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Notiziario Marketpress di Lunedì 09 Maggio 2005
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9 MAGGIO FESTA DELL’EUROPA INVITO DEL PRESIDENTE CIAMPI AL QUIRINALE ALLE SCUOLE PREMIATE PER IL CONCORSO DELLA COMMISSIONE EUROPEA “L’EUROPA ALLA LAVAGNA”  
 
Milano, 9 maggio 2005 - In occasione della Festa dell’Europa la Commissione europea – su invito del Presidente della Repubblica - premia nella sala dei Corazzieri del Quirinale i migliori siti Internet sull’Unione europea creati dagli studenti delle scuole medie superiori. La Rappresentanza in Italia della Commissione Europea ha proposto alle studentesse e agli studenti delle scuole medie superiori italiane di esprimere le loro idee e la loro visione dell'Europa scrivendole sulla lavagna virtuale della società dell'informazione. Questa iniziativa è stata sostenuta dal Mae, dal Miur, dal Dipartimento per le Politiche Comunitarie della Presidenza del Consiglio e dall’Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo. E' nato così il concorso "L'europa alla lavagna", che ha coinvolto alcune decine di scuole medie superiori italiane da Domodossola a Siracusa, con l'obiettivo di realizzare nuovi siti Internet sull'Unione europea elaborati da studenti. Il concorso permetterà di riunire a Roma, in occasione della Giornata dell'Europa del 9 maggio, nella sala dei Corazzieri del Quirinale duecento ragazze e ragazzi ai quali si sono aggiunti loro coetanei che partecipano al corso di formazione del Miur sulla cittadinanza attiva ed i loro colleghi delle scuole francese e tedesca di Roma. Insieme con loro vi sarà il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Parteciperanno inoltre il Vice Presidente della Convenzione Europea Giuliano Amato, i Vice Presidenti del Parlamento Europeo Luigi Cocilovo e Mario Mauro, il Vice Presidente della Commissione Europea Franco Frattini, i Ministri Giorgio La Malfa e Letizia Moratti. Grazie a Rai Educational ed al canale satellitare Rai Edu tutti i ragazzi loro coetanei delle scuole potranno ascoltare gli studenti - che presenteranno quello che hanno scritto sulla loro lavagna virtuale - ed i messaggi del Presidente Ciampi, del Vicepresidente Frattini e del Ministro Moratti. Seguirà una visita della Sala degli Orazi e Curiazi con il Sindaco Veltroni, dove sono stati firmati i Trattati di Roma e la Costituzione europea. Queste ragazze e questi ragazzi sono tutti nati poco prima del 1989 alla vigilia di quel grande evento storico che, con la caduta del Muro di Berlino e le rivoluzioni di velluto nei paesi dell'Europa centrale e orientale, ha consentito di sanare la ferita provocata da due guerre mondiali e dalla divisione dell'Europa in due blocchi contrapposti. Per coloro che hanno attraversato in questi ultimi anni i confini del nostro paese, è assolutamente normale non essere sottoposti al controllo dei passaporti o della valuta straniera, così come è stato facile il passaggio dalla lira all'euro. Per essi, l'ingresso nell'Unione di dieci nuovi paesi il 1° maggio 2004 non ha provocato quei sentimenti di incertezza e talvolta di paura che sembrano essere alla base degli orientamenti di quelle consistenti minoranze che si oppongono alla Costituzione europea. Dai siti Internet realizzati da chi ha partecipato al concorso "L'europa alla lavagna" emerge l'immagine di un mondo studentesco attento non solo alle vicende del suo tempo e alle prospettive dell'Europa nel mondo ma anche interessato alle nostre radici storiche. E' per questa ragione che la Rappresentanza in Italia della Commissione europea ha deciso di rilanciare nel prossimo settembre il concorso "L'europa alla lavagna" per l'anno scolastico 2005-2006. Appuntamento dunque per la Giornata dell'Europa, il 9 maggio 2006! *Il 9 maggio 1950 il Ministro degli Esteri francese Robert Schuman presentava la proposta di creare un'Europa organizzata, indispensabile per il mantenimento della pace sul continente e nel mondo e per impedire che altri conflitti sanguinosi potessero esplodere fra i paesi europei. La giornata del 9 maggio è diventata da allora il simbolo della nascita dell'integrazione europea insieme all'Euro, alla cittadinanza europea ed all'abolizione delle frontiere fra gli Stati membri. La Festa dell’Europa rappresenta nel 2005 un’occasione essenziale per riflettere sul patrimonio di quel che è stato realizzato dalla Dichiarazione di Schuman in poi e per guardare al futuro del nostro continente Tutte le informazioni, sul concorso “Europa alla lavagna” e sulla premiazione al Quirinale sono disponibili nel sito http://europa.Eu.int/italia  I siti vincitori possono essere consultati all’indirizzo http://www.Europaallalavagna.it  Per contatti stampa: 3351325871  
   
   
L'EUROPA A 60 ANNI DALLA FINE DELLA IIA GUERRA MONDIALE DICHIARAZIONI - AVVENIRE DELL'EUROPA SESSANTA ANNI DOPO LA SECONDA GUERRA MONDIALE  
 
 Bruxelles, 9 maggio 2005 - Per commemorare il sessantesimo l'anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale, all'apertura della sessione plenaria del 9 maggio, il Presidente Borrell pronuncerà una dichiarazione cui seguirà un interludio musicale con un brano di Johann Sebastian Bach eseguito dalla violinista lituana Baiba Skride, vincitrice del Premio Reine Elisabeth nel 2001 http://www.Baibaskride.com  L'11 maggio, inoltre, il Presidente del Parlamento, il Consiglio, la Commissione e due oratori per gruppo politico interverranno in Aula sul futuro dell'Europa dopo sessanta anni d'integrazione. Al dibattito seguirà l'adozione di una risoluzione comune. L'idea della cooperazione europea e la sua graduale evoluzione in una visione d'integrazione è nata in seguito ai traumi della Seconda Guerra Mondiale, fondandosi sul principio che la pace e la stabilità possono essere garantite al meglio attraverso unità ed interdipendenza. La realizzazione di un'Unione europea ha quindi contribuito molto a diffondere e confermare i principi di pace e stabilità nell'Europa occidentale, e l'allargamento verso i Paesi orientali non fa altro che sottolinearli. Molte sono le sfide dell'Unione allargata (e tutt'ora in fase d'ampliamento, con l'accesso di Romania e Bulgaria previsto per il 2007): uno svantaggioso sviluppo demografico, i cambiamenti climatici e i disastri naturali, la sicurezza e la stabilità, i rischi della proliferazione di armi di distruzione di massa ed il terrorismo internazionale.  
   
   
EU, BILANCIO 2006 PRESENTAZIONE DA PARTE DELLA COMMISSIONE DEL PROGETTO PRELIMINARE DI BILANCIO GENERALE  
 
Bruxelles, 9 maggio 2005 - Il progetto preliminare di bilancio 2006, il primo della nuova Commissione e l'ultimo delle attuali prospettive finanziarie, sarà illustrato alla Plenaria e aprirà un dibattito in Aula sul finanziamento delle politiche comunitarie nel prossimo anno. Si tratta dell'avvio di una lunga procedura che dovrà concludersi nel mese di dicembre con la firma del Bilancio da parte del Presidente del Parlamento. Il progetto di bilancio, che intende riflettere le priorità definite dal Presidente Barroso, prevede un forte aumento degli stanziamenti per la ricerca europea e maggiori investimenti a favore della crescita economica e della creazione di posti di lavoro. Inoltre è proposto un aumento dei crediti volti a garantire la solidarietà all'interno dell'Europa ampliata, una migliore sicurezza per i cittadini, un ruolo di maggior spicco dell'Unione sulla scena mondiale e il finanziamento per il futuro allargamento. Per gestire le spese del prossimo anno la Commissione propone un importo di 112,6 miliardi di euro in crediti di pagamento (+ 6% rispetto al 2005) che corrisponde all'1,02% del Reddito Nazionale Lordo (Rnl). Per gli stanziamenti d'impegno, invece, sono previsti 121,3 miliardi di euro (+4%), ossia l'1,09% dell' Rnl dell'Unione. Si ricorda che, nel corso della sessione plenaria d'aprile, adottando la relazione di Gianni Pittella (Pse, It) sul bilancio 2006 e la strategia politica annuale della Commissione, il Parlamento europeo aveva chiesto una gestione sana e rigorosa del bilancio comunitario e che le risorse assegnate corrispondessero agli obiettivi politici prefissati. Era, inoltre, espresso l'auspicio che il bilancio 2006 riflettesse, in particolare, il nuovo approccio della strategia di Lisbona attraverso il rafforzamento del suo contributo alla competitività e alla coesione sociale, economica e ambientale. Ma questo collegamento con la Strategia, per il Parlamento, è da realizzarsi anche con la concentrazione e il rafforzamento del sostegno dell'Unione a settori chiave quali l'occupazione, la politica ambientale, la ricerca e lo sviluppo, le Pmi, la promozione della società dell'informazione, l'apprendimento lungo tutto l'arco della vita e una adeguata realizzazione delle reti transeuropee. Il bilancio, oltre a ciò, dovrebbe rispecchiare «l'importante ruolo svolto dai giovani per l'integrazione e il benessere dell'Unione» prevedendo nuove proposte in materia di programmi di scambio, nonché il rafforzamento del ruolo dell'Ue nella comunità internazionale. Il progetto preliminare di bilancio della Commissione europea, più in particolare, prevede per ogni rubrica gli importi seguenti, rispettivamente per gli stanziamenti d'impegno e di pagamento: Agricoltura e lo Sviluppo Rurale: 55,817 miliardi di euro (+3,9% rispetto al 2005) e 55,190 miliardi (+5,2%); Politiche Regionali: 28,629 miliardi di euro (+5,6%) e 22,844 miliardi (+9,2%); Strategia di Lisbona (ricerca, energia e trasporti, società dell'informazione, istruzione e cultura): 39,138 miliardi (+ 7,1%) e 33,417 (+ 8,9%); Libertà, Sicurezza e Giustizia 604 milioni (+ 1,3%)e 587 milioni (+ 1%); Salute e protezione dei consumatori: 558 milioni di euro (+8,5%) e 558 milioni (+7,9%); Ambiente: 332 milioni (+ 2,2%) e 299 milioni (-6,6%); Allargamento: 2,194 miliardi di euro (+11%) e 2,301 miliardi (-15,2%); Azione esterna: 5,140 miliardi (+2,2%) e 5.062 miliardi (-1,1%). La prossima tappa nella procedura di bilancio sarà la prima lettura da parte del Consiglio il 12 e 13 luglio 2005, seguita dalla prima lettura della Plenaria durante la sessione tra il 24-27 ottobre. Le seconde letture avranno luogo, invece, il 24 novembre per il Consiglio e tra il 12 ed il 15 dicembre per il Parlamento.  
   
   
VERTICE MONDIALE DELL’ONU SULLA SOCIETÀ DELL’INFORMAZIONE - WSIS INTERNET: STANCA, “NO AL CONTROLLO DA PARTE DEI GOVERNI” ACCORDO SULLA POSIZIONE ITALIANA IN SEDE INTERNAZIONALE  
 
Roma, 9 maggio 2005 - I Governi non devono entrare nel controllo di Internet che, invece, deve essere lasciato ai privati. Questa la posizione che il Governo italiano sta sostenendo in sede internazionale in vista del Vertice Mondiale dell’Onu sulla Società dell’Informazione, in programma a Tunisi nel prossimo novembre. E su questa posizione si è registrato l’accordo tra le forze politiche e sociali, ossia i rappresentanti della società civile che il ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca, ha riunito nell’ambito di una serie di consultazioni in atto in vista del vertice tunisino. All’incontro hanno preso parte, per il Parlamento, i senatori Fiorello Cortina e Vittorio Pessina, e i deputati Antonio Palmieri e Paolo Gentiloni; dirigenti dei ministeri degli Affari Esteri e delle Comunicazioni; l’Anci; per le imprese Alberto Tripi, presidente di Federcomin; la Garr-rete Università e Ricerca; l’Isoc-società di Internet; il Cnr e l’Associazione Ong. “Nella governace di Internet dobbiamo lasciare spazio all’iniziativa privata; i Governi non debbono controllare internet, perché il Web è un grandissimo spazio di libertà e di democrazia. Si deve invece aumentare la legittimizzazione internazionale degli organismi che gestiscono internet e consentire ai Governi di intervenire solo quando è opportuno non per controllare e gestire, come vorrebbero alcuni Stati, ma in presenza problemi di natura politica che toccano l’interesse pubblico”, ha detto Stanca. Il ruolo dei Governi, ha precisato, “deve essere chiaramente delimitato e riguardare: la possibilità di interventi sul funzionamento della Rete solo nel caso che l’autoregolamentazione oggi in essere non funzionasse; adottare misure per arginare le patologie connesse al cattivo uso della Rete; facilitare lo sviluppo del mercato e aiutare lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione nei Paesi in Via di Sviluppo”. Il ministro ha sottolineato che “oggi abbiamo registrato uno dei rari casi in cui, al di là delle varie colorazione politiche, c’è accordo nel proseguire lungo questa direttrice ed anzi è stato espresso apprezzamento per quello che l’Italia ha fatto e sta facendo su questo fronte in sede internazionale”. Stanca non ha nascosto di essere “abbastanza ottimista che a Tunisi si possa trovare un compromesso giusto, che non limiti la libertà di Internet, ma che invece aiuti quei Paesi che vedono il Web come un ‘nemico’, perchè aumenta la libertà, a capire che li può portare su una strada di maggior democrazia e di maggior sviluppo”. Nel corso della riunione è stata apprezzata l’opera che l’Italia sta conducendo a livello europeo per giungere a Tunisi con una posizione unitaria, che medi tra le posizioni estreme, soprattutto quella francese e quella inglese molto vicina alla posizione americana. “Su sollecitazione italiana”, ha spiegato il ministro, “le posizione europee si sono infatti ora fortemente avvicinate e all’ultima riunione dello specifico gruppo di lavoro dell’Onu, l’Ue ha presentato una dichiarazione congiunta proprio sul tema dell’internazionalizzazione del governo di Internet. L’ue a Tunisi potrà inoltre svolgere un importante ruolo per la ricerca di un compromesso tra le posizioni degli Usa, legittimamente preoccupati di preservare le importanti caratteristiche che hanno consentito il successo dello sviluppo di Internet, e le altrettanto legittime richieste di molti Paesi di internazionalizzare la gestione del Web e di darle, sotto l’egida dell’Onu, una legittimità internazionale che oggi manca”.  
   
   
ICT: STANCA, SARA' ANCHE WIRELESS LA LARGA BANDA NEI PICCOLI COMUNI DEL SUD “ESTENDEREMO IL SISTEMA PUBBLICO DI CONNETTIVITÀ AI PICCOLI COMUNI IN MODALITÀ WIMAX E WI-FI”  
 
Ischia, 9 maggio 2005 - Banda larga anche in modalità wireless per i piccoli Comuni delle aree svantaggiate del Paese, in particolare quelle del Sud. Ad annunciare una specifica iniziativa del Governo, che si baserà pure sulle nuove tecnologie Wimax e Wi-f, è stato Lucio Stanca, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, al convegno Siemens sul digitale, a Ischia. “La diffusione e la più ampia utilizzazione della larga banda nel Paese rientra nella strategia di legislatura del Governo per lo sviluppo tecnologico e la competitività del Sistema Italia”, ha detto il ministro, che ha precisato che “con il sistema privatizzato delle telecomunicazioni non è più possibile ragionare in termini di intervento statale per estendere il servizio universale dalla voce anche alla larga banda, mentre il ruolo delle istituzioni è quello di assicurare una omogenea copertura del territorio con un approccio di neutralità tecnologica”. In questo scenario il Governo si è dotato di uno specifico piano d’azione per la larga banda nel Sud con una prima dotazione già decisa dal Cipe di 300 milioni di €, di cui 150 ad Infratel Spa per la realizzazione delle infrastrutture, le ‘autostrade digitali’, ed altri 150 milioni di € a Sviluppo Italia Spa per la predisposizione dei contenuti e servizi. Contestualmente, ha ricordato Stanca, “è stata avviata la realizzazione del Sistema Pubblico di Connettività (Spc), il più grande e complesso progetto mai realizzato in Italia nel campo delle telecomunicazioni e telematica, una sorta di ‘Autostrada del Sole’ digitale, destinato a collegare in banda larga tra loro tutte le amministrazioni pubbliche, centrali e locali, in modo omogeneo, efficiente, veloce e sicuro”. A questo Sistema, ha proseguito il ministro, “si aggiunge quello omologo che stiamo realizzando all’estero con 550 punti di accesso nelle ambasciate italiane, consolati, Ice, Istituti di Cultura, camere di commercio, etc, la più grande rete che una Pubblica amministrazione abbia mai realizzato nel mondo (la seconda è quella inglese con 240 sedi connesse)”. In particolare, ha detto Stanca, “Spc assicura che le risorse investite in connettività si traducano in un vero sistema di comunicazione unitario di tutte le Pubbliche amministrazioni. È in tale ottica che abbiamo previsto di servire le aree dove la Adsl non arriva per la bassa densità di popolazione. Stiamo lavorando per un capitolato di gara, da svolgere con le Regioni, per estendere Spc ai piccoli Comuni delle aree svantaggiate del Sud anche in modalità wireless, con standard Wimax e Wi-fi”. La strada imboccata dal Governo per stimolare la domanda mediante bonus per i nuovi collegamenti di famiglie e aziende (87 milioni di € nell’ultimo triennio) ha portato l’Italia al 3° posto nella Ue per crescita di linee a larga banda, con un incremento del 755% sul luglio 2002 (nel 2004 sono state attivate 3,13 milioni di linee in Francia, 2,39 in Gran Bretagna e 2,29 milioni in Italia). Il ministro ha poi posto in evidenza la sfida digitale che: “alla crescente diffusione delle infrastrutture a banda larga si contrappone l’esigenza di sviluppare nuovi contenuti e servizi digitali per assecondare, dal lato dell’offerta, le nuove prospettive industriali; dal lato della domanda, l’accesso in forma legale ai contenuti digitali e, dal lato sociale, sostenere una crescita culturale”. Stanca ha sottolineato che “nel nostro Paese c’è uno squilibrio, da colmare, fra la disponibilità di tlc e il mercato dei contenuti digitali. Sul primo fronte il nostro Paese registra una delle maggiori incidenze delle tlc sul Pil (3%), dietro solo alla Gran Bretagna; sul secondo, il valore dell’industria nazionale dei contenuti digitali sul Pil è dell’1,1%, quasi la metà della Francia (1,9%) e meno della metà della Germania (2,3%), per non dire degli Usa (3,8%). C’è quindi forte la necessità di superare lo squilibrio per far crescere la produzione di nuovi contenuti digitali come fattore di recupero di competitività del Sistema Paese in termini culturali, di istruzione, di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale e di crescita dei settori dell’editoria, musica e cinema”, ha concluso Stanca ricordando che “per la prima volta il Governo con il ‘P@tto di Sanremo’ ha messo attorno ad un tavolo i rappresentanti di tutti i settori, talvolta su posizioni e interessi contrapposti, per accelerare il passaggio dai modelli tradizionali di fruizione ai nuovi modelli digitali di sfruttamento dei contenuti”.  
   
