Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 06 Novembre 2012
QUESTA SETTIMANA AL PARLAMENTO EUROPEO: MERKEL, AEROPORTI E COMMERCIO CON CINA  
 
Strasburgo, 6 novembre 2012 - Novembre si apre con una settimana decisiva che rivelerà il nuovo presidente degli Stati Uniti d´America. Il Pe riceverà la Cancelliera tedesca Angela Merkel e le commissioni parlamentari si pronunceranno sui servizi aeroportuali e il fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione. I deputati si confronteranno sulle regolamentazioni bancarie e i possibili tagli al programma Erasmus 2014-2020. Ll presidente del Pe Martin Schulz sarà in Italia per incontrare il presidente Giorgio Napolitano. La Cancelliera Angela Merkel visiterà il Pe mercoledì. Incontrerà il presidente Schulz e si confronterà con i deputati sulle ricette contro la crisi. Giovedì il presidente del Pe Martin Schulz sarà in visita in Italia per incontrare il presidente Giorgio Napolitano. Le commissioni al lavoro - La commissione ai Trasporti voterà martedì tre testi sulla legislazione aeroportuale legata all´inquinamento acustico, l´assistenza a terra e l´assegnazione delle bande orarie negli aeroporti per aumentare efficienza e competitività. La commissione agli Affari economici si concentrerà sui metodi di sostegno agli istituti bancari in difficoltà. La commissione agli Affari sociali voterà il fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (martedì) che permette ai lavoratori di trovare un nuovo lavoro. Mentre la commissione all´Educazione discuterà martedì il futuro del programma Erasmus nel periodo 2014-2020. Infine, la commissione al Commercio internazionale ha organizzato un´audizione sull´opportunità d´investimento tra Ue e Cina. Lo stesso giorno, giovedì, la commissione alle Libertà civili ne ha organizzata una sulla libertà di stampa in Ue. Altri eventi - A partire da questo lunedì sarà possibile vedere nelle sale i finalisti del premio Lux. Il vincitore sarà annunciato il 21 novembre in sessione plenaria.  
   
   
VERTICE ASIA-EUROPA ASEM 9 SUMMIT "AMICI PER LA PACE, PARTNER PER LA PROSPERITÀ".  
 
Bruxelles, 6 novembre 2012 - A seguito del vertice tenutosi a Bruxelles nel mese di ottobre 2010, l´Asia-europa nono Meeting (Asem) si terrà a Vientiane, Laos, il 5-6 novembre sotto il tema "Amici per la Pace, Partner per la prosperità". L´ue sarà rappresentata dal presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso. Capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri e dei 21 partner asiatici parteciperà anche. Il vertice ha avuto inizio il Lunedi, 5 novembre, con una cerimonia che segna l´adesione Asem di Norvegia, la Svizzera e il Bangladesh, portando il numero totale di partner a 51. Un dibattito su questioni economiche e finanziarie, un argomento chiave del vertice, si aprirà discussioni leader. La parte europea avrà la possibilità di aggiornare il suo lavoro più recente per affrontare le tensioni sui mercati finanziari, ripristinare la fiducia e stimolare la crescita e l´occupazione. A questo proposito, l´Ue inoltre sottolineare il rapporto tra l´attuale situazione economica nell´Ue e il paesaggio economico e finanziario globale, insieme alla necessità per tutti di contribuire a raggiungere la stabilità finanziaria e la crescita economica. La riforma delle istituzioni finanziarie internazionali, così come la lotta contro il protezionismo, sarà presente anche nel dibattito. La seconda sessione plenaria, il Martedì 6 novembre, si concentrerà su questioni globali, compresa la lotta contro il terrorismo, la pirateria in mare e la proliferazione delle armi di distruzione di massa. La sicurezza energetica, gestione delle risorse idriche e la sicurezza alimentare sarà anche all´ordine del giorno. L´ue sottolineare il suo sostegno ad affrontare le sfide del cambiamento climatico e incoraggerà i paesi asiatici a partecipare a queste iniziative. Nel corso di una colazione di lavoro, le questioni regionali saranno discussi: gli argomenti spazieranno dalla penisola coreana, la questione nucleare iraniana e il deteriorarsi della situazione in Siria ai recenti sviluppi in Birmania / Myanmar. La sicurezza marittima in Asia e il processo di integrazione in Asia orientale può essere sollevata. Una quarta sessione sarà dedicata alla cooperazione sociale e culturale, che copre people-to-people contatti, la promozione dei diritti umani, l´istruzione, la cooperazione culturale e la migrazione. Infine, i leader guardare al futuro di Asem e adottare il programma di Asem di lavoro per i prossimi due anni (2012 - 2014). Il presidente Van Rompuy inviterà i leader al vertice Asem 10 a Bruxelles, nella seconda metà del 2014. Al termine del vertice, i partecipanti sono tenuti ad approvare la "Dichiarazione di Vientiane del rafforzamento della partnership per la pace e lo sviluppo", ribadendo l´impegno dei partner Asem per la pace, la sicurezza, la stabilità e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali.Inoltre, dovranno adottare il comunicato vertice ("dichiarazione del presidente").  
   
   
DICHIARAZIONE CONGIUNTA DELL ALTO RAPPRESENTANTE / VICEPRESIDENTE CATHERINE ASHTON E DEL COMMISSARIO ŠTEFAN FüLE, SULLE ELEZIONI PARLAMENTARI IN UCRAINA  
 
 Bruxelles, 29 ottobre 2012 – “Abbiamo seguito da vicino il periodo pre-elettorale e l3 operazioni di voto Domenica in Ucraina. L´affluenza mostra l’ attaccamento dei cittadini ucraini per una società democratica e pluralista. Voto- il conteggio non è ancora completato. Prendiamo atto delle conclusioni preliminari della missione di osservazione internazionale sulla condotta delle elezioni che presenta un quadro variegato, con diverse lacune, e delle difficoltà incontrate dagli osservatori elettorali locali. La valutazione finale dipenderà anche post-elettorali sviluppi, che ci guardano da vicino. E ´quindi particolarmente importante che le autorità ucraine garantire un corretto svolgimento delle prossime tappe del processo elettorale, in particolare per quanto riguarda il conteggio rimanente voto, tabulazione dei risultati e follow-up su eventuali reclami elettorali. Ci aspettiamo che il futuro Verkhovna Rada pienamente riflettere la volontà degli elettori ucraini, espresse durante le elezioni di domenica. Ribadiamo il nostro rammarico che le conseguenze di processi che non rispettano gli standard internazionali hanno impedito i rappresentanti dell´opposizione di presentarsi alle elezioni parlamentari, e chiamare le autorità per affrontare la questione e adottare ulteriori misure per riformare il sistema giudiziario al fine di evitare il loro ripetersi. Il nostro impegno con l´Ucraina verso l´associazione politica e l´integrazione economica rimane basato sul suo rispetto per i nostri valori comuni . Siamo impegnati a continuare a lavorare per utilizzare tutto il potenziale delle nostre relazioni a beneficio dei cittadini di Ucraina e l´Ue.  
   
   
EUROPA 2020 RICHIEDE UN MAGGIORE COINVOLGIMENTO DEGLI ENTI LOCALI E REGIONALI E MAGGIORI INVESTIMENTI FINANZIARI  
 
Bruxelles, 6 novembre 2012 - Un rapporto pubblicato dal Comitato delle regioni (Cdr) ha dimostrato che, mentre vi è una consapevolezza diffusa sul supporto per l´Europa 2020 - la strategia di crescita dell´Ue - vi è l´urgente necessità di impegnare maggiori risorse finanziarie e per favorire l´impegno degli enti locali e regionali, se i suoi ambiziosi obiettivi devono essere raggiunti. I risultati della relazione dal titolo " Terza relazione di monitoraggio del Cdr sulla strategia Europa 2020 " , si basano su una serie di indagini condotte dal Comitato delle regioni e fanno parte degli sforzi dell´istituzione per misurare l´impatto della strategia Europa 2020 a livello locale e regionale. Essa mostra che, nonostante i crescenti livelli di consultazione con gli organismi che rappresentano gli enti regionali e locali (Erl), la sagomatura di Europa 2020 programmi nazionali di riforma sono ancora decisi dai governi nazionali. Europa 2020, sottolinea la relazione, è quindi in mancanza di beneficiare del potenziale che un approccio coordinato tra i diversi livelli di governo potrebbe portare a conseguire i suoi obiettivi. Nella sua prefazione, Ramón Luis Valcárcel Siso (Ppe / Es) , Presidente del Cdr e presidente della Comunità autonoma di Murcia, ha detto che: "Europa 2020 ha certamente portato a risultati positivi, compresa la creazione di un "linguaggio comune" tra tutti i livelli di governo ". Tuttavia, egli fa notare che:" la governance Iscritto-up multi-livello, che è un prerequisito per il successo della strategia Europa 2020, è ben lungi dall´essere una pratica comune I programmi nazionali di riforma non ancora portano il suo marchio. L´unione europea, nella sua prossima indagine annuale della crescita e le sue raccomandazioni specifiche per paese, deve pertanto vivamente i diversi livelli di governo per lavorare in partnership ". Michel Delebarre (Pse / Fr) , coordinatore politico del Cors ´ Europa 2020 Piattaforma di monitoraggio , e il sindaco di Dunkerque, ha sottolineato questo punto di vista quando ha presentato i risultati del rapporto il 10 ottobre alle 2012 Open Days . Egli ha anche ribadito la necessità di mantenere l´investimento per la crescita: " Sullo sfondo delle proposte quasi quotidianamente sulla riforma della governance economica dell´Ue, non si deve dimenticare che la strategia Europa 2020 rimane la strategia di politica generale dell´Ue Finora strategia Europa 2020 non è stato tradotto in bilancio. Cifre. L´ora della verità è ancora a venire con i negoziati sulle prospettive finanziarie a partire dal 2014. Se sono sul serio la strategia Europa 2020, e quindi di crescita, i leader europei deve fornire finanziamenti adeguati ". La relazione chiede alla Commissione europea del 2013 analisi annuale della crescita, che dovrebbe essere pubblicato nel novembre del 2012, a dichiarare esplicitamente che gli Stati membri dovrebbero coinvolgere enti regionali e locali nella preparazione e attuazione dei programmi nazionali di riforma. Sollecita maggiori finanziamenti ad impegnarsi alla fornitura di Europa 2020 tra cui investimenti sufficienti nella politica di coesione sociale. Il Terzo Rapporto di monitoraggio del Cdr sulla strategia Europa 2020 è ora disponibile in tutte le lingue dell´Ue . Http://portal.cor.europa.eu/europe2020/news/pages/3rdcormonitoringreportoneurope2020.aspx    
   
   
MICHEL BARNIER MEMBRO DELLA COMMISSIONE EUROPEA, RESPONSABILE PER IL MERCATO INTERNO E DEI SERVIZI: METTERE L´EUROPA AL SERVIZIO DELLA COMPETITIVITÀ E DELL´INNOVAZIONE  
 
