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Notiziario Marketpress di Lunedì 03 Novembre 2008
L´UNIONE PER IL MEDITERRANEO PRENDE FORMA  
 
 Bruxelles, 3 novembre 2008 - I ministri degli Esteri dei 43 Stati del partenariato euromediterraneo si riuniranno a Marsiglia il 3 e 4 novembre per approvare il mandato, la struttura e la governance istituzionale del processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo. A tal fine, i ministri procederanno a un esame approfondito della proposta della Commissione relativa al funzionamento della copresidenza nonché alla composizione, alla sede e al finanziamento del segretariato. Inoltre, i ministri stabiliranno di comune accordo le priorità per il programma di lavoro 2009. L´iniziativa, varata in occasione del vertice di Parigi del 13 luglio scorso, intende imprimere un nuovo impulso politico alle relazioni dell´Ue con il Mediterraneo rafforzando il senso di appartenenza collettiva al progetto e la visibilità tramite un vasto programma che prevede progetti di vario tipo. Il commissario per le relazioni esterne e la politica europea di vicinato Benita Ferrero-waldner ha dichiarato: "Le sfide globali e regionali che affrontiamo insieme dimostrano l´esigenza politica e pratica di migliorare le nostre relazioni con i paesi vicini. Il processo di Barcellona ci è molto utile da tredici anni a questa parte, come dimostrano i risultati ottenuti, ma i suoi limiti e le difficoltà incontrate ci ricordano che la strada da percorrere sia ancora lunga". Il commissario ha poi aggiunto: "In occasione del vertice dell´Unione per il Mediterraneo tenutosi a Parigi, abbiamo deciso di continuare a lavorare sugli elementi positivi del processo di Barcellona e di consolidarli rafforzando i legami fra tutti i suoi membri, coinvolgendoli maggiormente nel processo e procurando vantaggi più concreti ai cittadini della regione. A Marsiglia faremo un altro passo avanti confermando il nuovo assetto istituzionale e concordando un programma di lavoro per il 2009. Sono certa che questo infonderà un nuovo dinamismo e darà un nuovo orientamento alle nostre relazioni. " I ministri stabiliranno il mandato e la governance della nuova struttura istituzionale, il funzionamento della copresidenza nonché la composizione, la sede e il finanziamento del segretariato tenendo conto delle discussioni e delle proposte presentare dai partner. Il nuovo assetto proposto si baserà sui fondamenti e sulle strutture del processo di Barcellona. I progetti sono il cardine del partenariato ristrutturato. Per quanto riguarda la loro provenienza e la loro gestione, il segretariato cercherà di fare in modo che i progetti selezionati promuovano la crescita, l´occupazione, la coesione regionale e l´integrazione socioeconomica. Il vertice di Parigi ha già individuato alcuni settori principali: disinquinamento del Mediterraneo; autostrade marittime e terrestri; protezione civile, piano solare mediterraneo; università euromediterranea e un´iniziativa per lo sviluppo delle imprese mediterranee. Una volta ottenuta l´approvazione dei ministri, il segretariato cercherà di ottenere i finanziamenti supplementari ricorrendo a fonti diverse dagli stanziamenti di bilancio tradizionali. Questi fondi dovrebbero provenire dal settore privato, dalle istituzioni finanziarie internazionali, dalla cooperazione bilaterale e dai contributi degli Stati membri dell´Ue e dei partner mediterranei. Sulla base del programma di lavoro quinquennale di Barcellona e della dichiarazione del vertice di Parigi, i ministri stabiliranno il calendario delle loro riunioni ministeriali e definiranno le priorità del programma di lavoro 2009, in linea con i settori principali individuati a Parigi. Le riunioni ministeriali in programma nel 2009 riguarderanno i seguenti settori: trasporti; istruzione superiore; ambiente, commercio; giustizia, libertà e sicurezza; economia e finanza; sviluppo sostenibile e potenziamento del ruolo della donna nella società. La politica europea di vicinato continuerà a disciplinare le relazioni bilaterali nella regione secondo un´impostazione differenziata. Il processo di Barcellona: Unione per il Mediterraneo completerà questa politica rafforzando la cooperazione regionale. .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: LA DIETA MEDITERRANEA, IL VERO ELISIR DI LUNGA VITA! SE MANGI LA PASTA, VIVI PIÙ A LUNGO! UNA CORRETTA, BILANCIATA E VARIA, DIETA MEDITERRANEA TOGLIE IL MEDICO DI TORNO!  
 
 Bruxelles, 3 novembre 2008 - L´obesità sta diventando un grave grosso grasso problema in tutta Europa, soprattutto tra i più giovani. Secondo gli esperti di dieta mediterranea, se tieni alla salute dei tuoi figli e nipoti la vera ricetta da seguire quotidianamente è il ritorno alle tradizioni della cucina mediterranea, unica assicurazione sulla vita che nessuna crisi finanziaria potrà mai toccare. In una recente audizione pubblica al Parlamento Europeo, organizzata all´interno dell´Anno Europeo del dialogo interculturale, gli eurodeputati membri del Comitato per l´Agricoltura hanno ascoltato vari esperti alimentari europei: una corretta, bilanciata e varia, dieta mediterranea toglie il medico di torno! Maria Dolorea Rubio Lleonart, consigliere della Presidenza della Rioja, regione del nord della Spagna, ha detto: "Studi scientifici hanno provato che una corretta dieta mediterranea riduce i problemi cardiovascolari, i casi di Alzheimer e di cancro. Potrebbe essere la vera assicurazione sulla vita - ritarda l´invecchiamento, i costi sanitari e la mortalità. Spagnoli, Italiani e Francesi sono infatti tra i più longevi in Europa". Bisogna tornare ad un´alimentazione più semplice, alle tradizioni antiche dei fornelli. - Secondo Lleonart, "per dieta equilibrata si intende mangiare con moderatezza un pò di tutto; spezie e erbe aromatiche sono una buona alternativa al sale; ed il buon vino, scoperta fortunata grazie a dell´uva abbandonata a fermentare in un vaso di ceramica, secondo una recente ricerca scientifica se bevuto con moderatezza - non più di un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini - comporta forti benefici". Lluis Serra Majem, Presidente della Mediterranean Diet Foundation, aggiunge che "pesce, pane, noci, frutta fresca e secca, verdure, olio d´oliva, prodotti di stagione non processati sono la chiave di una buona dieta. Insalata o verdura per antipasto e un solo piatto di portata: più volume, meno calorie!" La ricetta di Alfonso Iaccarino, celebre chef italiano e componente della Commissione di esperti per il riconoscimento della dieta mediterranea come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, è il "ritorno alla natura, ai cibi semplici, alle tradizioni, alla diversità e alla qualità in cucina! Bisogna lottare contro i prodotti alimentari chimici!" Dieta, dal greco dìaita, "modo di vivere"; per vivere meglio è necessario mangiare meglio e crescere sani , dunque "una migliore educazione alimentare insegnata sin dalle scuole è fondamentale," hanno concluso all´unisono gli oratori. Non una strada a senso unico - Secondo Neil Parish, eurodeputato inglese a capo della Commissione Agricoltura: Se tutta Europa iniziasse a seguire la dieta mediterranea, non ci sarebbe abbastanza pesce per tutti. È sicuramente importante "assicurare una connessione tra i differenti alimenti d´Europa, ma è sbagliato promuovere solo un tipo di cibo. Il Nord Europa dovrebbe mangiare più pesce e olio d´oliva, il Sud più carne di renna. " Molti oratori della conferenza hanno sottolineato come la dieta mediterranea sia non solo un modello di alimentazione di alta qualità ma un´intera filosofia di vita. Rosa Miguélez Ramos, eurodeputata spagnola, ha dichiarato che "Italia, Spagna, Grecia e Marocco hanno proposto la candidatura della dieta mediterranea come patrimonio dell’Unesco ed il Parlamento Europeo sosterrà la richiesta attraverso una risoluzione". .  
   
   
SETTIMANA EUROPEA DELLA GIOVENTÙ 2008 LE SFIDE FUTURE PER I GIOVANI SONO ALL´ORDINE DEL GIORNO  
 
Bruxelles, 3 novembre 2009 - I giovani appartengono al domani e il domani appartiene ai giovani. Ecco perché il futuro e le sfide che esso riserva loro saranno i temi al centro della quarta edizione della settimana europea della Gioventù che si terrà dal 2 al 9 novembre 2008. Un numero senza precedenti di dibattiti politici, culturali e di altre attività verrà organizzato in tutta Europa e diverse attività si svolgeranno a Bruxelles all´indirizzo di circa 200 giovani partecipanti selezionati. L´europa ha bisogno dei giovani. Centinaia di eventi e di attività verranno organizzati in tutti i paesi che partecipano al programma dell´Unione europea Gioventù in azione. Tali attività vanno da dibattiti politici a livello locale, regionale e nazionale in cui i giovani europei discuteranno delle sfide che la gioventù si troverà a dover affrontare, a eventi e attività culturali correlati al 2008, Anno europeo del dialogo interculturale. Le attività organizzate dalle agenzie del programma Gioventù in azione e dai loro partner locali nei diversi paesi contribuiranno all´obiettivo generale delle settimane europee della gioventù: offrire ai giovani una piattaforma e un´opportunità per partecipare e far sentire la loro voce. Ján Figel´, Commissario europeo responsabile per l´istruzione, la formazione, la cultura e la gioventù ha affermato che "la Commissione è impegnata in un´opera di consultazione per sentire dai giovani quali sono le loro principali preoccupazioni". Egli si è detto impressionato dal numero mai visto di attività che sono organizzate in tutta Europa. "Queste attività – continua il Commissario Figel´ - consentiranno di sentire la voce dei giovani prima di avviare il riesame del quadro di cooperazione per i giovani a livello europeo. La settimana della gioventù è anche un´occasione per celebrare il 20° anniversario dei programmi Ue a sostegno della gioventù, cui hanno partecipato più di un milione e mezzo di giovani. Sono lieto che grazie ai nostri programmi per la gioventù questi giovani abbiano acquisito nuove competenze e abbiano fatto preziose esperienze interculturali. " Uno degli obiettivi principali dell´iniziativa è dare voci ai giovani. Infatti, In concomitanza con questi eventi si potrà partecipare alla consultazione pubblica online, promossa dalla Commissione Europea, sullo sviluppo futuro delle politiche giovanili europee. Youth go local. Come abbiamo visto, la settimana raggiunge anche il livello locale. La Settimana europea della gioventù in Italia è organizzata in collaborazione con l´Agenzia nazionale per i giovani e con Eurodesk Italy. Sono previsti numerosi eventi in altrettanti città italiane. C´è l´imbarazzo della scelta a portata di un semplice click. .  
   
   
CRISIS MANAGEMENT ALL´EUROPEA  
 
Bruxelles, 3 ottobre 2008 - E´ sotto gli occhi di tutti. L´europa sembra più determinata e attiva da quando l´ultima crisi finanziaria è scoppiata e tormenta le nostre attività quotidiane. Dopo l´ultimo Consiglio dei ministri dell´economia e della finanza (Ecofin), il vertice dell´Eurogruppo e una serie lunghissima di eventi e contatti, formali e informali, l´Unione continua sulla strada dimostrando compattezza e pronta reazione. Oggi, per esempio, la Commissione si è riunita in via straordinaria per discutere e decidere su misure appropriate per rispondere alla situazione finanziaria che continua a palesare incertezze e per ridurre l´impatto negativo che si sta verificando sul settore reale dell´economia europea. Tre sono i tre punti principali su cui la Commissione intende portare avanti la sua azione in questa direzione e sono contenuti nella Comunicazione approvata dal Collegio: 1. Ridisegnare l´architettura dei mercati finanziari a livello europeo; 2. Fornire una risposta all´impatto della crisi sull´economia reale; 3. Lavorare sulla risposta globale da adottare nelle sedi opportune. Si tratta di un impegno coerente e forte sulla scia di quanto già promosso attraverso le proposte di aumentare i requisiti minimi per le banche e innalzare la tutela dei depositi bancari. Garantire le banche, ma soprattutto i cittadini loro clienti quindi. E lavorare su questo punto urge più che mai e l´appello va a Parlamento europeo e Consiglio di procedere presto con l´esame di questi provvedimenti. Per quanto riguarda l´economia reale, flessibilità e regole sono al primo posto. Possono sembrare due concetti in contraddizione fra di loro. Ma non è così perché la flessibilità già esiste nei meccanismi del Patto di stabilità e crescita al rispetto delle cui regole siamo tutti tenuti. Per stare insieme e per essere più forti. Ma il rispetto va esteso anche alle regole della concorrenza e del mercato interno su cui la Commissione effettuerà, come sempre, il suo stretto monitoraggio. Poi ci sono le priorità di sviluppo tecnologico e potenziamento degli investimenti con attività orizzontali quali il clima e l´energia, le infrastrutture, l´impegno di sostenere l´occupazione. In queste sue attività l´Unione sarà aiutata anche dai suoi organismi finanziaria come la Banca europea per gli investimenti (Bei) e la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Bers). Poi, non dimentichiamo che c´è anche la Politica di coesione che nel prossimo periodo di programmazione 2007 – 2013 metterà a disposizione quasi 350 miliardi di euro a sostegno degli investimenti pubblici. Infine, molto dipende anche dalla posizione che l´Ue esprimerà sul piano globale. Sono in arrivo alcuni appuntamenti fondamentali quali il summit informale dei capi di stato e di governo dei 27 come anche il prossimo G20. L´europa vuole una riforma e rafforzamento della governance globale, ma anche attenzione per l´economia reale il cui impatto sulla vita dei suoi cittadini è più profondo e duraturo. Noi siamo forti perché uniti e basati sul principio della solidarietà. Lo ha dimostrato anche la decisione della Commissione, insieme al Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale, di aiutare l´Ungheria il cui sistema finanziario è in grave crisi di liquidità. Ma forse questo intervento non sarebbe stato necessario se gli ungheresi al posto del fiorino avessero l´euro…? .  
   
   
LANCIATA L´ALLEANZA EUROPEA PER LA RICERCA ENERGETICA  
 
Bruxelles, 30 ottobre 2008 - I principali istituti europei di ricerca energetica si sono uniti per costituire l´Alleanza europea per la ricerca energetica (Eera), allo scopo di rendere più veloce lo sviluppo delle nuove tecnologie energetiche necessarie all´Europa per affrontare una tripla sfida: cambiamenti climatici, sicurezza energetica e competitività. Nel loro insieme, i 10 istituti dispongono di un bilancio annuale per le attività di ricerca e sviluppo (R&s) in campo energetico di oltre 1300 Mio Eur. Mediante Eera, gli istituti progetteranno e implementeranno programmi di ricerca congiunti pan-europei e promuoveranno la condivisione di strutture nazionali di ricerca di livello mondiale. Il lancio dei primi programmi congiunti è programmato per il 2009. La creazione di Eera è solo una di una serie di azioni delineate nel Piano Strategico per la Tecnologia Energetica (Set-plan) dell´Ue. Lanciato nel novembre 2007, il Set-plan è progettato per aiutare l´Europa a raggiungere, nel campo dei cambiamenti climatici, il suo ambizioso obbiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 20% entro il 2020 e di circa l´80% entro il 2050. Il Set-plan accrescerà anche la competitività europea garantendo all´Europa la leadership nello sviluppo delle tecnologie innovative necessarie nell´economia a basso impiego di carbonio del futuro. "Lo sviluppo di tecnologie energetiche all´avanguardia richiede l´unione delle migliori menti e risorse al di là dei confini nazionali. La creazione dell´Alleanza europea per la ricerca energetica che coordinerà i programmi di ricerca nazionali ed Europei è un passo in avanti fondamentale," ha affermato Janez Potocnik, commissario europeo per la Scienza e la ricerca. "Questa situazione sperimentale di programmazione congiunta ci permetterà di sfruttare un più efficiente utilizzo delle risorse nazionali ed europee e di competere con successo a livello internazionale. " I 10 istituti di ricerca, insieme all´Associazione delle Università europee (Eua) e all´Associazione dei consigli nazionali di ricerca (Eurohorcs), che stanno supportando l´iniziativa, il 27 ottobre hanno firmato una dichiarazione di intenti che delinea il loro impegno verso Eera. "Il principale interesse di Eera sarà lo sviluppo strategico e mirato delle prossime generazioni di tecnologie energetiche, ottenuto attingendo dai risultati della ricerca fondamentale e delle tecnologie in via di sviluppo, fino al punto di poterlo integrare nella ricerca promossa dall´industria," hanno scritto. Tra le altre cose, Eera promuoverà la ricerca in aree fondamentali come energia eolica e solare, biocarburanti di seconda generazione, cattura e stoccaggio dell´anidride carbonica, reti elettriche interattive e celle a combustibile. Oltre ad avviare i programmi di ricerca congiunti in linea con le priorità del Set-plan e a condividere le infrastrutture di ricerca, i partner si impegnano a rafforzare i collegamenti con l´industria, accrescendo così la capacità dell´Europa di effettuare grandi programmi di R&s ad alto rischio e grande profitto, e si impegnano anche a sviluppare attività di formazione, istruzione e mobilitazione. Una volta istituita completamente questa nuova organizzazione, tutte le organizzazioni che sono in grado di contribuire ai suoi obbiettivi potranno diventare membri. Altre attività previste nell´ambito del Set-plan sono la creazione di Iniziative Industriali europee, che faranno aumentare la ricerca industriale e l´innovazione in sei settori chiave, la creazione di un sistema informativo strategico sulle attività di R&s riguardanti l´energia, regolari conferenze e vertici sulla ricerca energetica e l´aumento dei fondi a disposizione della R&s in campo energetico in Europa. "Il Set-plan offre un piano all´Europa per sviluppare un portfolio di tecnologie energetiche accessibili, pulite, efficienti e a basse emissioni," ha detto il commissario per l´Energia Andris Piebalgs. "Ci troviamo di fronte alla possibilità di essere i leader mondiali nelle tecnologie a basso impiego di carbonio. " Per ulteriori informazioni, visitare: Alleanza europea per la ricerca energetica (Eera): http://www. Eera-set. Eu/ Piano strategico europeo per la tecnologia energetica (Set Plan): http://ec. Europa. Eu/energy/res/setplan/ .  
   
   
CONFERENZA CONCLUSIVA DEL PROGETTO VEIL  
 
Vienna, 3 novembre 2008 - Il 20 e 21 novembre il progetto Veil ("Values, equality and differences in liberal democracies" - "Valori, parità e differenze nelle democrazie liberali") terrà la sua conferenza conclusiva a Vienna, in Austria. Con il titolo "Framing the Muslim headscarf: policy debates and regulations in Europe", il consorzio Veil presenterà i risultati della sua ricerca su come non soltanto vengono rinegoziati i valori e le regole delle democrazie liberali, ma anche le identità collettive sono ricostruite nell´ambito del processo di integrazione europeo. Scienziati di vari paesi commenteranno poi le loro scoperte. Ci saranno conferenze chiave su "Secolarismo e parità delle donne" e su "Il chador islamico nel mondo occidentale: specchio dell´identità". Negl´ultimi tre anni il progetto Veil si è concentrato su discussioni, conflitti e regolamentazioni riguardanti i copricapo e l´abbigliamento delle donne musulmane nella sfera pubblica di otto paesi europei. Essendo un simbolo molto appariscente, il chador musulmano è stato oggetto di accesi dibattiti in tutta l´Europa. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Veil-project. Eu/ oppure scaricare il programma della conferenza e le informazioni sul viaggio: ftp://ftp. Cordis. Europa. Eu/pub/fp7/ssh/docs/ssh_programme_veil_conference_en. Pdf ftp://ftp. Cordis. Europa. Eu/pub/fp7/ssh/docs/ssh_vienna_conference_en. Pdf .  
   
   
TAVOLA ROTONDA SUL SETTIMO PROGRAMMA QUADRO  
 
Bruxelles, 3 novembre 2008 - Il 20 novembre si terrà una tavola rotonda con il titolo "Does the Framework work?" ("Funziona il programma quadro?"). Questo autunno la Commissione europea ha iniziato una revisione completa del suo più importante tentativo di finanziamento della ricerca e sviluppo (R&s), ovvero il Settimo programma quadro (7°Pq). L´iniziativa settennale del valore di 52,5 Mld Eur è essenziale per il progresso tecnologico e scientifico di migliaia di università, aziende e istituti di ricerca, e anche per la competitività europea. La revisione valuterà i risultati e i problemi attuali del 7°Pq e preparerà il terreno per gli adattamenti a medio termine nelle priorità di spesa e nelle norme per il 2009-10. Questo incontro coinvolge alcuni dei più importanti tra i responsabili della progettazione e organizzazione del 7°Pq della Commissione. L´incontro si rivolge a: funzionari di R&s aziendale e pubblica coinvolti nel 7°Pq, amministratori di università e importanti ricercatori coinvolti nel 7°Pq, delegazioni nazionali e rappresentanti di Paesi terzi; consiglieri di partecipanti al 7°Pq. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Sciencebusiness. Net/events/framework. Php .  
   
   
A PARIGI LA CONFERENZA SULLA COESIONE TERRITORIALE, PETRINI RAPPRESENTA LE MARCHE.  
 
