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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 29 Aprile 2008 |
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UN SONDAGGIO TASTA IL POLSO DELLA SANITÀ ELETTRONICA IN EUROPA E PRESCRIVE AI MEDICI UN PIÙ AMPIO USO DELLE TIC |
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Bruxelles, 29 aprile 2008 - La Commissione europea pubblica il 25 aprile un sondaggio paneuropeo sui servizi elettronici di assistenza sanitaria (eHealth), dal quale risulta che l’87% dei medici europei (medici generici) usa il computer e il 48% dispone di una connessione a banda larga. I medici europei ricorrono sempre più ai mezzi elettronici per archiviare e inviare i dati dei pazienti, come ad esempio i referti di laboratorio. Grazie alla diffusione delle applicazioni di sanità elettronica, l’assistenza sanitaria in Europa è già migliorata, dotandosi di un’amministrazione più efficiente e riducendo i tempi di attesa per i pazienti. L’indagine evidenzia anche le aree in cui i medici potrebbero fare maggior ricorso alle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (Tic) per offrire, ad esempio, servizi di telesorveglianza, ricetta elettronica e assistenza medica transfrontaliera. “L’europa comincia a cogliere i frutti della connessione a banda larga nel settore della sanità elettronica. Mi congratulo per l’impegno dimostrato da medici e amministrazioni sanitarie a lavorare in modo più efficiente”, ha dichiarato Viviane Reding, commissaria europea per la Società dell´informazione e i media. “Questa diagnosi evidenzia peraltro che è giunto il momento di promuovere un più ampio uso di tali servizi elettronici, che possono recare benefici straordinari a tutti i pazienti, in ogni parte d’Europa”. Secondo il sondaggio sull’uso delle Tic tra i medici generici in Europa, presentato oggi dalla Commissione, le applicazioni di sanità elettronica assumono un ruolo sempre più importante nella pratica medica. Sussistono tuttavia notevoli differenze all’interno dell’Europa quanto alla loro disponibilità e utilizzazione. Circa il 70% dei medici europei usa internet e il 66% si serve del computer durante le visite. Si osservano anche ampi divari da un paese all’altro: la penetrazione della banda larga tra i medici di famiglia è massima in Danimarca (91%) e minima in Romania (5% circa). I dati amministrativi dei pazienti vengono conservati in forma elettronica nell’80% degli studi medici; il 92% di questi è solito archiviare elettronicamente anche i dati relativi a diagnosi e terapie e il 35% conserva in formato elettronico le radiografie. I medici europei spesso scambiano elettronicamente dati con i laboratori (40%) e in minor misura con altri centri sanitari (10%). Dal sondaggio emerge che i paesi più avanzati dal punto di vista della connettività e dell’accesso alle Tic sono tendenzialmente quelli che più le utilizzano a scopo professionale. In Danimarca, per esempio, che è il paese d’Europa con la più alta penetrazione di internet ad alta velocità, il 60% dei medici scambia correntemente comunicazioni elettroniche con i pazienti (mentre la media dell’Ue è di appena il 4%). Il sondaggio evidenzia anche le aree che si prestano ad ulteriori progressi, come le ricette elettroniche, che sono utilizzate solo dal 6% dei medici generici dell´Ue e sono attualmente in uso in soli tre Stati membri: Danimarca (97%), Paesi Bassi (71%) e Svezia (81%). La telesorveglianza, che consente ai medici di seguire a distanza il decorso di una malattia o di tenere sotto osservazione i pazienti affetti da disturbi cronici, è praticata soltanto in Svezia (dove il 9% dei medici presta tale servizio), nei Paesi Bassi e in Islanda (circa il 3% in entrambi). La Commissione intende presentare, nel corso di quest’anno, una relazione sulle potenzialità e sullo sviluppo della telemedicina. Rari sono anche gli scambi di dati sui pazienti da un paese all’altro, praticati da appena l’1% dei medici generici dell’Ue, con la percentuale più alta nei Paesi Bassi (5%). Nel corso dell’anno la Commissione intende formulare raccomandazioni sull’interoperabilità transfrontaliera dei sistemi di cartella clinica elettronica e darà avvio, insieme a vari paesi, ad un progetto di servizi sanitari elettronici transfrontalieri per i pazienti che viaggiano all’interno dell’Ue. La maggioranza dei medici europei riconosce che le Tic contribuiscono a migliorare la qualità dell’assistenza prestata. I medici che non utilizzano le Tic indicano come principali ostacoli la mancanza di formazione e di supporto tecnico. Per una più ampia diffusione della sanità elettronica, auspicano che venga dato maggiore rilievo alle Tic nello studio della medicina, che vi siano più opportunità di formazione e che si sviluppi il collegamento in rete tra operatori sanitari per lo scambio di informazioni cliniche. Contesto: Nel 2004 la Commissione europea ha adottato un piano d’azione per promuovere l’uso delle Tic nel settore della sanità (Ip/04/580). Di conseguenza, tutti gli Stati membri hanno elaborato strategie volte ad accelerare la messa in opera della sanità elettronica (www. Ehealth-era. Org). Ehealth fa parte dell’iniziativa “Mercati di punta per l’Europa” a favore dell’innovazione, lanciata dalla Commissione nel 2008 (Ip/08/12). I risultati del sondaggio, condotto nel terzo trimestre del 2007 presso quasi 7 000 medici generici, fanno riferimento a queste iniziative politiche. I risultati saranno presentati alla prossima conferenza europea eHealth che si terrà in Slovenia il 6-7 maggio (http://www. Ehealth2008. Si/). Per maggiori informazioni: I profili di 29 paesi e la relazione finale sono consultabili al seguente indirizzo internet: http://ec. Europa. Eu/information_society/eeurope/i2010/benchmarking/index_en. Htm Annex Use of computers in European general practices
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Size of practice |
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Total |
Single Gp |
2-3 Gps or physicians |
4+ Gps or physicians |
Eu27 |
87. 4 |
83. 8 |
90. 6 |
92. 6 |
Eu27+2 |
87. 5 |
83. 8 |
90. 7 |
92. 8 |
Be |
86. 1 |
80. 8 |
96. 4 |
96 |
Bg |
97. 1 |
95. 3 |
100. 0 |
100 |
Cz |
82. 2 |
81. 7 |
85 |
85 |
Dk |
98. 9 |
96. 9 |
100. 0 |
100. 0 |
De |
98. 8 |
99. 4 |
97. 6 |
100 |
Ee |
100. 0 |
100 |
100 |
100. 0 |
El |
79. 4 |
74. 2 |
96 |
96. 1 |
Es |
77. 2 |
68. 2 |
74. 3 |
87. 1 |
Fr |
82. 8 |
78. 3 |
89. 4 |
100 |
Ie |
73. 4 |
58. 5 |
88. 4 |
100 |
It |
86. 2 |
82. 6 |
95 |
98 |
Cy |
69. 4 |
74 |
100 |
56 |
Lv |
88. 1 |
90. 0 |
83 |
87 |
Lt |
57. 4 |
61 |
60. 3 |
56. 5 |
Lu |
79. 7 |
75 |
95 |
67 |
Hu |
100. 0 |
100. 0 |
100 |
100 |
Mt |
65. 2 |
71 |
33 |
63 |
Nl |
98. 5 |
96. 2 |
99. 1 |
100. 0 |
At |
83. 6 |
77. 3 |
91 |
98. 6 |
Pl |
71. 5 |
61. 3 |
75. 9 |
78. 7 |
Pt |
88. 0 |
55. 4 |
92. 2 |
100. 0 |
Ro |
65. 8 |
71. 3 |
56. 4 |
60 |
Si |
97. 1 |
100 |
78 |
98. 5 |
Sk |
95. 8 |
95. 5 |
96 |
97 |
Fi |
100. 0 |
100 |
100 |
100. 0 |
Se |
99. 6 |
96 |
100 |
100. 0 |
Uk |
97. 3 |
87 |
100. 0 |
100. 0 |
Is |
99. 0 |
100 |
94 |
100. 0 |
No |
98. 0 |
83 |
100. 0 |
100. 0 |
Source |
empirica, Pilot on eHealth Indicators, 2007. |
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| Use of broadband in European general practices
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Size of practice |
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Total |
Single Gp |
2-3 Gps or physicians |
4+ Gps or physicians |
Eu27 |
47. 9 |
41. 1 |
53. 4 |
59. 1 |
Eu27+2 |
48. 1 |
41. 1 |
53. 7 |
59. 7 |
Be |
79. 5 |
74. 9 |
88. 7 |
88. 1 |
Bg |
23. 0 |
25. 0 |
17. 9 |
30. 0 |
Cz |
38. 5 |
37. 2 |
46. 9 |
45. 5 |
Dk |
91. 0 |
86. 8 |
93. 8 |
93. 3 |
De |
40. 0 |
38. 0 |
39. 5 |
80. 0 |
Ee |
72. 0 |
59. 4 |
76. 0 |
84. 0 |
El |
43. 8 |
38. 2 |
61. 9 |
66. 7 |
Es |
35. 8 |
21. 3 |
49. 2 |
42. 5 |
Fr |
59. 1 |
54. 9 |
67. 0 |
55. 6 |
Ie |
44. 3 |
