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Notiziario Marketpress di
Mercoledì 04 Febbraio 2009 |
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Politica |
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PARLAMENTO EUROPEO, LAMPEDUSA: OCCORRE UNA VERA POLITICA EUROPEA PER L´IMMIGRAZIONE |
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Strasburgo, 4 febbraio 2009 - Si è tenuto in Aula un dibattito in merito alla situazione nei centri d´accoglienza per immigrati nell´Ue, specie a Lampedusa e Mayotte. Riguardo alla prima, alcuni deputati hanno additato la politica del governo italiano, mentre altri l´hanno difesa. Molti concordano sulla necessità di una vera politica Ue dell´immigrazione. Il Commissario, che visiterà presto Lampedusa, ha annunciato la disponibilità di nuovi fondi, rilevando l´esigenza di dimostrare più solidarietà tra gli Stati membri. Dichiarazione della Presidenza in carica - Alexandr Vondra ha ricordato due principi fondamentali: rispettare gli impegni presi dall´Ue a livello internazionale e garantire la dignità e i diritti umani dei migranti. Ha quindi sottolineato le pressioni particolarmente forti sui paesi del Sud Mediterraneo, osservando che il significativo aumento dei flussi deve portare a un rafforzamento della politica interna dell´Ue in tema di asilo e immigrazione, così come della politica esterna per garantire una gestione dei flussi più efficiente. Ha poi rilevato che, nel caso di Lampedusa e Mayotte, vi sono due tipi distinti di flussi: i richiedenti asilo e i migranti economici. In proposito ha ricordato per grandi linee le norme Ue nei due campi, ricordando che la nuova direttiva sui rimpatri sarà d´applicazione tra due anni e che essa non si applica però al territorio di Mayotte. Dichiarazione della Commissione - Anche Jacques Barrot ha sottolineato che l´Ue si è dotata, con la nuova direttiva che si applicherà dal 24. 12. 2010, di un quadro armonizzato sui rimpatri che costituisce un mezzo di controllo comunitario che consente di verificare il rispetto dei principi fondamentali dei migranti. Ha poi ricordato che la Commissione ha adottato a dicembre una proposta riguardo ai richiedenti asilo. La Commissione, ha quindi proseguito, «è cosciente della situazione difficile che affrontano le autorità italiane in ragione degli arrivi massicci d´immigrati irregolari e di richiedenti asilo sulle coste meridionali del Paese e, in particolare, a Lampedusa». Fino ad ora, ha spiegato, «l´Italia è riuscita a dare accesso al suo territorio, salvando la vita a numerosi migranti e istituendo una procedura che permette di esaminare in buone condizioni le richieste di asilo». Ha inoltre osservato che l´Italia «ha riconosciuto la necessità di protezione internazionale nella metà dei casi individuali», cosa che dimostra come nei flussi vi siano richiedenti asilo e immigranti irregolari. Da diversi anni, ha aggiunto, la Commissione stanzia mezzi finanziari volti, in particolare, ad aiutare taluni Stati membri e, in particolare, l´Italia. In proposito ha citato il progetto Presidium e le misure d´urgenza del Fondo europeo per i rifugiati. Sottolineando che la Commissione ha approvato da poco un aiuto d´urgenza di 7 milioni di euro, ha affermato che se l´Italia lo giudica necessario, «la Commissione è pronta a esaminare una nuova domanda d´aiuto d´urgenza, al fine di migliorare le strutture d´accoglienza sia a Lampedusa sia in Sicilia e sul continente, e di rafforzare la capacità delle autorità italiane di esaminare le situazioni individuali in buone condizioni». Ha quindi ricordato che si renderà presto sull´isola e a Malta per esaminare in loco la situazione. Il Commissario ha inoltre aggiunto che «una delle chiavi della soluzione è l´istituzione di un quadro di cooperazione solido con la Libia, paese principale di transito sulle vie migratorie dell´Africa dell´Est». Ha quindi offerto il suo sostegno agli sforzi volti a raggiungere rapidamente un risultato nei negoziati in corso. Altrimenti, ha ammonito, «sarà molto difficile poter affrontare tutti i problemi posti». Si è poi soffermato sulla particolare situazione di Mayotte. Interventi in nome dei gruppi politici - Margie Sudre (Ppe/de, Fr) ha sottolineato come il Parlamento non smetta di difendere la dignità umana in tutte le circostanze, incluso per quanto riguarda le condizioni di ritenzione degli immigrati clandestini. Dopo essersi attardata sulla situazione di Mayotte, ha sostenuto che l´Europa «non deve occultare che talune regioni sono confrontate a situazioni estreme» e che «la stigmatizzazione del centro di Mayotte non porta a una soluzione più rapida e più efficace della crisi». Claudio Fava (Pse, It) ha esordito citando il ministro degli Interni italiano Maroni: "Per contrastare l´immigrazione clandestina bisogna essere cattivi. Gli immigrati vengono perché è facile arrivare qui e nessuno li caccia, ma proprio per questo abbiamo deciso di cambiare musica". In proposito ha affermato che ciò «sembra una parodia della politica e invece è la politica del governo italiano», osservando come «dentro a questa politica ci sia un profondo disprezzo di ciò che noi qui discutiamo e delle regole che l´Unione europea si dà». Dopo aver dibattuto di quella di Guantanamo, il deputato ha rilevato l´esigenza di parlare con urgenza della chiusura di Lampedusa, «cioè un carcere a cielo aperto». Ricordando gli elementi principali del quadro giuridico comunitario in materia di rimpatri, ha quindi sottolineato che questo è «sostanzialmente e formalmente violato ogni giorno a Lampedusa». Ciò vale anche per la normativa sull´asilo, che interessa «la maggior parte di coloro che si trovano a Lampedusa». In proposito, ha sostenuto che spesso vi sono 180 giorni di reclusione «anche per chi fugge da persecuzioni politiche e dalla guerra». Questi, a suo giudizio, «sono atti di inciviltà giuridica» che si misurano con le 1. 