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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 04 Novembre 2008 |
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CINTA SENESE E PECORINO, MA ANCHE ATTIVITÀ SOCIALI NELL´AZIENDA CONFISCATA ALLA MAFIA UNA FATTORIA DELLA LEGALITÀ NEL CUORE DELLA TOSCANA |
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Siena - È un´enorme azienda agricola, con centinaia di ettari destinati a produzioni pregiate o alle attività venatorie, numerose case coloniche, fabbricati, e poi immobili attrezzati per l´ospitalità agrituristica. Ma soprattutto è il più grande bene sequestrato alla mafia in tutto il centro e il nord Italia, uno straordinario patrimonio che, dopo la confisca definitiva nell´aprile 2007, ora può essere utilizzato e valorizzato a vantaggio di tutti i cittadini toscani. Si tratta dell´azienda agricola di Suvignano, nel cuore della campagna senese, un patrimonio che negli anni Ottanta aveva già destato l´attenzione del giudice Giovanni Falcone e che formalmente apparteneva a un costruttore siciliano che si dichiarava nullatenente. Ora la Regione Toscana, la Provincia di Siena e il Comune di Monteroni d´Arbia si candidano per l´assegnazio ne definitiva, con un progetto che punta a un importante sviluppo delle attività agricole di eccellenza, ma anche a importanti finalità sociali, tra cui spiccheranno, ovviamente, quelle imperniate sulla cultura della legalità. Di tutto questo si è parlato stamattina a Suvignano, nella conferenza stampa che è stata anche l´occasione per presentare ai giornalisti un´azienda che, una volta restituita alla legalità, ha straordinarie potenzialità di sviluppo e valorizzazione. «Questa azienda rappresenta la più eclatante dimostrazione della capacità della mafia di investire il suo denaro sporco e di mettere le mani su ogni realtà dell´economia e su ogni territorio – ha spiegato Federico Gelli, vicepresidente della Regione Toscana – Anche per questo è importante che le istituzioni abbiano deciso di assumersi pienamente la responsabilità di un patrimonio che deve essere restituito alla collettività. Con due finalità su tutte, dimostrare come può essere valorizzato un bene una volta che è sottratto alla criminalità organizzata e all´economia illegale; ma anche usare questa opportunità per alimentare una cultura della legalità sempre più attenta e incisiva. Suvignano dovrà essere un laboratorio di eccellenza per le nostre produzioni agricole di qualità, ma anche una vera e propria fattoria della legalità». «Un progetto di gestione – ha sottolineato Fabio Ceccherini, presidente della Provincia di Siena - dall’importante valore perché in grado di creare occupazione e reddito in un momento di forte recessione economica e, al contempo, di assicurare una programmazione attenta al tema della socialità grazie all’esperienza già attivata da tempo con l’Arci e le associazioni di volontariato del territorio. Con la nostra cand idatura e la nostra esperienza vogliamo uscire in maniera straordinaria da una pagina nera dettata dalla malavita nella nostra provincia» “Grazie a questa alleanza istituzionale intendiamo dare importanti prospettive a questa azienda per la quale, già agli inizi degli anni Novanta l’amministrazione comunale di Monteroni ha combattuto affinché nascesse un progetto di gestione nel segno della legalità – ha ricordato Jacopo Armini, sindaco di Monteroni d´Arbia - È nostra intenzione perseguire questi obiettivi diversificando e valorizzando le attività che prendono vita in questa azienda, da quella agricola a quella agrituristica passando dalla zootecnia e, ovviamente, da una forte caratterizzazione sociale” Alcuni dati sull´azienda di Suvignano - L´azienda di Suvignano si trova a 15 chilometri da Siena e si estende su 780 ettari. Dispone di 13 coloniche, di una vi lla padronale di grandissimo valore, di tre centri zootecnici, di una chiesa e di una casa canonica, di numerosissime altre strutture (fienili, magazzini, un´ex fornace). Tra le altre cose vanta un allevamento di 1. 800 ovini di razza sarda per la produzione del “Pecorino Toscano” e di un allevamento di circa 200 suini della pregiatissima razza della Cinta senese. Produce cereali, ha cinque ettari di oliveto e 260 ettari che fanno parte di un´azienda faunistica venatoria. Le due strutture agrituristiche dispongono di 38 posti letto e di piscine. Il progetto presentato da Regione, Provincia e Comune prevede, tra le altre cose, il mantenimento degli attuali rapporti convenzionali con l´Istituto Zootecnico Siciliano e con altri enti o istituti di sperimentazione; lo sviluppo delle attività agrituristiche; la reintroduzione dell´allevamento della razza chianina (e più in genere di razze in via d´estinzione) e la produzione del latte d´asina. Di particolare rilievo saranno anche le attività sociali, con l´utilizzo di una o più strutture poderali per l´accoglienza di minori disagiati e di donne maltrattate ma anche con la creazione di una vera e propria “Fattoria didattica della legalità” progettata assieme ad Arci e a Libera. . |
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NUOVO PIANO FORESTALE REGIONALE: L’UMBRIA APPROVA DOCUMENTO PRELIMINARE, VIA A PROCEDURA “VAS” |
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Perugia – La superficie ricoperta da boschi in Umbria “è sempre stata, negli ultimi ottanta anni, in progressivo aumento”. Su un’area territoriale di 845. 604 ettari, il coefficiente di boscosità, ossia il rapporto fra la superficie forestale e le superficie territoriale, ha raggiunto il 31,3 per cento, “valore registrato solo a metà del Xix secolo e dato sensibilmente superiore al valore medio nazionale del 22,5 per cento”. L’estensione del patrimonio forestale regionale è compresa tra i 243. 709 e i 301. 400 ettari, con una netta prevalenza dei boschi cedui. Sono alcuni dei dati che emergono dal Piano forestale regionale per il periodo 1998-2007 e richiamati nel documento preliminare del “Piano forestale regionale 2008-2017” che, su proposta dell’assessore alla Programmazione forestale e vicepresidente della Regione Carlo Liviantoni, è stato approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria. “Con il nuovo Piano Forestale – sottolinea Liviantoni – la Regione Umbria si propone di consolidare quanto è stato messo in atto con la prima programmazione decennale per rendere concreto l’obiettivo delle ‘foreste per la società’, in cui la tutela ambientale si coniuga al rafforzamento della competitività della filiera foresta-legno e al miglioramento delle condizioni economico-sociali delle realtà rurali, anche con azioni innovative in relazione alle funzioni ricreativa, economica ed ambientale dei boschi”. “Si prosegue lungo la strada avviata con il primo Piano Forestale - rileva ancora Liviantoni – che ha rappresentato un elemento di grande innovazione nel settore forestale nazionale. È stato, infatti, uno dei primi esempi di trasferimento a livello regionale della strategia comunitaria e dei principi e criteri della gestione sostenibile. Obiettivo dell’azione regionale è stato, soprattutto, quello di coinvolgere i proprietari forestali, pubblici o privati, o le imprese delegate, in un’attiva gestione del patrimonio forestale umbro, le cui potenzialità erano largamente sottoutilizzate. La scarsa valorizzazione economica delle risorse aveva fatto venir meno un interesse, in particolare da parte degli operatori privati, alla gestione delle proprietà, causando un progressivo abbandono e degrado, una diminuzione dell’offerta di quei servizi d’interesse pubblico, quali tutela idrogeologica, offerta di aree ricreative, miglioramento della qualità del paesaggio, che la tradizionale attività forestale consentiva di ottenere a costi sociali nulli”. Con l’approvazione del documento preliminare, si avvia l’iter che porterà alla formazione del nuovo Piano forestale regionale, che verrà predisposto con la collaborazione della Facoltà di Agraria dell’Università degli studi di Perugia. A questo riguardo, si è conclusa la fase preliminare relativa al processo di Valutazione ambientale strategica (“Vas”), che analizza gli impatti diretti e indiretti del Piano e prevede l’elaborazione di un rapporto ambientale”. Sono coinvolti nella predisposizione del Piano e nel procedimento della “Vas” la Regione (con i Servizi “Foreste ed economia montana” e “Rischio idrogeologico, cave e valutazioni ambientali) e gli altri soggetti competenti in materia ambientale (Arpa, Province e Comuni di Perugia e Terni, Anci, Comunità montane, Ente Parco dei Sibillini, enti per la gestione delle aree naturali protette, Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche agricole e forestali, Autorità di bacino del Tevere, associazioni di categoria degli agricoltori e delle ditte di utilizzazione boschiva, associazioni per la protezione dell’ambiente). Sono cinque le fasi previste per la redazione del secondo Piano forestale: analisi del contesto, individuazione delle strategie e dei fabbisogni, definizione degli obiettivi di gestione e individuazione delle azioni chiave, predisposizione degli strumenti di attuazione. Attualmente sono in corso di realizzazione le prime due fasi. Dall’analisi del contesto, tra l’altro, emerge che “le principali costituenti dei boschi della regione sono le latifoglie autoctone: i boschi misti mesoxerofili (querceti di roverella e orno-ostrieti) e le cerrete occupano oltre la metà del territorio boscato”. Una “povertà qualitativa” che si ripercuote sui prelievi di masse legnose: “il 97,6 per cento della produzione forestale regionale – si rileva nel documento preliminare del Piano - è costituito da legna da ardere. Le utilizzazioni forestali si concentrano nell’ambito della proprietà privata con produzioni a basso reddito e una distribuzione sul territorio molto polverizzata che causa difficoltà sia a livello della gestione sia di controllo”. In sintesi, analizzando i dati dell’Inventario Forestale Regionale (“Ifr”), “l’Umbria è una Regione povera di boschi ricchi e ricca di boschi poveri”. Con lo scopo di definire le opportunità di sviluppo del settore forestale, che derivano dalla valorizzazione dei punti di forza e dal contenimento dei punti di debolezza alla luce di opportunità e minacce, si stanno individuando strategie e fabbisogni. Predisposta la proposta di Piano, inizierà la fase di consultazione pubblica alla quale potranno partecipare tutti i cittadini. Il documento preliminare è stato pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Umbria n. 38 (Parti I e Ii) del 20 agosto scorso ed è disponibile “on line”, unitamente a tutta la documentazione inerente la procedura di Vas, sul portale della Regione Umbria, all’indirizzo www. Agriforeste. Regione. Umbria. It . |
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TARICCO INCONTRA IL MINISTRO DI CAPO VERDE RIBADITO L´IMPEGNO DELLA REGIONE PIEMONTE PER IL FUTURO |
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L’assessore regionale all’Agricoltura Mino Taricco, ha incontrato il 30 ottobre una delegazione di Capo Verde, guidata dal Ministro dell’Ambiente, Sviluppo rurale e Risorse marine, Josè Maria Veiga, da alcuni giorni in Piemonte dove ha partecipato anche al Salone del Gusto. Nei presìdi di Slow Food era presente il caprino di Bolona, una zona arida dell’isola più nord-occidentale dell’arcipelago di Capo Verde, dove alcune famiglie allevano capre locali e producono formaggio. L’assessore Taricco, nel rivolgere il saluto di benvenuto al Ministro Veiga, ha ribadito la volontà del Piemonte di consolidare i rapporti di collaborazione con Capo Verde. Sabato scorso, Regione e Slow Food avevano firmato, alla presenza del Ministro Veiga, il Protocollo per la Biodiversità, un progetto che pone in relazione soggetti pubblici e privati piemontesi- Comuni e Province, associazioni e istituzioni religiose, organizzazioni non governative, scuole e università, imprese - e partners africani. L’impegno della Regione si inserisce nel più ampio “Programma di sicurezza alimentare e lotta alla povertà in Sahel e in Africa occidentale”, avviato nel 1997 con il sostegno unanime della Giunta e del Consiglio regionale. Finora, la Regione ha investito 15 milioni per la realizzazione di oltre 380 progetti del valore complessivo di oltre 30 milioni. Sono stati coinvolti nel Programma regionale circa 800 soggetti piemontesi e oltre 400 partners africani. Gli interventi realizzati riguardano diversi settori - ambiente, risorse idriche, agricoltura, zootecnia, formazione, sviluppo locale, educazione alimentare e rafforzamento istituzionale - e mirano a garantire la sicurezza alimentare attraverso ricadute dirette sulla popolazione beneficiaria per migliorarne le condizioni di vita. All’incontro era presente anche Padre Ottavio Fasano, responsabile del Centro Missioni estere dei Frati Cappuccini. . |
