Pubblicità | ARCHIVIO | FRASI IMPORTANTI | PICCOLO VOCABOLARIO
 







MARKETPRESS
  Notiziario
  Archivio
  Archivio Storico
  Visite a Marketpress
  Frasi importanti
  Piccolo vocabolario
  Programmi sul web




 


MARTEDI

PAGINA 1 PAGINA 2 PAGINA 3 PAGINA 4 PAGINA 5 PAGINA 6 ALIMENTAZIONE
Notiziario Marketpress di Martedì 05 Febbraio 2013
UE: IL PRESIDENTE BARROSO INCONTRA VICTOR PONTA, PRIMO MINISTRO DELLA ROMANIA  
 
Bruxelles, 5 febbraio 2013 – Di la dichiarazione di ieri del Presidente Barroso dopo l´incontro con il signor Victor Ponta, primo ministro della Romania: “ Buon pomeriggio, signore e signori, Vorrei dare il benvenuto il primo ministro Victor Ponta torna alla Commissione europea e congratularmi con lui per la sua rielezione a Primo Ministro di Romania e gli auguriamo ogni successo per il suo secondo mandato. Io ti voglio bene, voglio bene Romania. Abbiamo avuto un buon scambio sul Consiglio europeo di questa settimana. E ´importante che raggiungere un accordo questa settimana tra gli Stati membri in modo che il processo possa poi passare al Parlamento europeo. Dobbiamo tenere a mente che si tratta di un difficile negoziato. Dobbiamo anche tenere presente che, alla fine, abbiamo bisogno del consenso del Parlamento europeo. L´unanimità dei nostri Stati membri non è sufficiente. Sarò spingendo per un accordo ragionevole su un bilancio che è orientato al futuro, un budget per gli investimenti, la crescita, l´occupazione e la solidarietà. Il dibattito non può essere solo di tagli, ma su come il denaro può essere meglio spesi per fornire occupazione e migliori condizioni di vita di tutti i nostri cittadini in tutta l´Unione europea. La Romania è un importante esempio dell´importanza dei fondi dell´Unione europea per permettere di investire nel settore dei trasporti, dell´energia e delle infrastrutture, per esempio. Spero anche che saremo in grado di accettare un nuovo strumento sulla disoccupazione giovanile, che è una sfida grave in molti paesi, tra cui la Romania. Credo che sarà un buon segnale se potessimo avere uno speciale strumento per combattere la disoccupazione giovanile a livello europeo. Abbiamo anche parlato della situazione economica in Romania. Ho accolto con favore gli sforzi compiuti dal governo rumeno per ridurre il deficit, dovrebbe essere inferiore al 3% del Pil nel 2012. Si tratta di un vero successo, soprattutto in un contesto di difficoltà economiche e politiche. Ho incoraggiato il Primo Ministro di continuare intensificare gli sforzi della Romania verso le riforme strutturali, e verso una rapida attuazione del programma di adeguamento. Abbiamo avuto una buona discussione franca in effetti l´uso dei fondi strutturali. Abbiamo parlato più volte sulla necessità di migliorare la capacità di assorbimento di questi fondi. Accolgo con favore gli impegni del primo ministro Ponta su questo tema con particolare attenzione necessaria per la preparazione del prossimo periodo di programmazione. Abbiamo anche discusso di cooperazione e relazione di verifica che la Commissione ha adottato la settimana scorsa. Apprezzo gli sforzi che il primo ministro Ponta ha fatto nel corso degli ultimi sei mesi per rispettare gli impegni che ha fatto lo scorso luglio. Le condizioni ora esistono, con una situazione politica più stabile, un nuovo governo e il Parlamento, per fare una spinta reale sul processo di riforma. Abbiamo bisogno di vedere ulteriori progressi in materia di indipendenza della magistratura e la nomina a posti chiave. Ci occuperemo anche ai politici a dare l´esempio facendosi da parte in cui decisioni di integrità o di accuse di corruzione esiste. Come potete vedere abbiamo coperto un sacco di terra, per non parlare di questioni come l´adesione Schengen. Come sapete, sostengo, e la Commissione sostiene, l´adesione della Romania a Schengen. Vorrei ringraziare il Presidente del Consiglio per la sua visita. Accolgo con molto piacere i nostri scambi aperti, so che il Presidente del Consiglio si impegna a fornire la riforma e può contare sulla Commissione europea negli anni a venire. Credo che questo sia importante per l´Europa, ed è sicuramente importante per la Romania.  
   
   
IL PARERE DELLA COMUNITÀ EUROPEA E DELLA BCE A SEGUITO ALLA CONCLUSIONE DELLA SECONDA REVISIONE DEL PROGRAMMA DI ASSISTENZA FINANZIARIA PER LA SPAGNA  
 
Bruxelles, 5  febbraio 2013 – La dichiarazione della Comunità europea e della Bce in seguito alla conclusione della seconda revisione del programma di assistenza finanziaria per la Spagna. Una delegazione della Commissione europea, di concerto con la Banca centrale europea, il meccanismo europeo di stabilità e l´Autorità bancaria europea, ha completato la seconda revisione del programma di assistenza finanziaria del settore per la Spagna dal 28 gennaio al 1 feb 2013. Il Fondo Monetario Internazionale ha inoltre partecipato alla rassegna, il suo ruolo di un monitor indipendente. Sulla base del riesame, si può concludere che il programma resta in pista. In un contesto di ulteriore miglioramento delle condizioni dei mercati finanziari in Spagna dall´inizio dell´ultima revisione, l´attuazione del programma è progredito, rafforzato dagli sviluppi nei mercati dei capitali e iniziative efficaci a livello europeo per affrontare la crisi del debito sovrano. L´accesso al mercato da parte dei debitori sovrani spagnoli e privato è migliorata, in quanto gli investitori stranieri sono tornati a mercati spagnoli. Di conseguenza, i rendimenti dei titoli di Stato sono diminuiti in modo significativo e di liquidità sul settore bancario spagnolo si sono allentate. Nonostante questi sviluppi positivi, maggiore vigilanza deve essere esercitata per garantire che queste tendenze positive può essere mantenuta. Persistenti sforzi sono necessari per superare le sfide importanti che devono affrontare le parti più deboli del settore bancario, garantendo un´azione decisiva della politica, come indicato nel protocollo d´intesa. Condizioni del settore bancario hanno ampiamente stabilizzato sin dall´inizio del programma, principalmente come risultato di diversi fattori: l´adozione di piani di ristrutturazione, la ricapitalizzazione ricapitalizzazione o imminente dello Stato-aided banche, la creazione di, e il trasferimento di beni, Sareb (la nuova società di gestione del risparmio), così come l´allentamento dei vincoli di finanziamento. Sarà di fondamentale importanza per attuare pienamente i piani di ristrutturazione concordate per Stato-aided banche a facilitare l´adeguamento del settore bancario. Le autorità spagnole devono rimanere vigili nel guidare e supervisionare questo processo e deve assicurare che il buon grado di condivisione degli oneri che si prevede tra gli investitori in strumenti rischiosi e il contribuente è conservato. Le autorità deve essere pronto ad impegnarsi attivamente vulnerabilità dovrebbero in esecuzione del programma di riemergere. Importanti progressi nel separare le attività deteriorate verso banche è stato raggiunto dopo l´ultima revisione, con l´avvio delle operazioni da parte Sareb. Sullo sfondo di una linea temporale necessariamente impegnativa, le autorità spagnole sono riusciti a progettare, attuare e rendere operativa tale entità in tempo, il primo, e il più grande, trasferimento di attività dalle banche ai Sareb è stato raggiunto. Rimane ancora molto lavoro davanti a questo proposito, tuttavia, e nei prossimi mesi sarà dedicata a fare Sareb pienamente operativo. Un business plan suono è la base su cui il successo di Sareb riposerà, per cui è della massima importanza che questo piano è mantenuto solido e credibile, sulla base di informazioni aggiornate. Notevoli progressi sono stati fatti per quanto riguarda orizzontale del settore finanziario condizionalità. Il lavoro è ancora in corso in una serie di settori, tra cui la riforma della governance delle casse di risparmio, una revisione delle procedure di controllo del Banco de España, le riforme dei quadri normativi che disciplinano concentrazione dei crediti delle banche e il provisioning e il potenziamento del credito registro . In tutti questi settori, le autorità spagnole hanno raggiunto o sono molto vicini a raggiungere la conformità con il progresso Mou e hanno reso molto concreti verso importanti riforme e duratura in questi settori. Ulteriore lavoro concettuale si svolgerà in una serie di settori da parte delle autorità spagnole nelle prossime settimane, di concerto con i partner internazionali. I progetti di riforma devono essere rapidamente adottato ed efficacemente attuato al fine di consentire loro di contribuire, come previsto e come richiesto, per garantire la redditività del settore bancario spagnolo. Anche se le prospettive sono recentemente migliorate, la situazione economica rimane molto impegnativo, con una disoccupazione molto elevati e crescenti, contrazione del Pil, e la necessità di ridurre le ingenti scorte di debito interno ed esterno. Nonostante i progressi della politica significativi già realizzati, ulteriori progressi ancora necessari per il consolidamento delle finanze pubbliche - tra cui il rafforzamento del quadro istituzionale - e la rapida conclusione e l´attuazione del programma di riforma strutturale, secondo le linee di cui l´anno scorso raccomandazioni specifiche per paese. La prossima revisione è prevista per il mese di maggio 2013.  
   
