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Notiziario Marketpress di Giovedì 09 Dicembre 2004
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PR: “NO ALL’ALBO SÌ AL RICONOSCIMENTO GIURIDICO”  
 
Roma, 9 dicembre 2004 - Il presidente di Ferpi, Sissi Peloso, denuncia sulla pagina di “Comunicateneo” di Italia Oggi a cura del massmediologo Igor Righetti i tanti problemi di cui soffre la comunità professionale. “Non vogliamo un albo professionale, formula ormai desueta in gran parte del mondo e di senso contrario agli orientamenti europei. Molti relatori pubblici preferiscono non ritenersi tali. C’è una profonda mancanza di autostima professionale” <­<­Molti relatori pubblici preferiscono non ritenersi tali. Ciò sta a indicare una profonda mancanza di autostima professionale. Inoltre il mercato stenta ancora oggi a comprendere quali siano le competenze di un relatore pubblico, basti pensare alla piccola impresa, quale il tipo di intervento può e deve essere richiesto e il valore aggiunto che ciò rappresenta per la propria azienda>>. Lo denuncia con forza Sissi Peloso, presidente della Federazioni relazioni pubbliche italiana (Ferpi) sulla pagina “Comunicateneo” di Italia Oggi a cura del massmediologo Igor Righetti che uscirà domani.E con decisione interviene sui problemi della comunità professionale: <­<­È debole. Questo è determinato da un'atavica ignoranza sui sistemi di gestione di un'organizzazione e da cattive pratiche diffuse con particolare abilità soprattutto dagli anni '70 e '80>>. E sempre domani su “Comunicateneo”, il vice presidente e direttore creativo dell’agenzia Armando Testa, Maurizio Sala, spiega come si riconosce una buona pubblicità. “È ormai assodato - scrive Sala - che il pubblico tende a sovrapporre la qualità del messaggio con la qualità della marca che lo emette. Detto in altre parole: se la pubblicità piace è abbastanza certo che piacerà anche il prodotto o il servizio che quel messaggio reclamizza. Però, attenzione, vale anche la cosa opposta: se la pubblicità è brutta, allora il percepito sarà che è scarso o di poco valore anche il prodotto. Bisogna quindi stare molto attenti nel creare e valutare un potenziale messaggio se si vuole evitare che il calo degli ascolti si traduca rapidamente in calo delle vendite”. “Comunicateneo – notizie e informazioni dal mondo universitario della comunicazione”, pagina pubblicata tutti i mercoledì.“Comunicateneo” è una vera e propria agorà per studenti e docenti di Scienze della comunicazione, giornalismo, relazioni pubbliche, marketing, pubblicità, design, moda e per le tante figure professionali interessate al mondo della comunicazione nel suo più ampio raggio d’azione. “Comunicateneo” assicura voce e luce mediatica nazionale alle iniziative più interessanti (riviste, newsletter, siti web, convegni, meeting e seminari, corsi di formazione, progetti) organizzate dagli studenti del mondo universitario della comunicazione e dalle sue numerose associazioni studentesche. La pagina si prefigge inoltre, di divulgare curiosità e strategie di comunicazione innovative delle imprese, informazioni su corsi e master in giornalismo e comunicazione e sulle aziende che fanno stage. È presente anche uno spazio con le recensioni delle ultime novità editoriali sulla comunicazione e l’informazione nonché sulle nomine e i cambiamenti nel mondo accademico. Per inviare materiale e informazioni: comunicateneo@igorrighetticomunicazione.It  
   
   
COMUNE DI ROMA: GIORNALISTI UFFICIO STAMPA COSTITUISCONO COMITATO DI REDAZIONE  
 
 Roma, 9 dicembre 2004 - Con una riunione che ha avuto luogo presso la sala dell’Arazzo del Campidoglio, alla presenza di rappresentanti della Fnsi e della Associazione stampa romana, l’Ufficio stampa del Comune di Roma ha costituito un proprio Comitato di redazione ed eletto tre rappresentanti sindacali (fiduciari). L’assemblea degli addetti stampa, organizzati nella redazione del Campidoglio, nella redazione del Televideo Rai e nell’insieme degli uffici stampa assessorili, ha proclamato eletti i giornalisti Fabrizio d’Ambrogi (pubblicista), Giuseppe Petrella (pubblicista) e Alma Torretta (professionista). Tra i temi indicati dal Cdr, per i quali i fiduciari hanno ottenuto il mandato annuale, vi sono innanzitutto la promozione dell’applicazione della legge 150/2000 sugli uffici stampa pubblici - al Comune di Roma purtroppo ancora disattesa - e il riconoscimento dell’immediato versamento dei contributi previdenziali all’Istituto Nazionale di Previdenza dei Giornalisti Italiani (Inpgi) in luogo dell’Inpdap, in osservanza della pronuncia del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che con nota del 24/9/2003 ha disposto che "i giornalisti assunti alle dipendenze della pubblica amministrazione, sia a tempo determinato che a tempo indeterminato, con affidamento di incarico di natura giornalistica, ovvero che svolgano attività di lavoro riconducibile alla professione giornalistica, debbano essere obbligatoriamente iscritti presso l’Inpgi".  
   