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MUTUI, INTESA REGIONE-ABI CAMPANIA PER FAVORIRE CREDITO A IMPRESE AGRICOLE SUI FONDI EUROPEI. COZZOLINO: "IMPRESE - ISTITUZIONI - BANCHE ALLEANZA STRATEGICA PER LO SVILUPPO" |
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La Regione Campania e la Commissione regionale Abi Campania hanno sottoscritto un protocollo d´intesa per favorire l´accesso al credito degli imprenditori del settore agricolo e della pesca nell´ambito degli interventi del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 e del Programma Operativo Nazionale per la Pesca. Il documento è stato siglato dall´assessore regionale all´Agricoltura e alle Attività Produttive Andrea Cozzolino e dal presidente della Commissione Abi Campania, Luigi Gargiulo. Attraverso quest´intesa, la Regione e l´Abi si impegnano a promuovere convenzioni con gli istituti bancari per attivare procedure più snelle e semplificate per l´accesso al credito previsto dai finanziamenti Psr e Programma Operativo Nazionale per la Pesca. Nel dettaglio, le misure del Psr 2007-2013 su cui sarà possibile accedere al credito agevolato sono: "Insediamento di giovani agricoltori" con "Ammodernamento delle aziende agricole"; Ammodernamento delle aziende agricole; Accrescimento del valore economico delle foreste; Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali; Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e settore forestale; Infrastrutture connesse allo sviluppo e all´adeguamento dell´agricoltura e della silvicoltura"; Sostegno alle associazioni di produttori per attività di informazione e promozione riguardo ai prodotti che rientrano nei sistemi di qualità"; Imboschimento di terreni agricoli; Imboschimento delle superfici non agricole; Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi; Diversificazione in attività non agricole; Sostegno alla creazione e allo sviluppo di microimprese; Incentivazione di attività turistiche; Servizi essenziali alle persone che vivono nei territori rurali; Rinnovamento dei villaggi rurali; • Sviluppo tutela e riqualificazione del patrimonio rurale; Strategie di Sviluppo Locale; Cooperazione; Gestione dei gruppi di azione locali, acquisizione di competenze e animazione sul territorio. Le misure, invece, del Programma Operativo Nazionale per la Pesca su cui sarà possibile accedere al credito agevolato sono: Aiuti per investimenti a bordo e selettività; Aiuti pubblici alla piccola pesca costiera; Aiuti in materia di compensazione socio-economica; Investimenti produttivi nel settore dell´acquacoltura; Misure Idroambientali; Misure sanitarie; Misure veterinarie; Acque interne; Trasformazione e commercializzazione; Azioni collettive; Misure tese a preservare e sviluppare la flora e la fauna acquatiche; Porti, luoghi di sbarco e ripari di pesca; Sviluppo di nuovi mercati e campagne promozionali; Progetti pilota; Modifiche dei pescherecci per destinarli ad altre attività; Sviluppo sostenibile delle zone di pesca; Assistenza tecnica. Il protocollo d´intesa sarà seguito dalla stipula, da parte della Regione, di apposite convenzioni con i singoli istituti bancari con cui saranno disciplinate le procedure amministrative da seguire per l´attivazione dello strumento. "L´alleanza tra istituzioni, imprese e mondo bancario è fondamentale per far ripartire la crescita e lo sviluppo creando nuova e buona occupazione", dichiara l´assessore regionale all´Agricoltura e alle Attività Produttive Andrea Cozzolino. "In questo momento, abbiamo bisogno di liberare quante più risorse è possibile a favore del mondo dell´impresa e della produzione. L´accordo che abbiamo sottoscritto oggi va esattamente in questa direzione. Si rende più facile l´accesso al credito e si velocizzano le procedure bancarie per tanti operatori del mondo dell´agricoltura e della pesca che avranno a disposizione dalle prossime settimane oltre 800 milioni di risorse pubbliche attivate grazie al Psr e circa 90 milioni attivate grazie al Programma Operativo Nazionale per la Pesca. Ora dobbiamo continuare lavorare in sinergia col mondo bancario per chiudere nelle prossime settimane le convenzioni con i singoli istituti e rendere, in questo modo, subito operativo e fruibile questo importante strumento", conclude Cozzolino. "Credito e Agricoltura sono divenuti oggi un binomio inscindibile in un contesto sempre più attuale e stimolante che coinvolge due mondi un tempo apparentemente distanti per antica reciproca scarsa conoscenza", afferma il presidente della Commissione Abi Campania Luigi Gargiulo. "Con questo protocollo si vuole finalmente migliorare questo dialogo, dare un´inversione di tendenza ad un rapporto tra impresa agricola e sistema bancario in piena evoluzione, caratterizzato da un rinnovato interesse nei confronti del settore primario da parte del comparto creditizio. Da qui nasce l´idea di prevedere un Accordo che aiuti l´imprenditore agricolo nel dialogare con il sistema bancario per accedere a quelle risorse finanziarie necessarie per portare a completa realizzazione l´investimento agevolato dalle Misure del Psr Campania. Il protocollo prevede procedure snelle e semplificate, tempi certi di risposta nel portare a termine l´iter istruttorio delle richieste di finanziamento, condizioni chiare e trasparenti. Le banche italiane si sono fatte trovare ancora una volta pronte, al fianco delle Istituzioni, per dare il proprio contributo. La Commissione regionale Abi della Campania si impegnerà, quindi, a fare del suo meglio nella regione, prevedendo degli incontri a livello territoriale per dare un´informativa adeguata sui contenuti del Protocollo al fine di consentire un´ampia adesione", conclude Gargiulo. . . . |
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COMUNITÀ MONTANE, AL VIA LE PROCEDURE PER LA LORO RIDUZIONE DA 18 A 9. LA PROPOSTA DELLA REGIONE AL VAGLIO DEI COMUNI INTERESSATI CHE DOVRANNO ESPRIMERSI ENTRO IL 31 GENNAIO. |
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Bologna - Via libera alla revisione degli ambiti territoriali delle Comunità montane emiliano romagnole. La Giunta regionale – come previsto dalla legge 10 del 30 giugno 2008 su “Misure per il riordino territoriale, l´autoriforma dell´amministrazione e la razionalizzazione delle funzioni” – ha avanzato alle Comunità montane ed ai Comuni interessati una proposta di riordino delle Comunità stesse, che dalle attuali diciotto passeranno a nove. La proposta tiene conto delle caratteristiche territoriali, demografiche, socio-economiche complessive e dei preesistenti ambiti di cooperazione tra i Comuni. Questo per valorizzare il presidio dei territori montani e di esercizio associato delle funzioni comunali assimilando, tra l’altro, le Comunità montane alle Unioni dei Comuni. I Comuni appartenenti a Comunità montane disciolte possono aderire ad una altra Comunità montana o ad una Unione esistente (o al Nuovo Circondario imolese), ma anche costituire una nuova Unione di Comuni subentrante alla Comunità montana disciolta. L’ipotesi della Giunta regionale prevede: due Comunità montane nella Provincia di Piacenza, Valli del Nure e dell’Arda e Appennino Piacentino (erano tre); restano due nella Provincia di Parma; resta una nella Provincia di Reggio; una nella Provincia di Modena, il Frignano (erano tre); una nella Provincia di Bologna, Alta e media Valle del Reno (erano quattro, compresa quella della Valle del Santerno nell’imolese); nessuna nel ravennate (era una), due nella Provincia di Forlì-cesena, Appennino Cesenate e Appennino Forlivese (erano tre); nessuna in Provincia di Rimini (era una). Entro il 31 gennaio 2009 le Comunità montane ed i Comuni interessati dovranno esprimere il loro parere, mentre entro il 28 febbraio 2009 il presidente della Giunta regionale Vasco Errani adotterà i decreti di ridelimitazione, che entreranno in vigore solo dopo le prossime elezioni amministrative locali. I decreti fisseranno il termine per l’approvazione dei nuovi statuti e per la costituzione dei nuovi organi che dovrà avvenire entro il 30 giugno 2009. I Comuni appartenenti a Comunità montane disciolte che intendono aderire al Nuovo Circondario imolese o ad una unione esistente o costituire una nuova Unione di Comuni subentrante alla Comunità montana disciolta, dovranno deliberare gli atti costitutivi consentendo solo successivamente lo scioglimento della Comunità montana. . |
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VOUCHER PER IL LAVORO ACCESSORIO IN PIEMONTE POTRANNO ESSERE UTILIZZATI IN TUTTE LE CAMPAGNE DI RACCOLTA IN CAMPO AGRICOLO |
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Si potranno utilizzare in tutte le campagne di raccolta in campo agricolo i buoni o voucher già adottati con successo per la vendemmia a partire da quest’anno. Con la circolare Inps n. 94 del 27 ottobre, viene infatti esteso il provvedimento previsto dal Decreto legge 112/08, introdotto a partire dallo scorso luglio in via sperimentale nel settore vitivinicolo: il sistema dei buoni lavoro (voucher) è da oggi pienamente operativo con riferimento a tutte le attività agricole di carattere stagionale, effettuate da pensionati e da giovani con meno di 25 anni, iscritti a un ciclo di studi presso l’università o un istituto scolastico di ogni ordine e grado. L’utilizzo dei voucher avverrà con le stesse modalità già definite per la sperimentazione in occasione della vendemmia. Con la circolare citata, l’Inps introduce anche un nuovo carnet (buono ‘multiplo’, equivalente a 5 voucher) del valore lordo all’acquisto di 50 euro (valore netto per il lavoratore 37,50 euro). “Accogliamo con soddisfazione l’estensione dei buoni ad altre campagne di raccolta - afferma l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco – una richiesta che noi avevamo avanzato sin dai mesi scorsi. Ora, per valutare la concreta attuazione del nuovo provvedimento, occorrerà riunire intorno a un tavolo tutte le parti interessate, agricole e sindacali, per discuterne l’applicazione concreta. In generale, la sperimentazione dei voucher in vendemmia è andata bene con oltre 65. 000 buoni venduti in Piemonte, ma lo strumento, non a caso introdotto in forma sperimentale, va sicuramente affinato. Andranno valutati con attenzione ambiti e limiti di utilizzo: i voucher possono essere una risposta utile per il lavoro occasionale, ma non possono in ogni caso sostituire le forme tradizionali di contratto di lavoro in agricoltura. ” Tabella. I voucher venduti in Piemonte per la vendemmia 2008 (dati aggiornati 24 ottobre) . Province N. Voucher: Alessandria 21620; Asti 9000; Biella 91; Cuneo 30. 456; Novara 2132; Torino 1. 755; Vercelli 25; Vco 0; Totale Regionale 65. 079. . |
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FARMER’S MARKET, AGRICOLTURA: FINANZIATI 42 MERCATI CONTADINI IN SICILIA |
