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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 26 Giugno 2007
DALLA COMMISSIONE EUROPEA UN LIBRO SUL FONDAMENTO DELL´EUROPA DI OGGI A SETTEMBRE L´EDIZIONE ITALIANA  
 
Bruxelles, 26 giugno 2007 - Per i 50 anni dei trattati di Roma, il 29 giugno la Commissione pubblica un libro che documenta i suoi primi anni (1958-1972). Il testo è stato redatto da storici europei sulla scorta di circa 120 testimonianze di protagonisti dell´epoca. Esso illustra la creazione della Commissione, i suoi primi cimenti e il suo sviluppo politico e amministrativo. In occasione del vertice del 21-22 giugno, il presidente Barroso ha offerto la pubblicazione ai membri del Consiglio europeo, per sottolineare il ruolo più che mai centrale della Commissione. Il presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, ha scritto nella prefazione: "I valori sostenuti dalla Commissione sono rimasti intatti e restano indispensabili nell´Europa allargata. Sono lieto di constatare che la Commissione resta ancora oggi il simbolo vivente, l’immagine stessa dell’Unione europea (…). Il permanere (…) di questa identificazione tra la Commissione e il progetto europeo si spiega in larga misura col fatto che la Commissione appare come l’istituzione tipicamente comunitaria, che coniuga la responsabilità politica di un organo esecutivo, la competenza amministrativa e la difesa intransigente del progetto europeo (…). Il legame vitale tra la Commissione e l’integrazione europea è dovuto anche alle donne e agli uomini che vi lavorano (…). Per questo (…) voglio difendere nella loro unicità il ruolo e la struttura della Commissione dagli attacchi populistici e semplicistici di cui sono oggetto. Non deve sfuggirci il fatto che, attaccando la Commissione, è la costruzione europea stessa che si cerca di colpire. " Per far luce su quest´epoca poco nota la Commissione ha invitato alcuni storici europei a scriverne la storia. In seguito a un bando di gara, il compito è stato affidato a un consorzio guidato dal professor Michel Dumoulin, dell´università cattolica di Louvain-la-neuve, in Belgio. La pubblicazione uscirà in libreria a fine giugno nella versione francese, cui seguiranno rapidamente le edizioni nelle altre lingue: in inglese ai primi di luglio, in tedesco più avanti nel mese di luglio, in italiano e in olandese a settembre. L´originalità della pubblicazione è molteplice: Si tratta di un lavoro unico in cui viene raccolta la memoria viva dell´istituzione. Oltre 120 testimonianze di protagonisti dell´epoca sono state registrate e verranno depositate presso gli archivi storici dell´Unione europea, a Firenze. È la storia di un´invenzione affinata giorno per giorno nel 1958: far lavorare insieme sei paesi, creare un´amministrazione pluriculturale, trovare la sua collocazione fra il Consiglio e il Parlamento europeo, impostare una serie di politiche (mercato comune, concorrenza, politica agricola comune), definire il metodo comunitario, predisporre il primo ampliamento. Infine, l´opera illustra il funzionamento delle prime commissioni: l´assegnazione dei portafogli, le influenze nazionali, il problema della sede, i primi presidenti, la creazione delle direzioni generali e dei gabinetti, etc. Contenuto e autori - La pubblicazione conta oltre 600 pagine e si compone di due parti: l´istituzione e i suoi protagonisti (13 capitoli), nonché le politiche varate (14 capitoli). È disponibile in due versioni: in brossura (30 €) e rilegata (70 €). Per scrupolo di coerenza storica si limita al periodo 1958-1972, giacché col primo allargamento la storia europea entra in una seconda fase. Del contenuto sono interamente responsabili gli autori. Non si tratta una storia ufficiale della Commissione. Il consorzio di storici è composto da Michel Dumoulin (coordinatore), professore ordinario presso l´università cattolica di Louvain-la-neuve, Marie-thérèse Bitsch, professore emerito presso l´università Strasbourg Iii-robert Schuman, Gérard Bossuat, professore presso l´università Paris Iv-sorbonne, Eric Bussière, professore presso l´università Paris Iv-sorbonne, Julie Cailleau, dottoranda presso l´università cattolica di Louvain-la-neuve, Yves Conrad, docente invitato presso l´università cattolica di Louvain-la-neuve, Anaïs Legendre, dottoranda presso l´università Paris I-panthéon-sorbonne, Matthieu Lethé, laureato dall´università cattolica di Louvain-la-neuve, Wilfried Loth, professore titolare presso l´università Duisburg-essen, Jean-marie Palayret, direttore degli archivi storici dell´Unione europea a Firenze, Jan Van der Harst, docente presso l´università di Groningen, Arthe Van Laer, dottoranda presso l´università cattolica di Louvain-la-neuve e Antonio Varsori, professore presso l´università di Padova. .  
   
   
APPALTI PUBBLICI: PIÙ GARANZIE AI CANDIDATI E NORME MINIME SUI RICORSI  
 
Bruxelles, 26 giugno 2007 - Sulla base di un compromesso raggiunto con il Consiglio, il Parlamento europeo ha approvato la modifica di due direttive relative agli appalti pubblici finalizzata a salvaguardare le possibilità di ricorso dei candidati, con la sospensione in tempo utile della firma del contratto, e a proporre misure che consentano di lottare contro le aggiudicazioni illegittime mediante trattativa privata. La proposta di direttiva presentata dalla Commissione europea è intesa a modificare la vigente legislazione europea relativa alle possibilità di ricorso precontrattuali offerte alle aziende che si ritengono lese all’atto dell’aggiudicazione di un appalto (direttive 89/665/Cee per gli appalti pubblici classici e 92/13/Cee per gli appalti pubblici speciali). Il progetto è destinato a essere applicato nell’ambito delle procedure formali d’aggiudicazione di appalti pubblici (direttive 2004/18/Ce e 2004/17/Ce) e degli appalti a trattativa privata superiori alle soglie fissate. Esso è finalizzato al raggiungimento di due obiettivi principali: salvaguardare le possibilità di ricorso dei candidati all’ottenimento di un appalto pubblico, prevedendo di sospendere in tempo utile la firma del contratto, e proporre misure che consentano di lottare contro le aggiudicazioni illegittime mediante trattativa privata. Il Parlamento europeo ha approvato il compromesso negoziato con il relatore Jean-claude Fruteau (Pse, Fr), consentendo così l´adozione in prima lettura delle modifiche proposte alle pertinenti direttive. Gli Stati membri hanno ora 2 anni per trasporre le nuove disposizioni nel diritto nazionale. Termine sospensivo In forza alla direttiva gli Stati membri devono provvedere a che i concorrenti a una gara d’appalto dispongano di termini tali da garantire ricorsi efficaci contro le decisioni di aggiudicazione di un appalto prese dalle amministrazioni aggiudicatrici adottando le disposizioni necessarie che rispettano le condizioni minime stabilite dalla direttiva stessa riguardo al cosiddetto “termine sospensivo” a ai termini per la presentazione di un ricorso. Uno dei punti chiave oggetto del compromesso riguarda proprio il periodo di sospensione (o standstill) che intercorre tra l´aggiudicazione e la conclusione di un contratto di appalto. Come recita un paragrafo nuovamente inserito nel testo, il termine sospensivo dovrebbe concedere agli offerenti interessati sufficiente tempo per esaminare la decisione d´aggiudicazione dell´appalto e valutare se sia opportuno avviare una procedura di ricorso. Quando la decisione di aggiudicazione è loro notificata, gli offerenti interessati dovrebbero ricevere le informazioni pertinenti, che sono loro indispensabili per presentare un ricorso efficace. La proposta della Commissione prevedeva che un contratto non potesse essere concluso prima dello scadere di un termine di 10 giorni a partire dal giorno successivo a quello in cui la decisione d´aggiudicazione dell´appalto fosse stata comunicata agli offerenti interessati. Il compromesso accetta questo lasso di tempo, ma unicamente se la decisione è trasmessa via fax o posta elettronica. Per le comunicazioni realizzate con altri mezzi, il periodo di sospensione è portato a 15 giorni. In quest´ultimo caso, gli Stati membri possono anche decidere che un contratto non venga concluso prima dello scadere di un termine di almeno dieci giorni civili a partire dal giorno successivo a quello in cui la decisione d´aggiudicazione dell´appalto è stata ricevuta. La direttiva, d’altra parte, consente agli Stati membri di prevedere delle deroghe al periodo sospensivo in casi specifici da essa indicati. Presentazione dei ricorsi Gli Stati membri dovranno provvedere a rendere accessibili le procedure di ricorso, secondo modalità da essi determinate, «almeno a chiunque abbia o abbia avuto interesse a ottenere l´aggiudicazione di un determinato appalto e sia stato o rischi di essere leso a causa di una presunta violazione». Se uno Stato membro esige che il ricorso sia inoltrato in primo luogo presso l’amministrazione aggiudicatrice, dovrà fare in modo che ciò comporti la sospensione immediata della possibilità di concludere il contratto. In questo caso, la sospensione deve come minimo durare cinque giorni, dal giorno in cui l’amministrazione aggiudicatrice ha inviato una risposta via fax o per posta elettronica. Il termine si allunga 15 giorni se è inviata tramite altri mezzi. Gli Stati membri devono comunque far sì che i provvedimenti presi ai fini dei ricorsi permettano di prendere con la massima sollecitudine e con procedura d´urgenza misure provvisorie intese «a riparare la violazione denunciata o impedire che altri danni siano causati agli interessi coinvolti», compresi i provvedimenti intesi a sospendere o a far sospendere la procedura di aggiudicazione di un appalto pubblico o l´esecuzione di qualsiasi decisione presa dall´amministrazione aggiudicatrice. Ma anche misure che tendano ad annullare o far annullare le decisioni illegittime, compresa la soppressione delle specifiche tecniche, economiche o finanziarie discriminatorie figuranti nell´invito a presentare l´offerta, nei capitolati d´oneri o in ogni altro documento connesso con la procedura di aggiudicazione dell´appalto in questione. Come anche quelle volte ad accordare un risarcimento danni alle persone lese dalla violazione. Qualora un organo di prima istanza, che è indipendente dall´amministrazione aggiudicatrice, riceva un ricorso relativo ad una decisione d´aggiudicazione dell´appalto, gli Stati membri dovranno far sì che l´amministrazione aggiudicatrice non possa concludere il contratto prima che l´organo di ricorso abbia preso una decisione sulla domanda di provvedimenti provvisori o sul ricorso inoltrato. Tale sospensione non deve cessare prima dello scadere del “termine sospensivo”. I termini definiti per il periodo di sospensione, mutatis mutandis, valgono anche per la presentazione dei ricorsi contro una decisione presa da un´amministrazione aggiudicatrice nel quadro di (o in relazione a) una procedura di aggiudicazione di appalto, quando gli Stati membri stabiliscono che questi debbano essere presentati prima dello scadere di un determinato termine. La comunicazione della decisione dell´amministrazione aggiudicatrice ad ogni offerente o candidato, è anche precisato, dev’essere accompagnata da una relazione sintetica dei motivi pertinenti. In casi ben definiti, gli Stati membri dovranno inoltre garantire che un contratto sia considerato inefficace da un organo di ricorso indipendente dall´amministrazione aggiudicatrice o che la sua inefficacia sia il risultato di una decisione di detto organo di ricorso. Le conseguenze di un contratto considerato inefficace, è precisato, devono essere previste dagli ordinamenti giuridici nazionali. Pertanto, il diritto nazionale può prevedere la soppressione con effetto retroattivo di tutti gli obblighi contrattuali o viceversa limitare la portata della soppressione agli obblighi che rimangono da adempiere. In quest´ultimo caso gli Stati membri devono prevedere l´applicazione di sanzioni – effettive, proporzionate e dissuasive – come pene pecuniari o la riduzione della durata del contratto. Gli Stati membri, peraltro, possono anche prevedere delle deroghe all’inefficacia di un contratto, sebbene questo sia stato aggiudicato illegittimamente, se l’organo di ricorso invoca motivi di interesse generale. Anche in questo caso, dovranno prevedersi delle sanzioni come quelle appena descritte. D’altra parte, la direttiva precisa che gli interessi economici nell´efficacia del contratto possono essere presi in considerazione quali esigenze imperative «soltanto se in circostanze eccezionali l´inefficacia conduca a conseguenze sproporzionate». Tuttavia, gli interessi economici legati direttamente al contratto in questione «non costituiscono un´esigenza imperativa relativa ad un interesse generale». Questi, è aggiunto, comprendono, tra l´altro, i costi risultanti dal ritardo nell´esecuzione del contratto, dalla necessità di indire una nuova procedura d´appalto, dal cambiamento dell´operatore economico che esegue il contratto e i costi degli obblighi di legge risultanti dall´inefficacia. Per evitare l´incertezza giuridica che può derivare dall´inefficacia, gli Stati membri dovrebbero prevedere una deroga a qualsiasi riconoscimento di inefficacia anche nei casi in cui l´amministrazione aggiudicatrice o l´ente aggiudicatore considerano che l´aggiudicazione mediante trattativa privata di qualsiasi contratto senza pubblicazione preliminare di un bando di gara nella Gazzetta ufficiale sia autorizzata conformemente alle direttive sugli appalti e hanno applicato un termine sospensivo minimo che consente mezzi di ricorso efficaci. Meccanismo correttore Se anteriormente alla conclusione di un contratto la Commissione ritiene che sia stata commessa una grave violazione delle disposizioni comunitarie in una procedura di aggiudicazione di un appalto, essa potrà notificare allo Stato membro interessato i motivi per cui ritiene che sia stata commessa una grave violazione e chiederne la correzione. Lo Stato membro avrà 21 giorni (dalla ricezione della notifica) per comunicare alla Commissione la conferma che la violazione è stata riparata, una conclusione motivata per spiegare perché non vi sia stata riparazione, una notifica che la procedura di aggiudicazione dell´appalto in questione è stata sospesa dall´amministrazione aggiudicatrice di propria iniziativa. Revisione della direttiva Alla Commissione, infine, è concesso chiedere agli Stati membri di fornirle informazioni sul funzionamento delle procedure nazionali di ricorso, adeguate rispetto all´obiettivo perseguito, coinvolgendo il comitato consultivo per gli appalti pubblici nella determinazione della portata e della natura di tali informazioni. Solo la diffusione di tali informazioni, è spiegato, può infatti permettere di valutare correttamente gli effetti delle modifiche introdotte nel quadro della presente direttiva dopo che sarà trascorso un periodo di tempo significativo dall´applicazione di quest´ultima. Entro tre anni dalla messa in applicazione della direttiva la Commissione ne dovrà riesaminare l’attuazione e riferire al Parlamento e al Consiglio in merito alla sua efficacia. .  
   
