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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 07 Ottobre 2008
SFRUTTARE AL MASSIMO I FINANZIAMENTI UE PER LA RICERCA SULLA SALUTE  
 
 Bruxelles, 7 ottobre 2008 - Il recente completamento della banca dati "Life Competence" rappresenta un ulteriore enorme passo in avanti per la condivisione della conoscenza e lo sfruttamento dei risultati delle attività di ricerca. Questo particolare progetto permette una consultazione pubblica e trasparente di tutti i 680 progetti finanziati dall´Ue appartenenti al programma "Scienze della vita e salute" del 6°Pq. Ciò non soltanto permette di individuare i finanziamenti e le competenze di università, ospedali e aziende coinvolti nella ricerca sulla salute in tutta Europa, ma aumenta anche la visibilità di tutti i partner di progetto, aprendo loro le porte per ulteriori partenariati. Complessivamente i progetti presentati rappresentano 2,4 miliardi di finanziamenti Ue. Grazie alla banca dati "Life Competence" sarà possibile avere, per la prima volta, un quadro generale dei finanziamenti Ue tra il 2003 e il 2006 per la ricerca sulla salute nell´ambito del Sesto programma quadro europeo per la ricerca. La banca dati permette una trasparenza senza precedenti per quanto riguarda i progetti finanziati dall´Ue e gli organismi coinvolti nei progetti. Secondo una statistica recentemente pubblicata da Eurobarometro, il 70% degli europei ha espresso interesse nella ricerca sulla salute. Questa banca dati li aiuterà quindi molto a soddisfare il loro interesse. L´aspetto più importante è forse il fatto che "Life Competence" contribuisce alla condivisione di competitività e conoscenza in Europa. Includendo tutti i progetti finanziati e i loro partecipanti, diventa un one-stop-shop per le aziende, le università e le Ong per scoprire cosa succede e chi è coinvolto. Se si è attratti da qualcosa in particolare, si può contattare chi è coinvolto. Questo si ricollega all´obiettivo dell´Ue di aumentare le opportunità di collegamento tra le università e i clinici con il mondo dell´industria, e soprattutto con le piccole e medie imprese (Pmi). Allo stato attuale, la maggior parte dei partner del programma sono universitari. Se la loro ricerca dovrà essere convertita in risultati commerciabili, allora si dovrà necessariamente coinvolgere l´industria. Questa banca dati tenta in qualche modo di raggiungere questo obiettivo. La banca dati "Life Competence" copre tutti i progetti riguardanti la ricerca sulla salute nell´ambito del 6°Pq. Circa 2,4 miliardi di euro sono stati stanziati per i progetti del 6°Pq dedicati alla salute e alle scienze della vita. Il budget è stato diviso tra una serie di campi di ricerca diversi, tra cui la cooperazione con paesi non europei. Quasi il 50% dei progetti e del budget era dedicato a campi di ricerca riguardanti malattie specifiche. Un totale di 123 progetti era completamente dedicato alla ricerca sul cancro, facendone il campo che ha ricevuto il maggiore sostegno. Statisticamente hanno costituito il 18% di tutti i progetti e il 22% del budget, il che si traduce in 539 milioni di euro. Altri campi di ricerca includono Aids/hiv, ricerca sulle staminali, diabete, diagnostica, vaccini e sviluppo farmacologico. La banca dati permette inoltre ai visitatori di vedere come i finanziamenti vengono assegnati e come vengono raggiunti gli obiettivi Ue sulla cooperazione internazionale. Nell´ambito del 6°Pq quasi il 6% dei partner proveniva dai 12 nuovi Stati membri, mentre un 7% apparteneva a stati associati all´Ue mediante accordi di cooperazione scientifica e tecnologica, che comprendevano il contributo al budget del programma quadro. Inoltre, il 5% dei partner dei progetti sulla salute proveniva da paesi extraeuropei e da stati associati. Essi appartenevano soprattutto a Cina, Russia, Usa e Sudafrica. La banca dati "Life Competence" è stata implementata da Avedas Ag (Germania), Karolinska Institutet (Svezia) e Europabio (Belgio). Il suo menu è facile da usare e il sistema di ricerca permette agli utenti di scegliere tra la ricerca generale di cooperazione internazionale, la ricerca tematica o la ricerca di un argomento specifico. Per ulteriori informazioni, visitare: Database Life Competence http://www. Lifecompetence. Eu 6°Pq Scienze della salute http://cordis. Europa. Eu/lifescihealth/ .  
   
   
CANCRO DEL SENO, L’ANALISI GENETICA PER INDIVIDUARE LE DONNE A RISCHIO DI RECIDIVA IL TEST DISPONIBILE ANCHE IN ITALIA È COSTOSO E NON RIMBORSATO DAL SSN, MA FACILITEREBBE LA DECISIONE DEL MEDICO PER SALVAGUARDARE LA QUALITÀ DI VITA DELLA PAZIENTE  
 