   
IGOR RIGHETTI LANCIA UN CORSO INNOVATIVO SULLA COMUNICAZIONE D’IMPRESA HA IL PATROCINIO DEL GUS (GIORNALISTI UFFICI STAMPA) E SI TERRÀ A ROMA IL 26 E 27 FEBBRAIO (16 ORE). SI RIVOLGE A PROFESSIONISTI E A STUDENTI  
 
 Roma, 9 dicembre 2004 - L’area “Formazione e corsi di alta specializzazione” della società Irc - Igor Righetti Comunicazione di cui è amministratore il massmediologo Igor Righetti, giornalista e docente di Linguaggi della comunicazione all’università La Sapienza, lancia il corso “La comunicazione d’impresa e il ruolo strategico dell’ufficio stampa” con il patrocinio del Gus (Giornalisti uffici stampa). Il corso si terrà a Roma il 26 e 27 febbraio (16 ore) e si rivolge sia a professionisti che già operano nel settore della comunicazione sia a studenti. Si propone come strumento avanzato per approfondire le tematiche relative alla comunicazione strategica nei settori ufficio stampa e comunicazione d’impresa, affinare le tecniche del metalinguaggio, gestire in modo vincente un intervento in radio, in televisione, in pubblico e per conoscere il linguaggio adatto ai nuovi media. Il rapido processo di “mediamorfosi” e le continue innovazioni tecnologiche rendono indispensabile, a chi vuole operare o a chi già opera nel campo dei media, una formazione altamente specializzata orientata a instaurare efficaci relazioni mediatiche, in considerazione anche del nuovo ruolo che negli ultimi anni ha assunto l’ufficio stampa, indispensabile cassa di risonanza a supporto delle azioni di marketing. Anche questo come per altri corsi svolti da Irc il metodo d’insegnamento seguito è quello di Igor Righetti, già dirigente nella funzione di capo ufficio stampa e web content manager di Ericsson, responsabile ufficio stampa dell’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato e direttore comunicazione di Pineider e Nazareno Gabrielli. Il metodo è applicato da anni nelle docenze di Righetti nelle maggiori università pubbliche e private (La Sapienza, Istituto europeo di design, Luiss). Inoltre, lo stesso metodo viene utilizzato da Igor Righetti nella formazione manageriale strategica sulla comunicazione in numerose aziende, nei corsi e nei master della Business School del Sole 24 Ore, dell’Istituto di formazione per la pubblica amministrazione - Formez e nella scuola di formazione manageriale di standing internazionale Quality College del Consiglio nazionale delle ricerche. Le lezioni del corso hanno un taglio fortemente operativo e di laboratorio: dall’esercitazione individuale di stesura di comunicati stampa alla simulazione di un ‘brain storming’ per la realizzazione di un evento creativo. Per favorire l'apprendimento le iscrizioni sono a numero programmato e ristretto di partecipanti (max 20). La priorità d'iscrizione sarà determinata in base all'ordine di arrivo della richiesta di adesione. Alle lezioni interverranno in qualità di docenti noti esponenti della comunicazione d’impresa e del giornalismo. Sono previsti sconti per gli studenti e agevolazioni per i professionisti. Ai partecipanti al corso sarà rilasciato un attestato di frequenza certificato da Igor Righetti oltre ad avere l’opportunità di poter essere selezionati per uno stage di due mesi con la società Irc. Infolink: www.Igorrighetticomunicazione.it  
   
   
LA CULTURA FA ANCORA NOTIZIA? RISPONDONO I GIORNALISTI EUROPEI  
 
Genova, 9 dicembre 2004 - Martedì 14 dicembre 2004, alle ore 17.00, Presso la Fondazione Carige di Via Gabriele D’annunzio, 105 – si terrà una tavola rotonda sul tema: “la Cultura fa ancora Notizia? “ Rispondono I Giornalisti Europei: Marie-françoise Leclère - Le Point; Maria Rennhofer – Orf; Ángel Sánchez Harguindey - El País; Thomas Steinfeld - Süddeutsche Zeitung. Coordina Mario Paternostro – Primocanale. Anche se ha via via acquisito spazi sempre più codificati all’interno della carta stampata e dei palinsesti radiotelevisivi, l’informazione culturale è spesso relegata in aree marginali dei “media”. Raramente conquista le prime pagine, mentre preferibilmente viene trattata, insieme agli spettacoli e al costume, come genere specifico. A partire dal confronto fra diverse esperienze europee di altissimo livello, l’incontro intende illustrare i differenti approcci praticati nei principali paesi del vecchio continente. In particolare, saranno presi in esame i vari sottogeneri come l’informazione letteraria, artistica, musicale, teatrale, cinematografica, televisiva nonché la divulgazione scientifica e il costume. L’incontro rappresenterà, infine, un’utile occasione per tracciare, di fronte ad autorevoli protagonisti del giornalismo internazionale, un primo bilancio sulla visibilità della città di Genova e delle sue numerose iniziative promosse nell’anno europeo della cultura. Marie-françoise Leclère - Le Point - Dopo studi approfonditi di letteratura alla Sorbonne e a Cambridge, Marie-françoise Leclère diventa nel 1966 vicecaporedattrice della rivista Elle. Nel 1979 entra come grande reporter al giornale Le Pointnel quale ricopre adesso la carica di caporedattrice del servizio cultura. Critica letteraria e cinematografica, è autrice di saggi e sceneggiature. Maria Rennhofer – Orf - Dopo una significativa esperienza per Parnassed altre prestigiose riviste nazionali ed estere, collabora attivamente con la radio austriaca Orf, occupandosi in particolare del Festival di Salisburgo ed altri importanti eventi culturali. Dal 2004 è direttore della sezione cultura del primo canale della radio austriaca. Ángel Sánchez Harguindey - El País - Da quando fu fondato nel 1976, Ángel Sánchez Harguindey lavora a El País, dove ha ricoperto diversi incarichi, sempre nell’area Cultura e Spettacoli. È stato responsabile del supplemento Babeliae di El País Semanale attualmente è vice-direttore e responsabile delle tematiche culturali sia della sezione quotidiana che dei diversi inserti. Thomas Steinfeld - Süddeutsche Zeitung - Dopo studi di Germanistica e Musicologia, svolge attività accademica fino al 1994, anno in cui inizia il suo impegno giornalistico, prima presso la redazione culturale della Frankfurter Allgemeine Zeitung, poi, a partire dal 2001, presso il quotidiano Süddeutsche Zeitung, del quale dirige il Feuilleton. Mario Paternostro – Primocanale - Dopo gli esordi al Lavoro ed un intermezzo al Giornale, Mario Paternostro ha maturato una lunga esperienza al Secolo Xix, di cui è stato per molti anni vicedirettore. Docente di giornalismo all’Università di Genova, attualmente è direttore dell’emittente televisiva Primocanale.  
   