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Palermo – Al via in Sicilia 42 mercati contadini. E’ pronta la graduatoria relativa al bando pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione dell’11 aprile scorso. L’assessorato regionale all’Agricoltura ha stanziato 1 milione di euro che serviranno per l’allestimento degli stand mobili e delle attrezzature connesse. La creazione dei cosiddetti farmer’s market nasce dall’idea di promuovere la “filiera corta”, in risposta al caro prezzi. A beneficiare dei contributi saranno i Comuni, le associazioni o le unioni di Comuni che hanno partecipato alla manifestazione d’interesse superando le selezioni effettuate dall’assessorato. Tra i criteri che hanno influito nella graduatoria, il maggior peso è stato dato al cofinanziamento da parte delle amministrazioni locali; alla collocazione del mercato vicino a un bene monumentale o archeologico; alla disponibilità di parcheggi nella zona; all’eventuale partnariato con associazioni di categoria, Gal (Gruppi di azione locale), Slow Food. “Da un lato - spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via - garantiamo un margine di guadagno maggiore per i produttori e, dall’altro, la genuinità di frutta e verdura per i consumatori. In questo modo eliminiamo tutti i passaggi intermedi: l’agricoltore vende direttamente i propri prodotti al consumatore, con la possibilità di abbattere i prezzi di almeno il 30%. Siamo consapevoli che non si risolve il problema, ma è sicuramente un passo verso la soluzione”. Si tratta di un bando pilota, visto che nel nuovo Programma di sviluppo rurale 2007/2013 è prevista una misura specifica di finanziamento. L´obiettivo è quello di ripetere l’esperienza positiva di altri Paesi come Francia e Gran Bretagna, dove il fenomeno è in rapida espansione. Soprattutto negli Stati Uniti c’è stato un vero e proprio boom, con un aumento, negli ultimi dieci anni, del 53 per cento dei farmer’s market, che ormai sono oltre 4mila, 500 dei quali nella sola California. A garantire sulla qualità e sulla sicurezza alimentare, ma anche sui prezzi e sul fatto che a vendere saranno esclusivamente gli agricoltori, sarà l’assessorato. “Gli agricoltori che vorranno fare parte dei mercati - afferma il dirigente generale del Dipartimento interventi infrastrutturali dell’assessorato, Dario Cartabellotta - saranno obbligati all’accreditamento, una sorta di lasciapassare che verrà rilasciato solamente a tutti coloro che rispetteranno i requisiti previsti dal bando. Un obbligo che vuole essere testimonianza di sicurezza per i consumatori”. L’assessorato, infatti, non si limiterà al solo finanziamento, ma avrà un ruolo di coordinamento organizzativo e sanitario nei singoli mercati per quello che riguarda la selezione e il controllo delle aziende, ma anche dei prezzi. Prevista, per completare l’offerta, l’interscambiabilità delle aree e dei produttori. Per esempio, se un determinato prodotto non è presente in un mercato lo si potrà fare arrivare facendo trasferire i produttori. In ogni mercato, oltre alla presenza di un rappresentante dell’assessorato, è prevista anche una sorta di animazione, con degustazioni e punti di informazione per dare notizie utili ai consumatori. Questi i 42 beneficiari: Società consortile “Le cinque valli” (con sede a Vallelunga Pratameno, in provincia di Caltanissetta); Unione di Bovo Marina, Eraclea Minoa, Torre Salsa, Scala dei turchi, (con sede a Siculiana, in provincia di Agrigento); Consorzio “Valle dell’Ippari” (con sede a Vittoria, in provincia di Ragusa); Ribera (insieme a Calamonaci, Villafranca Sicula, Lucca Sicula e Burgio, in provincia di Agrigento); Unione “Feudo D’alì” (Raffadali, Sant’elisabetta, Ioppolo Giancaxio, Sant’angelo Muxaro, in provincia di Agrigento); Unione “Val d’Himera settentrionale” (Caltavuturo, Scillato e Sclafani Bagni, in provincia di Palermo); Unione “Valle del Sosio” (Bisacquino, Chiusa Sclafani, Giuliana, Palazzo Adriano e Prizzi, in provincia di Palermo); Montevago-terre Sicane (Montevago, Menfi, Sambuca di Sicilia e Santa Margherita del Belice, in provincia di Agrigento); Unione “Monreale Jetas” (Monreale, San Giuseppe Jato, Camporeale, e San Cipirello, in provincia di Palermo); Unione “Valle degli Iblei” (Buccheri, Buscemi, Canicattini Bagni, Cassaro, Ferla, Palazzolo Acreide, e Sortino, in provincia Siracusa); Unione dei Nebrodi (Capo d´Orlando, Sant’agata di Militello, San Fratello, Caronia, Torrenova e Santo Stefano di Camastra, in provincia di Messina); Unione “Valli Ioniche peloritane” (Mandanici, Roccalumera, Furci Siculo, Santa Teresa di Riva, Sant’alessio Siculo, Savoca, Alì Terme, Nizza di Sicilia, Itala, Scaletta Zanclea, Pagliara, Antillo, Roccafiorita, Limina, Forza D´agrò, Fiumedinisi, Alì e Casalvecchio Siculo, in provincia di Messina); Unione “Valle del Torto e dei feudi” (Roccapalumba, Alia, Castronovo di Sicilia, Lercara Friddi, Valledolmo e Vicari, in provincia di Palermo); Unione “Dall’eleutero a Rocca Busambra” (Marineo, Bolognetta, Godrano, Villafrati e Cefala Diana, in provincia di Palermo); Unione del corleonese (Corleone, Campofiorito e Contessa Entellina, in provincia di Palermo); Unione “Valle dei Nebrodi” (Galati Mamertino, Tortorici, Castell´umberto, San Marco d´Alunzio, Caprileone e San Salvatore di Fitalia, in provincia di Messina); E poi i Comune di: Leonforte (En); Ragusa; Palma di Montechiaro (Ag); Alcamo (Tp); Librizzi (Me); Sant’angelo di Brolo (Me); Cefalù (Pa); Agrigento; Lentini (Sr); Niscemi (Cl);siracusa; Agira (En); Sciacca (Ag); Castelvetrano (Tp); Barcellona Pozzo di Gotto (Me); Caltagirone (Ct); Sortino (Sr); Caltanissetta; Bivona (Ag); Mineo (Ct); Trapani; Palermo; Caccamo (Pa); Messina; Erice (Tp); Castelbuono. Le richieste pervenute sono state 52: sei Comuni (Giarre, Caronia, San Cipirello, Nicosia, Ciminna e Rosolini) sono stati esclusi perché la documentazione inviata era incompleta; tre (Castiglione di Sicilia, Francavilla di Sicilia e Milazzo) perché la domanda è arrivata fuori termine; uno (Alia) perché era già presente nell’Unione dei Comuni “Valle del Torto e dei feudi”. . |
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TRENTO: MUTUI AGEVOLATI ANCHE ALLE IMPRESE AGRICOLE PER FRONTEGGIARE LA CRISI FINANZIARIA |
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Novità in arrivo per il settore agricolo, al fine di contenere gli effetti della crisi economica mondiale. La Giunta provinciale lo scorso venerdì 31 ottobre ha varato uno specifico provvedimento che completa gli interventi collegati alla fase dell’emergenza dei mercati finanziari – rivolti sia alle famiglie che alle imprese - definendo entità, procedure e modalità degli interventi anche per la generalità delle aziende del comparto agricolo. Con la deliberazione 2886 la Giunta ha autorizzato l’assegnazione di un finanziamento di due milioni di euro a Cooperfidi, da utilizzare per la costituzione di un plafond di mutui a favore delle imprese del settore frutticolo e viticolo per fronteggiare i fabbisogni straordinari connessi all’emergenza del settore del credito. In particolare il plafond dei mutui consente alle imprese la trasformazione di passività a breve in mutui a medio-lungo termine (5-10 anni) che saranno assistiti dalla garanzia fino al 50% di Cooperfidi e beneficeranno inoltre della riduzione del tasso di interesse a carico del fondo provinciale pari a 2,5 punti percentuali. Analogamente a quanto previsto per la generalità delle imprese i mutui saranno concessi dalle banche aderenti alla convenzione con Cooperfidi ad un tasso pari all’euribor maggiorato di un punto percentuale. Sulla base degli attuali tassi i costi a carico delle imprese sono nell’ordine di circa il 3,3%. Ciò consentirà un forte contenimento degli oneri finanziari a carico delle imprese frutticole e viticole pari ad almeno il 50% dell’attuale indebitamento a breve. Il fondo riservato alle predette imprese è già operativo e le stesse possono fin da subito presentare domanda a Cooperfidi per ottenere i benefici connessi ai mutui agevolati. Il plafond dei mutui è riservato alle imprese agricole diverse da quelle del settore zootecnico in quanto per queste ultime è già operativo un fondo speciale autorizzato negli esercizi precedenti, che ha consentito importanti interventi per fronteggiare le ripetute crisi e avversità che in questi anni hanno colpito intensivamente il settore dell’allevamento. A seguito dell’integrazione disposta dal provvedimento in disamina il volume complessivo del plafond di mutui autorizzato dalla Giunta per fronteggiare la crisi finanziaria incrementa da 125 milioni di euro a 145 milioni di euro. . |
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AGRICOLTURA SARDA FONDI A SOSTEGNO DEI CONSORZI FIDI |
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Cagliari - La Regione ha stanziato un milione 435mila euro a sostegno delle attività dei Consorzi fidi operanti in agricoltura con sede in Sardegna, per la concessione di contributi da destinare esclusivamente a sostegno delle operazioni di credito poste in essere dai produttori agricoli, nel rispetto delle condizioni fissate dalle normative comunitarie. Un milione ha la destinazione vincolata per l´integrazione del Fondo rischi: per il 60% sarà ripartito in base a criteri di proporzionalità diretta basati sull´entità del Fondo di garanzia in essere, e per il 40% in base agli impieghi già effettuati a valere sul Fondo. I restanti 435mila euro invece sono i fondi destinati alla copertura delle spese di assistenza tecnico-finanziaria. "La legge regionale numero 4 del 2002 – sottolinea l’assessore regionale dell’Agricoltura, Francesco Foddis – concede contributi ai Consorzi fidi per la formazione e l´integrazione del fondo rischi destinato alla prestazione di garanzie per l´accesso al credito di imprese socie, e contributi agli stessi Consorzi per le attività di assistenza tecnico-finanziaria prestate alle imprese agricole socie e non associate. Attraverso la legge viene così rafforzato il potere contrattuale dei produttori nei confronti degli istituti di credito, in un momento tra l’altro caratterizzato da possibili restrizioni del credito per le note vicende finanziarie che stanno investendo l’economia mondiale". Le domande per l´ottenimento delle provvidenze previste dalla legge 4/2002 dovranno all´Assessorato dell’Agricoltura e Riforma agro-pastorale - Servizio Affari generali, legali, programmazione finanziaria, credito e agenzie (via Pessagno 4, Cagliari). . |
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BANDI DAL NUOVO PROGRAMMA UNGHERESE DI SVILUPPO RURALE |
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A partire dal 18 ottobre possono essere inoltrate le richieste di partecipazione al bando del Nuovo Programma Ungherese di Sviluppo Rurale (Úmvp), il cosidetto Asse 3 del Programma di Sviluppo Rurale. Tale programma prevede lo sviluppo delle micro imprese e dell’attivitá turistica, nonché lo sviluppo e il rinnovo delle aree rurali preservando il patrimonio culturale e naturale. Il finanziamento totale dei programmi ammonta a 140-150 miliardi di fiorini. I programmi devono essere realizzati secondo i criteri dettati dal cosidetto ”parametro-Leader”, che prevede la realizzazione dei diversi programmi basandosi su una cooperazione a livello locale. La somma elargita ammonta a 30-35 miliardi di fiorini e a fine anno supererá i 100 miliardi. Nel 2013 il totale delle risorse previste dall’Úmvp ammonterá a 1. 300 miliardi di fiorini. . |
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REGGIO EMILIA: PREZZO "A RIFERIMENTO " DEL LATTE INDUSTRIALE |
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Presso la Camera di Commercio di Reggio Emilia, in conformità a quanto previsto dal nuovo regolamento ed agli accordi interprofessionali, tra le Associazioni dei produttori assistiti dalle Organizzazioni professionali agricole da una parte, gli industriali ed artigiani trasformatori dall´altra, si è pervenuti alla determinazione - a valere per tutta la provincia di Reggio Emilia - del prezzo <> del latte ad uso industriale conferito ai caseifici nel periodo 1° gennaio-30 aprile 2007 - nella misura di: € 40,80 il q. Le, Iva compresa e franco stalla Il pagamento del latte sarà corrisposto: Pagamento entro 20 dicembre 2008 (data di pubblicazione 30 ottobre 2008) . |
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SARDEGNA: PRODOTTI TIPICI E DI QUALITÀ AIUTI PER PUBBLICIZZARE I PRODOTTI AGROALIMENTARI NEI PAESI TERZI |
