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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 13 Giugno 2006
FUTURO DELL’EUROPA/INTEGRAZIONE EUROPEA, L´EUROPA È ANCORA AL BIVIO?  
 
Bruxelles, 13 giugno 2006 - Il Parlamento europeo continua a contribuire al dibattito sul futuro dell´Unione europea. A seguito dell´incontro dell´8 e del 9 maggio con i membri dei parlamenti nazionali, e che sarà ripetuto a dicembre, gli eurodeputati hanno dato inizio a una serie di dibattiti con i capi di governo. Il primo di questi incontri è stato con il Primo Ministro belga Guy Verhofstadt che ha recentemente illustrato le proprie idee sul futuro dell´Europa in un libro intitolato "Gli Stati Uniti d´Europa". Il Primo Ministro belga Guy Verhofstadt si è detto onorato di avviare un ciclo di dibattiti in seno al Parlamento europeo che testimonia del suo impegno e con il quale si assume nuovamente le sue responsabilità per tracciare il futuro dell´Europa. Il Premier ha poi voluto ricordare come una svolta nella storia dell´Europa la data del 1° maggio 2004, che ha sancito «la vera fine della Seconda Guerra mondiale». Ha quindi respinto le idee di chi afferma che l´Ue si è ampliata troppo velocemente oppure che avrebbe raggiunto i suoi confini naturali e sorpassato le sue capacità di assorbimento. Ha respinto anche la posizione di chi pone in alternativa l´ampliamento e l´approfondimento dell´Ue perchè il «corso della storia seguirà una sola direzione: l´Unione deve proseguire il suo ampliamento». Poiché ciò è la sola garanzia che, un domani, nell´insieme dei Balcani non riesploda la guerra. I due principi sono entrambi indispensabili e occorre porre fine al periodo di immobilità che ha colpito l´Europa che è in realtà iniziato prima dei no ai referendum francese e olandese. Non bisogna nemmeno opporre l´Europa economica all´unione politica, ha aggiunto. Se l´Europa vuole ancora contare nel nuovo ordine mondiale sul piano economico, politico e militare, «l´unione politica è la sola via d´uscita», poiché nessuno Stato, da solo, «può illudersi di pesare sull´attualità mondiale». Non si tratta, ha spiegato, di sapere se l´Unione muterà in un´entità più federale e politica ma, piuttosto, di sapere «quando ciò accadrà o, meglio, se accadrà in tempo». Lo «schiaffo» provocato dal no ai due referendum, ha aggiunto, ha seminato confusione in Europa portando a una situazione che, dopo un anno, non è ancora stata risolta. Il periodo di riflessione non ha portato a nessun risultato, mentre il futuro dell´Europa è stato circondato da «un silenzio assordante». Qualcuno ha parlato dell´Europa dei progetti, ha aggiunto, «quando è del contrario di cui abbiamo bisogni: un progetto per l´Europa». Per il Primo Ministro, anche l´intenzione di salvare parte della Costituzione potrebbe scontrarsi contro un nuovo no. Ricordando poi che il Consiglio europeo prolungherà il periodo di riflessione, ha criticato l´abitudine di attendere i risultati delle elezioni in qualche Stato membro o l´avvicendarsi delle Presidenze per iniziare i negoziati. Per il Primo Ministro occorre invece agire, anche tenuto conto delle difficoltà economiche e dell´indebolimento dell´influenza europea sullo scacchiere mondiale, mentre la potenza militare non è all´altezza. Il Premier ha quindi affermato che tra le ragioni della disaffezione dei cittadini nei confronti del progetto europeo figura l´abitudine dei leader politici di attribuire all´Ue la responsabilità delle difficoltà interne e di accaparrarsi i meriti dei successi. Ma anche di un´Europa che non reagisce alle critiche anche più grottesche, come quelle relative alla «burocrazia kafkiana» o all´elevato costo del bilancio comunitario. In proposito, ha ricordato che i 24. 000 funzionari delle istituzioni rappresentano un numero ben inferiore agli addetti di una qualsiasi delle capitali europee, mentre il bilancio europeo - nettamente inferiore a quello degli Usa - costa 5 euro a settimana per ogni cittadini «in cambio di 50 anni di pace e di prosperità». Ma la ragione principale di questo distacco dei cittadini, ha spiegato, è il sentimento che l´Europa non fornisca le risposte alle loro preoccupazioni, come la disoccupazione, la delocalizzazione delle imprese e la criminalità transfrontaliera. Così come è adesso, ha quindi aggiunto, l´Unione non è abbastanza forte per proporre risposte efficaci e univoche. «Finché l´Europa non si avvierà definitivamente verso una vera federazione, dove la regola dell´unanimità sarebbe abolita o limitata al minimo, sarà privata degli strumenti che le permettono di affrontare rapidamente ed energicamente le nuove sfide». A 50 anni dal lancio dell´Unione «è giunto il momento di fare scelte definitive: confederazione o federazione, approccio intergovernativo o comunitario, un direttorio di alcuni Stati membri o una democrazia europea rafforzata sostenuta da una Commissione attiva e un Parlamento degno di questo nome». Per il Primo Ministro la sfida principale è la modernizzazione economica ed ha quindi paragonato alcuni dati economici europei con quelli di Usa, Cina, India e Giappone, decisamente migliori. A tale proposito, pur condividendo gli obiettivi della Strategia di Lisbona, ha criticato il metodo adottato per conseguirli che «manca d´efficacia», visto il suo carattere intergovernativo e dato che confina il ruolo delle istituzioni europee «all´elaborazione di classifiche e tabelle». Intanto, quasi tutti gli Stati membri sono in recessione soprattutto a causa della mancanza di riforme comuni. Secondo il Premier, invece, occorre una politica socio-economica comune per l´Europa di cui l´Unione traccia le linee direttrici delle riforme necessarie». Queste riforme, ha spiegato, esigono interventi sul piano dell´industria, dell´innovazione, della ricerca, della fiscalità, ma anche del mercato del lavoro, del sistema pensionistico e della sicurezza sociale e sanitaria. Non si tratta, ha aggiunto, di procedere a «un´armonizzazione cieca», bensì di promuovere la convergenza entro limiti minimi che impediscano il dumping sociale e limiti massimi per dare impulso alle riforme. La Strategia di Lisbona va quindi rafforzata attraverso un metodo maggiormente vincolante ed «esplicitamente comunitario». Un tale approccio, ha sostenuto il Primo Ministro, è ancora più indispensabile per l´Eurozona, in quanto la moneta unica e l´Unione monetaria non potranno sopravvivere se non sono sostenute da «un approccio comune alle sfide sociali e economiche». In proposito ha quindi sottolineato la necessità di rafforzare l´Uem, intesa come gli Stati che hanno già l´euro ma anche quelli che sono chiamati a adottarlo, suggerendo alcune soluzioni: preparazione congiunta del Vertice di Primavera, redazione frequente di relazioni e raccomandazioni, fissazione di punti di partenza macroeconomici al momento della definizione dei bilanci nazionali, elaborazione di criteri di convergenza in materia sociale, fiscale e economica, convocazione di riunioni tra i ministri del lavoro, degli affari sociali e della politica scientifica e, infine, rappresentazione autonoma negli organismi finanziari internazionali. Più in generale, il Premier, ritiene che occorre più Europa nel campo della giustizia e della sicurezza per ottimizzare la lotta contro l´immigrazione illegale, la criminalità e il terrorismo, m anche in materia di ricerca e sviluppo con l´adozione del brevetto europeo e, infine, nella politica estera sostenuta da una difesa europea. In proposito, ha precisato che solo quando si svilupperanno degli strumenti comuni, come un esercito e una diplomazia europei, l´Unione parlerà con una sola voce e sarà capace di reagire in tempo alle crisi internazionali. Anche perché la Nato diventerà sempre di più una rete di sicurezza internazionale nel quadro di una nuova cooperazione mondiale in cui la difesa europea dovrà essere integrata come pilastro autonomo. Per il Primo Ministro, poi, l´Europa «non può presentarsi come la coscienza morale del mondo intero senza disporre di un contrappeso militare» e non è nemmeno possibile che l´Unione si rivolga sempre agli Usa non appena è confrontata a una crisi sul proprio continente, come in Bosnia e in Kossovo. Passando poi alla Costituzione, il Primo Ministro ha scartato la possibilità di mantenere lo status quo, così come l´opzione del "pick and choose" e, a maggior ragione, quella del "roll back", ossia di limitare il progetto europeo a una zona di libero scambio. Da un punto di visto pratico e politico, ha quindi affermato, «si presenta una sola opzione: proseguire il processo di ratifica di questa Costituzione». A suo parere, infatti, non sarebbe democratico non tenere conto del fatto che, a fronte di due "no", sono quindici gli Stati membri che l´hanno ratificata. Quegli Stati membri che hanno sospeso la ratifica, ha insistito, hanno il dovere di riprendere il processo, rispettando così quanto convenuto con la dichiarazione 30 allegata al progetto di trattato. Non è infatti utopico che 4/5 degli Stati membri procedano alla ratifico entro due anni dalla firma e, così facendo, «si aprirebbero nuove prospettive». Nel frattempo, ha precisato, «nessun ostacolo potrà impedire il proseguimento dell´integrazione». Occorre quindi aprire una seconda pista, parallela alla ratifica, che non impone una modifica dei trattati e che associ tutti quei paesi che desiderano intraprenderla. E´ solo così, ha spiegato che si potrà progredire «senza perdere tempo». Il Primo Ministro belga ha quindi concluso ricordando che al momento del fallimento della Comunità europea di difesa i dirigenti europei di allora non hanno avuto bisogno di un periodo di riflessione, di consultazioni o di sondaggi: «hanno negoziato per due anni e poi sono andati a Roma a creare la Comunità economica europea». E´ quindi «venuto il tempo di fare un grande passo avanti e rimettere l´Europa in carreggiata». Occorre il coraggio politico di cui hanno dato prova Jean Monnet, Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Paul-henri Spaak e Robert Schumann, «il coraggio di raddrizzarsi dopo una terribile disavventura, di rialzare la testa e di continuare ad avanzare». Interventi in nome dei gruppi politici Hans-gert Poettering (Ppe/de, De) ha esordito sottolineando che nell´Ue vivono 455 milioni di cittadini - «molti di più che negli Usa» - che presto diventeranno 500 milioni. Ha quindi messo in risalto la molteplicità culturale dell´Europa, ma anche la difficoltà di governarla. Per il suo gruppo, ha proseguito, «Nizza non è la base per il futuro dei cittadini europei» e si è quindi augurato che alla fine del processo di riflessione l´Unione ne esca rafforzata. Pur ammettendo che il termine Costituzione è apparso ad alcuni troppo ambizioso, ha ribadito che i popolari vogliono andare oltre i trattati attuali. Il deputato ha poi stigmatizzato l´atteggiamento dei capi di governo che criticano continuamente l´Unione europea e si stupiscono poi che i cittadini boccino la Costituzione. In proposito, ha sottolineato la tendenza a vedere soprattutto gli aspetti negativi dell´Ue, sminuendo quelli positivi. Come l´ampliamento del 2004 che ha riportato in Europa i paesi che hanno patito la dittatura comunista e l´introduzione dell´euro che ha permesso ai diversi Stati di far fronte alla globalizzazione senza svalutazioni competitive. Occorre poi affrontare problemi importanti, come quelli legati all´immigrazione e all´asilo, trovando delle soluzioni nel rispetto dei principi e della sostanza della Costituzione. Sostenendo poi che il processo di ratifica deve proseguire, il leader dei popolari ha sottolineato che il suo gruppo è favorevole alla solidarietà a tutti i livelli - comunale, regionale, nazionale e europeo - riservando alle competenze comunitarie quei campi che non possono essere affrontati dai singoli Stati singolarmente. Martin Schulz (Pse, De), definendo «coraggioso» e «franco» il discorso del Premier belga, ha sottolineato che «la crisi europea è la crisi dei capi di Stato e di governo europei, meno Juncker e Verhofstadt». Questi ultimi due, ha infatti aggiunto, vogliono approfondire l´integrazione e proseguire l´allargamento e, inoltre, rispettano gli impegni presi. Secondo il deputato non appare utopistico che 20 Stati membri ratifichino la Costituzione che, comunque, «non è morta» e non bisogna quindi rinunciarvi. Ha poi sottolineato che molti cittadini olandesi e francesi sono favorevoli all´Europa ma che è la depressione economica che ha spinto la maggioranza a votare contro la Costituzione. Il leader socialdemocratico ha poi affermato che in Europa «manca il coraggio di difendere le proprie convinzioni mettendo in gioco il proprio destino politico» e, come eccezione, ha citato nuovamente il Primo Ministro lussemburghese. Ha quindi concluso affermando che «se in Europa ci fossero più Verhofstadt, si farebbero molti passi avanti». Graham Watson (Alde/adle, Uk), definendo il Primo Ministro belga «un dei maggiori architetti della riforma dell´Ue», ha sottolineato l´esigenza di ricollegare l´Europa ai cittadini. Nel fare poi riferimento ad un recente sondaggio, ha affermato di avere ancora la speranza in quanto i cittadini hanno più fiducia nelle istituzioni comunitarie che in quelle nazionali per fare fronte alle sfide mondiali. Ha inoltre sostenuto che «l´Europa dei progetti non può decollare se gli Stati membri non spiegano ai cittadini la sua azione» e se non si dota l´Unione dei poteri e dei fondi necessari. Per il deputato occorre quindi superare il sistema dell´unanimità. A suo parere, nel periodo di riflessione, bisogna proseguire e intensificare i dibattiti, soprattutto a livello nazionale. Il processo, inoltre, «non è morto» e ciò è anche dimostrato dall´impegno di molti leader europei come Angela Merkel, Romano Prodi e Guy Verhofstatd. Il futuro è quindi più roseo di quanto appaia ma occorre ancora molto lavoro, anche perché le sfide a livello mondiale non possono essere affrontate dai singoli Stati. Monica Frassoni (Verdi/ale, It) ha innanzitutto ringraziato il Premier belga per la sua presenza «in questo periodo di siesta generalizzata presa dalla Commissione e dal Parlamento» ed ha espresso l´auspicio che «il suo sforzo generoso aiuti a portare un minimo di luce in questa continua crisi». Dicendosi quindi «abbastanza d´accordo» sulla sua visione istituzionale e condividendo quanto detto su Lisbona e sul fatto che le ratifiche devono continuare, ha tuttavia affermato che «non si potranno portare la Francia e l´Olanda a pronunciarsi sullo stesso testo» mentre la doppia strategia «cade sulla debolezza delle risposte politiche». Per la leader dei Verdi, «se l´Unione europea deve essere amata dai suoi cittadini, deve dimostrare di funzionare», ma in questi ultimi anni «nessuna grande iniziativa è stata presa sulla questione dell´ambiente, sulla questione del lavoro, sulla pace, sullo sviluppo, sui diritti umani, sull´integrazione dei nuovi cittadini». Notando come le istituzioni e le politiche siano «indissolubilmente legate», ha quindi affermato che non si può conquistare la maggioranza dei cittadini all´idea di un´unione federale, democratica e pacifica affidandosi «ad esempi assolutamente preoccupanti come quello americano, cinese o indiano», che creano «povertà, consumo e spreco di risorse». La deputata ha quindi notato che, nel suo discorso, il Premier non ha menzionato neanche una volta le grandi sfide ambientali ed ecologiche. Inoltre, ha sostenuto che parlare di esercito europeo «è forse una fuga in avanti, eccessiva che non condividiamo», soprattutto «in una situazione in cui come europei balbettiamo nella maggior parte delle crisi e siamo obbligati a seguire gli americani» e dove la nostra credibilità su tutte le questioni dei diritti umani e sulla questione della pace perde velocità. Affermando poi che una costituzione europea è necessaria e che occorre trovare i modi per conquistare i cittadini, ha concluso affermando che «non è sicuramente con più mercato, più liberalizzazioni, più armi che noi lo potremmo fare», bensì «cambiando davvero le politiche dell´Europa verso una maggiore sostenibilità». Francis Wurtz (Gue/ngl, Fr) si è innanzitutto lamentato dell´impossibilità di poter rispondere a un discorso di tre quarti d´ora con solo tre minuti a disposizione. Ha poi affermato di non condividere molto di quanto affermato dal Premier. Come il fatto di addebitare la crisi dell´Unione a una questione di metodo, non abbastanza federale, «tralasciando le scelte economiche e sociali». L´idea, ad esempio, di fissare dei criteri di convergenza massimi in materia sociale in nome di una governance socioeconomica va nella direzione sbagliata, così come l´integrazione nella Nato. In merito al divario tra i cittadini e l´Europa, il deputato ha sottolineato come sia proprio sulle tematiche sociali che i cittadini attribuiscono alle istituzioni europee un giudizio insufficiente. Ai loro occhi, infatti la mondializzazione rappresenta una minaccia per il modello sociale e il mercato unico non è vissuto come una risposta a questo problema di fondo e non è certo il progetto di mercato transatlantico che potrà tranquillizzarli. Ha quindi concluso affermando che è solo accettando dei veri cambiamenti, non solo istituzionali, ma anche nell´orientamento economico, sociale e politico, «che si avrà la possibilità di far rinascere il sogno europeo». Per Nigel Farage (Ind/dem, Uk) «è una farsa chiamare questo un dibattito sul futuro dell´Europa». Si tratta infatti di un´elite politica che «parla a se stessa». Inoltre, ha criticato il fatto che il Premier belga «dica agli altri 24 Stati membri cosa devono fare», quando «farebbe meglio a guardare in casa propria» dove il 51% delle popolazione delle Fiandre chiede l´indipendenza. Ha poi stigmatizzato le affermazioni del Primo Ministro riguardo alla necessità di andare oltre la volontà dei cittadini, sostenendo che ciò «minaccia il principio dell´autodeterminazione». Brian Crowley (Uen, Ie) ha incentrato il suo intervento sulla necessità o meno di «più Europa». A suo parere la questione non deve essere posta in questi termini. Facendo riferimento a quanto ha potuto constatare nel suo collegio elettorale, ha osservato che i suoi elettori sono effettivamente favorevoli all´intervento dell´Ue in alcuni ambiti, come la pesca, ma sarebbero assolutamente contrari ad affidare all´Europa una competenza fiscale o la costituzione di un esercito. La via federale, ha quindi concluso, «non è necessariamente la migliore». Interventi dei deputati italiani Per Antonio Tajani (Ppe/de, It), l´Europa «è un grande ideale, è la nostra storia, è il nostro futuro». L´europa, ha aggiunto, è anche «la nostra cultura, i nostri valori», è «la civiltà occidentale che crede nella libertà, nella tolleranza, nella centralità della persona e nella pace» e, pertanto, «non può rinunciare alle sue radici cristiane». Perché, a suo parere, non si può pensare che l´Unione «sia soltanto burocrazia lontana dai cittadini ed un´istituzione preoccupata solo di dettare regole su tante piccole questioni». Per «coinvolgere le coscienze dei popoli», ha quindi spiegato, occorre «un´Europa che dia risposte alle esigenze più importanti dei cittadini, come prevede il trattato costituzionale sottoscritto a Roma», e per superare la crisi attuale, «l´Unione ha bisogno di un trattato che avvicini l´Europa alla gente». Ha quindi affermato di riporre grande fiducia nel semestre a guida tedesca «per raggiungere una meta per la quale tutti lavoriamo». L´europa, ha proseguito, ha bisogno di rafforzarsi «in uno scenario di irrinunciabili rapporti transatlantici» ed ha anche bisogno di un´unità politica per affrontare alcune grandi sfide. Al riguardo ha quindi citato la lotta al terrorismo «per costruire la pace in Medio Oriente e nei Balcani» e la crescita e lo sviluppo «senza violare alcune regole alle quali deve assoggettarsi anche la scienza e favorendo in fretta la liberalizzazione dei servizi». Ma anche il confronto economico e commerciale con Cina e India, «due grandi paesi emergenti che stanno però preparando un´alleanza fra loro». Vi è poi la sfida della questione energetica, «pensando anche al nucleare», quella legata all´immigrazione e all´emergenza Africa e, infine, la sfida dell´allargamento dei confini a Romania, Bulgaria e Croazia «senza chiudere le porte ad altri paesi candidati». Ha quindi concluso che «vinceremo queste sfide soltanto se riusciremo a trasformare l´Europa, oggi troppo condizionata dalla burocrazia, nell´Europa dei cittadini, della politica e dei valori». Replica del Primo Ministro Guy Verohfstadt ha affermato che l´Europa deve attenersi al suo destino e seguire il corso della storia. Possiamo pensare che sia troppo veloce o troppo lento, ha spiegato, «ma la storia ha già mostrato cosa succede quando siamo divisi». Ha definito egoista, il voler lasciare fuori i Balcani dallo spazio di pace e di stabilità europeo e ha sostenuto che l´adesione della Turchia è stata strumentalizzata in uno spirito di chiusura. Ha poi sottolineato la coerenza della sua condotta e delle sue affermazioni, sia al Consiglio che al Parlamento. La cosa importante, ha aggiunto, è che al Vertice di giugno si decida come continuare il processo. Dicendosi poi d´accordo sul proseguire il periodo di riflessione, sul convocare una nuova Cig o qualsiasi altra iniziativa per ridefinire l´assetto istituzionale, ha sottolineato nuovamente l´importanza della strategia del doppio binario per rispondere alle aspettative dei cittadini con politiche concrete, perché non si può perdere del tempo nel fornire una risposta alla globalizzazione. Sarebbe, infatti, «un grave errore» non agire subito, senza modificare i trattati. In seguito, ha riaffermato la validità della dichiarazione 30 allegata al trattato costituzionale, ricordando che in origine si pensava che, ottenuti i 4/5 delle ratifiche, si sarebbe dovuti adottare il testo. Questa opzione è stata però respinta da alcuni governi. Infine, ha insistito nuovamente sulla necessità di definire una strategia per la governance socioeconomica, visto che sono tali questioni che hanno portato alla bocciatura della Costituzione e che un ulteriore perdita di tempo porta al rischio di fare scemare ancora di più il consenso dei cittadini. .  
   