28. 9 |
61. 3 |
81. 3 |
It |
48. 8 |
46. 2 |
47. 2 |
64. 1 |
Cy |
31. 9 |
35. 7 |
25. 0 |
26. 1 |
Lv |
58. 3 |
58. 8 |
62. 1 |
33. 3 |
Lt |
32. 7 |
15. 0 |
29. 8 |
36. 6 |
Lu |
61. 5 |
54. 1 |
84. 3 |
33. 6 |
Hu |
35. 7 |
38. 6 |
41. 9 |
16. 7 |
Mt |
50. 6 |
52. 1 |
25. 0 |
52. 0 |
Nl |
81. 6 |
82. 7 |
82. 3 |
80. 0 |
At |
36. 8 |
27. 9 |
46. 7 |
71. 1 |
Pl |
32. 1 |
29. 2 |
28. 8 |
38. 7 |
Pt |
32. 1 |
13. 8 |
32. 5 |
43. 5 |
Ro |
5. 3 |
6. 0 |
4. 2 |
4. 5 |
Si |
54. 0 |
59. 3 |
44. 4 |
52. 9 |
Sk |
15. 3 |
16. 0 |
13. 0 |
13. 3 |
Fi |
92. 7 |
80. 0 |
91. 7 |
94. 6 |
Se |
88. 1 |
78. 3 |
81. 3 |
91. 9 |
Uk |
72. 6 |
46. 4 |
79. 7 |
76. 1 |
Is |
85. 7 |
83. 3 |
83. 3 |
87. 0 |
No |
73. 8 |
34. 8 |
75. 9 |
83. 5 |
Source |
empirica, Pilot on eHealth Indicators, 2007. | . |
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DA CUORE A CUORE: GLI SCIENZIATI CREANO CELLULE MUSCOLARI CARDIACHE DA CELLULE STAMINALI ADULTE |
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Bruxelles, 29 aprile 2008 - Per la prima volta al mondo, prelevando cellule staminali da cuori umani adulti, gli scienziati olandesi sono riusciti a usarle per creare nuove cellule muscolari cardiache. Queste cellule coltivate permetteranno agli scienziati di studiare i difetti del cuore e testare nuovi farmaci, e potrebbero un giorno essere utilizzate per riparare il tessuto cardiaco danneggiato da infarto del miocardio. Il lavoro, finanziato in parte dall´Ue, è pubblicato nella rivista Stem Cell Research. Le cellule muscolari cardiache mature non si dividono: quando, durante un infarto, ne vanno perse alcune, queste non sono sostituite da nuove cellule muscolari cardiache ma da tessuto cicatriziale. Vi è dunque un forte interesse per le tecniche che potrebbero trapiantare cellule muscolari cardiache nei cuori danneggiati. Fino ad ora gli scienziati avevano fatto ricorso alle cellule staminali embrionali umane per creare cellule staminali cardiache. Il metodo tuttavia è poco produttivo, perché molte di quelle cellule non si sviluppano in cellule muscolari. Esistono inoltre forti controversie sull´utilizzo di cellule staminali prelevate da embrioni. Per molto tempo gli scienziati hanno pensato che il cuore adulto non contenesse cellule staminali. Recenti studi hanno però rivelato l´esistenza in esso di un piccolo pool di cellule staminali potenziali. In questo recentissimo studio, i ricercatori sono riusciti ad isolare alcune di queste cellule staminali dal materiale rimasto dopo un intervento a cuore aperto. I ricercatori hanno coltivato queste cellule in laboratorio e le hanno fatte sviluppare. Quasi tutte le cellule si sono spontaneamente sviluppate in cellule muscolari cardiache mature, che si contraggono ritmicamente e rispondono sia all´attività elettrica che all´adrenalina. ´Abbiamo raggiunto il controllo completo di questo processo, un fatto del tutto unico´, ha commentato il Professor Pieter Doevendans dell´University Medical Centre di Utrecht, nei Paesi Bassi. ´Siamo in grado di produrre cellule muscolari cardiache in quantità senza precedenti, e per di più sono tutte dello stesso tipo. È un´eccellente notizia in termini di terapia, sia per ricerca scientifica che per i test di nuovi farmaci potenziali´. Il Professor Doevendans e il suo gruppo utilizzeranno le cellule muscolari cardiache coltivate per studiare patologie come l´aritmia cardiaca (ritmi anomali del cuore) e per testare nuovi medicinali. Infine, essi sperano che le nuove cellule muscolari cardiache possano essere usate per riparare i danni inflitti al cuore durante l´infarto. Il sostegno europeo a questa ricerca proviene dal progetto Sc&cr (´Application and process optimization of human stem cells for myocardium repair´) finanziato dall´Ue, che è finanziato nel quadro dell´area tematica ´Scienze della vita, genomica e biotecnologie per la salute´ del sesto Programma quadro (6°Pq) e il progetto Heart Development and Heart Repair. Per maggiori informazioni, visitare: http://www. Umcutrecht. Nl/research/ . |
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IL RUOLO DEI GENI NEI TEST ANTIDOPING |
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Bruxelles, 29 aprile 2008 - Lo sport è una questione di fair play. Ma per alcuni atleti si tratta soltanto di vincere a tutti i costi, anche se questo implica l´uso di sostanze proibite per migliorare la propria performance sportiva. Per molti di questi atleti gli steroidi anabolizzanti, una classe di steroidei legata al testosterone, sono il farmaco prescelto. Tuttavia, un nuovo studio guidato dal Karolinska University Hospital ha rivelato che i test antidoping per il testosterone a volte possono essere non attendibili a causa di variazioni genetiche. L´agenzia mondiale antidoping (Wada) si occupa della standardizzazione di regole e norme che controllano l´antidoping negli sport a livello professionale e amatoriale. I ricercatori coinvolti in questo studio hanno tuttavia fatto notare che, a meno che non si tengano in considerazione le variazioni genetiche, usando gli attuali metodi di controllo si potrebbe puntare il dito contro le persone sbagliate. "I fattori genetici hanno un ruolo importante nell´attendibilità e nella sensibilità dei test antidoping per il testosterone," spiega la dott. Sa Jenny J. Schulze del Karolinska University Hospital in Svezia, autore capo dello studio. "Questo è importante non soltanto per combattere l´uso degli androgeni come doping nello sport, ma anche per individuare e prevenire l´abuso degli androgeni nella società. " Negli spot test delle urine viene misurato il livello di due sostanze: il testosterone glucuronide (Tg) e l´epitestosterone glucuronide (Eg). Il Tg è un sottoprodotto del testosterone nell´organismo e aumenta il livello ormonale, mentre l´Eg funge da punto di riferimento nel test, ma non è collegato al metabolismo del testosterone. Secondo gli standard del Comitato olimpico internazionale un livello superiore a quattro è considerato sospetto. Un gene specifico nell´organismo è responsabile della produzione dell´enzima Ugt2b17, che controlla in gran parte la produzione di Tg dal testosterone. Secondo i ricercatori, variazioni comuni di questo gene potrebbero provocare le variazioni nei risultati dei test. Questo vale anche se è stata somministrata la stessa dose di testosterone. I ricercatori hanno esaminato 145 uomini per l´inserzione o la delezione di questo gene. Un elenco dei campioni mostra che il 52% dei partecipanti aveva una copia (inserzione/delezione) del gene, il 33% aveva due copie (inserzione/inserzione), mentre il 15% non aveva copie (delezione/delezione). Un´unica dose di 360 milligrammi di testosterone è stata somministrata a 55 uomini (17 delezione/delezione; 24 inserzione/delezione e 14 inserzione/inserzione). I risultati hanno mostrato che il 40% dei partecipanti con delezione/delezione non raggiungevano il livello di soglia di rilevazione nei test antidoping standard. "Quasi la metà degli individui coinvolti nel nostro studio che erano portatori di questa variazione genetica avrebbe superato un regolare test antidoping dopo la somministrazione di un´unica dose di 360mg di testosterone," dice la dott. Sa Schulze. Bisogna notare che il 14% dei soggetti con inserzione/inserzione superava il livello soglia nonostante non gli fosse stato iniettato il testosterone. Secondo i ricercatori questo produrrebbe dei falsi positivi nel 9% di un campione a caso di giovani maschi. "Falsi positivi nei risultati non sono l´unica preoccupazione per i diritti legali dello sportivo, essi aumentano anche il carico di lavoro per i laboratori antidoping," ritiene la dott. Sa Schulze. I ricercatori ritengono che, se possibile, si dovrebbe tenere in considerazione il genotipo di ciascun atleta nel determinare i livelli di cut-off per i test antidoping. E aggiungono che gli ultimi risultati mostrano che questa variante è considerevolmente più comune negli asiatici orientali (circa 65%) rispetto ai caucasici svedesi (10%). La relazione "Doping Test Results Dependent on Genotype of Ugt2b17, the Major Enzyme for Testosterone Glucuronidation" ("I risultati dei test antidoping dipendono dal genotipo del Ugt2b17, il maggiore enzima per la glucuronidazione del testosterone") verrà pubblicata nel numero di giugno del Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism (Jcem), una pubblicazione della Endocrine Society. Per ulteriori informazioni: http://www. Endo-society. Org . |