Parigi, 6 novembre 2012 - Di seguito l’intervento Michel Barnier nel corso de Vii ° Forum sull´innovazione e sulla ricerca” Presidenti, Signore e Signori, Permettetemi innanzitutto di ringraziare tutto il team di ´Parigi-ile de France capitale economico´ e la Camera di Commercio e dell´Industria di Parigi per l´invito. Come imprenditori, accademici e funzionari di governo, si sa che l´innovazione richiede un terreno stabile e fertile per crescere . Non si può dire che tale condizione è stata soddisfatta in Europa negli ultimi anni. La crisi economica e sociale continua a produrre i suoi effetti, con una crescita dovrebbe essere piatta nell´Ue nel 2012 e un tasso di disoccupazione oltre l´11% nella zona euro. Detto questo, tre anticipi recenti può farci rinnovato ottimismo per l´area dell´euro. In occasione dell´ultimo accordo del Consiglio europeo è stato raggiunto un controllo unico di 6000 banche nell´area dell´euro. Verso una banca unione è aperto. Il meccanismo europeo di stabilità è entrata in vigore l´8 ottobre . Sarà direttamente ricapitalizzare le banche europee. Si può così spezzare il circolo vizioso tra le difficoltà delle banche e del debito sovrano. Infine, i coraggiosi sforzi di consolidamento fiscale intraprese dagli Stati membri a dare i suoi frutti. I paesi in deficit medio della zona euro, che rappresentano il 6,2% del Pil nel 2010, dovrebbe scendere al 3,8% nel 2012. Tutto questo rafforza le fondamenta della nostra economia. Ma questi sforzi non sono sufficienti per una uscita sostenibile dalla crisi. Abbiate il coraggio di costruire una reale competitività e l´innovazione europee , che ci permette sia di ridurre il divario di competitività tra noi e rendere l´Europa una forza per l´innovazione in tutto il mondo. Signore e Signori, I - In primo luogo, è essenziale che si riduce il divario di competitività tra i paesi europei. Secondo Eurostat, il costo medio per ora di lavoro in Francia è del 12% superiore a quello della Germania. Per 10 anni, il costo è aumentato di circa il 40% in Francia, contro solo il 18% in Germania. Tali differenze non sono una competitività sostenibile in un´unione monetaria . Come possiamo ridurre? Certamente non imbrigliare le nostre economie più competitive. Invece, abbiamo bisogno di beneficiare collettivamente delle migliori prassi in Europa, grazie ad una più forte governance economica europea . Questo è l´obiettivo dei nuovi strumenti di governance economica come il "semestre europeo", di coordinamento e di programmi nazionali di riforma, seguita da raccomandazioni per ogni paese da tutti gli Stati membri. Anche in Francia, sono pragmatici e ci ispirano su ciò che funziona negli altri , anche cambiare le nostre abitudini. Avremo l´opportunità di parlarne la prossima settimana quando il report gallese sarà resa pubblica. Nessuno capisce è memorizzato in un cassetto prima di essere pubblicati. Penso che la Francia dovrebbe essere ambizioso, coraggioso e fantasioso nel creare le condizioni per un´economia competitiva. E non è responsabile per la competitività contro il corto e lungo termine . Il secondo, che mira a migliorare la nostra capacità di ricerca e innovazione, deselezionare migliorare la qualità dei nostri prodotti, ci vorrà tempo per produrre i suoi effetti. Quello che sono sicuro è che non ci saranno effetti a breve termine, se non consentiamo alle aziende di ricostruire i loro margini e di investire in ricerca e sviluppo. Più in generale, non ci sarà più competitivo senza coesione sociale. Signore e Signori, Naturalmente, le riforme strutturali nei singoli paesi non forniscono avviare le riforme a livello europeo . E ´l´obiettivo del mercato unico , che ho iniziato con una dozzina dei miei colleghi nel mese di aprile 2011 e contiene 50 proposte che abbiamo appena aggiunto 12 nuove azioni chiave. Ad esempio, abbiamo proposto la creazione di un vero mercato unico del digitale . Compresi incoraggiando gli investimenti nella banda larga e migliorando le condizioni di consegna e di pagamento in Europa. Oggi, il 35% degli utenti di Internet acquista online abbandonare a causa delle preoccupazioni relative al pagamento. Ci cambiare la situazione. Abbiamo anche agire sulla tassazione . Spronato da Algirdas Šemeta, abbiamo proposto una base comune per l´imposta sul reddito delle società tra i paesi europei che dovrebbero semplificano notevolmente il compito di imprese attive in diversi Stati membri e rafforzare l´attrattiva dell´Europa. Vogliamo anche favorire la mobilità dei lavoratori in Europa . E ´normale che un residente di Strasburgo non è possibile ottenere un posto di lavoro al di là del confine con il pretesto che le loro competenze non sono riconosciute in Germania? Ovviamente no. Ecco perché proponiamo la creazione di una tessera professionale europea. Infine, la mia convinzione è che non ci sarà competitività economica senza coesione sociale . Le iniziative che abbiamo assunto di recente per sviluppare le imprese sociali, favorire la creazione di fondazioni in Europa, la formazione per i lavoratori che perdono il posto di lavoro nei posti di lavoro di domani, attraverso il Fondo sociale europeo: tutto questo aumenta la competitività dell´Europa. Ii - Oltre a ridurre il divario di competitività tra noi, dobbiamo rendere l´Europa una forza per l´innovazione in tutto il mondo . In alcuni paesi europei il declino del settore non si limita al tessile o acciaio, ma più settori chiave ad alto contenuto tecnologico. Un esempio è il settore delle telecomunicazioni. 10 anni fa otto industrializzato occidentale dominato il mercato 1 . Sono oggi solo quattro. Allo stesso tempo, due produttori cinesi, Huawei e Zte, sono diventati campioni del mondo. Non c´è destino, ma dobbiamo agire in fretta. Se neghiamo che il destino dei nostri figli a Pechino e fiocchi di Wall Street, allora dobbiamo cominciare senza indugio una moderna politica industriale europea . L´europa è nata su una politica industriale? Sessant´anni dopo europea del carbone e dell ´acciaio, trova l´audacia dei padri fondatori. Riflettere nuovi investimenti comuni, questa volta orientata verso la tecnologia dell´informazione, le biotecnologie, i trasporti e l´energia pulita. Abbiamo identificato, sotto la guida di Antonio Tajani, le tecnologie abilitanti fondamentali (in inglese "Ket" - tecnologie abilitanti fondamentali), come le nanotecnologie, micro e nanoelettronica, i materiali avanzati e la biotecnologia industriale. Queste tecnologie sono "di sistema". Essi consentono lo sviluppo di nuovi beni e servizi. Ad esempio, la produzione di auto elettriche hanno bisogno di investire in materiali avanzati per le batterie in fotonica per l´illuminazione a basso consumo o in biotecnologie industriali per ridurre attrito pneumatici. Che cosa possiamo fare a livello europeo per promuovere tali tecnologie e di creare un contesto favorevole all´innovazione? Vorrei citare quattro siti, alcuni dei quali sono già a buon punto : 1. In primo luogo, abbiamo bisogno di incoraggiare l´innovazione per le Pmi. Parigi-ile de France depositare un sacco di brevetti. La tutela dei diritti di proprietà intellettuale è una priorità per tutti voi: questo è il senso della mia lotta per un brevetto europeo , che dividono da sette il costo della protezione dell´innovazione in Europa. Ma anche dando loro un migliore accesso al capitale di rischio. Oggi, solo il 2% delle esigenze di finanziamento delle piccole e medie imprese europee sono coperti dalla Vc contro il 14% negli Stati Uniti. Il passaporto europeo per i fondi di capitale di rischio che abbiamo proposto dovrebbe consentire questi fondi di raccogliere capitali da investitori dislocati in tutta Europa, sulla base di un singolo record fatto nel loro paese di stabilimento. 2. La seconda area di lavorare insieme tutti gli attori dell´innovazione E ´l´obiettivo del Istituto europeo di tecnologia (in inglese "Eit"), ha lanciato sotto la guida di Androulla Vassiliou incontra e 2 anni di imprese, centri di ricerca, e per la prima volta università e scuole di ingegneria. Queste "comunità dell´innovazione e della conoscenza" (in inglese "Cci"), e una dedicata al clima in cui Paris-saclay ha un ruolo, dovrebbe permetterci di creare in Europa un ecosistema comune a favore di innovazione . La Commissione ha proposto di aumentare in modo significativo il bilancio dell´Eit sul prossimo periodo di programmazione (2014-2020). Questo investimento appare ancora più giustificata ogni euro investito dalla Iet può sollevare 4 € da altre fonti di finanziamento pubblico e privato. 3. La terza area è la riflessione sul regime di aiuti di Stato Gli Stati Uniti, Cina, Corea stanno investendo pesantemente per sostenere alcuni settori strategici, andando a sovvenzionare le imprese europee che vengono impiantati nel loro territorio. Sono convinto che dobbiamo adattare le nostre norme in materia di aiuti di Stato in modo da continuare a svolgere il loro ruolo nel garantire equità tra gli Stati membri, pur consentendo una forte politica di sostegno aree strategiche comuni. 4. Infine, nel settore della politica commerciale, abbiamo un´apertura risolto, ma senza ingenuità. Non possiamo accettare che l´Ue è una delle aree commerciali più aperti del mondo e, al tempo stesso le nostre aziende stanno vivendo difficoltà di accesso ai mercati dei paesi terzi. Per questo motivo, Karel de Gucht, con, abbiamo proposto 21 Marzo 2012 un regolamento può imporre reciprocità negli appalti per i paesi che non la praticano spontaneamente. Signore e Signori, I quattro siti che ho citato dovrebbe aiutare l´Europa a trasformare le sue idee e la creatività in prodotti e posti di lavoro . Sono sicuro che andrà a beneficio di Parigi-ile de France, che è già, per sua massicci investimenti in ricerca e sviluppo, la creatività delle sue imprese e la vivace Parigi-saclay, uno dei principali operatori del l´innovazione in Europa. Grazie per la vostra attenzione.  
   
   
UE: CHAT CON MARTIN CALLANAN, LEADER ECR  
 
 Bruxelles, 6 novembre 2012 - Martin Callanan, leader del gruppo Ecr, sarà in chat mercoledì alle ore 11 con i fans Facebook del Parlamento europeo. Il deputato è convinto che sia necessaria meno Europa per risolvere i problemi dell´Unione, focalizzandosi invece sul mercato unico e investendo maggiormente sul commercio internazionale. La chat inizierà alle ore 11 e durerà 45 minuti. Il deputato desidera confrontarsi con gli internauti sulle idee per combattere la crisi. Non volendo rischiare il collasso dell´euro, il deputato sostiene che l´uscita di alcuni paesi dall´Ue sarebbe "l´opzione meno peggiore". La sua visione? Un´europa meno politica e più orientata verso il mercato libero. Https://www.facebook.com/dialog/oauth?scope=publish_stream&redirect_uri=http%3a%2f%2fapps.facebook.com%2fepfb-chat%2f&client_id=188929731130869    
   
   
CRPM, CAPPELLACCI: "ISOLE E REGIONI INTERMEDIE BANCO DI PROVA PER COESIONE TERRITORIALE". OGGI INCONTRO CON MINISTRI COESIONE UE  
 
 Nicosia (Cipro), 6 Novembre 2012 - "La concreta attuazione del principio della coesione territoriale passa attraverso politiche che diano la giusta attenzione alle terre insulari e alle Regioni intermedie". Lo ha dichiarato il presidente Cappellacci, aprendo ieri a Cipro i lavori della Commissione Isole della Crpm (Conferenza delle regioni periferiche e marittime) dell’Unione europea. Il presidente, che domani rappresenterà tutte le regioni insulari alla riunione informale dei ministri della Coesione dell’Unione Europea, ha evidenziato la necessità di difendere in un momento in cui le politiche per la coesione stanno subendo ingenti tagli (circa 12,7 miliardi di euro), le risorse destinate alle Regioni meno sviluppate e a quelle insulari. "Nonostante che sia del tutto evidente che i territori insulari soffrano di costi aggiuntivi, le proposte della Commissione europea non prevedono alcun tipo di "dotazioni aggiuntive" per le Isole. "Inoltre - ha aggiunto - il livello della dotazione di risorse attualmente concessa alle Regioni ultra periferiche ed alle Regioni scarsamente popolate rischia di essere ridotto della metà. Le Isole - prosegue Cappellacci - continuano a essere escluse dai benefici della cooperazione transfrontaliera (che costituisce i 3/4 del bilancio della Cooperazione territoriale) per distanze superiori ai 150 km". Il presidente ha brevemente ripercorso le iniziative intraprese negli scorsi mesi: "Nel corso di una riunione tenutasi a Bruxelles lo scorso 8 febbraio presso il Comitato delle Regioni, abbiamo chiaramente illustrato le nostre proposte. Il presidente ha altresì richiamato le interlocuzioni con la Commissione per lo sviluppo regionale del Parlamento europeo, “che ha sostenuto molte delle nostre proposte di emendamento ai regolamenti comunitari oggi in discussione". Cappellacci ha altresì richiamato il confronto con il Commissario Almunia sul tema cruciale della possibile modifica del regime degli aiuti di Stato a favore delle Isole: "Abbiamo fornito un puntuale resoconto di documenti per dimostrare come questo sia un percorso realizzabile senza alcuna conseguenza per il mercato comunitario". Prima della trattazione dei singoli temi, che sfocerà in una dichiarazione finale, che sarà consegnata agli Stati membri e alle varie istituzioni europee, il presidente ha voluto evidenziare l’importanza di avere uno Stato-isola, come Cipro, che recentemente aderito alla Crpm ed alla Commissione delle Isole, alla presidenza del Consiglio Ue, perché su questi temi saprà rappresentare una posizione diversa rispetto alle pressioni negative esercitate da alcuni stati dell´Unione".  
   
   
MARCHE: MISSIONE ECONOMICO-ISTITUZIONALE IN CINA, AVVIATE COLLABORAZIONI CON LO SHANDONG. SPACCA INCONTRA IL PRESIDENTE DELLA WEICHAI.  
 
Ancona, 6 novembre 2012 - Le Marche rafforzano la penetrazione del sistema regionale in Cina. Dopo la municipalità di Shanghai negli anni Novanta e, in tempi più recenti, le province dello Jangsu (Nanchino - 2009), Hunan (Changsha - 2011) e Liaoling (Dalien - 2012), ora, quasi a completare idealmente un percorso che unisce Shanghai al nord del Paese, toccando ininterrottamente i territori della costa orientale, si rafforza il legame con la provincia dello Shandong. Una realtà dinamica, con oltre 96 milioni di abitanti, che vanta un Pil in crescita annua del 9,5% e un aumento del reddito pro capite annuo del 10%. La missione economico-istituzionale della Regione Marche in corso di svolgimento in Cina, guidata dal Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, è fortemente business oriented, finalizzata all’attrazione degli investimenti e indirizzata alle aziende marchigiane dei settori dell’agroalimentare, abbigliamento, calzature, fashion, accessori, total look, turismo, meccanica, componentistica, arredamento, cantieristica navale. La missione si è aperta domenica a Pechino con l’inaugurazione di Vinchina, la rassegna internazionale dedicata al vino. Lo stand istituzionale dell’Italia, realizzato dalla Regione Marche insieme all’Umbria, è stato inaugurato dal Presidente Spacca e dall’Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica popolare Cinese, Attilio Massimo Iannucci. Da Pechino allo Shandong, dove il Presidente Spacca ha incontrato oggi le massime autorità di Governo e di Partito e il Presidente di Weichai Group (la società che ha recentemente acquisito i cantieri Ferretti), Tan Xuguang. Spacca e il Governatore della Provincia Jiang Daming (che il presidente ha invitato nelle Marche per il prossimo anno) hanno sottoscritto un Accordo di partenariato. Di particolare significato la presenza del Governatore Daming alla firma: impegnato nel Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese che dovrà eleggere il Comitato Centrale e il Segretario generale del Pcc, il Governatore ha lasciato i lavori appositamente per incontrare il Presidente Spacca e la delegazione marchigiana, per poi rientrare nella capitale. In coerenza con le linee guida dettate dal Comitato governativo Italia-cina in merito alle relazioni di partenariato territoriale tra governi locali italiani e cinesi, l’Accordo, che avrà una durata iniziale di tre anni, prevede un rafforzamento delle relazioni economiche e commerciali ed una serie di impegni reciproci per l’avvenire. Diversi gli ambiti di interesse: universitario, ricerca tecnologica ed innovazione, turismo e cultura, urbanistico e della valorizzazione ambientale, formativo. La Regione Marche, inoltre, potrà contare d’ora in avanti su uno stabile Punto di Assistenza Tecnica alle imprese, ospitato presso la Camera di Commercio di Jinan: avrà il compito di accompagnare le piccole e medie imprese della nostra regione nei loro processi di crescita e di sviluppo in questi territori. “E’ fondamentale per le micro e piccole imprese, nerbo del sistema Marche – ha detto Spacca – poter contare su un’attività di accompagnamento istituzionale in mercati dalle eccellenti opportunità, ma anche difficili da ‘aggredire’, come quello cinese. Grazie alle storiche e costanti relazioni tra la Regione Marche e le diverse Province della Cina, moltissime imprese sono presenti oggi in questo Paese. Nostro obiettivo è aumentarne sempre più il numero: in questa direzione va l’Accordo sottoscritto oggi e anche l’apertura di un Punto stabile di assistenza, supporto alle aziende marchigiane ispirato alla massima concretezza e operatività, nella importante Provincia dello Shandong”. Hanno seguito il Presidente Spacca a Jinan trentuno imprese, molte delle quali avvieranno primi importanti contatti di cooperazione. Gli incontri Btob con imprese dello Shandong proseguiranno anche domani e dopodomani, con possibilità di visite presso le aziende cinesi. Con l’Accordo sottoscritto oggi, i due governi regionali si sono impegnati a sostenere e agevolare le imprese nella cooperazione per lo sviluppo dei rapporti commerciali e degli investimenti; a favorire la cooperazione economico-commerciale tra i rispettivi territori, sostenendo l’utilizzo di sistemi informativi comuni e la realizzazione di workshop ed altre iniziative commerciali, al fine di facilitare gli investimenti diretti nei rispettivi territori, la formazione di società miste e stimolare opportunità commerciali reciprocamente vantaggiose; a favorire gli scambi di tecnologie innovative tra le rispettive industrie manifatturiere di eccellenza, nonché tra i rispettivi centri di ricerca, in modo da facilitare lo sviluppo di innovazioni di processo e prodotto. Una Commissione di Lavoro congiunta, nominata dal Dipartimento Affari Esteri del Governo Popolare della Provincia dello Shandong e dal Servizio Internazionalizzazione della Regione Marche, monitorerà e favorirà l’attuazione degli impegni. Accordi paralleli sono stati sottoscritti dal sistema regionale delle Camere di Commercio, guidato dal Presidente di Fermo Graziano Di Battista e sono in via di definizione anche a livello universitario (fanno parte della delegazione le Università Politecnica delle Marche e Camerino). Incontri proficui si sono svolti anche tra gli operatori turistici e culturali marchigiani e i loro omologhi cinesi. Le prospettive sono quelle di sviluppare la cooperazione culturale e turistica, attraverso iniziative che valorizzino rispettivamente le istituzioni e le agenzie culturali e turistiche delle due realtà, promuovendo la mutua conoscenza del patrimonio e dell’offerta turistico–culturale, stimolando i flussi turistici tra i due territori. Sempre oggi, il Presidente Spacca ha colto l’occasione per discutere con il Governatore dello Shandong e con Tan Xuguang, Presidente della Weichai Group, la società cinese che all’inizio del 2012 ha acquisito la maggioranza azionaria del Gruppo Ferretti (che nei cantieri navali marchigiani produce yacht e mega yacht) delle prospettive dell’azienda, sia in ambito globale che locale. È stata condivisa la prospettiva di una strategia di investimenti che consenta al gruppo Ferretti di accrescere le sue attività sia nelle Marche e in Italia che in Cina.  
   