   
LA CINA RISPETTI LE REGOLE COMMERCIALI INTERNAZIONALI  
 
Bruxelles, 9 maggio 2005 - Il boom delle importazioni, soprattutto di prodotti tessili, ha spinto il presidente della commissione per il commercio internazionale, Enrique Barón Crespo (Pse, Es), a porre un'interrogazione orale alla Commissione sull'applicazione delle regole dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (Omc) da parte della Cina. Seguirà un dibattito in Aula. Il deputato, nel ricordare che la Cina è divenuta membro dell'Omc nel 2001, anche grazie al sostegno dell'Unione europea, sottolinea che questo Paese dovrebbe quindi rispettare le regole fissate in quel contesto. Invece, egli osserva che «vi sono segnali allarmanti, provenienti da società europee, secondo i quali la Cina non starebbe rispettando pienamente codeste regole». A tale proposito, chiede quindi alla Commissione se è informata del rifiuto della Cina di aprire il proprio mercato e della sua tendenza a proteggere le industrie nazionali attraverso «la scarsa trasparenza delle procedure normative, la discriminazione delle società estere ed altre barriere non tariffarie agli scambi». Inoltre, domanda all'Esecutivo se è a conoscenza dell'assenza di protezione dei diritti di proprietà intellettuale in Cina, «che dà luogo ad un'imponente produzione di merci contraffatte», responsabili del 70% dei beni di questa natura che accedono al mercato Ue. Alla luce degli attuali negoziati in ambito Omc, il deputato chiede pertanto alla Commissione come sta affrontando le carenze della Cina nell'attuazione dei suoi obblighi, nonché in quale modo sta sfruttando le opportunità derivanti dal meccanismo di revisione transitoria per riesaminare i progressi della Cina in questo campo e per reagire all'assenza di progressi nei settori sopra citati. Di conseguenza, la Commissione è sollecitata a riflettere su soluzioni concrete da apportare «a questa manifesta situazione di concorrenza sleale dovuta alla carente attuazione, da parte della Cina, delle regole Omc» ed ad illustrare come intende attivarsi per fare fronte ai problemi derivanti «dallo spettacolare aumento delle importazioni tessili dalla Cina». A seguito all’impennata delle importazioni cinesi nel primo trimestre del 2005, la Commissione, il 24 aprile scorso, ha adottato una decisione con la quale avvia un'indagine su nove categorie di prodotti tessili esportati verso l’Unione. Per tali categorie - magliette, maglioni, camicette, calze e calzini, pantaloni da uomo, giacche da donna, reggiseni, filati di lino o di ramiè e tessuti di lino - si è constatato un aumento delle importazioni che varia dal 51% al 534% dall’inizio dell’anno. Scopo dell'indagine, che durerà due mesi, è di accertare eventuali perturbazioni del mercato e la necessità da parte dell’Unione di adottare speciali misure di salvaguardia. Allo stesso tempo, verranno immediatamente avviate consultazioni informali con la Cina nel tentativo di giungere ad una soluzione soddisfacente. Tuttavia, per il governo italiano - sostenuto da quello francese - i tempi previsti rischiano di provocare danni irrimediabili all'industria. Pertanto, la Commissione è stata sollecitata ad avvalersi della procedura d'urgenza che, in particolare, prevede di saltare la fase dell'inchiesta per passare direttamente a consultazioni di tipo formale con la Cina. La Commissione ritiene, peraltro, che vi siano altre categorie che suscitano preoccupazione, nei riguardi delle quali sono però necessari ulteriori approfondimenti dei dati sulle importazioni, attualmente in corso. La specifica clausola di salvaguardia tessile prevede misure di protezione di breve periodo fino alla fine del 2008. Giova ricordare che già nel febbraio di quest'anno, in base di due interrogazioni orali alla Commissione e al Consiglio presentate da Luisa Morgantini (Gue/ngl, It), Enrique Barón Crespo (Pse, Es) e Giles Chichester (Ppe/de, Uk) l'Aula aveva tenuto un dibattito sulla situazione del settore tessile a seguito dell'abolizione delle quote di importazione e sulle misure adottate per tutelare l'industria europea. Le interrogazioni, in particolare, sottolineavano il pericolo di un rafforzamento del «dominio sul mercato mondiale» di paesi quali la Cina che, «palesemente ignora una serie di obblighi che le incombono in quanto membro dell'Omc» come quello «di adottare pratiche compatibili con le condizioni di mercato e di aprire il suo proprio mercato». Al Consiglio e alla Commissione, poi, era chiesto come intendevano tradurre in azioni specifiche le raccomandazioni presentate dal Gruppo ad alto livello per il tessile e l'abbigliamento e, in particolare, l'appello al ricorso a misure di salvaguardia contenuto nel Protocollo di adesione della Cina all'Omc nonché alla creazione di un sistema di monitoraggio per sorvegliare l'evoluzione delle importazioni dalla Cina e il rispetto degli impegni da essa assunta nel quadro Omc. Non è solo il settore tessile-abbigliamento a risentire della forte concorrenza cinese. Infatti, altri comparti tipicamente Made in Italy, come quello agrolimentare, devono fronteggiare l'agguerrita politica commerciale di questo Paese. La Coldiretti, ad esempio, denuncia da tempo, il forte incremento delle importazioni di concentrato di pomodoro che, nel 2004, con una crescita del 46% rispetto all'anno precedente, hanno raggiunto 157 milioni di chili per un valore di 62 milioni di euro. Se i pomodori concentrati rappresentano la prima voce delle importazioni, sulla base di dati Istat, l'associazione di imprenditori agricoli ha anche evidenziato il raddoppio del valore delle importazioni di tartufi e funghi secchi (10 milioni di euro), l'aumento del 266% di quello delle mele (4 milioni di euro), la crescita dell'80% di quello degli ortaggi congelati (13 milioni di euro) e del 15% dei fagioli secchi (19 milioni di euro). Cenni Storici Dal 1° gennaio 2005, in base all'Accordo Omc siglato dall'Unione sul settore tessile e abbigliamento (accordo Ata), il commercio di tali prodotti è oggetto delle norme generali del Gatt che vietano l'applicazione di restrizioni quantitative all'importazione. Fino ad allora, l'Unione contava 210 contingenti all'importazione di prodotti tessili e dell'abbigliamento originari da 11 paesi membri dell'Omc (Argentina, Cina, Corea del Sud, Filippine, Hong Kong, India, Indonesia, Malesia, Perù, Taiwan e Tailandia) in virtù degli accordi bilaterali conclusi nel quadro del «vecchio» accordo Multifibre del Gatt. Il Consiglio, nello scorso mese di dicembre, ha quindi modificato in tal senso le disposizioni comunitarie in materia. Le nuove norme, peraltro, prevedono l'introduzione di un sistema temporaneo di controllo ex-ante per talune importazioni dalla Cina e un sistema di controllo ex-post a livello doganale per talune importazioni, un regime transitorio per i prodotti spediti prima della scadenza dell'Ata ma immessi in libera pratica nella Comunità dopo tale data ed il mantenimento delle restrizioni quantitative per i paesi non membri dell'Omc con i quali la Comunità ha concluso accordi bilaterali (Bielorussia, Corea del Nord, Vietnam e Serbia-montenegro). Il testo del regolamento adottato è consultabile sul sito Eur Lex.. Per prepararsi al 2005, la Commissione aveva adottato, nel novembre 2003, una comunicazione su «Il futuro del settore tessile e dell'abbigliamento nell'Unione europea allargata» che avanzava una serie di proposte destinate a rafforzare la competitività del settore. Tale comunicazione fu ben accolta sia dal Consiglio che dal Parlamento europeo. In una risoluzione adottata il 29 gennaio 2004, quest'ultimo nell'esprimere la sua preoccupazione per la situazione in cui versava il settore (in particolare sul fronte dell'evoluzione dell'occupazione) suggeriva alla Commissione di porre la dovuta attenzione al quadro finanziario necessario per le regioni particolarmente dipendenti dal settore, per la ricerca, l'innovazione, la formazione professionale e le Pmi. L'aula chiedeva altresì la definizione di un programma comunitario volto ad incentivare la creazione di marche e la promozione esterna dei prodotti del settore, in particolare nell'ambito delle fiere internazionali. Sollecitando poi l'attuazione di misure per rendere effettiva la lotta alla contraffazione e alla pirateria, i deputati auspicavano che il risultato dei negoziati commerciali del Doha Round garantissero al settore europeo l'accesso ai mercati internazionali. La concessione dei vantaggi derivanti dal Schema delle Preferenze tariffarie Generalizzate doveva poi essere garantita esclusivamente ai Paesi in Via di Sviluppo meno competitivi. Si suggeriva, inoltre, la creazione di un osservatorio del settore tessile e dell'abbigliamento volto ad analizzare l'evoluzione del commercio tra la Cina e l'Unione europea. Il Parlamento d'altra parte insisteva sull'importanza di «rafforzare i principi della responsabilità sociale delle imprese, del rispetto dei diritti fondamentali definiti dall'Oil e dello sviluppo sostenibile», mediante l'inserimento di tali principi negli accordi commerciali bilaterali sottoscritti dall'Unione europea. A tale proposito, rilevava l'importanza di escogitare formule, basate ad esempio su un'etichettatura volontaria, che consentissero ai consumatori di identificare i prodotti fabbricati rispettando i diritti fondamentali del lavoro definiti dall'Oil e l'ambiente. Infine, ritenendo vantaggioso poter riconoscere l'origine dei prodotti, i deputati accoglievano con soddisfazione la proposta della Commissione sull'etichetta «Made in Europe». A seguito delle proposte presentate nella sua comunicazione, la Commissione ha istituito un Gruppo ad alto livello (Gal ) per il settore tessile e dell'abbigliamento con il compito di formulare raccomandazioni su una serie di iniziative concrete che potessero essere intraprese per facilitare l'adeguamento del settore alle grandi sfide e suggerire le azioni per migliorare la sua competitività. Il Gruppo ad alto livello era composto da commissari, rappresentanti dei governi dei quattro Stati membri dell'Ue con un forte settore tessile e dell'abbigliamento (il Ministro Marzano per l'Italia), un membro del Parlamento europeo, rappresentanti degli operatori e delle associazioni del settore. Sulla base delle conclusioni del Gruppo di alto livello, il 12 ottobre 2004, la Commissione ha proposto sette azioni per aiutare l'industria tessile nella prospettiva del 1° gennaio 2005: stimolare la ricerca e l'innovazione; assicurare l'istruzione lungo tutto l'arco della vita e la formazione professionale; ricorrere ai fondi strutturali per fare fronte alle crisi impreviste; rafforzare la lotta contro le contraffazioni; aprire i mercati dei paesi terzi ai prodotti europei; concludere rapidamente la zona di libero scambio euromediterranea; rafforzare la cooperazione con la Cina.  
   
   
ASSEMBLEA DI TISCALI: APPROVATO IL BILANCIO 2004 E NOMINATO IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE  
 
Cagliari, 9 maggio 2005 - L’assemblea degli azionisti di Tiscali, riunitasi il 4 maggio a Cagliari, ha approvato in sede ordinaria il bilancio dell’esercizio chiuso il 31 dicembre 2004, confermando i dati del progetto di bilancio approvato dal Consiglio di Amministrazione lo scorso 29 marzo. I risultati dell’esercizio 2004, a livello consolidato, evidenziano significativi miglioramenti in termini di ricavi e redditività. Nell’esercizio 2004, Tiscali, con oltre 7,4 milioni di utenti attivi, di cui 1,65 milioni Adsl fra i quali oltre 300.000 utenti in modalità unbundling, ha raggiunto una posizione di rilievo nella fornitura di servizi Adsl nel mercato europeo ed una significativa quota di mercato. Il Gruppo Tiscali ha attuato nell’esercizio 2004 un importante riposizionamento che lo ha portato a concentrare le sue attività nei paesi europei a maggiore potenziale di generazione di valore e a sviluppare reti unbundling in Italia e Olanda. In particolare, la migrazione degli utenti Adsl dalla modalità wholesale alla modalità unbundling consente di ottenere margini più elevati e di commercializzare maggiori servizi a valore aggiunto e la telefonia sul protocollo internet (Voip). L’andamento della gestione del Gruppo Tiscali nel corso dell’esercizio 2004 è sintetizzato nei seguenti risultati: a Ricavi pari a 1.080,6 milioni di Euro, in crescita del 20% rispetto all’esercizio 2003 (+23% su base omogenea) Margine di contribuzione (Gross Margin) di 480,3 milioni di Euro, pari al 44% del totale ricavi, in aumento del 6% rispetto allo stesso periodo del 2003 Ebitda a 108,8 milioni di Euro (10% dei ricavi), in crescita del 46% rispetto all’esercizio 2003 (+38% su base omogenea) Perdita a livello operativo (Ebit) pari a 119,6 milioni di Euro, in significativo miglioramento (+48%) rispetto al risultato negativo di 228,9 milioni di Euro registrato nello stesso periodo del 2003 I servizi accesso, anche neI 2004, hanno trainato la crescita del fatturato, con un peso del 68% sui ricavi totali. Il raggiungimento di una significativa massa critica di abbonati Adsl ha determinato un sostanziale cambiamento nel mix dei ricavi da accesso, con una incidenza maggiore dei servizi Adsl. L’implementazione dell’infrastruttura di rete con tecnologia Ip ha portato ad una evoluzione anche nel segmento business, che registra una crescita del fatturato, con un peso del 18% sui ricavi totali. Sotto il profilo della redditività, si segnala come la crescita degli utenti Adsl, nelle sue prime fasi accompagnata dal maggior peso dei servizi in modalità wholesale, ha portato, nel corso dei primi mesi dell’esercizio 2004, ad una graduale contrazione del Gross Margin in termini di incidenza sui ricavi. L’implementazione della rete unbundling, e la parallela migrazione della base utenti Adsl, sebbene ancora parziale, ha determinato, nel corso del quarto trimestre, un’importante ed indicativa inversione di tendenza, che lascia intravedere prospettive economiche favorevoli per il 2005. La significativa crescita dei ricavi ed una maggiore efficienza dal lato dei costi operativi, hanno consentito un crescente miglioramento della redditività a livello di Ebitda, che nell’esercizio si attesta al 10% del fatturato. Il risultato consolidato ante imposte al 31 dicembre 2004 è negativo per 269,1 milioni di Euro, evidenziando una riduzione (9%) della perdita rispetto all’esercizio 2003 (-295,6 milioni di Euro). Il risultato resta influenzato in misura significativa dalle componenti straordinarie relative, da un lato, alle plusvalenze/minusvalenze derivanti dalla cessione di alcune partecipazioni e, dall’altro lato, da oneri straordinari legati all’intervenuto processo di razionalizzazione e riorganizzazione connesso al piano strategico attuato nel corso dell’esercizio 2004. Il risultato netto, tenuto conto della contabilizzazione di attività per imposte anticipate per 110,7 milioni di Euro relative alla Capogruppo ed alla controllata operante nel Regno Unito, è negativo per 161,4 milioni di Euro, con un miglioramento del 34% rispetto alla perdita netta di 245,9 milioni di Euro registrata nell’esercizio precedente, quando le imposte anticipate ammontavano a 51,6 milioni di Euro. Alla chiusura dell’esercizio 2004, il Gruppo Tiscali può contare su disponibilità finanziarie pari a 204,2 milioni di Euro, mentre la posizione finanziaria netta,è negativa per 359,6 milioni di Euro. In data 30 dicembre 2004 Tiscali S.p.a. Ha eseguito un aumento di capitale emettendo 18,4 milioni di nuove azioni per un totale di circa 50 milioni di Euro. L’assemblea ordinaria di Tiscali ha provveduto inoltre al rinnovo del Consiglio di Amministrazione, che rimarrà in carica fino all’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2007. Il nuovo Consiglio composto da otto consiglieri, conferma la maggioranza dei membri del precedente Cda e vede l’ingresso di due nuovi consiglieri. Esso è costituito da Vittorio Serafino, Rudolf Derk Huisman, Massimo Cristofori, Mario Rosso, Gabriele Racugno, Francesco Bizzarri, Victor Bischoff e Gabriel Pretre. Francesco Bizzarri, affermato professionista è consulente di molteplici realtà nel settore Tv e telecomunicazioni, ha maturato unimportante esperienza ricoprendo incarichi manageriali in Italia e allestero nellambito di realtà quali Pirelli e Telepiù, al cui lancio partecipò tra i soci fondatori. Successivamente ha lavorato per il gruppo Marcucci, sia come direttore generale della Tv tematica Videomusic che come direttore generale per il lancio della società di telecomunicazioni Nodalis nel 2000. Gabriele Racugno è Professore ordinario di Diritto commerciale nellUniversità di Cagliari Svolge la professione di avvocato e di consulente nel settore commerciale e bancario. E’ stato membro e Presidente di diversi Collegi Arbitrali. Ha già ricoperto cariche di Consigliere di amministrazione, Presidente e Sindaco di Collegio sindacale; è stato, fra l’altro: Consigliere di amministrazione della società editrice L’unione Sarda, Vice Presidente della Sardaleasing e Presidente del Fondo aggiuntivo pensioni dei dipendenti del Banco di Sardegna, Consigliere della Banca d’Italia (Sede di Cagliari). Attualmente ricopre la carica di Consigliere di Amministrazione del Banco di Sardegna. L’assemblea ha rinnovato l’incarico di revisione contabile relativamente al triennio 2005-2007 alla società Deloitte & Touche S.p.a.. I punti all’ordine del giorno previsti in sede straordinaria verranno discussi dall’Assemblea in una terza seduta che verrà convocata il 16 maggio 2005.  
   
   
CONTROLLO DEI BILANCI COME RIPARTIRE I FONDI PHILIP MORRIS PER LA LOTTA AL CONTRABBANDO DI SIGARETTE?  
 