 Parigi, 3 novembre 2008 - Il vicepresidente della Giunta regionale e assessore alle Politiche comunitarie, Paolo Petrini, ha preso parte alla Conferenza sulla coesione territoriale, svoltosi il 30 e 31 ottobre a Parigi. L´evento e` stato voluto dal presidente di turno dell´Unione Europea, Nicolas Sarkozy, in collaborazione con la Commissione europea, il Comitato delle regioni d´Europa e l´Associazione delle Regioni francesi. L´obiettivo e` stato quello di analizzare le politiche di coesione adottate dall´Unione e gettare uno sguardo al futuro. ´Guardiamo a dopo il 2013 ´ commenta Petrini - anno in cui si concludera` il periodo di programmazione europea avviato lo scorso anno. La Conferenza e` un momento importante di riflessione e analisi voluto dalla presidenza francese dell´Ue, che si colloca in una fase del dibattito sulle prospettive delle future politiche regionali di coesione. Per questo e` molto interessante il confronto tra esperienze regionali diverse, si realizza cosi` un forum dove si incontrano e approfondiscono le migliori esperienze e idee per lo sviluppo dei territori. Idee che poi saranno concretizzate in azioni e interventi operativi per lo sviluppo delle comunita` territoriali d´Europa´. Il dibattito rappresenta, dunque, un´opportunita` di scambio e analisi tra le regioni, i grandi agglomerati, i partner pubblici e gli attori della societa` civile. La manifestazione suddivisa in due sessioni analizza, nella prima, l``evoluzione di alcune grandi politiche dell``Unione a forte impatto territoriale e il loro contributo alla coesione territoriale. Nella seconda, strutturata attorno a una tavola rotonda, affrontera` il tema della coesione territoriale e il suo futuro, come strumento adeguato alle nuove sfide poste ai territori in un mondo globalizzato. Sono stati organizzati quattro seminari, rispettivamente sul processo di Lisbona, sul cambiamento climatico, sulla politica agraria comune e lo sviluppo rurale e sullo sviluppo territoriale integrato. .  
   
   
PILLAY: I DIRITTI DELL´UOMO SONO UNIVERSALI  
 
Bruxelles, 3 novembre 2008 - Universalità dei diritti dell´uomo e libertà di religione. Questi i due temi evocati da Navanethem Pillay, nuovo responsabile delle Nazioni Unite per i diritti dell´uomo in un incontro con gli eurodeputati per celebrare i 6o anni della Dichiarazione Universale. "I difensori dei diritti dell´uomo sono spesso in prima linea per monitorare il rispetto dei diritti umani e rafforzare lo stato di diritto, sino al sacrificio della vita", ha dichiarato Pillay. Parlando ai giornalisti a margine dell´evento, ha ricordato il coraggio della giornalista russa Anna Politkovskaya, uccisa a Mosca nell´ottobre 2006 da killer ancora sconosciuti. Diritti universali - Secondo la rappresentante sudafricana delle Nazioni Unite, i principi alla base della Dichiarazione del 1948 possono essere ritrovati virtualmente in tutte le culture e tradizioni. "Non dobbiamo mai accettare il ragionamento secondo il quale alcuni diritti sposino certe tradizioni di alcune culture. Tutti i diritti dell´uomo sono invisibili e appannaggio di tutti". Navanethem Pillay - Alle Nazioni Unite a capo di un team di oltre 1000 persone di 50 paesi, Pillay vanta una lunga carriera legale anche alla Corte penale internazionale. Libertà d´espressione - "Sebbene il ruolo dei difensori dei diritti dell´uomo e della stampa siano diversi, entrambi sono centrali per continui controlli di bilanciamento per chi è al potere". Sulla libertà di religione, Pillay ha poi dato corpo alle preoccupazioni sul fatto che la libertà d´espressione sia stata recentemente denunciata come antagonista della liberà di religione o credo: "La libertà di religione, ha affermato, non può sopravvivere in un ambiente dove la libertà d´espressione non viene rispettata". Dopo l´9/11 - Secondo Pillay dopo gli attacchi agli Usa dell´11/9 si è verificata un´erosione dei diritti umani, e dunque "un´erosione del diritto internazionale". La rappresentante delle Nazioni Unite ha fatto per tanto appello a rispettare le convenzioni internazionali e a fare attenzione all´applicazione delle leggi antiterrorismo. .  
   
   
FORMAZIONE PROFESSIONALE ALTO APPRENDISTATO E STRATEGIA EUROPEA: LA SPERIMENTAZIONE PIEMONTESE A CONFRONTO CON L´ESPERIENZA DI 12 PAESI EUROPEI  
 
Torino, 31 ottobre 2008 - Si è concluso il 31 ottobre , presso il Circolo dei lettori a Torino, il seminario dedicato all’alto apprendistato e alla strategia europea per l’occupazione. L’incontro ha permesso di far conoscere i risultati della sperimentazione piemontese a 12 stati membri dell’unione europea: Cipro, Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Olanda, Polonia, Svezia e Inghilterra. L’incontro ha sollevato diversi aspetti dell’efficacia dell’alto apprendistato, una nuova forma di apprendistato, che consente ai giovani tra i 18 e 29 anni l’acquisizione di diplomi, lauree o titoli di alta formazione. I dati più recenti sulla gioventù e l´occupazione nell´Unione europea mostrano che la situazione dei giovani (di età compresa tra 15-24 anni) sul mercato del lavoro rimane difficile. Il passo fondamentale per i giovani è il passaggio da istituti di istruzione al mercato del lavoro, emerge quindi una particolare necessità di politiche comuni che si concentrino sui problemi legati alla transizione dalla scuola al lavoro. L´occupazione giovanile è spesso caratterizzata da forme precarie di occupazione, il termine per raggiungere la stabilità del mercato del lavoro è piuttosto lungo e salari sono più bassi rispetto agli adulti occupati in simili posti di lavoro. L´importanza di occupazione giovanile è stata riconosciuta al più alto livello politico: il Consiglio europeo ha infatti adottato già nel 2005, il Patto europeo per la gioventù. Attraverso lo scambio di informazioni sull’esperienza avviata in Piemonte e le esperienze negli Stati membri, i delegati dei 12 paesi europei ospiti, hanno elaborato linee d´azione comuni in tre settori: occupazione, integrazione e promozione sociale; istruzione, formazione e mobilità; la riconciliazione della vita lavorativa e vita familiare. I dati della sperimentazione realizzata in Piemonte confermano un significativo interesse a questa tipologia contrattuale sia nella grande impresa sia nel tessuto delle piccole e medie imprese. La sperimentazione ha coinvolto nella nostra regione circa 230 apprendisti assunti in 100 imprese piemontesi e si sono realizzati 16 Master Universitari di primo e secondo livello e 1 corso di laurea specialistica. In generale si può dire che hanno aderito alla sperimentazione principalmente aziende di grosse dimensioni: il 71 % del campione ha più di 50 dipendenti; le imprese che ne hanno più di 250 rappresentano il 42% del totale. Se consideriamo il settore di appartenenza, più della metà del campione (55%) è costituito da aziende che offrono servizi alle imprese. Due terzi di queste lavorano nel settore Ict (Information and Comunication Tecnology), mentre un terzo offre servizi amministrativi e finanziari. Più di un terzo del campione (31,1%) è costituito da aziende che lavorano nel settore metalmeccanico, prevalentemente nell’ambito dell’automotive e dei trasporti in genere. La restante parte delle imprese (13,3%) offre servizi alle persone: si tratta per la maggior parte dei casi di imprese socio sanitarie (case di cura e di riposo). Si prevede che in questo percorso, possano essere coinvolti ogni anno circa 1. 000 giovani apprendisti. “La giornata di oggi - ha sottolineato l’assessore all’Istruzione e Formazione professionale Gianna Pentenero - è di estrema importanza in quanto ha consentito un approfondito confronto tra stati e regioni europee sulle esperienze ad oggi maturate. La nostra amministrazione ha scommesso in questa filiera formativa e ritiene strategico ragionare su di un suo sviluppo internazionale della nostra sperimentazione. L’alta formazione in apprendistato rappresenta un modello sostenibile, efficiente ed efficace, una tipologia contrattuale in grado di creare una nuova opportunità per il completamento degli studi, in particolare per quei giovani che li hanno interrotti precocemente per entrare nel mondo del lavoro. Nella sua veste a regime - conclude l’assessore - questo strumento deve consentire, mediante l’innalzamento dei livelli di scolarità, un maggiore contrasto agli elevati tassi regionali di insuccesso e dispersione nella scuola secondaria e nell’università, affinché gli obiettivi fissati dalla strategia europea di Lisbona possano essere più facilmente perseguiti”. .  
   
   
TOSCANA ELETTA VICEPRESIDENTE DELLA RETE UE NEPIM AL CONVEGNO DELLA RETE EUROPEA PER IL CONSUMO SOSTENIBILE  
 
 Firenze, 3 novembre 2008 - La Toscana è stata scelta come vicepresidente della rete Nepim, network di regioni europee impegnate a promuovere il consumo sostenibile. L´assessore regionale alla tutela dei consumatori Eugenio Baronti ha partecipato il 31 ottobre all´iniziativa organizzata a Trento dalla rete ed ha preso parte alla tavola rotonda dedicata a ´Le prospettive regionali di investimento etico nella previdenza complementare´ sottolineando la gravità dell´attuale crisi economico-finanziaria e la necessità di ricollegare investimenti e realtà produttive e locali. «Investire eticamente è più che mai necessario e urgente - ha detto Baronti – perchè davanti alla crisi attuale è prioritario dirigere i capitali verso ricerche e tecnologie innovative orientate a ridurre i consumi, modificare il modello energetico e la dipendenza da combustibili fossili, potenziare il recupero di materia da rifiu ti. Ed è importante investire sul territorio». «L´attuale crisi economica e finanziaria – ha detto l´assessore – a mio avviso è peggiore di quella del ´29, perchè sono decisamente diverse le potenzialità di recupero e potenziamento del mercato. All´epoca gli aiuti di stato bastarono a sostenere il consumo interno e di conseguenza la produzione e l´occupazione, ma oggi la crisi non è solo economica, ma è ambientale e sociale. Il nostro modello di sviluppo ha consumato in poche decine di anni le risorse maturate dal pianeta in migliaia di secoli ed abbiamo svincolato la finanza dalla realtà economica. Una crescita infinita in uno spazio finito, come il nostro pianeta, non è possibile. E´ una contraddizione. E per sanarla è più che mai importante investire sul territorio e su tecnologie che limitino i danni ed il consumo delle risorse naturali». La rete Nepim, che ha fatto proprie le cinque regole del consumo sostenibile contenute nella ´Carta di Barcellona´, elaborata dalla Regione Toscana e votata dagli altri membri internazionali, si è arricchita di altri due membri, il Trentino e l´Umbria, che hanno aderito al network e partecipato alla votazione dello statuto e degli organi dirigenti. .  
   
   
ACCORDO CON L’OCSE PER INDIVIDUARE E DIFFONDERE BUONE PRATICHE IN SETTORI DI ATTIVITÀ DEL FONDO SOCIALE EUROPEO  
 
 Trento, 2008 – Su proposta del Presidente, la giunta provinciale ha approvato il 31 ottobre lo schema di accordo per lo svolgimento di attività di collaborazione per la promozione della transnazionalità, attraverso modelli di apprendimento internazionali, che sarà firmato tra la Provincia autonoma di Trento - Autorità di gestione del Programma operativo provinciale Obiettivo 2 del Fondo Sociale Europeo e l’Organizzazione per la Cooperazione e per lo Sviluppo Economico (Ocse) – Centro Ocse Leed di Trento. Il Piano di attività oggi approvato prevede che i partner sopra indicati individuino, condividano e consolidino le buone pratiche in settori specifici di attività, organizzando poi workshop e seminari per favorire la diffusione di tali buone pratiche e capitalizzando le esperienze acquisite a vantaggio della Provincia autonoma di Trento. Al Centro Ocse Leed di Trento è stata assegnata la somma di 170mila euro per realizzare le attività previste nel corso di un anno a partire dalla data della firma dell’Accordo. L’approccio metodologico utilizzato dall’Ocse è un’analisi internazionale chiamata peer review. Tale approccio prevede un incontro iniziale per definire il metodo e delimitare il settore di studio, la raccolta di informazioni sulle condizioni della Regione in analisi, una visita di studio da parte di esperti dell’Ocse allo scopo di analizzare, congiuntamente ai referenti locali, criticità e successi delle politiche e dei programmi attuati nei settori selezionati, e infine la redazione di un rapporto finale da cui emergano le buone prassi e i modelli d’intervento emersi nei settori di intervento Fondo Sociale Europeo individuati. Al termine di questo processo preliminare, che durerà 4-6 mesi, verranno organizzati seminari di discussione e di diffusione dei risultati del progetto “Modelli di apprendimento internazionali”. In particolare saranno promosse due tipologie di seminari: seminari a livello locale, per discutere e divulgare i risultati tra gli stakeholder locali; seminario a livello internazionale che coinvolgerà la Rete Esf Conet (European Social Fund Cooperation Network) = “Protocollo di cooperazione tra Autorità di Gestione, Organismi Intermedi e Autorità Centrali – Fondo Sociale Europeo” promosso dalla Provincia Autonoma di Trento – Ufficio Fondo Sociale Europeo, per completare gli studi inerenti i vari gruppi tematici ed elaborare raccomandazioni condivise in grado di sviluppare nuovi modelli di intervento da sottoporre ai decisori politici. L’attività di capitalizzazione delle esperienze acquisite a vantaggio dell’apprendimento da parte della Provincia autonoma di Trento avverrà attraverso ulteriori analisi destinate a trasferire al contesto locale le esperienze verificate durante le precedenti attività, costituendo focus group e sviluppando discussioni seminariali. .  
   
   
SERBIA, 584 MILIONI DALLA UE NEL PROSSIMO TRIENNIO  
 
Sarajevo, 3 novembre 2008 - La Serbia riceverà dall´Unione europea 584 milioni di euro durante il prossimo triennio. Secondo Setimes, 548 milioni andranno in supporto agli sforzi del Paese per rispettare i criteri politici ed economici della Ue e migliorare la capacità del Paese ad assumere gli obblighi dello status di membro dell´Unione. Altri 36 milioni di euro andranno invece alla cooperazione transfrontaliera . .  
   
   
SLOVENIA, ANCORA IN CALO FIDUCIA CONSUMATORI  
 
Lubiana, 3 novembre 2008 - In ottobre l´indice di fiducia dei consumatori sloveni è diminuito di 5 punti rispetto a settembre. Lo afferma l´Ufficio di Statistica nazionale della Slovenia. Il calo è dovuto soprattutto alle opinioni più pessimiste dei consumatori sulla situazione economia generale in Slovenia nei prossimi 12 mesi. Il livello di fiducia dei consumatori in ottobre 2008 è stato lo stesso di ottobre 2007, ma è sceso di 6 punti percentuali rispetto alla media del 2007. La domanda trimestrale riguardante se i consumatori sloveni intendano acquistare o costruire una casa nei prossimi 12 mesi ha ricevuto le risposte più negative degli ultimi 5 anni: i consumatori intendono acquistare meno case rispetto al passato. Gli altri due indicatori trimestrali (riguardanti l´acquisto di una nuova automobile o i grossi investimenti di ammodernamento della casa) hanno ricevuto risposte più positive rispetto all´anno scorso. .  
   
   
AUSTRIA, DEFICIT DI BILANCIO ALLO 0,4 P.C. SUL PIL  
 
Vienna, 3 novembre 2008 - Secondo i dati forniti dall´Istituto di Statistica Europeo, Eurostat, il deficit di bilancio austriaco nel 2007 si è attestato allo 0,4 per cento sul Pil. Lo rende noto l´Ice. Il dato risulta pertanto inferiore a quello (0,5 per cento) previsto nell´aprile dello stesso anno. .  
   
   
SERBIA, PIL CRESCE DEL 6 PER CENTO  
 
Sarajevo, 3 novembre 2008 - Il Pil della Serbia è cresciuto del 6 per cento, secondo il sito informativo balcanico B92. Net. Lo dichiara il Fondo Monetario Internazionale, che prevede un´analoga crescita del Pil nel 2009; nel 2007, la crescita è stata del 7,1 per cento. Il rapporto sulle prospettive economiche regionali in Europa del Fmi, presentato a Bruxelles nei giorni scorsi, prevede anche che l´inflazione in Serbia per quest´anno sarà al 10,7 per cento, mentre nel 2009 decrescerà al 7,5 per cento. .  
   
   
GRUPPO GENERALI: RISULTATI CONSOLIDATI1 AL 30 SETTEMBRE 2008 UTILE NETTO A € 1,7MLD (9M07: € 2,4MLD); CRISI MERCATI PORTA MAGGIORI SVALUTAZIONI PER € 2MLD  
 