200 persone morte tentando di attraversare il Mediterraneo. Invitando il commissario a visitare Lampedusa, ha concluso suggerendogli di comunicare la sua venuta all´ultimo momento, «altrimenti le faranno trovare il Cpt lucidato come una sala da ballo e le faranno immaginare che sia quello il luogo di detenzione del quale stiamo parlando questa sera». Per Jeanine Hennis-plasschaert (Alde/adle, Nl) i reportage sono eloquenti e il Consiglio pronuncia solo «belle parole in contraddizione con la realtà». Riconoscendo la difficoltà di trovare una soluzione, ha però rilevato l´importanza di migliorare la situazione e garantire il rispetto minimo delle norme Ue. A suo parere, spetta al Consiglio e agli Stati membri trovare una soluzione. Cristiana Muscardini (Uen, It) si è anzitutto dispiaciuta che «per motivi elettorali l´onorevole Fava sia costretto a dire una serie di cose non vere, di cui risponderà dopo la campagna elettorale alla sua coscienza». Ha poi osservato che «era così interessato al problema di Lampedusa che ha già lasciato l´Aula». Un´aula, ha aggiunto, «che dovrebbe esprimere riconoscenza per la generosità nell´accoglienza dimostrata in questi anni dai cittadini di Lampedusa». La deputata ha poi sottolineato i ritardi dell´Unione «nella soluzione di molti problemi legati all´immigrazione clandestina e nell´erogazione di aiuti ai paesi con frontiere esterne a rischio». Alcuni paesi, ha proseguito, «non hanno dimostrato l´accoglienza data invece dall´Italia a migliaia di disperati che rischiavano di affogare in mare per colpa di trafficanti di uomini e per l´inerzia di molti governi extraeuropei che non hanno rispettato e siglato gli accordi per il controllo dell´immigrazione clandestina». Ha quindi invocato «aiuti specifici ed economici direttamente per le popolazioni delle zone di frontiera esterne, più esposte geograficamente all´arrivo di immigrati clandestini, anche tramite la costruzione di zone franche che portino a un investimento di risorse e sgravi fiscali da non computarsi nell´ambito degli accordi sul Patto di stabilità». Per Monica Frassoni (Verdi/ale, It) «appare chiaro che il diritto comunitario internazionale è quotidianamente violato a Lampedusa». Ha quindi lamentato che le parole del Commissario e del Ministro «rimangono delle dichiarazioni formali, di wishful thinking, che non saranno seguite da fatti». Si è poi chiesta «se l´Unione europea non ha veramente nessuno strumento per fermare questa situazione: la detenzione illegale c´è, la situazione aberrante delle condizioni di accoglienza è chiara, i rischi di eliminazione virtuale del diritto di asilo ci sono». L´unione europea, ha aggiunto, «è l´unica che può far recedere l´Italia e gli altri paesi da questa situazione». Ha concluso dicendosi «estremamente preoccupata dell´annuncio di nuovi denari per l´Italia senza condizioni: Come saranno spesi? E´ cosciente il Commissario che la tanto criticata azione di monitoraggio – leggi schedatura – dei rom dell´anno scorso avrà finanziamenti dall´Europa? Quindi, che tipo di fiducia può avere questo tipo di azione?». Giusto Catania (Gue/ngl, It), citando anch´egli quanto detto da Roberto Maroni, ha sostenuto che il Ministro «da giorni e da mesi pratica la cattiveria nei confronti dei migranti in condizione irregolare». Perché «la cosiddetta emergenza Lampedusa», che ormai perdura da dieci anni, «è stata voluta e creata dal governo italiano . Con la scelta di non far partire più nessun migrante da Lampedusa. Tant´è, ha insistito, che il centro «ha avuto ben 1. 800 persone che sono state rinchiuse senza che il governo predisponesse un trasferimento di queste persone, trattenute in condizioni disumane e degradanti, in modo tale che il centro esplodesse in una vera e propria emergenza democratica». La vera emergenza, ha detto, «è quella di voler fare una sorta di zona franca del diritto, cioè un luogo dove i migranti accedono e vengono espulsi senza che i loro casi vengano analizzati caso per caso». Ricordando che l´Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha asserito che il 75% delle persone che accedono via mare in Italia chiede il diritto di asilo, ha osservato che «se fossero valide le procedure del ministro Maroni, probabilmente non avrebbero la possibilità di accedere al diritto di asilo, visto che vengono immediatamente espulsi da Lampedusa». La vera e propria emergenza e la causa di questa emergenza, ha ribadito, «è la politica del governo italiano»e «i cittadini di Lampedusa se ne sono accorti», mobilitandosi «contro il governo, contro la politica sull´immigrazione e per far sì che non si apra il centro che prevede immediatamente l´espulsione». Ha quindi concluso ricordando di aver consegnato un dossier al commissario e che anche una delegazione del suo gruppo si recherà a Lampedusa. Hans Blokland (Ind/dem, Nl) ha ricordato che una delegazione del Parlamento europeo si è recata a Lampedusa, e in altri centri, ed ha stilato un rapporto. Ha poi detto che è «allucinante che si debba parlare in continuazione di Lampedusa» e che le misure prese a livello Ue sono state inefficaci visto che nell´isola italiana sono aumentati gli sbarchi. Ha quindi chiesto cosa fa il Consiglio per aiutare l´Italia a dotarsi di strutture diverse e, riferendosi a un reportage visto in Tv, ha chiesto al governo italiano di essere più trasparente sulla questione. Per Koenraad Dillen (Ni, Be) tutti conoscono la situazione di Lampedusa, ma ha