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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 10 Giugno 2008 |
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BRUXELLES, UE: MENO ONERI PER LE MICROIMPRESE ALIMENTARI, GARANTENDO LA SICUREZZA |
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Il Parlamento europeo accoglie con favore l´idea di esentare le microimprese alimentari da taluni oneri derivanti dal sistema di analisi dei pericoli e punti critici di controllo (Haccp). Tuttavia, chiede che tale esenzione non sia concessa automaticamente, bensì associando alla già prevista flessibilità un´analisi dei rischi realizzata dalle autorità competenti nazionali al fine di garantire la sicurezza dei consumatori. Il 14 novembre 2006 la Commissione ha proposto di ridurre del 25% entro il 2012 gli oneri amministrativi gravanti sulle imprese. Dieci proposte concrete di “azioni rapide” sono state poi individuate in un Programma d’azione e una di queste si riferisce al regolamento 852/2004 sull’igiene dei prodotti alimentari (entrato in vigore il 1° gennaio 2006). L’obiettivo è di esentare le piccole imprese del settore alimentare dall’obbligo di predisporre, attuare e mantenere una o più procedure permanenti basate sui principi del sistema Haccp (Hazard analysis and critical control points: analisi dei pericoli e punti critici di controllo), fermo restando l´obbligo di rispettare le altre disposizioni in materia di igiene dettate dallo stesso regolamento. Approvando la relazione di Horst Schnellhardt (Ppe/de, De) con 556 voti favorevoli, 67 contrari e 19 astensioni, il Parlamento accoglie con favore la proposta della Commissione e, facendo proprio un emendamento sostenuto da Ppe e Alde, sottolinea l´importanza di consentire alle autorità l´applicazione della flessibilità prevista dal regolamento stesso, soprattutto per quanto riguarda le aziende intese come "micro-imprese". Queste ultime sono essenzialmente le panetterie, le macellerie, le drogherie, le bancarelle, i ristoranti e i bar, che per lo più vendono i loro prodotti direttamente ai consumatori finali. In forza alle disposizioni Ue, si tratta di imprese che occupano meno di 10 persone e realizzano un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro. L’esenzione, pertanto, non si applicherebbe ai grandi supermercati ed agli affiliati di catene di supermercati. Questa flessibilità riguarda, in particolare, l´obbligo per le imprese di predisporre documenti e registrazioni adeguati alla loro natura e alle loro dimensioni al fine di dimostrare l´effettiva applicazione delle disposizioni del regolamento per quanto riguarda l´identificazione dei pericoli da prevenire, eliminare o ridurre a livello accettabile e dei punti critici di controllo, la fissazione dei limiti critici, l´adozione e l´applicazione di procedure di sorveglianza efficaci e, se necessario, delle azioni correttive da svolgere, nonché la fissazione delle procedure da applicare per verificare l´effettivo funzionamento delle misure adottate. Il Parlamento tuttavia, non accoglie la proposta della Commissione di esonerare automaticamente le micro-imprese dall´obbligo di attuare e mantenere una o più procedure permanenti, basate sui principi del sistema Haccp, fermo restando il dovere di applicare le altre prescrizioni del regolamento. Propone, infatti, di prevedere la possibilità di esentare da queste incombenze le microimprese che vendono i loro prodotti direttamente ai consumatori finali, a condizione che l´autorità competente, «sulla base di un´analisi dei rischi compiuta regolarmente», ritiene che «non sussistono rischi da prevenire, eliminare o ridurre a un livello accettabile oppure che qualsiasi rischio individuato è sufficientemente e regolarmente controllato grazie all´applicazione dei requisiti generali e specifici di igiene alimentare» previsti dal regolamento stesso. Precisa inoltre che, nel richiedere la documentazione comprovante il rispetto di tali requisiti, l´autorità competente «deve tenere nel debito conto la natura e le dimensioni dell´impresa alimentare». Spetta ora al Consiglio valutare le proposte del Parlamento europeo e definire la propria posizione al riguardo. . |
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IL ‘POMODORO RICICLATO CNR’ SBARCA IN CANADA E’ UNA RICERCA DELL’ICB-CNR CHE PROMETTE DI OTTENERE MATERIALE PLASTICO BIODEGRADABILE DAI RESIDUI DELLA LAVORAZIONE |
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Tra il 7 e l’11 giugno si tiene a Toronto (Canada) la Conferenza Mondiale sul pomodoro, appuntamento che vede ricercatori e produttori di tutto il mondo confrontarsi sugli aspetti tecnologici e industriali del settore. Nell’ambito di questa iniziativa il Consiglio nazionale delle ricerche sarà presente con una innovativa ricerca, relativa alla possibilità del riciclo degli scarti industriali derivanti dalla lavorazione del pomodoro, in corso all’Istituto di Chimica biomolecolare (Icb) del Cnr in collaborazione con l’Istituto di chimica e tecnologie dei polimeri (Ictp), entrambi con sede a Pozzuoli. “Il pomodoro infatti è uno dei prodotti di maggiore interesse per l’industria alimentare mondiale”, rileva Emanuele Fiore, addetto scientifico dell’ambasciata italiana in Canada e ricercatore Cnr. In Italia le industrie agroalimentari, in particolare quelle della trasformazione industriale, interessano quasi il 70 per cento della produzione, pari già a 6 milioni trecentomila tonnellate di pomodori trasformati, con ricaduta in termini di costi e di inquinamento dell’ambiente, per lo smaltimento degli scarti prodotti. La ricerca del Cnr consente di manipolare questi residui, convertendoli in potenziali risorse di sostanze ad alto valore aggiunto”. Prima dell’apertura della Conferenza, il dottor Fiore ha presentato all’Ambasciatore italiano ad Ottawa in Canada, S. E. Gabriele Sardo, la dirigente del progetto scientifico Barbara Nicolaus e una delle ricercatrici protagoniste Giuseppina Tommonaro, che illustreranno i contenuti della ricerca svolta. “In sintesi - spiega Barbara Nicolaus dell’Icb-cnr- lo studio (peraltro presentato in riviste scientifiche internazionali) sta mettendo a punto metodi rapidi di estrazione di polisaccaridi a basso impatto ambientale, di facile applicazione e in grado di fornire alte rese di prodotto a ridotto tempo di trattamento. Inoltre, così trattati, gli scarti hanno potenzialità biotecnologiche per la realizzazione di biomateriali da utilizzare in differenti settori in agricoltura. Per quanto riguarda l’alimentazione, dagli scarti sono stati recuperati, attraverso l’impiego di solventi organici non tossici, sostanze ad attività antiossidante presenti nelle bucce del pomodoro e da utilizzare come potenziali integratori alimentari”. Il progetto, che sarà poi presentato alla Conferenza Mondiale sul pomodoro, può quindi contribuire a convertire gli scarti del pomodoro in una potenziale risorsa, soprattutto per quei paesi che, come l’Italia, sono poveri in materie prime tradizionali e ricchi di risorse naturali. “Infatti”, prosegue la Nicolaus, “uno stabilimento di medie dimensioni, in Italia trasforma, in una stagione 110 mila quintali di pomodoro fresco producendo almeno 2500 quintali di scarti rappresentati da bucce e semi, con notevolissimo costo economico”. “La ricerca coordinata dall’Icb- Cnr”, evidenzia infine Fiore, “ha destato notevole interesse anche in America e Canada. Da qui, l’invito dell’Ambasciata Italiana che ha intensificato, sul fronte scientifico e di relazioni internazionali, progetti di studio e di confronto di grande valenza”. . |
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ASSICA: SALUMI ITALIANI: PRODUZIONE E CONSUMI IN LEGGERA CRESCITA |
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Milano - Nel 2007 la produzione nazionale di salumi è aumentata dell’1,3% arrivando alla cifra record di 1,177 milioni di tonnellate e il fatturato del comparto si è complessivamente portato a 7. 504 milioni di euro (+1,7%): un miglioramento quest’ultimo al di sotto del tasso di inflazione e quasi interamente dovuto alla crescita della produzione, visto che i prezzi all’ingrosso sono aumentati di appena lo 0,4%. Questo incremento, nonostante una certa riduzione nel costo di acquisto della materia prima, non sempre è stato sufficiente a coprire interamente i maggiori costi sostenuti. Il settore, infatti, ha compiuto ulteriori sforzi verso una più elevata produttività, ma nonostante ciò non è stato facile recuperare situazioni di rialzi consistenti e prolungati di alcuni importanti costi (energia, costo del denaro, costo del lavoro), causa la forte resistenza della distribuzione ad accettare anche piccoli incrementi dei prezzi. Tutto ciò ha decisamente inciso sulla redditività del comparto, da diversi anni ferma o leggermente decrescente. L’unica nota permanente positiva si è avuta, ancora una volta, dall’export che, nonostante il rallentamento della crescita del commercio internazionale e il deciso apprezzamento dell’euro, anche nel 2007 si conferma una delle carte vincenti della salumeria italiana: secondo i dati Istat l’anno scorso sono state spedite oltre i nostri confini circa 105. 900 tonnellate di salumi (+4,3%) per un valore di 820 milioni di euro (+6,6%). Dopo un 2006 che aveva mostrato una crescita in parte inattesa, nel 2007 il settore è riuscito solo in piccola parte a consolidare la ripresa. Molti dei fattori di preoccupazione di cui si erano intravisti già alla fine dello scorso anno i primi segnali si sono, purtroppo, concretizzati. La stagnazione dell’economia nazionale, il costante aumento dei costi energetici, la crisi del sistema finanziario e i rischi che stanno accompagnando l’eccessivo aumento dei prezzi dei cereali, sono tutti elementi che hanno ulteriormente indebolito il sistema della filiera suinicola. Scendendo nel particolare dei singoli salumi, prosciutto crudo e prosciutto cotto hanno rafforzato la loro posizione di prodotti leader del settore, arrivando insieme a rappresentare in quantità il 48,2% e in valore ben il 51%. Il miglioramento contemporaneo dei due prodotti registrato nel 2006, si è quindi ripetuto anche lo scorso anno: più deciso per i prosciutti crudi (+1,8% pari a 283,1 mila tonnellate); più contenuto per i prosciutti cotti (+0,9% pari a 283,7 mila tonnellate). Un trend analogo anche in valore: il prosciutto crudo ha presentato un significativo miglioramento (+2,8% pari a 1. 997 milioni di euro) per l’aumento dell’1% dei prezzi alla produzione; il prosciutto cotto ha evidenziato una crescita meno evidente (+1,9%) pari a 1. 830 milioni di euro, ma con un aumento anch’esso dell’1% dei prezzi di vendita. Per quanto riguarda gli altri prodotti, la produzione di mortadella è salita a 172 mila tonnellate (+0,3%), ma ha registrato un leggero calo in valore (653 milioni di euro, -0,3%), mentre è stato decisamente buono il 2007 per i wurstel, che hanno registrato un aumento del 3,1% in quantità (59. 900 tonnellate) e del 4,4% in valore (213 milioni di euro). La ragione principale di questo buon andamento è stata la ripresa dei preparati a base di pollo dopo la crisi del 2006 determinata dalla vicenda influenza aviaria. Pancetta (+1%) e coppa (+0,5%) hanno evidenziato un andamento in linea con il trend di settore. Per entrambi i prodotti, tuttavia, i valori si sono leggermente ridotti, a causa di una contrazione dei prezzi di vendita intorno all’1,5%. Buona la situazione per il salame, dove al +1,1% in quantità ha però fatto riscontro un solo +0,3% del fatturato, mentre lo speck ha registrato un +0,7% sia in quantità che in valore. Il 2007 è stato ancora un anno di buone soddisfazioni per la bresaola, che ha ulteriormente rafforzato la crescita degli ultimi anni sia nelle quantità (+1,8%) che nel fatturato (+2,2%). I Consumi Prezzi contenuti e preaffettato sostengono la domanda interna. La domanda interna di salumi è cresciuta leggermente (+0,7%) rispetto a quella del 2006. Un incremento da attribuire in buona parte ai prezzi contenuti con cui sono stati posti in vendita i salumi - almeno rispetto ad alcuni prodotti concorrenti. I prezzi al consumo dei prodotti di salumeria, infatti, sono aumentati nel 2007 molto meno dell’inflazione e sono addirittura diminuiti per alcuni importanti prodotti: a fronte di un indice generale del 2. 6% i salumi sono cresciuti dell’1,9% mentre la carne suina è cresciuta solo dell’1,1%. A questo si aggiunge il ruolo sempre maggiore che stanno avendo le confezioni di salumi preaffettati la cui crescita non pare subire flessioni. Il loro maggior costo è giudicato meno importante rispetto al contenuto di servizio, in particolare da parte di single o di persone ad alta intensità di lavoro. Per quanto riguarda le varie tipologie di prodotto, i prosciutti crudi hanno messo in evidenza un ulteriore significativo balzo in avanti (+0,7%) rispetto all’anno prima, arrivando così a 243. 300 tonnellate. Vale la pena evidenziare un dato interessante: l’aumento dei consumi dei prosciutti crudi nel 2007 è da attribuire esclusivamente alla produzione nazionale visto che, dopo oltre dieci anni di aumenti, nel 2007 l’import di questi prodotto è risultato in sensibile diminuzione (-19,6%). Il consumo degli altri prodotti di salumeria è stato sostanzialmente stabile: prosciutto cotto e salame sono cresciuti dello 0,4%, mentre mortadella e wurstel hanno registrato un+0,3%, un aumento che va attribuito unicamente ai wurstel visto il leggero calo della domanda per la mortadella. A fronte di questi dati, la struttura dei consumi interni è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2006 e vede sempre il prosciutto cotto al primo posto con una quota pari al 25% del totale dei salumi, mentre quella del prosciutto crudo si conferma al 22%. Seguono mortadella e wurstel con il 20% e il salame con il 9%. . |
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ASSICA: È L’ EXPORT LA CARTA VINCENTE DEI SALUMI ITALIANI FATTURATO E CONSUMI IN LEGGERA CRESCITA PREZZI AL CONSUMO PIÙ BASSI DELL’INFLAZIONE |