 Milano, 2008 - Il Consiglio di Amministrazione delle Assicurazioni Generali, riunitosi il 30 ottobre sotto la presidenza di Antoine Bernheim, ha approvato la relazione al 30 settembre 2008. Antoine Bernheim ha commentato: ”In questi anni, abbiamo portato avanti con chiarezza e costanza gli impegni presi: assicurare valore nel lungo periodo a tutti gli azionisti e ai nostri 50 milioni di clienti nel mondo. I tassi di crescita ottenuti, superiori al mercato, confermano la validità strategica delle decisioni prese in questi ultimi anni la solidità e affidabilità che diamo alla nostra clientela. Questi fattori, insieme alla prudente e attenta gestione degli investimenti e dei rischi, fanno di Generali uno dei Gruppi più solidi capaci di saper crescere anche nell’attuale crisi dei mercati. Su queste basi credo che a livello di risultato operativo e di utile, torneremo a vedere risultati in crescita non appena i mercati finanziari si stabilizzeranno”. » Principali evidenze al 30 settembre 2008 Nei primi nove mesi del 2008 si è registrata una crescita dei premi complessivi del 6,6% a € 51. 661 milioni (+4,4% a termini omogenei), nonostante la profonda crisi finanziaria peggiorata nel corso degli ultimi tre mesi. L’aumento della produzione è stato determinato da tre fattori: il focus sugli oltre 50 milioni di clienti retail, la strategia distributiva multicanale dove il buon contributo delle reti proprietarie ha più che compensato il forte calo del canale bancario, la crescita per linee esterne che ha portato ad una maggiore diversificazione geografica. Per quanto riguarda i singoli segmenti, positivo il contributo sia del vita sia del danni: nel vita si registra un forte incremento nella nuova produzione in termini di Ape (+ 15,5%), e una buona crescita dei premi (+ 7,5%). Nei danni i premi salgono del 4,9%. La qualità del business trova conferma anche nel forte aumento della raccolta netta vita – la differenza tra i premi incassati pagati per scadenze e riscatti – a € 8,1 mld (+44%). Allo sviluppo industriale si combina l’ulteriore rafforzamento del patrimonio netto nel trimestre e un alto livello degli indicatori di solvency, elementi che confermano la solidità del Gruppo, ottenuta grazie al profilo di rischio del proprio business ed a una gestione finanziaria attenta e coerente con gli impegni verso gli assicurati. Il patrimonio netto di pertinenza di Gruppo si è attestato a € 12. 510 milioni in crescita del 2,7% (€ 12. 178 milioni al 30 giugno 2008). Tornando alla gestione industriale, si sono registrati buoni risultati di redditività ed efficienza in entrambi i segmenti, che hanno contribuito positivamente al risultato netto. Nel vita, la nuova produzione in termini di Ape ha registrato una forte crescita dei premi annui. Nei danni si evidenzia un miglioramento del combined ratio a 95,1% (95,4% al 30 settembre 2007), in particolare grazie all’andamento della sinistralità e alla stabilità delle spese di amministrazione, grazie al positivo andamento del processo riorganizzativo e di efficientamento avviato in tutti i Paesi. Il risultato operativo complessivo è stato pari a € 3. 471 milioni rispetto ai € 4. 110 milioni (-15,6%) al 30 settembre 2007. La diminuzione è stata determinata dal risultato operativo Vita (-17,1%), segnato dall’andamento dei mercati finanziari che ha colpito in particolare il terzo trimestre con minori redditi finanziari netti. Positiva, invece, l’evoluzione del risultato operativo Danni (+4,6%). L’utile netto del periodo è stato pari € 1. 670 milioni rispetto ai € 2. 364 milioni dei primi nove mesi del 2007 con una riduzione del 29,4%. Sul risultato hanno influito l’andamento negativo dei mercati finanziari che hanno portato a maggiori svalutazione sul portafoglio titoli per € 2 miliardi rispetto ai primi nove mesi del 2007. In merito alla politica degli investimenti, la componente il cui rischio è a carico della compagnia, è stata pari a € 293 miliardi rispetto ai € 292 miliardi al 30 giugno 2008, con una suddivisione che vede il 79,5% riferito a strumenti finanziari a reddito fisso, il 9,7% ad azioni, il 4,8% ad investimenti immobiliari, il 6% ad altri investimenti. Relativamente agli strumenti finanziari a reddito fisso, la componente obbligazionaria rappresenta il 71,4% di cui il 56,1% titoli governativi e il 43,9% titoli corporate. Vista la forte tensione dei mercati finanziari, l’acuirsi di un rischio sistemico e il conseguente aumento della volatilità il Gruppo ha implementato strategie dinamiche di copertura economica in strumenti derivati sia degli investimenti azionari che obbligazionari. » Outlook 2008 Per quanto attiene alle prospettive del Gruppo per l’esercizio in corso, prevediamo una conferma dei buoni andamenti tecnici fin qui registrati sia nei rami vita che danni e degli effetti positivi delle azioni già intraprese, volte ad incrementare l’efficienza della gestione. L’andamento negativo dei mercati finanziari, acuitosi nel corso dell’ultimo trimestre, le sempre più incerte prospettive per la parte rimanente dell’anno, nonché l’ancora non chiara evoluzione dei principi contabili Ias/ifrs in materia di valutazione di strumenti finanziari, rendono difficile una previsione attendibile per fine esercizio. » Andamento delle Attività Attività Vita Ripartizione geografica degli Ape e del risultato operativo del segmento vita
Ape Risultato operativo
Mln € 3Q 08 ¨% Omogeneo ¨% 3Q 08 ¨%
Italia 1. 032 +9,2 +8,4 1. 139 -15,7
Francia 868 +3,5 +3,5 384 +2
Germania 799 +28,9 +50,0 163 -37,8
Paesi Cee 139 +17,1 +25,9 80 +460,8
Totale 3. 590 +10,5 +15,5 1. 972 -17,1
La nuova produzione vita in termini di Ape ha registrato una crescita del 15,5% a € 3. 589,8 milioni (+10,5% a termini omogenei), continuando il buon trend già registrato nel primo semestre. La crescita è stata trainata principalmente dai premi periodici (+20,7%), mentre i premi unici hanno segnato un tasso di sviluppo del 8,3%. Per quanto riguarda i territori, buona l’evoluzione in Italia, con un +9,2% a termini omogenei, sostenuto dalla positiva performance dei canali proprietari (+25%) e dai volumi premi periodici (+11%). Da segnalare inoltre, l’ottima progressione in Germania (+50%; +28,9% a termini omogenei) grazie soprattutto alle polizze Riester relative ai piani pensionistici, segmento in cui il Gruppo è leader di mercato, e dei Paesi dell’Est Europa (+17% a termini omogenei). In Francia lo sviluppo (+3,5%) risulta migliore di quello del mercato. I premi vita complessivi sono stati pari a € 35. 235 milioni in crescita del 7,5% rispetto ai primi nove mesi del 2007, spinta in particolare dai risultati nei Paesi dell’Europa centro-orientale. Anche a parità di perimetro e cambi, si conferma un solido trend di crescita: +5,1% . Il risultato operativo del segmento vita è stato pari a € 1. 972 milioni rispetto ai € 2. 379 milioni, con un calo del 17,1% ascrivibile, come già evidenziato, alla diminuzione dei proventi derivanti dalla gestione finanziaria parzialmente compensati dal buon andamento della gestione tecnica. Con riferimento ai principali Paesi si nota la riduzione del risultato di Italia e Germania condizionato da svalutazioni a seguito della crisi finanziaria, mentre cresce l’apporto dei Paesi dell’Europa centro orientale, in particolare grazie all’acquisizione del Gruppo Ceska. Le riserve tecniche vita hanno raggiunto i € 291 miliardi con un incremento del 3,5% rispetto a fine 2007, sostenuto dalla buona progressione delle riserve relative a prodotti tradizionali che compensano ampiamente la flessione delle riserve unit­linked a causa dell’andamento dei mercati azionari. Attività Danni Ripartizione geografica dei premi lordi, del Combined ratio e del risultato operativo del segmento danni
Premi lordi Combined ratio Risultato operativo
Mln € 3Q 08 ¨% omogeneo ¨% 3Q 08 3Q 07 ¨ 3Q 08 ¨%
Italia 5. 018 -0,3 -9,8 96,4 95,1 +1,3 384,4 -39,5
Francia 2. 884,7 +2,8 +2,7 97,5 96,7 +0,8 288,1 +2,8
Germania 2. 529,6 +0,6 +0,6 96 96,9 -0,9 267,6 +10,8
Paesi Cee 1. 868,7 +14,2 +148,8 83,5 89,9 -6,4 373,2 +567,6
Totale 16. 426 +2,7 +4,9 95,1 95,4 -0,3 1. 728 +4,6
I premi consolidati nei rami Danni sono cresciuti del 4,9% raggiungendo i € 16. 426 milioni, trainata dai Paesi dell’Europa dell’Est che confermano il trend di crescita sostenuta anche a termini omogenei (+14,2%). Anche a termini omogenei si conferma il buon andamento della produzione con un tasso del +2,7%. Si segnala inoltre il positivo sviluppo dei premi in Francia e in Spagna (+2,3%) mentre è stabile il contributo della Germania. In Italia si registra un andamento stabile a termini omogenei (-0,3% ) a fronte di un mercato previsto in calo. Il mercato tedesco e italiano sono penalizzati, nel settore auto, dal calo intervenuto nelle nuove immatricolazioni e da un’elevata competizione tariffaria. Il combined ratio è migliorato a 95,1% (95,4% al 30 settembre 2007). La riduzione è principalmente ascrivibile ai Paesi dell’Europa centro-orientale, Germania, Austria e Svizzera. I risultati raggiunti in questi Paesi più che compensano l’aumento registrato in Italia, Spagna e Francia prevalentemente a seguito dell’incremento della sinistralità. L’incidenza dei costi sui premi netti di competenza si attesta a 26,8%, in leggera crescita (26,2% al 30 settembre 2007) e riflette l’incremento dell’incidenza dei costi di acquisizione, dovuto al cambiamento del mix produttivo dove è aumentato il peso dei prodotti non auto. La sinistralità è migliorata a 68,3% da 69,2% al 30 settembre 2007. Il risultato operativo del segmento danni è stato pari a € 1. 728 milioni, con una crescita del 4,6% rispetto al 30 settembre 2007. Con riferimento ai principali Paesi si evidenza una crescita del risultato operativo in Germania, una sostanziale stabilità in Francia e un calo in Italia, attribuibile sostanzialmente all’uscita dal perimetro di Nuova Tirrena, ai minori proventi finanziari e al contenuto incremento della sinistralità. Segmento finanziario Il risultato operativo del segmento finanziario è pari a € 243 milioni (-18,8% rispetto al 30 settembre 2007), risentendo del negativo andamento dei mercati finanziari. Le commissioni nette sono state pari a € 515 milioni rispetto a € 408 milioni nei primi nove mesi del 2007. Il margine di intermediazione è aumentato a € 834 milioni (+27,9% rispetto allo stesso periodo del 2007) beneficiando in particolare dell’ingresso nel perimetro di consolidamento del Gruppo Banca del Gottardo. Nel settore dell’Asset Management le masse gestite sono ammontate a € 371. 998 milioni (+3,1% rispetto al 31 dicembre 2007). L’attività di Asset Management rappresenta la parte prevalente del segmento finanziario ed è principalmente focalizzata sulla gestione degli strumenti finanziari delle società del Gruppo. .
 
   
   
APPROVATA DA CONSOB LA PUBBLICAZIONE DEL "DOCUMENTO DI OFFERTA" RELATIVO ALL’OFFERTA PUBBLICA VOLONTARIA E TOTALITARIA SULLE AZIONI ORDINARIE ERGO PREVIDENZA S.P.A.  
 
 Milano, 3 novembre 2008 - Con riferimento all’offerta pubblica di acquisto volontaria e totalitaria delle azioni ordinarie in circolazione di Ergo Previdenza S. P. A. Promossa da Ergo Italia S. P. A. , comunica che in data 30 ottobre la Consob ha approvato il relativo Documento di Offerta. Il Documento di Offerta, comprensivo del Comunicato dell’Emittente al quale è allegata la fairness opinion rilasciata dal consulente finanziario dell’Emittente, Leonardo & Co, sarà messo a disposizione del pubblico entro lunedì 3 novembre 2008 e contestualmente sarà pubblicato anche sul sito www. Ergoitalia. It. L’avviso di pubblicazione del Documento di Offerta sarà pubblicato il 1 novembre sui quotidiani “Il Sole 24 Ore” e “Mf”e “Finanza & Mercati”. Periodo di Adesione Ai sensi dell´art. 40 del Regolamento Emittenti, il Periodo di Adesione all´Offerta, concordato con Borsa Italiana, avrà inizio alle ore 8:30 del giorno 4 novembre 2008 e terminerà alle ore 17:30 del 5 dicembre 2008, salvo proroga. Data e modalità di pagamento del corrispettivo Il Corrispettivo in contanti, pari ad Euro 4,40 per azione, sarà pagato agli aderenti all´Offerta il 12 dicembre 2008, a fronte del contestuale trasferimento della piena proprietà delle azioni. .  
   
   
MASTER ISTITUZIONALE PER CONSULENTI DI INVESTIMENTO  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Il 6 Luglio 2007 è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il testo del decreto attuativo della Direttiva Cee n. 39/2004 del 21 Aprile 2004 denominata Mifid Market in Financial Instruments Directive che ha modificato ed integrato il vigente Testo Unico della Finanza Decreto Legislativo n. 58 del 24 Febbraio 1998,al fine di renderlo compatibile con la nuova normativa comunitaria. L’introduzione della Mifid disciplina rendendo riservata alle imprese di investimento l’attività di consulenza agli investimenti ed il ruolo e la figura professionale del Consulente di Investimento. Oggetto della formazione saranno quei contenuti previsti dalla nuova normativa denominata Mifid ovvero le nozioni normative,tecniche,fiscali ed economiche concernenti la materia finanziaria,con particolare riferimento al ruolo istituzionale ed alla figura professionale del Consulente di Investimento e alle disposizioni sulla tutela dell’investitore,nonché le caratteristiche tecniche e gli elementi giuridici degli strumenti finanziari nazionali ed internazionali. Il corso primo ed unico nel suo genere in Italia vanta una anzianità di servizio ultra decennale avendo formato oltre 800 partecipanti,prepara allo svolgimento della professione di Consulente di Investimento ed è accreditato presso le più importanti strutture nazionali ed internazionali presenti sul mercato finanziario italiano. I docenti sono professionisti di chiara fama provenienti dalle maggiori istituzioni finanziarie ed universitarie italiane ed estere,l lezioni sono supportate ed integrate dall’utilizzo di program trading di ultima generazione in tempo reale ed a mercati aperti al fine di simulare l’operatività reale. Al completamento dei lavori verrà rilasciato un diploma di perfezionamento e di specializzazione di livello universitario valevole ai fini del rilascio dei relativi Cfu - Crediti Formativi Universitari,tale documento permetterà inoltre di essere iscritti ad Assoconsulenza senza dover sostenere il previsto esame. Sono previsti anche per chi ne facesse richiesta periodi di stages applicativi presso primarie strutture nazionali ed internazionali quali società di intermediazione mobiliare,gruppi finanziari,banche, società industriali,studi professionali,società di gestione del risparmio. La partecipazione al percorso istituzionale di formazione è rigorosamente a numero chiuso previa prova attitudinale di selezione. Per l’Iscrizione Cell: +39 340. 70. 10. 272 Fax: +39 089. 82. 57. 16 E-mail: carmelaciminelli@libero. It .  
   
   
DERIVATI. MORATTI NOMINA LEGALI PER TUTELA COMUNE  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Come comunicato durante la seduta del Consiglio Comunale del 16 ottobre, il Sindaco Letizia Moratti ha nominato i consulenti legali per esaminare gli strumenti finanziari derivati ed effettuare una valutazione complessiva dell’operazione. Gli avvocati incaricati sono: Giuseppe Lombardi, avvocato civilista e Carlo Federico Grosso, avvocato penalista. .  
   
   
ASTE TITOLI DI STATO A MEDIO/LUNGO TERMINE DEL 30 OTTOBRE 2008  
 
Cct T. V. Btp 4,25% Btp 4,50%
Scadenza 01. 09. 2015 01. 09. 2011 01. 03. 2019
Cod. /tranche It0004404965/05 It0004404973/5 It0004423957/1
Imp. Offerto 859 2500 3500
Regolamento 03. 11. 2008 03. 11. 2008 03. 11. 2008
Ced. God. 2,32
Imp. Domandato 1460 4166 4130
Imp. Assegnato 859 2500 3500
Prezzo aggiudicazione 97,26 100,90 94,35
Prezzo esclusione (**) (**) (**)
Rendimento lordo 3,79 3,95 5,28
Variazione Rend. Asta prec. (*) -1,01 -0,39 0,33
Rendimento netto 3,34 3,38 4,63
Riparto (**) 97,315 94,94
Importo in circolazione (mln) 4609 10800 3500
Riapertura (mln) (**) (**) (**)
Prezzo nettisti 97,25695000 100,89582900 94,33839200
(*) raffronto con titolo di pari durata
(**) dato non pervenuto
Assiom. .
 
   
   
MONZA E BRIANZA – LOMBARDIA 2015: SARÀ PIÙ LONGEVA E PIÙ “STRANIERA”  
 
Milano, 3 novembre 2008 - L’expo 2015 darà slancio all’economia e porterà nuovi posti di lavoro per l’intero Paese. I benefici si estenderanno a tutta l’Italia: dalla capitale, con un incremento di oltre 6. 500 posti di lavoro, a Napoli (1. 660), da Venezia (5. 785) a Palermo (570). In Lombardia, Milano esclusa, ci saranno più di 35 mila posti di lavoro in più solo nel settore turistico (ricettività, trasporti, ristorazione, shopping). Ne beneficerà molto la vicina Brianza con più di 8200 posti di lavoro, Como con oltre 5. 600, ma soprattutto Brescia che vedrà aumentare l’occupazione in questo settore di oltre 10 mila unità. L’expo 2015 troverà i lombardi più longevi: le donne avranno una speranza di vita di oltre 85 anni, gli uomini di 80, cresce la popolazione dai 65 anni in su (+21,5%). L’altra faccia della medaglia è che i lombardi diventeranno più dipendenti dalla popolazione in età lavorativa con un indice di dipendenza strutturale del 55,8% . Gli stranieri daranno un notevole contributo al sistema sociale con una crescita del 63% degli immigrati e una spinta al settore produttivo con un aumento delle imprese straniere di oltre 67 mila unità. E’ quanto emerge da una elaborazione dell’Ufficio studi della Camera di Commercio di Monza-brianza su dati registro imprese, Excelsior, Istat, iulm, ciset e previsioni Istat. “Da qui all’Expo del 2015 – ha commentato Carlo Edoardo Valli, presidente della Camera di Commercio di Monza-brianza si aprono numerose nuove prospettive per la Lombardia e per la Brianza per l’intero Paese che se adeguatamente sfruttate potranno generare nuovi posti di lavoro e infrastrutture permanenti. Certo questo processo richiederà un supplementare sforzo di programmazione e concertazione fra soggetti pubblici e privati, nella consapevolezza che da qui al 2015 interverranno numerosi cambiamenti socio – economici destinati a mutare il contesto in cui viviamo. E il ruolo della Brianza, come cerniera della area metropolitana con la Lombardia, merita un’attenzione particolare” .  
   
   
EXPO 2015. FORMIGONI CON MORATTI AL BIE: MANTENIAMO IMPEGNI  
 
Parigi, 3 novembre 2008 - "Abbiamo presentato in dettaglio ai membri del Comitato esecutivo del Bie (Bureau International des Expositions, ndr) lo stato di avanzamento dei lavori per la preparazione di Expo 2015 ed abbiamo potuto documentare, punto per punto, che tutto procede secondo gli impegni assunti". Si dice "molto soddisfatto" il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, degli esiti dell´incontro di lavoro che ha avuto, insieme al sindaco di Milano e Commissario di Expo 2015, Letizia Moratti, ai massimo livelli del Bie, presente anche Paolo Glisenti nella sua veste di segretario del Comitato di pianificazione. "Ho in particolare illustrato - fa sapere Formigoni - il lavoro del Tavolo Lombardia, che presiedo e che ha avuto ieri al Palazzo della Regione la prima riunione. Il Tavolo ha competenze sia sulle opere infrastrutturali sia sulle altre azioni a livello regionale e sovraregionale connesse alla realizzazione e allo sviluppo dei contenuti di Expo". "Quello odierno è stato in sostanza - continua Formigoni - un passo ulteriore nella costruzione del grande evento del 2015, segnato dalla positiva impressione che abbiamo suscitato nei nostri interlocutori e da postivi apprezzamenti del nostro lavoro condotto con grande senso di responsabilità e di coesione istituzionale. Da tutto ciò trae ulteriore spinta il nostro cammino mai interrotto in questi mesi". Formigoni ha anche reso noto di aver convocato per giovedì prossimo la Segreteria tecnica del Tavolo Lombardia (per esaminare in dettagli il quadro delle opere infrastrutturali) e per la settimana successiva una nuova seduta del Tavolo Lombardia, per le decisioni politiche. .  
   
   
CRISI FINANZIARIA E DELL’ECONOMIA: LE SCELTE STRATEGICHE DELLA PROVINCIA DI TRENTO L’OBIETTIVO È NON SOLO DIFENDERSI DALLA CONGIUNTURA NEGATIVA MA PREPARARSI AD AFFRONTARE LA FASE DI RIPRESA PARTENDO DA POSIZIONI DI MAGGIORE FORZA  
 