Milano, 7 ottobre 2008 - È la genomica la nuova frontiera per migliorare le capacità del medico di prescrivere i trattamenti più opportuni alle donne colpite da cancro alla mammella. “In pratica - spiega il dott. Luca Gianni direttore dell’Oncologia medica all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano - si fa una ‘mappa’ dei geni di un tumore. L’espressione di alcuni di questi geni favorisce la recidiva, cioè che la malattia si ripresenti. Se questi sono espressi, il medico potrà scegliere una terapia più aggressiva e mirata per la sua paziente. Oppure, un trattamento più leggero per quelle che non sono a rischio di recidiva, per salvaguardarne la qualità di vita. ” Questi test sono già disponibili in America e in Europa, seppur con lievi differenze, ma regolarmente eseguiti dai medici americani al punto da entrare a pieno diritto nelle linee guida di riferimento. In Italia non esistono ancora tali disposizioni, i test sono molto costosi e non rimborsabili dal Ssn e sono prescritti ancora molto raramente. Resta comunque il fatto che rappresentano un notevole passo avanti nella conoscenza della malattia e per la decisione della scelta terapeutica della paziente. Il seminario svoltosi il 3 ottobre all’Istituto dei tumori di via Venezian è l’ottavo organizzato dalla Fondazione Michelangelo e vede raccolte le personalità più rappresentative della genomica a livello mondiale. Interverrà un luminare della statistica e della biostatistica, il prof. Richard Simon del National Cancer Institute di Bethesda e i professori Soon Paik e Rene Bernards che hanno sviluppato due dei test disponibili in America e in Europa. Durante il seminario si discuterà, con i professori Lajos Pusztai e Antonio Wolff, sull’efficacia dei biomarcatori, oggi usati, nella caratterizzazione della malattia e dell’influenza che la genomica possa avere sulla scelta terapeutica. “È proprio questo aspetto che interessa a noi oncologi - prosegue il dott. Gianni - capire se una donna con diagnosi di cancro alla mammella e sottoposta a chirurgia per la prima volta possa avere un esito favorevole della malattia. I biomarcatori e i profili di espressione genica dei tumori possono aiutarci a fare cioè scelte meditate, più modulate alle reali esigenze della paziente. ” Il tumore al seno colpisce ogni anno circa 32 mila donne in Italia. Il tasso di mortalità negli ultimi 5 anni ha iniziato a decrescere. Secondo le statistiche nel 70% dei casi si ottiene la guarigione completa, mentre la cifra sale al 90% nel caso in cui si riesca ad avere una diagnosi precoce. Ogni anno il carcinoma mammario fa registrare nel mondo oltre un milione di nuovi casi con un’incidenza nei Paesi europei di una donna ogni 16. .  
   
   
PNEUMOLOGI, È ALLARME BPCO IN TUTTA EUROPA LA SALUTE DEI POLMONI IN ITALIA È TROPPO SOTTOVALUTATA A BERLINO IL 18° CONGRESSO CONTINENTALE DI MALATTIE RESPIRATORIE (ERS) CON OLTRE 20.000 DELEGATI  
 
 Berlino, 7 ottobre 2008 - Bronchite cronica e asma bronchiale colpiscono in Italia oltre 4 milioni di persone (il 6,4% della popolazione). Sensazione di ‘fiato corto’, difficoltà crescente a compiere sforzi anche minimi sono i campanelli d’allarme in particolare per la Bpco, responsabile di 18. 000 decessi l’anno nel nostro paese. Ma il dato più preoccupante è la non consapevolezza: un malato su due non sa di esserlo, e se il 30% degli asmatici non ha mai ricevuto una diagnosi, la situazione è ancora più grave per la bronchite cronica, non diagnosticata nel 50-75% dei casi. “Questa sottovalutazione - afferma il presidente dell’Ers Leonardo Fabbri, direttore della Clinica di malattie Respiratorie dell’Università di Modena e Reggio Emilia – sottolinea la necessità di affrontare meglio le tematiche delle malattie respiratorie, con identificazione dei fattori di rischio, studiando l’impatto sui nostri polmoni di fumo e inquinamento. Contro la Bpco (broncopneumopatia cronicostruttiva) abbiamo nuove armi per aumentare la qualità della vita dei malati, spesso gravemente limitata, ma non ancora per bloccare la progressione della malattia. Al congresso l’interesse dei 20. 000 pneumologi è stato catalizzato dalla presentazione dello studio clinico ‘Uplift’ condotto su 6. 000 pazienti in 37 paesi. La ricerca longitudinale ha preso in esame malati di Bpco ed enfisema per verificare l’evoluzione delle patologie respiratorie. I pazienti trattati per 4 anni con tiotropio, hanno evidenziato una migliore qualità di vita, una riduzione dei sintomi e delle riacutizzazioni, con una riduzione della mortalità, in particolare cardiovascolare del 16%” Sul banco degli imputati a Berlino ancora una volta il fumo di sigaretta. “ La prevenzione resta l’arma migliore per combattere i danni ai nostri polmoni – ha ribadito Leonardo Fabbri – e anche se la nostra legge antifumo è universalmente riconosciuta fra le migliori – come ha sottolineato ieri il sindaco di New York Michael Bloomberg intervenuto al nostro congresso – il lavoro è ancora lungo. Restano ancora circa 11 milioni di persone nel nostro Paese dipendenti dal tabacco”. Bloomberg ha ricevuto ieri sera il premio della European Lung Foundation (Elf), per il suo importante contributo sul fronte della salute pubblica. Il sindaco e miliardario americano ha infatti creato, in collaborazione con Bill Gates, un fondo di 500 milioni di dollari destinato a politiche di contrasto al fumo nei Paesi d´Asia, Africa e America Latina. Proprio queste nazioni in via di sviluppo sono infatti oggi i “bersagli” preferenziali delle multinazionali del tabacco che stanno esportando qui il loro mercato per “compensare le perdite di fumatori nell´America del Nord e in Europa Occidentale. Su you tube il video con il prof. Fabbri e il sindaco Bloomberg alla cerimonia inaugurale del Congresso alla porta di Brandeburgo. Bpco: Più di 600 milioni di persone nel mondo sono affette da Bpco; La prevalenza in Europa è stimata al 4-6%; Secondo l’Oms, la Bpco sarà la terza causa di morte nel 2020. La prevalenza in Italia è stimata al 4,5%; E’ Quarta causa di cronicità in Italia; In Italia si registrano circa 18. 000 decessi all’anno il 75% dei pazienti con Bpco non riceve una diagnosi. In Italia Si contano ogni anno circa 130. 000 Ricoveri ospedalieri con una degenza media di circa 10 gironi. In Italia le persone in ossigenoterapia indotta da Bpco sono circa 30. 000. Asma: Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, tra 100 e 150 milioni di persone nel mondo soffrono di asma e 180. 000 ne muoiono ogni anno. L’asma colpisce in Italia circa 3 milioni di persone ed è responsabile di più di mille decessi all’anno (dati anno 2000). Il costo medio annuo per paziente supera gli 800 Euro. La malattia è in aumento, anche a livello mondiale, soprattutto nei bambini e nei giovani. L’incidenza dell’asma infantile in Italia è del 9,5% nei bambini e del 10,4% negli adolescenti. La mortalità appare superiore nei maschi rispetto alle femmine. Allergie: Le malattie allergiche rappresentano la terza causa di malattia cronica nel nostro Paese (dopo osteoporosi/artrite e l´ipertensione) e riguardano circa il 20% della popolazione (oltre 10 milioni di persone) con un’incidenza sempre più preoccupante su giovani e bambini (Fonte: Istat) In Europa un cittadino su quattro è affetto da allergie, cioè circa 80 milioni di persone. Circa il 50% dei bambini con dermatite atopica nella prima infanzia e con entrambi i genitori affetti da malattie atopiche sviluppano l’asma all´età di 5 anni. Oltre il 40% dei pazienti affetti da allergie ai pollini (pollinosi) è positivo ad uno o più allergeni alimentari. Circa il 40% dei pazienti con rinite allergica presenta un´asma clinica. .  
   