   
I RAPPORTI TRA TRENTINO E ISRAELE SI CONCRETIZZANO NEL NOME DELLO SVILUPPO D´IMPRESA  
 
 Trento, 6 novembre 2012 - Ieri in Provincia, poco prima di mezzogiorno, il presidente Lorenzo Dellai ha accolto l´ambasciatore di Israele in Italia Naor Gilon, che guida una delegazione ospite in Trentino per il "Trento-israele day", una giornata di incontri con i rappresentanti istituzionali e di business organizzata dalla Provincia autonoma di Trento e dall´Ambasciata d´Israele in Italia, con la collaborazione di Trentino Sviluppo, Fondazione Bruno Kessler, Trento Rise. L´incontro di stamani, comunque, è uscito dai consueti canoni dettati dal protocollo, per trasformarsi in un´occasione di vero e proprio confronto sui contenuti, una "tavola rotonda" sul tema "Le relazioni scientifiche e tecnologiche tra il sistema della ricerca e dell´alta formazione trentino e lo Stato di Israele". Il presidente Dellai, nel suo intervento di apertura, ha ricordato la storia ventennale di scambi e di collaborazioni che coinvolge praticamente tutti i principali soggetti della ricerca in Trentino e che ha avuto uno dei suoi più alti riconoscimenti nell´incontro a Gerusalemme del 25 ottobre scorso, per la conferenza sui temi della ricerca e dell´alta formazione nell´ambito del vertice bilaterale Italia-israele, al quale hanno tra gli altri preso parte il premier Mario Monti, i ministri Francesco Profumo e Giulio Terzi, il governatore della Banca d´Israele Stanley Fisher e lo stesso Dellai. " "Tutto ciò sta a dimostrare che il nostro è un rapporto di scambi e collaborazioni assai ricco, – ha proseguito il presidente trentino, – che è stato coronato la scorsa primavera dalla firma tra la Provincia autonoma di Trento e lo Stato di Israele di un accordo di cooperazione nel campo della ricerca industriale che ci consentirà nei prossimi giorni di attivare il primo bando congiunto per la ricerca applicata rivolto a imprese trentine e israeliane, le quali, per presentare e poi per realizzare propri progetti di innovazione e di commercializzazione di nuovi prodotti, potranno essere assistite tecnologicamente e scientificamente dalle università e dai centri di ricerca operanti nelle nostre due realtà. Le aree sulle quali si incentrerà il bando sono quelle dell´Ict, delle biotecnologie, delle energie rinnovabili, delle tecnologie ambientali e dello sviluppo di dati, software e applicazioni innovative, aree sulle quali si sono incentrati i principali rapporti di collaborazione sinora intrapresi". Si tratta di un bando di collaborazione, ha continuato Dellai, "che pone al servizio delle nostre imprese un vasto capitale di conoscenze e tecnologie già acquisite attraverso le collaborazioni tra i rispettivi sistemi della conoscenza e delle nuove tecnologie congiunte, ,a che è anche un´importante opportunità di lavoro in comune e di accesso privilegiato a una delle realtà di innovazione più dinamiche al mondo. Sono convinto che l’unica via di sviluppo per il nostro territorio e per il nostro Paese sia legata alla esigenza di rafforzare l’interazione e l’integrazione tra le attività di ricerca e sviluppo e le attività d’impresa, iniettando nel nostro sistema produttivo dosi massicce di conoscenze tecnologiche innovative in modo da valorizzare le capacità e le distintività tipiche delle aziende trentine e quindi di sostenere l’adozione di nuovi modi di ideare, produrre e vendere beni e servizi. La vostra visita di oggi, – ha concluso Dellai, – rafforza questa collaborazione e ci conforta nella nostra scelta strategica di puntare con decisione e convinzione nel coinvolgimento del mondo imprenditoriale per fare economia e cultura d´impresa nuove". Il fatto poi che la reciproca intesa fra Trento e Israele si sia avviata molto tempo fa, proprio quando in Italia molte università si tiravano indietro, sta a significare, ha sottolineato con forza il presidente Dellai, che "la nostra collaborazione può essere anche uno strumento di pace fortissimo e profondo". L´ambasciatore Naor Gilon, parte sua, ha sottolineato che "il Trentino si pone quale partner d´eccellenza per Israele, non solo perché è la prima regione italiana con cui firmiamo un accordo di ricerca e sviluppo, ma per le sue continue ed estese attività di collaborazione e amicizia con Israele nel corso di questi anni. L´accordo siglato con Trento, che darà vita a un bando rivolto alle imprese trentine e israeliane, è importante perché costituisce un ponte tra le eccellenze di entrambi i territori, a beneficio dei nostri sviluppi industriali. Alcuni settori in cui lavorare assieme già ci sono – ha ricordato l´ambasciatore: – le telecomunicazioni, le tecnologie legate all´acqua, le tecnologie ambientali, l´elettronica, i dispositivi medicali. La Provincia autonoma di Trento è proiettata a pieno titolo nei progetti a livello europeo grazie alla sua Università, ai suoi incubatori tecnologici, ai suoi centri di ricerca e sicuramente permetterà che le collaborazioni congiunte generino risultati positivi per l´ambiente scientifico, accademico, tecnologico e industriale". Il mondo è in crisi, ha ricordato l´ambasciatore Gilon, e due cose sono ormai chiare: le cose non si metteranno bene nel breve termine e alcuni dei problemi di natura economica rimarranno nel tempo. "Sappiamo però che un ottimo modo per affrontare questa situazione può essere quello di investire nella ricerca applicata e nello sviluppo. Ecco la forza del network che si sta creando fra Trento e Israele, una rete che farà di ricerca e sviluppo non un semplice appuntamento, bensì una relazione stabile che darà i frutti che tutti noi ci aspettiamo". Sono poi intervenuti i rappresentanti dell´università, dei centri di ricerca e delle fondazioni del Trentino che sono al centro della partnership con Israele. Ne è uscito un sintetico ventaglio dei progetti attualmente in viaggio. Carla Locatelli, pro rettore dell´Università degli Studi di Trento con delega ai rapporti internazionali ha ribadito l´importanza di passare dalla ricerca pura alla ricerca applicata, "e in questo i colleghi israeliani possono esserci di grande aiuto, per dare concretezza ai progetti in corso che riguardano un numero grandissimo di settori, promossi grazie al contributo della provincia autonoma di Trento, ma finanziati anche in modo autonomo dall´ateneo trentino". E se per Francesco Salamini, presidente della Fondazione Edmund Mach la collaborazione con Israele è attiva e vivace nei settori dei cambiamenti climatici, dell´ambiente e dell´alimentazione, per Fausto Giunchiglia, presidente di Trento Rise, i settori più promettenti sono quelli della salute, dell´ambiente e delle smart city. "Noi – ha detto Giunchiglia rivolgendosi direttamente all´ambasciatore, – puntiamo ad essere la vostra ´porta´ che vi introduce all´Europa". Altre esperienze di collaborazioni comuni sono state portate da Andrea Simoni, segretario generale della Fondazione Bruno Kessler, mentre per Paolo Chighine, Managing Director Events and Institutional Relation, Eai-createnet, ha presentato una piattaforma che, partendo dall´analisi dei social-media, passa attraverso il concret management alla distribuzione di un prodotto finale: "Il prossimo dicembre saremo a Tel Aviv per presentare i risultati del nostro progetto e per coinvolgere imprese israeliane disposte a collaborare". In conclusione, Aviv Zeevi Balasiano, Israel Europ R&d, Directorate, Director Ict-security, s´è detto piacevolmente sorpreso dal numero e dalla qualità delle collaborazioni già in atto fra Trento e Israele, aggiungendo che "nella giornata odierna abbiamo identificato altri settori che sono pertinenti per le proposte del prossimo bando aperto a imprese trentine e israeliane". "Sentire tutte queste iniziative – ha poi detto l´ambasciatore Gilon, – mi ha rassicurato, anche perché tutte le idee e i progetti in definitiva girano attorno alle persone che ci lavorano, e oggi ne ho conosciute molte di grande qualità". "Questo giro di tavolo – ha quindi concluso il presidente Dellai, – ci ha detto quanto sia importante il percorso comune che stiamo facendo, ma anche che questo percorso può essere ulteriormente ampliato. La nostra attenzione è oggi rivolta alle imprese, vorrei ribadirlo. Ecco perché chiedo alla nostra università e al nostro sistema della ricerca la massima attenzione su progetti che sappiano creare cultura e capacità d´impresa. Il bando che a giorni renderemo pubblico è una prima concreta occasione e vi ringrazio – ha detto rivolto alla delegazione israeliana, – per aver scelto di collaborare con noi. Il programma odierno di "Trento-israele day" è assai nutrito di appuntamenti. Al termine dell´incontro in Provincia, la delegazione israeliana – che è composta, oltre all´ambasciatore Naor Gilon, da Jonathan Hadar, Consigliere per gli Affari commerciali dell’Ambasciata d’Israele in Italia; da Aviv Zeevi Balasiano, Israel Europe R&d , Matimop; da Giovanna Bossi, Trade Officer, Ambasciata d’Israele in Italia; da Vanessa Zerilli, Business Development Officer, Ambasciata d’Israele in Italia – si è recata presso la Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Nel pomeriggio ha fatto tappa alla Fondazione Bruno Kessler per incontrarsi con le imprese impegnate nei B2b e per visitare alcuni laboratori e le strutture della Fondazione Bruno Kessler e del Consorzio Trento Rise. In serata l´ambasciatore Gilon avrà modo di incontrarsi anche con Bruno Dorigatti, presidente del Consiglio provinciale, col sindaco di Trento Alessandro Andreatta e col Commissario del governo Francesco Squarcina.  
   