Trento, 2008 - Il Trentino si sta attrezzando sia per contenere gli effetti della crisi economica mondiale, sia per prepararsi a sfruttare nel migliore dei modi la fase della ripresa, che non arriverà prima della fine del 2009 se non nel corso del 2010. Sarà fondamentale infatti ripartire con slancio, utilizzando tutte le potenzialità della piattaforma produttiva provinciale, resa nel frattempo più “robusta” e più competitiva. Questo in sintesi il significato del documento programmatico adottato il 31 ottobre dalla Giunta provinciale, contenente le azioni della Provincia relative sia alla fase dell’emergenza (sostanzialmente le iniziative già poste in essere per sostenere il reddito delle famiglie, per favorire un corretto accesso al credito da parte delle imprese e per accrescere la liquidità del sistema economico provinciale), sia soprattutto alla fase della ripresa (iniziative tese a rafforzare la dimensione e la patrimonializzazione delle imprese e misure anticongiunturali facenti perno sulla spesa per investimento). La Provincia, insomma, non intende giocare solo “in difesa”, ma affrontare questa fase negativa in maniera costruttiva, utilizzando tempestivamente e in forma coordinata l’ampia gamma di strumenti già disponibili, adottando politiche espansive, e valorizzando i punti di forza del sistema. Fra le nuove misure di “rafforzamento” della nostra economia spiccano in particolare due strumenti: la costituzione di specifici fondi presso gli enti di garanzia per il capitale di rischio delle imprese e l’utilizzo di fondi di private equity. Di seguito, il documento integrale predisposto dai servizi provinciali competenti e approvato quest’oggi dalla Giunta. Crisi Finanziaria E Dell’economia: Il Ruolo Della Provincia - L’economia mondiale è entrata da tempo in una fase discendente del ciclo economico. I ripetuti shock che hanno investito i mercati nell’ultimo anno (crisi dei mutui subprime, bolla inflazionista dei beni energetici ed alimentari, crollo delle borse) stanno originando pesanti impatti sull’economia reale e contribuiscono a deprimere ulteriormente il ciclo economico in atto rendendo più lontane nel tempo le prospettive di una ripresa dello sviluppo, dell’occupazione e dei redditi personali. In particolare, con riferimento alle economie occidentali, si può pensare che trascorrerà tutto il 2009 e parte del 2010 prima che si registrino effetti positivi. I governi e le autorità monetarie hanno sinora messo in atto una serie di misure coordinate che dovrebbero arginare le conseguenze della crisi finanziaria. Mancano ancora organici interventi di sostegno alla domanda e agli investimenti che dovrebbero essere realizzati sotto forma di riduzione delle imposte e di mobilitazione di spesa pubblica con effetti di stimolo allo sviluppo economico. Risulta invece difficile ipotizzare che a breve termine possano riprendere a funzionare in modo adeguato gli strumenti di accesso al credito, determinanti per il finanziamento degli investimenti. Le preoccupazioni non concernono solo il rapido innalzamento dei costi per l’indebitamento delle imprese, ma soprattutto il prevedibile peggioramento e restrizione dei criteri per l’accesso e l’erogazione del credito. La crisi finanziaria rende altresì problematico l’utilizzo degli strumenti di finanziamento diretto delle imprese, in particolare quelli preordinati alla capitalizzazione delle imprese in forma di partecipazione diretta degli investitori al capitale di rischio, soprattutto con riferimento alle piccole realtà produttive. Tutto ciò porta a ritenere che la crisi si assocerà ad una “ripulitura” del mercato con la selezione delle imprese marginali. Diventa peraltro strategico per le imprese prepararsi alla successiva fase di rilancio dell’economia, dove quelle che sapranno rafforzarsi e consolidarsi potranno giocare un ruolo importante e cogliere le opportunità più favorevoli. Il rischio per l’Occidente è che da questa situazione possano trarre ulteriore vantaggio le economie emergenti dell’Asia. In Italia lo Stato faticherà a sostenere la domanda con politiche espansive, anche a causa del debito pubblico esistente. Rispetto a questo quadro generale il Trentino: subirà, in relazione alle peculiarità del proprio ciclo economico, la crisi probabilmente con un certo ritardo; beneficia di un mix produttivo settorialmente ampio e diversificato (meno concentrazione dei rischi); ha un settore pubblico, a differenza di molte altre realtà, con una buona capacità di spesa ed efficaci strumenti di intervento per contrastare la congiuntura negativa; il settore del credito appare mediamente più sano, solido, adeguatamente liquido e “sotto controllo”. Tutto ciò porta a ritenere che il Trentino possa affrontare questa fase negativa dell’economia secondo una logica costruttiva e non meramente difensiva: utilizzando tempestivamente e in forma coordinata l’ampia gamma di strumenti approntati negli ultimi anni dalla Provincia e già pienamente operativi, in modo da contrastare e attenuare gli impatti negativi della crisi per le imprese, per i lavoratori e per le famiglie; adottando politiche espansive per rafforzare i suoi settori produttivi; accrescendo le capacità di coordinamento e sinergia del sistema locale; preparandosi ad affrontare le future fasi da una posizione di maggiore forza. Le Azioni Della Provincia - In relazione all’eccezionalità della crisi e al rischio di impatti finanziari e recessivi la Provincia ha ritenuto necessaria un’organica risposta articolata in due distinte fasi, la prima legata all’emergenza, la seconda volta ad accompagnare e contrastare la fase di rallentamento secondo la richiamata “logica costruttiva”. La Fase Dell’emergenza - Nella fase acuta della crisi la Giunta ha avviato preliminarmente un monitoraggio e un tavolo di confronto con gli attori del sistema locale per valutare le possibili ricadute ed individuare le opportune azioni correttive. E’ stata infatti ritenuta essenziale una risposta condivisa e di sistema alla crisi finanziaria. La strategia in tale fase si è poi concretizzata in importanti iniziative per il sostegno delle famiglie sulle quali pesa il macigno dei mutui a tasso variabile e della crescita dei costi energetici, nonché delle imprese penalizzate dalle difficoltà di accesso al credito e dalla crescita esponenziale degli oneri finanziari. Per le famiglie l’obiettivo è stato il sostegno del potere d’acquisto, concorrendo a contenere gli oneri per i consumi energetici e per i mutui a tasso variabile per la prima casa, stabilizzando le rette a carico delle famiglie nelle case di riposo e favorendo una significativa riduzione delle rette degli asili nido. Attraverso tali misure è possibile sostenere i consumi delle famiglie e in tal modo contrastare l’attuale profilo congiunturale e gli impulsi recessivi dell’economia derivanti da una marcata contrazione dei consumi familiari. Per le imprese l’obiettivo perseguito è stato quello di favorire soprattutto per le aziende di piccole e medie dimensioni un corretto accesso al credito, assicurando la regolare provvista di liquidità e il finanziamento dei programmi di investimento con costi fortemente attenuati rispetto ai proibitivi livelli attualmente praticati dal mercato. A tal fine, con un’azione coordinata, la Giunta provinciale, gli Enti di garanzia e le banche, hanno messo a disposizione delle imprese un plafond di 125 milioni di finanziamenti a medio/lungo termine con un abbattimento di almeno il 50% dei costi finanziari a carico dell’impresa. Ulteriori iniziative per fronteggiare l’emergenza finanziaria e il rapido peggioramento della congiuntura hanno poi riguardato l’utilizzo di appropriati strumenti per accrescere la liquidità del sistema economico provinciale. La leva per sostenere la liquidità del sistema è stata individuata soprattutto nella messa a disposizione del settore pubblico di un volume straordinario di risorse liquide di circa 240 milioni di euro per accelerare i pagamenti da parte degli Enti pubblici in favore delle imprese e delle famiglie. Come noto il patto di stabilità limita fortemente i volumi di pagamento a carico del bilancio della Provincia con conseguenti difficoltà a garantire la regolarità dei pagamenti dovuti a fine anno e necessità di differimento degli stessi all’inizio dell’anno successivo. Tale modalità origina ricadute negative nella gestione finanziaria delle imprese e famiglie che intrattengono rapporti con il settore pubblico soprattutto nell’attuale congiuntura dei mercati finanziari. Al fine di rimuovere tali criticità la Giunta ha previsto un utilizzo straordinario degli strumenti di sistema, in particolare: per la Provincia è stata messo a disposizione da parte di Cassa del Trentino un plafond di risorse pari a 50 milioni di euro; per gli enti collegati alla finanza provinciale (enti funzionali, agenzie, fondazioni, società controllate dalla Provincia) sono state autorizzate linee di credito pari a 91 milioni di euro, oltre a risorse aggiuntive da parte di Cassa del Trentino per 50 milioni di euro; per gli enti locali sono garantite da parte di Cassa del Trentino erogazioni aggiuntive, rispetto all’anno precedente superiori a 50 milioni di euro. In relazione a tale ampliamento dei mezzi di pagamento i flussi di risorse apportati dalla Provincia al sistema territoriale trentino, nonostante i vincoli posti dal Patto di stabilità interno, sono destinati a crescere quest’anno del 7,9% rispetto al 2007 Ulteriore importante azione per la liquidità del sistema afferisce al sostegno della provvista del Mediocredito Trentino Alto Adige che attualmente risulta gravemente penalizzato nell’utilizzo degli ordinari strumenti di raccolta sui mercati internazionali. A tal fine, Cassa del Trentino, forte del suo rating e dei rapporti “privilegiati” con importanti istituzioni finanziarie, assicura iniezioni di liquidità a tassi vantaggiosi per un volume di risorse nell’ordine di 50 milioni di euro. L’intervento pubblico provinciale trova ragion d’essere nell’impiego di tali risorse da parte di Mediocredito in azioni di sostegno alle imprese operanti nel territorio provinciale che non dovrebbero pertanto risentire dell’attuale situazione dei mercati finanziari. Complessivamente gli interventi a favore del mondo produttivo e delle famiglie varati dalla Provincia in queste ultime settimane per fronteggiare la crisi finanziaria valgono complessivamente circa 400 milioni di euro. Le Azioni Anticongiunturali Per Il Sostegno Dell’economia - La fase discendente del ciclo economico che sta caratterizzando l’economia mondiale richiede al Governo provinciale, una volta riassorbiti e attenuati anche con l’aiuto degli interventi in precedenza indicati gli impatti della crisi dei mercati finanziari, una strategia di medio periodo mirata a contrastare il rallentamento del ciclo economico in una logica non meramente difensiva. L’obiettivo è di utilizzare questo periodo per rimuovere le criticità e valorizzare per contro quelli che sono gli elementi di forza del nostro sistema per prepararlo ad affrontare le future fasi di ripresa da una posizione di vantaggio e di maggiore competitività. In relazione alle precedenti finalità possono essere promosse specifiche azioni per: il sostegno della congiuntura economica; il rafforzamento dimensionale e patrimoniale delle imprese; la ricerca. 1. Il sostegno della congiuntura economica Per contrastare la fase declinante della congiuntura economica la Giunta provinciale può attivare con rapidità ed incisività importanti leve e strumenti già pienamente operativi; il riferimento è: alle politiche tariffarie e fiscali per sostenere i redditi delle famiglie e le imprese; all’utilizzo della spesa di investimento in funzione anticongiunturale; agli interventi per le politiche del lavoro e gli ammortizzatori sociali. A) Le politiche tariffarie e fiscali Nell’attuale situazione di accresciuta difficoltà la Giunta provinciale ha previsto il congelamento delle politiche tariffarie e fiscali per tutto l’anno 2009, ritenendo tale decisione essenziale per sostenere il reddito delle famiglie, come pure gli oneri gestionali delle imprese. In tale aspetto con la Legge finanziaria approvata nel settembre scorso (art. 18 L. P. 12/09/2008, n. 16) sono state confermate le agevolazioni fiscali già decise in precedenza che utilizzano tutti gli spazi possibili di intervento in riduzione concessi al potere legislativo della Provincia. In particolare le agevolazioni Irap per il 2009 sono valutabili in oltre 65 milioni di euro. Relativamente alle tariffe, ai canoni e ai diritti di competenza provinciale la Giunta provinciale ha pure adottato la scelta di confermare tutte le agevolazioni e le riduzioni già previste, evitando qualsiasi aggravio di costi a carico delle famiglie o degli utenti, con conseguente accollo a carico del bilancio provinciale della crescita della spesa per l’erogazione dei servizi. B) L’utilizzo della spesa di investimento in funzione anticongiunturale Come noto la spesa per investimenti ed in particolare quella diretta alla realizzazione di opere pubbliche, che ne costituisce la componente più rilevante, esercita un forte effetto propulsivo sulla domanda globale, generando un impatto positivo sullo sviluppo locale (effetto moltiplicatore). Anche in relazione a tale ruolo la politica degli investimenti pubblici assume un ruolo centrale nelle strategie finanziarie provinciali sia in termini quantitativi che nei profili qualitativi, tenuto inoltre conto che la dotazione di infrastrutture risulta decisiva per innalzare la produttività del sistema e corrispondere alle esigenze di modernizzazione e sviluppo. Nell’aspetto quantitativo va rilevato il livello straordinariamente elevato degli investimenti che caratterizza la finanza provinciale e che questo Governo ha inteso salvaguardare e addirittura potenziare. La spesa di investimento (1. 860 milioni nel 2008) presenta un’incidenza sul Pil pari all’11,5%, tasso significativamente più elevato rispetto al corrispondente indicatore rilevato a livello nazionale (4,1%). Anche in valori pro-capite la spesa di investimento della Provincia è oltre tre volte il corrispondente valore pro-capite nazionale. L’elevato livello della spesa di investimento rispetto al Pil provinciale consente di utilizzare tale spesa quale leva strategica per le politiche anticongiunturali al fine di contrastare le dinamiche recessive dell’economia provinciale. Presupposto per conseguire tale obiettivo è la capacità di preservare adeguati livelli di efficienza delle politiche di investimento, cioè di trasformare la spesa pubblica in effettivo stock di capitale, in definitiva in concrete realizzazioni. Ciò in quanto solo con l’effettiva spendibilità delle risorse possono originarsi gli impulsi di stimolo attesi sul sistema economico. Conseguentemente per contrastare il rallentamento dell’economia dovranno essere varate specifiche misure per promuovere un utilizzo in funzione anticongiunturale della spesa di investimento. Gli interventi a sostegno della domanda devono considerare attentamente le ricadute economiche sul territorio (rottamare auto non crea localmente reddito, costruire case sì). Da questo punto di vista il comparto delle costruzioni può avere un ruolo importante, anche perché la domanda pubblica potrebbe aiutare un settore tendenzialmente in difficoltà per la crisi del mercato immobiliare. Al riguardo è fondamentale: selezionare la spesa di investimento assicurando assoluta priorità agli interventi caratterizzati da un effetto moltiplicatore più elevato, cioè agli interventi che maggiormente sono in grado di produrre un impatto propulsivo sulla economia locale. Il riferimento è soprattutto alla spesa di investimento nel campo della casa (piano straordinario dell’edilizia abitativa, piano straordinario di nuovi alloggi di edilizia pubblica e a canone moderato), agli investimenti programmati nei piani delle imprese, agli interventi di manutenzione del patrimonio pubblico, agli investimenti ambientali, agli investimenti per il risparmio energetico, ecc. Occorre inoltre considerare che l’impatto della spesa pubblica risulta diverso a seconda dell’ambito di operatività nel territorio provinciale o al di fuori dello stesso dell’impresa incaricata della realizzazione dell’intervento. E’ evidente infatti che se i redditi generati vengono spesi in provincia e quindi “trasferiti” al sistema produttivo locale, l’impatto potrà essere maggiore. In specifico, se l’impresa che realizza l’intervento opera stabilmente sul territorio, l’impatto in termini di valore aggiunto aumenta di oltre il 30%. Conseguentemente l’allocazione della spesa di investimento nell’esercizio 2009 dovrà essere attentamente riprogrammata, sia per assicurare priorità e centralità agli interventi sopra indicati, sia per rafforzare la posizione competitiva delle imprese del territorio nella partecipazione alle gare per l’aggiudicazione di lavori e commesse pubbliche. Accelerare le procedure amministrative per la concreta realizzazione delle opere e degli interventi programmati, riducendo drasticamente i tempi che separano la decisione politica e la pianificazione dalla effettiva realizzazione e dalla spendibilità delle risorse. Attualmente il tempo necessario per lo svolgimento dell’iter di approvazione delle opere è mediamente di 2-3 volte maggiore del tempo necessario per la fase di realizzazione; ciò è origine di rilevanti criticità: aumento del costo a carico degli enti rispetto alla spesa inizialmente preventivata, ripetute modificazioni e perizie di variante da parte degli enti, incertezza e impossibilità di programmazione dell’attività aziendale da parte degli operatori sul mercato, ritardata risposta rispetto alle attese della comunità. Per la rimozione delle predette criticità possono essere promosse specifiche azioni, in particolare: la costituzione di uno sportello unico di riferimento per tutti gli enti pubblici coinvolti nell’iter realizzativo dell’opera che attraverso lo strumento della conferenza di servizi garantisca certezza dei tempi di approvazione. Lo sportello unico dovrà raccogliere tutti i pareri in un tempo massimo di 60 giorni per le procedure ordinarie e 90 giorni per le procedure che richiedono valutazioni di natura ambientale. Al termine della conferenza di servizi, qualora non sia stata raggiunta l’unanimità dei consensi, la Giunta provinciale potrà comunque adottare la decisione finale. Il provvedimento della conferenza di servizi dovrà inoltre ricomprendere tutte le autorizzazioni necessarie al soggetto richiedente per la realizzazione dell’opera superando l’attuale molteplicità di atti amministrativi; la costituzione dell’agenzia unica per tutto il settore pubblico provinciale incaricata della gestione, quale centrale unica di committenza, di tutte le fasi relative all’appalto delle opere; l’utilizzo di nuove modalità realizzative volte a valorizzare la specificità e la specializzazione delle imprese del territorio; il riferimento è al modello realizzativo attraverso una pluralità di appalti sequenziali. Ciò consentirà di utilizzare più imprese specialistiche coordinate dall’ente pubblico, valorizzando la filiera corta e la specializzazione delle imprese del territorio sia nel campo delle materie prime, che nell’impiego della manodopera. Rafforzare le imprese del territorio che sono oggettivamente in difficoltà nell’accesso agli appalti pubblici anche a causa delle loro ridotte dimensioni. Occorre modificare l’attuale situazione attraverso due linee di azione: prevedere in sede di gara tipologie costruttive e materiali più consoni al quadro locale, ovvero metodologie di erogazione dei servizi collegate con situazioni logistiche di carattere locale (ad esempio presenza di magazzini entro una certa distanza, presenza di sportelli sul territorio, tempi di risposta alle richieste di manutenzione, ecc. ) al fine di valorizzare la produzione locale come elemento di riferimento per la formulazione del prezzo base. Parimenti le gare potrebbero sperimentare forme di responsabilizzazione per l’affidamento alle imprese aggiudicatarie pure dei lavori relativi agli interventi di manutenzione e gestione delle opere realizzate; monitorare e coordinare progetti e realizzazioni dei vari enti (Provincia, comuni, ecc. ) in modo da consentire una prevedibilità a medio termine dei lavori che verranno assegnati, nonché delle tipologie degli stessi, in modo che le imprese locali possano programmare la loro attività e il relativo dimensionamento occupazionale. C) Le politiche del lavoro Al fine di fronteggiare possibili situazioni di sofferenza del sistema produttivo conseguenti alla crisi della finanza e dell’economia reale, la Provincia sta dispiegando tutte le potenzialità degli strumenti disponibili che possono ritenersi congrui e rispondenti ad affrontare sia le situazioni di disagio occupazionale già in atto, sia quelle che potrebbero manifestarsi nel prossimo periodo. Il riferimento è: al sistema partecipato di monitoraggio delle situazioni di difficoltà aziendale, istituito d’intesa con le parti sociali e imprenditoriali; al sistema di supporto offerto dall’Agenzia del Lavoro in caso di esuberi, sia per la ricollocazione dei lavoratori in mobilità o per il loro accompagnamento alla pensione (in caso di lavoratori anziani), sia per la ricerca di personale idoneo alle nuove attività; alla conferma dello strumento dell’indennità di mobilità provinciale che incrementa i trattamenti di disoccupazione previsti dallo Stato e il suo recente innalzamento; infine al rafforzamento delle azioni formative rivolte alla riqualificazione della forza lavoro coinvolta in processi di riorganizzazione aziendale per le quali la Giunta, in relazione alla intensità e al prevedibile impatto della crisi sull’economia, ritiene necessario uno straordinario investimento di risorse. 2. Rafforzamento dimensionale e patrimoniale delle imprese Le imprese locali sono piccole e non sempre adeguatamente capitalizzate. La crisi indebolirà ulteriormente il sistema. Le azioni per rafforzare le imprese dovrebbero orientarsi verso i seguenti obiettivi: a) riorientamento della politica dei contributi, mirandola alla crescita dimensionale, agli strumenti di aggregazione e cooperazione tra le imprese, all’innovazione, all’internazionalizzazione, agli investimenti per la ricerca e per le politiche di contesto; b) rivalutazione, in senso sussidiario, del rapporto del pubblico con i privati, chiamando gli stessi a compiti che vanno oltre la semplice fornitura di beni e servizi elementari: ad esempio la manutenzione degli edifici anziché la semplice pulizia dei locali, la gestione di un tratto di strada anziché la fornitura dell’asfalto, la progettazione di un software anziché l’offerta di mere prestazioni professionali. In particolare il pubblico può sostenere la nascita di competenze in contesti più robusti e autonomi del comparto privato. L’obiettivo è di favorire lo sviluppo di competenze e know how da parte delle imprese locali da utilizzare per lo sviluppo del business anche al di fuori del territorio provinciale; c) sostegno agli investimenti nel capitale di rischio delle imprese. La disponibilità di capitale di rischio è una leva essenziale per le strategie di sviluppo delle imprese e per poter elaborare piani aziendali solidi in grado di trovare le risorse necessarie per il finanziamento degli stessi. La mancanza o l’insufficiente dotazione di mezzi propri associata alla scarsità di garanzie sono fattori fortemente limitanti per l’accesso al credito anche da parte delle imprese che dispongono di un modello aziendale valido e di buone prospettive di crescita. La crisi dei mercati finanziari sta originando inoltre un forte peggioramento con una marcata restrizione dei criteri per l’accesso e l’erogazione del credito. La gestione finanziaria delle imprese è diventata non solo più onerosa, ma pure penalizzata negli strumenti e nelle condizioni di provvista, soprattutto nei confronti di quelle imprese che presentano squilibri nella struttura delle fonti pur disponendo di buone prospettive. Per tali aziende la crisi può addirittura pregiudicare la continuità aziendale. Di qui l’esigenza di specifiche azioni per accrescere e favorire un aumento netto delle disponibilità di capitale di rischio per le piccole-medie imprese, sia attraverso apporti diretti della proprietà, sia incoraggiando gli investimenti da parte degli investitori privati. Gli interventi opportuni dovrebbero promuovere due distinti strumenti: la costituzione di specifici fondi presso gli enti di garanzia per il capitale di rischio delle imprese; l’utilizzo di fondi di private equity. La costituzione di fondi ad alimentazione mista pubblico – privato presso i Confidi per promuovere il capitale di rischio delle imprese è stata prevista dalla legge finanziaria concernente l’assestamento di bilancio 2008 e il bilancio 2009 recentemente approvata dal Consiglio provinciale (artt. 26 e 27 L. P. 12/09/2008, n. 16). Il tavolo congiunto Provincia-banche-confidi costituito per affrontare la crisi finanziaria, attuati i primi provvedimenti legati all’emergenza, ha già riconosciuto l’importanza del tema e nella prossima settimana è stato programmato l’avvio dei lavori per definire la proposta tecnico-operativa. Se correttamente mirati i predetti fondi possono costituire una leva importante per ovviare ai limiti spesso anche pesanti che incidono sulla messa a disposizione dei capitali di rischio soprattutto per le aziende in fase di start up e per le nuove piccole e medie imprese innovative. Il secondo strumento, concernente i fondi di private equity, può essere utilizzato per la capitalizzazione di società finalizzate: allo sviluppo e agli investimenti; alla soluzione dei problemi di cessione delle attività da parte di titolari non più interessati e subentro da parte di altri soggetti (eredi, managers, altre società, ecc. ) alla ristrutturazione/riconversione di imprese. L’approccio attraverso fondi di private equity offre vantaggi rispetto ad altre soluzioni perché: è una operazione a medio termine 3/5 anni, chiusa la quale di norma la titolarità (ri)passa nelle mani della proprietà, ovvero ad un altro fondo o investitore, anche in base ad accordi raggiunti con la proprietà stessa; comporta una partecipazione diretta al capitale di rischio e non accresce l’indebitamento, con evidenti implicazioni sulla redditività; mantiene il ruolo chiave dell’imprenditore, anche nei casi di transizione; inoltre lo sostiene attraverso apporto di managerialità e competenze in materia finanziaria, che attenuano l’impianto tradizionalmente familiare dell’impresa; inserisce l’azienda in un network più ampio, rappresentato dalle realtà con cui il fondo ha rapporti diretti e indiretti; impone un metodo di lavoro che garantisce monitoraggio e trasparenza; aiuta l’imprenditore ad affrontare innovazioni significative e rischi più elevati di quelli che avrebbe intrapreso, grazie al sostegno che il nuovo investitore può offrire. E’ importante prevedere che il fondo non sia di origine bancaria, anche per evitare evidenti conflitti di interesse rispetto ad operazioni in conto debito. Sul piano operativo si potrebbe individuare un team di gestione a cui affidare il compito di valutare le opportunità di investimento, l’investimento stesso e l’affiancamento dell’imprenditore nella gestione. Per le ristrutturazioni/riconversioni occorre individuare un diverso team, anche per le competenze specifiche che questi interventi richiedono. Tecnicamente andrebbe valutata l’ipotesi di costituire un fondo di investimento dedicato – prevalentemente – ad interventi sul territorio provinciale. 3. La ricerca per lo sviluppo La crisi economica e i tagli alla ricerca rendono possibile il reperimento di persone qualificate su scala nazionale e internazionale. Il Trentino potrebbe trarre vantaggio da una operazione di reclutamento mirata per ambiti e coordinata tra fondazioni e università. Occorre promuovere un piano che individui aree di ricerca e spazi di collaborazione, avendo soprattutto a cuore le possibilità di spin-off locali e di ricadute sul territorio sia nel comparto dei servizi che industriale. Temi possibili: energia, ambiente, edilizia, biotecnologie, trasporti, informatica per la Pubblica Amministrazione e la finanza. Gli accordi di programma tra la Provincia e, rispettivamente, la Fondazione Mach, la Fondazione Kessler e l’Università, nonché le direttive della Provincia a Trentino Sviluppo Spa ed alle altre strutture operative, dovranno perciò prevedere obbiettivi conseguenti, specificatamente orientati alla crescita del tessuto imprenditoriale locale. .  
   