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Cagliari - La Giunta regionale ha fissato il regime di aiuti per le campagne pubblicitarie dei prodotti agro-alimentari nei Paesi terzi. Con l’assenso dell’Unione Europea è possibile erogare gli aiuti sino all’80 per cento. All’agenzia Argea è stato demandato il compito di erogare gli aiuti, il cui finanziamento ammonta a un milione di euro. "Con la Finanziaria 2008 – spiega l’assessore regionale dell’Agricoltura, Francesco Foddis – la Regione ha adeguato la normativa ai nuovi orientamenti europei in materia di aiuti di Stato in agricoltura. Considerato che il Programma di sviluppo rurale 2007-2013 prevede azioni promozionali e pubblicitarie in ambito comunitario, per evitare sovrapposizioni gli interventi previsti in questo provvedimento sono rivolti esclusivamente ai Paesi terzi". Come previsto nel Regolamento comunitario, i prodotti che ricadono in questo regime di aiuti sono: - prodotti destinati al consumo diretto o alla trasformazione, per i quali esistono possibilità di esportazione o di sbocchi nuovi nei Paesi terzi, in particolare senza la concessione di restituzioni; - prodotti tipici o di qualità con un forte valore aggiunto; in modo specifico i prodotti agricoli che rientrano in sistemi comunitari di qualità alimentare istituiti dai Regolamenti per i prodotti Dop e Igp, per il metodo di produzione biologico dei prodotti agricoli e per i vini qualificati Vqprd (quest’ultimo riguarda le cosiddette "bevande spiritose"). Le attività pubblicitarie previste hanno l’obiettivo di indurre gli operatori economici o i consumatori ad acquistare i prodotti di qualità. In particolare attraverso mezzi di comunicazione diretta, quali stampa, televisione, cartelloni pubblicitari, organizzazione e partecipazione a vari eventi a scopo di promozione, come fiere, esposizioni e altre azioni di comunicazione diretta rivolte ad operatori economici e consumatori. Le campagne pubblicitarie non dovranno focalizzarsi sui prodotti di una o più imprese e dovranno rispettare le direttive comunitarie e le norme di etichettatura specifiche stabilite per determinati prodotti. I beneficiari del regime di aiuto sono le Organizzazioni di produttori, le Unioni di organizzazioni di produttori, le imprese agricole di trasformazione costituite in Consorzi di cooperative, i Consorzi di tutela a rilevanza nazionale di produzioni sarde. Sempre in materia di promozione delle produzioni agroalimentari sarde, la Giunta ha approvato un programma di aiuti che prevede azioni finalizzate all’organizzazione e alla partecipazione a collettive di aziende regionali del settore a manifestazioni fieristiche specializzate di livello nazionale e internazionale. "Gli aiuti – precisa l’assessore Foddis – per l’organizzazione e la partecipazione ai forum per lo scambio di conoscenze tra imprese, oppure a concorsi, mostre e fiere, sono erogati a favore delle Pmi sarde che trasformano e commercializzano i prodotti agricoli, in regime ´de minimis´, il quale non è applicabile alle Pmi specializzate nella sola produzione. Per queste aziende è previsto un intervento specifico per gli aiuti in esenzione". Il programma sarà curato dall’Assessorato dell’Agricoltura o, per suo conto, dall’Agenzia regionale Sardegna Promozione. Il provvedimento sarà operativo dopo l’approvazione della Commissione europea, e sarà valido sino al 31 dicembre 2013. Il finanziamento ammonta a 200mila euro l’anno. Il regime di aiuto prevede come ammissibili le spese di iscrizione, di trasporto e quelle per le pubblicazioni, l’affitto e l’allestimento degli stand, compresa la fornitura di servizi accessori, e i premi assegnati nell’ambito di concorsi fino ad un valore massimo per premio e per vincitore pari a 250 euro. Gli aiuti possono coprire il 100% delle spese ammissibili, sono erogati sotto forma di servizi agevolati e non comportano pagamenti diretti in denaro ai produttori. . |
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PISA - UN SEMINARIO SULL´ESPORTAZIONE DI OLIO E VINO NEGLI USA |
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Un seminario sull´esportazione di olio e vino negli Usa La Camera di Commercio di Pisa organizza per il prossimo 11 novembre un seminario dal titolo "L´esportazione di olio e vino negli Usa: requisiti per l´etichettatura, regime doganale e tariffario" Nel tempo i consumatori statunitensi hanno acquisito una maturità tale da far registrare non solo un incremento in termini quantitativi ma anche qualitativi dei prodotti agroalimentari. Diventano quindi elementi distintivi le qualità nutrizionali e salutari, la gustosità e varietà dei cibi. Comunicazione e conoscenza del prodotto giocano un ruolo importante per riaffermare l´identità dei prodotti italiani, qualitativamente e nel rapporto qualità-prezzo. Il disegn, l´etichetta, il packaging, il canale distributivo sono aspetti a cui prestare molta attenzione, per dare al cliente l´immagine di un prodotto esclusivo. Il seminario si propone di fornire al produttore locale che esporta negli Stati Uniti informazioni sul tipo di mercato, indicazioni specifiche sull´etichettatura ed i dazi doganali e tariffari. . |
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TARICCO AL MINISTRO ZAIA: SUBITO IL DECRETO PER L´AUMENTO DI QUOTE LATTE SOLO COSI´ SARA´ POSSIBILE ASSEGNARLE AI PRODUTTORI IN TEMPO UTILE
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L’assessore regionale piemontese Mino Taricco ha sollecitato al Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia, che ha promesso decisioni celeri, l’emanazione del decreto di riparto tra le Regioni italiane dell’aumento delle quote latte accordato all’Italia. Solo a seguito di tale decreto, le Regioni potranno a loro volta assegnare le quote ai singoli produttori, garantendo un nuovo sbocco produttivo al mercato lattiero-caseario. Il Regolamento comunitario 248/08 ha infatti disposto, per tutti i Paesi interessati, tra cui l’Italia, un aumento di quota pari al 2% del quantitativo nazionale, a decorrere dal 1 aprile 2008, ma la concreta assegnazione non potrà avvenire prima della campagna 2009/10 a causa dei tempi tecnici necessari e dei limiti imposti dalla legislazione nazionale. Occorre ora la tempestiva emanazione di un Decreto Ministeriale, sentito il parere della Conferenza Stato-regioni, che è lo strumento necessario per la ripartizione dell’aumento di quota tra le Regioni e, a seguire, alle aziende produttrici di latte. “Se il Decreto non viene attivato in tempi brevi - spiega l’assessore all’Agricoltura Mino Taricco – il rischio concreto è che non ci siano le condizioni operative indispensabili per assegnare le quote dalla prossima campagna di commercializzazione. La Regione, una volta ricevuta la propria ripartizione di quota, dovrà infatti mettere in campo una serie di procedure e di atti, che hanno tempi tecnici e burocratici. Per questo ho sollecitato il Ministro: uno schema di decreto è già stato concordato in apposite riunioni tra Ministero e Regioni e trasmesso sin da aprile alla Conferenza Stato-regioni. L’aumento di quota può dare fiato a un settore in difficoltà da tempo, ma occorre agire con rapidità e chiarezza. ” . . |
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LATTE, FERRAZZI: POSITIVO L´ACCORDO SUL PREZZO PIU´ STABILITA´ A TUTTO IL SETTORE PER AFFRONTARE SFIDE FUTURE |
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Milano - "Esprimo soddisfazione per questo accordo, che si muove nella direzione di una intesa lombarda concreta non solo per il comparto lattiero-caseario, ma per l´intero sistema agro-alimentare regionale. Ringrazio pertanto tutte le parti che hanno lavorato nell´interesse della filiera e di un equilibrio possibile per questo mercato". Luca Daniel Ferrazzi, assessore all´Agricoltura della Regione Lombardia, commenta così la notizia del raggiungimento dell´accordo per il prezzo del latte alla stalla tra il mondo degli allevatori, rappresentato dai livelli regionali di Confagricoltura, Coldiretti e Cia, con Italatte S. P. A. , la maggior industria del settore che rappresenta i marchi Galbani, Invernizzi e Cademartori, valevole a partire dal corrente mese di ottobre e sino al 30 aprile 2009. Nel contratto - secondo quanto riferito dalle parti interessate - il prezzo pattuito per latte intero, genuino, reso refrigerato alla stalla a 4 gradi centigradi nel rispetto delle norme igienico sanitarie, è di 0,40 euro al litro + Iva per il latte consegnato nel mese di ottobre, 0,39 euro al litro + Iva per le consegne dei mesi di novembre e dicembre e di 0,385 euro al litro + Iva per le consegne del periodo 1 gennaio 2009 - 30 aprile 2009. "Nella nostra regione - aggiunge Ferrazzi - il settore del latte coinvolge circa 6. 800 produttori primari, con una produzione annua stimata in oltre 4 miliardi di litri (40% del totale complessivo nazionale) per un valore di oltre 1,4 miliardi di euro. Il latte lombardo è di altissima qualità e di assoluta sicurezza alimentare: prova ne sia che il 50% viene destinato alla produzione dei formaggi Denominazione di Origine Protetta, fiore all´occhiello del nostro comparto agro-alimentare". "Auspico che questa intesa - conclude Ferrazzi - in un momento in cui la congiuntura economica complessiva, e quella in particolare del settore lattiero-caseario, è delicata, possa determinare una maggiore stabilità al comparto, affinché si possano affrontare con ragionevole serenità le scelte per il futuro, in vista anche della prossima riforma della Politica Agricola Comunitaria - Pac". . |
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PALERMO, PESCA: CARO GASOLIO, ALTRO CONTRIBUTO REGIONALE |
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La Commissione Bilancio ha esitato favorevolmente un nuovo provvedimento inserito nel disegno di legge regionale 194 che riguarda le misure urgenti destinate al sostegno del settore ittico per fronteggiare l´aumento del carburante. “Le imprese di pesca iscritte ai compartimenti marittimi siciliani – ha l’assessore alla pesca, Roberto Di Mauro – potranno beneficiare di un ulteriore contributo, a parziale copertura delle spese sostenute per il consumo di carburante, dal 2006 al 2008”. “Questo nuovo provvedimento – ha osservato – si aggiunge alla compensazione del fermo tecnico concesso per 30 giorni alle imbarcazioni siciliane, agli aiuti in favore degli armatori, a cui sarà assicurato un contributo per il pagamento degli oneri previdenziali e assistenziali degli imbarcati, e a copertura delle spese sostenute per il funzionamento e la manutenzione del blue box, la cui installazione è stata resa obbligatoria dai provvedimenti destinati alla sicurezza a bordo”. . . |
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CACCIA E PESCA RIPARTE IN SARDEGNA LA PESCA AI RICCI DI MARE |
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L’assessore regionale dell’Agricoltura, Francesco Foddis, ha firmato il decreto di autorizzazione per le attività di pesca del riccio da mare. La stagione di pesca è consentita dal 1° novembre 2008 al 13 aprile 2009. Considerato che gli studi svolti dal Dipartimento di Biologia animale dell’Università di Cagliari, dal Dipartimento di Botanica ed Ecologia vegetale dell’Università di Sassari e dall’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna rilevano condizioni di sofferenza per le popolazioni di ricci "Paracentrotus lividus" presenti lungo le coste della Sardegna, saranno rafforzate le azioni di sensibilizzazione degli operatori al rispetto della normativa e contestualmente intensificate le attività di controllo da parte degli organi preposti alla vigilanza. I siti analizzati presentano condizioni ambientali ottimali per il prelievo di "Paracentrotus lividus", e le popolazioni non mostrano alcuna contaminazione. Sono escluse dalla pesca dei ricci le aree portuali e le zone dove sono presenti fonti di contaminazione (foci dei fiumi, scarichi di altri corsi d’acqua, scarichi industriali e di fogne urbane). Il decreto prevede che l’accesso alla pesca di ricci è consentita: ai pescatori professionali marittimi, iscritti nel registro dei pescatori di professione; ai pescatori subacquei professionali in possesso dell’autorizzazione per la pesca subacquea professionale, in apnea o con l’uso di apparecchi ausiliari per la respirazione; ai pescatori sportivi, in apnea senza l’uso di apparecchi ausiliari per la respirazione o dall’imbarcazione. La raccolta può essere esercitata: dall’imbarcazione, anche con l’ausilio dello “specchio” o batiscopio mediante asta tradizionale (“cannuga”) e del coppo; mediante immersione, a mano o con l’ausilio di qualsiasi strumento corto atto a staccare il riccio dal substrato. È vietata la raccolta del riccio di mare mediante attrezzi trainati con imbarcazione o anche a mano con mezzi meccanici (strumenti in ferro), compresi i rastrelli. La taglia minima di cattura è di 50 millimetri esclusi gli aculei; ogni esemplare di taglia inferiore prelevato in qualsiasi circostanza, da qualunque tipologia di imbarcazione e da qualsiasi categoria autorizzata alla pesca, anche non appartenente a quella dei pescatori professionali di echinodermi, dovrà essere immediatamente restituito al mare; è vietata la detenzione e la commercializzazione di esemplari di taglia inferiore a quella prescritta nel presente articolo. Il pescatore professionista, accompagnato da un assistente a bordo dell’imbarcazione, può raccoglierne giornalmente 6 ceste equivalenti, per due unità lavorative, a tremila esemplari. Se il professionista non è accompagnato da un assistente, può raccogliere giornalmente tre ceste (1. 500 ricci). Il pescatore sportivo, per uso personale, può invece raccogliere - esclusivamente durante il periodo consentito dal calendario - un numero massimo di 50 ricci al giorno. Le prescrizioni contenute nel decreto firmato dall’assessore Foddis devono essere osservate anche all’interno delle Aree marine protette, delle aree Sic e delle Zps, nelle quali - in assenza dei rispettivi Piani di Gestione, preventivamente e debitamente comunicati all’Assessorato regionale dell’Ambiente - non è consentita, nemmeno a favore di pescatori non professionali, una regolamentazione della pesca dei ricci di mare in contrasto con le disposizioni regionali. I pescatori professionisti sono tenuti all’osservanza delle vigenti disposizioni di legge e amministrative in materia igienico-sanitaria sulla detenzione, la conservazione, la commercializzazione e la somministrazione al pubblico dei prodotti della pesca. . |
