani hanno partecipato più attivamente e l'associazione di categoria è intervenuta e ha dichiarato di voler sempre intervenire, sia pure con partecipazioni simboliche, per chiedere miglioramenti nelle pratiche di governo,societario. L'attivismo degli investitori è scoraggiato dagli spazi limitati derivanti dalla concentrazione proprietaria delle società quotate. Anche sotto questo profilo si delineano elementi evolutivi. Nel 2003 è proseguita, seppure con ritmi blandi, la tendenza emersa negli ultimi anni all'attenuazione della concentrazione proprietaria delle società quotate e all'aumento della contendibilità del loro controllo. La quota di flottante, per il complesso delle società quotate, ha raggiunto quasi il 55 per cento, valore che era stato superato solo nel 1998, quando si erano esplicati gli effetti delle politiche di privatizzazione. Agli inizi degli anni `90 tale valore era pari a circa il 40 per cento. È diminuita, soprattutto in termini di peso sulla capitalizzazione, la presenza di società controllate da un singolo azionista. Alla riduzione della concentrazione proprietaria hanno contribuito alcune operazioni di semplificazione di catene societarie all'interno di gruppi di ,grandi dimensioni, che hanno comportato una diluizione della quota di proprietà degli azionisti rilevanti. Si è attenuata la separazione tra capitale controllato e capitale posseduto dovuta alla piramide societaria che, soprattutto all'interno di alcuni gruppi, aveva raggiunto livelli molto elevati. L'evoluzione verso una maggiore diffusione proprietaria di questi ultimi anni riguarda soprattutto le società di maggiori dimensioni e quelle del settore bancario. Anche in questi casi, però, la reale apertura del controllo al mercato resta limitata dalla presenza di patti di sindacato e da vincoli di natura normativa alla contendibilità del controllo: poteri speciali e di veto in capo a soggetti pubblici sono presenti in 15 società quotate privatizzate con un peso del 30 per cento sulla capitalizzazione totale; per 32 banche, con un peso del 27 per cento, è necessaria l'autorizzazione da parte dell'Autorità di vigilanza di settore all'acquisizione di partecipazione rilevanti. L'evoluzione delle regole e della vigilanza nel contesto internazionale 15. La realizzazione del mercato unico europeo dei servizi finanziari ha ricevuto un forte impulso dalle iniziative legislative approvate tra il 2003 e i primi mesi del 2004. Sono state superate contrapposizioni che ritardavano l'armonizzazione delle regole su questioni decisive per l'integrazione dei mercati, quali le offerte pubbliche di acquisto, i servizi d'investimento e i mercati mobiliari, l'informazione societaria. Le soluzioni raggiunte, molte delle quali maturate nel corso della presidenza italiana, riflettono delicati equilibri tra esperienze e strutture di mercato profondamente diverse. Le direttive cosiddette di "nuova generazione" pongono particolare enfasi sul ruolo dell'Autorità di vigilanza e sui suoi poteri di indagine. La direttiva sugli abusi di mercato richiede che all'autorità individuata come responsabile della sua attuazione venga affidato un ruolo "attivo" nella prevenzione, nell'accertamento e nella repressione degli abusi di mercato. Essa dovrà essere dotata di adeguati poteri di indagine, di poteri inibitori atti a far cessare eventuali violazioni, nonché del potere di adottare misure cautelari quali il sequestro di beni. Si tratta di poteri dei quali le principali Autorità estere sono già dotate da tempo. Dovrà essere adeguato anche il sistema sanzionatorio, prevedendo sanzioni di natura amministrativa proporzionate, efficaci e sufficientemente dissuasive e la possibilità di ricorrere anche a "sanzioni reputazionali" e a misure di "dequalificazione" (disqualification) del soggetto che abbia violato le nonne. La direttiva sui prospetti comporterà l'abrogazione delle attuali norme del Tuf che consentono esenzioni dalla disciplina della sollecitazione all'investimento per le obbligazioni e gli altri prodotti offerti dalle banche. Particolare rilievo assume l'adozione di standard comuni in materia di controlli sulle società di revisione e di principi contabili. La Commissione ha recentemente presentato una proposta di direttiva che introduce un sistema di natura pubblica per la vigilanza sui revisori contabili e l'obbligo per le società di istituire, un Comitato di controllo interno (Audit Committee) che verifichi l'attività dei revisori e l'adeguatezza dei controlli interni e dei sistemi di gestione del rischio. Gli emittenti con titoli negoziati sui mercati regolamentati, a partire dal 2005, registreranno il passaggio "epocale" dalle regole contabili nazionali a quelle internazionali: International Accounting Standards (Ias) l International Financial Reporting Standards (Ifrs). Si tratta di misure che potranno apportare benefici al processo di armonizzazione e integrazione dei mercati. 16. La nuova direttiva in materia di mercati e intermediari comporterà vantaggi in termini di maggiore competitività e apertura dei mercati. Particolare attenzione dovrà comunque essere posta nel recepimento degli istituti che, ponendo meno vincoli alle condotte degli intermediari, possono porre problemi nella tutela degli investitori. La direttiva estende il novero dei servizi di investimento e dei servizi accessori. Introduce importanti modifiche nelle modalità di prestazione dei servizi, in relazione all'obbligo di realizzare le migliori condizioni possibili per il cliente (best execution); alla possibilità per le imprese di investimento di eseguire internamente gli ordini dei clienti (cosiddetta internalizzazione); alla previsione di norme sulla trasparenza "pre" e "post-negoziazione". L'introduzione della facoltà per l'investitore di richiedere all'intermediario la mera esecuzione e/o ricezione e trasmissione degli ordini dell'investitore (cosiddetta execution only) fa venir meno, in tale caso, l'obbligo dell'intermediario di assumere le informazioni sul cliente e di valutare l'adeguatezza degli investimenti eseguiti. La diversificazione delle forme e delle strutture di negoziazione aumenterà gli elementi di concorrenza tra le funzioni dei mercati e degli intermediari rispetto a quelli di complementarità, finora prevalenti sul mercato italiano. Il forte sviluppo dei mercati non regolamentati di titoli di debito sta inducendo le società di gestione a ridefinire le strategie di crescita, al fine di attrarre scambi e strumenti attualmente negoziati su mercati non regolamentati (over the counter) e spesso solo "nominalmente" quotati su mercati regolamentati esteri. L'ordinamento potrebbe favorire questa azione, in considerazione della maggiore liquidità e trasparenza dei mercati regolamentati italiani. Il venir meno degli