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Notiziario Marketpress di Mercoledì 08 Giugno 2005
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LA COMMISSIONE EUROPEA CONSTATA CHE IL DISAVANZO DI BILANCIO DELL’ITALIA HA SUPERATO LA SOGLIA DEL 3% DEL PRODOTTO INTERNO LORDO (PIL) NEL 2003 E NEL 2004  
 
Bruxelles, 8 giugno 2005 – Ieri la Commissione europea ha adottato una relazione in applicazione dell’articolo 104, paragrafo 3 del trattato Ue, nella quale constata che il disavanzo di bilancio dell’Italia ha superato, seppur lievemente, la soglia del 3% del prodotto interno lordo (Pil) nel 2003 e nel 2004, e, secondo le previsioni, si manterrà al di sopra di tale livello anche nel 2005 e successivamente, nell’ipotesi di politiche invariate. Pertanto il superamento della soglia non può essere considerato temporaneo. La relazione indica altresì che questa situazione non è eccezionale ai sensi del trattato, in quanto non è dovuta ad un evento inconsueto non soggetto al controllo del governo, né è determinata da una grave recessione. Il rapporto debito/Pil dell’Italia è sceso solo in misura modesta e, con un livello di circa il 106-107% del Pil, è lungi dal valore di riferimento del 60%. Ciò fa supporre che i requisiti del trattato per quanto concerne i criteri del disavanzo e del debito non siano soddisfatti. La considerazione di tutti i fattori significativi corrobora queste conclusioni. Nel preparare la relazione, la Commissione ha applicato lo spirito della riforma del patto di stabilità nel contesto delle regole vigenti. Conformemente all’articolo 104, paragrafo 3 del trattato sull’Unione europea, la Commissione ha adottato oggi una relazione che indica che i requisiti del trattato concernenti i criteri del disavanzo e del debito non sono soddisfatti. Questa relazione fa seguito a recenti revisioni dei dati che indicano un deterioramento delle finanze pubbliche italiane. Il 23 maggio 2005, Eurostat ha annunciato che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche italiane era stato pari al 3,1% del Pil sia nel 2003 che nel 2004 (cfr. Comunicato stampa Stat/05/65). Sempre nei due predetti anni il rapporto debito/Pil è rimasto al 106-107%. In linea con alcune osservazioni di Eurostat, il giorno seguente, il 24 maggio, l’istituto italiano di statistica ha proceduto ad altre revisioni al rialzo. Il disavanzo viene attualmente stimato al 3,2% per il 2001, il 2003 e il 2004, mentre il dato per il 2002 è stato elevato al 2,7%. L’articolo 104, paragrafo 3 del trattato stabilisce che “se uno Stato membro non rispetta i requisiti previsti da uno o entrambi i criteri [disavanzo o debito], la Commissione prepara una relazione”. Il trattato prevede altresì che la Commissione “tiene conto anche dell’eventuale differenza tra il disavanzo pubblico e la spesa pubblica per gli investimenti e tiene conto di tutti gli altri fattori significativi, compresa la posizione economica e di bilancio a medio termine dello Stato membro.” La Commissione constata nella relazione che il superamento del valore di riferimento per il disavanzo non è eccezionale ai sensi del patto, ovvero non deriva da un evento inconsueto non soggetto al controllo del governo, né è determinato da una grave recessione economica. La crescita economica in Italia è stata modesta per oltre un decennio ma è rimasta positiva. Né si può considerare che il disavanzo sia temporaneo: è stato al di sopra del valore di riferimento per due anni e, secondo le previsioni di primavera della Commissione, si manterrà nettamente superiore al 3% nel 2005 e 2006, anche qualora la crescita economica ritorni al suo tasso potenziale. Annunci recenti del governo corroborano questa previsione. Il rapporto debito/Pil permane molto elevato e di recente è sceso solo in misura modesta. Questa situazione è dovuta soprattutto alla contrazione dell’avanzo primario, che è passato da oltre il 5% del Pil alla fine degli anni ’90 a meno del 2% nel 2004, ma anche ad operazioni di bilancio che, pur non influendo sul disavanzo, hanno impedito una rapida riduzione del debito. La relazione analizza inoltre la posizione economica e di bilancio a medio termine dell’Italia e tutti gli altri fattori significativi. In particolare: il basso tasso di crescita potenziale e l’elevato rapporto debito/Pil indicano che il livello attuale del saldo primario è troppo basso per garantire la riduzione del debito; l’incremento del disavanzo non è dovuto alla spesa per investimenti pubblici, R&s e istruzione, che è rimasta grosso modo stabile negli ultimi anni; l’elevato disavanzo strutturale riflette le politiche pro-cicliche praticate nell’ultima fase di ripresa economica; gli interventi di contenimento del disavanzo sono consistiti per lo più in provvedimenti di carattere temporaneo; infine la situazione attuale mette a rischio la sostenibilità delle finanze pubbliche nel lungo termine. Prima di pronunciarsi sull’esistenza di un disavanzo eccessivo, la Commissione considererà il parere del Comitato economico e finanziario (Cef), che è composto da alti funzionari dei ministeri del tesoro e delle banche centrali. Il Cef dispone di due settimane per adottare il proprio parere. Se la Commissione è del parere che esiste un disavanzo eccessivo, raccomanderà al Consiglio di adottare a sua volta una decisione in questo senso e di chiedere allo Stato membro in questione di porre fine a tale situazione entro un determinato periodo di tempo. La Commissione è stata incaricata della sorveglianza delle finanze pubbliche, che è indispensabile per assicurare il buon funzionamento dell'unione monetaria. Tale compito include la valutazione dei programmi di stabilità presentati periodicamente dagli Stati membri e l’individuazione dei rischi presenti nell’evoluzione delle politiche di bilancio nazionali. Se necessario, vengono presentate raccomandazioni per correggere gli squilibri di bilancio nell’ambito della cosiddetta procedura per i disavanzi eccessivi. Vi sono attualmente 10 paesi per i quali è pendente la procedura per i disavanzi eccessivi. Per uno di loro, i Paesi Bassi, la procedura è stata chiusa oggi dai ministri delle finanze nella loro riunione periodica a Lussemburgo, dopo che tale paese ha ridotto il proprio disavanzo al 2,3% nel 2004. Il testo integrale della relazione della Commissione sull’Italia è disponibile al seguente indirizzo Internet: http://europa.Eu.int/comm/economy_finance/about/activities/sgp/procedures_en.htm  
   
   
MESSINA 50 ANNI DOPO: TRASFORMARE LA CRISI IN UN’OPPORTUNITÀ DISCORSO DI JOSÉ MANUEL BARROSO, PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA, PRONUNCIATO IN OCCASIONE DEL 50° ANNIVERSARIO DELLA CONFERENZA DI MESSINA.  
 
 Messina, 7 giugno 2005 - “Cari messinesi, miei carissimi europei, Signore e signori, è un onore per me essere stato invitato oggi a parlare dinanzi a questa assemblea. L’occasione mi era già stata offerta dieci anni fa, quando, in veste di ministro degli affari esteri portoghese, avevo presenziato alle celebrazioni per il 40° anniversario della conferenza di Messina. Ma stavolta sono qui in circostanze alquanto particolari. I francesi hanno respinto un grande trattato europeo con un clamoroso “no”. Le prime pagine dei giornali hanno dichiarato che l’Europa è “in crisi”. I politici hanno richiamato alla calma. È esattamente ciò che accadeva nel 1955, alla vigilia della conferenza di Messina. “La storia non si ripete mai”, diceva Mark Twain, “ma spesso compone rime”. Ebbene, per il cinquantesimo anniversario di questa conferenza la storia ha dimostrato di poter comporre rime degne di Dante Alighieri. Ancora una volta, parte della stampa parla di “catastrofe per l’Europa”. La Francia, stavolta insieme ai Paesi Bassi, ha detto “no” alla Costituzione europea. Come reagire al “non” dei francesi e al “nee” degli olandesi? Quali lezioni possiamo trarre, in questo momento così difficile, dalla conferenza di Messina di cui oggi celebriamo l’anniversario? Innanzitutto, devo confessarvi che la mia prima reazione al rifiuto della Costituzione da parte di due membri fondatori dell’Unione europea è stata una reazione di tristezza. Un voto negativo è segno di un’inquietante mancanza di fiducia da parte dei cittadini europei e fa pensare che una parte dell’opinione pubblica abbia paura del futuro, opponga resistenza al cambiamento e non creda più che l’Unione possa offrire soluzioni alle sfide comuni alle quali siamo confrontati. Certo, dobbiamo considerare come un segnale positivo il fatto che le preoccupazioni dei cittadini siano state espresse attraverso un voto democratico, al termine di un dibattito molto vivace. Ciò è di per sé positivo, e noi dobbiamo rispettare l’espressione della volontà dei cittadini. Ma nel dibattito si sono spesso intrecciate questioni di politica interna, e occorre riconoscerlo che gli argomenti discussi nel corso di entrambe le campagne referendarie spesso hanno avuto poco a che fare con la Costituzione europea. A parte le considerazioni puramente nazionali, la verità è che la Costituzione è diventata il capro espiatorio delle paure dei cittadini: paura di perdere il modello sociale, paura delle “delocalizzazioni”, paura che l’Europa proceda troppo velocemente e si estenda eccessivamente, paura dell’Euro e paura della globalizzazione. Ma il voto non riguardava questi aspetti. Il voto non riguardava gli allargamenti passati o futuri, non riguardava il mercato unico e le sue quattro libertà – libera circolazione delle merci, dei servizi, delle persone e dei capitali – che risalgono proprio al trattato scaturito dalla conferenza di Messina di cinquant’anni fa. Troppo spesso nel corso della campagna per il referendum ciò non è stato detto chiaramente. Ciò che invece è risultato molto chiaro è che durante una campagna referendaria è difficile evitare interferenze con temi non direttamente collegati alla consultazione. Esaminiamo insieme le principali questioni in gioco durante la campagna referendaria. Parte dell’opinione pubblica è preoccupata per l’erosione del modello sociale europeo. Tuttavia il progetto di Costituzione tutela tale modello. Un’esplicita “clausola sociale” (articolo Iii-117) impone all'Unione di tener conto, nella definizione delle sue politiche, di aspetti sociali quali la promozione di un livello di occupazione elevato, la garanzia di una protezione sociale adeguata e la lotta contro l’esclusione sociale. Vogliamo davvero rinunciare a questi principi? Molti dicono di essere preoccupati per l’assenza di democrazia nelle istituzioni europee. Tuttavia il progetto di Costituzione contribuisce ampiamente a ridurre il deficit democratico. Esso infatti attribuisce al Parlamento europeo un ruolo molto più importante nel processo decisionale, conferendogli il potere di modificare e approvare la quasi totalità dei nuovi atti legislativi. Anche il Consiglio, nella sua veste di legislatore, aprirà le sue porte al pubblico, permettendo così ai cittadini e ai parlamenti nazionali di conoscere meglio le posizioni dei governi. La democrazia partecipativa acquista in realtà uno status costituzionale, in quanto un intero titolo della Costituzione (titolo Vi) è dedicato alla «vita democratica dell’Unione». Vogliamo davvero rinunciare a questi principi? Altri temono che l'Europa sia un progetto elitario, imposto ai cittadini a dispetto delle loro convinzioni. E tuttavia il progetto di Costituzione avvicina l’Europa sia ai cittadini che ai parlamenti nazionali, in quanto attribuisce ai primi il diritto di invitare la Commissione a presentare proposte su materie in merito alle quali è opportuno un intervento normativo, purché sia raccolto almeno un milione di firme in un numero significativo di Stati membri, e conferisce ai secondi nuove importanti competenze per dare attuazione alla sussidiarietà. I parlamenti nazionali saranno informati di tutte le nuove proposte legislative della Commissione e potranno esercitare il potere di rinvio e chiedere un riesame del testo. Vogliamo davvero rinunciare a questi principi? Altri ancora sono preoccupati per la globalizzazione e per le eventuali minacce al ruolo dell’Europa. E tuttavia il progetto di Costituzione rafforza l’influenza dell’Unione europea nel mondo, la visibilità, la coerenza e l’efficacia delle sue azioni. Vogliamo davvero rinunciare a questi principi? In generale i cittadini temono che l’Europa sia troppo distante e troppo complessa, con le sue procedure talvolta “bizantine” che sconcertano perfino gli esperti. E tuttavia il progetto di Costituzione rappresenta un esercizio di semplificazione notevole, che consolida in un testo leggibile un coacervo di trattati in cui è difficile districarsi e le cui disposizioni spesso si sovrappongono. Sei tipi di strumenti giuridici sostituiscono i 36 diversi tipi attualmente previsti. Vogliamo davvero rinunciare a questo sforzo di semplificazione? Nel corso delle discussioni, quanto spazio è stato dedicato a questi aspetti del progetto di Costituzione? Come abbiamo affermato nella dichiarazione congiunta che il presidente del Parlamento europeo, il presidente del Consiglio ed io abbiamo formulato domenica scorsa dopo il referendum francese: “i responsabili politici nazionali ed europei devono impegnarsi più a fondo per spiegare la vera dimensione delle sfide e il tipo di soluzioni che soltanto l’Europa può offrire. (…) Dobbiamo chiederci in che modo ciascuno di noi – governi nazionali, istituzioni europee, partiti politici, parti sociali, società civile – può contribuire a una migliore comprensione di questo progetto, che non può avere una propria legittimità se non si ascoltano i cittadini”. Cosa faremo ora? Dobbiamo rinunciare all’Europa proprio a distanza di cinquant’anni da quando i coraggiosi visionari di Messina la avviarono verso una nuova politica di stabilità e di prosperità? O piuttosto dobbiamo lottare per trovare un nuovo consenso politico e sfruttare questo momento difficile come un mezzo per rilanciare l’Europa ? Occorre innanzitutto sottolineare chiaramente che le ratifiche competono in primo luogo agli Stati membri. Ad essi spetta decidere quando e come ratificare e se desiderano mantenere l’impegno preso o modificare la loro posizione. Tuttavia, ciò che oggi mi sembra importante è che gli Stati membri reagiscano insieme, evitando azioni unilaterali e dispersive. È per questa ragione che ho chiesto loro di attendere il Consiglio europeo del 16 e 17 giugno per decidere la loro posizione. È importante che il Consiglio ne discuta e invii un messaggio chiaro a tutti gli europei. Sono convinto che un messaggio consensuale sia possibile ed auspicabile. Se è vero che dovremo esaminare le implicazioni del no francese e olandese in tempo utile, è altrettanto vero che in nome della Costituzione e della democrazia dobbiamo consentire a ciascuno Stato membro di esprimere la propria opinione. Tutti gli Stati membri hanno gli stessi diritti e tutti devono avere la possibilità di definire la loro posizione. Non bisogna dimenticare che dieci Stati membri, che rappresentano la metà dei cittadini europei, hanno già detto “sì” alla Costituzione, e tra questi anche l’Italia. Con la ratifica della Costituzione, il Parlamento italiano - ossia il parlamento di un paese fondatore - ha inviato un segnale forte all’Europa. L’italia deve continuare a svolgere il suo ruolo tradizionale a favore del processo di integrazione. Allo stesso tempo, sono perplesso circa la possibilità di riaprire i negoziati in vista di una revisione della Costituzione, daI momento che il testo rappresenta un compromesso molto delicato frutto di un’elaborazione durata vari anni. È difficile immaginare che possa essere approvato un nuovo compromesso sensibilmente diverso da quello attuale. E se si cerca di tenere conto delle paure di coloro che hanno votato “no”, quale “no” bisogna scegliere? Gli elettori olandesi e francesi che hanno votato “no” sono stati animati da motivazioni molto differenti. Dobbiamo riconoscere che il “no” espresso in questi due paesi rappresenta chiaramente un’opposizione alla proposta che è stata loro presentata, ma non si traduce in alcun modo in un sostegno ad un progetto alternativo. È proprio in un momento come quello attuale che possiamo trarre una lezione dagli avvenimenti che portarono alla conferenza di Messina. Si dimentica troppo facilmente che quando, nel 1954, l’Assemblea nazionale francese votò contro la Comunità europea di difesa, lo choc dei leader europei dell’epoca era paragonabile a quello che proviamo oggi dinanzi al “no” francese e olandese. Eppure essi non rinunciarono ai loro ideali europei. Anzi, al contrario, era diffusa la convinzione che fosse necessaria una reazione forte e rapida. Paul-henri Spaak, divenuto ministro degli esteri belga, propose quindi di convocare una conferenza per preparare un piano di rilancio. L’iniziativa fu accolta molto favorevolmente da Johan Willem Beyen, ministro degli esteri olandese, che desiderava spingersi ancora oltre, verso una “integrazione economica generale”. Su proposta del ministro italiano Gaetano Martino la conferenza ebbe luogo a Messina e portò, come tutti sappiamo, alla nascita della Comunità economica europea e della Comunità europea dell’energia atomica. Nel 1954, una crisi ha portato al rilancio e al rafforzamento dell’Europa. Invece di imporre una brusca battuta di arresto, i leader europei raddoppiarono i loro sforzi per trovare una soluzione che rispondesse alle preoccupazioni dei loro concittadini, ossia la pace e la prosperità. È curioso constatare oggi che, dinanzi alla crisi istituzionale dell’epoca, la via scelta fu quella di cercare una risposta tramite l’integrazione economica. Ora dobbiamo evitare di rifugiarci nella paralisi. Dobbiamo dimostrare ai nostri concittadini, talvolta un po’ scettici, che ora più che mai l’Unione europea può fornire una risposta efficace alle loro preoccupazioni. Certamente i risultati dei referendum di questa settimana rappresentano un insuccesso, ma l’Europa è più che mai attiva e la sua azione prosegue anche al di là del dibattito sulla Costituzione. La Commissione continua e continuerà a prendere importanti decisioni che portano benefici concreti a tutti i cittadini europei. Abbiamo un programma da realizzare, un programma sostenuto all’unanimità dal Consiglio europeo e dal Parlamento europeo, un partenariato che risponde concretamente alle preoccupazioni dei cittadini, in quanto si concentra sulla prosperità, sulla solidarietà e sulla sicurezza. Tutte le istituzioni europee devono essere solidalmente unite nella loro aspirazione a compiere ulteriori progressi, a realizzare tale partenariato e a risolvere in tal modo i problemi che preoccupano i cittadini. La nostra azione è diretta a creare nuovi e migliori posti di lavoro, a favorire la crescita economica, lo sviluppo sostenibile, a mantenere e modernizzare il modello sociale europeo e a garantire maggiore sicurezza ai cittadini. In questo modo restituiremo loro fiducia nell’Europa e nelle sue istituzioni. Il primo grande test sarà probabilmente il raggiungimento di un accordo sulle prospettive finanziarie per il periodo 2007-2013. L’unione europea ha bisogno di un nuovo quadro di bilancio per finanziare le politiche e le attività dell’Unione, e non vi è alcuna ragione per rinviare il negoziato. Semmai, al contrario, tutto ci spinge a dimostrare che l’Europa può agire con determinazione. La Commissione farà tutto quanto è in suo potere per giungere ad un risultato che rifletta la nostra volontà di dar vita ad un’Europa più competitiva e più solidale. Signore, Signori, i sei ministri degli affari esteri riuniti a Messina cinquant’anni fa sapevano benissimo che la costruzione dell’Europa è un processo complesso, esposto a crisi occasionali. Tuttavia, dando prova di un’effettiva leadership, essi seppero trasformare la crisi in opportunità, permettendo all’Europa di uscirne rafforzata e migliore di prima, pronta a raccogliere le nuove sfide e ad assumere le sue responsabilità. Il destino della Costituzione è ormai nelle mani degli Stati membri. Spetta a loro pronunciarsi. Poco più di sei mesi fa, a Roma, i 25 governi degli Stati membri hanno firmato il trattato costituzionale. È ora fondamentale che i 25 analizzino insieme la situazione e trovino un accordo sulla via da seguire. Ancora una volta, è venuto il momento di dar prova dello “spirito di Messina”, ossia di non indietreggiare davanti alle difficoltà, di non abbandonare i valori e i principi che sono al centro del nostro progetto. È fondamentale sfruttare il momento attuale per dare forma ad un nuovo consenso politico. Il compito della Commissione – così come io lo concepisco - è di favorire tale consenso e scongiurare uno scontro tra due diversi modelli o percezioni dell’Europa. Senza un nuovo consenso, indispensabile in questo momento, il compromesso e le soluzioni saranno più difficili. Ma, nella ricerca del consenso, occorre evitare due pericolose trappole. La prima trappola consiste nel barricarsi dietro a steccati ideologici. Scavare divisioni attorno a due monoteismi politici - il monoteismo del mercato e il monoteismo dello Stato - non giova all’Europa. Nessuno dei due può risolvere tutti i problemi e qualsiasi tentativo diretto ad imporre uno dei due in Europa è destinato al fallimento. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è una sintesi intelligente tra il mercato e lo Stato che possa aiutare l’Europa a vincere, e non a perdere, dinanzi alla globalizzazione. La seconda trappola è la tentazione di giocare allo “scaricabarile”, di lanciarsi in accuse inutili e pericolose e, in particolare, di trasformare le istituzioni europee con la scusa delle difficoltà esistenti sia a livello nazionale sia di fronte alle sfide globali. Certo, le istituzioni europee non sono perfette. Chi potrebbe pretendere di essere perfetto ? D’altronde è proprio perché ha riconosciuto l’esistenza di alcuni problemi che la Commissione da me presieduta, sin dalla sua entrata in carica sei mesi fa, ha deciso di predisporre alcune iniziative per sviluppare una comunicazione più efficace e per migliorare la qualità della legislazione (iniziativa “better regulation”). Riconosciamo infatti che è possibile compiere ulteriori passi in avanti nel rapporto di fiducia, trasparenza e responsabilità tra i cittadini e le istituzioni europee, e che le istituzioni possono impegnarsi più a fondo per assicurare il rispetto del principio di sussidiarietà e per semplificare le loro decisioni, soprattutto nei rapporti con i cittadini e con le imprese. Ma la tentazione di imputare a “Bruxelles” le decisioni impopolari ha già provocato in passato e continua a provocare un enorme pregiudizio. È ciò che succede quando si descrivono le riunioni a Bruxelles come battaglie in cui ogni giorno si contano vincitori e vinti, invece di presentarle come occasioni per discutere, trovare consensi e compromessi per risolvere problemi difficili ma comuni. Se si attacca “Bruxelles” sei giorni a settimana, dal lunedì al sabato, come si può poi sperare in un totale cambiamento di rotta il giorno dopo e aspettarsi che i cittadini sostengano l’Europa la domenica ? Se i capi di Stato e di governo attuali dimostreranno lo stesso senso di responsabilità che i leader politici dell’epoca dimostrarono cinquant’anni fa a Messina ed eviteranno queste due trappole, allora io credo che il futuro possa essere promettente e che l’attuale crisi possa trasformarsi in un’opportunità. Perciò proprio qui a Messina vorrei lanciare un appello a riunirci attorno ai valori europei, alla civiltà e all’anima dell’Europa, a sforzarci di cercare un sostegno che ci permetterà di ritrovare un consenso dinamico per un’Europa capace di adeguarsi alle nuove sfide della globalizzazione. Può darsi allora che, quando i leader europei di domani si ritroveranno qui per celebrare il centenario della conferenza di Messina, si ricorderanno che anche nel 2005 si è verificata una crisi poi trasformata in un’opportunità, e che l’Europa ne è uscita rafforzata e migliore di prima. Grazie”.  
   