sostenuto che le autorità locali non hanno colpe, visto che manca una politica Ue dell´immigrazione. Ha poi chiesto di punire più severamente i trafficanti e di dotarsi di una politica ispirata a quella svizzera per la protezione delle frontiere. Interventi dei deputati italiani «Non mi stupisco più di nulla in quest´Aula» ha esordito Stefano Zappalà´ (Ppe/de, It), poiché «uno che lo scorso anno ha affermato di vergognarsi di essere cittadino italiano non poteva che fare le affermazioni che ha fatto adesso l´on. Fava». Dispiacendosi della sua assenza, ha detto che «sarebbe interessante sapere quanti voti prende nella sua città e quanti voti rappresenta». Ha poi osservato che da qualcuno sono state dette «alcune ignoranti stupidità» ed ha auspicato la rapida visita del commissario nei centri di Malta e Lampedusa per rendersi conto di «quanto colpevole è l´assenza di una politica comunitaria su questa materia», con il risultato che «qualche stupido ignorante poi si permette di attaccare quelle che sono invece le realtà drammatiche che vivono i cittadini e i governi nazionali». Il deputato ha quindi citato alcuni numeri: «nel 2007 sono arrivati a Lampedusa qualcosa come 11. 000 migranti, nel 2008 ne sono arrivati tre volte tanto, circa 31. 000». I richiedenti asilo, ha aggiunto, «sono stati sì e no un decimo». Inoltre, «sono arrivati 2. 000 migranti soltanto nei giorni di 26, 27 e 28 dicembre, sono state esaminate 76 richieste di asilo in tre giorni, di queste 36 con esito positivo, 3 sono sospese e 37 respinte». Ha quindi osservato che Lampedusa e Malta centri «sono soggetti a una pressione terrificante». I cittadini, ha concluso, «non ce l´hanno con il governo italiano», pertanto il Parlamento, «piuttosto che accusare le autorità legittime che fanno il massimo possibile, dovrebbe invece cercare di ottenere che questa Unione europea faccia veramente il suo dovere». Anche Roberta Angelilli (Uen, It) ha invitato il commissario a recarsi a Lampedusa, «senza avvertire, proprio per rendersi conto di persona come sia difficile gestire una situazione così emergenziale». Una situazione, ha spiegato, in cui «in un´isola di pochi chilometri quadrati dove da anni ed anni – e nel frattempo si sono succeduti i governi di destra e di sinistra – sbarcano continuamente migliaia e migliaia di persone». Alcune di queste persone, ha aggiunto, «muoiono durante il tragitto per le condizioni inumane in cui sono sottoposte da trafficanti senza scrupoli». Ha poi sottolineato che per procedere all´eventuale rimpatrio o per verificare se posseggono lo status di rifugiati politici o se bisogna concedere l´asilo politico, «le persone devono essere identificate e questo ovviamente richiede dei tempi». Ha quindi esclamato di smetterla «con la demagogia», anche perché «l´Italia sta pagando un prezzo in termini di responsabilità altissimo e sproporzionato rispetto al sostegno, sia in termini finanziari che legislativi, fornito dalla stessa Unione europea». Per Maddalena Calia (Ppe/de, It) la lotta all´immigrazione clandestina, per le sue dimensioni e i suoi effetti, «rappresenta una problematica che deve essere risolta a livello comunitario», perché «solo l´Unione europea ha la forza politica necessaria per individuare soluzioni adeguate e contenere il fenomeno, mentre nessun singolo Stato, operando da solo, può giungere a risultati analoghi». E il governo italiano, in attesa che l´Europa attui le sue strategie, «va avanti lavorando nel rispetto sia del Patto europeo sull´immigrazione e l´asilo sia della direttiva rimpatri». Ha poi giudicato ingiuste le critiche alla proposta del ministro degli Interni Maroni di creare un centro di identificazione ed espulsione sull´isola «per attuare, visto il caso specifico, una politica di rimpatrio diretto». Questa scelta, ha spiegato, «non pregiudica i diritti fondamentali dei clandestini, dei rifugiati e di coloro che richiedono asilo». E in proposito ha ribadito i dati già citati dal collega Zappalà e precisato che tutti i richiedenti asilo «sono stati trasferiti dall´isola ai centri di Trapani, Bari e Crotone», a dimostrazione che «che chi ha i requisiti viene accolto». La deputata ha poi ricordato che, sul piano internazionale, il Parlamento italiano ha ratificato l´accordo stipulato con la Libia «dove si stabilisce espressamente, all´articolo 19, la realizzazione di un sistema di controllo delle frontiere terrestri libiche più efficiente per prevenire l´immigrazione clandestina». Inoltre, ha proseguito, «la scorsa settimana i ministri Maroni e Frattini hanno incontrato le autorità della Tunisia per cercare di giungere anche con questo paese a un accordo di riammissione, condizione essenziale per un rimpatrio sostenibile». L´idea che deve passare, ha concluso, «è che dobbiamo essere assolutamente fermi nei confronti dell´immigrazione clandestina, ma allo stesso tempo accoglienti e solidali con chi si integra e contribuisce allo sviluppo sociale ed economico dei nostri paesi». Mario Borghezio (Uen, It) ha esordito sostenendo che «l´Europa deve decidersi: vuole un´immigrazione regolata o l´invasione e lo sfruttamento criminale dei clandestini?». Ha poi giudicato giusta la scelta del governo italiano: «fermare i clandestini a Lampedusa e rinegoziare al contempo con i paesi di provenienza gli accordi di rimpatrio». Ci vogliono però i mezzi adeguati, ha aggiunto, «e l´Europa non deve solo discutere, solo criticare, solo guardare con il binocolo; deve aiutare il nostro paese e quegli altri che con esso sostengono la linea Maroni». Ha quindi sottolineato la partenza per la Tunisia 120 clandestini, «fatti quelli che i precedenti governi non facevano». Così, a suo parere, «si