   
PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI – CRESCONO I NUMERI DELLA PICCOLA E MEDIA EDITORIA IN ITALIA  
 
Roma, 9 dicembre 2004 - Iacometti, presidente del Gruppo piccoli editori dell’Aie: “I piccoli editori spingono sull’innovazione, per sopravvivenza. Per questo “Salviamo le idee” non è un grido di dolore ma un moto di orgoglio”. 310milioni di euro di fatturato (oltre il 31% delle vendite in libreria), circa 5mila addetti, 13mila titoli (in crescita del 31,7% sul 2001), per il 70% costituiti da novità. E’ questo il quadro strutturale della piccola e media editoria in Italia, come confermato dalle cifre dell’indagine condotta dall’Ufficio studi dell’Aie (Associazione Italiana Editori) e presentata oggi, 8 dicembre, nel corso del Convegno di apertura della terza edizione di “Più libri più liberi” (Roma, Palazzo dell’Eur, 8-12 dicembre) dal titolo “Salviamo le idee. Il valore della creatività nella piccola e media editoria”, moderato dal giornalista Paolo Mauri. “Queste cifre – ha sottolineato il presidente del Gruppo piccoli editori dell’Aie, Enrico Iacometti – sfatano il luogo comune del “piccolo è bello”. Al contrario, evidenziano come il concetto debba essere piuttosto “piccolo è faticoso ma entusiasmante”. Malgrado le notevoli difficoltà quotidiane (di accesso ai canali distributivi, di credito, di visibilità, di imposizione fiscale…), i nostri numeri sono in aumento: per questo lo slogan di questa terza edizione della Fiera “Salviamo le idee” non costituisce un grido di sgomento ma un segnale di orgoglio. E questa Fiera, caso unico in Europa di attenzione ai piccoli editori, continua a testimoniare questa vitalità del settore”. “L’editoria presente in questa nostra Fiera – ha chiarito il presidente degli editori, Federico Motta - ha gli stessi connotati di creatività, intuito, sensibilità culturale, capacità di anticipare le tendenze di mercato di quella di maggiori dimensioni. Parlare di questa editoria equivale a parlare di tutta l’editoria. Lo slogan Più libri, più liberi sintetizza perfettamente questo concetto: l’altissimo numero di editori che espongono qui la loro produzione (oltre 300 ndr) avvalora l’idea che quante più intelligenze imprenditoriali esplorano il mercato, tanti più autori possono essere valorizzati e diffusi e tante più sfaccettature del nostro paese possono essere raggiunte con proposte editoriali anche molto mirate”. Un’occasione per valorizzare questa produzione verrà anche da “Torino capitale mondiale del libro per il 2006”: “Si tratta di un grande riconoscimento all’Italia – ha confermato Giovanni Puglisi, comparatista, Presidente della Commissione Nazionale Italiana dell'Unesco e rettore della Iulm - di Milano – Questa designazione, ottenuta da Torino in collaborazione con la Città di Roma, costituisce una grande opportunità di internazionalizzazione della nostra produzione editoriale”. Non solo. “I piccoli editori – ha concluso Domenico De Masi, sociologo, preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione dell'Università "La Sapienza" di Roma – sono “sensori della cultura” e una delle poche “università invisibili” davvero funzionanti in Italia”. Le cifre - Nel 2003 sono aumentate le piccole e medie case editrici: le aziende che pubblicano da 11 a 49 titoli sono diventate 986 (+12,0% rispetto al 2001), quelle con una produzione compresa tra i 5 e 10 titoli sono diventate 773 (+18,9% rispetto al 2001): complessivamente si è passati dalle 1.530 del 2001 alle 1.759 del 2003. Una su tre si trova al Centro Italia (32%), seguita dalla collocazione nel Nord Ovest (31%) e nel Nord Est (20%). Solo il 16,5% si trova al Sud e nelle Isole. Cresce la produzione, diminuisce però la tiratura (-3,5% rispetto al 2000). Dove vendono? Per l’86% in libreria, per il 5% nella grande distribuzione organizzata. In crescita invece il canale Internet e l’export dei libri (la sintesi dell’indagine è in allegato).  
   