   
"L´UE È BUONA PER LE PMI, LE PMI SONO BUONE PER L´EUROPA" LA COMMISSIONE ORGANIZZA UNA SERIE DI INIZIATIVE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE  
 
 Bruxelles, 13 giugno 2006 - La Commissione europea ha posto le piccole e medie imprese (Pmi) in cima alla sua agenda politica. Una serie di giornate dedicate alle Pmi si sono tenute oggi a Bruxelles e in molte altre capitali europee nelle prime due settimane di giugno. Il messaggio che si è voluto mandare con l´organizzazione di questi eventi è stato che: "L´ue è buona per le Pmi, le Pmi sono buone per l´Europa". Domani inoltre prenderà il via a Vienna l´annuale congresso dedicato all´attuazione della Carta europea per le piccole imprese. Organizzata congiuntamente dalla Commissione e dalla presidenza austriaca, la due giorni di iniziative mira a incoraggiare lo scambio di buone pratiche tra gli Stati membri in modo da migliorare le condizioni per le piccole imprese in tutta Europa. Andando incontro alle richieste della Summit europeo di primavera, ai primi posti dell´agenda dei lavori vi saranno importanti questioni, quali il rendere più veloci e semplici le procedure di avviamento per le Pmi e la semplificazione delle normative in materia di assunzione per il primo impiego. Il vicepresidente Günter Verheugen, responsabile per le imprese e l´industria, ha dichiarato: "In un periodo di grandi sfide economiche, la Commissione sta mettendo i bisogni delle piccole imprese al centro della sua azione. La Carta europea per le piccole imprese, che costituisce una parte importante delle nostre iniziative per la crescita e l´occupazione, ci ha aiutato a liberare ancor di più il potenziale imprenditoriale dell´Europa. " La Commissione ha sempre più consapevolezza che per ampliare il mondo delle imprese nell´Ue è necessario migliorare il contesto finanziario e normativo in cui queste operano. La giornata della Pmi intende promuovere il dialogo tra Pmi e istituzioni europee e far conoscere al mondo delle imprese in che modo l´Unione europea stia agendo in loro supporto e quali saranno gli indirizzi futuri. L´annuale conferenza di Vienna sulla Carta europea per le piccole imprese con più di 350 partecipanti provenienti da 47 paesi - compresi 120 rappresentanti del mondo delle Pmi - rappresenta una delle più importanti occasioni per lo scambio di idee e di esperienze su questo argomento. All´interno del quadro della Carta, la Commissione aiuta gli Stati membri a migliorare e coordinare gli sforzi per rendere la vita delle Pmi più semplice attraverso lo scambio reciproco di esperienze. E´ stato dimostrato come il processo di attuazione della Carta abbia aiutato numerosi paesi a far proprie le buone pratiche degli altri: nel 2003 vi erano stati 5 casi, l´anno seguente 23 e nel 2005 ben 27. Inoltre la Commissione ha redatto quest´anno un opuscolo contenente 40 esempi di buone pratiche selezionate tra le 155 presentate dagli Stati membri insieme alla Norvegia, la Bulgaria e la Romania. Le priorità della conferenza del 2006 saranno tre: Aiutare le imprese a sfruttare meglio i vantaggi del mercato unico attraverso un più facile accesso alle informazioni relative a legislazione e standardizzazione; Fornire un sostegno alle imprese, in particolare nella fase di avviamento e nei trasferimenti di imprese; Approntare delle misure per accrescere l´utilizzo e la diffusione del commercio elettronico. Alcuni seminari saranno dedicati alle buone pratiche in altri campi della Carta, in particolare quelli relativi alla "Carta euromediterranea delle imprese" e alle imprese individuali. Per quanto riguarda il commercio elettronico e la diffusione di buone pratiche in questo settore, un caso concreto è quello costituito dalla Danimarca che, sull´esempio di altri paesi (tra i quali l´Irlanda, i Paesi Bassi, la Finlandia, la Svezia e la Norvegia), nel 2005 ha introdotto delle misure di sostegno per favorire l´utilizzo del commercio elettronico tra le Pmi. A sua volta il modello danese è diventato il punto di riferimento delle discussioni tra le parti interessate che si sono tenute in Estonia; l´Austria ha invece elaborato una propria "guida per la creazione di nuove imprese" prendendo spunto dal concorso lanciato in Germania per la creazione di imprese con 5 euro ("5-€-Business"). Altri esempi di scambio di buone pratiche sono stati i programmi regionali per informare le Pmi sul mercato unico adottati da numerosi Stati membri - ispirati al programma sperimentato in Ungheria - o il fondo di garanzia (Socamut) creato in Belgio per favorire l´accesso al credito da parte delle Pmi. .  
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA FORNISCE ULTERIORI DETTAGLI SULLA PROPOSTA IET  
 
Bruxelles, 13 giugno 2006 - A seguito di una consultazione approfondita delle parti interessate e degli Stati membri la Commissione europea ha pubblicato una comunicazione in cui fornisce ulteriori dettagli sul progetto relativo all´Istituto europeo di tecnologia (Iet). Proposto originariamente nel 2005, il progetto Iet è concepito come faro per la promozione dell´eccellenza in materia di istruzione superiore, ricerca e innovazione nell´Ue. In occasione della riunione di marzo del Consiglio, i leader europei hanno invitato la Commissione a rafforzare i piani in maggiore dettaglio. Le prime proposte relative all´Iet avevano sollevato critiche nel mondo universitario, e la comunicazione dà spazio alle numerose osservazioni ricevute nel corso della consultazione, chiarendo la struttura e il funzionamento dell´Istituto. Centro della struttura sarà il comitato direttivo Iet. Costituito da rappresentanti della comunità scientifica ed economica, il comitato identificherà le sfide strategiche e scientifiche in settori interdisciplinari e, su base competitiva, selezionerà una serie di "comunità delle conoscenze" per affrontare tali sfide. Tali "comunità delle conoscenze" consisteranno in partnership integrate, composte da squadre di membri di università, organizzazioni di ricerca e settore industriale, e avranno lo scopo di fissare un programma di ricerca, istruzione e innovazione a medio e lungo termine (10-15 anni). Le comunità delle conoscenze saranno in grado di definire la propria struttura organizzativa così da garantire la massima flessibilità ai ricercatori coinvolti. Secondo la Commissione, i partner partecipanti avranno il vantaggio di una maggiore visibilità, di una maggiore capacità in materia di ricerca e sviluppo (R&s), di migliori incentivi finanziari e di costi ridotti di assunzione dei rischi. Commentando questa nuova comunicazione, il presidente José-manuel Barroso ha dichiarato: "L´iet è una parte integrante della strategia della Commissione mirante a creare un ambiente fiorente e dinamico per la ricerca, l´istruzione e l´innovazione. Abbiamo bisogno di uno stretto collegamento tra queste tre aree del triangolo conoscitivo". La comunicazione stessa sottolinea l´importanza del triangolo conoscitivo quando afferma che l´Iet non dovrebbe essere solo un nuovo operatore nel settore dell´istruzione e della ricerca e innovazione, quanto piuttosto un modello di riferimento che dia corpo al triangolo conoscitivo su scala europea. La Lega delle università di ricerca europee (Leru), molto critica in passato nei confronti del progetto Iet, ha accolto favorevolmente il fatto che la Commissione ha evidentemente ascoltato le parti interessate traendo insegnamenti nel corso del processo di consultazione. In particolare, la recente comunicazione consente una flessibilità decisamente maggiore quanto al funzionamento delle "comunità delle conoscenze". La Leru rimane comunque scettica sul progetto in base al quale l´Iet rilascerà diplomi propri, e teme che il Consiglio europeo della ricerca (Cer) perderà fondi destinati invece all´Iet. Nei prossimi mesi la Commissione continuerà a consultarsi ampiamente su temi quali le implicazioni finanziarie del progetto; nella comunicazione dichiara apertamente di non fornire soluzioni definitive. Nel corso dell´anno sarà presentata una valutazione dell´impatto dell´Iet, seguita da una proposta formale in cui si affronteranno questioni come la sede del comitato direttivo e il bilancio dell´istituto. L´auspicio è che lo strumento giuridico che istituisce l´Iet venga creato entro il 2008; il comitato direttivo sarà nominato quindi all´inizio del 2009, in modo da consentire l´apertura delle prime comunità delle conoscenze in tempo per l´anno accademico 2009-2010. Http://ec. Europa. Eu/education/policies/educ/eit/index_it. Html .  
   
   
VERSO UNO SPAZIO UNICO EUROPEO DELL´INFORMAZIONE  
 
 Bruxelles, 13 giugno 2006 - Il 21 giugno la Commissione europea, nel quadro del progetto Seemseed finanziato dall´Ue, organizzerà a Bruxelles un seminario sui progressi compiuti verso la creazione di uno spazio unico europeo dell´informazione. Lo spazio unico europeo dell´informazione è volto a offrire comunicazioni a banda larga accessibili e adeguate, contenuti ricchi e diversificati e servizi digitali. Ciò rientra nella più ampia strategia i2010 della Commissione, il cui obiettivo consiste nel modernizzare e utilizzare tutti gli strumenti dell´Ue per promuovere lo sviluppo dell´economia digitale. Il seminario si propone di presentare gli aggiornamenti concernenti la strategia i2010 e poi di esaminare il contributo offerto dai progetti in corso all´attuazione della strategia i2010 e più in particolare all´idea di uno spazio unico europeo dell´informazione. I partecipanti avranno quindi la possibilità di discutere gli sviluppi tecnici e le applicazioni pratiche nei diversi settori e i risultati orientati alle politiche. Per ulteriori informazioni visitare: http://www. Seemseed. Net/wshop2006-06-21/default. Aspx .  
   
   
A VENEZIA DAL 20 AL 23 SETTEMBRE 2006 LA SECONDA CONFERENZA MONDIALE SUL FUTURO DELLA SCIENZA  
 
 Milano, 12 giugno 2006 – Giovanni Bazoli, Marco Tronchetti Provera e Umberto Veronesi presentano oggi a Milano la ´Second World Conference on the Future of Science´ che si terrà a Venezia, alla Fondazione Cini dal 20 al 23 settembre prossimo. Il tema di quest´anno sarà l´Evoluzione, un argomento centrale per la scienza e per la società nel suo insieme. Le tre giornate congressuali tratteranno l´evoluzione della materia, della vita e della mente. Nel solco degli obiettivi stabiliti dalla prima Conferenza di Venezia, che si è configurata come un´occasione per contribuire a delineare il nuovo ruolo della scienza nella società di domani, la scelta del tema di quest´anno si basa sulla convinzione che l´evoluzionismo è un principio fondamentale del pensiero scientifico e del suo modo di interpretare la realtà, la stona, la società e le sue dinamiche. "Il successo del primo appuntamento veneziano dimostra che la Conferenza, mettendo a confronto personalità di rilievo internazionale, riesce a concentrare un grande interesse per il suo carattere interdisciplinare e interculturale" dichiara Marco Tronchetti Provera: "Credo che l´attenzione sarà ancora maggiore quest´anno: il tema dell´Evoluzione è di quelli che suscitano prese di posizione e forti polemiche a vari livelli. La sua delicatezza è per noi un ulteriore stimolo. Di fronte alle grandi questioni del sapere non si deve scappare o nascondere la testa nella sabbia. Nessuna decisione può essere presa sulla base dell´ignoranza. Ci vuole sempre consapevolezza dei problemi basata sulla conoscenza, una conoscenza non ristretta agli addetti ai lavori, ma diffusa il più possibile nel corpo della società". Giovanni Bazoli, rifacendosi alle parole di Vittore Branca - per molti anni segretario generale e poi presidente della Fondazione Cini - ha sottolineato come "la cultura sia da interpretare, sempre, come spiritus veritatis, cioè al servizio della verità. Con questa idea accogliamo a San Giorgio per le loro indagini ed i loro studi, per i loro sollecitanti scambi di idee e per i loro dibattiti, tutti gli uomini di cultura. In questa continua ricerca svelatrice dei nostri limiti, ritroviamo la complessità e la pluralità di vicende da interpretare incessantemente nel segno della prowisorietà delle nostre conoscenze". "Il progetto ´The Future of Science´ – commenta Umberto Veronesi – con le conferenze annuali e le altre iniziative di divulgazione della cultura scientifica, nasce per far sentire la voce della scienza. Le innovazioni scientifiche degli ultimi decenni pongono profondi dilemmi etici e sociali, che rendono indispensabile e urgente che il mondo della ricerca – con i suoi principi, i suoi metodi e i suoi obiettivi – dia il suo contributo di pensiero alle grandi scelte che riguardano l´orientamento della civiltà. Per questo, nel 2005, abbiamo messo a punto la Carta di Venezia, un documento che avanza proposte concrete su come ristabilire l´alleanza fra scienza e società, che appare oggi estremamente debole. Le spaccature a livello internazionale su temi come la ricerca sulle cellule staminali embrionali ne sono esempi concreti. La Seconda Conferenza sull´evoluzione, riunendo astrofisici, biologi, filosofi, politici, sociologi e giornalisti, svilupperà gli obiettivi della Carta di Venezia". Luigi Piro, Primo Ricercatore dell´Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica dell´Inaf di Roma, nel presentare il programma della prima giornata della Conferenza, dedicata all´evoluzione della materia, ha spiegato "L´universo è costituito in massima parte da forme di energia e materia che ancora non conosciamo e una delle sfide più importanti della ricerca è proprio capire l´origine e il ruolo di questi elementi sconosciuti dell´evoluzione cosmica e il modo in cui essi determinano la struttura dell´Universo, così come oggi ci appare». Il programma della seconda giornata del meeting di Venezia è introdotto da Edoardo Boncinelli, Professore di Biologia e Genetica presso l´Università Vita-salute di Milano. "L´obiettivo della seconda giornata dedicata all´evoluzione della vita, è quello di chiarirne il significato, di proporne una corretta esposizione e di darne una giusta valutazione, alla luce delle nuove conoscenze sul genoma e anche in risposta alle critiche che periodicamente investono questo tema centrale per ognuno di noi, sia sul piano puramente scientifico che ideologico". L´evoluzione del pensiero, il tema della terza giornata, è presentato da Giulio Giorello, Professore di Filosofia della Scienza all´Università degli Studi di Milano: °Questa sessione si occuperà dell´intelligenza umana in rapporto a quella delle specie più vicine, delle basi biologiche del linguaggio umano, della struttura minima comune a tutte le lingue, dell´origine del pensiero magico e della nascita e sviluppo della sensibilità morale e religiosa». La Seconda Conferenza Mondiale sarà aperta a gruppi di studenti dei licei e dell´università e sarà trasmessa via internet. Informazioni dettagliate sono già disponibili sul sito www. Thefutureofscience. Org. Programma: Giovedi 21 Settembre 2006 “L´evoluzione Della Materia L´universo dal Big Bang al futuro”. Verranno presentate, alla luce degli ultimi dati, le teorie sulla nascita dell´Universo e sulla formazione e lo sviluppo delle prime galassie, delle stelle e dei buchi neri, dalle epoche più remote fino ad oggi. L´universo è costituito in massima parte da forme di energia e materia che ancora non conosciamo. Una delle sfide più importanti della ricerca è proprio capire l´origine e il ruolo di questi elementi sconosciuti dell´evoluzione cosmica e il modo in cui essi determinano la struttura dell´Universo, così come oggi ci appare. Così come accade negli organismi viventi, l´evoluzione dell´Universo è determinata da un continuo ritorno di informazioni dalle strutture cosmologiche a quelle stellari. Le esplosioni di raggi gamma, che si verificano nell´Universo ad un ritmo di quasi una volta al giorno e durano da pochi millisecondi a diversi minuti, sono segnali di altri eventi misteriosi, come la caduta di una stella o la genesi di un buco nero. I metalli, elementi essenziali della vita sulla Terra, sono espulsi nell´ambiente dalle Supernove, le stelle alla fine del loro ciclo vitale, e forniscono la materia prima per le future generazioni stellari. I nuovi telescopi spaziali e terrestri intanto continuano ad esplorare l´Universo, dalle sue parti più remote, a miliardi di anni luce da noi, fino alle stelle più vicine, alla ricerca di altri sistemi solari. Chair Lodewijk Woltjer- Professor of Astronomy and Astrophysics. Haute Provence Observatory, France Speakers; Lisa Randall - Professor of Physics, Harvard University; Paolo De Bemardis - Professor of Astronomy and Astrophysics, La Sapienza University, Rome Gúntherhasinger–astrophysicist,director Max-planck-physics for Extraterrestrial; Physics, Germany - Margherita Hack – Professor of Astronomy and Astrophysics, University of Trieste. Panel discussion: Franco Pacini – Professor of Astronomy and Astrophysics University of Florence, Astronomica) Observatory, Arcetri, Florence: Giovanni Bignami – Professor of Astronomy and Astrophysics University of Pavia, Director Centre d´Etude Spatiale des Raynnements, Toulouse, France; Lodewijk Wolijer-professor of Astronomy and Astrophysics. Haute Provence; Observatory, France Luigi Piro - Astrophysicist, Istituto Astrofisica Spaziale Fisica Cosmica, Inaf, Rome; Willy Benz – Professor of Physics and Astrophysics, University of Berne Panel discussion. Venerdi 22 Settembre 2006 - “L´evoluzione Della Vita Il Darwinismo alla luce della moderna genetica” La vita sulla Terra dalla sua origine ha avuto una lunga evoluzione. Molti dettagli di questo processo ancora non si conoscono, ma i principi generali ormai sono noti e possono essere sintetizzati nella cosiddetta Teoria Neodarwiniana, la migliore spiegazione scientifica oggi esistente dell´evoluzione e della diversificazione degli esseri viventi. Si tratta della versione aggiornata del pensiero originale di Charles Darwin. L´evoluzione rimane un campo di ricerca in piena espansione, soprattutto alla luce delle nuove conoscenze sul Dna. Oggi sono disponibili intere sequenze del genoma di numerose forme di vita, che permettono l´analisi e il paragone fra specie completamente differenti tra loro, come i funghi e gli scimpanzé, offrendo nuovi spunti nello studio delle relazioni evolutive e dello stesso processo evolutivo. Ii tema verrà trattato da studiosi di diverse discipline, con un´attenzione particolare su quanto sappiamo della comparsa dell´uomo sulla Terra e delle tappe dell´evoluzione umana. Chair Peteratkins – Professor of Chemistry, Oxford University. Speakers: Edoardo Boncinelli- Professor of Biology and Genetics, Vita-salute University, Milan; Richard Dawkins- Simonyi Professor for the Public Understanding of Science, Oxford University; Denis Duboulé - Professor of Zoology and Animai Biology, Geneva University; Director Nccr ´Frontiers in Genetics´, Geneva; lan Tattersall– Division of Anthropology, American Museum of Natural History, New York; Luigi Luca Cavalli Sforza – Professor of Human Genetics, Stanford University. Panel discussion Round Table: Evolution in Science and Culture: Chair Edoardo Boncinelli- Professor of Biology and Genetics, Vita-salute University, Milan Participants: Tecumseh Fitch - School of Psychology, University of St. Andrews, Scotland; Richard Dawkins - Simonyi Professor for the Public Understanding of Science, Oxford University; Marc Hauser- Professor of Psychology, Organismic & Evolutionary Biology and Biological Anthropology, Harvard University; Daniel Dennett – University Professor and Austin B. Fletcher Professor of Philosophy, Director Center for Cognitive Studies, Tufts University; - Steven Pinker– Johnstone Family Professor, Department of Psychology, Harvard University. Airc Conversation: Edoardo Boncinelli – Piero Angela; Round Table: Evolution and Society (in collaboration with Observa) Chair Piero Angela. Participants Massimiano Bucchi, Gilberto Corbellini, Telmo Pievani. Sabato 23 Settembre 2006 “L´evoluzione Del Pensiero Una storia naturale della cultura” Nel corso della cosiddetta "Rivoluzione paleolitica" ( fra i 50. 000 e 10. 000 anni fa), l´uomo comincia a manifestarE una serie di attitudini per attività totalmente nuove: inclinazione alla ritualità, come il seppellire i morti espressione nell´arte rupestre, interesse agli ornamenti del corpo - tutti segnali di un´intelligenza simbolici fondamentalmente simile alla nostra. Inoltre molti degli elementi che ´caratterizzano il comportamento umanc moderno si possono ritrovare in epoche ancora più antiche. La nascita e lo sviluppo del pensiero è dunque ur campo affascinante dell´evoluzione, che integra i contributi di altre scienze come l´archeologia, la genetica, lE neurobiologia e l´etologia. La comunità scientifica è concorde nella convinzione che le origini del linguaggio articolato e dell´autocoscienzE siano la chiave per comprendere l´evoluzione della cultura umana. Questa sessione si occuperà dell´intelligenza umana in rapporto a quella delle specie più vicine, delle bas biologiche del linguaggio umano, della struttura minima comune a tutte le lingue, dell´origine del pensiero magicc e della nascita e sviluppo della sensibilità morale e religiosa. Questi studi riaprono il dibattito sulle questioni di fondo circa la natura dell´uomo, come il libero arbitrio, Ie socialità, lo sviluppo della tecnologia e l´evoluzione futura. Chair Giulio Giorello - Professor of Philosophy of Science, University of Milan. Speakers: Irenàus Eibl-eibesfeldt – Professor, Humanethologische Filmarchiv, Max-planck-gesellschaft and Humanwissenschaftliches Zentrum der Ludwig-maximilian Universitàt Múnchen, Germany; Steven Pinker– Johnstone Family Professor, Department of Psychology, Harvard University; Marc Hauser– Professor of Psychology, Organismic & Evolutionary Biology and Biological Anthropology, Harvard University; Michael Gazzaniga - Director Sage Center for the Study of Mind, Uni. Of California, Santa Barbara; Daniel Dennett – University Professor and Austin B. Fletcher Professor of Philosophy, Director Centei for Cognitive Studies, Tufts University. Panel discussion Chair Marcelo Sànchez Sorondo - Chancellor Pontificai Academy of Sciences, Vatican City Speakers: Philip Pettit– L. S. Rockefeller University Professor of Politics and Human Values,princeton University; Maurizio Martelli – Professor of Informatics, Dean Faculty of Sciences Mfn, University of Genoa; Tomaso Poggio - Eugene Mcdermott Professor, Computer Science and Artificial Intelligence Lab, M. I. T. ; Antonio Damasio - David Dornsife Professor of Neuroscience; Director, Brain and Creativity Institute, University of Southern California. Panel discussion. Closing Ceremony. .  
   