   
INNOVAZIONE O RECESSIONE, È L'APPELLO DI ESPERTI AI LEADER FINLANDESI  
 
 Bruxelles, 8 giugno 2005 - Benché il Forum economico mondiale negli ultimi quattro anni abbia ritenuto per ben tre volte l'economia finlandese la più competitiva del pianeta, un gruppo di esperti finlandesi ha rivolto un invito ai leader del paese a promuovere l'innovazione per evitare il rischio che la Finlandia perda la posizione di punta sul mercato globale. Oltre una ventina fra esperti e decisori politici hanno contribuito alla relazione, redatta per conto del Fondo nazionale finlandese per la ricerca e lo sviluppo (Sitra), dal titolo "Making Finland a leading country in innovation" (Fare della Finlandia un paese all'avanguardia dell'innovazione). Il documento è il primo concreto risultato del nuovo programma di innovazione lanciato dal Sitra lo scorso autunno. Il documento presenta 27 differenti raccomandazioni mirate a creare "un ambiente dinamico per l'innovazione, in grado di attrarre esperti e investimenti". Ad esempio, una delle proposte afferma: "Vi sarà uno sforzo attivo e costante per sviluppare settori scientifici e tecnologici emergenti e per sostenere un'efficiente commercializzazione delle innovazioni da questi derivate". Altre proposte riguardano riforme fiscali e delle politiche di immigrazione, la messa in rete di imprese e università, nonché la creazione di centri regionali di innovazione. Nonostante l'economia finlandese sia invidiata in tutto il mondo, "senza riforme significative il paese rischia di perdere la propria posizione nel mercato globale", sostiene il direttore del programma del Sitra, Antti Hautamäki. Un'opinione condivisa da Tuovi Allén, economista del Sitra, che aggiunge: "Non voglio prendere questi indici di competitività troppo seriamente: misurano vari aspetti dell'economia e della competitività, basandosi principalmente sul parere di dirigenti." Tuovi Allén osserva: "Gran parte del successo internazionale ed economico finlandese si è basato su innovazioni e tecnologie di punta, in particolare le Tic (tecnologie dell'informazione e della comunicazione), dopo la grave recessione dei primi anni novanta". Afferma che la Nokia ne è stata il motore, seguita da altre società e imprese fornitrici, ma fa presente che il paese deve ampliare il proprio orizzonte se vuole preservare la posizione competitiva raggiunta. "Occorrono maggiori investimenti nel design e nel marketing, la tecnologia da sola non basta," conclude. Per scaricare una copia del documento in formato Pdf consultare: http://www.Sitra.fi/julkaisut/ohjelmat/inno1engl.pdf  
   
   
L'EURAB ESORTA LA COMUNITÀ SCIENTIFICA A ESERCITARE PRESSIONI SUI MINISTRI IN MERITO AL BILANCIO DEL 7PQ  
 
Bruxelles, 8 giugno 2005 - Il responsabile del Comitato consultivo europeo per la ricerca (Eurab) ha scritto alle organizzazioni di ricerca di tutta Europa, esortandole a esercitare pressioni sui governi affinché questi ultimi mantengano il proposto aumento delle risorse finanziarie da destinare al Settimo programma quadro (7Pq). La lettera precede la riunione del Consiglio europeo del 16 e 17 giugno, nel corso della quale dovrebbero essere adottate decisioni fondamentali riguardo al bilancio dell'Unione europea per il periodo 2007-2013. La Commissione europea ha proposto di raddoppiare le risorse per la ricerca per il prossimo programma quadro, il 7Pq, ma questo dipenderà dall'aumento del bilancio generale dell'Ue. Vista la riluttanza manifestata da alcuni paesi ad aumentare i loro contributi ai fondi comunitari, la dotazione finanziaria di 72,73 miliardi di euro proposta per il 7Pq appare sempre più improbabile. "È necessario rendersi conto della contraddizione esistente tra ciò che i governi dicono a favore della ricerca e il modo in cui agiscono", scrive Helga Nowotny, presidente dell'Eurab. "La ricerca e l'innovazione in Europa potranno contribuire ad affrontare le prossime sfide globali solo se la ricerca e l'innovazione verranno considerate un investimento nel futuro dell'Europa". Una riduzione della dotazione finanziaria proposta sarebbe "un duro colpo per l'obiettivo della crescita sostenibile basata sulla conoscenza", scrive la professoressa Nowotny, e "avrebbe conseguenze nefaste per la ricerca e l'innovazione in Europa". La lettera esorta pertanto la comunità dei ricercatori europei ad agire immediatamente: "La comunità dei ricercatori in Europa, sia nel mondo accademico che nell'industria, deve unire le forze con le organizzazioni di ricerca nazionali ed europee, le accademie scientifiche, le associazioni universitarie e le organizzazioni industriali nazionali ed europee". Helga Nowotny consiglia di rivolgersi ai primi ministri e ai ministri responsabili della ricerca, del commercio e dell'industria e delle finanze, "chiedendo loro con la massima forza possibile che, a prescindere da quale possa essere l'esito delle discussioni sul bilancio complessivo dell'Unione europea, si mantenga la dotazione finanziaria per la ricerca e l'innovazione proposta nell'ambito del Settimo programma quadro, dato il ruolo fondamentale che riveste per il futuro dell'Europa". La Professoressa Nowotny sottolinea anche l'importanza di coinvolgere i mezzi di comunicazione nel dibattito sulla dotazione finanziaria per la ricerca europea, e afferma che, se sono pienamente informati, potranno contribuire a garantire il "futuro dell'Europa". Nel documento sulla dotazione finanziaria per il 7Pq, l'Eurab elenca otto motivi per cui è necessario raddoppiare i fondi disponibili, tra cui l'effetto leva che i finanziamenti comunitari hanno sugli investimenti nazionali e privati nella ricerca e la promozione della coesione tra nuovi e vecchi Stati membri dell'Ue. Il documento sottolinea inoltre gli scarsi livelli di successo delle proposte di progetti presentate e sostiene che molte proposte di elevata qualità vengono respinte per mancanza di fondi. "Occorre ridurre le opportunità mancate per l'Europa", afferma l'Eurab. Il Comitato consultivo pone anche in evidenza la crescente necessità di impianti e attrezzature che ha accompagnato lo sviluppo scientifico. I costi di tali infrastrutture spesso superano le disponibilità a livello nazionale e richiedono un cofinanziamento europeo e un accesso internazionale. Per ulteriori informazioni sull'Eurab consultare: http://europa.Eu.int/comm/research/eurab/index_en.html  Per seguire le discussioni sul 7Pq consultare: http://www.Cordis.lu/fp7/  
   
   
ATHENAWEB: UN NUOVO PORTALE UE PER UNA MAGGIORE MOBILITÀ DELL'INFORMAZIONE SCIENTIFICA AUDIOVISIVA  
 
Bruxelles, 8 giugno 2005 - La Commissione europea ha lanciato un nuovo portale per l'informazione scientifica audiovisiva al fine di promuovere la produzione e la circolazione di film scientifici in Europa. Presentando il nuovo portale Athenaweb al salone europeo della ricerca e dell'innovazione, svoltosi a Parigi, in Francia, dal 3 al 5 giugno, Patrick Vittet-philippe, funzionario del settore stampa e informazione della Dg Ricerca della Commissione, ha spiegato che il portale offre agli operatori comunitari del settore una biblioteca elettronica interamente consultabile dei programmi scientifici radiofonici e televisivi esistenti in Europa. "Attualmente nell'Unione europea non vi è una buona circolazione dei film scientifici", ha spiegato Patrick Vittet-philippe. "Vi è una mancanza di informazione sui programmi esistenti nonché sulle questioni relative alle lingue e al diritto d'autore. L'approccio di Athenaweb intende riunire la comunità scientifica e i professionisti dell'informazione scientifica dell'Unione europea a vantaggio di entrambi". "Athenaweb sarà un punto d'accesso unico", ha aggiunto. "Si tratterà di un "portale verticale" unico in cui confrontare, depositare e consultare materiale e informazioni di carattere scientifico provenienti da tutta l'Unione europea. Athenaweb aumenterà la produzione e la circolazione di contenuti, aiutando gli addetti all'informazione scientifica dell'Ue a svolgere il proprio lavoro e la comunità scientifica a valorizzare il materiale e le informazioni di carattere scientifico a sua disposizione". Secondo Patrick Vittet-philippe, esiste un'enorme quantità di materiale scientifico interessante, quali film, notizie e interviste, provenienti da diverse fonti dell'Unione europea. Si tratta tuttavia di materiale di difficile reperimento e consultazione e che tende a non essere sufficientemente utilizzato e valorizzato. Athenaweb, che deve il suo nome alla dea greca della scienza e della saggezza, è il primo portale di questo tipo in Europa. Sebbene si trovi ancora nella fase pilota, offre un campione di 30 ore di programmazione, coprendo oltre 200 argomenti in due aree tematiche: ambiente e tecnologie industriali. Si prevede che questa banca dati raggiungerà circa 100 ore di programmazione scientifica, coprendo 14 temi dall'autunno 2005. Athenaweb ha inoltre l'obiettivo di favorire lo sviluppo, la produzione e la circolazione di nuovi programmi scientifici, agevolare le coproduzioni, aumentare la visibilità delle notizie relative alla scienza e alla ricerca e fornire migliori possibilità di collaborazione in rete per tutti coloro che si occupano di comunicazione scientifica. Consultabile solo da parte di professionisti del settore (redattori televisivi, produttori di trasmissioni e programmi scientifici televisivi, giornalisti scientifici, direttori scientifici e dipartimenti audiovisivi degli istituti di ricerca, multinazionali e industria), Athenaweb offre soluzioni contrattuali innovative per la negoziazione, la vendita e lo scambio di materiali scientifici televisivi quali le licenze elettroniche di copyright, copyleft (la rinuncia alla protezione dei diritti d'autore) e copyshare (la condivisione di materiali coperti dal diritto d'autore). La maggior parte dei cittadini europei riceve le informazioni dalla televisione, anche riguardo alla scienza e alla ricerca", ha affermato Janez Potocnik, Commissario europeo per la Scienza e la ricerca. "Dobbiamo fare in modo che le informazioni disponibili siano della massima qualità possibile. Athenaweb è una risposta innovativa ad alcuni dei problemi che si incontrano nell'ambito della comunicazione scientifica e tecnologica". Http://www.athenaweb.org  
   