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Milano - Il 2007 è stato per il comparto dei salumi un anno caratterizzato da una leggera crescita della produzione e dei consumi e un aumento interessante dell’export che ha retto nonostante il forte aumento dell’euro e il generale rallentamento della crescita del commercio internazionale. Il settore, infatti, ha compiuto ulteriori sforzi verso una più elevata produttività, ma nonostante ciò non è stato facile recuperare alcuni aumenti consistenti e prolungati di alcuni costi (energia, costo del denaro, costo del lavoro), causa la forte resistenza della distribuzione ad accettare anche piccoli incrementi dei prezzi. Tutto ciò ha decisamente inciso sulla redditività del comparto, da diversi anni ferma o leggermente decrescente. Di seguito sono riportati in sintesi i principali indicatori del settore. Nel 2007 la produzione nazionale di salumi è aumentata dell’1,3% arrivando alla cifra record di 1,177 milioni di tonnellate e il fatturato del comparto si è complessivamente portato a 7. 504 milioni di euro (+1,7%): un miglioramento quest’ultimo al di sotto del tasso di inflazione e quasi interamente dovuto alla crescita della produzione, visto che i prezzi all’ingrosso sono aumentati di appena lo 0,4%. La struttura dei consumi interni vede sempre il prosciutto cotto al primo posto con una quota pari al 25% del totale dei salumi, seguito dal prosciutto crudo (che si è portato al 21,9%). I prezzi alla produzione del settore suinicolo sono, in genere, diminuiti: nonostante gli enormi aumenti di tutti gli altri costi di produzione (dall’energia elettrica ai carburanti, dal costo del lavoro ai tassi di interesse, fino alle materie prime cerealicole necessarie ai mangimi), la carne suina all’ingrosso, nel 2007, è diminuita del 4% rispetto al 2006. I prezzi al consumo sono aumentati nel 2007 molto meno dell’inflazione e, per alcuni importanti prodotti, addirittura diminuiti: a fronte di un indice generale del 2. 6% i salumi sono cresciuti dell’1,9% mentre la carne suina è cresciuta solo dell’1,1%. Addirittura, nel 2007, il costo medio al consumo di un importante prodotto come il Prosciutto di Parma ha subito un calo dell´1,2%. Nel 2007, il settore leader in Europa per numero di Dop e Igp (29 salumi tutelati) ha confermato la tendenza all’aumento delle esportazioni di salumi superando i valori percentuali dell’anno precedente. Nel periodo di riferimento sono stati spediti oltre confine prodotti per ben 105. 900 tonnellate (+4,3%) per un corrispettivo di circa 820 milioni di euro (+6,6%). L’attivo commerciale ha evidenziato un importante miglioramento, passando da 623 a 679 milioni di euro (+8,4%). Da sottolineare, il risultato messo a segno nello scorso anno dai nostri prodotti negli Usa: oltre 4. 100 tonnellate (+14,1%) per un fatturato superiore ai 42,8 milioni di euro (+15,7%). All’interno del mercato unico, la Francia - nonostante un incremento limitato (+0,1%) - ha mantenuto il ruolo di primo destinatario delle nostre esportazioni in termini di quantità (circa 23. 600 tonnellate per un valore pari a oltre 168,3 milioni di euro, +3,5%). La Germania, l’altro Paese fondamentale per le nostre esportazioni, per la prima volta negli ultimi 5 anni ha chiuso con un contenuto calo delle esportazioni, scese circa a 22. 770 tonnellate (-1,8%) delle circa 23. 200 del 2006. Si conferma comunque il nostro primo mercato di riferimento in termini di fatturato Ben 29 salumi italiani hanno ottenuto gli ambiti riconoscimenti Dop e Igp. Nell’ambito della salumeria i prodotti italiani costituiscono il gruppo più numeroso, rappresentando più del 33% del patrimonio di prodotti carnei tutelati dall’Unione Europea. Pur nella rigidità delle ricette tradizionali (prodotti Dop e Igp) e con i limiti tecnologici della produzione dei salumi (che sono conservati attraverso l’aggiunta di sale), i progressi nelle tecniche di produzione hanno portato a un generale miglioramento del profilo nutrizionale di questi prodotti. Alla diminuzione dei grassi nella materia prima è stata accompagnata una minore aggiunta degli stessi grassi nei prodotti macinati (salami, mortadelle). . |
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ASSICA: IL PROSCIUTTO CRUDO È IL PRODOTTO PIÙ APPREZZATO ALL’ESTERO L’EXPORT DEI SALUMI CONTINUA A CRESCERE: + 4,3% IN QUANTITÀ + 6,6% IN VALORE |
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Milano - ’Export rimane il vero punto di forza della salumeria italiana, anche in un anno che, soprattutto nel secondo semestre, ha mostrato una generale diminuzione degli interscambi commerciali sia nell’Ue sia con i Paesi terzi a causa del rallentamento della crescita di importanti economie e del rapido e sostenuto rafforzamento dell’euro. In questa situazione, i produttori italiani sono stati capaci di esportare circa 105. 900 tonnellate di salumi (+4,3%) per un valore di 820 milioni di euro (+6,6%). Un aumento importante, soprattutto in termini di fatturato che si colloca sostanzialmente in linea con quello evidenziato dall’industria alimentare nel suo complesso (+3,5% in quantità, +7% in valore). Un dato che risulta ancora più significativo se si considera il deciso calo delle importazioni (-7,1% in quantità e -3,5% in valore) e la conseguente crescita dell’attivo commerciale del settore che è passato da 623 a 679 milioni di euro (+9%). Prendendo in considerazione i singoli prodotti, il prosciutto crudo (voce doganale che include anche speck, coppe e culatelli) ha fatto registrare nel 2007 invii di poco inferiori alle 50. 000 tonnellate (+1,6%) per un controvalore pari a 451 milioni di euro (+6,3%). Di questi, circa 19. 000 tonnellate hanno riguardato prosciutti a denominazione di origine (+8%), in gran parte Prosciutti di Parma e di San Daniele. Questo tasso di crescita è conseguenza della tendenza ad esportare sempre meno prosciutti in osso e sempre più prodotti disossati o in vaschetta. Un trend in linea con la più generale propensione dell’export del nostro sistema Paese ad orientarsi verso target qualitativi a maggiore valore aggiunto. All’interno della categoria, infatti, i prosciutti in osso hanno mostrato per il secondo anno consecutivo una importante contrazione (-7,9%), mentre i prodotti senza osso hanno chiuso con una crescita (+3,0%). I principali Paesi di esportazione di Prosciutti crudi sono stati la Francia che, con acquisti stabili sulle 15. 600 tonnellate (poco meno di un terzo del totale) si è confermata il principale destinatario, seguita dalla Germania (poco più di 9. 500 tonnellate) e dall’Austria (circa 5. 000 tonnellate). Una segnalazione particolare merita la brillante ripresa degli invii verso gli Stati Uniti che, con poco meno di 3. 500 (+14,5%) e circa 39 milioni di euro (+15,6%), hanno rafforzato la loro quarta posizione tra i maggiori importatori di prosciutto crudo italiano, nonostante il rafforzamento dell’euro. La mortadella si è confermata al secondo posto tra i salumi esportati e, dopo due anni di performance opache, ha chiuso il 2007 in decisa crescita: +7,6% in quantità (oltre 20. 100 tonnellate) e +4,8% in valore (70,4 milioni di euro). La Francia con 3. 100 tonnellate (+9,0%) ha rafforzato il proprio ruolo di secondo mercato di riferimento a ridosso della Germania scesa a poco meno di 3. 500 tonnellate (-7,6%). Molto interessanti, per il secondo anno consecutivo, sono stati i risultati di Grecia (+7,9% ) e soprattutto Croazia (+21,6%), mentre è tornato positivo quello della Spagna (+6,1%). Infine, hanno chiuso in flessione, penalizzate dalla difficile situazione politica, le esportazioni verso il Libano, scese a poco più di 1. 070 tonnellate dalle oltre 1. 130 del 2006 (-5,0%). La medaglia di bronzo nella speciale classica dei salumi esportati è andata anche nel 2007 ai salami, che hanno superato le 18. 800 tonnellate (+6,4%) per circa 169,5 milioni di euro (+7%). Decisive per questo salume sono state le spedizioni verso Regno Unito (+23,5%) e Belgio (+10,7%), mentre un apporto più contenuto ma positivo è arrivato anche dalla Germania (+1,9%) e dalla Francia (+1,0). Anche il lontano Giappone, pur con quantità ridotte (261 tonnellate), ha registrato un significativo +15,3%. Quarto prodotto per esportazioni si è confermato il prosciutto cotto, le cui spedizioni hanno sfiorato le 9. 500 tonnellate (+2,9%) per oltre 61,4 milioni di euro (+6,4%). Nel 2007, tuttavia, sono tornate a contrarsi - dopo un 2006 in forte ripresa - anche le importazioni di questo prodotto. Se a questo si aggiunge il maggiore valore dei nostri prosciutti cotti rispetto a quelli esteri (indice di quella qualità superiore riconosciuta a livello internazionale) si ottiene un miglioramento del saldo commerciale molto significativo (+16,0%) per un prodotto che, rispetto a altre specialità, è più esposto alla concorrenza di altri produttori europei. A trainare la crescita delle spedizioni di prosciutto cotto è stata la domanda di Austria (+10,0%), Regno Unito (+5,7%) e Germania (+2,5%), mentre la Francia, pur rimanendo primo mercato di destinazione, ha chiuso con un calo del 7,1%. Per ciò che attiene gli altri salumi, si registra un aumento delle esportazioni di pancette, che con poco meno di 2. 400 tonnellate (+3%) e un valore superiore ai 17, 6 milioni di euro (+3%) e della bresaola che, anche nel 2007, ha fatto registrare la migliore performance dell’intero comparto: oltre 2. 040 tonnellate (+19,8%) per un fatturato superiore ai 30,5 milioni di euro (+13,6%). L’unione europea, con una quota stabile attorno all’80%, è rimasta il nostro principale mercato di riferimento, ma il contributo più interessante in termini di tassi di crescita è venuto dai Paesi terzi. All’interno del mercato unico, inoltre, si è registrata la vivacità dei Paesi di recente adesione la cui domanda è cresciuta nel 2007 di 18,8 punti percentuali. Tra questi, pur rimanendo i quantitativi su livelli contenuti, particolarmente degni di nota sono stati gli incrementi di Slovenia (+19,2%), Repubblica Ceca (+45,1%), Malta (+9,7%), Ungheria (+5,1%) e Polonia (+24,5%). Tra i partner storici, la Francia ha mantenuto il proprio ruolo di primo destinatario delle nostre esportazioni in termini di quantità con 23. 600 tonnellate (+0,1%) per un valore pari a circa 168,3 milioni di euro (+3,5%), mentre la Germania, per la prima volta negli ultimi 5 anni, ha chiuso con un contenuto calo le esportazioni, scese a circa 22. 770 tonnellate (-1,8%) dalle circa 23. 200 del 2006. A questa contrazione in termini di quantità è corrisposto, tuttavia, un ulteriore incremento in termini di valore (circa 181,9 milioni di euro +1,5%) grazie al quale il Paese è rimasto il nostro primo mercato di riferimento in termini di fatturato. Il Regno Unito, con più di 9. 700 tonnellate (+15,6%) per oltre 110,2 milioni di euro, ha superato l’Austria diventando nel 2007 il terzo mercato estero per i salumi italiani. Un dato ancora più significativo se si tiene conto dell’apprezzamento dell’euro sulla sterlina (+10% circa nel 2007). Quarta, appunto, l’Austria che, dopo il buon risultato del 2006 ha registrato nel 2007 una flessione delle esportazioni che si sono attestate intorno alle 8. 150 tonnellate (-5,1%) per un valore di circa 50,5 milioni di euro (-1,2%). Oltre i confini comunitari la Svizzera, si è confermata nostra prima piazza di riferimento con più di 4. 600 tonnellate (+4,2%) per un fatturato di 50,8 milioni di euro (+0,9%). Da sottolineare, tuttavia, il risultato messo a segno nello scorso anno dai nostri prodotti negli Usa: oltre 4. 100 tonnellate (+14,1%) per un fatturato superiore ai 42,8 milioni di euro (+15,7%). Nel 2007 hanno ripreso quota le spedizioni verso la Croazia, arrivate a superare le 3. 600 tonnellate (+5,0%) e i 12,5 milioni di euro (+1,5%). Il minore incremento del fatturato rispetto a quello delle quantità sembra, in questo caso, essere riconducibile ad uno spostamento delle preferenze dei consumatori croati dai prosciutti crudi (-2,8%) a mortadella e wurstel (+21,6%). In crescita sostenuta sono risultati, infine, anche mercati interessanti come il Giappone (+9,0%), la Federazione Russa (+47,0%) e Hong Kong (+64,2%), ai quali si è aggiunto l’importante progresso registrato sulle principali piazze dell’America latina: Brasile (+4,8%) e Argentina (+77,6%). Hanno invece, chiuso in flessione il 2007 gli invii verso Canada (-1,0%) e Libano (-4,2%). . |
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AGRICOLTURA. RABBONI: "IL GOVERNO ATTIVI LO STATO DI CRISI O, IN SUBORDINE, L´INTRODUCA IN FINANZIARIA AGEVOLAZIONI PER DARE UN SOSTEGNO CONCRETO E IMMEDIATO AGLI ALLEVATORI" |
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Bologna – "Chiedo al governo l’attivazione dello stato di crisi con il varo di tutte le misure previste o, in subordine, l’introduzione in finanziaria di agevolazioni di carattere finanziario, contributivo e fiscale per dare un sostegno concreto e immediato agli allevatori". L’assessore regionale Tiberio Rabboni parla in conclusione del tavolo regionale della filiera suinicola che si è riunito a Bologna per esaminare lo stato di sofferenza del settore e definire una posizione condivisa da portare all’incontro nazionale convocato l’ 11 giugno dal ministro per le politiche agricole Luca Zaia. Al termine dei lavori, l’assessore, in pieno accordo con tutti gli intervenuti in rappresentanza di ogni segmento della filiera, sottolinea la necessità di predisporre urgentemente azioni a livello nazionale in grado di attutire le gravi conseguenze determinate dal prolungarsi di una condizione di mercato nella quale i prezzi di vendita del suino, già bassi e scarsamente remunerativi da tempo, nell’ultimo anno sono diminuiti del 7% e non coprono i costi di produzione, cresciuti invece nello stesso periodo del 17%. "Tale situazione sta fortemente compromettendo la sopravvivenza di molte aziende per le quali le difficoltà di ordine economico-finanziario rischiano di essere insuperabili", conclude Rabboni. . |
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UE: FVG, APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE PER DIRETTIVA NITRATI |
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"La direttiva nitrati è stata concepita per fronteggiare criticità nelle regioni del Nord Europa, quali la Danimarca o l´Olanda. Gli stessi provvedimenti non possono essere trasferiti alle nostre latitudini: possono valere, sino a un certo punto, per la pianura padana, ma mal si adattano al Friuli Venezia Giulia". Lo ha affermato l´assessore regionale alle Risorse agricole, Claudio Violino, nel corso di un tavolo tecnico che verteva sulle modalità di attuazione della direttiva nitrati, al quale hanno partecipato il 5 giugno a Udine tecnici dell´Ersa, i direttori dei Consorzi di Bonifica Bassa Friulana e Ledra Tagliamento, rappresentanti delle organizzazioni professionali agricole e dell´Università di Udine, Dipartimento di scienze agrarie e ambientali. "Nella nostra regione i problemi non saranno risolti agendo esclusivamente sulla zootecnia - ha precisato Violino - ma valutando attentamente le azioni di altri comparti, con un approccio multidisciplinare". Applicare la direttiva secondo un approccio equo e logico, tutelando l´attività dell´agricoltura e della zootecnia è dunque l´orientamento deciso per affrontare la problematica che desta preoccupazione nel comparto. Gli agricoltori, infatti, temono di subire ripercussioni sotto il profilo della produttività e di incorrere in salate sanzioni in caso di trasgressione delle rigide norme europee. Piena rassicurazione è giunta da Violino in merito all´impegno dell´Amministrazione regionale. "E´ necessario individuare al più presto una soluzione: il primo passo da compiere - ha detto - è capire esattamente quali siano i fattori di responsabilità di questa situazione, senza criminalizzare il settore agricolo. L´obiettivo è predisporre un programma d´azione che non costituisca solo un vincolo, ma possa divenire anche un´opportunità di sviluppo. Le attività di zootecnia e mondo rurale - ha precisato Violino - non saranno compromesse e sarà mia premura farmi portatore delle loro istanze". . |