   
LE POLITICHE SCIENTIFICHE A CONFRONTO CON LA REALTÀ: GENERE, DONNE E GIOVANI NELLA SCIENZA NELL´EUROPA CENTRALE E ORIENTALE  
 
 Bruxelles, 13 giugno 2006 - L´1 e 2 dicembre 2006 a Praga (Repubblica ceca) si svolgerà un convegno sul ruolo delle donne nella scienza nell´Europa centrale e orientale organizzato dal "Central European Centre for Women and Youth in Science". Il centro costituisce il primo progetto di sostegno a livello regionale finanziato dalla Ce concepito per le donne e i giovani. Il convegno offrirà l´opportunità di valutarne l´impatto e di presentarne l´esito e i risultati conseguiti, tenendo conto del divario sempre maggiore tra gli obiettivi delle politiche e dei programmi scientifici e la loro effettiva attuazione. Durante la conferenza saranno discussi per la prima volta nell´Europa centrorientale i fattori che ad oggi ostacolano l´attuazione di un´efficace politica scientifica, nonché il divario tra la situazione attuale e gli obiettivi fissati in relazione all´uguaglianza di genere e alla posizione dei ricercatori nelle prime fasi della loro carriera. A tal fine verranno analizzate e divulgate le pratiche correnti concernenti le attività di ricerca e l´attuazione delle politiche. Http://www. Cec-wys. Org/html/ .  
   
   
DIRITTI DELLE DONNE/PARI OPPORTUNITÀ LA SITUAZIONE DELLE DONNE IN EUROPA E NEL MONDO PREOCCUPA I DEPUTATI  
 
Bruxelles, 13 giugno 2006 - Il Parlamento europeo ha adottato definitivamente una direttiva sull´attuazione del principio di pari opportunità e della parità di trattamento in materia di occupazione e impiego. Ma ha anche affrontato un ampio dibattito sulle discriminazioni nei confronti delle donne rom e sul ruolo delle donne nei conflitti armati, come vittime e strumenti di guerra ma anche come vettori di pace. Pari opportunità e parità di trattamento in materia di occupazione e impiego L´aula ha inoltre adottato, senza modifiche, la raccomandazione di Angelika Niebler (Ppe/de, De) sulla direttiva in merito all’attuazione del principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne in materia di occupazione e impiego. Si tratta di un testo organico che raccoglie, chiarisce, semplifica e attualizza la vigente normativa Ue dispersa in sette direttive. Porterà all´abrogazione di norme e contratti che violano il principio di non discriminazione e all´adozione di disposizioni che consentono ai lavoratori di tutelarsi. Essendo frutto di un compromesso con il Consiglio, la direttiva potrà presto entrare in vigore e gli Stati membri dovranno darvi attuazione entro due anni. La direttiva pone un divieto generale di discriminazione fondata sul genere per quanto attiene al livello delle retribuzioni per un medesimo lavoro, ai regimi professionali di sicurezza sociale, all´accesso al lavoro, alla formazione e alla promozione professionali e alle condizioni di lavoro. Agli Stati membri è quindi imposto di abrogare tutte le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative contrarie al principio della parità di trattamento, mentre potranno essere dichiarate nulle e prive di effetto quelle contenute in contratti individuali e collettivi o nei regolamenti delle aziende. Gli Stati membri dovranno anche dotarsi delle norme atte a permettere a chi si ritiene leso di tutelarsi e di prevedere un sistema di risarcimento o riparazione del danno. Sono anche chiamati a stabilire norme relative alle sanzioni da infliggere in caso di violazione. Dovranno anche designare uno o più organismi per la promozione, l´analisi, il controllo e il sostegno della parità di trattamento e incoraggiare il dialogo tra le parti sociali, gli accordi collettivi e le prassi nazionali e, infine, stimolare i datori di lavoro e i responsabili della formazione a prendere misure efficaci per prevenire tutte le forme di discriminazione sessuale, in particolare le molestie e le molestie sessuali. Discriminazione delle donne rom Le donne rom sono discriminate in Europa e, pertanto, i deputati chiedono agli Stati membri di adottare misure volte a superare la loro "segregazione razziale" negli ospedali e nelle scuole, a migliorarne le condizioni abitative e a favorirne l´occupazione e l´inclusione sociale. Sono poi sollecitati interventi, anche finanziari, a favore dell´imprenditoria delle donne rom. La loro situazione deve costituire un criterio chiave in vista delle future adesioni all´Ue. Adottata dall´Aula con 412 voti favorevoli, 21 contrari e 48 astensioni, la relazione di Lívia Járóka (Ppe/de, Hu) esorta i poteri pubblici dell´Unione ad effettuare rapide indagini in merito alle accuse di gravi abusi dei diritti dell´uomo nei confronti delle donne Rom, a punire rapidamente i colpevoli e a fornire un adeguato indennizzo alle vittime. In tale contesto, invita gli Stati membri a inserire tra le loro «priorità principali» le misure intese a fornire una migliore protezione per la salute riproduttiva e sessuale delle donne, a prevenire e vietare la sterilizzazione forzata e a promuovere la pianificazione familiare, le soluzioni alternative ai matrimoni in giovane età e l´educazione sessuale. Ma anche a prendere misure proattive per debellare «la segregazione razziale nei reparti maternità», a garantire l´elaborazione di programmi destinati a fornire servizi alle vittime Rom di atti di violenza domestica, e ad essere particolarmente vigilanti per quanto riguarda il traffico di donne Rom. Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero elaborare una serie di misure volte a garantire che le donne e le ragazze abbiano accesso, a condizioni di parità, ad una istruzione di qualità, «anche approvando leggi positive che esigano la fine della segregazione nelle scuole e definiscano i dettagli di progetti destinati a porre fine all´istruzione distinta e di seconda classe destinata ai bambini Rom». Dovrebbero anche migliorare le condizioni abitative dei Rom prevedendo il riconoscimento, da parte della legislazione nazionale, del diritto ad un alloggio decente, adottando progetti generali per finanziare il miglioramento delle condizioni di vita e di alloggio nei quartieri con una considerevole popolazione Rom e «ordinando ai poteri locali di garantire rapidamente l´approvvigionamento in acqua potabile ed elettricità, lo smaltimento dei rifiuti, i trasporti pubblici e le strade». Gli Stati membri sono anche invitati a mettere a disposizione campi per i Rom nomadi «affinché essi possano disporre di un livello di confort e di igiene soddisfacente». Per il Parlamento, gli Stati membri dovrebbero anche garantire l´accesso di tutte le donne Rom alle cure sanitarie di base, di urgenza e preventive nonché la parità di trattamento e le pari opportunità nelle politiche in materia di occupazione e inclusione sociale. A quest’ultimo proposito, si tratterebbe di affrontare il problema dei tassi di disoccupazione molto elevati tra le donne Rom e, in particolare, di lottare contro i grandi ostacoli determinati dalla discriminazione diretta in fase di assunzione. La relazione chiede inoltre l´adozione del principio di "obbligo positivo", in virtù del quale gli enti statali e non statali sono tenuti per legge a garantire una rappresentanza di donne Rom proporzionata alla loro presenza in seno alla popolazione locale. I governi sono esortati ad esaminare gli ostacoli all´attività indipendente delle donne Rom, a definire programmi destinati a permettere una registrazione agevole, rapida e poco onerosa delle donne Rom imprenditrici e che esercitano un´attività indipendente, a favorire l´accesso al credito, compreso il microcredito, per il finanziamento di imprese da parte di donne Rom. Il Parlamento, poi, raccomanda agli Stati membri e alla Commissione di promuovere modelli d´imprenditorialità sociale, appositamente rivolti alle donne Rom. All’esecutivo, inoltre, è chiesto di appoggiare, «mediante i suoi numerosi meccanismi finanziari», le attività destinate in particolare alle donne Rom e di riesaminare le norme per l´attribuzione di tutti tipi di finanziamento «al fine di garantire disposizioni particolari volte ad includere le donne Rom». I deputati, d’altra parte, invitano le istituzioni della Ue a considerare la situazione delle donne Rom nei paesi candidati «un criterio chiave per valutare il livello di preparazione di detti paesi all´ingresso nell´Unione europea», compresa la situazione delle donne Rom nei paesi candidati non tradizionalmente o immediatamente associati alle questioni dei Rom. Nel chiedere poi alle istituzioni comunitarie di incitare i governi a raccogliere e a pubblicare dati sulla situazione degli uomini e delle donne Rom, il Parlamento invita l´Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia ad avviare una serie di studi sul ruolo dei media nel promuovere l´antinomadismo e, in particolare, sulla promozione di stereotipi negativi sulle donne Rom. Situazione delle donne nei conflitti armati Le donne sono, allo stesso tempo, vittime e strumenti di guerra, ma anche vettori di pace. La relazione di Véronique De Keyser (Pse, Be) - adottata dal Parlamento con 315 voti favorevoli, 23 contrari e 67 astensioni - sottolinea l’importanza dell’accesso ai servizi di salute riproduttiva e chiede giustizia per le vittime degli stupri. Chiede poi rafforzare il ruolo delle donne nei processi decisionali postbellici. La relazione mette in luce la «responsabilità degli Stati» di porre fine all’impunità e di perseguire i responsabili di genocidi, crimini contro l´umanità e di guerra, comprese le violenze sessuali, lo stupro, la schiavitù sessuale, la prostituzione forzata, la gravidanza forzata e la sterilizzazione forzata perpetrate ai danni di donne e bambine. Inoltre, i deputati chiedono «tolleranza zero» allo sfruttamento sessuale dei bambini, delle bambine e delle donne nei conflitti armati e nei campi profughi. E, in proposito, esigono «sanzioni severe sul piano amministrativo e penale nei confronti del personale umanitario, dei rappresentanti delle istituzioni internazionali, delle forze di mantenimento della pace e dei diplomatici che vi facessero ricorso». Per i deputati, le donne hanno una «particolare propensione al dialogo e alla non violenza» e ciò potrebbe quindi contribuire «in modo molto efficace» a prevenire e a gestire pacificamente i conflitti, ma possono avere un ruolo positivo anche nella ricostruzione postbellica. Il Parlamento sottolinea quindi la necessità di rafforzare il ruolo delle donne nei processi decisionali politici nell´ambito della ricostruzione di un paese, nonché la loro presenza politica al tavolo dei negoziati. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero quindi assicurare un´adeguata assistenza tecnica e finanziaria a sostegno dei programmi che consentano alle donne di partecipare pienamente alla condotta di negoziati di pace e che conferiscano alle donne potere nella società civile nel suo complesso nonché ai programmi di disarmo, smobilitazione e reinserimento. Da notare che - con 242 voti favorevoli, 187 contrari e 8 astensioni - è stato cancellato il riferimento alla necessità di ricorrere a un sistema di quote per garantire la presenza femminile. D´altra parte, il Parlamento condanna l´apologia del martirio che oggi coinvolge i giovani e le giovani e rileva che il suicidio offensivo (kamikaze) «semina confusione tra fervore religioso e resistenza disperata a un´occupazione o a un´ingiustizia. Tale fenomeno, precisano però i deputati, «non è conseguenza dell´Islam, ma del ruolo tradizionale e dei valori delle donne, in particolare la loro verginità» che, peraltro, è un «elemento presente anche nelle società non islamiche». Parallelamente, si compiacciono del fatto che tale fenomeno, la sua estensione e la sua manipolazione mediatica «vengano oggi denunciati da talune autorità islamiche in nome stesso del Corano, che promuove il rispetto della vita». .  
   
   
CONFERENZA MINISTERIALE EUROPEA SULL´UGUAGLIANZA TRA UOMINI E DONNE  
 
Roma, 13 giugno 2006 - “Il costo economico della disuguaglianza tra uomo e donna”. E´ stato questo il tema principale della 6ª Conferenza ministeriale organizzata dal Consiglio d´Europa, svoltasi l’8 e il 9 giugno a Stoccolma. La Conferenza, che ha visto riuniti i Ministri responsabili per le pari opportunità dei quarantasei Stati membri dell´Organizzazione, ha inteso porre l´attenzione sulla difficoltà di affrontare le sfide che si presentano, senza attuare politiche e misure governative al fine di eliminare ogni disuguaglianza tra i sessi. Obiettivo principale della Conferenza è stato quello di mettere in evidenza come i costi personali, sociali ed economici della disuguaglianza tra i sessi siano di gran lunga maggiori se comparati a quelli per realizzare strategie che consentano di pervenire ad un’uguaglianza de facto tra i sessi; e come l’attuazione di pari opportunità tra uomo e donna rappresenti una condizione fondamentale e ineludibile dalla democrazia, nonché un sostanziale prerequisito per lo sviluppo economico. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/conferenza_europea/index. Html .  
   
   
INCONTRO CON LE REGIONI: ENTRO GIUGNO UN NUOVO PATTO NAZIONALE PER LA SPESA SANITARIA  
 
Roma, 13 giugno 2006 - Nel pomeriggio di ieri si è svolto presso il Ministero dell´Economia e delle Finanze un incontro tra i Ministri dell´Economia e delle Finanze Tommaso Padoa-schioppa, della Salute Livia Turco, degli Affari regionali e autonomie locali Linda Lanzillotta, e il viceministro Vincenzo Visco, con i Presidenti delle Regioni Lazio, Campania, Abruzzo e Molise, e i rappresentanti di Liguria e Sicilia. Ha partecipato il presidente della conferenza Stato-regioni, Vasco Errani. Nel corso dell´incontro sono state esaminate le problematiche sorte in seguito all´applicazione della Legge Finanziaria 2006 che ha comportato lo scorso 1 giugno l´aumento automatico delle aliquote Irpef e Irap per le Regioni citate. E´ stato convenuto che il rapporto tra amministrazioni centrali e regionali in materia sanitaria dovrà essere riesaminato per correggere gli aspetti problematici emersi dall´esperienza degli ultimi anni. E´ stato deciso di avviare immediatamente un lavoro comune per mettere a punto il più rapidamente possibile gli elementi essenziali di un nuovo Patto nazionale per la spesa sanitaria. Elementi cardine di tale Patto saranno: - garanzia di adeguati livelli essenziali di assistenza, soddisfacenti e coerenti con la condizione del Paese; - sistema di finanziamento che connetta l´apporto dello Stato con la piena responsabilità finanziaria della Regione per la copertura di eventuali superamenti dei limiti di spesa; - collaborazione tra Stato e Regioni per monitorare ed elevare i livelli di efficienza del servizio; - rispetto dell´esigenza di risanare i conti pubblici. Il Ministro Padoa-schioppa ha auspicato che la collaborazione tra Governo e Regioni possa condurre, entro la fine di giugno, al varo di un nuovo Patto di stabilità nazionale per la spesa sanitaria che tuteli adeguatamente la salute dei cittadini e che sia coerente con la necessaria disciplina dei conti pubblici. Ove tale risultato fosse raggiunto, il Ministro si è detto disposto a valutare la possibilità di revoca dell´intervenuto aumento delle aliquote fiscali nelle sei regioni. .  
   
   
FORUM INTERNAZIONALE SULLA VALUTAZIONE COMPARATIVA  
 
 Bruxelles, 13 giugno 2006 - Il 21 e il 22 giugno si svolgerà a Basilea (Svizzera) l´International Benchmarking Forum (forum internazionale sulla valutazione comparativa). Il convegno di quest´anno, basato sui più recenti progetti di valutazione comparativa delle regioni sviluppati da Bak Basel Economics, sarà incentrato sul contributo apportato dai dati e dalle attività di ricerca di Bak alla formulazione di strategie economiche nelle regioni. Le ricerche intraprese dal 2005 permetteranno di focalizzare l´attenzione sulle domande seguenti. - In quali regioni si trovano i centri finanziari più efficienti e quali sono le località migliori da visitare o nelle quali insediarsi? Quali sono le loro formule di successo? - Quali regioni conseguono i risultati migliori in ricerca, sviluppo e produzione di prodotti di tecnologia avanzata nei settori informazione, comunicazione, sanità , energia, trasporti e produzione? Quali fattori sono alla base di tali prestazioni? - Qual è l´impatto quantitativo che esercitano nel tempo le politiche applicate a livello regionale/metropolitano relativamente a ricerca, sviluppo, istruzione, regolamentazione dei mercati, tassazione e trasporti su crescita reale del Pil, valore aggiunto lordo dei settori chiave, produttività e occupazione? Rappresentanti di governi, imprese e università presenteranno il loro punto di vista durante le sessioni plenarie e nel corso dei workshop. I partecipanti al forum avranno la possibilità di discutere tutte le tematiche in modo approfondito. Http://www. Bakbasel. Com/ .  
   