   
LOTTA ALL’EVASIONE FISCALE, CONTRIBUTI AI COMUNI TOSCANI INNOVATIVI O CHE SI UNISCONO  
 
Firenze, 6 novembre 2012 – Contributi ed incentivi per i Comuni che metteranno in campo progetti capaci di aiutare il contrasto all’evasione fiscale. I finanziamenti in particolare sono rivolti agli enti locali che si sono uniti o messi assieme per gestire entrate tributarie, imposte e servizi fiscali o la polizia locale. Sarà stilata una graduatoria che terrà conto del numero di funzioni gestite assieme, se esiste un unione e della popolazione interessata. Ma ci sono ulteriori finanziamenti anche per chi presenterà progetti specifici. In questo caso c’è tempo fino al 30 novembre per fare richiesta. La giunta regionale ha appena approvato il regolamento. Trentuno articoli in tutto. “Era uno delle nuove possibilità previste dalla legge 68 approvata l’anno scorso per riordinare i livelli istituzionali toscani e incentivare le unioni dei Comuni” spiega e racconta l’assessore al bilancio e al rapporto con gli enti locali, Riccardo Nencini “Combattere l’evasione fiscale – ricorda – era nel 2011 per quattro toscani su dieci la seconda priorità su tutte, subito dopo il lavoro: forse oggi sono ancora di più. Nel 2010 erano in tre su dieci a pensarla allo stesso modo”. Nencini cita uno dei dati che figurano nel terzo rapporto d’indagine sulla percezione della sicurezza dei toscani, presentato qualche settimana fa dalla Regione. “La risposta non meraviglia. Pagare le tasse – spiega – aiuta infatti a tenere in piedi il welfare e numerosi altri servizi. Ed è evidente che una rete di servizi diffusa giova anche alla sicurezza. Anche per questo è importante combattere evasione fiscale ed illegalità economica, che rubano il futuro alle nuove generazioni. Oltre al fatto che pagare tutti le tasse è un principio di equità”. Gestioni associate, polizia locale ed altri progetti - Sono tre le strade individuate nel regolamento approvato dalla giunta regionale. Ci sono le gestioni associate e le unioni di Comuni. “Gestire insieme, su un territorio più ampio, l’ufficio tributi o la polizia municipale accresce di per sé la capacità di intervento” sottolinea l’assessore. C’è un ruolo specifico che può avere la polizia locale, allo scopo addestrata. “Un’ azione – annota Nencini – che deve essere rafforzata tramite progetti mirati”. E ci sono i progetti che ogni Comune sarà libero di creare. Infine c’è Tosca, il software occhiuto che incrocerà fisco, catasto e territorio per aiutare a scovare gli evasori fiscali incrociando più banche dati. Entro il 2014 sarà a disposizione di tutti e 287 i Comuni toscani. Ad oggi lo stanno già utilizzando una ventina e molti di più, quasi il doppio, sono in fase di avviamento. Ma occorre accelerare. Lo scoglio maggiore è la bonifica delle banche dati che i Comuni possiedono e che vanno aggiornate. Non sempre i Comuni più piccoli hanno la forza necessaria. “Così – spiega Nencini – abbiamo deciso di mettere a disposizione degli enti locali che lo richiederanno un pool professionale capace di affiancare il personale dei Comuni ed aiutarli a fare prima e meglio”. “I Comuni piccoli -annota – hanno un vantaggio e uno svantaggio. Hanno il vantaggio di essere piccoli e conoscere tutto di tutti: vita, morte e miracoli. Hanno lo svantaggio, in quanto piccoli, di non avere persone e risorse sufficienti. La loro collaborazione è però importante. Per questo abbiamo deciso di aiutarli e premiare chi metterà in campo progetti innovativi”. I contributi - Per ciascuna delle tre linee di intervento – gestioni associate, polizia locale ed altri progetti – sono previsti contributi, anche cumulabili. Per il 2012 la giunta ha stanziato 700 mila euro. Ci sono fino ad un massimo di 30 mila euro l’anno per i Comuni che gestiranno assieme uffici tributi o polizia municipale. Sarà stilata una graduatoria, che terrà conto del numero di servizi gestiti assieme, del grado di gestione associata e della popolazione interessata. Quanto ai progetti sono previsti finanziamenti fino a 50 mila euro per gli uffici di polizia locale che intensificheranno l’attività di controllo su tasse e tributi – per il 2012 ne potranno comunque beneficiare solo i Comuni capoluogo – e contributi fino ad altri 50 mila euro per ulteriori progetti che riguardino il contrasto dell’evasione fiscale, dall’investimento in sistemi e strumenti informatici alla formazione del personale o altre iniziative. Tutti i Comuni che richiedono un contributo dovranno naturalmente presentare una relazione finale sul lavoro svolto, prima di ottenere il saldo. E l’esperienza, se di successo, potrà essere replicata altrove.  
   
   
SPENDING REVIEW, SAITTA: “I TAGLI IMPEDISCONO LA SICUREZZA DI SCUOLE E STRADE. LA PROVINCIA DI TORINO RICORRE AL TAR CONTRO UN GOVERNO SORDO E LONTANO”  
 
 Torino, 6 novembre 2012 - “Le vacanze scolastiche per gli 80mila studenti delle superiori nei 315 Comuni del nostro territorio potrebbe cominciare con molto anticipo; se il Governo non rivede i tagli alle Province, non posso più farmi carico nemmeno del riscaldamento nei 160 edifici scolastici e sarò costretto a chiuderli per lungo tempo. Proprio pochi giorni fa il procuratore Guariniello pochi giorni fa ha lanciato un monito al Governo sulla sicurezza e la manutenzione delle scuole che condivido totalmente. Così come non potrò garantire la sicurezza dei 3.300 km delle nostre strade, molte delle quali in montagna, ora che arrivano le nevicate e il ghiaccio”. Il presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta anticipa quello che potrà accadere alla luce dei tagli imposti dal Governo con un decreto firmato dal ministro dell’interno Anna Maria Cancellieri: “questa mattina abbiamo deliberato un ricorso al Tar con il quale chiediamo la sospensiva all’attuazione della spending review adottata con criteri che perfino gli ispettori del Ministero dell’Economia dopo una verifica negli uffici di Palazzo Cisterna ad agosto hanno bocciato, scrivendo che avrebbero ‘conseguenze oggettivamente insostenibili’. Per la Provincia di Torino solo in questa fase finale del 2012 i tagli assommano a 26 milioni di euro, tagli generalizzati ed indiscriminati che non tengono conto degli sforzi già compiuti per razionalizzare le spese di personale e per liquidare i pagamenti alle imprese fornitrici”. Saitta è convinto di avere fondati motivi per il ricorso al Tar, affidato da Palazzo Cisterna all’avv. Carlo Emanuele Gallo, amministrativista docente dell’Università di Torino: “chi ha speso molto per consulenze ed assunzioni - spiega Saitta - è meno penalizzato di noi che nel bilancio abbiamo una spesa di personale limitata al 21,29% della spesa corrente, contro la media nazionale che supera il 30%. Ad un Governo sordo e lontano, non mi resta che rispondere a colpi di ricorsi”.  
   
   
DECRETO LEGGE GOVERNO SU RIORDINO PROVINCE; GIUNTA REGIONALE UMBRA ESPRIME “CONTRARIETÀ” ED AUSPICA MODIFICHE IN PARLAMENTO  
 
Perugia, 6 novembre 2012 - La Giunta regionale dell’Umbria esprime la propria contrarietà al Decreto legge approvato dal governo in merito al riordino delle Province in Italia, con particolare riferimento alla proposta di riassetto per l’Umbria. La netta posizione dell’esecutivo regionale, assunta al termine dei lavori odierni della Giunta, è riferita innanzitutto al fatto che il Decreto legge non ha preso in considerazione in alcun modo il percorso svolto in Umbria sia in sede di Consiglio delle autonomie locali, sia di Consiglio regionale e delle indicazioni emerse che, nel rigoroso rispetto di quanto previsto dalla legge “135” (spending review), ponevano la necessità di un assetto istituzionale regionale basato su due aree provinciali. La presidente della Regione, Catiuscia Marini, ha riferito che “la Giunta regionale intende rilanciare con forza questa posizione ed auspica che in Parlamento, sede di conversione in legge del decreto, vengano fatte valere le ragioni dell’Umbria e di tutta la sua comunità, innanzitutto nel rispetto del percorso istituzionale effettuato, e in considerazione della specificità del caso umbro che non ha equivalenti in tutta Italia”. “In tal senso – ha aggiunto Marini - chiediamo a tutte le forze politiche umbre con rappresentanza in Parlamento di farsi interpreti della volontà dell’Umbria e delle sue istituzioni”. La presidente Marini ha quindi sottolineato che “l’esecutivo regionale contesta radicalmente, inoltre, la scelta effettuata dal Governo di prevedere deroghe solo per alcune realtà del Paese e si chiede in subordine al suddetto percorso una deroga per la Provincia di Terni, in considerazione proprio del fatto che solo in Umbria – tra le Regioni nelle quali si verificherà l’esatta coincidenza del territorio tra Regione e nuova Provincia – vi sono le condizioni per il totale rispetto dei criteri (numero di abitanti e superficie)individuati dallo stesso Governo per il mantenimento dell’istituzione provinciale”. “Qualora, anche in sede di conversione in legge del decreto non dovessero essere introdotte dal Parlamento le modifiche auspicate dalla Giunta regionale – afferma la presidente -, la stessa promuoverà ricorso di fronte alla Corte Costituzionale a tutela della legittimità e correttezza del percorso effettuato dal Consiglio delle autonomie locali e dal Consiglio regionale dell’Umbria, nonché delle prerogative di una regione spesso individuata come riferimento di virtuosità e che al contrario vedrebbe minata la sua autonomia, mentre con responsabilità si è impegnata con concrete azioni di riforme istituzionali volte al contenimento delle spese, ma anche – ha concluso la presidente - alla salvaguardia dei servizi essenziali per il cittadino”.  
   
   
NAPOLI E COMUNI RISOLTO PROBLEMI. ADESSO REGOLE PER VIRTUOSI  
 
Napoli, 6 novembre 2012 - “Il comune di Napoli ha, in buona parte, risolto i suoi problemi. Siamo soddisfatti per quanto si prospetta per il comune capoluogo e per altri enti.” Così l’assessore alle Autonomie della Regione Campania Pasquale Sommese. “Ora – sottolinea Sommese – bisogna individuare le soluzioni per sostenere le Regioni che hanno gli stessi problemi. "In Campania stiamo lavorando in condizioni difficili con meno trasferimenti, con un debito di 16 miliardi circa rispetto all´1,8 di palazzo San Giacomo e con un deficit che è di 600 milioni rispetto ai 250. “In questi due anni e mezzo di Giunta Caldoro – continua Sommese - siamo riusciti a fronteggiare una situazione spaventosa causata dallo sforamento del patto di stabilità e dal rilevante deficit in campo sanitario. Abbiamo messo in campo politiche virtuose in tutti i settori, al punto che autorevoli esponenti del Governo hanno più volte indicato il come esempio di buona amministrazione. Per il piano stabilizzazione, per le politiche del lavoro, per Acerra, per il modello Pompei. La Corte dei Conti e le società di Rating riconoscono le nostre capacità di miglioramento. “Ma non possiamo – aggiunge Sommese – continuare a subire tagli, che compromettono sempre di più i servizi essenziali nel campo dei trasporti, delle politiche sociali, del lavoro, della stessa sanità. Abbiamo bisogno di provvedimenti concreti. Se venisse fissato un contributo di 200 euro per abitante, come avverrà per i comuni, una regione come la nostra avrebbe in cassa una liquidità di 1 miliardo e 200 milioni, come è giusto che sia, con cui potrebbe dare risposte vere ai bisogni. Noi con questi numeri riusciremmo a risolvere gran parte dei problemi.  
   