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PROTESTA PESCA: RIUNIONE PONTE CON MINISTRO, LA TENSIONE RIMANE FEDERCOOPESCA-CONFCOOPERATIVE: POSITIVO APPROCCIO DI ZAIA. ORA ASPETTIAMO PROPOSTE |
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“Abbiamo apprezzato molto l’approccio del ministro, che punta al cuore del problema, e il fatto di aver capito la criticità del momento e di aver anticipato il confronto con la categoria”. Questo il commento di Massimo Coccia, presidente della Federcoopesca-confcooperative al termine dell’incontro preparatorio con le associazioni di categoria, voluto dal Ministro Zaia in vista del “tavolo pesca” previsto per l’11 giugno. In quella occasione verrà annunciato dal ministro il pacchetto di proposte per riuscire affrontare l’emergenza gasolio. “Abbiamo presentato – prosegue Coccia- quelle che secondo noi sono le priorità del settore e ci auguriamo che il ministro saprà tradurre le richieste della categoria in atti concreti. Certo è che la situazione non è semplice e per invertire la tendenza ci vorrà del tempo, ma occorre partire da subito”. E sul fronte della protesta? “La tensione –conclude Coccia- nelle prossime ore potrebbe anche allentarsi. E’ difficile, però, prevedere le reazioni nelle diverse marinerie. Per avere il polso della situazione e capire gli stati d’animo dei nostri operatori parteciperemo alle assemblee territoriali. Abbiamo anche convocato il 10 e l’11 giugno il nostro consiglio di presidenza. Lì si deciderà la strada da seguire. ” . |
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TARQUINIA: DAL 9 AL 13 CORSO DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE NEL SETTORE ITTICO STUDENTI ED ESPERTI A LEZIONE DI PESCA E ACQUACOLTURA |
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Venti tra dottorandi universitari, ricercatori e dirigenti nella Pubblica Amministrazione provenienti da tutta Italia, per cinque giorni, andranno a lezione di pesca e acquacoltura. Dal 9 al 13 giugno il C. I. R. S. Pe. (Centro Italiano di Ricerche e Studi per la Pesca) e L’università degli Studi della Tuscia di Viterbo organizzano a Tarquinia, in collaborazione con la Federcoopesca, Confcooperative Viterbo e Mareinitaly un corso su “Pesca e Acquacoltura: Ambiente, tecnologia, normativa”. “Il mondo della pesca – afferma Massimo Guerrieri, presidente del C. I. R. S. Pe. - è legato ad una professione millenaria come quella del pescatore, ma è in continua evoluzione. I cambiamenti che interessano l’intera filiera ittica impongono un aggiornamento costante sia a chi ricopre mansioni di programmazione, gestione e controllo del settore, che ai professionisti incaricati di fornire servizi sempre più moderni ed adeguati”. E proprio per rispondere a questo tipo di esigenze è stato ideato un corso di formazione e aggiornamento professionale che, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, della Provincia di Viterbo e del Comune di Tarquinia, affronterà aspetti fondamentali per la filiera ittica che vanno dall’ecologia marina fino ad arrivare all’esame della normativa nazionale e comunitaria di riferimento. L’articolazione del programma del corso di formazione, sarà propedeutica a specifici approfondimenti condotti attraverso seminari formativi della durata di 8-16 ore su: qualità ed igiene dei prodotti, tecnologia della pesca, acquacoltura, sicurezza a bordo, le tecnologie di bordo, valorizzazione dei prodotti ittici, fisco e previdenza, le acque interne. . . |
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PESCA, LE PROPOSTE DELLA REGIONE SARDEGNA CONTRO IL CARO-GASOLIO |
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Cagliari - "La Regione si attiverà per la creazione di uno o più depositi costieri che consentano a una società rappresentativa dei pescatori sardi di poter acquistare, in qualità di "operatore autorizzato", carburante direttamente dal produttore primario a prezzi nettamente migliori rispetto a oggi, saltando così le diverse fasi di intermediazione". È la proposta lanciata il 5 giugno a Cagliari dall´assessore regionale dell´Agricoltura Francesco Foddis nel corso di un incontro al quale hanno preso parte i rappresentanti della Saras e le organizzazioni di categoria (Agci-agrital, Associazione armatori sardi, Federcoopesca, Lega pesca, Unci pesca), convocati per affrontare l´emergenza del caro-gasolio. "Siamo molto preoccupati per quanto sta avvenendo a livello internazionale in relazione all´aumento vertiginoso del prezzo del petrolio – ha spiegato l´assessore Foddis - perché tutto ciò ha pesanti ripercussioni economiche e sociali anche sulla flotta di pescherecci della Sardegna. Non c´è più tempo da perdere e pensiamo che sia giusto sottrarre i pescatori sardi dalle eccessive speculazioni derivanti dall´intermediazione commerciale. Coinvolgiamo anche la Saras perché è una realtà importante della nostra Isola e perché crediamo che possa, nella sua responsabilità sociale, offrire il suo contributo per trovare una soluzione a breve e più strutturale. La proposta della Regione è semplice: creare dei depositi costieri di carburante che dovranno essere gestiti dai pescatori in forma organizzata, per esempio una cooperativa o una Organizzazione produttori, che sia l´unico referente commerciale per chi produce carburante. Ovviamente questo soggetto dovrà avere tutte le autorizzazioni previste dalle normative in vigore. Mi attiverò già nei prossimi giorni con le autorità marittime, portuali e doganali per seguire i percorsi amministrativi più rapidi per il suo riconoscimento». Per quanto riguarda l´ubicazione dei depositi, l´ipotesi è prendere come riferimento i Distretti di pesca istituiti con la legge 3/2006, questo per avere una localizzazione uniforme e omogenea sulle coste dell´Isola. Sul fronte dei finanziamenti si verificherà quali strumenti possono essere adottati per l´investimento. Una proposta questa condivisa da tutte le sigle di categoria partecipanti all´incontro, che hanno messo in rilievo come oggi i costi del gasolio non siano più sostenibili dalle imprese di pesca isolane, chiedendo sostanzialmente una "filiera" il più possibile corta per il rifornimento settimanale di carburante. Inoltre, è stato fatto notare, in altri Paesi come Francia o Spagna, le Op che gestiscono depositi e sono il referente commerciale con le società produttrici sono una realtà ben consolidata a tutto vantaggio degli operatori ittici. Le stesse organizzazioni, infine, hanno proposto nell´immediato un osservatorio che possa monitorare i prezzi del gasolio lungo tutte le fasi della filiera. . |
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PESCA: ABRUZZO E MARCHE FRONTE COMUNE A SOSTEGNO DEL SETTORE |
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E´ stato stretto un sodaliziio tra le Regioni Abruzzo e Marche per far fronte al problema del caro gasolio che sta mettendo in ginocchio il comparto ittico. Domani l´assessore alla Pesca, Marco Verticelli, incontrerà, il collega della Regione Marche, Paolo Petrini, per mettere a punto una piattaforma di proposte in grado di fronteggiare la difficile situazione. "C´è pieno accordo - così Verticeli - con la Regione Marche in merito alla linea da seguire per affronatre il problema del rincaro del carburante. Intendiamo, tuttavia, stringere un sodalizio che vada oltre la contingenza, estendendolo alla gestione del Fep (fondo europeo della pesca) ed alle politiche della pesca. In tal modo, l´Abruzzo, unica Regione d´Italia ad aver già adottato misure a sostegno di alcuni settori della pesca, darà continuità ad un lavoro che si pone come obiettivo finale la restituzione della piena dignità ad un comparto chiave dell´economia regionale". Il pachetto di misure condiviso con la Regione Marche sarà annunciato dall´assessore Verticelli alle 10 di sabato 7, a Pescara, presso la sede dell´assessorato all´Agricoltura, in un incontro cui parteciperanno gli esponenti della marineria abruzzese, le associazioni professionali ed i comuni costieri interessati. . |
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VERONA: CONGRESSO MONDIALE DI CONIGLICOLTURA |
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Ogni quattro anni la World Rabbit Science Association (Wrsa) organizza il Congresso Mondiale di Coniglicoltura, un’occasione unica per riunire i ricercatori e gli operatori del settore di tutto il mondo. Dopo l´ultimo Congresso organizzato in Messico nel 2004, il 9° Congresso Mondiale di Coniglicoltura della Wrsa si terrà a Verona, dal 10 al 13 giugno 2008. L´associazione Scientifica Italiana di Coniglicoltura (Asic), la branca italiana della Wrsa, sta organizzando l´evento, il secondo in Italia dopo il 3° Congresso Wrsa tenutosi a Roma nel 1984. Saranno presentati i più recenti risultati scientifici nelle aree di genetica, riproduzione, nutrizione e fisiologia digestiva, patologia e igiene, gestione ed economia, benessere ed etologia, qualità dei prodotti. Una sessione speciale del congresso sarà organizzata dalla Wrsa, con lo scopo di sostenere e diffondere la ricerca e la produzione cunicola in tutto il mondo. Il Congresso offrirà ai tecnici l’opportunità di conoscere i più recenti progressi in coniglicoltura e permetterà di rafforzare i collegamenti fra il mondo della ricerca e quello della produzione. Le associazioni nazionali e internazionali degli allevatori si incontreranno per confrontarsi sulla situazione della filiera cunicola I partecipanti e gli accompagnatori al Congresso potranno anche godere della nostra splendida città e delle sue risorse: la prestigiosa sede congressuale della Gran Guardia, i suoi incantevoli paesaggi e i suoi famosi prodotti eno-gastronomici. Per questo motivo la Camera di Commercio di Verona ha organizzato per gli oltre 500 congressisti provenienti da ogni parte del mondo una cena di gala nella serata del 12 giugno, nel corso della quale verranno degustate le specialità veronesi accompagnate dall’eccellenza vitivinicola selezionata fra i vini vincitori del Concorso Verona Wine Top . |
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IN AUSTRIA ALIMENTI BIOLOGICI CARI |
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Da una ricerca effettuata dalla Camera del Lavoro austriaca emerge che nel mese di aprile il prezzo dei prodotti alimentari di coltivazione biologica è mediamente cresciuto del 5 per cento rispetto al mese precedente. Lo afferma l´Ice. L´incremento è risultato ancora superiore nelle catene di negozi specializzati. . |
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CATENA AUSTRIACA COFFEESHOP COMPANY IN ESPANSIONE |
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L´austriaca Coffeeshop Company, già attiva in 14 Stati, sta per entrare nel mercato russo e in quello dell´Estremo Oriente. Entro il 2015 verranno aperte, grazie anche al sistema di franchising, 300 nuove filiali in tutto il sud-est europeo. Negli ultimi mesi sono stati sottoscritti contratti con 16 Paesi. Quest´estate verranno aperti i primi negozi a San Pietroburgo e nei prossimi sei anni ne seguiranno 116 in tutta la Russia. Lo comunica l´Ice. L´espansione, che verrà condotta in collaborazione con la Sportina (gruppo leader nel sud-est europeo nel commercio al dettaglio di abbigliamento), è già stata avviata anche in Slovenia, Croazia, Serbia, Macedonia, Bulgaria e Romania, mentre sono già stati aperti due outlet a Maribor e a Bled. La Coffeeshop Company ha già registrato i primi successi nella Repubblica Slovacca, nella Repubblica Ceca, in Polonia e in Ungheria, e nei prossimi anni vi inaugurerà altre 146 filiali. Nuovi punti vendita verranno aperti anche in Arabia Saudita durante l´estate, in collaborazione con il gestore di hotel e parchi di divertimento Al Hokair; ulteriori aperture seguiranno nei Paesi limitrofi, in collaborazione con altri partner. Nel 2007 il fatturato della Coffeeshop Company, appartenente al gruppo Schaerf, ammontava a 35 milioni di euro. . |
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TOSCANA, SEMINARIO: I MARCHI SUI PRODOTTI AGROALIMENTARI |
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Il 12 e 13 giugno 2008 la Camera di Commercio di Pisa, in collaborazione con l’Istituto per il Controllo della Qualità dei Prodotti Agroalimentari (Icq) ed Unioncamere Toscana, organizza un seminario tecnico sugli aspetti normativi e le procedure di controllo relativi ai marchi utilizzati per contraddistinguere i prodotti agroalimentari. Le normative e le procedure che regolano l’utilizzo dei marchi che contraddistinguono i prodotti agroalimentari, saranno analizzate e discusse da esperti nel corso di una due giorni di approfondimento. Si tratta di un tema di grande attualità, sia per la proliferazione di marchi volontari “di qualità”, utilizzati su prodotti agroalimentari, sia per quella dei marchi Dop ed Igp regolamentati a livello comunitario. Nel corso dell’evento, nella forma della,una Tavola Rotonda, saranno affrontati due argomenti di particolare rilevanza quali: • “Marchi d’impresa e collettivi con indicazione geografica, marchi Dop ed Igp, De. Co. ”; • “Affinità tra nomi di ditta, ragione sociale o denominazione e marchi registrati – compiti e responsabilità degli organi deputati alla registrazione di un’impresa”. . . . |
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BILANCIO DI ESERCIZIO 2007 – COOPERATIVA PRODUTTORI BIETICOLI CO.PRO.B. RICAVI PER 93 MILIONI DI EURO, UTILE NETTO A 528 MILA EURO, PREMIO COMPLESSIVO AI SOCI CONFERENTI DI 1 MILIONE 558 MILA EURO |