   
MONZA, INSEDIATO COMITATO PER ACCORDO QUADRO  
 
Milano, 3 novembre 2008 - Si è insediato ufficialmente il 31 ottobre presso la Sede Territoriale della Regione Lombardia di Monza, il Comitato di Coordinamento dell´Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale (Aqst) di Monza e Brianza. L´aqst ha lo scopo di definire un programma condiviso di interventi per attuare le politiche regionali sul futuro territorio provinciale. Alla riunione, presieduta dall´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello, hanno partecipato l´assessore provinciale all´attuazione della Provincia di Monza e Brianza, Gigi Ponti, il sindaco di Monza, Marco Mariani, il commissario di governo, Luigi Piscopo, e il direttore generale della Camera di Commercio di Monza e Brianza, Renato Mattioni. "Sta prendendo forma - ha detto l´assessore Zanello - il lavoro che da mesi Regione Lombardia sta portando avanti e che vedrà a breve la sua concretizzazione con la creazione della Provincia di Monza e Brianza e con l´elezione del suo presidente. Intanto, con la consueta armonia, oggi abbiamo insediato il Comitato, che sarà al completo appunto con l´elezione del presidente della Provincia. Abbiamo anche stilato un calendario dei lavori, che saranno prevalentemente di natura tecnica nei primi mesi del prossimo anno e assumeranno invece una connotazione politica e istituzionale nella seconda metà del 2009, quando cioè la nuova Provincia della Brianza sarà realtà". Il Comitato ha approvato il piano di lavoro che prevede questa tempistica: entro marzo la stesura di una prima bozza dell´Aqst e a settembre la validazione e poi la sottoscrizione del documento. Nel corso dell´incontro è stata anche affrontata l´ipotesi di spostamento della scuola Isa dalla Villa Reale al Polo istituzionale sull´area dell´ex caserma Iv Novembre, al posto della nuova sede della Fiera di Monza. Il sindaco Mariani ha dichiarato la disponibilità del Comune a discutere questo progetto. Proprio per approfondire e valutare i pro e contro del trasferimento, sarà organizzato a breve un incontro tra Regione, Provincia e Comune. .  
   
   
BOLZANO: ELEZIONI PROVINCIALI 2008: RISULTATI UFFICIALI  
 
Bolzano, 3 novembre 2008 - Completato il riesame delle schede elettorali contenenti voti non assegnati e contestati, l´Ufficio elettorale centrale ha proclamato oggi pomeriggio (venerdì 31) i 35 consiglieri provinciali eletti per la legislatura fino al 2013. La Commissione elettorale centrale presieduta dal giudice del Tribunale Elisabeth Roilo e composta da Hans Zelger (Tar) e Alessandro Pallaoro (Corte dei conti) ha ultimato la procedura di riesame dei voti contestati e non assegnati. Venerdì 31 a Palazzo Widmann a Bolzano ha reso noto ufficialmente il nome dei 35 candidati eletti nel Consiglio provinciale per il periodo 2008-2013. Gli spostamenti registrati tra i voti di lista non comportano modifiche né in termini di resti e di seggi assegnati né per quanto riguarda i candidati eletti, che sono, in ordine di preferenze ricevute: Luis Durnwalder (97. 868), Hans Berger (34. 600), Pius Leitner (32. 242), Ulli Mair (27. 500), Elmar Pichler Rolle (24. 300), Richard Theiner (23. 949), Florian Mussner (22. 833), Thomas Widmann (18. 629), Arnold Schuler (17. 222), Martha Stocker (16. 671), Sabina Kasslatter Mur (12. 934), Michl Laimer (11. 704), Veronika Stirner Brantsch (11. 006), Christian Egartner (11. 002), Seppl Lamprecht (10. 713), Maria Kuenzer Hochgruber (10. 205), Eva Klotz (9914), Rosa Thaler Zelger (9414), Dieter Steger (8130), Roland Tinkhauser (8001), Alessandro Urzì (7891), Michaela Biancofiore (7558), Hans Heiss (7378), Josef Noggler (7196), Christian Tommasini (6928), Georg Pardeller (6783), Sven Knoll (6641), Riccardo Dello Sbarba (5077), Sigmar Stocker (4358), Thomas Egger (4171), Mauro Minniti (4039), Andreas Pöder (3981), Donato Seppi (2737), Elena Artioli (1982), Barbara Repetto (1939). I voti ufficialmente validi sono stati complessivamente 304. 636 su 313. 943 votanti. Le schede bianche sono state 3. 447, quelle nulle 5. 860. Con questo atto la Commissione elettorale centrale ha completato il suo incarico relativo alle elezioni provinciali 2008. Per eventuali impugnazioni del risultato i candidati devono depositare lo specifico ricorso presso la Segreteria del Tar entro 30 giorni dalla odierna data della proclamazione degli eletti. Il passo successivo tocca ora al presidente della Provincia Luis Durnwalder, chiamato a convocare la prima seduta del nuovo Consiglio provinciale. I dati ufficiali definitivi sono disponibili anche online sulla Rete civica dell´Alto Adige all´indirizzo www. Provincia. Bz. It/elezioni .  
   
   
REL. INTERNAZIONALI: TONDO-RASKOVIC, SERBIA APRE A SISTEMA FVG  
 
Trieste, 3 novembre 2008 - Le imprese del Friuli Venezia Giulia avranno la possibilità di conoscere da vicino le nuove opportunità di investimento e di sviluppo offerte dalla Repubblica di Serbia, in particolare le agevolazioni fiscali per gli interscambi con la Russia garantite dall´accordo sul libero commercio stipulato tra i Governi di Belgrado e Mosca. Il presidente della Regione, Renzo Tondo, ha infatti concordato con l´ambasciatore serbo in Italia, Sanda Raskovic Ivic, l´organizzazione di un meeting in Friuli Venezia Giulia tra il sistema economico dell´estremo Nordest ed i massimi rappresentanti istituzionali della Serbia, "mirato - ha annunciato il governatore - a confermare ed illustrare nei dettagli questa importante occasione di internazionalizzazione per le nostre aziende". Nel corso di un incontro svoltosi il 30 ottobre a Trieste, l´ambasciatore Raskovic ha anticipato a Tondo il regime di detassazione applicato alle imprese localizzate in Serbia nell´ambito dei rapporti commerciali con la Federazione russa. Da quest´ultima, ha aggiunto, arrivano continue richieste di una vasta gamma di prodotti - tra questi il vino - da fornire in grande quantità ma anche con la necessaria qualità. "La politica non indirizza l´economia - ha commentato il presidente del Friuli Venezia Giulia - ma, viceversa, il sistema produttivo ha quel dinamismo che gli consente di agire velocemente, accompagnato dalle istituzioni che sono chiamate ad agevolarne e certificarne l´operato". Auspicando "una sempre maggiore stabilizzazione complessiva in Serbia", Tondo ha quindi espresso l´intenzione di intensificare ed allargare i rapporti tra le rispettive realtà, valutando che "gli intescambi saranno più frequenti e propiziati soprattutto dai contatti volti a favorire lo sviluppo delle imprese". Durante il breve colloquio intercorso in Consiglio regionale, Raskovic, accompagnata dal console generale serbo a Trieste, Vladimir Nikolic, ha ricordato che nel 2009 verranno festeggiati i 130 anni di "ininterrotti e sempre cordiali" rapporti diplomatici tra Italia e Serbia. Tra le varie iniziative bilaterali attivate per l´occasione, la settimana dell´economia in gennaio a Roma ed una mostra itinerante su energia, impresa, agricoltura e infrastrutture che, dopo l´inaugurazione in marzo a Milano, approderà anche in Friuli Venezia Giulia .  
   
   
LA REGIONE MARCHE COORDINA IL TAVOLO PER LA VALUTAZIONE DELLA SITUAZIONE ECONOMICA-FINANZIARIA DEL PAESE.  
 
Ancona, 3 novembre 2008 - La Regione Marche presiedera` il Tavolo di coordinamento che ha il compito di tenere sotto monitoraggio la situazione economico-finanziaria del Paese, quindi tutte le situazioni di crisi, valutando le proposte delle Regioni e interfacciandosi con il Governo. Lo ha deciso il 30 ottobre la conferenza dei Presidenti che, nella riunione romana, ha affrontato il tema della difficile situazione che stiamo vivendo. Un compito che assegna alla Regione un ruolo di primo piano, consentendo un sempre maggiore coordinamento con il livello nazionale di Governo, ma anche con tutti gli attori dello sviluppo. . .  
   
   
LAZIO: APPROVATO IL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA 2009-2011  
 
 Roma, 3 novembre 2008 - Ammontano a circa 400 milioni di euro le risorse che l’amministrazione regionale sarà in grado di aggiungere al bilancio regionale tra gli esercizi 2010 e 2011 grazie ai risparmi generati dal piano di riordino della sanità laziale. È quanto prevede il Dpfer, il documento di Programmazione economica e finanziaria regionale per gli anni 2009-2011, approvato oggi dalla giunta regionale. Secondo il documento, presentato dall’assessore al bilancio Luigi Nieri, le risorse aggiuntive rispetto al bilancio regionale consisteranno in 84 milioni nel 2010 e a 321 milioni nel 2011. Si tratta di uno dei più significativi risultati conseguiti dall’amministrazione regionale poiché per la prima volta viene invertita la tendenza dei costi sanitari, in discesa del 3% rispetto al 2006 e al contempo si e´ iniziato ad abbattere il debito accumulato delle Asl. .  
   
   
"CAMBIARE PELLE ALLO SVILUPPO DELLE MARCHE". SPACCA RIMETTE L``OROLOGIO DELL``APPENNINO.  
 
Ancona, 3 novembre 2008 - ´Si puo` cambiare pelle allo sviluppo delle Marche diversificando il modello economico produttivo che finora ci ha caratterizzato, sostenendo altresi` la ruralita` marchigiana e l´integrazione del territorio. Solo cosi` avremo un´attrattivita` diversa, che possa elevare e far apprezzare ancor piu` l´identita` alla nostra regione creando ulteriori opportunita` di crescita e occupazionali´. Con queste parole il presidente Gian Mario Spacca ha ´rimesso´ l´Orologio dell´Appennino, rafforzando l´impegno preso per le politiche della montagna, a distanza di dieci anni dalla firma di Fonte Avellana. Alla presenza di tutti i sottoscrittori dell´epoca, con le centrali cooperative e i sindacati in prima fila che hanno chiesto di mantenere quanto era nei patti in un momento sempre piu` delicato, Spacca, a Fonte Avellana, ha ribadito che ´Le Marche hanno bisogno di un secondo motore di sviluppo, oltre il manifatturiero, che parta dalla cura e dal sostegno di Ambiente e Paesaggio come risorse e patrimonio unico del nostro territorio´. Di piu`, il presidente ha ricordato non solo che l´attuale giunta ha posto in essere tutti gli strumenti finanziari e programmatici disponibili per avviare le politiche di sviluppo della montagna, ma che in tale direzione va anche la strategia del governo regionale di integrare cultura e turismo per valorizzare le risorse uniche e irripetibili che abbiamo, le ricchezze paesaggistiche e artistiche, i prodotti enogastronomici e tipici. ´La programmazione regionale muove i suoi passi tenendo sempre in massima evidenza i concetti base della Carta di Fonte Avellana, concertati con gli operatori economici e le parti sociali. Non solo, ma in linea con le principali direttive dell´Unione Europea che mette a disposizione risorse mirate, la giunta regionale ha avviato diversi strumenti finanziari per mettere in pratiche le politiche di sviluppo. E non solo in prospettiva di lungo periodo ma anche nell´immediato. Ci viene in aiuto ´ ha continuato Spacca ´ l´Agenda europea che ha approvato risorse per l´Ambiente, l´Acqua, la forestazione e le biodiversita`. Ma il Piano Forestale Regionale apre prospettive pluriennali anche se in generale i fondi disponibili non sono sufficienti. Per questo abbiamo attivato anche risorse finanziarie dai Fondi Fas, attingendo a un capitolo di fondi aggiuntivi per sostenere l´attivita` delle centrali cooperative che operano sul territorio. Ci sono inoltre altre risorse dai Fondi per la difesa del suolo: le recenti trattative con il Governo ci hanno fatto ottenere oltre 10 milioni di euro per Comunita` Montane e Comuni che devono intervenire in tal senso, con opere sicuramente attinenti anche alla materia forestazione´. Infine, il presidente ha ribadito che le Marche ambiscono a percorrere la strada che Toscana e Umbria hanno gia` fatto, cercando di dare forza a un´attrattivita` internazionale nuova. .  
   
   
PRESENTATO RAPPORTO AUR INTEGRAZIONE SOCIALE STUFARA, ”UMBRIA NEL PROCESSO DI GLOBALIZZAZIONE”  
 
Perugia, 3 novembre 2008 – “Dal rapporto realizzato dall’Aur emergono le grandi potenzialità dell’Umbria, ma anche tutte le sue criticità e gli aspetti più urgenti su cui lavorare. Ecco perchè questo volume non dovrà mancare nella ‘cassetta degli attrezzi’ dei dirigenti umbri”. Riassume così l’assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, il senso del Rapporto “L’integrazione sociale in Umbria”, realizzato dall’Agenzia Umbria Ricerche su iniziativa della Regione Umbria. La ricerca, presentata il 31 ottobre a Perugia, è finalizzata a definire un quadro analitico delle tendenze della società umbra in vista dell’elaborazione del secondo Piano sociale regionale. Oltre all’assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, sono intervenuti il presidente dell’Aur, Claudio Carnieri, il docente dell’Università di Salerno, Paolo Montesperelli, la responsabile dell’Area Processi e politiche economiche e sociali dell’ “Aur”, Elisabetta Todini. Le tematiche dello studio sono state discusse da Ugo Ascoli, dell’Università Politecnica delle Marche, Carlo Biccini del Forum Terzo settore, Pierluigi Grasselli dell’Università di Perugia, dalla dirigente del servizio programmazione socio-assistenziale della Regione Umbria, Adriana Lombardi, dal segretario della Cgil Umbria, Manlio Mariotti, da Rita Zampolini dell’Anci Umbria, dal presidente della Commissione sanità servizi sociali del Consiglio regionale Umbria, Enzo Ronca. “Dallo studio - ha detto l’assessore Stufara – emerge l’intreccio tra i processi storici sedimentati nel nostro territorio e quelli nuovi che hanno prodotto i loro effetti. Tra questi: l’invecchiamento della popolazione, la scomposizione della famiglia, i grandi flussi migratori. Le politiche del welfare – ha aggiunto – non possono prescindere di conseguenza dall’analisi sociale, e mi chiedo in quanti oggi siano consapevoli di come evolve l’Umbria”. L’assessore Stufara ha richiamato l’attenzione anche sulle ricadute che in Umbria avranno il federalismo fiscale, la crisi finanziaria, il taglio di risorse da parte del Governo nazionale. In proposito: si stima per il biennio 2008/2009 un taglio per l’Umbria di circa – 20 milioni. “Di fronte a questa situazione ci interroghiamo su cosa fare – ha detto - perchè tutto ciò si ripercuoterà anche sugli operatori occupati nel sociale. In questo processo di impoverimento bisognerà lavorare per evitare che l’Umbria, coinvolta in pieno nel processo di globalizzazione ne venga travolta. Il nostro obiettivo è provare a vedere come territorialità e sviluppo si declineranno con il welfare inteso come volano di sviluppo della regione”. Indispensabile secondo l’assessore anche la partecipazione e l’integrazione delle politiche. Concludendo il suo intervento Stufara ha annunciato che la Regione ha promosso una serie di incontri con le parti sociali per promuovere una mobilitazione di contrasto alle politiche del Governo. “Nel modello sociale di un territorio passano varie dimensioni – ha detto il presidente dell’Aur, Claudio Carnieri – e ci danno la misura degli articolati movimenti con i quali l’Umbria si sta confrontando. Il modello sociale non costituisce una nicchia di studio separata, ma rappresenta uno spaccato significativo della nostra regione. Questa ricerca, e più in generale tutte le ricerche, hanno un peso nel costruire una lettura della contemporaneità della regione che si sta confrontando con i grandi cambiamenti del mondo. La Regione Umbria, con il Patto dello Sviluppo, ha posto attenzione e privilegiato il protagonismo sociale”. . .  
   
   
RAPPORTO INTEGRAZIONE SOCIALE IN UMBRIA LA SCHEDA  
 
Perugia, 3 novembre 2008 - Il Rapporto di ricerca “L’integrazione sociale in Umbria” offre alle istituzioni e alla collettività, una lettura “delle tendenze della società umbra, contribuendo così, in questa fase così densa di trasformazioni (economiche e sociali) all’analisi e alla valutazione del modello sociale della regione”. Molti sono i mutamenti recenti; innanzitutto l’invecchiamento della popolazione che si afferma in tutta la nazione ma che nella nostra regione raggiunge livelli molto alti (in Umbria gli ultrasessantacinquenni rappresentano il 23,3 per cento della popolazione, in Italia il 19,8 per cento). La famiglia in Umbria diventa sempre più piccola con una media di 2,6 componenti; ciò sta a dire che è cambiato un intero scenario, sia nelle relazioni intra-familiari, sia all’esterno delle famiglie. In particolare, diminuiscono le coppie con figli ed aumentano quelle senza figli, le famiglie ricostituite e le unioni libere. Cresce anche il numero delle famiglie a maggiore rischio di esclusione sociale: le famiglie monogenitoriali (in cui il genitore è principalmente donna), le famiglie uni personali, quasi tutte composte da anziani. Malgrado questi profondi mutamenti, il tessuto sociale della nostra regione continua a “tenere”, anche se con alcune tensioni critiche e qualche lacerazione. L’integrazione sociale resta abbastanza compatta per ragioni strutturali: la non estesa urbanizzazione, la rete policentrica che determina un maggior senso civico, un più articolato controllo sociale, un’alta identificazione territoriale (ma che, d’altro canto comporta anche qualche rischio di localismo). Una seconda caratteristica riguarda le radici storiche dell’imprenditoria regionale spesso di natura locale, di origine artigiana e contadina. Nel novero dei fattori di integrazione occorre, inoltre, considerare i servizi alla persona e il welfare locale, la cui qualità si colloca su livelli medio-alti e la crescita della società civile organizzata: l’associazionismo, il cosìddetto “terzo settore” e soprattutto il volontariato che impegna circa il 10 per cento degli umbri. Un elemento fondamentale è rappresentato dalla famiglia umbra che seppur in trasformazione rappresenta un’istituzione vitale della nostra realtà sociale. Anche al di fuori delle mura domestiche la nostra realtà è intessuta da reti di solidarietà informale che passano fra famiglie. In Umbria solo il 15 per cento delle famiglie abita in un comune diverso da quello della propria famiglia d’origine. E’ significativo il fatto che il 50 per cento degli Umbri dichiari di scambiare aiuti con i propri parenti; anche in questo caso il dato è più alto della media nazionale. Analogamente, sono più frequenti in Umbria, rispetto a quasi tutte le altre regioni, le reti amicali e di vicinato. Le risorse qui ricordate hanno una natura prevalentemente endogena; ciò comporta un fitto intreccio fra tradizione e innovazione ma anche la tentazione della società umbra di ripiegarsi su stessa e il rischio di irrigidimento culturale, l’”adattarsi” più che il “rinnovarsi”. Strettamente in relazione al grado di integrazione sociale risultano alcuni fenomeni di devianza come i tassi di suicidio, la criminalità, le tossicodipendenze. Il tasso di suicidio di una popolazione costituisce un indicatore classico di “anomia”; in Umbria risulta più alto della media nazionale. La propensione al suicidio alligna soprattutto tra gli anziani (probabilmente perché essi sono i più colpiti dal disorientamento di fronte a quei mutamenti che nella nostra regione sono stati profondi, e soprattutto, assai rapidi), nella provincia di Perugia più che nella provincia di Terni. Il quoziente di suicidi in Umbria ogni 100mila abitanti è del 7,1 (8,1 Perugia, 4,4 Terni) contro un dato nazionale del 5,6. Quello dei tentati suicidi è del 8,4 (8,7 Perugia, 7,5 Terni) a fronte del 6 nazionale. Per quanto riguarda la criminalità, la situazione non è certo drammatica, anche se si stanno accendendo alcune spie d’allarme. Ad esempio l’Umbria è la regione con il più alto quoziente di criminalità per la produzione e lo spaccio di stupefacenti; inoltre, è la regione in cui rispetto al resto d’Italia si registra il più alto numero di decessi direttamente correlati agli stupefacenti . Altre forme di disuguaglianza passano attraverso la questione del lavoro; la disoccupazione può costituire un elemento rilevante dell’insuccesso e dell’isolamento individuale. Se dovessimo tracciare un identikit in base alle caratteristiche prevalenti, si potrebbe asserire che il disoccupato tipico è donna (le donne risultano molto più svantaggiate rispetto agli uomini), giovane, collocandosi fra i 25 ed i 34 anni, con un alto livello di istruzione, e privo di lavoro da almeno 12 mesi. Sempre in riferimento al lavoro, un’altra problematica è data dal lavoro precario; esso in realtà comporta pesanti ripercussioni non solo sul piano sociale (in quanto colpisce il reddito, la sicurezza del lavoro e sul lavoro) ma anche effetti preoccupanti sul piano psichico dei singoli lavoratori precari (perché tali effetti riguardano la dipendenza dalla famiglia di origine, la percezione del sé, la rappresentazione sociale del lavoro, la destrutturazione del tempo individuale, lo stress, l’ansia, la depressione, l’ “ostilità generalizzata”). Dal 1998 ad oggi le tipologie contrattuali delle nuove assunzioni vedono nel tempo determinato la forma contrattuale prevalente, oggi molto più che in passato. La mancanza di lavoro, la precarietà, il basso livello d’istruzione fanno parte dei fattori più importanti che accrescono in misura sensibile i rischi di povertà. Fra tali fattori va aggiunto anche il tipo di famiglia: se numerosa oppure formata da anziani o se monogenitoriale allora diventa più incombente la probabilità di cadere in uno stato di indigenza. Secondo le ultime stime è povero l’8 per cento delle famiglie umbre; a ciò si aggiunge un altro 8 per cento di famiglie quasi-povere cioè a rischio, non solo perché si tratta di famiglie appena al di sopra della “soglia di povertà” ma anche perché le loro caratteristiche risultano molto simili a quelle delle famiglie povere; basta poco per cui i quasi poveri diventino i nuovi poveri. Le indagini multiscopo dell’Istat segnalano da tempo una diffusa difficoltà delle famiglie italiane ad acquistare beni e servizi essenziali come cibo, utenze per l’abitazione o cure mediche. In Umbria, secondo i dati del Banco Alimentare nel 2006 sono stati assistiti 22. 380 persone mediante i 251 Enti non-profit presenti nella regione, tra cui anche le Caritas. Uno dei processi di mutamento più profondi del nostro tessuto sociale è dato dall’immigrazione. I flussi sono triplicati rispetto a 10 anni fa; la condizione di immigrato è tendenzialmente ben più difficile, rispetto alla condizione media degli umbri, per quanto riguarda l’ambito occupazionale e della possibilità di occupare abitazioni dignitose; gli immigrati non si concentrano più nelle città grandi e medie dell’Umbria. La maggiore novità consiste nella crescente stabilizzazione: la nostra società non è più una società di prima accoglienza e di passaggio, il che implica varie ed importanti conseguenze. Aumentano le donne immigrate a seguito delle dinamiche di ricongiungimento familiare (oggi per la prima volta le donne sono diventate più numerose degli uomini). Aumentano le famiglie di immigrati e le famiglie miste. La quantità di minori di origine straniera in 4 anni è raddoppiata: oggi i minori sono oltre 13 mila. Il 15 per cento dei nati in Umbria proviene da famiglie di immigrati (in Italia è il 9 per cento). Quindi sta salendo alla ribalta “la seconda generazione” di immigrati che per alcuni versi potrebbe essere di più difficile integrazione. In conclusione questa è l’epoca che fa dell’Umbria uno scenario molto più ricco di culture: nel mondo del lavoro coesistono a stretto gomito 115 nazionalità diverse; nelle scuole in 10 anni gli studenti immigrati sono passati dal 2 per cento al 9 per cento (Italia:4,4 per cento), sicché oggi nelle aule si confrontano studiano e giocano insieme 109 nazionalità differenti. Alla luce di quanto esposto non può considerarsi un eufemismo l’asserire che oggi nelle scuole dell’Umbria vi sia il “mondo in classe”. Per tale motivo , quindi, la scuola costituisce il terreno principe ed ideale su cui si gioca gran parte della partita sociale dell’integrazione. Un efficace processo di integrazione non può prescindere da un’adeguata politica dell’istruzione, volta all’educazione interculturale che promuova il pluralismo e la diversità. .  
   