   
IL GRANDE PUBBLICO INCONTRA I RICERCATORI NEL TENTATIVO DI COLMARE IL DIVARIO TRA SCIENZA E SOCIETÀ  
 
Bruxelles, 8 giugno 2005 - La società è sempre più desiderosa di sapere come funziona il mondo della scienza, e una maggiore trasparenza in questo campo è l'unico modo per colmare il divario tra scienza e società. Alcuni esperti hanno pertanto elogiato l'iniziativa degli organizzatori del salone europeo della ricerca e dell'innovazione, che si è svolto a Parigi dal 3 al 5 giugno, con ingresso gratuito per il pubblico. Il salone, che non ha precedenti in Europa, ha ricevuto il sostegno della Commissione europea, e ha dato al grande pubblico l'opportunità di conoscere ricercatori, scienziati e industriali, e di confrontarsi con loro. In una sessione sulla scienza e la società tenutasi il 4 giugno, un gruppo di esperti ha sottolineato il paradosso tra il fatto che il pubblico riconosca che la scienza è alla base della prosperità economica, ma che al tempo stesso manifesti preoccupazione di fronte alla complessità delle innovazioni scientifiche recenti. "Dobbiamo attribuire un ruolo più ampio alle scienze sociali e aumentare la diversità dei gruppi di ricerca", ha dichiarato Pascal Viginier, direttore esecutivo della ricerca e sviluppo (R&s) presso la France Telecom. "Oltre all'aspetto tecnico, dobbiamo tenere anche conto dell'uomo e di ciò che si aspetta dalla scienza. Per conferire maggiore legittimità alla scienza, dobbiamo intensificare l'interazione tra scienza e società". Il giornalista francese François de Closets si è detto d'accordo, e ha deplorato l'emergere di movimenti antiscientifici esemplificati dalla recente distruzione delle coltivazioni di prodotti geneticamente modificati da parte di attivisti francesi, un evento che non ha suscitato la condanna da parte del pubblico. Secondo François de Closets, dagli anni settanta vi è una sorta di rapporto ambivalente nei confronti della scienza, e criticare il progresso scientifico è divenuto d'obbligo. "La partecipazione dei cittadini è una risorsa importante per promuovere la ricerca in un'Europa democratica", ha aggiunto Massimiano Bucchi, un consulente della Commissione europea. "Non va bene chiedere il parere della società a fatto compiuto. La politica in materia di ricerca deve tenere conto dell'opinione pubblica a partire dalla fase iniziale. I cittadini devono essere coinvolti nell'elaborazione delle priorità della ricerca". Secondo il dottor Bucchi, gli scienziati devono imparare non solo a comunicare meglio le proprie scoperte e attività di ricerca, bensì anche ad ascoltare i cittadini. "Più la scienza progredisce, più si scontra con la resistenza della società", ha affermato Massimiano Bucchi. "Eppure studi confermano che se il grande pubblico viene consultato e si sente coinvolto nello sviluppo della politica per la ricerca, il suo atteggiamento verso la scienza diviene più positivo". Un membro del pubblico ha preso come esempio la Francia e ha fatto tuttavia notare che vi sono sempre meno scienziati tra i politici, e che la frattura tra scienza e società diventerà sempre più difficile da sanare fintantoché la responsabilità nel campo della ricerca sarà affidata a figure prettamente politiche.  
   
   
CONFERENZA INTERNAZIONALE SULLA SICUREZZA  
 
Bruxelles, 8 giugno 2005 - Dal 13 al 15 giugno si svolgerà a Roma la prima conferenza internazionale sull'ingegneria della sicurezza (Safe 2005). La manifestazione intende proporre un forum di presentazioni e dibattiti sugli sviluppi più recenti degli aspetti pratici e teorici legati all'ingegneria della sicurezza. La conferenza, che affronterà l'insieme degli aspetti di questo settore di ricerca interdisciplinare, verterà sui seguenti temi: gestione di crisi; ingegneria della sicurezza; disastri naturali ed emergenze; terrorismo; sicurezza It; danni provocati dall'uomo; questioni di controllo, protezione e attenuazione. La conferenza si rivolge a ingegneri, scienziati, ricercatori che operano sul campo, direttori ed altri specialisti interessati ad uno o più aspetti legati alla sicurezza. Http://www.wessex.ac.uk/conferences/2005/safe05/index.html  
   
   
SIGLATI A OTTAWA E A TORONTO ALLA PRESENZA DEL MINISTRO MORATTI 14 ACCORDI BILATERALI PREVENZIONE DELLE CATASTROFI NATURALI E TRASPORTI PIÙ SICURI TRA GLI OBIETTIVI DELLA COOPERAZIONE SPAZIALE ITALIA-CANADA BIOTECNOLOGIE: ISTITUITI LABORATORI DI RICERCA CONGIUNTI PER COMBATTERE MALATTIE COMPLESSE QUALI I TUMORI E LE PATOLOGIE NEURODEGENERATIVE  
 
Roma, 8 giugno 2005 - Lotta ai tumori e alle malattie degenerative, progetti d'avanguardia nel campo della ricerca spaziale, delle biotecnologie (finalizzate allo studio di malattie complesse quali i tumori, il diabete, le patologie neurodegenerative), dell'Ict (wireless, trasmissione dati ultraveloce), delle nanotecnologie e della chimica per l'ambiente, da realizzare anche attraverso la creazione di laboratori congiunti italo-canadesi. Sono questi i settori al centro di una intensa attività di cooperazione scientifica tra Italia e Canada, avviata grazie a ben 14 accordi firmati ieri e oggi nel corso della visita a Ottawa e a Toronto del Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Letizia Moratti. "Con queste nuove intese internazionali", ha detto il Ministro Moratti, che ha sottoscritto con il Ministro canadese per il Commercio internazionale James Peterson una dichiarazione congiunta di supporto a tutte le iniziative di cooperazione scientifica tra i due Paesi, "rafforziamo in maniera significativa le tre direttrici prioritarie di ricerca su cui stiamo operando, legate agli ambiti della qualità della vita e della salute, al rilancio della competitività del nostro sistema produttivo, allo sviluppo sostenibile e alla qualità ambientale". Ecco, in dettaglio, le iniziative avviate. Settore spazio Accordo di cooperazione tra l'Agenzia spaziale italiana e la Canadian Space Agency L'accordo sottoscritto dal Presidente dell'Asi Sergio Vetrella e dal Presidente della Csa, Marc Garneau, alla presenza del Ministro Letizia Moratti, è la prima iniziativa di cooperazione scientifica in campo spaziale tra Italia e Canada, due paesi fortemente coinvolti nello sviluppo di questo settore ed interessati a valorizzare i benefici sociali ed economici che da esso derivano. In particolare, la collaborazione riguarderà le attività di osservazione della Terra nelle seguenti aree di cooperazione: Una missione spaziale congiunta nelle osservazioni ottiche di tipo iperspettrale, ottenendo una sofisticata capacità di riconoscere diversi tipi di classi di copertura della superficie terrestre suddividendo lo spettro in centinaia di "diversi colori". Sinergie tra il sistema canadese Radarsat e il programma italiano Cosmo-skymed, integrando i dati del satellite canadese con quelli della costellazione italiana di 4 satelliti radar in banda X, aumentando la capacità di studio e controllo del territorio. Scambio di informazioni, di esperienze e conoscenze a supporto dello sviluppo delle tecnologie dei "radar ad apertura sintetica", in grado di operare notte e giorno e in ogni condizione di tempo con "acutezza" visiva pari a quella dei sistemi ottici. Sviluppo di applicazioni di mutuo interesse, quali ad esempio la tutela del territorio, la protezione dalle catastrofi naturali, la sicurezza dei trasporti, lo sviluppo delle telecomunicazioni a beneficio anche di molti paesi che stanno costruendo il proprio futuro. Promozione di accordi tra le industrie aerospaziali dei due Paesi nell'ambito dello sviluppo di programmi per l'osservazione della terra. L'accordo si pone come elemento qualificante del Piano spaziale nazionale 2003-2006, con il quale il Miur ha dato il via al rilancio della ricerca spaziale. Accordo multisettoriale tra Cnr e National research Council Canada L'intesa riguarda principalmente lo sviluppo di progetti comuni sui temi delle nanotecnologie, delle biotecnologie e delle tecniche per l'automazione dei processi industriali. Ulteriori programmi potranno essere sviluppati sulla base delle indicazioni di un comunicato congiunto Cnr-nrc che avrà il compito di facilitare il formarsi di future intese che privilegino il coinvolgimento anche di partner industriali. Intese Italia-canada per la costituzione di laboratori congiunti (joint-lab) Settore Life Science Programma di "joint-research" tra l'Istituto clinico di fisiologia del Cnr di Pisa e l'Institute of Biodiagnostics del Nrc di Winnipeg: riguarda lo sviluppo di ricerche biologiche e tecnologiche applicate la cardiologia, sfruttando le conoscenze avanzate della fisiologia cardiaca sviluppate a Pisa e il know how nello sviluppo di strumentazione di imaging dell'istituto canadese. Accordo tra il Manitoba Institute of cell biology (Micb-winnipeg) e l'Istituto di biologia cellulare del Cnr di Monterotondo, per lo sviluppo di infrastrutture in rete e di un laboratorio congiunto per lo studio di malattie complesse mediante analisi funzionale post-genomica del topo. Accordo tra il Montreal Neurological Institute della Mcgill University e l'Istituto di genetica e biofisica "Adriano Buzzati Traverso" del Cnr; accordo tra il Biomedical research centre della University of British Columbia e il Dipartimento di Oncologia, biologia e genetica dell'Università di Genova; programma di "joint-research" tra l'Health research institute della University of Ottawa e lo Stem Cell Research Institute dell'Ospedale San Raffaele di Milano: tutte e tre le intese prevedono la costituzione di una rete di laboratori attivi nello studio di cellule staminali adulte ai fini delle applicazioni in ingegneria tessutale. Accordo per lo sviluppo di un laboratorio multidisciplinare congiunto nella "Life Science Imaging" tra il sincrotrone canadese Cls (Canadian Light Sorce) e il sincrotrone italiano Elettra di Trieste. Accordo tra gli istituti di genetica e biofisica (Igb) e tecnologia biomedica (Itb) del Cnr e il Center for the Study of Brain Diseases Chum di Montreal; programma di "joint-research" tra il Departement of Neuroscience and Center for Addiction and Mental Health (Camh) dell'Università di Toronto e il Dipartimento di scienze e tecnologie biomediche dell'Università di Milano: tali progetti riguardano lo studio di malattie complesse quali tumori, diabete, malattie neurodegenerative e di patologie come la schizofrenia attraverso l'analisi genetica di popolazioni rimaste per molte generazioni in relativo isolamento, elaborando metodologie di analisi statistica computazionale (bioinformatica). Settore Nanotecnologie Programma di collaborazione tra l'Institute for microstructural sciences del Nrc, la National enterprise for nanoscienze and nanotechnology (Nest) di Pisa e il National research center on nanostructures and biosystems at surfaces (S3) di Pisa; collaborazione tra il Canadian energenius center for advanced nanotechnology della University of Toronto e la Nest di Pisa; collaborazione tra l'Advanced materials and process engineering laboratory (Ampel) di Vancouver, l'S3 di Pisa e il Laboratorio di tecnologie avanzate e nanoscienze (Tasc) di Trieste: potranno essere sviluppati progetti sulla creazione di nuove apparecchiature optoelettroniche ad alta frequenza, di macchine computazionali quantistiche, alla spettroscopia di semiconduttori e di superfici funzionalizzate. Settore Ict Accordo tra l'Institut national de la recherche scientifique, énergie, matériaux et télécommunications du Canada e il Consorzio nazionale interuniversitario per le telecomunicazioni (Cnit) e la Scuola superiore Sant'anna di Pisa, per lo sviluppo di nuovi componenti fotonici ultraveloci per applicazioni di elaborazione ottica, trasmissione ultra-veloce, sensoristica ottica, campionamento ottico per la misura nel tempo di segnali a larghissima banda, caratterizzazione di dispositivi opto-elettronici. Progetto di cooperazione tra l'Istituto di ricerca avanzata "Mario Boella" di Torino e il Communications research center di Ottawa sui settori delle tecnologie wireless. Il Ministro Moratti, nel corso della sua visita, ha inoltre incontrato politici, scienziati e imprenditori canadesi, intervenendo a due seminari, uno a Ottawa svoltosi ieri e uno tenutosi oggi a Toronto organizzato da Investinitaly, la joint-venture istituzionale tra Sviluppo Italia e Ice per attrarre investimenti esteri nel nostro Paese. Il Ministro si è soffermato sui temi della promozione dell'eccellenza nella cooperazione scientifica e tecnologica e sulle opportunità di investimento nel settore hi-tech e dell'innovazione in Italia, presentando gli incentivi e le agevolazioni predisposti dal Governo italiano per aumentare l'attrattività verso le imprese, in particolare nel settore delle biotecnologie e delle scienze per la salute, dando così concretezza all'accordo di partenariato Italia-canada del 1998. Il Canada rappresenta un mercato all'avanguardia nel settore del biotech e offre un numero elevato di potenziali investitori interessati ad espandere l'attività in Europa. Il Ministro Moratti si è soffermato in particolare a illustrare il nostro sistema dei distretti di alta tecnologia. "Abbiamo costituito undici distretti in Piemonte, Lombardia, Emilia-romagna, Veneto, Campania, Sicilia, Lazio, Friuli Venezia Giulia e Liguria, nei settori dei nuovi materiali, della nanotecnologie, delle biotecnologie, dell'Ict", ha ricordato il Ministro. "Altri undici distretti legati ad obiettivi strategici come le bioscienze, la sicurezza e la qualità agro-alimentare, i beni culturali, la prevenzione dei rischi idrogeologici, sismici e climatologici, sono in via di definizione in altre sette regioni del centro-sud, e potranno garantire grandi opportunità per gli investitori stranieri e ampi spazi di sviluppo per nuove imprese locali altamente innovative, insieme con la prospettiva di nuova occupazione qualificata".  
   
   
CONTI PUBBLICI: PRECISAZIONE IN MERITO ALLE DICHIARAZIONI DELL’ ON. FASSINO  
 
Roma, 8 giugno 2005 - Con riferimento alle dichiarazioni dell’on. Fassino in tema di conti pubblici, fonti del Ministero dell’Economia e delle Finanze puntualizzano che i dati contenuti nel rapporto della Commissione europea - redatto in base all’art. 104.3 del Trattato – sono del tutto coincidenti con i dati presentati dall’Italia in sede europea e dal governo in Parlamento. Le revisioni contabili recentemente decise da Eurostat – che sono l’unico fattore di scostamento dal valore di riferimento del 3% nel 2003 e nel 2004 - riguardano criteri contabili e non dati. Per alcuni importanti criteri contabili essi innovano, peraltro, rispetto a classificazioni che risalgono alla metà degli anni Novanta. Quanto alla politica economica del prossimo biennio, essa sarà illustrata nel Dpef e discussa in stretto dialogo con le autorità europee.  
   