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Bologna – L’assemblea dei soci di Co. Pro. B, l’unica cooperativa italiana di produttori bieticoli, ha approvato all’unanimità il bilancio 2007, riconoscendo ai 1. 986 soci che hanno conferito barbabietole nella campagna bieticolo-saccarifera 2007-2008, una maggiorazione di prezzo complessiva di 1 milione 558mila euro (+ 25% rispetto al 2006), di cui 1 milione 158 mila euro quale ristorno unitario garantito a tutti i conferenti, pari a 1,28 euro a tonnellata. I restanti 400 mila euro sono stati suddivisi fra quei soci conferenti che hanno consegnato il prodotto con la migliore qualità tecnico-produttiva, i quali hanno così beneficiato di un ristorno unitario medio di 1,55 euro per ogni tonnellata di barbabietole. La superficie coltivata a barbabietola è stata di circa 16 mila ettari, quantità che ha garantito una produzione complessiva di oltre 900 mila tonnellate di barbabietole. La potenzialità degli impianti, capaci di lavorare mediamente 11. 600 tonnellate di barbabietole al giorno, ha consentito di contenere la durata della lavorazione in 79 giorni. In virtù dell’elevato tenore zuccherino della materia prima, la produzione complessiva di zucchero è stata di circa 129 mila tonnellate. Gli investimenti industriali, finanziati completamente con risorse interne, sono stati pari a 16,5 milioni di euro - in incremento, rispetto ai 3,6 milioni del 2006 - e si sono concentrati nello stabilimento di Minerbio, interessando soprattutto azioni di sviluppo infrastrutturale e manutentivo, che puntano al ripristino e al miglioramento delle condizioni di efficienza ed efficacia del processo produttivo e della qualità del prodotto. Il risultato prima delle imposte è di 773 mila euro, il margine operativo lordo (Ebitda) si attesta, nel 2007, sui 9,5 milioni di euro, mentre il risultato operativo della società (Ebit) è pari a 7,2 milioni. La voce utile netto al 31 dicembre 2007 è di 528 mila euro mentre i ricavi ammontano a 93 milioni di euro. Sempre nel 2007, i ricavi consolidati del Gruppo Co. Pro. B. Si sono attestati in oltre 270 milioni di euro, originati per lo più dalle vendite e dalle prestazioni effettuate dal gruppo Co. Pro. B-italia Zuccheri, di cui Co. Pro. B. Detiene la maggioranza societaria. Altri elementi di rilievo risultano, inoltre, la brillante performance economico- finanziaria di Italia Zuccheri Commerciale, la srl partecipata al 50,1% dal gruppo Co. Pro. B. -italia Zuccheri, ed al 49,9% dal produttore saccarifero tedesco Pfeifer & Langen, che ha chiuso il 2007, primo anno di piena attività, con un valore della produzione di circa 240 milioni di euro e con un utile di oltre 457 mila euro, e la certificazione ottenuta dall’organismo internazionale belga Vinçotte, per il progetto Minerv Pha, una nuova plastica completamente biodegradabile realizzata con sottoprodotti del processo di trasformazione della barbabietola, nato da una partnership fra Co. Pro. B. E Bio-on, azienda bolognese attiva nel settore delle biotecnologie. Co. Pro. B. Annuncia anche l’ingresso nella propria compagine sociale, entro la fine del 2008, di Finbieticola, la finanziaria detenuta dalle principali associazioni nazionali di bieticoltori che, in qualità di socio finanziatore della stessa Co. Pro. B. , apporterà alla cooperativa un aumento di capitale di 7 milioni di euro. L’operazione di capitalizzazione, che ha dato luogo a modifiche dell’assetto statutario, si colloca in un piano di rafforzamento finanziario e patrimoniale di Co. Pro. B. , che ha l’obiettivo di potenziare le leve strategico-operative per garantire la continuità della filiera della barbabietola da zucchero in Italia. «Esprimo la massima soddisfazione – spiega Claudio Gallerani, presidente di Co. Pro. B. – per la decisione di Finbieticola di diventare partner finanziario di Co. Pro. B». «Da tempo – aggiunge Gallerani – abbiamo stabilito un solido legame con Finbieticola e la sua presenza nel capitale sociale della cooperativa non solo è pienamente compatibile con la strategia da noi delineata, ma supporterà Co. Pro. B. Nella sua azione di difesa della bieticoltura italiana». Roberto Montesi, neo-presidente di Finbieticola, sottolinea che «l’apporto di capitale che verrà sottoscritto, è una logica conseguenza della volontà di Finbieticola di sostenere i progetti più rilevanti, in Italia, a favore dello sviluppo, in generale, dell’imprenditoria agricola ed, in particolare, della filiera bieticolo-saccarifera. L’obiettivo di Finbieticola è quello di riposizionare l’imprenditore agricolo ad un ruolo di protagonista nelle filiere che utilizzano i propri prodotti, in primis in quelle agrienergetiche, senza per questo trascurare le partnership con i soggetti industriali intraprese per i progetti di riconversione e quelle con partner finanziari interessati ad investire nel settore. Sarà altresì necessario un dialogo continuo con le istituzioni al fine di eliminare le incertezze dell’attuale quadro normativo che ancora rallentano la possibilità di attuare validi intendimenti politici, per poter rappresentare l’elemento propulsivo di sviluppo economico dell’agricoltura del nostro Paese». . . |
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IL SISTEMA CONFCOOPERATIVE TIENE E REGISTRA UN BALZO IN AVANTI DEL FATTURATO CHE SUPERA I 3.000 MILIONI DI EURO |
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Il sistema Confcooperative Forlì-cesena tiene e conferma con un valore della produzione in crescita, il peso economico e la vitalità di molte imprese aderenti. Nel 2007 il fatturato delle 222 cooperative ha raggiunto i 3. 031 milioni di Euro, con una variazione in positivo di + 12,60%. Ha contribuito in maniera significativa l’avicunicolo, ma quasi tutto il mondo agricolo tiene poiché percentuali con segno positivo si rilevano anche nel lattiero caseario, nel vitivinicolo e nell’ortofrutticolo. Il valore della produzione è diversamente suddiviso tra i due comprensori della provincia: nel forlivese assomma a 880. 530. 785,56 milioni di Euro, nel cesenate raggiunge i 2. 154. 374. 403,21 milioni di euro. Trend positivo anche per il numero di adesioni: 222 sono le cooperative associate, che diventano 229 se si includono anche le Banche di Credito Cooperativo. La variazione del 2007 rispetto al 2006 è del + 1%, ancora una volta un segno in crescita che conferma il dato dell’ ultimo quadriennio. Tra queste imprese figurano anche grandi marchi che competono sui mercati nazionale e internazionale, insieme a piccole e medie imprese che hanno un ruolo fondamentale nel tessuto economico della nostra provincia. Centodiciotto di queste cooperative operano nel forlivese, le rimanenti (105) sono attive nel comprensorio cesenate. Un numero significativo, anche per il peso economico, è quello del comparto agroalimentare (composto dai settori avicolo, agricolo, ortofrutticolo, vitivinicolo e lattiero-caseario) con 50 cooperative; nell’extra-agroalimentare le altre 172, con una forte rappresentanza del Terzo settore che fa capo a Confcooperative con 57 imprese. Fanno capo alle 222 cooperative 41. 228 soci a livello provinciale. Gli addetti. 11. 743 gli addetti nel 2007, con un -3,87% rispetto al 2006 che a 12. 216. Sono occupati nelle imprese cooperative del forlivese 3363 addetti e 8380 nel cesenate. In termini numerici il calo è prodotto sostanzialmente dal settore avicunicolo che presenta un vistoso -16,73% passando da 4960 addetti nel 2006 a 4130 nel 2007. Piccole flessioni si rilevano nel Culturale, Trasporti, Industriale e Distribuzione. Crescono gli occupati nell’agricolo, nell’ortofrutticolo, nel vitivinicolo e per le cooperative extraagricole nel Sociale che passa da 2997 a 3127 addetti. 1961 sono gli immigrati, per la maggior parte vengono occupati nell’agroalimenare (1440). Un’ultima annotazione è di genere: sono 40 le cooperative guidate da presidenti donna, mentre il totale delle donne del sistema Confcooperative è di 6202, di cui 4389 nel cesenate e 1813 nel forlivese. Anche nel corso del 2007 le Banche di Credito Cooperativo della nostra Provincia confermano il trend positivo degli ultimi anni. Gli sportelli attivi degli 8 Istituti di credito sono 100, i soci 13. 422 e i depositi (in milioni di euro) 3. 910. . |
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SODDISFAZIONE DELLA CIA LAZIO: "REGIONE HA ACCOLTO NOSTRE PROPOSTE SU PROBLEMA CINGHIALI" |
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“Siamo molto soddisfatti dell’incontro che si è tenuto oggi con l’assessore all’ambiente della Regione Lazio, Filiberto Zaratti”. Lo ha dichiarato Alessandro Salvadori, presidente della Cia regionale del Lazio, dopo che sono state accolte le istanze avanzate dalla Cia per far fronte ai danni che l’eccessiva presenza dei cinghiali sta provocando al mondo agricolo nel territorio della nostra regione. Verranno, infatti, censiti gli ungulati presenti nei parchi e nelle zone protette del Lazio e sarà attuato un piano di contenimento affidato esclusivamente ai guardia parchi. Questi ultimi dovranno essere abilitati ad hoc attraverso un adeguato corso di formazione, così come previsto dalla legge 320 del 2006. “L’assessore Zaratti - ha aggiunto Salvadori – si è mostrato molto disponibile e sensibile alle esigenze del mondo agricolo. Abbiamo condiviso soprattutto la visione multifunzionale dell’agricoltura intesa ad aprire un nuovo e proficuo rapporto tra l’impresa agricola, la conservazione delle biodiversità e la salvaguardia dell’ambiente”. Durante l’incontro, del 5 giugno, è stata sottolineata la necessità di garantire la partecipazione e il confronto più serrato tra il mondo agricolo e le istituzioni regionali, a cominciare dai prossimi impegni: dal tavolo tecnico per la modifica e la semplificazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale, annunciato proprio ieri dalla Regione Lazio, alla proposta di riforma dei consorzi di bonifica, all’ipotesi di riperimetrazione delle Zps avanzata dall’assessore Zaratti per venire incontro alle esigenze delle comunità locali e degli agricoltori. “Proprio sul tema delle Zps - ha concluso Salvadori – condividiamo l’iniziativa già avviata dall’assessore Zaratti di costituire sportelli informativi gestiti dall’Arpa, in convenzione con i comuni, e la necessità di attivare, a fine anno, il monitoraggio delle normative adottate”. . |
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OLIO: SLOW FOOD PREMIA LA REGIONE LAZIO |
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La ´´Guida agli Extravergini 2008´´ di Slow Food premia la regione Lazio come il territorio di produzione oleica ´´migliore d´Italia´´. Il Lazio conquista infatti il primo posto con sette etichette regionali che hanno ottenuto le ambite ´´Tre Olive´´ (tre provenienti dalla provincia di Latina, due di Roma, una di Rieti ed una di Viterbo) a conferma di una terra altamente vocata. Dopo aver raccolti campioni da 2mila aziende Slow Food, sottolinea l´assessore all´Agricoltura della Regione Lazio Daniela Valentini, ´´ha posto estrema attenzione ed impegno nel salvaguardare e rappresentare i migliori esempi di extravergine presenti in Italia, e la ´´Guida agli Extravergini´´ rappresenta il compendio più autorevole per conoscere il panorama oleario di qualità a livello nazionale. Siamo orgogliosi dei premi ricevuti dalla nostra regione che si attesta sempre più come leader di un comparto in crescita sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo´´. L´olio extravergine di oliva, afferma il Commissario straordinario Arsial Fabio Massimo Pallottini, rappresenta una delle ´´più antiche ed eccellenti´´ produzioni della nostra regione, vantando un legame naturale e millenario con l´ambiente, la cultura e la tradizione enogastronomica. Nel Lazio la superficie agricola (Sau) destinata a oliveto supera gli 88mila ettari, circa l´8% della superficie nazionale. Sono 400 i frantoi nel Lazio e tre gli oli a denominazione di origine protetta riconosciuti dall´Ue: Canino Dop, Sabina Dop e Tuscia Dop. . |
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NASCE A ROVIGO UN SALONE NAZIONALE DEDICATO A DELTA E LAGUNE |
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Recuperare la civiltà dell’acqua: è questo, in sintesi, il messaggio emerso, il 7 giugno, nella giornata inaugurale di “Terre d’Acqua” evento dedicato all’ambiente dei delta, alle acque dolci e salmastre che si è aperto con un convegno incentrato sullo stato di salute del Po, presente l’assessore regionale al bilancio e alla pesca Isi Coppola e il presidente di Slow Food Italia Roberto Burdese. La manifestazione è organizzata da Slow Food Italia in collaborazione con la Regione del Veneto e con il sostegno della Camera di Commercio di Rovigo, del Parco Regione Veneto del Delta del Po e dei tre Consorzi di bonifica polesani. Il Salone è il naturale sviluppo del progetto realizzato nel 2007 dall’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Colorno, in occasione del quale 150 studenti sono stati protagonisti di un viaggio in bicicletta lungo il Po. Durante il convegno di apertura si è parlato della condizione attuale del fiume, sottolineando come tutti devono contribuire al miglioramento della sua qualità complessiva. A questa anteprima del Salone, che avrà cadenza biennale, hanno partecipato anche rappresentanti provenienti da Spagna, Grecia, Romania ed Egitto. Il presidente regionale dell’associazione, Gino Bortoletto, ha sottolineato che “Terre d’Acqua” è la prima manifestazione nazionale di Slow Food realizzata nel Veneto. Da parte sua l’assessore Coppola ha ricordato la collaborazione in atto da tempo tra Regione e Slow Food, tanto che il Veneto ha adottato in Brasile tutti i “presidi” Slow Food creati per proteggere le produzioni locali. Il Salone di Rovigo è stato pensato per valorizzare un territorio unico come quello del delta del Po, che è principalmente veneto. L’assessore ha detto che contribuirà ad accendere un riflettore sul polesine, che merita di essere valorizzato di più. Ha concluso rimarcando la risposta convinta e piena di entusiasmo delle istituzioni e di tutti i soggetti polesani interpellati per sostenere l’ iniziativa. Burdese ha fatto presente che la salute del Po ha un’incidenza che va ben oltre il suo stesso bacino. Ha inoltre messo in evidenza come le recenti precipitazioni abbiano messo a nudo una situazione che vede il fiume ridotto a discarica a cielo aperto e di questo tutti abbiamo responsabilità. E’ quindi necessaria una visione “ecosistemica” per affrontare le problematiche ambientali del fiume da un lato e dall’altro il tema di uno sviluppo turistico sostenibile. “Terre d’Acqua” – ha detto Burdese – potrà quindi essere l’occasione per fare squadra e mostrare i risultati positivi che si possono ottenere. Durante il convegno di apertura è stata presentata anche l’attività dell’associazione Delta Med, che raccoglie i delta del mediterraneo, e che sta promuovendo ora un logo per uno dei prodotti più tipici di questi ambienti: il riso. Il Salone di Rovigo, che si chiude domani, comprende un’area mercato con produzioni ittiche e ortofrutticole, un’enoteca di vini veneti e un’area dedicata ai produttori artigianali di birra. Specialità alimentari e gastronomiche della tradizione polesana sono proposte al pubblico da ristoratori locali. . |