   
UNA STRATEGIA CONTRO LA DELINQUENZA GIOVANILE  
 
Bruxelles, 26 giugno 2006 - Allarmato dall´aumento della violenza giovanile, in particolare nelle scuole, il Parlamento europeo sollecita la definizione di una strategia integrata a livello nazionale e europeo, che combini prevenzione, misure giudiziarie e extragiudiziarie e inclusione sociale. Sottolineando il ruolo della famiglia, della scuola e dei mezzi di comunicazione, chiede di agire sulle cause della delinquenza (disagio sociale, droga e mass media), ma insiste sulla necessità di limitare il ricorso a pene detentive. Chiede poi agli Stati membri di ricorrere ai programmi europei esistenti e di adottare norme minime europee e sottolinea l´esigenza di creare una rete tra tutte le autorità e di polizia a livello nazionale e comunitario che tratti dei casi di bambini scomparsi. Sollecita inoltre l´istituzione di un numero verde per giovani con problemi e la definizione di un programma quadro comunitario. Approvando con 440 voti favorevoli, 64 contrari e 71 astensioni la relazione di Katerina Batzeli (Pse, El), il Parlamento europeo nota anzitutto che la delinquenza giovanile rappresenta di per sé un problema più pericoloso rispetto alla criminalità adulta, poiché interessa una parte della popolazione particolarmente vulnerabile ed espone molto presto i giovani al rischio di esclusione e di stigmatizzazione sociale. I deputati sottolineano poi che la delinquenza giovanile è aumentata in modo allarmante e la questione diventa preoccupante per via delle considerevoli proporzioni che assume oggi, «essendosi abbassata l´età dell´entrata nella delinquenza ed essendo aumentato il numero dei reati commessi da ragazzi di età inferiore ai tredici anni, e per via del fatto che i loro atti sono sempre più crudeli». Origini della violenza giovanile: disagio sociale, droga e televisione Per i deputati tra i principali fattori che alimentano la delinquenza giovanile vi sono la descolarizzazione, la mancanza di punti di riferimento, la mancanza di comunicazione e di valorizzazione di modelli adeguati all´interno della famiglia, spesso a causa dell´assenza dei genitori. Ma anche problemi psicopatologici legati a violenze fisiche o abusi sessuali da parte di persone dell´ambiente familiare, le carenze dei sistemi educativi nella trasmissione di valori sociali, la povertà, la disoccupazione, l´esclusione sociale e il razzismo. Altri fattori decisivi sono inoltre la marcata tendenza all´imitazione presente nei giovani, i disturbi della personalità legati al consumo di alcol e stupefacenti. Per i deputati, infatti, l´aumento del consumo di cannabis e di altre droghe e/o di alcol da parte degli adolescenti «va messo in relazione con l´aumento della delinquenza giovanile». Ma a loro parere, alla delinquenza giovanile concorre anche l´offerta, da parte dei mezzi di comunicazione, di taluni siti Internet e dei videogiochi, «di modelli che esaltano una violenza gratuita, eccessiva e ingiustificata». «L´enorme quantità di scene di una violenza estrema e di materiale pornografico che viene diffusa da mezzi di comunicazione e da mezzi audiovisivi», come i giochi, la televisione e Internet, come anche lo sfruttamento, da parte dei mass media, dell´immagine di minori delinquenti e vittime, per i deputati, «sfiorano spesso la violazione dei diritti fondamentali del bambino e contribuiscono a diffondere una banalizzazione della violenza». Coesione sociale e ruolo della famiglia Per il Parlamento è fondamentale che tutte le parti interessate della società partecipino direttamente alla programmazione e all´attuazione di una strategia nazionale integrata, in ambito scolastico, sociale, familiare e educativo, che contribuisca alla trasmissione dei valori sociali e civici, e alla socializzazione precoce dei giovani. A suo parere occorre anche che «la famiglia, gli educatori e la società trasmettano ai giovani determinati valori fin dall´infanzia». Per porre in atto azioni intese a lottare in modo radicale contro la delinquenza giovanile, è inoltre indispensabile poter disporre di risorse finanziarie sufficienti. E´ poi necessario definire una politica incentrata su una migliore coesione politica e sociale, volta a ridurre le disparità sociali e a lottare contro l´esclusione sociale e la povertà. La prevenzione della delinquenza giovanile richiede quindi politiche pubbliche in settori come l´alloggio, l´occupazione, la formazione professionale, le attività del tempo libero e gli scambi di giovani. Occorre poi rafforzare il ruolo e valorizzare sotto il profilo qualitativo i centri giovanili quali luoghi di scambio tra giovani. Il Parlamento sottolinea ruolo specifico che è assegnato alla famiglia in ogni fase della lotta contro la delinquenza giovanile. Chiede quindi gli Stati membri di predisporre un sostegno adeguato per i genitori (che in taluni casi dovrebbero essere maggiormente responsabilizzati), e li incoraggia a prevedere l´istituzione di un congedo parentale di un anno, che consenta di privilegiare la prima educazione dei figli. Dovrebbero inoltre fornire particolare sostegno alle famiglie che devono far fronte a problemi economici e sociali, ad esempio con l´adozione di provvedimenti volti a soddisfare esigenze essenziali e con azioni volte a garantire un accesso equo al mercato del lavoro e alla vita sociale. Gli Stati membri sono anche invitati a mettere a disposizione le risorse necessarie per ampliare in modo efficace l´offerta di consulenza psicosociale, prevedendo fra l´altro punti di contatto per le famiglie che sono interessate dalla delinquenza giovanile. Il ruolo della scuola I deputati sottolineano poi il ruolo particolare della scuola nella formazione della personalità dei bambini e degli adolescenti. Al riguardo, rilevano che due caratteristiche fondamentali della scuola di oggi - il multiculturalismo e l´accentuazione delle differenze fra classi sociali - possono portare a fenomeni di violenza all´interno delle scuole, soprattutto in mancanza di adeguate strutture di intervento, sostegno e approccio degli allievi al sistema educativo. In tale contesto, la relazione invita gli Stati membri a impartire alle autorità scolastiche le opportune direttive per introdurre in ambito scolastico organi di mediazione cui parteciperanno alunni, genitori, insegnanti e servizi competenti degli enti locali. Il Parlamento ritiene poi assolutamente necessario fornire un´adeguata formazione agli insegnanti affinché possano essere in grado di gestire l´eterogeneità delle classi, sviluppare un´attività pedagogica «basata non sul moralismo, bensì sulla prevenzione e sulla solidarietà». Nella politica in materia di istruzione gli Stati membri dovrebbero introdurre la prestazione di un particolare sostegno psicologico e di consulenza ai minori che denotano problemi di socializzazione. Ma occorre anche prevedere la possibilità di fornire assistenza medica in ogni scuola, la nomina di un assistente sociale, di un sociologo-criminologo, di un pedopsichiatra e di esperti in materia di delinquenza giovanile. Vanno poi garantiti rigorosi controlli per quanto riguarda il consumo di alcol e l´uso di sostanze stupefacenti da parte degli alunni, ed è necessario lottare contro ogni forma di discriminazione nei confronti di membri della comunità scolastica. In proposito, i deputati osservano che «persino i cortili delle scuole, anche nei quartieri favoriti, sono divenuti zone di non diritto», dove è offerta droga e si procede a violenze, anche con armi bianche, e a racket di diverso tipo, si svolgono giochi pericolosi come l´happy slapping, «ossia il trasferimento su siti Internet di foto di scene di violenza riprese con i telefoni cellulari». Si dovrebbe anche procedere alla nomina di un mediatore che faccia da collegamento tra la scuola e la comunità, e promuovere la cooperazione tra le varie comunità scolastiche per quanto riguarda l´ideazione e l´attuazione di programmi contro la violenza. Mass media: rischi e opportunità Il Parlamento sottolinea inoltre che i mezzi di comunicazione di massa possono svolgere un ruolo importante per quanto riguarda la prevenzione del fenomeno della delinquenza giovanile. In particolare, assumendo iniziative di informazione e di sensibilizzazione del pubblico, come pure fornendo trasmissioni di elevata qualità, che promuovano il contributo positivo dei giovani alla società. I media dovrebbero però limitare la diffusione dell´uso della violenza, della pornografia e del consumo di sostanze stupefacenti, e ciò sulla base di accordi da inserire in una "guida" per la tutela dei diritti dei minori. A tale proposito, i deputati invitano gli Stati membri e le competenti autorità di regolamentazione «a dare un´attuazione rigorosa e assoluta» alla legislazione comunitaria e nazionale relativa alla segnalazione del contenuto delle trasmissioni televisive e di altri programmi che possono contenere scene di particolare violenza o inadatte ai minori. Limitare il ricorso a pene detentive In materia giudiziaria, il Parlamento sottolinea l´importanza di sviluppare negli Stati membri misure che prevedano pene alternative alla reclusione e di carattere pedagogico e dando ampia scelta al giudice nazionale, come ad esempio l´offerta di un lavoro socialmente utile, il risarcimento e l´intermediazione con la vittima nonché corsi di formazione professionale, in funzione della gravità del delitto, dell´età del delinquente, della sua personalità e maturità. L´incarcerazione, cui si deve ricorrere solo in ultima istanza, dovrebbe inoltre aver luogo «in infrastrutture adeguate ai minori delinquenti». Gli Stati membri sono inoltre invitati a adottare nuovi provvedimenti innovativi di approccio giudiziale, «come la diretta partecipazione dei genitori o dei tutori del minore al procedimento penale», accompagnata da un approccio pedagogico o da un sostegno psicologico intensivo, la possibilità di scegliere una famiglia di adozione e l´assistenza e l´informazione ai genitori, agli insegnanti e agli alunni in caso di comportamento violento manifestato in ambito scolastico. I deputati ricordano d´altra parte che lo svolgimento della procedura giudiziaria e la sua durata, la scelta della misura da adottare nonché la sua esecuzione ulteriore «devono essere guidati dal principio dell´interesse superiore del bambino». Verso una strategia europea Il Parlamento raccomanda agli Stati membri di procedere con urgenza, in cooperazione con la Commissione, all´elaborazione e all´adozione di una serie di norme minime e di principi guida comuni a tutti gli Stati membri in materia di delinquenza giovanile, incentrate su tre pilastri fondamentali: prevenzione, provvedimenti giudiziari e extragiudiziari, nonché riabilitazione, integrazione e reinserimento sociale. L´obiettivo di un approccio europeo comune deve consistere nel definire modelli di intervento volti a fronteggiare e a gestire la delinquenza giovanile, mentre il ricorso a misure detentive e a sanzioni penali dovrebbe avvenire solo in ultima istanza e quando ciò sia giudicato assolutamente necessario. La Commissione e gli Stati membri sono invitati ad attivare, in una prima fase, gli strumenti e i programmi europei già esistenti, inserendovi azioni per il contenimento e la prevenzione del fenomeno della delinquenza giovanile e prevedendo anche il regolare reinserimento sociale degli autori e delle vittime. In proposito, i deputati citano, fra gli altri, il programma speciale "Prevenzione e lotta contro la delinquenza" (2007-2013), che si pone gli obiettivi fondamentali di prevenire la criminalità e proteggere le vittime, il programma speciale "Giustizia penale" (2007-2013), per la promozione della cooperazione giudiziaria in materia penale, il programma Daphne ΙΙΙ per combattere la violenza contro i bambini e i giovani, il programma "Gioventù in azione" (2007-2013), nonché le azioni del Fondo sociale europeo e del programma Equal in materia di potenziamento dell´inserimento sociale e di lotta contro le discriminazioni. Il Parlamento ribadisce poi l´importanza dell´eliminazione della violenza dai mezzi di comunicazione e nella promozione dei mezzi audiovisivi la cui programmazione non sia incentrata esclusivamente su programmi violenti. E, pertanto, chiede che vengano fissate norme europee intese a limitare la diffusione della violenza sia nei mezzi di comunicazione audiovisivi che nella stampa scritta. Inoltre, invita la Commissione ad estendere le norme pertinenti della direttiva "Televisione senza frontiere" al settore della telefonia mobile e di Internet. Sottolinea poi che l´informazione e l´avvertenza in merito ad una navigazione sicura su Internet e ad un utilizzo sicuro dei telefoni cellulari «dovrà in futuro formare oggetto di proposte concrete della Commissione che siano vincolanti su scala europea». Il Parlamento ha respinto la proposta di istituire un Osservatorio europeo sulla delinquenza giovanile. D´altra parte, chiede alla Commissione di incoraggiare l´istituzione di un numero verde gratuito a livello europeo per i bambini e gli adolescenti con problemi, «in quanto questi sistemi possono apportare un importante contributo alla prevenzione della delinquenza giovanile». Sottolinea, inoltre, l´esigenza di una stretta cooperazione e della creazione di una rete tra tutte le autorità e di polizia a livello nazionale e comunitario relativamente alle indagini e alla soluzione di casi di bambini scomparsi vittime delle delinquenza giovanile. I deputati invitano infine la Commissione a presentare un programma quadro comunitario integrato, che preveda misure preventive a livello dell´Ue, un sostegno alle iniziative delle Ong e alla cooperazione transnazionale, il finanziamento di programmi pilota a livello regionale e locale che si fondino sulle migliori prassi nazionali e si propongano di diffonderle in tutta Europa, e rispondano nel contempo alle necessità in materia di infrastrutture sociali e pedagogiche. .  
   
   
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FIDUCIA E COMUNICAZIONE: LE CHIAVI VERSO L´ACCETTAZIONE DELLA NANOTECNOLOGIA DA PARTE DEL PUBBLICO  
 
Bruxelles, 26 giugno 2007 - Da quando i media hanno iniziato a parlare di nanotecnologia, verso la fine del 20o secolo, essa è passata dall´essere la soluzione a tutti i problemi del pianeta, malattie, cambiamento climatico, fornitura di energia, all´essere l´origine dei nanorobot che conquisteranno il mondo, dei rischi per la salute e per l´ambiente derivanti dalle nanoparticelle, nonché un interesse per gli ambienti militari. Dopo un´ondata iniziale di notizie che hanno creato forti aspettative per poi mettere in guardia contro i rischi della nanotecnologia, la negli ultimi anni le informazioni sono diminuite, limitando di conseguenza la conoscenza e la comprensione di questa tecnologia da parte del pubblico. I partecipanti all´Euronanoforum 2007, svoltosi a Düsseldorf (Germania), hanno presentato una panoramica dei risultati di alcune indagini sulle percezioni della nanotecnologia da parte della società e hanno fornito alcuni consigli su come affrontare lo scetticismo al riguardo. Secondo Ineke Malsch, amministratore delegato di Malsch Technovaluation nei Paesi Bassi, la nanotecnologia non viene percepita in modo particolarmente negativo dal grande pubblico. La dott. Ssa Malsch ha menzionato uno studio dell´Eurobarometro sulla biotecnologia, secondo il quale il 40% degli intervistati riteneva che la nanotecnologia avrebbe migliorato la qualità della vita nei prossimi 20 anni, circa il 5% ha espresso un´opinione negativa, mentre circa il 44% non ne aveva mai sentito parlare. Sebbene le cifre esatte varino, questa tendenza generale emerge anche da altre indagini citate dalla dott. Ssa Malsch e da altri oratori. Un´indagine condotta negli Stati Uniti ha rivelato che il 53% non ha mai sentito parlare di nanotecnologia. Torsten Fleischer del Centro di ricerca di Karlsruhe ha parlato del desiderio comune tra le persone intervistate di essere meglio informate su questa materia. Un gruppo specifico costituito dalla sua équipe ha rilevato una forte curiosità insieme al desiderio di una maggiore trasparenza della ricerca e dell´industria, di controlli da parte del governo e della pubblicazione dei risultati di test indipendenti dei prodotti. «Il pubblico vuole essere informato, ma vuole anche essere ascoltato e coinvolto nei dibattiti sulla nanotecnologia», ha affermato il dott. Fleischer. Il gruppo specifico intervistato (selezionato in modo causale nella regione di Karlsruhe) aveva alcune conoscenze in materia, in particolare sui microsistemi, sui rivestimenti in vetro per le automobili, sulle terapie del cancro e sui potenziali progressi nel settore della medicina, dell´energia, dell´ambiente e, in generale, sui vantaggi che tale tecnologia può apportare nella vita di tutti i giorni. Alcuni membri di tale gruppo, tuttavia, sono stati influenzati dagli allarmi diffusi in passato e hanno fatto riferimento all´amianto, all´ingegneria genetica e alle emissioni di particelle fini, come fattori che contribuivano ad accrescere la loro preoccupazione sulla nanotecnologia. Le preoccupazioni citate più frequentemente si riferivano all´alimentazione, alla salute e all´ambiente. Il dott. Fleischer ha osservato che la percezione dell´obiettivo di un´applicazione della nanotecnologia determina in modo significativo la risposta del pubblico al riguardo. Ciò significa, ad esempio, che vi sono in generale meno preoccupazioni in relazione alle tecnologie destinate a risolvere problemi di salute o ambientali. Il dott. Fleischer ha inoltre messo in luce il fattore della fiducia. Alcune indagini dimostrano che il grande pubblico tende ad avere più fiducia nei consigli scientifici di organismi indipendenti piuttosto che negli esponenti dell´industria o del governo. «Le persone accetteranno il fatto che vi siano incertezze e conoscenze limitate, ma queste ultime sono accettate quando vengono ammesse e comunicate», ha affermato il dott. Fleischer. «Tuttavia, quando le persone non possono giudicare il contenuto di un messaggio, esse giudicano chi trasmette il messaggio. Fiducia è la parola chiave». Raffrontando le opinioni a un livello più internazionale, la dott. Ssa Malsch ha osservato che gli europei sono meno inclini ai rischi rispetto agli americani, quando si tratta di nanotecnologia. Peraltro, sia l´Europa, sia gli Stati Uniti focalizzano maggiormente l´attenzione sulla sicurezza rispetto all´India. Il presidente indiano, Abdul Kalam, nei suoi discorsi ha promosso attivamente la nanotecnologia e ha dichiarato che essa consentirà all´India di raggiungere l´indipendenza energetica entro il 2030. Ha inoltre parlato del potenziale della nanotecnologia in relazione al trasporto interplanetario. Sebbene il parlamento indiano abbia discusso sui rischi connessi alla nanotecnologia nel 2005, l´atteggiamento dell´India verso questa tecnologia è in generale ottimistico e rivela l´assenza di preoccupazioni su questioni etiche e di sondaggi sull´opinione pubblica. In Europa l´attenzione è stata focalizzata maggiormente su applicazioni pratiche, principalmente nel campo dell´industria. Negli Stati Uniti vi è invece una tendenza a pianificare più a lungo termine e in modo più rivoluzionario, in particolare per quanto concerne il settore militare statunitense. In India l´approccio è ancora più rivoluzionario, mentre in Europa potrebbe essere definito come «evolutivo», ha dichiarato la dott. Ssa Malsch. Per ulteriori informazioni sulla nanotecnologia consultare: http://cordis. Europa. Eu/nanotechnology/ .  
   