   
UNO STUDIO FA RISALIRE LE ORIGINI DELL´HIV ALL´INIZIO DEL 20° SECOLO  
 
 Bruxelles, 7 ottobre 2008 - Un nuovo studio suggerisce che l´Hiv (virus dell´immunodeficienza umana) ha cominciato a diffondersi tra gli umani all´inizio del 20° secolo, sulla scia del rapido sviluppo di nuove città e di un concomitante aumento di comportamenti a rischio, nell´Africa coloniale centrale. La ricerca, condotta da scienziati provenienti da Europa, Africa, Stati Uniti e Australia, è stata pubblicata sulla più recente edizione della rivista Nature. L´hiv probabilmente si manifestò quando esseri umani, che vivevano nelle foreste dell´Africa centrale, macellarono carne di scimpanzé infettata con un virus affine chiamato Siv (virus dell´immunodeficienza della scimmia). Studi precedenti erano arrivati alla conclusione che l´Hiv avesse cominciato a circolare tra la popolazione umana negli anni ´30. Quest´ultimo studio rivela però che il virus avrebbe potuto cominciare a circolare a Léopoldville (l´attuale Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo) sin dagli anni 1880. In quel periodo, Léopoldville era la più grande città del Congo Belga. Prima dell´inizio del 20° secolo non c´erano grandi città nell´Africa centrale. Gli scienziati ipotizzano che l´espansione delle città coloniali come Léopoldville portarono ad un aumento dei comportamenti a rischio (come il sesso non protetto), alimentando efficacemente il diffondersi della malattia. Non è facile studiare la storia del virus dell´Hiv; ci sono pochi campioni conosciuti della malattia risalenti a prima degli anni 1980, quando l´Aids (Sindrome dell´immunodeficienza acquisita) fu ufficialmente definito. Nel tentativo di trovare campioni più antichi del virus, gli scienziati hanno cercato tra i campioni di tessuto archiviati nell´Africa centrale. La ricerca ha portato alla luce il secondo campione più antico del virus dell´Hiv scoperto fino a questo momento, nella forma di una biopsia di linfonodo prelevata da una donna a Kinshasa nel 1960. Gli scienziati hanno quindi comparato le sequenze genetiche del campione di questo virus con il più vecchio campione conosciuto di Hiv, trovato in un campione di sangue preso da un uomo a Kinshasa nel 1959, e altri campioni più recenti del virus. Il virus dell´Hiv muta con un andamento abbastanza stabile. Confrontando le differenze nel Dna dei vari campioni, gli scienziati sono stati in grado di calcolare quando l´Hiv si è manifestato per la prima volta. È interessante notare che i due campioni "antichi" di Kinshasa hanno mostrato di avere un gran numero di differenze, il che indica che il virus era già in circolazione a Kinshasa da diversi decenni prima del momento in cui sono stati prelevati questi campioni. "La nostra stima della divergenza temporale indica che questi virus si sono evoluti da un antenato comune che circolava tra la popolazione africana verso l´inizio del 20° secolo," hanno affermato gli scienziati. Dopo essere arrivato alla popolazione umana, il virus si è diffuso relativamente lentamente durante la prima metà del secolo ma già negli anni 1960 molte persone nella regione dell´Africa centrale erano state contagiate. Il virus ha quindi cominciato a diffondersi in tutto il mondo ed è stato infine identificato negli anni 1980. "I lavori precedenti sul sequenziamento dell´Hiv erano stati fatti su campioni congelati e ci sono soltanto un certo numero di questi campioni disponibili," ha spiegato il professor Michael Worobey dell´Università dell´Arizona negli Stati Uniti, aggiungendo che dopo i campioni di Kinshasa, i più vecchi campioni risalgono alla fine degli anni 1970 e all´inizio degli anni 1980. "Adesso, per la prima volta, siamo stati in grado di confrontare due ceppi relativamente antichi," ha aggiunto il professor Worobey. "Questo ci ha aiutato a calcolare quanto rapidamente si è evoluto il virus e a fare delle deduzioni veramente fondate su quando è passato agli esseri umani, quanto velocemente si è diffusa l´epidemia a partire da quel momento e quali fattori hanno permesso al virus di entrare e diventare un efficace