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RIUNIONE ANNUALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DEI LABORATORI PUBBLICI DI AGROCHIMICA |
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Aosta - L’assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali comunica che giovedì e venerdì scorsi, 29 e 30 maggio, nella sede dell’Assessorato si è tenuta la riunione annuale dell’Associazione Italiana dei Laboratori Pubblici di Agrochimica (Silpa). La Silpa è un’associazione scientifica, senza scopi di lucro, con sede a Ravenna, a cui aderiscono attualmente oltre venti laboratori pubblici e privati di diverse regioni italiane che svolgono attività analitica di rilevante interesse in campo agrochimico e agroambientale, tra cui il laboratorio analisi terreni del Servizio sviluppo delle produzioni agroalimentari dell’Assessorato. La Regione Autonoma Valle d’Aosta partecipa a questo circuito interlaboratorio dal 1989, traendo e fornendo informazioni su metodi di analisi, ring- test, gestione delle analisi. L’unità analisi terreni del laboratorio agrochimico effettua in media, annualmente, circa diciassette analisi su ciascuno degli oltre 120 campioni raccolti, per un totale di oltre duemila determinazioni. Il laboratorio agrochimico analizza, inoltre, matrici di foraggi e mieli e ad esso si affiancano i laboratori del latte, del vino e di fitopatologia. Dopo le consuete formalità relative alle riunioni precedenti, sono state affrontate le tematiche legate, in particolare, all’interconfronto tra laboratori sull’attività di ring- test per le analisi del terreno. L’incontro è proseguito con la visita ai laboratori e alle apparecchiature, durante la quale particolare curiosità hanno suscitato quelle adibite alle analisi del latte. La seconda giornata è stata, infine, dedicata alle visite del magazzino di stagionatura delle fontine di Valpelline e ad alcuni vigneti a Morgex e Arvier. . |
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PRESENTATA A TORINO LA SETTIMA EDIZIONE DEL SALONE DEL GUSTO
(TORINO, LINGOTTO FIERE, 23-27 OTTOBRE 2008)
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Prende il via ufficialmente la settima edizione del Salone del Gusto con la presentazione del programma, tenutasi al Teatro Piccolo Regio di Torino. Sono intervenuti Sergio Chiamparino, Sindaco di Torino, Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte, e Carlo Petrini, Presidente Slow Food. Il Sindaco di Torino, Sergio Chiamparino si è detto lieto di ospitare nuovamente il Salone del Gusto e Terra Madre: «Se dovessi associare un´immagine a questi due eventi penso a una folla allegra e molto colorata. Salone del Gusto e Terra Madre catalizzano l´attenzione rispetto ai temi importanti e di grande attualità, quali il rapporto tra la qualità e la produzione del cibo. Nei giorni di queste due manifestazioni, Torino è il luogo dove si elaborano strategie affinchè possano coesistere rispetto dell´ambiente, valorizzazione della terra e sfide economiche. Per concludere esorto i torinesi ad accogliere nelle proprie case, così come è accaduto nella scorsa edizione di Terra Madre, i delegati delle comunità del cibo». Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte, ha sottolineato: «L´edizione 2008 di Terra Madre sarà un´assise mondiale della "globalizzazione altra", intesa come salvaguardia e valorizzazione delle varietà delle coltivazioni e delle specie, in contrasto con l´omologazione e le forme di sfruttamento indiscriminato che tanti problemi alimentari stanno creando tra le popolazioni più povere. Il Salone del Gusto lancia fin dal 1996 la sfida della qualità: una sfida che le istituzioni sostengono e che la Regione Piemonte sente come propria, grazie al grande lavoro fatto nella direzione dei controlli e della tutela delle produzioni agroalimentari. È bello ricordare che dalla madre terra del Piemonte nasce Terra Madre: da un suolo, da un terroir, fertili non solo di frutti, ma anche soprattutto di idee». Carlo Petrini ha concluso la serie di interventi: «Slow Food nel corso del suo ventennale percorso ha elaborato il concetto di neo-gastronomia, in cui l´elemento ludico, il piacere, non è solo pretesto, ma un ingrediente fondante a patto che sostenga il rispetto per l´ambiente e la giustizia sociale. Poiché la produzione di cibo è una questione da affrontare a livello planetario. Salone del Gusto e Terra Madre 2008 pongono all´ordine del giorno questa questione: riuscire a dare motivazioni e gratificazioni sufficienti affinché i giovani ritornino alla terra. In Italia i contadini sono solo il 3% della popolazione lavorativa, la maggior parte dei quali in età avanzata. È necessario che le persone che lavorano la terra aumentino, e per fare questo è indispensabile l´apporto dei giovani. I contadini sono i veri custodi del nostro pianeta, conservatori di biodiversità e saperi tradizionali. Riuscire a rilocalizzare la produzione significa coniugare valore economico con un modello di agricoltura sostenibile. Questa non è dietrologia, ma un´idea vincente, la più moderna al mondo. E nella consapevolezza di dover rigenerare l´agricoltura attraverso i giovani, a Terra Madre ne saranno presenti migliaia, contadini e studenti. Bisogna puntare sulla loro creatività, con l´apporto del sistema universitario che deve elaborare nuove strategie economico-politico-culturali. Terra Madre è un imponente fiume carsico che ogni due anni riaffiora a Torino per portare uno straordinario valore di autostima e contenuti ai contadini i quali a loro volta li riportano nelle loro case in 154 Paesi del mondo». L´incontro si è aperto con l´introduzione di Roberto Burdese, Presidente Slow Food Italia: «Questa settima edizione del Salone del Gusto sarà la più grande e importante, basti pensare che l´area espositiva occuperà 60 747 mq , il 15% in più rispetto al 2006. Ma soprattutto vorrei sottolineare che il Salone del Gusto e Terra Madre è il primo grande evento fieristico internazionale ad applicare l´approccio sistemico con l´obiettivo di ridurre progressivamente il proprio impatto ambientale. In estrema sintesi si lavorerà per ridurre l´impatto ambientale appunto (energia, emissioni, rifiuti) dei due eventi e promuovere scenari sostenibili di consumo. Naturalmente verranno compensate le emissioni di Co2, ma solo dopo aver lavorato per ridurle e non limitandoci banalmente a compensare quanto emesso senza impegnarci prima a contenere le emissioni. Da questa esperienza, siamo certi che nascerà un modello esportabile piemontese di manifestazione fieristica a basso impatto ambientale». . |
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OROGEL, UN GRUPPO IN CRESCITA
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Un 2007 in attivo per la prima azienda italiana nel settore dei surgelati che nonostante la stagnazione dei consumi continua a crescere, ad investire e a consolidare la propria base societaria Il mercato dei surgelati ed il comparto alimentare segnano battute d’arresto, ma il Gruppo Orogel continua a crescere. Con un fatturato di 163 milioni di euro, l’8,67% in più rispetto al 2006 (più 27% negli ultimi cinque anni), l’azienda cesenate chiude il 2007 in attivo, a fronte di un mercato che a livello nazionale ha registrato un +0,4% a volume e un modesto +0,1% a valore rispetto al precedente esercizio. Positivo l’indice Ebita, cioè il margine prima degli ammortamenti, tasse e interessi, che nel 2007 è pari al 12,63% così come migliorano il patrimonio netto (che con un più 15,16% è arrivato a quota 60. 665. 000,00 di euro) e il cash flow (oltre 15 milioni di euro). Con oltre 78mila tonnellate di prodotto venduto Orogel si conferma come la prima realtà totalmente italiana nel settore produttivo e rafforza la seconda posizione nel settore retail alle spalle della multinazionale Unilever con una quota di mercato pari al 11% nel segmento vegetali. Ottime notizie giungono anche dal settore della Ristorazione Commerciale e Collettiva con performance di assoluto rilievo (+ 23% rispetto al 2006) e nel consumo Fuori Casa (bar, tavola calda, pub) grazie al lancio sul mercato di esclusivi prodotti da microonde che uniscono alla praticità della preparazione un’offerta di ricette ricche di gusto e leggerezza. Proprio l’attenzione per il benessere e la sana alimentazione unitamente alla assoluta salubrità dei prodotti (le referenze Orogel sono le uniche contraddistinte dalla Certificazione di Prodotto) sono alla base della politica della qualità Orogel sempre più conosciuta ed apprezzata dai consumatori e resa possibile grazie alla attività di Ricerca & Sviluppo promossa dal centro ricerche “La Cucina Italiana di Orogel“ che studia e testa tutti i nuovi prodotti presentati sul mercato. Il 2007, in particolare, è stato caratterizzato dal lancio del Buon Minestrone che ha avuto un’accoglienza al di sopra di ogni aspettativa da parte del mondo distributivo e dei consumatori. Inoltre al Gran Passato di verdure scelte Verdurì – il primo piatto pronto più venduto nella Gd – sono state aggiunte nuove ricette a base di cereali e legumi che hanno contributo alla affermazione dei passati di verdura come alimento sempre più presente sulle tavole degli italiani (+ 23,6 % la crescita rispetto al precedente esercizio). L’ attività del Gruppo e i risultati raggiunti sono stati sostenuti da una forte politica degli investimenti produttivi e tecnologici che negli ultimi 5 anni ha superato i 65 milioni di euro di cui oltre 9 solo nel 2007. Le campagne di comunicazione e promozione (+ 13,17% rispetto allo scorso anno) hanno superato gli obiettivi prefissati. Positivo anche il prezzo di liquidazione riconosciuto alla base produttiva, composta oggi da oltre 2. 000 soci presenti in diverse regioni italiane ma prevalentemente in Romagna. I soci vedono incrementati i prezzi di liquidazione rispetto al 2006 di circa il 3,5% (la media degli ultimi cinque anni è del 20%). Buone notizie anche sul fronte occupazionale con un incremento di 35 unità nel 2007 e 210 negli ultimi 5 anni. Intanto sul fronte produttivo agricolo viene confermato anche per il 2008 il Fondo di Solidarieta’ a favore dei soci per le Avversita’ Atmosferiche; istituito per i momenti di particolare emergenza, il fondo del Gruppo Orogel ha operato nel 2007 per circa 100mila euro ed è stato incrementato a 500mila euro. . |
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SALAME E CHAMPAGNE: SI RINNOVA IL MATRIMONIO PERFETTO |
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Una tre giorni dedicata alla promozione di due prodotti tipici che uniscono Felino (Parma) e Cumière (Champagne – Francia) nel paese del parmense che vanta i natali del famoso salame e dove ha sede il museo che lo rappresenta. Si alza il sipario il 21 giugno 2008. Un abbinamento insolito ma vincente, quello del salame con lo champagne francese. Un trionfo di sapori che per tre giorni, dopo il successo della scorsa edizione, torna anche quest´anno nel comune di Felino (Parma). Per l´edizione 2008 "Salame & Champagne" ha previsto una serie di eventi all´insegna della buona cucina che inizieranno sabato 21 giugno nella piazza felinese dove, fra le bancarelle del consueto mercato settimanale, troveranno spazio i viticoltori di Cumières (città francese gemellata con Felino) e i produttori locali di salame che venderanno insieme i propri prodotti. Alle 11 si partirà con una degustazione di pane, salame e champagne, degustazione che verrà "approfondita" alla sera quando alle 20. 30 ci sarà l´appuntamento con l´aperitivo (abbinato a Parmigiano e Champagne) che darà il via alla cena, servita ai tavoli di una trattoria speciale, allestita per l´occasione in una tensostruttura con la collaborazione del Comune e di alcuni celebri ristoranti della zona: Pane e Salame, La Cantinetta e La Porta di Felino. Sarà l´occasione per assaggiare con tranquillità le prelibatezze della zona accompagnate da ottimo champagne. Il menù completo, dall´antipasto al digestivo, è proposto al prezzo fisso di 42 euro a persona. Anche la domenica sarà una giornata tutta da gustare, con possibilità di assaggio e di acquisto dei prodotti tipici dei due paesi gemellati. Alle 12. 30 ci sarà di nuovo la possibilità di pranzare con le prelibatezze offerte dai ristoratori aderenti all´iniziativa (sempre al prezzo di 42 euro a persona). A corollario della manifestazione nella piazza si avranno anche momenti di animazione per grandi e piccoli a partire dalle 16 e dalla stessa ora ci sarà la possibilità di fare merenda con salumi e torta fritta (abbinamento ottimale, tipico dell´Emilia). Si replica di nuovo lunedì 23 alle 20. 30 quando si festeggerà la tradizionale serata di San Giovanni con un menù ad hoc caratterizzato dal primo piatto della cucina locale e indispensabile per l´occasione: i tortelli di erbette e ricotta, conditi con burro, spolverati da una pioggia di Parmigiano Reggiano e accompagnati da champagne. Il prezzo è di 35 euro a persona (prenotazioni allo 0521. 836839). Nelle giornate di sabato e di domenica ci sarà inoltre la possibilità di visitare il Museo del Salame, ospitato nelle suggestive cantine del castello che sovrasta il paese. E´ in questi locali che si può continuare a celebrare il trionfo del gusto fatto a fette conoscendo ed apprezzando l´universo che ruota attorno a uno dei salumi più conosciuti e apprezzati in Italia e nel mondo, attraverso un percorso al tempo stesso storico e sensoriale. La visita al Museo del Salame consente di scoprire i segreti di un prodotto che, costantemente presente sulle tavole sia dei nobili che dei contadini, è riuscito a conservare le sue caratteristiche attraverso i secoli. Il museo del Salame di Felino è aperto sabato, domenica e tutti i giorni festivi dalle 10 alle 12. 30 e dalle 15 alle 18; dal mercoledì al venerdì si possono effettuare visite su prenotazione. F. Baruffini@comune. Felino. Pr. It Coop. Parmigianino@tin. It www. Museidelcibo. It/salame. Asp . |
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I CEREALI INTEGRALI
CHE COSA SONO? QUALI BENEFICI APPORTANO? QUANDO CONSUMARLI?