   
UE: IL PARERE DEL VICE PRESIDENTE REHN IN SEGUITO ALLA MISSIONE SECONDA REVISIONE DEL PROGRAMMA SPAGNOLO SETTORE FINANZIARIO  
 
Bruxelles, 5 febbraio, 2013 – La dichiarazione del Vice Presidente Rehn in seguito alla missione seconda revisione del programma spagnolo settore finanziario. La conclusione positiva della missione secondo riesame in Spagna indica che la riparazione e la riforma del settore finanziario spagnolo sta procedendo a ritmo sostenuto. Ricapitalizzazione delle banche e la ristrutturazione è in corso, e l´attività Sareb società di gestione è attivo e funzionante. In parallelo, le decisioni importanti sono state prese per rafforzare la supervisione e la regolamentazione del settore. Si tratta di passi essenziali per la creazione di settore responsabile e finanziaria sana Spagna ha bisogno, al fine di garantire l´accesso al credito per famiglie e imprese. Questo processo deve essere completato nei tempi previsti e applicati rigorosamente. La caduta di benvenuto in costi di finanziamento sovrani negli ultimi mesi è un riflesso della crescente fiducia degli investitori nelle misure adottate in Spagna e nella zona euro per affrontare sia i sintomi e le cause della crisi. Per costruire su questo importante progresso e garantire che questi benefici filtrare nell´economia reale, sarà essenziale per la Spagna per mantenere la sua attenzione per le finanze pubbliche sane e l´attuazione determinata di riforme economiche, in linea con l´Ue raccomandazioni specifiche per paese.  
   