tagliano le unghie ai criminali mafiosi che sfruttano e che fanno fare questi viaggi». «Un professionista dell´antimafia come il collega Fava», ha proseguito, «dovrebbe riuscire a capirlo, non è difficile». La linea Maroni, ha spiegato, «è approvata da Malta, Grecia e Cipro». Inoltre, «tutti i richiedenti asilo e tutti i minori sono già trasferiti in appositi centri» ed è perciò falso quanto è stato detto. Ma il messaggio chiaro, ha concluso, «in Europa si entra solo regolarmente e non attraverso le barche dei mafiosi e dei delinquenti trafficanti!». Roberto Fiore (Ni, It) ha sottolineato che «in questo momento i lampedusani sono in protesta, e hanno marciato nella quasi totalità l´altro giorno sulle strade dell´isola, perché non vogliono né il Cpt e né il Cie, che è l´ultima trovata». Questo centro di espulsione e identificazione, ha spiegato, «dovrebbe nascere in un´isola che, ricordiamo, è lunga undici chilometri per tre, quindi uno spazio risibile di fronte alle migliaia di immigrati che si troverebbero nell´isola nei prossimi mesi». Ha poi ricordato che si trovava sull´isola quando si è verificata «la fuga repentina e inaspettata dei 1. 000 immigrati dal Cpt» ed di aver assistito «allo sgomento e alla paura della gente del posto che non ha più voglia di vivere questo tipo di cose», anche perché si tratta di un´isola che ha vissuto di pesca e di turismo «e vede la propria economia distrutta da una politica cieca sull´immigrazione». Altri interventi su Lampedusa Dopo aver ricordato già nel 2005 delegazione parlamentare si era commossa di fronte alle condizioni dei migranti trattenuti a Lampedusa, Martine Roure (Pse, Fr) ha osservato che nel 2008 l´isola ha dovuto gestire l´arrivo di 31. 700 migranti. Ha tuttavia sottolineato che, se per alcuni anni questi flussi sono stati ben gestiti, la situazione si è «deteriorata gravemente» a causa della decisione del Ministro Maroni di interrompere i trasferimenti verso il continente. Eppure, ha notato, il progetto Presidium «era divenuto un esempio di buona gestione dell´accoglienza», mentre lo stop ai trasferimenti pone anche «un reale problema di accesso alle procedure di asilo». Riguardo a Mayotte, ha evidenziato le «condizioni di accoglienza catastrofiche». Wolfgang Kreissl-dörfler (Pse, De) si è rallegrato della visita del commissario a Lampedusa, suggerendogli di andare senza preavviso così da impedire che il centro sia ripulito come nel corso dell´ultima visita di una delegazione parlamentare, ma prima «che Berlusconi e Maroni costruiscano un nuovo carcere di Alcatraz». Ha poi criticato la «doppia morale di alcuni, come il Ministro Maroni «che vanno a inginocchiarsi al Vaticano». Grecia, Italia e Malta, ha concluso, vanno aiutate, ma non si deve aiutare «questi ipocriti». Reinhard Rack (Ppe/de, At) ha osservato come la metà del dibattito è stato dedicato a parlare di politica interna italiana e che questo tipo di discussioni dovrebbero svolgersi a Roma, non al Parlamento europeo, dove si dovrebbero affrontare tematiche europee. |
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PARLAMENTO EUROPEO, ENERGIA: SOSTEGNO ALLE INTERCONNESSIONI E AI RIGASSIFICATORI |
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Strasburgo, 4 febbraio 2009 - Auspicando un radicale mutamento della politica energetica Ue, il Parlamento europeo sostiene la realizzazione delle interconnessioni, quali l´Itgi e il South stream, e chiede ai governi di dotarsi di sufficienti rigassificatori. Sollecita grandi investimenti infrastrutturali, una rete energetica comune, piani anticrisi e più intense relazioni col Mediterraneo e la Russia. Rilevando l´importanza del nucleare e di garantirne un uso sicuro, invoca il risparmio energetico e l´uso di fonti rinnovabili. Approvando con 406 voti favorevoli, 168 contrari e 87 astensioni la relazione di Anne Laperrouze (Alde/adle, Fr), il Parlamento osserva anzitutto che è necessario un «radicale mutamento» della politica energetica per raggiungere, «in modo indissociabile», i tre obiettivi principali che l´Ue deve perseguire in materia, ossia la sicurezza dell´approvvigionamento e la solidarietà tra gli Stati membri, la lotta al cambiamento climatico e la competitività. Anche perché l´Unione importa oggi il 50% dell´energia che consuma e tale percentuale potrebbe raggiungere il 70% nel 2030. Il Parlamento invita gli Stati membri a considerare il riesame strategico quale base per l´attuazione di una politica energetica per l´Europa e la definizione di un piano d´azione ambizioso per il periodo 2010 - 2012. Confermando gli obiettivi 20-20-20 entro il 2020, invita però l´Ue e gli Stati membri a ridurre le emissioni di gas a effetto serra almeno dell´80% entro il 2050, nonché a perseguire un miglioramento dell´efficienza energetica del 35% e il raggiungimento di una quota di energia da fonti rinnovabili pari al 60%. In tale contesto, esorta la Commissione a sostenere tutti gli investimenti previsti in nuove infrastrutture per l´importazione di energia e in tecnologie connesse alle energie rinnovabili. Più in generale, ritiene che un´adeguata politica europea nel campo dell´energia debba fondarsi su un mix energetico equilibrato, basato sul ricorso a energie senza carbonio, alle energie fossili meno inquinanti e a nuove tecnologie che consentano una drastica riduzione delle emissioni di gas serra provocate dai combustibili fossili solidi. Approvando un emendamento dei Verdi, inoltre, rileva che la riduzione dei consumi sia «una priorità assoluta», anche perché rappresenta un mezzo molto efficace e poco costoso di aumentare la sicurezza energetica. Chiede quindi di rendere giuridicamente vincolante l´obiettivo