   
LA SPESA TEDESCA PER LA NANOTECNOLOGIA SUPERA QUELLA DEGLI ALTRI STATI MEMBRI  
 
Bruxelles, 26 guigno 2007 - Dai dati più recenti del Technology Transfer Centre (Ttc) emerge che la Germania investe nella nanotecnologia molto più di qualsiasi altro paese europeo. Le società tedesche mostrano inoltre più entusiasmo per la nanotecnologia rispetto alle loro controparti europee. A livello mondiale, la spesa del Giappone in tale settore è destinata a superare quella statunitense, mentre l´Ue nel suo complesso occupa il terzo posto dopo questi due paesi. In Europa, la spesa annua della Germania per la nanotecnologia supera di gran lunga quella di qualsiasi altro paese europeo e, con una somma pari a 330 Mio Eur, è più o meno equivalente a quella di tutti gli altri paesi europei nel complesso. A titolo del Settimo programma quadro (7Pq), l´Ue destinerà a tale segmento circa 600 Mio Eur l´anno fino al 2013. Secondo il Ttc, con questi finanziamenti aggiuntivi la spesa annuale europea per la nanotecnologia supererà quella statunitense o giapponese. «Nel complesso l´Europa sembrerebbe uscire vincente dal confronto con altre regioni; tuttavia, a parte la Germania, nessun paese ha veramente abbracciato la nanotecnologia e il relativo potenziale come invece hanno fatto gli Usa e vari paesi dell´Asia-pacifico», osserva il Ttc. E non è soltanto il governo tedesco a investire nella nanotecnologia. Al momento vi sono più di 300 società che operano nel settore in Europa, un terzo circa delle quali ha sede in Germania. Inoltre la Germania, insieme al Regno Unito, è in prima linea in termini di attività delle Pmi. Anche le società tedesche più consolidate, quali Daimler Chrysler, Schott, Carl Zeiss, Siemens, Basf e Bayer, stanno manifestando la volontà di studiare il potenziale delle nanotecnologie con investimenti cospicui. A parte Germania e Regno Unito, la maggior parte delle imprese di nanotecnologia è situata in Svizzera, Francia e Svezia, ma il loro numero è piuttosto esiguo, essendo meno di 20. Alle aziende europee interessano soprattutto le applicazioni nel settore sanitario e delle scienze della vita. Circa il 25% delle imprese opera prevalentemente in tali segmenti, seguiti da beni al consumo (10%) e prodotti chimici (9%). Le applicazioni di mercato della regione Asia-pacifico sono invece più disparate. I prodotti chimici, che attirano l´interesse del 15% di tutte le aziende di nanotecnologia della regione, sono i destinatari della maggior parte degli investimenti. Altri settori rilevanti in tal senso sono quello automobilistico dei trasporti, dei beni al consumo, della sanità e delle scienze della vita, tutti comparti che rappresentano il 10%. I governi della regione Asia-pacifico stanno effettuando investimenti massicci nella nanoscienza e nella nanotecnologia, tanto da indurre il Ttc a sostenere che tali paesi «in generale hanno mostrato maggiore entusiasmo nei confronti di quest´area rispetto alle controparti europee». La nanotecnologia è stata indicata come area tecnologica chiave dalla maggioranza dei governi dell´Asia-pacifico, insieme ai materiali, alla medicina, all´ambiente e alle tecnologie dell´informazione e della comunicazione (Tic). Il Ttc è uno spin-out dell´Institute of Nanotechnology britannico. Per ulteriori informazioni consultare: http://www. Nano. Org. Uk/reports. Htm .  
   
   
PRESENTAZIONE OPPORTUNITA´ IN POLONIA  
 
 Varsavia, 26 giugno 2007 - L´accoa, Associazione delle Camere di Commercio per l´Europa Centrale, in collaborazione con l´Ufficio Promozione del Commercio e degli Investimenti dell´Ambasciata della Polonia e con il supporto di organismi locali, organizza una presentazione Paese dedicata alla Polonia e alle opportunità di investimento nel Paese per gli operatori economici italiani. La presentazione è articolata in tre seminari distinti, che si svolgeranno rispettivamente a Faenza martedì 26 giugno dalle 9 alle 13, a Cesena martedì 26 giugno dalle 15 alle 19, e infine a Gorizia mercoledì 27 giugno dalle 9 alle 13. Ne dà notizia Informest. .  
   
   
900 ML. EURO DI INVESTIMENTI SLOVENI IN SERBIA  
 
 Lubiana, 26 giugno 2007 - Finora le aziende slovene hanno investito 900 milioni di euro in Serbia, ha dichiarato l´ambasciatore sloveno in Serbia, Miroslav Luci. La notizia è ripresa dalla Camera di commercio slovena. Le aziende slovene intendono continuare ad investire in Serbia, ma sperano che anche le aziende serbe investano in Slovenia. Secondo Luci, le aziende slovene hanno lanciato investimenti greenfield (cioè creazione di attività produttive ex-novo) nel Paese, che gode di stabilità finanziaria, basso livello di inflazione e fiorente competizione. L´ambasciatore sloveno ha anche lodato l´adesione della Serbia al Central European Free Trade Agreement (Cefta) ed il nuovo piano di investimenti serbo, che offre molte opportunità agli investitori esteri. .  
   
   
+7 P.C. PIL MACEDONE NEL I TRIMESTRE ´07  
 
Skopje, 26 giugno 2007 - La Macedonia ha conseguito una crescita del 7 per cento del Pil nel primo trimestre 2007. Ne dà notizia Seeurope, riportando i dati ufficiali dell´Ufficio Statale di Statistica, menzionati dal premier Nikola Gruevski nel corso di una conferenza stampa. Il primo ministro macedone ha sottolineato che si tratta del livello più alto raggiunto dal Pil della Macedonia negli ultimi 17 anni. Zoran Stavrevski, vice primo ministro con delega per l´Economia, ha affermato che si tratta di un dato in linea con le economie a più rapida crescita del mondo. Stavreski ha dichiarato che la crescita non riguarda solo pochi settori ma è un fenomeno che riguarda l´economia nel suo complesso. Ricordando che la produzione industriale e le esportazioni hanno fatto segnare i medesimi tassi di crescita nei primi quattro mesi dell´anno, Stavreski ha affermato che tutti i dati indicano che è in corso una crescita reale e strutturale. .  
   
   
AMMONTARE DI CCT E BTP IN EMISSIONE  
 
Roma, 26 giugno 2007 - Il Mef, facendo seguito al comunicato stampa del 21 giugno, comunica l´ammontare dei Cct e dei Btp che verranno offerti nell´asta del prossimo 28 giugno: Certificati di Credito del Tesoro settennali 1° marzo 2007/2014 quinta tranche: 1. 500 milioni di euro; Buoni del Tesoro Poliennali triennali 1° marzo 2007/2010 nona tranche: 2. 000 milioni di euro; decennali 1° agosto 2006/1° febbraio 2017 tredicesima tranche: 2. 000 milioni di euro. . .  
   
   
L’INTEGRAZIONE TRA BORSA ITALIANA E LONDON STOCK EXCHANGE GROUP CREA IL PRINCIPALE GRUPPO BORSISTICO EUROPEO  
 
 Milano, 26 giugno 2007 - I Consigli di Amministrazione di Borsa Italiana Spa (“Borsa Italiana”) e London Stock Exchange Group plc (“London Stock Exchange”) hanno annunciato Milano, 23 giugno 2007 di aver concluso un accordo sui termini di un’offerta da parte di London Stock Exchange nei confronti degli azionisti di Borsa Italiana. L’integrazione tra Borsa Italiana e London Stock Exchange dà vita al principale gruppo borsistico europeo e crea le basi per una futura forte crescita su scala europea e internazionale. Leader in Europa per listing e trading di azioni e per il trading su sistemi elettronici di Etf, securitised derivatives e titoli a reddito fisso, il nuovo gruppo sarà in grado di offrire significativi vantaggi ai propri clienti e azionisti. Il nuovo gruppo unirà due modelli di business altamente efficienti e complementari, coniugando i punti di forza di Borsa Italiana nel mercato azionario italiano, nei derivati, nei securitised derivatives, nei titoli a reddito fisso e nei servizi di posttrading con quelli del London Stock Exchange negli strumenti azionari del Regno Unito e internazionali. Il nuovo gruppo sarà in grado di sfruttare le favorevoli dinamiche macro-economiche e di crescita del mercato azionario italiano e unirà le caratteristiche migliori delle piazze finanziarie italiana e del Regno Unito. Il nuovo gruppo sarà: il mercato azionario leader in Europa, con il 48% della capitalizzazione complessiva delle società dell’indice Ftseurofirst 100 e dotato del mercato telematico più liquido per controvalore e per numero di contratti scambiati; leader in Europa per gli scambi elettronici di Etf e securitised derivatives; leader in Europa negli scambi elettronici di strumenti a reddito fisso, attraverso la propria partecipazione in Mts. Inoltre, il gruppo gestirà: la più avanzata piattaforma di negoziazione, i servizi di post-trading più efficienti in Europa. L’integrazione tra Borsa Italiana e London Stock Exchange porterà a una maggiore diversificazione nei prodotti offerti e nella base di clientela delle due Borse, creando opportunità di accesso reciproco per gli operatori e ampliando la liquidità disponibile alle società quotate, riducendo il costo di raccolta del capitale. Insieme, le due Borse faranno leva sul proprio ampio e compatibile ventaglio di competenze per contribuire allo sviluppo delle rispettive piazze finanziarie. Per Borsa Italiana e per il London Stock Exchange, a oggi questa fusione rappresenta il passo più importante verso la realizzazione del loro obiettivo comune di essere il principale mercato dei capitali internazionale. In base ai termini dell’offerta, agli azionisti di Borsa Italiana S. P. A. Saranno offerte 4,90 azioni ordinarie di London Stock Exchange plc (“Nuove Azioni”) per ogni azione ordinaria esistente di Borsa Italiana S. P. A. (l’ “Offerta”). Sulla base del prezzo di chiusura delle azioni di Lse del 19 giugno 2007 (il giorno precedente quello in cui è stato dato l’annuncio delle discussioni in corso tra Borsa Italiana e London Stock Exchange), pari a 1. 387p, e considerando il tasso di cambio £/euro alla stessa data (£1=1,4815 euro) l’Offerta valuta complessivamente Borsa Italiana 1,634 miliardi di euro (£1,103 miliardi), valore corrispondente a 100,7 euro per singola azione. Sulla base dello stesso prezzo di chiusura e tasso di cambio, il nuovo gruppo è valorizzato 5,8 miliardi di euro(£3,9 miliardi). Borsa Italiana e London Stock Exchange intendono modificare il nome di London Stock Exchange Group plc (la società holding del Gruppo risultante dall’operazione), in modo che rifletta pienamente il suo profilo internazionale. All’interno della struttura del nuovo gruppo, Borsa Italiana S. P. A. E London Stock Exchange plc rimarranno società legalmente distinte, manterranno gli attuali marchi e rimarranno soggette agli attuali assetti regolamentari. Entrambe le parti hanno avviato discussioni preliminari con Consob e Fsa. Questa struttura permetterà alle Borse di conservare le attuali distinte realtà di mercato e di valorizzare pienamente le relazioni finora sviluppate con i clienti, offrendo loro la possibilità di beneficiare dei vantaggi derivanti dall’integrazione delle piattaforme tecnologiche, dalla accresciuta dimensione e diversificazione della società e dalle più estese competenze a disposizione del nuovo gruppo. Nonostante gli alti livelli di efficienza già raggiunti dalle due società, le sinergie di costo (valutate prima degli effetti fiscali) e gli altri risparmi legati all’operazione, che includono un’uguale ripartizione di risparmi su attività nell’Ict e non-Ict, sono stimati in 29 milioni di euro all’anno (£20 milioni) e andranno a regime dall’esercizio che si chiuderà nel marzo 2010. Inoltre, data la natura altamente complementare dei due modelli di business e le prospettive di crescita dei rispettivi mercati alla base dell’operazione, a regime (dall’esercizio che si chiuderà nel marzo 2011) si attendono circa 29 milioni di euro (£20 milioni) di maggiori ricavi. Il nuovo gruppo si aspetta di conseguire tali ricavi addizionali di natura sinergica attraverso: - la creazione di opportunità di accesso reciproco ai mercati per gli intermediari, grazie all’adozione su entrambi i mercati di Tradelect (la nuova piattaforma di negoziazione di London Stock Exchange) e all’allargamento del pool di liquidità disponibile alle società quotate; l’accelerazione dello sviluppo del mercato delle Pmi in Italia e in altri mercati europei; il collegamento dell’offerta della gamma di strumenti derivati negoziati, offrendo un mercato più ampio e liquido su cui scambiare i prodotti esistenti e quelli nuovi; l’aggiunta di prodotti obbligazionari alla piattaforma Mts; l’estensione ad altri mercati europei dei già altamente efficienti servizi di controparte centrale di Borsa Italiana. Inoltre, il nuovo gruppo avrà a disposizione una serie di altri progetti di crescita, tra cui lo sviluppo di un’offerta ampia e integrata di Etf, securitised derivates e prodotti informativi, il lancio di strumenti derivati su prodotti britannici e paneuropei e l’estensione dei servizi di post-trading. Si prevede che la transazione porti a un risultato neutrale o positivo in termini di utile nell’esercizio finanziario che si chiuderà nel marzo 2008 e a una crescita degli utili di almeno il 10% nell’esercizio successivo. Il Board del London Stock Exchange ritiene che riceverà dai propri azionisti un supporto più che sufficiente all’operazione. La società London Stock Exchange Group plc sarà la holding di controllo del nuovo gruppo; oltre alla quotazione sul mercato londinese, ha intenzione di ottenere la quotazione anche su quello italiano. Il Board della società, organizzato ai sensi della corporate governance britannica, sarà composto da 12 consiglieri: sette di questi saranno nominati dall’attuale board di London Stock Exchange Group plc (inclusi il suo Presidente e due suoi executive directors). Faranno parte del Board anche il Presidente e l’Amministratore Delegato di Borsa Italiana e tre autorevoli esponenti della comunità finanziaria italiana, proposti dall’attuale Consiglio di Amministrazione di Borsa Italiana. Angelo Tantazzi, attuale Presidente di Borsa Italiana S. P. A. , sarà il Vice Presidente del nuovo gruppo. Massimo Capuano diventerà il vice Chief Executive del nuovo gruppo e continuerà a coprire il ruolo di Amministratore Delegato di Borsa Italiana. Chris Gibson-smith e Clara Furse, attuali Chairman e Chief Executive di London Stock Exchange Group plc, manterranno le proprie cariche. Massimo Capuano assumerà il ruolo di responsabile del processo di integrazione del nuovo gruppo. Il Consiglio di Amministrazione di Borsa Italiana S. P. A. Sarà composto prevedibilmente da 12 amministratori; London Stock Exchange designerà due dei cinque amministratori esecutivi e uno dei sette amministratori non esecutivi. Evoluzione recente I mercati di Borsa Italiana hanno registrato un positivo avvio dell’anno 2007, raggiungendo nuovi record storici per gli scambi sui mercati azionari e dei derivati, con un numero crescente di Ipos. Nei primi 5 mesi dell’anno, il mercato primario in Italia è stato molto attivo, con l’ammissione a quotazione di 16 nuove società, di cui 12 a seguito di Ipo. Gli scambi di azioni hanno raggiunto una media giornaliera di 307. 300 contratti e 6,5 miliardi di euro (+24% e +37% sul corrispondente periodo dello scorso anno). Sono stati raggiunti nuovi record anche dagli Etfs (con medie giornaliere di 5. 000 contratti e 109 milioni di euro di controvalore) e dai securitised derivatives (con medie giornaliere di 22. 000 contratti e 375 milioni di euro). I derivati azionari hanno toccato nuovi massimi storici, con una media giornaliera di 158. 400 contratti standard (+19% sul corrispondente periodo dell’anno precedente). Il London Stock Exchange ha evidenziato un eccellente avvio del nuovo esercizio finanziario, con una forte crescita di attività in tutte le principali divisioni di business in aprile e in maggio. Il mercato primario ha registrato un’attività elevata, con 26 nuove quotazioni sul Main Market, incluse 8 società internazionali. Le nuove ammissioni sul Main Market hanno raccolto a maggio £5,7 miliardi (8,4 miliardi di euro), il mese con il dato più elevato da luglio 2006. Questo livello è proseguito anche in giugno, facendo registrare per l’esercizio 2007-2008 un primo trimestre (aprile-giugno 2007) che risulta essere, per numero di ammissioni sul Main Market, il migliore dal 2001. - Per gli scambi, l’inizio del nuovo esercizio finanziario è stato molto positivo, con un numero di contratti giornalieri su Sets nel mese di maggio pari in media a 499. 358, al di sopra delle previsioni rese note nel gennaio 2007 e superiori del 33% rispetto allo stesso periodo dell´anno precedente. L’avvio della nuova piattaforma di negoziazione Tradelect, avvenuto all’inizio di questa settimana, insieme al mantenimento della tendenza strutturale di spostamento delle negoziazioni verso il sistema telematico, dovrebbe assicurare un’ulteriore crescita nel corso dell’anno. La domanda per i dati di mercato in tempo reale rimane forte. Commentando l’accordo, Angelo Tantazzi, Presidente di Borsa Italiana, ha dichiarato: “Borsa Italiana e London Stock Exchange stanno contribuendo alla creazione di un mercato finanziario europeo, aperto a nuovi partecipanti e proiettato verso una dimensione globale. Riteniamo che questa integrazione sia una reale opportunità di sviluppo per ampliare l’offerta a emittenti, intermediari e investitori, ponendo a fattor comune le competenze sulle quali entrambe Borse hanno finora costruito il proprio successo. ” Chris Gibson-smith, Presidente del London Stock Exchange, ha dichiarato: “Condividiamo con Borsa Italiana la visione di come le borse possano sostenere la creazione di un mercato europeo più efficiente e di un business più diversificato: permettendo ai diversi mercati di prosperare all’interno di una struttura aziendale unitaria, utilizzando tecnologie comuni e condividendo le competenze maturate. Ne è derivata la scelta di compiere quello che rappresenta finora il nostro passo più importante verso la creazione del principale mercato dei capitali internazionale” Massimo Capuano, Amministratore Delegato di Borsa Italiana, ha dichiarato: “L’integrazione tra Borsa Italiana e London Stock Exchange crea il principale mercato in Europa per numero di società quotate e volumi negoziati, con un modello di business innovativo basato sulla forza dei mercati italiano e britannico. La nuova piattaforma tecnologica del London Stock Exchange, insieme all’efficienza dei sistemi di post trading in Italia, farà crescere le opportunità di sviluppo a favore di tutti partecipanti al mercato, grazie alla maggiore liquidità dei mercati e all’innovazione di prodotto. ” Clara Furse, Chief Executive del London Stock Exchange, ha aggiunto: “La sostanza di questa integrazione consiste nell’accelerazione della crescita della gamma e della qualità dei prodotti e dei servizi da offrire alla nostra clientela, sempre più internazionale. L’elevata efficienza del modello di business di Borsa Italiana e le sue capacità si integrano efficacemente con quelle del London Stock Exchange. Il nuovo gruppo avrà al proprio interno le competenze, le risorse addizionali, l’efficienza e la capacità di diversificazione necessarie per soddisfare al meglio le esigenze del mercato, creando in questo modo un significativo valore per gli azionisti” Il Consiglio di Amministrazione di Borsa Italiana Spa si è riunito il 21 e il 22 giugno 2007 per considerare l’Offerta ricevuta dal London Stock Exchange e le altre alternative strategiche e manifestazioni di interesse. Dopo aver attentamente valutato tutti gli aspetti rilevanti delle diverse possibili operazioni, inclusi - ma non solo – il valore, gli interessi degli utilizzatori e degli stakeholders, il modello operativo e di business, la struttura delle fees, le considerazioni strategiche, le questioni di governance e regolamentari, il Consiglio di Amministrazione ha raccomandato all’unanimità che gli azionisti accettino l’Offerta e votino a favore delle modifiche proposte allo Statuto di Borsa Italiana all’Assemblea Straordinaria appositamente convocata. Tutti i maggiori azionisti sono rappresentati nel Consiglio di Amministrazione. Il Consiglio di Amministrazione del London Stock Exchange Group plc, che ha ricevuto consulenza finanziaria da Merrill Lynch International e Lehman Brothers, considera i termini della fusione equi e adeguati. Nel fornire la propria consulenza al Consiglio di Amministrazione, sia Merrill Lynch International che Lehman Brothers si sono basati sulle valutazioni commerciali espresse dal Board in merito all’operazione. Inoltre, i consiglieri ritengono che l’operazione sia nel migliore interesse degli azionisti del London Stock Exchange Group e, pertanto, raccomandano all’unanimità che gli azionisti del London Stock Exchange Group votino a favore della deliberazione che sarà proposta all’Assemblea Straordinaria, e si sono impegnati - ciascuno per la propria parte - a seguire tale comportamento con riferimento alla loro partecipazione, che ammonta a 536. 590 azioni, pari allo 0,27% dell’attuale capitale sociale del London Stock Exchange Group. Merrill Lynch International e Lehman Brothers hanno agito nell’ambito dell’operazione come financial advisors di London Stock Exchange. Mediobanca Banca di Credito Finanziario S. P. A. E Morgan Stanley & Co. Limited hanno agito nell´ambito della Fusione esclusivamente come financial advisors per Borsa Italiana S. P. A. E non potranno essere ritenuti responsabili per la violazione di qualsiasi obbligo, ivi inclusi gli obblighi fiduciari, nei confronti dei propri clienti ad eccezione di Borsa Italiana S. P. A. O per la consulenza prestata nell´ambito della Fusione, il contenuto del presente documento od operazioni o accordi ivi menzionati. Mckinsey & Co ha agito come advisor strategico per Borsa Italiana S. P. A. .  
   