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FORUM 2008 SULLA NEUROSCIENZA EUROPEA, GINEVRA, SVIZZERA |
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Ginevra, 29 aprile 2008 - Dal 12 al 16 luglio si svolgerà a Ginevra (Svizzera) il Forum 2008 sulla neuroscienza europea. La Federazione europea delle Società di Neuroscienza (Fens, Federation of European Neuroscience Societies) e la Swiss Society for Neuroscience, in qualità di organizzatrice e anfitrione, prevedono la partecipazione all´avvenimento di circa 6. 000 rappresentanti internazionali, che discuteranno i più recenti sviluppi della ricerca sul cervello e le ultime scoperte su: apprendimento e sviluppo celebrale; terapia cellulare staminale e riparazione del midollo spinale; memoria, riconoscimento, linguaggio, udito, vista e percezione; -depressione, stress e ormoni. Per maggiori informazioni, visitare: http://fens2008. Neurosciences. Asso. Fr/ . |
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EPATITE B CRONICA: FUNZIONA LA TERAPIA ANTIVIRALE CON ENTECAVIR
IN CINQUE ANNI NESSUNA RESISTENZA NEL 99% DEI CASI
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Milano, 29 aprile 2008 – Ii 99% dei pazienti in cura con entecavir, molecola di nuova generazione e antivirale orale per il trattamento dell’epatite B cronica, non ha sviluppato resistenza al virus nel corso di cinque anni di terapia. Il tasso di probabilità cumulativa di resistenza è infatti attorno all’1%, risultato mai raggiunto nella storia farmacologica di questa malattia cronica, nei pazienti che non hanno seguito alcun trattamento con antivirali orali in precedenza. I dati confermano l’alta barriera genetica di entecavir e il bassissimo rischio di sviluppare resistenza. Infatti, per sfuggire ad entecavir il virus dell’epatite B cronica deve sviluppare almeno tre mutazioni. Al contrario, per gli altri antivirali oggi disponibili la perdita di efficacia si sviluppa con una o due sole mutazioni del virus. Queste importanti notizie giungono dal più autorevole appuntamento di epatologia in Europa in corso a Milano, il 43° congresso della European Association for the Study of the Liver (Easl). Per Alfredo Alberti, professore di Medicina Interna e Gastroenterologia dell’Università di Padova, “I risultati confermano la potenza di entecavir e l’efficacia a lungo termine, dati essenziali per impostare una strategia iniziale di trattamento e superare i timori di insorgenza di resistenze comuni con le terapie disponibili fino ad oggi. Questo significa poter iniziare a trattare i pazienti prima e meglio, così da ridurre i rischi di insorgenza di cirrosi o di epatocarcinoma. ” Entecavir, disponibile dall’anno scorso in Italia in fascia H, è stato specificatamente sviluppato da Bristol-myers Squibb contro il virus dell’epatite B. . |
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COSTANO 3,5 MILIONI INFLUENZE E SBALZI DI TEMPERATURA |
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Milano, 29 aprile 2008 - Virus favoriti da pioggia e sbalzi di temperatura: quest’anno l’influenza di primavera ha colpito di più. E i costi per le imprese sono lievitati rispetto al 2007 del 22%, considerando un periodo di cinque settimane, dal 3 marzo al 13 aprile. Per un valore che supera i 3 milioni e mezzo di euro, oltre 600 mila euro in più dell’anno precedente e quasi un decimo del totale italiano che è pari a 42 milioni di euro. In cinque settimane sono più di 53. 000 i giorni persi in malattia a Milano. Questi dati considerano gli occupati milanesi costretti a letto, tra imprenditori e lavoratori, per una media di tre giorni di convalescenza a testa ed escludono il costo del week-end. Nella classifica delle province italiane, considerando gli addetti influenzati, Milano è quindi la più “colpita”, seguono poi Roma con quasi 3 milioni di euro e 47 mila giorni persi, Torino con 1 milione e 700 mila euro per 28 mila giorni e Napoli con 1 milione e 600 mila euro pari a circa 26 mila giorni. E’ quanto emerge da una stima della Camera di Commercio di Milano su dati Istat e Ministero della Salute considerando un’incidenza del virus uguale nelle diverse province. Il maggior numero di occupati (oltre 127. 000) si è ammalato nelle prime due settimane di marzo, dal 3 al 16, in 64. 000 si sono rovinati il periodo pasquale. Ma anche ad aprile l’influenza continua a colpire e sono quasi 35. 000 gli ammalati nella prima metà del mese. . |
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OGGI LA GIORNATA CONCLUSIVA DEL MASTER IN BIOTECNOLOGIE MEDICHE |
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Cagliari, 29 aprile 2008 - Oggi, con inizio alle 10:00, si svolge presso il Parco tecnologico di Pula (Ca) la giornata conclusiva della prima edizione del Master in Ricerca e sviluppo in Biotecnologie mediche. Il Master, della durata di 10 mesi, è stato organizzato da Sardegna Ricerche in collaborazione con le Università di Cagliari e Sassari ed è stato finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna nell´ambito del programma per la creazione di un Polo d´eccellenza per la bioinformatica applicata alla medicina personalizzata. Obiettivo del Master è quello di collegare le competenze acquisite nei corsi di laurea con le esigenze del mondo industriale e quindi formare chimici, biochimici, biotecnologi, biologi e farmacologi per il loro inserimento in strutture biomediche di ricerca e sviluppo, in particolare nelle imprese e nei centri di ricerca che operano nel Distretto della biomedicina dell´area Cagliari-pula. Il programma prevede in apertura le relazioni di Francesco Marcheschi, direttore di Sardegna Ricerche, sulle opportunità di crescita del capitale umano per la ricerca, e del direttore del Master, Alessandro Bulfone, sulle prospettive delle biotecnologie mediche in Sardegna. Seguirà la presentazione delle tesi degli allievi: Francesca Carta, Manuel Foddai, Riccardo Murgia, Maria Antonietta Muscarella, Ivana Ruvioli, Michela Scanu, Giuseppina Simula, Silvia Soddu e Chiara Sulas. Infine, alle 13:00, la cerimonia di consegna dei diplomi concluderà la giornata. Il programma dell´evento e la documentazione sul Master sono disponibili sul sito di Sardegna Ricerche. Per informazioni ci si può rivolgere alla tutor del corso, Valentina Urpi, urpi@sardegnaricerche. It, tel. 070. 9243. 2204. . |
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A BUSTO ARSIZIO (VA) NUOVO CORSO PER INFERMIERI PROSEGUE L´IMPEGNO DELLA REGIONE PER FARNE FRONTE ALLA CARENZA |