di risparmio del 20% entro il 2020. Con 629 voti favorevoli, 23 contrari e 13 astensioni, ha adottato un emendamento del Pse che invita inoltre la Commissione e la Presidenza a presentare un piano di diversificazione delle fonti energetiche «nuovo, ambizioso e lungimirante». Sicurezza dell´approvvigionamento e infrastrutture - Notando «un gravissimo ritardo» nella realizzazione delle reti prioritarie di interesse europeo per il trasporto dell´energia, il Parlamento accoglie favorevolmente l´idea di aumentare i finanziamenti europei allo scopo di incoraggiare gli investimenti nelle reti e prende atto con interesse della proposta della Commissione di stanziare – nel quadro del piano di ripresa economica 2008 – 5 miliardi di euro delle dotazioni 2008/2009 rimaste inutilizzate, destinandoli in particolare alla realizzazione di nuove interconnessioni energetiche. Sottolinea poi l´importanza del piano d´interconnessione del Baltico e dello sviluppo delle interconnessioni con l´Europa sud-occidentale e accoglie la creazione di una "super-rete" europea mediante il collegamento delle infrastrutture di rete delle regioni del Mare del Nord, del Mediterraneo e del Baltico. Esprime inoltre il proprio sostegno ai progetti finalizzati a diversificare le fonti e le rotte di approvvigionamento, e nella fattispecie allo sviluppo di un corridoio meridionale per il gas comprendente il progetto Nabucco, l´interconnettore Turchia-grecia-italia (Itgi) e il progetto South Stream. Ritiene anche che tutti gli Stati membri debbano poter disporre di capacità sufficienti relativamente al gas naturale liquefatto (Gnl), consistenti in impianti di liquefazione nei paesi produttori e in terminali Gnl e unità galleggianti di rigassificazione nell´Ue. Reputa inoltre che i nuovi terminali Gnl «dovrebbero essere considerati progetti di interesse europeo per via del loro contributo fondamentale alla diversificazione delle vie di approvvigionamento». Invita quindi la Commissione a dare il suo pieno sostegno agli investimenti destinati alla costruzione di impianti per lo stoccaggio strategico di gas. Mercato interno dell´energia e rete energetica comune - Il Parlamento invita la Commissione e gli Stati membri ad adoperarsi attivamente per aumentare il numero degli operatori nel mercato dell´energia, e in particolare ad adottare misure per promuovere la produzione di energia da parte delle Pmi e il loro ingresso nel mercato. Invita poi gli Stati membri e la Commissione a realizzare grandi investimenti nelle reti energetiche e a completare il mercato interno dell´energia attraverso iniziative quali «il gestore europeo della rete di trasmissione e la creazione di una rete europea del gas unica». Andrebbe inoltre anticipato al 2020 l´obiettivo di sviluppare e completare una rete elettrica interconnessa e "intelligente". Pertanto, chiedono agli Stati membri di cooperare all´elaborazione di un piano strategico europeo finalizzato alla programmazione pluriennale degli investimenti necessari. A loro parere, d´altra parte, il completamento del mercato interno dell´energia sarà conseguito solo se saranno realizzate interconnessioni fisiche che colleghino tutti gli Stati membri a una rete energetica comune. Relazioni esterne in materia di energia - Il Parlamento ribadisce la necessità di intensificare ulteriormente gli sforzi dell´Unione per sviluppare una politica estera comune in tema di energia tanto coerente quanto efficace. Sottolinea peraltro che lo sviluppo di legami tra l´Ue e i paesi produttori e di transito «dovrebbe accompagnarsi alla promozione e al rispetto della democrazia, dei diritti umani e dello Stato di diritto». Invita inoltre l´Ue ad approfondire la questione degli investimenti esteri nel settore europeo dell´energia «applicando la clausola di reciprocità» e a rafforzare il potere contrattuale delle imprese europee nei confronti delle imprese statali dei paesi terzi. Nel chiedere poi di promuovere la cooperazione su scala internazionale, i deputati invitano l´Ue a collaborare con i paesi dell´area del Mediterraneo e del Nord Africa, in particolare per quanto riguarda l´energia solare ed eolica. Esortano la Commissione a creare nuovi mercati regionali dell´energia con i paesi vicini, come la Comunità euromediterranea dell´energia e rilevano la necessità di includere la Turchia nel dispositivo europeo di dialogo permanente con la regione caspio-caucasica. Appoggiano poi l´intenzione di negoziare un nuovo accordo di ampia portata con la Russia in sostituzione di quello del 1997. Ma sottolineano la necessità di includere l´Ucraina nel dispositivo europeo di dialogo permanente con la Russia e, in tale contesto, approvando un emendamento proposto dal Pse, chiedono che sia concluso un accordo trilaterale «al fine di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nei prossimi anni». Rilevano inoltre l´importanza geopolitica della regione del Mar Nero per la sicurezza energetica dell´Ue e per la diversificazione del suo approvvigionamento di energia. Meccanismi di risposta alle crisi - Prendendo atto «della mancata solidarietà degli Stati membri» durante la recente crisi del gas, il Parlamento chiede di istituire un meccanismo che consentirebbe all´Ue di agire in modo efficace, rapido e coerente nelle situazioni di crisi provocate dall´interruzione di fornitura. Si compiace inoltre della volontà della Commissione di rivedere la direttiva che stabilisce l´obbligo per gli Stati membri di mantenere un livello minimo di scorte di petrolio greggio e/o di prodotti petroliferi e di migliorare le misure volte a garantire la sicurezza dell´approvvigionamento di gas naturale. Sottolinea, in proposito, che gli