   
EMISSIONE BOT  
 
Roma, 8 giugno 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha disposto un’emissione, con regolamento 15 giugno 2005, da effettuarsi tramite asta il 10 giugno 2005, di 8.500 milioni di euro di Bot così ripartiti:
importo (in ml. Di euro) scadenza giorni
Trimestrali 3.000 15.09.2005 92
Annuali 5.500 15.06.2006 365
Il 15 giugno 2005 vengono a scadere Bot per 8.000 milioni di euro (3.000 milioni di euro trimestrali e 5.000 milioni di euro annuali. I Bot sono posti all'asta con il sistema di collocamento dell'asta competitiva e senza l'indicazione del prezzo base da parte del Tesoro. Possono essere sottoscritti per un importo minimo di mille euro. I prezzi indicati dagli operatori partecipanti alle aste dei Bot, espressi in termini percentuali, possono variare, per tutte le tipologie di titoli, di un millesimo di punto percentuale o multiplo di tale cifra. Non sono ammesse all’asta richieste senza indicazione di prezzo. L'importo di ciascuna richiesta non può essere inferiore ad un milione e mezzo di euro (1.500.000€). Il collocamento dei Bot verrà effettuato nei confronti degli operatori indicati nei decreti di emissione. In attuazione di quanto disposto nella Sez.ii - Tit. V del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, e relative norme di attuazione, in relazione alla dematerializzazione dei titoli di Stato, i buoni ordinari del Tesoro sono rappresentati da iscrizioni contabili a favore degli aventi diritto. La Banca d’Italia provvede a inserire in via automatica le partite dei Bot sottoscritti in asta da regolare nel servizio di compensazione e liquidazione avente a oggetto strumenti finanziari con valuta pari a quella di regolamento. Sulla base delle assegnazioni, gli intermediari aggiudicatari accreditano i relativi importi sui conti intrattenuti con i sottoscrittori. Le richieste di acquisto - con un massimo di tre per ciascuna tranche - dovranno pervenire alla Banca d'Italia, esclusivamente tramite la rete nazionale interbancaria, entro e non oltre le ore 11 del giorno 10 giugno 2005 con l'osservanza delle modalità stabilite nei decreti di emissione. Si ricorda che in caso di malfunzionamento delle apparecchiature che non consenta l’immissione dei messaggi nella rete, le richieste di partecipazione all’asta debbono essere inviate con modulo trasmesso via fax. Le richieste non pervenute entro il termine stabilito dai decreti di emissione non vengono prese in considerazione. Eventuali richieste sostitutive di quelle corrispondenti già pervenute sono prese in considerazione solo se giunte entro il termine di cui sopra. Le richieste non possono essere più ritirate dopo il termine suddetto . Qualora le richieste di ciascun operatore, anche complessivamente, superino l’importo offerto dal Tesoro, esse verranno prese in considerazione a partire da quella a prezzo più alto, fino a concorrenza dell’importo offerto, salvo quanto diversamente stabilito nei decreti di emissione. La circolazione dei Bot al 31 maggio 2005 era pari a 138.610 milioni di euro, di cui 2.500 milioni di euro a 236 giorni, 2.000 milioni di euro a 204 giorni, 9.500 milioni di euro trimestrali, 52.110 milioni di euro semestrali e 72.500 milioni di euro annuali.
 
   
   
BANCA FIDEURAM: RACCOLTA NETTA TOTALE DEI PRIMI 5 MESI PARI A € 363 MILIONI, STABILE RISPETTO AD APRILE. PREMI VITA INCASSATI NEL MESE DI MAGGIO: € 132 MILIONI MASSE AMMINISTRATE A FINE APRILE: € 60 MILIARDI  
 
Roma, 8 giugno 2005 – La raccolta netta totale del gruppo Banca Fideuram ha registrato nel mese di maggio un saldo pari a zero, risultante da flussi di risparmio gestito e di risparmio non gestito di pari importo ma di segno opposto. La raccolta netta di risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni) in maggio è stata negativa per € 109 milioni. All’interno del risparmio gestito i fondi comuni e le gestioni patrimoniali hanno segnato una raccolta negativa pari rispettivamente a € 25 milioni e € 133 milioni, mentre le assicurazioni vita hanno registrato una raccolta positiva pari a € 49 milioni. Nel mese di maggio il saldo complessivo del risparmio non gestito è stato positivo per € 109 milioni. Le polizze vita hanno complessivamente incassato premi per € 132 milioni. La nuova produzione assicurativa è stata pari a € 58 milioni, interamente costituita da polizze unit linked. A fine aprile il totale delle masse amministrate dal gruppo Banca Fideuram ammontava a € 60 miliardi, per € 46,3 miliardi costituite da risparmio gestito. Al 31 maggio i private banker1 del gruppo Banca Fideuram erano 4.161 a cui vanno aggiunti 28 produttori assicurativi per un totale di 4.189 professionisti. In allegato sono riportate le tabelle relative a: raccolta netta e premi vita incassati nel mese di maggio 2005; dimensioni delle reti di private banker a fine maggio 2005; asset under management a fine aprile 2005.  
   
   
BANCA SELLA LANCIA 42 NUOVI COVERED WARRANT  
 
Biella, 8 giugno 2005 – Da oggi quotati sul Sedex 42 nuovi covered warrant sull'indice S&p/mib emessi da Banca Sella e per i quali Banca Sella svolgerà anche il ruolo di market maker. Nel dettaglio si tratta di 20 serie, 10 call e 10 put, con scadenza 16/09/05 e 22 serie, 11 call e 11 put, con scadenza 16/12/05. Tali covered warrant sono negoziabili via internet a commissioni zero tramite il portale Sella.it dove alla pagina  https://www.Sella.it/gbs/trading/mercati/cw/banca_sella/cw_banca_sella.Jsp  è anche presente una sezione interamente dedicata ai Cw, comprendente una guida operativa, i prospetti informativi, il calcolatore di volatilità, e le informazioni relative a questa nuova emissione (compreso l'elenco dei nuovi Cw).  
   
   
NONO CONVEGNO EFFEBI-CARIGE, “ CONSIDERAZIONI FINALI DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA”  
 
 Genova, 8 giugno 2005 - Banca Carige ha dedicato l’ 1 giugno un convegno in margine alle considerazioni annuali del Governatore della Banca d’Italia. Una relazione importante, che fa il punto sulla situazione sul sistema Paese Italia. Ed è proprio da qui che è partita la giornata di lavori in Carige, alla presenza di economisti, manager bancari, esperti e autorità. Ad aprire i lavori sono stati il presidente della Carige Giovanni Berneschi e il presidente dell’Effebi, Corrado Fois. La relazione è stata tenuta da Adalberto Alberici, ordinario di Economia all’Università di Milano e consigliere di amministrazione di Banca Carige. Ha sintetizzato la relazione del governatore e ha sottolineato alcuni punti, commentandoli: <­E’ un documento di grande respiro europeo e il messaggio è costruttivo>. Vigilanza, concorrenza efficienza e strategie delle banche, su questo ha insistito Alberici. Sono seguite le relazioni di due parlamentari genovesi, il senatore Luigi Grillo e l’onorevole Stefano Zara che hanno tracciato la storia del sistema bancario sottolineandone i punti di forza e le debolezze. Zara ha più insistito sugli aspetti di rapporto tra banca e imprese. Grillo invece sui progressi raggiunti negli ultimi 10 anni dal sistema bancario nella sua innovazione organizzativa e sulle aggregazioni. Tutti gli interventi sono stati utili per capire di più la dettagliata relazione del Governatore della Banca d’Italia e per suggerire i possibili rimedi alla crisi. C’è chi ha sottolineato gli aspetti positivi del nostro sistema Paese e chi invece ha voluto dare più spazio alla congiuntura negativa e all’assenza di sviluppo. Chi ha proposto soluzioni. <­Il decreto del risparmio – ha detto il presidente di Banca Carige – è fondamentale per il sistema bancario italiano, in modo che recuperi la fiducia dei risparmiatori>. La giornata è proseguita con la tavola rotonda sul tema “Leve strategiche di sviluppo organizzativo”, coordinata da Alberici. Protagonisti del dibattito sono stati Corrado Fois, presidente Effebi, Giancarlo Durante, direttore centrale dell’Abi, Pierpaolo Cellerino, responsabile risorse umane della Deutsche Bank, Stefano Libotte, direttore risorse umane della Banca Nazionale del Lavoro e Franco Toso, responsabile relazioni industriali del Sanpaolo Imi.  
   
   
GIANNI MACCHI LASCIA LA DIREZIONE GENERALE DELLA BCC DI BUSTO GAROLFO E BUGUGGIATE  
 
Busto Garolfo (Va) 8 giugno 2005 - Dopo aver chiuso il 2004 con nuovi record per la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate (+18,8% di utile di gestione) e aver salutato soci e dipendenti nell'assemblea di approvazione del bilancio, Gianni Macchi ha lasciato la direzione della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. Protagonista di primo piano della storia degli ultimi anni della banca. Gianni Macchi è arrivato alla direzione generale della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate subito dopo la delicata ed importante fase di fusione tra la Bcc di Busto Garolfo e quella di Buguggiate, nel 1999. In questi cinque anni, ha saputo consolidare e rendere omogenee le due realtà, portando l'istituto di credito con sede a Busto Garolfo a risultati importanti e significativi. I ringraziamenti a Macchi per l'ottimo lavoro svolto e l'impegno profuso sono stati portati in assemblea dal presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Silvano Caglio, a nome del consiglio di amministrazione e di tutti i soci. "La mia è stata una decisione non semplice. Sofferta ma ferma. Con la consapevolezza di lasciare una realtà migliore, più sana di quella che ho trovato, più grande non solo nei numeri, come dimostra l'ultimo bilancio, ma anche nella struttura, nell’immagine e nella consapevolezza delle proprie potenzialità -ha detto Gianni Macchi nel suo discorso di commiato in assemblea-. Questo, grazie all’apporto ed al contributo di tanti, ma permettetemi di dire che anch’io ho fatto la mia parte. Non è solo doveroso, ma è anche un piacere da parte mia, in questa circostanza, esprimere un sentito ringraziamento a tutti coloro che mi hanno aiutato nello svolgimento dell’impegnativo compito affidatomi, ed ai tanti che mi hanno testimoniato anche la loro fiducia e la loro amicizia". "Ai soci un grazie di cuore -sono ancora parole di Macchi- per aver condiviso questa esperienza e permettetemi un suggerimento: siate sempre vigili e partecipi a questa nostra bella realtà, siate i paladini dei valori che hanno generato la Cassa e che le hanno permesso di crescere fino ad oggi, solo così il futuro sarà altrettanto positivo. Parafrasando un detto evangelico direi: siate nel sistema bancario senza essere del sistema bancario". Le dimissioni di Gianni Macchi saranno effettive da settembre.  
   
   
MARR: AL VIA A MILANO IL ROAD SHOW ISTITUZIONALE. OFFERTA GLOBALE DI UN MASSIMO DI 26,4 MILIONI DI AZIONI ORDINARIE MARR S.P.A. DEL VALORE NOMINALE DI EURO 0,50 CADAUNA (ESCLUSA GREENSHOE), PARI A CIRCA IL 40% DEL CAPITALE SOCIALE  
 
Milano, 8 giugno 2005 - Ha preso il via il 6 giugno da Milano - e proseguirà nei prossimi giorni nelle principali capitali finanziarie europee - il roadshow istituzionale di Marr S.p.a.. L'offerta Globale attraverso la quale Marr S.p.a. Verrà quotata al Mercato Telematico Azionario della Borsa Italiana (segmento Star), sarà di un massimo di 26,4 milioni di azioni ordinarie del valore nominale di Euro 0,50 cadauna (esclusa Greenshoe), pari a circa il 40% del capitale sociale. L'offerta Globale sarà articolata in: un'Offerta Pubblica di Vendita (Opv) di un minimo di 5.280.000 azioni (pari al 20% dell'Offerta Globale) destinata al pubblico indistinto in Italia. Un Collocamento Istituzionale, destinato agli investitori istituzionali italiani ed esteri, di un massimo di 21.120.000 azioni (pari all'80% dell'Offerta Globale). E' inoltre prevista la concessione di un'opzione da parte di Cremonini S.p.a. A favore dei Coordinatori dell'Offerta Globale per l'acquisto al prezzo di offerta di ulteriori massime 2.640.000 azioni ("Greenshoe"), pari al 10% dell'Offerta Globale, che, se esercitata integralmente, porterà il flottante al 44% circa del capitale. Le azioni sono poste in vendita, per una quota di circa il 29,2% del capitale sociale, dagli azionisti componenti il pool di Investitori Istituzionali che nel 2003 è entrato nell'azionariato di Marr e, per una quota di circa il 10,8%, dall'azionista di maggioranza Cremonini S.p.a.. L'offerta Globale è diretta da Banca Imi e Merrill Lynch International nel ruolo di Joint Global Coordinator dell'operazione, mentre Banca Imi agisce anche in qualità di Sponsor, Specialista e Responsabile del Collocamento dell'Opv. L'opv prenderà il via oggi, 6 giugno, per terminare il 15 giugno, periodo in cui potranno essere presentate le domande di adesione all'Offerta per un quantitativo di 400 azioni (Lotto Minimo) o suoi multipli, oppure per un quantitativo di 4.000 azioni (Lotto Minimo Maggiorato) o suoi multipli. Ai soddisfacimento delle adesioni pervenute per quantitativi pari al Lotto Minimo Maggiorato sarà destinata una quota non superiore al 30% delle azioni effettivamente assegnate al pubblico indistinto. Il Prezzo Massimo di collocamento è stato fissato in 7,85 Euro per azione. In conseguenza di tale prezzo, l'investimento massimo richiesto per l'acquisto di un Lotto Minimo ammonta a 3.140 Euro, mentre per un Lotto Minimo Maggiorato è pari a 31.400 Euro. Il Prezzo di Offerta sarà determinato tenendo conto, tra l'altro, delle condizioni del mercato mobiliare domestico e internazionale, della qualità e quantità delle manifestazioni di interesse ottenute nel Collocamento Istituzionale, nonché della quantità delle adesioni pervenute nell'ambito dell'Offerta Pubblica. Il Prezzo di Offerta, che sarà il medesimo per l'Offerta Pubblica e per il Collocamento Istituzionale, verrà reso noto al pubblico mediante pubblicazione di apposito awiso che sarà pubblicato entro due giorni dal termine del Periodo di Offerta. Queste, in sintesi, le principali caratteristiche dell'operazione di collocamento delle azioni ordinarie di Marr S.p.a., il cui Prospetto informativo ha ricevuto dalla Consob - con nota n.5039851 del 31 maggio - il "Nulla Osta" al deposito e alla pubblicazione. La Borsa Italiana S.p.a., con provvedimento n°4021 del 26 maggio, ha inoltre disposto l'ammissione delle azioni ordinarie di Marr S.p.a. Alla quotazione ufficiale di borsa sul Mercato Telematico Azionario (segmento Star). La data di inizio delle contrattazioni verrà stabilita con un successivo provvedimento da parte di Borsa Italiana S.p.a. Ai sensi del vigente "Regolamento dei Mercati".  
   
   
SNIA S.P.A.: DATA DI EMISSIONE E DI GODIMENTO DELLE OBBLIGAZIONI CONVERTIBILI E AMMONTARE PRIMA CEDOLA  
 
Milano, 4 giugno 2005 – Snia informa che le Obbligazioni Convertibili del Prestito Obbligazionario Convertibile Snia S.p.a. 2005-2010 verranno emesse in data 24 giugno 2005. La Data di Godimento (come definita nel Regolamento del Prestito Obbligazionario Convertibile Snia S.p.a. 2005-2010) delle Obbligazioni Convertibili sarà quindi il 24 giugno 2005 e la prima cedola, pagabile il 31 dicembre 2006, sarà pari a Euro 0,0039 per singola Obbligazione Convertibile.  
   
   
DALLA SDA BOCCONI TRE INIZIATIVE PER IL MESE DI GIUGNO. “RATING E CREDIT, RISK MANAGEMENT NELLE BANCHE.” “ASSET/LIABILITY MANAGEMENT E GESTIONE INTEGRATA DEI RISCHI NELLE COMPAGNIE DI ASSICURAZIONE.” “FINANZIAMENTO ALLE FAMIGLIE: I MUTUI CASA.”  
 
Milano, 8 giugno 2005 – La Divisione Intermediari finanziari, Banche e Assicurazioni della Sda Bocconi presenta tre corsi di specializzazione previsti per il mese di giugno. Ecco i temi trattati: “Rating e credit, risk management nelle banche”, che si terrà a Milano dal 14 al 17 giugno, consente di raggiungere due importanti obiettivi: da un lato, di acquisire le tecniche per una corretta misurazione del rischio di credito e i relativi riflessi organizzativi; dall’altro, di conoscere a fondo le opportunità offerte dagli strumenti innovativi per la gestione del rischio creditizio. Destinatari dell’iniziativa sono addetti alla gestione del rischio di credito, alla pianificazione ed all’ispettorato in banche e intermediari finanziari. Con riferimento alla gestione dei rischi nelle compagnie di assicurazione sulla vita, si terrà a Milano, dal 20 al 22 giugno, un corso dal titolo “Asset liability management e gestione integrata dei rischi nelle compagnie di assicurazione”. L'adozione di approcci integrati per la misurazione e il controllo dei rischi finanziari, attuariali e commerciali, secondo una logica di Asset e Liability Management, rappresenta oramai una necessità per le Compagnie che, da qualche tempo, si trovano ad affrontare profonde trasformazioni nei mercati finanziari, nelle dinamiche competitive e nella regolamentazione del settore. Destinatari sono i responsabili e gli operatori delle funzioni finanza, attuariale e commerciale, del controllo di gestione, della pianificazione strategica delle Compagnie di assicurazione e, più in generale, tutti coloro che, all'interno di altre istituzioni hanno interesse alla misurazione e al controllo dei rischi finanziari delle Compagnie di assicurazioni. Infine, “Finanziamento alle famiglie: i mutui casa”, che avrà luogo a Milano il 20 e il 21 giugno, fornisce tutti i principali riferimenti tecnici e istituzionali per operare con successo in un mercato in forte sviluppo e caratterizzato da una normativa sempre più articolata. In particolare, l’iniziativa permette di tenere sotto controllo la provvista e di individuare soluzioni che siano coerenti sul piano del costo e della durata con un attivo sempre più orientato su un orizzonte temporale protratto. Destinatari del corso sono tutti coloro che all’interno delle banche e delle istituzioni specializzate abbiano la necessità di inquadrare rapidamente e chiaramente alcuni aspetti fondamentali dell’attività, siano essi neofiti o già presenti nel settore. Www.sdabocconi.it/diba/cs009  
   
   
L’MBA “STRATEGIA ACQUISTI” DELL’EIPM HA RICEVUTO IL RICONOSCIMENTO UFFICIALE AMBA (ASSOCIATION OF MBAS). SI TRATTA DELL’UNICO MBA SPECIALIZZATO IN “ STRATEGIA ACQUISTI” RICONOSCIUTO.  
 