   
CAMPAGNA EUROPEA SULLA DIRETTIVA PER I RITARDI DI PAGAMENTO  
 
 Milano, 5 Febbraio 2013 – Di seguito il Discorso di ieri a Milano, di Antonio Tajani Vicepresidente della Commissione Europea, responsabile per l´Industria e l´Imprenditoria in tema di “Campagna Europea Sulla direttiva per i Ritardi di Pagamento”: Introduzione Dopo aver aperto a Roma il 5 ottobre la campagna europea voluta da Parlamento e Commissione Ue sull´attuazione della direttiva sui ritardi di pagamento, sono lieto di partecipare a questo secondo evento a Milano. La direttiva, approvata nel febbraio del 2011, è un tassello essenziale per completare il Mercato interno e ripristinare condizioni normali di credito nell’economia, oltre a rappresentare una delle priorità dello Small Business Act a favore delle Pmi. Pagamenti rapidi in tempi certi contribuiscono, difatti, a creare un clima di fiducia per investimenti e commercio Ue, specie per le Pmi, le più esposte e vulnerabili alle dilazioni di pagamento. L´attuazione della direttiva assume dunque un rilievo essenziale nella strategia europea per uscire dalla crisi, essendo tra le misure più efficaci nel brevissimo termine per rilanciare la crescita. Per questo, sebbene il termine ultimo per recepire la Direttiva sia il 16 marzo 2013, la Commissione ha chiesto agli Stati di anticipare l´attuazione. Io stesso ho sollecitato con due lettere i ministri competenti in tal senso. Sono quindi lieto che l´Italia abbia attuato con anticipo la direttiva anche se, come ho avuto modo di indicare in una lettera al Ministro Passera, restano ancora alcune ambiguità da chiarire nel testo del decreto. Il motivo dell´urgenza è sotto gli occhi di tutti. Ogni settimana migliaia d´imprese chiudono, si perdono posti, cresce il disagio sociale. Molte aziende fallite erano fondamentalmente sane. Forse molte di esse sarebbe ancora attiva con un fisco più sostenibile, meno ostacoli burocratici, più accesso al credito e, soprattutto, se lo Stato avesse pagato in tempo i suoi debiti. Ripartire Dalle Imprese Le tensioni sociali in molti paesi Ue sono anche legate a una politica di austerità che sembra peggiorare i problemi anziché risolverli. In parallelo, non viene ancora percepito un disegno che possa ridare la speranza. I milioni di posti persi, i mille miliardi di Pil bruciati e l´emorragia d´imprese sono, prima di tutto, il risultato della progressiva perdita di base industriale, accelerato dalla crisi, ma già in atto da tempo. Per cui, a causa di mancate scelte ed errori, l´Ue è sempre meno un luogo dove conviene investire e fare industria. L´80% dell´innovazione avviene nell´industria; e per ogni posto nel manifatturiero se ne creano fino a due nei servizi. Dal manifatturiero dipende, inoltre, il 75% dell´export Ue. Per cui per tornare a crescere ed essere competitivi dobbiamo invertire questo processo di declino. Per questo il 10 ottobre ho presentato una strategia per re-industrializzare l´Europa, passando dall´attuale 15.6% al 20% di Pil legato al manifatturiero entro il 2020. Tre settimane fa abbiamo anche approvato il piano per promuovere l´imprenditorialità, essenziale per creare occupazione, visto che l´85% dei nuovi posti vengono dalle Pmi e, in particolare, dalle 4 milioni di nuove imprese avviate ogni anno. Entrambi queste strategie hanno tra i loro pilastri l´accesso ai capitali, senza i quali non è possibile innovare e assumere. L´ue Dice Basta Ai Ritardi Di Pagamento Malgrado le iniezioni di oltre 1000 miliardi di liquidità della Bce un´impresa su tre non riesce ad ottenere il credito richiesto. In molti Stati membri, per far fronte alla crisi le banche hanno chiesto indiscriminatamente il rientro di fidi contribuendo al dissesto dell´economia reale; e ora stentano a erogare credito, se non a condizioni restrittive. La situazione è particolarmente grave in alcuni paesi, tra cui l´Italia, dove la percentuale di chi non riesce ad avere il credito e il livello dei tassi sono sensibilmente più alti della media europea. Ad esempio, se una Pmi tedesca o francese paga il denaro rispettivamente 2.9% e 2.2% quella italiana almeno il 4.5%. In questo contesto drammatico, alcuni Stati continuano a ritardare i pagamenti, accumulando debiti scaduti per 180 miliardi nei confronti della imprese. Il 56% delle imprese europee sostiene che i propri problemi di liquidità sono principalmente dovuti al ritardo con il quale le loro fatture vengono pagate. A volte i debitori sono altre imprese, ma molto spesso è il pubblico che non onora i propri impegni nei termini. Esiste poi un divario fra nord e sud che nuoce all’integrazione del mercato unico: nei paesi del sud i pagamenti fra imprese richiedono in media 91 giorni, contro una media di 31 giorni nel nord dell’Europa. Ma il dato più drammatico è quello di 1/3 dei fallimenti causato dai ritardi di pagamento. I ritardi della Pubblica Amministrazione sono inaccettabili: se è legittimo riscuotere tempestivamente i tributi, altrettanto doveroso, anche moralmente, è pagare i debiti alla scadenza, evitando la chiusura di aziende sane. Per porre fine a questo malcostume la direttiva sui ritardi dei pagamento prevede l´obbligo per gli enti pubblici di pagare entro 30 giorni, pena interessi di mora superiori all´8%. Salvo eccezioni giustificate ed esclusivamente limitate al settore della sanità, alle imprese pubbliche o nei casi in cui ciò sia giustificato dalla natura del contratto o da talune sue caratteristiche, ad esempio quando si applichino procedure di appalto specifiche come il dialogo competitivo. In questi casi eccezionali, da interpretare quindi in modo restrittivo, lo Stato può decidere di pagare massimo a 60 giorni. La possibilità di deroga nel settore sanitario è dovuta al fatto che in molti Stati i servizi sanitari e gli ospedali pubblici pagano con medie tra i 250 e i 600 giorni. Durante l´iter di approvazione della direttiva alcuni paesi temevano che un termine di pagamento di 30 giorni fosse troppo breve. Consiglio e Parlamento Ue hanno, quindi, concordato questa possibilità di deroga. Lo Stato che stabilisce termini più lunghi è, comunque, tenuto a inviare una relazione alla Commissione che dovrà elaborare una valutazione del sistema entro il 2016-2017. In proposito tengo a sottolineare che la possibilità di deroga a 60 giorni che appare come generalizzata nel decreto attuativo italiano presenta rilievi di incompatibilità con il dettato della direttiva e va quindi al più presto chiarita per evitare una procedura d´infrazione. Stiamo lavorando insieme alle autorità italiane per definire ogni aspetto problematico. Pagamenti Puntuali Per Far Ripartire L´italia L´italia, ancor più dell´Europa, ha urgente bisogna di un contesto meno ostile al business. Altrimenti invece di attirare investimenti e nuove imprese continueremo a farli fuggire. Siamo al 42 posto nella classifica sulla competitività globale del World Economic Forum. E nel rapporto sulla competitività industriale che ho presentato a ottobre, pur rimanendo il secondo paese manifatturiero, risultiamo sopra la media solo per 7 indicatori su 30. Ad esempio, la produttività del lavoro su una scala di 100 si ferma a 48, contro i 67 della Germania; solo il 30% del Pil viene dall´export rispetto al 50% tedesco; l´innovazione è insufficiente, 5 su 10, 2 punti in meno dei paesi scandinavi; l´elettricità costa il doppio che in Francia; la qualità delle infrastrutture è sotto la media; solo 3 paesi hanno contesto peggiore del nostro per fare impresa. Sono questi i veri "spread" che hanno determinato la crisi economica e le tempeste sull´eurozona che, pur avendo la stessa moneta, ha livelli di competitività molto diversi. Ma tra tutti questi "handicap", quelli percepiti come più insopportabili dalle imprese sono pressione fiscale e ritardi di pagamento. I due fenomeni sono legati e, purtroppo, vantiamo il triste primato europeo in entrambi. La pressione fiscale sulle imprese ha superato il 60%, 20 punti sopra quella tedesca e ben al di sopra la media Ue; lo Stato italiano paga in media dopo 180 giorni (con punte di oltre 600 in alcune regioni) a fronte dei 65 giorni Ue. E ha accumulato circa 100 miliardi di euro di debiti sui 180 complessivi dovuti alle imprese da tutte le P.a. Ue. Di fatto, l´impresa finanzia il peso dello Stato due volte: con le tasse ed effettuando prestazioni non retribuite nei termini. Ricordando i servi delle gleba che nel medioevo dovevano, oltre ai tributi vari, prestare opere al feudatario affidandosi alla sua benevolenza. Il fenomeno dei ritardi genera, infatti, anche l´insidia della discrezionalità di funzionari o politici nel decidere che deve essere pagato primo o dopo. Per eliminare questi due macigni che schiacciano letteralmente gli imprenditori, vi è un´univa via. Una severa cura dimagrante dello Stato che, oltre a pagare puntualmente, deve essere più efficiente e spendere meno riducendo rapidamente la pressione fiscale sulle imprese. Un Patto Per La Crescita In linea generale, la maggioranza dei pagamenti tardivi degli enti pubblici dipende da cattiva organizzazione, sciatteria procedurale. Quando un ente pubblico acquista beni o servizi, ha già iscritto al bilancio gli stanziamenti per quella spesa. Per cui, non dovrebbe essere difficile pagare puntualmente i creditori. Ma in Italia vi sono regole contabili che consentono di iscrivere il debito ai fini del Patto di Stabilità solo al momento del pagamento effettivo, e non quando sorge l´obbligo giuridico di pagare alla scadenza della fattura. Questa regola, insieme al patto di stabilità interno, ha incentivato molte amministrazioni a rinviare i pagamenti per avere i conti, almeno formalmente, più in ordine. E´, dunque, imperativo che le regole di contabilità e il patto di stabilità interno vengano rivisti in modo da non ostacolare l´applicazione della direttiva. La decisione se applicare retroattivamente la direttiva con effetto anche sui debiti già scaduti, è lasciata alla discrezionalità degli Stati. Per l´Italia, dunque, resta il problema di smaltire il più rapidamente possibile l´arretrato, liberando cosi decine di miliardi che consentirebbero di pagare fornitori, evitare fallimenti e perdite di posti, fare investimenti, beneficare allo stesso erario. E che ci farebbero uscire dalla recessione. Non è più accettabile la logica per cui le imprese possono fallire e i lavoratori perdere il posto per avere i conti formalmente più in ordine. O bloccare la spesa di fondi strutturali Ue già disponibili (che rischiamo di perdere se non impegnati), non aprendo cantieri e rinviando investimenti vitali. E´ necessario aprire una riflessione sull´interpretazione dei vincoli del Patto di Stabilità e Crescita, che nell´ambito di regole contabile spesso eterogene tra i diversi Stati Ue, rischia di alimentare la spirale recessione – aumento di deficit e debito, già sperimentata. Non investire in innovazione e infrastrutture o far fallire le imprese per ritardi di pagamento, porta inevitabilmente a peggiorare i conti. Conclusioni Europa e Italia devono considerare la crisi come un´occasione per cambiare, voltare pagina nei confronti di una sorta di fatalismo con cui si è accettata la perdita di base industriale; senza capire che cosi si logorava inesorabilmente la nostra capacità di crescere e di sostenere il modello sociale europeo. E´ arrivato il momento per ragionare a un piano di rientro dei crediti delle imprese verso le P.a. In tempi certi e rapidi. Penso, ad esempio, all´idea recepita in Spagna di compensare i crediti vantati verso qualsiasi amministrazione pubblica con le tasse dovute. O anche a un´applicazione più flessibile delle regole contabili che consenta di non aggravare deficit e debito pubblico nel momento del pagamento di questi arretrati. In via eccezionale, si potrebbe ipotizzare pro-tempore una contabilità di bilancio separata per questi arretrati, esclusi "una tantum" dal calcolo dei parametri di stabilità. O, ancora, una cartolarizzazione di questi crediti nella quale le banche, inclusa la Cassa Depositi e Prestiti, anticipano subito i pagamenti verso le imprese facendosi poi rimborsare in tempi successivi dallo Stato. L´europa più politica e attenta all´economia reale che stiamo costruendo deve essere capace di dare risposte concrete all´emergenza crescita. Quella più urgente per l´Italia è proprio la piena attuazione della direttiva e il rapido pagamento dei debiti arretrati.”  
   