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Milano, 29 aprile 2008 - Prosegue l´impegno della Regione per far fronte alla carenza di infermieri negli ospedali lombardi. Dopo aver sottoscritto alcuni mesi fa un accordo con i sindacati per aumentare il premio di produttività (sono stati messi a disposizione dalla Regione 40 milioni di euro di risorse aggiuntive regionali, per un totale di 100 milioni, per aumentare la quota annua di stipendio contrattabile a livello regionale), la Giunta regionale ha ora promosso e quindi approvato un accordo per un corso di laurea in infermieristica tra l´Università degli Studi di Milano e l´Azienda ospedaliera Circolo di Busto Arsizio, ad integrazione di due già attivati con altre aziende ospedaliere. I tre nuovi corsi si riferiscono all´anno accademico 2007-2008 e avranno durata triennale. L´ospedale bustocco metterà a disposizione le proprie strutture ospedaliere ed extra ospedaliere e le strutture logistiche, le risorse materiali ed umane per le funzioni gestionali didattiche organizzative. All´università spetterà invece mettere a disposizione il personale docente, quello tecnico-sanitario e amministrativo. Soddisfatto l´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, su proposta del quale è stata approvata l´intesa: "Una delle principali ragioni dell´attuale carenza di infermieri in Lombardia - ha spiegato - è proprio la risposta da parte del Ministero dell´Università che ha assegnato un numero di posti nei corsi di infermieri notevolmente inferiore alla richiesta di Regione Lombardia: 1. 795 a fronte dei 2. 800 richiesti. Tali fabbisogni espressi sono stati concordati, caso unico nel Paese, direttamente con i rappresentanti delle professioni e dell´Università. Con questi tre accordi, la Regione Lombardia dimostra ancora una volta di saper dare risposte positive e concrete per l´intera collettività". E in merito a quanto apparso il 23 aprile sulla stampa relativamente alla carenza di infermieri negli ospedali lombardi, l´assessore alla Sanità precisa che non è di certo responsabilità da attribuirsi in capo a Regione Lombardia. . |
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UNO STUDIO METTE IN LUCE IL PREOCCUPANTE STATO DI SALUTE DEI TEENAGER EUROPEI |
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Bruxelles, 29 aprile 2008 - Oltre un quinto degli adolescenti europei è in sovrappeso od obeso, e pochi tra loro seguono i consigli alimentari sul consumo di frutta e verdura. Questi sono solo due dei risultati del progetto Helena (´Healthy lifestyle in Europe by nutrition in adolescence´) finanziato dall´Ue. Gli anni dell´adolescenza sono un momento decisivo per l´acquisizione di abitudini che dureranno tutta la vita, sane o meno. Il numero di bambini affetti da eccesso ponderale od obesità nell´Ue cresce al ritmo di 400. 000 circa all´anno e se, divenuti adulti, mantengono le loro cattive abitudini, si espongono a svariati problemi di salute come cardiopatie, diabete e malattie dell´apparato respiratorio. L´obiettivo del progetto Helena era studiare le abitudini di vita di ragazzi e ragazze tra i 13 e i 17 anni in dieci paesi europei (Austria, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Spagna, Svezia e Regno Unito). I partner del progetto hanno presentato i loro risultati iniziali nel corso di un simposio tenutosi a Granada, in Spagna, il 21 e 22 aprile. ´Lo studio Helena ci fornisce il quadro più completo mai tracciato in Europa del comportamento e dello stato nutrizionale, oltre che dei modelli d´attività e di forma fisica di 3. 000 adolescenti tra i 13 e i 17 anni´, ha spiegato il coordinatore di progetto, Prof. Luis Moreno dell´università di Saragozza (Spagna). ´Per la prima volta disponiamo di una istantanea attendibile della situazione, analizzata utilizzando una metodologia comune nei dieci paesi dell´Unione. Questi dati ci consentiranno di sviluppare efficienti raccomandazioni per il futuro´. I risultati hanno rivelato che, degli adolescenti dei paesi studiati, circa il 27% dei ragazzi e il 20% delle ragazze sono in sovrappeso od obesi. Una causa potrebbe essere la mancanza d´esercizio; solo il 58% dei ragazzi e uno scarso 31% delle ragazze compie 60 minuti di attività fisica ´da moderata e vigorosa´ al giorno. Inoltre, anche se il 62% delle ragazze ha dimostrato una buona conoscenza dei principi nutrizionali, sono poche quelle che li mettono in pratica. Una delle scoperte più sorprendenti del progetto è che appena il 13% degli adolescenti consuma quotidianamente almeno 200 grammi di verdura, mentre il 16% mangia almeno due frutti al giorno. Per metà degli adolescenti oggetto di studio, più del 35% dell´apporto energetico totale era composto da grassi. Il progetto Helena tuttavia non si è limitato a mettere a fuoco il problema, ma ha anche ideato strumenti per promuovere stili di vita sani e ne ha testato l´effetto sul comportamento degli adolescenti. Gli studi hanno mostrato che interventi trimestrali computerizzati hanno avuto come risultato un miglioramento della dieta (specie in termini di consumo d´acqua, di fibre e di verdura) ed una maggiore attività fisica. I partner del progetto stanno anche lavorando in stretta collaborazione con i settori industriali per creare merendine sane, che piacciano ai teenager. La barretta ai cereali, l´hamburger a basso contenuto di grassi e la bevanda ai cereali integrali che ne sono nati saranno condivisi con l´industria alimentare. Per maggiori informazioni, visitare: http://www. Helenastudy. Com . |
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RETI SANITARIE, VIA A CURE PALLIATIVE A DOMICILIO |
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Milano, 29 aprile 2008 - Con un provvedimento proposto dall´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, la Giunta regionale della Lombardia ha stanziato 945. 000 euro per prolungare a tutto il 2008 la sperimentazione regionale per le Nuove Reti Sanitarie, a cui si aggiunge ora un nuovo percorso dedicato all´Ospedalizzazione Domiciliare di Cure Palliative Oncologiche. Il percorso amplia l´attuale gamma di servizi offerti nell´ambito della rete di cure palliative, integrando l´offerta di ricoveri effettuati sia nelle unità operative di cure palliative sia negli hospice, con l´obiettivo di garantire un´assistenza non solo clinicamente adeguata ma anche più attenta alle necessità familiari e psicologiche del paziente oncologico in fase terminale e di ridurre i ricoveri ospedalieri inappropriati in reparti per acuti. "Con questa delibera diamo il via a una sperimentazione che garantisce migliore qualità della vita e minor disagio ai pazienti - commenta Bresciani - nell´intento di portare la sanità a casa del malato e non viceversa, in linea con quanto stabilito dal Piano Socio-sanitario Regionale 2007-2009. Si tratta di un´impostazione che si rivela tanto più importante nel caso dei malati oncologici, ai quali va riconosciuta innanzitutto la necessità di non perdere le relazioni familiari ed affettive che maggiormente li sostengono. Ecco dunque il grande valore aggiunto dell´ospedalizzazione domiciliare, che aggiunge soddisfazione psicologica alla qualità dell´assistenza medica". I principali requisiti gestionali, clinici e organizzativi che le strutture pubbliche e private accreditate devono soddisfare per ottenere l´autorizzazione regionale, sono: il consenso informato di adesione del paziente, l´invio telematico dei dati alla Regione, il possesso dei requisiti organizzativi per il ricovero in Ospedalizzazione Domiciliare, il funzionamento del servizio con reperibilità telefonica 7 giorni alla settimana e 365 giorni all´anno, presenza di personale adeguato al percorso (medico, infermiere, psicologo, terapista, altre figure di supporto quali ad esempio assistente sociale, amministrativo). Per l´autorizzazione all´avvio del Servizio Sperimentale, le strutture dovranno inviare la richiesta sia alla Regione che all´Asl di competenza entro un mese, allegando anche i documenti richiesti sia sul sito www. Sanita. Regione. Lombardia. It. La remunerazione delle prestazioni erogate è fissato in 150 euro per l´attività di presa in carico e in 60 euro a giornata per un periodo di tempo stimato in 90 giornate. . |
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EMILIA ROMAGNA, PROGRAMMAZIONE E FINANZIAMENTO DEL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE PER IL 2008: OLTRE 7 MILIARDI DI RISORSE. L´ASSESSORE BISSONI: "QUALITÀ DEI SERVIZI IN RETE, EQUILIBRIO DI BILANCIO" |