obblighi di concentrazione e la possibilità di accesso diretto ai mercati da parte di alcune categorie di investitori avranno un impàtto rilevante sull'industria dell'intermediazione mobiliare. La negoziazione in conto terzi, i cui margini di redditività si sono progressivamente ridotti, è destinata a divenire un'attività a valore aggiunto solo se accompagnata dall'offerta di altri servizi, quali la ricerca e la consulenza. La pressione competitiva sarà meno intensa per le grandi banche, che potranno contare sulla domanda di servizi di negoziazione degli investitori istituzionali del gruppo. La sopravvivenza degli operatori indipendenti è invece messa in discussione: compito della regolamentazione è di garantire le condizioni per una equilibrata competizione fra operatori di dimensioni diverse. La competizione fra mercati e intermediari tende a riproporre la centralità degli assetti di governo dei mercati regolamentati. La quotazione delle società di gestione, contribuendo ad ampliare e a diversificare la compagine azionaria, può alleviare i conflitti di interessi derivanti dal ruolo degli intermediari-clienti negli assetti di controllo dei mercati. La Consob è favorevole a tale evoluzione, come in più occasioni ha dichiarato: è necessario però creare la cornice giuridica necessaria a evitare le contraddizioni insite in un processo di "auto-quotazione" che, in quanto tale, non può essere considerato conforme ai principi del nostro ordinamento giuridico. Una delle reazioni delle borse al nuovo scenario è stato il consolidamento tra le strutture di negoziazione e quelle di liquidazione e compensazione. Nel nostro Paese si è affermato un modello di integrazione verticale, così come in altri paesi dell'Europa continentale. In ambito europeo non vi è un quadro regolamentare uniforme; la Commissione Europea ha solo individuato le principali aree su cui realizzare un livello minimo di armonizzazione. Le caratteristiche di monopolio naturale dei servizi di liquidazione e compensazione non sono incompatibili con assetti proprietari privati, ma è necessario evitare che esse ostacolino la competizione tra mercati regolamentati diversi e tra mercati regolamentati e altre piattaforme di negoziazione. Le risposte alle crisi 17. Il quadro normativo disegnato dalle riforme legislative degli anni `90, culminate nel Tuf, ha contribuito a migliorare l'efficienza del mercato e a offrire maggiore garanzia. Di tutela dell'investitore e dell'azionista. Rimanevano peraltro alcune contraddizioni irrisolte nell'architettura giuridico–normativa delle funzioni di vigilanza e nell'attribuzione delle competenze e una generale debolezza degli strumenti di indagine e dei presidi sanzionatori. Oggi si ripropone l'esigenza di riconsiderare le questioni rimaste aperte. L'evoluzione del mercato e l'intensificarsi delle iniziative di definizione di nuove regole e standard nelle sedi sovranazionali vanno nella stessa direzione. È necessario che tale esigenza trovi risposte tempestive e incisive. L'obiettivo di restituire fiducia al mercato richiede interventi volti a razionalizzare il quadro normativo, a rafforzare gli incentivi a comportamenti coerenti con la trasparenza e la correttezza del mercato, a rendere più efficaci gli strumenti e le procedure di vigilanza. Nel disegnare la strategia di riforma occorre peraltro tener conto di vincoli e opportunità. Entrambi si manifestano nella crescente esigenza di convergenza e coordinamento a livello sovranazionale, nella definizione delle regole e degli standard di comportamento e nell'affinamento e potenziamento delle attività di vigilanza (enforcement). L'internazionalizzazione del contesto di riferimento costituisce quindi una necessità per le scelte nazionali; essa influenza la capacità competitiva del sistema finanziario ed economico e gli strumenti di tutela degli investitori. Vincoli e opportunità si presentano anche rispetto all'esigenza di favorire il ricorso delle imprese al mercato dei capitali: se l'innalzamento degli standard qualitativi del mercato rappresenta una condizione necessaria per evitare crisi di fiducia, occorre considerare che elevati costi aggiuntivi, legati allo status di società quotata o comunque "aperta", possono innalzare ulteriormente il già elevato "scalino" del passaggio al mercato. Già ora il mercato azionario italiano si caratterizza per le sue limitate dimensioni e per la scarsa rappresentatività del tessuto imprenditoriale del Paese. Tra il dicembre 2002 e fine aprile 2004, il numero di società quotate sull'insieme dei mercati regolamentati, già limitato, si è ridotto di 22 unità, con solo 4 nuove società quotate nell'intero periodo. La capitalizzazione delle società domestiche, pari a circa 488 miliardi di euro a fine 2003 e salito a 498 a fine maggio 2004, continua ad essere inferiore a quella registrata negli altri principali mercati azionari internazionali. Gli effetti delle regole sugli incentivi alla quotazione meritano una considerazione particolarmente attenta per quanto riguarda la situazione italiana. Una adeguata graduazione delle regole deve tener conto che le esigenze di tutela degli investitori assumono valore anche in una prospettiva dinamica. Lo sviluppo e l'allargamento del mercato possono giocare un ruolo positivo nel migliorare la trasparenza e nel favorire comportamenti coerenti con l'integrità del mercato stesso. La vitalità del settore delle piccole e medie imprese costituisce una potenzialità finora in gran parte inespressa per lo sviluppo del mercato dei capitali italiano. Il superamento degli ostacoli, di natura culturale e normativa, al finanziamento attraverso il mercato costituisce quindi obiettivo prioritario per favorire la loro crescita dimensionale e lo sviluppo dell'economia. 18. La riforma del quadro normativo, necessaria per rispondere alla crisi di fiducia e per adeguare il nostro sistema all'evoluzione del contesto internazionale, richiede una strategia di intervento articolata; occorre incidere sull'architettura del sistema di vigilanza, sulla definizione di nuove regole specifiche atte a modificare comportamenti e funzioni per i quali sono emerse le principali criticità, sulla disponibilità e sull'efficacia dei poteri di accertamento e degli strumenti sanzionatori. Si tratta di aspetti di ampio rilievo, oggi in fase di discussione presso il Parlamento in sede di esame del disegno di legge unificato recante interventi per la tutela del risparmio. Riguardo all'architettura del sistema di vigilanza, l'attuale legislazione non definisce in modo chiaro e netto una ripartizione delle competenze per finalità. Prodotti analoghi beneficiano di trattamenti diversi e l'esperienza dell'Autorità competente in materia di trasparenza e correttezza non è compiutamente impiegata. Elementi di non completezza persistono con riferimento alla sollecitazione del pubblico risparmio: le obbligazioni bancarie e alcuni prodotti assicurativi con caratteristiche spiccatamente finanziarie sono esclusi dalla disciplina dell'obbligo di prospetto; al collocamento dei prodotti finanziari, anche di tipo bancario e assicurativo, non riconducibili alla fattispecie legale di "strumenti finanziari" non si applica la disciplina della trasparenza e della correttezza; nei controlli sui fondi comuni di investimento e sui fondi pensione, alcune competenze in materia di trasparenza e correttezza sono sottratte alla Consob. La completa attuazione di un modello di vigilanza per finalità rappresenta un obiettivo a cui tendere. 