   
TRENTO, BILANCIO 2013 E PLURIENNALE: APPROVATO DALLA GIUNTA IL DISEGNO DI LEGGE  
 
Trento, 6 novembre 2012 - "Il cambiamento che oggi il Trentino deve affrontare è un cambiamento di sistema, che comporta un riposizionamento strutturale della finanza provinciale e il conseguente riorientamento delle politiche e delle azioni. Vi è la consapevolezza che si tratta anche di un cambiamento culturale radicale, che coinvolge tutte le istituzioni e l’intera società e che richiede a tutte le componenti della società civile una partecipazione responsabile agli sforzi che il Trentino sta affrontando per riprendere il sentiero della crescita". Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, riassume così lo spirito della manovra finanziaria per il 2013, varata il 30 ottobre dalla Giunta provinciale: una vera e propria sfida rispetto al passato posto che per la prima volta il bilancio della Provincia è connotato da una dinamica strutturale negativa, cioè con un calo non di natura congiunturale ma permanente delle risorse, che è contenuto per il 2013 nel 3,1% ma che è destinato a caratterizzare significativamente anche i bilanci futuri. La Giunta provinciale di Trento ha dunque approvato questo pomeriggio il disegno di legge riguardante il Bilancio di previsione 2013 e pluriennale 2013-2015. La riduzione delle risorse pubbliche a disposizione della Provincia, dovuta a diversi fattori, fra cui il calo del gettito fiscale e gli impegni assunti con lo Stato in materia di concorso al miglioramento della finanza pubblica e al miglioramento dei saldi del patto di stabilità, hanno imposto una riduzione della spesa corrente, al fine di salvaguardare quella in conto capitale, in particolare gli investimenti considerati strategici per lo sviluppo del Trentino. La spesa corrente dovrà essere ridotta nel 2013 del 2% rispetto al 2012. Del 9 % invece quella in conto capitale. Le risorse complessivamente a disposizione per il 2013 si attestano sui 4,5 miliardi di euro. Diversi i fattori che incidono sulla manovra che il Governo provinciale sottopone ora all´approvazione del Consiglio, certamente una delle più delicate della storia recente. Fra questi in primo luogo naturalmente gli effetti della crisi economica internazionale e della recessione che interessa l´Italia in particolare, con una contrazione prevista del pil nazionale nel 2012 del 2,4 %. In Trentino la contrazione sarà invece più contenuta, attorno all´1-1,3 %. La crisi continua a produrre comunque effetti negativi anche qui, in particolare sul fronte delle devoluzioni fiscali, che dovrebbero calare quest´anno del 3,4%, in quanto opera la riserva all´erario del maggior gettito dovuto alla crescita della pressione fiscale. A questo si aggiunge l´effetto della manovra dello Stato per il risanamento dei conti pubblici, che nessuno aveva immaginato avrebbe impattato con tempi così accelerati e così pesantemente sulla finanza locale. Le riserve all´erario, ovvero le somme che lo Stato ha deciso di trattenere per sé, oggetto di contenzioso perché contrarie al dettato dello Statuto di Autonomia, dovrebbero far durare i loro effetti per i prossimi quattro anni. Vi sono poi gli accantonamenti obbligatori - somme che la Provincia non può spendere, pur disponendone - e la riduzione progressiva dei gettiti arretrati, una voce importante del Bilancio provinciale, che spariranno definitivamente nel 2017. Le prospettive di crescita, per il Trentino, inducono comunque a guardare con fiducia al futuro. Per il 2013 è comunque prevista una crescita, anche se piuttosto contenuta (attorno allo 0,6%), ma la previsione per il 2014 parla di una percentuale pari all´1,4%. Nel 2013 è previsto complessivamente un calo di risorse di circa il 3%. Il Bilancio provinciale si attesta dunque sui 4,5 miliardi di euro. L´obiettivo generale che la Giunta si propone con la sua manovra riguarda in particolare il contenimento della spesa corrente, realizzabile attraverso un´accelerazione delle procedure di razionalizzazione e di contenimento delle spese di funzionamento della macchina amministrativa nel suo complesso. Ad esempio: blocco totale del turn over di personale, ulteriore centralizzazione dell´acquisto di beni e servizi, compattamento delle strutture che svolgono funzioni simili e così via. E´ prevista inoltre l´adozione, anche da parte di enti e soggetti esterni al settore pubblico provinciale, finanziati in via prevalente dalla Provincia, di azioni analoghe a quelle che interesseranno gli enti della Provincia. Sul versante della spesa in conto capitale emerge parimenti la necessità di una incisiva revisione degli investimenti programmati (piani, accordi di programma, accordi con lo Stato, interventi ricorrenti come Progettone, manutenzione strade e così via) selezionando quelli che sono realmente indispensabili allo sviluppo e salvaguardando in particolar modo gli interventi in favore dei giovani e dell´imprenditoria giovanile, i contributi per l´innovazione e l´internazionalizzazione del sistema produttivo, la ricerca e tutti gli altri investimenti che possono favorire una crescita della competitività del sistema-Trentino. Spiega il presidente Lorenzo Dellai: "Con l’impostazione della terza fase della strategia anticrisi, dopo quelle già attraversate a partire dal 2008, la Giunta ha messo a fuoco tutta una serie di misure strutturali orientate a sostenere la crescita e l’equità, pur in un quadro della finanza pubblica non più in aumento, ma anzi con tendenze al peggioramento. Questa strategia è indirizzata in particolare ad un uso della domanda pubblica non più come ´sostituto´ di quella privata, ma come ´attivatore del potenziale competitivo´ del sistema locale e che punta a coniugare crescita, coesione sociale e rigore nei conti pubblici. Si tratta di uno sforzo importante, complesso, ´mirato´, che tutte le componenti della società trentina devono sentirsi impegnati a sostenere. Uno sforzo che può generare però anche delle opportunità, nei termini di quel rinnovamento complessivo della nostra piattaforma produttiva e del nostro sistema di welfare che peraltro abbiamo già avviato in questi anni con misure pionieristiche e innovative, a cui spesso il resto del Paese ha guardato con interesse. Abbiamo detto più volte che, dopo questa crisi, nulla resterà come prima, e confermiamo che sarà così. Ma aggiungiamo anche che tutto dovrà uscire da questo percorso migliorato e rafforzato." Scheda: gli obiettivi della manovra di Bilancio 2013 In relazione al nuovo contesto di riferimento l’impostazione programmatico-finanziaria in cui si colloca il bilancio 2013 è focalizzata essenzialmente sui seguenti obiettivi fondamentali: a) promuovere azioni e misure di carattere strutturale volte a fronteggiare la crisi e sostenere la crescita e l’equità in un quadro di finanza pubblica non più in aumento, ma anzi connotato da prospettive di peggioramento. Rilievo presentano in tale aspetto gli interventi per ridurre il cuneo fiscale al fine di accrescere la produttività del lavoro e la competitività delle imprese e del sistema economico trentino, il progetto per l’imprenditorialità giovanile e per le start up innovative nei settori tecnologici, le politiche del lavoro e le ingenti dotazioni finanziarie per la conferma dei livelli di welfare, nonché gli investimenti di contesto essenziali per migliorare le condizioni di competitività e di attrattività del nostro territorio; b) definire una manovra forte e stringente di razionalizzazione e qualificazione della spesa pubblica incentrata su un processo di modernizzazione del sistema pubblico provinciale, in grado di supportare una trasformazione complessiva degli enti pubblici e dei rapporti delle amministrazioni con i cittadini e le imprese. Un sistema pubblico provinciale più moderno ed efficiente e meno costoso rappresenta una leva essenziale in grado di: - costituire un significativo fattore di vantaggio competitivo e di attrazione per il territorio provinciale; - assicurare una forte riduzione delle spese soprattutto di funzionamento, salvaguardando le risorse per gli investimenti essenziali per lo sviluppo; - fornire servizi di maggiore qualità alla collettività; - contribuire al corretto equilibrio della finanza pubblica. Con il “Piano di miglioramento”, recentemente approvato e che caratterizza estesamente la manovra finanziaria 2013, la pubblica amministrazione trentina da un lato riorganizza le attività e le istituzioni e riordina i confini dell’intervento pubblico, dall’altro riduce significativamente i costi di funzionamento e le spese di carattere discrezionale, individuando pure gli ambiti e i servizi che possono essere affidati o gestiti con il coinvolgimento degli operatori privati. L’obiettivo è in definitiva di trasformare la pubblica amministrazione trentina in un’efficiente piattaforma digitale che gestisce le relazioni tra i cittadini e gli enti erogatori dei servizi, supporta i processi di innovazione del sistema economico, accresce l’attrattività e la competitività del territorio, favorisce il controllo da parte dei cittadini e delle imprese dei livelli di efficienza e di efficacia della sua azione rendendo aperti e accessibili i dati generati nello svolgimento delle funzioni pubbliche; c) salvaguardare e rafforzare l’autonomia finanziaria della Provincia che richiede innanzitutto la rigorosa e decisa difesa dell’assetto statutario definito nel 2009 con l’Accordo di Milano, contrastando con gli opportuni strumenti le manovre nazionali adottate in violazione delle prerogative statutarie; in secondo luogo va promossa la ricerca costante di un nuovo accordo con lo Stato sulla base della proposta già formulata all’inizio del 2012 e volta ad una nuova revisione in grado di assicurare nel rispetto dello Statuto il necessario e responsabile contributo della Provincia al risanamento finanziario del Paese tenuto conto dell’eccezionale difficoltà della finanza pubblica nazionale scaturita dalla crisi dei debiti sovrani. In tale quadro, essenziale è pure salvaguardare con assoluto rigore gli eccellenti equilibri di bilancio che già caratterizzano la finanza provinciale quale condizione fondamentale per poter continuare a garantire non solo per il presente, ma anche per il futuro, la sostenibilità economica e sociale e le prospettive di sviluppo del nostro sistema. Con la manovra sono a tal fine fissati e rispettati importanti vincoli finanziari: il mantenimento di un eccellente equilibrio strutturale del bilancio con un’incidenza della spesa corrente di poco superiore al 63% pur a fronte di una riduzione del volume delle risorse, in grado di confermare una dotazione di fondi per gli investimenti ancora ragguardevole; il permanere di una quota di risparmio pubblico significativamente sopra 1 miliardo di euro l’anno; il controllo del livello di indebitamento dell’intero sistema pubblico provinciale ad una quota attorno al 9% del Pil peraltro a fronte di coperture già iscritte nei bilanci e a vincoli di destinazione degli impieghi a progetti di investimento finalizzati alla crescita. I predetti risultati sono inoltre conseguiti in coerenza e nel pieno rispetto di una strategia di finanza volta non solo ad evitare la crescita della pressione fiscale locale, ma pure a favorire ulteriormente un abbassamento dei tributi di competenza della Provincia con l’esenzione totale dall’ Irap per cinque anni per le nuove imprese e con ulteriori riduzioni dell’Irap a sostegno dello sviluppo economico, con particolare riferimento all’export, all’aggregazione e alla crescita dimensionale delle imprese, alla riduzione dell’elevato cuneo fiscale e contributivo sul lavoro italiano (53,5%) che penalizza le prospettive del lavoro e delle imprese, infine al sostegno dei contratti di solidarietà espansivi. Complessivamente le agevolazioni Irap comportano per il 2013 una riduzione di gettito per la Provincia pari a circa 74 milioni di euro, da valutare in un quadro di finanza pubblica italiana caratterizzato da una rilevantissima crescita del peso della tassazione locale che negli ultimi 15 anni è triplicato. Un contributo significativo al rafforzamento dell’autonomia finanziaria della Provincia è assicurato poi dal progetto per la costituzione del nuovo “Fondo strategico di investimento territoriale” alimentato con risorse pubbliche regionali e provinciali, dei fondi pensione, di altri soggetti istituzionali nonché dalle banche locali. Si tratta di un fondo di investimento che potrà raggiungere volumi particolarmente significativi, potendo contare su apporti rilevanti della Regione e su quote dei consistenti volumi di risparmio locale attualmente gestito da attori istituzionali locali (circa 3,5 miliardi di euro). Tale fondo finalizzato al sostegno di progetti di investimento prioritari per innescare processi di sviluppo del territorio (progetti di investimento delle imprese, di internazionalizzazione e di contesto), essendo costruito su un modello di autoalimentazione, potrà costituire uno strumento fondamentale pensato oggi in un periodo di relativa disponibilità finanziaria, ma destinato a diventare essenziale nel medio-lungo periodo, in quanto potrà compensare in parte, sul fronte delle risorse a sostegno delle politiche di sviluppo, la prevista riduzione a medio termine delle risorse pubbliche provinciali per l’esaurirsi degli effetti una-tantum dei gettiti arretrati definiti con l’Accordo di Milano.  
   
   
CALABRIA: TAVOLO DEL PARTENARIATO ECONOMICO E SOCIALE  
 
Catanzaro, 6 novembre 2012 - L’assessore regionale alle attività produttive Antonio Caridi ha presieduto la riunione del Tavolo del partenariato economico e sociale durante il quale si è discusso dell’aggiornamento sulle misure per l’accesso al credito, con specifico riferimento al fondo di investimento Jeremie e alla presentazione di una bozza di interventi legata ad un piano di valorizzazione dei prodotti tipici, indicato con lo slogan “Rilanciamo il prodotto Calabria”. All’incontro hanno preso parte, tra gli altri, la dirigente generale del Dipartimento attività produttive Maria Grazia Nicolò e quello del settore Felice Iracà e i rappresentanti degli enti e delle organizzazioni maggiormente rappresentativi in ambito regionale, Nell’intervento introduttivo l’assessore Caridi ha parlato della volontà di “promuovere una nuova cultura dello sviluppo partecipato attraverso la definizione di atti di programmazione condivisi, mediante forme di concertazione finalizzate all’avvio di una nuova stagione di rilancio economico-produttivo della Calabria. In questa ottica – ha specificato Caridi - le parti sociali ed economiche dovranno diventare parte integrante del processo decisionale, in una prospettiva di condivisione di programmi e strategie funzionali alle necessità scaturenti dal territorio”. Il dirigente Iracà ha illustrato le azioni messe in campo per le procedure di accesso alle agevolazioni e di rafforzamento del sistema di accesso al credito entrando nel merito del fondo Jeremie, frutto di un accordo con Fei (Fondo Europeo per gli investimenti), dotato complessivamente di circa 90 milioni di euro di dotazione finanziaria che permetterà il rilascio di prestiti agevolati alle imprese Calabresi. Ha, poi, ricordato che a breve sarà avviata una capillare campagna di comunicazione, in collaborazione con le Camere di Commercio e le associazioni di categoria, per informare dettagliatamente su questo strumento. Dopodiché ha esposto il piano di rilancio che intende porsi come strumento di supporto e promozione del prodotto Calabria, con azioni tese da un lato a rafforzare la presenza delle imprese calabresi sui mercati nazionali e dall´altro a qualificare in termini intersettoriali l´offerta del prodotto Calabria nel più ristretto ambito del territorio regionale. Nello specifico, l’azione uno, rivolta a Pmi industriali e di servizi già operative, sostiene la competitività delle imprese attraverso il finanziamento di Piani di investimenti produttivi, l’azione due prevede incentivi in conto capitale per micro e piccole imprese operanti nei settori di riferimento del Piano. L’azione tre sostiene i raggruppamenti di imprese costituiti secondo la forma del contratto di impresa e la quattro finanzia Pmi e imprese artigiane per sostenere il territorio e valorizzare i prodotti tradizionali, mentre l’azione cinque eroga incentivi per programmi di inserimento sui mercati nazionali. Nella sostanza le cinque azioni puntano a sostenere e rafforzare la presenza delle imprese calabresi sui mercati attraverso la promozione di un unico logo prodotto Calabria. La dotazione complessiva sulla quale possono contare le cinque azioni programmate per il sostegno alle imprese ammonta a 15 milioni di euro. L’utilizzo di questi fondi è ispirato ad una logica che si muove lungo due direttrici, una interna, quale sostegno alle imprese che nei vari settori (agroalimentare, ristorazione, artigianato) qualificano e promuovono il prodotto Calabria ed una esterna, quale strumento di incentivazione a percorrere nuovi sbocchi commerciali, prima di tutto, entro i confini nazionali. I partecipanti al Tavolo hanno condiviso il metodo introdotto dall’assessore Caridi ed hanno manifestato l’impegno di estenderlo anche alle successive programmazioni, allo scopo di realizzare congiuntamente forme positive di concertazione capaci di produrre risultati concreti per l’azione di rilancio del sistema produttivo calabrese nel suo complesso.  
   
   
I GRANDI PROGETTI IN CAMPANIA VANNO REGOLARMENTE AVANTI  
 
Napoli, 6 novembre 2012 - "Tutti i grandi progetti vanno regolarmente avanti". Così l´assessore Edoardo Cosenza, delegato del presidente Caldoro al coordinamento strategico delle attività progettuali. "Il presidente e la giunta - ha aggiunto Cosenza - ritengono prioritari e strategici gli investimenti sui grandi progetti. La copertura finanziaria è totalmente assicurata. In questi giorni si procederà, in accordo con il ministro Barca e con la Commissione europea, alla ´messa in sicurezza finanziaria´ dell´intero stanziamento garantendo in ogni caso il completamento di tutte le opere stabilite, anche prevedendo soluzioni nei casi in cui eventuali difficoltà, di tipo ambientale o realizzativo, potrebbero causarne ritardi. “Attualmente - ha aggiunto Cosenza - le uniche difficoltà riguardano il grande progetto Metrocampania nord est perché abbiamo ereditato una complessa situazione di contenziosi. Si ricorda che i primi appalti per i grandi progetti di difesa del suolo e cioè ripascimento del litorale salernitano e messa in sicurezza del fiume Sarno sono stati avviati questa estate. Entro fine anno partiranno rilevanti gare sui grandi progetti della depurazione e che riguardano la città di Napoli, sia per gli appalti dei lavori che per le direzioni degli stessi. I cronoprogrammi sono ad oggi perfettamente rispettati. “Stiamo agendo sul piano programmatico garantendo la massima collaborazione istituzionale ai soggetti attuatori. In questa fase le imprese devono essere protagoniste. Siamo certi - ha concluso l´assessore Cosenza - che i grandi progetti daranno vita a nuovi posti di lavoro e contribuiranno in maniera significativa allo sviluppo della Campania."  
   
   
TRENTINO ALTO ADIGE/SüDTIROL: LA GIUNTA VARA IL BILANCIO DI PREVISIONE 2013, 500 MILIONI DESTINATI A PROGETTI DI INVESTIMENTO PER LO SVILUPPO DEL TERRITORIO.  
 