   
IL MEDIATORE INCORAGGIA LA COMMISSIONE EUROPEA A PUBBLICARE ORIENTAMENTI IN MATERIA DI DIALOGO CON LE ORGANIZZAZIONI RELIGIOSE E NON RELIGIOSE  
 
Bruxelles, 5 febbraio 2013 - Il Mediatore europeo, P. Nikiforos Diamandouros , ha incoraggiato la Commissione europea a chiarire in che modo si svolge il dialogo con le organizzazioni religiose e non religiose e, se necessario, elaborare orientamenti concreti su questo tema. Ciò fa seguito una valutazione critica ha fatto sulle ragioni la Commissione ha avanzato del rifiuto di condurre un seminario di dialogo con la Federazione umanista europea sul l´ esenzione per le chiese stabilite nel regolamento di lavoro europei. La Commissione ha in parte spiegato il suo rifiuto dicendo che l´Unione doveva rispettare lo status delle chiese e delle organizzazioni religiose negli Stati membri. Il Mediatore non è riuscito a vedere come impegnarsi in una discussione con il denunciante su questo tema potrebbe chiamare questo stato in discussione. Pur riconoscendo ampio margine della Commissione del potere discrezionale in materia come si svolge il dialogo con le organizzazioni religiose e non religiose, ha sottolineato che la caso rappresenta una buona opportunità per l´istituzione di chiarire le sue pratiche. Gli umanisti ha proposto un seminario sulla status speciale delle chiese Il Trattato di Lisbona impone all´Unione di mantenere un dialogo aperto, trasparente e regolare con le chiese, associazioni religiose, filosofiche e delle organizzazioni non confessionali. In questo contesto, la Commissione organizza regolarmente "seminari di dialogo". La Federazione umanista europea (Ehf) rappresenta 50 organizzazioni umaniste provenienti da più di 20 paesi. Nel mese di ottobre 2011, la Ehf ha presentato una denuncia al Mediatore per il rifiuto della Commissione di accettare una proposta di un "seminario di dialogo" sul l´ esenzione per le chiese stabilite nel regolamento di lavoro europei. La Ehf ha aggiunto che la Commissione è favorevole religiosi per organizzazioni non religiose. La Commissione ha spiegato che l´argomento proposto andrebbe oltre lo spirito delle pertinenti disposizioni del Trattato di Lisbona, in cui si afferma che l´Unione rispetta " lo status previsto nelle legislazioni nazionali per le chiese, associazioni o comunità religiose, e le organizzazioni filosofiche e non confessionali " . Ha inoltre spiegato che il dialogo seminari hanno lo scopo di affrontare questioni più ampie. Il Mediatore non è riuscito a vedere come impegnarsi in una discussione con il denunciante potrebbe rimettere in discussione lo status di, tra gli altri, chiese e associazioni religiose . Tuttavia, ha riconosciuto ampio margine della Commissione del potere discrezionale in materia suo dialogo con le organizzazioni religiose e non religiose. Al fine di garantire che la Commissione possa giustificare le proprie decisioni obiettivamente, e può evitare anche la percezione che una discriminazione nei confronti di gruppi specifici, il Mediatore ha suggerito in modo da utilizzare nel caso di specie di chiarire come si svolge il dialogo con tali organizzazioni e, se necessario , di elaborare orientamenti concreti. La decisione del Mediatore è disponibile all´indirizzo: http://www.Ombudsman.europa.eu/en/cases/decision.faces/en/
49026/html.bookmark
 Il Mediatore europeo conduce indagini su casi di cattiva amministrazione delle istituzioni e degli organi dell´Ue. Qualsiasi cittadino dell´Unione europea, residente, o un impresa o associazione di uno Stato membro, può presentare una denuncia al Mediatore. Il Mediatore rappresenta un modo veloce, flessibile e gratuito di risolvere i problemi con l´amministrazione dell´Ue. Per maggiori informazioni: http://www.Ombudsman.europa.eu  
 
   
   
LA COMMISSIONE EUROPEA HA OSPITATO LA CERIMONIA PER LA FIRMA DEL PROTOCOLLO SULLA COOPERAZIONE NEL PERSEGUIMENTO DEI COLPEVOLI DI CRIMINI DI GUERRA, CRIMINI CONTRO L´UMANITÀ E GENOCIDIO TRA LA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI BOSNIA-ERZEGOVINA E LA PROCURA I CRIMINI DI GUERRA DELLA SERBIA  
 
Bruxelles, 5 febbraio 2013 - La Commissione europea ha ospitato la cerimonia per la firma del protocollo sulla cooperazione nel perseguimento dei colpevoli di crimini di guerra, crimini contro l´umanità e genocidio tra la Procura della Repubblica di Bosnia-erzegovina e la Procura i crimini di guerra della Serbia Giovedi 31 gennaio, il direttore generale per l´Allargamento, il signor Stefano Sannino ha ospitato i colloqui dei capi della Procura della Repubblica di Bosnia-erzegovina e la Procura i crimini di guerra della Serbia, che ha sigillato un protocollo sullo scambio di informazioni e di elementi di prova in guerra crimini casi. Mr. Sannino accolto con grande favore la conclusione dei negoziati sul documento e ha sottolineato che la sua entrata in vigore è un importante sviluppo concreto, che si prevede di consolidare ulteriormente i contatti già regolari e produttivo che gli uffici dei due pubblici ministeri hanno mantenuto finora. Il perfezionamento di questo accordo rappresenta anche il compimento di una raccomandazione della Ue e Bosnia-erzegovina dialogo strutturato sulla giustizia. I servizi della Commissione ha lodato il contributo personale dei ministeri interessati al raggiungimento di questo successo. Questo protocollo dovrebbe garantire che i sospetti crimini di guerra che utilizzano già strumenti giuridici per sfuggire alla giustizia vengono portati di fronte alla legge e condannato, se riconosciuto colpevole. Questo protocollo rappresenta un passo importante per il rafforzamento della cooperazione regionale nel trattamento di casi di crimini di guerra e la definizione di parametri concreti che aiutano il processo di riconciliazione nei Balcani.  
   
   
ALBANIA: UE CONSENSO DEVE ESSERE TRADOTTO IN AZIONI  
 
Tirana, 5 febbraio 2013 – Il Commissario per l´allargamento e la politica europea di vicinato Štefan Füle ha visitato l´Albania ieri per discutere il follow-up delle conclusioni del Consiglio di dicembre scorso. Durante il suo soggiorno a Tirana ha avuto incontri con il presidente Bujar Nishani, il Primo Ministro Sali Berisha e con il presidente del Partito socialista Edi Rama. Il Commissario ha avuto scambi aperti e franchi con i politici albanesi sulle loro priorità nei confronti delle aspirazioni del paese verso l´integrazione europea e ha sottolineato ai suoi partner che lo status di candidato per l´Albania è a portata di mano. Spetta ai politici albanesi per rendere questo una realtà. Commissario Füle ha ribadito che la Commissione è determinata a rafforzare ulteriormente processo di integrazione dell´Albania verso l´Unione europea. "Intero processo dell´Albania di riforme connesse all´Ue deve essere sostenibile, inclusiva e basata sul consenso - a beneficio di tutti i cittadini albanesi," Commissario Füle ha dichiarato dopo i suoi incontri. Il Commissario ha sottolineato durante i suoi colloqui a Tirana che il positivo svolgimento delle elezioni parlamentari nel 2013 sarà un test cruciale per il buon funzionamento delle istituzioni democratiche del paese. Egli ha invitato i politici a fornire alle elezioni di giugno, in linea con gli standard internazionali, per migliorare la credibilità e la reputazione delle istituzioni democratiche e rafforzare la responsabilità dei politici verso il popolo albanese. Il Commissario ha discusso questi temi con la comunità diplomatica in Albania, anche con i rappresentanti dell´Osce.  
   