19. La progressiva integrazione dei diversi comparti e delle diverse attività del mercato finanziario richiede anche che si rafforzi la collaborazione e il coordinamento tra le Autorità che svolgono funzioni di vigilanza sul mercato finanziario nazionale. Tale esigenza suggerisce l'estensione dei doveri di collaborazione, con la previsione di forme sistematiche e tempestive di condivisione delle informazioni in possesso delle diverse Autorità. Va in questa direzione l'istituzione, prevista dal disegno di legge unificato, di un apposito comitato come sede permanente di coordinamento tra le Autorità. L'esperienza maturata in questi anni consente di individuare nella collaborazione e nella cooperazione internazionale uno strumento essenziale di vigilanza. La possibilità di farvi ricorso presuppone che l'Autorità di vigilanza risponda a requisiti di indipendenza e di responsabilità, stabiliti a livello internazionale dalla Iosco — International Organization of Securities Commissions (l'organizzazione mondiale delle Autorità di vigilanza sui mercati finanziari) e dalle direttive di settore, e presuppone altresì che sia assicurata la confidenzialità delle informazioni ricevute. Anche per tali ragioni è necessario che nel processo legislativo di riforma tali condizioni siano salvaguardate e venga puntualmente definita una appropriata regolamentazione del segreto d'ufficio. 20. Per quanto riguarda il governo delle società quotate, la riforma del diritto societario e, le norme di coordinamento con il Tuf hanno ridisegnato l'attribuzione delle funzioni degli organi deputati al controllo, favorendo una proficua dialettica con le Autorità di vigilanza. Rispetto a questi temi, l'intervento riformatore dovrebbe essere incentrato su alcune linee-guida coerenti con le esigenze manifestatesi e con l'evoluzione del mercato finanziario. Tali linee, peraltro in ampia misura considerate nel disegno di legge in discussione, si possono così sintetizzare: - rafforzare l'indipendenza e i poteri delle funzioni di controllo; - rafforzare i controlli e la trasparenza sulle operazioni con parti correlate e sull'uso di società domiciliate nei cosiddetti paradisi fiscali e legali; - prevedere, in linea con l'evoluzione internazionale, adeguati requisiti di professionalità, standard di correttezza di comportamento e appropriate regole di trasparenza per l'attività degli analisti finanziari e delle società di rating; - rendere più efficaci i limiti quantitativi all'emissione di obbligazioni previsti dall'art. 2412 c.C., riferendoli ai debiti incorporati in titoli obbligazionari consolidati a livello di gruppo e alle garanzie fornite dalla capogruppo; - limitare la cessione al pubblico di titoli oggetto di collocamento privato, prevedendo un divieto, per un determinato periodo, di vendita al pubblico di tali strumenti da parte degli investitori istituzionali (il cosiddetto holding period) o prevedendo altre forme di garanzia. 21. Il rafforzamento del quadro legislativo dovrà investire l'intero sistema di vigilanza, inteso sia come capacità di accertamento dei fatti e di acquisizione delle informazioni sia come apparato sanzionatorio vero e proprio. È necessario recepire urgentemente la normativa europea sugli abusi di mercato e attribuire all'Autorità di vigilanza appropriati poteri di indagine e repressione. Tali poteri appaiono oggi limitati, specie in situazioni di particolare gravità in cui è necessario accertare tempestivamente irregolarità o violazioni di norme rilevanti per la tutela del pubblico risparmio. Il vigente regime sanzionatorio deve essere reso maggiormente dissuasivo; l'entità delle pene è troppo spesso esigua in rapporto alla gravità delle condotte cui sono associate. Anche la procedura per l'irrogazione delle sanzioni potrebbe utilmente essere resa meno complessa e onerosa, concentrando presso la Consob l'intera procedura, ferma restando la necessaria separazione fra funzioni istruttorie e funzioni volte all'applicazione delle sanzioni. È inoltre opportuno prevedere che la responsabilità faccia capo alla persona giuridica, con introduzione generalizzata dell'obbligo di rivalsa nei confronti degli esponenti aziendali alla cui condotta sono imputabili le violazioni accertate. Sul piano reputazionale l'effetto dell'accertamento di condotte illecite deve essere dilatato, prevedendo la divulgazione da parte della Consob della sussistenza di violazioni anche nell'ipotesi in cui il procedimento sanzionatorio non giunga a conclusione a seguito di oblazione o eliminando tale possibilità, almeno nelle ipotesi di maggior gravità. Anche l'ampliamento dell'uso di sanzioni interdittive, che presentano un alto grado di deterrenza, potrebbe produrre utili effetti. 22. Sempre in relazione ai possibili interventi di riforma, appare opportuna anche una riflessione riguardante il comportamento degli attori dell'industria dell' intermediazione. Mentre appare evidente e opportuna la crescente attenzione attribuita dagli intermediari bancari agli aspetti di stabilità - attraverso l'effettuazione di investimenti in sistemi e procedure per il monitoraggio e la gestione dei rischi assunti in proprio con l'erogazione del credito – sino ad ora non si è registrata la dovuta attenzione nel garantire un più idoneo svolgimento dei servizi di investimento. L'intermediazione mobiliare non può costituire solo uno strumento per migliorare la redditività complessiva degli intermediari bancari, ma richiede una chiara percezione, da tradursi anche in adeguati investimenti in risorse e formazione, della sua importanza e della sua specificità. 