Bruxelles, 9 maggio 2005 - Nel ricordare che, a titolo dell'accordo concluso con la Philip Morris International, la multinazionale del tabacco effettuerà pagamenti monetari alla Comunità europea e agli Stati membri per un totale di 1,25 miliardi di Usd nel corso dei prossimi 12 anni, Bart Staes (Verdi/ale, Be) pone una serie di quesiti all'Esecutivo circa l'utilizzo e la ripartizione di tali fondi. Seguirà un dibattito in Aula. Più in particolare, alla Commissione è chiesto se ritiene necessario che l'Autorità di bilancio (Consiglio e Parlamento) avvii consultazioni sulla destinazione e sul possibile impiego di questi fondi, segnatamente nell'ambito della lotta alla frode e al contrabbando di sigarette. Il deputato chiede infine all'Esecutivo di comunicare qual è l'importo che ritiene sarebbe opportuno destinare agli Stati membri e al bilancio dell'Unione europea, nonché quali passi intende effettuare per garantire che «una quota equa di queste entrate sarà iscritta al bilancio comunitario». Background Il 9 luglio 2004, la Commissione europea, dieci Stati membri dell’Unione europea (tra cui l'Italia) e Philip Morris International hanno annunciato la conclusione di un accordo pluriennale che, nel porre fine a tutte le controversie passate, prevede un sistema per combattere il contrabbando e la contraffazione di sigarette. La multinazionale, in particolare, si è impegnata a collaborare con la Commissione europea, con il suo ufficio per la lotta antifrode (l’Olaf) e con le autorità responsabili dell’applicazione della legge, per contribuire alla lotta contro il contrabbando e contro il problema sempre più diffuso della contraffazione di sigarette. L’accordo contempla ingenti pagamenti da parte di Philip Morris International, i quali potrebbero ammontare all’incirca a 1,25 miliardi di dollari su un periodo di dodici anni. Oltre alla politica di conformità alle disposizioni fiscali già messa in atto dalla multinazionale, l’accordo contiene disposizioni rigorose che introducono un meccanismo per la prevenzione a lungo termine del contrabbando su vasta scala di sigarette Philip Morris autentiche nel mercato europeo. L’accordo, infatti, impone al produttore di sigarette di avvalersi del processo di controllo di cui è già dotato per selezionare e controllare i clienti, per migliorare la sua capacità in materia di tracciabilità e rintracciabilità di determinati imballaggi e per offrire maggiore sostegno alle autorità europee responsabili dell’applicazione della legge nella loro lotta contro il commercio illegale di sigarette. Ai termini dell’accordo, Philip Morris ha accettato la richiesta di continuare a limitare i suoi volumi di vendita affinché restino in linea con la domanda del mercato. L’accordo incorpora inoltre le attuali politiche della multinazionale in materia di lotta al riciclaggio di denaro, integrandole in un quadro contrattuale globale. Il produttore di sigarette, inoltre, indicherà su determinati imballaggi informazioni sul mercato previsto per la vendita al dettaglio, apporrà sulle stecche di sigarette etichette con codici a barre leggibili tramite lettore ottico e darà attuazione ad altre procedure utili per tracciare e localizzare i suoi prodotti. L’importo dei pagamenti di Philip Morris ai sensi dell’accordo varierà in funzione di una serie di fattori e potrebbe ammontare complessivamente a circa 1,25 miliardi di dollari. In base all’accordo, la multinazionale ha inoltre acconsentito ad effettuare ulteriori pagamenti qualora, in futuro, vengano sequestrati nella Comunità europea quantitativi di suoi prodotti autentici superiori a quelli fissati. Tali pagamenti saranno effettuati indipendentemente da eventuali colpe o infrazioni del gruppo industriale. Accanto a queste disposizioni, l’accordo prevede anche la composizione di tutte le controversie passate e l'arresto delle azioni legali relative al contrabbando di sigarette che opponevano la Comunità europea e i dieci Stati membri a Philip Morris. Anche la causa intentata dalla multinazionale contro la Commissione europea davanti alla Corte di giustizia europea è stata ritirata.  
   
   
NOMINA DI LORENZO BINI SMAGHI AL BOARD DELLA BCE  
 
Bruxelles, 9 maggio 2005 - La Plenaria, come proposto dalla commissione per i problemi economici e monetari, è chiamata a confermare la nomina di Lorenzo Bini Smaghi quale membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea. A seguito dell'audizione tenutasi il 19 aprile 2005, la commissione parlamentare aveva emesso un parere favorevole a larga maggioranza (solo due voti contrari e 1 astensione, contro i 16 a favore). Il presidente della commissione, Pervenche Berès (Pse, Fr), nella motivazione che accompagna la relazione ora all'esame dell'Assemblea, ha precisato che il candidato dimostra di possedere le qualità necessarie alla sua funzione, tenuto conto delle esigenze enunciate dal Trattato: «integrità personale, autorità ed esperienza professionale riconosciute nel settore monetario e bancario». I dibattiti, ha aggiunto la relatrice, «hanno dimostrato che il candidato, europeo convinto, competente e realista, è dotato di un grande senso politico e della comunicazione». Pur non avendo risposto a tutti i quesiti, «egli ha dimostrato una grande apertura di spirito e dovrebbe apportare un approccio muldisciplinare al comitato esecutivo della Bce». Avuto il parere del Parlamento, spetta ai capi di Stato e di governo confermare la nomina. L'audizione Ruolo della Bce e contesto politico-istituzionale Nel suo intervento introduttivo, Lorenzo Bini Smaghi ha innanzitutto espresso gioia e soddisfazione personale per la nomina, "perché congiunge due passioni" che hanno accompagnato la sua vita professionale e il suo impegno civile: la costruzione europea e la politica economica. Egli ha quindi sottolineato come, nei primi anni di vita, la Bce abbia "affermato il suo ruolo", dando ai cittadini la stabilità del potere d'acquisto, superando difficoltà e vincendo "molte sfide". Una delle sfide più importanti che rimane da affrontare è il "contesto politico e istituzionale nel quale opera la Bce". Un banchiere centrale, ha precisato, "non può esimersi dal porre domande sull'assetto politico-istituzionale che lo circonda". A tale proposito ha quindi ricordato che, quando fu firmato il Trattato di Maastricht, la Bundesbank aveva osservato che la realizzazione di una unione politica era da considerarsi come condizione essenziale per il successo dell'unione monetaria. Per Bini Smaghi "l'Unione europea è una unione politica", in quanto riflette un comune impegno verso un'unione sempre più stretta tra i popoli europei. Egli ha quindi affermato che non si possono ignorare le attuali incertezze, non solo istituzionali, "ma anche sulla direzione che prenderà il processo di integrazione", anche perché la Bce "avrebbe difficoltà ad esercitare al meglio le sue funzioni se si arrestasse il processo di integrazione". La Bce, secondo Bini Smaghi, "è una delle istituzioni chiave dell'Unione" perché "interagisce giorno dopo giorno con i suoi cittadini, attraverso la moneta". L'euro, ha aggiunto, "è la testimonianza che l'Europa può fornire ai propri cittadini un bene pubblico - una moneta stabile - meglio di qualsiasi altra istituzione nazionale". La Bce, ha ribadito, ha bisogno di operare in un contesto istituzionale certo, che assicuri coesione economica, sociale e politica. La sfida della crescita Osservando che da cinque anni le previsioni di crescita economica dell'area euro sono riviste al ribasso, Bini Smaghi ha tuttavia respinto le accuse di parte della popolazione secondo cui la bassa crescita è da imputare alla Bce. Il suo ruolo, stabilito dal Trattato, è chiaro: sostenere la crescita economica, "purché questo non pregiudichi la stabilità dei prezzi". E la Bce, ha aggiunto, ha agito coerentemente con questo obiettivo: livelli di tassi d'interesse così bassi in Europa "dimostrano che l'andamento dell'economia è un elemento essenziale nelle decisioni di politica economica". Se così non fosse stato, ha quindi spiegato, i tassi sarebbero oggi al 5% invece che al 2%. Il rallentamento economico, secondo Bini Smaghi, "ha natura strutturale". In tale contesto, ha quindi sottolineato la necessità di realizzare un mercato interno pienamente integrato. In Europa, ha aggiunto, non è stato possibile far beneficiare i cittadini di tassi d'interesse bassi come è avvenuto negli Usa a causa "della rigidità dei mercati del lavoro e dei beni e per l'ancora insufficiente integrazione dei mercati finanziari". Impedire questa integrazione, ha ammonito, non significa solo impedire il buon funzionamento dell'economia europea, ma anche "ostacolare lo sviluppo della nostra capacità competitiva nel resto del mondo". A nome del suo gruppo, Paolo Cirino Pomicino (Ppe/de, It), precisando di non appartenere "a quanti danno alla Banca centrale europea la responsabilità del rallentamento economico", ha chiesto "come mai l'economia non parte", se è vero che la politica monetaria sin qui seguita dalla Bce si è fatta carico dei problemi di crescita economica. Osservando poi come in alcuni Stati membri, a differenza di altri come l'Italia e la Germania, vi sia una "crescita sostenuta", ha chiesto se ci debba essere un'accentuazione della politica della domanda, a cui farebbe pensare la riforma del Patto, oppure se non è giunta l'occasione "perché i problemi strutturali siano affrontati attraverso una diversa e più forte politica dell'offerta". Bini Smaghi, sottolineando come il problema non sia solo europeo ma anche mondiale, ha sostenuto che il motivo principale del rallentamento economico in Europa è da individuare nel fatto "che i consumatori e gli imprenditori non hanno fiducia nel futuro". Ciò comporta l'assenza di incentivi "a indebitarsi per sviluppare programmi di investimento o per consumare di più". Questa mancanza di fiducia è dovuta, soprattutto, a "una serie di sfide dal punto di vista della dinamica del debito pubblico". Guardando il processo di invecchiamento della popolazione europea e le stime in termini di costi del welfare europeo, ha spiegato, appare "che l'attuale sistema non è sostenibile". Molti cittadini e imprenditori "se ne sono resi conto" e hanno paura di investire o di consumare, "se poi dovranno far fronte ad un aumento del sistema impositivo e ad un aumento delle tasse per finanziare un sistema di welfare che non è sostenibile". Senza riforme - soprattutto nei paesi più grandi dell'Unione, come Francia, Germania e Italia - rimarrà l'incertezza e la poca fiducia nei cittadini nei confronti del futuro. Ciò, ha proseguito, avrà un impatto sia sulla politica monetaria sia su quella di bilancio: "chi pagherà il debito che creiamo oggi?". A suo parere, questo problema dimostra la difficoltà di agire attraverso la leva monetaria e la leva di bilancio. Dicendosi quindi d'accordo sulla necessità di attuare politiche dell'offerta e la liberalizzazione dei mercati, ha però ribadito che occorre soprattutto risolvere "l'incertezza del sistema pensionistico e di welfare che grava molto sulla fiducia dei cittadini oggi". "Lavorare di più, aumentare l'occupazione e la produttività", ha risposto a un deputato che poneva la questione dell'occupazione in Europa. L'ideale sarebbe stabilizzare i livelli di reddito, ma in un mondo globale sono anche necessarie maggiore competitività e produttività. Mentre la Germania è riuscita ad essere competitiva sui mercati internazionali ma ha problemi sul fronte dell'occupazione, ha detto, "l'Italia invece ha aumentato l'occupazione a scapito della competitività". La differenza tra l'inflazione percepita e quella reale, sollevata dalla Presidente della commissione parlamentare, "è un problema politico che va affrontato con responsabilità", garantendo la stabilità dei prezzi per ridare fiducia ai cittadini. Se l'inflazione reale fosse pari a quella percepita, ha aggiunto, l'Europa sarebbe in una fase di recessione e non di rallentamento. Bisogna pertanto difendere le istituzioni responsabili della misurazione dell'inflazione e convincere i cittadini che l'inflazione è veramente al 2%. Il nuovo Patto di stabilità Bini Smaghi ha negato di avere un posizione diversa da quella della Bce sulla riforma del Patto di stabilità, come affermato da un deputato. Si tratta poi di vedere come esso sarà applicato dagli Stati membri. "Non è vero che c'é un grande margine di manovra" e "non è vero che gli Stati membri possono fare quello che vogliono", ha affermato. Le regole ci sono ancora e il limite del 3% resta valido, seppur con alcune deroghe di lieve importanza, mentre le procedure restano chiare e continueranno ad applicarsi. Queste regole, ha aggiunto, avrebbero risolto la disputa procedurale del novembre 2003 tra Consiglio e Commissione e avrebbero permesso all'Esecutivo di esercitare maggiori pressioni sugli Stati membri nel 1999-2000. A tale proposito, Bini Smaghi ha anche negato che i poteri della Commissione potessero risultare indeboliti dal nuovo Patto, affermando che essa detiene ancora ampi poteri preventivi. La ratifica della Costituzione Interrogato sulla Costituzione, Bini Smaghi ha affermato il suo forte sostegno a favore della ratifica. Egli ha quindi affermato che i fautori del "no" che auspicano una maggiore integrazione europea farebbero il gioco di chi, invece, non ne sostiene la ratifica temendone un rafforzamento. L'idea dei primi, "rispettabile ex ante", potrebbe avere "effetti devastanti" a posteriori. La vittoria del "no", ha aggiunto, porrebbe problemi alla Bce perché creerebbe maggiore incertezza. I mercati elaborano già ipotesi di aumento dei tassi d'interesse e del loro divario tra i diversi Stati membri. Ciò significherebbe anche un indebolimento del Patto e la Bce, lavorando sulla base del Trattato di Nizza, avrebbe maggiori problemi per garantire la stabilità. Rispondendo a Enrico Letta (Alde/adle, It), Bini Smaghi ha affermato che sarebbero gli Stati membri ad elevato debito pubblico, come l'Italia, a risentire maggiormente dell'impatto sui tassi d'interesse di un esito negativo del referendum sulla Costituzione, così come "il referendum del 1992 portò all'uscita della lira dallo Sme". Egli ha comunque espresso l'auspicio "che questa analogia non si ripeta". Ampliamento dell'area euro Lo stesso deputato - che ha ritenuto "molto convincenti" le risposte sul ruolo della Bce e sul Patto di stabilità che hanno chiarito "in modo molto netto e importante" il fatto che il nuovo Patto "non autorizza politiche di bilancio più flessibili o allegre rispetto sia al deficit che al debito" - ha poi chiesto dell'ampliamento dell'area euro e, in particolare, dell'ingresso della sterlina nella moneta unica. A questo proposito, Bini Smaghi ha ricordato che vi sono già altri paesi nel sistema monetario europeo 2 e che, entro la fine di questo decennio, una parte di questi saranno già entrati nell'area dell'euro. Naturalmente, ha spiegato, "tutto questo pone una serie di problemi di convergenza e anche di accettazione", augurandosi che il change over "sarà gestito in modo più efficace che da noi". La sterlina nell'Uem "amplierebbe notevolmente la capacità dell'euro di diventare una vera alternativa al dollaro" tuttavia, ha rilevato, "crea una serie di problemi più politici che economici, perché oramai l'integrazione del Regno Unito nell'area dell'euro è fortissima".  
   
   
RESULTS OF THE APRIL 2005 BANK LENDING SURVEY FOR THE EURO AREA  
 
Frankfurt, 9 May 2005 - The European Central Bank (Ecb) is publishing its report on the results of the April 2005 bank lending survey for the euro area. The bank lending survey has been developed by the Eurosystem in order to enhance the understanding of bank lending behaviour in the euro area. The survey is conducted four times a year, at the beginning of each quarter. The cut-off date for the receipt of data from banks participating in this survey was 12 April 2005. The report is available on the Ecb’s website at http://www.Ecb.int in the “Statistics” section under “Money, banking and financial markets” and then “Bank lending survey”  
   
   
EMISSIONE BOT  
 
Roma, 9 maggio 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha disposto un’emissione, con regolamento 16 maggio 2005, da effettuarsi tramite asta l’11 maggio 2005, di 9.500 milioni di euro di Bot così ripartiti:
importo (in ml. Di euro) scadenza giorni
Trimestrali 3.000 15.08.2005 91
Annuali 6.500 15.05.2006 364
E' da tener presente che il 16 maggio 2005 vengono a scadere Bot per 6.500 milioni di euro, tutti relativi al titolo annuale . I Bot sono posti all'asta con il sistema di collocamento dell'asta competitiva e senza l'indicazione del prezzo base da parte del Tesoro. I buoni possono essere sottoscritti per un importo minimo di mille euro. I prezzi indicati dagli operatori partecipanti alle aste dei Bot, espressi in termini percentuali, possono variare, per tutte le tipologie di titoli, di un millesimo di punto percentuale o multiplo di tale cifra. Non sono ammesse all’asta richieste senza indicazione di prezzo. L'importo di ciascuna richiesta non può essere inferiore ad un milione e mezzo di euro (1.500.000€). Il collocamento dei Bot verrà effettuato nei confronti degli operatori indicati nei decreti di emissione. In attuazione di quanto disposto nella Sez.ii - Tit. V del decreto legislativo 24 giugno 1998, n. 213, e relative norme di attuazione, in relazione alla dematerializzazione dei titoli di Stato, i buoni ordinari del Tesoro sono rappresentati da iscrizioni contabili a favore degli aventi diritto. La Banca d’Italia provvede a inserire in via automatica le partite dei Bot sottoscritti in asta da regolare nel servizio di compensazione e liquidazione avente a oggetto strumenti finanziari con valuta pari a quella di regolamento. Sulla base delle assegnazioni, gli intermediari aggiudicatari accreditano i relativi importi sui conti intrattenuti con i sottoscrittori. Le richieste di acquisto - con un massimo di tre per ciascuna tranche - dovranno pervenire alla Banca d'Italia, esclusivamente tramite la rete nazionale interbancaria, entro e non oltre le ore 11 del giorno 11 maggio 2005 con l'osservanza delle modalità stabilite nei decreti di emissione. Si ricorda che, in caso di malfunzionamento delle apparecchiature che non consenta l’immissione dei messaggi nella rete, le richieste di partecipazione all’asta debbono essere inviate con modulo trasmesso via fax. Le richieste non pervenute entro il termine stabilito dai decreti di emissione non vengono prese in considerazione. Eventuali richieste sostitutive di quelle corrispondenti già pervenute sono prese in considerazione solo se giunte entro il termine di cui sopra. Le richieste non possono essere più ritirate dopo il termine suddetto . Qualora le richieste di ciascun operatore, anche complessivamente, superino l’importo offerto dal Tesoro, esse verranno prese in considerazione a partire da quella a prezzo più alto, fino a concorrenza dell’importo offerto, salvo quanto diversamente stabilito nei decreti di emissione. La circolazione dei Bot al 29 aprile 2005 era pari a 133.860 milioni di euro, di cui 2.500 milioni di euro a 236 gg., 6.500 milioni di euro trimestrali, 52.360 milioni di euro semestrali e 72.500 milioni di euro annuali.
 
   
   
EMISSIONE DI BTP  
 
Roma, 9 maggio 2005 - Il Ministero dell’Economia e delle Finanze dispone, per il giorno 12 maggio 2005, con regolamento 16 maggio 2005, l'emissione dei seguenti titoli di Stato: Buoni del Tesoro Poliennali: - quinquennali: decorrenza : 15 gennaio 2005; nona tranche; scadenza : 15 gennaio 2010; tasso d'interesse annuo lordo : 3%. I buoni suddetti, il cui importo minimo sottoscrivibile è di mille euro, sono emessi con il sistema dell'asta marginale riferita al prezzo, senza indicazione di prezzo base di collocamento ed escludendo le richieste effettuate a prezzi inferiori al "prezzo di esclusione"; ai fini della determinazione di quest’ultimo, non verranno prese in considerazione le offerte presentate a prezzi superiori al "prezzo massimo accoglibile", calcolato con le modalità riportate nel relativo decreto di emissione. Sono ammessi a partecipare all'asta le banche italiane, comunitarie ed extracomunitarie, nonchè le società di intermediazione mobiliare e le imprese di investimento comunitarie ed extracomunitarie indicate nel decreto recante l'emissione dei suddetti titoli. Detti operatori partecipano in proprio e per conto terzi. Le domande di partecipazione devono essere inoltrate con indicazione, per ogni richiesta, del relativo prezzo offerto. Ciascun operatore può formulare sino ad un massimo di tre offerte, ciascuna ad un prezzo diverso e per un importo non inferiore a 500.000 euro di capitale nominale; eventuali offerte di importo inferiore non verranno prese in considerazione. Ciascuna offerta non deve essere superiore all'importo in emissione; eventuali offerte di ammontare superiore verranno accettate limitatamente all'importo medesimo. I prezzi indicati varieranno di un importo minimo di un centesimo di euro; eventuali variazioni di importo diverso vengono arrotondate per eccesso. Le domande di partecipazione degli operatori devono essere avanzate - nel termine previsto dal sottoindicato calendario - mediante trasmissione di richiesta telematica da indirizzare alla Banca d'Italia tramite Rete Nazionale Interbancaria con le modalità tecniche stabilite dalla Banca d'Italia medesima e conosciute dagli operatori. L'assegnazione dei titoli verrà effettuata, nella giornata in cui si perfezioneranno le operazioni d'asta, al prezzo meno elevato tra quelli offerti dai concorrenti rimasti aggiudicatari. Nel caso che le offerte al prezzo marginale non possano essere totalmente accolte, si procede al riparto pro-quota, con i necessari arrotondamenti. Il prezzo di aggiudicazione ed il prezzo di esclusione saranno resi noti mediante comunicato stampa, nel quale verranno pure indicati gli importi attribuiti agli "specialisti" nelle ultime tre aste. Gli operatori partecipanti all'asta provvederanno ad attribuire ai sottoscrittori i titoli assegnati, senza alcun onere aggiuntivo rispetto al prezzo di aggiudicazione. Il regolamento dei buoni assegnati, da parte degli operatori, verrà effettuato al prezzo di aggiudicazione e con corresponsione dei dietimi d’interesse dal giorno successivo alla data di godimento dei titoli al giorno del regolamento Agli operatori medesimi viene riconosciuta, quale compenso dell'impegno assunto di raccogliere le prenotazioni del pubblico, una provvigione - commisurata all'ammontare nominale dei titoli assegnati - pari allo 0,30%. Il pubblico potrà prenotare i titoli presso le suddette categorie di operatori nel termine previsto dal sottoindicato calendario; gli intermediari potranno richiedere, a garanzia del buon fine della sottoscrizione, l'eventuale versamento di un acconto sull'importo nominale prenotato. Alla data prevista per il regolamento, il sottoscrittore verserà l'importo corrispondente ai titoli assegnati, sulla base del prezzo di aggiudicazione; a fronte di tale versamento, gli verrà rilasciata apposita ricevuta. Il calendario delle operazioni di sottoscrizione è il seguente:
Btp quinquennali
Prenotazione da parte del pubblico entro il 11 maggio 2005
Presentazione domande in asta: entro le ore 11,00 del 12 maggio 2005
Regolamento sottoscrizioni 16 maggio 2005
Dietimi d'interesse da corrispondere 121
Gli operatori "specialisti in titoli di Stato" hanno facoltà di partecipare al collocamento dei titoli di Stato, previsto automaticamente, in via supplementare all' asta di emissione. L'offerta della tranche supplementare è stabilita per un importo massimo non superiore al 10% dell'ammontare nominale offerto. Gli "specialisti" che non hanno partecipato all'asta di emissione non sono ammessi al collocamento supplementare. L'assegnazione supplementare avrà luogo al prezzo di aggiudicazione determinato nell'asta della presente emissione. Le modalità e le condizioni per la partecipazione degli "specialisti" all' assegnazione supplementare vengono indicate nel decreto recante l'emissione dei titoli suddetti.
 