Trento, 6 novembre 2012 - Sostenere progetti di investimento per lo sviluppo del territorio. Questa la nuova funzione-obiettivo che entra nel bilancio di previsione della Regione per il 2013, approvato dalla Giunta e inviato il 31 ottobre al Consiglio regionale per l’inizio dell’iter legislativo. L’importo stanziato, a carattere straordinario, per questo progetto è di 500 milioni di euro, frutto di una gestione rigorosa degli ultimi anni, secondo quanto previsto dal patto di stabilità e conseguenza anche del continuo succedersi di nuove normative, tra le quali la disciplina sulla tesoreria unica e le norme in materia di versamenti diretti dei proventi erariali. Tali situazioni hanno determinato una disponibilità finanziaria che in un momento di particolare difficoltà, come quello attuale, viene inserita nel bilancio regionale al fine di concorrere alla promozione di progetti di investimento strategico per lo sviluppo del territorio, attraverso iniziative promosse in collaborazione con enti pubblici, fondi pensione e altri soggetti istituzionali, nonché con soggetti autorizzati all’esercizio del credito. Tali interventi, come prevede il disegno di legge sulla finanziaria, approvato insieme a quello sul bilancio di previsione, potranno concretizzarsi concorrendo alla promozione e al sostegno di fondi per lo sviluppo territoriale o attraverso concessioni di credito in favore delle Province autonome di Trento e di Bolzano o di società controllate dalle stesse Province. Sarà la Giunta regionale, con propria deliberazione, a stabilire, d’intesa con le Province, le modalità di impiego delle risorse, con l’intento prioritario di innescare progetti di sviluppo che possano, nel medio e lungo periodo, compensare almeno in parte, sul fronte delle politiche di sviluppo, la prevista progressiva riduzione delle risorse pubbliche. Anche nel mutato quadro della finanza pubblica, il bilancio di previsione della Regione per il 2013, che pareggia sulla cifra di 966.143.200 euro, punta ad assicurare la tendenziale conferma degli interventi sul welfare. La maggior parte delle risorse del bilancio regionale sono infatti destinate alle politiche sociali e alla previdenza in accordo con le Province autonome. Complessivamente, l’intervento della Regione in questo campo, previsto per il 2013 nella funzione obiettivo “previdenza e politiche sociali”, ammonta a 86.030.000 euro. Va detto, però, che ulteriori risorse finanziare dedicate al welfare entrano nel fondo unico per le funzioni delegate alle Province autonome, dove vengono stanziati 30 milioni di euro per ciascuna Provincia per il triennio 2013–2015 al fine di alimentare i fondi di copertura previdenziale per le persone non autosufficienti. Complessivamente, il fondo unico per le funzioni delegate alle province per il 2013 ammonta a 232.525.200 euro. L’altro rilevante settore di intervento finanziario della Regione è quello dei giudici di pace, che vede l’Ente impegnato nel sostegno all’istituto del giudice di pace, con interventi relativi alla formazione e all’aggiornamento professionale dei magistrati onorari. A questo si aggiungerà l’azione di coordinamento ed organizzazione amministrativa degli uffici dislocati sul territorio che comprenderà i primi interventi per dare attuazione al processo di razionalizzazione delle sedi deciso dalla Giunta regionale a seguito della revisione degli uffici del giudice di pace disposta dal Governo. La spesa complessiva della funzione obiettivo “Giudici di pace” ammonta a complessivi euro 15.150.000. Per le funzioni obiettivo “Integrazione europea, minoranze e interventi di interesse regionale”, “Minoranze linguistiche regionali” e “Interventi umanitari” si conferma, anche per il 2013, l’impegno della Regione per dare un’applicazione funzionale ed efficiente delle leggi regionali in materia. La spesa complessiva delle tre funzioni obiettivo è di euro 13.200.000. Nel disegno di legge relativo alla finanziaria è stato inoltre inserito un articolo in materia di trasparenza che prevede che la Regione e gli enti pubblici ad ordinamento regionale, comprese le relative società in house e aziende speciali, debbano rendere accessibili sui propri siti internet, con link visibili nella homepage, i provvedimenti e gli allegati relativi alla concessione di sovvenzioni, contributi, ausili e sussidi finanziari alle imprese, l’attribuzione di corrispettivi e compensi a persone, professionisti, imprese ed enti privati, e l’attribuzione di vantaggi economici di qualsiasi genere a enti pubblici e privati.  
   
   
TRENTO: FINANZA LOCALE, FIRMATO IL PROTOCOLLO D´INTESA  
 
Trento, 6 novembre 2012 - "E´ prevalsa una linea di grande responsabilità, che conferma da un lato la linea strategica che ci siamo dati nell´ultimo periodo, dall´altro che il sistema delle autonomie locali si sente parte delle istituzioni e non controparte". Questo il commento del presidente della Provincia autonoma Lorenzo Dellai dopo la firma, avvenuta il 30 ottobre presso la sede del Consorzio dei Comuni del Trentino, del Protocollo d´intesa in materia di finanza locale per il 2013. Oltre alla firma di Dellai, in calce al documento, ratificato in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra Provincia e Autonomie locali, le firme del presidente del Consiglio delle autonomie locali Marino Simoni e dell´assessore agli enti locali Mauro Gilmozzi, che ha annunciato la volontà della Giunta provinciale di aggiornare la riforma istituzionale prevedendo forme di rappresentanza dei sindaci in seno alle Comunità di Valle. Non è stato facile, e il confronto che si è sviluppato nelle scorse settimane lo conferma, arrivare alla firma dell´accordo. A pesare, ovviamente, è la riduzione delle risorse trasferite ai Comuni. Un taglio necessario, hanno ribadito stamane l´assessore Gilmozzi e il presidente Dellai, per non mettere i Comuni nella condizione di dover compiere tra qualche anno scelte ben più dolorose. "Se non vogliamo scaricare i costi sui cittadini - sintetizza Gilmozzi - dobbiamo pensarci prima". Anticipare le future difficoltà di bilancio - che si tradurranno nel giro di tre anni in un minor trasferimento di risorse ai Comuni pari a 40 milioni di euro - è del resto, come ha poi ricordato il presidente Dellai, la "linea strategica" del governo provinciale: "Non è da oggi che il Trentino si prepara a meno risorse; abbiamo messo in campo strumenti che all´epoca sono stati visti con scetticismo se non con ilarità, ora altre realtà si muovono nella stessa direzione. La stessa cosa stiamo facendo ora con la riorganizzazione della rete amministrativa della Provincia, decidiamo adesso di fare modifiche e introdurre nuovi strumenti che consentiranno ai Comuni di continuare ad erogare servizi senza penalizzare i cittadini. Sono contento dell´accordo anche se crea difficoltà - ha concluse Dellai - ma non abbiamo alternative, se non quella di concentrare il potere e le funzioni, cosa che potrebbe portare a risparmi nel breve periodo ma anche alla desertificazione democratica del nostro territorio, cosa che non vogliamo". Dalle minori risorse (252,9 milioni di euro nel 2013, con un calo del 2,1 %) alla gestione associata dei servizi comunali il passo appare obbligato, e i Comuni ci dovranno arrivare entro la metà del prossimo anno. "Le gestioni associate - afferma il presidente di Comuni e Comunità, Simoni - sono una soluzione al venire meno di una quota di risorse, ma l´accordo incardina profondamente le radici dell´autonomia trentina in due pilastri fondamentali, la cooperazione e la solidarietà. Anche se ci sono aspetti che vanno affinati, non possiamo derogare da queste radici che fanno dell´autonomia un qualcosa di diverso. Vogliamo lavorare più assieme di quanto abbiamo fatto fino ad oggi". Ma Simoni ha voluto lanciare anche un messaggio ai "suoi" sindaci: "Il Consorzio affiancherà i Comuni in questo percorso per tentare di mantenere lo standard di servizi raggiunto e per conservare l´unità del sistema. Consorzio e Consiglio delle autonomie non sono contro la Provincia, siamo due istituzioni che intendono costruire con grande senso di responsabilità il futuro di questa terra". Parole molto apprezzate da Mauro Gilmozzi, al quale è andato anche il ringraziamento del presidente Dellai per "aver saputo tenere la barra sulla direzione di marcia e al tempo stesso negoziare". L´assessore provinciale all´urbanistica ed enti locali ha espresso soddisfazione per l´intesa raggiunta dopo l´intenso lavoro di queste settimane. "Lo scenario è cambiato in negativo dal punto di vista finanziario. Ciò che va detto con chiarezza è che questa situazione non è temporanea ed evolverà fino ad arrivare a meno 40 milioni di euro; quando accadrà le amministrazioni saranno costrette allora a decidere cosa fare, se non avranno fatto nulla prima dovranno fare scelte dolorose. Si deve dunque andare avanti sulle gestioni associate e sono convinto che nel 2013 tutte potranno partire. Così manterremo un sistema di solidarietà tra tutti i comuni trentini. Certo è necessario coinvolgere ulteriormente i Comuni per recuperare una partecipazione che a volte è mancata". Gilmozzi ha ricordato quanto annunciato alcuni giorni fa, vale a dire la costituzione di un fondo particolare per venire incontro ad eventuali sovracosti di taluni Comuni derivanti dalle gestioni associate. L´accordo con le Autonomie locali mette in campo un potenziamento delle attività delle gestioni associate attraverso le Comunità di valle e dunque - questa la novità annunciata da Dellai e Gilmozzi dopo averne discusso stamane in giunta provinciale - occorre aggiornare il sistema di governance delle Comunità "che sono un corpo vivo e che va accompagnato nella sua crescita aggiustando eventuali criticità". "I Comuni - spiega Gilmozzi - devono avere un maggiore protagonismo in seno alle Comunità per la parte che riguarda le gestioni associate, per cui stiamo pensando a proporre alcune modifiche legislative. L´obiettivo è fare in modo che vi sia una maggiore fiducia tra la componente dei sindaci e la Comunità, garantendo ai sindaci una rappresentanza che dia forza alle Comunità sia da un punto di vista politico che esecutivo." Gilmozzi riassume così il senso della proposta: "Dobbiamo riportare i sindaci dentro le Comunità". Come? "La strada è quella di togliere gli ostacoli che impediscono ai sindaci di essere parte attiva del processo partito con la riforma istituzionale. Si tratta in sostanza di fare in modo che nell´assemblea della Comunità entri una rappresentanza di sindaci, composta da un numero predeterminato di persone, come emanazione della Conferenza dei sindaci. Ciò porterà automaticamente anche a superare un elemento debole della riforma, cioè l´eccessivo numero di rappresentanti eletti in seno alla Comunità, attraverso la riduzione del numero dei membri eletti nell´assemblea, andando così incontro alle esigenze di semplificazione e riduzione dei componenti. Nell´ambito di questo ulteriore percorso di discussione, i sindaci, per altro, potrebbero essere rappresentati anche all´interno della stessa giunta della Comunità". Una prospettiva, questa, accolta con favore dal presidente del Consiglio delle autonomie Simoni, che però avverte: "Prima di tutto dobbiamo però riprendere in mano, noi comuni, un modo virtuoso di stare e lavorare assieme".  
   