23. L'incipit del nostro discorso ha avuto riguardo alle crisi societarie e ai problemi che le medesime hanno fatto emergere. Anche altri paesi – come gli Stati Uniti d'America – hanno dovuto vivere, prima di noi, il susseguirsi di scandali societari e finanziari, i quali hanno scosso la "fede assoluta" nel mercato. Nell'avviarsi al termine di questo intervento si ritiene affidare al mercato anche il compito di farsi portatore di una speranza, collegata a un valido impegno etico e dunque ad una responsabilità verso il futuro, per il da farsi (oltre che per il già fatto). Il profitto costituisce senza dubbio l'indicatore e il regolatore della vita e della vitalità dell'impresa. Ma nulla di meno e neanche di più. Non si può subordinare la legittimazione sociale e giuridica dell'impresa soltanto al profitto e considerare ogni altro valore coinvolto nell'attività di impresa (il rapporto col pubblico, con la proprietà, con il lavoro) come ad esso subordinato. La libertà di iniziativa economica, del resto, non è solo un valore economico, ma è anche un valore della persona umana: come lo è il lavoro; e impresa e lavoro sono anche impegni da svolgere al fine di "concorrere al progresso materiale e spirituale della società" (art. 4 Cost.). Queste linee di riflessione sembrano trovarsi, in parte, nel recente progetto contenente disposizioni per la tutela del risparmio. Una maggiore trasparenza societaria e l'inasprimento delle sanzioni dovrebbero contribuire ad una dissuasione dall'inosservanza delle regole. Ma quel che più conta è l'intima convinzione della necessità di osservare nonne di condotta, espressive di un irrinunciabile ethos, anzitutto individuale. E anche il mercato ha certamente bisogno di una iniezione di etica: per la sua stessa efficiente, ma soprattutto umana, vitalità. 24. L'evoluzione del modello di vigilanza, in modo coerente con l'evoluzione delle dinamiche competitive del mercato e con le criticità emerse dagli eventi che si sono manifestati recentemente, richiede un ampliamento dei fenomeni da considerare e più complesse attività di monitoraggio. Nuove esigenze di controllo deriveranno dalle innovazioni legislative e regolamentari, originate dalla evoluzione della legislazione comunitaria e da iniziative di coordinamento internazionale. Rispetto a tali esigenze, le risorse attualmente a disposizione della Consob non appaiono sufficienti. Peraltro l'elevata professionalità anche del personale più giovane è spesso causa di acquisizione da parte di operatori del mercato, tanto che dal 1 ° gennaio 2003 ad oggi ben 27 unità hanno rassegnato le dimissioni per assumere posizioni di rilievo,. Non soltanto retributivo. Se può essere motivo di compiacimento la considerazione che giovani formatisi in Consob siano ricercati dal mercato, è causa di preoccupazione la constatazione della consistenza del deflusso, a cui la normativa attuale non consente adeguato e rapido rimedio. Si aggiunge a ciò il fatto che la scarsità di risorse è aggravata da attività "straordinarie" che la gestione delle situazioni di crisi, senza precedenti per numero e intensità, ha reso e rende ancora necessarie. La gravità della situazione è stata più volte rappresentata anche con la motivata richiesta di interventi di urgenza, la cui specifica finalità era e resta l'esigenza di un assetto organizzativo e di una dotazione di mezzi adeguata ai compiti attribuiti all'Istituto. A tale esigenza si aggiunge l'obbligo di recepimento della direttiva sugli abusi di mercato, previsto entro il prossimo 12 ottobre. Nel nuovo contesto in cui l'operare degli Organismi internazionali sta assumendo un molo ben più attivo che in passato, e sta ponendo le basi di una normazione comune e cogente, non appare quindi più differibile un intervento legislativo diretto a potenziare i poteri della Consob, nonché le sue risorse, in uomini e mezzi, Del resto, la prima reazione ai casi di crisi verificatisi nel mercato statunitense è stata proprio quella di moltiplicare le risorse a disposizione della Sec, come premessa necessaria agli ulteriori interventi di riforma normativa del sistema, peraltro attuati con determinazione e in tempi non lunghi. Signor Ministro, Autorità, Signore e Signori, nella giornata di oggi cade il trentennale della legge n. 216/1974 di conversione in legge del decreto istitutivo della Consob. In questi anni profondi cambiamenti hanno investito il suo assetto istituzionale; si è parlato, a questo proposito, di successione cronologica di più Consob. Costante è stato, nel tempo, il suo impegno per adeguare il sistema alle nuove esigenze poste dai mercati in continua evoluzione. La avvertita necessità di un suo adeguamento risponde ad esigenze presenti anche nella disciplina di altri paesi, non solo quale conseguenza di vicende dolorose, ma anche e principalmente come esigenza di recepimento di direttive europee e di allineamento a principi internazionali tendenti a una normazione comune o quantomeno compatibile. La Consob non ha mancato di rendere conto del proprio operato e di fornire il proprio contributo di analisi nelle competenti sedi del Parlamento, partecipando, a partire dall'ottobre scorso, a cinque audizioni parlamentari sulle questioni oggi all'attenzione; ha risposto con tempestività alle richieste di pareri e di contributi riguardanti la disciplina del disegno di legge unificato per la tutela del risparmio; ha partecipato, quando invitata, a riunioni del Cicr fornendo e acquisendo i consentiti contributi di conoscenza; ha partecipato e partecipa al Comitato di sicurezza finanziaria e alle numerose riunioni in ambito internazionale, prime tra esse quelle del Cesr e della Iosco; presiede altresì il Comitato per la predisposizione di una nuova normativa riguardante i Fondi comuni. In ambito internazionale, l'azione della Consob riscuote apprezzamento e riconoscimento; lo dimostrano gli esiti della recente assemblea della Iosco tenutasi ad Amman, che ha confermato per il prossimo biennio la presenza della Autorità italiana in seno al Comitato Esecutivo, organo di vertice dell'Organizzazione, e la co-presidenza ad essa affidata, unitamente alla Sec, della Task Force incaricata di analizzare la materia delle frodi fmanziarie internazionali e di individuare le misure necessarie per prevenirle e contrastarle. Nella continuità del suo agire la Consob ha rivolto il suo massimo impegno alla applicazione delle leggi e dei regolamenti con spirito amichevole e collaborativo verso il mercato e verso tutte le sue componenti; ma ha anche operato con la serena convinzione di dover svolgere sempre e con uguale metro di misura, improntato a neutralità, i suoi compiti, ben consapevole delle responsabilità che su di essa incombono nello svolgimento della missione che il legislatore le ha affidato. L'istituzione che ho l'onore di presiedere intende tenere ferma tale linea di comportamento, continuando a svolgere le sue funzioni "nec spe nec metu", nell'interesse della collettività, a tutela di tutte le sue componenti e, certo non da ultimo, di quella dei risparmiatori. E' garanzia di ciò l'alta professionalità del personale che in essa opera con particolare dedizione. L'istituto è profondamente grato ai suoi dirigenti e al personale tutto.  
   