   
LO STATO DELLA PICCOLA E MEDIA EDITORIA IN ITALIA  
 
Roma, 9 dicembre 2004 - Sintesi del volume: Il valore della creatività nella piccola e media editoria. Materiali per una discussione, Milano, Associazione italiana editori, novembre 2004 Realizzato dall’Ufficio studi per tematizzare e approfondire alcuni aspetti – della piccola e media editoria - che il Libro bianco, realizzato in occasione degli Stati generali, aveva preso in considerazione solo marginalmente. Le aziende: in crescita. Oggi risultano 1.759 piccole e medie case editrici (di queste, 986 pubblicano tra gli 11 e i 49 titoli all’anno) Nel 2001 il parco aziendale della Piccola media Editoria (Pme) risultava attorno alle 880 imprese, che pubblicavano da 11 a 49 titoli all’anno, più altre 650 con una produzione compresa tra i 5 e i 10 titoli all’anno (case editrici, queste ultime, che in molti casi possono esser fatte rientrare in una condizione di pre-imprenditorialità, per scelta editoriale o per mancanza di risorse oppure perchè si trovano all’inizio di un processo di crescita verso dimensioni aziendali più consistenti). Nel 2003 sono aumentate, diventando le prime 986 (+12,0%), le seconde 773 (+18,9%): complessivamente si è passati dalle 1.530 del 2001 alle 1.759 del 2003. I piccoli e medi editori che risultano maggiormente strutturati, pubblicando più di undici titoli all’anno (la continuità produttiva espressa dalle novità pubblicate è direttamente correlata alla consistenza e all’articolazione di un progetto e di un piano editoriale che si sviluppa nel tempo, a una direzione editoriale, a una struttura redazionale, a una rete di collaboratori, a rapporti continui con le aree della pre-stampa, stampa e post-stampa, a una distribuzione e presenza nei canali di vendita, ecc.), sono quelle 986 case editrici che appartengono al primo gruppo e sulle quali si concentra l’attenzione dello studio (il numero di editori e di marchi presenti a una manifestazione come “Più libri più liberi”, in altre parole a una mostra mercato specializzata nella piccola e media editoria, è di circa 350-360 piccole case editrici). Le 986 case editrici rappresentano il 18,7% di tutte le case editrici “censite”, ma si sale al 26,9% (una su quattro di quelle che hanno una reale presenza e disponibilità in libreria o nelle anagrafiche) se consideriamo solamente quelle attive. Numeri che solo apparentemente possono sembrare elevati, per la relativa facilità ad “aprire” una nuova casa editrice e per basse (o inesistenti) barriere all’ingresso, cui corrispondono però, in un secondo momento, barriere all’accesso nella distribuzione, nella capacità di occupare spazi espositivi sul punto vendita, nella visibilità e nella comunicazione sulla stampa o in televisione e nella difficoltà ad accedere al credito. Produzione: in crescita, del 31,7%, rispetto al 2001. Meno ristampe e più novità. Nel 2001 i piccoli e medi editori avevano proposto, tra novità e ristampe, 12.726 titoli (una media di 14 titoli per casa editrice); due anni dopo questo valore è cresciuto del 31,7%, raggiungendo i 13.108 titoli (13 titoli per casa editrice). Meno ristampe e più novità. Il 70,5% di questa produzione è composta da novità, ben oltre i valori medi che contraddistinguono la media del settore (che nel 2003, secondo Istat, è del 64,4%). Il dato è interpretabile come conseguenza di una relativa giovinezza di molte delle case editrici, e quindi della costruzione in corso di un catalogo. Ma è anche correlato ad un altro aspetto, ben più importante e ricco di implicazioni negative: il “tempo” sempre più ridotto in cui le novità stanno sui banchi e sugli scaffali di una libreria più attenta agli indici di rotazione e alle componenti economico-finanziarie della sua gestione. Questo si rende oggi indispensabile in un quadro di crescente concorrenza tra canali e formule di vendita, rappresentando per la Pme – ma più in generale per quella che una volta veniva chiamata “editoria di catalogo” – una delle maggiori criticità per il settore. Il catalogo: sono 78mila le proposte della Pme (il 22% di tutto il settore editoriale) Nel complesso la Pme propone attraverso il suo catalogo il 22% dei titoli commercialmente vivi (circa 78.000 proposte su oltre 350mila). Questo dato però evidenzia la difficoltà e la complessità di far conoscere ai lettori una parte molto importante della produzione della piccola editoria: sia in termini di visibilità sulla stampa e nelle pagine culturali; sia per l’inserimento di un’informazione bibliografica completa e puntuale all’interno delle banche dati, in grado di consentire la visibilità e reperibilità