   
BOLZANO: PROGRAMMA PER FAVORIRE L´OCCUPAZIONE  
 
 Bolzano, 6 novembre 2012 - Dopo una ricognizione con i responsabili degli uffici provinciali sulla situazione del mercato del lavoro in Alto Adige, la Giunta provinciale ha avviato il 5 novembre una serie di misure per favorire l´occupazione e il reinserimento al lavoro. Tra le altre: anticipato di un anno lo specifico piano pluriennale, approvato il nuovo regolamento sui servizi di mediazione al lavoro, migliorata la combinazione tra domanda e offerta. Confermata anche l´importanza del futuro Parco tecnologico. "La disoccupazione in Alto Adige è attestata al 3,7% - ha ricordato il presidente della Provincia Luis Durnwalder nella conferenza stampa dopo la seduta di Giunta - e anche se raffrontata ad altre Regioni la nostra situazione è nettamente migliore, dobbiamo fronteggiare tempestivamente una tendenza in crescita." I funzionari provinciali hanno fornito oggi un quadro della situazione e degli strumenti per una efficace politica dell´occupazione: i disoccupati cosiddetti "job ready" (subito disponibili a lavorare) sono saliti in un anno del 26% (da 2.960 a 3.717) mentre sono rimasti stabili gli altri (stagionali, donne in maternità, invalidi) passati da 3.943 del 2011 agli attuali 4.023 (+2%). Sono aumentati del 30% i disoccupati over 50 (sfiorano oggi quota mille, nel 2011 l´aumento rispetto all´anno precedente era stato del 12%). La disoccupazione tra i cittadini italiani è salita del 29%, tra gli stranieri del 21%. Secondo la ricognizione effettuata, rallenta anche la crescita dell´occupazione dipendente: + 0,1% (200 posti di lavoro in più nel 2012) rispetto all´1,1% in più del 2011 (2mila nuovi posti di lavoro). "Ci sono fattori sui quali la Giunta può intervenire solo indirettamente - ha precisato Durnwalder - come la congiuntura internazionale, le migrazioni, il diritto al lavoro, l´andamento demografico, ma con un piano mirato vogliamo sfruttare i margini di manovra concessi all´autonomia locale." Gli assi portanti lungo cui sviluppare gli interventi sono l´occupazione giovanile (offerte mirate di consulenza e aggiornamento, aumento delle possibilità di esplorare il mondo del lavoro), sicurezza occupazionale e reinserimento per gli over 50 (consulenza prrofessionale e riqualificazione, incentivi alle imprese per assunzioni), aumento della quota di occupazione femminile (potenziamento delle strutture per l´infanzia e della flessibilità dei tempi di lavoro, misure nelle aziende per conciliare lavoro e famiglia), promozione dell´occupazione di persone svantaggiate (rafforzamento delle cooperative sociali, accompagnamento al lavoro, impiego temporaneo negli enti pubblici). "Abbiamo deciso di anticipare di un anno l´elaborazione del piano pluriennale per l´occupazione, che scadeva nel 2014 ma che vogliamo avviare subito per essere pronto già entro la prossima primavera", ha aggiunto Durnwalder. Grande attenzione verrà posta sulla formazione e sulle nuove esigenze del mercato: se nel 1960 in Alto Adige il 70% della forza lavoro era costituito da operai senza una particolare qualifica, la proiezione prevede nel 2020 il 50% di cosiddetti lavoratori al service (elaborazione dati, comunicazione, ufficio, commercio e servizi di base), il 25% di lavoratori del sapere (ricerca e sviluppo, consulenza, coaching, management, organizzazione), il 10% nei settori di strategia e coordinamento. La percentuale degli operai scenderà al 15%. C´è quindi la necessità di investire negli ambiti scientifici e tecnologici, come dimostrano i raffronti con le Regioni vicine: in Alto Adige i ricercatori sono 534 ben al di sotto di Trentino (1.341), Tirolo (2.920) o Friuli (3.216). "In questo senso sarà importante l´effetto del Parco tecnologico", ha sottolineato il presidente Durnwalder anticipando le prime valutazioni della struttura a Bolzano sud: la stima prudente accredita dopo 15 anni quali effetti diretti, indiretti e indotti 3.523 occupati, quella più ottimistica la creazione di 8.564 posti di lavoro. La Giunta ha poi approvato il nuovo regolamento che disciplina i servizi di mediazione al lavoro con una revisione dei criteri: per comprovare il proprio stato di disoccupazione la persona interessata deve presentarsi presso l´Ufficio provinciale Servizio lavoro e rendere una dichiarazione di disponibilità immediata alla ricerca e allo svolgimento di un´attività lavorativa. L´ufficio provinciale Servizio lavoro sottoscrive con la persona disoccupata un patto di servizio che prevede tra l´altro colloquio obbligatori, l´impegno della persona ad effettuare una ricerca attiva del lavoro, un piano di azione individuale. La persona disoccupata, secondo il regolamento, dimostra l´immediata disponibilità alla ricerca attiva o allo svolgimento di un´occupazione mediante l´accettazione di una congrua offerta di lavoro, l´accettazione di una misura concordata di inserimento lavorativo, la frequenza di corsi di formazione, di lingue o di riqualificazione professionale. Un´offerta di lavoro è congrua se presenta i seguenti requisiti: è compatibile con la qualifica professionale della persona disoccupata oppure la retribuzione offerta non è inferiore di oltre il 25 per cento alla retribuzione precedente; il trattamento economico e giuridico proposto corrisponde a quello previsto dal contratto collettivo di riferimento; la sede di lavoro non dista più di 50 km dal domicilio della persona o è raggiungibile in meno di 80 minuti utilizzando i mezzi pubblici. In caso di disoccupazione di durata superiore ai tre mesi è ammissibile un´offerta di lavoro estesa a tutto il territorio provinciale, qualora l´azienda offra un alloggio. La definizione degli interventi della Giunta per rafforzare la politica dell´occupazione prosegue nelle prossime settimane e sarà prioritario, "perchè il lavoro non è solo una questione di soldi, ma soprattutto di dignità della persona", ha concluso Durnwalder.  
   
   
APPRENDISTATO, INTERVENGONO DE FILIPPO E VITI LA BASILICATA FRA LE PRIME IN ITALIA HA DISCIPLINATO GLI ASPETTI FORMATIVI DEL CONTRATTO DI APPRENDISTATO APPROVANDO UN PROTOCOLLO DI INTESA CON LE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA DEI DATORI DI LAVORO E DEI LAVORATORI  
 
 Potenza, 6 novembre 2012 - “L’apprendistato è un punto qualificante che il Patto di sistema per la Basilicata ha individuato per incentivare l’inserimento lavorativo dei giovani. Con questo nuovo strumento abbiamo operato un cambio di mentalità nel settore della formazione, mettendo al centro l’ interazione tra scuola e mondo del lavoro”. E’ quanto ha dichiarato il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, intervenendo a Viggiano al convegno organizzato dalla Uil sulle politiche attive del lavoro e sull’apprendistato”. “La definizione degli standard minimi formativi, che attestano competenze professionali e lavorative da spendere sul territorio regionale e nazionale – ha osservato De Filippo – è frutto di un lungo lavoro di concertazione culminato nella sottoscrizione del Protocollo d’intesa sul Testo unico di settore tra la Regione Basilicata, le Associazioni di categoria, dei datori di lavoro e dei lavoratori. Con Obiettivo 2012 – ha detto il Presidente della Regione – stiamo affinando un sistema altamente innovativo che punta alla crescita, allo sviluppo e all’occupazione dei giovani lucani. Occupazione ed investimenti sono i punti cardine sui quali si concentrata la Cabina di regia Patto di Sistema per la Basilicata Per questo motivo – ha concluso De Filippo- siamo stati tra i primi a disciplinare gli aspetti formativi del contratto di apprendistato”. “L’apprendistato professionalizzante per i giovani dai 18 ai 29 anni rappresenta una delle grandi scommesse del Governo regionale sul fronte della crisi che interessa in maniera acuta la Basilicata e che colpisce particolarmente le fasce di età giovanili” – ha aggiunto l’assessore Vincenzo Viti. “Sono stati emanati e sono in via di emanazione – ha relazionato l’assessore alla Formazione Lavoro cultura e Sport - gli avvisi pubblici per incentivare sia l’apprendistato professionalizzante, sia quello per la qualifica e il diploma professionale, sia quello, d’intesa con l’Università, per la ricerca e per l’alta formazione. Il bando per l’apprendistato professionalizzante, pubblicato nell’agosto di quest’anno - ha aggiunto l’Assessore Viti - ha registrato la partecipazione di 816 aziende per un contributo complessivo richiesto di circa 20 milioni di euro (equamente distribuite tra le province di Matera e Potenza), su una disponibilità di sei milioni di euro. Vedremo alla verifica dei requisiti in atto – ha detto Viti - quante istanze sopravviveranno, pur se fin d’ora si pone il problema di come far fronte, anche ricorrendo ad economie e al recupero di risorse, ad una domanda così significativa, segno di vitalità del sistema produttivo regionale. E’ anche pronta una bozza del Piano pluriennale del lavoro – ha annunciato infine Viti - che presto sarà oggetto di un confronto che il Presidente De Filippo convocherà con le parti sociali, nello spirito delle iniziative fissate con Obietto 2012”.  
   
   
POLITICHE SOCIALI IN CAMAPANIA: AVVISO PUBBLICO PER 178 WORK EXPERIENCE PER L´INSERIMENTO LAVORATIVO DELLE PERSONE DISABILI E PER AIUTARE LE AZIENDE AD ASSUMERE  
 
Napoli, 6 novembre 2012 - "Prosegue il Piano regionale per la governance dei servizi alla persona. Scade il prossimo 28 dicembre il termine per la presentazione delle domande relative all´avviso pubblico per la realizzazione di work experience finalizzate all´inserimento lavorativo di persone con disabilità e per la concessione di aiuti all´assunzione." Così Ermanno Russo, assessore regionale all´Assistenza sociale della Campania, sull´avviso pubblico pubblicato sul Burc di lunedì scorso. "L´assessorato all´Assistenza sociale da oltre due anni è impegnato – prosegue Russo – nell’attuare politiche che riconoscano le non autosufficienze (disabili, anziani e minori) quali priorità assolute dell´azione di governo della giunta Caldoro nelle politiche sociali. "La riforma della legge regionale 11 del 2007 ne è un esempio, così come è un esempio questo intervento, che dà il via a 178 work experience di formazione in azienda della durata di sei mesi per altrettanti disabili, con un´indennità di frequenza mensile di 450 euro. "Trascorso tale periodo, se l´azienda - sottolinea l’assessore - avrà assunto a tempo indeterminato la persona con disabilità, entro 60 giorni dalla conclusione della formazione, potrà godere di un incentivo fino ad un massimo di 9000 euro per lavoratore. Tale intervento mira a ribaltare la logica secondo cui il disabile è un peso per la società, trasformandolo in una risorsa. "L´avviso pubblico fa parte del Piano regionale per la governance dei servizi alla persona, che in poco più di un anno ha già visto mettere a bando circa 70 milioni di euro di fondi europei, nazionali e regionali su uno stanziamento complessivo di 183 milioni di euro", conclude Russo.  
   
   
EMERGENZA NORD AFRICA, ALLOCCA: “ESPERIENZA UNICA, UN PATRIMONIO DA SALVAGUARDARE”  
 
Firenze, 6 novembre 2012 – Un’esperienza complessa, difficile, unica ma anche, per molti aspetti, un patrimonio da tutelare. É il ‘modello di accoglienza diffusa’ creato dalla Toscana in occasione dell’Emergenza Nord Africa. Il monitoraggio, realizzato dall’Osservatorio Sociale Regionale, è stato presentato ieri mattina nell’Auditorium di Sant’apollonia a Firenze. Un incontro utile per analizzare i dati della ricerca ma anche per valutare le potenzialità del modello, le prospettive di continuità e la replicabilità in altre realtà. “Si è trattato – ha detto l’assessore al welfare Salvatore Allocca – di un’esperienza unica nel suo genere, per numero di cittadini, associazioni ed enti locali coinvolti. Il lavoro dell’Osservatorio si rivela, come sempre, prezioso perchè ci permette di capire in modo approfondito l’organizzazione di un sistema così complesso e variegato, come hanno agito tanti operatori, cosa ha funzionato e quindi di intervenire per colmare eventuali lacune. Purtroppo ci troviamo adesso davanti ad un bivio, rappresentato dalla scadenza di fine anno. Ma anche dalla scarsità di risorse. Mi auguro che tutto il patrimonio di relazioni che siamo riusciti a costruire in così breve tempo non vada perso”. Toscana brava a gestire un’emergenza che è stata tale solo nella rappresentazione mediatica. “L’arrivo dei migranti – ha aggiunto Allocca – è stata disegnata come un’invasione. Lo è stato per Lampedusa, poichè i numeri degli arrivi effettivi sul resto del territorio hanno dimostrato che si è trattato soltanto di un tentativo di usarla per alimentare la xenofobia da parte di chi, all’epoca, governava questo paese. L’arma della paura verso il ‘diverso’, arma usata per il rilancio politico di una compagine che poi si è sgretolata. In realtà l’immigrazione è la grande questione nazionale in grado di dare un grosso contributo al rilancio dell’Italia”. La ricerca è stata condotta nella prima metà del 2012 grazie alla collaborazione degli Osservatori sociali provinciali. Le informazioni messe a disposizione dal database della Protezione Civile (quadro socio-anagrafico delle persone accolte) sono state integrate con quelle ottenute attraverso focus group, schede/questionari online (caratteristiche delle strutture di accoglienza dei migranti e percorsi di presa in carico) e visite nelle strutture stesse. Le persone rilevate sono state 1.519, più di due su tre (il 71%) arrivate da paesi dell’Africa Occidentale (Nigeria in testa, seguito da Mali e Ghana) e in totale provenienti da 33 paesi diversi. La maggioranza sono stati uomini, quasi il 90%, i minori poco più del 6% (quasi la metà sotto i 4 anni). Quasi tre quarti dei migranti si sono concentrati nella fascia d’età 18-30 anni. L’84% sono arrivati soli (la stragrande maggioranza di sesso maschile), le famiglie sono state 91. Le gestioni (percorsi che hanno fornito vitto, alloggio e servizi) che hanno preso in carico i migranti sono state 135 in tutto, dislocate in 110 comuni (su http://mappe.Rete.toscana.it/webstat/index.htmlarea=emergenza_nordafrica la georeferenziazione delle strutture ). In media ogni gestione ha ospitato 14,3 persone, con una media di circa 6 operatori per ciascuna. L’attivazione delle gestioni ha visto la collaborazione (diversa a seconda delle realtà locali) di enti locali, associazioni, cooperative ed enti religiosi. L’emergenza ha caratterizzato il modello nella fase iniziale, con le strutture impegnate a soddisfare i bisogni primari (mangiare e dormire). Successivamente sono emerse altre esigenze: richiesta di asilo, rilascio del permesso, tessera sanitaria, ecc. Le situazioni, sotto questo aspetto, sono state molto diverse tra loro in base ai contesti territoriali, alle tipologie di accoglienza, alle dimensioni delle strutture, alle prestazioni erogate, ai profili dell’utenza, alle interazioni locali. La comunicazione con i migranti è avvenuta principalmente attraverso una lingua di grande diffusione (69% delle gestioni), seguita dall’italiano (57%). La mediazione culturale è stata utilizzata nel 49% dei casi. Quasi 9 gestioni su 10 hanno predisposto un servizio di mediazione culturale. In 111 gestioni si sono svolti corsi di lingua e circa 9 ospiti su 10 vi hanno preso parte. Meno del 40% dei migranti ha invece partecipato a corsi di formazione, stage o attività di avviamento al lavoro. Gli inserimenti lavorativi, registrati durante le visite dei ricercatori, sono stati circa una trentina. Riguardo ai problemi, la ricerca ha evidenziato che in un terzo delle gestioni si sono registrate tensioni tra operatori e migranti. L’incertezza circa i tempi di attesa per la definizione dello status e la mancanza o scarsità di opportunità lavorative sono state le criticità maggiori, quelle che hanno inciso negativamente sulla volontà/capacità degli ospiti di partecipare alle attività ed in generale di migliorarsi. I singoli territori hanno finito per sviluppare una ricettività positiva nei confronti dei migranti. Timori e diffidenze iniziali, anche alimentate dai media, si sono progressivamente trasformate in accettazione. La scadenza imminente del 31 dicembre segna la conclusione dell’esperienza, con grande incertezza sul dopo, sia per il sistema che per gli operatori. In prospettiva la ricerca individua tre elementi o presupposti indispensabili. Dare continuità al modello, cercando di non disperdere il patrimonio acquisito e anzi valorizzarlo, ragionare in un’ottica non emergenziale, perchè l’arrivo di migranti in Italia non può esser considerato un evento occasionale, e fornire un quadro certo sulle risorse economiche, dato che si è trattato di un modello che ha funzionato ma che richiede un impegno finanziario rilevante. Emergenza Nord Africa: i percorsi di accoglienza diffusa in Toscana http://servizi.Regione.toscana.it/osservatoriosociale/    
   
   
MARCHE: INTERVENTI PER IL 2012 A FAVORE DEI DETENUTI.  
 