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CHIESTA L’ETICHETTATURA OBBLIGATORIA PER LA ZOOTECNIA |
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L’assessore piemontese Taricco ha inoltre proposto al Ministro l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria per le produzioni zootecniche, o per la materia prima commercializzata per la trasformazione, per garantire al consumatore un importante strumento di trasparenza nelle scelte di acquisto ed il Ministro ha assicurato, anche su questo tema, una decisione da parte del Consiglio dei Ministri nelle prossime settimane. “Nel corso di una recente e approfondita riflessione sulla situazione della nostra zootecnia da carne – afferma Taricco – abbiamo coinvolto tutte le filiere del settore ed è emerso con chiarezza un generalizzato stato di crisi. Una delle cause più rilevanti sta nelle fluttuazioni della domanda del consumatore, legate a preoccupazioni per le problematiche sanitarie e qualitative dei prodotti. La grande risonanza mediatica che hanno avuto i recenti casi di sofisticazioni hanno riportato di urgente attualità l’esigenza di conoscere la provenienza e le metodologie di lavorazione dei cibi che tutti consumiamo ogni giorno. L’etichettatura obbligatoria, sia per il prodotto confezionato che per quello al dettaglio, credo possa essere una buona risposta. ” . |
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AGROSUD, SUCCESSO A CREMONA, IN PREPARAZIONE LA IV MOSTRA NAZIONALE DELLA BUFALA MEDITERRANEA ITALIANA E LA II ASTA BUFALINA NAZIONALE |
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Agrosud, la Fiera dell’Agricoltura e Salone dell’industria lattiero casearia che si tiene a Napoli dal 20 a 22 febbraio 2009 nella cornice della Mostra d’Oltremare, avrà come tema centrale la zootecnia ed il comparto della trasformazione lattiero casearia. Al momento Zootechmed ed Il salone dell’Industria Lattiero Casearia hanno già superato i 120 espositori, tra i quali figurano le più importanti aziende nazionali ed internazionali operanti in Italia nei rispetti vi comparti di riferimento. Le delegazioni del Nord Africa pronte a sbarcare ad Agrosud sono tre: composte da 50 operatori provenienti da Marocco ed Egitto, pronti a prendere contatti commerciali con le aziende proprio ad Agrosud 2009. Di recente Zootechmed, il settore espositivo di Agrosud 2009 dedicato al mondo dell’allevamento, è stato presentato alla Fiera del Bovino da latte di Cremona: ”A Cremona Agrosud ha riscosso un notevole successo – sottolineano alla Mar. Sa. L’azienda organizzatrice dell’evento – e sono sempre di più gli operatori che vedono in Napoli il punto di riferimento per il rilancio della zootecnia meridionale, in una fase che vede la ripresa delle trattative con la Ue per l’aumento delle quote latte all’Italia. ” L’elemento di specificità che Agrosud intende sottolineare è quello di una via mediterranea alla zootecnia ed alla trasformazione del latte. “Il lavoro di preparazione della seconda Asta Bufalina Nazionale e della Iv Mostra Nazionale della Bufala Mediterranea Italiana, da noi fortemente voluta, è già iniziato, e lo abbiamo affidato all’Associazione nazionale allevatori bufalini – spiega Salvatore Bonavita, organizzatore di Agrosud, che aggiunge - è un segnale che offriamo a tutto il settore primario, perché Agrosud vuole essere un momento di confronto reale tra tutti gli operatori, finalizzato alla crescita culturale ed all’innovazione, elementi che, specie in un momento di crisi e di trasformazione, necessitano di una notevole spinta, assolutamente indispensabile per guardare in prospettiva oltre il momento contingente. ” Agrosud, in occasione della prima asta bufalina nazionale, tenutasi al foro boario di Eboli a fine settembre 2008, ha dato un contribuito economico alla riuscita dell’asta. . |
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AFFIDABILITA’, INTEGRAZIONE, INNOVAZIONE, INTERNAZIONALIZZAZIONE: COSI’ LEGACOOP AGROALIMENTARE AFFRONTA LE SFIDE DEL MERCATO |
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Bologna – 243 cooperative aderenti, 72. 000 soci, 4,8 miliardi di euro di fatturato e un numero di occupati, fissi e stagionali, che supera le 13. 000 unità: sono questi i numeri principali della presenza di Legacoop Agroalimentare in Emilia Romagna, illustrati dal Presidente Giovanni Luppi nel corso dell’Assemblea Regionale dei Delegati tenutasi il 31 ottobre a Bologna. Presenti tutti i vertici della cooperazione agroalimentare regionale: Granlatte-granarolo, Granterre, Unibon-grandi Salumifici Italiani, Italcarni, Apofruit, Cantine Riunite & Civ, Fruttagel, Terremerse, Cevico, Progeo…. “La nostra presenza imprenditoriale sul territorio è straordinariamente ricca – ha illustrato nella sua relazione Giovanni Luppi - copre quasi tutte le filiere agroalimentari e annovera un aggregato molto vario in termini di dimensioni, attività sviluppate e servizi forniti al settore primario: dalle grandi cooperative di trasformazione con marchi che si posizionano fra i principali del mercato - come Granterre, Unipeg , Granarolo, Grandi Salumifici Italiani, Italcarni ecc. - alle molte cooperative di base, cooperative di conduzione, caseifici, stalle sociali, cantine sociali, cooperative di servizio all’agricoltura, forestali, di commercializzazione. Per questa tornata congressuale abbiamo coniato lo slogan “affidabilità competitiva” perché è questa, a nostro avviso, la strada che la cooperazione deve intraprendere di fronte alla crisi globale : oggi l’economia ha bisogno di recuperare proprio quelli che sono i valori fondanti dell’impresa cooperativa, che si pone come un’impresa affidabile e trasparente nella sua gestione, affidabile nella destinazione della ricchezza prodotta, affidabile nell’innervare processi di coesione sociale. Ma questa affidabilità – ha proseguito Luppi – deve anche essere competitiva, se vogliamo crescere sul mercato e contribuire in modo determinante, come crediamo di poter fare, al rilancio del comparto agroalimentare nazionale. E se vogliamo essere competitivi dobbiamo deve compiere due passi fondamentali: avviare processi di integrazione aziendale e di aggregazione, e recuperare efficienza nei cicli produttivi e nella funzione commerciale. In entrambi i casi l’obiettivo che ci dobbiamo prefiggere è liberare risorse per investire in innovazione, internazionalizzazione , diversificazione. ” “La crisi attuale – ha convenuto l’Assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, intervenuto all’incontro – impone scelte nuove, e anche coraggiose. E’ indispensabile lavorare per superare la frammentazione tipica dell’agricoltura regionale e nazionale; per fare crescere il modello cooperativo e per favorire l’unitarietà del mondo cooperativo. I consumi sono drammaticamente in calo, i margini in compressione. La nostra attuale situazione di mercato vede il crollo della domanda interna e una ridotta capacità di competere sui mercati internazionali, che costituirebbero invece uno sbocco con potenzialità straordinarie per i nostri prodotti: fuori Europa i consumi alimentari continuano a crescere, e anche i nostri più recenti dati sull’export ci segnalano una crescita a doppia cifra. Per la Regione, nel settore agricolo sono queste le scelte prioritarie: crescere in internazionalizzazione - il che significa però assumere dimensioni commerciali di respiro nazionale e internazionale, anche con il sostegno delle Istituzioni-, crescere in qualità, affidabilità, originalità dei nostri prodotti e diversificazione dell’offerta e dei canali; modernizzare le nostre filiere, per ridurre i costi aumentando l’efficienza, e per ridare centralità al mondo agricolo. La crisi del Parmigiano-reggiano, per richiamare una delle criticità all’ordine del giorno, trae origine da un’eccessiva frammentazione della filiera, che – in questi termini - non regge più sul mercato, e sconta un totale squilibrio fra costi e ricavi : è indispensabile dare vita a grandi Organizzazione di Prodotto, spostando una maggiore gestione del prodotto sui caseifici. E servono strutture consortili per l’export. ” Un tema, quello del Parmigiano-reggiano, su cui è intervenuto anche Eros Valenti, Presidente di Granterre “ Valutiamo positivamente la discussione avviata in merito ai provvedimenti anti-crisi, e concordiamo sul fatto che è indispensabile muoversi nel senso di una riduzione dei costi di filiera, di una maggiore innovazione e valorizzazione della qualità del prodotto, di un’educazione all’aggregazione e alle alleanze, e di un maggiore sostegno alle esportazioni. Stiamo traendo grande beneficio anche dal consolidamento dei rapporti con le altre Dop (Grana Padano, Prosciutto di Parma, Prosciutto di Modena): è un’ottima strada per una più efficace rappresentatività ministeriale, e per la creazione di sistemi di controllo e confronto comuni . ” Sulla necessità di un cambio di passo e, in certi casi, anche di un cambio di direzione si è trovato d’accordo anche Paolo Cattabiani, presidente di Legacoop Emilia Romagna: “Dopo 30 anni di grande crescita delle realtà cooperative, alcune delle quali hanno raggiunto posizioni di vertice, adesso la cooperazione soffre, come tutti, la recessione globale in corso. Per questo è urgente mettere in pratica azioni e idee nuove per esprimere un valore migliore nella relazione con la società, il mercato, i consumatori. L’utilità distintiva della cooperazione può rappresentare un formidabile vantaggio competitivo, se adeguatamente valorizzata. E’ indispensabile però un intenso lavoro di razionalizzazione, integrazione e concentrazione del settore agroalimentare cooperativo, a tutt’oggi scarsamente praticato. Non possiamo nascondercelo: in alcuni settori, più di altri, nel medio-lungo periodo sarà molto difficile stare da soli sul mercato. ” Su come uscire dalla attuale recessione globale è intervenuto anche Ildo Cigarini, Presidente di Unipeg: “Siamo di fronte ad una crisi generale e strutturale – ha dichiarato – che va ben oltre l’instabilità del momento, e che colpisce il mercato, le famiglie, le imprese, la società. Il primo passo per uscirne è mettere al centro della politica economica nazionale l’economia reale, partendo dal problema della disuguaglianza dei redditi per poi arrivare a politiche pubbliche concrete di rilancio dei consumi e di crescita economica del paese. Questa crisi ci riconsegnerà, alla fine, un mercato cambiato, con un rapporto Stato-mercato ridisegnato, con una riaffermazione del concetto di equità sociale, con nuove regole, con una finanza nuovamente “mezzo” e non “fine”. Per questo, la cooperazione oggi più che mai è parte in causa: perché grazie al suo sistema di valori fondanti, e alla capacità imprenditoriale, è in grado di dare risposte concrete a questa crisi. Risposte economiche, valoriali, etiche. L’affidabilità della cooperazione è sì “competitiva”, ma è anche “sociale”: tuteliamo i soci, tuteliamo i consumatori, esaltiamo la qualità nel nostro modo di produrre, difendiamo la sicurezza alimentare. Questi sono, e devono rimanere, i valori distintivi del nostro stare sul mercato. ” E sulle perduranti difficoltà della filiera zootecnica, Cigarini ha ribadito: “la crisi che tutto il mercato globale sta attraversando produrrà selezione, premiando chi investe in integrazione, innovazione, internazionalizzazione. Ed è quello che dovrà fare anche la nostra zootecnia: per uscire da una situazione di grande difficoltà che si trascina ormai da anni sarà indispensabile ricorrere ad accorpamenti, ad una filiera più corta, ad una diversificazione del portafoglio prodotti. ” Fondamentale, per il bene dell’intero agroalimentare italiano, sarà anche la ricostruzione di intese fra la produzione agroalimentare e la Distribuzione, sulla base di nuovi interessi comuni: “Dobbiamo rendere il rapporto agricoltura-trasformazione-distribuzione più efficiente, meno costoso, più trasparente – ha dichiarato Luciano Sita, Presidente Legacoop Agroalimentare a conclusione dell’incontro -. Dobbiamo porci come interlocutore virtuoso e di valore del mondo della Distribuzione cooperativa, per dare valore aggiunto al rapporto con il consumatore. E proporre insieme progetti su cui le Istituzioni possano investire risorse . Con credibilità. ” . |