   
CREDITO BERGAMASCO: CRISTIANO CARRUS NUOVO DIRETTORE GENERALE  
 
 Bergamo, 26 giugno 2007 - Il Consiglio di Amministrazione del Credito Bergamasco (Gruppo Banco Popolare di Verona e Novara) ieri ha nominato Direttore Generale, con effetto dal prossimo 1° luglio, Cristiano Carrus. Cristiano Carrus, 49 anni, affiancherà l’Amministratore Delegato Franco Menini nella guida operativa della Banca, sostituendo in tale ruolo Giovanni Capitanio, chiamato a ricoprire l’incarico di Responsabile della Funzione Crediti e Politiche Creditizie della nuova holding Capogruppo Banco Popolare. Il neo Direttore Generale – che, tra le altre, riveste anche la carica di Presidente del consiglio di amministrazione di Linea S. P. A. Ed è consigliere di amministrazione di Bpv Vita S. P. A. E di Aletti Gestielle Sgr S. P. A. – era entrato nel Credito Bergamasco nel novembre 2005, provenendo dal Banco Popolare di Verona e Novara per assumere il ruolo di Vice Direttore Generale con competenza sulla Rete Commerciale e sulle funzioni centrali “Corporate” e “Retail” della banca. Nella stessa seduta, il Consiglio di Amministrazione ha altresì nominato Vice Direttori Generali, con decorrenza 1° luglio 2007, Maurizio Castelli e Claudio Franzon. Maurizio Castelli, 55 anni, ricopre il ruolo di responsabile della Funzione Corporate del Credito Bergamasco, mentre Claudio Franzon, 56 anni, è il responsabile della Funzione Personale e Risorse. .  
   
   
“LA BANCA COME FABBRICA: AUTOMAZIONE, MODELLI ORGANIZZATIVI, ECONOMIE DI SCALA”  
 
Milano, 26 giugno 2007 - Mercoledì 27 giugno alle ore 9. 30 si volgerà presso il Politecnico di Milano - Aula Rogers - Via Ampère 2 il convegno di presentazione della ricerca condotta dalla Fondazione Politecnico di Milano e dalla Fondazione Italiana Accenture sul tema dell’industrializzazione bancaria, dal quale prende il titolo l’evento. Lo studio fornisce preziosi suggerimenti sugli investimenti tecnologici necessari ad aumentare l´efficienza dei processi e la qualità del servizio al cliente. Nel settore finanziario l´automazione dei processi operativi riveste un´importanza crescente, tanto che oggi l´It costituisce una delle principali voci di spesa degli istituti di credito. Per le nostre banche la reingegnerizzazione e l´automazione dei processi rappresentano una spinta per creare vantaggio competitivo, oltre che organizzativo, rispetto ai concorrenti. L’evento sarà inoltre l’occasione per fornire alcuni elementi di confronto a più ampio spettro che tengano conto del contesto competitivo europeo. Ne discuteranno Giampio Bracchi - Presidente Fondazione Politecnico di Milano; Roberto Romanin Jacur - Vicepresidente Fondazione Italiana Accenture; Noel Gordon - Managing Director, Global Banking Industry, Accenture; Pietro Modiano - Direttore Generale Intesasanpaolo; Giorgio Di Paolo - Responsabile Offerta Tecnologica Mercato Financial Services Italia e New Europe, Accenture; Chiara Francalanci - Professore di Sistemi Informativi, Politecnico di Milano; Umberto Filotto - Professore di Economia delle Aziende di Credito, Università di Roma "Tor Vergata"; Donato Masciandaro - Professore di Economia monetaria presso il centro "Paolo Baffi", Università Bocconi di Milano; Victor Massiah - Direttore Generale Ubi Banca; Giangiacomo Nardozzi - Professore di Economia Politica, Politecnico di Milano; Ottavio Rigodanza - Responsabile Divisione Operativa, Banca Popolare di Verona e Fabrizio Viola - Direttore Generale Bpm. .  
   
   
NOMINATO IL NUOVO CDA DI TECNOBORSA  
 
Roma, 26 giugno 2007 – L’ultima Assemblea degli Azionisti di Tecnoborsa ha provveduto alla nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione della Società, designando quale Presidente Valter Giammaria. Il giorno 21 giugno 2007 si è insediato il nuovo Cda che ha confermato il Vicepresidente Giampiero Bambagioni. Gli altri componenti del Consiglio sono: Franco Arosio, Giovanni Brigante, Dario Coen, Claudio Malandrucco, Giancarlo Morghen, Pierfrancesco Pacini, Antonio Pastore, Giovanni Quintieri, Vincenzo Regnini, Giacomo Ruggeri, Federico Tessari. Per il Collegio Sindacale sono stati altresì nominati il Presidente, Giovanni Sapia, e i Sindaci effettivi, Carlo della Chiesa D’isasca e Arsenio Pica. .  
   
   
FEDERALISMO FISCALE. COPPOLA: SCADENTE BASE DI DISCUSSIONE  
 
Roma, 26 giugno 2007 - “Il testo presentato è ancora carente, sia dal punto di vista del coordinamento, sia della coerenza tra i vari articoli. Come Regioni abbiamo detto che per noi è una base scadente di discussione, su cui manteniamo fermissimi i punti di emendamento che avevamo proposto la scorsa settimana, solo in parte recepiti nel nuovo testo. Tuttavia intendiamo continuare a partecipare alla discussione per arrivare ad un testo che per noi sia condivisibile”. A dirlo è l’assessore regionale al bilancio del Veneto Isi Coppola che ha partecipato ieri a Roma all’incontro tra le delegazioni delle Regioni, dei Comuni e delle Province e il governo sulla bozza di disegno di legge delega sul federalismo fiscale che il ministro Padoa Schioppa vuole portare oggi all’attenzione del Consiglio dei Ministri. “Ancora una volta è del tutto evidente che il testo – evidenzia l’assessore veneto - non solo è scritto a più mani ma che i ministri non lo leggono. Vengono all’incontro enunciano dei principi che in realtà hanno riscontro nullo nel testo. Padoa Schioppa ha addirittura esordito che oggi bisognava astenersi dal discutere. Da questo testo di legge in realtà non si evince assolutamente quale sia la volontà del governo perché sono tali e tante le contraddizioni fra un articolo e un altro che francamente si resta anche un po’ basiti leggendolo. Specie per le Regioni che si sono adoperate in tutti questi mesi per avere quanto più possibile un testo non di principi o di filosofie variabili, ma avendo già ben chiara in mente la ricaduta concreta sul Paese. E questa è la grande differenza tra noi e tutti gli altri, che noi abbiamo contezza, quando scriviamo un articolo, della ricaduta che avrà sul territorio; cosa che invece non riscontriamo dall’altra parte del tavolo. Tuttavia, se proprio dobbiamo considerare questo lavoro, pur di scarsa qualità, ci rendiamo conto che non rappresenta l’ottimo per nessuno ed è solo una base minima di confronto, anche se ci sono nel testo aspetti tali che lo renderebbero per noi irricevibile”. “Il ministro – conclude l’assessore Coppola - vuole andare avanti comunque perché è preoccupato di ciò che appare all’esterno. Addirittura alle Regioni non è stata chiesta una condivisione. Certo è che se oggi il governo avesse voluto raccogliere un voto sul testo sarebbe stato un voto negativo da parte di tutti perché non accontenta nessuno. La mia impressione è che, come per la legge sui Dico, questo governo ha bisogno di pagare le cambiali firmate in campagna elettorale. Non importa se la proposta non andrà mai avanti o se non sortirà gli effetti che il Paese si aspetta. Come Regioni abbiamo voluto però mantenere la responsabilità del confronto, perché reputiamo che questa sia la nostra missione. E’ una partita sicuramente molto difficile, ma è anche vero che, rapportata alla difficoltà dell’argomento, non vediamo un’azione di governo di spessore e di livello qualitativo tale da poter affrontare positivamente questa discussione”. .  
   
   
TESINI SOTTOSCRIVE "CARTA DI MATERA"  
 
 Matera, 26 giugno 2007 - Funzionare meglio per dare risposte più veloci e capaci ai problemi che la società ci pone. E´ questo l´obiettivo - sintetizzato dal presidente Alessandro Tesini - che si pongono i Consigli regionali con il primo convegno nazionale di Capire (acronimo di controllo delle Assemblee sulle politiche e gli interventi regionali), che si è tenuto a Matera, ospitato dal Consiglio regionale della Basilicata. L´attività legislativa delle Regioni - ha aggiunto Tesini - non è e non dev´essere la mera mutuazione e il recepimento delle leggi nazionali: siamo responsabili della crescita, del benessere dei nostri cittadini, del Pil regionale, della nostra competitività, tanto più dopo la riforma del Titolo V della Costituzione. E su questo dobbiamo misurare gli effetti delle nostre scelte e dei nostri indirizzi. Il convegno di Capire, voluto da Tesini come coordinatore della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, vuole essere un momento di riflessione su quanto si sta facendo, ma anche un´occasione di confronto con diversi sistemi di valutazione sugli effetti delle politiche che sono in vigore in altre realtà parlamentari, nelle altre regioni italiane ma anche in quella statunitense e quella olandese. Per comprendere l´importanza di questa tematica, Tesini ha anticipato che giovedì prossimo sottoscriverà con i presidenti di Senato e Camera, Marini e Bertinotti, un accordo di collaborazione interistituzionale con il Parlamento nazionale, grazie al quale potranno essere individuati con precisione i punti nevralgici sui quali devono intervenire le Assemblee per rendere più incisivi ruolo, funzioni, competenze. Rendere le Regioni responsabili per la loro parte dello sviluppo del Paese è anche il modo per dare una risposta a chi oggi le accusa di costare troppo. Produciamo risultati, facciano bene il nostro lavoro - ha concluso Tesini - sarà poi più facile rispondere anche sul resto. Le opinioni pubbliche si interrogano su quanto ritorna ai cittadini in servizi rispetto ai costi della rappresentanza democratica, degli organi costituzionali, della pubblica amministrazione. Le Regioni, mediamente a quarant´anni dalla loro costituzione, hanno cambiato missione: sussidiarietà, federalismo fiscale, equiordinazione le rendono responsabili del futuro, del lavoro, del benessere delle loro comunità. L´assunzione di questa responsabilità, il suo esercizio sobrio e misurato, con profilo pacato e fermo, sempre teso all´interesse generale, è la riposta razionale e non emotiva alle polemiche sui "costi della politica", distinguendo al loro interno i molti rilievi fondati e da raccogliere dalla demagogia e dal populismo, da respingere e contrastare con i fatti e non con deboli autodifese di circostanza o con le denunce di poco probabili complotti mediatici. Il Friuli Venezia Giulia è stata una delle quattro Regioni a dare avvio al progetto Capire e su questa strada si sono poi affiancate molte altre regioni, con l´auspicio di Tesini che presto siano tutte ad aderirvi. Ma il nostro Consiglio regionale non si è fermato qui: è stato infatti tra i primi a istituire un Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione delle leggi, che tra i suoi primi impegni ha redatto un rapporto approfondito sulla normativa che reca incentivi per lo sviluppo competitivo delle piccole e medie imprese. Il convegno si è concluso con la sottoscrizione della Carta di Matera, un documento che rappresenta il frutto delle riflessioni e delle esperienze maturate a livello regionale, una base di partenza per le Assemblee che hanno aderito al progetto per consolidare questa attività. La Carta indica un percorso in dieci punti, che rappresentano i passi da compiere affinché la valutazione faccia il suo ingresso tra le attività svolte in modo stabile e continuativo in seno agli organi legislativi. Per molti Consigli aderenti al progetto Capire la firma del documento rappresenta un modo per consolidare l´esperienza maturata e per esprimere la volontà di rafforzare gli strumenti utili a interpretare una rinnovata esigenza di responsabilità democratica. E´ auspicabile che l´appuntamento di Matera - ha osservato Sergio Dressi, presidente del Comitato, nel corso della tavola rotonda su proposte e commenti alla Carta - avvii una fase più matura nelle attività di controllo sull´attuazione delle leggi e di valutazione degli effetti delle politiche, e possa far sì che il Comitato, costituito nell´ambito del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, sia sempre più supportato da figure professionali e strutture tecniche altamente specializzate nel fornire assistenza al compimento delle sue finalità. Un plauso all´iniziativa è giunto anche dal vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Monai e dal presidente della V Commissione affari istituzionali Antonio Martini, che hanno completato la delegazione del Consiglio regionale del Fvg. Nei prossimi mesi, ogni Assemblea sceglierà le modalità più adeguate per applicare i principi della Carta, tenendo conto della realtà organizzativa nella quale opera e delle scelte già compiute a livello istituzionale. .  
   