   
   
FUSIONI TRANSFRONTALIERE PIÙ FACILI PER LE BANCHE  
 
Bruxelles, 9 maggio 2005 - Con l'adozione della relazione di Klaus-heiner Lehne (Ppe/de, De), la commissione giuridica suggerisce alla Plenaria di approvare la proposta di direttiva sulle fusioni transfrontaliere delle società di capitali, ma propone una serie di emendamenti volti a chiarire il campo d'applicazione della direttiva, precisare i limiti delle eventuali restrizioni previste dalle legislazioni nazionali e, soprattutto, garantire una più elevata protezione dei lavoratori delle società in procinto di fondersi. Considerato che la relazione adottata dalla commissione parlamentare corrisponde quasi integralmente alla posizione del Consiglio, non è escluso che l'iter legislativo possa concludersi già in prima lettura della procedura di codecisione. Lo scopo della direttiva proposta dalla Commissione europea è di agevolare le operazioni di concentrazione transfrontaliere di tutte le imprese di capitali, eliminando gli ostacoli posti dalle diverse normative nazionali. Un emendamento adottato dalla commissione giuridica tende a chiarire che la direttiva si applica alle fusioni transfrontaliere di società di capitali costituite in conformità della legislazione di uno Stato membro e «aventi la sede sociale, l'amministrazione centrale o la principale sede di attività nella Comunità», a condizione che «almeno due di esse siano soggette alla legislazione di Stati membri diversi». Le principali beneficiarie di questa nuova normativa sarebbero, in particolare, le imprese di medie dimensioni che intendono operare in più di uno Stato membro, ma non in tutta l’Europa, e quindi meno suscettibili di volersi costituire come società di diritto europeo attraverso l’adozione dello statuto di società europea. D'altra parte i deputati danno la facoltà agli Stati membri di non applicare la direttiva alle fusioni transfrontaliere che coinvolgono una società cooperativa, «anche nei casi in cui quest'ultima rientrerebbe nella definizione di società di capitali». E' poi precisato che la direttiva non si applica alle fusioni a cui partecipa una società avente per oggetto l'investimento collettivo di capitali raccolti presso il pubblico. La direttiva proposta prevede una procedura per le fusioni transfrontaliere, in base alla quale all’interno dei singoli Stati membri queste operazioni sarebbero disciplinate dai principi e dalle disposizioni vigenti a livello nazionale per le concentrazioni di imprese. I deputati concordano con questo approccio, specificando che la legislazione nazionale non dovrebbe introdurre restrizioni alla libertà di stabilimento o di circolazioni di capitali, «a meno che tali restrizioni non siano giustificate in base alla giurisprudenza della Corte di Giustizia», ossia «da esigenze di interesse generale» imperative e, comunque, che siano «ad esse proporzionate». Seppur la proposta della commissione introduca dei dispositivi di salvaguardia per evitare che le imprese si servano delle fusioni transfrontaliere per sottrarsi agli obblighi relativi ai regimi di partecipazione dei lavoratori vigenti a livello nazionale, i deputati si sono rivelati molti attenti nel prevedere una maggiore protezione dei diritti dei lavoratori in materia di informazione, consultazione e partecipazione. In particolare, hanno voluto garantire che se la società venutasi a creare a seguito della fusione non riconosce ai lavoratori gli stessi diritti di una delle due società precedenti, la partecipazione dei dipendenti sarà oggetto di negoziati conformemente alle disposizioni previste dallo statuto della società europea che garantisce norme eque. Tuttavia, se almeno una delle società ha un numero medio di lavoratori inferiore a 500, continuerebbe ad applicarsi la legislazione nazionale della società derivante dalla fusione. I deputati, inoltre, introducono l'obbligo per gli organi di direzione delle società che partecipano alla fusione di preparare un progetto comune dell'operazione transfrontaliera che comprenda anche «gli effetti della fusione sull'occupazione» e il «parere espresso dai lavoratori» delle imprese che partecipano alla fusione, o dai loro rappresentanti. Inoltre, i deputati chiedono che gli stessi organismi societari redigano una relazione destinata ai soci, nella quale si illustrino e si giustifichino «gli aspetti giuridici ed economici della fusione transfrontaliera» e spieghino «le conseguenze della fusione per gli azionisti, i creditori e i lavoratori». La relazione in questione, inoltre, deve essere resa disponibile agli azionisti, ai lavoratori e ai loro rappresentanti, entro un mese dall'assemblea generale. Infine, i deputati chiedono che, cinque anni dopo l'entrata in vigore della direttiva, la Commissione esamini la sua attuazione e, se necessario, ne proponga la revisione. Gli Stati membri dovranno trasporre la direttiva nel diritto nazionale entro due anni dalla data di entrata in vigore. In materia di fusioni, giova ricordare che la direttiva 2005/19/Ce, adottata nel marzo 2005, aggiorna, chiarisce ed amplia il campo d'applicazione della direttiva comunitaria che contempla il riporto dell’imposizione fiscale in caso di fusioni, scissioni, conferimenti d'attivo e scambi d'azioni concernenti società di Stati membri diversi (90/434/Eec).  
   
   
UNICREDIT LA BANCA DEL FUTURO VIAGGIA SU WEB  
 
Milano, 9 maggio 2005 - Grazie all’accordo raggiunto con Telecom Italia, da oggi Unicredit Banca regala a tutti i propri clienti Genius “Alice Free”, il collegamento Adsl per navigare veloci su Internet: attivazione gratuita e fino ad un’ora gratis al giorno di navigazione sui siti di Unicredit Banca Milano, 05 maggio 2005 - La banca del futuro? Sarà multicanale, gli sportelli saranno impegnati solo nelle operatività a valore aggiunto e tutte le operazioni di routine si svolgeranno soprattutto via Internet, restando comodamente a casa dunque, evitando file allo sportello e con tutta la velocità del web. La trasformazione, stando agli ultimi dati Digital Finance, è già in corso: 9,3 milioni di italiani sono utenti di finance banking e il mercato è in forte crescita (+29%) rispetto alla fine del 2003. In questo panorama si inserisce l’accordo raggiunto da Unicredit Banca e Telecom Italia attraverso cui l’istituto regala a tutti i propri clienti Genius “Alice Free”, l’offerta Adsl a consumo con cui è possibile collegarsi ad Internet a banda larga e navigare ad una velocità fino a 640 Kbps in ricezione e 256 Kbps in trasmissione. Ecco i vantaggi di “Alice Free” offerti da Unicredit Banca: attivazione gratuita con modem in comodato d’uso e fino ad 1 ora gratis al giorno di navigazione sui siti www.Unicreditbanca.it e www.Geniusfree.com, per dialogare con l’istituto di credito ed effettuare le operazioni di banking e trading online. Inoltre, insieme ad Alice Free, tutti i Clienti Genius potranno scegliere 3 film tra quelli offerti su www.Rossoalice.it, il portale a banda larga di Telecom Italia. Il mercato italiano dei navigatori internet – secondo Digital finance – è stimato in oltre 20 milioni alla fine del 2004: di questi poco meno della metà sono dunque utenti "finance banking" (9,3 milioni) in forte crescita (+29%) rispetto alla fine del 2003. Nello stesso periodo, Unicredit Banca ha registrato un incremento di utenti internet banking (+35%) superiore alla crescita del mercato, consolidando - con 1,2 milioni di utenti e il 13% di market share - la propria leadership in Italia: in particolare Unicredit Banca risulta stabilmente tra i primi 3 player in tutte le aree geografiche d´Italia con una chiara leadership nel Nord-est. Una crescita superiore al mercato si è registrata soprattutto in uno dei segmenti più interessanti per il settore finanziario, ossia quale quello degli uomini laureati con età compresa tra i 55 e i 64 anni. Il panorama, inoltre, presenta in generale un significativo e ulteriore potenziale di crescita anche rispetto agli altri mercati europei avendo solo il 47% di penetrazione degli utenti "finance banking" rispetto ad oltre il 65% della media Europea, e la diffusione della banda larga è senz’altro il fattore guida della crescita soprattutto per il settore finance che fino ad oggi è riuscito ad intercettare soltanto il 40% dei nuovi utenti a banda larga. “Noi puntiamo ad avere clienti che vanno in agenzia soprattutto per chiedere la consulenza dei nostri esperti o per servizi ad alto valore aggiunto sia sul versante dell’impiego del risparmio che sul lato dei finanziamenti – ha commentato Roberto Nicastro, amministratore delegato di Unicredit Banca – e il nostro personale si sta preparando per svolgere al meglio queste attività. La banca del futuro deve essere quanto più possibile dalla parte del cliente e questo vuol dire anche veloce, facile da utilizzare e accessibile da qualsiasi luogo, come un qualsiasi sito internet. Sarà come avere uno sportello bancario a portata di computer”. “E’ un’iniziativa di grande interesse per la diffusione dei servizi a banda larga - ha aggiunto il dottor Giuseppe Sala, Direttore Generale di Telecom Italia Wireline - da oggi, grazie all’accesso Adsl è possibile utilizzare molti nuovi servizi di facile fruibilità, come ad esempio quelli in ambito bancario. Ecco perché abbiamo stretto la partnership con Unicredit Banca in questo progetto fortemente innovativo. Siamo convinti che Alice rappresenti un indiscutibile valore aggiunto per i clienti che in qualsiasi momento possono mettersi in contatto diretto con la propria banca”. Il Cliente Genius potrà attivare il servizio Alice Free unicamente se intestatario di un’utenza telefonica Telecom Italia ad uso privato e situato in una zona geografica coperta dal servizio Adsl.  
   
   
SIGLATO ACCORDO TRA BANCA POPOLARE DI LODI E FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO DI LUCCA NASCE IL TERZO POLO BANCARIO DELLA TOSCANA  
 
 Lodi, 9 maggio 2005 - La Banca Popolare di Lodi e la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca hanno sottoscritto il 6 maggio un accordo di grande rilevanza strategica per il territorio, creando i presupposti per far si che la Toscana diventi uno dei capisaldi del nascente Gruppo Banca Popolare Italiana. Le parti hanno infatti definito un articolato programma di sviluppo su base regionale che verrà realizzato in più fasi, la più importante delle quali prevede l’aggregazione delle 25 filiali della Area Toscana della Banca Popolare di Lodi nella nuova realtà bancaria. La Fondazione prevede l’esercizio della put per un ammontare complessivo di 421 milioni di euro, che Banca popolare di Lodi corrisponderà per il 15% in cash e per il restante 85% in strumenti finanziari. Contestualmente, l’accordo siglato tra le parte prevede l’impegno da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca di investire 135 milioni di euro che si aggiungono alla riconferma di un investimento già perfezionato di altri 190 milioni di euro, per un ammontare complessivo di 325 milioni di euro, nell’ambito di un progetto che rappresenta la coerente prosecuzione industriale e strategica di quanto effettuato il 31 dicembre 2003 con la creazione del polo bancario toscano attraverso la fusione e il successivo scorporo della Cassa di Risparmio di Pisa e della Cassa di Risparmi di Livorno nella Cassa di Risparmio di Lucca. L’aggregato delle tre banche oggi riunito sotto la Cassa di Risparmio di Lucca opererà con una rete distributiva composta da 229 filiali, 1.649 dipendenti e con significative quote di mercato (8,43% dei depositi e l’8,31% degli impieghi). Il piano proposto è subordinato all’ottenimento delle usuali autorizzazioni e, oltre ad avere un impatto industriale e strategico, presenta una forte valenza reddituale in relazione alle sinergie che deriveranno dalla maggior visibilità e il migliore posizionamento della rete distributiva, oltre che degli investimenti che saranno effettuati sul territorio. Il progetto sottoscritto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, che è stato discusso e presentato anche alla Fondazione Cassa di Risparmi di Livorno, presenta finalità strategiche e industriali ancor più rilevanti rispetto a quello già siglato con la Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa che ha prorogato l’esercizio della put, per un ammontare di 109 milioni di euro, al 16 giugno 2008.  
   
   
BANCA POPOLARE DI LODI MOODY'S INVESTORS SERVICE NON RIVEDE IL RATING  
 
Lodi, 9 maggio 2005 - Moody's Investors Service, in relazione all'offerta annunciata su Banca Antonveneta, ha stabilito di non intraprendere azioni sul rating della Banca Popolare di Lodi, vista l'attuale incertezza del risultato dell'operazione. L'agenzia di rating ha comunicato di non aspettarsi dalla transazione proposta, al momento, un'influenza sul 'debt and deposit' rating Baa1/p-2 né sul C- 'financial strenght' di Banca Popolare di Lodi né sui rating Baa2/p-2/c- della controllata Efibanca.  
   
   
PRESENTATA DOMANDA DI AMMISSIONE A QUOTAZIONE TITOLI DI DEBITO BANCA POPOLARE DI LODI  
 
Lodi, 5 maggio 2005 - Con riferimento alle notizie recentemente apparse sulla stampa, Banca Popolare di Lodi precisa che, il 5 maggio, si è provveduto alla presentazione presso le autorità competenti della domanda di ammissione a quotazione dei titoli di debito Banca Popolare di Lodi che costituiscono parte integrante del corrispettivo dell’offerta comunicata al mercato in data 29 aprile 2005. In relazione al corrispettivo dell’offerta si precisa peraltro che, nell’ipotesi in cui la media a 3 mesi dei corsi di borsa degli strumenti finanziari azionari offerti in scambio agli azionisti Antonveneta risulti inferiore ai valori ad essi attribuiti in sede di determinazione del corrispettivo, l’offerente procederà a riconoscere in favore degli aderenti all'offerta un conguaglio (tramite assegnazione di ulteriori azioni ordinarie Reti Bancarie Holding) pari a detto differenziale. Viene infine precisato come la domanda di ammissione a quotazione dei titoli di debito Banca Popolare di Lodi costituisca il presupposto essenziale ai fini della successiva presentazione dell’offerta, che sarà quindi effettuata entro breve termine.  
   
   
FIDEURARM: RACCOLTA NETTA TOTALE DI APRILE: € 25 MILIONI PREMI VITA INCASSATI NEL MESE DI APRILE: € 96 MILIONI MASSE AMMINISTRATE A FINE MARZO: € 60,2 MILIARDI  
 
Roma, 9 maggio 2005 – La raccolta netta totale (risparmio gestito e non gestito) del gruppo Banca Fideuram ha registrato in aprile un saldo positivo di € 25 milioni. La raccolta netta di risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni) ad aprile è stata negativa per € 119 milioni. All’interno del risparmio gestito i fondi comuni, le gestioni patrimoniali e le assicurazioni vita hanno segnato una raccolta negativa pari rispettivamente a € 14 milioni, € 83 milioni e € 22 milioni. Nel mese di aprile il saldo complessivo del risparmio non gestito è stato positivo per € 144 milioni. Le polizze vita hanno complessivamente incassato premi per € 96 milioni. La nuova produzione assicurativa è stata pari a € 66 milioni, interamente costituita da polizze unit linked. A fine marzo il totale delle masse amministrate dal gruppo Banca Fideuram ammontava a € 60,2 miliardi, per € 46,5 miliardi costituite da risparmio gestito (fondi, gestioni e assicurazioni). Al 30 aprile i private banker1 del gruppo Banca Fideuram erano 4.173 a cui vanno aggiunti 27 produttori assicurativi per un totale di 4.200 professionisti. In allegato sono riportate le tabelle relative a: raccolta netta e premi vita incassati nel mese di aprile 2005; dimensioni delle reti di private banker a fine aprile 2005; asset under management a fine marzo 2005.  
   
   
SANPAOLO IMI: PRECISAZIONE SU CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE  
 
Torino, 6 maggio 2005 - In relazione al Patto di Sindacato siglato il 15 novembre 1999 tra l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Bnp Paribas e Sanpaolo Imi, riguardante la partecipazione al capitale della Cassa di Risparmio di Firenze, Patto che ha cessato di avere efficacia il 1° maggio 2005, Sanpaolo Imi, a completamento della comunicazione di legge già inoltrata alla Consob, precisa che: 9 secondo quanto previsto dagli accordi a suo tempo sottoscritti, qualora il patto cessi per scadenza e sia stato l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che non ha voluto rinnovarlo, Sanpaolo Imi avrebbe avuto la possibilità di esercitare, nei 60 giorni successivi alla scadenza del patto, un diritto di acquisto nei confronti dell’Ente, che avrebbe avuto l’obbligo di vendere, su azioni ordinarie della Cassa di Risparmio di Firenze pari al 10,78% del capitale, corrispondenti attualmente a n.122.548.117. Il prezzo di esercizio è pari a 1,5 volte il “valore base” dell’azione, valore da determinarsi facendo riferimento a metodologie di valutazione utilizzate normalmente per il settore; ad avviso di Sanpaolo Imi, che ne ha dato comunicazione all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, si sono verificate le condizioni in base alle quali il predetto diritto di acquisto è divenuto esercitabile. L’acquisto delle azioni derivante dall’eventuale esercizio dell’opzione è ovviamente sottoposto all’autorizzazione della Banca d’Italia; l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze dal canto suo non condivide la posizione espressa dal Sanpaolo Imi reputando che il mancato rinnovo del patto non sia dovuto alla volontà dell’Ente stesso e contestando, più in generale, la vigenza e la validità stessa della clausola che prevede il diritto di acquisto; Sanpaolo Imi ha confermato all’Ente Cassa di Risparmio di Firenze e a Bnp Paribas la disponibilità a discutere i termini di un eventuale nuovo Patto, pur senza pregiudizio dei diritti che ritiene di aver maturato.  
   