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Bologna, 29 aprile 2008 - Per il 2008, il Servizio sanitario regionale avrà a disposizione 7 miliardi e 183 milioni di euro, secondo quanto prevede il riparto del Fondo sanitario nazionale tra le Regioni; l’aumento rispetto al 2007 è del 3,5%. A queste risorse si aggiungono altri 150 milioni di euro che derivano dalla manovra di bilancio regionale: 100 milioni finalizzati a garantire l’equilibrio economico finanziario del Servizio sanitario regionale nel 2008, 50 milioni destinati al Fondo regionale per la non autosufficienza (che potrà contare complessivamente su 311 milioni di euro per l’anno in corso). La Giunta regionale ha approvato la delibera di programmazione e finanziamento del Servizio sanitario regionale per il 2008 dopo il via libera dalla Commissione assembleare “Politiche per la salute e politiche sociali”. “Con questa programmazione – ha detto l’assessore alle Politiche per la salute Giovanni Bissoni – dopo i buoni risultati del 2007, vogliamo perseguire sulla strada dell’innovazione e della qualità dei servizi, migliorare il governo delle liste d’attesa, in un contesto di equilibrio economico-finanziario di tutto il sistema, e quindi di tutte le Aziende sanitarie dell’Emilia-romagna”. Tra gli obiettivi, indicati nelle “Linee di programmazione” parte integrante della delibera, il potenziamento dell’integrazione socio-sanitaria con il Fondo regionale per la non autosufficienza, il nuovo programma di assistenza odontoiatrica – che ha ampliato la fascia di popolazione a cui è destinato sia per reddito che per patologia – , la sicurezza sul lavoro, obiettivo fondamentale per il Servizio sanitario regionale a cui competono le attività di vigilanza e assistenza e un impegno forte di tutto il sistema regionale; l’investimento sulle tecnologie dell’informazione che vede, tra gli altri, l’ulteriore sviluppo del Progetto Sole (la rete informatica che prevede lo scambio di informazioni sugli assistiti, nel rispetto della privacy, tra medici di famiglia e i diversi servizi ospedalieri e territoriali), l’applicazione del Piano regionale (con i relativi piani attuativi locali) per la riduzione dei tempi di attesa per le visite e gli esami specialistici, una politica delle risorse umane orientata alla stabilizzazione progressiva del lavoro precario. Dei 7,333 miliardi complessivi, 6,884 miliardi sono destinati al finanziamento dei Livelli essenziali di assistenza (vale a dire i servizi per la tutela, la cura e il recupero della salute garantiti dal Servizio sanitario nazionale), e al consolidamento del Fondo regionale per la non autosufficienza. Il riparto tra le Aziende Usl della quota per la copertura dei Lea riguarda una prima parte di 6,277 miliardi, poiché i restanti 607 milioni sono accantonati per un riparto successivo da definire con altra delibera di Giunta. I criteri per la suddivisione tra le Aziende Usl sono espliciti e predefiniti: numerosità della popolazione (calcolata al 1 gennaio 2007), ponderata sulla base delle caratteristiche socio-demografiche e di bisogno sanitario e d´assistenza nelle diverse aree geografiche della regione. Questo il riparto tra le 11 Aziende Usl: Piacenza 428 milioni; Parma 636 milioni; Reggio Emilia 713 milioni; Modena 963 milioni; Bologna 1. 262 milioni; Imola 186 milioni; Ferrara 555 milioni; Ravenna 564, milioni; Forlì 274 milioni; Cesena 280 milioni; Rimini 416 milioni. La suddivisione per livelli di assistenza dei 6,277 miliardi è così articolato: all’assistenza sanitaria collettiva in ambienti di vita e di lavoro va il 4,60% delle risorse (che diventano il 5,35 comprendendo il finanziamento dell’Agenzia regionale prevenzione ambiente, Arpa), all’assistenza distrettuale va il 50,40%, all’assistenza ospedaliera il 45%. Per quest’ultima un’attenzione specifica è riservata alla ricerca e all’introduzione di innovazioni tecnologiche (area che è monitorata da un Osservatorio regionale dedicato) e al progressivo ampliamento delle reti Hub & Spoke e all’integrazione con i servizi sanitari e socio-sanitari del territorio. Per i programmi regionali di ricerca e innovazione sono destinate anche altre risorse: 95 milioni al sistema integrato Servizio sanitario-Università; 50 milioni a progetti di innovazione di valenza regionale e al finanziamento di funzioni e strutture regionali. . |
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UN BUON RISULTATO PER LE CURE PALLIATIVE |
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Milano, 29 Aprile 2008 - La Sicp (Società Italiana di Cure Palliative) e la Fcp (Federazione Cure Palliative) esprimono la più viva soddisfazione per l´approvazione del Dpcm che ha definito i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza esigibili da ogni cittadino: in particolare ritengono assai positiva la creazione, nell´ambito delle cure domiciliari, di un´area specifica per le cure palliative caratterizzata da alta intensità assistenziale, da una reale continuità nell´arco delle 24 ore e dalla presa in carico del malato da parte di una equipe professionale. Sicp e Fcp valutano con altrettanta soddisfazione la definizione delle caratteristiche degli hospice, per quanto riguarda l´assistenza sociosanitaria residenziale ai malati terminali; con esse si descrivono correttamente e dettagliatamente le peculiarità dell´assistenza residenziale a questi malati, non solo per i loro bisogni fisici ma anche psicologici, spirituali e sociali, estendendone l´impegno anche alla fase dell´elaborazione del lutto. Sicp e Fcp auspicano che questi due aspetti del provvedimento consentano finalmente di completare su tutto il territorio nazionale una efficiente rete di assistenza che possa garantire a tutti i malati terminali a causa di una malattia cronica progressiva la presenza competente e continua di operatori qualificati, che offrano una concreta possibilità di scegliere se concludere la vita a casa propria, adeguatamente curati, o in un hospice con la garanzia di un ambiente accogliente e attento ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. . |
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FORMAZIONE CONSEGNATI GLI ATTESTATI AL TERMINE DEL CORSO DI FORMAZIONE PER CLOWN DI CORSIA DALLA TOSCANA I PRIMI 29 “MEDICI DEL SORRISO” SIMONCINI: «UN PROGETTO DESTINATO A FARE SCUOLA IN ITALIA E IN EUROPA » |
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Firenze, 29 aprile 2008 - Da oggi ci sono 29 nuovi professionisti della medicina del sorriso. Sono i clown di corsia che hanno appena terminato il primo corso di formazione (capofila la Regione Toscana) ai quali stamani l’assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini ha consegnato l’attestato che li abilita a esercitare quella delicata mansione che consiste nel far sorridere i bambini ricoverati in ospedale. «Ci sono progetti che possono passare senza lasciare traccia, senza cambiare veramente la realtà. Per il progetto “Clown. La medicina del sorriso” non è stato così – ha commentato Simoncini -. E’ un progetto di qualità che ha visto la collaborazione stretta e continua tra professionisti, enti, associazioni e Università, sapendo che tutti stavamo costruendo qualcosa di nuovo, qualcosa che avrebbe contribuito a migliorare le condizioni di vita dei più piccoli segnati dalla sofferenza. Con questa consapevolezza le persone hanno lavorato insieme, hanno costruito, hanno innovato, confermando la tradizione di eccellenza che distingue questa regione nel campo della sanità». Il progetto, che nasce da un accordo di cui la Toscana è capofila tra le Regioni Calabria, Sardegna, Piemonte, Liguria, Lazio, ha visto la collaborazione di più soggetti, e ambiti operativi diversi (il Consorzio Pegaso e la cooperativa Arca in Toscana, Cnos Sardegna e Forcoop Piemonte, l’Università di Firenze che ha coordinato la ricerca e Iter-giunti la diffusione) ha il grande vantaggio di essere trasferibile perché il gruppo di lavoro ha sviluppato contatti anche con altre realtà sia italiane (Emilia Romagna) che