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CROTONE: PRESENTATO IL VADEMECUM PER L’ETICHETTATURA DEI PRODOTTI |
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Si è svolto il 30 ottobre , presso la sede camerale, un incontro finalizzato alla presentazione del vademecum per l’etichettatura dei prodotti alimentari realizzato dalla Camera di Commercio in collaborazione con Dintec, agenzia del sistema camerale specializzata nella diffusione dell’innovazione e della normativa tecnica. L’iniziativa è la naturale prosecuzione del progetto sulla competitività nel settore agroalimentare avviato dall’Ente camerale nel 2006 e costituisce il completamento di un percorso che ha già affrontato i temi della sicurezza alimentare e della rintracciabilità. L’incontro è stato aperto dal saluto del presidente dell’Ente Fortunato Roberto Salerno: “In conseguenza del rinnovato quadro legislativo in materia di sicurezza, rintracciabilità ed etichettatura che ha interessato negli ultimi anni il settore dell’agroalimentare, la Camera di Commercio ha ritenuto e ritiene doveroso fornire un supporto tecnico-operativo nella corretta applicazione della nuova normativa, anche in virtù dei recenti controlli che il Ministero sta effettuando presso le aziende del territorio e che porteranno ad eventuali sanzioni per chi non verrà trovato in regola – sono le parole del presidente - Il ruolo istituzionale dell’Ente camerale impone di fornire servizi alle imprese per favorire la loro competitività. Già la precedente presidenza, che ringrazio, da diversi anni ha voluto investire per migliorare la produttività e la qualità dei prodotti delle imprese dell’agroalimentare, uno dei settori strategici della nostra economia. Noi intendiamo proseguire in questa direzione, fornendo la migliore assistenza alle nostre imprese”. Il Vademecum è stato presentato da Antonio Romeo, esperto di Dintec. L’esposizione è stata resa ancora più interessante, grazie ai qualificati contributi di quegli imprenditori che hanno saputo cogliere questa opportunità di crescita. . . . |
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BASILICATA: SPESA AGRICOLA, SEMINARIO DELLA CIA A BRUXELLES |
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Il “caso Basilicata”, riferito ai risultati della spesa comunitaria in agricoltura nel periodo 2000-2006 e ai nuovi programmi di spesa previsti dal Psr 2007-2013, è al centro di un seminario di studi che è cominciato il 3 nvoembre a Bruxelles, e si concluderà il 4, per iniziativa della Cia sul tema “la spesa regionale e lo sviluppo dell’agricoltura”, al quale partecipa una delegazione della Cia lucana guidata dal Presidente Donato Distefano. Il “caso” che la Cia ha voluto presentare a Bruxelles – ha spiegato il presidente Distefano – parte dalla nostra esperienza originale che chiama in causa la triade che accompagna la nuova Pac: sicurezza alimentare; rispetto dell’ambiente; uso razionale delle risorse naturali. Tale impostazione coerentemente con gli indirizzi e le decisioni Ue, in particolare sul versante dello sviluppo rurale, se ben interpretate e gestite rappresentano per la nostra agricoltura una grande opportunità, attraverso un nuovo modo di fare impresa in agricoltura in coerenza con la Pac dell’Ue, imperniata sulla sostenibilità ambientale, la sicurezza alimentare, la tutela dei consumatori, la coesione sociale/territoriale. Secondo la nostra visione, per poter avviare questa operazione – ha detto Distefano - è indispensabile favorire nella nostra regione due macro processi affidati a due distinti momenti, il sistema delle imprese e degli imprenditori da un lato, le Istituzioni deputate alla realizzazione dei programmi di investimento e di spesa dall’altro. Il sistema delle imprese agricole deve sempre più essere percepito dalle nostre comunità come luogo principe nel quale si genera sicurezza alimentare, sanità, qualità e tipicità dei nostri prodotti alimentari. Le Istituzioni regionali, a partire dalle risorse assentite nel Psr, devono saper orientare progetti, investimenti, iniziative, in grado di determinare aggregazione di aziende, di prodotto e territorio, nel contempo garantire qualità, sicurezza alimentare e ambientale, far convergere trasformazione e commercio per costruire una nuova e vera filiera agroalimentare lucana”. . |
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MARTEDI’ 4 NOVEMBRE A BEVAGNA “GIORNATA NAZIONALE DI RACCOLTA MECCANIZZATA DELLE OLIVE” |
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Perugia - Abbattere il preoccupante livello degli infortuni sul lavoro e ridurre sensibilmente i costi, per essere competitivi sul mercato, tenendo alta la qualità. È questo lo scopo dell’introduzione su larga scala della raccolta meccanizzata delle olive, che martedì 4 novembre vivrà in Umbria un importante momento di riflessione e di diffusione. Si svolgerà infatti a Bevagna - per iniziativa dell’“Arusia”, l’Agenzia Regionale Umbra per lo Sviluppo e l’Innovazione in Agricoltura, il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia, le testate agricole “Terra e Vita” e “Olivo&olio” (Sole 24ore) e, da quest’anno, anche l’Associazione ”Agriumbria” - la “Giornata Nazionale di Raccolta Meccanizzata delle Olive”, che servirà a presentare le ultime novità in materia di tecnologie innovative e tendenze del mercato olivicolo. “È un evento nazionale, la cui importanza sta crescendo di anno in anno – ha detto stamani l’amministratore unico dell’“Arusia” Adolfo Orsini, nella conferenza-stampa di presentazione dell’evento, tenutasi a Palazzo Donini -, che vedrà la presenza di 23 aziende del settore e di un folto numero di imprenditori, che hanno aderito all’iniziativa. Ed un particolare rilievo – ha sottolineato Orsini – assume quest’anno la presenza fra gli organizzatori dell’Associazione ‘Agriumbria’ (la promotrice della “Settimana dell’Agricoltura Umbra” al “Centro Fiere Lodovico Maschiella” di Bastia, N. D. R. ), a testimonianza dell’importanza del tema dell’innovazione tecnologica collegata al settore olivicolo e vitivinicolo. L’uso delle macchine – ha spiegato l’amministratore dell’“Arusia” - garantisce condizioni di sicurezza e riduce i disagi degli operatori, permette la raccolta tempestiva delle olive nel periodo ottimale di maturazione, con un forte abbattimento dei costi, e di conseguenza consente di recuperare competitività nei confronti di paesi con più bassi costi di manodopera. La ‘giornata’ fornirà agli olivicoltori l’opportunità di testare le diverse tipologie di macchine e di attrezzi presenti sul mercato, adeguate alle caratteristiche ed alle specifiche esigenze di ciascuna azienda”. Le ditte produttrici e il personale degli enti promotori saranno a disposizione degli agricoltori per fornire consulenza e informazioni. “Oggi l’olivicoltura vive un momento critico – ha detto il professor Agostino Tombesi, Direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Perugia -, nel senso che la meccanizzazione della raccolta non è più un semplice ‘optional’: o si meccanizza o c’è il forte rischio che le olive rimangano sulle piante, soprattutto per assenza di manodopera”. Tombesi, ricordando altresì che il nuovo Piano di Sviluppo Rurale della Regione Umbria va in questa direzione, ha sottolineato la necessità di un “rinnovamento generale dell’olivicoltura, pensato proprio in funzione della macchina: in questo quadro – ha spiegato – deve evolversi anche la pianta, e non soltanto la tecnologia, in modo tale da disporre di impianti olivicoli a larga adattabilità”. . |
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SARÀ INTITOLATO A GIOVANNI CAPNIST, IL CENTRO STUDI VENETO DELL’ AIC, ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA. |
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Lo ha deciso il Consiglio di presidenza dell’Accademia stessa riunitosi a Napoli lo scorso 26 ottobre: decisione maturata in seguito alla richiesta del prof. Ulderico Bernardi (accademico trevigiano presidente del Centro Studi Veneto, nonché membro del Centro Studi Nazionale “Franco Marenghi”) e alla proposta del coordinatore territoriale veneto Beppo Zoppelli (che è anche delegato dell’Aic di Treviso, nonché consultore nazionale dell´Accademia). E’, insomma, un tributo che parte da Treviso, quello che l’Aic porge alla memoria di Giovanni Capnist, accademico vicentino dal 1960, dapprima Delegato a Vicenza poi Presidente dell’Aic dal 1996 al 2001, quando dovette lasciare l’incarico per motivi di salute, quindi Delegato onorario vicentino fino al 2007, anno della sua scomparsa. Indimenticabili, durante la sua vivace presidenza, i numerosi convegni organizzati e le numerose presentazioni di libri sulla cultura della cucina effettuate in Italia e all’estero. L’accademia Italiana della Cucina onora così la figura e l’opera di un profondo e colto conoscitore della civiltà della tavola veneta che ha, tra l’altro, dato alle stampe per l’editore Muzzio libri quali "I dolci del Veneto", "I funghi nella cucina veneta", "La cucina polesana", "La cucina veronese". E a nessuno più che a Capnist poteva essere intitolato un organo come il Centro Studi, che rappresenta l’osservatorio attraverso il quale l’Accademia scruta osserva, registra, elabora e lavora su ciò che il panorama della cultura italiana, non solo gastronomica, presenta… proprio come l’indimenticabile conte Capnist ha fatto per tutta una vita. Compito del Centro Studi veneto “Giovanni Capnist” sarà, così come per gli altri centri studi locali, cogliere nuove tendenze e/o fotografare il panorama gastronomico di un determinato momento, per approfondirne le evoluzioni rispetto al passato ed avanzare previsioni e suggerimenti per il futuro, mettendo a fuoco le opportunità da cogliere per mantenere in vita importanti tradizioni o per garantire della sicurezza alimentare, rilevando i rischi di estinzione che alcuni prodotti tipici corrono in funzione di nuove normative o di falsificazioni e contraffazioni. Un compito tanto importante quanto multiforme, che proprio per questo ha bisogno di una sempre più capillare presenza nei diversi territori (geografici, ma anche culturali e – perché no – generazionali) d’Italia e non solo, dal momento che l’Accademia Italiana della Cucina è presente in oltre trenta Paesi sparsi nei cinque continenti. Compito che sarà illustrato ed approfondito il 22 novembre prossimo a Treviso, dove si riuniranno tutti i Delegati delle diverse delegazioni venete per disegnare i prossimi futuri impegni ed obiettivi dell’Accademia che, va ricordato, nel 2003 è stata riconosciuta Istituzione Culturale della Repubblica Italiana. . |
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AL VIA I NUOVI CORSI DI CUCINA DEL CFP PRIMO APPUNTAMENTO PER MARTEDÌ 4 NOVEMBRE CON "SAPORI DI MONTAGNA" |
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Como - Al via i nuovi corsi di cucina 2008/2009 del Centro di formazione professionale di via Bellinzona. Ogni lezione avrà un costo di 40 euro. Ecco il calendario degli appuntamenti: “Sapori Di Montagna”, 4 novembre 2008, con lo chef Peri Mattias del ristorante Chalet Mattias - Livigno (1 Stella Michelin) - “I Colori E I Sapori Dell’ Autunno”, 18 novembre 2008, con lo chef Vittorio Tarantola del ristorante Tarantola di Appiano Gentile - “Menu Di Natale”, dicembre 2008, con lo chef Piero Cittadini del Grand Hotel Villa D’este di Como. Data da definirsi - “Bruma E Brina”, 23 gennaio 2009, con lo chef Teo Penati del ristorante Pierino Penati di Viganò Brianza (1 Stella Michelin) - “L’ Inverno In Campagna”, 23 febbraio 2009, con lo chef Enrico Crippa del ristorante Del Cerretto di Alba (1 Stella Michelin). Presentazione vini dell’“Azienda vinicola Cerretto” a cura di Roberta Cerretto. - “Una Serata Con…” con lo chef Fabrizio Molteni del ristorante Albereta di Gualtiero Marchesi di Erbusco (Bs). Data da definirsi -“ Finger Food”, 10 marzo 2009, con lo chef Maurizio Bosotti - “Menu Di Pasqua”, 24 marzo 2009, con lo chef Maurizio Bosotti A partire dall’ 11 novembre 2008, tutti i martedì vengono proposti una serie di corsi, “La Cucina Base In 7 Lezioni”, per chi è alle prime armi in cucina o per chi ha già dimestichezza con padelle e fornelli: n. 1 incontro: gli antipasti - n. 2 incontri: i primi - n. 3 incontri: i secondi di carne, di pesce e piatti vegetariani - n. 1 incontro: i dolci Il costo è di 250 euro per i sette incontri, 40 euro per singolo incontro. Le serate a tema e le lezioni sono tenute sotto la guida di rinomati Chef con postazioni di lavoro individuali. Il numero minmo di paretcipanti è10 persone, massimo 18. I corsi si terranno dalle ore 18 alle ore 21. Dalle 20 amici e parenti potranno accedere direttamente alla degustazione dei piatti preparati. . |