   
MEDIATORE UE: L´APPARTENENZA MARIO DRAGHI AL GRUPPO DEI TRENTA NON PREGIUDICA L´INDIPENDENZA DELLA BCE  
 
Bruxelles, 5 Febbraio 2013 - Il Mediatore europeo, P. Diamandouros , ha respinto un reclamo in merito al quale l´indipendenza, la reputazione e l´integrità della Banca centrale europea (Bce), verrebbero meno a causa dell’appartenenza del Presidente del Gruppo dei Trenta. Questo segue una denuncia di Corporate Europe Observatory (Ceo) , una Ong, ha detto che il Gruppo dei Trenta è uno "strumento di lobbying" per promuovere interessi finanziari privati. L´ong ha invitato la Bce a chiedere al signor Draghi di lasciare il gruppo. Dopo aver esaminato che erano membri del gruppo, il suo finanziamento e dei suoi obiettivi, il Mediatore ha concluso che la composizione del Presidente del Gruppo è coerente con le sue funzioni. Ha anche suggerito che, per ragioni di trasparenza, la Bce rende pubblico sul proprio sito web, appartenente al Presidente del Gruppo. Troppa diversità dei suoi membri per il Gruppo dei Trenta può costituire un gruppo di interesse. Il Gruppo dei Trenta è composto da rappresentanti ad alto livello delle banche centrali, istituzioni finanziarie pubbliche e private internazionali delle banche e società di investimento, nonché politici e accademici. Il suo presidente è l´ex presidente della Bce Jean-claude Trichet. Il gruppo ha discusso gli sviluppi internazionali, economiche, questioni finanziarie e politiche e pubblica rapporti. Nel giugno 2012, Corporate Europe Observatory ha contattato il Mediatore dichiarando che l´adesione del Presidente della Bce al Gruppo dei Trenta era incompatibile con l´indipendenza, l´integrità e la reputazione della Bce. Secondo il Ceo, Gruppo dei Trenta promuove gli interessi del settore finanziario privato e offre l´opportunità per i privati ​​rappresentanti hall banchieri del settore pubblico, come il Presidente della Bce. Nel suo parere, la Bce ha detto che il Gruppo dei Trenta non è una lobby o un gruppo di interesse, ma piuttosto un forum per lo scambio di opinioni. Secondo la Bce, non è solo accettabile, ma anche essenziale che il Presidente della Bce ha incontri periodici con i rappresentanti dei settori pubblico e privato. Il Mediatore ha concluso che i membri del Gruppo dei Trenta, il suo finanziamento e gli obiettivi erano troppo diversi per il Gruppo ad essere considerato come un gruppo di interesse: meno di un terzo degli attuali membri del gruppo provengono dal settore privato (ad membri sono del settore pubblico e del mondo accademico), riceve finanziamenti da diverse fonti pubbliche e private, e gli argomenti da lui trattati, e sceglie i diffusori sono molto varie. Il Mediatore è del parere che il Gruppo dei Trenta è in realtà un forum di discussione. Anche se il Mediatore non ha rilevato casi di cattiva amministrazione per quanto riguarda la composizione del Gruppo dei Trenta Presidente, ha osservato che, poiché la prima risposta della Bce al denunciante è stata inadeguata, era giusto a sollevare preoccupazioni in materia. Si consiglia, inoltre, la Bce a migliorare la trasparenza sul suo sito web affermando che il Presidente è un membro del Gruppo dei Trenta. Inoltre, tenendo conto delle maggiori responsabilità della Bce e la sua visibilità pubblica, ha incoraggiato la Banca di adottare misure appropriate per migliorare ulteriormente la qualità della comunicazione con il pubblico. La decisione del Mediatore è disponibile qui: www.Ombudsman.europa.eu/en/cases/decision.faces/en/49139/html.bookmark    
   
   
AL VIA I SEMINARI AESI 2013  
 
Roma, 5 febbraio 2013 - Il 29 Gennaio 2013 si è svolto presso la sala del refettorio di Palazzo San Macuto, l’incontro di apertura del ciclo di seminari tematici sull’Europa 2013 organizzati dall’Associazione Europea di Studi Internazionali (Aesi) dal titolo “Il futuro dell’Europa: identità, responsabilità e prassi politica”. L’aesi è un’associazione culturale che ha come obiettivo centrale la promozione dei diritti dell’uomo nell’ambito della politica e della cooperazione internazionale, attraverso le sue attività di studio e formazione. L’associazione realizza i suoi seminari di studio congiuntamente alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea e all’Ufficio per l’Italia del Parlamento Europeo. Ospiti del panel dell’incontro del seminario di giorno 29 Gennaio dal tema “Quale progetto politico sosterrà l’avvenire dell’Europa”, rappresentanti del mondo politico, accademico, diplomatico ed istituzionale europeo tra cui il Presidente Aesi il Prof. Massimo Caneva, l’On. Giuseppe Azzaro del comitato scientifico Aesi e il Vice Direttore dell´ Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, Daniel Ractliffe. Per la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea è intervenuto il Dott. Alessandro Giordani, capo del settore comunicazione, informazioni e reti, che ha introdotto le attività di comunicazione della Commissione Europea e ha discusso l’avvenire dell’Europa sulla base degli sviluppi politico-economici europei degli ultimi anni.  
   
   
REGIONI 8,2 MILIONI IN LIGURIA DA PROGRAMMA UE ITALIA-FRANCIA MARITTIMO FINANZIAMENTI A IMPRESE, PORTI, PREVENZIONE TERRITORI, SERVIZI REPORT DELLA GIUNTA LIGURE BURLANDO SUI PROGETTI DI COOPERAZIONE TRANSFRONTALIERA 2013  
 
Genova, 5 Febbraio 2013 - Ammontano a 8,2 milioni i fondi del programma europeo Italia-francia-marittimo 2013 che arriveranno in Liguria. Di questi, oltre tre milioni sono destinati a co-finanziare progetti realizzati dalla Regione Liguria, gli altri andranno a sostenere finanziariamente quelli di Comuni, Province, istituti, porti. Il report è stato presentato venerdì 1 febbraio, in mattinata, nella riunione della giunta Burlando dall´assessore al Turismo Angelo Berlangieri. I progetti della Regione Liguria finanziati dal programma Ue sono: Terragir 2 dedicato ai servizi di cooperazione tra piccole imprese per la valorizzazione e la commercializzazone dei prodotti agroalimentari di qualità (858 mila 200 euro), Innolabs + e Innolabs++ per lo sviluppo socio economico dei territori, fra cui il progetto "Cerchio del Caucaso Fontanabuona" con 130 chilometri di sentieri da Levanto a Sestri Levante, una piattaforma web per i siti archeologici, il molo di Vernazza, Cinque Terre, l´avvio del car-sharing Parco Cinque Terre, Levanto e La Spezia (1, 5 milioni). Gli altri progetti della Regione Liguria finanziati dal fondo per la cooperazione transfrontaliera Marittimo sono Proterina 2 per la prevenzione dei rischi idrogeologici e incendi boschivi (436 mila 150) e Resmarine, per gli interventi contro l´erosione costiera (326 mila 150). Gli altri progetti che in Liguria riceveranno finanziamenti dal programma europeo Marittimo sono Vento e Porti di Mare di cui fanno parte le Autorità Portuali di Genova, Savona e La Spezia e l´Università di Genova (1,867 milioni), I-perla per la sicurezza delle zone costiere, Provincia della Spezia (500 mila euro), I-no far Access per gli sposamenti dei soggetti deboli in aree svantaggiate, Provincia della Spezia (400 mila euro), Pliss, sistema logistico portuale per rete commerciale, comune di Savona (90 mila), Oltre Bampè, per il rafforzamento delle Pmi agroalimentari locali e lo sviluppo della filiera corta, Comune di Genova (423 mila), Mistral, per potenziare l´offerta di servizi innovativi per la nautica e porti turistici, Camera di Commercio e Provincia della Spezia (567 mila euro), Sicomar, per la sicurezza in mare, fra i beneficiari Arpal Liguria (146 mila), Biomass+ per favorire la tutela e la valorizzazione delle risorse agricole e forestali, Consorzio Valli Stura e Orba, Consorzio Coltivaprà, comune di Castelnuovo Magra (550 mila), Serena 2.0, per lo sviluppo di reti trasfrontaliere della nautica, Provincia della Spezia, Agenzia Liguria Lavoro (370 mila), Ucat Nw per la realizzazione di servizi comuni, Anci Liguria e Comune di Genova (176 milioni ), Redlav 2.1 per la prevenzione e la lotta anti-vettoriale e di epidemie, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta (187 mila 538).  
   