Milano, 8 giugno 2005 - Questo titolo conferma l’Eipm come leader nella formazione alla Funzione Acquisti. Creato nel 1991, L’mba “Purchasing and Supply Management” dell’Eipm è diventato il punto di riferimento per la formazione alla Funzione Acquisti in Europa. L’mba Part Time permette ai quadri di realizzare i progetti di carriera personale grazie alla competenza degli insegnanti, al carattere multiculturale delle sessioni (10 nazionalità differenti) e alla varietà dei moduli (finanza, strategia industriale, economia internazionale, strategia acquisti, supply-chain e logistica, giurisprudenza, leadership, change management, global social responsability, comunicazione e marketing industriale, ecc.) Il profilo tipo del futuro diplomato è quello di un professionista che svolge un’attività nel settore Acquisti, con una formazione iniziale di ingegnere (50%) o “business” (50%) e fornito inoltre di un “vissuto internazionale”. Accordo quadro firmato con l’Istituto di Management di Grenoble Nel gennaio 2005, l’Eipm ha firmato un accordo quadro con il prestigioso Istituto di Management di Grenoble (Gem) che gli apporta la propria esperienza nei moduli di formazione “Gestione & Management”. Gem è una delle cinque grandi scuole francesi che dispone di tre riconoscimenti internazionali (Amba, Equis, Aacsb). Grazie alla complementarità dei due istituti, l’Executive Mba “Strategia Acqusti” è unico al mondo, permettendo ai quadri ad elevato potenziale di svilluppare le loro capacità manageriali, fornendo le idee e i mezzi per realizzare la loro “strategia acquisti” direttamente in seno alla propria impresa. *L’associazione Amba , nata nel 1967, rappresenta l’autorità internazionale per lo sviluppo delle formazioni “business education”. Lo scopo è quello di promuovere i Master presso università, studenti e imprese. L’amba ha autorizzato 101 programmi Mba, tra i quali oggi compare l’Mba dell’Eipm. La certificazione dell’Amba è indipendente, a carattere internazionale e si basa su criteri stabiliti dall’Iaab (International Accreditation Advisory Board). Questa certificazione ufficiale contribuisce al riconoscimento della Funzione Acquisti come “ruolo chiave” nell’impresa e valorizza la formazione specifica “Strategia Acquisti”. Da quindici anni, l’Eipm ha formato in sette lingue differenti alla Funzione Acquisti più di 10.000 quadri internazionali in ventisette Paesi. Centoquaranta persone di quaranta diverse nazionalità si sono diplomate in “Mba Purchasing and Supply Management” Un Mba “Specializzazione Acquisti” valorizza l’uomo e l’impresa... Mentre in un primo tempo i partecipanti ai primi Mba e all’Eipm, provenivano dai settori dell’automobile, areonautica, elettronica ed engineering, oggi altri settori hanno attirato nuovi candidati: chimica, farmacia, banche, assicurazioni, orologeria. Grazie all’eccellente livello dei relatori (professori altamente qualificati e rinomati) e grazie alla provenienza internazionale dei partecipanti (10 nazionalità per sessione), l’Mba è il mezzo ideale per tessere la fondamentale rete di relazioni professionali al fine di scambiare e condividere esperienze e conoscenze multiculturali utili all’arricchimento personale. Durante la formazione i partecipanti, seguiti da un coordinatore dell’Eipm, dovranno realizzare un progetto per la propria impresa. Il buon esito del progetto sarà determinante per l’ottenimento del diploma finale. Il programma in alternanza prevede quattordici moduli di una settimana pianificati su un periodo di diciotto mesi. L’investimento in questa formazione garantisce all’impresa lo sviluppo di una strategia acquisti personalizzata, acquisita durante il periodo di formazione del quadro. Anche se l’impegno e la volontà del partecipante sono motivati da un strategia che mira a un’evoluzione di carriera personale, le imprese generalmente finanziano questo investimento da 26.000 €. In effetti i manager degli acquisti titolari di un Mba specializzato si rivelano un “valore unico” nelle grandi imprese, le quali non esitano a investire su queste risorse rare, a forte valore aggiunto che gestiscono quasi il 70% del prezzo di costo dei prodotti commercializzati. Desiderate iscrivervi ? Cosa si deve sapere: Criteri di ammissione e di selezione: Laurea, avere un’esperienza professionale di almeno 3 anni, aver superato un test Toefl e Gmat, un colloquio personale. Costo della formazione: 26.000€ La formazione è ripartita in quattordici moduli di una settimana durante un periodo di diciotto mesi presso il Campus dell’Eipm (Archamps – Alta Savoia) vicino a Ginevra. I candidati saranno in un primo momento selezionati in base al loro curriculum, in seguito saranno invitati ad un colloquio presso l’Eipm. Www.eipm.org  
   
   
APRE OGGI LA PRIMA EDIZIONE DELL'EVENTO EMIRATI ARABI UNITI – ITALIA FORUM ECONOMICO E FIERA COMMERCIALE  
 
Milano, 8 giugno 2005 - Il Ministero dell'Economia e della Pianificazione degli Emirati Arabi Uniti, la Federazione delle Camere di Commercio degli Eau, la Index Conferences and Exhibitions Organization Est. In collaborazione con Al Wasata Marketing Consulting fz llc e la Sdoa, Scuola di Direzione ed Organizzazione Aziendale della Fondazione Antonio Genovesi Salerno hanno organizzato la prima edizione dell'evento Emirati Arabi Uniti – Italia Forum Economico e Fiera Commerciale che si tiene a Milano presso Fiera Milano Congressi Center dall'8 al 10 giugno. Il Forum comprende conferenze e workshops che, attraverso note personalità del mondo politico, economico ed imprenditoriale dei due paesi, espongono ai partecipanti le grandi opportunità di affari, commerciali e d'investimento per favorire l'interscambio economico e la creazione di joint-ventures. Sessioni di business networking, curate dall'Ice, affiancano la trade exhibition a cui prendono parte istituzioni, enti governativi, semi-governativi ed aziende emiratine ed italiane. L'obiettivo è favorire il legame tra istituzioni, imprese, organizzazioni, agenzie economiche e finanziarie dei due paesi e promuovere il Sistema Italia come fornitore di know-how, tecnologia e competenza. Il Forum è rivolto a: imprese manifatturiere specializzate nell'high-tech; imprese ed aziende commerciali interessate alla re-allocazione nella regione del Golfo e del Medio Oriente; aziende interessate a stabilire centri di distribuzione negli Emirati Arabi - aziende che operano nella tecnologia dell'informazione; istituzioni finanziarie; imprese edili ed agenzie immobiliari; operatori turistici. Per la prima volta in Italia sono presenti in questa occasione 200 delegati tra esponenti della famiglia reale, del Governo e della classe imprenditoriale degli Emirati Arabi Uniti, guidati da Sua Altezza Sheikha Lubna bint Khalid Al Qasimi, Ministro dell'Economia e della Pianificazione e con l'Alto Patronato di Sua Altezza il Generale Sheikh Mohammed bin Rashid Ai Maktoum, Crown Prince di Dubai e Ministro della Difesa degli Emirati Arabi Uniti. Al Wasata Marketing Consulting fz llc agevola le imprese italiane ad inserirsi nel dinamico mercato emiratino; è un tutor per lo start-up capace di seguire, rappresentare e guidare il business nel Medio Oriente. Www.epforum.ae  www.Al-wasata.com  
   
   
DUBAI INTERNATIONAL FINANCIAL CENTRE - DIFC (ZONA FRANCA FINANZIARIA)  
 
Milano, 8 giugno 2005 - Il Dubai International Financial Centre è stato lanciato nel febbraio 2002 da Sua Altezza Sheikh Mohammad Bin Rashid Al Maktoum, principe ereditario di Dubai e Ministro della Difesa degli Eau. Si tratta di una zona franca riservata alla produzione di servizi finanziari ai più elevati standard internazionali, che sfrutta una posizione strategica nello scacchiere della finanza mondiale, all'incrocio geografico, ma soprattutto temporale, tra le grandi piazze dell'Occidente (New York e Londra) e quelle dell'Estremo Oriente (Hong Kong e Singapore). _ Il distretto del Difc è stato pensato come una vera e propria cittadella destinata ad ospitare non solo le sedi delle società finanziarie e i loro uffici operativi, ma anche appartamenti, hotel, un museo, una galleria d'arte, centri commerciali, insediamenti per il tempo libero. Il primo step nello sviluppo del distretto finanziario è il Gate, un edificio simbolo che ospiterà l'Authority del mercato e le prime società finanziarie. Le aree su cui si focalizza il Difc sono sei: servizi bancari (investment banking, corporate e private banking); mercati dei capitali (azioni, strumenti di debito, derivati e scambi su materie prime); asset management e found administration and management; riassicurazione; finanza islamica; operazioni di back office. Il Difc accoglie anche i fornitori di servizi professionali, indispensabili per lo sviluppo del settore finanziario regionale, così come le agenzie di valutazione dei crediti, imprese di servizi professionali, studi legali e fornitori di servizi informatici. Trattandosi di una zona franca le istituzioni autorizzate a operarvi godono di particolari benefici: totale esenzione dalle imposte sul reddito; nessuna restrizione al reimpatrio del capitale e degli utili realizzati; possibilità di mantenere la proprietà totalmente in mani - estere. Accanto a questi vantaggi - e a differenza dei paradisi fiscali off shore - il Difc offre le garanzie di un mercato dei capitali on shore regolamentato. Risponde infatti ad una Financial Services Authority, organismo indipendente di regolamentazione e supervisione, deputato tra l'altro a concedere le licenze; è sottoposto alla giurisdizione di un organismo giudiziario (Difc Judicial Establishments) incaricato di applicare la legislazione finanziaria; dipende da una Dubai Government Authority che amministra il distretto e sta organizzando il Dubai International Financial Exchange, borsa elettronica che comincerà a operare nel settembre 2005. Www.difc.ae  
   
   
EMIRATI ARABI UNITI : IL LABORATORIO DEL FUTURO IL GRANDE PRODUTTORE PETROLIFERO STA RAPIDAMENTE RIDISEGNANDO LA PROPRIA ECONOMIA PER SFUGGIRE ALLA TRAPPOLA DEL GREGGIO  
 
Milano, 8 giugno 2005. Gli Emirati Arabi Uniti, nati nel '71 dalla federazione di sette emirati (Abu Dhabi, Ajman, Dubai, Fujairah, Ras al Khaimah, Sharjah, Umm al Quwain) contano circa 4 milioni di abitanti, di cui meno di un quarto ha la cittadinanza emiratina. Sono il quinto maggior produttore di greggio al mondo (2,3 milioni di barili al giorno) e detengono il 10% delle riserve mondiali di petrolio accertate, quasi esclusivamente concentrate in Abu Dhabi. Lo Sceicco è la figura politica e legislativa che garantisce unità e prosperità. Gli Sceicchi legislatori sono sette, ognuno a capo di un Emirato. Lo Sceicco dell'Emirato di Abu Dhabi, il carismatico Zayed bin Sultan Al Nahyan ha letteralmente inventato il paese e ne è stato Presidente dall'indipendenza fino al 2 novembre 2004, giorno della sua morte. La famiglia Al Maktoum regna sull'Emirato di Dubai e si è sempre contraddistinta per la sua apertura verso la comunità internazionale. Questo piccolo paese in origine desertico, affacciato sul Golfo Persico, è ormai da anni un vero e proprio laboratorio del futuro, al centro di un esperimento sbalorditivo di trasformazione economica, ma anche sociale e territoriale, i cui risultati più evidenti sono una crescita esponenziale (il Pii. È aumentato di 36 volte dal 1971), un'ampia liberalizzazione economica e un fervore di iniziative edilizie, turistiche e commerciali che ha pochi confronti al mondo. Questo esperimento è guidato da una volontà precisa e da un disegno a lungo termine del governo: liberare il Paese dalla dipendenza dal petrolio. Fino a qualche decennio fa la ricchezza degli Eau era basata unicamente sul settore petrolifero; oggi il contributo del greggio è del 30%. L'emirato di Dubai, da solo, contribuisce al Pii. Con un apporto del 26%, mentre le risorse petrolifere sono pari al 7%. Fin dall'inizio dello sfruttamento delle enormi riserve di greggio, buona parte del reddito petrolifero è stata investita nel settore edile, nelle infrastrutture e nei servizi sociali, base della moderna prosperità: istruzione, strutture sanitarie e centri ricreativi, strade, intrattenimento, alberghi, zone residenziali e promozione del ruolo della donna sono priorità. Oggi gli Eau sono un paese d'avanguardia con un'economia stabile e aperta. Ma è soprattutto Dubai - la capitale economica - a stupire: una vera e propria "città del futuro" caratterizzata dall'inarrestabile pianificazione e realizzazione di megaprogetti che stanno letteralmente trasformando il territorio da deserto a giardino e attirando supervip del mondo intero, investitori internazionali e imprese estere. Tra le numerose opere in via di realizzazione si possono ricordare Le Palm Islands e The World, arcipelaghi artificiali che ospiteranno hotel, lussuose ville e negozi di ogni genere; il Burj Dubai, che sarà il grattacielo più alto del mondo; The Gate, uno spettacolare centro economico; Knowledge Village, insediamento della cultura; Healthcare City, il tempio della salute, dove le più prestigiose Università estere hanno già prenotato spazi per centri medici e di ricerca; International Media Production Zone che si propone di competere con Hollywood; Dubai Media City, la città dei media che offre i benefici fiscali di una free zone alle 800 imprese internazionali che vi operano; Dubai Metro-railway Project, l'alternativa al traffico; Dubailand, il parco giochi più grande del mondo. Fra meno di un anno a Dubai si potrà addirittura sciare su neve artificiale nel mezzo del deserto. L'emirato offre inoltre un'ottima qualità della vita a costi moderati ed è anche questo aspetto - insieme all'offerta alberghiera di altissimo livello, che può contare su grandi hotel tra i migliori del mondo, e ad un mare incontaminato - a spiegare il boom del turismo, che contribuisce ormai al 40% dell'economia dell'emirato. Dubai è anche la città degli eventi con più di 50 esibizioni internazionali all'anno tra regate, corse automobilistiche, fiere e festival, campionati per ogni tipo di sport e concorsi ippici. Tra i nuovi appuntamenti c'è il Dubai International Film Festival che, nella sua prima e ben riuscita edizione dello scorso anno, ha coinvolto esponenti del cinema e star da ogni parte del mondo.  
   
   
UNINDUSTRIA PADOVA: LUNEDÌ 20 GIUGNO ASSEMBLEA GENERALE 2005  
 
Padova, 8 giugno 32005 – L'assemblea Generale di Unindustria Padova si terrà lunedì 20 giugno 2005, con inizio della parte pubblica alle ore 17.30, al Centro Congressi "Papa Albino Luciani", tema dell’incontro "Oltre Il Made In Italy. Competere ai tempi della globalizzazione" L’assemblea è uno tra i più partecipati e intensi momenti di riflessione sullo stato dell’economia, ma anche della società locale. Riflessione particolarmente urgente oggi, a fronte di radicali discontinuità nel quadro macroeconomico e nei fattori di competitività, che richiedono di andare “oltre” il tradizionale made in Italy mettendo a punto nuovi vantaggi comparati. Il confronto sulla competitività e le prospettive dell’industria nazionale e locale (fra euro, dumping cinese, costo dell’energia, scarsa concorrenza e altri nodi), sulle strategie per uscire dal tunnel della bassa crescita, in sintonia con un’Europa che deve ridurre il ritardo da Stati Uniti ed economie emergenti, sarà il filo conduttore dell’Assemblea. Ne discuteremo con Antonio Calabrò direttore Apcom, Francesco Giavazzi professore ordinario di economia politica Università Bocconi, Andrea Riello presidente Confindustria Veneto, Maurizio Sacconi sottosegretario Lavoro e Politiche sociali, Enrico Salza presidente Gruppo Sanpaolo Imi. Le conclusioni dei lavori saranno svolte dal presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo.  
   