elementi principali della revisione della direttiva 2004/67/Ce dovrebbero essere vincolanti e includere efficaci piani d´azione a livello nazionale e dell´Ue per le situazioni d´emergenza. Questi dovrebbero stabilire, tra le altre cose, una dichiarazione comune di situazione di emergenza, la ripartizione degli approvvigionamenti disponibili e delle capacità di infrastruttura tra i paesi colpiti, un dispacciamento coordinato e l´introduzione di misure di emergenza nei paesi non interessati dall´emergenza, in modo da aumentare il volume di gas a disposizione dei mercati colpiti. Invita inoltre l´Ue e i suoi Stati membri «a mettere a punto un sistema di stoccaggio del gas con capacità di erogazione rapida». Efficienza energetica e migliore utilizzo delle risorse autoctone dell´Ue - Il Parlamento sollecita un approccio ambizioso per quanto riguarda la futura legislazione in materia di risparmio ed efficienza energetici, in particolare nei settori dell´edilizia, dell´industria e dei trasporti e per la pianificazione urbana e le apparecchiature. In proposito, auspica la messa a punto di una strategia di promozione e sostegno economico per infrastrutture come le reti di riscaldamento e refrigerazione che utilizzano risorse locali quali l´energia geotermica e il calore ottenuto attraverso la cogenerazione, l´adozione di ambiziosi obiettivi per quanto riguarda l´efficienza dei carburanti dei veicoli e la promozione del trasporto ferroviario. I deputati ritengono che le energie rinnovabili come quella eolica, solare, idraulica o geotermica, la biomassa e le risorse marine «siano la fonte potenziale di energia più importante dell´Unione europea, che può contribuire a stabilizzare i prezzi dell´energia e a contenere l´aumento della dipendenza energetica». Sollecitano poi un piano volto ad equipaggiare i tetti degli edifici di dispositivi come i pannelli solari per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. E invitano gli Stati membri e le autorità locali a offrire incentivi per l´utilizzazione degli oli usati e delle risorse locali sostenibili ottenute dalla biomassa. . |
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PARLAMENTO EUROPEO: UNA NUOVA DIRETTIVA PER CONCILIARE VITA PRIVATA E LAVORATIVA |
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Strasburgo, 4 febbraio 2009 - Il Parlamento europeo chiede una nuova direttiva volta a disciplinare i diritti e le garanzie riguardo alla conciliazione della vita professionale con quella privata. Sollecita l´istituzione di orari di lavoro flessibili per i genitori, il miglioramento dell´accesso alle strutture di assistenza per le persone non autosufficienti e regimi pensionistici che tengano conto del tempo dedicato alla cura della famiglia, nonché regimi di congedo parentale a carico della collettività e politiche fiscali mirate. Il tasso di occupazione delle donne con figli a carico è appena del 62,4% contro il 91,4% degli uomini, mentre sono donne il 76,5% dei lavoratori a tempo parziale. Approvando con 358 voti favorevoli, 271 contrari e 23 astensioni una risoluzione proposta dai Verdi/ale in alternativa alla relazione di Anna Záborská (Ppe/de, Sk), il Parlamento sottolinea anzitutto che il principio di solidarietà tra generazioni è uno degli assi portanti del modello sociale europeo. Rileva peraltro che, alla base del patto tra generi e generazioni, «deve stare la possibilità di organizzare la propria vita lavorativa e privata». Si tratta, più precisamente, di poter «conciliare le esigenze economiche e produttive del lavoro professionale con la facoltà di scegliere tempi e impegni, in un quadro di diritti e di responsabilità definiti per via legislativa e contrattuale». Chiede quindi alla Commissione di presentare una nuova proposta di direttiva a disciplina di diritti e garanzie specifici in merito alla conciliazione della vita professionale e della vita privata in presenza di familiari non autosufficienti a carico (minori, anziani e disabili). D´altro canto, i deputati temono che la proposta della Presidenza ceca, secondo cui la cura dei figli rappresenta una vera e propria alternativa alla carriera professionale, «tenda ad una divisione tradizionale dei compiti tra uomini e donne». Invitano invece gli Stati membri a prendere in considerazione orari di lavoro flessibili per i genitori (in base a libera scelta) e orari flessibili per le strutture di custodia dell´infanzia, per aiutare sia le donne che gli uomini a conciliare meglio la vita professionale con quella familiare. Chiedono poi di includere nella direttiva sull´organizzazione dell´orario di lavoro un apposito articolo sulla conciliazione tra vita professionale, familiare e personale. In proposito, ricordano agli Stati membri che, al Consiglio europeo di Barcellona del 2002, si sono assunti l´impegno di rimuovere gli ostacoli ad un´equa partecipazione di donne e uomini al mercato del lavoro e introdurre entro il 2010 strutture di assistenza per il 90% dei bambini dai tre anni all´età della scolarizzazione obbligatoria e per il 33% dei bambini al di sotto dei tre anni. Occorre quindi migliorare l´accessibilità ai servizi di cura e assistenza e la flessibilità di tali servizi. Anche perché, al momento, vi è un «enorme squilibrio» fra uomini e donne nella condivisione delle responsabilità domestiche e familiari, che spinge prevalentemente le donne a scegliere orari di lavoro flessibili o a lasciare del tutto il lavoro. Il Parlamento evidenzia che i regimi pensionistici degli Stati membri riconoscono ancora a molte donne unicamente diritti derivati, basati esclusivamente sulla carriera professionale dei mariti, «per cui la maggior parte delle persone anziane che