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“SALONE DEL GUSTO”: DALLE MALGHE DELL’ALTOPIANO D’ASIAGO, UN PRESIDIO SLOW FOOD VALORIZZA L’ASIAGO STRAVECCHIO DI ECCELLENZA |
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Il presidio Slow Food dell’Asiago Stravecchio protagonista al Salone del Gusto 2008 Nella giornata inaugurale del Salone del Gusto 2008, è stato presentato il Presidio dell’Asiago Stravecchio, un progetto di valorizzazione della produzione di eccellenza delle malghe dell’Altopiano dei Sette Comuni realizzato grazie alla collaborazione e al sostegno del Consorzio di Tutela Formaggio Asiago Dop. L’asiago Stravecchio è un prodotto rarissimo, che offre una straordinaria complessità di gusti, sapori e aromi. Perdere un formaggio eccezionale come l’Asiago stravecchio delle malghe dell’Altopiano dei Sette Comuni sarebbe un danno irreparabile. Eppure il rischio esiste: perché una buona forma di Asiago diventi stravecchio occorrono almeno 18 mesi di stagionatura in ambiente naturale e molti malgari preferiscono vendere prima le forme. Per questo ogni anno sono sempre di meno le forme di stravecchio. Per questo Slow Food ha istituito un Presidio composto da sette piccoli produttori dell’Altopiano e sostenuto dal Consorzio di Tutela Formaggio Asiago che, dall´anno scorso, ha avviato un progetto di promozione della produzione estiva di Asiago Dop. I malgari si sono dati un regolamento aggiuntivo, a integrazione di quello della Denominazione di Origine. Il regolamento del Presidio Slow Food prevede la produzione – solo negli storici Comuni dell’Altopiano – e una pratica di allevamento che prevede il pascolo ed esclude insilati, mangimi industriali e prodotti ogm. Ma soprattutto, definisce la produzione migliore: da giugno a settembre. Il Presidio vuole convincere i casari a far stagionare a lungo un maggior numero di forme di stravecchio Dop, avvicinando un mercato interessato a riconoscere la giusta ricompensa per una qualità eccellente e, soprattutto, vuole fare in modo che i malgari siano sempre più consapevoli del loro ruolo, fondamentale per la tutela di queste montagne e per la salvaguardia di una cultura e di una tradizione antichissime. Durante l’incontro sono intervenuti Franco Manzato, vicepresidente della Regione del Veneto, Mario Broggiotti e Gino Bortoletto di Slow Food ed Antonio Pozzan, direttore del Consorzio di Tutela. Le caratteristiche dell’Asiago stravecchio sono state illustrate dal produttore Riccardo Rela (Az. Agr. Waister di Canove di Roana), che ha presentato il prodotto dall’amico e collega Toni Rodeghiero a Malga di Porta Manazzo (1. 700 m s. L. M. ). Per ulteriori informazioni: www. Asiagocheese. It . . |
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PRESENTATA AL SALONE INTERNAZIONALE DEL GUSTO DI TORINO
LA PARTNERSHIP TRA FONDAZIONE L.BONDUELLE E SLOW FOOD
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La Fondazione L. Bonduelle presenta al Salone Internazionale del Gusto la partnership triennale con Slow Food nell´ambito dei progetti di educazione alimentare e ambientale promossi dall’associazione. La partnership entrerà nel vivo l’11 Novembre prossimo con la diffusione nelle scuole che partecipano al progetto “Orto in Condotta” di un questionario finalizzato ad acquisire informazioni sulle abitudini alimentari e sul consumo di verdure a tavola. La Fondazione L. Bonduelle, istituzione senza scopo di lucro costituita nel 2005 allo scopo di diffondere i principi di una corretta alimentazione e di migliorare i comportamenti alimentari attraverso la valorizzazione del consumo di verdure nel menù quotidiano, è presente alla settima edizione del Salone Internazionale del Gusto di Torino, il qualificato appuntamento biennale con gli aspetti meno conosciuti del pianeta alimentazione e della cultura gastronomica organizzato da Regione Piemonte, Città di Torino e Slow Food. La Fondazione L. Bonduelle ha scelto la vetrina del Salone Internazionale del Gusto per ufficializzare la partnership triennale attivata con Slow Food nell’ambito dei progetti di educazione alimentare e ambientale “Orto in Condotta”, “Master of Food” e “Pensa che Mensa”. Alla base dell´accordo, che avrà durata triennale, c´è la condivisione di una visione autenticamente qualitativa dell´alimentazione e la volontà di diffondere modelli virtuosi di rapporto tra l´uomo e i prodotti della natura. La prima attività che vede protagonista la Fondazione L. Bonduelle riguarderà “Orto in Condotta”, progetto che prevede la coltivazione di orti nelle scuole nonché lo svolgimento di attività didattiche correlate finalizzate a educare i bambini a mangiare sano e nel rispetto dell’ambiente, di cui la Fondazione è divenuta Sostenitore Ufficiale. L´11 novembre pv, nell’ambito della Festa degli Orti, sarà distribuito presso tutte le scolaresche coinvolte un questionario sviluppato congiuntamente dai consulenti della Fondazione L. Bonduelle e da Slow Food con l´obiettivo di monitorare le abitudini alimentari delle giovanissime generazioni e, in particolare, raccogliere informazioni sul consumo di verdure e ortaggi a tavola. Il materiale così raccolto, oltre a fornire utili spunti per modulare l´attuazione in loco del progetto, servirà da riferimento a fine anno scolastico, allorché il questionario sarà riproposto per analizzare e valutare concretamente in quale misura le attività di coltivazione della terra e di educazione alimentare avranno inciso sui comportamenti alimentari degli alunni. “Siamo lieti di affiancare Slow Food in un progetto ormai rodato che in questi anni ha dimostrato sul campo la sua concreta valenza nell´educare i bambini a mangiare sano e bene nel rispetto dell´ambiente che li circonda,” dichiara Laura Bettazzoli, responsabile per l’Italia di Fondazione L. Bonduelle. “Come in precedenti esperienze, il compito della Fondazione consiste in primo luogo nel supportare i nostri partner condividendo con essi obiettivi, strumenti, metodologie e conoscenze. ” La collaborazione al progetto "Orto in condotta" s´inserisce a pieno titolo nelle iniziative ludico-pedagogiche portate avanti dalla Fondazione L. Bonduelle per sensibilizzare i bambini delle scuole italiane sull´importanza di avere abitudini alimentari sane e di integrare stabilmente le verdure nei pasti. Nel 2005/2006 la Fondazione L. Bonduelle ha promosso il progetto "Amici per la tavola: alla scoperta di una corretta alimentazione" durante il quale è stato distribuito nelle scuole materiale pedagogico ad hoc. L’iniziativa, culminata con lo spettacolo teatrale Pancia piena pancia vuota, ha permesso di monitorare le abitudini alimentari e la conoscenza delle verdure nei bambini. Nel 2007/2008 la Fondazione L. Bonduelle, attraverso la collaborazione con un noto canale televisivo dedicato ai bambini e con la Fip – Federazione Italiana Pallacanestro, ha dato vita ai 5Ive, cinque personaggi animati che vivono strepitose avventure attraverso le verdure. Il progetto è culminato nel Play Day, giorno in cui i bambini sono stati invitati a spegnere la tv e ad andare a giocare all’aria aperta in aree appositamente attrezzate. La Fondazione L. Bonduelle, inoltre, è impegnata nella produzione e veicolazione di informazioni complete, chiare e aggiornate sulle verdure principalmente attraverso il sito web www. Fondazionebonduelle. Org nonché nel sostegno alla ricerca nei settori medicale, sociologico e agronomico. . |
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L´IRPINIA REGINA DEL SALONE DEL GUSTO DI TORINO
LA COMUNITÀ MONTANA TERMINIO CERVIALTO ALL´EVENTO DI SLOW FOOD DEDICATO
AI SAPORI TIPICI DEL MONDO
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I prodotti tipici e l’offerta turistica dell’Irpinia protagonisti dell´iniziativa “I profumi del Borgo Terminio Cervialto” presso il padiglione della Regione Campania. Di Iorio: “Una vetrina straordinaria per le nostre eccellenze” La Comunità Montana Terminio Cervialto torna al Salone del Gusto di Torino. Per la terza edizione consecutiva l´Ente guidato da Nicola Di Iorio è presente allo straordinario evento ideato ed organizzato da Slow Food al Lingotto di Torino con l´iniziativa “I profumi del Borgo Terminio Cervialto”. Presso il padiglione della Regione Campania – Assessorato all´Agricoltura, area Agripromos, la chef Valentina Martone del ristorante “Megaron” di Paternopoli ha proposto ai visitatori del Salone del Gusto un menù interamente dedicato ai sapori tipici d´Irpinia. Il viaggio nel gusto del Borgo Terminio Cervialto è cominciato con l´antipasto “In montagna con i frutti del sottobosco”, zuppa di castagne di Montella Dop, porcini del Terminio e zucca con l´olio extravergine d´oliva Ravece, accompagnati dal Fiano di Avellino Docg. A seguire “Il piatto della vendemmia”, fusilli con passata di pomodorini essiccati al sole e pecorino bagnolese (presidio di Slow Food) con una spolverata di tartufo nero di Bagnoli Irpino, il tutto accompagnato da Irpinia Aglianico Doc, pane alle noci, alle olive e al tartufo rigorosamente fatto in casa. Il menu prosegue con “La merenda del contadino”, crostata di castagne di Montella Dop e cioccolato con Taurasi Docg e, per finire, “A presto vederci nel Borgo Terminio Cervialto”, biscottini di nocciole con passito di Fiano di Avellino Docg. “Il Salone del Gusto di Torino – afferma il presidente della Comunità Montana Terminio Cervialto, Nicola Di Iorio – si conferma un evento particolarmente importante per la promozione dell´immagine dell´Irpinia e soprattutto dei suoi prodotti più tipici e peculiari. L´agricoltura irpina e la sua zootecnica riescono ad offrire un paniere di prodotti di eccellenza che ha bisogno di essere conosciuto soprattutto utilizzando i grandi canali della qualità italiana. Uno di questi è certamente Slow Food, associazione con la quale la Terminio Cervialto ha intessuto da tempo un rapporto strettissimo; basti pensare alla partecipazione al Congresso Mondiale del 2003 a Napoli e alla organizzazione dell´Assemblea Nazionale dei Fiduciari nel 2004 a Bagnoli Irpino. Una scelta che si è rivelata particolarmente felice. Il metodo che Slow Food ha offerto è quello che ci consente oggi di poter affermare che l´Irpinia può sicuramente giocare un ruolo di primo piano nel mercato della qualità agroalimentare”. Particolarmente significativa anche la presenza di produttori, imprenditori e aziende del territorio, che attraverso questa iniziativa disponevano di una vetrina internazionale per promuovere e far conoscere le eccellenze irpine, da quelle enogastronomiche alla ricettività. In una parola, per far conoscere quella ospitalità che rappresenta uno dei grandi punti di forza dell´Irpinia. L’iniziativa rientra nell’ambito del Progetto Integrato “Borgo Terminio Cervialto” e realizzato attraverso il Por Campania 2000-2006, Misura 4. 7 “Promozione e marketing turistico” - intervento S001tc6 “Promozione del Turismo di Qualità”. . |
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POWER BREAKFAST ALL’EDON, IL RISTORANTE DEL BLACK HOTEL DI ROMA |