da parte del libraio nel momento in cui un cliente fa un ordine. Sia, infine, in termini di visibilità delle proposte sui banchi e gli scaffali dei punti vendita. La tiratura: diminuisce (-3,5% rispetto al 2000) Se la tiratura media degli editori italiani è di 4.800 copie, quella di un piccolo e medio editore è oggi di 1.900 copie; e nel 2000 di 1.998 (-3,5%). Ma se il 35% dei piccoli editori dichiara una tiratura media superiore alle 2mila copie, per il 18% è inferiore alle mille (con una media di 522 copie per titolo). Giro d’affari: la Pme rappresenta il 31,6 % delle vendite della libreria Considerate le caratteristiche di questo settore, è opportuno abbandonare una rappresentazione complessiva del mercato librario. La Pme concentra la sua produzione soprattutto, se non esclusivamente, nell’area dell’editoria di varia – che comprende narrativa (italiana e straniera), libri per bambini e ragazzi, saggistica di cultura, editoria universitaria, d’arte e illustrata, guide turistiche e libri di viaggio, manualistica, opere di reference –, distribuita in librerie (indipendenti, specializzate, di catena), in grandi librerie on line ed edicola, e, parzialmente, nella grande distribuzione organizzata. La Pme esprime un fatturato, a prezzo di copertina, pari a 310milioni di euro, pari al 31,6% del fatturato del canale libreria. Se è vero che in questo valore sono comunque comprese piccole e medie case editrici (o marchi) entrati a far parte di grandi e medi gruppi editoriali o di grandi case editrici, il dato indica comunque il peso che proprio la diversificazione e l’articolazione dell’assortimento offerto dalla Pme propone oggi al punto vendita e, di conseguenza, ai lettori. Un dato che però si ridimensiona quando vediamo che quel 31,6% è costituito, in realtà, da alcune decine di sigle editoriali, che raggiungono l’1-1,5% di quota di mercato, mentre tutte le altre si trovano con quote appartenenti alla categoria dello “zero virgola qualcosa”. Questo non impedisce che alcuni di questi marchi abbiano delle posizioni di leadership nel particolare segmento di mercato in cui sono presenti con la loro produzione. E implicitamente permette di intravedere le potenzialità che le strategie di coalizione – “Uniti per competere” era il filo conduttore del Salone della piccola e media editoria di Roma dello scorso anno – possono avere per tutto il settore come mostra la stessa manifestazione di Roma. Occupazione: 5mila addetti nel settore della Pme Possiamo stimare in circa 5mila il numero di addetti (compresi i titolari che lavorano in casa editrice), pari a circa il 25% dell’occupazione complessiva. Il 46,8% (quasi uno ogni due) svolge mansioni che riguardano l’attività editoriale e redazionale-produttiva vera e propria. Dove vendono: per l’86% in libreria La Pme non vende i suoi libri, naturalmente, solo in libreria. Da questo canale provengono la maggior parte dei suoi ricavi (l’86%), ma un altro 5% proviene dalla vendita nella Gdo, e un restante 9% da altri canali: in particolare, dalla vendita per corrispondenza in cui sono comprese le vendite tramite Internet e dall’export di libri (entrambi i canali sono in crescita). A fronte di una tiratura media di 1.900 copie, nei dodici mesi successivi all’uscita del libro le vendite medie sono però di 860 copie. Internazionalizzazione: solo il 2% delle piccole case editrici vende i diritti all’estero C’è un rapporto diretto tra capacità di esportare e vendere diritti all’estero e dimensione delle case editrici. Nel 2003 il 18% delle grandi e medie case editrici ha venduto all’estero diritti di edizione dei propri libri e autori, contro solo il 2% delle piccole case editrici. Questo significa che la Pme prova a stare sul mercato internazionale senza avere i mezzi per sviluppare strategie di marketing specificamente indirizzate a questo tipo di sfruttamento del catalogo. Nonostante ciò, queste imprese sanno cogliere l’esistenza di una domanda di titoli italiani espressa dagli editori stranieri. Ci potremmo chiedere se questa domanda non potrebbe venir meglio perseguita dalla Pme rispetto a quanto non abbia fatto fino ad oggi. E magari anche in ambiti diversi rispetto a quelli tradizionali della narrativa, in favore invece di segmenti come la saggistica, la vasta galassia della manualistica, i libri per bambini che risultano in crescita nell’export di diritti. A ciò si aggiunge che – per i piccoli editori – è difficile avere sufficiente massa critica (anche in ragione dei bassi margini) per rendere conveniente lo sviluppo di una strategia di marketing specifica per il mercato dei diritti.  
   