Ancona, 6 novembre 2012 - Confermati per il 2012 gli interventi regionali a favore di adulti e minorenni sottoposti a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria. Le risorse a disposizione ammontano a 837 mila euro, cifra che conferma l’impegno dello scorso anno che aveva visto un raddoppio delle risorse per l’avvio di progetti destinati ai detenuti. Inclusione lavorativa, inclusione sociale, attività culturali e attività trattamentali e di prevenzione della recidiva: sono questi i settori di intervento, accanto ai quali vi è un nuovo progetto a cura dell’Asur finalizzato al potenziamento del supporto psicologico in ambito penitenziario, post penitenziario e minorile nelle Marche. “In pratica – spiega l’assessore regionale ai Servizi sociali, Luca Marconi – si prevede un maggior numero di ore di presenza degli psicologi all’interno degli istituti di pena, funzionale a una migliore gestione della complessità derivante dal sovraffollamento delle carceri o, nel caso dei servizi minorili, dal crescente numero di gravi reati commessi da minorenni”. Gli interventi in materia di inclusione socio-lavorativa sono a cura degli Ambiti Territoriali Sociali, allo scopo di coinvolgere le comunità locali e il più ampio numero di soggetti del territorio. Si tratta di servizi erogati fuori dal carcere, rivolti ad ex detenuti e a detenuti in esecuzione penale esterna o prossimi alle dimissioni. Sono ammissibili sussidi economici di sostentamento e interventi di natura abitativa o di accoglienza temporanea presso strutture residenziali o semiresidenziali, collegati a percorsi di formazione o inclusione lavorativa. “Attraverso un reimpiego formativo e lavorativo – dice Marconi – si recupera la dignità personale dei detenuti nonché le loro competenze ed abilità professionali; in questo modo si perseguono anche gli interessi generali della collettività, quali la maggiore sicurezza sociale, la riduzione del rischio di recidiva penale e la progressiva eliminazione di ogni forma di discriminazione nel mercato del lavoro”. Per quanto riguarda le attività trattamentali culturali, l’obiettivo è valorizzare le esperienze di teatro e di diffusione dei servizi bibliotecari in carcere (prestiti librari, letture di gruppo, letture tematiche9 in collaborazione con le biblioteche comunali. “Si tratta – spiega Marconi – di attività culturali di provata valenza rieducativa e socializzante, già sperimentate in alcuni istituti penitenziari. In particolare, sono in corso di realizzazione due progetti regionali: il ‘Teatro in carcere’ curato dall’Ats di Pesaro e il ‘Sistema bibliotecario carcerario regionale’ curato dalla Comunità montana di Camerino”. Prevista, infine, l’organizzazione del convegno annuale sullo stato di attuazione della legge regionale che regola il sistema integrato degli interventi a favore dei detenuti ed ex detenuti.  
   
   
OGNI ANNO SEPARAZIONI E DIVORZI COSTANO CIRCA 50 MILIONI DI EURO ALLO STATO. ALLA CONFERENZA STAMPA DEI FORUM DELLA FAMIGLIA PRESENTATI CORSI PREMATRIMONIALI CIVILI.  
 
Milano, 6 novembre 2012 - Numerosi studi economici hanno dimostrato che il fallimento di un progetto matrimoniale e il suo scioglimento ha un impatto sia sociale che economico rilevante. Secondo l´Eurispes ad esempio, nel 2006 i procedimenti di separazione e divorzio in corso aperti presso gli Uffici Giudiziari sono stati 539mila con un costo medio di 815 euro a procedimento, il che significa che il sistema Giudiziario dello Stato ha speso circa 49,6 milioni di euro in un anno. A questo importo va aggiunta la perdita di retribuzione dei due coniugi che devono assentarsi dal lavoro sia per incontrare i propri legali che per presentarsi alle udienze. Questa cifra è stata calcolata in circa 2400 euro a coppia il che significa che per le separazioni gli italiani hanno speso 153milioni di euro e per i divorzi circa 266 milioni. La maggior parte dei procedimenti inoltre è assistito da due legali che le parti devono pagare di tasca propria: una stima dell´Eurispes su calcoli del tariffario forense ha calcolato che le spese per il legale vanno da 3000 euro (per una separazione consensuale) a 13mila (ad esempio per una causa di divorzio). La somma finale? Astronomica e sempre unita ad un costo psicologico e personale difficilmente calcolabile. E non finisce qui perché dopo la definizione degli accordi ognuno deve ricomporre la propria esistenza e ad esempio mettere su una nuova casa. Per limitare il fallimento delle unioni l´Osservatorio Familiare Italiano ha ideato i Corsi Prematrimoniali Civili. Ne hanno parlato il 29 ottobre alla conferenza stampa di presentazione Martina Ferrara, Annamaria Bernardini De Pace, Maria Rita Parsi e Paolo Giuggioli che hanno dato appuntamento alle coppie a Napoli dal 12 al 20 gennaio 2013 dove si svolgerà la fase pilota dell´iniziativa. I Corsi intendono realizzare un programma che sia al passo con l’evoluzione della società e non vogliono sostituirsi ai corsi prematrimoniali religiosi (obbligatori e vincolanti per chi sceglie il rito cattolico). Anche la teologia sarà inserita tra le materie dei nove giorni di corso e un approfondimento sarà dedicato al delicato tema delle cause per il riconoscimento di nullità del matrimonio presso la “Sacra Rota”, il cui numero è per altro in forte aumento. Per chiarire gli aspetti giuridici e gli effetti civili dello scioglimento del vincolo matrimoniale religioso è prevista la partecipazione di esperti di Diritto Canonico e rappresentanti del Tribunale Ecclesiastico. Altro fulcro del Corso Prematrimoniale è la psicologia: da come far nascere e crescere un rapporto sentimentale sano ed equilibrato fino all’analisi delle dinamiche di coppia e di quei comportamenti che, generando tensioni e conflitti, possono portare alla rottura del matrimonio. Dagli specialisti arriveranno indicazioni per evitare, o almeno attenuare, situazioni di sofferenza che si potrebbero determinare nel corso della vita matrimoniale tra i coniugi e nella gestione del rapporto con i figli nelle varie età della vita evolutiva. I docenti dei corsi spiegheranno tecniche di comunicazione efficace e strategie per la mediazione e la risoluzione dei conflitti. Saranno offerti consigli su come trasformare i limiti determinati da desideri inespressi e aspettative tradite in risorse per rafforzare il rapporto di coppia e affrontare con più determinazione un progetto di vita condiviso e felice. Ampio spazio sarà destinato a materie come la sociologia, la filosofia, la pedagogia, la medicina e la pediatria. Infine, particolare attenzione sarà dedicata ad un importante capitolo della vita di coppia: l’attesa, la nascita, la crescita e l’educazione dei figli. Riferimenti alla relazione affettiva ed educativa tra genitori e mondo dell’infanzia anche alla luce dei cambiamenti dei modelli educativi e relazionali e alle conseguenze, positive e negative, dell’evoluzione sociale, culturale ed economica del nostro Paese. Il Corso Prematrimoniale organizzato dal Forum della Famiglia, dopo la fase di start up prevista dal 12 al 20 gennaio 2013 a Napoli (nel corso della manifestazione Tuttosposi), diventerà un format esportabile in tutte le regioni d’Italia al servizio delle giovani coppie che in vista del matrimonio si candidano a conseguire il “patentino di genitori”. Le coppie in procinto di contrarre matrimonio potranno approfondire le proprie conoscenze attraverso i contenuti multidisciplinari del Corso Prematrimoniale del Forum della Famiglia e, partecipando gratuitamente agli incontri in programma a Napoli dal 12 al 20 gennaio 2013, conseguire il patentino di genitori. Per iscriversi al corso gratuito è sufficiente collegarsi al sito www.Forumdellafamiglia.it  e compilare il form di prenotazione a partire dal 30 ottobre 2012.  
   
   
FAMIGLIA: INSEDIATO IN FVG COMITATO COORDINAMENTO PEDAGOGICO  
 
 Trieste, 6 novembre 2012 - L´assessore regionale alla Famiglia Roberto Molinaro ha insediato a Udine il Comitato di coordinamento pedagogico, l´organismo tecnico-consultivo del sistema educativo integrato per la prima infanzia, previsto dalla legge regionale 20 del 2005. Tra i compiti del Comitato, formulare proposte ed esprimere pareri sugli strumenti di programmazione che hanno rilevanza diretta o indiretta per l´infanzia; fornire indicazioni per l´elaborazione e l´aggiornamento degli standard del sistema educativo che si rivolge ai bambini da 0 a 3 anni; coordinare la formazione permanente del personale; individuare criteri per la sperimentazione di metodologie educative, anche attraverso contatti con altre realtà nazionali ed estere. Come primo adempimento il Comitato ha provveduto ad eleggere, al proprio interno, il presidente. All´unanimità la presidenza è stata affidata al prof. Luca Agostinetto, esperto in campo psico-pedagogico, ricercatore presso la facoltà di Scienze della formazione dell´Università di Padova, che nello svolgimento dell´incarico sarà affiancato da altri due esperti: il prof. Davide Zoletto (ricercatore presso la facoltà di Scienze della formazione dell´ateneo di Udine) e il prof. Paolo Sorzio (ricercatore presso la facoltà di Scienze della formazione dell´Università di Trieste); da 4 coordinatori dei servizi pubblici per la prima infanzia: Rosalba Terpin(per il territorio provinciale di Gorizia), Emiliana Moro (per il territorio provinciale di Pordenone), Tiziana Craievich (per il territorio provinciale di Trieste), Annamaria Pascottini (per il territorio provinciale di Udine)e da 2 coordinatori pedagogici e dei servizi per la prima infanzia privati e del privato sociale: Roberto Zerilli e Paola Davià. "L´articolazione dei servizi per la prima infanzia presenti in regione - ha detto l´assessore Molinaro - è molto variegata e complessa e l´Amministrazione regionale ha dimostrato negli ultimi anni una crescente attenzione verso questa realtà sia dal punto di vista normativo e regolamentare, sia sotto il profilo della contribuzione finanziaria, pari a circa 12/13 milioni di euro all´anno. L´istituzione del Comitato di coordinamento pedagogico risponde all´esigenza di qualificare ulteriormente l´azione regionale nel settore, che ha primario rilievo per le famiglie del Friuli Venezia Giulia".  
   
   
IMMIGRAZIONE: IL PIEMONTE MODELLO NELL’ASSISTENZA FAMILIARE  
 
Torino, 6 novembre 2012 - L’assessore regionale al Lavoro, Claudia Porchietto, ha commentato i dati del Dossier Immigrazione 2012 presentato il 30 ottobre dalla, Caritas nei quali si evince che sono state 2.163 le domande di regolarizzazione della posizione per lavoro domestico, ricordando che “nell’ultimo anno l’assessorato ha concentrato le risorse e gli investimenti del Fondo sulle politiche migratorie e del Fondo sociale europeo, ammontanti a 2 milioni e 685mila euro, per governare l’ingresso degli stranieri nel mercato del lavoro, dare una governance all’area dell’assistenza familiare e far emergere il sommerso, facendo del Piemonte in questo ambito un modello in Italia”. “La Regione ha preso in carico, tramite i Centri per l’impiego, 1.285 badanti, ci cui 431 a Torino - ha proseguito l’assessore - e ad oggi ha contribuito alla formazione, con qualifica riconosciuta dopo un corso di 40 ore in media tramite la certificazione di competenze acquisite in contesti non formali, di circa 700 lavoratori con una spesa di oltre 300mila euro. Incoraggiante il numero di assunzioni, oltre 500, seguite a questo percorso di reinserimento nel mercato del lavoro regolare”. Prima di questo intervento l’area dell’assistenza familiare in Piemonte appariva come un insieme di luci ed ombre. Una forte offerta di posti di lavoro, dovuto al progressivo aumento dell’invecchiamento della popolazione e dall’altro una importante presenza di professionalità straniere, anche molto qualificate ma non riconosciute dal nostro Paese, e spesso però operanti in situazioni di illegittimità e quindi con un’altissima percentuale di lavoratori in nero. “Il Piemonte - ha puntualizzato Porchietto - ha scelto un’azione strategica e pluriennale e ha cercato di integrare la formazione professionale, la strutturazione di un sistema di servizio misto pubblico-privato, l’integrazione di politiche di welfare e il monitoraggio dei risultati. In particolare, la Regione ha lavorato molto sulla fragilità della famiglia nel ruolo di datore di lavoro. Un passaggio fondamentale per l’emersione del sommerso. Abbiamo offerto servizi di supporto alle famiglie nella gestione del processo di attivazione e conduzione dei rapporti di lavoro; un’informazione mirata alla convenienza della regolarizzazione contrattuale e l’erogazione di incentivi economici alle famiglie che decidevano di regolarizzare i contratti, 118mila euro circa di investimenti raggiungendo circa 250 famiglie con voucher da 240 euro caduno Oltre a questo abbiamo lavorato per ottimizzare il raccordo tra i servizi al lavoro pubblici/privati e il terzo settore. L’utilizzo della rete di contatti e competenze è un elemento che considero qualificante del modello piemontese perché offre un servizio completo di accompagnamento lavorativo e formativo”.  
   
   
SCAMBIO DI ESPERIENZE AD INNSBRUCK NEL CAMPO DELL´ASSISTENZA AI MINORI  
 
Bolzano, 6 novembre 2012 - L´incontro tenutosi recentemente ad Innsbruck tra esperti ed operatori del settore dell´assistenza ai minori di Germania, Austria ed Alto Adige, al quale ha partecipato anche la direttrice dell´Ufficio famiglia, donna e gioventù, Petra Frei. È stato caratterizzato da uno scambio di esperienze e di informazioni particolarmente interessante e proficuo. Nel corso del convegno la direttrice, Petra Frei, e la sua collaboratrice, Sabine Krismer, hanno informato i colleghi provenienti da analoghe strutture operanti in Austria e Germania sugli attuali sviluppi dell´assistenza ai minori in Alto Adige, soprattutto per quanto riguarda i settori dell´affido famigliare di minori, le strutture appositamente create per ospitarli e la rete di strutture della psichiatrica rivolte ai più giovani.