europee. Inoltre, ha sviluppato modelli e processi che possono diventare un utile punto di partenza per ulteriori progetti ed iniziative. La stessa figura professionale approvata dalla Regione Toscana costituisce un esempio unico al mondo di riconoscimento pubblico di una realtà che di fatto esiste ed opera negli ospedali che hanno avviato processi di umanizzazione. Il progetto si è snodato su diversi livelli: - La ricerca, coordinata dal Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Firenze, alla quale hanno collaborato le Facoltà di Scienze della Formazione delle Università di Genova, Torino, Sassari e dell’Università della Calabria. E’ stata analizzata la realtà italiana dei clown in corsia e la realtà dei percorsi di animazione nelle strutture ospedaliere. La ricerca ha prodotto un codice deontologico e di figura professionale; un manuale delle buone prassi per analizzare i processi di umanizzazione delle strutture ospedaliere; un repertorio delle attività di animazione e un cd che raccoglie gli strumenti usati. - La formazione, ovvero un corso per 30 clown in corsia, strutturato in 300 ore di lezione e un tirocinio presso le strutture ospedaliere delle regioni coinvolte. - La diffusione, tramite un sito internet, una pubblicazione conclusiva e un ciclo di interventi di micro-formazione rivolti ad operatori sanitari, medici, decisori politici tesi ad avviare processi di umanizzazione delle strutture sanitarie. . |
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APERTA ANCHE IL PRIMO MAGGIO LA MOSTRA DI FATTORI |
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Firenze, 29 aprile 2008 - Sarà aperta anche per l’intera giornata di giovedì Primo Maggio la mostra Fattori e il Naturalismo in Toscana in corso a Villa Bardini con uno straordinario successo di pubblico. Il bilancio parziale alla data di ieri, domenica, è di ben 18. 334 visitatori, pari a una media superiore ai 500 al giorno. Nell’ultimo week end i visitatori del sabato (oltre 900) hanno per la prima volta superato quelli della domenica (oltre 800). Il primo Maggio la mostra osserverà il normale orario 9 – 22. Attiva da piazza Poggi anche la speciale navetta istituita per trasportare gratuitamente i vistatori fino alla sommità di Costa San Giorgio, ovvero all’ingresso di Villa Bardini. Promossa dall’Ente Cassa di Risparmio la mostra è in programma fino al 22 giugno e fa parte del ciclo di esposizioni ideato per celebrare Giovanni Fattori a un secolo dalla morte (www. Firenzeperfattori. It). E’ curata da Francesca Dini e attraverso 35 dipinti, per lo più di grandi dimensioni, mette a confronto il più celebre dei Macchiaioli con dieci artisti toscani che affrontarono l’esperienza del naturalismo ispirandosi anche alle evoluzione stilistiche suggerita dalla Francia. Si tratta dei fratelli Francesco e Luigi Gioli, dei cugini Angiolo e Adolfo Tommasi, di Panerai, Cannicci, Cecconi, Ferroni, Micheli e Sorbi. Alcuni furono allievi di Fattori, gli altri compagni di strada e soprattutto amici ed estimatori che lo consideravano come caposcuola. . |
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CARLA MATTII -RUMORE BIANCO- |
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Roma, 29 aprile 2008 - La galleria 1/9 Unosunove arte contemporanea è lieta di annunciare la prima mostra personale a Roma dell’artista italiana Carla Mattii (1971, Fermo). La sua indagine artistica da anni si concentra sullo studio e sull’esplorazione di quella linea, a volte sottilissima, che separa realtà e finzione, bellezza naturale e bellezza artificiale. Attraverso la fotografia, la pittura e la scultura Carla Mattii ha dato vita nel corso del tempo ad un personalissimo erbario, ad una serie composizioni floreali risultato di creazioni ibride e innesti artificiali. Denominatore comune è sempre la manipolazione di un elemento naturale attraverso ciò che offrono le nuove tecnologie: elaborazione digitale, scanner tridimensionali, processi di prototipazione rapida. Tutti strumenti che le permettono di dedicarsi a quell’attività che da sempre occupa l’uomo: imitare la natura, per poi modificarla o addirittura migliorarla secondo le proprie necessità o velleità. In occasione della mostra Rumore Bianco Carla Mattii ha compiuto un importante passo in avanti in questo percorso esplorativo. La realizzazione di due imponenti installazioni, ospitate negli ampi spazi espositivi della galleria 1/9 Unosunove, che ribadiscono in maniera rigorosa la lucida volontà di intervenire non solo sulla forma ma soprattutto sulla geometria interna della natura. Uno dei due lavori, Waiting for the rain, riprende la forma di un antico strumento musicale e cerimoniale sudamericano il "palo de lluvia" o "rainstick", amplificandone la funzione grazie ad una serie di sovrastrutture altamente tecnologiche. La macchina, come l´arcaico strumento originale a cui si ispira, riprodurrà artificialmente il rumore della pioggia, sulla base di un automatismo legato alle necessità di umidità delle vere piante presenti. In aggiunta, l’odore virtuale del "durante la pioggia" pervaderà l´ambiente, grazie alla diffusione di un´essenza sintetica che ne riproduce le caratteristiche olfattive. Due elementi esistenti in natura vengono dunque ricreati interamente “in laboratorio”, e l’unico elemento naturale saranno le piante, adibite alla regolarizzazione del ciclo della macchina. Non si tratta di mimesi della natura, ma dell´evocazione simbolica di una post-natura in un luogo completamente diverso da quello in cui siamo abituati ad osservare i fenomeni naturali. Carla Mattii si è diplomata presso l’Accademia d’Arte di Macerata nel 1994. Attualmente vive e lavora tra Montegiorgio e Milano. Tra le principali mostre personali: Carla Mattii, Galleria Marconi, Cupramarittima (2007), Grafting by numbers, Symphonia arte contemporanea, Milano (2006), Type/notype, Fabio Paris art gallery, Brescia (2005). Tra le principali mostre collettive Isca Greenfield-sanders, Carla Mattii, Silvia Zotta, 1/9 unosunove arte contemporanea, Roma (2005), Giardino. Luoghi della Piccola Realtà, Pan Palazzo delle Arti, Napoli (2006), Calma Apparente, Fondazione Ambrosetti, Brescia (2006), Temptation of Small Realities – Micro-narratives 48th October Salon, Belgrade Cultural Centre, Belgrado (2007) e Serrone, Biennale Giovani 2007, Serrone della Villa Reale, Monza (2007). In queste due ultime occasioni Carla Matti ha ricevuto rispettivamente il premio speciale del Belgrade Cultural Centre ed il premio speciale Rottapharm, istituito dall’omonima azienda farmaceutica. . |
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MILANO, PALAZZO REALE DAL 21 MAGGIO AL 29 GIUGNO 2008 LA MOSTRA ARTURO GHERGO |