   
THE WALL STREET JOURNAL EUROPE: ITALIANI I PIU’ PESSIMISTI SECONDO L’INDAGINE SEMESTRALE INVESTMENT BAROMETER ELABORATA DA GFK WORLD IL 58% DEGLI ITALIANI VEDE UN FUTURO SEMPRE PIÙ INCERTO  
 
Milano, 9 dicembre 2004 – Questo il dato più evidente della settima edizione di Investment Barometer, ricerca semestrale condotta da Gfk Worldwide per conto di The Wall Street Journal Europe, che mira a individuare atteggiamenti e comportamenti degli europei verso gli investimenti. Il sondaggio è stato effettuato da aprile a maggio su un campione di 14.383 famiglie provenienti da 18 Paesi tra Europa Occidentale, Orientale, Russia, Turchia e Stati Uniti. Il 58% degli italiani è convinto che nei prossimi 12 mesi risparmierà meno o molto meno (53% un anno fa), il 27% non si aspetta alcun cambiamento, mentre solo il 15% ha prospettive rosee. Nei Paesi dell’Europa Occidentale il 49% prevede una certa stabilità, il 37% crede che risparmierà meno, il 16% di più. Solo la Repubblica Ceca registra un numero di “pessimisti” maggiore dell’Italia con il 59%; gli Stati Uniti invece si dimostrano essere i più “equilibrati”: il 39% degli americani ritiene infatti che riuscirà a risparmiare di più, il 37% manterrà il livello attuale, il 24% prevede peggioramenti. 87 italiani su 100 dichiarano di possedere meno di 50.000 euro. Il dato si registra soprattutto tra le donne, appartenenti al ceto medio e residenti nelle città. In Europa Occidentale, la cui media è pari all’85%, i Paesi più “poveri” risultano essere Polonia (99%), Ungheria (96%) e Germania (93%). La Russia registra un dato pari al 97%, mentre negli Stati Uniti ben 50 persone su 100 possiedono più di 50.000 €. Dovendo scegliere il più importante metodo di risparmio effettivamente utilizzato, il 47% degli italiani (34% in Europa Occidentale) accorda la propria preferenza ai depositi bancari (conti correnti o conti di risparmio), mentre il 15% afferma di non avere alcun tipo di investimento. Quest’ultimo dato sale al 60% in Spagna, all’80% in Polonia e all’84% in Turchia. Potendo scegliere più di una opzione tra tutte le forme di risparmio (azioni, fondi azionari, fondi di investimento, bond, depositi bancari, assicurazioni sulla vita, fondi pensionistici, altri investimenti, nessun tipo di investimento), in Italia i depositi bancari, scelti dal 73% degli intervistati, sono seguiti dalle assicurazioni sulla vita con il 28% e dalle azioni con il 19%. Sulle preferenze, e quindi non sui metodi effettivamente in uso, il 24% dei nostri connazionali sceglie nuovamente i depositi bancari, seguiti dai fondi pensionistici con l’16%. Si conferma la diffusa incertezza, testimoniata dal fatto che 34 italiani su 100 non ha una forma di investimento preferita. La Spagna registra il dato più “allarmante”: ben il 56% degli intervistati non propende per alcun investimento, così come il 53% degli olandesi. Da notare la Svezia dove tutti hanno espresso almeno una preferenza. I dettagli su “Investment Barometer” sono pubblicati oggi sia sull’edizione cartacea sia su quella ondine ( www.Wsj.com ) di The Wall Street Journal Europe.  
   
   
CORSO GRATUITO "ORGANIZZAZIONE EVENTI CULTURALI"  
 
Roma, 9 dicembre 2004 – Di seguito le informazioni relative ad un corso gratuito su "Organizzazione di Eventi Culturali" finanziato dalla Regione Lazio, che si svolgerà da fine gennaio nella Libreria Motamot (Via Giulio Rocco 37-39 - Roma -Zona Ostiense ). Sono destinatari del corso tutti coloro che, in possesso di diploma medio superiore e disoccupati, desiderino approfondire i temi legati all’ideazione, sviluppo e gestione degli eventi culturali. Organizzazione di eventi culturali Sono destinatari del corso tutti coloro che, in possesso di diploma medio superiore o titolo di studio superiore, desiderino approfondire i temi legati all’ideazione, sviluppo e gestione degli eventi culturali. Il corso mira a trasferire, attraverso attività di aula e attività pratiche, professionalità spendibili nelle strutture pubbliche o private che si occupano di promozione culturale. Le persone che frequenteranno il corso quindi, acquisiranno nozioni base sui temi della comunicazione, del marketing, dei principi di progettazione e sviluppo di eventi. Il corso avrà una durata di 200 ore che comprenderanno sia attività teoriche che pratiche. Di queste più del 50% saranno dedicate ad attività pratiche. L’attività di aula mira ad approfondire i temi legati alla comunicazione, all’ufficio stampa e alla promozione calibrate sulle esigenze della figura professionale che si cerca di formare. Contemporaneamente gli iscritti al corso saranno chiamati a organizzare e gestire un evento di promozione culturale secondo i principi appresi durante il corso. Gli insegnamenti saranno divisi in 3 moduli. Nel primo si analizzeranno i temi fondamentali della comunicazione. Nel secondo i temi saranno centrati maggiormente sul marketing, la pubblicità e su temi legati agli strumenti di organizzazione. Il terzo modulo sarà di carattere pratico. 1. Modulo: 1.Teorie e tecniche della comunicazione; 2. Storia dell’industria culturale; 3. Teoria dei nuovi media; 4.Storia e critica dell’arte; 5. Arti visive. 2. Modulo: 1. Fondamenti di marketing per gli eventi culturali; 2. Comunicazione pubblicitaria; 3. Teoria del giornalismo; 4. Teorie e tecniche dell’organizzazione; 5. Organizzazione di eventi. 3. Modulo si procederà alla progettazione di un evento seguendo le seguenti tappe: 1. Analisi del bisogno; 2. Progettazione; 3. Sviluppo; 4. Realizzazione; 5. Controllo. Data inizio 31/1/2005 data fine 1/7/2005 link al catalogo generale: http://formazioneindividuale.Sirio.regione.lazio.it/container.asp?page=catalogo.asp  
   