   
PATTO DI STABILITA’ E FEDERALISMO FISCALE: GALAN INCONTRA SINDACI VENETI  
 
Venezia, 3 novembre 2008 - Dando seguito alla lettera sul Patto di Stabilità ed il federalismo fiscale inviata al Ministro Giulio Tremonti, il Presidente della Regione del Veneto Giancarlo Galan ha incontrato il 31 ottobre alcuni Sindaci veneti per un confronto diretto sulle problematiche in essere. Erano presenti Sindaci di Comuni delle province di Treviso, Belluno, Padova, Vicenza e Venezia, alla guida di Amministrazioni di diverso colore politico, sia di centrodestra che di centrosinistra. Nel corso dell’incontro stata fatta un’ampia disamina della situazione di difficoltà nella quale si trovano molti Enti Locali e delle possibili azioni da mettere in atto. .  
   
   
SARTOR: “FEDERALISMO NON E’ SOLO GESTIRE PIU’ RISORSE, MA E’ SOPRATTUTTO ASSUMERSI PIU’ RESPONSABILITA’ NEI CONFRONTI DEI CITTADINI”  
 
Vicenza, 3 novembre 2008 - “Riformare lo Stato in senso federalista è possibile. Basta volerlo. Dobbiamo, dunque, dopo tanti anni passare dalle parole alle azioni: identifichiamo cioè le risorse disponibili e obblighiamo gli amministratori pubblici ad assumersi concrete responsabilità innanzi ai cittadini. In caso contrario, anche il modello veneto socioeconomico non potrà più guidare il Paese”. Così Vendemiano Sartor, assessore all’Economia, ha introdotto il 31 ottobre al Teatro Nuovo di Vicenza il dibattito Chi ci guadagna, chi ci rimette: il caso veneto promosso dalla rivista Il Mondo. Per l’assessore sono tre le Regioni che oggi finanziano il sistema Paese: Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Ciò non è più possibile. “La congiuntura economica globale è attualmente difficile e se lo Stato non si riformerà in senso federalista – ha detto Vendemiano Sartor – lo stesso impianto produttivo veneto non potrà più essere la locomotiva d’Italia”. Al tempo stesso per l’assessore non possono più esserci Regioni a statuto speciale: loro hanno dei privilegi che di fatto sono diritti negati a tutte le altre realtà. Un federalismo che mantenga in vita Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale sarà, insomma, un federalismo incompiuto. Della riforma Calderoni l’assessore apprezza il passaggio dalla spesa storica ai costi standard e ugualmente la funzione di assunzione di responsabilità da parte di chi non governa bene la cosa pubblica. Occorre mettere nero su bianco come si intende finanziare la riforma e soprattutto i tempi di attuazione. Serve, inoltre, intervenire meglio sulla geografia italiana, magari pensando a città metropolitane e a macro regioni. L’invito concreto dell’assessore è, poi, tagliare la spesa centrale per liberare risorse da investire in innovazione. “Il paese che desidero – ha concluso Vendemiano Sartor – deve premiare chi non sfora i bilanci, chi dà attuazione a politiche lungimiranti di sviluppo, chi boccia la finanza creativa e crede nell’impresa vera, chi giudica positivamente avere bilanci virtuosi, chi non sopporta l’assistenzialismo, chi investe nella ricerca, chi riequilibria il rapporto tra pubblico e privato”. .  
   
   
SVILUPPO ITALIA, COZZOLINO A SCAJOLA: SUBITO IL TAVOLO PER DEFINIRE LA REGIONALIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ  
 
Napoli, 3 novembre 2008 - "È necessario convocare urgentemente un tavolo Governo-regione-sindacati-invitalia per definire tutti i passaggi necessari al completamento del processo di regionalizzazione di Sviluppo Italia Campania, rispettando l´impegno assunto in più sedi dal Governo a mantenere inalterati i livelli occupazionali della Società nella fase di transizione", scrive l´assessore regionale alle Attività Produttive Andrea Cozzolino in una lettera inviata al ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola. "L´interruzione dei contratti per altri 30 lavoratori interinali sta suscitando forti contestazioni tra i sindacati, come gli stessi hanno ribadito nell´incontro che si è svolto ieri sera presso i miei uffici. Tutto ciò ci mette in seria preoccupazione circa il futuro della società", afferma Cozzolino. "La Regione Campania, a tutti i suoi livelli istituzionali, ha manifestato l´interesse all´acquisizione della società Sviluppo Italia Campania, indicando, tra le condizioni fondamentali del percorso di acquisizione, un Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico che stabilisca il trasferimento delle competenze e delle risorse dal Governo alla Regione", spiega Cozzolino. "Pur avendo le mie strutture già predisposto e presentato ai sindacati un piano industriale, così come ci eravamo impegnati a fare con il Governo e le parti sociali, il ritardo nella definizione di tale Decreto blocca il processo di regionalizzazione e l´attuazione del piano stesso", scrive Cozzolino. "È positivo che la settimana scorsa il Governo abbia ripreso il confronto con la Regione. Ribadendo tutto il nostro impegno ed interesse, bisogna che il Governo ora attui in tempi rapidi tutte le iniziative necessarie alla risoluzione di questo problema", conclude Cozzolino. .  
   
   
IN VENETO IL PATTO DI STABILITA´ REGIONALE LA RISPOSTA AI NUOVI LIMITI IMPOSTI DALL´ARTICOLO 77 BIS DELLA MANOVRA ECONOMICA  
 
 Rubano (Pad), 3 novembre 2008 - Un Patto di stabilità regionale. Lo chiede Anciveneto in risposta al discusso articolo 77 bis della legge 133 del 2008 (la Manovra Economica approvata quest´estate) che – pur ispirato a principi di meritocrazia - finisce per colpire molti enti con i bilanci in ordine. Il nuovo Patto di stabilità non è più limitato ai singoli municipi; viene invece inserito in un´ottica di più ampio respiro, cioè su base regionale, e consente un´adeguata compensazione tra Comuni. Il Patto verrebbe infatti calcolato su macro-parametri regionali, in modo da lasciare margini di manovra maggiore ai municipi in difficoltà (quelli che sforano il tetto massimo di spesa). L´allargamento del Patto su base regionale è già realtà in Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige, in quanto Regioni a statuto speciale; oltre al Veneto, all´iniziativa è pronta ad aderire anche la Lombardia. “Il Patto di stabilità nazionale previsto dalla Manovra estiva strozza le amministrazioni comunali – spiega Vanni Mengotto, presidente Anciveneto – e penalizza ogni tipo di investimento. I municipi veneti hanno a disposizione le risorse, ma a causa dei vincoli imposti dall´attuale Patto non possono utilizzarle. Ne consegue una consistente riduzione della possibilità di governare. Com´è possibile che un´amministrazione locale non possa spendere l´avanzo di bilancio? Con il nuovo Patto regionale le difficoltà di alcuni Enti potrebbero essere compensate da chi non ha problemi economici: l´importante sarebbe mantenere un equilibrio a livello di area”. Per attuare la proposta in Veneto manca “solo” il Consiglio delle Autonomie, punto di incontro preposto al coordinamento finanziario. “Anciveneto rilancia con forza l´opportunità della sua istituzione – conclude Mengotto -, altrimenti ci precludiamo l´avvio del Patto di stabilità regionale. All´interno del Consiglio delle Autonomie verrebbero condivisi e concordati obiettivi di finanza pubblica e modalità di perseguimento degli stessi”. Una proposta di legge per l´istituzione dell´Apel (Assemblea permanente degli enti locali) è già stata presentata l´anno scorso da Anciveneto alla Regione. .  
   
   
ANCHE LE CAMERE DI COMMERCIO ADERISCONO ALL´INIZIATIVA PER LA COSTITUZIONE DI UN FONDO DI SOLIDARIETA´ PER L´OCCUPAZIONE ´ SPACCA:´IL MOMENTO E` DIFFICILE, MA LE MARCHE POSSONO FARCELA´.  
 
Ancona, 3 novembre 2008 - L´iniziativa proposta dalla Regione Marche per l´istituzione di un Fondo di solidarieta` per l´occupazione, dopo la condivisione delle banche, conquista anche l´adesione delle cinque Camere di Commercio. Questa mattina il presidente Gian Mario Spacca ha incontrato il presidente di Unioncamere Giuliano Bianchi, il vicepresidente Giampoalo Giampaoli e il presidente della nuova Camera di Commercio di Fermo per illustrare il progetto che prevede appunto l´istituzione di un Fondo di solidarieta` per l``occupazione, il lavoro e le piccole imprese e un Osservatorio tecnico di monitoraggio sull``economia che valutera` le esigenze di intervento locale e fornira` indicazioni precise per la costituzione del bilancio regionale di previsione 2009. ´In uno scenario economico internazionale messo a dura prova dalla crisi e con riflessi negativi anche sui nostri territori ´ ha sottolineato Spacca ´ e` fondamentale che la Regione, il sistema bancario, le Camere di Commercio e le associazioni di categoria rafforzino la loro collaborazione per difendere i livelli occupazionali e aiutare le piccole imprese interessate dalle crisi locali di distretto. Il Fondo in questa fase fa parte degli strumenti che stiamo predisponendo nell´ambito dell´Accordo di programma presentato al Governo per il sostegno dell´economia dell´appennino umbro-marchigiano in debito d´ossigeno a causa della vicenda A. Merloni, ma ovviamente servira` anche per affrontare situazioni simili che dovessero verificarsi nel resto delle Marche. Insisto sul fatto ´ ha concluso Spacca ´ che nonostante le difficolta`, la fiducia dei cittadini non deve venire meno perche` attraverso la collaborazione e l´impegno di tutti i soggetti coinvolti possiamo farcela. Nella regione, infatti, l``attivita` bancaria e` meno esposta perche` concentrata sul sostegno dell´economia reale e il sistema produttivo presenta una rilevante capacita` di tenuta´. Le Camere di Commercio hanno espresso il loro favore nei confronti dell´iniziativa assicurando una piena e fattiva collaborazione. Il Fondo di solidarieta` gestito dalla Societa` regionale di garanzia opera attraverso il finanziamento di operazioni di trasformazione dei debiti a breve termine in debiti a medio termine. Lo strumento e` la concessione di garanzie mediante costituzione di un apposito fondo dedicato su un plafond di intervento da parte del sistema bancario. Il meccanismo di funzionamento del Fondo e` aperto al contributo di Camere di commercio e Fondazioni bancarie. .  
   
   
INAUGURATI NUOVI UFFICI DELLA PRESIDENZA REGIONE SICILIANA A CATANIA  
 
Palermo, 31 ottobre 2008 – Sono stati inaugurati il 31 ottobre i nuovi uffici della Presidenza della Regione Siciliana, in via Beato Bernardo 5, a Catania. Dopo il classico taglio del nastro, è stato il Vescovo di Acireale, mons. Pio Vigo, a impartire la benedizione apostolica agli invitati e ai nuovi locali. “Questa struttura, che storicamente ha ospitato uffici pubblici regionali, era sottoutilizzata rispetto alle sue reali potenzialità - ha detto il Presidente della Regione Siciliana -. L’idea di recuperarla all’uso pubblico, per metterla a disposizione della città, perché diventi luogo di lavoro e di cultura, mi è sembrata una buona opportunità. Ho messo al lavoro uomini e tecnici del genio civile e in poche settimane, con un intervento di manutenzione e di recupero, questo palazzo è tornato a nuova vita. ” “L’idea - ha concluso il presidente Lombardo - è quella di mettere a disposizione delle istituzioni locali e dei cittadini, attraverso un regolamento d’uso, sia l’auditorium che la grande sala riunioni. Alcuni uffici, a richiesta, potranno essere disponibili per amministratori, dirigenti, parlamentari, che potranno utilizzare al meglio questo bene pubblico. ” .  
   
   
ARTIGIANATO, APPROVATO PIANO ANNUALE (8 MILLIONI E 500 MILA EURO) A SOSTEGNO DELLE IMPRESE LIGURI  
 
Genova, 3 novembre 2008 - Guccinelli: "Importanti misure per il comparto, prima parte di un piano anti-crisi" Via libera dalla giunta regionale al piano annuale per l´artigianato per l´anno 2008. Complessivamente le risorse del bilancio regionale 2008 assegnate al settore artigiano ammontano a 8,5 milioni di euro. Di queste, 1 milione e 800 mila euro saranno destinati al fondo Filse a sostegno alla creazione di impresa artigiana. Ciò permetterà di far fronte a tutte le domande presentate dalle imprese artigiane alla finanziaria regionale. 4 milioni e 750 mila euro andranno ad Artigiancassa. Anche in questa caso, con questo nuovo finanziamento, si potranno soddisfare tutte le domande presentate fino a oggi dagli artigiani liguri. A questi va aggiunto 1 mln di euro verrà assegnato a Confart,il consorzio di garanzia della Liguria. Queste risorse approvate dalla giunta, su proposta dell´assessore allo Sviluppo Economico e all´Artigianato serviranno a fornire garanzie a quelle imprese che si rivolgeranno al sistema bancario per ottenere linee di credito. Altri 100 mila euro sono stati destinate all´Ente Bilaterale, struttura artigiana che potrà sostenere imprese in particolari difficoltà o per malattia del titolare o per particolari problemi ambientali. Inoltre, circa 1 milione di euro sono le risorse destinate alle azioni di sistema in favore dell´artigianato. "In un momento di grave difficoltà per il comparto artigiano, così per tutti gli altri settori dell´economia, in attesa del varo del complessivo piano regionale per le Pmi - afferma Guccinelli-ci è sembrato importante sostenere subito le richieste di contribuzione per investimenti spesso già fatti, al fine di aumentare quella liquidità disponibile di cui gli imprenditori sentono così bisogno in questo momento. Anche l´implementazione del fondo di Confart va in questa direzione, ovvero quella di rendere più facile l´accesso delle imprese al credito bancario, in un momento in cui tali canali si stanno riducendo all´osso. " .  
   
   
LEGALITÀ: OGGI A PALERMO PRESENTAZIONE DEL CAMPER ANTIRACKET  
 
Palermo, 3 novembre 2008 – Lotta al racket del pizzo e dell’usura: l’assessore regionale per la Famiglia, le Politiche sociali e le Autonomie locali, Francesco Scoma presenterà alla stampa il “Camper antiracket ed antiusura”. L’incontro è in programma per lunedì 3 novembre alle ore 10 in piazza Politeama a Palermo. All’incontro con la stampa sono stati invitati, inoltre, il prefetto e il questore di Palermo e i comandanti provinciali dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Palermo e il rettore dell’università di Catania. Il “camper antiracket” dal giorno 5 di novembre avvierà l’attività di informazione e sensibilizzazione, curata dall’Associazione “Libero Futuro”, con la prima tappa in programma ad Agrigento. A seguire Trapani (6 novembre) e Palermo (7-8 novembre). Successivamente il camper effettuerà soste negli altri sei capoluoghi di provincia. Il servizio – che si affianca alle attività dei nove sportelli antiracket ed antiusura – rientra nell’ambito del progetto “Azioni di sistema per lo sviluppo della legalità”, finanziato dall’assessorato regionale per la Famiglia, le Politiche sociali e le Autonomie locali con un milione e 600 mila euro (risorse europee, misura 3. 21, Por 2000-2006). .  
   
   
SVILUPPO ITALIA, FIRMATO PROTOCOLLO D’INTESA PER FUTURO LAVORATORI  
 
 Roma, 3 novembre 2008 - È stato firmato il 31 ottobre a Roma il protocollo d’intesa tra ministero dello Sviluppo economico, Invitalia (Agenzia nazionale per l´attrazione di investimenti e lo sviluppo d´impresa), Regione e Sviluppo Italia Calabria (in liquidazione) che conduce ad una soluzione delle problematiche gestionali, aziendali e occupazionali di Si Calabria in liquidazione. Il protocollo sottoscritto oggi è l´atto che individua concretamente, in tempi definiti, una soluzione per la società calabrese in liquidazione, valorizzando pienamente le competenze e le esperienze professionali del personale impiegato. La firma fa seguito alla messa in liquidazione di Sviluppo Italia Calabria e all´accordo siglato lo scorso 22 luglio tra Regione, Agenzia e organizzazioni sindacali, nel corso del quale la Regione ha manifestato la volontà di recepire funzioni, risorse finanziarie e personale della società Sviluppo Italia Calabria. E’ un ulteriore passo per l´attuazione del piano di riordino e dismissioni delle partecipazioni dell´Agenzia, previsto dalla Finanziaria 2007. L´accordo infatti prevede che entro il 15 novembre la Regione indicherà, il soggetto a cui trasferire il ramo d´azienda relativo alla gestione degli interventi per la creazione e lo sviluppo d´impresa. Entro il 30 novembre 2008, il ministero dello Sviluppo Economico provvederà, compatibilmente con le risorse disponibili, alla dotazione finanziaria necessaria al normale funzionamento del ramo d´azienda ceduto da Si Calabria in liquidazione. E´ previsto, inoltre, che entro il 30 novembre l´Agenzia completerà il progetto per l´individuazione delle attività di supporto informativo, delocalizzabili sul territorio regionale, utili all´assorbimento della parte restante delle risorse umane della società calabrese. L´impegno di tutti i firmatari è di concludere il processo con il trasferimento dei rami d´azienda entro il 31 dicembre 2008. .  
   