   
ALLA CONFERENZA MINISTERIALE DELL'OCSE GLI INDUSTRIALI RICORDANO AI MINISTRI LE PRIORITÀ DELLE PMI  
 
Istambul, 8 giugno 2004 - Nel corso di un simposio svoltosi il 3 giugno, alla vigilia della Conferenza ministeriale dell'Ocse sulle Pmi a Istanbul, gli industriali hanno messo a punto il loro messaggio ai governi di tutto il mondo. Peter Fritz, copresidente del simposio industriale dell'Ocse (Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica), aveva garantito agli ascoltatori che le raccomandazioni sarebbero state differenti da quelle enunciate nel corso di altre conferenze: 'Queste raccomandazioni hanno una caratteristica estremamente importante. Vogliamo ottenere risultati pratici e a lungo termine. Ad esempio, miriamo all'approvazione delle proposte di progetto', ha detto. Alcuni messaggi sono stati ribaditi con una tale frequenza da rendere più che certo che arriveranno fino ai ministri: il ruolo del governo come facilitatore, la necessità di raggruppamenti e cooperazione, e l'importanza di garantire l'accesso alle nuove tecnologie, in particolare alle Tic (Tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni), in modo che tutti i potenziali imprenditori siano in grado di trarre beneficio dalla globalizzazione. 'Abbiamo bisogno di una base che elimini l'incertezza e di far fronte ai rischi', ha detto Michael Klein, vicepresidente dello Sviluppo del settore privato presso la Banca mondiale e dell'Ifc (International Finance Corporation), e tra i principali oratori. 'Ma abbiamo anche bisogno di routine, cioè di un modo stabile di fare le cose, e di un meccanismo di selezione per trovare la maniera giusta di farle'. Klein ha anche enfatizzato la necessità di scoprire il giusto punto di equilibrio tra cooperazione e concorrenza. Pur essendo uno strenuo sostenitore delle Pmi, Klein ha aggiunto che 'non ha senso elogiare le aziende perché sono piccole, bisogna elogiarle perché sono di qualità'. Fritz ha posto l'accento su altre esigenze. Tra i punti su cui bisogna ancora lavorare ha citato 'cosa sono gl'investimenti immateriali?', 'come misurare la conoscenza?' e 'come garantire la sicurezza delle comunicazioni?' Severi Kainälä, membro del comitato su imprenditorialità e Pmi dell'Unice (Unione delle Confederazioni delle Industrie della Comunità Europea) aveva un'altra lista di raccomandazioni per le autorità nazionali. I governi non dovrebbero solo limitarsi ad aumentare gl'investimenti per la ricerca e l'innovazione, dovrebbero anche introdurre incentivi, favorire meccanismi per proteggere i diritti di proprietà intellettuale e definire strategie nazionali d'innovazione, ha aggiunto. Kainälä ha anche invitato i governi a spingere le università verso la ricerca orientata all'innovazione, definendo le attività necessarie, adattando opportunamente i programmi d'istruzione e incoraggiando i raggruppamenti. Non ci si è tuttavia limitati ad invitare i governi a migliorare la competitività delle Pmi. La causa più comune di fallimento, ha spiegato Stan Jeffery, Ceo del Ballarat University Technology Park in Australia, è il disaccordo tra i fondatori di una Pmi. Le nuove piccole aziende sono sovente il risultato di un partenariato tra un ingegnere e un industriale. Considerate le spesso divergenti esperienze e speranze in questi settori, ha aggiunto, 'ruoli e rapporti di partenariato dovrebbero essere subito chiaramente definiti'. Uno dei risultati concreti che i partecipanti sperano di ottenere è il sostegno alla proposta di dare vita a Remtech, una rete internazionale delle reti, in un primo tempo destinata all'industria della componentistica per auto. Secondo Ali Coskun, ministro turco per l'Industria e il commercio, Australia, Brasile, Italia e Turchia hanno già espresso il desiderio di prendervi parte, e altri paesi si sono detti interessati. Jan Nahum, ex presidente dell'unità Sviluppo internazionale della Fiat di Torino, ha descritto l'iniziativa, che ha preso spunto da una rete turca, Target, pensata per incentivare nuove tecnologie in grado di garantire la competitività turca nel settore della componentistica per auto. L'idea, ha spiegato, era di posizionarsi tra i leader mondiali nel settore sviluppando una nuova tecnologia. Remtech raggrupperà tutte le attuali Pmi che, pur possedendo un ricco know-how, non contribuiscono per il momento al mercato, e coprirà l'intera catena di valore aggiunto, dalla progettazione alla distribuzione, in modo da evitare la duplicazione nella creazione tecnologica. I singoli paesi già dispongono di reti per le Pmi, ha detto Nahum. L'idea di base di Remtech è fare in modo che si colleghino con reti di settori differenti, o di paesi differenti, o di entrambi. Come punto di partenza è stata scelta la componentistica per auto perché include un'ampia gamma di discipline, ma la proposta prevede un modello flessibile facilmente trasferibile alle aree che i paesi potrebbero considerare più importanti. 'Queste reti vanno amministrate', ha detto Nahum, che ha perciò proposto di creare un ufficio di gestione che operi come segretariato. 'Le reti non possono essere abbandonate a se stesse. Bisogna seguirle nella loro infanzia, fino a quando non abbiano creato un numero di legami sufficienti a garantirne la sopravvivenza con mezzi propri'. Le parti interessate sperano in una dichiarazione d'intenti, che dovrebbe poi essere seguita dall'identificazione dei partner principali e dalla preparazione di un piano di realizzazione. Infolink: http://www.Oecd-istanbul.sme2004.org/  
   
   
FRANCIA E PAESI BASSI GUIDANO LA CORSA AL PREMIO TSI 2004 (TECNOLOGIE DELLA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE)  
 
Bruxelles, 8 giugno 2004 - Sempre grande l'interesse delle aziende tecnologiche per il Premio europeo Tsi 2004 (tecnologie della società dell'informazione); lo dimostra l'annuncio degli organizzatori, secondo cui quest'anno parteciperanno 430 aziende di 29 paesi. Al premio Tsi 2003 avevano preso parte 420 aziende, e il record era stato raggiunto nel 2002, quando 437 partecipanti erano scesi in campo per il più prestigioso premio europeo destinato ai prodotti Tsi innovativi. Il livello di partecipazione per il 2004 conferma l'alta considerazione di cui gode il Premio Tsi. I paesi meglio rappresentati nella competizione di quest'anno sono Francia e Paesi Bassi, seguiti da Germania, Italia, Spagna e Regno Unito. I partecipanti dovranno attendere fino a settembre prima che la Commissione annunci i 70 selezionati per il premio europeo Tsi e, tra questi, i 20 vincitori. I 20 vincitori esporranno i propri prodotti innovativi nel corso della manifestazione Tsi 2004, che si svolgerà all'Aia dal 15 al 17 novembre; nel corso dell'evento verranno selezionati i tre vincitori del gran premio, ognuno dei quali riceverà la somma di 200.000 euro e il trofeo Ist Prize. Infolink: http://www.Ist-prize.org  
   