   
LAURA VITALI VINCE A PISTOIA, LA PRIMA EDIZIONE DI "CINEMA E LETTERATURA FILM FESTIVAL - MAURO BOLOGNINI"  
 
Pistoia, 9 dicembre 2004 - La prima edizione di "Cinema e Letteratura Film Festival - Mauro Bolognini" ha visto vincitori Laura Vitali, regista di "Cesare Pavese: dialoghi sul mito e sulla poesia" (Premio Migliore Regia); Ugo Bruschi e Andrea Canepari, registi de "Il Dramma" (Premio Migliore Sceneggiatura); Alessandro Grassi, regista de "Il bambino e la brasiliana" (Premio Giovani). La manifestazione si è conclusa domenica 5 dicembre 2004 con la premiazione avvenuta nella Sala Maggiore del Comune di Pistoia. La prossima edizione è prevista per il dicembre 2006, il festival avrà infatti cadenza biennale, con la ferma intenzione di estendere il concorso oltre ai cortometraggi anche ai lungometrggi. L'attività del Centro Mauro Bolognini non si fermerà comunque durante il 2005, infatti per maggio 2005 è prevista la pubblicazione degli atti del convegno "Cinema e Letteratura: la donna, la storia" e la presentazione dell'acquisizione di una copia in pellicola del film di Mauro Bolognini "L'eredità Ferramonti", oltre all'organizzazione di mostre e rassegne che saranno tempestivamente segnalte sul sito www.Centromaurobolognini.it  
   
   
CHAMPION FESTEGGIA CON UN LIBRO FOTOGRAFICO, GLI AZZURRI DEL BASKET  
 
Torino, 9 dicembre 2004 - In occasione dell’All Star Game in programma a Torino il prossimo 11 dicembre, Champion e la Nazionale Italiana di basket presenteranno il libro fotografico “Un’emozione lunga 8 anni”. Tra Champion e la Federazione si è trovata da subito una comunione di intenti che hanno dato vita ad una ormai storica collaborazione. La nostra azienda ha fatto del basket il proprio sport di riferimento e considera un onore essere fornitore ufficiale degli atleti italiani che gareggiano negli eventi internazionali. Questo libro ci dà la possibilità di scoprire qualcosa di più, di gustare anche quei momenti segreti che solo i giocatori e lo staff hanno condiviso. In questi otto anni Champion Europe ha inoltre finalizzato rapporti contrattuali di altissimo profilo con Fiba (in qualità di Global Sponsor), Nba (in qualità di licenziatario esclusivo per tutta l’Europa) ed Eurolega. Siamo inoltre sponsor tecnici di Aek Atene, Montepaschi Siena, Scavolini Pesaro, Virtus Bologna e da quest’anno anche della Virtus a Roma. Alla presentazione interverranno Sauro Mambrini- Presidente di Champion Europe, Gianni Petrucci – Presidente del Coni, Fausto Maifredi – Presidente della Fip, la Nazionale, con in testa Carlo Recalcati e Mimmo Cacciuni autore delle foto del libro. Saranno inoltre presenti tutti i maggiori esponenti del basket.  
   
   
ARACOELI - GLI AFFRESCHI RITROVATI. LA BANCA DEXIA CREDIOP CONTRIBUISCE ATTRAVERSO IL FINANZIAMENTO PER LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO D’ARTE  
 