agente patogeno umano. " Il fatto che l´antenato comune del virus dell´Hiv risale allo stesso periodo della costruzione delle prime città nella regione porta gli scienziati ad ipotizzare che "il sorgere delle città può aver favorito la proliferazione iniziale e la diffusione dell´Hiv-1. "Quindi, la fondazione e la crescita dei centri amministrativi e commerciali coloniali come Kinshasa possono aver fatto in modo che la regione diventasse l´epicentro della pandemia di Hiv/aids," hanno concluso. Il professor Worobey crede che le scoperte del suo team possano far sperare che la malattia sarà un giorno sconfitta. "Penso che il quadro che è emerso, e cioè che i cambiamenti cui la popolazione umana è andata incontro possano aver aperto le porte al contagio dell´Hiv, ci ricordi che possiamo adesso operare dei cambiamenti che ci aiutino a bloccare l´epidemia," ha commentato. "Se l´Hiv ha un punto debole, questo è costituito dal fatto che è un virus relativamente difficile da trasmettere. Da test e prevenzione più efficaci fino ad un più ampio uso di farmaci retrovirali, ci sono numerosi modi di ridurre la trasmissione e di spingere questo virus verso l´estinzione. I nostri risultati suggeriscono che ci sono motivi per essere ottimisti. " Nel frattempo, il team ha intenzione di scoprire se ci sono altri campioni del virus nascosti in altri campioni prelevati decine di anni fa e conservati negli archivi degli ospedali dell´Africa centrale. "Una visione più approfondita sulla storia evolutiva dell´Hiv-1, usando sequenze riprese dai primi casi in Africa, possono fornire importanti informazioni sulla patogenesi, la virulenza e l´evoluzione dei virus pandemici dell´Aids," hanno affermato. Per ulteriori informazioni, visitare: Nature: http://www. Nature. Com/nature National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid): http://www. Niaid. Nih. Gov/ .  
   
   
SANITA´ PENITENZIARIA, REGIONE LOMBARDIA ASSUME COMPETENZE  
 
Milano, 7 ottobre 2008 - Via libera da Regione Lombardia al provvedimento che determina il passaggio delle competenze delle funzioni sanitarie svolte nell´ambito degli Istituti Penitenziari per adulti e dei Centri penali per minori dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Regionale, così come previsto da un recente decreto del Consiglio dei Ministri approvato lo scorso 1 aprile 2008. "Con questa delibera avviamo le prime determinazioni in materia, consapevoli di gestire una complessa riforma - sottolinea Luciano Bresciani, assessore regionale alla Sanità - Vogliamo assicurare l´erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione ai detenuti integrando le risorse presenti negli Istituti Penitenziari e quelle delle Aziende Sanitarie". Dal 1 ottobre è infatti previsto il trasferimento del personale sanitario in servizio alla data del 15. 03. 2008 presso gli Istituti Penitenziari e il Centro di Giustizia Minorile alle Aziende Ospedaliere nel territorio di competenza. Le Aziende Ospedaliere interessate sono poi tenute a mantenere le convenzioni in atto, assicurando la continuità dei servizi sanitari in essere e l´assistenza farmaceutica. Infine, per monitorare l´attuazione della procedura, viene costituito un tavolo di lavoro tra Regione Lombardia, Provveditorato dell´Amministrazione Penitenziaria e Giustizia minorile al fine di definire gli aspetti organizzativi inerenti le attività sanitarie e gli interventi necessari al trattamento e alla sicurezza del detenuto, di competenza dell´Amministrazione Penitenziaria. "Coniughiamo efficienza e sicurezza: la necessità di garantire una piena validità dei servizi sanitari anche per chi è sottoposto a regime carcerario è non solo un obbligo di legge, ma anche una modalità per mantenere l´efficacia di tali strutture e dunque garantire la sicurezza alle nostre città - conclude Bresciani - L´impegno e la collaborazione messa in campo tra le diverse Istituzioni (Regione ed Amministrazione penitenziaria) in questa prima fase è sicuramente di buon auspicio per proseguire in una collaborazione sinergica e costante anche nei prossimi mesi". .  
   