   
GEMINA: IL PROF. PAOLO SAVONA SI DIMETTE DALLA CARICA DI PRESIDENTE  
 
Sesto San Giovanni, 8 giugno 2005 - Il Prof. Paolo Savona si è dimesso dalla carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di Gemina a seguito della nomina, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, a Capo del Dipartimento del Ministero delle Politiche comunitarie. Il Prof. Savona, amministratore indipendente e non esecutivo, ricopriva altresì la carica di Presidente del Comitato per la Remunerazione e del Comitato per il Controllo Interno. Il Prof. Savona si è dimesso anche dalla carica di Vice Presidente di Aeroporti di Roma S.p.a..  
   
   
IMPREGILO: DELIBERE SULL'AUMENTO DI CAPITALE  
 
 Sesto San Giovanni, 8 giugno 2005 - In ordine all’aumento di capitale per un importo pari a massimi 650 milioni di Euro deliberato dall’Assemblea degli Azionisti del 20 maggio 2005, il Consiglio di Amministrazione di Impregilo S.p.a. Tenutosi ieri ha deliberato di: (a) determinare il prezzo di emissione (comprensivo di sovrapprezzo) delle nuove azioni in euro 2 per azione; (b) imputare il prezzo di emissione delle nuove azioni a capitale, quanto a euro 1 e a sovrapprezzo, quanto a euro 1; (c) determinare, per l’effetto, il numero di azioni di nuova emissione in massime 324.956.544 azioni e il rapporto di assegnazione in opzione in 22 nuove azioni ogni 5 azioni ordinarie e/o di risparmio possedute. Il periodo di adesione all’Offerta avrà inizio il 13 giugno 2005 e si concluderà il 1° luglio 2005. Il Consiglio di Amministrazione, inoltre, sulla base di informazioni fornite dai singoli Amministratori, ha ripreso in esame le proprie valutazioni circa lo “status” di Amministratori indipendenti, dando atto che i Consiglieri indipendenti sono Alfredo Cavanenghi, Ezio Gandini, Gian Luigi Garrino, Carlo Lotti e Giorgio Robba.  
   
   
IN LOMBARDIA LE BIOTECNOLOGIE SI FANNO IMPRESA I RISULTATI DEL PROGRAMMA SCOUTING DI BIOINIZIATIVA2 SE NE PARLA OGGI IN ASSOLOMBARDA UN ’OCCASIONE PER PRESENTARE AL MONDO FINANZIARIO, IMPRENDITORIALE E DEL VENTURE CAPITAL LE OLTRE 40 PROPOSTE DI APPLICAZIONI DELLE BIOTECNOLOGIE  
 
 Milano, 8 giugno 2005 – La Lombardia detiene un formidabile apparato di ricerca biotecnologica, con un eccellente livello scientifico, che ne fa una delle primissime “bioregioni” europee: un sistema della ricerca assai articolato grazie alle sue Università, agli Irccs (dal Dibit S. Raffaele all’Ieo, all’Istituto Nazionale per la Cura dei Tumori, al Policlinico S. Matteo, per citarne alcuni), alla presenza di numerosi Istituti del Cnr, altri enti pubblici, organizzazioni non profit, operanti sia nell’area della salute sia in quella agroalimentare e ambientale. Ma come trasformare in opportunità di sviluppo economico e imprenditoriale il patrimonio di risultati scientifici generati dalla ricerca lombarda. Per questo è stato promosso da Assolombarda e Finlombarda il Comitato Bioiniziativa, cui hanno aderito le istituzioni interessate a questa missione: le Università, il Cnr, gli Irccs (gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico), la Fondazione Cariplo e l’Assobiotec (l’associazione di categoria delle imprese biotecnologiche). Il Comitato, presieduto da Umberto Rosa, ha lanciato un programma di scouting sulla ricerca biotecnologica lombarda condotto da un gruppo di esperti di ricerca industriale e coordinato da Assotec. Il team ha operato “porta a porta” incontrando oltre 150 gruppi di ricerca lombardi e collaborando con i ricercatori a valutare le potenzialità applicative dei risultati scientifici da loro raggiunti. Questi riguardano applicazioni in numerose aree di grande rilevanza economica e sociale: la cura della salute umana, la diagnostica, l’agricoltura e la zootecnia, le tecnologie alimentari, i processi industriali, la salvaguardia ambientale. I risultati del programma scouting di Bioiniziativa verranno presentati al mondo delle imprese e della finanza, oggi, mercoledì 8 giugno in Assolombarda, via Pantano 9 - dalle 9.30 alle 13.00: oltre 40 proposte di applicazioni delle biotecnologie provenienti dalla ricerca lombarda, che si aggiungono al centinaio selezionato nel 2004, tutte con la caratteristica di essere trasferibili all’industria o costituire la base per una nuova impresa ad alta tecnologia. Nel corso del convegno, a cui interverranno il Presidente di Assolombarda Michele Perini, il Presidente di Bioiniziativa Umberto Rosa e Adriano De Maio, Sottosegretario della Regione Lombardia, ci sarà anche una tavola presieduta da Marco Nicolai di Finlombarda a cui parteciperanno Alberto Albertini, Claudio Bordignon, Enrico Decleva, Sergio Dompè, Carlo Mango, Maria Pia Redaelli, Roberto Schmid e Alberto Trombetta.  
   
   
AVEDISCO ELETTO IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO  
 
Milano, 7 giugno 2005 - Enrico Festa (Stanhome) è stato riconfermato Presidente di Avedisco, l’Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori che riunisce le principali aziende nazionali e multinazionali della vendita diretta a domicilio. Anche il Vice Presidente Monica Milone (Amway Italia) è stata riconfermata nella carica. Entrambi ricopriranno le rispettive cariche fino all’aprile 2007. Per Avedisco tali nomine rappresentano la continuità nell’attività associativa e premiano il coinvolgimento professionale di Festa e di Milone nell’operato dell’Associazione. Il nuovo Consiglio Direttivo dell’Associazione è così composto: Bruno Carraro (Domovip); Sergio Cinquetti (Imperiale World Services); Renato Di Carlo (Gnld International); Doroteo Fornasier (Wool Service); Alessandra Ghio (Nsa Italia); Antonio Loizzo (Unidea); Giovanni Paolino (Eismann); Luca Pozzoli (Tupperware); Antonio Rollo (Amc); Anna Segatti (Avon Cosmetics); Ciro Sinatra (Vorwerk Folletto); Fabrizio Suaria (Herbalife); Alba Tonus (Vorwerk Contempora). Il Comitato Esecutivo, oltre alle persone di Enrico Festa (Stanhome) e di Monica Milone (Amway) è composto da: Giovanni Paolino (Eismann); Anna Segatti (Avon Cosmetics); Fabrizio Suaria (Herbalife). Luigi Nadalini, già presidente per due mandati, è stato riconfermato Direttore dell’Associazione, ruolo che ricopre da due anni. In passato ha rivestito tutte le cariche. Enrico Festa 56 anni, avellinese di nascita ma romano di adozione è attualmente responsabile dell’ufficio legale di Stanhome Spa. Monica Milone ricopre la carica di External Affairs Manager Southern Europe di Amway Italia.  
   
   
IDA D’IPPOLITO, PRESIDENTE PARI OPPORTUNITÀ AL SENATO: “LA VENDITA DIRETTA È UNA GRANDE OPPORTUNITÀ PER LE DONNE” 96 MILA PERSONE ‘FORMATE’ DALLE AZIENDE AVEDISCO NEL 2004  
 
Milano, 8 giugno 2005 - Le 34 aziende di vendita diretta associate Avedisco (associazione che rappresenta le principali aziende operanti nel settore) investono ogni anno in formazione ingenti risorse umane ed economiche (circa il 10% netto del fatturato) in quanto il ruolo degli incaricati alle vendite nel “porta a porta” è strategico quanto il prodotto stesso. Nel 2004 ogni azienda ha organizzato in media 21 corsi di formazione e 319 di addestramento. E sono state ben 96 mila le persone ‘formate’ da docenti altamente qualificati (psicologi e sociologi): i partecipanti ai corsi di formazione sono stati 16 mila, quelli ai corsi di addestramento oltre 79 mila. L’incaricato deve diventare, infatti, un vero e proprio ‘consulente privato per gli acquisti’: oltre a rappresentare la società e i suoi prodotti deve saper instaurare un rapporto con il cliente basato sulla fiducia. I programmi di training erogati dal mondo Avedisco, dunque, applicando tecniche che vanno dalla Pnl (programmazione neuro-linguistica), alle teorie di Blanchard sulla creazione della leadership, alle teorie di Rackam sullo “Spin”, rappresentano da una parte una solida base professionale sulla quale impostare l’attività di vendita in funzione della relazione con il cliente, dall’altra un significativo “bagaglio culturale” per affinare le capacità interpersonali in genere e, perché no, anche nella propria vita privata. “Spesso gli Incaricati alle vendite mi dicono che, grazie alla formazione ricevuta in azienda, si sono sentiti più sicuri e preparati non solo nella realizzazione del loro lavoro - spiega il Direttore Avedisco Luigi Nadalini - ma anche e soprattutto nelle relazioni interpersonali col mondo esterno in particolare, in famiglia e con gli amici”. Attualmente gli incaricati alle vendite nel mondo Avedisco sono 175.219 (circa l’11,4% in più rispetto al 2003) e migliaia le occasioni di lavoro offerte. Gli incaricati vengono da diverse categorie sociali che comprendono sia coloro che hanno fatto del mondo della vendita diretta la propria professione, sia giovani, studenti, e soprattutto donne, al 70%, già impegnate in famiglia che trovano nella vendita diretta un sistema per contribuire al bilancio familiare. “La vendita diretta non pone barriere all’ingresso per età, livello d’istruzione, sesso, ed è quindi un’opportunità per tutti coloro che vogliono lavorare gestendo liberamente il proprio tempo, senza escludere, ovviamente, la possibilità di fare carriera, con un guadagno commisurato all’impegno – commenta Ida d’Ippolito, presidente della commissione Pari Opportunità al Senato - Per queste caratteristiche di occasionalità e flessibilità, la vendita diretta riconferma quindi il suo importante ruolo di ammortizzatore sociale, soprattutto al sud, dove il tasso di disoccupazione del 30% riguarda specialmente le donne, che sono le più interessate a formule part-time”. Le aziende Avedisco nel 2004 hanno registrato un fatturato di€ 1.235.091.000, con un + 4,66% rispetto al 2003. Serietà, etica e trasparenza sono i valori della vendita diretta Avedisco sia nei confronti degli Incaricati sia verso i consumatori. Il sistema commerciale della vendita diretta mira infatti sempre e comunque alla fidelizzazione. La società che vuole associarsi ad Avedisco è obbligata a sottoscrivere un Codice Etico nel rispetto di alcuni criteri fissati a livello europeo dalla Fedsa (Federazione europea della vendita diretta) e mondiale dalla Wfdsa. Avedisco inoltre lavora in stretto contatto con le organizzazioni a tutela del consumatore con le quali si è battuta per ottenere una legge che regoli il comparto delle vendita diretta a domicilio. La legge, approvata dalla Camera il 19 gennaio scorso, è in dirittura d’arrivo.  
   
   
VIA LIBERA ALLA RICAPITALIZZAZIONE DI ALITALIA (CON ALCUNE CONDIZIONI)  
 
Bruxelles, 8 giugno 2005 - La Commissione europea ha deciso ieri che le operazioni di ricapitalizzazione a favore di Alitalia e della sua filiale di servizi non contengono alcun aiuto di Stato; la Commissione ha però imposto la rigorosa osservanza di una serie di condizioni atte a garantire che lo Stato si comporti effettivamente come un investitore operante in economia di mercato. La Commissione ha chiesto infatti all’Italia di assicurare che la partecipazione minoritaria dello Stato al futuro aumento di capitale di 1,2 miliardi di euro della compagnia (Az Fly) avvenga allo stesso prezzo, alle stesse condizioni e contestualmente alla partecipazione degli investitori privati. In secondo luogo, il previsto investimento di 216 milioni di euro della finanziaria pubblica Fintecna nelle attività a terra della società Az Servizi dovrà essere realizzato secondo modalità conformi alle condizioni di mercato. Per altro verso, la Commissione ha riconosciuto che, in questa fase, risultano osservate le condizioni che essa aveva imposto per l’utilizzo dell’aiuto al salvataggio autorizzato nel 2004. Jacques Barrot, Vicepresidente responsabile dei Trasporti ha dichiarato al riguardo: “In esito a un’analisi precisa e rigorosa la Commissione è arrivata alla conclusione che le ricapitalizzazioni di Alitalia non contengono alcun aiuto di Stato. La presenza di un aiuto di Stato nella ricapitalizzazione di Alitalia avrebbe violato il principio del versamento di aiuti “una tantum”, principio sul cui rispetto la Commissione vigila scrupolosamente”. Nell’ambito della ricapitalizzazione di 1,2 miliardi di euro di Alitalia (Az Fly), alla Commissione è stata comunicata una lettera di intenti della Deutsche Bank, un primario istituto di credito internazionale, la quale garantisce la partecipazione effettiva e maggioritaria del settore privato all’operazione. La partecipazione maggioritaria dei privati garantirà il rispetto dell’impegno di privatizzare la compagnia aerea di bandiera che l’Italia aveva assunto nel luglio 2004. Le condizioni che corredano la garanzia sono state ritenute conformi alla prassi commerciale. L’impegno, assunto dallo Stato, di partecipare alla ricapitalizzazione solo una volta ricevuta garanzia formale e incondizionata sull’operazione da parte della Deutsche Bank – e di parteciparvi alle stesse condizioni degli investitori privati – consente di assicurare la contestualità necessaria per escludere la presenza di aiuti di Stato. La società Az Servizi, che raggruppa le attività di manutenzione, assistenza a terra e di shared services di Alitalia, sarà ricapitalizzata dalla Fintecna nella misura di 216 milioni di euro. La Commissione ha accertato, con l’ausilio di un esperto indipendente, che questo investimento presenta una redditività conforme a quella che può attendersi un investitore privato. Nel corso dell’indagine formale sull’operazione di ristrutturazione la Commissione aveva invitato le parti interessate a comunicarle i loro commenti in merito alle condizioni con cui Alitalia aveva utilizzato il prestito-ponte di 400 milioni di euro garantito dallo Stato, da essa autorizzato il 20 luglio 2004 (si veda Ip/04/965). Dopo aver ricevuto questi commenti la Commissione ha svolto un’analisi completa del comportamento di Alitalia, anche con l’ausilio di una perizia indipendente (si veda Ip/05/57). La Commissione ha ritenuto che, in questa fase, non è emerso alcun uso improprio del prestito-ponte; in particolare, la capacità installata dell’impresa rispetta gli impegni assunti e le nuove rotte risultano redditizie. La Commissione ha rilevato, inoltre, che le autorità italiane si sono impegnate a rimborsare anticipatamente il prestito del luglio 2004 subito dopo la conclusione dell’operazione di ricapitalizzazione di Az Fly e, comunque, entro il 31 dicembre 2005. La Commissione continuerà a vigilare sul rigoroso rispetto di tutte le condizioni imposte alle autorità italiane.  
   
   
PASSAGGIO DI FRONTIERA ALL’ AEROPORTO CHARLES DE GAULLE: LA BIOMETRIA ENTRA IN SCENA  
 
Roissy, 8 giugno 2005 - Per poter garantire un passaggio di frontiera più rapido, da oggi e per sei mesi, si proverà un sistema biometrico pilota alle postazioni della Polizia di Frontiera del Terminal F2 dell’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi. Concepito da Air France, il programma si basa sulla tecnica d’identificazione per impronta digitale sviluppato dal gruppo Sagem. Battezzato con il nome di P.e.g.a.se. (Programme d’Expérimentation et de Gestion Automatisée et Securisée), il dispositivo, autorizzato da decreto ministeriale e nel quadro di uno sviluppo promosso dal Ministro degli Interni e dalla Polizia di Frontiera, punta a migliorare la sicurezza dei passeggeri, facendo diventare piu’ fluide e sicure le procedure di passaggio alla frontiera. Una carta P.e.g.a.se viene fornita gratuitamente a clienti volontari – passeggeri maggiorenni, residenti o cittadini di uno stato dell’Unione Europea o della Svizzera - precedentemente inscritti presso la Polizia di Frontiera, che avrà preso le impronte dei due indici della persona ed effettuato un controllo di sicurezza dei dati personali. La tessera non si sostituirà al documento d’identità, che il passeggero dovrà comunque portare con sè. L’iscrizione si potrà effettuare nel salone P.e.g.a.se., installato da Air France al Terminal 2, aperto dalle 7H30 alle 20H30, dal lunedi’ al venerdi’. Una procedura semplice, rapida e sicura : Il cliente pone la carta P.e.g.a.se. Davanti a un lettore, all’entrata di uno dei due passaggi di frontiera, situati alle partenze e agli arrivi del Terminal 2F. La porta si apre e si richiude automaticamente dopo il passaggio. All’interno del passaggio, il cliente deve porre uno dei suoi indici sul lettore biometrico. Viene cosi’ autetificato; una volta fatto il paragone tra l’impronta letta e i dati memorizzati a partire dall’impronta data al momento dell’iscrizione, la porta si apre. Altrimenti, una porta laterale dà accesso particolare ad un controllo manuale classico. I dati sono gestiti dalla Polizia di Frontiera e conservati in una banca dati riservata. Verranno distrutti alla fine della sperimentazione o alla scadenza della carta P.e.g.a.se, se questa é antecedente al termine del periodo di prova del sistema. In qualità di partecipante al programma P.e.g.a.se., il cliente ha diritto d’accesso e di modifica ai dati personali, e anche il diritto di ritirarsi in qualsiasi momento. Per il resto, le normali procedure di accettazione rimangono immutate. Parallelamente, da più anni, Air France sta sviluppando una gamma di servizi con l’obiettivo di facilitare il viaggio dei suoi clienti, cercando di rendere le procedure a terra più fluide. Grazie a nuove tecnologie, Air France offre gli ‘e-services’, specialmente concepiti per soddisfare le esigenze della clientela. Il biglietto elettronico, il terminali per il self check-in, procedure di accettazione via telefono o internet, e presto anche la possibilità di stampare la propria carta d’imbarco a casa o in ufficio : sono tutti servizi realizzati per i viaggiatori per rendere l’accesso all’aereo sempre più facile.  
   