   
CASSA DI RISPARMIO DI FIRENZE S.P.A.: C ESSATA L'''EFFICACIA DEL PATTO DI SINDACATO  
 
 Firenze, 9 Maggio 2005 - Con riferimento al Patto di Sindacato sulle azioni ordinarie della Cassa di Risparmio di Firenze S.p.a. Sottoscritto da Ente Cassa di Risparmio di Firenze, Bnp Paribas S.a. E Sanpaolo Imi S.p.a. Il 15 novembre 1999, e successivamente prorogato fino al 30 aprile 2005 con Addenda stipulati il 14 gennaio 2003, il 14 luglio 2003 ed il 12 gennaio 2005, la banca informa che il socio Ente Cassa di Risparmio di Firenze ha comunicato il 5 maggio a Consob la cessazione dell'efficacia del Patto a decorrere dal 1 Maggio 2005. Tale informativa fa seguito alla decisione del socio Bnp Paribas che, come comunicato lo scorso 29 Aprile, ha ritenuto di non aderire alla proposta di un ulteriore Addendum di proroga dei termini di scadenza del Patto alla data del 15 Novembre 2005 già sottoscritto dagli altri due soci entro il 30 Aprile 2005.  
   
   
BNL: VARIAZIONE DEL CALENDARIO DEGLI EVENTI SOCIETARI 2005  
 
Roma, 9 maggio 2005. Con riferimento al calendario degli eventi societari 2005, comunicato in data 8 febbraio 2005, ed in relazione alla nuova disciplina Consob in materia di rendicontazioni contabili infrannuali, Bnl rende noto che la Relazione trimestrale consolidata al 31/3/2005 verrà redatta in conformità ai principi contabili internazionali Ias/ifrs e la riunione del Consiglio di Amministrazione per la relativa approvazione, già programmata per la prima quindicina del mese di maggio, si terrà il 20 maggio 2005.  
   
   
BANCA POPOLAREDI SPOLETO SPA GESTIONE AL 31 MARZO 2005 IL RISULTATO LORDO DI GESTIONE SI ATTESTA A 7,3 MILIONI DI EURO CON UNA CRESCITA DEL 21,9% RISPETTO ALLO STESSO PERIODO DELL’ESERCIZIO PRECEDENTE  
 
Spoleto, 9 maggio 2005 - Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Spoleto Spa, presieduto dal Sig. Giovanni Antonini, ha approvato il 6 maggio la relazione sull’andamento della gestione al 31 marzo 2005 della Banca illustrata dal Vice Direttore Vicario Dott. Alfredo Pallini. Sotto il profilo operativo e gestionale il primo trimestre 2005 si è chiuso con risultati più che positivi per la Banca Popolare di Spoleto Spa. I volumi intermediati e i principali aggregati reddituali hanno fatto registrare, infatti, progressi significativi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e confermano ampiamente le previsioni della Pianificazione Operativa per l’esercizio 2005. Per quanto riguarda gli aggregati patrimoniali, la raccolta diretta cresce del 7,1% Tale dato è ancor più significativo se letto alla luce dell’attività, portata a termine nel corso del 2004, di ridefinizione dei rapporti commerciali con alcuni investitori istituzionali ritenuti non sufficientemente remunerativi e che, nel complesso, ha comportato una riduzione nei valori puntuali della raccolta diretta di € 57 milioni. Sterilizzando la suddetta attività di disintermediazione la raccolta diretta segnerebbe una crescita del +11,2%. Anche la raccolta indiretta risente della descritta attività di ridefinizione dei rapporti commerciali con alcuni investitori istituzionali essenzialmente nella componente amministrata. Sterilizzando la perdita di volumi imputabile alla clientela istituzionale la raccolta amministrata si ridurrebbe solo del 2,5% mentre la raccolta indiretta totale registrerebbe una crescita del 2,6%. Per contro, all’interno della raccolta indiretta, il risparmio gestito segna una crescita importante del +15,8% , con il settore bancaassicurazione in aumento del 30,2% e il comparto fondi comuni di investimento che registra una raccolta netta positiva in crescita del 23,4%. Gli impieghi a clientela, incluse le sofferenze nette e le polizze di capitalizzazione, hanno raggiunto €1.209 milioni consuntivando nel dato puntuale una contrazione rispetto allo stesso periodo dell’esercizio precedente del -6,9%. Tale dato va letto alla luce del fatto che alla fine del primo trimestre del 2004 era ancora in essere il credito per € 202,7 milioni per il finanziamento concesso alla società veicolo Spoleto Mortgages, a fronte della cessione di portafoglio di mutui ipotecari in bonis nell’ambito dall’operazione di cartolarizzazione, iniziata a dicembre 2003 e perfezionata in data 16 aprile 2004. Sterilizzando la perdita di volumi imputabile alla operazione di cartolarizzazione e l’aumento degli impieghi per effetto della dinamica delle polizze di capitalizzazione, la crescita degli Impieghi a Clientela si attesterebbe a +12,5% nei valori puntuali. Il Core Tier 1 si attesta a 6,71% (6,79% al 31/12/2004); il Total Capital Ratio è pari a 9,79% (9,91% al 31/12/2004). Il coefficiente di solvibilità per i rischi di credito si attesta a 13,35% (13,39% al 31/12/2004) L’incidenza dei crediti netti in sofferenza e a incaglio sugli impieghi si attesta al 3,1% (2,4% al 31/03/2004). Il rapporto sofferenze nette/ crediti nei confronti della clientela si conferma su livelli contenuti (1,27%) Il grado di copertura complessivo delle sofferenze lorde si attesta a circa il 58%. Sotto il profilo reddituale, la gestione caratteristica della Banca ha evidenziato nel complesso buoni risultati, sostanzialmente in linea con il percorso evolutivo programmato. Nell’ambito del margine di intermediazione, la componente di “primaria qualità” (margine di interesse + commissioni a clientela ) progredisce del 6,14%. In particolare, il margine di interesse (€13,6 milioni) presenta una crescita del 6,07% grazie al buon andamento dei volumi di raccolta ed impiego che compensa il deterioramento, seppur, contenuto della forbice delle condizioni attive e passive. Le commissioni nette (€5,2 milioni) segnano una crescita sull’esercizio precedente del 6,3%. Complessivamente il margine di intermediazione (€22,9 milioni) fa registrare una crescita (+7,5%) sul marzo 2004. Per quanto riguarda l’evoluzione dei costi operativi si registra una crescita dell’1,7% rispetto all’anno precedente. Tale fenomeno è imputabile alla dinamica delle “Altre Spese Amministrative” la cui crescita (+11,1%) è dettata principalmente dai maggiori volumi gestiti (costi di elaborazione dati, spese postali, informazioni e visure). Le Spese per il Personale, per contro, segnano un recupero rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-4,44%) in quanto pur risentendo degli effetti del rinnovo del Ccnl godono appieno dei benefici derivanti dal piano di incentivazione all’esodo attivato negli esercizi 2003/2004 cui corrisponde in contropartita l’aumento della voce oneri pluriennali. Il Cost/income ratio calcolato includendo anche le rettifiche di valore sulle immobilizzazioni materiali e immateriali al netto degli accantonamenti per gli esodi incentivati raggiunge il 64,99% contro il 69,4% al 31/03/2004. Per effetto di tali andamenti il Risultato Lordo di Gestione si posiziona a € 7,3 milioni in aumento del 21,9% rispetto ai valori del marzo 2004. Alla formazione del risultato concorrono, inoltre, rettifiche e accantonamenti per complessivi €1,9 milioni (1,8 milioni al 31/03/2004) Il saldo della gestione straordinaria presenta un utile di € 0,228 milioni (contro un saldo negativo di € 0,137 milioni al 31 marzo 2004). L’utile netto di periodo pertanto si attesta a € 2,8 milioni in crescita del 34,6% sul marzo 2004 Con riferimento allo stato di attuazione dei sistemi e delle procedure contabili per l’applicazione dei principi contabili Ias/ifrs si comunica che la Banca Popolare di Spoleto Spa ha già posto in essere le procedure per la transizione agli Ias/ifrs, che sono tuttavia ancora in fase di completamento. Non sono allo stato attuale disponibili valutazioni definitive sugli effetti di First Time Adoption e sui dati comparativi Ias 2004.  
   
   
AEC BROKER APPROVA IL PRIMO BILANCIO DALLA TRASFORMAZIONE IN SPA RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE € 198.839,00 PER NOVE MESI DI ESERCIZIO IL CDA DELIBERA L’AUMENTO DI CAPITALE GRATUITO FINO A 200.000,00 EURO  
 
Roma, 9 maggio 2005 - Dopo la trasformazione, nel novembre scorso, della società in Spa la Aec Broker chiude il suo quarto bilancio (di soli 9 mesi) con utili prima delle imposte pari a 198.839,00 Euro, deliberando di accantonare l’utile per un ulteriore aumento di capitale che così arriverà ai 200.000,00 Euro interamente versati. Il 2004 si chiude con importanti risultati in termini di riorganizzazione generale : la nuova e ampia sede legale e direzione generale di Piazza delle Muse a Roma; l’implementazione di un nuovo software gestionale integrato con un sistema di preventivazione On-line aperto ai corrispondenti di Aec ed integrato con Mocha (sistema web-based per l’emissione dei Certificati di Assicurazione dei Lloyd’s) di cui Aec è stata tra i “Coverholder selezionati per la fase di test. Confermando la strategia vincente di Corrispondente dei Lloyd’s operante quale “Professional Indemnity Specialist”, che ha permesso di raggiungere nel 2004 una raccolta di 14 milioni di euro (ottavo corrispondente italiano dei Lloyd’s per volume premi), la società - per il futuro - intende consolidare la propria leadership in tutte le altre nicchie del mondo delle professioni. Le prospettive di sviluppo per il 2005 sono legate all’ampliamento ed al consolidamento della rete di collaborazioni a livello locale con intermediari professionisti per lo sviluppo commerciale di particolari nicchie di mercato e con Brokers nazionali e internazionali nel piazzamento sul mercato dei Lloyd's di specifici wordings. Inoltre la recente iscrizione della società all’albo dei Broker di Riassicurazione apre interessanti prospettive per la collaborazione con Imprese di Assicurazioni nel piazzamento in facoltativo dei rischi professionali. “Siamo pienamente soddisfatti – ha dichiarato Fabrizio Callarà, Presidente di Aec Broker – del processo di riorganizzazione interna che ci permetterà di operare sul mercato quali leader nei rischi della responsabilità Professionale”. “Siamo certi che gli investimenti realizzati – aggiunge Cesare Sacerdote, Amministratore Delegato – ci permetteranno di cogliere le opportunità e gli importanti obbiettivi dei prossimi anni”.  
   
   
CONVEGNO SUL TEMA IL COVERED BOND ITALIANO: NUOVO STRUMENTO OBBLIGAZIONARIO ED IMPORTANTE CAMBIAMENTO PER GLI OPERATORI DEI MERCATI FINANZIARI  
 
Milano, 9 maggio 2005 - Assiom organizza un Convegno che si terrà il 24 maggio 2005 a Milano sul tema "Il Covered Bond Italiano: nuovo strumento obbligazionario ed importante cambiamento per gli operatori dei mercati finanziari". Il Convegno si svolgerà presso la Sala Assemblee di Banca Intesa in Piazza Belgioioso n. 1 con la collaborazione di List Group, Fmr Consulting e Banca Intesa - Caboto. Sul sito www.Assiom.it  nella parte Convegni, il programma completo e le modalità di prenotazione. Ore 9.30 Introduzione; Mario Ghiraldelli Presidente Assiom, Sandro Cocco Vice Presidente Assiom; ore 10.00, Francesco Ago e Alessandro Portolano Studio Chiomenti; ore 10.45 William Thornhill International Finance Review (Ifr); ore 11.45 Panel delle Rating Agencies: Alessandro Settepani – Fitch, Roberto Paciotti - S&p, Alex Cataldo - Moody’s, Moderatrice Camilla Tinari Responsabile Operazioni Strutturate Banca Intesa. Ore 12.45 ore 14.15 “Confronti su temi operativi” Claudio De Lucia Responsabile raccolta internazionale Mt Banca Intesa, Federico Marafini Responsabile Alm e Funding Mlt Capitalia, Monica Sommariva Responsabile Staff Abs Unicredito Italiano, Luca Zaccaria Director Fixed Income Sales Dz Bank Ag, Francoforte. Ore 15.30 “Il futuro mercato dei covered bonds italiani” Rossella Maronati Debt Origination – Caboto, Riccardo Oliva Finanza Strutturata - Banca Intesa. Ore 16.00 Chiusura lavori Mario Ghiraldelli presidente Assiom.  
   
   
CINVEN NOMINA QUATTRO NUOVI INVESTMENT EXECUTIVE  
 
Milano, 9 maggio 2005 - Cinven, fondo europeo di private equity, ha annunciato il 5 maggio la nomina di quattro nuovi investment executive per i team di Londra, Francoforte e Parigi. Leonie Fundulus, Associate – Francoforte. Leonie è entrata in Cinven in marzo 2005. Precedentemente aveva lavorato presso Morgan Stanley a Londra in qualità di membro del Securitised Products Group. Leonie ha conseguito una laurea in Organizzazione Aziendale presso l’Università di Colonia. Alexis le Marié, Associate – Londra. Alexis è entrato in Cinven in aprile 2005. Precedentemente aveva lavorato presso Clayton, Dubilier & Rice a Londra. Prima ancora aveva lavorato presso Goldman Sachs per due anni, dove ha partecipato a numerose operazioni nel settore della Sanità. Alexis ha conseguito una laurea presso L’ecole Supérieure de Commerce de Paris (E.s.c.p.) Charles Miller-jones, Associate – Londra. Charles è entrato in Cinven in aprile 2005. Precedentemente aveva lavorato presso Lazard a Londra per due anni, collaborando con i team per le Imprese al Dettaglio, le Imprese Industriali e le Scienze Naturali. Charles ha conseguito una laurea in Scienze Naturali presso l’Università di Cambridge. Karine Schrenzel, Associate – Parigi. Karine è entrata in Cinven in marzo 2005. Precedentemente aveva lavorato presso Mckinsey & Co. Per due anni, e presso Goldman Sachs a Parigi. Karine ha conseguito una laurea presso L’ecole Supérieure de Commerce de Paris (E.s.c.p.) e la Dauphine University, dove ha studiato Organizzazione Aziendale e si è specializzata in Finanza. Robin Hall, Managing Partner di Cinven, ha così commentato: “L’attività è in continua e rapida crescita e noi stiamo perfezionando la nostra politica di sviluppo della qualità del nostro team.”  
   
   
NUOVO TEAM DI GESTIONE PER IL KAIROS PARTNERS HEDGE FUND FABRIZIO CARLINI E FRANCESCO ZANTONI SUBENTRANO AD ALBERTO CONCA NELLA GESTIONE DEL FONDO HEDGE SINGOLO DI DIRITTO ITALIANO  
 
 Milano, 9 maggio 2005  - Fabrizio Carlini e Francesco Zantoni sono i nuovi responsabili del Kairos Partners Hedge Fund , il primo fondo hedge di diritto italiano autorizzato nel nostro paese nel giugno del 2002 e lanciato da Kairos Alternative Investment. Operativo dal luglio 2002 il fondo hedge che adotta una strategia long/short equity, ad oggi non ha ottenuto performance in linea con le aspettative del Gruppo. Da qui la scelta di cambiare il team di gestione e di mettere alla guida del fondo due gestori di provata esperienza che vantano track record importanti. Carlini e Zantoni, partners di Kairos gestiscono il Kairos Partners Fund, fondo globale flessibile specializzato nell'azionario europeo e operativo dal maggio del 2000. Il fondo dalla partenza ad oggi ha registrato una performance del 17,52% contro un indice mibtel che ha segnato un – 30.02 %. Vincitore del Milano Finanza Global Awards 2005 Tripla A nella categoria Fondi Comuni d’Investimento e 3 °classificato nel Lipper Fund Award 2005.  
   
   
IMPREGILO S.P.A. PROROGA DEI TERMINI DI ALCUNE CONDIZIONI SOSPENSIVE NEI CONFRONTI DELLE BANCHE  
 
Sesto San Giovanni, 6 maggio 2005 - Impregilo S.p.a. Comunica che il 6 maggio Gemina S.p.a. E Igli S.p.a. Hanno concordato di prorogare, i termini di alcune condizioni sospensive riguardanti i rapporti tra il Gruppo Impregilo e il sistema bancario, fissati nella scrittura privata tra le stesse formalizzata lo scorso 14 aprile 2005 (già integrata lo scorso 2 maggio 2005 quanto a uno dei predetti termini): termine per la stipula di un finanziamento-ponte di 680 milioni di euro (parzialmente convertibile – fino a un massimo di 500 milioni di euro – in un finanziamento a medio-lungo termine): prorogato dalla data odierna (originariamente: 4 maggio 2005) al 10 maggio 2005; termine per la stipula del predetto finanziamento a medio-lungo termine di 500 milioni di euro: prorogato dalla data odierna (originariamente: 4 maggio 2005) al 7 giugno 2005; termine per il riscadenziamento a medio-lungo termine di parte dell’indebitamento a breve in essere in capo a società del Gruppo e per la rimodulazione del debito a medio termine in capo alla controllata Fisia Italimpianti S.p.a: prorogato dal 26 maggio 2005 al 7 giugno 2005. La prima delle predette proroghe è stata motivata dalla necessita di effettuare ulteriori affinamenti di aspetti tecnico-giuridici relativi alla documentazione contrattuale, mentre negli altri due casi la proroga è stata essenzialmente motivata dall’opportunità di poter disporre del nuovo business plan del Gruppo Impregilo, anche al fine di meglio “tarare” alcuni punti sia del contratto di finanziamento a medio-lungo termine, sia dei contratti per il riscadenziamento/rimodulazione dell’indebitamento in essere. Il complesso dei contenuti e delle condizioni sospensive degli accordi stipulati lo scorso 14 aprile 2005 sono già stati resi noti al mercato; al riguardo si fa in particolare riferimento ai comunicati stampa diramati nei giorni 15 e 16 aprile 2005 e 2 maggio 2005, ai quali si fa rinvio per ulteriori informazioni.  
   