   
ASSEMBLEA SULLA RICERCA SUI TRAPIANTI IN EUROPA  
 
Bruxelles, Belgio, 7 ottobre 2008 - Il 3 novembre si terrà a Bruxelles, in Belgio, un´assemblea su "Integrare la ricerca sui trapianti in Europa: prospettive per partenariati pubblico-privato". L´evento è organizzato dal progetto Trie ("Transplantation research integration across Europe"), che si concluderà nel febbraio del 2009. Esso fornirà una panoramica delle conclusioni del progetto e proverà ad avviare delle discussioni riguardo a concrete azioni future nella ricerca sui trapianti in Europa. Il consorzio Trie ha cominciato il suo lavoro all´inizio del 2007 con lo scopo di individuare opportunità e sfide nel campo della ricerca sui trapianti, concentrandosi su temi comuni sia ai trapianti di cellule che a quelli di organi. Lo scopo di questa analisi è quello di costituire la base per proposte riguardanti le azioni prioritarie da implementare allo scopo di incoraggiare l´integrazione delle attività di ricerca. Per ulteriori informazioni, visitare: http://www. Transplantation-research. Eu/ .  
   
   
CANI ADDESTRATI PER ASSISTERE DISABILI CON MELAMPO  
 
Firenze, 7 ottobre 2008 - Si chiama Melampo, è un progetto sperimentale innovativo per addestrare cani destinati a disabili con deficit motorio per aiutarli nelle normali operazioni di tutti i giorni. Melampo è stato ideato dalla Scuola Nazionale Cani Guida di Scandicci in collaborazione con l’Azienda Sanitaria 10 di Firenze ed è stato presentato il 3 ottobre al 2° Congresso Nazionale organizzato dalla S. I. Ria (Società Italiana Riabilitazione) che si è tenuto al Teatro La Pergola di Firenze. Il progetto durerà 24 mesi e si propone di creare i primi team operativi uomo/cane, fornendo ai diversamente abili con deficit motorio non solo l’animale formato ma anche la disponibilità a farlo partecipare attivamente alla sua formazione. Le abilità necessarie all’addestramento saranno acquisite tramite il metodo definito ´gentile´ che non prevede cioè l´impiego di metodi coercitivi nei conf! ronti degli animali, in linea con quello che viene attualmente! applica to nell’addestramento dei cani guida per non vedenti. I cani preparati saranno in grado di soddisfare alcune esigenze specifiche degli assegnatari: aprire e chiudere porte e sportelli, portare telefoni, accendere e spengere luci, portare il giornale e la spesa, raccogliere oggetti caduti a terra, caricare il cestello della lavatrice e soprattutto infondere fiducia nelle proprie capacità ai disabili che saranno in grado di sviluppare, attraverso l’apporto del cane, nuove abilità. Nella fase attuativa del progetto agli operatori della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi si aggiungeranno anche quelli del centro residenziale di riabilitazione Villa ´Il Sorriso´ che affiancheranno i disabili secondo un percorso calibrato sulle loro specifiche esigenze durante la formazione da parte del team di addestratori. La Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi con questo nuovo progetto, dopo l’addestramento di cani guida per non vedenti e lo svolg! imento di programmi di Pet-therapy, consolida il primato di Struttura all’avanguardia nel campo dell’addestramento di cani di utilità sociale. .  
   
   
INFEZIONE DA VIRUS WEST NILE, LA REGIONE EMILIA ROMAGNA HA ALLERTATO IL SISTEMA DI SORVEGLIANZA E ADOTTATO TUTTE LE MISURE DI PROFILASSI NECESSARIE. NESSUN PERICOLO DI CONTAGIO INTERUMANO  
 