vivono in condizioni di povertà sono donne». Invita quindi gli Stati membri ad affrontare i fattori strutturali che contribuiscono alla disuguaglianza nei regimi pensionistici, fra cui l´organizzazione delle attività di assistenza e la conciliazione della vita familiare con quella professionale, le disuguaglianze nel mondo del lavoro, lo scarto retributivo fra uomini e donne e la discriminazione diretta nei regimi pensionistici. Anche perché ritiene che la persona che dedica il suo tempo alla cura e all´educazione dei figli o all´assistenza ad una persona anziana «dovrebbe avere un riconoscimento da parte della società», in particolare in materia previdenziale e pensionistica. Gli Stati membri, per i deputati, dovrebbero anche sostenere i regimi di congedo (congedo parentale, congedo per adozione, congedo di solidarietà) applicabili a coloro che intendono interrompere l´attività professionale per prendersi cura di una persona non autosufficiente. Occorre inoltre intervenire per migliorare il trattamento non solo del congedo di maternità, ma anche del congedo di paternità e del congedo parentale, con particolare riferimento a quello fruito dai padri lavoratori. Il Parlamento invita quindi la Commissione, di concerto con gli Stati membri e le parti sociali, ad avviare un riesame delle politiche di equilibrio tra vita professionale e vita privata garantendo che i costi della maternità/paternità «non gravino sull´azienda ma sulla collettività», al fine di «eliminare i comportamenti discriminatori in seno all´azienda e sostenere il rilancio demografico». Il Parlamento ritiene poi che la solidarietà tra le generazioni vada promossa anche mediante attente politiche fiscali, sotto forma di trasferimenti, deduzioni e detrazioni. Invita quindi gli Stati membri a promuovere una politica fiscale che tenga conto degli obblighi finanziari delle famiglie, in particolare del costo della cura dell´infanzia e dell´assistenza alle persone anziane e non autosufficienti grazie a un regime fiscale o a un sistema di sgravi fiscali. Ma anche a rivedere il loro regime impositivo e a stabilire aliquote di tassazione basate sui diritti individuali. Di conseguenza, chiede l´individualizzazione dei diritti pensionistici e dei diritti previdenziali. Infine, il Parlamento rileva la necessità di adottare azioni positive per facilitare il ritorno al lavoro di donne e uomini che hanno dedicato un periodo alla famiglia. . |
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PARLAMENTO EUROPEO: DIBATTITO IN AULA SU GUANTANAMO E CIA |
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Strasburgo, 4 febbraio 2009 - Nel corso del dibattito in Aula, tutti si sono rallegrati per la decisione del Presidente Usa, Obama, di chiudere Guantanamo. Opinioni discordanti si sono invece registrate sull´opportunità o meno di accogliere i detenuti in Europa. Alcuni deputati hanno inoltre chiesto di far luce sul ruolo dei governi europei nelle attività della Cia sul territorio dell´Ue. Il Parlamento adotterà una risoluzione su Guantanamo. Dichiarazione della Presidenza - Alexandr Vondra, dopo aver rilevato le reiterate richieste del Parlamento affinché fosse chiuso Guantanamo, ha accolto con favore la decisione in tal senso assunta dal Presidente Obama. Ha quindi ricordato che il Consiglio ha discusso del modo in cui gli Stati membri possono offrire la loro assistenza agli Usa e, in particolare, della possibilità di accogliere ex detenuti di Guantanamo. Pur concordando sull´opportunità di giungere a una risposta politica comune, ha spiegato, l´eventuale azione europea coordinata solleva una serie di questioni politiche, legali e di sicurezza che richiedono un ulteriore esame e il coinvolgimento dei Ministri Ue della giustizia. Ha quindi assicurato che la Presidenza seguirà da vicino la questione, tenendo informato il Parlamento degli sviluppi. Apprezzando poi gli altri provvedimenti assunti da Obama, come lo stop degli interrogatori "rafforzati", il Ministro ha rilevato che consente un ulteriore rafforzamento della cooperazione tra l´Ue e gli Usa. Riguardo all´attività della Cia in Europa, ha sottolineato che il Consiglio «ha sempre reiterato il suo impegno a combattere il terrorismo ricorrendo a tutti i mezzi legali, poiché questo è una minaccia al nostro sistema di valori fondati sullo Stato di diritto». Ricordando che l´esistenza di prigioni segrete è contraria al diritto internazionale, ha esortato a concentrarsi sul futuro, piuttosto che sul passato, alla luce della nuova Presidenza Usa. Dichiarazione della Commissione - Jacques Barrot ha dichiarato che la Commissione si compiace dei «chiari mutamenti della politica americana», compresa «la maggior attenzione riservata ai diritti umani, in particolare ai sospettati di atti di terrorismo». L´unione europea aveva reiteratamente chiesto la chiusura di Guantanamo, ha aggiunto, e la posta in gioco «non è unicamente il rispetto del diritto internazionale», poiché le detenzioni senza processo «giocano in favore dei gruppi terroristici alla ricerca di nuovi affiliati». Ha quindi ricordato che, il 26 gennaio i Ministri degli affari esteri hanno discusso di Guantanamo per trovare un´azione concordata a livello Ue, rilevando che la questione di trovare «posti sicuri» per i detenuti sarà esaminata, ma si tratta di un «tema delicato». Fino ad ora, ha comunque osservato, gli Stati Uniti non hanno inviato richieste formali agli Stati membri per accogliere i detenuti. Il 26 febbraio il Consiglio giustizia e affari interni cercherà di trovare un approccio concertato a livello Ue ma, ha sottolineato, spetterà agli Stati membri prendere decisioni, caso per caso. Passando poi alla