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Milano, 29 aprile 2008 - L’esposizione ripercorre, attraverso 350 opere, la carriera di uno dei protagonisti della fotografia del Xx secolo che ha reso immortali dive del cinema e della moda, celebrità politiche e religiose, ed esponenti dell’alta società della metà del Novecento. “Ghergo ha un forte ascendente psicologico sulla persona che sta davanti alla macchina fotografica, in particolare se si tratta di una donna: la capisce, sa metterla a suo agio, farla sentire bella. Spesso impiega una, due ore prima di scattare una fotografia. Non di rado l’attrice finisce quasi per svenire dallo sforzo al quale è sottoposta sotto le luci calde dei proiettori. Questo è il momento migliore per ottenere l’espressione voluta: quando la volontà del soggetto non si oppone più alla volontà del fotografo. ” Nelle parole della moglie Alice, la sintesi del modo di lavorare di Arturo Ghergo, uno dei grandi fotografi italiani del Xx secolo, la cui arte sarà celebrata a Milano con una raffinata mostra allestita dal 21 maggio al 29 giugno in Palazzo Reale. L’iniziativa, promossa dal Comune di Milano – Assessorato alla Cultura, prodotta da Palazzo Reale, si avvale del contributo di Bnl (main sponsor), Tod’s, Alfa Romeo e Combi Line. Sponsor tecnico: Epson. Catalogo Silvana Editoriale. Il percorso espositivo, curato da Claudio Domini, Giuseppe Pinna e Cristina Ghergo, presenterà 350 fotografie che documentano trent’anni di lavoro, dai primi anni Trenta alla fine degli anni Cinquanta. Le immagini testimonieranno la grandezza di questo fotografo che, con i suoi scatti, ha reso immortali dive del cinema e della moda, celebrità politiche e religiose, ed esponenti dell’alta società della metà del secolo scorso. Davanti al suo obiettivo sono sfilati personaggi dell’alta borghesia, della nobiltà nonché personaggi famosi in campi diversi: l’Aga Khan, Agnelli, Pietro Badoglio, Galeazzo Ciano, Alcide De Gasperi, Luigi Einaudi, Leonor Fini, Hussein di Giordania, Donatella Pecci Blunt, Mario Scelba. E poi attrici come Alida Valli, Isa Miranda, Sofia Loren, Ingrid Bergman, Valentina Cortese, Marina Berti, Doris Duranti, Assia Noris, Isa Pola, Mariella Lotti, Clara Calamai, Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Silva Koscina, Silvana Pampanini, Rossella Falck, e attori quali Vittorio Gassman, Massimo Girotti, Amedeo Nazzari, per citarne solo alcuni. Il visitatore potrà ripercorrere le tappe salienti della sua carriera, iniziata nel 1929 quando si trasferisce a Roma dalle Marche. Nonostante la sua totale mancanza di mezzi, decide di dedicarsi unicamente a ritratti di formato non inferiore al 18 x 24 cm e riesce ad aprire uno studio in pieno centro città, il famoso Studio Ghergo di via Condotti – che per decenni sarà crocevia di personaggi famosi provenienti da tutt’Italia. Dalla metà degli anni Trenta allo studio inizia a lavorare Alice Barciska che, dieci anni più tardi, diventerà la moglie di Ghergo. Alice sarà anche la principale testimone di quegli anni, dalle cui memorie riportiamo alcuni brani significativi: “Un giorno capita in studio una ragazza molto magra, bellissima, sofisticata, proprio il soggetto che si addice al suo gusto e alla sue esigenze estetiche. Le foto ottengono un notevole successo nel mondo cui appartiene la ragazza, il cosiddetto “gran mondo” di Roma, e questo fa nascere la lunga serie di “ritratti di Ghergo”, inconfondibili per lo studio delle luci e per l’espressione del viso e dello sguardo del soggetto. ” “Nel 1939 Arturo Ghergo viene chiamato a fotografare papa Pio Xii. Mentre gli fanno la proposta, Ghergo già inquadra il papa, mettendosi in posa lui stesso nel gesto di benedire. Durante l’effettiva ripresa, si avvicina a Sua Santità e, prendendogli la mano, gliela atteggia nel modo armonioso che soddisfa il suo senso artistico, ripiegandogli il dito mignolo e l’anulare e lasciando le alte tre dita quasi distese. Da allora papa Pio Xii benedice sempre ed esclusivamente in questo modo. ” “Quando arriva una giovanissima Alida Valli, nel pieno della sua bellezza, realizza venti ritratti, ognuno con pose ed espressioni differenti come se si trattasse di venti donne diverse, quelle saranno le immagini che, inviate negli Stati Uniti, frutteranno all’attrice il contratto con la Paramount. ” “Una delle caratteristiche vincenti del suo lavoro, è non aver paura, disponendo l’illuminazione durante la posa, di lasciare in evidenza un difetto prodotto sul soggetto da una luce. Se questa luce è necessaria, non ci rinuncia ed elimina in seguito il difetto con il ritocco del negativo: corregge i corpi con tagli audaci e sicuri. I seni salgono, la vita si assottiglia, i fianchi spariscono, la silhouette della donna diventa sottile, slanciata, moderna. ” “Ghergo controlla scrupolosamente la posa, l’illuminazione, il taglio dell’inquadratura, il tipo di obiettivo, la velocità della pellicola, il valore della carta da stampa, il ritocco del negativo, coniugando tutti questi elementi in una sintesi che conferisce una particolarissima cifra al suo stile. Rifiuta di fare riprese in esterni, non accetta la presenza nella composizione di elementi estranei (eccezioni possono essere una sigaretta o un fiore)”. “Le fotografie di Ghergo sono tecnicamente e qualitativamente insuperabili. Fotografi si rivolgono a lui per sapere come riesce ad ottenere certe stampe con sfumature di mezzi toni per loro irraggiungibili. Dagli stabilimenti Ferrania viene da lui il direttore, per chiedere delle stampe da inserire nel loro catalogo delle carte fotografiche. In seguito, quando la Ferrania comincia a produrre il materiale fotografico a colori, chiedono a Ghergo di collaborare per la loro pubblicità. ” Arturo Ghergo e la via italiana alla glamour photography Prima di Arturo Ghergo, in Italia non esisteva ancora uno stile fotografico che si proponesse di comunicare fascino. La glamour photography era nata negli anni Venti fra i major movie studios di Hollywood, accompagnando il passaggio dal cinema muto al sonoro. È la fotografia il mezzo principale con il quale divismo cinematografico viene diffuso al di fuori dei grandi schermi, principalmente attraverso la stampa dei rotocalchi, proponendo nuovi modelli estetici, in linea con una più generale evoluzione del gusto modernista internazionale che dall’Art Nouveau era giunto al Deco. La glamour photography ricorre frequentemente a pose scultoree e coreutiche, abbigliamenti eleganti, espressioni distaccate, gesti sofisticati, forme sensuali esaltate da marcati contrasti di luce, tutti elementi che concorrono a stabilire un’aura con cui si segna una distanza insormontabile fra il divo, oggetto di ammirazione, e i comuni mortali. Parallelamente, iniziava ad assumere un’identità più connotata la fotografia di moda (fashion photography), non solo attraverso le riviste specializzate (“Harpers’s Bazaar”, “Vogue”), ma anche presso la stampa più popolare in cui compare con frequenza crescente, non definendo una precisa linea di distinzione dalla glamour, di cui condivide molti caratteri. La glamour e la fashion photography arrivano in Italia negli anni Trenta, dunque nel pieno di una fase in cui il regime fascista si prefigge con sempre maggiore consapevolezza di incarnare una via nazionale al modernismo, fondata su valori coerenti con la tradizione culturale latina, facendo dell’ideale estetico un veicolo di propaganda politica che avrebbe dovuto favorire la presunta nascita di una nuova razza italica. L’isolamento internazionale che si determina negli anni dell’autarchia (1936-43) favorisce notevolmente lo sviluppo di un’industria culturale di massa per la quale Cinecittà diventa una precisa alternativa a Hollywood e il rotocalco “Tempo” una risposta all’americano “Life”, il più celebre nel mondo. In questa industria, la fotografia svolge un ruolo di grande importanza nel divulgare i nuovi modelli estetici di riferimento. Non serve più la fotografia d’arte e pittorialista, improntata a criteri formali ed espressivi derivati dall’arte accademica o del modernismo tardo-ottocentesco, a cui ancora si ispira la ritrattista più affermata di Roma, l’ungherese Ghitta Carell. Serve, piuttosto, una via nazionale alla glamour e alla fashion photography che esprima un nuovo stile nazionale, moderno, portatore di nuovi valori, ma non in senso iconoclasta rispetto alla tradizione, informato degli indirizzi “novo-classicisti” che l’arte italiana del Ventennio stava proponendo. Lo studio Ghergo diventa il promotore più efficace ed evoluto di questa nuova fotografia, il più sofisticato ed emblematico rappresentante del glamour nazionale, concentrato in particolare nel definire nuovi modelli femminili, decisamente evoluti rispetto al cliché matronale e familiare dell’Italia più conservatrice, destinato a riscuotere successo fino alla fine degli anni Cinquanta. Nota biografica Arturo Ghergo (1901-1959) Nativo di Montefano (Macerata), dove aveva appreso i rudimenti della tecnica fotografica nello studio del fratello Ermanno, Arturo Ghergo