   
RAPPORTO CARITAS/MIGRANTES 2008: IN EMILIA-ROMAGNA OLTRE 400.000 SOGGIORNANTI (9,8% CIRCA DELLA POPOLAZIONE TOTALE). IN CRESCITA LA POPOLAZIONE STRANIERA RESIDENTE (+15%) E I LAVORATORI (17,8% SUL TOTALE). LA REGIONE È PRIMA IN ITALIA PER INSERIMENTO SCOLASTICO DI ALUNNI CON CITTADINANZA NON ITALIANA (11,8%  
 
Bologna, 3 novembre 2008 - Crescita e stabilità. Sono i due termini che meglio inquadrano il fenomeno migratorio in Emilia-romagna, “fotografato” per il diciottesimo anno consecutivo dal Dossier statistico 2008 Caritas/migrantes, presentato stamani nella sede della Regione. La stima della Caritas dei soggiornanti in regione, al 31 dicembre 2007, è di 421. 031 persone, che corrisponde circa al 9,8% della popolazione complessiva. Calcolando il dato delle residenze emerge, rispetto all’anno precedente, un incremento dell’incidenza percentuale, che passa dal 7,53 all’8,55. La crescita della popolazione straniera residente è, rispetto ai dati del 1° gennaio 2007, del 15%: un dato superiore alle tendenze percentuali degli ultimi anni (10% nel 2006, 12% nel 2005) legato in buona parte dall’aumento dei residenti rumeni che sono raddoppiati in valore assoluto (da 21. 804 a 41. 651) incidendo per circa il 40% sulla crescita complessiva annuale dei residenti stranieri. Aumentano i comuni con più del 10% di residenti stranieri: si è passati dai 22 del 2004 ai 33 del 2005 e ai 47 del 2006, fino ai 79 del 2007 con Galeata (Forlì-cesena) che ha raggiunto quota 17,8%, Luzzara (Reggio Emilia) con il 17%, Rolo (Reggio Emilia) al 16,1%, Castel San Giovanni (Piacenza) con il 15,7%. Per quanto riguarda la composizione di “genere”, c’è una maggior crescita della componente femminile tra i residenti stranieri (+ 11,1% rispetto al + 9,1% dei maschi), a conferma di una tendenza che si manifesta già da qualche anno. Le classi d’età in cui l’incidenza della popolazione straniera è più elevata sono la 0-5 anni (14,7% della popolazione complessiva in questa fascia d’età) e 25-29 anni (16,4%). I principali Paesi di provenienza dei residenti stranieri sono il Marocco (15,6%), l’Albania (13,1%) e la Romania (11,4%). In crescita il dato della Romania e dell’Est Europeo in generale (Polonia, Ucraina, Moldavia). Infine, il dato relativo alle acquisizioni di cittadinanza: in Emilia-romagna, gli immigrati stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana dal 2004 al 2006 sono passati da 1. 117 a 3. 521. Scuola - Anche nell’anno scolastico 2007/2008, l’Emilia-romagna è la regione con la percentuale maggiore di alunni con cittadinanza non italiana: con 65. 813 alunni (su 559. 033 iscritti totali) si è raggiunto l’11,8%, mentre nell’anno scolastico 2006/2007 era del 10,7 (media nazionale 6,4%). In particolare c’è un incremento significativo nella scuola primaria e secondaria di primo grado, dove la percentuale degli alunni stranieri supera già il 13%. Lavoro - A fine dicembre 2007, nella banca dati Inail risultano occupati in Emilia-romagna 274. 381 lavoratori stranieri: rappresentano il 17,8% del totale (12,5% extracomunitari più 5,3% comunitari), e confermano una crescita costante registrata negli ultimi anni (nel 2006 i lavoratori stranieri erano il 15,3%). Il dato di genere mostra una stabilizzazione della percentuale di donne assunte sul totale: circa il 44%. La metà dei lavoratori stranieri occupati in regione è presente nella province di Bologna (21%), Modena (17%) e Reggio Emilia (12%). I settori in cui si concentrano prevalentemente sono l’industria (27,5%), le costruzioni (15%), l’alberghiero (13,2%), i servizi alle imprese (8,8%) e l’agricoltura (8,5%). I commenti - Il quadro nazionale è stato presentato da Pietro Pinto (Comitato scientifico Dossier Caritas/migrantes), che ha sottolineato come in Italia la presenza straniera stia crescendo più rapidamente rispetto agli altri Paesi europei, e ha sottolineato la necessità di avere “una politica di programmazione dei flussi più efficace”. Anna Maria Dapporto, assessore regionale alle Politiche sociali e immigrazione, dopo aver ricordato la competenza della Regione “per attuare la piena integrazione sociale, sanitaria, scolastica e formativa”, ha espresso la propria preoccupazione per il calo delle risorse statali: “Nel 2008 è stato soppresso il fondo, ammontante a 100 milioni di euro, pensato dall’ex ministro Ferrero per l’integrazione dei migranti. A ciò si aggiunge il taglio del Fondo nazionale per le politiche sociali, passato da 950 a 650 milioni di euro”. Roland Jace (vicepresidente Consulta regionale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri) ha ricordato come siano stati recentemente modificati dal governo “i criteri che definiscono i requisiti per i ricongiungimenti, rendendoli quasi impossibili. Servono fondi per l’integrazione, e invece si vogliono aumentare le risorse per costruire Cpta, ovvero Centri di permanenza temporanea e assistenza”. Per Gianmarco Marzocchini (Caritas Reggio Emilia), “dietro ai numeri presentati il 31 ottobre ci sono delle persone. Nei centri di ascolto della Caritas ne incontriamo molte, e quando qualcuno ci interpella è nostra responsabilità farci risposta”. Statistiche a cura dell’Osservatorio sul fenomeno migratorio della Regione Emilia-romagna e del Dossier Statistico - Caritas 1. Permessi di soggiorno Tav 1. 1. Stima dei soggiornanti stranieri in Emilia-romagna per province e in Italia al 31. 12. 2007
Provincia Stima 2007 %
Piacenza 31. 828 7,6
Parma 43. 790 10,4
Reggio Emilia 59. 765 14,2
Modena 78. 171 18,6
Bologna 87. 239 20,7
Ferrara 20. 667 4,9
Ravenna 36. 226 8,6
Forlì-cesena 36. 080 8,6
Rimini 27. 264 6,5
Regione Emilia-romagna 421. 031 100,0
Italia 3. 987. 212
fonte: Stima Dossier Caritas/migrantes su dati del Ministero dell´Interno, Ministero Affari Esteri e Istat 2. Residenti Tav. 2. 1 - Residenti stranieri per comune nella regione Emilia-romagna al 1. 1. 2008. Primi 50 comuni
Comune V. A. %
1 Bologna 33. 602
2 Reggio nell´Emilia 21. 394
3 Modena 20. 070
4 Parma 18. 146
5 Ravenna 13. 420
6 Piacenza 12. 162
7 Rimini 11. 275
8 Forli 9. 627
9 Carpi (Mo) 6. 754
10 Ferrara 6. 938
11 Cesena 6. 567
12 Sassuolo (Mo) 4. 764
13 Faenza (Ra) 4. 227
14 Imola (Bo) 4. 082
15 Vignola (Mo) 2. 788
16 Castelfranco Emilia (Mo) 2. 778
17 Mirandola (Mo) 2. 744
18 Cento (Fe) 2. 551
19 Lugo (Ra) 2. 492
20 Casalecchio di Reno (Bo) 2. 476
21 Riccione (Rn) 2. 410
22 Correggio (Re) 2. 392
23 Cervia (Ra) 2. 185
24 Castel San Giovanni (Pc) 2. 089
25 Fidenza (Pr) 1. 951
26 Salsomaggiore Terme (Pr) 1. 944
27 Savignano sul Rubicone (Fc) 1. 910
28 Formigine (Mo) 1. 870
29 Bellaria-igea Marina (Rn) 1. 857
30 Cesenatico (Fc) 1. 793
31 Novellara (Re) 1. 698
32 San Giovanni in Persiceto (Bo) 1. 692
33 Argenta (Fe) 1. 687
34 Crevalcore (Bo) 1. 674
35 Fiorenzuola d´Arda (Pc) 1. 610
36 Guastalla (Re) 1. 571
37 Scandiano (Re) 1. 557
38 San Lazzaro di Savena (Bo) 1. 532
39 Luzzara (Re) 1. 521
40 Pavullo nel Frignano (Mo) 1. 504
41 Spilamberto (Mo) 1. 465
42 Novi di Modena (Mo) 1. 401
43 Finale Emilia (Mo) 1. 336
44 Rubiera (Re) 1. 292
45 Nonantola (Mo) 1. 268
46 Massa Lombarda (Ra) 1. 263
47 Casalgrande (Re) 1. 203
48 Castelnuovo Rangone (Mo) 1. 197
49 Molinella (Bo) 1. 182
50 Colorno (Pr) 1. 158
Totale 238. 069 65,10
Altri Comuni 127. 651 34,90
Regione Emilia-romagna 365. 720 100,00
fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio controllo strategico e statistica - Rer Tav. 2. 2. Incidenza stranieri residenti su popolazione residente totale nella regione Emilia-romagna al 1. 1. 2008. Primi 50 comuni. Valori percentuali
Comune % stranieri
1 Galeata (Fc) 17,83
2 Luzzara (Re) 16,98
3 Rolo (Re) 16,14
4 Castel San Giovanni (Pc) 15,66
5 San Possidonio (Mo) 15,57
6 Fabbrico (Re) 14,12
7 Boretto (Re) 13,84
8 Borgonovo Val Tidone (Pc) 13,72
9 Calestano (Pr) 13,53
10 Vergato (Bo) 13,31
11 Campagnola Emilia (Re) 13,29
12 Sarmato (Pc) 13,29
13 Agazzano (Pc) 13,27
14 Reggio nell´Emilia 13,18
15 Colorno (Pr) 13,18
16 Fornovo di Taro (Pr) 13,15
17 Zocca (Mo) 12,81
18 Crevalcore (Bo) 12,75
19 Novellara (Re) 12,69
20 Galliera (Bo) 12,61
21 Novi di Modena (Mo) 12,59
22 Spilamberto (Mo) 12,58
23 Civitella di Romagna (Fc) 12,58
24 Massa Lombarda (Ra) 12,53
25 Grizzana Morandi (Bo) 12,45
26 Piacenza 12,13
27 Camposanto (Mo) 11,98
28 Bazzano (Bo) 11,91
29 Vignola (Mo) 11,90
30 Langhirano (Pr) 11,86
31 Villanova sull´Arda (Pc) 11,85
32 Monghidoro (Bo) 11,70
33 Mirandola (Mo) 11,64
34 Cortemaggiore (Pc) 11,62
35 Sassuolo (Mo) 11,47
36 Serramazzoni (Mo) 11,44
37 Savignano sul Rubicone (Fc) 11,44
38 Conselice (Ra) 11,42
39 Savignano sul Panaro (Mo) 11,24
40 Concordia sulla Secchia (Mo) 11,23
41 Castelnovo di Sotto (Re) 11,16
42 Borgo Tossignano (Bo) 11,16
43 Modena 11,15
44 Fiorenzuola d´Arda (Pc) 11,13
45 Marzabotto (Bo) 11,11
46 Rio Saliceto (Re) 11,08
47 Castel del Rio (Bo) 11,03
48 Fusignano (Ra) 10,97
49 Sant´agata Bolognese (Bo) 10,97
50 Premilcuore (Fc) 10,94
Regione Emilia-romagna 8,55
fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio controllo strategico e statistica - Rer Tav. 2. 3. Incidenza stranieri residenti su popolazione residente totale per provincia in Emilia-romagna all´1. 1. 2008
provincia stranieri residenti incidenza % stranieri
M F Totale M F Totale
Piacenza 14. 614 13. 805 28. 419 10,7 9,6 10,1
Parma 19. 670 19. 477 39. 147 9,5 8,9 9,2
Reggio Emilia 27. 211 25. 209 52. 420 10,8 9,8 10,3
Modena 34. 886 32. 430 67. 316 10,5 9,4 9,9
Bologna 37. 015 38. 256 75. 271 8,0 7,7 7,8
Ferrara 8. 814 10. 044 18. 858 5,2 5,4 5,3
Ravenna 16. 212 15. 027 31. 239 8,8 7,7 8,2
Forlì-cesena 15. 688 14. 817 30. 505 8,4 7,6 8,0
Rimini 10. 912 11. 633 22. 545 7,5 7,6 7,6
Regione Emilia-romagna 185. 022 180. 698 365. 720 8,9 8,2 8,6
fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio controllo strategico e statistica - Rer Tav. 2. 4. Residenti stranieri in Emilia-romagna all´1. 1. 2008. Prime 20 nazionalità
Paese di cittadinanza %
1 Marocco 15,6
2 Albania 13,1
3 Romania 11,4
4 Tunisia 5,6
5 Cinese, Rep. Popolare 4,8
6 Ucraina 4,5
7 Moldova 3,5
8 Pakistan 3,1
9 India 3,0
10 Polonia 2,7
11 Filippine 2,5
12 Ghana 2,3
13 Macedonia (ex Rep. Jugos. ) 2,1
14 Senegal 2,0
15 Nigeria 1,9
16 Bangladesh 1,3
17 Serbia e Montenegro 1,3
18 Sri Lanka (ex Ceylon) 1,1
19 Bulgaria 1,0
20 Turchia 0,9
Altri paesi 16,4
Totale 100,0
fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Servizio controllo strategico e statistica - Rer 3. Scuola (*) Tav. 3. 1. Scuola statale e non: alunni con cittadinanza non italiana iscritti per anno scolastico e sesso. Regione Emilia-romagna
alunni con cittadinanza non italiana totale alunni % alunni con citt. Non ital. Sul totale alunni
scuola statale scuola non statale Totale scuole Scuola statale Scuola non statale Totale scuole scuola statale scuola non statale Totale scuole
Mf F Mf F Mf Mf Mf Mf Mf F Mf F Mf
a. S. 1997/1998 (*) 7. 851 3. 505 1. 159 557 9. 010 386. 285 70. 626 456. 911 2,03 0,91 1,64 0,79 1,97
a. S. 1998/1999(**) 10. 053 4. 349 1. 438 648 11. 491 390. 133 71. 552 461. 685 2,58 1,11 2,01 0,91 2,49
a. S. 1999/2000 13. 389 6. 019 1. 335 584 14. 724 393. 755 72. 235 465. 990 3,40 1,53 1,85 0,81 3,16
a. S. 2000/2001 15. 989 7. 370 1. 673 766 17. 662 393. 981 68. 602 462. 583 4,06 1,87 2,44 1,12 3,82
a. S. 2001/2002 20. 899 9. 536 1. 915 888 22. 814 405. 183 69. 708 474. 891 5,16 2,35 2,75 1,27 4,80
a. S. 2002/2003 26. 530 12. 000 2. 838 1. 353 29. 368 421. 802 73. 815 495. 617 6,29 2,84 3,84 1,83 5,93
a. S. 2003/2004 31. 866 14. 579 3. 229 1. 467 35. 095 427. 358 73. 636 500. 994 7,46 3,41 4,39 1,99 7,01
a. S. 2004/2005 39. 742 18. 388 4. 033 1. 894 43. 775 443. 503 77. 697 521. 200 8,96 4,15 5,19 2,44 8,40
a. S. 2005/2006 46. 467 21. 684 4. 532 2. 066 50. 999 454. 390 79. 947 534. 337 10,23 4,77 5,67 2,58 9,54
a. S. 2006/2007 53. 723 24. 902 4. 798 2. 252 58. 521 467. 030 80. 260 547. 290 11,50 5,33 5,98 2,81 10,69
a. S. 2007/2008 60. 399 28. 571 5. 414 2. 550 65. 813 477. 573 81. 460 559. 033 12,65 5,98 6,65 3,13 11,77
tav. 3. 1. Scuola statale e non: alunni con cittadinanza non italiana iscritti per anno scolastico e sesso. Regione Emilia-romagna (*) I dati riportati in questa sezione fanno riferimento ad alunni con cittadinanza non italiana e provengono dalle rilevazioni integrative delle scuole statali e non statali acquisite dal Sistema informativo del Ministero della Pubblica Istruzione. La voce "scuola non statale" comprende le scuole di enti locali territoriali, di altri enti pubblici, di enti religiosi e di soggetti privati laici. (**) I dati riferiti alla Scuola secondaria di Ii grado sono fonte Istat a. S. 1997/98 (***) I dati riferiti alla Scuola secondaria di Ii grado sono fonte Istat a. S. 1998/99 Fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Sistema Informativo e Dg Studi e Programmazione del Ministero della Pubblica Istruzione Tav. 3. 2. Alunni con cittadinanza non italiana nell´anno scolastico 2007/2008 per tipologia di scuola e e sesso. Regione Emilia-romagna
tipologia scuole alunni con cittadinanza non italiana totale alunni % alunni con citt. Non ital. Sul totale alunni
scuola statale scuola non statale Totale scuole Scuola statale Scuola non statale Totale scuole scuola statale scuola non statale Totale scuole
Mf F Mf F Mf Mf Mf Mf Mf F Mf F Mf
Scuola dell´infanzia 7. 513 3. 487 4. 472 2. 102 11. 985 49. 212 59. 220 108. 432 15,27 7,09 7,55 3,55 11,05
Scuola primaria 24. 531 11. 539 347 169 24. 878 171. 639 10. 673 182. 312 14,29 6,72 3,25 1,58 13,65
Scuola secondaria I grado 13. 660 6. 205 103 57 13. 763 99. 818 4. 345 104. 163 13,68 6,22 2,37 1,31 13,21
Scuola secondaria Ii grado 14. 695 7. 340 492 222 15. 187 156. 904 7. 222 164. 126 9,37 4,68 6,81 3,07 9,25
fonte: Elaborazione Osservatorio sul fenomeno migratorio - Rer su dati Sistema Informativo e Dg Studi e Programmazione del Ministero della Pubblica Istruzione 4. Mercato del lavoro Tav. 4. 1. Distribuzione dei lavoratori dipendenti (*) per area di provenienza nella regione Emilia-romagna. Anno 2007
Area di provenienza N. %
Italia 1. 270. 194 82,2
Ue 81. 933 5,3
Extra Ue 192. 448 12,5
Totale 1. 544. 575 100,0
(*) I lavoratori riportati in tabella si riferiscono alle persone contate una sola volta che nel corso del 2007 hanno lavorato almeno un giorno Fonte: Elaborazione Caritas/migrantes su banca dati lavoro dipendente - Inail Tav. 4. 2. Distribuzione dei lavoratori dipendenti stranieri (*) per provincia nella regione Emilia-romagna. Anno 2007
Provincia Stranieri %
Piacenza 18. 686 6,8
Parma 23. 731 8,6
Reggio Emilia 32. 377 11,8
Modena 47. 546 17,3
Bologna 57. 301 20,9
Ferrara 13. 084 4,8
Ravenna 27. 848 10,1
Forlì-cesena 28. 811 10,5
Rimini 24. 997 9,1
Regione Emilia-romagna 274. 381 100,0
(*) I lavoratori riportati in tabella si riferiscono alle persone nate all´estero contate una sola volta che nel corso del 2007 hanno lavorato almeno un giorno Fonte: Elaborazione Caritas/migrantes su banca dati lavoro dipendente - Inail Tav. 4. 3. Distribuzione dei lavoratori dipendenti stranieri (*) per settore economico nella regione Emilia-romagna. Anno 2007
Settore d´impiego (**) Stranieri %
Agricoltura 23. 202 8,5
Pesca 54 0,0
Estrazione di Minerali 150 0,1
Industria 75. 398 27,5
Elettricità, gas, acqua 268 0,1
Costruzioni 41. 275 15,0
Commercio 20. 187 7,4
Alberghi e ristoranti 36. 227 13,2
Trasporti 17. 065 6,2
Intermediazione finanziaria 805 0,3
Informatica e servizi alle imprese 24. 275 8,8
Pubblica amministrazione 2. 524 0,9
Istruzione 840 0,3
Sanità e assistenza sociale 8. 721 3,2
Servizi Pubblici 10. 388 3,8
Attività svolte da famiglie 10. 806 3,9
Attività non determinate 2. 196 0,8
Totale 274. 381 100,0
(*) I lavoratori riportati in tabella si riferiscono alle persone nate all´estero contate una sola volta che nel corso del 2006 hanno lavorato almeno un giorno (**) La voce Industria comprende le seguenti voci: Industria alimentare, tessile, conciaria, del legno, della carta, del petrolio, chimica, della gomma, di trasformazione, dei metalli, meccanica, elettrica, dei mezzi di trasporto, altre industrie. La voce Commercio comprende le seguenti voci: Commercio e riparazioni di auto, Commercio all´ingrosso, Commercio al dettaglio Fonte: Elaborazione Caritas/migrantes su banca dati lavoro dipendente - Inail . .
 
   
   
IMMIGRAZIONE: DALLA REGIONE LAZIO OLTRE 9 MILIONI DI EURO PER INTEGRAZIONE  
 
Roma, 3 novembre 2008 - “Per la realizzazione di interventi in materia di integrazione a favore degli immigrati nove milioni e 600 mila euro verranno assegnati alle province del Lazio”. Ad annunciarlo l´ assessore alle politiche sociali Anna Salome Coppotelli. ´´Non meno del 10% delle risorse assegnate a ciascuna provincia - ha spiegato Coppotelli - dovranno essere destinate alla realizzazione di progetti che favoriscano l´inserimento scolastico e dei minori stranieri e l´integrazione degli studenti stranieri. Si tratta di un importante risultato in termini di semplificazione e di attribuzione efficiente delle risorse - ha concluso l´assessore - che rende la nostra Regione un esempio di partecipazione e cooperazione positiva tra Enti locali, organismi operanti nel Terzo settore e organizzazioni sindacali per costruire un percorso di inclusione e di riconoscimento pieno dei diritti di cittadinanza´´. . .  
   