   
DA DEUTSCHE BANK A BPM IL 20% DELLA CASSA DI ASTI  
 
Milano, 8 giugno 2004 - La Banca Popolare di Milano Soc. Coop. A r.L. E la Deutsche Bank S.p.a. Comunicano che, con atto in data 7 giugno 2004, la Banca di Legnano S.p.a., banca controllata dalla Banca Popolare di Milano, ha sottoscritto un contratto preliminare di compravendita relativo all’acquisto da Deutsche Bank S.p.a. Di n° 5.398.600 azioni ordinarie della Cassa di Risparmio di Asti S.p.a. (pari al 20% del capitale sociale) al prezzo complessivo di Euro 93 milioni. Contestualmente al contratto definitivo di compravendita, che intercorrerà una volta che l’acquirente Banca di Legnano S.p.a. Abbia ottenuto le prescritte autorizzazioni da parte delle Autorità di Vigilanza, saranno stipulati: un Patto Parasociale tra la Banca Popolare di Milano Soc. Coop. A r.L., la Banca di Legnano S.p.a. E la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti - maggior azionista dell’istituto piemontese con il 51% del capitale sociale - avente ad oggetto, tra l’altro, la nomina nel Consiglio di Amministrazione della Cassa di Risparmio di Asti, attualmente composto da n. 12 Consiglieri, di n. 2 Amministratori designati da Banca di Legnano, nonché la concessione reciproca di un diritto di prelazione per il caso di trasferimento a terzi delle proprie, rispettive azioni nella Cassa di Risparmio medesima ; un Accordo Commerciale di Cooperazione tra la Banca Popolare di Milano Soc. Coop. A r.L. E la stessa Cassa di Risparmio di Asti S.p.a., tendente a definire le linee guida della cooperazione commerciale ed industriale, con l’obiettivo di sviluppare tra le parti un rapporto di solida collaborazione che abbia quale finalità l’individuazione nel Gruppo Banca Popolare di Milano del gruppo bancario di riferimento della Cassa. La Deutsche Bank S.p.a. Comunica altresì che il contratto preliminare di compravendita, come anche il successivo contratto definitivo, non pregiudicano i rapporti di distribuzione commerciale, relativi a quote di fondi comuni del Gruppo Deutsche Bank, attualmente in essere con la Cassa di Risparmio di Asti; i relativi contratti, pertanto, continuano ad essere in vigore, inseriti nel nuovo assetto proprietario che viene a caratterizzare l’istituto piemontese. Sin&rgetica ha agito in qualità di advisor finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti.  
   
   
FRACARRO: UN ROAD SHOW PER INCONTRARE I CLIENTI L’AZIENDA ORGANIZZA IN TUTTO IL PAESE UNA SERIE DI APPUNTAMENTI DI INFORMAZIONE E DI CONSULENZA SULLE TEMATICHE DEL DIGITALE TERRESTRE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE ”  
 
Castelfranco Veneto (Tv), 8 giugno 2004 - Andare direttamente “a casa deI cliente”, mettendo a sua disposizione l’esperienza acquisita nella ricezione e distribuzione dei segnali Tv-satellite ma potendo anche confrontarsi con quanti operano nel settore, per affrontare insieme le tematiche delle nuove tecnologie. Sono questi i principali obiettivi che Fracarro, leader europeo nei settori della ricezione e distribuzione dei segnali audio, video e dati e attivo nel campo della sicurezza, intende raggiungere con il prossimo Road Show: 14 tappe previste in tutta Italia (comprese le isole), per i periodi di giugno/luglio e settembre/ottobre e con appuntamento finale in fiera Satexpo (30 settembre/2 ottobre 2004). Caratterizzata da momenti formativi e informativi specifici per ogni area visitata, l’iniziativa ha come argomento principale il digitale terrestre. Si parla di soluzioni dedicate, ma anche di tematiche dell’impianto (tra cui la condizione delle attuali installazioni, le problematiche “in etere”, gli aggiustamenti necessari, ecc.), soffermandosi sul ruolo dell’installatore nella delicata fase di cambiamento tecnologico. Oltre al digitale terrestre, sono al centro dell’interesse i sistemi televisivi del futuro che, cogliendo l’occasione della nuova tecnologia (e degli interventi professionali da questa richiesti), possono già essere affrontati in maniera sistematica. Tra i temi all’ordine del giorno, gli impianti integrati Tv – Satellite, la gestione dei segnali all’interno degli edifici, la complessiva “bonifica” estetico/funzionale delle installazioni. Il calendario completo degli appuntamenti e ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.Fracarro.com  ; dal sito è possibile anche scegliere e prenotare un posto per la tappa più vicina del Road show. Per un contatto diretto, si può scrivere all’indirizzo e-mail eventi@fracarro.Com  
   
   
PREMIO INTERNAZIONALE ALLA CARRIERA ISFOA  
 
Budapest, 8 giugno 2004 - Isfoa – Istituto Superiore di Finanza e di Organizzazione Aziendale sotto l’alto patrocinio ufficiale del Ministero degli Esteri, del Ministro per gli Italiani nel Mondo, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Comune di Milano, Ice – Istituto Commercio Estero, della Provincia di Milano, della Regione Lombardia e con il saluto del Presidente della Repubblica Italiana ha organizzato nella stupenda sede dell’Istituto Italiano di Cultura a Budapest il 27 ed il 28 maggio 2004 la serata di gala del Premio Internazionale alla Carriera Isfoa. La cerimonia, trasmessa in prima serata dalla televisione nazionale ungherese, ha visto l’autorevole presenza del Ministro per gli Italiani all’Estero Onorevole Mirko Tremaglia, insignito della Laurea Honoris Causa Isfoa in Scienze Industriali con specializzazione in Economia e Tecnica della Comunicazione, dell’Ambasciatore Italiano Paolo Guido Spinelli, del Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Budapest Arnaldo Dante Marianacci, il Direttore Generale Isfoa Vito Chirenti ed il Magnifico Rettore Isfoa Stefano M. Masullo. Sponsor della manifestazione sono stati Inter Euròpa Bank, gruppo S. Paolo Imi, Iveco, Bacardi & Martini, Tigaz, Peruzzo International, Consorzio Puglia Doc, Fashion Models Fiore Tondi. Eva Orvath attuale Miss Ungheria ha presentato i vari ospiti, mentre Béla Götz, scenografo ungherese, ha inaugurato una gigantografia, circa 100 metri quadrati, che rappresenta un paesaggio italiano del 1800 del pittore Kàroly Markò, un’opera di forte impatto visivo; tra i premiati si menzionano, tra gli altri, Miklos Moyzer, direttore generale del Museo delle Belle Arti di Budapest, Marta Sebestyén cantante ungherese di fama mondiale. L’iniziativa, che ha riscosso l’ampio consenso di una qualificata rappresentanza degli oltre 2000 imprenditori italiani in Ungheria - che nel Paese hanno investito, nel 2003, oltre 30 milioni di Euro - va incontro all’esigenza di valorizzare le comunità d’affari all’estero, che rappresentano il volto più nuovo e dinamico della nostra emigrazione, collegandole con il tessuto produttivo italiano. Non è irrilevante, infatti, che sul piano dell’interscambio commerciale l’Italia sia il terzo partner dell’Ungheria, preceduta soltanto da Germania ed Austria in termini di importazioni, mentre il valore delle esportazioni italiane è risultato lo scorso anno pari a circa 2,87 miliardi di Euro, facendo registrare una crescita del 5,3%. L’italia si colloca, inoltre, al settimo posto nella graduatoria degli investitori stranieri in Ungheria e il suo stock d’investimenti costituisce circa il 3,7% del totale. Prossime tappe del Premio Internazionale alla Carriera Isfoa saranno Ginevra, Montreal, San Paolo del Brasile, Mosca e Bucarest.  
   