   
QUALIFICHE PROFESSIONALI RICONOSCIUTE IN TUTTA EUROPA  
 
Bruxelles, 9 maggio 2005 - La Plenaria è chiamata a pronunciarsi, in seconda lettura della procedura di codecisione, in merito alla relazione di Stefano Zappalà (Ppe/de, It) sulla proposta di direttiva relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali, adottata all'unanimità dalla commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori e che presenta 32 emendamenti alla posizione comune del Consiglio. Per consentire l'esercizio di una professione in un paese diverso da quello in cui è stata ottenuta una qualifica professionale, è necessario che questa sia riconosciuta dal paese ospitante. La proposta di direttiva, presentata dalla Commissione nel 2002, tratta tutte i tipi di professione: lavoro subordinato e autonomo, la prestazione di servizi temporanei e le professioni cosiddette regolamentate (medici, infermieri, architetti, ecc.). Il principio del riconoscimento automatico dei titoli si applicherà d'ora in poi sulla base di un coordinamento delle condizioni minime di formazione. I deputati, facendo un diretto riferimento ai trattati, precisano che le professioni legate all'esercizio di pubblici poteri sono escluse dal campo d'applicazione della direttiva. Con lo stesso intento di garantire la certezza giuridica è anche proposto di escludere esplicitamente i notai nell'esercizio di pubblici poteri. Con il medesimo intento di certezza giuridica, la relazione parlamentare ha ritenuto necessario distinguere le libera professione dalle altre categorie e comprenderla nel campo d'applicazione della direttiva. E' stata quindi introdotta una definizione di libera professione, non considerata dalla proposta, basata su una sentenza della Corte di Giustizia. Questa è quindi definita una «professione esercitata da una persona che, sulla base di qualifiche professionali specifiche, fornisce a titolo personale, sotto la propria responsabilità, prestazioni intellettuali in modo autonomo nell'interesse del mandante e della collettività». L'esercizio della professione, viene precisato, «è in genere sottoposto a obblighi professionali specifici, conformemente alla legislazione nazionale e alle normative elaborate autonomamente nel quadro di quest'ultima dai rispettivi ordini professionali». Tali normative, è aggiunto, «garantiscono e perfezionano la professionalità, la qualità e il rapporto di fiducia esistente con il mandante». Per un cittadino dell'Unione, l'accesso a una professione regolamentata sarà subordinato alle stesse condizioni dei cittadini del paese ospitante. Tale regola riguarda, in particolare, gli attestati di competenze o i titoli di formazione richiesti. Questi dovranno però rispettare una serie di condizioni, atte a dimostrare un livello di qualifica professionale almeno equivalente a quello immediatamente inferiore a quello richiesto dallo Stato ospitante. La relazione, in proposito, aggiunge un quinto livello, come proposto in prima lettura, al fine di rispondere meglio alla realtà dei cicli formativi nei diversi Stati membri. Più in particolare, il livello E «corrisponde a un diploma attestante che il titolare ha completato con successo un ciclo di studi post-secondari di durata superiore a quattro anni, o di durata equivalente a tempo parziale, presso un’università o un istituto d’insegnamento superiore ovvero un altro istituto di livello analogo, e, se del caso, che ha completato con successo la formazione professionale richiesta in aggiunta al ciclo di studi post-secondari». Gli allegati della direttiva contengono anche le denominazioni delle professioni in tutte le lingue ufficiali dell'Ue per agevolare la corrispondenza delle diverse categorie. Ad esempio, in repubblica ceca lo «Zdravotnický asistent» è l'assistente sanitario. Con una serie di emendamenti, i deputati trattano dell'importanza e della modalità di partecipazione delle associazioni e degli organismi professionali nella procedura di riconoscimento delle qualifiche. Per rendere efficace la gestione dei diversi regimi di riconoscimento stabiliti dalle direttive settoriali e dal regime generale, sarà instaurato un Comitato per il riconoscimento delle qualifiche professionali composto dai rappresentanti degli Stati membri e presieduto da un rappresentante della Commissione. I deputati, inoltre, propongono che tale comitato consulti gli esperti delle categorie professionali interessate. Per agevolare la libera circolazione e la mobilità dei professionisti, i deputati propongono l'introduzione di tessere professionali individuali che potrebbero contenere informazioni sulle qualifiche della persona - come la sua formazione, la sua esperienza o le sanzioni da cui è stato colpito - per accelerare lo scambio di informazioni tra il paese d'origine e quello ospitante.  
   
   
“ISLAM: UNA QUESTIONE DA IMPRENDITORI”  
 

Milano 9 maggio 2005 - In un mondo dalle forti interdipendenze economiche, quanta importanza acquista la dimensione culturale non solo come possibile chiave di lettura delle relazioni internazionali ma anche nella vita stessa di una società come quella italiana? La Camera di Commercio di Milano e l’Ispi, in collaborazione con Mimed - Comune di Milano, organizzano tre incontri di approfondimento sull’Islam, che è oggi stabilmente presente nella società italiana e che allo stesso tempo caratterizza profondamente molti paesi con cui il nostro paese ha intensi rapporti economici. Il ciclo di incontri intende quindi approfondire il rapporto tra l’Islam e il mondo produttivo, in riferimento sia ai lavoratori musulmani impiegati nel sistema produttivo italiano, sia alla presenza di imprese italiane in paesi musulmani. Per facilitare la discussione e la formulazione di domande da parte di un pubblico non necessariamente specializzato, gli incontri non si svolgono in forma di conferenza, ma di dialogo in cui un giornalista intervista figure rappresentative ed esperti. L’incontro inaugurale di questo ciclo si terrà martedì 10 maggio, ore 18.30, a Palazzo Affari ai Giureconsulti (Via Mercanti, 2 - Milano) e verrà aperto dagli interventi dell’Ambasciatore Boris Biancheri, Presidente dell’Ispi e da Massimo Sordi, Vice presidente della Camera di commercio di Milano. Questo primo appuntamento sarà dedicato a presentare in maniera generale le principali tematiche della convivenza culturale nella sfera economica, attraverso la testimonianza di un rappresentante autorevole dell’Islam italiano, Mario Scialoja, Lega Musulmana Mondiale e di un esperto proveniente dal mondo accademico, Paolo Branca, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Gli incontri successivi affronteranno su un piano concreto due situazioni che nel mondo produttivo costituiscono occasioni di confronto e spesso necessitano di specifici codici di comunicazione, adatti a un diverso contesto socio-culturale, se non di una vera e propria mediazione interculturale. Il secondo incontro, che si terrà il 25 maggio a Palazzo Clerici, approfondirà la presenza dell’Islam nel nostro paese. Si tratta di una realtà composita, multinazionale e multietnica a cui viene spesso attribuita, superficialmente, una identità unitaria. Presentando la situazione a partire dai dati sulla presenza in Italia, sull’occupazione e le correlazioni con le nazionalità, le concentrazioni regionali, il livello di studio, saranno approfondite la situazione del lavoratore musulmano e le sue relazioni con la società italiana. Il terzo e ultimo incontro, che si terrà il 9 giugno a Palazzo Clerici, presenterà le problematiche culturali che si manifestano a chi voglia fare impresa in un paese di tradizione musulmana. Ad esempio il rilievo particolare delle relazioni interpersonali sia nel rapporto di lavoro sia, più in generale, in tutto il processo di insediamento dell’attività imprenditoriale, durante il quale l’impresa costruisce il suo network e la sua socializzazione nel contesto culturale e territoriale locale.

 
   
   
FUORI DALLA CRISI: L’ESPERIENZA DELLO SVILUPPO NEL NORD MILANO UN BILANCIO DEI RISULTATI OTTENUTI DA ASNM NEL RILANCIO DEL NORD MILANO  
 
Sesto S. Giovanni, 9 maggio 2005 - Un esempio di come è stata interpretata, in un’area di crisi, la missione del Fondo per lo Sviluppo (ex Legge 236/93). Una panoramica dei principali strumenti finanziari, pubblici e privati, illustrati e commentati dai protagonisti e dagli amministratori pubblici locali e nazionali. Sabato 14 Maggio 2005 , Ore 9.30 – 12.30, Sala del Consiglio, Comune di Sesto San Giovanni, Piazza della Resistenza, 5 . Parteciperanno: Giorgio Oldrini, Sindaco di Sesto San Giovanni; Luigi Vimercati, Assessore al Lavoro e alle Attività Economiche, Provincia di Milano; Fabio Terragni, Presidente Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo; Renato Galliano, Direttore Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo; Alessandro di Loreto, Dirigente Generale Ufficio per lo Sviluppo Territoriale e l'Occupazione, Presidenza del Consiglio dei Ministri ; Oscar Rossi, Dirigente Direzione Generale degli Ammortizzatori Sociali e degli Incentivi all'Occupazione, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; Giuseppe Manni, Sindaco di Bresso; Mario Soldano, Sindaco di Cologno Monzese; Giuliano Viapiana, Ass.re allo Sviluppo Economico del Comune di Cinisello Balsamo; Giorgio Roilo, Segretario Generale Camera del Lavoro di Milano; Dario Visconti, Presidente Apa-confartigianato Provincia di Milano; Danilo Broggi, Presidente Sviluppo Italia Lombardia; Filippo Penati, Presidente Provincia di Milano. Ai partecipanti verrà offerta una copia della pubblicazione ‘Nord Milano: storia di un processo di rilancio economico e territoriale Iscrizioni e informazioni: www.Milanomet.it/ita/convegno  
   
   
INDUSTRIA E TERZIARIO: INTEGRAZIONE O CONTRAPPOSIZIONE?  
 
Firenze, 9 maggio 2005  - Al termine della Tavola Rotonda indetta da Unioncamere Toscana ed Irpet, siamo o non siamo di fronte alla crisi dell’industria? La posizione di Confindustria coglie nella situazione attuale anche elementi positivi, di trasformazione che farebbero sperare in un superamento della crisi, mentre la posizione della Cgil Toscana evidenzia “il pessimismo della ragione”, e quindi invita a prendere consapevolezza della crisi esistente. Il comparto dell’artigianato è senza dubbio in profonda difficoltà, come afferma Cna Toscana, che si definisce inquieta, soprattutto in previsione dei valori di crescita del terziario non a valore a aggiunto previsti negli scenari futuri. La Regione Toscana, cosciente dell’esistenza delle difficoltà a livello produttivo, si propone di “recuperare” con politiche selettive, mirando gli investimenti nei settori più dinamici. Unioncamere Toscana mette in evidenza come nelle analisi fornite in realtà la crisi dell’industria è attribuita interamente a fattori endogeni, che pure esistono (bassa crescere della produttività, domanda stagnante), ma sicuramente una parte rilevante dipende da fattori esogeni, ed in particolare dal rapporto euro/dollaro e euro/yuan che, se riportati su livelli di parità reale, consentirebbero una crescita più sostenuta. A conclusione della discussione dall’Irpet emerge la necessità di chiedersi se sia possibile distinguere il settore terziario dal sistema produttivo industriale. Una distinzione che risulta fittizia in quanto la stessa industria necessita di sinergie con il terziario per raggiungere i mercati, anche se non è da sottovalutare la posizione del cosiddetto terziario di “rendita”.  
   
   
MILANO E LA SUA ECONOMIA: SITUAZIONE E PROSPETTIVE  
 
Milano, 9 maggio 2005 – Oggi a Palazzo Turati avrà luogo una tavola rotonda sul tema: “Milano e la sua economia: situazione e prospettive”, di seguito il programma: Tavola rotonda h. 10.45 Apertura dei lavori Carlo Sangalli Presidente Camera di Commercio di Milano e Unioncamere h. 11.00 Presentazione dei dati della ricerca Sandro Lecca Ufficio Studi, Camera di Commercio di Milano h. 11.30 Intervengono Simonpaolo Buongiardino, Amministratore Unione del Commercio Turismo e Servizi della provincia di Milano Adriano De Maio, Presidente Irer Mauro Magatti, Università Cattolica S. Cuore Alberto Quadrio Curzio, Università Cattolica S. Cuore Alessandro Spada, Presidente Giovani Imprenditori Assolombarda Mario Talamona, Assessore al Bilancio Comune di Milano h. 12.45 Conclusioni Pier Andrea Chevallard, Segretario Generale Camera di Commercio di Milano.  
   
   
FILAS ORGANIZZA UN CORSO DI EUROPROGETTAZIONE DEDICATO AI FINANZIAMENTI EUROPEI PER LA RICERCA NELLE PMI  
 
Roma, 9 maggio 2005 - Filas, la società della Regione Lazio dedicata al sostegno dell’innovazione, nel quadro delle sue iniziative in favore della partecipazione delle Pmi ai programmi europei, offre un corso di formazione sui progetti di finanziamento “Cooperative research“ (Craft) che, nell’ambito del Sesto Programma Quadro, sostengono la ricerca delle aziende di piccole e medie dimensioni. Il corso, che ha un prezzo assai contenuto, consiste in cinque giornate formative di altissima professionalità che si svolgeranno a Roma dal 31 maggio al 29 giugno 2005. La giornata del 31 maggio è gratuita. É possibile iscriversi anche solo a questo primo incontro, ma il numero di posti disponibili è limitato e sarà data precedenza a chi si iscrive a tutte e cinque le sessioni. Le docenze saranno tenute da esperti del settore che sono anche valutatori dei Progetti del Programma Craft per conto della Commissione Europea. L’iniziativa di Europrogettazione della Filas dedicata ai bandi Craft, nasce specificamente per superare la mancata conoscenza dei meccanismi operativi e ridurre le difficoltà tecniche che si incontrano nella fase di formulazione delle proposte e durante gli iter procedurali di finanziamento. Questo allo scopo di far crescere il numero di Pmi coinvolte e le risorse finanziarie a loro disposizione per la ricerca che, fino ad oggi, sono state piuttosto modeste se paragonate a quelle degli altri paesi dell’Unione. Sono previste 10 partecipazioni gratuite al corso per le prime 10 richieste provenienti da Laureati in Ingegneria o discipline economiche con il massimo dei voti e che abbiano svolto una tesi sulle problematiche dell’innovazione nelle piccole e medie imprese o sui finanziamenti europei. Il programma completo del corso e il modulo di iscrizione sono disponibili sul sito www.Filas.it  
   
   
AEM SPA: APPROVATI I RISULTATI DEL PRIMO TRIMESTRE 2005: CRESCITA SIGNIFICATIVA DEL FATTURATO (+16,9%) GIULIANO ZUCCOLI CONFERMATO AMMINISTRATORE DELEGATO  
 
Milano, 9 maggio 2005 – Si è riunito il 5 maggio , sotto la presidenza dell’ing. Giuliano Zuccoli, il Consiglio di Amministrazione di Aem Spa che ha confermato Giuliano Zuccoli anche nella carica di Amministratore Delegato e ha preso atto della nomina del dott. Alfredo Fossati alla carica di Presidente del Collegio Sindacale, ai sensi dell’art. 22 bis dello Statuto Sociale. Il Consiglio, tenuto conto delle informazioni fornite dai singoli interessati, ha valutato che sono indipendenti quattro Amministratori e precisamente i Signori: Dario Cassinelli, Mario Mauri, Umberto Quadrino e Antonio Taormina. Il Consiglio ha altresì esaminato e approvato i risultati consolidati del Gruppo Aem e i risultati civilistici di Aem Spa relativi al primo trimestre 2005. Nel primo trimestre 2005 i ricavi consolidati del Gruppo Aem hanno raggiunto i 617,0 milioni di euro, in crescita del 16,9% rispetto al corrispondente periodo del 2004 (528 milioni di euro). La positiva dinamica del fatturato è principalmente attribuibile al significativo incremento dei volumi di energia elettrica venduta che hanno superato i 3,9 miliardi di kWh (+29,6%), anche per effetto dell’operatività sui mercati dell’Ipex (Italian Power Exchange) attivi dal 1° aprile 2004. Le vendite di gas metano, sono state pari a 527 milioni di metri cubi, in diminuzione del 2,0% rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente. Le vendite di calore sono invece cresciute nel periodo del 13,5% grazie al contributo di nuovi allacciamenti. Nel comparto della gestione reti, i volumi vettoriati sono risultati in crescita e pari 620 milioni di metri cubi di gas (+1,1%) e a 1.861 milioni di kWh elettrici (+0,4%). A fronte della positiva dinamica del volume d’affari, il periodo in esame ha sofferto di fenomeni di carattere prevalentemente non ricorrente che ne hanno ridotto la redditività. Tra i più significativi: la contrazione dell’attività produttiva (per oltre 330 Gwh) causata in parte da fermate accidentali dei gruppi termoelettrici di Cassano e di alcune centrali di Edipower; l’impatto sulle tariffe di distribuzione di energia elettrica e gas derivante dall’adozione di nuovi sistemi tariffari; la dinamica dei prezzi delle materie prime la cui forte crescita nel periodo non è stata pienamente incorporata, per effetto di differenti meccanismi di indicizzazione, nei prezzi di vendita al mercato finale. Conseguentemente, nel periodo in esame il margine operativo lordo si è ridotto rispetto al corrispondente periodo dell’esercizio precedente del 15,8% ed è risultato pari a 162,6 milioni di euro (valore comunque significativamente superiore a quanto previsto a budget per il corrispondente periodo). A seguito dello stanziamento di ammortamenti per 28,9 milioni di euro e di accantonamenti ai fondi per rischi ed oneri per 7,4 milioni di euro, il risultato operativo netto si è attestato a 126,3 milioni di euro (159,9 milioni di euro al 31 marzo 2004). Il saldo della gestione finanziaria, negativo per 8,8 milioni di euro, è sostanzialmente allineato al valore del corrispondente trimestre dell’esercizio 2004 (8,5 milioni di euro). L’utile lordo consolidato del periodo, al netto della quota di utili di pertinenza di terzi, è risultato pari a 117,0 milioni di euro (149,2 milioni di euro al 31 marzo 2004). La posizione finanziaria netta consolidata al 31 marzo 2005, negativa per 1.440,2 milioni di euro, presenta un miglioramento pari a 61,4 milioni di euro. Il rapporto di indebitamento, anche per effetto dell’incremento del patrimonio netto che recepisce l’utile di periodo, scende così a 0,92 (1,04 a fine dicembre 2004). Il rendiconto finanziario evidenza che la gestione corrente nel periodo in esame ha generato risorse a livello consolidato per 93,6 milioni di euro. Rispetto all’esercizio precedente, il cash flow operativo risulta superiore di 46,2 milioni di euro. Le attività di investimento invece hanno assorbito risorse per 32,8 milioni di euro (nel primo trimestre 2004 tale voce era pari a 268,8 milioni di euro ed incorporava l’effetto contabile connesso alla conversione del prestito obbligazionario e.Biscom S.p.a.). In tema di transizione ai nuovi principi contabili non vi sono aggiornamenti rispetto a quanto già comunicato al mercato il 29 aprile scorso. Al proposito, si ricorda che le attività volte alla revisione delle procedure per la transizione ai principi contabili internazionali sono in via di completamento e che il primo bilancio intermedio redatto applicando le disposizioni stabilite dal principio contabile internazionale Ias 34 sarà presumibilmente la Relazione Semestrale del Gruppo Aem al 30 giugno 2005.  
   
   
ENEL: CON ACCORDO CON EDF, UNA SIGNIFICATIVA POSIZIONE IN FRANCIA  
 
Roma, 9 maggio 2005 - Enel apprende con soddisfazione che il Cda di Edf ha deciso di portare a compimento l’accordo di collaborazione industriale tra le due società. L’accordo, in via di definizione e che verrà esaminato dalle competenti autorità della Comunità Europea, consentirà a Enel di ricostituire la propria competenza nella tecnologia nucleare, partecipando al programma dei reattori di ultima generazione Epr. La partecipazione al programma nucleare Epr, unitamente ad altri investimenti nel settore della generazione elettrica in Francia, permetterà a Enel di acquisire una significativa posizione industriale nel mercato transalpino.  
   