Roma, 9 dicembre 2004 - I lavori di restauro nella cappella di S. Pasquale Baylon in S. Maria in Aracoeli a Roma, iniziati nel giugno del 2000 grazie a un finanziamento dell’ente proprietario del bene, il Fondo Edifici di Culto amministrato dal Ministero dell’Interno sotto la direzione della ex Soprintendenza ai beni artistici e storici di Roma e terminati nel novembre del 2003 sotto la direzione della Soprintendenza ai monumenti di Roma, hanno restituito, seppure frammentario, un ciclo affrescato della fine del Duecento riferibile allo stretto ambiente di Pietro Cavallini, anche se non direttamente attribuibile al Maestro. La pubblicazione del volume sulla cappella di S. Pasquale Baylon, resa possibile grazie alla Banca Dexia-crediop (la banca d’affari leader in Italia nella finanza pubblica e di progetto e dedicatata allo sviluppo sostenibile), permette di aggiungere un tassello molto importante al disgregato e misterioso corpus della pittura romana del Duecento, praticamente scomparsa durante il Xvii e Xviii secolo quando la maggior parte delle chiese romane venne rinnovata perdendo l’antico volto medievale. Pietro Cavallini è stato un contemporaneo di Giotto, ma più anziano del maestro toscano; ebbe grande fama nella Roma medievale ma le sue opere, tranne rare eccezioni, sono quasi del tutto scomparse. Il ciclo dell’Aracoeli era dedicato, come hanno potuto confermare le ricerche condotte da Tommaso Strinati, ai due santi Giovanni il Battista e Giovanni Evangelista, e fu commissionato da una importante famiglia baronale romana per la propria cappella funeraria. Non è stato ancora scoperto il nome dei committenti ma evidenti caratteri stilistici, compositivi e la stessa tecnica d’esecuzione dei dipinti hanno permesso di datare i frammenti tra il 1295 e il 1300. Si tratta di un momento importantissimo nella nascita della pittura moderna italiana poiché è in questi anni che prende forma il ciclo delle “Storie Francescane” nella basilica superiore di S. Francesco ad Assisi e il “Giudizio Universale” del Cavallini nella basilica di S. Cecilia in Trastevere a Roma, due esempi emblematici del passaggio dal ‘parlar greco’ della pittura bizantina al ‘parlar latino’ del nuovo stile naturalistico e classico che avrà in Giotto, ma anche nelle botteghe romane che ruotavano attorno al Cavallini, i propri interpreti più importanti. All’aracoeli, la più celebre chiesa romana dell’Ordine, sono emerse, al di sotto di uno spesso strato di calce e ridipinture, affreschi che lasciano capire benissimo come in uno spazio tutto sommato piccolo come quello di una cappella funeraria abbia lavorato una bottega composita, con maestri dotati ognuno di uno stile riconoscibile, ma all’interno di una regìa unitaria. La Madonna col Bambino, che si trovava dietro alla pala d’altare settecentesca, oggi troneggia accanto ai due Giovanni, privata dello sporco secolare che ne occultava i toni vivaci e la forza plastica. I frammenti alle pareti, resi ben visibili dallo smontaggio parziale delle modanature architettoniche secentesche, hanno permesso di recuperare la struttura di una bottega romana della fine del Duecento automa dal Cavallini e dotata di una forte personalità, a metà strada tra l’ossequio alla tradizione bizantina e il nuovo linguaggio pre-rinascimentale. Lo stato di conservazione ottimale dei dipinti ha consentito di comprenderne analiticamente la tecnica d’esecuzione: un raffinato esempio di pittura murale in parte a buon fresco in parte rifinita a tempera che a tratti, come nella Madonna e il Bambino, sembra avvicinarsi alla pittura su tavola. Il Fondo Edifici di Culto è particolarmente onorato che una delle più importanti chiese di Roma appartenenti al suo patrimonio si sia arricchita di una così interessante e rara testimonianza di pittura romana medioevale, ed a tale proposito ringrazia l’opera della Soprintendenza, la quale è stata anche in questa occasione di prezioso ausilio al Fondo nell’importante compito di tutelare e restaurare i beni artistici di sua proprietà. In occasione della pubblicazione del volume, il Presidente e l’Amministratore Delegato di Dexia Crediop, rispettivamente Mauro Cicchiné e Gérard Bayol, affermano: “E’ proprio la bellezza e il fascino di questo ambiente culturale perduto (quel momento compreso tra gli ultimi anni del Duecento e i primi decenni del Trecento), che si recupera attraverso piccoli ma straordinari frammenti, che ha convinto Dexia Crediop ad impegnare le risorse necessarie alla pubblicazione del libro, in linea con il Gruppo Dexia cui fa riferimento, da sempre attento all’arte ed al mecenatismo”. Siamo onorati di aver contribuito alla valorizzazione di questa iniziativa e rivolgiamo a Tommaso Strinati e alla Soprintendenza di Roma i nostri piu’ sentiti ringraziamenti per averci consentito di continuare nellanostra tradizione di Banca da sempre vicina alle attivita’artistiche e culturali”.  
   
   
VIA LUCIO BATTISTI SARA' INAUGURATA IL 10 GENNAIO 2005  
 
Roma, 9 dicembre 2004 – Via Lucio Battisti sarà inaugurata il prossimo 10 gennaio 2005. E' questa la data indicata dal Sindaco Walter Veltroni, d'intesa con l'Assessore alle Politiche Culturali Gianni Borgna, per inaugurare la strada della capitale già intitolata al grande artista scomparso. L'inaugurazione di Via Lucio Battisti è l'ultimo atto di un lungo iter amministrativo che comprende la deliberazione in sede di Commissione Toponomastica e l'ottenimento di una deroga del Ministero dell'Interno, necessaria per le pratiche toponomastiche che riguardano personalità scomparse da meno di dieci anni. L'assessore Gianni Borgna ha inviato oggi una nota al Vice Presidente del Consiglio Comunale Fabio Sabbatani Schiuma, che questa sera organizza una serata in ricordo del cantante di Poggio Bustone, per informarlo della data prescelta."Sono molto contento - scrive Borgna - che si ricordi anche in questa occasione Lucio Battisti, artista di straordinario talento che ha influito moltissimo sul gusto musicale della sua generazione.Come sai bene da molto tempo la Commissione Toponomastica, da me presieduta, ha deciso di intitolare al nome di Lucio Battisti un largo della nostra città. Finalmente posso anche annunciarti che insieme al Sindaco si è decisa la data della cerimonia ufficiale, che si terrà lunedì 10 gennaio alle ore 12.00".