 Bologna, 7 ottobre 2008 - La Regione Emilia-romagna, già lo scorso 16 settembre, a partire dalla notizia dei primi casi di infezione da virus West Nile in uccelli selvatici e in cavalli di allevamenti del ferrarese, ha allertato il sistema di sorveglianza veterinaria e umana, adottato tutte le misure di profilassi necessarie, fornendo specifiche disposizioni alle Aziende Usl, e costantemente informato - con la massima trasparenza - tutte le istituzioni coinvolte: dal ministero della Salute all’Istituto superiore di sanità, ai Comuni, agli organismi sanitari europei. “Non è stata invece data notizia alla cittadinanza del primo caso di infezione in una persona, citata dal Corriere di Bologna nell’edizione di oggi – ha spiegato Pierluigi Macini, responsabile del Servizio sanità pubblica della Regione Emilia-romagna – poiché per prassi, anche nel rispetto del diritto di privacy, la comunicazione pubblica è data in presenza di malattia infettiva contagiosa per la quale la informazione costituisce interesse pubblico. In questo caso, la malattia non richiede l’adozione di particolari precauzioni in quanto, come già specificato in una nota del 16 settembre scorso, il virus non si trasmette da persona a persona, né da cavallo a persona attraverso puntura di zanzara infetta. Il West Nile infatti viene trasmesso alla zanzara esclusivamente dagli uccelli selvatici. La zanzara infetta solo occasionalmente trasmette il virus all’uomo o al cavallo; questi ultimi, per il basso livello di virus nel sangue, non sono in grado a loro volta di infettare altre zanzare e tantomeno le persone. Non vi è perciò alcun pericolo di contagio interumano”. Il Piano straordinario di sorveglianza di West Nile Disease in Emilia-romagna Dopo le prime comunicazioni alle Aziende Usl e a tutte le istituzioni locali, nazionali e internazionali inviate al momento della verifica dei primi casi, il 23 settembre scorso è stato adottato uno specifico “Piano straordinario di sorveglianza di West Nile Disease in Emilia-romagna” che ha fornito tutti gli aggiornamenti sulla situazione e precise indicazioni sulle misure da disporre a livello territoriale riguardo a sorveglianza veterinaria, sorveglianza umana, lotta alle zanzare. La sorveglianza veterinaria riguarda equidi e volatili selvatici nelle zone potenzialmente coinvolte (la provincia di Ferrara e i territori delle province di Bologna, Ravenna e Modena, limitatamente alle zone situate a nord della Via Emilia). La sorveglianza umana riguarda in particolare i lavoratori impiegati nelle scuderie interessate da casi di infezione nei cavalli, e tutti i casi sospetti di encefalite o meningoencefalite virali osservati in ambito regionale. Il Centro regionale per le emergenze microbiologiche del Policlinico S. Orsola-malpighi (Crrem) assicura gli esami di laboratorio in stretto contatto con l’Istituto superiore di sanità. La lotta alle zanzare, oltre a quanto già messo in atto in questi mesi nell’ambito del Piano regionale per la lotta alla zanzara tigre e la prevenzione della Chikungunya e della Dengue, prevede interventi straordinari di disinfestazione e di sorveglianza entomologica (con cattura di esemplari di zanzara da sottoporre ad analisi per la ricerca del virus) nelle zone interessate. Le misure per la sicurezza del sangue donato A scopo precauzionale, sono state adottate misure anche riguardo alla raccolta di sangue: nelle zone coinvolte da casi di West Nile (province di Ferrara e Bologna) tutte le unità di sangue raccolte vengono analizzate per la ricerca del virus in modo da garantire la massima sicurezza del sangue da trasfondere. A tal fine il Centro regionale sangue ha fornito indicazioni ai Servizi trasfusionali. La situazione epidemiologica Allo stato attuale il territorio della provincia di Ferrara e parte del territorio della provincia di Bologna (Comuni di Malalbergo e Bentivoglio) sono interessati da casi confermati di infezione da virus West Nile in 13 cavalli: nel Comune di Medicina (Provincia di Bologna) si è registrato il primo caso umano di malattia confermato dal laboratorio dell’Istituto superiore di sanità di Roma (la signora ultraottantenne ricoverata all’ospedale di Imola per una meningoencefalite e attualmente in via di guarigione). Su tutto il territorio regionale è attiva una sorveglianza umana delle forme neurologiche da West Nile, mentre nel territorio della provincia di Ferrara e nelle province di Bologna, Ravenna e Modena, limitatamente alle zone situate a nord della Via Emilia, sono attivi sistemi di sorveglianza veterinaria. Quest’ultimo sistema di sorveglianza ha dimostrato anche la presenza di virus West Nile in 18corvidi (cornacchie e gazze) raccolte nella provincia di Ferrara. .  
   
   
SANITA´,VIA A NETWORK UNIVERSITARIO CON RHONE-ALPES  
 
Milano, 7 ottobre 2008 - Entra nel vivo la fase operativa dell´Accordo tra Regione Lombardia e la regione francese di Rhône-alpes in materia sanitaria. Il 2 ottobre si è tenuta a Milano una riunione tra l´assessore alla Sanità, Luciano Bresciani, e il suo omologo francese Thierry Philip, che ha fissato l´agenda di lavoro per i prossimi mesi: verterà principalmente sulla cooperazione transfrontaliera in ambito europeo e sulla collaborazione del sistema universitario lombardo con quello di Rhône-alpes. Su questo fronte, in particolare, la vice-preside della Facoltà di Medicina dell´Università degli Studi di Milano, Maria Luisa Tenchini, presente all´incontro, ha illustrato il "Quality network" delle ricerche clinico-traslazionali delle Facoltà mediche lombarde, con l´intento di creare un collegamento con l´analogo cluster delle università della regione francese. "Continua il percorso di collaborazione in ambito europeo tra sistemi sanitari ed universitari. Il significativo incontro odierno - sottolinea con soddisfazione Bresciani - ha ribadito quelle linee guida che porteranno alla definizione di una piattaforma programmatica per il continuo scambio di conoscenze ed esperienze tra Istituzioni, università ed imprese. Si tratta di alta tecnologia sanitaria che produrrà ricchezza e benessere". .  
   