   
ATTENZIONE AGLI AUMENTI DEI PREZZI CAUSATI DALL´ADESIONE ALL´EUROZONA  
 
 Bruxelles, 13 giugno 2006 - L’ampliamento dell’eurozona deve essere realizzato valutando la sua stabilità a lungo termine. E’ quanto afferma il Parlamento chiedendo il pieno rispetto dei criteri di Maastricht. I nuovi membri dovrebbero poi stilare dei piani di transizione e stabilire procedure efficaci per tutelare i consumatori da aumenti ingiustificati dei prezzi nella fase transitoria. Agli attuali membri dell´Uem è chiesto di realizzare maggiori sforzi per coordinare le loro politiche economiche e monetarie. Con 510 voti favorevoli, 40 contrari e 66 astensioni, il Parlamento ha adottato la relazione di Werner Langen (Ppe/de, De) sull´allargamento della zona euro la quale, anzitutto, ricorda che l´adesione alla zona euro richiede il pieno rispetto dei criteri di Maastricht: un elevato livello di stabilità dei prezzi, bilanci pubblici che non presentino disavanzi eccessivi, adesione di almeno due anni al meccanismo di cambio Ii dello Sme e rispetto dei normali margini di fluttuazione, convergenza dei tassi d´interesse a lungo termine, compatibilità della legislazione nazionale con il trattato di Maastricht e convergenza economica. Rammenta, inoltre, che i requisiti del patto di stabilità e di crescita si applicano a tutti gli Stati membri e che quelli che beneficiano di una deroga «devono adempiere ai criteri di Maastricht prima di poter aderire alla zona euro». Il Parlamento sottolinea infatti che un´adesione prematura «può comportare sviluppi inaspettati nel processo di convergenza economica» e rileva che la convergenza economica in taluni Stati membri candidati «non è tanto sviluppata da consentirne una rapida adesione». Pertanto chiede che tutti i criteri siano pienamente rispettati prima dell´adozione dell´euro. D´altra parte, i deputati si dicono convinti che l´esame del livello di preparazione di un paese a adottare l´euro dovrebbe «garantire continuità e parità di trattamento a tutti gli Stati membri». Esortano quindi la Commissione ad utilizzare criteri comuni per la valutazione dei dati economici e finanziari. Inoltre, opponendosi «fermamente» all´adozione di provvedimenti speciali in materia di rispetto dei criteri di Maastricht, invitano la Commissione a valutare i criteri di convergenza in conformità al trattato e, in tale contesto, sottolineano l´importanza di valutare la stabilità a lungo termine della zona euro. In proposito, sottolineando che «l´allargamento della zona euro dovrebbe rappresentare un´opportunità per l´attuazione della governance economica, precisano che la sua stabilità a lungo termine dovrebbe essere valutata «anche in funzione della sua capacità di assorbire nuovi paesi». Il Parlamento sottolinea poi la necessità di definire piani nazionali di transizione dettagliati per assicurare un´agevole adozione dell´euro. Tali piani, è precisato, devono associare gli organismi locali e nazionali responsabili dell´introduzione dell´euro e comprendere un calendario dettagliato per la modifica delle legislazioni nazionali e delle disposizioni amministrative e per l´adeguamento degli enti pubblici. In questo esercizio, aggiungono i deputati, occorre «tenere pienamente conto degli insegnamenti tratti dall´introduzione dell´euro nel corso della prima ondata». Gli Stati membri in procinto di aderire alla zona euro dovrebbero quindi garantire la tempestiva disponibilità di banconote in euro presso le banche «per abbreviare i tempi della doppia circolazione» e prestare un´attenzione particolare alla protezione dei consumatori durante la fase di transizione. A tale proposito, i deputati chiedono che siano adottate leggi che richiedano l´indicazione obbligatoria dei prezzi nelle due valute per un periodo di tempo sufficientemente lungo e che si stabiliscano «procedure efficaci per tutelare i consumatori da aumenti ingiustificati dei prezzi durante la fase di transizione». Occorre poi organizzare chiare campagne d´informazione destinate al pubblico «per sottolineare che l´unica arma contro gli aumenti ingiustificati dei prezzi è la facoltà dei consumatori di scegliere liberamente i loro fornitori». In tale contesto, un´attenzione particolare va attribuita alla fissazione dei prezzi in situazioni di monopolio pubblico o privato e da parte delle autorità pubbliche. Tali Stati, infine, sono invitati a istituire, per un periodo di almeno due anni, un Osservatorio incaricato di pubblicare i dati relativi all´andamento di una decina di prezzi al consumo particolarmente significativi. Per i deputati, è nell´interesse dei nuovi Stati membri e della zona euro nel suo insieme effettuare un´analisi accurata dei costi e dei benefici derivanti dall´adozione dell´euro in una fase precoce, soprattutto tenendo conto del fatto che «l´adesione alla zona euro ha conseguenze importanti in termini di strumenti di politica monetaria e richiede uno spazio adeguato per la politica finanziaria». Ritenendo, infine, che la preparazione all´ingresso nella zona euro, dopo l´adesione allo Sme, possa comportare di per sé benefici consistenti, i deputati sottolineano che la data di adesione «non dovrebbe essere l´obiettivo principale», essendo «molto importante procedere in modo credibile e sostenibile per garantire il successo dell´introduzione dell´euro nei nuovi Stati membri». Per quanto riguarda gli ultimi sviluppi nella composizione della zona euro, il Parlamento si compiace dell´adesione della Slovenia ritenendo che ciò avrà un impatto positivo sull´economia europea nel suo insieme. D´altra parte, deplora la raccomandazione negativa sulla Lituania e chiede «spiegazioni chiare e esaustive sulla base dei calcoli adottati per applicare i criteri di inflazione». Infine, incoraggia l´Estonia a continuare gli sforzi per soddisfare i criteri di adesione e divenire entro breve membro dell´area euro. In merito agli attuali membri dell´area euro, il Parlamento rileva che, al fine di migliorare la convergenza reale delle economie e limitare il rischio di shock asimmetrici nell´Uem, è necessario che essi intensifichino i loro sforzi per un più efficace coordinamento delle politiche economiche e monetarie, in particolare rafforzando le strategie comuni all´interno dell´Eurogruppo. Tali sforzi, è specificato, potrebbero iniziare con il coordinamento del calendario di bilancio e l´elaborazione dei bilanci sulla base delle stesse ipotesi sull´andamento del tasso di cambio euro-dollaro e delle stesse proiezioni sul prezzo del petrolio. Facendo proprio un emendamento avanzato dal Ppe/de, inoltre, il Parlamento invita gli Stati membri a dare alla Commissione la possibilità di controllare il rispetto dei criteri di Maastricht «sulla base di dati ben definiti, aggiornati, affidabili e di qualità». .  
   
   
BANCA INTESA ESERCITA LA PUT OPTION SUL 3,86% DEL CAPITALE DI BANCO ABN AMRO REAL  
 
 Milano, 13 giugno 2006 - Abn Amro e Banca Intesa informano che Banca Intesa ha esercitato l’opzione di vendere ad Abn Amro metà del 7,72% del capitale attualmente detenuto in Banco Abn Amro Real e che Abn Amro, avendo il diritto di pagare Banca Intesa in contanti o in azioni, ha optato per il pagamento in contanti. Banca Intesa riceverà circa 224 milioni di euro, realizzando una plusvalenza di circa 35 milioni nel conto economico consolidato del secondo trimestre 2006. Banca Intesa aveva acquisito una partecipazione dell’ 11,58% in Banco Abn Amro Real nel 2003 a parziale corrispettivo della vendita del 94,57% del capitale di Banco Sudameris Brasil a Banco Abn Amro Real avvenuta lo stesso anno. Nell’ambito di quell’operazione Banca Intesa aveva ottenuto il diritto di vendere ad Abn Amro un terzo delle azioni detenute in Banco Abn Amro Real nel giugno 2005, un altro terzo della partecipazione nel giugno 2006 e il rimanente a giugno 2007. Nel giugno 2005 Banca Intesa aveva esercitato la put option su un terzo dell’ 11,58% allora detenuto. Abn Amro è titolare di un’opzione call, esercitabile in qualsiasi momento, che le conferisce il diritto di acquistare le azioni di Banco Abn Amro Real detenute da Banca Intesa. In ogni caso Abn Amro ha il diritto di pagare Banca Intesa in contanti o in azioni. .  
   
   
PRECISAZIONI BANCA POPOLARE DI INTRA  
 
 Verbania Intra, 13 giugno 2006 - In relazione alle notizie apparse sulla stampa relativamente al provvedimento di interdizione temporanea pronunciato dal Gip nei confronti del Consigliere Lanfranco Vivarelli, la banca precisa che l’interdizione non comporta l’automatica decadenza dalla carica, né, al momento, si è ricevuta alcuna comunicazione di dimissioni da parte del Consigliere Vivarelli. Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Intra si riunirà, come previsto, nel pomeriggio per esaminare, tra l’altro, la situazione. .  
   
   
FIDEURAM INVESTIMENTI: MARKET OUT LOOK  
 
 Maggio 2006 Congiuntura Usa: I dati diffusi nel corso delle ultime settimane evidenziano che le condizioni del mercato del lavoro e della fiducia delle imprese hanno subito nel mese di maggio un deterioramento più forte delle attese. Il nostro scenario incorporava da tempo una decelerazione dell´economia nel corso del secondo trimestre, visti i ritmi non sostenibili che avevano caratterizzato la crescita (e, soprattutto, i consumi) nel primo trimestre dell´anno (5. 3% annualizzato); le informazioni più recenti mostrano che la crescita si è probabilmente portata sotto il potenziale (la nostra stima per il secondo trimestre è stata rivista al 2. 5% annualizzato) e non sembrano esservi motivi per ritenere che una significativa riaccelerazione possa verificarsi nel breve periodo. Il tasso di crescita dei consumi nel secondo trimestre, in particolare, è stato rivisto dal 3% al 2% annualizzato e le indicazioni provenienti dal mercato del lavoro non sono incoraggianti. La sorpresa più rilevante delle ultime settimane è infatti giunta dai dati sull´occupazione del mese di maggio che hanno evidenziato un aumento degli addetti molto modesto (75 mila unità, meno della metà delle attese) ed una decelerazione della creazione di occupati per il terzo mese consecutivo. E importante notare che nel corso della parte finale del mese di maggio si è anche registrato un aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione (circa 25 mila in più, al netto delle distorsioni derivanti dalla chiusura degli uffici pubblici a Portorico all´inizio del mese) che erano rimasti invece sostanzialmente stabili fra la metà di aprile e la metà di maggio. Anche la fiducia delle imprese del settore manifatturiero in maggio si è indebolita in misura superiore alle attese e l´indice Ism si colloca ora ai minimi dallo scorso agosto: in calo sono risultate, in particolare, sia le componenti relative alla produzione, che comunque si attesta ancora sul livello medio del primo trimestre, sia quelle relative agli ordini (in questo caso invece il dato di maggio rappresenta il minimo dell´ultimo anno). I dati relativi al mese di aprile hanno inoltre mostrato una pesante contrazione nell´edilizia residenziale, dove i ritmi di attività erano rimasti abbastanza solidi per tutto il primo trimestre. I continui segnali di un rallentamento dei ritmi di crescita hanno ridotto la probabilità che la Fed decida un ulteriore rialzo dei tassi nella riunione del Fomc di fine giugno, ma l´aumento superiore alle attese dell´inflazione core nei mesi di marzo e aprile implica che, pur nell´elevata incertezza che caratterizza l´esito della prossima riunione, un incremento dei tassi rappresenta ancora lo scenario centrale. In questa direzione si sono mosse, in particolare, le più recenti dichiarazioni del Presidente della Fed, Bernanke, e le minute della riunione del Fomc del 10 maggio che hanno mostrato una preoccupazione per i rischi di inflazione più marcata rispetto alle attese. L´esito della riunione di fine giugno rimane comunque molto incerto e il dato sull´inflazione di maggio (che darà diffuso il 14 giugno) riveste notevole importanza. Area Euro: La crescita del Pil nel primo trimestre si è dimostrata robusta ed in linea con le attese (2. 4% annualizzato); sebbene tali ritmi siano inferiori a quanto indicato dalle indagini sulla fiducia delle imprese, si deve considerare che il maltempo ha indubbiamente fornito un apporto negativo (il calo degli investimenti in costruzioni ha da solo sottratto quasi 1´1% alla crescita annualizzata della Germania). L´effetto di "traino" della Germania sul resto dell´area euro è ben visibile nei dati relativi al Pil per l´Italia (+2. 4% annualizzato), nonché nella forza della domanda interna (al netto delle scorte) in Francia (+2. 6% annualizzato). Per quest´ultima il Pil è aumentato solo del 2. 2% annualizzato, proprio per effetto di una brusca correzione al ribasso delle scorte, che dovrebbero tornare su livelli positivi nel trimestre corrente. L´aspetto più rilevante dei dati di crescita del primo trimestre consiste nella conferma di un netto recupero della domanda interna, trainata dai consumi privati (in crescita del 2. 8%), mentre gli investimenti fissi sono risultati più deboli (+1. 0%), soprattutto a causa dell´impatto negativo del maltempo sul settore delle costruzioni. Le indicazioni per la crescita del secondo trimestre continuano a mantenersi estremamente brillanti: i primi dati relativi alle vendite al dettaglio in Francia e Germania nel mese di aprile mostrano un ingresso molto forte nel secondo trimestre, che dovrebbe mantenere i consumi privati dell´area euro sugli stessi ritmi di crescita del primo trimestre. Le indagini sulla fiducia delle imprese hanno invece iniziato nel mese di maggio una correzione al ribasso dopo gli elevatissimi livelli raggiunti negli ultimi mesi. Ciononostante, non si è trattato di riduzioni significative e l´impatto dell´aumento del prezzo del petrolio e dell´apprezzamento del tasso di cambio è parso decisamente lieve. Confermiamo pertanto la nostra previsione di un´ulteriore accelerazione del Pil dell´area curo al 2. 9% annualizzato nel secondo trimestre, che dovrebbe riallineare maggiormente i dati del P1l con i livelli raggiunti dalle indagini. Nella seconda metà dell´anno l´apprezzamento del tasso di cambio (quasi il 3. 5% da inizio anno in termini nominali effettivi) e l´aumento del prezzo del petrolio, dovrebbero determinare un indebolimento della crescita attorno al 2. 0%, che, in relazione all´evoluzione dell´occupazione potrebbe anche risultare meno pronunciato. La ripresa del ciclo degli investimenti e dei consumi dovrebbe pertanto proseguire e progressivamente irrobustirsi nella seconda metà dell´anno, supportando le attese di una prosecuzione del ciclo restrittivo da parte della Bce. Recenti dichiarazioni di alcuni esponenti del Consiglio Direttivo sono parse estremamente aggressive e tendenti a preparare il mercato ad un intervento più corposo nella riunione di giugno (50 punti base invece che 25). In effetti, sia i dati reali che i dati di inflazione (in aumento al 2. 5% a maggio, secondo la stima preliminare di Eurostat, dal 2. 4% di aprile), nonché la forza degli aggregati monetari e creditizi (la crescita dei prestiti al settore privato ha toccato un altro record storico ad aprile) preoccupano visibilmente gli esponenti più aggressivi della Bce. Al contempo, riteniamo che la recente volatilità dei mercati (che peraltro non stanno prezzando un aumento di 50 punti base a giugno) e del tasso di cambio effettivo (che da solo ha già effettuato una restrizione di circa 25 punti base con il movimento degli ultimi due mesi) dovrebbe indurre ad una maggiore cautela ed a preferire una mossa restrittiva più modesta (di soli 25 punti base). Giappone e Cina: L´economia giapponese è cresciuta dell´1. 9% annualizzato nel primo trimestre, supportata dalla domanda interna privata (consumi privati, investimenti residenziali e non), mentre il canale estero ha aggiunto solo un decimale alla crescita, soprattutto a causa del rimbalzo delle importazioni (che si erano contratte nel trimestre precedente). I dati relativi ai prezzi dei terreni delle principali città hanno mostrato una crescita sia nel comparto commerciale sia in quello residenziale, segnalando che per entrambi sarebbe già stato superato il punto di minimo. Relativamente ai dati sul fatturato di beni di investimento relativi al primo trimestre (risultati in contrazione del -4. 9% t/t), quelli non residenziali, nel primo trimestre (cresciuti nel Pil del 5. 8% t/t annualizzato), sarebbero stati supportati soprattutto da investimenti in strutture ed in misura minore da quelli in macchinari ed attrezzature. I tassi di crescita degli investimenti non residenziali sono particolarmente importanti anche per le decisioni di politica monetaria della Banca Centrale del Giappone (Boj), che aveva identificato infatti, in presenza di un´eventuale significativa riaccelerazione di questi ultimi, il rischio di eccessi nella capacità produttiva nel medio termine (e quindi di pressioni deflazionistiche). Al momento continuiamo a considerare plausibile un atteggiamento cauto della Boj che si è vista costretta a rallentare la normalizzazione delle riserve nel sistema bancario per non indurre rialzi nei tassi di interesse nel mercato interbancario. In Cina, dopo il rialzo di 27bp dei tassi di riferimento deciso a fine aprile, sono seguite nel mese di maggio numerose misure volte principalmente a ridurre la speculazione sul mercato immobiliare ed a rendere i prezzi delle abitazioni maggiormente allineati ai redditi delle famiglie. In particolare, è stata aumentata la quota di pagamento in contante (30% dal 20% precedente) richiesta per l´acquisto di una seconda casa di dimensioni superiori ai 90 m2, è stata introdotta una tassa del 5. 5% sul guadagno in conto capitale in caso di vendita entro i 5 anni dall´acquisto in modo da ridurre il turnover; è stato imposto ai costruttori il mantenimento di una quota di appartamenti di dimensione inferiore ai 90 m2 (per aumentare l´offerta di appartamenti meno cari) ed è stato intimato agli stessi di costruire sui terreni già acquistati (per evitare speculazioni sui terreni). Complessivamente queste misure non sembrano volte a ridurre l´attività nel settore delle costruzioni, ma piuttosto a razionalizzarla. Nel corso del mese, poi, è stato aumentato il prezzo al dettaglio dei carburanti (diesel e benzina) del 10%-12%, al fine di migliorare l´efficienza energetica del comparto industriale, anche se tale manovra potrebbe influire anche sui consumi delle famiglie (che potrebbero comunque attingere agli elevati risparmi per non ridurre i volumi di consumo). Mercati Obbligazionari - Nel mese di maggio si è parzialmente interrotto il trend negativo che aveva caratterizzato i principali mercati obbligazionari internazionali dall´inizio dell´anno. Il sensibile calo degli indici azionari e l´allargamento degli spreads dei titoli dei mercati corporate, high yields ed emergenti hanno generato un ritorno di interesse verso i titoli governativi, in un contesto che ha evidenziato un aumento della volatilità delle quotazioni dovuta in parte anche all´impostazione restrittiva della politica monetaria adottata dalle banche centrali. Il dato principale, che è emerso dalla dinamica dei mercati nel mese di maggio, è costituito da un generale aumento dell´avversione al rischio. Questo fattore, soprattutto in Europa, per ragioni legate all´inclinazione della curva dei rendimenti, ha determinato una miglior performance dei titoli a breve-media scadenza. Il mercato obbligazionario statunitense è stato caratterizzato da un andamento altalenante registrando le performance migliori nei momenti di maggior debolezza delle quotazioni azionarie e dei mercati a spreads. La curva dei rendimenti ha stranamente evidenziato, in una fase di aumento dell´avversione al rischio, una riduzione del differenziale tra la parte a breve termine e quella a medio-lungo termine. Le ragioni sono in parte da ricercare nel rendimento anomalo registrato nel mese precedente dai titoli a scadenza 2 anni che era addirittura inferiore di 15 pb rispetto ai tassi sui Fed Funds, poiché si era ipotizzata una interruzione da parte della Fed del ciclo di rialzo dei tassi d´interesse. Sono proprio le attese sulle prossime mosse della Fed che rendono incerto l´andamento del mercato obbligazionario americano. Sembra ormai vicino il termine del processo di normalizzazione dei tassi d´interesse e la Fed ha dichiarato che le prossime decisioni di politica monetaria saranno adottate sulla base delle evidenze macroeconomiche; in particolare risulteranno decisive la previsione di un rallentamento dell´economia su ritmi più sostenibili e un eventuale aumento dell´inflazione, che nell´ultimo mese si è fatto più concreto. La tendenza che sembra prevalere, e che è emersa anche dalle minute della riunione di maggio, è la preoccupazione per l´aumento delle pressioni inflazionistiche che condurrebbe a giugno ad un ulteriore rialzo dei tassi pari a 25 pb. Elementi decisivi risulteranno i prossimi dati sul mercato del lavoro, con particolare attenzione alla dinamica del costo del lavoro stesso, e l´andamento dell´inflazione core. Un rialzo di questi indicatori orienterebbe la Fed ad operare ancora in senso restrittivo, d´altro lato si osserva che i segnali di rallentamento del mercato immobiliare sono sempre più concreti e se gli influssi di questa dinamica cominciassero ad essere evidenti a livello dei consumi si concretizzerebbe l´attesa di rallentamento economico prospettato da tempo dalla Fed che porterebbe ad una sospensione della fase di rialzo dei tassi. In Europa, il mercato dei titoli governativi ha registrato una significativa riduzione dei rendimenti sulle scadenze sino ai 5 anni ed aumento di oltre 10 pb dell´inclinazione positiva della curva dei rendimenti. Le attese per le prossime mosse della Bce sono più chiare rispetto alla situazione statunitense: è infatti scontato, ad inizio giugno, il terzo rialzo del tasso di riferimento che arriverà al 2. 75% e rimangono valide le aspettative sulla base delle quali i tassi si attesteranno in un intervallo compreso tra il 3% ed il 3,25% entro la fine dell´anno. La buona performance della parte a breve e medio termine è stata resa possibile da rendimenti che ad inizio mese già scontavano ampiamente le prossime manovre sui tassi d´interesse mentre più difficile è la percezione dell´azione di politica monetaria nel prossimo anno. La Bce, così come la Fed, dovrà monitorare gli effetti dei rialzi dei tassi d´interesse sulla crescita dell´economia ed allontanare i rischi legati alle pressione inflazionistiche che cominciano a venire percepiti anche in Europa. Dal punto di vista macroeconomico è proseguito anche in questo mese il trend positivo che riguarda sia i dati effettivi sia le attese future. Il trend del mercato obbligazionario europeo nei prossimi mesi dipenderà quindi da eventuali fenomeni di ricomposizione dell´asset allocation globale verso attività meno rischiose ma fondamentali saranno l´evoluzione del quadro macroeconomico, le aspettative e l´atteggiamento di politica monetaria che verrà adottato dalla Bce. La tendenza per i tassi in Europa appare tuttora al rialzo, i fattori di rischio rispetto a questa impostazione sono rappresentati da un possibile rallentamento dell´economia americana superiore a quanto attualmente scontato dal mercato, che porterebbero ad una revisione al ribasso delle stime di crescita anche per le altre economie, e dalla possibilità di un ulteriore deciso rafforzamento dall´euro, che ridurrebbe decisamente la componente di domanda estera a sostegno delle economie europee. • In Giappone il rendimento del titolo guida con scadenza a dieci anni ha raggiunto, all´inizio del mese di maggio, i massimi dell´anno per poi ritracciare in modo importante nelle settimane successive e attestarsi verso la fine del mese intorno all´1,9%. Gli operatori continuano a monitorare l´azione della banca centrale, che in questo periodo ha iniettato discreti volumi di liquidità nel sistema bancario per mantenere i tassi vicino allo zero. La domanda interna ha mostrato qualche segnale di rallentamento ma le esportazioni continuano a rimanere vivaci, in parte aiutate dal deprezzamento del cambio. Sebbene il tankan di giugno abbia parzialmente deluso le attese, l´andamento dell´occupazione e del reddito rimangono solidi, sostenendo l´ipotesi che il rallentamento dell´economia sia solo temporaneo. Si ritiene tuttavia che, nell´attuale fase di incertezza che caratterizza la politica monetaria, possa continuare ancora l´aggiustamento dei tassi verso il basso. Inflation Linked I titoli inflation linked, in Europa ed in America, hanno evidenziato rendimenti in linea con i titoli a cedola fissa di pari vita residua. Le break even inflation hanno subito una marginale contrazione chiudendo il mese al 2. 13% e 2. 65% sulla scadenza decennale in Europa ed in America rispettivamente. In termini prospettici, assumendo che il petrolio si mantenga nel range 65-76 dollari al barile è lecito attendersi una riduzione delle break even inflation (peraltro già prezzata dal mercato nei livelli forward) ed un rendimento totale degli inflation linked in linea con i titoli nominali di pari vita residua. Corporate Durante il mese di maggio si è assistito ad una pressione significativa nell´area corporate euro in seguito al sensibile calo dei mercati azionari che ha causato un generalizzato aumento per il premio al rischio. Come consueto in queste fasi, i settori più volatili e le classi di rating inferiori hanno sofferto in misura più marcata. La correzione è quindi stata innescata da un aumento della volatilità sull´azionario e non da variazioni significative negli elementi di valutazione dei titoli corporate che rimangono invece sostanzialmente favorevoli: bassi tassi di fallimento, domanda solida e offerta in aumento. L´approccio si conferma però cauto per l´esigua remunerazione offerta a fronte di crescenti fattori di rischio, soprattutto legati alla possibilità di maggiore indebitamento nel futuro per sostenere l´attività di crescita esterna. High Yield L´asset class Global High Yield ha registrato nel mese di maggio un andamento negativo, interrompendo il trend positivo che la caratterizzava da inizio anno. I rendimenti dei titoli governativi si sono, infatti, stabilizzati dopo un lungo trend di rialzo, mentre gli spread hanno visto un aumento piuttosto marcato che ha più che cancellato la componente cedolare di rendimento. Come per tutte le altre asset class a spread, anche per gli High Yield i ritorni negativi sono da attribuire non tanto al deterioramento dei fondamentali quanto ad una maggiore volatilità negli indici azionari. L´approccio si conferma quindi difensivo a causa dei fattori di rischio da tempo evidenziati ed in particolare a quelli collegati al probabile peggioramento della qualità del credito speculativo. Emerging Market Nel mese di maggio gli indici relativi ai mercati emergenti hanno registrato performance negative (Indice Jp Morgan Embi global composite: -2. 57% in dollari, -3. 57% in euro). Tuttavia, mentre nei mesi precedenti i ritorni negativi sono stati frutto di rialzi dei tassi registrati sui treasury americani a fronte di un differenziale di rendimento relativo alla componente credito (ovvero il compenso (spread) richiesto dal mercato per investire in titoli con rischio default) in continua contrazione, nel mese di maggio lo spread dell´indice Embi ha registrato un marcato allargamento rispetto ai titoli governativi americani. Le motivazioni di tale movimento sono da ricercare nei timori di inflazione negli Usa e nella prospettiva che la Fed possa continuare il ciclo restrittivo di politica monetaria per un periodo superiore alle attese dei mercati. Le performance peggiori si sono registrate nell´area latino-americana, in particolare in Brasile a causa della volatilità legata all´attesa delle elezioni politiche. L´approccio si conferma cauto: nonostante da un punto di vista fondamentale il quadro rimanga solido, l´attuale livello degli spread, in un contesto di tassi in aumento, rende l´asset class poco attraente. Mercati Azionari Nel mese di maggio i mercati azionari internazionali hanno registrato performance negative. Gli indici azionari degli Stati Uniti e dell´Europa e in misura maggiore l´indice del Giappone, e quello dei mercati emergenti, hanno prodotto rendimenti in euro negativi in un contesto di volatilità crescente e di sensibile riduzione della propensione al rischio (Usa -5,04%, Europa,-5,23%, Giappone -8,05% e mercati emergenti -12,49%). In sintesi, il ritorno negativo dell´indice mondiale azionario Morgan Stanley All Country World è stato per il mese di Maggio del 6% circa. (dato espresso in euro). A livello settoriale, sia negli Stati Uniti sia in Europa, i comparti che hanno mostrato le perdite più contenute sono stati quello sanitario e quello dei beni di largo consumo (Staples); tra i peggiori va segnalato in Europa il settore industriale e negli Usa quello relativo alla tecnologia. Le motivazioni principali alla base della correzione dei mercati azionari sono da ricondurre, principalmente, alla sostenibilità della crescita globale e, secondariamente, alla dinamica meno favorevole delle condizioni monetarie rispetto al passato. Allo stesso tempo va osservato come, dopo la recente correzione, le valutazioni azionarie di diversi settori a livello globale siano prossime a raggiungere livelli attraenti e, contemporaneamente, la crescita degli utili registrata fino ad ora si mantenga su una solida traiettoria. Questi elementi suggeriscono un approccio favorevole alle azioni rispetto alle obbligazioni; l´evoluzione di determinati indicatori macroeconomici e aziendali richiede tuttavia in questa fase una particolare attenzione. In particolare, dal punto di vista macroeconomico, negli Stati Uniti la decelerazione in atto sul mercato immobiliare unita a prezzi energetici e tassi di interesse più elevati ha iniziato a condizionare negativamente l´andamento dei consumi; si potrebbe inoltre assistere ad una riduzione della crescita della produzione industriale dovuta alla recente combinazione di ordini più deboli e di scorte più elevate. In Europa, il ciclo di crescita economica si colloca in una fase potenzialmente più forte rispetto a quella degli Stati Uniti dal momento che, dopo i dati molto incoraggianti dal settore produttivo, anche i dati relativi ai consumi sembrano fmalmente confortanti. In questo contesto, va comunque ricordato che la politica monetaria della Bce è divenuta gradualmente più restrittiva ed il tasso di cambio si è notevolmente rafforzato. Da un punto di vista aziendale, è particolarmente importate monitorare il delicato passaggio dalla fase di ristrutturazione e di consolidamento societario a quella di espansione, che dovrebbe ragionevolmente riflettersi in un aumento della spesa in investimenti, sostenuta da profitti in crescita e da alti livelli di flussi di cassa. In Giappone, i dati macro e gli ultimi utili societari annunciati delineano nel complesso uno scenario a favore della crescita economica (anche domestica). Tuttavia, per il 2006 le assunzioni di crescita da parte delle aziende relativamente al fatturato rimangono generalmente conservative, in una fase nella quale molte imprese hanno concluso lunghi cicli di ristrutturazione e hanno innalzato sensibilmente il proprio livello di investimenti, che rappresenta il principale motore della ripresa attuale. A tal proposito va prestata particolare attenzione all´andamento dei nuovi ordini e delle scorte, che recentemente puntano verso una crescita della produzione industriale più moderata, situazione analoga a quella osservata in Paesi dell´area emergente come la Corea del Sud e Taiwan. Usa Il settore degli Industriali ha realizzato da inizio anno una performance positiva, nettamente superiore a quella del mercato nel complesso, risultando tra i migliori settori del mercato americano. I titoli industriali, supportati da flussi in acquisto significativamente più sostenuti della media e caratterizzati da un buon andamento nella prima parte dell´anno, hanno registrato ad inizio maggio una flessione ricalcando quella dell´indice generale. A supportare il comparto degli Industrial sono stati i dati macroeconomici ancora incoraggianti, una stagione degli utili che ha confermato una domanda sostenuta su quasi tutti i mercati di riferimento, un costante miglioramento dei margini di profitto e una continua creazione di cassa da parte delle imprese, che ha portato ad un generalizzato potenziamento dei piani di riacquisto di azioni proprie. All´interno del settore si sono distinti, nel corso del periodo di riferimento, il mercato dell´aviazione civile e quello edilizio. Il primo ha confermato l´ipotesi di un ciclo pluriennale di espansione degli utili, continuando a mostrare segnali incoraggianti soprattutto sul versante dei servizi alter-market (ricambi e manutenzione) che, oltre a contribuire in maniera sostanziale al fatturato del settore aerospaziale di buona parte dei titoli che vi operano, è quello caratterizzato da più alta profittabilità. Il mercato dell´edilizia ha invece mostrato nel segmento residenziale una contrazione inferiore alle aspettative e totalmente bilanciata dall´andamento del segmento non residenziale che ha trainato la domanda di condizionatori, impianti di sicurezza, ascensori ed altri generi di equipaggiamento. La flessione, che ha caratterizzato dall´inizio di maggio i titoli degli Industriali, non ha riguardato fattori specifici del settore ma un più generalizzato timore legato alle pressioni inflazionistiche e di conseguenza anche alle future mosse da parte della Fed. I dati riguardanti il comparto, infatti, rimangono assolutamente incoraggianti con una buona visibilità per tutto il 2006. L´unica eccezione è rappresentata dal segmento dell´edilizia residenziale, che ha cominciato a rallentare anche se in maniera molto graduale. Un contributo fondamentale viene dal comparto energetico e dai mercati emergenti, che rappresentano una fetta crescente del fatturato del settore. Il costo delle materie prime, che da tempo è uno dei maggiori motivi di preoccupazione da parte degli investitori, non rappresenta tuttavia un problema in considerazione del potere dei produttori, in termini di aumento dei prezzi, derivante dalla forte domanda. Europa Il settore degli Industriali in Europa nel mese di maggio è stato interessato da vendite significative e da un trend piuttosto negativo, sottoperformando il mercato europeo. Le motivazioni di tale movimento sono riconducibili all´andamento generale delle borse che hanno mostrato una pronunciata debolezza. I titoli industriali, inoltre, non sono più stati sostenuti dal buon momentum che li aveva caratterizzati nei primi quattro mesi dell´anno e questo ha portato addirittura ad una maggiore penalizzazione del comparto rispetto agli altri settori del mercato. Nonostante il ribasso registrato nel mese di maggio, gli Industriali continuano ad essere supportati positivamente dai seguenti elementi: la forte crescita del Pil mondiale dovrebbe favorire il mantenimento della domanda per il settore su livelli soddisfacenti. Inoltre, diversi indicatori macroeconomici quali la produzione industriale e l´indice Ifo (preposto a misurare la fiducia delle imprese in Germania), che storicamente hanno avuto un´elevata correlazione con l´andamento del settore, hanno mostrato, nell´ultimo periodo, dati che sorprendono in positivo; i fondamentali aziendali evidenziano buoni profitti e redditività oltre ad una solidità del bilancio aziendale. I risultati societari, inoltre, continuano a rispettare, e in molti casi superare, le attese degli analisti; le valutazioni continuano a mantenersi molto ragionevoli, nonostante i rialzi registrati nei mesi precedenti, grazie alle continue revisioni al rialzo degli utili societari. I rischi connessi al comparto sono legati alla debolezza generale dei mercati, in considerazione anche del fatto che la ciclicità del settore ha una forte correlazione con i mercati azionari, e all´eventuale rotazione settoriale che potrebbe avere delle ripercussioni negative sull´intero comparto. Mercati Azionari: Tecnologici Usa Nei primi mesi dell´anno il settore tecnologico statunitense ha evidenziato un andamento sostanzialmente allineato al resto del mercato, accumulando una marcata underperformance nei mesi di aprile e maggio. Il movimento del settore tecnologico negli ultimi due mesi va interpretato soprattutto come conseguenza dello scenario di maggior scetticismo circa le prospettive del comparto azionario nel suo complesso, che ha fatto progressivamente crescere la preferenza per i settori difensivi del mercato (telecom e consumi di base). L´analisi delle trimestrali non ha evidenziato scenari particolarmente preoccupanti in termini di equilibrio tra domanda ed offerta, l´unica eccezione è il comparto dei semiconduttori, per cui risulta molto probabile l´innescarsi di una intensa guerra di prezzi tra i due leader di mercato Intel ed Amd. Le indicazioni dedotte dai risultati per i principali sub-settori della tecnologia in sintesi sono state: · Semiconduttori: si evidenzia un rallentamento nel primo trimestre in linea con la stagionalità, nonostante risultati contrastanti emersi da Amd ed Intel riconducibili alla competizione per la conquista di quote di mercato. Il successo nel lancio dei nuovi processori Dual Core ed il conseguente recupero di quota di mercato diventa ora l´evento centrale in grado di scongiurare una cruenta guerra di prezzi e di supportare quindi un significativo rialzo dai livelli attuali per Intel e per i produttori di semiconduttori nel complesso. · Pc Hardware: nel primo trimestre 2006 le vendite di Pc (in termini di unità) sono cresciute del 13% su base annua. La possibilità di una guerra di prezzo tra Dell ed Hp non è da escludere ma al momento non sembra che ciò possa avere significativi effetti sull´accumulo di scorte nel canale. · Telefonia cellulare: la forza del mercato è stata confermata da Nokia ed è stata ribadita sia dagli utili di Texas Instruments che da quelli di Motorola, Freescale e Qualcomm. La crescita resta trainata dall´andamento dei mercati emergenti e la lotta per la quota di mercato continua a causare una progressiva ma controllata contrazione nei prezzi medi di vendita. Le prospettive per il settore tecnologico dipendono principalmente dalla percezione delle prospettive per il mercato azionario nel suo complesso più che da considerazioni specifiche per l´industria. L´andamento delle stime per gli utili del settore, dopo la decisa riduzione registrata nel mese di gennaio, evidenzia ora una stabilizzazione delle aspettative di crescita su livelli ancora a doppia cifra decimale. Europa Il comparto tecnologico in Europa è stato recentemente caratterizzato da un trend piuttosto negativo, che ha ricondotto l´indice di settore ai livelli di prezzo di inizio anno. Il ritracciamento, iniziato ad aprile, è proseguito in modo molto marcato durante il mese di maggio, segnando una correzione complessiva di oltre il 10% rispetto ai massimi annuali. L´andamento del settore tecnologico — e dei segmenti industriali che lo compongono — è stato pesantemente influenzato dalla congiuntura globale dei listini, con il calo indistinto dei mercati che ha interessato in misura maggiore i settori che meglio si erano distinti negli ultimi mesi. Si deve inoltre notare che le prese di profitto, maturate dopo che le pubblicazioni trimestrali, pur evidenziando la sostanziale tenuta della domanda di prodotti tecnologici hanno sollevato alcune preoccupazioni sulla sostenibilità futura dei margini e sulla durata del ciclo industriale. L´industria del telecom equipment, pur beneficiando di un mercato finale robusto, specie nella componente dei cellulari, ha mostrato alcune pressioni al ribasso sulla redditività aziendale dovute alla crescente competizione ed ai processi di consolidamento tra aziende del settore. Per quanto riguarda il comparto dei semiconduttori, invece, il progressivo accumulo di scorte e l´elevato tasso di utilizzo degli impianti — due condizioni che generalmente anticipano il raggiungimento di un picco nel ciclo industriale — hanno giustificato le vendite sui titoli del settore. Complessivamente migliori delle attese sono stati i risultati dell´industria software, il cui indice di settore ha infatti sovraperformato il benchmark tecnologico complessivo, realizzando tuttavia una performance assoluta ugualmente negativa. Le informazioni più recenti delineano un contesto di sostanziale equilibrio tra rischi attuali e opportunità future che continuerà a condizionare il settore tecnologico nel breve periodo. Infatti, la prevalenza dell´aspetto macroeconomico, nel defmire i trend di mercato, potrebbe far perdurare l´attuale fase di avversione per il rischio favorendo i settori più difensivi — e meno esposti al dollaro — rispetto a quelli ad elevato beta. E´ tuttavia importante considerare che il recente calo dei prezzi ha riportato le valutazioni del settore verso valori abbastanza attraenti, quindi eventuali notizie positive provenienti dalla prossima pubblicazione degli utili aziendali potrebbe favorire un ritorno di interesse sull´intero comparto. .  
   