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Come indicato dalle Linee Guida per una sana alimentazione (Inran, 2003) il consumo dei cereali integrali dovrebbe essere parte integrante della dieta quotidiana di tutta la famiglia. Ogni giorno la quota di carboidrati da assumere dovrebbe raggiungere il 55- 60% delle calorie introdotte; di questi i tre quarti dovrebbero essere costituiti da carboidrati complessi, preferibilmente cereali integrali, e un quarto da quelli semplici. Principalmente noti per il loro ricco contenuto di fibre, i cereali integrali sono in realtà un vero e proprio concentrato di principi nutritivi, i cui benefici per la salute sono riconosciuti e supportati da numerose evidenze scientifiche . Che cosa differenzia i cereali integrali da quelli raffinati? I cereali integrali, a differenza dei cereali raffinati, contengono anche la crusca e il germe del chicco, ricchi di nutrienti e di composti che possono influenzare positivamente la nostra salute, detti fitoattivi. I principali cereali presenti nella nostra alimentazione - il frumento, il riso, il mais, l’orzo e l’avena – sono caratterizzati da una struttura che può essere suddivisa in tre parti. • la crusca: è la parte più esterna del chicco stesso, ricca di vitamine del gruppo B, di antiossidanti e di preziosi composti che possono influenzare il metabolismo degli ormoni endogeni, oltre che di fibra insolubile, che non viene assorbita a livello intestinale. • Il germe: è l´embrione della pianta e contiene tutto il corredo necessario per la germinazione. E’ una fonte concentrata di minerali, come il ferro e lo zinco, e di vitamina E. • Infine l’endosperma (la riserva energetica per le prime fasi di vita della nuova pianta): contiene prevalentemente carboidrati, amidi, vitamine del gruppo B e fibre solubili. Durante il processo di raffinazione i cereali perdono buona parte delle caratteristiche nutrizionali importanti per il nostro benessere, per questo i nutrizionisti consigliano di preferire il più possibile i cereali integrali rispetto a quelli raffinati. Quali sono i benefici dei cereali integrali? Numerosi sono i benefici riconosciuti ai cereali integrali dagli esperti e supportati da evidenze scientifiche. • Non sono solo fonte di fibra ma ricchi di preziosi nutrienti I cereali integrali, a differenza di quelli raffinati, contengono anche la crusca e il germe del chicco, ricchi di preziosi nutrienti che si perdono invece durante il processo di raffinazione. La crusca, che è la parte più esterna del chicco stesso, è ricca di vitamine del gruppo B, di antiossidanti e di composti che possono influenzare il metabolismo degli ormoni endogeni. Contiene, inoltre, fibra insolubile, che non viene assorbita a livello intestinale. Il germe è, invece, una fonte concentrata di minerali, come il ferro e lo zinco, e di vitamina E. • Importanti nel mantenimento del peso corporeo Alleati del benessere ma anche della linea: è stata dimostrata, infatti, l’associazione tra il consumo regolare di cereali integrali e la minor incidenza di sovrappeso e obesità, con un effetto benefico sulla regolazione del peso corporeo che si mantiene nel tempo. L’esatto collegamento tra consumo di cereali integrali e controllo del peso corporeo è oggetto di ricerche da parte del Nestlé Research Center. “Sappiamo che un regime alimentare che include cereali integrali aiuta le persone a tenere sotto controllo il peso corporeo. Il nostro obiettivo è comprendere come i cereali integrali influenzino il consumo di cibo, per proporre e valutare soluzioni utili a innovare i prodotti. La nostra ricerca in corso su cereali integrali e sazietà è centrale per comprendere questo punto” commenta Hilary Green, Ricercatrice Senior al Nestlé Research Center. • Alleati della salute Numerose evidenze testimoniano che il consumo di cibi a base di cereali integrali, nel contesto di uno stile di vita attivo e salutare, sia in grado di ridurre alcuni fattori di rischio di patologie cardiovascolari. Ciò è in parte dovuto al fatto che diete ricche di cereali integrali tendono a ridurre i livelli del colesterolo Ldl (il cosiddetto “colesterolo cattivo”), di trigliceridi, e la pressione arteriosa, mentre tendono ad aumentare le concentrazioni del colesterolo Hdl (il “colesterolo buono”). • Tanti benefici anche per i bambini I benefici dei cereali integrali sono stati accertati anche nei confronti di bambini in età prescolare e scolare, perché il consumo di cereali integrali tende ad associarsi ad un’alimentazione più equilibrata, sia dal punto di vista dell´apporto calorico complessivo che della quantità e della qualità di nutrienti, come le vitamine del gruppo B e i minerali come il ferro e lo zinco. Inoltre, secondo uno studio svedese, i bambini che assumono una prima colazione migliore in termini quantitativi e qualitativi, comprendente cereali integrali pronti, ottengono nelle ore successive risultati migliori a scuola e negli sport, probabilmente in associazione con un migliore profilo della glicemia conseguente al pasto. In questa ottica, il consumo regolare di cibi preparati con cereali integrali, nell´ambito di una dieta equilibrata e adeguata all´età e allo stile di vita, abbinata ad un buon livello di attività fisica, va sicuramente raccomandato fino dall´infanzia. Quando e come è bene consumare cereali integrali? Per aumentare la quantità di cereali integrali assunti quotidianamente, è consigliabile cominciare fin dal mattino, ad esempio attraverso il consumo dei cereali integrali pronti per la prima colazione. I cereali per la prima colazione a base di cereali integrali, oltre ad essere un’importante fonte di carboidrati, indispensabili per iniziare la giornata con il pieno di energie, sono una valida scelta per apportare all’organismo tutti i benefici propri dei cereali integrali. Arricchiscono, infatti, la dieta di vitamine e sali minerali, favoriscono il consumo di latticini, importanti fonti di calcio e, se assunti nelle porzioni consigliate (30 grammi con latte parzialmente scremato), forniscono un ridotto apporto di grassi. Sono inoltre pratici da preparare. La soluzione ideale per chi al mattino è sempre di fretta e un valido aiuto per le mamme che hanno difficoltà a conciliare tutti gli impegni del mattino con l’importante momento della prima colazione dei propri bambini. Tutti questi benefici sono contenuti nei cereali per la prima colazione Nestlé: una gamma completa di cereali per la prima colazione caratterizzata da un’alta percentuale di cereali integrali. Non solo nelle proposte per gli adulti ma anche in tutte quelle dedicate ai più piccoli, caratteristica che li rende unici sul mercato dei cereali per bambini . Si può quindi concludere che una prima colazione equilibrata da un punto di vista dell’apporto energetico e bilanciata, a base di cereali integrali, associata al consumo di latte e frutta, ha effetti favorevoli per il benessere e per la salute di tutta la famiglia, a breve termine nell´arco della giornata, e a lungo termine in un’ottica di mantenere uno stile di vita equilibrato. Cereal Partners Worldwide ( Cpw ) Cereal Partners Worldwide (Cpw) è una joint venture che nasce nel 1990 tra Nestlé S. A. E General Mills per produrre e distribuire cereali pronti per la prima colazione e barrette ai cereali in tutto il mondo, eccetto Stati Uniti e Canada. Il gruppo, con sede a Losanna – Svizzera - ha iniziato la sua attività nel dicembre del 1990 nel Regno Unito, Francia, Spagna e Portogallo. Oggi è il secondo produttore al mondo di cereali per la prima colazione e vende i suoi prodotti principalmente sotto il brand name Nestlé. Può contare su 14 stabilimenti produttivi e su circa 4. 000 dipendenti, con un giro d’affari che supera i 2,15 miliardi di dollari. Il nostro obiettivo è sviluppare i nostri brand a livello globale (escluso Stati Uniti e Canada) e creare per i prodotti a base di cereali Nestlé referenze gustose, convenienti e nutrienti, esclusivamente a base di cereali integrali, per fare in modo che i nostri consumatori inizino le loro giornate nel modo più sano possibile. I nostri brand principali sono Fitness, Chocapic, Nesquik e Cheerios, ideati e prodotti per soddisfare le esigenze di consumo di ogni componente della famiglia. Nestlé Italiana Nestlé Italiana è presente nel nostro Paese dal 1875. Grazie ad un volume d’affari che nel 2007 ha quasi raggiunto i 1500 milioni di euro e un portafoglio di circa 70 marchi, si conferma oggi la principale azienda alimentare del Paese, con un organico di circa 3800 dipendenti, occupati nella sede centrale di Milano e nei 7 stabilimenti distribuiti su tutto il territorio nazionale. Tra i principali marchi: Perugina, Buitoni, Motta, Baci, Nero Perugina, Kitkat, Smarties, Galak, Polo, La Cremeria, Antica Gelateria del Corso, Maxibon, Coppa del Nonno, Nidina, Nestlé Mio, Lc1, Fruttolo, Sveltesse,nescafé, Nesquik, Fitness. Nestlé Italiana è parte del Gruppo Nestlé, prima azienda alimentare al mondo con sede in più di 130 Paesi con una gamma di oltre 10. 000 prodotti frutto della tradizione e della più avanzata ricerca nutrizionale al mondo. Le dimensioni e la responsabilità di mercati cosi ampi e diversi fra loro si traducono nell’impegno a sviluppare e garantire un corretto approccio alla nutrizione ed ad un corretto stile di vita. In Italia è presente con altre società operative: Sanpellegrino, Nestlé Purina Petcare, Nespresso, Nestlé Waters Direct e Alcon. . |
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SPECKFEST: FESTEGGIA IL DECIMO COMPLEANNO CON UN RECORD DI VISITATORI E DI VENDITE
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La Speckfest non ha mai registrato una tale affluenza con 85. 000 visitatori. Il 50% degli ospiti della Speckfest provengono da Bolzano e dintorni, mentre l’altro 50% da località fino a 500 km di distanza. “Questi dati sono stati registrati attraverso il conteggio dei visitatori e l’indagine di mercato condotta da Wifi che alle tre entrate principali hanno contato 85. 000 visitatori registrati successivamente al computer. Dalle entrate laterali sono entrati sicuramente altre decine di migliaia di ospiti” conferma così la stima Franz J. Mitterrutzner, Direttore del Consorzio Speck Alto Adige Igp. “Un successo grandissimo che gratifica e ripaga degnamente il nostro impegno” afferma soddisfatto anche Paul Zandanel, responsabile marketing dell’Eos della Camera di Commercio. “Sono state affettate e vendute più di 8 tonnellate di speck, in una piazza Walther strapiena di ospiti soprattutto nei giorni di sabato e venerdì sera per il concerto dei Global Krynern”. Reinhold Messner, Margarita Fuchs von Mannstein, Luis Durnwalder e Gustav Thöni si sono dati tutti appuntamento per la cerimonia di apertura della Speckfest, dove non sono mancati neanche personaggi famosi provenienti dalla Germania. Il famoso cuoco della tv tedesca Alfons Schubeck e gli attori Thure Riefenstein e Max Tidof. Quest’anno, per la prima volta nella storia della Speckfest, piazza Walther si è trasformata in un enorme ristorante all’aria aperta. Molto graditi anche i consigli sugli abbinamenti con i vini forniti dai membri dell’Associazione Sommelier dell’Alto Adige. Gli stessi produttori sono molto soddisfatti della riuscita dell’evento: “La qualità dello speck è stata molto apprezzata dai visitatori che, come da tradizione, hanno potuto degustare i diversi speck Igp presso gli stand di produttori diversi” afferma uno dei sette produttori. Abitudine questa che che piace molto agli ospiti che possono così confrontare i vari tipi di speck e scegliere quello preferito. La novità assoluta introdotta proprio in occasione del decimo anniversario della Speckfest è stato il primo Speckparty sudtirolese. Lo speckparty ha riunito nel cortile del Palais Campofranco più di 400 ospiti che hanno gustato il menù a 7 portate con creazioni a base di speck. Il nutrito programma di contorno di Piazza Walther ha entusiasmato il pubblico che, ha potuto assistere alle performances di gruppi e bande musicali, dei Ranggler (lottatori) e degli Schuhplattlern (protagonisti di una danza tipica) che sul palco hanno sprigionato un’energia incredibile. “La Speckfest è una pubblicità importante per lo speck Alto Adige Igp e per la destinazione turistica Alto Adige” riassume Franz J. Mitterrutzner. Quest’anno la manifestazione ha suscitato un grande interesse mediatico con 5 emittenti televisive presenti alla Speckfest. Se negli anni scorsi si sono registrati tra i 4 e i 5 milioni di telespettatori, quest’anno possiamo tranquillamente contare un pubblico raddoppiato. Festa Italiana, Rai Uno, Rai Due, Rai Radio Uno, solo per citare alcuni dei media che hanno realizzato servizi sulla Speckfest trasmessi in tutta Italia. “Abbiamo raggiunto il nostro scopo principale, cioè di riscuotere una buona risonanza mediatica. Sono stati ripresi non solo gli eventi della Speckfest, ma anche gli stessi produttori. Nelle prossime settimane milioni di spettatori guarderanno le immagini del nostro speck. ” Speck Alto Adige Igp – Descrizione del prodotto Lo Speck Alto Adige Igp è un prosciutto crudo leggermente affumicato e stagionato per 22 settimane. Inconfondibile per aspetto, profumo e sapore, deve la propria peculiarità al metodo di lavorazione tradizionale, tramandato di padre in figlio e protetto dall’Unione Europea. La disciplina di produzione prevede essenzialmente un’affumicatura leggera, che avviene con legna poco resinosa (ad una temperatura del fumo inferiore ai 20 gradi centigradi), una stagionatura media di 22 settimane che avviene con il prezioso contributo dell’aria fresca e frizzante delle vallate altoatesine, un basso contenuto di sale non superiore al 5%. Il rispetto delle regole di produzione porta, nel prodotto finito, alla marchiatura a fuoco e all’etichetta con la scritta “Speck Alto Adige Igp” in italiano e in tedesco e il simbolo “Südtirol”. . |
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L’EQUILIBRIO DEI SAPORI SULL’ONDA…
CON MSC POESIA E MSC LIRICA
3 CROCIERE NEL MARE DEL GUSTO