   
TOSCANA LA PRIMA REGIONE IN ITALIA A TAGLIARE CONSIGLIERI E ASSESSORI DIMAGRISCE LA “MACCHINA” REGIONALE CON UN RISPARMIO STIMATO IN 60-65 MILIONI. LEGGE SUGLI APPALTI: TORNANO GLI ARTICOLI VOLTI A GARANTIRE PIÙ SICUREZZA SUL LAVORO  
 
 Firenze, 26 giugno 2007 - “La Toscana è la prima Regione in Italia che taglierà il numero degli assessori e dei consiglieri. Sarà una decisione solenne, che verrà presa con l’accordo di tutte le forze politiche. E di questo sono assolutamente certo. ” Claudio Martini, presidente della Regione Toscana, ribadisce con forza durante il consueto briefing del lunedì a Palazzo Bastogi il duplice impegno che la Toscana prenderà mercoledì con i cittadini. “Il primo è la riduzione del numero di consiglieri e assessori, sul quale – scandisce il presidente – c’è l’accordo di tutte le forze politiche”. E a chi gli chiede se la maggioranza voterà la proposta dei Comunisti italiani di riportare il numero dei consiglieri a 50, replica: “La cosa importante è che vi è un impegno a ridurne significativamente il numero. Su questo vi è – e vi sarà - un impegno forte di tutti nel rispondere a una sollecitazione che viene dai cittadini. ” La seconda risposta consiste nella cura dimagrante della “macchina” regionale, che a conti fatti porterà un risparmio complessivo di 60-65 milioni di euro. Il presidente presentarà la sua proposta all’esame del consiglio di mercoledì. Il piano prevede non solo l’accorpamento di svariate agenzie e enti dipendenti dalla Regione (oggi sono una galassia di 90 fra enti, agenzie, aziende e fondazioni: dopo la cura ce ne saranno 27 di meno, con una riduzione nelle nomine di circa 200 posti) ma anche una serie di snellimenti, razionalizzazioni e semplificazioni, che investiranno tutti i settori, a cominciare dalla sanità. Ed è proprio nella sanità che si ipotizza un risparmio di 35-40 milioni di euro grazie al contenimento della spesa farmaceutica, territoriale e ospedaliera. Il modello, che punta a garantire il bilancio in pareggio anche per il 2007, l’anno più difficile per la nostra sanità che deve fare i conti con il mancato adeguamento dei trasferimenti statali, è basato sulla qualità senza ridurre i livelli di assistenza. Tre i pilastri della manovra: riorganizzazione degli ospedali “per intensità di cure”, nuovo modello di pronto soccorso, maggiore ruolo della prevenzione. Dalla semplificazione amministrativa (entro il 2010 si prevede la riduzione del 50% dei carichi normativi) dalla diffusione dell’e-government e dall’utilizzo di procedure telematiche per l’acquisto di beni e servizi si attende un ulteriore risparmio di 10-15 milioni di euro all’anno. Subito dopo l’approvazione della proposta da parte del Consiglio – ha spiegato Martini – comincerà il lavoro preparatorio delle varie leggi settoriali che serviranno a tradurre nei fatti la riorganizzazione regionale. “Entro fine anno – ha promesso – la giunta inoltrerà tutte le proposte di legge al Consiglio. ” L’altro tema di rilievo sul quale il Presidente della Regione ha puntato l’attenzione è quello della sicurezza sul lavoro con l’approvazione della nuova legge sugli appalti. “Domani pomeriggio – ha detto – saranno ripresentati in Consiglio i due commi che erano stati stralciati in Commissione. Gli emendeamenti per reinserirli sono pronti e io sono sicuro che la questione si concluderà positivamente”. E a chi replicava che i sindacati hanno comunque proclamato lo sciopero, ha risposto: “Sono certo che si tratta di uno sciopero che potrà essere prontamente revocato non appena si avrà notizia dell’approvazione della legge con il reinserimento dei due commi che erano stati stralciati. Quelllo che vogliamo, e anche questo è assolutamente condiviso, è rendere più sicuro il lavoro. ” Infine il vertice a Roma, previsto per domani sera, con Il presidente del Consiglio Romano Prodi nell’ambito della Conferenza Stato Regioni. Tema: il documento di programmazione economica e finanziaria, il federalismo fiscale, gli investimenti. Anche su questo Martini è ottimista. “C’è bisogno di un forte segnale di collaborazione fra Governo, Regioni ed Enti locali. E io credo che verrà. ” .  
   
   
CRESCITA DELL’EXPORT MANTOVANO NEL I TRIMESTRE 2007  
 
Mantova, 26 giugno 2007 - I dati sul commercio estero del primo trimestre dell’anno confermano la forte crescita delle esportazioni dei prodotti mantovani già evidenziatasi nel 2006 e, in particolare, nella parte finale dello scorso anno. Infatti, dalle analisi condotte dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Mantova e dal Centro Studi di Confindustria, con la collaborazione del Consorzio Mantova Export, la crescita delle esportazioni nei primi tre mesi del 2007, rispetto al precedente periodo ottobre-dicembre, è stata del 7% (dati grezzi). Su base annua (primo trimestre 2007 rispetto allo stesso periodo del 2006) l’incremento ha toccato addirittura quota 21,5%. Si tratta di una tendenza che accomuna l’intero Paese, cresciuto in un anno del 13%, e il più ampio contesto internazionale; l’Unione Europea, infatti, è molto forte sui mercati mondiali e un ruolo di primo piano è sicuramente rivestito dalla Germania, nostro principale partner commerciale. Mantova quindi sta cavalcando la robusta onda della crescita dei mercati internazionali, con incrementi generalizzati a tutti i settori, anche a quelli che risultavano più in difficoltà nel recente passato. Tra i principali comparti della nostra economia hanno visto una vigorosa crescita i mezzi di trasporto, i metalli, i prodotti chimici e il tessile (forte è, infatti, la ripresa del settore e del distretto calza in particolare). Incrementi dell’export a due cifre, poi, si rilevano per i principali Paesi partner destinatari dei prodotti mantovani: +33% la Germania (che accoglie circa un quinto di tutto l’export provinciale); +13% la Francia (secondo paese per consistenza con oltre un decimo dell’esportato); +37% la Spagna; +35% il Regno Unito. La forte accelerata delle vendite estere conferma i risultati già evidenziati dall’indagine sull’industria manifatturiera divulgati lo scorso mese di maggio, risultati che contemplavano la crescita degli ordinativi e dei fatturati esteri e che esplicitavano attese di incremento per la domanda estera anche nei mesi primaverili e di inizio estate. E’ lecito quindi attendersi anche un secondo trimestre 2007 piuttosto brillante sul versante export. Dal lato delle importazioni, i primi mesi dell’anno, hanno invece visto una contrazione dei valori (-6,3%), associata, in particolare, al settore dell’abbigliamento. Gli acquisti presso il principale Paese fornitore, la Germania, sono cresciuti del 24% e anche la Cina si conferma in crescita e al secondo posto per consistenza di importato, il 13% del totale provinciale, poco più della quota francese. La bilancia commerciale tra ingressi (789 milioni di euro circa) e uscite (quasi 1. 300 milioni di euro) di merci risulta positiva per oltre 508 milioni di euro, ancora una volta una tendenza opposta a quella regionale e nazionale dove il bilancio risulta ancora in rosso. .  
   
   
INDAGINE CONGIUNTURALE UNIONCAMERE TOSCANA - CONFINDUSTRIA TOSCANA I TRIMESTRE 2007: ATTIVITA’ PRODUTTIVA IN RIPRESA ALTRO PASSO AVANTI PER PRODUZIONE INDUSTRIALE (+2,9%) E FATTURATO (+3,7%)  
 
 Firenze, 26 giugno 2007 - L’industria manifatturiera toscana, come rileva l’indagine trimestrale di Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, ha chiuso i primi tre mesi dell’anno con un nuovo passo avanti lungo il sentiero della ripresa iniziato a cavallo tra il 2005 e il 2006. Anche se perdono di intensità, gli indicatori restano positivi: in particolare la produzione segna un balzo del +2,9% sul primo trimestre dell’anno scorso mentre si ferma a solo un +0,3% rispetto all’ultima frazione del 2006. Il sistema manifatturiero, dunque, continua a risalire gradualmente la china (per inciso la crescita della produzione si mostra lievemente più vivace rispetto a quella media nazionale: +2,5% se corretta per il diverso numero di giornate lavorative) ma rallenta la corsa. Nel dettaglio, l’industria toscana riesce ad inanellare il sesto trimestre consecutivo con il segno “più” grazie al contributo di quasi tutte le sue componenti. La ripresa della produzione interessa imprese piccole, medie e grandi ma risulta più vivace tra queste ultime mentre i settori che spingono di più sono meccanica, elettronica-mezzi di trasporto e chimica-farmaceutica-gomma-plastica. Le ombre tornano invece a coprire il tessile-abbigliamento ed il legno-mobili. Il grado di utilizzo medio degli impianti (74,9%), probabilmente anche per il forte impulso dato dalla spesa per gli investimenti effettuati nel 2006, arretra tanto rispetto al medesimo trimestre dell’anno precedente quanto rispetto ai valori medi del 2006 (75,9%).
Figura 3. 2. La congiuntura manifatturiera toscana Quadro generale
Indicatori 2006 2006 2007
I trim Ii trim Iii trim Iv trim anno I trim
Produzione 2,3 3,6 1,2 3,5 2,7 2,9 Var. Su stesso periodo anno precedente
Fatturato 2,8 3,3 2,1 5,1 3,3 3,7 Var. Su stesso periodo anno precedente
Ordini interni 0,3 2,1 1,3 1,7 1,3 3,1 Var. Su stesso periodo anno precedente
Ordini esteri 2,4 1,2 3,8 3,9 2,9 2,9 Var. Su stesso periodo anno precedente
Utilizzo impianti 76,0 76,5 74,9 76,1 75,9 74,9 Quota capacità prod. Va max utilizzata
Occupati -0,3 -0,5 -0,3 -0,3 -0,4 1,5 Var. Su stesso periodo anno precedente
Prezzi alla produzione 1,5 2,2 2,5 3,0 2,3 2,3 Var. Su stesso periodo anno precedente
Fatturato, ordinativi e prezzi - Al lordo del fondo di inflazione, il balzo del fatturato nel primo trimestre 2007 (+3,7%) risulta allineato all’incremento della produzione, che come abbiamo visto è stato pari a +2,9%. La consistenza degli ordini si conferma tonica (rispettivamente +3,1% e +2,9% sui fronti interno ed estero) e questo nei prossimi mesi dovrebbe portare altra acqua alla ruota della ripresa. Anche in questo caso siamo di fronte a progressi spalmati in modo abbastanza uniforme tra le imprese piccole, medie e grandi, con una lunghezza di vantaggio per queste ultime due categorie. A livello di settori il quadro è più frastagliato e in alcuni casi riaffiora il segno meno; in ogni caso, i risultati più brillanti si registrano, di nuovo, nella meccanica, nella chimica-farmaceutica-gomma-plastica e nell’elettronica-mezzi di trasporto. L’intonazione della produzione, insieme al vento della domanda e alle tensioni sui mercati delle materie prime (di nuovo in ascesa in questa prima parte del 2007) sostengono i listini: +2,3% nel I trimestre 2007 rispetto a 12 mesi prima. Il surriscaldamento dei listini risulta sopra la media nel settore della lavorazione dei metalli (+4,1%), dell’elettronica-mezzi di trasporto (+3,3%) e della chimica-farmaceutica-gomma-plastica (+2,8%). La dimensione d’impresa - Come era già emerso nei precedenti rapporti congiunturali, protagoniste di questo ciclo di ripresa sono un po’ tutte le imprese, indipendentemente dalle dimensioni. Per le piccole imprese (10-49 addetti), la crescita della produzione ha messo a segno su base annua un +1,1%; meglio hanno fatto le medie imprese (50-249 addetti) con +3,1% e soprattutto le aziende più grandi (250 addetti ed oltre) che crescono con passo vicino alle due cifre (+9,8%). Congiuntura e settori - Diversamente da quanto emerso nelle indagini immediatamente precedenti, in questa prima frazione del 2007 la ripresa degli indici della produzione, del fatturato e della domanda è tornata ad essere, almeno in parte, selettiva. Il settore legno-mobili, dopo il +1,9% segnato nel Iv trimestre 2006, registra una flessione di -1,2% (alla quale, per la verità, fa da contro altare un lapidario +5,1% nella consistenza degli ordini esteri). Il tessile-abbigliamento inverte di nuovo la rotta e dopo tre trimestri che avevano acceso le speranza di una incipiente ripresa, vira di nuovo in area negativa, anche se di poco: -0,2% la produzione, -2,1% il fatturato e -2,5% e -0,7% rispettivamente ordinativi esteri ed interni. Per contro, marciano decisamente spediti la meccanica (produzione +7,3% su stesso periodo 2006), l’elettronica-mezzi di trasporto (+7,8%), la chimica-farmaceutica-gomma-plastica (+5,2%) e l’alimentare (+4,6%). Più contenute, infine, le performances della produzione degli altri settori: la lavorazione dei metalli (+2,0%), i minerali non metalliferi (+2,1%), il pelli-cuoio-calzature (+1,5%) e le altre manifatture (principalmente orafo, cartotecnica e raffinazione: +1,7%). Aspettative per il Ii trimestre 2007 - Le aspettative per il secondo trimestre restano improntante ad un certo ottimismo. Il barometro segna un aumento della produzione, rispetto al medesimo periodo del 2006, per il 23% delle imprese intervistate contro valori decisamente più bassi (11%) per le attese di segno opposto; il saldo si mostra quindi positivo per 12 punti percentuali. A livello settoriale, in sintonia con quanto già evidenziato, le prospettive sono più favorevoli nella chimica-farmaceutica-gomma-plastica (+28% il saldo aumenti-diminuzioni) e nell’elettronica-mezzi di trasporto (+25% il saldo) nella lavorazione dei metalli (+19%), nella meccanica (+18%) e nei minerali non metalliferi (+17%). Più contratti gli altri settori, in particolare l’alimentare (2 punti percentuali il saldo tra “ottimisti” e “pessimisti”), il tessile-abbigliamento (5 pp. ) e il pelli-cuoio-calzature (4 pp. ). Il Punto di vista del Presidente Pacini - “In questo primo scorcio di 2007 il sistema manifatturiero toscano prosegue nella sua fase di crescita in atto ormai da sei trimestri. - ha commentato Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana - Se produzione (+2,9%) e fatturato (+3,7%) avanzano grazie ad un contesto esterno ancora favorevole ed a una domanda interna finalmente in recupero (+3,1% gli ordini interni) è anche vero che la ripresa sta avvenendo grazie ad un processo di riorganizzazione complessiva del sistema avviato in questi anni. Lo notiamo dalla diminuzione delle imprese manifatturiere e dalla crescita delle società di capitali nello stesso settore che monitoriamo con il nostro Movimprese ”. “Il problema che ora abbiamo davanti è assicurare che questa crescita si trasformi in sviluppo duraturo e sostenibile. Le nostre imprese debbono infatti portare a compimento quei processi virtuosi di aumento dimensionale, maggiore internazionalizzazione, maggiore ricerca ed innovazione tecnologica, che sono necessari per rispondere alla concorrenza estera. Il pubblico, comprese le Camere di Commercio, deve invece aiutare il sistema produttivo favorendo questi processi, soprattutto creando le condizioni perché la Pubblica Amministrazione sia più efficiente, cioè meno costosa e più rapida nelle decisioni. E’ un argomento che da anni e soprattutto negli ultimi tempi trova spazio sempre più spesso nella discussione politica, alla quale le Camere di Commercio rispondono con numerosi servizi telematici legati all’utilizzo del nostro Registro Imprese”. Il punto di vista del Consigliere Salvi - "Nel registrare i nuovi progressi del quadro congiunturale, si deve, tuttavia, sottolineare il rallentamento della corsa della nostra economia" - ha osservato il Consigliere incaricato al Centro Studi di Confindustria Toscana, Filippo Salvi. "Questo significa ancora molto lavoro da fare sia per gli imprenditori toscani sul fronte dei fattori competitivi delle aziende, sia per il contesto esterno ad esse che deve interfacciare - con maggiori sforzi di innovazione – il riposizionamento in atto da parte del sistema produttivo; è solo con l´impegno di tutti che potrà confermarsi un nuovo ciclo espansivo per l’economia della nostra regione". .
 
   
   
ESPORTARE IN INDIA: LE STRATEGIE COMMERCIALI  
 
Rimini, 26 giugno 2007 - La Camera di Commercio di Rimini assieme ad Unioncamere Emilia-romagna, Ifoa, Sprint-er e Unicredit Banca d’Impresa, nell’ambito di un progetto per favorire l’internazionalizzazione delle imprese sul mercato indiano, ha organizzato il seminario “Esportare in India: le strategie commerciali per vincere sul mercato”. L’evento avrà luogo martedì 26 giugno 2007 presso la Camera di Commercio di Rimini a partire dalle ore 9. 15. Le aziende che hanno aderito all’iniziativa fanno riferimento ai più diversi settori, fra i quali: agroalimentare, arredamento, componenti per ascensori, illuminotecnica, gioielli in argento, sistemi di spillatura. Dopo il saluto del Segretario Generale della Camera di Commercio di Rimini, Maurizio Temeroli, che coordinerà i lavori, interverranno: Sergio Sgambato, Segretario generale della Camera di Commercio Italiana in India, sul tema “Il quadro macroeconomico e le prospettive di business dell’India”; Fabio Soleri, Direttore di Agré International India, sugli “Approfondimenti sui settori trainanti nelle importazioni indiane”; Fulcio Casavecchia, Coordinatore Specialisti Estero Unicredit Banca d´Impresa, sul tema “Le forme societarie, i regimi fiscali e il sistema bancario indiano”; Ruben Sacerdoti, Regione Emilia-romagna – Servizio Sprint-er, sul tema “I programmi promozionali e gli incentivi finanziari per le imprese esportatrici in India”; Ugo Girardi, Segretario Generale Unioncamere Emilia-romagna, sul tema “Le iniziative promozionali del sistema camerale per il mercato indiano”. L’india è il secondo Paese più popoloso (1,2 miliardi) e il decimo Paese più industrializzato. Vanta la 4ª economia mondiale (su base Ppp). Il Pil ammonta a 515 mld di Euro (2005-06) ed è cresciuto del 10% nel 2006-07 (previsione) e dell’8% negli ultimi 4 anni. L’italia si colloca all’undicesimo posto per gli Investimenti Diretti Esteri (Ide) in India con solo l’1,42% del totale. Il commercio con l’Italia rappresenta solo il 3% degli interscambi commerciali indiani, con un salto del +20% nell’interscambio commerciale tra i due paesi nel 2006. Il Prodotto interno lordo indiano (+8,4 nell’ultimo semestre) è composto da: 19. 9% agricoltura, 19. 3% industria, 60. 7% servizi. Principali settori degli investimenti esteri verso il paese: Elettronica (compreso computer software), Trasporti, Servizi, Telecomunicazioni, Combustibili, Chimica, Agro-industriale, Farmaceutica, Cemento, Industri Metallurgica. Principali settori degli investimenti italiani verso il paese: meccanico, agro-industriale, automobilistico, tessile. Principali settori degli investimenti all’estero del paese: It, tessile, meccanico, alberghiero, automobilistico. Opportunità commerciali si svilupperanno nei settori delle Nuove tecnologie. Punti di forza dell’economia indiana sono: forza lavoro qualificata e contestuale basso costo del lavoro; elevata competenza nelle nuove tecnologie; lingua inglese correttamente utilizzata; forte senso dell’imprenditorialità; India è la più grande democrazia al mondo. Una Costituzione secolare garantisce giustizia, equità e libertà. .  
   