   
BOLZANO: VICINO IL VIA LIBERA PER ALTO ADIGE FINANCE  
 
Bolzano, 5 febbraio 2013 - Prende lentamente corpo Alto Adige Finance, nuova "creatura" della Giunta provinciale, un´agenzia in grado di favorire lo sviluppo del sistema economico locale. L´esecutivo di Palazzo Widmann ha trovato l´accordo sullo statuto dell´ente, per il via libera definitivo manca solo l´intesa sul coordinamento futuro tra Alto Adige Finance e Provincia. Dal "tesoretto" di 250 milioni di euro messo a disposizione dalla Regione per l´accensione di mutui o l´acquisto di azioni di società, sta nascendo Alto Adige Finance. La creazione della nuova agenzia è prevista dall´ultima legge finanziaria, che autorizza la Provincia a "costituire una società di sistema denominata Alto Adige Finance Spa con lo scopo di concorrere a promuovere, nell´ambito della normativa provinciale e regionale e delle direttive impartite dall´assessorato provinciale alle Finanze, lo sviluppo economico dell´Alto Adige". "Vogliamo che questi fondi possano essere messi a disposizione del mondo imprenditoriale - ha spiegato il presidente Luis Durnwalder - sottoforma di aiuti ad aziende in difficoltà, consulenza e contributi per attività di ricerca, senza dimenticare il sostegno alle imprese che vogliono investire sul territorio". La Giunta provinciale ha trovato oggi (4 febbraio) l´accordo di massima sullo Statuto di Alto Adige Finance, "resta solo da chiarire meglio - ha concluso Durnwalder - come coordinare in maniera efficace ed efficiente le attività dell´agenzia con le strategie del governo locale".  
   
   
INCONTRO TRA LE GIUNTE DI REGIONE MARCHE E COMUNE DI MACERATA. CULTURA, INFRASTRUTTURE E SANITÀ I TEMI AFFRONTATI. SPACCA E CARANCINI: “COLLABORAZIONE TRA ISTITUZIONI PER VINCERE LA CRISI”.  
 
 Ancona, 5 febbraio 2013 - “Solidarietà e collaborazione per resistere insieme a questo periodo di difficoltà sociali ed economiche. Massima coesione con il sistema delle autonomie locali, a partire dai Comuni. L’obiettivo rimane sempre uno: tutelare il nostro modello policentrico garantendo gli stessi servizi ai bisogni di tutti i cittadini marchigiani, sulla costa come nell’entroterra”. Questo, nelle parole del presidente della Regione, Gian Mario Spacca, lo spirito dell’incontro di il 4 febbraio tra la Giunta regionale e quella del Comune di Macerata. Diversi i temi all’ordine del giorno del confronto tra il presidente Spacca e il sindaco Romano Carancini, accompagnati dai rispettivi esecutivi. Cultura, infrastrutture e sanità su tutti. Spacca ha ricordato la grande attenzione della Regione per i beni culturali di Macerata, testimoniata dai 15,6 milioni di investimenti per il recupero del patrimonio della città. “La cultura – ha detto Spacca – riveste un ruolo di grande rilievo, non solo per la sua fruizione da parte dei cittadini, ma anche per la crescita economica ed occupazionale del territorio”. Tra le opere recuperate grazie alle risorse regionali, Palazzo Buonaccorsi con 5,4 milioni di euro. La Regione ha annunciato che le somme residue dell’intervento potrebbero essere reinvestite sul Palazzo stesso, per opere di impermeabilizzazione al fine di evitare infiltrazioni dannose al Museo della Carrozza. Fondamentale si è rivelato il finanziamento regionale anche per il recupero della Chiesa di San Filippo, recentemente riaperta al pubblico: la Regione ha messo a disposizione 1,3 milioni di euro sui complessivi 1,4. Altro progetto di grande significato per la comunità maceratese, è il recupero dell’orologio della Torre civica, per il quale la Regione ha assegnato un contributo straordinario di 200mila euro. “A Macerata la cultura è soprattutto Sferisterio – ha detto Spacca – una struttura di valenza regionale, vero punto di identità della rete culturale di questo territorio. La Regione, come ha già fatto in passato, proseguirà il suo impegno per la valorizzazione dell’arena, anche alla luce del progetto di potenziamento museale che il Comune sta elaborando”. Impegni anche sul turismo: la Regione finanzierà nel 2013 la realizzazione dell’area camper. Altro tema all’ordine del giorno, le infrastrutture. Anche su questo versante, è massimo l’impegno della Regione a supporto della rete maceratese. Tra le altre opere ricordate, il collegamento via Mattei-la Pieve nell’ambito della Quadrilatero. Quest’opera consentirà la connessione tra la Foligno-civitanova (Ss77) e le aree urbane. La Regione ha confermato l’impegno assunto con gli altri enti (Comune e Provincia) a partecipare per una quota paritaria al finanziamento dell’opera, in modo da attivare anche le risorse che saranno stanziate da Quadrilatero. “Una convergenza di intenti – ha sottolineato Spacca – determinante per connettere la grande viabilità alle aree urbane”. Il sindaco Carancini, che ha sottolineato la sensibilità, l’attenzione e il sostegno concreto di cui Macerata ha potuto beneficiare in questi anni ed in passato, ha poi espresso la volontà che il Centro agroalimentare compia un salto di qualità in termini di servizi. Un tema che ha registrato la piena condivisione del presidente Spacca che ha annunciato l’impegno della Regione ad inserire il progetto all’interno della programmazione per accedere ai fondi nazionali ed europei. Più complessa la realizzazione in tempi brevi della metropolitana di superficie, progetto sul quale in ogni caso è assicurata la massima attenzione della Regione vista la valenza in termini di mobilità sostenibile, tema particolarmente sentito dal governo regionale. “Dobbiamo lavorare – ha detto Spacca – soprattutto su una possibile copertura finanziaria nell’ambito della prossima programmazione europea 2014-2020 che prevede, tra i suoi focus, proprio uno sui tessuti urbani”. Infine la sanità. “Siamo in una morsa stringente – ha detto il presidente – La sanità regionale è alle prese con pesantissimi tagli ai trasferimenti statali: 180 milioni solo quest’anno, 600 nel triennio. A fronte di questa mannaia, dobbiamo procedere con una strategia di resistenza e riorganizzazione, che abbia quale riferimento imprescindibile i servizi ai cittadini. Un’azione molto concreta e concentrata nella gestione presente, con investimenti rivolti alla modernizzazione delle strutture esistenti, alla funzionalità degli impianti e delle apparecchiature, per dare risposte certe ai bisogni di salute della comunità”. Tutto ciò avverrà nell’ambito di un processo di razionalizzazione della rete, con la riconversione dei piccoli ospedali in strutture sociosanitarie e la riqualificazione degli ospedali di rete. Nello specifico del territorio maceratese, gli ospedali di Macerata, Civitanova e Camerino dovranno – così come avverrà in tutta la regione – lavorare insieme attraverso l’integrazione dei servizi e la valorizzazione delle rispettive specializzazioni e competenze. Quanto all’ospedale di Macerata, la Regione ha realizzato significativi investimenti sulla struttura e sui servizi; saranno mantenuti e potenziati alcuni servizi ospedalieri già presenti come l’oncologico, con radioterapia e medicina nucleare. “Stiamo vivendo una fase difficilissima – ha concluso Spacca - Per il prossimo triennio avremo un taglio di 1,6 miliardi di euro di risorse statali. Di fronte a questo scenario, occorre rivisitare strategie e progetti, per valorizzarli al massimo e renderli estremamente coerenti con le esigenze dei cittadini. La collaborazione concreta tra gli enti e la sinergia tra gli enti sono una risposta alla crisi”.  
   