   
BOLZANO: CORSO PER SMETTERE DI FUMARE “SMOKE FREE” (OTTOBRE – NOVEMBRE)  
 
Bolzano, 7 ottobre 2008 - Si svolgerà nei mesi di ottobre e novembre un corso in lingua italiana per smettere di fumare organizzato dal Servizio Pneumologico, in via Amba Alagi, 20, a Bolzano. In Italia, come in tutto il mondo occidentale, il fumo attivo è la principale causa evitabile di mortalità. Le patologie maggiormente chiamate in causa sono la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), il tumore al polmone e le malattie cardiovascolari. L’istituto superiore di Sanità ha presentato la prima carta del rischio respiratorio che serve a calcolare la probabilità di ammalarsi di Bpco nei 10 anni successivi. Questo ha lo scopo di fornire al medico ed al cittadino una stima quantitativa sia del rischio di sviluppare determinate patologie respiratorie in presenza di date condizioni, sia dei benefici derivanti da variazioni di uno o più componenti delle stesse. Il Servizio Pneumologico dell’Azienda Sanitaria di Bolzano, organizza nei mesi di ottobre e novembre un corso in lingua italiana per smettere di fumare rivolto ai fumatori che abbiano maturato la decisione di smettere e che non riuscendoci da soli, necessitano di un aiuto specialistico. Il programma del corso prevede 10 incontri serali, due volte alla settimana nelle seguenti date: 14, 17, 21, 24, 28 ottobre e 4, 7, 11, 18 e 25 novembre, sempre dalle ore 17,30 alle 19,00, presso il Servizio Pneumologico, in via Amba Alagi, 20 a Bolzano. Il ticket per poter prendere parte al corso costa 55,55 Euro. Per ulteriori informazioni gli interessati possono contattare il Centro Consulenze Fumatori, Via Amba Alagi, 20 a Bolzano, Tel. 0471-909615 / 909600; Lunedì – Venerdì dalle ore 8. 30-12. 00 e 14. 00-16. 00. .  
   
   
MILANO RICORDA L’ARTE DI GIUSEPPE MOTTI A CENT’ANNI DALLA NASCITA  
 
Milano, 7 ottobre 2008 - A Giuseppe Motti (Arena Po 1908 - Milano 1988) e alla sua arte, la Galleria Ponte Rosso di Milano dedica un importante e doveroso omaggio a cent’anni dalla nascita. Dal 16 ottobre al 2 novembre 2008, infatti, si terrà la mostra Giuseppe Motti. Il realismo e l’effusione lirica, curata da Stefano Fugazza (direttore della Galleria Ricci Oddi di Piacenza), che presenta trenta dipinti e una preziosa selezione di disegni e tempere in grado di illustrare il percorso creativo dell’artista dagli anni Quaranta agli anni Ottanta. Scrive Stefano Fugazza nella presentazione in catalogo: “Esistono due stagioni nella produzione di Motti, che corrispondono a due differenti momenti della cultura italiana: una stagione epica (personaggi come eroi di un epos popolare) e una stagione lirica (le intenzioni sono principalmente liriche, per quanto attiene la natura e i personaggi). La prima stagione coincide con la fase anche ottimistica del Neorealismo, quando intellettuali e artisti coltivavano l’illusione, non si sa quanto consapevole, di un possibile cambiamento della situazione politica e sociale, ma questa fase durò poco perché poi i cambiamenti della storia costrinsero a un ripiegamento. La seconda stagione coincide con uno sguardo che, perdendo un po’ di incisività e allontanandosi dunque dalle ragioni prime del suo agire, si costringe ad inventare soluzioni nuove: e dunque escogita una scrittura stenografica per rendere i personaggi, che sono poi i soliti, pescatori e barcaioli e mondine, ma poi soltanto - ed è un cambiamento significativo - solo figure o figure nelle luci. Il Po viene espresso con un fare sintetico, come evocazione cromatica, con qualche propensione per l’informale, quando il quadro si limita al puro paesaggio. (. ) Giuseppe Motti nasce ad Arena Po (Pv) nel 1908. A Milano frequenta i corsi all’Accademia di Brera. Motti si accosta al gruppo dei chiaristi, li frequenta, stringe rapporti di amicizia con Lilloni, ma presto la sua vocazione lo condurrà a percorrere altre strade. Il rapporto dell’artista con la sua terra e la sua gente non è soltanto di ordine sentimentale, è un pensiero costante che ha radici più profonde, è una realtà che fa parte della sua natura di uomo e di artista. Il suo compito è quello di rappresentarla con una immagine segnata dalla sua presenza e partecipazione. Sul finire degli anni di guerra Motti è impegnato nella “Resistenza” in Val d’Ossola. Dopo la fine del conflitto partecipa al movimento realista e ne diventa animatore, impegnandosi nella ricerca di una nuova espressività. La letteratura su Motti e la sua opera è vasta ed anche i riconoscimenti sono stati numerosi. Dagli anni settanta si sono susseguite alcune importanti mostre antologiche. Dalla Rotonda della Besana di Milano, al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, alla Casa del Mantegna di Mantova, a Jesolo, al Castello Mediceo di Melegnano, a Stradella, al Palazzo del Capitano del Popolo a Reggio Emilia, al Castello Estense di Ferrara, a Villa Litta di Gambolò e poi a Londra, Varsavia, Berlino, Parigi. Motti muore a Milano il 15 aprile 1988. Il decennale della scomparsa è stato ricordato con una mostra alla Galleria Ponte Rosso di Milano. Fra le mostre postume ricordiamo quelle al Museo Ricci Oddi di Piacenza e al Castello Mediceo di Melegnano. Sempre al Castello Mediceo, nel 2005, la mostra in occasione della donazione fatta dalla famiglia alla Città di Melegnano. .  
   