   
BANDO MANUNET, 52 I PROGETTI PRESENTATI  
 
Torino, 26 giugno 2007 - Sono 52 i progetti presentati nell’ambito del bando Manunet, al quale la Regione Piemonte ha aderito come partner associato. La prima fase, aperta con un bando congiunto il 23 aprile, si è chiusa il 18 giugno. Promossa dalla Commissione europea, l’azione di coordinamento, che rientra nell’ambito del 6° Programma quadro comunitario per la ricerca, ha l’obiettivo di attivare bandi a carattere transnazionale per la concessione di agevolazioni a sostegno di progetti di ricerca e innovazione nel settore manifatturiero, proposti da aggregazioni transnazionali di piccole e medie imprese. Sottolinea il Vice-presidente e Assessore alle Attività Produttive della Regione, Paolo Peveraro: “Siamo molto soddisfatti per l’elevato numero delle domande presentate. Positivo è il fatto che su 52 progetti, ben 48 sono coordinati da imprese piemontesi. Assai significativa anche la collaborazione tra le nostre imprese e quelle delle regioni europee più avanzate e industrializzate, quali ad esempio Catalogna, Paesi Baschi e North Rhein Westfalia. ” “I finaziamenti richiesti, -prosegue Peveraro- ammontano ad un totale di 14 milioni di €, superando largamente le aspettative, a dimostrazione della vivacità del nostro tessuto imprenditoriale e della sua attitudine a cogliere le occasioni di miglioramento competitivo. La dotazione finanziaria del bando è per ora di 4 milioni di €, nell’ambito del Programma 2006/2008 per le attività produttive (legge regionale 34/2004), ma non è escluso che tale soglia possa essere innalzata, proprio in considerazione dell’alta adesione. ” Per l’Assessore alla Ricerca, Andrea Bairati: “il bando Manunet per il sostegno di progetti di ricerca a carattere transnazionale ha suscitato l’interesse di numerose piccole e medie imprese piemontesi. Un dato che fotografa l’interesse del territorio e la sua ricettività in materia di ricerca, in partenariato con imprese e atenei di altre regioni europee. Il bando, frutto del coordinamento tra iniziative a sostegno della ricerca di 15 regioni europee, si inserisce nel Programma Quadro europeo e si rivolge alle imprese piemontesi per una loro efficace e positiva partecipazione ai programmi di ricerca e innovazione. ” .  
   
   
300 SCIENZIATI E UN PREMIO NOBEL A SALICE TERME UN CONVEGNO DEDICATO ALLA CHIMICA MACROCICLICA E SUPRAMOLECOLARE. OSPITI ANCHE GLI SCIENZIATI DELLE “MACCHINE MOLECOLARI”  
 
Salice Terme, 26 giugno 2007 - Nei giorni 24-28 giugno 2007 si terrà presso l’Hotel President di Salice Terme (Pv) il 2° Simposio Internazionale di Chimica Macrociclica e Supramolecolare (Ismsc 2007). Il convegno è organizzato dal Dipartimento di Chimica Generale dell’Università di Pavia. Presiede il Comitato organizzatore il Prof. Luigi Fabbrizzi, con la collaborazione dei proff. Antonio Poggi e Angelo Taglietti. Parteciperanno al congresso ca. 300 scienziati provenienti da centri di ricerca accademici e industriali di tutto il mondo. La conferenza di chiusura sarà tenuta dal professor Jean-marie Lehn, dell’Università di Strasburgo, premio Nobel per la chimica e padre fondatore della Chimica Supramolecolare. La chimica supramolecolare è una nuova branca della chimica che intende manipolare e mettere insieme molecole semplici per dare sistemi via via più complicati, capaci di svolgere funzioni di crescente sofisticazione e generale interesse. Le molecole semplici hanno le dimensioni di alcuni miliardesimi di mm; le supramolecole, oggetto della chimica supramolecolare, possono essere 100-1000 volte più grandi entrando così di diritto nel mondo delle nanoscienze e delle nanotecnologie. Con la chimica supramolecolare risulta quindi possibile il disegno di dispositivi capaci di svolgere funzioni pregiate a livello nanoscopico, a seguito di un comando proveniente dal mondo macroscopico. Un classico esempio di questi nanodispositivi, illustrato nel corso del congresso dai più famosi specialisti (quali Fraser Stoddard, Ucla; David Leigh, University of Edinburgh) riguarda le macchine molecolari, sistemi che, come le macchine del mondo macroscopico, sono capaci di convertire energia (chimica, elettrica, luminosa) in lavoro meccanico e movimento, in maniera ripetitiva e controllata. Dispositivi di questo tipo prevedono applicazioni nei più svariati settori della tecnologia, dallo sviluppo di nanorobot a quello di sensori luminescenti per ogni tipo di sostanze, capaci di operare anche all’interno delle cellule. Le supramolecole sono anche capaci di svolgere funzioni logiche elementari e rappresentano una base promettente per lo sviluppo di computer molecolari. Il convegno prevede anche momenti di intrattenimento culturale, tra i quali la visita della città di Pavia e degli edifici e delle aule della sua antica Università. In una conferenza serale del prof. Fabbrizzi verrà discussa l’importanza dei simboli nella comunicazioe, dall’alchimia alla chimica e, nella circostanza, verrà presentata una nuova interpretazione, su base alchimistica, della Primavera del Botticelli. .  
   
   
UN "MANIFESTO" PER OCCUPAZIONE FEMMINILE  
 
Trieste, 26 giugno 2007 - La proposta di una concertazione fra la Regione e l´universo femminile per giungere a un "Manifesto" per portare l´occupazione femminile nel Friuli Venezia Giulia all´obiettivo di Lisbona 2010: ovvero il 60 per cento di donne occupate. L´ha lanciata ieri a Grignano (Trieste) l´assessore regionale al Lavoro e Formazione, Roberto Cosolini, che è intervenuto alla prima giornata di lavoro della conferenza transnazionale "Donne e lavoro. Esperienze a confronto". Una due giorni che vuole essere occasione per presentare i risultati della collaborazione transnazionale in materia. Una collaborazione che se ha come effetto "tangibile" il video "Strade verso la parità" che verrà proiettato nella sessione di domani martedì 26 giugno, ne ha soprattutto di "intangibili" perché costituiti da nuove relazioni, maggiori capacità di ascolto e confronto, una nuova ottica con cui affrontare problemi che sono comuni. Nel portare il saluto della Regione, l´assessore Cosolini si è soffermato in particolare sulle "Politiche del ´buon lavoro´ in un´ottica di genere". "I risultati numerici delle pari opportunità - ha affermato - sono positivi, almeno per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia: il tasso di occupazione femminile è pari al 56 per cento e solo nel 2006 è cresciuto di un punto. Le donne, inoltre, costituiscono oltre il 50 per cento dei partecipanti ai corsi del Fondo Sociale Europeo". Ma anche i Progetti "Futura" e "Imprenderò" hanno promosso azioni positive per valorizzare le risorse femminili sia come rientro nel mercato del lavoro sia come incremento dell´imprenditorialità. Per quanto riguarda il progetto "Ess. Er. Ci" - che ha aderito al progetto transnazionale "Wega" e oggetto del convegno - Cosolini ne ha sottolineato la positività. "Tale progetto, infatti - ha sostenuto l´assessore - pone le pari opportunità in un´ottica trasversale (mercato del lavoro - società - politica) e grazie a strumenti di contributo sociale permette la sperimentazione di ´buone prassi´ utili alla diffusione della cultura delle pari opportunità". Infine la proposta di Cosolini: "rispetto all´obiettivo di ´Lisbona 2010´ (60 per cento di occupazione femminile) nel Friuli Venezia Giulia siamo a 4 punti di distanza: un obiettivo impegnativo ma non impossibile da raggiungere. Per questo propongo all´universo delle organizzazioni femminili una sorta di concertazione per promuovere un ´Manifesto dell´occupazione femminile verso Lisbona 2010´, nel quale individuare 5 azioni forti da sostenere e finanziare, che aiutino a raggiungere l´obiettivo indicato". .  
   
   
L´ECCELLENZA DELLE RETI DI PARITÀ PROVINCIALI NELLA FORMAZIONE E NEL LAVORO  
 
Torino, 26 giugno 2007 - Le reti di parità della Provincia di Torino hanno dimostrato nei risultati la loro efficacia, costituendo un modello esportabile e un riferimento importante per la promozione delle pari opportunità nel lavoro e nella formazione. E’ quanto emerso stamane in Provincia di Torino nell’ambito del convegno “Una rete provinciale per le Pari Opportunità nella formazione e nel lavoro”, promosso dalle Consigliere di Parità provinciali, Laura Cima e Ivana Melli, con l’obiettivo di presentare l’attività delle due reti delle Referenti di Parità operative presso i Centri per l’impiego e le Agenzie formative della Provincia. «Le reti e le modalità operative da esse attivate hanno aperto una reale prospettiva di integrazione degli obiettivi di Opportunità nel lavoro – ha spiegato Laura Cima – in linea con quanto è riconosciuto dall’Unione Europea nelle linee di sviluppo per la futura program mazione dei Fondi strutturali 2007-2013. Per questo vogliamo avviare una riflessione e un confronto sul loro valore nell’ambito della nuova programmazione in Piemonte». Al convegno hanno partecipato la Sottosegrertaria al Ministero della Famiglia, Chiara Acciarini, che ha ricordato l’impegno del Ministero nel rafforzamento dei servizi socio educativi e a favore delle persone non autosufficienti per far fronte alle difficoltà delle donne nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro; la dott. Ssa Barbara Pettine Capo Segreteria Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, delegata dalla Sottosegretaria Rosa Rinaldi, e la Responsabile nazionale Coordinamento Donne e Pari Opportunità Uil, Maria Pia Mannino. «Le reti presenti sul vostro territorio – ha spiegato la dott. Ssa Pettine - si collocano sulla linea d’azione con quanto il Ministero del Lavoro sta promuovendo per combattere le discriminazioni ancora presenti sul lavoro e ampiamente quantificabili nei differenziali salariali tra donne e uomini e nella qualità del lavoro. Le reti potranno rappresentare un’importante integrazione rispetto all’iniziativa che il Ministero del Lavoro presenterà il 12 luglio per la certificazione delle aziende che non discriminano». “Da buone a prassi a vere e proprie azioni di sistema” è il passaggio che le reti, con il coinvolgimento delle Istituzioni chiedono di poter fare, per favorire il raggiungimento degli obiettivi occupazionali, di crescita e economica e di vita delle persone (rispetto ad esempio alla genitorialità). La richiesta è stata avanzata con forza dal servizio Coordinamento dei Centri per l’Impiego della Provincia di Torino, coordinato dalla dott. Ssa Cristina Romagnolli e dalle due associazioni delle agenzie formative, tramite il dott. Gianfranco Zabaldano Presidente Associazione Forma Piemonte e la dott. Ssa Anna Forlenzaafpa – Agenzie Formazione Professionale Associate. Se alcuni obiettivi sono stati in parte raggiunti, e le Reti sono un valido esempio, le buone prassi sono sicuramente da valorizzare nell’ambito della nuova programmazione in corso, come hanno sottolineato tra gli altri da Giuseppe Benedetto, Direttore Programmazione e Statistica Regione Piemonte e da Silvana Pilocane, Dirigente Regionale Settore Sviluppo dell’imprenditorialità, cogliendo favorevolmente l’analisi dei risultati e gli stimoli proposti dalle reti. «La firma di protocolli d’intesa - ha sottolineato l’Assessore provinciale alle Pari Opportunità Aurora Tesio - e il dibattito avviato nell’ambito della Commissione tripartita provinciale per la costituzione del Tavolo Innovazione e conciliazione, segnano un altro punto a favore del riconoscimento dell’azione trasversale che stiamo portando avanti da tempo». A una nuova organizzazione dei servizi e del lavoro ha accennato invece l’Assessora provinciale alle Attività produttive, Giuseppina De Santis sottolineando l’importanza di abbandonare un sistema che premia esclusivamente la presenza sul lavoro a favore di un nuovo welf are che valorizzi le risorse e le differenze, soprattutto attraverso rapporti di rete. .  
   
   
AEM E ASM APPROVANO IL PROGETTO DI FUSIONE NASCE UN IMPORTANTE OPERATORE ENERGETICO, PRIMO TRA LE LOCAL UTILITIES ITALIANE E CON DIMENSIONI DI RILEVANZA EUROPEA  
 