   
PUGLIA: SIGLATO ACCORDO PER AMMORTIZZATORI SOCIALI 2013  
 
 Bari, 5 febbraio 2013 - Dopo un’intensa discussione, la Regione e le parti sociali hanno siglato l’Accordo per gli ammortizzatori sociali in deroga per l’anno 2013, che, a fronte al perdurare dello stato di debolezza dei livelli produttivi, conferma anche per quest’anno 2013 la validità della strategia adottata per il contrasto alla crisi occupazionale nella regione Puglia, attraverso un sistema di tutele fornite dagli ammortizzatori sociali in deroga e l’attuazione di interventi di politiche attive del lavoro. Strategia, che tuttavia, come rilevato da tutte le parti sociali, rischia di essere gravemente inficiata dall’assoluta insufficienza delle risorse rese disponibili per la Puglia dal Governo Nazionale e pari a circa 62 milioni di euro, comprensivi della quota di trattamenti di integrazione e del riconoscimento della contribuzione figurativa ai lavoratori. Le parti, inoltre, hanno dovuto tener conto delle indicazioni provenienti dal tavolo ministeriale che hanno imposto ulteriori e drastici vincoli nelle modalità di accesso agli ammortizzatori sociali in deroga. L’assessore al Welfare nell’esprimere soddisfazione per l’accordo raggiunto nonostante i sacrifici imposti dal quadro nazionale, ringrazia le parti presenti per lo straordinario impegno e senso di responsabilità dimostrato in questo difficile frangente, reso ancora più critico da un contesto normativo in mutamento e dalla incertezza di poter assicurare ai lavoratori e alle imprese pugliesi le tutele opportune. Questi gli elementi chiave dell’Accordo che proprio in funzione della scarsità di risorse ha validità sino al 30 aprile 2013 e, comunque, fino all’esaurimento delle stesse. Cassa Integrazione in deroga Possono presentare istanza di accesso ai trattamenti di Cig in deroga: a.I datori di lavoro, imprenditori e non, operanti nel territorio della Regione Puglia, esclusi dal campo di applicazione degli interventi di sostegno al reddito previsti dalla normativa statale per le ipotesi di sospensione e/o riduzione dell’attività produttiva; b.Le imprese, operanti nel territorio della Regione Puglia, che abbiano esaurito i periodi di godimento degli interventi di sostegno al reddito previsti dalla normativa statale per le ipotesi di sospensione e/o riduzione dell’attività produttiva. Non possono accedere alla Cig in deroga i datori di lavoro, anche artigiani, che non abbiano completamente utilizzato gli strumenti di sostegno al reddito disponibili in base alla legislazione statale per le sospensioni ordinarie e straordinarie dell’attività lavorativa, in presenza dei necessari requisiti, o previsti da Accordi nell’ambito della bilateralità. A partire dal 1° maggio 2013 saranno comunque esclusi dalla possibilità di richiedere nuovamente l’intervento i datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, che abbiano già ottenuto la autorizzazione alla fruizione della Cassa Integrazione in deroga per un periodo superiore a 24 mesi nel triennio precedente, con riferimento alla unità produttiva interessata dalla sospensione/riduzione, detratti i periodi a cui le aziende abbiano rinunciato espressamente dando comunicazione alla Regione Puglia e l’Inps. A condizione che sussista la copertura finanziaria degli interventi, la concessione della Cig in deroga per il periodo di validità del presente accordo (30 aprile 2013) avrà la durata di tre mesi, comprensivi della mensilità di gennaio 2013, eventualmente prorogata. I datori di lavoro, imprenditori e non imprenditori, che abbiano alle proprie dipendenze più di 250 lavoratori nello stabilimento interessato dalla Cassa Integrazione, potranno richiedere l’integrazione per un massimo di 2.500 ore mese complessive. Resta ferma la possibilità di prevedere ulteriori periodi di autorizzazione nel corso del 2013 a seguito della assegnazione da parte del Governo nazionale di ulteriori risorse alla Regione Puglia. Per i lavoratori posti in Cig in deroga, una volta formulata la dichiarazione di disponibilità, verrà concordato il piano di azione individuale presso i Centri per l´Impiego e gli stessi saranno avviati a formazione. Le attività previste costituiscono un insieme integrato di misure di politica attiva. Mobilità in deroga Sono destinatari del trattamento i lavoratori subordinati, ivi compresi gli apprendisti, i lavoratori con contratti a tempo determinato, i lavoratori somministrati, i quali siano stati licenziati o siano cessati dal lavoro e che, all´atto della estinzione del rapporto di lavoro, siano esclusi dal trattamento di mobilità ex lege n. 223/91, dal trattamento di disoccupazione, e dal trattamento di Assicurazione Sociale per l’Impiego (Aspi e Miniaspi). Per i lavoratori che abbiano già percepito mobilità in deroga per 24 mesi alla data di sottoscrizione dell’accordo regionale, il trattamento è prorogato al 28 febbraio 2013. Le parti si impegnano ad individuare entro tale data, sulla base dei dati forniti dall’Inps, le modalità di concessione/esclusione del trattamento in considerazione di fattori socio-economici quali: età e condizione familiare. Entro lo stesso termine le parti si impegnano a definire gli strumenti straordinari di sostegno al reddito di cui alla D.g.r. 3053 del 2012 nel limite delle risorse finanziarie ivi previste. Sono in ogni caso esclusi dalla fruizione del trattamento: i lavoratori che, anche nelle annualità precedenti, abbiano percepito mobilità ordinaria ai sensi della legge 223/91. Il trattamento viene concesso fino al 30 aprile 2013 e comunque per una durata complessiva non superiore a quattro mensilità nel corso del 2013. Una eventuale ulteriore proroga per una durata massima complessiva di 6 mensilità nel corso del 2013 potrà essere valutata solo in caso di nuove assegnazioni finanziarie da parte del Governo nazionale. Fermo restando quanto previsto ai punti precedenti, i trattamenti in corso al 31 dicembre 2012 potranno essere prorogati per una sola volta per una durata non superiore a quattro mensilità. La Regione Puglia si riserva di effettuare i controlli previsti dalla legge nei confronti delle imprese ed i lavoratori autorizzati ed autorizzabili a fruire del trattamento di ammortizzatori sociali in deroga tramite gli organismi a ciò abilitati. La Regione Puglia prevede a tal fine di stipulare apposite convenzioni con la Guardia di Finanza al fine di assicurare la massima intensità di controlli sui percettori di ammortizzatori in deroga. Coloro nei confronti dei quali sia stato già accertato l´illecito utilizzo dei trattamenti autorizzati, saranno esclusi da successive concessioni. Il dato di spesa relativo esclusivamente al presente Accordo, ed al netto della spesa sostenuta per prestazioni relative al 2012, è trasmesso dall’Inps alla Regione e alle parti sociali con cadenza mensile. Non saranno possibili autorizzazioni ed erogazione di trattamenti a partire dal momento in cui l’Inps comunicherà l’esaurimento delle risorse stanziate.  
   
   
DA PROVINCIA, CONSORZIO CONFIDIMPRESA TRENTINO E INPS REGIONALE FIRMATO IL PROTOCOLLO PER L´ANTICIPAZIONE DEI TRATTAMENTI DI INTEGRAZIONE SALARIALE  
 