   
LA CONSOB CONFERMATA NEL COMITATO ESECUTIVO IOSCO - CONCLUSA AD HONG KONG LA TRENTUNESIMA ASSEMBLEA ANNUALE DELL’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLE AUTORITÀ DI VIGILANZA SUI MERCATI FINANZIARI  
 
Milano, 13 giugno 2006 - Ha chiuso l’8 giugno i suoi lavori la trentunesima assemblea annuale della Iosco (International Organization of Securities Commissions), l´organizzazione mondiale delle autorità di vigilanza sui mercati finanziari, che si è tenuta ad Hong Kong. All´assemblea - che ha registrato la presenza di oltre 600 delegati in rappresentanza di più 100 Paesi - ha partecipato attivamente una delegazione della Consob, guidata dal presidente Lamberto Cardia. Al termine dei lavori l’assemblea della Iosco ha confermato la presenza della Consob nel Comitato esecutivo, l’organismo ristretto di governo dell’organizzazione nel quale la Commissione siede ininterrottamente dal 1986. L’assemblea ha anche deciso di affidare alla Consob la presidenza della cosiddetta Implementation Task Force, il gruppo di lavoro che elabora i principi internazionali di regolamentazione in ambito Iosco, nonché la metodologia di verifica dell’attuazione da parte degli Stati membri. La Consob ha provveduto ad assegnare l’incarico a Carlo Biancheri, responsabile delle relazioni internazionali dell’Istituto. Con ciò si rafforza il contributo dell’autorità italiana alle attività degli organismi internazionali. La Consob, infatti, ha già la presidenza del gruppo di lavoro sul risparmio gestito, istituito presso il Committee of the European Securities Regulators (Cesr), l’organo di coordinamento tra le autorità di vigilanza sui mercati finanziari della Ue. Nel corso dei lavori sono state affrontate numerose questioni di rilievo per la regolamentazione e la vigilanza sui mercati finanziari, anche alla luce del processo di globalizzazione in atto. Il Comitato esecutivo ha registrato i significativi progressi nel campo della cooperazione internazionale che si sono consolidati nell’ultimo anno sulla base del protocollo d´intesa multilaterale adottato nel 2002 (Iosco Multilateral Memorandum of Understanding Concerning Consultation and Cooperation and the Exchange of Information), che ha visto la Consob tra i primi sottoscrittori. In occasione del meeting di Hong Kong si sono registrate numerose nuove adesioni al protocollo, che attualmente risulta sottoscritto dalle autorità di vigilanza di oltre trenta Paesi. Tra i numerosi temi trattati nel corso del meeting di Hong Kong si segnalano inoltre: la cooperazione transfrontaliera nel campo della vigilanza; gli hedge fund, anche attraverso ampie consultazioni con l’industria; l’attività delle task force sui temi della corporate governance e delle agenzie di rating; la vigilanza sulle società di revisione; la regolamentazione dei mercati secondari. L’assemblea ha ratificato l’ammissione, tra i membri ordinari dell’organizzazione, dell’autorità di vigilanza indiana. Tra i prossimi appuntamenti internazionali promossi dalla Iosco si segnala la conferenza del Comitato tecnico che avrà luogo a Londra nei giorni 16 e 17 novembre 2006. La trentaduesima assemblea annuale della Iosco si terrà a Mumbai, in India, nell’aprile del 2007. .  
   
   
LOTTOMATICA AUMENTO DI CAPITALE SOCIALE: SOTTOSCRITTO IL 99,714% DELLE 57.423.570 AZIONI ORDINARIE OFFERTA IN BORSA DEI DIRITTI DI OPZIONE NON ESERCITATI  
 
Roma, 13 giugno 2006 – Lottomatica S. P. A. Annuncia che durante il periodo di offerta in opzione agli azionisti conclusosi l’8 giugno 2006 risultano essere state sottoscritte complessivamente n. 57. 259. 340 azioni ordinarie di Lottomatica S. P. A. Di nuova emissione, pari al 99,714% delle n. 57. 423. 570 azioni offerte per un controvalore pari a 1. 456 milioni di euro. Al termine del periodo di offerta in opzione risultano pertanto non esercitati n. 262. 768 diritti di opzione, corrispondenti a n. 164. 230 azioni ordinarie. I diritti di opzione non esercitati verranno offerti in Borsa da Lottomatica S. P. A. Ai sensi dell’art. 2441, comma 3, del codice civile, per il tramite di Banca Aletti & C. S. P. A. Nelle riunioni del 14, 15, 16, 19 e 20 giugno 2006. Nel corso della prima seduta verrà offerto fino a un massimo del totale dei diritti; nelle sedute successive alla prima verrà offerto il quantitativo dei diritti eventualmente non collocato nei giorni precedenti. I diritti saranno messi a disposizione degli acquirenti presso Monte Titoli S. P. A. E la relativa sottoscrizione dovrà essere effettuata entro e non oltre il 21 giugno 2006 a pena di decadenza. .  
   
   
CAPITALISMO PUBBLICO NEL NORD EST ITALIANO  
 
Padova, 13 giugno 2006 - A un anno dalla scomparsa del giornalista Fabio Barbieri, i quotidiani da lui diretti (Il Mattino di Padova, La Tribuna di Treviso, La Nuova Venezia) lo hanno ricordato ieri a Padova nella Aula Magna del Palazzo del Bò (sede della storica Università) con un incontro su "i nuovi capitalisti pubblici del Nord-est", preceduto dagli interventi di chi Barbieri conobbe ed ebbe per amico: il Governatore della Banca d´Italia, Mario Draghi, il Presidente onorario del Gruppo L´espresso, Carlo Caracciolo, Giovanni Valentini di La Repubblica. Alla tavola rotonda, coordinata dal giornalista Paolo Possamai, ha partecipato anche, il Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. Rispondendo alle sollecitazioni del moderatore, ha spiegato perché la pubblica amministrazione continua a detenere quote di società di servizi. Il problema - come suggerito da altri relatori, fra cui l´economista Francesco Giavazzi - è di capire perché in Italia vi sono ancora molta industria e pochi servizi e perché questi nonostante le "privatizzazioni", sono ancora in mano pubblica. In sostanza ciò accade perché essendo la liberalizzazione ancora agli inizi e persistendo una sorta di "monopolio", allora è preferibile che esso sia esercitato dal pubblico. La trasformazione delle partecipate di servizi in società per azioni garantisce almeno una gestione di tipo privatistico e nel contempo quantità e qualità dei servizi offerti ai cittadini a costi minori. Il Friuli Venezia Giulia è impegnato da tempo a favorire forme di collaborazione o di fusione fra società di servizi (ad esempio per la gestione di autostrade e le multiutilities), ma finora al lavoro fatto non è corrisposta alcuna azione concreta. La recente iniziativa comune dei presidenti delle Regioni del Nord per la Tav può fare ben sperare per giungere a soluzioni nuove anche per autostrade e multiutilities, anche per far sì che le società attuali assumano quella massa critica che le renda in grado di concorrere alle gare europee per la gestione dei servizi. Infine, se la pubblica amministrazione privatizzasse le sue quote, la liberazione di risorse così ottenuta, andrebbe indirizzata verso investimenti e non a finanziare la spesa corrente. Parte di quegli investimenti dovrebbero rendere disponibili alle imprese risorse che sono: umane (scuola, università, formazione) conoscitive (centri di ricerca, centri per il trasferimento della conoscenza) finanziarie (per incentivare le imprese più innovative), materiali (infrastrutture fra cui quelle informatiche), amministrative. .  
   