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E’ la nuova tendenza di molti business-men della City che è approdata negli ultimi mesi nella Capitale, soprattutto negli hotel di charme. Si chiama Power Breakfast ed è un nuovo appuntamento gastronomico che si celebra a cavallo tra colazione e pranzo. Le agende di lavoro sempre più piene fanno spostare i business meeting dall’ora di pranzo alle 11 di mattina, con un’offerta culinaria che unisce breakfast e lunch, prevedendo così caffè, tè aromatici, frullati di frutta, pan brioche appena sfornati, omelette e per chi vuole sapori british, uova e bacon. Questa nuova moda fa risparmiare tempo, taglia costi aziendali e soprattutto le calorie. Tutto questo è ora possibile all’Edon, ristorante aperto anche alla clientela esterna del Black Hotel di Roma a partire da 18 euro a persona. Ambiente di rilassante atmosfera, arredi moderni e realizzati su design esclusivo, illuminazione e musica ben dosati, l’Edon è la risposta alle esigenze di un cliente che cerca un’offerta gastronomica di qualità unita a un’atmosfera diversa, più accattivante e trendy. Giocato interamente sul “non colore, il total black” come il resto della struttura alberghiera «una preferenza monocromatica - dice l’architetto Gianfranco Mangiarotti – che ha stimolato innovative scelte dei materiali: nero il carbone dei pannelli frangivento, nere le resine alle pareti della hall a cui si accede da un portale in bronzo del maestro Paolo Guiotto, nero il mosaico in vetro e tek della piscina esterna, scuro e fondente il cioccolato offerto agli ospiti e nera l´etichetta del vino dei Conti Zecca “il Nero” come simbolo della struttura ricettiva». Situato sulla Via Aurelia, a quattro chilometri dalla Città del Vaticano, l’Edon è anche l’unico ristorante trendy della zona ovest della capitale. A pranzo e a cena poi il menu cambia con uno stampo tipicamente mediterraneo che non disdegna preparazioni estrose di mare e di terra a base di ingredienti nostrani e rigorosamente di stagione. Stagionalità dei prodotti, rispetto delle tradizioni e buon gusto questi gli ingredienti vincenti della cucina di Giorgio Ruggiu, chef dell’hotel. “Non uso grassi animali saturi, nè glutammati e gli esaltatori di sapore in genere – spiega lo chef – nella mia cucina con l’ausilio di abbattitori e sottovuoto prepariamo i fondi (di carne, di pesce, di crostacei) come da manuale. Perfino i coulis di frutta per decorare i dessert sono preparati da noi. La cucina significa essenzialmente trasformazione, arricchimento ed esaltazione delle materie”. Quanto alla cantina, una lista (per ora) piccola ma intelligente, in cui non mancano vini a bicchiere, consente i giusti abbinamenti. Sono presenti perfino le carte delle acque minerali e degli oli. Ma non finisce qui. Tutti i giorni light lunch su prenotazione; sabato e domenica, sempre su prenotazione, un ricco e delizioso brunch; di pomeriggio tè, tisane, cioccolato in tazza e caffè con dolci e pasticcini; di sera aperitivi, cocktail e stuzzichini. Nella bella stagione si mangia nel fresco dehors circondato da piante rigogliose. Www. Blackhotel. It - e-mail: info@blackhotel. It . |
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NASCE “BUONA PUGLIA MAGAZINE”, LA NUOVA FINESTRA SUL “TACCO D’ITALIA”
AL TTI DI RIMINI IL PRIMO NUMERO DELLA RIVISTA DI TURISMO ED ENOGASTRONOMIA VOLUTA DAL CONSORZIO BUONA PUGLIA
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La Puglia da scoprire. Una regione che, dal Foggiano al Salento, è ricca di cultura, arte, storia e tradizioni e che vuole farsi conoscere anche attraverso le pagine di un giornale “speciale”. Da qui l’idea di Buona Puglia Magazine, la nuova rivista dedicata a tutti gli abitanti e agli amanti del “tacco d´Italia” che è stata presentata in anteprima al Tti di Rimini. Il progetto editoriale è stato voluto dal Consorzio Buona Puglia (in collaborazione con Hippo Productions di Bologna), un gruppo di operatori nel settore della ristorazione di qualità, che vuole promuovere a 360° le eccellenze enogastronomiche ma soprattutto turistiche della Regione più protesa verso Oriente. E’ la conseguenza di un “atto d’amore”, in quanto le strutture affiliate al Consorzio traggono energia e vitalità dalla propria terra. Buona Puglia Magazine si propone, attraverso i racconti, le foto, i reportage, i suggerimenti (tutto tradotto anche in inglese), come un periodico (a cadenza trimestrale) che vuole “accendere” l’attenzione sui punti di forza del proprio patrimonio: il mare, la natura, la cultura, l’arte, la buona tavola, il benessere, gli eventi. Allo stesso tempo vuole essere un veicolo di comunicazione per quelle aziende che, con passione, vivono e lavorano in zona. E quindi oltre allo “spirito dei luoghi”, riporta le storie delle persone, delle tradizioni, dei miti, delle leggende, ma anche dei personaggi vip che scelgono la Puglia come destinazione per la seconda casa o le vacanze, della cucina tipica (con ricette e idee da sperimentare) e degli aspetti più nascosti. In più un excursus qua e là sulle regioni “vicine di casa”, come Basilicata, Campania, Molise. Buona Puglia Magazine riflette in ogni pagina l´alto tasso di creatività ed esperienza del team giornalistico ed editoriale. E’ un passo avanti, con una visione “originale” per gusto e per stile. Appunto “un gusto da visitare”, sfogliando le sessantaquattro pagine! Nel primo numero: Lucio Dalla alle Tremiti; la Valle d’Itria: terra di Vip e di ricordi; il benessere d’Oriente; i vini passiti e numerose ricette. Buona Puglia Magazine Gusto da visitare Anno di fondazione: 2008 Editore: Federico Ii Scral Direttore responsabile: Isa Grassano Coordinamento redazionale: Lucrezia Argentiero – info@hippoproductions. It Periodicità: trimestrale Testi: italiano e inglese Diffusione media: 20. 000 copie Distribuzione: clientela raffinata di hotel e ristoranti di alto livello; info point turistici, apt e comuni; fiere di turismo nazionali e internazionali; manifestazioni enogastronomiche “Il Cuore” Di Buona Puglia Il consorzio Buona Puglia è un’associazione di ristoratori di tutta la Regione, uniti dal desiderio comune di conservare la tradizione gastronomica regionale e animati dall’entusiasmo di promuovere l’ingresso di giovani nel settore della gastronomia di alta qualità. Buona Puglia vuole essere un punto di riferimento sicuro, un nome dall’identità forte, per fare della gastronomia pugliese un cantiere di iniziative sempre nuove. Il tutto nel rispetto della tradizione ma con quel tocco di originalità e innovazione, al fine di valorizzare sempre di più, non solo le eccellenze della gastronomia, ma anche quelle del territorio. Aderiscono a Buona Puglia: Antica Cucina - Via Milano, 73 Barletta Ba; tel. 0883521718 Beppe Zullo - Via Piano Paradiso Orsara di Puglia Fg; tel. 0881964763 Casa Tu Martinu - Via Corsica, 95 Taviano Le; tel. 0833913652 Cibus - Via Chianche di Scarano, 7 Ceglie Messapica Br; tel. 0831388980 Da Bufi - via vittorio emanuele 15 Molfetta Ba; tel. 0803971597 Da Tuccino - Via S. Caterina, 69/F Polignano a Mare Ba; tel. 0804241560 De La Poste Locanda - Via G. Bovio, 49 Andria Ba; tel. 0883558655 Già Sotto L´arco - C. So V. Emanuele, 71 Carovigno Br; tel. 0831996286 Il Poeta Contadino - Via Indipendenza, 21 Alberobello Ba; tel. 0804321917 Il Ventaglio - Via G. Postiglione, 6/E Foggia Fg; tel. 0881661500 La Strega - Via Fratelli Bandiera, 61 Palagianello Ta; tel. 0998444678 Li Jalantuumene - P. Zza Galganis, 5 Monte Sant´angelo Fg; tel. 0884565484 Pashà - P. Zza Castello, 5/7 Conversano Ba; tel. 0804951079 Relais La Fontanina - Ctr. Palagona Km. 9 Ceglie Messapica Br; tel. 0831380932 Ritrovo degli Amici - C. So Messapia, 8 Martina Franca Ta; tel. 0804839249 Torrente Antico - Via E. Fusco, 3 Trani Ba; tel. 0883487911 . |
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PARMACOTTO PERFECTO: UN MESSAGGIO CHE SOTTOLINEA IL RIDOTTO CONTENUTO DI SALE, LA LEGGEREZZA, IL GUSTO E LA BONTÀ
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Parmacotto - azienda leader nel settore dei salumi – è on air con una nuova campagna pubblicitaria interamente dedicata a Perfecto, il prosciutto cotto con solo lo 0,7% di sale. Si tratta di un nuovo ciclo di comunicazione scelto dal Gruppo parmense che, dopo la telepromozione programmata nel mese di ottobre su Canale 5, all’interno della nota trasmissione “Chi vuol essere milionario” condotta da Gerry Scotti, avrà una declinazione su radio e stampa nazionale. Il piano di comunicazione debutta con una presenza su Radio 101, all’interno di “Centouno Percento”, il programma condotto da Gerry Scotti che regala agli ascoltatori un percorso nella storia della musica dagli anni ottanta ad oggi. In particolare, Parmacotto sarà presente con Perfecto nel programma radiofonico attraverso una campagna articolata con spot da 30”, billboard da 5” e radio promozioni nei formati da 30” e 15” che, attraverso l’inconfondibile voce di Gerry Scotti, racconteranno le caratteristiche di Perfecto: il ridotto contenuto di sale, la leggerezza ma soprattutto il gusto e la bontà ai quali Parmacotto ha da sempre abituato i suoi consumatori. Il 17 novembre prenderà il via, fino al 19 dicembre, la campagna studiata per Perfecto e pianificata, con avvisi sviluppati in doppia pagina, sui periodici femminili, familiari e salute del Gruppo Mondadori. Lo strumento utilizzato è l’advertorial, mezzo ideale per raccontare le peculiarità di un prodotto innovativo come Perfecto ed esaltare gli elementi distintivi di Parmacotto: gusto, tradizione e qualità. La scelta dell’advertorial come mezzo di comunicazione consente di parlare al consumatore in modo diretto e presentare nuove iniziative come il sito dedicato a Perfecto che, oltre ad offrire la possibilità di scoprire i consigli per una corretta alimentazione, consente agli utenti di dialogare direttamente con un nutrizionista, per ricevere consigli personalizzati come “guida per vivere meglio”. . |
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“CINQUE GIORNI A TUTTO NOVELLO PER IL CONSORZIO DEL BARDOLINO”
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Mercoledì 5 e giovedì 6 novembre al Palazzo della Gran Guardia di Verona con l’Anteprima Novello e poi dal 7 al 9 novembre a Bardolino per la Festa del Novello, sempre insieme con gli altri prodotti certificati del lago: marroni di San Zeno dop, olio Garda dop, formaggio Monte Veronese dop. Il Novello rappresenta il 3% della doc del Bardolino, con una produzione attorno al milione di bottiglie. Doppio appuntamento con il Novello per il Consorzio del Bardolino: mercoledì 5 e giovedì 6 novembre c’è l’Anteprima Novello organizzata da Veronafiere al Palazzo della Gran Guardia di Verona, mentre da venerdì 7 a domenica 9 novembre ci si sposta nella terra d’origine, sul lago di Garda, al porto di Bardolino, per la Festa del Novello. «Il Novello – dice il presidente del Consorzio del Bardolino, Giorgio Tommasi – rappresenta attualmente una quota abbastanza limitata della nostra denominazione, una sorta di complemento accanto alla ben più significativa produzione di Bardolino e di Chiaretto, le tipologie attorno alle quali si concentra l’attenzione e la crescita qualitativa della nostra filiera. In ogni caso, una bottiglia di Novello può rappresentare un’occasione per avere una specie di anteprima della nuova annata, prima dell’arrivo del vini nuovi». Attualmente, la produzione di Bardolino Novello, primo Novello italiano a ottenere la doc nel 1987, rappresenta il 3% del totale della denominazione, con un imbottigliato annualmente attorno al milione di pezzi, in buona parte destinati al mercato estero. Il Bardolino Novello si appresta dunque ora a farsi conoscere durante ben cinque giorni di iniziative, due a Verona e tre sul Garda. Si comincia a Verona con l’Anteprima Novello il 5 e 6 novembre. «Il fatto che Veronafiere abbia puntato a fare di Verona la capitale dei Novelli italiani ci ha indotti ad essere presenti all’Anteprima Novello con una presenza significativa del nostro territorio» dice Tommasi. Al Palazzo della Gran Guardia il Consorzio del Bardolino sarà presente con due diverse postazioni: una dedicata al vino e l’altra alla gastronomia della zona d’origine, offrendo ai visitatori il minestrone di marroni di San Zeno dop cucinato dai sei ristoranti che fino al 15 novembre sono impegnati nella rassegna «San Zeno Castagne & Bardolino», in svolgimento a San Zeno di Montagna (i sei locali propongono interi menù degustazione a base di marroni dop preabbinati al Bardolino). Dal 7 al 9 novembre sarà poi il Comune di Bardolino a festeggiare il “suo” vino Novello. Sul lungolago il Consorzio di tutela del Bardolino proporrà la degustazione del Bardolino Novello 2008 insieme con le eccellenze gastronomiche del lago e dell’entroterra. La Festa del Novello si aprirà la sera di venerdì 7 con un aperitivo “al Novello” presso la Barchessa Rambaldi, dove il Novello sarà accompagnato da castagne e formaggio Monte Veronese dop. Si prosegue sabato 8 e domenica 9 con la Mostra Mercato e le degustazioni dei prodotti dell’area gardesana: per l’occasione i Consorzi del Bardolino, dell’olio extravergine di oliva Garda dop, del marrone di San Zeno dop e del formaggio Monte Veronese dop si uniranno per far conoscere la produzione agroalimentare di pregio della zona. L’area del porto di Bardolino diventerà un mercatino, con gli stand consortili e le postazioni di vari produttori che proporranno vino, olio, formaggi, marroni, miele di castagno. Anche qui spazio al minestrone di marroni di San Zeno, insieme alle caldarroste dop. Le tre giornate bardolinesi si concluderanno con la tradizionale cerimonia di investitura degli Ambasciatori della Confraternita del Bardolino presso il municipio. . |
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