 Trento, 5 febbraio 2015 - Buone notizie per i lavoratori dipendenti in cassa integrazione straordinaria, appartenenti a quelle imprese in difficoltà che non riescono a produrre il Durc (Documento unico di regolarità contributiva) e a rilasciare idonee garanzie sul rimborso di quanto avuto dai Confidi: i lavoratori non dovranno attendere mesi per la concessione del trattamento di integrazione salariale, ma potranno beneficiarne subito grazie all´anticipazione che verrà disposta dal Fondo speciale costituito con risorse provinciali e gestito dal Consorzio Confidimpresa Trentino snc. Il presidente della Provincia autonoma di Trento Alberto Pacher, il responsabile della Direzione regionale dell´Inps Marco Zanotelli e il presidente di Confidimpresa Trentino Giorgio Rigotti hanno siglato oggi nel primissimo pomeriggio un Protocollo d´intesa che prevede e disciplina l´anticipazione dei trattamenti di integrazione salariale previsti dall´articolo 3 della legge provinciale 34 del 1974, utilizzando direttamente le risorse del Fondo speciale. Il Protocollo va incontro alle esigenze dei lavoratori dipendenti e delle loro famiglie, in particolare in quelli alle dipendenze di imprese in crisi, e si affianca alle altre misure già in essere. In precedenza, per i lavoratori delle aziende appartenenti alle tipologie in questione, per ottenere la casa integrazione era possibile attendere anche qualche mese; così, invece, essa verrà erogata entro pochi giorni. La negativa contingenza produttivo-occupazionale che caratterizza oramai da alcuni anni anche l’ambito economico provinciale ha condotto il legislatore provinciale, con l’articolo 59 della legge 25 del dicembre 2012, ad introdurre un’innovativa modalità di anticipazione dei trattamenti di integrazione salariale, ivi compresi quelli concernenti i contratti di solidarietà difensivi (ex lege n. 863/1984), a cui le parti sociali stanno dedicando negli ultimi tempi un crescente interesse. Il protocollo sottoscritto oggi in Provincia definisce le regole attuative di quanto previsto dalla Finanziaria 2013 e realizza i presupposti per l’immediato pagamento degli anticipi di cassa integrazione straordinaria ai lavoratori delle aziende sprovviste di Durc o non in grado di fornire idonee garanzie sul rimborso di quanto ottenuto dal Confidi. Va ricordato che ai sensi della legge provinciale 34 del 1974 è istituito presso il Consorzio Confidimpresa Trentino snc un Fondo speciale di garanzia finanziato dalla Provincia autonoma per l´anticipazione dei trattamenti di integrazione salariale straordinaria. Negli ultimi mesi, nel contesto economico sempre più difficile, il meccanismo delle anticipazioni ha visto crescere il numero di imprese non più in grado di produrre il previsto Durc (il Documento unico di regolarità contributiva) o di rilasciare idonee garanzie sul rimborso di quanto ottenuto dagli istituti di credito per conto di Confidimpresa. In conseguenza, sono progressivamente cresciuti i tempi di erogazione degli anticipi ai lavoratori. Per effetto del nuovo sistema, che si affianca a quello ordinario nel caso delle aziende sprovviste di Durc o in difficoltà finanziaria, Confidi anticipa direttamente ai lavoratori gli importi spettanti, senza il coinvolgimento degli istituti di credito. I lavoratori rilasciano all’Inps un mandato irrevocabile a pagare a favore di Confidi. Per il funzionamento di tale sistema semplificato, il protocollo definisce i compiti dei diversi attori. E’ previsto che il Consorzio verifichi che esistano le condizioni di ammissibilità ai benefici presso la Commissione provinciale per l´impiego. Al lavoratore è richiesto di conferire al Consorzio il mandato irrevocabile a rappresentarlo nei confronti dell´Inps per la riscossione delle somme spettanti per il periodo in cui il lavoratore ha beneficiato delle anticipazioni. Per il periodo di sei mesi il Consorzio anticipa direttamente ai lavoratori il 90% del trattamento netto di integrazione salariale spettante, comunque nei limiti del massimale in vigore. Dal momento dell’emissione del decreto di concessione del trattamento d´integrazione salariale, la sede provinciale dell´Inps di Trento effettua il pagamento di quanto dovuto a ciascun lavoratore direttamente al Consorzio per il periodo per il quale sono intervenute le anticipazioni, unitamente alla prevista documentazione fiscale che viene rilasciata a ogni singolo lavoratore. A pagamento ricevuto, il Consorzio trattiene la quota corrispondente alle anticipazioni effettuate, con le quali potrà reintegrare il Fondo speciale, e procede a corrispondere ai lavoratori la differenza rimanente, qualora questa sia superiore alle anticipazioni effettuate. Il protocollo d´intesa firmato ieri ha valore per le istanze di integrazione salariale presentate dopo il 27 dicembre 2012 e con riferimento a periodi di sospensione successivi a quella data.  
   
   
IMMIGRATI, PRESENTATO IN REGIONE LAZIO RAPPORTO SU DINAMICHE CONFLITTUALITÀ LOCALI  
 
Roma, 5 febbraio 2013 - “Nel Lazio l’immigrazione è un fenomeno statisticamente significativo, strutturale e in continuo aumento. Secondo i dati forniti dall’Istat si è passati da 390.993 presenze del 2008 alle 542.688 presenze del 2011. In questo contesto lo strumento della mediazione, attraverso il dialogo e il confronto aperto, è importante per cercare di risolvere i problemi relativi all’emergere di conflittualità locali”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore enti locali e sicurezza, ambiente e sviluppo sostenibile, politiche dei rifiuti della Regione Lazio, Giuseppe Cangemi presentando il Rapporto “Analisi delle dinamiche e delle caratteristiche delle conflittualità locali in relazione alla presenza di cittadini stranieri nel Lazio”, promosso dall’Assessorato e realizzato dall’Osservatorio sulla Sicurezza e Legalità della Regione Lazio. Ad illustrare i dati del rapporto il presidente dell’Osservatorio tecnico-scientifico per la Sicurezza e Legalità della Regione Lazio, Rosario Vitarelli, il segretario generale dell’Unione forense per la tutela dei diritti umani (Uftdu), Anton Giulio Lana, e il sociologo esperto di relazioni etniche Mauro Valeri. “La mediazione può divenire un strumento capace di riassorbire il senso di insicurezza - ha proseguito Giuseppe Cangemi - attraverso la ricostruzione di un tessuto sociale sottoposto a lacerazioni o a forti tensioni, derivanti dalla convivenza di culture ed esperienze diverse. Il ricorso a forme di mediazione/conciliazione in tema di diritti umani si configura come una soluzione ottimale da vari punti di vista: essa, infatti, oltre a creare un clima favorevole al superamento delle ostilità e dei pregiudizi ha il merito di fornire alle parti coinvolte i modelli e gli strumenti di dialogo e ricostruzione delle relazioni interetniche riproducibili in tutte le situazioni, generando così - ha concluso Giuseppe Cangemi - un circolo virtuoso i cui benefici saranno visibili all’intera collettività”.  
   
   
UMBRIA, CENTRO PARI OPPORTUNITÀ: PRESTO OBBLIGATORIE QUOTE ROSA IN ORGANI AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO SOCIETÀ PUBBLICHE  
 
Perugia, 5 febbraio 2013 – “Una vera e propria rivoluzione in rosa che riconosce le competenze e i meriti delle donne”, così la Presidente del Centro per le pari opportunità della Regione Umbria, Daniela Albanesi, ha commentato con soddisfazione la pubblicazione (nella Gazzetta Ufficiale n.23 del 28 gennaio 2013) del Regolamento attuativo della legge “Golfo-mosca” sulla parità di accesso agli organi di amministrazione e di controllo nelle società non quotate e controllate dalle pubbliche amministrazioni. Il provvedimento, che entrerà in vigore il prossimo 12 febbraio, prevede che almeno un terzo dei componenti dei Consigli di amministrazione e di controllo delle società pubbliche debba essere donne. Le società del settore pubblico dovranno correggere i propri atti costitutivi e statuari per adeguarli alle nuove previsioni di legge. Si tratta – secondo la presidente del Cpo - di un importante passo avanti verso il “riequilibrio di genere” nelle posizioni apicali nelle società che fanno capo a tutte le amministrazioni dello Stato, comprese le aziende e gli enti del servizio sanitario nazionale, le agenzie, le università, le scuole e tutti gli enti pubblici non economici nazionali e locali. La partenza – spiegano dal Cpo – sarà comunque graduale. Per iniziare sarà sufficiente attenersi al rapporto minimo di un quinto tra un genere e l’altro, con la previsione di arrivare a un terzo nell’arco di tre mandati. Ai Cda già in funzione è concesso un periodo di proroga fino al primo rinnovo degli organismi direttivi interessati dal provvedimento. A svolgere il ruolo di sorveglianza sul rispetto del principio delle quote rosa sarà la Presidenza del Consiglio, con l’attenzione specifica del Ministero per le Pari Opportunità.. Viene inoltre potenziato il sistema di denuncia per eventuali trasgressioni, mentre agli organi di controllo è assegnato il potere di dichiarare decaduto il Cda che dopo richiamo formale non ottemperi agli obblighi previsti.