   
ASTA DI METÀ MESE DEI BUONI ORDINARI DEL TESORO  
 
Regolamento 15. 06. 2006 Durata gg. 92 365
Prezzo medio ponderato 99,284 96,848
Ritenuta fiscale 12,5% 0,0895 0,394
Arrotondamento -0,0035 -0,002
Prezzo netto d´aggiudicazione 99,37 97,24
Rendimento semplice netto 2,48 2,80
Rendimento composto netto 2,50 2,80
Nell´ipotesi di applicazioni delle commissioni massime, i prezzi ed i rendimenti risultano
così modificati:
Commissioni massime 0,10 0,30
Prezzo netto d´aggiudicazione+commissioni (massime) 99,47 97,54
Rendimento semplice (minimo) 2,08 2,49
Rendimento composto netto (minimo) 2,10 2,49
Fonte Assiom .
 
   
   
INFRASTRUTTURE: UNA PRIORITÀ PER LO SVILUPPO IN CRESCITA COSTANTE GLI INVESTIMENTI NEGLI ULTIMI DIECI ANNI. NEL 2005, PERÒ, L’INCREMENTO DELLE RISORSE È DI SOLO LO 0,4% LODI, VARESE E VIBO VALENTIA LE PROVINCE CON LA MIGLIORE DOTAZIONE DI INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO RAGUSA, BELLUNO E CAGLIARI ULTIME IN CLASSIFICA  
 
Roma, 13 giugno 2006 – Lo sforzo del Paese per colmare il divario che ci separa dai principali partner europei in materia di infrastrutture deve continuare. Dal 1995 - anno in cui si e’ rafforzata l’iniziativa di governo per il miglioramento della dotazione infrastrutturale - al 2005, il rapporto tra investimenti in opere pubbliche e Pil è aumentato progressivamente, passando dal 2,2% del 1996 al 2,9% del 2005. In particolare, tra il 2001 ed il 2005, a fronte di una crescita complessiva dell’economia nazionale del 3,4%, gli investimenti in nuove opere pubbliche sono aumentati, in termini reali, del 39,9%, fornendo un contributo importante all’occupazione (nel 2005 il comparto delle costruzioni ha accresciuto i propri occupati di 600mila unità, il 20% delle quali provenienti da Paesi extracomunitari) e un apporto significativo alla crescita del Pil. Nel 2005, però, l’aumento degli investimenti in opere pubbliche ha subito un rallentamento, concretizzandosi in una crescita dello 0,4%, valore minimo registrato dal 1995, e questo può rappresentare il punto d’inversione di un ciclo espansivo iniziato nel 1996, e un chiaro effetto delle manovre di contenimento del debito pubblico che mette in discussione il ruolo sino ad oggi giocato da questo comparto. Eppure, l’Italia ha ancora seri ritardi da recuperare. Su 103 province, 57 hanno una dotazione di infrastrutture di trasporto inferiore alla media nazionale. Di queste, 27 sono province del Mezzogiorno, a dimostrazione della persistenza di un forte divario con le altre aree del Paese, ma alcune sono anche province ad alto tasso di sviluppo, come Vicenza, Treviso, Ferrara, il cui deficit infrastrutturale può mettere a rischio le ulteriori opportunità di crescita. Per alcune province, poi, un miglioramento delle vie di trasporto rappresenterebbe un vero e proprio salto di qualità. Pisa, Palermo o Reggio Calabria, insieme a Firenze e Roma, vedrebbero sensibilmente aumentare la propria capacità di attrazione in termini di consumi turistici e commerciali. Questi alcuni degli spunti che emergono dai tre studi promossi da Unioncamere e realizzati in collaborazione con il Cresme, l’Istituto Guglielmo Tagliacarne e il Gruppo Clas, presentati a Roma nell’ambito del convegno “Infrastrutture e competitività. Quale scenario per il sistema Italia?. “Il tema delle infrastrutture – ha detto il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli – è da tempo al centro del dibattito istituzionale. Parlare del loro sviluppo significa parlare di un fattore fondamentale di competitività dei diversi territori e delle attività economiche. La realizzazione di una rete infrastrutturale moderna è infatti determinante. Lo è sia quando l’economia di un Paese marcia a ritmo sostenuto, come alla fine degli anni Novanta, sia quando essa attraversa periodi di difficoltà, come quelli che abbiamo vissuto a partire dal 2001, sia, e forse ancora di più, quando la macchina produttiva ricomincia a dare segni di recupero, come sta accadendo in questi ultimi mesi. E’ necessario, insomma, che la realizzazione delle grandi infrastrutture resti una priorità del Paese: ne va del futuro del sistema imprenditoriale italiano”. Il contributo delle opere pubbliche all’economia italiana Nel 2005, investimenti oltre i 51miliardi di euro. Il focus di Unioncamere-cresme Secondo la ricerca promossa da Unioncamere e sviluppata dal Cresme, nel 2005 il valore degli investimenti per le opere pubbliche è stato di 43,7 miliardi di euro, pari al 28,1% degli investimenti in costruzioni, così suddivisi: 11,9 miliardi di euro investiti in edilizia non residenziale pubblica, di cui 5,9 in nuove costruzioni e 6 in manutenzione straordinaria e riqualificazione; 31,8 miliardi di euro investiti in opere del genio civile (strade, ferrovie, porti, aeroporti, reti idrauliche, del gas e dell’energia), di cui circa 19 miliardi in opere di nuova costruzione e 13 miliardi per la manutenzione straordinaria del patrimonio esistente. Aggiungendo ai 43,7 miliardi di euro di investimenti la spesa corrente per la manutenzione ordinaria del patrimonio edilizio e infrastrutturale esistente - pari a 7,5 miliardi di Euro - nel 2005 la spesa per le opere pubbliche risulta pari a poco più di 51 miliardi di euro. A Ferrovie Spa il primato come investitore Nel 2001-2005, il 36% degli investimenti è stato attivato dalle amministrazioni locali, Province e Comuni. Il primato di spesa è quello di Ferrovie dello Stato Spa, la società totalmente posseduta dal Tesoro che, nel periodo considerato, ha investito complessivamente 25,5 miliardi di euro, per una quota pari al 13% del totale. Ferrovie Spa ha incrementato il proprio volume di investimenti in tutto il periodo, raggiungendo nel 2005 l’ammontare di 7. 064 miliardi di euro, pari al 16% del totale. La parte principale di questo sforzo si è concentrata sulle nuove linee ad alta velocità. Contenuta, invece, la spesa per la rete stradale e autostradale principale: 8,6 miliardi di euro da parte dell’Anas e 6,6 miliardi da parte dei concessionari privati della rete autostradale. In forte crescita è anche il settore delle imprese del servizio pubblico locale, che nel 2005 ha sfiorato i 3,5 miliardi di euro di spesa, con un incremento di quasi il 65% rispetto al 2001. E’ il mondo delle società multiutilities e multiservices che sta vivendo una fase di profonda trasformazione, legata ai processi di privatizzazione. Nel 2005, Enel frena. Balzo in avanti del project financing Nel 2005, frenano tutti i principali enti di spesa (Enel diminuisce gli investimenti dell’11,6%, al netto dell’inflazione), con l’eccezione delle Ferrovie dello Stato Spa (+8,1%), delle imprese di servizio pubblico locale (+14,3%) e soprattutto del partenariato pubblico privato (+22,3%). Il balzo in avanti del partenariato pubblico privato (in particolare con la formula del project financing, art. 37 bis della Legge 109/1994) si spiega in particolare per effetto dell’avanzamento dei lavori di costruzione dell’ospedale di Mestre, per un investimento complessivo di 220 milioni di euro; del nuovo parcheggio (il più grande d´Italia) del polo esterno della Fiera di Milano (57 milioni); di progetti minori quali impianti sportivi, cimiteri, reti gas. Non hanno invece prodotto ancora visibili investimenti le grandi opere di trasporto come, ad esempio, l’autostrada Asti-cuneo, il collegamento autostradale diretto tra le città di Milano e Brescia (Brebemi) e la linea metropolitana di Firenze. I dati dell’Osservatorio Nazionale del Project Financing, promosso dal sistema camerale[1], mostrano inoltre come tale strumento accolga un interesse sempre più ampio da parte degli Enti preposti alla programmazione. Nella fattispecie, la crescita del partenariato è evidenziata dai dati sui bandi di gara per opere pubbliche, che registrano un aumento del 23% per numero di gare e del 49% per importo, a fronte di un ridimensionamento del mercato tradizionale dell’appalto, che diminuisce del 3,1% per numero e del 17,8% per importo. Legge Obiettivo: 228 opere per 267 miliardi di euro di investimenti Il programma delle opere inserite nella Legge Obiettivo riguarda complessivamente 228 opere, per 373 interventi e 188 sottointerventi. Un insieme suddiviso in 19 “macrovoci”, cui - alle 17 originariamente previste - la legge finanziaria 2004 ne ha aggiunte 2. Si tratta per la quasi totalità di opere relative ai trasporti o ad essi collegate: unica eccezione di un certo rilievo il progetto per la salvaguardia della laguna e della città di Venezia (Mose), lo sviluppo delle risorse idriche e altre opere minori, interventi che nel complesso incidono meno del 4% sul totale. Attualmente il programma prevede la realizzazione di opere per un costo complessivo di oltre 267 miliardi di euro (nel 2001 era di 126 miliardi di euro). Per valutare l’entità di tale cifra, si può prendere a riferimento la spesa del 2005 in opere del Genio civile, pari a 31,8 miliardi di euro. Questo significa che la realizzazione del programma assorbirebbe la totalità delle risorse destinate al settore per circa otto anni: trattandosi di investimenti di grande importanza, queste dimensioni non sembrano irragionevoli, ma è evidente che vada compiuta una verifica molto approfondita sulla reale “strategicità” di quanto previsto. Lo stato di attuazione del programma delle grandi opere Sulla base degli atti disponibili, è possibile restituire il seguente quadro realizzativo: 1 opera ultimata per un importo pari a 23 milioni di euro; opere in corso d’affidamento o affidate per 88,7 miliardi di euro (33,21% del totale); opere ancora in fase di progettazione (di cui solo l’1,3% con progettazione esecutiva) per 171 miliardi di euro. Tra le opere affidate o in corso di affidamento, 9 si riferiscono ad interventi da realizzare in partenariato pubblico–privato, per un importo pari a ca. 17,4 miliardi di euro. Le risorse disponibili e i fabbisogni residui Un passaggio determinante nell’ambito della procedura prevista dalla Legge Obiettivo è l’approvazione da parte del Cipe: se si utilizza questo parametro per valutare il costo delle opere che hanno raggiunto un sufficiente livello di avanzamento progettuale e su questo elemento misurare l’entità delle risorse disponibili e di quelle ancora carenti, il quadro che emerge è il seguente: Opere strategiche della Legge Obiettivo con delibera di attuazione Cipe: il quadro
30 Aprile 2004 30 Aprile 2005 30 Settembre 2005
Costo (Milioni euro) 35. 967 52. 942 68. 557
Risorse disponibili 18. 452 25. 942 32. 123
Fabbisogno residuo 17. 515 27. 000 36. 434
finanziario (Dati al 30 Settembre 2005)
Composizione %
Costo (Milioni euro) 100,00 100,00 100,00
Risorse disponibili 51,30 49,00 46,86
Fabbisogno residuo 48,70 51,00 53,14
Fonte: elaborazione Cresme Europa Servizi su dati Cipe e altre fonti A fronte di un costo complessivo che si aggira sui 267 miliardi di euro, solo opere per 68,6 miliardi sono state approvate dal Cipe e per queste le risorse disponibili sono poco meno della metà del fabbisogno (ca. 32 miliardi di euro). Ciò significa che il piano della Legge Obiettivo è ancora da finanziare per oltre l’80% del totale: ciò non è di per sé irrazionale, tenuto conto che oltre il 70% delle opere approvate dal Cipe prevede di chiudere i lavori dopo il 2010. Preoccupa però la possibilità che anche nel futuro si possa tenere un livello di investimento adeguato e, soprattutto, sembra necessaria una riflessione sulla capacità delle finanze pubbliche di destinare un flusso adeguato di risorse a tale scopo. La dotazione delle infrastrutture nelle province italiane Le due Italie del sistema dei trasporti: la fotografia Unioncamere-tagliacarne Secondo l’indagine curata dall’Istituto Tagliacarne, Al netto dei porti[2], 46 delle 103 province italiane fanno segnare un livello di infrastrutture di trasporto superiore alla media nazionale, mentre 57 rimangono al di sotto. Dominante la posizione del Centro-nord: 39 province su 46 si collocano al di sopra della media, con Liguria e Umbria che vantano il 100% di province con livello di infrastrutture superiore alla media. Nel Mezzogiorno, invece, solo 7 province su 36 hanno una dotazione superiore al valore medio, di cui 2 in Abruzzo. Nel contempo, ben tre regioni del Sud (Molise, Basilicata e Sardegna) non registrano alcuna provincia con valori dell’indicatore superiori a 100. Lodi, Varese e Vibo Valentia le prime in classifica. Roma sesta, Milano 37esima, Torino 61esima In cima alla graduatoria si incontrano Lodi, Varese, Vibo Valentia, Trieste, Novara e alcune realtà metropolitane come Roma, Genova e Bologna. Più arretrata la posizione di Milano (37^ posizione), Torino (61^ posizione) e di molte province del Nord-est. Se si mette in correlazione la dotazione infrastrutturale con il livello di sviluppo raggiunto (8 delle prime 10 province hanno un valore aggiunto pro capite molto superiore alla media nazionale), esistono alcuni casi particolari, come ad esempio Vicenza, Treviso, Ferrara e Udine, in cui lo sviluppo è stato raggiunto nonostante un livello di infrastrutturazione inferiore alla media, fattore di evidente criticità per la crescita nel futuro, ovvero le province del Sud, dove è evidente che l’assenza di una efficiente rete di trasporto rappresenta un ostacolo alla riduzione degli squilibri regionali. L’elevata posizione di Lodi si spiega con la presenza sul territorio di infrastrutture generali di trasporto, ma soprattutto per la vicinanza a importanti scali aeroportuali (Linate e Malpensa) che estendono la loro influenza sul territorio. Stesso ragionamento vale per Varese, anch’essa influenzata positivamente dall’aeroporto di Malpensa, mentre per Trieste e Vibo Valentia l’elevata posizione nella graduatoria è spiegata da una modesta domanda potenziale cui fa da contraltare una buona dotazione complessiva: basterà citare per la provincia giuliana l’aeroporto di Ronchi e l’attività del porto, mentre per il capoluogo calabrese l’enorme peso derivante dal porto di Gioia Tauro, che sta trascinando il miglioramento della rete infrastrutturale dell’area. Per quanto riguarda le province più popolose d’Italia si ha una netta dicotomia: da un lato si trovano, infatti, Roma e Milano che fanno segnare una dotazione infrastrutturale largamente sopra la media, dall’altro lato si trovano invece Napoli e Torino, che si collocano tra le provincie con deficit rispetto alla media nazionale (rispettivamente al 56^ e 61^ posto). Considerando invece le 10 province meno abitate, si osserva che 6 di queste presentano un deficit di dotazione infrastrutturale compreso tra il numero indice di 74,8 del Verbano-cusio-ossola e il 45,0 di Sondrio, mentre le rimanenti quattro fanno segnare un surplus, tra cui spicca quello già evidenziato di Vibo Valentia. Chi sale e chi scende nel 2000-2004 Nell’ambito delle prime 10 posizioni sono 8 le conferme fra il 2000 ed il 2004. Le sole novità sono costituite da Terni (che passa dall’11^ al 9^ posto) e soprattutto da Ancona che passa dal 26^ al 10^ posto grazie al notevole impulso della rete ferroviaria. Analoghe considerazioni valgono per le 10 posizioni in coda alla classifica, le cui novità sono l’uscita di Aosta, che recupera 9 posizioni grazie alla crescita della rete stradale, ed il conseguente ingresso di Lecce, che vede una diminuzione sia per quanto riguarda la rete stradale che quella ferroviaria. Scendendo nel dettaglio delle singole tipologie di infrastrutture, si nota nella rete stradale una pressoché totale cristallizzazione degli equilibri nell’ambito delle prime 10 posizioni, anche se all’interno di questo gruppo di province è significativa la crescita di Novara, dovuta al significativo miglioramento della rete autostradale complessiva (+14%) e di quella a 3 corsie (+19%). Qualche movimento in più si riscontra nelle ultime 10 posizioni. Sono infatti 3 le province che abbandonano nel periodo considerato le ultime posizioni: Napoli (che recupera 24 posizioni), Varese e Como (+11 posizioni). Il capoluogo campano registra una nettissima crescita della rete autostradale a tre corsie (+55,3%), cosa di cui si avvale anche Varese, mentre per Como è lo sviluppo complessivo della rete autostradale (+12%) che consente di far recuperare posizioni alla provincia. Le ferrovie sono le protagoniste della grande crescita di Ancona, che sale al 1^ posto nell’indice di dotazione di questa tipologia infrastrutturale, con un recupero di ben 20 posizioni. Anche altre tre realtà riescono a collocarsi nella top ten del 2004. Si tratta di Viterbo (+7 posizioni), Brindisi (+8 posizioni) e soprattutto Perugia (+20 posizioni). Anche queste altre tre realtà si avvalgono dei miglioramenti introdotti dai servizi Eurostar. Meno vivace è l’evoluzione delle strutture portuali. Nelle prime 10 posizioni si nota l’ingresso di Trapani, che recupera 6 posizioni dal 15^ al 9^ posto non tanto per la crescita del proprio patrimonio portuale (che rimane pressoché stabile) ma per le avvenute modificazioni del patrimonio circostante che estendono la loro influenza anche su Trapani. Situazione molto simile a quella dei porti si riscontra negli aeroporti, con Verona che cresce di 6 posizioni e costituisce l’unico ingresso nelle prime 10 posizioni, avvenuto a scapito di Bergamo. .
 
   
   
IN VENETO NUOVO BANDO PER QUALITA’ E INNOVAZIONE  
 
Venezia, 13 giugno 2006 - La Giunta regionale del Veneto, su proposta dell’Assessore alle Politiche Economiche Fabio Gava, ha deliberato lo stanziamento di risorse per la concessione di contributi, a fondo perduto, per abbattere i costi sostenuti dalle Piccole e Medie Imprese con sede operativa nel Veneto, per l´acquisizione di servizi di consulenza, assistenza tecnica ed addestramento specifico del personale finalizzate all’adeguamento dei sistemi aziendali ai principi e alle norme della qualità. Si tratta di un bando previsto dalla legge regionale 3 del 1997 per “Interventi Regionale a Favore della Qualità e dell’Impresa” La dotazione finanziaria è di 2. 545. 200 Euro. La domanda dovrà essere trasmessa entro il 7 agosto 2006. Sono finanziabili gli interventi relativi all’implementazione dell’intero sistema aziendale secondo la norme europee di qualità, e gli interventi che riguardano le seguenti forme di certificazione di qualità riconosciute: Requisiti generali per l’accreditamento dei laboratori di prova e di taratura; Sistemi di gestione per la qualità per la produzione di serie e delle parti di ricambio nell´industria automobilistica; Sistema qualità per il settore dispositivi medici; Sistemi di gestione per la sicurezza alimentare; Requisiti per qualsiasi organizzazione nella filiera alimentare. Sono ammissibili a contributo le spese relative alla realizzazione di un progetto di consulenza esterna qualificata, da realizzarsi presso la sede operativa dell’impresa richiedente il contributo e che deve essere situata nel territorio regionale. Sono ammissibili, nell’ambito degli interventi indicati, le spese direttamente inerenti ai progetti per i servizi alle imprese, sostenute per consulenze e collaborazioni professionali che siano conformi al progetto redatto. Le attività progettuali, per beneficiare del contributo, devono essere realizzate e le relative spese sostenute successivamente alla presentazione della istanza di contributo. Le spese e i progetti ai quali esse si riferiscono dovranno essere, rispettivamente, pagate e conclusi entro il 28 febbario 2008. “Si tratta di un ulteriore sforzo finanziario - sottolinea l’Assessore Regionale allo Sviluppo Economico Fabio Gava - dopo quello profuso un paio di mesi fa con l’emanazione del bando per la qualità aziendale finanziato con fondi comunitari, che la Regione ha compiuto per la crescita qualitativa delle imprese, nella convinzione che nel mondo globalizzato la concorrenza si attui non tanto sui costi della produzione ma sulla qualità dei processi e dei prodotti. Oggi non è più pensabile che un’impresa italiana, e veneta in particolare, non abbia conseguito le certificazioni di qualità, che rendono l’impresa sicuramente maggiormente competitiva sui propri mercati”. .  
   