   
CONSEGNATO IL NUOVO AIRBUS A 330 - 200 COLLEGHERÀ BOLOGNA, NAPOLI E PALERMO DIRETTAMENTE CON LA GRANDE MELA  
 
Milano, 8 giugno 2005 – E’ atterrato ieri a Milano Malpensa il nuovo Airbus 330 – 200 realizzato da Airbus negli stabilimenti di Tolosa, che sarà operativo per la compagnia aerea Eurofly sui collegamenti diretti Bologna, Napoli, Palermo e Nyc. Con 26 posti di business class e 256 di economy class, il nuovo velivolo è stato concepito per offrire il miglior servizio e per rispondere al meglio alle esigenze dei moderni viaggiatori. Tecnologia d’avanguardia e design sofisticato, Eurofly ha scelto il meglio per i suoi passeggeri, infatti le poltrone sono state ideate da Recaro e lo stilista Elio Fiorucci ha disegnato dei colorati e vivaci rivestimenti con fiori d’ibisco rosa. I sedili reclinabili si distinguono per il supporto lombare gonfiabile, facilmente accessibile grazie alle leve di controllo situate sul bracciolo. Il poggiatesta può essere regolato sia verticalmente che lateralmente per assicurare il massimo relax, mentre il poggiapiedi permette di effettuare esercizi fisici per migliorare il comfort a bordo. Per rendere il viaggio più piacevole è a disposizione dei passeggeri il sistema di intrattenimento di bordo facile ed intuitivo per vedere film, ascoltare buona musica e mettersi alla prova con una vasta gamma di videogames. Il nuovo velivolo porta i colori della compagnia, sulla livrea è ben visibile la scritta Eurofly in rosso, con la stessa tinta è stata colorata la “e” posizionata sulla coda con lunghe bande grigio perla che corrono sul campo bianco della fusoliera. Grazie ad un accordo con la regione Campania e a regione Sicilia, inoltre, sul lato destro della livrea è presente il logo della regione Campania con il nuovo branding realizzato dall’agenzia Publicis, mentre sul lato sinistro il logo della regione Sicilia e della nuova campagna Sicilia, una terra che racconta. I due loghi sono ripresi anche sulle cappelliere all’interno dell’aeromobile in classe Joy.  
   
   
CATHAY PACIFIC NOMINATA “COMPAGNIA AEREA DELL’ANNO”  
 
 Milano, 8 Giugno 2005 - Cathay Pacific Airways è stata nominata “Compagnia Aerea dell’Anno”, “Miglior Compagnia Aerea in Asia” e compagnia con la “Miglior Prima Classe” del mondo per il 2005 grazie alla ricerca condotta da Skytrax. Oltre 12 milioni di passeggeri di 94 diverse nazionalità hanno partecipato al sondaggio annuale di Skytrax che è stato effettuato da giugno 2004 a maggio 2005. “Il riconoscimento ricevuto da Cathay Pacific di Miglior Compagnia Aerea dell’Anno indubbiamente ci inorgoglisce. E’ un premio alla professionalità ed alla dedizione di tutti i dipendenti della compagnia che si prodigano nel realizzare al meglio il proprio lavoro”, dichiara Sandro Melis, Direttore Commerciale di Cathay Pacific per l’Italia. “Vogliamo e dobbiamo procedere nella ricerca e nell’attuazione delle soluzioni migliori per dare un livello di servizio alto e costante per soddisfare al meglio tutte le esigenze dei nostri clienti”, conclude Melis. Gli ultimi premi ottenuti da Cathay Pacific si aggiungono al riconoscimento di “Miglior Lounge dell’Anno”, ricevuto lo scorso mese. Per il secondo anno consecutivo The Wing e The Pier, i lounge di Cathay Pacific all’aeroporto di Hong Kong, sono stati premiati come i migliori per i servizi offerti ai passeggeri di Prima e Business Class. Il riconoscimento è stato assegnato dalla Skytrax sulla base di una combinazione tra servizio e prodotto, analizzando quelle compagnie che offrono servizi sempre originali e della migliore qualità. The Wing e The Pier dispongono di ampi spazi per i passeggeri che desiderano rilassarsi ed offrono diverse possibilità, con un’ampia gamma di scelte tra cucina asiatica ed internazionale, per coloro che vogliono cenare prima dell’imbarco sul volo. Cathay Pacific è stata già nominata “Miglior Compagnia Aerea” nel 2003. Sempre sulla base di sondaggi internazionali effettuati da Skytrax, ha vinto per tre volte il titolo di “Miglior Compagnia Aerea in Asia”, due volte quello di “Miglior Compagnia Aerea – Transpacifica” e di “Miglior Lounge” nel 2002. Nell’aprile di quest’anno, l’Aeroporto Internazionale di Hong Kong è stato eletto il migliore del mondo per il quinto anno consecutivo.  
   
   
MILANO IN EUROPA: PIÙ TRAM MENO METRO MILANO PRIMA DI AMSTERDAM, LONDRA E PARIGI PER TRAM, PENULTIMA PER BUS, ULTIMA PER METRO. DIMINUISCONO GLI INCIDENTI SULLE STRADE  
 
Milano 8 giugno 2005 - Traffico a Milano. Ogni mille abitanti 739 veicoli. 1.692 km di rete stradale urbana. Immatricolati 1.065.210 tra veicoli e motocicli privati. 4.585 le licenze per i taxi. Ma i milanesi viaggiano sui mezzi pubblici più degli altri lombardi. Il 50% degli spostamenti urbani, fino al 70% nell’orario di punta, avviene tramite trasporto pubblico. 74 km di rete metropolitana e 31 milioni di passeggeri l’anno. Ogni giorno 690.000 i veicoli in entrata di cui 450.000 da fuori città. Ma chi sono questi forzati degli spostamenti? Età compresa tra 25 e 44 anni. Passano in media in viaggio 1 ora e 12 minuti al giorno. Molto il traffico di lavoro. Tanti gli studenti che usano il trasporto pubblico su gomma. Anche il trasporto merci urbano cresce. Circa 33.000 i veicoli merci ogni giorno in centro, più di centomila alle barriere autostradali. Si può ottimizzare, qualcuno viaggia vuoto (14% alle barriere autostradali) o con basso carico (66% nella cerchia interna). Diminuiscono però gli incidenti mortali e con feriti (-3,45%) in controtendenza rispetto all’andamento regionale (+88% sulle strade statali rispetto alla media nazionale). Peccato, però, per le emissioni atmosferiche. Diminuisce il monossido di carbonio nell’aria ma aumentano polveri fini (in inverno) e ozono (in estate). Per chi viaggia in metropolitana meglio Parigi (16 linee e 3.548 vetture), Londra (12 linee e 598 vetture), Barcellona (5 linee e 581 vetture) e Amsterdam (4 linee e 106 vetture) di Milano (3 linee e 720 vetture), ma per numero e linee di tram Milano (20 linee e 510 vetture) è meglio di Amsterdam (16 linee e 234 vetture). Per autobus Milano (96 linee) è quarta dopo Parigi (1.191), Londra (oltre 700) e Barcellona (103). Innalzamento della falda acquifera, emissioni atmosferiche (40% del totale), sicurezza e automezzi pesanti adibiti al trasporto di merci pericolose i principali problemi. Tra i progetti individuati: interventi su rete ferroviaria, infrastrutture stradali, parcheggi e piste ciclabili. E promuovere il trasporto collettivo (car-sharing e car-pooling) ed il telelavoro. Se ne parla nella ricerca “Mobilità sostenibile per lo sviluppo delle economie locali e dei territori”. Oggi la presentazione in Camera di commercio del Network Sviluppo Sostenibile, che include Camera di commercio di Milano, Unioncamere Lombardia, Camera di commercio di Bergamo. Network Sviluppo Sostenibile è un’iniziativa congiunta di Unioncamere Lombardia, Camera di commercio di Milano e Camera di commercio di Bergamo finalizzata ad affrontare in modo innovativo e globale la tematica dello sviluppo sostenibile, partendo dall’ambiente per coinvolgere economia e società. Il Network si propone in particolare di definire e diffondere soluzioni e strumenti applicabili nei vari settori per garantire percorsi di sviluppo sostenibile, mettendo in luce le opportunità dell’adozione di programmi di sostenibilità in termini di performance economica ed ambientale di medio-lungo periodo. "La Camera di commercio – ha detto Massimo Sordi, vicepresidente della Camera di commercio di Milano – è impegnata a favore dello sviluppo di una attenzione e una sensibilità ambientale e sociale nelle imprese, accanto al mondo istituzionale e associazionistico. A partire dal traffico, causa di degrado ambientale e di perdita della capacità competitiva delle imprese milanesi e lombarde. Ecco perché partecipiamo a un network sullo sviluppo sostenibile: per promuovere una crescita delle imprese anche dal punto di vista della qualità della loro azione, un’azione attenta all’ambiente e alla comunità locale nella quale l’impresa opera e nella quale affonda le radici che le consentono di mantenersi competitiva e di svilupparsi”.
MetropolitanaAutobusTram
N. Linee N. Vetture N. Linee N. Vetture N. Linee N. Vetture
Milano 3 720 96 1.717 20 510
Londra 12 598 >700 6.500 3 24
Parigi 16 3.548 1.191 8.304 2 105
Barcellona 5 581 103 1.007 N.d. N.d.
Amsterdam 4 106 55 203 16 234
La mobilità in Lombardia. Cresce il trasporto su gomma, aumentano i veicoli in circolazione (+80% tra 1992 e 2003) e le loro dimensioni. La Lombardia ha 12.426 km di strade, di cui 560 km autostrade, 10.725 km strade provinciali, 1.141 km strade statali. 5.437.181 le autovetture circolanti, 648.149 i motocicli. Ci si muove per lavoro e per motivi di studio soprattutto in auto (70% degli spostamenti). Solo il 10% usa il trasporto pubblico. I residenti della regione più mobili sono i lavoratori autonomi, negozianti, imprenditori e artigiani, con età compresa tra 25 e 44 anni. In media, i pendolari trascorrono in viaggio 1 ora e 12 minuti ogni giorno, tra viaggi di andata e ritorno. Gli spostamenti sono concentrati nella fascia oraria di compresa tra le 7 e le 9 in cui si registrano 3,4 milioni di spostamenti al giorno. Il 95% degli spostamenti extracomunali avviene utilizzando un solo modo di trasporto. A Milano il maggior uso di mezzi pubblici, l’automobile a Brescia e Varese, la bicicletta a Mantova mentre a Sondrio è più diffusa la mobilità pedonale. Negli spostamenti tra province aumenta l’uso del treno perché considerato più vantaggioso dell’auto. Escluse Mantova e Sondrio per le peggiori condizioni di accessibilità ferroviaria. Il 48,2% degli spostamenti aerei avviene per motivi di lavoro, il 17,7% per turismo. Prevale la motivazione turistica per il 62% degli spostamenti tramite navigazione interna. Trasporto merci in Lombardia. La regione italiana con il maggior traffico merci sia con destinazione finale interna che in transito per altri regioni o stati. 270.707.383 le tonnellate di merci trasportate nel 2002 (di cui 153.657.382 per conto terzi), il 90% delle quali movimentate con trasporto su strada. 535.621 gli autocarri trasporto merci circolanti secondo fonti Regione Lombardia 2005. 20 i terminal intermodali presenti sul territorio che consentendo il trasbordo merci da camion a treno e viceversa hanno permesso di mantenere alto il livello di utilizzazione dei treni. Fondamentale il ruolo delle tangenziali di Milano su cui gravita il sistema degli interporti lombardi. Trasporto passeggeri in Lombardia Il trasporto pubblico si basa su 6.108 autobus (di cui 1.908 urbani e 1.680 con più di 15 anni di servizio), 3 linee metropolitane su cui viaggiano 31 milioni di passeggeri l’anno, un passante ferroviario che trasporta 50.000 passeggeri al giorno. 5.811 le licenze per taxi di cui 5.189 nella provincia di Milano. In media al giorno circolano nella regione 1.500 treni e 300.000 passeggeri. Le tratte più frequentate risultano per le ferrovie nord la Saronno-milano-cadorna, per Trenitalia la Como-milano, Gallarate-milano e Pavia-milano. Nel 2004 i movimenti aerei sono stati 397.338 che hanno coinvolto 31.187.289 passeggeri. Sicurezza e inquinamento in Lombardia. Alto il rischio di incidenti sulle strade lombarde. Rispetto alla media nazionale + 88% per le strade statali e +100% per le autostrade. Nel 2002 si sono registrati 52.491 incidenti, di cui 40.672 (77,5%) tra veicoli, 3.434 (6,5%) con pedoni coinvolti e 8.385 (16%) con veicoli isolati. I decessi sono stati 999 e 72.183 i feriti riportati. Cresce l’inquinamento atmosferico e il consumo energetico del settore trasporti (2° posto a livello regionale). I trasporti sono inoltre i principali responsabili della produzione di gas e effetto serra in ambito regionale causando il 22,6% dell’anidride carbonica emessa in Lombardia. Il traffico veicolare produce, nello specifico, il 39,3% del materiale articolato presente in atmosfera. Il colpevole principale è l’automobile, seguita dai veicoli pesanti mentre sono esenti da gravi responsabilità ciclomotori e motocicli. Criticità e soluzioni in Lombardia. Le principali criticità generate dal settore trasporti sono: migliorare la mobilità urbana e metropolitana e potenziare quella ferroviaria, rinnovare il parco macchine del trasporto pubblico, sviluppare e utilizzare nuove tecnologie e fonti energetiche a ridotto impatto ambientale. Alcune soluzioni individuate dalla Commissione Tripartita, costituita ad hoc da Commissione Europea, Governo Italiano e Regione Lombardia, sono: ridurre il volume di traffico nelle zone sensibili tramite l’introduzioni di tariffe stradali e ampliamento delle piste ciclabili; migliorare l’offerta e l’efficienza del trasporto pubblico introducendo un sistema integrato di tariffe e un sistema elettronico di emissione biglietto che consenta di monitorare e conseguentemente riprogrammare il servizio di trasporto pubblico; incrementare l’uso di carburanti alternativi (entro il 2020 il 20% del petrolio usato nel trasporto pubblico sarà sostituito da carburante alternativo) e sviluppare la ricerca su nuove forme di combustibile come l’idrogeno; migliorare la sicurezza e promuovere politiche di protezione ambientale e di qualità dell’aria (misure di blocco della circolazione, campagna 2005 per il bollino Blu per il controllo dei gas di scarico, piano di riduzione in 5 anni del 50% delle emissioni di polveri sottili tramite installazione filtri anti-particolato sui mezzi pesanti e divieti progressivi di circolazione). La mobilità passeggeri a Milano. 1.692 km di rete stradale urbana (maggiore la densità in centro 19,4km/km2 rispetto alla periferia 15km/km2) prevalentemente (84%)con singola carreggiata a doppio senso di circolazione e possibilità di sosta su entrambi i lati. 60 i km di autostrade e raccordi con le tangenziali. Immatricolati 966.530 veicoli e 98.680 motocicli, 739 veicoli ogni 1000 abitanti. Il 30,7% dei veicoli è intestato a persone giuridiche. In media, ogni giorno, entrano a Milano 690.000 veicoli, di cui 450.000 appartengono a non residenti nel comune. Milano è la provincia di principale origine e destinazione degli spostamenti. Da Bergamo a Brescia quasi 30.000 spostamenti al giorno e più di 20.000 dalla provincia di Como a quella di Varese. Arrivano in Lombardia il 69% degli spostamenti in auto, il 18% degli arrivi in treno e il 9% degli arrivi in aereo. Il 34% degli ingressi in auto avviene per recarsi sul posto di lavoro e il 20% circa per affari. Il treno è usato per motivi di lavoro mentre, in prevalenza, ricorrono al trasporto pubblico su gomma gli studenti. In media il 70% (690.000) degli ingressi avviene con mezzi privati e il 30%(300.000) con mezzi pubblici mentre gli spostamenti interni giornalieri, 2.250.000 su 5.000.000, avvengono per il 47% con mezzi pubblici (1.050.000) e per il 53% (1.200.000) con mezzi privati. Più di 300.000 posti costituiscono l’offerta di sosta totale di Milano di cui libera l’87,8%. Sono in realizzazione 35.985 posti auto per residenti e 11.242 stalli nei parcheggi a rotazione. Trasporto passeggeri nel comune di Milano. 74 km di rete metropolitana (3 linee), 186,6 km di rete tranviaria urbana (19 linee), 24,2 km di rete tranviaria extraurbana ( 2 linee), 40,8 km di rete filoviaria (2 linee), 58 linee automobilistiche e 46 linee automobilistiche per servizi di area urbana, rete ferroviaria e passante. La struttura dei trasporti, di tipo radiale integrata da line con percorso circolare o semicircolare, poggia principalmente sulla metropolitana per la quale le linee di autobus svolgono funzione di raccolta e adduzione. Il 50% degli spostamenti urbani avviene tramite trasporto pubblico con punte del 70% per i mezzi in superficie tra le 7.20 e le 8.50. 4.585 licenze per taxi registrate a gennaio 2003. Trasporto merci nel comune di Milano. Il traffico si è progressivamente spostato dal centro in periferia soprattutto per l’apertura di centri commerciali e ipermercati. Secondo un’analisi commissionata dal Comune di Milano al Politecnico, n media, dei 107.000 veicoli merci rilevati giornalmente tra ingressi e uscite alle barriere autostradali, oltre 33.000 transitano attraverso il cordone interno della cerchia dei bastioni gravitando sul centro della città. Ogni 100 veicoli in movimento in centro 8 sono commerciali, soprattutto furgoni, mentre gli autocarri sono più numerosi nelle zone periferiche. Molti però i viaggi a basso carico, inferiore al 25% (il 66% nella cerchia interna) o vuoti (dal 14% alle barriere autostradali al 20% del cordone esterno). Sicurezza e inquinamento nel comune di Milano. In calo il numero di incidenti con feriti (-3,45% nel 2005) ed i decessi (indice di mortalità del 2003 del 4/1000). Per la sicurezza del trasporto pubblico i punti critici urbani sono costituiti dai danni provocati dagli innalzamenti della falda acquifera, dalla necessità di ridurre gli episodi criminosi a danno dei passeggeri e dal controllo del traffico di automezzi pesanti adibiti al trasporto di merci pericolose. Per quanto riguarda lo smog, diminuiscono gli inquinanti tradizionali come il monossido di carbonio e biossido di zolfo ma superano spesso i livelli di soglia le concentrazioni di polveri fini (soprattutto in inverno) e ozono (in estate). Criticità nel comune di Milano. Il Piano Urbano della Mobilità 2001-2010 ha individuato come prioritari gli interventi su: sicurezza stradale e qualità dell’aria; rete ferroviaria e nodo di Milano (rafforzare servizio ferroviario metropolitano, realizzare il secondo passante ferroviari, adeguare le stazioni ferroviarie) per ridurre il numero di vetture in ingresso in città e potenziare i collegamenti con l’Europa; infrastrutture stradali e tangenziali, troppo affollate e con una bassa velocità media dei veicoli commerciali privati; viabilità ciclabile e parcheggi operativi e per residenti da ridisegnare; trasporto collettivo (servizio radiobus, car-pooling, car-sharing, telelavoro) e merci e servizio taxi da riorganizzare e potenziare. Nel 2001 avviati 10 progetti pilota per la creazione di isole ambientali. Milano a confronto con 4 città Europee (Londra, Parigi, Amsterdam, Barcellona). Per densità di popolazione Milano, con 7.143 persone per Km2, si posiziona al terzo posto dopo Barcellona (29.713) e Parigi (20.000) e prima di Londra (4.684) e Amsterdam (3.358). In merito al trasporto pubblico, il primo posto per il servizio di metropolitana spetta a Parigi (16 linee, 3.548 vetture, 218 km di copertura), 2° posto Londra (12 linee, 598 vetture per 408 km di copertura), 3° posto Barcellona (5 linee con 581 vetture per 84,3 km) 4° posto Amsterdam (4 linee e 106 vetture per 81,2 km) e 5° posto Milano (3 linee ma 720 vetture per 70,3 km). Milano è prima per linee tranviarie, 20, e numero di tram a disposizione del pubblico, 510, più di Amsterdam (16 e 234). Per numero di autobus prima Parigi (1.191 linee e 8.304 vetture che coprono 18.693 km), seguita da Londra (oltre 700 linee e 6500 vetture per 3.730 km) e Barcellona (103 linee e 1.007 vetture per 897,3 km). Milano è 4° con 96 linee e 1.717 vetture per 1.076,70 km.
 