   
IMMIGRAZIONE: IL VENETO PRESENTA IL PATTO DI ACCOGLIENZA  
 
 Padova, 3 novembre 2008 - E’ la prima esperienza di questo tipo che viene fatta a livello pubblico in Italia: è il Patto di Accoglienza e Integrazione che la Regione del Veneto ha presentato il 31 ottobre a Padova, nella Sala Consiliare della Provincia, ad amministratori locali, operatori e rappresentanti delle associazioni degli immigrati. L’assessore ai flussi migratori Oscar De Bona ha sottolineato che si tratta di un nuovo strumento di cui la Regione ha deciso di dotarsi per favorire l’integrazione nel Veneto dei cittadini stranieri regolari. Con il Patto di Accoglienza e Integrazione, la comunità veneta ospitante accoglie l’immigrato chiedendogli però di sottoscrivere l’impegno di integrarsi e soprattutto di rispettare i principi e i valori cardine della nostra società. De Bona ha annunciato che entro la fine dell’anno sarà sottoposto all’approvazione della giunta regionale per poter essere poi applicato, dando così attuazione alla programmazione triennale in materia di immigrazione che lo prevede. Alla presentazione hanno partecipato Moustapha Ndiaye vicepresidente della Consulta regionale per l’immigrazione, Franco Pittau della Caritas Italiana, Sergio Rosato direttore di Veneto Lavoro e Marco Annoni di Italia Lavoro. E’ stato Pittau a mettere in evidenza che si tratta della prima sperimentazione del genere in Italia, augurandosi che possa trovare diffusione anche nelle altre Regioni con l’obiettivo di una società armonica composta da italiani ed immigrati. La Regione ha affidato a Veneto Lavoro e ad un gruppo di esperti la definizione e le modalità di applicazione di questo strumento, coinvolgendo un Tavolo tecnico con i vari attori sociali, pubblici e privati. Il tavolo di lavoro ha nel corso dei mesi discusso lungamente sia sulle basi teoriche e sui principi del Patto, sia sulle procedure amministrative relative all’implementazione di un modello, arrivando al testo presentato oggi. Nella fase di prima applicazione, la sperimentazione del Patto coinvolgerà solo gli stranieri selezionati in base all’articolo 23 del Testo Unico sull’immigrazione. “E’ un progetto – ha detto De Bona – che conferma il ruolo di primo piano che il Veneto ha nelle politiche per l’accoglienza, cercando di anticipare il futuro non subendo ma governando il fenomeno”. E’ seguito il dibattito con suggerimenti e proposte. Ad una richiesta dell’assessore del comune di Padova Daniela Ruffini circa la libertà religiosa, De Bona ha risposto di non poterla accogliere perché “ispirata da una ideologia spinta che rischierebbe di compromettere l’equilibrio raggiunto nel Patto”. Al termine sono state firmate anche le convenzioni con le Conferenze dei Sindaci del Veneto per attuare il programma regionale di integrazione sociale e scolastica degli immigrati non comunitari, in collaborazione con Italia Lavoro. .  
   
   
GENOVA: ALLARME INVESTIMENTI: PRONTO PIANO PER ACCESSO A CREDITI E SOSTEGNI A PMI  
 
Genova, 3 novembre 2008 - La Regione Liguria si appresta a varare nei prossimi giorni un provvedimento anti-crisi per le piccole e medie imprese per potenziare le risorse, l´accesso al credito e gli investimenti. Lo ha anticipato il 30 ottobre l´assessore allo Sviluppo Economico Renzo Guccinelli all´apertura del nuovo centro professionale per acconciatori e benessere dell´Associazione Artigiani della Provincia di Genova che fa capo a Confartigianato. "Sarà un piano molto consistente, di alcune decine di milioni di euro, con il quale la Regione Liguria punta ad arginare il problema dell´indebitamento e favorire lo sviluppo e il sostegno della competitività per molte imprese, dopo il crollo del castello di carta straccia e le conseguenze negative che ne stanno derivando. Conseguenze che sarebbero ancora più pesanti se in questo momento le imprese ligure venissero private delle risorse necessarie", ha affermato Guccinelli. .  
   
   
SEMPLIFICAZIONE E TRADIZIONE, APPROVATA LA PROPOSTA DI LEGGE PER GLI ARTIGIANI DELLE MARCHE  
 
 Ancona, 3 novembre 2008 - Grande soddisfazione dell´assessore regionale alle Attivita` produttive, Gianni Giaccaglia, per l´approvazione da parte del Consiglio regionale della legge sull´artigianato. Il provvedimento modifica il testo unico per le attivita` produttive ´ legge regionale 20 del 2003. ´I tempi di approvazione del nostro progetto di legge sono stati brevi, a significare la forte attenzione che abbiamo verso l´artigianato, motore vitale per l´economia regionale. Siamo intervenuti su due versanti: tutela e valorizzazione delle produzioni e semplificazione delle strutture di autogoverno del settore. Questo avviene, nel primo caso, tramite formazione, incentivi e promozione. Nel secondo caso attraverso la riduzione dei componenti delle commissioni provinciali e regionale per l´artigianato. Ed ancora: tra i primi in Italia innoviamo le procedure di annotazione all´albo, spingendo sulla telematica, riduciamo gli adempimenti, utilizzando l´autocertificazione ed eliminando duplicazioni e passaggi amministrativi che gravano sulle aziende. Insomma sono stati ridotti fortemente adempimenti, costi e tempi a carico delle imprese, facilitando anche l´accesso al credito agevolato, tematica questa di forte interesse nel contesto finanziario attuale´. L´atto approvato prevede anche l´accreditamento dei centri di assistenza artigiana, attraverso la predisposizione da parte della Regione dei requisiti e delle forme di vigilanza. Nel dettaglio, oltre alle misure di semplificazione, l´articolato approvato dal Consiglio regionale, prevede la promozione di iniziative dirette alla valorizzazione del territorio e delle attivita` culturali, anche attraverso il recupero dei mestieri d´arte. Prevede poi strumenti specifici per lo sviluppo delle produzioni artistiche, tradizionali e tipiche. Supporti multimediali, rassegne, esposizioni tematiche, itinerari turistico culturali che coinvolgono i laboratori artigiani e recupero di locali di proprieta` dei comuni, fino ad arrivare alla realizzazione di un vero e proprio Museo regionale delle arti applicate. Queste le coordinate all´interno delle quali si muove la legge regionale approvata, che si sofferma anche su contributi per lo sviluppo e sulla qualifica di Maestro artigiano. Qualifica che contraddistingue sia le ´botteghe scuola´, sia le ´botteghe di artigianato d´arte´, realta` con compiti di formazione professionale di alto livello. L´obiettivo e` riscoprire tradizioni ed eccellenze tipiche del territorio, per valorizzare attrazioni legate ai diversi mestieri artigiani di cui la nostra regione e` ricca e che fanno parte del patrimonio culturale regionale. .  
   
   
FRENA LA CRESCITA DELLE IMPRESE REGGIANE  
 
Reggio Emilia, 3 novembre 2008 - Lo spirito imprenditoriale reggiano pare in frenata. Sono solo 49 le imprese in più che il nostro tessuto locale registra nel corso dei primi nove mesi del 2008. Si tratta di una crescita dello 0,1% a fronte della leggera flessione pari allo 0,2% che si osserva sia per l’Emilia Romagna che per l’Italia. A fine settembre le imprese registrate alla Camera di Commercio hanno raggiunto quota 58. 877. Queste le prime indicazioni che si desumono dall’analisi sull’evoluzione del sistema imprenditoriale reggiano condotta dall’ufficio studi dell’Ente camerale. Il risultato è come sempre la sintesi di andamenti diversificati fra un settore e l’altro. Accanto alla progressiva riduzione delle imprese agricole (-1,7%) scese sotto soglia ottomila, si riscontra il calo dello 0,4% delle aziende commerciali - 11. 551 a fine settembre - e la contrazione dell’1,2% delle attività di trasporto, scese da 2. 076 di fine 2007 alle attuali 2. 071. In ulteriore leggera crescita (+0,2%) le imprese manifatturiere - 9. 862 in totale - a conferma del loro forte radicamento sul nostro territorio. Un’ulteriore spinta verso l’alto (+2,2%) si registra inoltre per il comparto che include attività immobiliari, noleggio, informatica che conta 6. 509 aziende. In lieve aumento (+0,1%) anche le imprese di costruzione che, dopo la significativa crescita registrata già a partire dalla fine degli anni ‘90, pare stiano arrestando la loro corsa con una presenza che attualmente supera le 13. 800 unità. .  
   
   
MATERA, L’API PRESENTA PROPOSTE DI PROJECT FINANCING  
 
Matera, 3 novembre 2008 - Per cercare di superare la crisi economica in atto, rilanciando il comparto delle opere pubbliche nella città di Matera, migliorando l’’infrastrutturazione urbana e i servizi per i cittadini pur in carenza di fondi pubblici, l’Api Matera ripropone il project financing, la cui normativa è stata di recente modificata. “Il periodo di difficoltà dell’economia – riferisce la nota dell’Api - ha spinto diversi imprenditori locali a programmare una serie di investimenti per la realizzazione di opere pubbliche che l’Amministrazione non è in grado di attuare a causa della mancanza di idonee risorse finanziarie. Si tratta di interventi da realizzare con il ricorso alla “finanza di progetto” o alla concessione e, quindi, suscettibili di remuneratività per gli investitori privati. Per questo motivo – si legge nella nota - Il presidente dell’Api Olivieri ha comunicato al sindaco di Matera Buccico che alcune imprese di primaria importanza nel sistema economico materano si propongono per realizzare, nel periodo di programmazione 2009-2011, degli interventi che chiedono sin d’ora siano inseriti nel Piano triennale delle opere pubbliche che il Comune si accinge ad approvare. Non conoscendo le opere pubbliche inserite nel Piano triennale, Olivieri ha chiesto la convocazione di un tavolo per una discussione sui temi proposti. Per il presidente dell’Api - prosegue la nota - l’impiego di capitali privati nel settore dei lavori pubblici può raggiungere il duplice scopo di sopperire alla carenza di fondi pubblici e di incentivare l’infrastrutturazione del territorio. La programmazione pubblica dovrebbe tenere conto dell’impiego di capitali privati per la realizzazione di lavori pubblici o di pubblica utilità, in quanto suscettibili di gestione economica. Ciò in quanto - conclude la nota dell’Api - il project financing costituisce uno dei sistemi di affidamento dei lavori più validi per la realizzazione di opere di pubblica utilità con potenzialità di sviluppo, anche di minori dimensioni, spesso non procrastinabili e per le quali è difficile reperire le risorse finanziarie pubbliche”. .  
   
   
PROVINCIA, ITEA E CONSOLIDA AVVIANO CON UN ACCORDO IL DISTRETTO DELL’ECONOMIA SOLIDALE LO SCHEMA D’INTESA APPROVATO STAMANE DALLA GIUNTA PROVINCIALE DI TRENTO  
 
 Trento, 3 novembre 2008 – Le politiche sociali non sono politiche “improduttive”, sono “investimenti sociali” strategici che sostengono lo sviluppo del sistema economico locale, creando una rete di servizi tra le diverse realtà presenti sul territorio. È da questa convinzione che nasce l’accordo volontario con il quale Provincia, Itea Spa e Consolida danno avvio al Distretto dell’economia solidale. Previsto dalla nuova legge provinciale sul welfare (n. 13 del 27 luglio 2007), il Distretto vuole essere lo strumento, innovativo, attraverso il quale i soggetti che operano nei settori del sociale, dei servizi e dell’inserimento lavorativo, operino insieme, in maniera coordinata e collaborativa, per realizzare in Trentino modelli di workfare, vale a dire programmi che coniugano aiuti sociali e impegno lavorativo per le persone che ne beneficiano. L’accordo, il cui schema è stato approvato il 31 ottobre dalla Giunta provinciale su proposta dell’assessore alle politiche sociali ed al quale altre organizzazioni potranno in seguire aderire, avrà una durata di tre anni. Le iniziative al quale darà vita saranno individuate entro due mesi da un gruppo di lavoro coordinato dal Servizio Politiche sociali e abitative della Provincia autonoma. Finalità dell’intesa – come si legge nel testo dell’accordo – è “la valorizzazione delle capacità lavorative delle persone con maggiori difficoltà, lo sviluppo di forme d’integrazione e di partnership tra organizzazioni che operano in ambiti non strettamente socio-assistenziali e di piste innovative d’intervento che consentano di definire in maniera concreta i contenuti del distretto dell’economia solidale e di favorire la creazione di ambiti di lavoro protetti”. Il Distretto dell’economia solidale non si esaurisce qui ed anche altre sono le prospettive aperte, in quest’ambito, dalla legge 3/2007. L’accordo approvato stamane dalla giunta rappresenta però un primo passo, una prima modalità per realizzare il Distretto. Sei sono gli obiettivi che Provincia, Itea e Consolida intendono perseguire con l’accordo volontario: sperimentare nuovi modelli di collaborazione tra diversi soggetti improntati alla responsabilità territoriale; integrare maggiormente le politiche sociali con quelle del lavoro e abitative per garantire una valutazione unitaria dei progetti di vita delle persone coinvolte, lo sviluppo di una rete coordinata di servizi e una pianificazione condivisa degli investimenti e dei costi; concretizzare da parte di Itea Spa la propria missione istituzionale sui temi della responsabilità sociale d’impresa; aumentare, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, le opportunità di inserimento lavorativo e di occupazione per le persone in situazione di difficoltà, coinvolgendo in particolare le imprese il cui azionariato sia partecipato dal settore pubblico; sperimentare nel settore dell’edilizia abitativa quei percorsi di integrazione socio-lavorativa previsti dalla legge 13/2007; sostenere la capacità imprenditoriale delle organizzazioni che partecipano al sistema del welfare trentino ed accrescere l’efficacia degli interventi rispetto agli utenti affinché si possa coniugare con una sempre maggiore efficienza ed efficacia “prodotto sociale e prodotto economico”. Concretamente, l’accordo impegna Itea Spa ad individuare tra le proprie attività campi d’impiego lavorativo (ad esempio la manutenzione del verde) per persone in situazione di difficoltà quali ex carcerati, persone con problemi psichici o di tossicodipendenza ma anche disabili per i quali sia accertata una capacità lavorativa. Questa è l’integrazione socio-lavorativa, il workfare appunto, che con il Distretto si vuole attivare. Politiche sociali che transitano nelle politiche del lavoro, dunque, non solo per dare risposta a queste persone ma anche per evitare che le stesse, tenute ai margini, diventino un costo sociale. .  
   
   
GIORNATA MONDIALE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: L´ESPERIENZA EUROPEA  
 
Roma, 3 novembre 2008 - Venerdì 24 ottobre, a si è svolto il convegno dal titolo: “Giornata mondiale contro la violenza sulle donne: l´esperienza europea”. All´incontro, organizzato dall´Ufficio d’informazione per l’Italia del Parlamento europeo in collaborazione con il Comune di Roma e con la Casa internazionale delle donne (che ospitava l´evento), hanno partecipato le eurodeputate Roberta Angelilli, Pia Locatelli ed Elisabetta Gardini. Costanza Fanelli, presidentessa dell´associazione, ha aperto l´incontro evidenziando il costante impegno della Casa internazionale delle donne nel cercare di creare sempre più visibilità ai diritti delle donne. L’eurodeputata Roberta Angelilli ha sottolineato il ruolo del Parlamento europeo nella promozione di dibattiti sul tema della violenza sulle donne che, secondo un recente studio del Consiglio d’Europa, provoca più morti rispetto al cancro e agli incidenti stradali. La sua collega Pia Locatelli ha aggiunto che la violenza sulle donne è una piaga resa ancora più grave dall´immigrazione e dalla arretratezza culturale, impedendo a molte di divenire consapevoli di quanto subiscono. La deputata europea Elisabetta Gardini ha messo in risalto la posizione e l´immagine della donna nella società attuale che, oggi giorno, rischia di essere sempre più trascurata affermando, inoltre, che il numero di coloro che subiscono violenze è senza dubbio sottostimato. Clara Albani, direttrice dell´Ufficio d’informazione per l’Italia del Parlamento europeo, nonché moderatrice del convegno, ha sottolineato il lavoro svolto dall´Euroassemblea a favore delle donne, fatto di dialogo, comprensione e proposte concrete. E’ intervenuta inoltre l’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, Sveva Belvisio, che ha evidenziato gli interventi del Comune a favore delle donne, tra i quali i recenti corsi di formazione. La seconda parte del convegno ha visto la partecipazione delle rappresentanti delle principali associazioni femminili e antiviolenza italiane, secondo le quali questo appuntamento è solo l’esordio di un lungo percorso volto a dare respiro a concrete iniziative a favore delle donne. .  
   
   
INCENTIVAZIONI EDILIZIE E DIRITTO DI FAMIGLIA IL 4 NOVEMBRE CON IL SERVIZIO DONNA  
 
Bolzano, 3 ottobre 2008 - Martedì 4 novembre 2008 alle ore 20. 00 a Bolzano, presso il Centro Pastorale, si svolgerà una serata informativa con Julia Unterberger, avvocato e presidente del Comitato provinciale pari opportunità, sui diritti che in caso di separazione hanno le donne in presenza di un´abitazione familiare acquisita o costruita con le incentivazioni edilizie. L´iniziativa, ad ingresso libero, è organizzata in collaborazione con il Servizio Donna della Provincia. Molte coppie di sposi ricevono agevolazioni edilizie provinciali per l´acquisto o la costruzione dell´abitazione. La maggior parte delle donne, però, non è a conoscenza dei diritti loro spettanti sull´immobile agevolato in caso di separazione. La comunità o la separazione dei beni accanto a molti altri fattori svolgono un ruolo fondamentale in questo frangente. La materia è molto più complessa rispetto a quello che sembra. Nell´ambito di una serata informativa, organizzata in collaborazione con il Servizio Donna della Provincia, donne e uomini avranno modo di raccogliere spiegazioni utili relativa ad incentivazioni edilizie e diritto di famiglia. La relazione a cura di Julia Unterberger, avvocato e presidente del Comitato provinciale per le pari opportunità tra uomo e donna, si terrà martedì 4 novembre 2008 alle ore 20. 00 presso il Centro Pastorale a Bolzano. L´ingresso è libero per tutte le persone interessate. L´iniziativa rientra nella serie di incontri che il Comitato provinciale per le pari opportunità ed il Servizio donna della Provincia organizzano in varie località altoatesine per illustrare temi specifici legati al mondo femminile. Alcune conferenze saranno tenute in tedesco ed altre in italiano. Gli incontri si svolgono in collaborazione con i rispettivi Comuni ed in particolare con le consigliere comunali e le associazioni femminili locali. L´obiettivo dell´iniziativa è quello di creare contatti con donne da tutte le parti dell´Alto Adige e incentivare la collaborazione con le organizzazioni femminili e le rappresentanti politiche a livello locale. .  
   
   
VERBANO CUSIO OSSOLA: PIEMONTE DONNA, LABORATORIO DI IDEE PER DONNE  
 
Baveno, 30 ottobre 2008 - La Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola, sempre attenta alle potenzialità dell’universo del lavoro al femminile, con il Comitato Per La Promozione Dell’imprenditoria Femminile, che opera per sollecitare “una più consapevole partecipazione della donna alle problematiche riguardanti lo sviluppo economico locale”, sono senz’altro gli Enti più idonei per elaborare un progetto come Piemonte Donna. Con Piemonte Donna si vuole creare una ragione forte di legame tra le realtà femminili piemontesi, evidenziandone le ricchezze e le potenzialità per esportarle verso realtà esterne. E’ quindi molto importante che la Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola sia diventata promotrice di un progetto articolato e a più voci, che interessa tutti i seguenti ambiti di azione: Le donne e la pubblica amministrazione • Le donne e il volontariato • Le donne e la cultura e l’arte • Le donne e l’imprenditoria • Le donne e il cinema, la musica e il teatro • Le donne, l’università e la ricerca • Le donne e i prodotti del territorio Ognuno di questi settori porterà una serie di testimonianze di protagoniste che parleranno della propria esperienza personale, mettendo l’accento sia sugli aspetti di “ragione” che di “sentimento”. Il progetto, che prende l´avvio con il patrocinio dell´Unione delle Camere di commercio piemontesi, avrà come sua prima azione, giovedì 27 novembre 2008 dalle ore 11,00 presso la sede camerale la La Tavola Rotonda Piemonte Donna “Donne e Pubblica Amministrazione” Identità, Iniziative, Partecipazione, Impegni e Difficoltà - Esperienze a confronto. Saranno presenti il presidente della Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola, Tarcisio Ruschetti e la presidente del Comitato per la Promozione dell’Imprenditoria Femminile, Cristina Zuccari. Hanno dato la loro adesione alla tavola rotonda: Vittoria Albertini, assessore provinciale ai Trasporti • Paola Barassi, consigliere regionale Regione Piemonte • Loredana Brizio, presidente della Comunità Montana Val Grande e sindaco di Aurano • Mirella Cristina, difensore civico di Verbania • Franca Giordano, provveditore agli studi del Verbano Cusio Ossola • Elena Lombardi Vallauri, direttore della Casa Circondariale di Verbania • Giulia Perrotti, procuratore della Repubblica di Verbania La Provincia del Verbano Cusio Ossola esprime molteplici presenze femminili nell’Arma dei Carabinieri, nella Polizia di Stato, nel Corpo Forestale dello Stato e conta ben 10 sindaci donne su oltre 40 comuni. Molte di queste saranno presenti alla tavola rotonda Coordinerà e modererà Erika Leonardi scrittrice di testi di management ed esperta di gestione di servizi. .