   
PIEMONTE: LA NUOVA POLITICA REGIONALE, DALLE GRANDI RIFORME AL FARE SVILUPPO  
 
Torino, 13 giugno 2006 - Mercoledì 14 giugno 2006, alle ore 17. 30, nell’Aula Magna del Rettorato, (Via Verdi, 8 Torino), si svolgerà un incontro – dibattito, “La nuova politica regionale, dalle grandi riforme al fare sviluppo”, organizzato dall’Aislo, (Associazione Italiana Incontri e Studi sullo Sviluppo Locale), Ires Piemonte, (Istituto Ricerche Economico Sociali) e Corep, (Consorzio per la Ricerca e l’Educazione permanente). Interverranno il Rettore dell’Università di Torino, Ezio Pelizzetti, il Presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, l’Assessore alle Politiche Territoriali della Regione Piemonte, Sergio Conti, il Presidente dell’Aislo, Stefano Mollica, il Capo Divisione Politiche Territoriali Ocse, Mario Pezzini, il Professore di Sociologia dell’Università di Torino, Arnaldo Bagnasco, e il Professore di Economia Internazionale dell’Università di Torino, Mario Deraglio. L’incontro-dibattito è stato organizzato in occasione della recente uscita del libro di Fabrizio Barca: “Italia Frenata. Paradossi e lezioni della politica per lo sviluppo”. L’autore, attore di primo piano della politica per lo sviluppo dell’ultimo decennio, ha svolto un’analisi delle recenti tendenze economico-sociali, da cui deriva una valutazione senza pregiudizi delle riforme attuate e insieme la ricerca di lezioni per il futuro. In particolare secondo Barca “la stagnazione sociale ed economica dell’Italia è dovuta alla mancata ricostruzione di un compromesso sull’assetto istituzionale dei mercati e dello Stato”. .  
   
   
CASA PER FASCE DEBOLI, FVG REGIONE PILOTA  
 
 Villa Manin, 13 giugno 2006 - Immigrazione ma anche impoverimento del potere d´acquisto causato da un aumento esiguo degli stipendi rispetto al costo della vita. Da questi presupposti - trattati nel corso del convegno "Dalla casa all´abitazione sociale", organizzato a Villa Manin da Federsanità dell´Anci - emerge una forte crescita del fabbisogno-casa per le fasce di reddito più disagiate in Friuli Venezia Giulia, dove le Ater sono alle prese con 5mila richieste di edilizia sovvenzionata ma dove quasi l´80 p. C. Della popolazione vive in abitazioni di proprietà, una situazione favorita anche dalla politica edilizia della Regione che, nel corso degli ultimi trent´anni, ha erogato 80mila contributi per le diverse forme di acquisizione della casa. I dati riportati da Gabriele Rabaiotti, esperto di politiche abitative del Politecnico di Milano, evidenziano che, a fronte di un aumento dell´1,5 p. C. Annuo degli stipendi, il costo d´acquisto della casa sale del 7 p. C. Mentre quello degli affitti registra una progressione addirittura del 12 per cento. Ciò nonostante, la necessità di case sarebbe smentita dalla statistica che assegna 130 case per 100 abitanti, evidentemente trattate troppo come investimento e non come un bene di servizio. La pressante esigenza di una casa sociale ha così ispirato la proposta elaborata all´interno dell´Anci in funzione di un sistema regionale per l´abitare sociale coordinato dai Comuni, condizione che proietterebbe il Friuli Venezia Giulia nel ruolo di Regione pilota di un progetto del ministero all´Economia per la creazione di un´Agenzia che, con l´obiettivo di identificare le migliori soluzioni per far fronte alla crescente domanda di abitazioni a basso costo, riunisca allo stesso tavolo istituzioni, Ater e soggetti sociali pubblici e privati. Le esigenze sociali abbracciano tutte le fasce considerate più deboli, dagli anziani agli immigrati ed ai disabili, ed è necessario garantire case adatte a coloro i quali le dovranno abitare. Le strategie regionali del welfare - ha commentato l´assessore alle Politiche sociali del Friuli Venezia Giulia - non possono prescindere da forme di integrazione avanzate tra settori nevralgici quali trasporti, edilizia, istruzione, lavoro, sanità e sociale. Stop all´assistenzialismo a favore di una riorganizzazione generale dei servizi sociali. In quest´ottica - ha proseguito l´assessore - l´Agenzia per l´Abitare sociale, non necessariamente organizzata su base regionale ma inserita nel contesto degli strumenti già esistenti, è un´opportunità in più a disposizione di quella che deve essere una task force per l´abitare sociale. L´agenzia per l´Abitare Sociale, ha spiegato un esponente del Consiglio nazionale per l´economia del lavoro (Cnel), fruirebbe di un fondo statale sperimentale, assegnato in forma triennale per finanziare i progetti-casa fino ad un massimo del 50 p. C. , innalzabile al 70 p. C. In caso di servizi aggiuntivi particolarmente avanzati.  
   
   
NO DELLA FEDERLAZIO AD AUMENTI IRAP  
 
 Roma, 13 giugno 2006 - La Federlazio esprime la sua preoccupazione per la situazione dei conti della Sanità e si augura che il piano antideficit predisposto dalla Regione, senza abbassare i livelli di assistenza per la cittadinanza, sia allo stesso tempo giudicato adeguato a scongiurare il rischio di un aumento dell’addizionale Irpef e dell’Irap. Innalzare nuovamente la tassazione sulle imprese significherebbe assestare un colpo mortale al sistema produttivo locale e alle sue possibilità di agganciare una ripresa che sembra timidamente affacciarsi. Più volte il mondo della Pmi si è trovato a richiedere l’abolizione totale dell’Irap, che penalizza nella sostanza le imprese più piccole e quelle a maggior presenza di lavoro. La stessa contenuta riduzione, pur attuata dalla Giunta precedente, era parsa largamente insufficiente a determinare una decisa inversione di rotta. Ma addirittura un aumento secco di un punto percentuale, che scatterebbe automaticamente nel caso il piano di rientro non fosse accettato dal Governo, ci riporterebbe indietro, ad una situazione che ci eravamo illusi di esserci lasciata alle spalle. Il provvedimento sarebbe un segnale molto negativo per le nostre imprese, che getterebbe una luce sinistra sulle loro prospettive future e qualche dubbio sulla reale volontà dell’attuale amministrazione di adottare politiche per lo sviluppo delle Pmi, anche in considerazione di sue altre recenti prese di posizione – ad esempio a proposito dell’energia con la vicenda della centrale di Civitavecchia – che sembrano confermare questa tesi. .  
   
   
CONFCOOPERATIVE FORLÌ CESENA: IL RUOLO DELL’IMPRESA SOCIALE TRA SUSSIDIARIETÀ E SVILUPPO DEL TERRITORIO  
 
Forlì, 13 giugno 2006 - Al ruolo dell’impresa sociale, alla luce della nuova disciplina che la regola e la definisce, e allo sviluppo del territorio in un’ottica di sussidiarietà, è dedicato il convegno che la Confcooperative provinciale ha organizzato per oggi , 13 giugno in collaborazione con la Facoltà di Economia di Forlì e la Università di Venezia. Il convegno si svolgerà all’Hotel San Giorgio di Forlì ad iniziare dalle ore 9,30. Poiché si intende proseguire sulla strada della sussidiarietà orizzontale, creando le basi per inserire la disciplina delle imprese sociali che è entrata in vigore dal 12 maggio nel contesto economico territoriale, si cercherà di promuovere un confronto con tutti quegli attori che nel territorio provinciale contribuiscono a creare le condizioni dello sviluppo. Ricco il programma di interventi che prevede dopo l’introduzione di Pierlorenzo Rossi, direttore provinciale di Confcooperative, le relazioni del professor Pier Luigi Sacco, dell’Università di Venezia, della presidente di Federsolidarietà nazionale e Portavoce del Forum Iii Settore Wilma Mazzocco, e del professor Giulio Ecchia presidente del Corso di Laurea di Economia delle imprese cooperative e delle onp dell’Università di Bologna. All’avv. Piergiuseppe Dolcini presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì il compito di analizzare il rapporto tra impresa sociale e Fondazioni, mentre l’assessore provinciale al Wellfare Alberto Manni interverrà sul ruolo delle pubbliche amministrazioni nel guidare il cambiamento e lo sviluppo. Coordina i lavori e il dibattito il presidente regionale di Federsolidarietà della Confcooperative Davide Drei. .  
   
   
TERRITORIO: TECNOLOGIE PER LA PROGRAMMAZIONE IN VENETO  
 
Venezia, 13 giugno 2006 - Moderne tecnologie, capaci di elebaorare milioni di dati a supporto della programmazione territoriale sono oggi disponibili, e la Regione del Veneto se ne sta dotando grazie ad un importante lavoro svolto dall’Unità di Progetto Sistema Informatico Territoriale e Cartografia. La situazione e i risultati raggiunti in questo delicato settore saranno al centro del Convegno “Dati e Tecnologie per lo Sviluppo Programmato del Territorio, che si terrà mercoledì 14 giugno prossimo con inizio alle 9. 15 alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia, per iniziativa della Regione del Veneto e di Mondogis, una Società Editrice specializzata nel settore che, per festeggiare il decennale, ha scelto di attivare 10 convegni in altrettante Regioni italiane. I lavori saranno aperti dall’Assessore regionale alle Politiche per il Territorio Renzo Marangon, e presenteranno le varie applicazioni tecnologiche possibili ed utilizzabili, nonché utilizzate in Veneto, nella vastissima materia della pianificazione territoriale e della conoscenza del territorio che ne è premessa indispensabile. “Recenti disposizioni legislative europee, nazionali e regionali in materia di territorio e ambiente - sottolinea Marangon - hanno introdotto norme tecniche che legano la pianificazione e la progettazione territoriale a specifiche modalità di raccolta e di gestione dei dati, definendone gli standars metodologico-informativi. Sono procedure che si stanno configurando come dei veri e propri Sistemi di Conoscenza, che il veneto ha recepito nella sua nuova legge urbanistica, prevedendo l’adozione ed il potenziamento dei diversi Sistemi Informativi Territoriali in una cultura volta interamente alle gestione integrata dei dati. Fare il punto sul cammino intrapreso e sui passi futuri sarà davvero utile ed interessante”. .  
   
   
ITALCEMENTI: FIRMATO UN MEMORANDUM OF UNDERSTANDING PER L´AVVIO DELLO STUDIO DI FATTIBILITÀ DI UNA NUOVA CEMENTERIA NEI PRESSI DELLA CITTÀ DI JEDDAH.  
 
Bergamo, 12 giugno 2006 – Il Gruppo Italcementi, nell´ambito degli accordi firmati lo scorso maggio 2005 con la saudita Arabian Cement Company, ha firmato un Memorandum of Understanding per l´avvio dello studio di fattibilità di una nuova cementeria nei pressi della città di Jeddah. I dettagli della capacità produttiva, i tempi di realizzazione e l’entità dell’investimento nel nuovo impianto saranno definiti all´esito positivo dell´esame del piano di fattibilità. .  
   
   
LA SFIDA ENERGETICA SI VINCE CON L´EFFICIENZA  
 
Bruxelles, 13 giugno 2005 - L´efficienza è la risposta «più grande, più rapida e più economica alle sfide della sicurezza energetica, al levitare e alla volatilità dei prezzi dell´energia e agli aspetti ambientali». Il Parlamento chiede quindi la rapida applicazione delle norme esistenti e l´integrazione dell´efficienza nelle politiche Ue. Occorre poi liberalizzare i mercati, incentivare gli investimenti e agire nel settore dei trasporti e dell´edilizia. E´ anche proposto un sistema di rottamazione degli elettrodomestici. Con la relazione di Alejo Vidal-quadras Roca (Ppe/de, Es), il Parlamento ricorda anzitutto che se gli Stati membri attuassero integralmente la normativa dell´Ue esistente, l´obiettivo dell´Unione di risparmiare il 20% dell´energia entro il 2020 sarebbe già raggiunto in misura del 50%. Li esorta quindi a dare piena esecuzione alle direttive europee nel settore dell´efficienza energetica, in particolare quelle sul rendimento energetico nell´edilizia, sulla promozione della cogenerazione, sulla liberalizzazione dei mercati dell´energia e sull´efficienza degli usi finali dell´energia e i servizi energetici. Parallelamente, propone di accelerare le procedure di infrazione «per dare più credibilità alle istituzioni nell´applicazione del diritto europeo». Per i deputati, nel futuro piano d´azione europeo per l´efficienza energetica, la Commissione dovrebbe delineare vari scenari volti a chiarire le incidenze sui consumi energetici, sul mix energetico e sulla riduzione di Co2. Inoltre, tenuto conto dell´incremento del prezzo del petrolio verificatosi successivamente alla pubblicazione del Libro Verde, andrebbe aumentato l´obiettivo del risparmio energetico. Nel piano, inoltre, la Commissione dovrebbe proporre azioni concrete a livello sia europeo che nazionale, secondo un «approccio coerente» per tutelare l´approvvigionamento energetico, rafforzare l´efficienza energetica e promuovere le energie rinnovabili. Le varie politiche settoriali dovranno quindi integrarsi reciprocamente. Il completamento della liberalizzazione dei mercati dell´energia è ritenuto dal Parlamento «essenziale» per migliorare la competitività, controllare il livello dei prezzi energetici e per incrementare la sicurezza dell´approvvigionamento e l´efficienza energetica. Al riguardo chiede alla Commissione di seguire e di promuovere con maggiore incisività l´attuazione del processo di liberalizzazione negli Stati membri ma, al contempo, sostiene l´istituzione di un quadro più bilanciato riguardante la promozione degli investimenti volti a migliorare l´innovazione e la concorrenza. In tale contesto, osserva inoltre che occorre migliorare le capacità regolamentari degli Stati membri e dell´Ue. Nel sottolineare che l´obiettivo concordato nell´ambito della direttiva sull´efficienza energetica, del 9% in nove anni, «può essere soltanto un obiettivo minimo», la relazione ravvisa la necessità di maggiori risparmi a fronte dei crescenti consumi energetici previsti. I deputati, inoltre, ritengono che il principio costi-benefici dovrebbe essere applicato a ciascuna iniziativa legislativa in materia, «tenuto conto dei costi economici del riscaldamento globale e dell´insicurezza energetica». La priorità dovrà essere concessa ai settori e alle misure che, se applicate, «avranno un risultato importante e immediato e saranno esempi positivi per gli Stati e i cittadini». Tutte le misure proposte dovranno inoltre essere applicate in funzione delle loro incidenze sulle piccole e medie imprese (Pmi) e sulla loro competitività. D´altra parte, essendo consapevoli che l´attuazione delle misure richieste dalla legislazione europea potrebbe risultare problematica per le Pmi, i deputati invitano la Commissione a fornire loro l´opportuna assistenza, non solo mediante gli aiuti comunitari, ma promuovendo anche il loro accesso all´informazione e allo scambio sulle migliori tecnologie e prassi disponibili. Incentivi economici e finanziari all´efficienza energetica Il Parlamento reputa che l´adozione di incentivi economici e di strumenti finanziari sia di importanza decisiva per promuovere, come di dovere, i nuovi investimenti e i nuovi prodotti e servizi di efficienza energetica. Tuttavia, pur sostenendo la necessità di ricorrere a fondi pubblici, ritiene che il finanziamento pubblico «debba essere consentito soltanto laddove sia essenziale, in particolare nelle fasi iniziali delle azioni», per poi essere «ritirato e sostituito da meccanismi di mercato». D´altra parte, stima che le misure fiscali «sarebbero più efficaci come incentivo che come deterrente» e dovrebbero quindi essere utilizzate come uno strumento per favorire e velocizzare l´introduzione di soluzioni di efficienza energetica. Nel sottolineare che occorre tener conto del principio "chi inquina paga" anche nell´ambito dei sistemi tributari, i deputati ritengono necessario garantire che i sistemi fiscali nazionali degli Stati membri operino una discriminazione positiva nei confronti delle prassi che privilegiano l´efficienza energetica. E´ poi suggerito che le banche multilaterali e le istituzioni finanziarie pubbliche istituiscano un Fondo per l´efficienza energetica finalizzato al finanziamento di progetti. I deputati reputano poi che occorre proporre sistemi di finanziamento innovativi e strumenti contrattuali, come micro-crediti e joint venture fra società private e comuni, così da coinvolgere attivamente gli operatori e i poteri pubblici locali. Questi ultimi, peraltro, dovrebbero essere incoraggiati a avviare azioni innovative volte ad assicurare un impiego efficiente delle risorse energetiche, compreso un aumento della produzione di energia da fonti alternative, ricorrendo a sgravi fiscali e ad un maggiore supporto finanziario da parte dell´Ue. E´ anche necessario incentivare il miglioramento delle infrastrutture e delle interconnessioni, al fine di ridurre le perdite nella trasmissione e nella distribuzione, anche perché dal 10 a oltre il 20% dell´elettricità prodotta è perso in queste operazioni. Al riguardo, il Parlamento ritiene che i punti di generazione dovrebbero essere distribuiti in modo razionale all´interno dei territori nazionali per trovarsi «il più vicino possibile al luogo in cui è consumata l´elettricità». La relazione chiede poi alla Commissione di promuovere un ambiente legislativo che appoggi e incoraggi pienamente tutte le potenzialità offerte dagli impianti di cogenerazione ad alta efficienza, in particolare per gli usi industriali nonché la micro-cogenerazione per le Pmi. Sollecita anche gli Stati membri ad applicare in toto la direttiva sulla cogenerazione e chiede un´iniziativa europea a completamento della direttiva così da garantire risultati chiari e visibili nei prossimi anni, facendo in modo che la promozione della cogenerazione sia inserita in tutti i settori politici comunitari collegati, come l´ambiente, la ricerca, l´istruzione, la concorrenza, l´industria, il commercio e la politica regionale. Settore dell´edilizia Nell´esortare gli Stati membri a dare rapidamente attuazione alla direttiva sul rendimento energetico nell´edilizia, il Parlamento chiede alla Commissione di esaminare la possibilità di estendere in modo progressivo il suo campo di applicazione così da coprire tutti gli edifici. Si tratterebbe, in particolare, di assicurare che per gli edifici residenziali esistenti di superficie inferiore ai 1. 000 mq sia previsto l´obbligo di adeguare gli standard di efficienza energetica delle varie parti (ad es. Isolazione del tetto, finestre) a quelli vigenti per i nuovi edifici quando tale parte è sottoposta a ristrutturazione. Inoltre, in vista della prossima revisione della direttiva, è chiesto «vivamente» di promuovere maggiormente l´uso delle fonti di illuminazione, refrigerazione e riscaldamento passive o naturali e di prendere in considerazione l´estensione del campo di applicazione della direttiva alle infrastrutture e agli spazi urbani. E´ poi sollecitata un´iniziativa europea per l´edilizia che coordini l´innalzamento degli standard di rendimento energetico per i nuovi edifici e crei incentivi per accelerare la trasformazione di quelli esistenti. Particolare attenzione, poi, va attribuita al riscaldamento e al raffreddamento passivo. Settore dei trasporti La relazione ricorda che circa il 59% del petrolio consumato nel 2004 in Europa è imputabile al settore dei trasporti, contro il 17% dell´edilizia, il 16% degli impieghi non energetici e l´8% dell´industria. Secondo le previsioni della Commissione, inoltre, da oggi al 2030 la domanda di energia nel settore dei trasporti aumenterà almeno del 30% aumentando così le emissioni e la dipendenza dalle importazioni di energia. I deputati reputano quindi necessario un approccio integrato nel settore dei trasporti e, al riguardo, sottolineano l´importanza di una direttiva quadro per l´efficienza energetica in tale settore. Sollecitano quindi una strategia globale «volta a eliminare progressivamente l´utilizzo dei combustibili fossili» e a ridurre al minimo le emissioni di Co2 nel settore dei trasporti, producendo e utilizzando in misura nettamente maggiore i biocarburanti più evoluti e prevedendo incentivi fiscali molto più consistenti a favore dei veicoli meno inquinanti. Gli Stati membri sono pertanto esortati ad utilizzare gli appalti pubblici e gli sgravi fiscali per promuovere modi di trasporto più efficienti, «così da contribuire allo sviluppo di mercati per veicoli e combustibili più puliti ed efficienti». Commissione e Stati membri sono poi invitati a portare avanti iniziative nazionali sostenibili, incentrate sulla mobilità urbana, l´infrastruttura ferroviaria, le automobili efficienti da un punto di vista energetico e la sostituzione modale. In proposito, i deputati sostengono la necessità di nuove norme di efficienza per le automobili. E´ poi ritenuto urgente che la Commissione presenti delle proposte legislative volte a raddoppiare il rendimento del carburante in automobili e furgoni, a trasferire il traffico stradale e aereo alle vie ferrate e navigabili e ad aumentare la quota del trasporto pubblico. La relazione sollecita anche una rapida introduzione nel settore dei trasporti di un´etichetta con la dicitura "consumo di energia al chilometro", affinché il consumatore possa operare una scelta del mezzo di trasporto (treno, aereo e automobile) «nella piena consapevolezza delle conseguenze energetiche». Il sistema europeo di etichettatura delle automobili, inoltre, andrebbe rafforzato da misure volte a promuovere la commercializzazione di veicoli a bassa emissione di Co2 e/o alimentati a bioidrogeno. Più in generale è rilevata la necessità di misure tese, ad esempio, ad imporre più severamente il rispetto dei limiti di velocità, a migliorare le infrastrutture e i sistemi di gestione delle strade e del traffico e ad incoraggiare un miglioramento della condotta alla guida. Rottamare gli elettrodomestici inefficienti dal punto di vista energetico Il Parlamento nota che in Europa si aggirano attualmente circa 188 milioni gli elettrodomestici di età superiore a 10 anni e rilevano che, grazie ad una sostituzione di tali apparecchiature, «si potrebbe risparmiare circa il 50% dell´energia necessaria». Invita quindi la Commissione e gli Stati membri ad accelerare tale operazione grazie «a congrue misure economiche, come incentivi fiscali per i produttori di elettrodomestici o azioni su buoni d´acquisto». Nel sottolineare l´importanza di una trasformazione del mercato europeo degli elettrodomestici, delle apparecchiature per gli uffici, degli apparecchi elettronici per i consumatori e le apparecchiature industriali, i deputati rilevano anche la possibilità di aumentare l´efficienza energetica attraverso l´introduzione di requisiti di minima più rigorosi, di programmi progressivi di appalti pubblici, di campagne d´informazione mirate e di una migliore etichettatura energetica. La Commissione e gli Stati membri sono poi invitati a promuovere la diffusione di prodotti e tecnologie tali che consumano energia solo quando è veramente necessario (ad esempio, sistemi di illuminazione sensibili al movimento ed elettrodomestici senza la funzione di veglia). Occorre inoltre garantire che i sistemi di sorveglianza del mercato negli Stati membri siano rigorosi ed efficienti, in modo tale che gli elettrodomestici non conformi alle norme in vigore nell´Ue, per quanto riguarda l´etichettatura, non vengano commercializzati. Il ruolo della politica estera Per i deputati è necessario che gli Stati membri e la Commissione promuovano la cooperazione internazionale nel campo dell´efficienza energetica, al fine di garantire che nuovi regolamenti e standard non comportino una frammentazione del mercato mondiale. Ritengono poi che la promozione dell´efficienza energetica a livello globale sarà almeno tanto importante quanto il dialogo con i paesi produttori di energia. Pertanto l´efficienza energetica dovrebbe essere integrata nella politica estera comunitaria, nella sua cooperazione allo sviluppo, nonché nel quadro dei dialoghi con i paesi produttori di energia e con le controparti nelle economie emergenti (compresa la Cina, l´India e il Brasile), nell´Europa dell´est, nei paesi dei Balcani e del Mediterraneo e nei paesi dell´Africa, dei Caraibi e del Pacifico. Un settore pubblico che dia l´esempio Per i deputati gli Stati membri dovrebbero svolgere un ruolo esemplare nell´applicare le misure di efficienza energetica al settore pubblico, tra l´altro acquistando veicoli efficienti per il rinnovo del parco veicoli pubblici e applicando criteri di efficienza nella trasformazione di edifici. La Commissione e gli Stati Membri dovrebbero anche introdurre l´elevato livello di efficienza energetica fra i criteri di selezione adottati nell´ambito delle gare d´appalto pubbliche. D´altra parte, i deputati insistono affinché gli edifici delle Istituzioni europee soddisfino le norme più severe in materia di efficienza. Per limitare le emissione di Co2, sforzi speciali devono anche essere realizzati in relazione ai viaggi dei membri del Parlamento, «compreso il riesame delle varie sedi del Parlamento europeo, veicoli a basso tenore di carbonio per il servizio degli autisti, ecc. ». Diffondere i sistemi di etichettatura e informare i consumatori Sulla scorta dell´esperienza positiva maturata nel settore degli elettrodomestici, i deputati reputano necessario prendere in considerazione la possibilità di estendere l´etichettatura dell´efficienza energetica, o altre modalità di informazione dei consumatori, anche ad altri prodotti. Più in generale, chiedono che si compiano maggiori sforzi per agevolare la trasmissione di informazioni ai cittadini e al settore privato sulla disponibilità di tecnologia efficace sotto il profilo dei costi e sulla crescente scarsità di risorse. La Commissione, inoltre, è invitata a sostenere, insieme alle competenti istituzioni nazionali, una campagna di informazione e di sensibilizzazione a livello comunitario sulla miglior prassi in materia di efficienza energetica e ad appoggiare le reti di eccellenza. .  
   