   
CALZATURIERO IN RIPRESA LA RICERCA È STATA EFFETTUATA SU UN CAMPIONE DI OLTRE 200 MANAGER DI AZIENDE DEL SETTORE CALZATURE E' PREVISTO UN AUMENTO DELL'OCCUPAZIONE NEL SETTORE DEL 5% ANNUO  
 
Milano, 8 giugno 2004 - Nel 2004 per il settore calzature è previsto un aumento dell'occupazione del 5% annuo. Le prospettive di crescita sia a breve che a lungo termine sono quindi positive. In ambito risorse umane prevarranno le assunzioni in area tecnica, tecnica/commerciale. Le figure più ricercate nel commerciale sono gli Area Manager, i Retail Manager, i Retail Designer e i Visual Merchandiser. Nel 2003 il mercato delle calzature aveva registrato invece una leggera contrazione del 5% sia in termini di fatturato che d'incremento di risorse umane. Questi i dati emersi da una ricerca effettuata da Mcs, rivolta alle grandi aziende calzaturiere italiane e che ha coinvolto oltre 200 direttori del personale di imprese del settore. Mcs, presente nel mercato dal 1977, si occupa di ricerca e selezione nel middle management e di servizi di consulenza con quattro sedi in Italia (Milano, Roma, Bologna). Opera a livello internazionale attraverso il network Accord. Riguardo lo scenario possibile nei prossimi anni nel settore calzature, le aziende rispondono con un velato ottimismo. Il 40% per cento degli intervistati sostiene che ci sarà una lieve ripresa nei consumi a partire dalla prima metà del 2004, mentre un 30% per cento è più cauto e asserisce che l'economia non ripartirà prima del secondo semestre del 2004. Infine, il 10% per cento non ritiene sia attuabile la ripresa prima del 2005 e il 20% per cento vede già in atto la ripresa. Dalla ricerca Mcs emerge inoltre che i mercati con le migliori prospettive di crescita in questo momento sono i Paesi dell'Estremo Oriente (Cina), Sud America (Brasile) e India, mentre i Paesi dell'Europa orientale stanno subendo un rallentamento dovuto all'aumento/livellamento del costo della manodopera rispetto agli standard europei. Sul fronte assunzioni, si sta assistendo ad una forte tendenza a cercare figure esperte nell'avviamento delle produzioni in questi paesi che abbiano maturato una esperienza in Italia. Nel settore calzaturiero italiano si concentrano circa 7.600 imprese (il 60% delle quali di piccole dimensioni) e circa 113.000 addetti. La produzione del settore è di circa 390 milioni di paia, per un valore complessivo di circa 8 miliardi di euro, di cui il 76% esportato all'estero. Il settore vanta ogni anno un saldo commerciale positivo per circa 4,8 miliardi di euro. Il mercato, scomposto nelle tre linee: luxury, comfort e sportivo, registra differenti punti di vista. Il Luxury sembra voler mantenere i livelli produttivi dello scorso anno (80% delle aziende vede stabile la produzione per il 2004), soprattutto spingendo sulla produzione in Italia del top di gamma, valorizzata dall'apporto dato alla qualità e alla linea esclusiva dal made in Italy. Il comfort, spinto soprattutto da quelle aziende che concentrano su queste linee la loro gamma, ha subito un brusco risveglio dei mercati. Per quanto riguarda le calzature sportive, l'andamento sembra mantenersi altalenante con previsioni che sembrano essere negative per alcune aziende e positive per altre (40% in diminuzione, 30% in crescita, 30% stabile). I fattori che contribuiranno al rilancio del settore calzature sono: il fenomeno dell'acquisizione di piccole realtà specializzate da parte dei grandi gruppi operativi nel segmento lusso e la delocalizzazione verso Paesi produttivi emergenti (Cina e Romania) per aziende operanti nel segmento medio della calzature, ad esempio il comfort o lo sportivo. "Il profilo che ci viene tipicamente richiesto dalle aziende - sottolinea Annarita Borraccetti, consulente senior di Mcs - ha un taglio manageriale, votato allo sviluppo e abituato a viaggiare molto da una parte all'altra del mondo. Le aziende italiane si stanno rivolgendo sempre più ai mercati dell'est asiatico alla ricerca di insediamenti produttivi competitivi, ma non solo. Ci si sta rendendo conto che questi paesi (Cina, India e Brasile), oltre ad offrire produzioni di standard elevato, stanno crescendo anche nel mercato interno. Essere presenti là dove presto sorgerà una domanda elevata è significativo e sicuramente sposterà gli obiettivi delle aziende dal mercato Europeo e Statunitense a quello asiatico. Si vuole crescere in questi paesi mantenendo gli stessi standard italiani. Per fare questo ricerchiamo sempre più spesso profili con un background in Italia che abbiano però la voglia e la capacità di applicare le conoscenze maturate a realtà in fase di start up". "Se perciò da un lato - conclude Borraccetti - assistiamo ad un processo di esternalizzazione della produzione, dall'altro è in atto un forte processo di riorganizzazione interna delle reti di vendita. Fino a qualche anno fa le aziende crescevano a ritmi elevati, aprendo punti vendita sul mercato, senza badare troppo alla reale redditività di alcuni di essi. Oggi il processo è invertito, anche le aziende nel settore moda si sono strutturate in modo tradizionale, instaurando complessi processi di controllo sulla redditività delle diverse linee di business e di prodotto". Dopo un andamento altalenante nel 2003, che ha visto la messa in moto di meccanismi riorganizzativi piuttosto marcati all'interno di tutte le aziende del comparto, il 2004 sembra essere l'anno dell'inversione di rotta. Questa variegata scomposizione del mercato influenza decisioni prese a livello produttivo e distributivo. Se perciò da un lato si assiste nel Luxury ad un rafforzamento delle linee produttive italiane, dettato dalla ricerca e sviluppo dei prodotti ai massimi livelli, che viene "fatta in casa" dalle aziende per la qualità garantita nei processi di lavorazione e per i materiali utilizzati (pellame), dall'altro il processo è esattamente invertito per le produzioni terziste che lavorano nel Confort. Le aziende leader del mercato hanno spinto in questi anni fortemente sulla ricerca di produzioni tecnologicamente avanzate e capaci di mantenere elevato il livello qualitativo anche sui grandi volumi prodotti.  
   