Milano, 26 giugno 2007 - In linea con quanto annunciato al mercato in data 4 giugno 2007, in data odierna i Consigli di Amministrazione di Aem, Asm e Amsa hanno approvato, per quanto di rispettiva competenza, il progetto di fusione per incorporazione di Amsa in Aem e la successiva incorporazione di Asm in Aem. Hanno inoltre delegato i propri Presidenti a convocare le rispettive Assemblee Straordinarie che saranno chiamate ad approvare i progetti di fusione successivamente all’approvazione da parte del Consiglio Comunale di Milano delle deliberazioni di sua competenza in merito alla fusione di Amsa in Aem e all’approvazione da parte dei Consigli Comunali di Brescia e di Milano delle deliberazioni di loro competenza in merito alla fusione di Asm in Aem (ciò anche in considerazione dei poteri speciali attribuiti al Comune di Milano dall’attuale statuto sociale di Aem). Le situazioni patrimoniali di riferimento ai sensi dell’art. 2501-quater del codice civile sono rappresentate dai bilanci d’esercizio di Aem e Asm al 31 dicembre 2006, approvati dalle Assemblee dei soci in data, rispettivamente, il 26 e 20 aprile 2007. In data odierna è stata anche depositata al Tribunale di Milano l’istanza per la nomina di un esperto comune per la relazione sulla congruità del rapporto di cambio ai sensi dell’art. 2501- sexies del codice civile. Nei termini di legge sarà depositato presso le rispettive sedi sociali il progetto di fusione di Asm in Aem, che include lo statuto sociale della società post-fusione, le relazioni dei Consigli di Amministrazione e la relazione degli esperti incaricati di esprimersi sulla congruità del rapporto di cambio, nonché i bilanci degli ultimi tre esercizi (corredati dalle relazioni degli amministratori e dei revisori). Inoltre, almeno dieci giorni prima delle Assemblee Straordinarie chiamate ad approvare la congruità del rapporto di cambio, sarà depositato e diffuso il Documento Informativo sull’operazione di fusione previsto dal Regolamento Emittenti. Il completamento dell’operazione è atteso indicativamente entro la fine del 2007. Razionale industriale Il progetto di fusione fra Aem e Asm si inquadra nel contesto evolutivo del settore delle local utilities italiane che, a fronte della progressiva apertura alla concorrenza, ha avviato un processo di consolidamento che sta portando alla formazione di un ristretto numero di operatori di dimensioni maggiori, pur con un forte radicamento territoriale. In tale contesto, Aem e Asm concordano sulla valenza industriale del progetto che è finalizzato a: raggiungere dimensioni adeguate per competere con gli altri operatori nazionali ed esteri, rafforzare l’integrazione a monte e a valle nella catena del valore delle attività caratteristiche, accrescere il potenziale negoziale nei mercati liberalizzati e cogliere le opportunità derivanti da economie di scala e sinergie di costo e di investimento nell’ottica del miglioramento della qualità dei servizi offerti. Si intende inoltre rafforzare il radicamento territoriale della nuova società che opera oltre a Milano, Brescia e Bergamo - i cui Comuni sono anche i principali azionisti pubblici attuali di Aem e di Asm - in numerose città lombarde ed emiliane, continuando ad erogare importanti servizi ai cittadini clienti. La società post-fusione rafforzerà la promozione di iniziative per il risparmio energetico e lo sviluppo sostenibile, utilizzando teconologie innovative ed idonee politiche gestionali ed industriali. La società post-fusione avrà una dimensione di rilevanza europea come si evince dai dati 2006 della combined entity di seguito riportati: ricavi pari 9,4 miliardi di euro; margine operativo lordo di 1,8 miliardi di euro; capitalizzazione di Borsa pari a circa 9 miliardi di euro (al 21 giugno 2007; esclusa Amsa). In base ai dati operativi la società post-fusione sarà leader in Italia nel settore delle local utilities: nella produzione di elettricità il nuovo gruppo dispone al 2006 di una potenza installata di proprietà o in gestione diretta pari a circa 3,7 Gw, caratterizzata da impianti efficienti e da un buon bilanciamento fra le diverse fonti di produzione. A queste centrali potranno eventualmente aggiungersi gli impianti del ramo d’azienda di Endesa Italia che Asm o la società post-fusione potrebbero acquisire all’esito delle trattative in corso con Endesa Italia e i suoi soci, come già comunicato al pubblico; nel 2006, includendo il contributo di Amsa, di Ecodeco e il 50% delle attività di Edison, le vendite di elettricità hanno raggiunto circa 52 miliardi di Kwh (il 15,7% del fabbisogno nazionale); escludendo gli usi termoelettrici di gruppo le vendite di gas sono state pari a quasi 4,5 miliardi di metri cubi; nello scorso esercizio Aem e Asm hanno complessivamente distribuito circa 2,2 miliardi di metri cubi di gas (incluso il 50% di Edison) e 12,1 miliardi di Kwh di elettricità, ben posizionandosi alle spalle di Eni e Enel che continuano a essere i primi operatori in queste attività; nei servizi ambientali la nuova società ha un ruolo di leadership a livello nazionale, con 2,9 milioni di tonnellate di rifiuti trattati/smaltiti nel 2006 (inclusa Amsa) e una significativa dotazione impiantistica; nel 2006 la società post-fusione ha venduto calore per oltre 1,5 Twht, posizionandosi saldamente al primo posto nel settore teleriscaldamento in Italia. Infine, gli investimenti in atto e le iniziative commerciali all’estero, anche tramite le partecipazioni in Atel e Edison, costituiscono un’importante opportunità per lo sviluppo internazionale della società post-fusione. Sinergie Aem e Asm condividono le linee guida e gli obiettivi di un piano industriale attualmente in fase di approfondimento. Sono stati preliminarmente stimati, a regime, circa 80 milioni di euro all’anno di sinergie di costo ante imposte, quali la gestione del portafoglio energetico, l’omogeneizzazione delle principali attività operative (come gli acquisti centralizzati) e l’unificazione delle attività comuni (quali staff, servizi e coordinamenti tecnici), e circa 10 milioni di euro all’anno di efficienze derivanti dall’ottimizzazione degli attuali programmi d’investimento. Gli oneri di implementazione sono stimati in circa 25 milioni di euro complessivi per il periodo 2007-2010. Si tratta di valutazioni già illustrate al mercato il 6 Giugno 2007 che hanno carattere preliminare. Tali valori potrebbero essere suscettibili di ulteriori margini di miglioramento a seguito della definizione del nuovo piano industriale. Sono state inoltre identificate altre opportunità di sviluppo, rese possibili dalla fusione, che consentiranno la creazione di ulteriore valore nei business a maggiore potenziale: nei mercati del gas e dell’elettricità, nel business dei servizi ambientali (come la termovalorizzazione e lo smaltimento/trattamento dei rifiuti), nei servizi energetici per il territorio (quali il teleriscaldamento e l’energy management) e nella produzione da fonti rinnovabili. Modalità e concambio Il progetto di fusione prevede l’incorporazione di Asm in Aem, il contestuale cambio di denominazione sociale, ancora in via di definizione, e il trasferimento della sede legale a Brescia. E’ confermato il rapporto di cambio di n. 1,60 azioni ordinarie Aem per ogni n. 1 azione ordinaria Asm (e cioè, in altri termini, n. 8 azioni ordinarie Aem di nuova emissione da nominali 0,52 euro cadauna per ogni n. 5 azioni ordinarie Asm da nominali 1,00 euro cadauna). La determinazione del rapporto di cambio tiene conto dei dividendi ordinari già deliberati e pagati dalle rispettive società e della distribuzione da parte di Asm di un dividendo straordinario pari a 0,11 euro per ogni azione Asm (per un importo complessivo pari a circa 85 milioni di euro) che sarà deliberato dall’Assemblea Ordinaria di Asm e corrisposto ai suoi azionisti prima della data di efficacia della fusione di Asm in Aem e subordinatamente alla stipula del relativo atto di fusione. Condizioni sospensive L’operazione, che dovrà essere approvata dalle Assemblee Straordinarie di Aem e di Asm , è condizionata, tra l’altro, all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni da parte della competente Autorità Antitrust, alla stipulazione dell’atto di fusione di Amsa in Aem e alla conferma da parte di Consob che non sussistano obblighi di offerta pubblica di acquisto. Aem e Asm si riservano di recedere dall’operazione qualora emergano o comunque si verifichino circostanze o fatti relativi alla situazione economica, patrimoniale, finanziaria e/o alle prospettive reddituali di una parte, ad oggi non noti all’altra parte e idonei ad incidere negativamente, in modo gravemente significativo e imprevedibile sul rapporto di cambio. Diritto di recesso La fusione non darà luogo al diritto di recesso per gli azionisti di entrambe le società che non dovessero concorrere alla approvazione del progetto. Azionariato Al fine di assicurare unitarietà e coerenza di indirizzo nella gestione della società postfusione, i Comuni di Brescia e di Milano, stando a quanto comunicato al pubblico dai rispettivi Sindaci il 4 giugno 2007, saranno titolari complessivamente di circa il 55% del capitale votante della società post-fusione e stipuleranno un patto parasociale volto a disciplinare, fra l’altro, i criteri e i meccanismi di designazione e di nomina delle cariche sociali e l’esercizio del voto in Assemblea. Nello statuto della società post-fusione permarrà il limite massimo al possesso azionario pari al 5% del capitale sociale per soci diversi dal Comune di Brescia e dal Comune di Milano che manterranno, ancorché in via congiunta, il diritto di veto sulle deliberazioni di scioglimento, cessione dell’azienda, fusione, scissione, trasferimento della sede sociale all’estero, cambiamento dell’oggetto sociale e approvazione di modifiche statutarie che sopprimano o modifichino tale diritto di veto. Corporate governance Si conferma che la società post-fusione adotterà un modello di governance dualistico, con un Consiglio di Sorveglianza ed un Consiglio di Gestione. Il Consiglio di Sorveglianza sarà composto da 15 Consiglieri, di cui 6 nominati direttamente dal Comune di Brescia, altrettanti 6 dal Comune di Milano e i restanti 3 Consiglieri eletti tramite voto di lista da parte degli altri azionisti. Il Consiglio di Gestione sarà formato da 8 Consiglieri nominati dal Consiglio di Sorveglianza, sulla base di liste presentate dai Consiglieri di Sorveglianza. La governance sarà ispirata al principio di alternanza e alternatività nelle nomine delle cariche apicali da parte dei due Comuni azionisti di riferimento. Il Consiglio di Gestione, su indicazione del Consiglio di Sorveglianza, nominerà due Direttori Generali, che potranno anche essere scelti tra i Consiglieri di Gestione. A tali Direttori Generali il Consiglio di Gestione attribuirà deleghe e procure in relazione a competenze e funzioni complementari. In particolare, uno di tali Direttori Generali sarà responsabile dell’area mercato e delle direzioni centrali incaricate di fornire servizi di corporate e di svolgere attività centralizzate a beneficio delle direzioni della società post-fusione e delle società del gruppo. L’area mercato comprende le attività di gestione, organizzazione e sviluppo del portafoglio energetico, ivi incluse l’operatività di compravendita sui mercati e la programmazione della produzione. L’altro Direttore Generale sarà responsabile delle aree tecnico-operative della società postfusione e delle società del gruppo, quali le aree relative alla produzione, ingegneria, sviluppo e innovazione in ambito tecnico operativo, alla distribuzione di energia elettrica e gas, alla distribuzione di calore, al ciclo idrico integrato e ai servizi ambientali. In seno alla società post-fusione, per il primo triennio, sarà inoltre costituito un Comitato Strategico e per i Progetti Speciali, composto dai Presidenti e dai Vice Presidenti del Consiglio di Sorveglianza e del Consiglio di Gestione e dai due Direttori Generali e presieduto dal Presidente del Consiglio di Sorveglianza. Nell’operazione, Citi, Jpmorgan e Mediobanca hanno svolto il ruolo di advisor finanziario per Aem. Intesa Sanpaolo e Merrill Lynch hanno svolto il ruolo di advisor finanziario per Asm. Lo studio Cleary Gottlieb ha svolto il ruolo di advisor legale per Aem. Lo studio Pavesi Gitti Verzoni ha svolto il ruolo di advisor legale per Asm. Lo statuto della società post-fusione è stato predisposto dal Prof. Piergaetano Marchetti. .  
   
   
ENERGIA: NASCE IN VENETO IMPIANTO FOTOVOLTAICO PIU’ GRANDE D’ITALIA. GAVA: ENERGIA AVRA’ ASSE SPECIFICO IN FONDI UE 2007-2013”  
 
 Fanzolo di Vendelago (Tv) 26 giugno 2007 - Il più grande impianto ad energia fotovoltaica su edifici produttivi nascerà in Veneto, in provincia di Treviso alla Metalco S. P. A. Di Castelminio di Resana e alla Gris Sport S. P. A. Di Castelcucco. L’iniziativa, che consentirà una produzione di 1 milione 680 mila Kilowattora l’anno grazie all’installazione di 10 mila 600 m² di pannelli solari sui tetti delle due aziende, sarà realizzata con un investimento di 8 milioni di euro dalla Italian Solar Infocenter ed è stata presentata ieri a Villa Emo di Fanzolo di Vedelago alla presenza del Sottosegretario all’economia Marco Stradiotto e dell’Assessore regionale alle politiche economiche con delega all’energia del Veneto Fabio Gava. “L’energia in generale e quella rinnovabile in particolare – ha detto Gava- sono al centro delle politiche regionali di settore con una strategia in più fasi, che poggia sulla gestione dei Fondi Europei, sul varo e applicazione del Piano energetico regionale e sull’approvazione entro l’anno di una legge regionale per snellire e fare chiarezza sulle procedure autorizzative per la costruzione di questi impianti da parte dei privati”. Gava, ricordando che negli ultimi anni la Regione ha già investito 40 milioni di euro in progetti pubblici specifici, e che la produzione elettrica da fonti rinnovabili ha già raggiunto il 14 % del totale regionale, ha annunciato che “In accordo con la Commissione europea è stato deciso che all’energia sarà dedicato un Asse specifico nel Programma operativo regionale di utilizzo dei Fondi Europei 2007-2013. Questo vuol dire -ha detto l’Assessore- che potremo contare su notevoli finanziamento di fonte europea nei prossimi 5-6 anni. In più -ha aggiunto- progetti innovativi come quello presentato oggi potranno trovare attenzione anche all’interno di quanto previsto dalla Legge quadro regionale su ricerca ed innovazione tecnologica appena approvata”. L’impianto illustrato produrrà energia pari al consumo domestico di 540 abitazioni e circa 2200 persone; si estenderà su una superficie di 30 mila m² ( pari a sette campi di calcio); e consentirà di abbattere di mille tonnellate l’anno l’immissione in atmosfera di anidride carbonica e di 48 tonnellate la produzione di polveri sottili e ossidi. .  
   
   
LOSAPPIO: "IL GASDOTTO ENI A OTRANTO È IN LINEA CON IL PEAR"  
 
 Bari, 26 giugno 2007 - L’assessore all’Ecologia, Michele Losappio, ha diffuso la seguente nota: “L’accordo raggiunto fra Eni, Gazprom e Governo italiano porterà il nuovo gasdotto lungo 900 km a sfociare con una delle sue diramazioni ad Otranto per poi collegarsi con la rete nazionale. L’opera, finalizzata a ridurre le difficoltà di approvvigionamento per l’Italia e l’Europa del prezioso gas, rientra nelle scelte indicate dal Piano Energetico Ambientale della Puglia. Il Pear, adottato dalla Giunta con delibera n. 827 del 8 giugno 2007, indica infatti fra i suoi obiettivi generali che “coerentemente con l’incremento dell’impiego del gas naturale si prevede di attrezzare il territorio regionale con installazioni che ne consentano l’approvvigionamento, per una capacità tale da poter soddisfare sia i fabbisogni interni che quelli di aree limitrofe”, appunto i gasdotti e consente la costruzione di opere di talerilievo. E’ questa una nuova dimostrazione di come la Regione stia praticando con tempismo e determinazione le politiche energetiche indicate nel Pear. Prima del sì al gasdotto vanno infatti ricordati il parere favorevole del Comitato Via regionale al metanodotto Massafra-biccari della Snam, il nuovo regolamento sull’energia eolica che ha portato la Puglia al primo posto in Italia per produzione dal vento, la decisione Enel di trasformazione della centrale Stanic di Bari da olio combustibile e metano, il parere favorevole della Conferenza dei Servizi alla più grande centrale solare d’Europa che sorgerà Brindisi su proposta Italgest, il consenso alla nuova centrale di cogenerazione dell’Ilva con conseguente chiusura della Cet 2, in parte alimentata con olio combustibile, il No al rigassificatore di Brindisi che oggi è in attesa della annunciata sospensione dell’autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico. Dunque per la prima volta la Regione si presenta agli interlocutori istituzionali ed economici, anche internazionali, ed all’opinione pubblica con un proprio programma, portato per oltre un anno alla conoscenza ed al confronto della società pugliese e sfociato poi nella sua formale approvazione. Un programma che non è già più un libro dei sogni o una dotta ricerca ma una guida operativa finalizzata a scelte compiute o in corso di adozione”. .  
   
   
SOCOTHERM: SOCOTHERM SI AGGIUDICA UN NUOVO CONTRATTO DI QUASI 20 MLN USD IN VENEZUELA. IL CONTRATTO, FIRMATO TRA LA CONTROLLATA VENEZUELANA E LA SOCIETÀ PETROLIFERA STATALE PDVSA, È RELATIVO AI RIVESTIMENTI DI CIRCA 135 KM DEL PROGETTO BARBACOA- MARGARITA, FASE II.  
 
 Vicenza 26 giugno 2007 – Socotherm Americas, Società quotata alla Borsa di Buenos Aires e controllata da Socotherm, Società quotata sul segmento Star di Borsa Italiana ed uno dei principali operatori mondiali nel settore dei servizi per l’estrazione ed il trasporto dell’energia, si è aggiudicata un nuovo contratto del valore di oltre 19 Mln Usd in Venezuela. Il contratto, firmato con la società petrolifera Venezuelana Pdvsa, è relativo al rivestimento di circa 135 km di tubazioni di grossi diametri del progetto Barbacoa-margarita, Fase Ii. Il Gasdotto Barbacoa-margarita Fase Ii ha origine nello stato di Anzoátegui e comprende tre tratte principali, due terrestri di 20 e 86 km di tubi da 16” a 36” e una sottomarina di 26 km di tubi da 12” che collegherà tratta continentale a “Isla Margarita”, per un totale di 135 km di tubazioni. Il contratto è relativo all’applicazione di rivestimento anticorrosivo esterno in Polietilene ad Alta Densità (Plastikote) sul totale delle tubazioni e al successivo appesantimento in cemento armato (Wrapheavykote ) sulle tubazioni da 16” della tratta sottomarina con l’installazione di un sistema di protezione catodica mediante l’inserimento di anodi sacrificali sui tubi appesantiti. I lavori saranno eseguiti presso lo stabilimento di Atlantida Socotherm in Anaco (Stato di Anzoátegui) nel corso del 2007. Il progetto rientra nel Piano Strategico 2006-2012 di Pdvsa il cui investimento totale ammonterà a quasi 17 Mld Usd, nell’ambito del Piano Petrolifero 2005-2030 che promuove l’accelerazione dei diversi progetti di esplorazione e produzione di gas in terraferma e sulla costa marina. “L’ottenimento di questo contratto è di importanza fondamentale per la nostra attività in Venezuela – afferma l’Ing. Zeno Soave, Presidente e Amministratore Delegato di Socotherm – dove abbiamo definito un importante piano di investimenti orientato all’incremento della nostra capacità produttiva con la realizzazione di una nuova Marine Base nel nord-est del Venezuela per poter partecipare agli importanti progetti offshore previsti a partire dal prossimo anno. Inoltre il nostro rapporto sempre più integrato con Pdvsa ci permette di posizionarci in modo ottimale per il più grande gasdotto progettato in Sudamerica e cioè il Gasoducto do Sur che porterà il gas dal Venezuela all’Argentina attraverso il Brasile. ” .  
   
   
OBBLIGO ISTRUZIONE E OCCUPABILITÀ: APPROVATO IN GIUNTA PIEMONTE3SE L’ATTO DI INDIRIZZO SULLE AZIONI DI ORIENTAMENTO 2007-2009  
 
Torino, 26 Giugno 2007 - La Giunta, su proposta dell’assessore all’Istruzione e Formazione professionale, Giovanna Pentenero, ha approvato nella seduta di ieri, l’atto di indirizzo per il triennio 2007-2009, relativo alle azioni di orientamento finalizzate all’assolvimento dell’obbligo d’istruzione e all’occupabilità. La Regione, in accordo con le Province che sono titolari della gestione delle azioni di orientamento, si propone infatti di realizzare attività di orientamento, la cui sperimentazione è già in atto, focalizzando l’attenzione sul passaggio che i giovani compiono tra il mondo della scuola e il mondo del lavoro. In particolare le attività riguarderanno: azioni di orientamento ripartite tra informazione, formazione e consulenza, volte a favorire scelte individuali consapevoli per adolescenti e giovani; azioni di sistema finalizzate al miglioramento del “Sistema Orientamento” come dispositivo di integrazione tra le politiche dell’istruzione, della formazione e del lavoro e azioni di accompagnamento indirizzate alle famiglie, insegnanti e formatori per prevenire e combattere fenomeni di dispersione scolastica. L’atto di indirizzo prevede una spesa complessiva per l’intero triennio, di circa 10 milioni di euro finanziati per il 50% attraverso Fondi comunitari 2007-2013 e il restante 50%, per un terzo attraverso risorse del Ministero del lavoro e due terzi dal Bilancio regionale. La spesa sarà ripartita tra le province in base ai giovani in età compresa tra i 13 e 18 anni. “L’obiettivo delle attività di orientamento, contenute nell’atto di indirizzo - sottolinea l’assessore Pentenero - è quello di combattere la dispersione scolastica nel passaggio dal mondo dell’istruzione a quello del lavoro; sostenere nella scelta scolastica o professionale adolescenti e giovani che vivono situazioni di disabilità; sostenere nella definizione di un proprio progetto professionale gli adolescenti e i giovani che, assolto l’obbligo di istruzione, sono alla ricerca di un primo lavoro. Intendiamo inoltre - conclude l’assessore – razionalizzare le attività di orientamento a fronte dell’innalzamento dell’obbligo d’istruzione a 16 anni e migliorare il “Sistema Orientamento” attraverso azioni di sistema”. .  
   