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L’appetito vien mangiando recita l’antico proverbio. Se siete interessati a soddisfare non solo il palato ma anche la curiosità per nuovi sapori e ricette, allora l’appetito verrà anche navigando. Provate una Crociera Enogastronomica a bordo di Msc Poesia o Msc Lirica e lasciatevi tentare dalle mille e più proposte di Msc Crociere, una più appetitosa dell’altra. A bordo delle navi Msc Crociere sarà un vero paradiso per aspiranti chef e per volenterosi assaggiatori. Il programma prevede dimostrazioni culinarie tenute da professionisti che insegneranno agli ospiti a preparare specialità italiane e dei paesi scoperti durante l’itinerario. Preziosi saranno anche i “consigli dello chef”, trucchi da esperti per cucinare perfettamente pasta, riso, carne e pesce e conservare al meglio i cibi. Anche gli amanti del vino troveranno ampio spazio per approfondire con esperti sommelier la loro passione: degustando prodotti enologici di grande qualità, ripercorrendo la mappa delle città italiane del vino, imparando le tecniche di abbinamento vino-cibo, riscoprendo particolari specialità gastronomiche regionali, mentre i barmen sveleranno i segreti delle giuste dosi per preparare al meglio i cocktail internazionali. Gli ospiti riceveranno anche uno speciale “dizionario enologico” che permetterà loro di approfondire la conoscenza dell’ affascinante mondo dei vini. Particolare attenzione verrà riservata all’arte dell’ospitalità, con lezioni di “galateo della tavola”, con indicazioni su come servire cibo e bevande, come apparecchiare la tavola e realizzare centrotavola e segnaposti. Il programma prevede inoltre divertenti gare e giochi, rigorosamente a tema culinario: quiz di memoria su nomi di bevande, cibi internazionali e ingredienti si alterneranno a format più creativi per mettere alla prova le capacità degli aspiranti cuochi. Ogni sera sarà poi una grandissima festa con una varietà di menù prelibati serviti presso i ristoranti di bordo, che includeranno piatti light, vegetariani, dessert dolcificati con fruttosio per gli ospiti diabetici e su richiesta anche specialità apposite per kosher. . . |
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PICNIC D’AUTORE A VILLA OLMO
LO CHEF MATTEO PISCIOTTA FIRMA UN MENÙ DEDICATO
ALLA MOSTRA “L’ABBRACCIO DI VIENNA”
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In occasione de La Notte Bianca di Como 2008, Cuochintesta presenta “Picnic d’autore”. Si tratta di una rassegna gastronomica che si accorda con la mostra in corso, fino al 20 luglio, a Villa Olmo “L’abbraccio di Vienna. Klimt, Schiele e i capolavori del Belvedere”, con un innovativo menù studiato appositamente dallo chef Matteo Pisciotta, che per l’occasione interpreta la cucina viennese proponendo un menù creativo. L’evento si terrà sabato 14 giugno a partire dalle ore 17. 30 nella straordinaria cornice del parco di Villa Olmo, sulle rive del lago Como. L’idea è di Cuochintesta (www. Cuochintesta. It), il circuito che riunisce i più promettenti cuochi italiani, che si raccontano online svelando esperienze e progetti. Un confronto tra i cuochi italiani che ha l’obiettivo di valorizzare il made in Italy culinario anche attraverso eventi che incontrano il grande pubblico. Quattro le portate proposte dallo chef, per un picnic firmato da gustare all’interno di uno dei parchi più belli di Como. Il menù è composto da quattro preziosi cofanetti e prevede: Grissino casereccio e panino con sesamo e semi di papavero; Knodel con erbette e speck; Costoletta di agnello alla viennese con acciuga e cappero; Strudel di mele con pinoli, cioccolato e profumo di cannella. La mostra L’abbraccio di Vienna. Klimt, Schiele e i capolavori del Belvedere, curata da Sergio Gaddi, assessore alla cultura del Comune di Como e Franz Smola, curatore del museo Belvedere, raccoglie ottanta capolavori, provenienti dal Museo Belvedere di Vienna, in grado di ripercorrere la genesi dell’arte del Novecento, partendo dal Barocco, passando per la Belle Époque, per il Biedermeier, fino a giungere alla Secessione e al primo Espressionismo. . |
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I SAPORI DELLA COSTIERA AMALFITANA
CORSO DI CUCINA AL PROFUMO DI MARE
AL ROMANTIK QUATTROPASSI DI MASSALUBRENSE (NA)
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Una terrazza sul mare del Golfo di Napoli, i profumi e i colori che lo chef Antonio Mellino riesce a catturare e ad esaltare nei suoi piatti, allo stesso tempo semplici e sublimi: è il Romantik Quattropassi di Massalubrense (Na). Qui Antonio Mellino e la moglie Rita organizzano corsi di cucina per gli appassionati che vogliono scoprire i segreti della gastronomia di pesce, e trascorrere un lungo e pigro weekend in uno dei luoghi più affascinanti della Penisola. L’arrivo è previsto il giovedì sera, e il venerdì viene dedicato al corso di cucina. Tre ore nel “laboratorio del gusto” del Romantik Quattropassi dove gli aspiranti chef imparano a preparare un antipasto, come ad esempio l’insalata di seppie, gamberi e scampi con finocchi e misticanza; un primo come i tipici spaghetti con zucchine e fiorilli (i fiori di zucca); e un secondo come il ghiotto calamaro ripieno o un filetto di pesce con verdure al forno. Al termine della lezione, naturalmente, i partecipanti al corso si siedono a tavola e gustano quanto hanno preparato! Il sabato viene invece dedicato al completo relax, con una gita in barca alla volta della splendida e poco distante Capri. Il prezzo del pacchetto, per due persone, è di 1000 euro. Sono inclusi tre pernottamenti con prima colazione, il corso di cucina con il pranzo o la cena e la gita in barca con snack a bordo. Il numero massimo di partecipanti ad ogni lezione è di 12 persone, e i corsi si svolgono su richiesta nei mesi di settembre e ottobre, e di aprile e maggio. Sito internet www. Ristorantequattropassi. Com e-mail info@ristorantequattropassi. Com . |
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UN GIOVANE CHEF, MASSIMO MENTASTI, AL RISTORANTE LA GALLINA DEL MONTEROTONDORESORT INTERPRETA IN CHIAVE MODERNA I PIATTI DELLA TRADIZIONE PIEMONTESE
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Le terre piemontesi di Gavi, crocevia tra terra e mare, vantano un´offerta eno-gastronomica interessante e da qualche anno un indirizzo che vale il viaggio: il ristorante La Gallina, ricavato nell´antico fienile annesso all´albergo L´ostelliere del complesso Monterotondoresort. In cucina un giovane chef di 25 anni, Massimo Mentasti, interpreta i piatti della tradizione piemontese. Ricette stagionali, secondo il mercato e l´approvigionamento da fornitori locali di prodotti di nicchia, si alternano a piatti fissi. Tra gli antipasti troviamo la variante di carne cruda, la trota della Val Borbera con salsa all´uovo e al Gavi, la milanese di cervella, pomodorini e cipolla, tra i primi l´agnolotto alla piemontese, il risotto Carnaroli al Gavi, gli gnocchi di patate al burro fuso e sale grosso, per i secondi piatti la guancia di fassone piemontese brasata al Gavi, la trippa di Monterotondo, il maialino da latte con pesche di Volpedo. Per finire, un goloso menu dei dessert con creme, mousse, gelati e sorbetti sorprendenti e rigorosamente di produzione propria, come il pane e le focacce. Nella carta dei vini, predominano il Piemonte e non mancano i vini della tenuta di proprietà con etichetta Villa Sparina. Ricavato nell´antico fienile al centro della proprietà di Monterotondo, il ristorante La Gallina si affaccia sui colli e sui vigneti circostanti regalando una visione panoramica suggestiva e rilassante. Stile country-chic, mobili d´antan e complementi di design nella sala a mattoni a vista e travature di legno per coniugare estetica e buona tavola. Il paesaggio bucolico che si intravede dalle ampie vetrate diventa parte integrante dell´arredo e concorre a predisporre l´ospite ad una vera pausa di relax e una sosta gourmand da assaporare senza fretta. . |
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ACQUA PANNA : UN NUOVO POSIZIONAMENTO, UN NUOVO STILE NELLA GAMMA |
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, Luminosa e cristallina con connotazioni sensoriali lievi e delicate, Acqua Panna da decenni ha conquistato il pubblico che ne ha fatto una delle acque minerali di maggiore successo sul mercato italiano. Le sue caratteristiche organolettiche sono state studiate a fondo e valorizzate nell’ambito di un Paese ricchissimo di fonti che è il maggiore produttore e consumatore al mondo di acqua minerale (con un consumo pro-capite ormai prossimo ai 200litri/anno ) La rivoluzione che è alla base del successo più recente di Acqua Panna risale agli anni Novanta, quando inizia ad essere proposta in Italia, nel canale ho. Re. Ca. , come prodotto complementare a S. Pellegrino già simbolo, fra i più riconosciuti ed apprezzati, del Made in Italy nel mondo. Il successo è tale che, nel 2002, l’azienda Sanpellegrino lancia l’acqua toscana anche sui mercati internazionali già conquistati dalle bollicine. La diffusione di Acqua Panna in Italia e all’estero si deve ad un’attenta strategia di marketing e all’intuizione di dare avvio ad un originale e audace progetto, una sorta di rivoluzione copernicana nel mondo del beverage. Per la prima volta l’acqua minerale è stata posta al centro di studi e approfondimenti sugli abbinamenti con il cibo, il vino e le più diffuse bevande perché, in fondo, saper scegliere l’acqua giusta è importante come saper individuare il vino più adatto. Grazie alla consolidata collaborazione con le più qualificate associazioni enogastronomiche italiane e internazionali, Acqua Panna ha saputo definire il proprio ruolo di partner della cultura della buona tavola e di testimone della gastronomia italiana. Tutto questo accade in un contesto storico in cui lo chef è considerato creatore di tendenza e in cui la cucina di qualità del nostro paese è sempre più sinonimo di innovazione, ricerca, stile. In una parola : eccellenza. La passione e la curiosità che ha coinvolto media e consumatori, nel corso dell’ultimo decennio, intorno al mondo della cucina d’autore e alle innumerevoli espressioni di qualità che l’enogastronomia del nostro paese sa proporre, sono gli elementi che hanno ispirato Sanpellegrino nello sviluppo delle nuove attività di promozione del brand Acqua Panna. Il 2008 è l’anno della ridefinizione del posizionamento del prodotto. Viene dato avvio al restyling completo della gamma in vetro e pet. Si interviene sul packaging di Acqua Panna ponendo attenzione ai valori intrinseci del prodotto (origine toscana, storia e qualità). Il restyling del logo prevede fra l’altro che il giglio, di ispirazione fiorentina (ma anche simbolo di Scarperia dove si trova la sorgente Acqua Panna), assuma lo stesso protagonismo della stella che rende inconfondibile il logo di S. Pellegrino. Il restyling ha interessato l’intera gamma in vetro e pet. Con l’intervento sulle bottiglie in vetro destinate al canale ho. Re. Ca si è inteso ribadire la premiumness di un prodotto che si conferma leader fra le acque minerali nel fuoricasa di qualità. Ma è sul restyling della bottiglia in pet da 1,5l (destinata principalmente al canale retail) che si è concentrato l’impegno dei creativi. L’aspetto della bottiglia è stato rivoluzionato: elegante, totalmente rinnovata, presenta l’introduzione di elementi stilistici di grande piacevolezza estetica così che il consumatore possa, ogni giorno, portare in tavola l’acqua delle grandi emozioni. E’ a questi elementi, che descrivono un percorso che ha già trovato concretezza sul mercato, che si ispira la nuova campagna di comunicazione Acqua Panna (a cura di Ogilvy&mothers) che prevede il coinvolgimento delle principali testate della stampa nazionale oltre che della televisione su cui il nuovo spot (regia di Carlo Sigon – Mercurio) sarà on air da domenica 1 giugno. Un film elegante che propone l’eccellenza in tavola come filo conduttore della nuova campagna di comunicazione. Ma nella raffinatezza del messaggio nulla è sofisticato o poco accessibile. Le immagini contengono piuttosto una forte carica emozionale attraverso cui si intende trasferire allo spettatore il gusto per la piacevolezza e la qualità della buona tavola che trovano espressione in Acqua Panna. “Per amore della buona tavola” è il claim che accompagnerà il prodotto nei prossimi anni con l’intenzione di valorizzare le qualità di un’acqua ideale per esaltare cibi e sapori raffinati ma anche un prodotto che porta dentro di sé valori forti e suggestivi come l’origine (un’oasi protetta in Toscana), la storia (che dal 1500 ne ha decretato il successo), l’eleganza e l’equilibrio (dati da un gusto naturalmente piacevole e vellutato). Quale testimonial a questo punto avrebbe potuto essere il migliore ambasciatore del gusto italiano fino ad attribuire ad un’acqua l’autorevolezza di un ingrediente ? Carlo Cracco è certamente lo chef che più ha saputo sperimentare lungo i sentieri della semplicità e di un minimalismo elegantissimo. La sua è una cucina che ha conquistato la critica e il pubblico internazionali; i suoi sono piatti che stanno facendo la storia della nuova cucina italiana. E’ lo chef che ha saputo superare la dicotomia tra pasta senza uovo e pasta all’uovo. E lo ha fatto sopprimendo la farina, trasformando l’uovo - o meglio la sua essenza, il tuorlo - nella più prelibata delle paste. E’ dal tuorlo d’uovo marinato, ricetta emblematica di uno stile unico in cucina, che ha inizio la nuova storia di Acqua Panna. Acqua Panna e Carlo Cracco, due simboli del migliore Made in Italy, esprimono sintonia non solo davanti alle telecamere ma anche attraverso il loro impegno in progetti comuni. Sarà Amref a beneficiare del compenso, in origine destinato al protagonista dello spot, che Carlo Cracco e Sanpellegrino hanno deciso di donare all’importante onlus. In 50 anni di attività Amref è diventata la principale organizzazione sanitaria privata, senza fini di lucro, presente in Africa Orientale, impiega oltre 700 persone, per il 97% africani, gestisce 140 progetti di sviluppo sanitario e opera in 22 paesi. L’impegno nei confronti di Amref è solo un esempio fra le molteplici attività che vedono da anni Sanpellegrino coinvolta oltre che nella tutela delle fonti e nello sviluppo di strategie mirate a ridurre l’impatto ambientale di tutta la filiera produttiva e distributiva, anche in iniziative finalizzate a creare conoscenza e consapevolezza nel consumatore e a rendere disponibile, nelle aree più a rischio, una preziosa risorsa per il bene comune. . |
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EURO RSCG MILANO PER LE
BEVANDE VITASNELLA, PRIMO FIT-DRINK® AL FEMMINILE