   
EDISON CEDE LE SUE PARTECIPAZIONI NEL SETTORE ELETTRICO IN EGITTO PROSEGUONO LE DISMISSIONI DELLE ATTIVITÀ NON CORE  
 
Milano, 9 maggio 2005 – Edison Spa ha sottoscritto un contratto per la cessione alla società Globeleq dell’intera propria partecipazione, pari al 39% del capitale sociale, in Sidi Krir Generating Company, Ltd. (società di diritto egiziano) e Sidi Krir Operating Company Bv (società di diritto olandese). Globeleq è già proprietaria della restante quota del 61% in entrambe le società. Il prezzo complessivo per la vendita delle due partecipazioni è pari a 45 milioni di dollari Usa. L’accordo prevede anche che Edison e Globeleq rinuncino ad ogni diritto e credito nei reciproci confronti ovvero verso le società oggetto dell’operazione. Il trasferimento delle partecipazioni avrà luogo dopo che saranno adempiute le formalità correlate alla cessione della partecipazione nella società egiziana previste dalla normativa locale. Si prevede che il completamento dell’intera operazione e l’incasso del prezzo avranno luogo nelle prossime due settimane. L’operazione non determina effetti economici significativi sul bilancio Edison, mentre la posizione finanziaria migliora di circa 35 milioni di euro. Per Edison la cessione si colloca nell’ambito del programma di dismissioni delle attività non strategiche. Sidi Krir Generating Company è la società cui fa capo una centrale termoelettrica da 683 Mw situata a Sidi Krir, in Egitto. Nel 2004 ha registrato un fatturato pari a 96 milioni di dollari. Sidi Krir Operating Company è l’operatore costituito per il servizio di Operation & Maintenance alla centrale stessa. La società ha realizzato un fatturato inferiore a 1 milione di dollari nel 2004. Globeleq è un operatore del settore energetico focalizzato principalmente nei mercati emergenti di Africa, America del sud e Asia. Con investimenti superiori ai 500 milioni di dollari, la società gestisce 21 progetti in campo energetico in 16 diversi Paesi.  
   
   
ACQUE POTABILI APPROVATA DAL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE LA RELAZIONE TRIMESTRALE AL 31 MARZO 2005UTILE OPERATIVO DEI PRIMI TRE MESI: 2.050 MILA EURO (1.908 MILA EURO AL 31/3/2004)  
 
Torino, 5 maggio 2005 - Un utile operativo di 2.050 mila euro, un margine operativo lordo pari a 4.695 mila euro, investimenti per 2.797 mila euro, indebitamento finanziario netto pari a 16.836 mila euro. Sono questi alcuni dei risultati conseguiti dal Gruppo Acque Potabili nel primo trimestre 2005 approvati dal Consiglio di Amministrazione riunitosi oggi a Torino sotto la presidenza del dott. Luigi Luzzati. L’incremento dell’utile operativo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+142 mila euro) è dovuto prevalentemente all’aumento dei ricavi della gestione caratteristica di 445 mila euro e alla riduzione dei costi operativi di 440 mila euro, che hanno compensato il decremento degli altri ricavi e proventi per 480 mila euro e l’aumento del costo del lavoro di 167 mila euro. Il miglioramento dei risultati deriva essenzialmente dall’aumento delle vendite acqua, passate da 21,2 milioni di metri cubi del primo trimestre 2003 a 21,7 milioni di metri cubi al 31 marzo 2005. L’utile operativo al 31 marzo 2005 si attesta a 2.050 mila euro (1.908 mila euro al 31/3/2004). Nello stesso periodo il margine operativo lordo ammonta a 4.695 mila euro (4.457 mila euro nel primo trimestre 2004). L’indebitamento finanziario netto si è attestato a 16.836 mila euro (21.002 mila euro il 31 dicembre 2004 e 14.175 mila euro il 31 marzo 2004). La variazione è correlata all’evolversi dell’attività di fatturazione, di recupero crediti e dei pagamenti ai fornitori. Dopo la chiusura del trimestre, va segnalato che la controllante Nuova Sap S.p.a. Ha promosso un’Offerta Pubblica di Acquisto Obbligatoria delle azioni in circolazione della capogruppo Acque Potabili, come da Comunicato al Mercato diffuso ai sensi dell’art. 103, terzo comma, del Testo Unico della Finanza e dell’art. 39 del Regolamento Consob 11971/99, esaustivo in materia. Analogo Comunicato è stato diffuso per la sottoscrizione, in data 26 aprile 2005, di un accordo parasociale ai sensi dell’articolo 122 del Testo Unico della Finanza, che disciplina i rapporti tra la controllante Nuova Sap S.p.a. E Compagnie Generale des Eaux, con riferimento all’Offerta ed alla riorganizzazione del Gruppo Acque Potabili, nonché alla composizione societaria di Acque Potabili alla conclusione dell’Offerta. Il numero dei clienti serviti dal Gruppo Acque Potabili a fine anno sarà presumibilmente di circa 257.000 unità, mentre le vendite d’acqua raggiungeranno prevedibilmente gli 86,4 milioni di metri cubi e gli investimenti dovrebbero attestarsi sui 14 milioni di euro. Infine nella riunione tenutasi il 5 maggio il Consiglio di Amministrazione ha esaminato i termini e le condizioni dell’offerta pubblica di acquisto obbligatoria e totalitaria promossa sulle azioni della società da Nuova Sap S.p.a., come descritta nel documento d’offerta diffuso al mercato in data 4 maggio 2005, ed ha approvato all’unanimità il comunicato previsto dall’art. 103, terzo comma, del Testo Unico della Finanza contenente i dati utili per l’apprezzamento dell’offerta e la valutazione dell’offerta stessa.  
   
   
L’EDIFICIO INTELLIGENTE LA NUOVA SEDE DI ITAL FIN PRIMO ESEMPIO IN PROVINCIA DI MILANO NELL’APPLICAZIONE DOMOTICA  
 
Legnano (Mi), 9 maggio 2005 - Oltre 3 mila metri cubi di volumetria totale, 985 mq di superficie, 12 uffici per 45 postazioni di lavoro, tre sale riunioni e oltre cinque chilometri di cavi per cablare l’intero immobile. In sintesi, i numeri della nuova sede di Ital Fin parlano chiaro: una struttura altamente all’avanguardia, studiata per razionalizzare gli spazi e renderli plasmabili alle esigenze lavorative, garantendo comfort e funzionalità ad altissimo livello. Oltre, naturalmente, ad assicurare un risparmio energetico eccezionale e una rispettosa attenzione nei confronti dell’ambiente. La “sede intelligente” sorge nel quartiere Canazza a Legnano, in via Cosimo del Fante (a pochi metri dall’uscita autostradale di Legnano della Milano – Laghi). Una struttura che, per la prima volta nella provincia di Milano, è totalmente gestita dalla domotica, la scienza che si occupa delle applicazioni informatiche alle abitazioni. Basata sulla tecnologica “Cib” (Computer Integrated Building), la nuova sede di Ital Fin rappresenta una prima ed esclusiva innovazione nel panorama economico-finanziario del Nordovest di Milano. “Di fronte alla sfide – è il commento del direttore generale di Ital Fin Gian Paolo Gallo Stampino – non ci siamo mai tirati indietro. Diciamo che ci sentiamo un po’ pionieri, degli esploratori, e non esclusivamente nell’ambito professionale che ci compete, ossia quello della mediazione creditizia. Nell’ideare i nuovi spazi dove svolgere le nostre attività abbiamo intrapreso una strada ancora poco conosciuta che gratifica sia il nostro lavoro sia la filosofia legata all’utilizzo della domotica”. Risparmi energetici e abbattimento di materiali inquinanti – con conseguente rispetto per l’ambiente –, oltre al miglioramento della qualità della vita dell’individuo, sono i fondamenti che hanno spinto i ricercatori, nel 1992, ad analizzare l’applicazione dell’informatica ai nuclei abitativi. In Italia, circa il 15% delle attività produttive ha intrapreso questa strada. In nessun caso, però, è stata organizzata in maniera così capillare come nel caso della nuova sede di Ital Fin dove un computer centrale gestisce completamente qualsiasi attività collegata a un immobile: dalla corrente elettrica al condizionamento dell’aria, dall’apertura delle porte alla chiusura delle stesse. “Grazie alla domotica – continua Gallostampino - qualsiasi idea può diventare realtà. Nel nostro caso abbiamo articolato i collegamenti tecnologici con le funzioni basilari per il nostro operato. Ma le idee possono essere le più differenti e le più bizzarre. Ogni pensiero può trovare concretezza”. Realizzata (e operativa) in un solo anno di lavori (settembre 2003 - ottobre 2004), la nuova sede di Ital Fin sorge su un territorio che ha intrapreso un cammino intenso nella direzione degli studi domotici. Legnano, infatti, è sede del “Centro di ricerca e prova sui nuovi materiali”, una realtà finanziata dal Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) che sarà operativo dal 2006 e, come ha detto Lorenzo Vitali, assessore alle attività produttive del comune di Legnano, “ha l’obiettivo di diventare in poco tempo uno dei punti di riferimento di rilevanza nazionale sia per le imprese di costruzioni edili sia per quelle che producono e installano prodotti, impianti e accessori a elevato contenuto tecnologico”. Multifunzionalità, flessibilità sono state le parole d’ordine della progettazione, nel senso che gli impianti sono stati progettati coerentemente alle diverse destinazioni d’uso, ma gli stessi, grazie all’utilizzo delle più moderne tecnologie, possono essere facilmente adeguati al variare delle esigenze dell’utente finale. Tradizionalmente, l’approccio progettuale prevede l’intervento sui singoli impianti della struttura, spesso in fasi temporali distinte. In questo caso è stata adottata una progettazione che coordinasse tutti gli impianti e l’intera struttura, ottimizzando il convogliamento dei cavi conduttori, delle reti dati/fonia e sicurezza e delle schede di gestione in campo. Lavorare in un’ottica di “progetto integrato” ha portato al raggiungimento dei seguenti risultati: • ottimizzazione delle risorse tecnologiche con conseguente migliore affidabilità degli impianti e dei sistemi informatici e possibilità di erogazione di prestazioni e servizi ad alti livelli • elevata sicurezza per le persone e per i beni • controllo e rilevamento degli accessi nell’edificio • riduzione dei costi di installazione, manutenzione e gestione degli impianti • eliminazione delle ridondanze fra diversi sistemi installati • gestione dell’energia con risparmio energetico e miglioramento della qualità dell’ambiente. La strumentazione in campo viene identificata da sensori, strumenti di misura e controllori in grado di rilevare i parametri ambientali e degli impianti e di comunicare qualsiasi variazione all’unità centrale che, interagendo col software, decide di comandare i diversi circuiti elettrici od idraulici attraverso degli attuatori installati in campo. Il vero cuore del sistema è il software di gestione (interamente sviluppato da Elettrica Giorgio), che consente di operare in tempo reale la supervisione del sistema e di modificare/riprogrammare le sue funzioni a fronte di qualunque modifica nelle prestazioni richieste agli impianti e/o ai sistemi installati nell’edificio. L’interfaccia con l’utente è realizzata attraverso uno schermo del tipo “touch-screen” installato presso la reception. Sullo schermo sono disegnate mappe grafiche con gli oggetti del sistema riportati nelle planimetrie e quindi facilmente individuabili. Il tocco del dito sullo schermo in corrispondenza dell’oggetto, abilita le funzioni dettate dal software: accensioni, spegnimenti, settaggi. Il touch-screen è programmato in maniera tale da avere diverse pagine sul monitoraggio degli impianti: planimetrie con comandi e stati, tabelle di programmazione utente, pagine allarmi, settaggio climatico, ecc. Il sistema è alimentato da un gruppo soccorritore Ups, che consente il funzionamento anche in assenza di rete. Inoltre, un modem trasmette tutti i dati del sistema attraverso un collegamento remoto all’elettrica Giorgio, che a distanza può monitorare, comandare e modificare tutti i parametri del software senza avere la necessità di intervenire sul posto e quindi consentendo all’utente un notevole risparmio. Riguardo all’impianto di illuminazione si segnala che si sono scelti corpi illuminanti con lampade a risparmio energetico, e che gli stessi sono comandati dal sistema Bus (così chiamato perchè trasporta a tutti i dispositivi i comandi necessari per il funzionamento). Il sistema elimina i problemi derivanti dall’eventuale ricablaggio dei conduttori elettrici in seguito ai cambiamenti di layout delle pareti spesso richiesti in strutture di questo tipo: è infatti sufficiente riprogrammare i comandi per le nuove disposizioni. Col software ci si può “sbizzarrire”: comandare l’accensione delle lampade solo al verificarsi di determinate condizioni, riunire i comandi con un semplice tasto, programmare diversi scenari di illuminazione ecc. L’edificio è dotato dei sistemi di sicurezza più avanzati, anch’essi interfacciati col sistema di gestione Bus: rilevamento incendi; anti-intrusione con controllo accessi; Tvcc con registrazione digitale ed interfacciamento alla rete Lan. Tutti gli impianti sono alimentati da gruppo soccorritore che garantisce il funzionamento anche in assenza di energia elettrica. L’edificio è dotato anche di gruppo elettrogeno capace di alimentare tutti i sistemi informatici e l’impianto di illuminazione per garantire che il servizio svolto dall’utente non subisca interruzioni. Ogni postazione lavoro (realizzata con torretta a scomparsa nel pavimento galleggiante facilmente riposizionabile, spostando le piastrelle entro 3mt dalla posizione originale senza dover ricablare gli impianti) è dotata oltre che di prese elettriche alimentate da Ups, anche di tre prese Rj45 categoria 6, che fanno capo all’armadio “centrostella” dove sono installati gli apparati attivi della rete Lan, il centralino telefonico e le apparecchiature di accesso all’esterno. La centrale telefonica installata è frutto di continue innovazioni tecnologiche, e garantisce un unico sistema in grado di gestire sia le comunicazioni voce che quelle dei dati, senza compromessi sulle funzioni disponibili per l’utente, sulla qualità della voce o sull’affidabilità. Grazie alle capacità di convergenza offerte dalla centrale sono disponibili applicazioni fondamentali per l’attività, dalla Telefonia Ip alla messaggistica unificata, fino a centri multimediali di contatto. Queste applicazioni riescono ad ottimizzare i tempi di risposta verso i dipendenti, i soci, i clienti, i fornitori. Inoltre, spostare i telefoni Ip è più facile rispetto a quanto avviene con gli apparecchi tradizionali, e questo riduce notevolmente la spesa per l’amministrazione dei sistemi. Convergenza significa soddisfare le esigenze del business, senza la necessità di ulteriori investimenti e senza gravosi costi aggiuntivi.  
   
   
DELTA ERRE: CARLA SANERO CONFERMATA AMMINISTRATORE DELEGATO FINO AL 2007 SANERO: “GUARDIAMO AL FUTURO CON SERVIZI FIDUCIARI INNOVATIVI PER PROFESSIONISTI E IMPRESE”  
 
Padova, 9 maggio 2005 - Un Consiglio di Amministrazione rinnovato per dare servizi fiduciari innovativi, garantendo però la continuità con la precedente gestione. Carla Sanero, dottore commercialista, è stata confermata Amministratore Delegato di Deltaerre per il triennio 2005-2007. L’assemblea Generale dei soci, che si è riunita oggi, nella parte privata, ha rinnovato all’unanimità la fiducia a Carla Sanero. Presidente del Cda è stato nominato Paolo Mazzi, 58 anni di Padova, ex presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Padova ed ex presidente della Conferenza degli Ordini dei Dottori Commercialisti delle Tre Venezie. Entrano a far parte del Cda anche altri due nomi di spicco del settore: Giuliano Bond, 59 anni, ragioniere commercialista di Belluno, segretario nazionale dell’Ordine dei Ragionieri Commercialisti, ed ex vice presidente veneto dell’Anti, Associazione nazionale tributaristi italiani; e Claudio Siciliotti, 53 anni, dottore commercialista di Udine, vice presidente nazionale dei dottori commercialisti. Completano la lista del nuovo Cda: Giorgio Capuzzo dottore commercialista, Paolo Chiarelli avvocato, Christian Corradini dottore commercialista, Andrea Cortellazzo dottore commercialista, Marina Manna dottore commercialista, Gianfranco Peracin, dottore commercialista, Giuliano Saccardi dottore commercialista, Remigio Sturaro ragioniere commercialista, Vittorio Trolese dottore commercialista, Alessio Vianello avvocato, Tommaso Vio dottore commercialista. “L’ingresso nel Consiglio di Amministrazione - ha sottolineato Carla Sanero - di diversi professionisti di nuova generazione ci pone nell’ottica di dare alla società un impulso verso l’introduzione di servizi fiduciari innovativi per professionisti ed imprese, nonché servizi conseguenti all’introduzione dei principi contabili internazionali, alle esigenze di delocalizzazione e di fiscalità internazionale”. E proprio a uno di questi temi è stato dedicato il convegno che ha preceduto la parte privata dell’assise, “L’adozione dei principi contabili internazionali (Ias/ifrs) e le ricadute sul procedimento di determinazione del reddito societario”, relatore Mauro Beghin, professore associato di Diritto Tributario all’Università degli Studi di Padova, oltre che avvocato e dottore commercialista. Un argomento di attualità, che riveste un grande interesse per le società quotate che dal 2005 sono tenute a redigere il bilancio con i nuovi principi contabili internazionali. Delta Erre Spa è una società fiduciaria di organizzazione aziendale, di revisione e di servizi di trust. Costituita a Padova nel 1971, è composta attualmente da oltre 300 soci, che per statuto debbono essere iscritti agli albi e agli elenchi per l’esercizio di professioni intellettuali. Delta Erre, oltre a supportare i propri soci nei settori fiduciario, di revisione e organizzazione, promuove corsi di formazione e convegni in collaborazione con le Università di Padova e Venezia, per soddisfare le esigenze di aggiornamento professionale in materia fiscale e amministrativa. Delta Erre Spa ha gestito fiduciariamente il pacchetto azionario di oltre il 10% delle azioni della Banca Antonveneta, che raggruppava le quote di 15 gruppi familiari di imprenditori, in maggioranza veneti e lombardi, che hanno partecipato al Patto di Sindacato scaduto il 15 aprile 2005  
   
   
AIR MAURITIUS AMPLIA LA PROPRIA FLOTTA: GIÀ SULLE ROTTE DA OTTOBRE 2006 L’AIRBUS A340-300E  
 
Milano, 9 Maggio 2005 - Air Mauritius ha annunciato l’acquisto di tre nuovi Airbus A340-300 E (Enhanced) per un valore totale di 540 milioni di dollari. I primi due aeromobili verranno consegnati alla Compagnia alla fine di ottobre 2006 mentre il terzo nell’ottobre 2007. Air Mauritius si riserva inoltre la possibilità di acquistare un quarto aereo nell’ottobre 2009 ed eventualmente un quinto in seguito. La scelta dell’A340-300 E è stata dettata da considerazioni tecniche, tecnologiche, operative, finanziarie, commerciali, consentendo notevoli economie di scala. La valutazione e la selezione degli aerei è stata svolta da un team di tecnici della Compagnia Aerea, in coordinamento con il consiglio di amministrazione ed il governo di Mauritius in considerazione dell’enorme impatto che la nuova acquisizione avrà sull’economia nazionale. Grazie all’acquisizione dei tre A340-300 E Air Mauritius offrirà ai propri passeggeri un prodotto all’avanguardia in grado di soddisfare le richieste più esigenti. I nuovi aerei, infatti prevedono la configurazione di due classi con servizi e sistemi di intrattenimento fra i più avanzati. Anche gli aeromobili già parte della flotta godranno di un restyling e di un’ottimizzazione dei servizi che migliorerà le loro prestazioni, peraltro già eccellenti. Questa operazione mostra il forte orientamento strategico della Compagnia Aerea che in poco tempo ha razionalizzato le sue rotte europee e riorganizzato la sua flotta. Air Mauritius ha intrapreso una strada ambiziosa con una programmazione a lungo termine per conciliare la propria gestione e le possibilità offerte al mercato. Il programma di rinnovamento della flotta è infatti mirato sulle nuove tecnologie ed i canoni attualmente proposti dai produttori. Air Mauritius contribuisce al 60% degli arrivi dei turisti sull’isola di Mauritius. La Compagnia Aerea annovera tra i suoi passeggeri l’80% di turisti stranieri, per la maggior parte europei. Con l’acquisto dei tre A340-300e Air Mauritius si propone di incrementare l’offerta sui voli a lunga percorrenza del 30% e la capacità cargo del 40%. Data la rapida espansione delle strutture ricettive e lo sviluppo del mercato sull’Isola di Mauritius, Air Mauritius intende contribuire in modo sempre più concreto allo sviluppo del turismo che dipende in larga misura proprio dalla Compagnia di bandiera.  
   