era giunto a Roma nel 1929, con il proposito di affermarsi come il miglior fotografo della Capitale. Nonostante i mezzi economici fossero inadeguati, riuscì ad aprire uno studio nella centralissima via Condotti, e a farsi conoscere nell’ambiente dell’alta società romana come ritrattista raffinato e originale, anche grazie ad una tecnica di ripresa e di successiva manipolazione delle immagini di straordinaria qualità. Dalla metà degli anni Trenta è il ritrattista prediletto dall’aristocrazia romana e dal mondo cinematografico. Praticamente tutti i divi di Cinecittà passano dallo studio di via Condotti 61, per esigenze legate alla produzione dei film di cui sono protagonisti, ma anche per vezzo personale, tale è il riconoscimento goduto da Ghergo nel suo ambiente. Ghergo non ama la celebrazione del potere e, seppur ambito come ritrattista da molti personaggi celebri del mondo istituzionale, raramente si concede, lo farà per Pio Xii, per l’allora Presidente della Repubblica Luigi Einaudi, per Alcide De Gasperi e Giulio Andreotti. Accanto alla ritrattistica nella produzione di Ghergo trovano posto le immagini di moda, in quegli anni poco o nulla praticata come “specialità fotografica”, e di cui egli risulta indubbiamente un precursore, e qualche incursione nella pubblicità, prevalentemente per la Ferrania. A metà degli anni Cinquanta, in quelli che saranno gli ultimi anni della sua vita, decide di dedicarsi con trasporto alla pittura, di cui ci restano pochi ma apprezzabili esempi. Muore a Roma nel gennaio 1959. Alla sua morte la moglie Alice prima e la figlia Cristina poi, proseguiranno l’attività dello studio. . |
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GOLF: CAMPIONATI NAZIONALI A SQUADRE SERIE A1: TITOLI A GARDAGOLF E A TORINO |
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Roma, 28 aprile 2008 - Sul percorso del Golf Club Le Querce si sono conclusi i Campionati Nazionali a Squadre Serie A1 vinti nella categoria maschile dal team di Gardagolf e in quella femminile dalle ragazze di Torino. La formazione di Gardagolf ha sconfitto per 5-2 Zoate. I vincitori sono andati sul 2-0 nei doppi con i successi di Luca Baronchelli/gianbattista Pisa (1 up su Claudio Viganò/edoardo Brugnatelli) e di Nino Bertasio/matteo Manassero (4/3 su Davide Mangano/paolo Mangano). Nei singoli vittorie di Gianbattista Pisa (2/1 su Davide Mangano) e di Matteo Manassero (3/2 su Claudio Viganò). Pari tra Luca Baronchelli e Paolo Mangano e tra Nino Bertasio ed Edoardo Brugnatelli e punto per Zoate ottenuto da Giovanni Gandini per il ritiro di Gianni Dosi. Nel campionato femminile vittoria netta di Torino per 4/1 su Monticello. Le piemontesi non hanno subito sconfitte: Anna Roscio/alessandra Salvi si sono imposte nel doppio (6/4 su Alessandra De Luigi/giuliana Colavito), quindi punti decisivi nei singoli ancora di Anna Roscio (6/4 su Silvia Valli) e di Ludovica Carulli (6/5 su Federica Rossi). Pari tra Eugenia Ferrero e Alessandra De Luigi e tra Alessandra Salvi e Giuliana Colavito. Lpga Tour: Annika Sorenstam Vittoria N. 71 - La svedese Annika Sorenstam (275 - 68 67 70 70) ha vinto la Stanford International Pro-am (Lpga Tour), che si è svolta sui due percorsi del Fairmont Turnberry Isle Resort & Club ad Aventura in Florida (Soffer Course, par 71, Miller Course, par 70). E´ il secondo successo stagionale e il 71° in carriera per l´ex numero uno mondiale che ha superato la statunitense Paula Creamer (275 - 68 71 67 69) alla prima buca di spareggio. Spettacolare giro finale di Karrie Webb, che con 64 e lo score di 276 (73 69 70 64) è salita al terzo posto, alla pari con la coreana Young Kim, entrambe fuori dal play off per un colpo. Al quinto posto la giapponese Momoko Ueda con 278, al sesto con 280 Angela Park, Seon Hwa Lee e Cristie Kerr. Media classifica per Silvia Cavalleri, 30ª con 287 (73 72 71 71), dopo un lento recupero dalle retrovie, e per Giulia Sergas, 39ª con 289 (74 68 73 74) piuttosto alterna nel rendimento. La Sorenstam è partita per l´ultimo giro con un colpo di vantaggio sulla Creamer che alla 10ª buche si è portata in parità. La statunitense è andata in vantaggio per un bogey della Sorenstam alla 13ª, ma ha restituito il favore alla 17ª e si è andati al play off, che la svedese ha chiuso un proprio favore con un par alla prima buca. Il successo le ha fruttato un assegno di 300. 000 dollari su un montepremi totale di 2. 000. 000 di dollari. Nel 71 della Cavalleri, che ha guadagnato 14. 183 dollari tre birdie e tre bogey; nel 74 della Sergas, che ha intascato 9. 592 dollari, un birdie, due bogey, un doppio bogey. I due giri finali sono stati giocati al Soffer Course. Us Pga Tour: Adam Scott In Spareggio - Vittoria al brivido per l´australiano Adam Scott (273 - 68 67 67 71) al quale non sono bastati tre colpi di vantaggio per un turno finale tranquillo. Infatti ha concluso il torneo alla pari con lo statunitense Ryan Moore (273 - 67 70 68 68) che l´ha costretto al play off. Scott si è imposto alla terza buca. Per gli altri solo la possibilità di lottare per il terzo posto conquistato da Bart Bryant con 277. Al quarto con 278 Nicholas Thompson, Mark Hensby e Carl Pettersson, al settimo con 279 Roland Thatcher, Charlie Wi, Brian Gay, Dudley Hart, Charley Hoffman e Kevin Sutherland. Al 19° con 281 Sergio Garcia, al 61° con 289 il campione uscente Scott Verplank. Il sesto titolo nel tour ha fruttato a Scott 1. 134. 000 dollari su un montepremi complessivo di 6,4 milioni di dollari. Il ventottenne di Adelaide vanta anche cinque successi nell´Europan Tour, due nell´Asian Tour e uno in Sudafrica. . |
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ELBA/VELA: CONCLUSA A MARCIANA MARINA LA SECONDA TAPPA DEL CIRCUITO 2008 PER I MONOTIPI M30
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Marciana Marina, 29 aprile 2008 – Tre giorni di regate con il sole al circolo della vela marciana marina dove si sono date appuntamento le imbarcazioni monotipo M30 (ex Mumm 30) per il secondo appuntamento del Circuito 2008 Il mondo del vino. Le condizioni meteorologiche sono state abbastanza favorevoli, venti prevalentemente dai quadranti nord ed è stato possibile per il Comitato di Regata presieduto dal giudice genovese Fabio Barrasso (coadiuvato dai giudici elbani, Alessandro Altini, Bruno Bozzoli, Andrea Bozzolini, Maurizio Giannelli, Wladimiro Muti e Andrea Sirabella) far disputare sei prove (delle nove previste dal programma) su percorso a bastone. Vincitore della serie di regate marinesi è stato il team di Diletta dell’armatore anconetano Mauro Mocheggiani che si avvaleva alla tattica del velista genovese Andrea Casale: tre le vittorie di manche (con un quinto, un secondo e un terzo) che hanno permesso al team di Diletta di concludere con tre punti di vantaggio sul secondo, il team di Mon 01 degli armatori riminesi Farneti-musonecon il tattico triestino Lorenzo Bressani, vincitore delle prove di apertura del seondo e terzo giorno. L’equipaggio di Mon 01 guida ora la classifica del Circuito dopo le due prove elbane, cioè quella dello scorso fine settimana a Marciana Marina e quella di metà marzo organizzata dalla Lni di Portoferraio. Al terzo posto terminava un altro equipaggio anconetano quello del Black Rose Sailing Team con il tattico leccese Paolo Montefusco. Quinto posto per il team di casa, Spanezz, portacolori del Cvmm, con i fratelli Maurizio (timoniere) e Vittorio Volontè e il tattico Roberto Reno. Il prossimo appuntamento per il Cvmm è ora fissato per i giorni 7 e 10 aprile in cui il Cvmm ospiterà rispettivamente i partecipanti alla Handy Cup e quelli alla Course Croisiere Route Tyrrehnienne che disputeranno la 3° edizione della Tyrrenian Trophy, che toccherà i Porti di Taverna, Capraia, Macinaggio e Marciana Marina, dove si svolgerà anche una prova su percorso a bastone. . |
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