   
IN ATTESA DELL’APERTURA DI “CARLO CARDAZZO. UNA NUOVA VISIONE DELL’ARTE” LA COLLEZIONE PEGGY GUGGENHEIM PRESENTA UN CICLO DI LEZIONI PREPARATORIE ALLA MOSTRA.  
 
Venezia, 7 ottobre 2008 - In occasione delle celebrazioni dei 60 anni della Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, nel mese di ottobre, presso l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti (Campo S. Stefano, 2945), si terrà un ciclo di quattro lezioni preparatorie alla mostra Carlo Cardazzo. Una nuova visione dell’arte, a cura di Luca Massimo Barbero, che aprirà il 1 novembre presso la Collezione Peggy Guggenheim. Filo conduttore degli incontri sarà la poliedrica figura del veneziano Carlo Cardazzo, vulcanico e intraprendente collezionista, mecenate, gallerista, editore, amico e alter ego di Peggy Guggenheim, a cui il museo veneziano dedica per la prima volta una esposizione che racconta la sua straordinaria avventura di protagonista del mondo artistico nell’Italia degli anni ‘40 e ‘50. Gli incontri presso l’Istituto Veneto sono gratuiti, non richiedono prenotazione, e si svolgeranno alle 18 secondo il seguente calendario: 08/10/08: Luca Massimo Barbero (Curatore associato Collezione Peggy Guggenheim) Carlo Cardazzo. Una nuova visione dell’arte; 15/10/08: Toni Toniato (Storico dell’arte) Carlo Cardazzo e lo Spazialismo; 21/10/08: Manlio Brusatin (docente di Storia dell’Arte Contemporanea, Politecnico, Milano) Il padiglione del libro in fumo; 29/10/08: Alessandro Del Puppo (docente di Storia dell’Arte Contemporanea, Università di Udine) Riguardo Parigi. Alcuni punti (che non fanno una linea). .  
   
   
IN MOSTRA FINO A MARZO LE GRANDI OPERE DI POMODORO  
 
 Milano, 7 ottobre 2008 – Da sabato 4 ottobre, fino al 22 marzo 2009 la Fondazione Arnaldo Pomodoro propone la mostra "Arnaldo Pomodoro - Grandi Opere 1972-2008" curata da Bruno Corà. Un percorso con quindici sculture monumentali (di cui alcune inedite, come il Grande portale dedicato a Edipo e l´Ingresso nel labirinto) che dialogheranno idealmente con le cento immagini che compongono la mostra "Ugo Mulas fotografa Arnaldo Pomodoro" allestita negli spazi della Fondazione stessa. "La rassegna - ha detto il 3 ottobre l´assessore alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia, Massimo Zanello - testimonia certamente l´impegno costante profuso dalla Fondazione per la diffusione e la valorizzazione dei linguaggi artistici contemporanei: queste quindici sculture descrivono per tappe fondamentali lo straordinario percorso artistico di Arnaldo Pomodoro. Le opere del grande maestro sanno raccontare la complessità di un linguaggio in continua evoluzione, capace di trarre spunto anche dalle più antiche tradizioni culturali, reinterpretate però alla luce di esperienze artistiche più attuali". L´esposizione, che coinvolge anche spazi esterni per un suggestivo percorso cittadino, offre al pubblico una scelta rappresentativa delle opere monumentali realizzate dagli anni Settanta a oggi, in un itinerario che segue l´evoluzione dell´artista nel suo rapporto con le grandi dimensioni: dal "Cono Tronco" del 1972 e "The Pietrarubbia Group" del 1975-76, passando per "Giroscopio" del 1986-87 e "Le battaglie" del 1995, fino a "Punto dello spazio" del 2003 e "Cuneo con frecce" del 2006. L´elemento centrale della mostra è costituito da tre grandi opere inedite che rappresentano per Pomodoro un percorso di ricerca in sviluppo, componendo un ciclo in riferimento al mito e alla storia dell´uomo, con le relative valenze culturali di memoria e di racconto: "Grande portale" dedicato a Edipo, qui presente nella nuova versione in bronzo che misura 11,80 metri di altezza e 9,40 di larghezza, originariamente progettato per l´opera "Oedipus Rex" di Igor Stravinsky e di Jean Cocteau, messa in scena nella piazza del Duomo di Siena nel 1988; "Obelisco" in corten con inserimenti in bronzo alto 14 metri ideato ricordando gli obelischi dell´antico Egitto; "Ingresso nel labirinto", dedicato a Gilgamesh, eroe del primo grande testo poetico e allegorico sull´esperienza umana scritto nel 2000 a. C. , opera che rimanda al tema del viaggio e del labirinto come metafora della vita, e insieme vuole essere un omaggio alla scrittura e alla comunicazione. L´opera è collocata nella cavea del piccolo teatro della Fondazione dove resterà permanentemente. L´iniziativa consente di rendere fruibili al pubblico opere monumentali solitamente sparse nel mondo che per la prima volta sono ora riunite in un unico luogo, in un unico tempo: quello della Fondazione e dei suoi visitatori. A testimonianza del coinvolgimento di Arnaldo Pomodoro con quella che è la sua città di adozione, alla mostra è collegato un itinerario che unisce le sculture dell´artista collocate in luoghi pubblici a Milano. L´esposizione ha ricevuto contributo e patrocinio dell´assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia. .