   
FONDAZIONE GIORGIO CINI ONLUS CORSO DI CIVILTÀ ITALIANA “VITTORE BRANCA” VENEZIA E LA CIVILTÀ ITALIANA NEI SECOLI DELLA MODERNIZZAZIONE EUROPEA. IL SETTECENTO  
 
 Venezia, 26 giugno 2007 - Dal 9 al 20 luglio presso l’Isola di San Giorgio Maggiore si svolgerà la prima edizione del Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca” sul tema Venezia e la civiltà italiana nei secoli della modernizzazione europea. Il Settecento. Il corso, la cui direzione è stata affidata a Cesare De Michelis, professore di Letteratura italiana Moderna e Contemporanea all’Università di Padova, già allievo di Vittore Branca, è rivolto agli studenti del biennio, ai dottorandi, ai dottori in materie umanistiche, ai professori e alle persone di cultura sarà articolato in venti lezioni, distribuite nell’arco di due settimane. Il Settecento rappresenta il filo conduttore degli interventi di questa prima edizione, che verrà inaugurata sabato 7 luglio con una prolusione pubblica di Marc Fumaroli, critico e storico della letteratura di fama mondiale, docente al Collège de France, dal titolo Il ruolo di Venezia nell´aggiornamento dell´arte francese nel Settecento. All’interno del rinnovato progetto culturale che è alla base dell’attività della Fondazione Giorgio Cini si è venuta in questi ultimi anni precisando e arricchendo l’iniziativa di una Scuola intitolata a Vittore Branca. Nel segno di una continuità con le lezioni del "Professore", al centro del programma scientifico e didattico della Scuola si è scelto di mettere la storia della Civiltà Italiana nella varietà e nella complessità delle sue manifestazioni culturali ed artistiche, a cominciare da quelle letterarie per abbracciarle, poi, tutte. La nascita del Corso di Civiltà Italiana "Vittore Branca", un corso di formazione specificatamente rivolto agli studenti del biennio, ai dottorandi e ai dottori in materie umanistiche, rappresenta dunque la prima iniziativa della Fondazione Giorgio Cini in questa direzione. Nell’arco di un triennio, il Corso di Civiltà Italiana “Vittore Branca” sarà dedicato allo studio del rapporto che ha legato Venezia e la civiltà italiana durante i tre secoli della modernizzazione europea: il Settecento, l’Ottocento e il Novecento. La quota di iscrizione è di € 250 e dovrà essere versata direttamente alla segreteria il primo giorno del Corso. Hanno messo a disposizione borse di studio per la partecipazione al Corso di Civiltà Italiana: Fondazione di Venezia, Leo S. Olschki Editore, Marsilio Editori, Rcs Libri e Il Sole 24 Ore. .  
   
   
FORMAZIONE: INVESTIRE DI PIU´´ NEL SETTORE LEGNO  
 
Udine, 26 giugno 2007 - La Regione Friuli Venezia Giulia ha istituito per il triennio 2006-2008, nell´intento di sviluppare ed ampliare l´offerta formativa relativa all´Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, i Poli formativi Ifts. Si tratta di una tipologia formativa che costituisce il filone d´istruzione per diplomati, creato per formare, secondo un modello largamente diffuso in Europa, i quadri ed i dirigenti delle imprese. Tali corsi sono caratterizzati da: programmi definiti sulla base delle esigenze di formazione e di occupazione rilevate nell´ambito del sistema produttivo del Friuli Venezia Giulia; una rilevante alternanza tra formazione in aula, in laboratorio e nei reparti delle aziende coinvolte nei progetti formativi; il riconoscimento di crediti formativi universitari da parte degli atenei coinvolti. Oggi si è svolto a Udine il convegno "Istruzione e Formazione Tecnica Superiore, anche il futuro ha le sue certezze", scopo del quale era l´illustrazione delle iniziative, sia formative che di ricerca, che il Polo formativo Ifts "Industria del legno e del mobile" ha messo in atto. L´anno scorso sono stati, infatti, avviati due corsi Ifts. Di altrettanti corsi si prevede l´avviamento nell´autunno 2007 e per il 2008. Il Polo, di cui è capofila il Consorzio Friuli Formazione, è composto dalle Università di Udine e di Trieste, da istituti superiori delle province di Udine e di Pordenone, da enti di formazione, dalle strutture regionali delle associazioni di categoria dell´industria e della piccola industria, da aziende del comparto del legno e del mobile site nelle province di Udine e di Pordenone e da enti di ricerca. L´assessore regionale al Lavoro e alla Formazione, Roberto Cosolini, ha evidenziato nella parte finale del convegno i risultati degli Ifts in Friuli Venezia Giulia, dovuti, a suo parere, alla qualità del sistema scolastico, universitario e del tessuto imprenditoriale regionale. Tale esito sarebbe da ascrivere, sempre secondo Cosolini, alla forte flessibilità, attuata tra e da questi soggetti. L´assessore si è, inoltre, soffermato sul bisogno della formazione permanente ed ha confermato l´intenzione della Regione di investire "ancora di più" nel settore del legno. Infine, ha spezzato una lancia in favore dell´ulteriore valorizzazione dei percorsi scolastici, finalizzati a trovare occupazione nel settore industriale. Nel corso del convegno - con interventi di Dario Barnaba, amministratore delegato del Consorzio Friuli Formazione, Morena Mauro e Giulia Mardero dell´Ires, Dario Pozzetto dell´Università di Trieste, Tommaso Di Girolamo, preside dell´Istituto "A. Mattioni" di Cividale del Friuli, e Roberto Ganzitti dell´Associazione degli Industriali della Provincia di Udine - sono state illustrate: la natura, la composizione, i compiti e le attività del Polo; i risultati dell´indagine condotta sui fabbisogni occupazionali delle imprese del legno e del mobile; gli esiti dell´indagine sul quadro del sistema regionale della ricerca e sviluppo; la ricerca, avviata nel 2007, sull´incontro tra le esigenze di istruzione e di formazione espresse dal settore del legno e del mobile, dal sistema scolastico regionale e dagli allievi; le nuove professionalità per l´industria del legno. .  
   
   
DIFESA DEL SUOLO E DELLA COSTA - GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE: DIPLOMA DI MASTER ALL´ALMA MATER PER 12 INGEGNERI LATINO-AMERICANI. PRESENTI ALLA CERIMONIA RAPPRESENTANTI DELL´IILA, REGIONE EMILIA-ROMAGNA E FACOLTA´ DI INGEGNERIA (DISTART) DELL´UNIVERSITA´  
 
 Bologna 26 giugno 2007 - Si è conclusa a Bologna, nella sede universitaria di Palazzo Poggi, la terza edizione del master in "Tecniche di gestione integrata delle risorse idriche con particolare riferimento all´approvvigionamento idropotabile", corso di aggiornamento e specializzazione riservato a 12 ingegneri latino-americani, patrocinato dall´Iila (Istituto italo-latino americano) con finanziamento della Direzione generale del ministero degli Affari Esteri e organizzato dal Distart (Dipartimento di Ingegneria delle strutture, dei trasporti, delle acque, del rilevamento del territorio) dell´Università di Bologna, sotto la direzione di Armando Brath, professore ordinario di Costruzioni idrauliche, in collaborazione con la Regione Emilia-romagna. Alla consegna dei diplomi del master hanno partecipato Marioluigi Bruschini, assessore regionale alla Difesa del Suolo e della Costa - Protezione Civile, Demetrio Egidi, direttore dell´Agenzia regionale di Protezione Civile, Giuseppe Bortone, direttore regionale all´Ambiente, Eugenia Fedeli e Enrique Arizaga, responsabili del Servizio cooperazione dell´Iila, il direttore del Distart Pier Paolo Diotallevi, il vice preside della facoltà di Ingegneria Ignazio Massa e il direttore del corso Armando Brath. Nell´ambito delle numerose iniziative organizzate durante il corso, gli ingegneri latino-americani hanno visitato le sedi dell´Agenzia regionale di Protezione Civile, dell´Arpa e della Direzione Ambiente, proseguendo il rapporto di collaborazione e di scambio di conoscenze sul piano tecnico-operativo che già nelle passate edizioni del master aveva dato buoni risultati. Il master si colloca all´interno di una consolidata attività di collaborazione tra Iila, Distart e Regione Emilia-romagna nel campo della gestione delle risorse idriche. La terza edizione, iniziata il primo marzo scorso, ha affrontato argomenti quali la gestione razionale del sistema di approvvigionamento idrico e dei sistemi di smaltimento e trattamento delle acque residuali, la gestione integrata delle risorse idriche, con particolare riferimento alla realtà dell´America latina; la predisposizione di programmi e azioni di prevenzione e mitigazione dei fenomeni meteorologici estremi e dei disastri naturali. .  
   
   
BANDO PER LA SELEZIONE DI VOLONTARI NEI PROGETTI DI SERVIZIO CIVILE  
 
 Roma, 26 giugno 2007 - Scade il 12 luglio 2007 il termine utile per la presentazione della domanda di partecipazione al bando straordinario dell´Ufficio Nazionale per il Servizio civile (Ministero della Solidarietà sociale), per la selezione di 25. 924 volontari da impiegare in progetti di servizio civile nazionale in Italia e all´estero. La durata del servizio è di dodici mesi; il periodo di servizio civile prestato è riconosciuto ai fini del diritto e della determinazione dell´assicurazione generale obbligatoria per l´invalidità, la vecchiaia e i superstiti. Ai volontari in servizio civile spetta un assegno mensile di 433, 80 euro. Ad eccezione degli appartenenti ai corpi militari o alle forze di polizia, possono partecipare alla selezione i cittadini italiani, senza distinzione di sesso che, alla data di presentazione della domanda, abbiano compiuto il diciottesimo e non abbiano superato il ventottesimo anno di età, purché in possesso dei seguenti requisiti: essere cittadini italiani; non essere stati condannati con sentenza di primo grado per delitti non colposi commessi mediante violenza contro persone, o per delitti riguardanti l´appartenenza a gruppi eversivi o di criminalità organizzata; essere in possesso di idoneità fisica, certificata dagli organi del servizio sanitario nazionale, con riferimento allo specifico settore d´impiego per cui si intende concorrere. La domanda deve essere: redatta in carta semplice, secondo il modello in "Allegato 2", attenendosi scrupolosamente alle istruzioni riportate in calce al modello stesso. Copia del modello può essere scaricata dal sito internet dell´Ufficio www. Serviziocivile. It - sezione modulistica; firmata per esteso dal richiedente con firma autografa, accompagnata da fotocopia di valido documento di identità personale, per la quale non è richiesta autenticazione; corredata dalla scheda di cui all´"Allegato 3", contenente i dati relativi ai titoli. È possibile presentare una sola domanda di partecipazione per un unico progetto di servizio civile nazionale da scegliere tra i progetti inseriti nel bando, o tra quelli inseriti nei bandi regionali e delle Province autonome contestualmente pubblicati. Http://www. Governo. It/governoinforma/dossier/servizio_civile_bando_07/index. Html .  
   
   
THE 2ND ANTARCTIC METEOROLOGICAL OBSERVATION, MODELING, AND FORECASTING WORKSHOP CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE – PIAZZALE ALDO MORO, 7 (AULA ROMA, 26-28 GIUGNO 2007  
 
Roma, 26 giugno 2007 - Il "2nd Antarctic Meteorological Observation, Modeling, and Forecasting Workshop" si terrà quest´anno a Roma, presso la sede centrale del Cnr, P. Le Aldo Moro 7, dal 26 al 28 Giugno 2007, ospitato dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra) e dal Servizio Meteorologico dell´Aeronautica Militare Italiana. Il Workshop è organizzato dal National Center for Atmospheric Research (Ncar), dall´Antarctic Meteorological Research Center (Amrc) dell´University of Wisconsin, e dal Byrd Polar Research Center dell´Ohio State University, in collaborazione con il Servizio Meteorologico dell´Aeronautica Militare Italiana (Ami), il Consorzio per l´attuazione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra S. C. R. L. ) e la Commissione Scientifica Nazionale per l´Antartide (Csna) con il contributo del Settore di Ricerca "Geodesia ed Osservatori" del Pnra. Il Workshop intende riunire tutti coloro che hanno interessi sia di ricerca che operativo/logistici nel campo della meteorologia antartica e nelle discipline ad essa correlate. Come nelle passate edizioni del workshop, saranno discussi lo stato dei programmi dell´Amrc, delle Stazioni Meteorologiche Automatiche e dell´Antarctic Meteorological Prediction System (Amps), potendo confrontare i risultati e beneficiare del feedback della comunità degli utenti. Oltre a ciò, il Workshop intende fornire un forum per la discussione dei risultati ottenuti e delle idee nuove nel campo della meteorologia antartica, della modellistica numerica e delle previsioni meteorologiche, contando sul contributo di esperti e ricercatori da tutto il mondo. Ci sarà spazio per la discussione sulle relazioni che intercorrono tra attività internazionali, previsioni meteorologiche in Antartide, supporto logistico e ricerca scientifica. In questa edizione, particolare enfasi sarà data all´argomento delle previsioni meteorologiche. Nella serata di mercoledì 27, alle ore 20:00, una cena al Caffè Greco (in Via Condotti 86, Roma) sarà un’occasione per proseguire la discussione in un’atmosfera meno formale. Nel corso del Workshop, sarà anche annunciata la distribuzione di un pacchetto materiale didattico, interattivo, concernente meteorologia e previsioni meteorologiche in Antartide, realizzato nell´ambito dell´Anno Polare Internazionale. .  
   
   
VESTIRE IL PAESAGGIO: A PISTOIA UN CONVEGNO INTERNAZIONALE  
 
Firenze, 26 giugno 2007 - Come si pensa e come si produce il paesaggio. Sono i temi del convegno internazionale “Vestire il paesaggio” che si svolge a Pistoia dal 28 giugno al primo luglio. L’iniziativa, aperta al pubblico, è centrata sul confronto tra i produttori del verde ornamentale e progettisti e esperti di paesaggistica a livello internazionale. La manifestazione, organizzata dalla Provincia di Pistoia e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, con la collaborazione del Comune di Pistoia e di molti altri partners, si è avvalsa di un comitato scientifico di cui fanno parte la Regione Toscana, insieme al ministero per le politiche agricole, il ministero per i beni culturali, l’Università di Firenze e altri soggetti del settore. L’assessore regionale al territorio Riccardo Conti illustrerà i contenuti della manifestazione in una conferenza stampa fissata per domani, martedì 26 giugno alle ore 11, in sala stampa Cutuli, via Cavour 18. Partecipano con lui, il presidente della Provincia Gianfranco Venturi, il sindaco di Pistoia Renzo Berti, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia Ivano Paci. .  
   
   
CLIMA, AL VIA 203 NUOVE STAZIONI DI RILEVAMENTO METEO  
 
 Napoli, 26 giugno 2007 - 203 nuove stazioni elettroniche di rilevamento consentiranno alla Protezione civile della Regione Campania di tenere costantemente sotto controllo la situazione meteorologica in altrettanti comuni, di cui 186 del territorio regionale e 17 in zone "di confine" (12 situate in Molise e 5 in Basilicata). Il progetto, finanziato con uno stanziamento di circa 5 milioni di euro, sarà presentato domani ai sindaci delle amministrazioni interessate, presso l´auditorium dell´isola C3 del Centro direzionale di Napoli. "Le centraline - ha spiegato l´assessore all´Ambiente e alla Protezione Civile, Luigi Nocera - si aggiungeranno alle 150 già esistenti e consentiranno di tenere costantemente sotto controllo le precipitazioni e le condizioni meteorologiche nella quasi totalità del territorio. In tal modo, la Protezione civile della Regione Campania, da un lato, potrà verificare la situazione in tempo reale rispetto alle condizioni del tempo e, dall´altro, potrà accelerare la capacità di risposta agli eventi dovuti ai cambiamenti climatici e dunque di attuare misure di mitigazione del rischio da eventi quali frane, esondazioni, alluvioni". .  
   
   
LA GIUNTA STANZIA 5 MILIONI PER DIFESA GRANDE  
 
Napoli, 26 giugno 2007 - La Giunta regionale della Campania, su proposta dell’Assessore all’Ambiente Luigi Nocera, ha deliberato oggi lo stanziamento di 5 milioni di euro per la bonifica e la messa in sicurezza della discarica di Difesa Grande ad Ariano Irpino. Con questa somma, come già annunciato nei giorni scorsi dal Presidente della Regione Antonio Bassolino, viene cofinanziato il piano di caratterizzazione messo a punto dal Commissario delegato per la bonifica e la tutela delle acque. .