   
CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA: +2,1% A MAGGIO  
 
Roma, 13 giugno 2006 – Nel mese di maggio 2006 la quantità di energia elettrica richiesta in Italia, pari a 27,3 miliardi di kWh, ha fatto registrare una crescita del 2,1% rispetto allo stesso mese del 2005. E’ quanto ha rilevato Terna, la società guidata da Flavio Cattaneo, che ha la responsabilità della trasmissione e del dispacciamento dell’energia elettrica a livello nazionale. Il risultato, ottenuto a parità di giornate lavorative (22), ha risentito di fattori climatici (temperatura media mensile inferiore di mezzo grado rispetto al corrispondente mese del 2005). Depurata da questo effetto, la variazione è pari a +1,9%. Dall’analisi effettuata da Terna emerge che a livello territoriale la variazione della domanda è risultata di segno positivo su tutto il territorio nazionale: +1,6% al Nord, + 2,5% al Centro, +2,9% al Sud. Rispetto a maggio 2005, la dinamica tendenziale della richiesta di energia elettrica sul territorio ha fatto registrare un + 4,6% nell’area Campania-puglia-basilicata-calabria. I 27,3 miliardi richiesti nel mese di riferimento sono distribuiti per il 46,4% al Nord, per il 29,4% al Centro e per il 24,2% al Sud. Nel mese di maggio 2006 il fabbisogno italiano di energia elettrica è stato coperto per l’84,2% con la produzione nazionale, e per il restante 15,8% con il saldo tra le importazioni e le esportazioni. In dettaglio, la produzione nazionale netta (23,7 miliardi di kWh) è cresciuta del 1,9% rispetto a maggio 2005; sono risultate in aumento la produzione idroelettrica (+8,7%) ed eolica (+36,9%), mentre la produzione geotermoelettrica ha fatto segnare un -0,5%. La produzione termoelettrica si è attestata sugli stessi volumi di maggio 2005. Il profilo congiunturale del mese di maggio 2006 ha registrato un incremento dello 0,6% rispetto al mese precedente. Nei primi cinque mesi del 2006 la richiesta di energia elettrica in Italia ha segnato una crescita del 2% rispetto allo stesso periodo del 2005. L’analisi dettagliata dell’andamento dei consumi elettrici mensili è disponibile nella pubblicazione “Rapporto Mensile sul Sistema Elettrico”, consultabile alla voce “Statistiche” del sito www. Terna. It .  
   
   
SIGLATO PROTOCOLLO D’INTESA TRA AEM S.P.A E KESH L’AZIENDA MILANESE CONCORRERÀ ALLO SVILUPPO E ALLA VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA ENERGETICO ALBANESE  
 
 Milano, 13 giugno 2006 – Nel corso di una visita della delegazione albanese guidata dal ministro dell’economia, del commercio e dell’energia Genc Ruli, inserita in una serie di incontri promossi dalla Regione Lombardia, il Presidente di Aem S. P. A Giuliano Zuccoli e l’Amministratore Delegato di Kesh (Compagnia Elettrica Nazionale Albanese) Andi Beli hanno sottoscritto un protocollo d’intesa in base al quale saranno intensificati i rapporti tra le due aziende. In particolare il protocollo prevede: lo sviluppo e il potenziamento delle centrali di produzione energetica della rete albanese; la definizione di possibili processi di valorizzazione degli asset in dotazione a Kesh; la creazione di una o più società di progetto atte alla realizzazioni degli obiettivi individuati dal gruppo misto di lavoro, che opererà in Albania, composto da tecnici Aem e Kesh. L’amministratore Delegato di Kesh Andi Beli ha sottolineato come: “L’albania è un paese ricco di fonti idriche, ma con grandi problemi per quanto riguarda le infrastruttura sia per la produzione che per la distribuzione dell’energia. Il protocollo d’intesa con Aem ha come obiettivo proprio lo sviluppo e la valorizzazione dell’intera rete energetica albanese” “L’aem – ha dichiarato il Presidente di Aem Giuliano Zuccoli – intende dare un’importante contributo allo sviluppo del settore energetico albanese e quindi all’economia del paese. L’albania, come l’intera regione dei balcani, è ricca di fonti di energia rinnovabile ed è quindi logico che Aem guardi con molta attenzione all’intera area dei balcani. ” .  
   
   
PORTOGALLO - AVVIO DEI LAVORI DI COSTRUZIONE DELLA CENTRALE SOLARE PIÙ GRANDE AL MONDO  
 
Bruxelles, 13 giugno 2006 - In Portogallo sono appena iniziati i lavori di costruzione della centrale solare fotovoltaica più grande al mondo. Quando nei primi mesi del 2007 entrerà in funzione la centrale da 11 megawatt, essa genererà elettricità sufficiente per 8 000 abitazioni e permetterà di risparmiare oltre 30 000 tonnellate l´anno di emissioni di gas a effetto serra. Il terreno di 60 ettari è situato sul versante meridionale di una collina nei pressi di Serpa, nel sud del Portogallo, una delle regioni più assolate d´Europa. La consegna dei 52 000 moduli fotovoltaici è già in corso e sono già iniziati i lavori relativi alla sottostazione elettrica. Una volta terminato il cantiere, il sito continuerà a fungere da terreno agricolo. Le pecore, pascolando, garantiscono che l´erba del terreno sottostante ai pannelli non cresca troppo e che non vi siano rischi d´incendio. I moduli fotovoltaici dell´impianto utilizzeranno le tecnologie più moderne per il sistema di orientamento a programmazione, messe a punto da Powerlight, la società scelta per la progettazione e la gestione della centrale. Powertracker, il sistema innovativo di Powerlight, consente ai pannelli montati su supporti alti 1,5 metri di seguire il movimento del sole nel corso della giornata, ottenendo un rendimento che in media è del 30 per cento superiore ai sistemi fissi tradizionali. Powerlight ha inoltre costruito una centrale solare che attualmente è la più grande al mondo, la Bavaria Solarpark da 10 megawatt, situata a Mühlhausen (Germania). Il progetto è il frutto dell´ingegno di Catavento, un´impresa leader in Portogallo nel settore dell´energia rinnovabile che gestisce diverse centrali eoliche in Portogallo e in Brasile e si occuperà della gestione del sito di Serpa. "Il progetto di energia solare di Serpa, così come altre iniziative portate avanti nel settore dell´energia rinnovabile, contribuisce a gettare le fondamenta del futuro dell´energia in Portogallo", ha dichiarato Piero dal Maso, condirettore di Catavento. La centrale dovrebbe essere il primo grande impianto fotovoltaico del Portogallo ad entrare in funzione. Grazie alla notevole presenza di luce solare diretta, il Portogallo ha un alto potenziale nel campo dell´energia fotovoltaica, e Catavento spera che il progetto Serpa sia il primo di una lunga serie di centrali solari nel paese. L´impianto appartiene al gigante internazionale dell´energia, Ge Energy Financial Services, che finanzia il progetto per 58,7 milioni di euro. "Si tratta di un investimento importante per Ge Energy Financial Services, non solo perché è la centrale fotovaltaica più grande al mondo, ma anche perché è il nostro primo progetto in Europa nel settore dell´energia solare e il nostro portafoglio globale di energia rinnovabile si avvicinerà a 1 miliardo di dollari statunitensi", ha dichiarato Alex Urquhart, presidente e amministratore delegato di Ge Energy Financial Services. Gli abitanti della regione sembrano entusiasti per il progetto. "In Portogallo il sole è spesso all´origine di problemi come la siccità", spiega dal Maso. "Questo progetto dimostra che il sole può anche apportare benefici". Esso favorirà inoltre lo sviluppo dell´economia locale, sia nella fase di costruzione sia in quella operativa, quando la centrale potrà acquisire visibilità e attrarre ricercatori e rappresentanti delle imprese operanti nel settore dell´energia elettrica in tutta Europa. .  
   
   
SARAS: TUTTI GLI IMPIANTI OPERATIVI DOPO LA MANUTENZIONE PROGRAMMATA  
 
Milano, 13 giugno 2006 - Alla fine di maggio si è concluso, in linea con i piani, un importante ciclo di manutenzione programmata che ha coinvolto una delle tre unità di distillazione atmosferica, uno dei due impianti vuoto, il reformer catalitico e, in sequenza, i due impianti di hydrocracking. Questo ciclo di fermate ha anche consentito di effettuare interventi migliorativi e ha comportato un impegno finanziario di circa € 50 milioni. In particolare gli interventi all’unità topping T2 e vuoto V2 permetteranno di raddoppiare gli intervalli di manutenzione maggiore portandoli rispettivamente a tre e sei anni. All’unità di reforming catalitico, dopo sei anni di marcia, sono stati apportati rilevanti interventi di ammodernamento che ne migliorano l’affidabilità e incrementano la capacita del 5% e consentono una maggior produzione di idrogeno del 10%. Le due unità di hydrocracking Mhc1 e Mhc2 sono state sottoposte a manutenzione ordinaria con sostituzione dei catalizzatori con tipi di ultima generazione che, sfruttando la maggiore disponibilità di idrogeno, aumenta la produzione di gasolio a specifiche 2009. La complessità degli interventi ha richiesto la presenza nel sito fino a 2200 lavoratori di ditte esterne. Ciò nonostante, grazie alla struttura su più treni produttivi, durante tutto il periodo la lavorazione della raffineria si è mantenuta al 65% della capacità totale mentre l’impianto di gasificazione per la produzione di energia elettrica (Sarlux) ha operato a pieno regime. La performance degli impianti, che già producono al massimo delle loro capacità, è in linea con gli obiettivi. .  
   
   
UNA SOCIETÀ CECA È LA PRIMA A VINCERE UN DOPPIO RICONOSCIMENTO AL PREMIO ANNUALE EUREKA CON UN PROGETTO SUL TRATTAMENTO BIOLOGICO DELLE ACQUE REFLUE  
 
Bruxelles, 13 giugno 2006 - Alla conferenza ministeriale Eureka tenutasi a Praga, la sempre incantevole capitale della Repubblica ceca, sono stati conferiti i premi annuali Lynx e Lillehammer Eureka. Il premio Lynx, attribuito per gli straordinari risultati tecnologici e commerciali conseguiti dalle Pmi, è stato assegnato alla società croata Ecoengineering, mentre il premio Lillehammer, per i considerevoli vantaggi ambientali è stato vinto congiuntamente dai progetti Euroenviron Biomac ed Euroenviron Ecdvat. I premi sono stati conferiti nel corso del ventiduesimo incontro annuale dei ministri. Il premio Lynx è stato consegnato dal vice Primo Ministro della Repubblica ceca Jiri Havel. Ecoengineering ha preso parte anche al progetto Euroenviron Biomac, realizzando un primato storico per la società. "Siamo molto onorati per due ragioni: siamo la prima azienda croata a vincere un premio nella partecipazione alla rete Eureka, e siamo anche la prima impresa a vincere un premio Eureka per la società e il progetto", ha affermato il dott. Vice Soljan, direttore di Ecoengineering. Il trattamento delle acque di scarico si basa su tecnologie del Xix secolo, utilizzando batteri per distruggere i prodotti di scarto. Tale metodo non è pienamente efficace, dal momento che molti processi industriali producono rifiuti che i batteri convenzionali non riescono a distruggere. Il progetto Biomac usa batteri, miscelati da Ecoengineering, che possono trattare questi prodotti chimici più tossici e problematici. La tecnica Biomac impiega metà dell´energia usata dai trattamenti tradizionali e al 30 per cento dei costi. "Abbiamo creato possibilità totalmente nuove per il trattamento biologico delle acque reflue", ha affermato il dott. Soljan. "Il processo è molto più efficace del metodo convenzionale; impiega meno energia ed ossigeno, e produce meno fanghi da smaltire. Abbiamo testato e applicato il sistema sia in laboratorio che su grande scala, e funziona anche con miscele inquinanti complesse come nelle acque reflue delle industrie farmaceutiche e chimiche e con il percolato di discarica. Stiamo creando partenariati con imprese e industrie che trattano le acque reflue in molti paesi dell´Europa occidentale e orientale per migliorare gli impianti esistenti", ha aggiunto. Karin Yrvin, viceministro norvegese per l´Industria, ha conferito il premio Lillehammer ai progetti Ecdvat e Biomac. Il progetto Ecdvat ha sviluppato un nuovo processo di tintura per tessuti a base di cellulosa, utilizzando agenti elettrochimici al posto di quelli chimici. La tecnica riduce gli scarti dell´80 per cento nella fase del bagno, e di circa il 20 per cento in generale. Il principale vantaggio della tecnica è che gli agenti coloranti possono essere riciclati e il processo di tintura può essere controllato a livello informatico per una maggiore accuratezza. Thomas Bechtold dell´Università di Innsbruck (Austria), e partner del progetto Ecdvat, ha dichiarato di essere sorpreso e contento al tempo stesso per il premio, e ha aggiunto che la tecnica ha suscitato grande interesse presso le aziende attive nel campo della tintura: "possono vedere che si tratta di una tecnologia su cui basare nuovi prodotti. È una tecnologia altamente innovatrice e sono convinto che alla fine sarà riconosciuta come la Migliore Tecnica Disponibile", ha affermato. Il progetto Ecdvat ha riunito la società tedesca Dystar, la tintoria austriaca Getzner Textil, Thies e De Nora, due società tedesche produttrici rispettivamente di sistemi di filtraggio e di cellule elettrochimiche, tutte coordinate dall´Institute of Textile Chemistry and Textile Physics dell´Università di Innsbruck. "I vantaggi ambientali sono la giustificazione a lungo termine del processo", ha affermato il prof. Bechtold. "Il vantaggio economico è l´incentivo per installarlo e un controllo di qualità migliore è il motivo per metterlo in funzione". Il progetto ha un modello in grandezza naturale di 100 kg di capacità, "una dimensione ragionevole", secondo il prof. Bechtold. "Vogliamo portare questa tecnologia nel mondo. Ad esempio, nella produzione dei jeans e nella tintura indaco, tutti i produttori usano coloranti non rigenerativi. Vogliamo fare molto di più in quest´ambito. Useremo il premio per investire nel prossimo livello e su scala maggiore". Ecoengineering ha ricevuto un assegno di 10. 000 euro e il trofeo Eusy, assegnato annualmente dal 2001. Biomac e Ecdvat hanno ricevuto un assegno di 5. 000 euro ciascuno e stampe xilografiche create dall´artista norvegese Niclas Gulbrandsen. Il premio Lillehammer è stato conferito annualmente a Lillehammer (Norvegia) fin dalla sua prima presentazione nel 1994. Ecoengineering, oltre al proprio premio, ha condiviso il premio Lillehammer del progetto Biomac cui ha partecipato. Il progetto è stato coordinato da Enga Luye, direttore della società svizzera Belair Biotech, essa stessa una spin-off. Luye è stato intervistato dal Notiziario Cordis. "Ginevra ha espresso grande interesse per la riduzione dell´impatto dei residui delle biomasse. Una persona può produrre 4 kg di azoto l´anno con l´urina, che potrebbe generare qualcosa come 21 mg di azoto per litro d´acqua, che i metodi di trattamento tradizionali riescono a trattare". A Ginevra, il progetto Biomac spera di ridurre gli effetti di un impianto di biogas che produce fanghi di scarto concentrati, con un elevatissimo contenuto di azoto. "È quanto può succedere in molte grandi città, dove i livelli di azoto sono di circa 1. 000 mg per litro. Potrebbe uccidere tutti i normali batteri e rendere così impossibile il lavoro", ha affermato Luye. È qui che entrano in scena i batteri di Ecoengineering. La sua tecnologia non modifica geneticamente i batteri, ma li condiziona a trattare tali fanghi di scarto ad alta concentrazione di azoto. Lo stesso processo può essere una fonte secondaria di biogas, producendo così, in teoria, la propria energia. Con normative comunitarie in materia di risorse idriche sempre più rigide, il progetto Biomac mostra un chiaro potenziale commerciale e una buona soluzione a livello ambientale a un problema onnipresente. Ogni anno Eureka organizza più di 200 progetti in Europa, concentrandosi principalmente sulle piccole e medie imprese (Pmi). I progetti devono contare almeno due partner e durare in media 30 mesi, con 3,4 partner. Il bilancio medio è di 2 milioni di euro. Il partenariato nell´ambito di Eureka ha impresso ai partecipanti un ulteriore impulso. L´esperienza di Ecoengineering, ad esempio, è stata assolutamente positiva. "Far parte di un progetto Eureka ci ha aiutati molto, permettendoci di applicare le nostre ricerche sul mercato. Ci ha consentito di diventare partner di altre organizzazioni, condividendo i diversi tipi di conoscenza", ha affermato il dottor Soljan. In prospettiva, nel 2005 il giro di affari di Ecoengineering è aumentato considerevolmente dell´85 per cento, e Biomac vi ha contribuito per l´82 per cento. Http://www. Eureka. Be .