   
EUROFLY, COMPAGNIA AREA ATTIVA IN ITALIA NEL SETTORE LEISURE, HA UNA NUOVA SIGLA SINDACALE CHE RAPPRESENTA I SUOI PILOTI  
 
Milano, 9 maggio 2005 - E’ infatti nata, dalle esperienze Sindacali di alcuni Comandanti, l’Associazione Professionale Piloti Eurofly (Appe) che già vanta molti iscritti tra le sue fila e che è stata ufficialmente ammessa al tavolo delle relazioni industriali. E’ intenzione degli esponenti della nuova sigla, sulla base degli ottimi risultati ottenuti con l’ultimo rinnovo contrattuale, porre particolare attenzione alle problematiche riguardanti la crescita futura della Compagnia ed il consolidamento dell’attuale andamento, senza perdere di vista lo scopo principale di Appe e cioè quello di garantire condizioni di lavoro e professionale adeguate al livello che Eurofly vuole mantenere sul mercato. Altro capitolo da affrontare sarà quello delle relazioni con le organizzazioni sindacali già presenti: Appe intende incontrare al più presto le sigle già presenti per definire punti comuni su cui concentrare la propria azione sindacale.  
   
   
RYANAIR: STATISTICHE APRILE 2005  
 
Milano, 9 maggio 2005 - Ryanair, ha diffuso il 6 maggio, le statistiche relative al servizio clienti per il mese di aprile 2005. Ryanair si è impegnata a pubblicare le statistiche del servizio clienti ogni mese e questo conferma che Ryanair è anche il N.1 per il Customer Service. Il 94% di tutti i 18.041voli Ryanair è arrivato in orario nel mese di aprile. Ryanair risulta essere la linea aerea N.1 per puntualità battendo Easyjet tutte le settimane nel 2003, 2004 e inizio 2005. I reclami registrati sono meno di uno (0.39) ogni 1000 passeggeri. I bagagli smarriti sono meno di uno (0.59) ogni 1000 passeggeri.
Statistiche passeggeri Aprile 20052004 2005
Voli in Orario* 94% 94%
Reclami per 1000 pax0.83 0.59
Bagagli smarriti per 1000 pax 0.68 0.39
Risposta ai reclami entro 7 giorni 100% 100%
*Le statistiche sulla puntualità sono verificate dalla Caa nei 3 mesi precedenti.
 
   
   
A MILANO E NEI COMUNI LIMITROFI, DAL MESE DI APRILE, IN CIRCOLAZIONE SOLO VEICOLI EURO 2 E EURO 3 IN SOLI 7 ANNI, SOSTITUITI TUTTI I VEICOLI DI VECCHIA GENERAZIONE (EURO 0)  
 
Milano, 9 maggio 2005 - L’attenzione e la considerazione di Atm Spa alla tematica dell’impatto ambientale ha portato al pensionamento, a Milano e nei Comuni limitrofi, degli autobus dotati di motore Euro 0. Il traguardo raggiunto è il frutto di un attento e particolareggiato piano strategico che era stato dettagliatamente programmato con precise scadenze nel tempo. Con questa ultima operazione, nel solo ultimo anno il livello di inquinamento, in termini di tonnellate annue, si è ridotto come segue: Pm10 polveri sottili: -23% pari a - 2,3 t/anno; Ossidi di carbonio: - 8% pari a - 6,3 t/anno; Idrocarburi incombusti: -28% pari a - 8 t/anno; Ossidi di azoto: - 11% pari a - 70 t/anno. Il piano strategico messo a punto ha suddiviso gli interventi di riduzione dell’impatto ambientale in più fasi, tra loro coordinate ma anche di natura diversificata. Il primo intervento (1999), non appena la tecnologia lo ha consentito, è stato quello di utilizzare per questi veicoli il gasolio emulsionato, che è in grado di ridurre del 65% le emissioni di polveri sottili (pm10). In progress, sui veicoli Euro 0 è stato utilizzato il gasolio emulsionato e desolforato. L’utilizzo di questi combustibili ha comportato per Atm un aggravio dei costi di gestione per l’aumento dei consumi e della raffinazione, ma è stato valutato e sopportato dall’Azienda proprio in relazione alla certezza di dover operare, in modo concreto e immediato, per la riduzione del tasso di inquinamento e, quindi, per il miglioramento della vivibilità della città. Il secondo intervento ha riguardato la messa a punto di un piano di rinnovo del parco autobus in grado di sostituire, in soli 7 anni, tutti i veicoli di vecchia generazione (Euro 0), valutando, naturalmente, la compatibilità dell’onere di investimento con la capacità del bilancio e la risposta del mercato. In particolare nel 2003, Atm, non essendo disponibili finanziamenti regionali per proseguire nel piano di rinnovo, ha acquistato con fondi propri ben 200 veicoli per un totale di circa 56 milioni di euro, evidenziando la volontà di mantenere fede alla riduzione dell’impatto ambientale negativo nei tempi previsti. Dal 1997 al 2005, con la messa in servizio di circa 160 veicoli per anno si è arrivati al completamento del rinnovo del parco autobus. In totale, l’investimento, dal 1997 al 2005, è stato di oltre 300 milioni di euro, di cui circa 124 milioni (pari a circa il 40%) sostenuti in autofinanziamento. La sperimentazione e la successiva applicazione dei filtri di particolato, che sono in grado di ridurre ulteriormente i prodotti della combustione, soprattutto per quanto concerne i gas nocivi, hanno ulteriormente migliorato le emissioni. Il parco autobus (1360 veicoli) in servizio, a Milano e nei Comuni limitrofi, già dotato di filtro Crt è attualmente di 500 veicoli: gli ordini in atto lo porteranno ad averne 820 entro la fine del 2005; ciò porta un ulteriore onere di 11 milioni di euro, di cui il 45 % in autofinanziamento. In relazione a tutti gli interventi effettuati, oggi affermiamo che sull’area urbana di Milano e nei Comuni limitrofi non effettuano più servizio veicoli con motore Euro 0; l’utilizzo sui veicoli con motore Euro 2 e Euro 3, di filtri per il particolato e gasoli emulsionati e desolforati, consentono di avere veicoli che anticipano la normativa europea (tranne per gli ossidi di azoto) prevista rispettivamente per gli anni 2006 e 2009. Infine, in tema di contributo degli autobus alla polluzione sull’area urbana, è facile rilevare come questo sia sceso al di sotto dell’1,5% del totale. Inoltre il livello di inquinamento di un autobus è al massimo paragonabile all’emissione di cinque macchine, senza naturalmente tener conto del numero di passeggeri che vede un rapporto di 6 trasportati dalle macchine stesse (valore medio) contro le 40 persone per l’autobus. Atm oggi dispone del parco più giovane d’Italia (età media 4,1 anni), ponendosi ai massimi livelli in campo mondiale, e della flotta che è in grado di rendere minimale l’inquinamento ambientale. Pertanto l’obiettivo prefissato è stato ampiamente raggiunto, ottimizzando, nel contempo, il comfort per i passeggeri trasportati: tutti i nuovi veicoli hanno, tra l’altro, il pianale ribassato e l’aria climatizzata.  
   
   
SAN MARCO BIOENERGIE: ENERGIA PULITA PROIETTATA NEL FUTURO GIORNATA NAZIONALE DELL’ENERGIA ELETTRICA PROMOSSA DA ASSOELETTRICA, LA CENTRALE DI BANDO D'ARGENTA  
 
Argenta, 9 maggio 2005 - Si è tenuto il 6 maggio in municipio ad Argenta l’incontro dedicato all’impianto a biomasse di Argenta. La produzione di energia da fonti rinnovabili è stata indicata dalla Commissione Europea come prioritaria per rispettare l’obiettivo del protocollo di Kyoto. In particolare la valorizzazione energetica delle biomasse rappresenta uno dei punti di riferimento della strategia italiana per la riduzione delle emissioni dei gas ad effetto serra; questa strategia si combina con gli obbiettivi di riduzione della dipendenza energetica dell’Italia e di tutela del territorio con riferimento alla gestione dei suoli ed alla conservazione e valorizzazione delle aree marginali e delle risorse locali,. In questo contesto si inserisce l’iniziativa di San Marco Bioenergie con la centrale di Bando d’Argenta, avviata nel 2003. “La realizzazione della centrale ha permesso il recupero di un’area industriale abbandonata, quella dell’ex-zuccherificio Eridania, ha visto in fase di costruzione l’impiego di oltre 200 persone, attualmente per l’esercizio e la manutenzione dispone di 60 addetti, con un età media di 32 anni, provenienti dal territorio comunale e dai comuni limitrofi. Si stima inoltre che la filiera di approvvigionamento della biomassa combustibile generi un indotto di circa 500 addetti. L’iniziativa centrali aperte è importante per spiegare alla gente come funzionano e quale importante risorsa sono per il nostro paese, l’invito è di venire domani a visitare il nostro impianto per vivere una nuova esperienza” ha sottolineato il Sindaco di Argenta, architetto Giorgio Bellini. La parte principale del fabbisogno di biomassa è coperta attraverso contratti che sfruttano il mercato aperto in Emilia Romagna. A questo proposito il Sindaco ha ricordato che la San Marco Bioenergie ha avviato, con il supporto del Comune di Argenta e della Provincia, un programma di partnership e di accordi commerciali pluriennali con i consorzi agricoli al fine di coinvolgere attivamente e direttamente le realtà presenti sul territorio. Tale programma mira ad attivare un processo che consenta la raccolta sistematica dei residui delle attività agricole, quali potature, stocchi, ramaglie, da inviare alla centrale quale combustibile, ed alla individuazione di specie a rapida crescita adatte alla meccanizzazione della raccolta e a svolgere sperimentazioni nell’area di Argenta su specie arboree ed erbacee dedicate. “La centrale di Argenta, oltre che costituire un importante realtà di produzione di energia pulita, nell’ambito di una filosofia aziendale in continuo miglioramento fondata sulla qualità, sulla sicurezza dei lavoratori e sulla protezione dell’ambiente, ha acquisito, prima in Italia tra le centrali a biomassa, le certificazioni ambientali e di sicurezza secondo le norme Iso 14001/2004 e Ohsas 18001. Tali norme prevedono lo sviluppo sistematico delle attività ambientali e di sicurezza, il miglioramento dei processi aziendali, il rafforzamento della consapevolezza della responsabilità ecologica e dei rischi legati alla sicurezza del lavoro, l’adempimento di tutti i requisiti di legge, il miglioramento continuo nella tutela dell’ambiente, della sicurezza del lavoro e della tutela della salute” informa il Presidente di San Marco Bioenergie, ing. Giovanni Aliboni. Le norme prevedono inoltre l’elaborazione di una politica d’informazione aperta e trasparente sul tema della protezione dell’ambiente e sullo sviluppo della sicurezza e sulla tutela della salute nell’azienda. Chi è in grado di soddisfare tali requisiti in modo documentabile, ha sottolineato l’ing. Carlo Bonadonna Lead Auditor dell’Sqs, Associazione Svizzera per i Sistemi di Qualità e di Management, durante la cerimonia di consegna dei certificati all’azienda, acquista maggiore fiducia presso clienti, fornitori, collaboratori, autorità. E’ in grado di dimostrare che il suo comportamento ecologico ed orientato alla sicurezza è integrato nei processi dell’azienda, si basa su un’iniziativa propria e su un’assunzione autonoma dei relativi obblighi e conduce sempre a risultati migliori. La centrale di Bando d’Argenta: è in grado di produrre circa 160 milioni di kilowattora anno, la sua produzione è sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di 80.000 famiglie, consente il risparmio fino a 50.000 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno. Dal 2002 la San Marco Bioenergie S.p.a. È controllata da Carlo Gavazzi Green Power S.p.a., impresa costituita nel 1996 dal gruppo Carlo Gavazzi per avviare un programma di sviluppo nel settore della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, e dalla società americana Pseg, utility statunitense con sede nel New Jersey e proprietaria di impianti di generazione di energia elettrica per circa 15,000 Mw.  
   
   
NASCE FEDERUTILITY LA NUOVA ASSOCIAZIONE DI IMPRESE, CHE RIUNISCE LE UTILITIES ITALIANE DELL’ENERGIA ELETTRICA, DEL GAS E DELL’ACQUA.  
 
Milano, 9 maggio 2005 - Oltre 550 imprese di servizi pubblici locali e circa 35.000 dipendenti delle aziende che applicano il Ccnl di Federgasacqua e Federelettrica. Con l’approvazione da parte dell’Assemblea di Federgasacqua - che si aggiunge all’approvazione avvenuta il 13 aprile da parte di Federenergia – è nata Federutility, la federazione delle imprese energetiche ed idriche. Coerentemente con la trasformazione, delle ex-municipalizzate in Società per Azioni e con i processi di aggregazione e di alleanza che hanno interessato imprese italiane del calibro di Aem Milano, Aps – Acegas, Hera, Aem Torino, Asm Brescia, Amga, Meta (e molte altre utilities non quotate in Borsa), anche il sistema di rappresentanza che le raccoglie, ha mutato la propria natura, per meglio rispondere alle nuove condizioni normative e di mercato. Federutility - che come Federgasacqua e Federenergia, farà parte del sistema Confservizi – riunisce così oltre 550 imprese italiane che occupano circa 35.000 dipendenti. Energia Elettrica, Gas ed Acqua saranno i principali settori di intervento della nuova federazione, ma per il futuro è previsto l’allargamento anche ad altri settori (ad esempio le telecomunicazioni) ed alle imprese di altri Paesi dell’Unione Europea. I presidenti che hanno portato a termine la fusione delle due federazioni sono Mauro D’ascenzi (presidente di Federgasacqua e dell’azienda Acos di Novi Ligure) e Giuliano Zuccoli (presidente di Federenergia e di Aem Milano).  
   
   
A UDINE UN WEEK-END ALLA SCOPERTA DEI TERREMOTI “PORTE APERTE” AL CENTRO DI RICERCHE SISMOLOGICHE DUE GIORNI CON I RICERCATORI TRA STAZIONI E RETI DI SORVEGLIANZA  
 
Udine, 9 maggio 2005 - In occasione del 29° anniversario del terremoto del Friuli il Centro di Ricerche Sismologiche (Crs) dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (Ogs) ha aperto le porte dei suoi laboratori per spiegare al pubblico l’attività svolta dal Centro per studiare, conoscere e capire i terremoti. Perché la Terra trema? Si possono prevedere gli eventi sismici più forti e distruttivi? E’ possibile difendersi da essi, limitarne i danni, conviverci in sicurezza? A queste e ad altre domande hanno risposto direttamente i ricercatori del Crs sabato 7 e domenica 8 maggio 2005 presso la sede del Centro di Udine, in via Treviso 55. Lungo un percorso articolato in tre postazioni, “L’orcolat”, “Reti da… terremoti” e “Front end”, il Crs ha guidato i visitatori a vedere le più sofisticate attrezzature usate per la sorveglianza sismica del territorio regionale e a conoscere i temi di ricerca più attuali nel campo della sismologia. E’ dal 1989 infatti che il Centro di Ricerche Sismologiche di Udine svolge ricerche sulla sismicità e sulla sismogenesi dell'Italia nord-orientale, gestendo e sviluppando la connessa rete di rilevamento sismico anche per finalità di protezione civile. «I dati acquisiti dalle stazioni vengono costantemente analizzati da un sistema automatico di allarme che è in grado di fornire in pochi minuti indicazioni sulla localizzazione e sulla magnitudo degli eventi sismici avvenuti in regione alla Sala Operativa della Protezione Civile regionale e alle prefetture» spiega Enrico Priolo, direttore del Crs. «Queste informazioni consentono agli operatori della Protezione Civile di indirizzare opportunamente i primi soccorsi e di ottimizzare i tempi e le modalità di intervento». Il Crs inoltre partecipa a programmi nazionali e internazionali di monitoraggio sismico per una continua analisi e comprensione della geodinamica in atto nella regione Fvg e nelle aree contigue. Il Crs, per esempio, è impegnato in un progetto Interreg Iii A denominato “Reti senza frontiere” che prevede la creazione di una struttura trans-nazionale che integri le reti operanti nell’area di confine tra Italia, Austria e Slovenia. I dati registrati dalle reti sismometriche del Centro vengono elaborati e archiviati con cadenza giornaliera e successivamente integrati con i dati forniti da altri Enti scientifici nazionali e internazionali. Tali attività permettono al Crs di ottenere una quantificazione del rischio sismico delle varie zone monitorate e di redigere un bollettino annuale degli eventi sismici che colpiscono il Friuli Venezia Giulia.crs Tel 0432 522433 - 0432 522422  
   
   
NONO DIES ACADEMICUS DELL'UNIVERSITÀ DELLA SVIZZERA ITALIANA AULA MAGNA DEL CAMPUS UNIVERSITARIO DI MENDRISIO  
 
Lugano, 9 maggio 2005 - Il Dies Academicus si è affermato come importante momento di incontro fra l’Università e la ricca comunità di sostenitori e osservatori che segue con interesse lo sviluppo delle attività accademiche. Il programma prevede un’allocuzione del professor Marco Baggiolini, Presidente del Consiglio dell’Università sulle riforme del paesaggio universitario svizzero e la sua evoluzione internazionale con particolare riferimento all’Università della Svizzera italiana. La tradizionale prolusione è affidata quest’anno al direttore dell’Accademia di architettura Josep Acebillo che presenterà le sue riflessioni sul tema della nuova urbanità. La cerimonia si concluderà con il conferimento del dottorato honoris causa a Giuseppe Panza di Biumo riconosciuto come uno dei più grandi ed innovativi collezionisti di arte contemporanea comparsi sulla scena internazionale nel corso dell’intero Novecento. Bice Curiger, docente di storia dell’arte all’Accademia, pronuncerà la laudatio. L’università della Svizzera italiana conferirà la laurea ad honorem al noto collezionista “per aver promosso con azione intensa ed efficace artisti e movimenti ispirati a poetiche spaziali e aver così indicato agli architetti vie nuove che hanno arricchito i riferimenti e i principi della loro disciplina e hanno favorito lo sviluppo di ricerche estetiche sulla spazialità in una prospettiva contemporanea”. La cerimonia del Dies Academicus è aperta al pubblico. Sabato 14 maggio 2005 dalle ore 10 alle 12 .  
   
   
"NORWEGIAN PERSPECTIVES ON PEACE AND SECURITY"  
 
Milano, 9 maggio 2005 – Il prossimo 12 maggio 2005 alle ore 18.00 l'Ispi ospiterà - nell'ambito del ciclo di appuntamenti "I Colloquia Internazionali" - Vidar Helgesen, Sottosegretario di Stato agli Affari Esteri di Norvegia, con un intervento dal titolo: "Norwegian Perspectives on Peace and Security" www.Ispionline.it