   
   
CHIUSURA DEL FRÉJUS: L’EUROPA DEVE DOTARSI DEI MEZZI PER ASSICURARE UN TRANSITO PIÙ SICURO E MENO INQUINANTE ATTRAVERSO LE ALPI  
 
 Bruxelles, 8 giugno 2005 - La chiusura della galleria del Fréjus dopo l’incidente mortale provocato lo scorso 4 giugno dall’incendio di un camion ha puntato i riflettori sul traffico transalpino. Oltre al problema della sicurezza stradale, il traffico denso e in continua crescita nuoce all’ambiente e alla fluidità degli scambi commerciali e provoca le proteste degli abitanti. Per ridurre la congestione nella regione alpina, l’Unione europea agisce su più fronti: promozione del trasporto ferroviario, tariffazione per l’uso delle infrastrutture stradali, realizzazione di nuove infrastrutture stradali nell’ambito delle reti transeuropee e dialogo con i paesi alpini, tra cui la Svizzera. «Al di là del dramma umano, le ripercussioni di questo incidente ripropongono alla nostra attenzione l’urgente necessità di un riequilibrio tra il trasporto su strada e quello su rotaia» ha dichiarato Jacques Barrot, vicepresidente della Commissione europea nonché Commissario responsabile per i trasporti. « I capi di Stato e di governo devono ora stanziare i mezzi finanziari necessari perché l’Europa possa essere veramente in grado di decongestionare il traffico nelle Alpi e realizzare i nuovi assi ferroviari alpini.» Quasi l’80% degli scambi di merci tra l’Italia e gli altri paesi dell’Unione transita per le Alpi, di cui due terzi su strada. La metà delle merci trasportate si concentra sui corridoi del Brennero in Austria, del Fréjus e del Moncenisio in Francia e del San Gottardo in Svizzera. L’unione europea è favorevole al trasferimento su rotaia di una parte del trasporto stradale, soprattutto nelle Alpi, regione che costituisce il crocevia della rete transeuropea. L’europa ha già compiuto alcuni passi in tal senso, con l’apertura alla concorrenza e la modernizzazione del settore ferroviario. Negli Stati membri in cui la liberalizzazione è già una realtà i risultati sono convincenti (1) . Ma per migliorare il transito alpino due aspetti sono essenziali e complementari: da un lato la realizzazione di nuove direttrici alpine, e dall’altro la tariffazione per l’uso delle infrastrutture: il tunnel ferroviario del Moncenisio sull’asse Lione-torino-budapest e il tunnel del Brennero figurano tra i 30 progetti prioritari della rete transeuropea dei trasporti. Il tunnel italo-francese, per il quale l’Unione europea ha già concesso un cofinanziamento di 220 milioni di euro destinato a studi tecnici e geologici, consentirebbe di trasportare su rotaia 40 milioni di tonnellate di merci l’anno. Per accelerare la realizzazione di questi progetti, nelle prospettive finanziarie 2007-2013 la Commissione ha proposto uno stanziamento di 20 miliardi di euro, cifra che consentirebbe un cofinanziamento dell’Unione europea fino al 50% per la parte transfrontaliera dei progetti. (cfr. Ip/04/901) La direttiva Eurobollo costituisce il quadro di riferimento per le tariffe applicate agli autoveicoli pesanti per l’uso delle infrastrutture stradali. In occasione del Consiglio « Trasporti » del 21 aprile 2005 gli Stati membri hanno raggiunto un accordo sulla modifica della direttiva affinché, nelle zone montuose transfrontaliere, sia autorizzata l’introduzione di una maggiorazione del 25 % rispetto al pedaggio medio, finalizzata alla realizzazione di infrastrutture alternative sullo stesso corridoio. Questo “sovrappedaggio”, per la cui introduzione la Commissione ha lavorato intensamente, soprattutto per favorire il raggiungimento di un accordo tra Austria e Italia ai fini del passaggio del Brennero, consentirebbe di destinare fondi supplementari al finanziamento di nuovi assi ferroviari alpini. La modifica della direttiva, che deve essere ancora approvata dal Parlamento europeo, dovrebbe anche costituire un’occasione per tenere conto in maniera più adeguata dei costi esterni, mediante una modulazione dei pedaggi in funzione della congestione e della categoria di camion sotto il profilo delle emissioni inquinanti. Infine, l’accordo concluso nel 2002 tra Unione europea e Svizzera per assicurare una maggiore fluidità del transito dei veicoli prevede, tra l’altro, la creazione di un Osservatorio permanente di rilevamento del traffico stradale e ferroviario nella regione alpina. L’osservatorio, le cui modalità di istituzione saranno decise nei prossimi giorni dalla Commissione su proposta del vicepresidente Jacques Barrot, gestirà in maniera centralizzata le statistiche e elaborerà relazioni sul traffico e sul trasporto combinato nella regione. Dopo l’incidente nel traforo del Monte Bianco nel 1999 e quello del San Gottardo nel 2001, nel 2004 l’Unione europea ha adottato una direttiva sulla sicurezza delle gallerie stradali (2). La Commissione aveva partecipato al cofinanziamento dell’installazione dei dispositivi di sicurezza all’interno del traforo del Fréjus. Per maggiori informazioni consultare il sito web della Dg Tren : http://europa.Eu.int/comm/transport/road/roadsafety/roadinfra/tunnels/index_en.htm  
La sicurezza nelle gallerie stradali europee: http://europa.Eu.int/comm/transport/road/roadsafety/roadinfra/tunnels/documents/2003_01_16_memo_fr.pdf
 
   
   
ACCORDO FRA ENDESA, AMGA - GENOVA ED OLT ENERGY - CROSSNETGAS PER IL TERMINALE DI RIGASSIFICAZIONE A LIVORNO  
 
Genova, 8 giugno 2005 - La firma dell’accordo è avvenuta il 7 giugno 2005 a Madrid; in base ad esso Endesa ed Amga assumeranno il controllo congiunto dell’iniziativa acquisendo il 51% del capitale di Olt Offshore Lng Toscana con quote paritetiche. La capacità del terminale sarà di circa 4 miliardi di metri cubi all’anno ed Endesa ed Amga (unitamente alla partecipata Asa) ne disporranno ciascuna al 50%. L’iniziativa avrà nel mercato toscano il primo beneficiario, in termini di approvvigionamenti e ricadute occupazionali. Il gas dell’impianto rifornirà principalmente il mercato italiano già servito dalle due società, in particolare: Amga lo destinerà alle proprie gestioni in Piemonte, Liguria e segnalatamente in Toscana (ove è già presente a Livorno, Grosseto, Versilia ed Arezzo), nonché ai consumi termoelettrici che conseguirebbero all’aggregazione con Aem Torino; Endesa lo destinerà alle proprie centrali a ciclo combinato, la cui capacità di generazione attuale è di circa 2.400 Mw, e agli impianti in progetto che porteranno una capacità aggiuntiva stimata di 1.400 Mw. Il terminale di rigassificazione comporterà l’investimento di circa 400 milioni di Euro da realizzarsi o mediante uno schema di Bot oppure di finanza di progetto. L’entrata in funzione dell’impianto è prevista per la metà del 2007. Il progetto rappresenta il primo terminale offshore in Europa. Le soluzioni off-shore rappresentano il futuro nello sviluppo dei terminali di rigassificazione, essendo essa già previste nel 40% dei nuovi progetti di sviluppo negli Usa e nel 25% di quelli e a livello mondiale. Il progetto sviluppato da Crossnetgas-intercross presenta grandi vantaggi per il basso impatto ambientale e l’alto livello di sicurezza garantiti; la sua ubicazione a 20 km dalla costa elimina anche l’impatto visivo. Per Endesa ed Amga sarà possibile, disponendo dell’intera capacità del terminale, reperire la materia prima a condizioni competitive sul mercato, nel quale, peraltro, Endesa è già diffusamente presente. L’iniziativa contribuirà alla differenziazione delle fonti di approvvigionamento per il mercato italiano.  
   
   
EXIT//END OF YEAR SHOW 2005  
 
Torino, 8 giugno 2005 - Venerdì 10 Giugno 2005, Interaction Design Institute Ivrea presenterà Exit, 19 progetti che rappresentano il meglio degli scenari futuristici della disciplina dell’interaction design. Volutamente ambientato negli spazi vasti ed essenziali di un parcheggio a Torino, Exit vuole celebrare, mostrare e salutare il lavoro di tutti quegli studenti provenienti da oltre dieci paesi del mondo che hanno scelto di venire a studiare ad Ivrea. Nel loro ultimo anno, gli studenti di Interaction-ivrea hanno creato una serie di progetti che dimostrano ancora una volta la natura interdisciplinare ed investigativa del Master in interaction design. Prendendo spunto da campi diversi quali l’audio design, il product design, la tecnologia mobile e wireless, la moda, il cinema, lo sport, la graphic design e persino il teatro, ciascuno dei diciannove studenti ha progettato dei prototipi visionari eppure funzionanti come loro tesi di laurea finale. Partendo da uno spazzolino che suona la tua musica preferita quando spazzoli i denti correttamente ad un’interfaccia grafica elaboratamente decorata con dei fiori che simboleggia la salute dei tuoi rapporti personali; da un sistema digitale indossabile per scalatori di montagna fino ad una serie di prodotti che possono soddisfare le compulsioni di coloro che soffrono di ossessioni compulsive, questi sono solo alcuni dei progetti in mostra. Non solo quindi nuova tecnologia, ma anche idee e prototipi funzionanti che trattano temi sociali, culturali e psicologici. Ad Exit ci sarà anche occasione di vedere i video dei lavori di alcuni studenti del primo anno, progetti che sono stati già mostrati con successo ad eventi quali il Salone del Mobile di quest’anno. Exit//end of Year Show 2005 Via Porta Palatina 15, Torino Venerdì 10 Giugno dalle 11.00 alle 18.00. Www.interaction-ivrea.it  
   
   
ESTATE 2005: INIZIANO LUNEDÌ 13 GIUGNO I PRIMI CORSI ESTIVI D’INGLESE A MILANO PER ADULTI E RAGAZZI. AL BRITISH COUNCIL, ENTE CULTURALE BRITANNICO  
 
Milano, 8 giugno 2005 - E’ ampia l’offerta del British Council, ente culturale britannico, per l’estate 2005: in orari diurni o serali, si possono dedicare due, quattro o sei settimane allo studio dell’inglese di qualità, con le più recenti innovazioni nel campo della tecnologia e della didattica. Dai corsi per principianti a quelli per chi ha già una buona conoscenza dell’inglese, dalla comunicazione al “Business English” fino ai corsi di aggiornamento per insegnanti. Per i bambini e gli adolescenti, divisi per età e livelli di conoscenza della lingua, sono previsti corsi di una o due settimane che impegnano tutta la mattina, dalle 9.30 alle 12.30. Agli studenti adulti, viene anche offerta la possibilità di proseguire autonomamente il proprio programma di studio all’interno del Centro Multimediale in orari flessibili, lavorando su software studiati a livello internazionale. Il British Council, l’ente britannico ufficiale, è infatti presente in oltre cento Paesi nel mondo, con più di duecento centri che offrono un insegnamento di elevata qualità, grazie al continuo aggiornamento, oltre che degli insegnanti, anche delle tecnologie. Per tutti è invece previsto l’accesso al Centro Risorse con un’ampia scelta di video e Dvd, libri e riviste. I corsi del British Council, inoltre, sono strutturati in modo da corrispondere alle linee guida dettate dal Consiglio d'Europa in materia di insegnamento linguistico. Le iscrizioni sono aperte. Per accedere ai corsi è previsto un test gratuito di livello, non vincolante all’iscrizione. I primi corsi iniziano il 13 giugno. Www.britishcouncil.it