   
DA OGGI LE BOLLETTE DI AEM TORINO SI PAGANO NEI PUNTI DI VENDITA GS DELLA CITTÀ LA PRIMA INIZIATIVA DI QUESTO GENERE IN ITALIA È A DISPOSIZIONE DEI TORINESI.  
 
Torino, 8 giugno 2004 - Da oggi è possibile pagare gratuitamente le bollette di Aem Torino in tutti i Supermercati ed Iperstore Gs di Torino. Il servizio è attivo in tutti i diciotto punti vendita Gs della Città, dove i Torinesi potranno pagare, insieme alla propria spesa e senza costi aggiuntivi, anche le bollette dell’energia elettrica e del teleriscaldamento che presentano l’indispensabile codice a barre. Sarà sufficiente consegnare la bolletta alle casse, come un qualsiasi altro prodotto, ed effettuare normalmente il pagamento, che verrà attestato dallo scontrino fiscale, da conservare come ricevuta dell’avvenuta esazione. L’informazione ai Clienti verrà garantita sia in bolletta, sia mediante gli spazi e opuscoli promozionali dei punti vendita Gs, che saranno messi sistematicamente a disposizione degli oltre 170.000 Clienti settimanali dei Supermercati ed Iperstore Gs di Torino. Saranno anche attivi nel fornire ogni informazione i numeri verdi di Aem Torino 800-979797 e di Gs 800-241241. “Siamo orgogliosi di offrire questo servizio, che rappresenta un ulteriore sforzo per cercare di essere sempre più vicino ai nostri Clienti e di soddisfare le loro esigenze – ha detto Giuseppe Brambilla, Direttore Divisione Supermercati. “Inoltre si tratta di un’iniziativa assolutamente innovativa che ci auguriamo di estendere ad altre città del nostro Paese”. “La legittima soddisfazione di Aem Torino di essere la prima azienda in Italia a consentire i pagamenti delle proprie bollette nei supermercati, grazie a questo accordo con Gs, - ha dichiarato l’ingegner Roberto Garbati, Direttore Generale di Aem Torino - è rafforzata dalla consapevolezza che si tratta di un progetto che conferma l’attenzione della nostra Azienda verso i propri Clienti, dopo la creazione del contact center Aem Risponde che consente anche i pagamenti via internet, ed il posizionamento di ulteriori sportelli automatici nel salone di via Bertola”. Ogni anno Aem Torino emette 3.500.000 bollette dell’energia elettrica ed ulteriori 285.000 per il teleriscaldamento.  
   
   
SU PISA AIR ONE RIPLICATA LA PRESENZA  
 
Pisa, 8 giugno 2004 - Dal primo giugno Air One triplica la sua presenza a Pisa con un nuovo volo quotidiano di andata e ritorno a Cagliari e il raddoppio delle frequenze giornaliere verso Catania. I voli sono offerti alla tariffa promozionale di sola andata che parte da 39 euro (tasse aeroportuali e surcharge escluse). Con questi tre voli da e per Pisa, Air One conta di trasportare in Toscana oltre 150 mila passeggeri di linea all'anno, generando un indotto che statisticamente l'industria valuta in 34 milioni di euro.  
   
   
FORUM UNIVERSITA’ LAVORO 2004  
 
Roma, 8 giugno 2004 - L’alitur – Associazione dei Laureati in Ingegneria di Tor Vergata Università di Roma – è lieta di promuovere Forum 2004, Job Meeting dedicato all’orientamento, alla formazione e al lavoro. In tale occasione le Aziende incontrano laureandi, neolaureati, giovani professionisti e coloro che hanno conseguito master nelle maggiori business school italiane ed europee. La manifestazione, giunta ormai alla sua dodicesima edizione, grazie ai diversi settori che riesce a coinvolgere, è divenuta un punto di riferimento eccellente per l’Azienda, che vuole promuovere strategicamente la sua realtà imprenditoriale, per i giovani alle prese con la ricerca di un’occupazione, e per quanti volessero proporsi con un bagaglio professionale già nutrito. L’evento Forum Università-lavoro avrà sede presso l’Università Tor Vergata di Roma nei giorni 15 e 16 Giugno 2004. Il Forum 2004 rappresenta una fonte preziosa a cui attingere per la costituzione di un pool di giovani ad alto potenziale capaci di garantire all’Azienda il raggiungimento di nuovi traguardi. La Vostra Azienda potrà essere presente con: Stand che le permetterà di comunicare con i visitatori in modo diretto e semplice, raccogliendo Curricula e dando indicazioni sui piani di inserimento e reclutamento. Workshop che si svolgerà in un’aula debitamente attrezzata dove potrà mettere in evidenza le principali caratteristiche della Vostra organizzazione ed illustrare i profili professionali richiesti. Pubblicazione dove usufruire di uno spazio per descrivere nel dettaglio le attività aziendali, il Core Business, il Brand ma anche indirizzi e informazioni utili per tutti coloro, visitatori e non, che vorranno mettersi in contatto. Il successo che l’evento riscuote ad ogni edizione, viene confermato dai dati relativi al 2003: oltre 5000 visitatori di età media compresa fra i 20 e i 25 anni e provenienti prevalentemente dalle facoltà di economia, giurisprudenza, ingegneria e lettere; oltre 50 aziende partecipanti, tra le quali: Accenture, Astaldi, Barilla, Bridgestone, Compaq, Dalmine, Eni, Fater, Ibm, J&j, Marconi, P&g, Sap, Telecom, Toyota, Unilever e Gruppo Vitrociset. Tali risultati sono stati possibili anche grazie al sostegno offerto da importanti televisioni e testate giornalistiche nazionali (Raidue, Raitre, Corriere della Sera, La Repubblica, Il Messaggero,....) La passata edizione del Forum Università-lavoro ha visto la presenza dell’On. Stanca, Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie in rappresentanza del Governo, e si è avvalsa, come ogni anno dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e di innumerevoli Patrocini (Presidenza della Repubblica, Presidenza del Consiglio dei Ministri…) a dimostrazione dell’elevata importanza che, nel corso degli anni, tale manifestazione ha raggiunto. Forum 2004 offre inoltre la fondamentale opportunità di sviluppare eventuali esperienze all’estero per laureati e laureandi interessati a stabilire contatti anche con aziende straniere, grazie a consolidate collaborazioni con analoghe manifestazioni a livello europeo (Konaktiva in Germania, Trium in Francia ed Armada in Svezia). Infolink: www.Forum.alitur.org