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Euro Rscg Milano firma la campagna del primo fit drink appositamente pensato da Vitasnella per le donne. La campagna è firmata dall’Art Director Francesca Pratesi e dal Copy Mariangela Lacedra, sotto la direzione creativa di Dario Villa e sotto la direzione creativa esecutiva di Giovanni Porro. La campagna stampa si declina in quattro soggetti: palestra, jogging, basket, attrezzi. Protagonista una donna ripresa in un momento di pausa durante un’intensa attività fisica. Il sudore disegna sulla maglietta un alone con la forma del packaging del Fit Drink, ovvero ciò di cui si ha bisogno durante lo sport: una bevanda a base di puro succo di frutta, con ridotto apporto calorico e lo 0% di zuccheri aggiunti. Il Fit-drink Vitasnella aiuta a ristabilire il giusto equilibrio di vitamine e magnesio che vengono consumate durante l’attività sportiva. La campagna sottolinea la novità di poter recuperare le energie con la leggerezza che contraddistingue Vitasnella, come recita il claim “Recupera le forze, non le calorie”. . |
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FLAVESCENZA DELLA VITE: AL VIA IL PIANO 2008 LA RICLASSIFICAZIONE DELLE ZONE, I TRATTAMENTI OBBLIGATORI, IL MONITORAGGIO - NELL´USO DI INSETTICIDI SPECIFICA ATTENZIONE ALLA SALVAGUARDIA DELLE API |
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La Regione Piemonte ha varato il Piano Operativo 2008 di intervento e monitoraggio contro la flavescenza dorata, una patologia degenerativa della vite, estensivamente diffusa in Piemonte, per la quale il Decreto Ministeriale 32442 del 31/05/2000 impone la lotta obbligatoria, che verrà coordinata, come negli anni precedenti, dal Settore Fitosanitario Regionale. La Regione investirà 450. 000 euro per la gestione del Piano. Si è reso necessario, preliminarmente, aggiornare la classificazione delle zone vitate del territorio regionale, così come individuate dal Decreto Ministeriale: in questi anni è stato fatto molto, anche grazie all’impegno dei viticoltori e di tutte le organizzazioni e gli enti coinvolti; peraltro, l’attuale presenza e diffusione della malattia e le esperienze maturate richiedono di classificare l’intero territorio delle province di Asti e Alessandria, buona parte del Cuneese e alcuni comuni delle province di Torino e Novara come “zone di insediamento” per la flavescenza dorata. Altre aree delle province di Cuneo, Torino, Novara, Biella e Vercelli sono considerate “zone focolaio”; le restanti superfici vitate sono “zone indenni particolarmente a rischio”. (si veda scheda allegata per le classificazioni di dettaglio). La nuova classificazione rappresenta un aggiornamento secondo quanto prevede la normativa e non implica in nessun modo una riduzione della vigilanza o degli interventi previsti, né inficia la validità delle misure sinora adottate. Sulla base di tali criteri, il piano 2008 prevede nelle zone “di insediamento” e “focolaio” due trattamenti insetticidi obbligatori all’anno contro l’insetto vettore (Scaphoideus titanus), con l’utilizzo esclusivamente di prodotti autorizzati e una puntuale registrazione dei trattamenti realizzati. Un solo trattamento annuale è possibile nelle zone “indenni a rischio”. Inoltre, è obbligatorio l’estirpo delle singole piante infette, laddove la presenza della flavescenza sia inferiore al 4% della superficie del vigneto; nel caso di vigneti abbandonati o inselvatichiti è obbligatorio l’estirpo dell’intero appezzamento e con incidenze di malattia superiori al 30% il Settore Fitosanitario può ingiungere l’estirpo totale del vigneto. I viticoltori che intendano procedere all’estirpo dei vigneti colpiti potranno accedere, previa comunicazione alle Province e relativi controlli, a misure finanziarie di sostegno previste dalla Legge 231/2005. Alcuni comuni hanno attivato o stanno attivando, anche con il contributo delle Amministrazioni provinciali, Progetti pilota specifici che saranno valorizzati dalle nuove disposizioni. In tali comuni l’estirpo delle piante infette è sempre obbligatorio. Sia per la diagnosi della patologia che per la verifica dei trattamenti e degli estirpi, il Settore Fitosanitario Regionale effettuerà controlli costanti, a campione, sull’intero territorio. Tutti i trattamenti insetticidi sulle viti dovranno riservare una particolare attenzione alla salvaguardia delle api e degli insetti pronubi, già colpiti da fenomeni di moria per i quali si sta lavorando all’accertamento delle cause. In particolare, gli interventi dovranno sempre essere condotti a fioritura terminata e ad allegagione avvenuta, in assenza di vento, ed eliminando eventuali fioriture spontanee sottostanti le viti. “Anche quest’anno la Regione dà il via a un articolato piano di intervento contro la flavescenza – spiega l’Assessore all’Agricoltura Mino Taricco – una patologia che purtroppo ha colpito la nostra Regione dalle fine degli anni ’90. Vorrei precisare che l’impegno profuso finora da viticoltori, organizzazioni di categoria, cantine sociali, e da tutti gli enti interessati è stato insostituibile e deve essere perseguito con la medesima attenzione. La riclassificazione delle zone a insediamento significa semplicemente prendere atto della situazione ma non implicherà in nessun modo un abbassamento della guardia e della vigilanza. E’ soprattutto fondamentale continuare a segnalare il fenomeno e a svolgere i trattamenti obbligatori, richiedendo laddove necessario il supporto dei tecnici. ” . |
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AGRICOLTURA IN CAMPANIA, ACCORDO REGIONE - INPS - INAIL PER LAVORATORI STAGIONALI DELLA VENDEMMIA |
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Su proposta dell’assessore all’Agricoltura e alle Attività produttive Andrea Cozzolino, la giunta regionale ha approvato all’unanimità le linee guida della convenzione tra Regione Campania, Inail e Inps per consentire l’avvio, su tutto il territorio regionale, della sperimentazione del lavoro occasionale per la campagna vendemmiale 2008. Con questo provvedimento la Regione mette a disposizione un fondo per garantire la copertura previdenziale e assicurativa a lavoratori saltuari, studenti e pensionati impegnati nella prossima vendemmia in Campania. Per accedere al servizio, i lavoratori dovranno iscriversi alle apposite liste di disponibilità utilizzando Internet, call-center, sportelli territoriali Inps e Inail, oppure, ove possibile, i Centri per l’Impiego. I datori di lavoro potranno utilizzare le liste di disponibilità, anche via internet, per selezionare i collaboratori. Per la retribuzione verrà utilizzato un sistema basato su “buoni di lavoro accessori” del valore di 10 euro, che garantirà a ciascun lavoratore la copertura assicurativa, l’accredito del contributo previdenziale presso l’Inps e, alla fine del periodo di impiego, il corrispettivo in denaro della somma predisposta. "La Campania - ha sottolineato il presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino - è tra le prime regioni in Italia a varare questo tipo di accordo che ci consente di introdurre, nella prossima vendemmia, un sistema innovativo per far emergere il lavoro nero e per garantire i lavoratori stagionali. “E´ un´esperienza che intendiamo estendere ad altri settori e ad altre categorie di lavoratori – ha proseguito Bassolino – per affermare sempre di più nella nostra Regione la cultura dei diritti e della legalità nel mondo del lavoro. " "Lavoriamo per aumentare le garanzie assicurative e le coperture previdenziali in un settore che tra settembre e ottobre impiega un numero crescente di lavoratori stagionali, offrendo un’importante fonte aggiuntiva di reddito a molti giovani e pensionati", ha dichiarato l’assessore regionale Andrea Cozzolino. Il nostro obiettivo è aumentare e rendere più trasparenti le possibilità di incontro tra domanda e offerta di lavoro, favorire l’emersione del lavoro nero e garantire più sicurezza e tutela per gli addetti”, ha concluso Cozzolino. . |
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TRENTO: DEFINITI I REQUISITI PER IL RICONOSCIMENTO DELLE ORGANIZZAZIONI DEI PRODUTTORI VITIVINICOLI ALMENO 100 SOCI E 25 MILIONI DI EURO IL VALORE MINIMO DELLA PRODUZIONE COMMERCIALIZZATA |
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Dopo aver provveduto, il 18 aprile scorso, ad approvare i requisiti per il riconoscimento delle organizzazioni dei produttori (Op) dei settori apistico, olivicolo, pataticolo, zootecnico, florovivaistico, itticolo e dei prodotti biologici ed erbe officinali, la Giunta provinciale ha provveduto il 6 giugno , su proposta dell’assessore all’agricoltura Tiziano Mellarini, ad approvare anche i requisiti per il riconoscimento delle Op del settore vitivinicolo. Accogliendo il parere della Federazione trentina della Cooperazione, la Giunta ha fissato il numero di 100 produttori e 25 milioni di euro di valore minimo della produzione commercializzata i limiti per il riconoscimento delle Op vitivinicole. . |
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XXXI° CONGRESSO MONDIALE DELLA VIGNA E DEL VINO |
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Enantio protagonista al Xxxi° Congresso mondiale della vigna e del vino in programma a Verona dal 16 al 20 giugno ed organizzato dal´Oiv, l´Organizzazione mondiale della vigna e del vino (con sede a Parigi), massimo organismo scientifico internazionale per il settore vitivinicolo. L´enantio, vitigno autoctono della Terradeiforti, punto di riferimento di un progetto di sviluppo territoriale e culturale del locale Consorzio di Tutela Vino, sarà servito nella cena di gala organizzata per i 400 delegati del Congresso, dalla Provincia di Verona, alla Gran Guardia nella serata del 16 giugno. "C´è grande soddisfazione - spiega Paolo Zanoni, vicepresidente del Consorzio di Tutela Vini Terradeiforti - nell´osservare come il nostro Enantio sarà uno dei vini principe di questa serata di gala internazionale. Doveroso é un ringraziamento alla Provincia di Verona, nella persona dell´assessore Dionisio Brunelli, per averci concesso questa straordinaria opportunità. Segno che il nostro vitigno autoctono costituisce ormai un punto di riferimento anche nell´autorevole panorama veronese della viticoltura, e quindi nazionale. Ulteriore riconoscimento agli sforzi profusi dai soci del Consorzio, dopo il riconoscimento della Doc Terradeiforti Valdadige". Il congresso dell´Oiv avrà come tema generale "il valore del territorio e l´innovazione tecnologica nella comunicazione al consumatore". Vi parteciperanno gli esperti scientifici e le delegazioni ufficiali di quarantadue Paesi membri, nonché i numerosi osservatori dell´Oiv e i rappresentanti della filiera vitivinicola nazionale ed internazionale, che avranno la possibilità di seguire le diverse sessioni congressuali e la sesta assemblea generale dell´Oiv. Sarà presente anche il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Luca Zaia. . |
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VITIVINICOLTURA: A MAGIONE ACCADEMIA DELLA VITE E DEL VINO PROPONE “VIA ITALIANA AL VINO” |
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Perugia - In un mondo del vino sempre più globalizzato, dove trionfa la semplificazione delle varietà, l’omogeneizzazione del gusto e dei prodotti ed un appiattimento verso il basso del consumo, esiste la possibilità di contrastare questa tendenza? La risposta è affermativa, e si chiama “la via italiana al vino”: una via, fondata sui vitigni italiani di qualità, fortemente legati ai territori come “espressione di tipicità”, e in grado di coinvolgere nel vino la storia, l’arte, la cultura e il paesaggio. È quanto è emerso da un convegno, svoltosi al Castello di Magione (Perugia), promosso dall’Accademia Italiana della Vite e del Vino, in collaborazione con il Sovrano Militare Ordine di Malta, la Facoltà di Agraria di Perugia e il Comune di Magione, sul tema “I vitigni autoctoni umbri: Sagrantino e Grechetti”: il primo – ha spiegato il presidente Antonio Calò – di una serie di incontri regionali, che l’Accademia ha promosso sui vitigni autoctoni italiani, che proseguiranno in Abruzzo, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia. Per opporsi alla omogeneizzazione del gusto ed alla crescente semplificazione delle varietà utilizzate, per un prodotto che nella mente e nel palato del consumatore si configura come sempre più uniforme ed indifferenziato, “si tratta – ha detto nella sua relazione introduttiva il professor Mario Fregoni dell’Università Cattolica di Piacenza - di andare alla ricerca in ogni regione del vitigno autoctono: un vitigno che, per definizione, dev’essere raro, localizzato e con una lunga storia alle spalle”. Ecco dunque – ha proseguito Fregoni – che in ciascuna regione vanno pazientemente ricercati i vitigni rari e antichi, distinti geneticamente e con “profili sensoriali originali”, provenienti da un “terroir” vocato e da un “territorio pulsante”: un territorio che si caratterizzi, cioè, per i suoi “valori culturali, artistici, umani ed organizzativi”, oltre che per uno specifico clima, terreno e “genius loci”. E non basta, perché, oltre a questo, il vitigno dev’essere trattato, in vigneto e in cantina, con tecniche particolari e specifiche, capaci di valorizzarlo; così come vanno curati quegli “abbinamenti” (in grado di esaltare la rarità e specificità territoriali del vitigno) con i “rituali di consumo” e la cucina locale. Il professor Fregoni ha insistito sulla “trasparenza”, che deve ispirare l’attività di comunicazione delle cantine, soprattutto per quanto riguarda le “mescolanze ed i tagli del vino (il 96 per cento dei vini Docg, Doc e Igt è composto di uvaggi, e solo il 4 per cento possiede il vino in purezza), che non vanno taciuti, per non prendere in giro il consumatore”. “I vitigni autoctoni – ha detto il professor Alberto Paliotti della Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia – possono spezzare l’attuale predominio dei vitigni internazionali, generando importante valore aggiunto”. “Anche in Umbria – ha ricordato Giuseppe Antonelli dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Umbria, facendo il punto sulla realtà e sulle potenzialità del patrimonio viticolo regionale - si lavora molto per la valorizzazione dei vitigni autoctoni”. Vitigni autoctoni, come “grechetti” e “sagrantino”, che in Umbria – ha sottolineato il professor Gianfranco Montedoro della Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia – sono fortemente caratterizzati, grazie a “contenuti polifenolici” (ciò che, in sostanza, dà corpo e personalità al vino, grazie a clima, terreno e tecniche colturali) “di gran lunga superiori rispetto allo scenario nazionale”. . |
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