questione delle consegne da parte della Cia, Barrot ha evidenziato la necessità di sconfiggere il terrorismo rispettando i diritti umani, di stabilire la verità e, infine, di prevenire qualsiasi possibilità che tali atti si ripetano. Ha quindi ricordato di aver richiesto informazioni ad alcuni Stati membri, tra i quali la Polonia e la Romania, ma la responsabilità di condurre indagini compete essenzialmente alle autorità nazionali e non all´Ue. Interventi in nome dei gruppi politici - Hartmut Nassauer (Ppe/de, De) ha riconosciuto che «motivi di umanità» nei confronti di persone che sono state torturate, e che «hanno diritto alla nostra compassione», potrebbero giustificare l´accoglienza dei detenuti di Guantanamo in Europa. Tuttavia, ha sottolineato che occorre prendere in considerazione il fatto che molti di questi detenuti sono o sono stati terroristi e che «noi abbiamo l´obbligo di tutelare i cittadini europei da potenziali terroristi». Martin Schulz (Pse, De) ha risposto all´oratore precedente sottolineando che la sicurezza è stata messa in pericolo accettando che l´Amministrazione Bush agisse come ha fatto. Sarebbe quindi un errore «lasciare solo» il nuovo Presidente Usa che vuole cambiare direzione e ciò sarebbe in contraddizione con il ruolo dell´Ue di diffondere i diritti fondamentali e i suoi valori nel mondo. Guantanamo, ha aggiunto, «è un luogo di tortura e di vergogna, un simbolo che non si può accettare». Ricordando poi che la Carta Ue dei diritti fondamentali sancisce l´inviolabilità della dignità umana, ha sottolineato che tale principio «va garantito anche a coloro che violano i nostri principi». E´ solo così, ha concluso, «che possiamo contribuire alla sicurezza». Graham Watson (Alde/adle, Uk) si è compiaciuto per l´elezione del Presidente Obama e delle decisioni prese riguardo a Guantanamo e alle pratiche utilizzate nella lotta al terrorismo. Rallegrandosi inoltre per l´assicurazione che l´America ha disconosciuto le pratiche «squallide» come quella delle consegne straordinarie, ha ricordato che l´Europa non può restarne fuori, in quanto troppi Stati membri ne erano complici. L´atteggiamento individualista del 43° Presidente degli Stati Uniti, ha aggiunto, «ha portato ad un fallimento». Sui prigionieri di Guantanamo ha rilevato la necessità di una posizione coordinata a livello europeo, sottolineando che l´Europa sbaglierebbe a negare l´eventuale richiesta di aiuto americana. Konrad SzymaŃski (Uen, Pl), rilevando che un detenuto rilasciato su nove «è tornato a fare il terrorista», ha affermato che occorre «tirar fuori i nostri cittadini», isolare quelli pericolosi e riformare la Convenzione di Ginevra. Kathalijne Buitenweg (Verdi/ale, Nl) ha apprezzato gli sforzi profusi per avere una risposta congiunta ed ha sottolineato che ci sono altrei carceri, come quelli in Afghanistan, che dovrebbero essere chiuse. In merito alle attività della Cia in Europa, ha sostenuto che «non si devono chiudere gli occhi sul passato» per il solo fatto che è cambiato il Presidente Usa. Gabriele Zimmer (Gue/ngl, De) ha sottolineato che per anni sono stati negati i diritti fondamentali e che ora si cerca di ripristinarli, ma l´Europa esita. Occorre invece che parli con voce univoca e che Guantanamo «serva da trampolino per altre azioni». Nils Lundgren (Ind/dem, Se), lodando Obama per le sue inziative, ha sostenuto che i detenuti non condannati hanno il diritto di non rimanere negli Usa, ma l´Ue non è obbligata ad accoglierli. Interventi dei deputati italiani - Per Claudio Fava (Pse, It), chiudendo Guantanamo «si permette di correggere un vulnus che ha mortificato il diritto internazionale e che soprattutto non è servito alla lotta contro il terrorismo». Ha però aggiunto che, oggi, «non basta cogliere con favore la scelta di Obama» poiché è anche «il tempo delle responsabilità . Che chiamano in causa anche l´Europa e gli Stati membri». Guantanamo, ha spiegato, «è anche il frutto del silenzio dell´Europa ed è la collaborazione di molti nostri governi con il sistema delle renditions». In questi anni, ha aggiunto, «è accaduto che, da una parte, i nostri governi dicevano che Guantanamo andava chiuso e, dall´altra, spedivano laggiù i funzionari di polizia a interrogare i detenuti». Si tratta, ha insistito, «di responsabilità negate quando questo Parlamento ha indagato, ma che sono state ammesse e accertate negli ultimi due anni». In proposito, ha citato le scuse di Blair per i voli Cia, le prove emerse sui sorvoli della Spagna e le ammissioni del governo portoghese sul fatto che il governo dell´allora Primo Ministro Barroso «sapeva e ha messo a disposizione aeroporti e cielo del Portogallo per voli illegali della Cia». Si è quindi chiesto «e il diritto dei cittadini a sapere?». Ha quindi osservato che in questi anni «abbiamo manifestato molta buona volontà e molta ipocrisia, anche nelle parole mancate da parte del Consiglio». Il Parlamento, ha quindi ricordato, «due anni fa ha rivolto 46 raccomandazioni al Consiglio: ci saremmo aspettati che di queste raccomandazioni almeno qualcuna venisse presa nel dovuto esame». Jas Gawronski (Ppe/de, It) si è rallegrato che la risoluzione riconosca l´opportunità per i paesi europei di accettare i prigionieri di Guantanamo, dicendosi d´accordo con i presidenti Schulz e Watson. Osservando poi che nella risoluzione si parla di importanti cambiamenti nella politica americana rispetto alle leggi umanitarie, ha sottolineato di vedere anch´egli «qualche cambiamento, certo di tono, ma anche molta continuità con la politica dell´"odiato" Bush, visto che Obama non ha abbandonato il programma di extraordinary renditions e delle prigioni della Cia in territorio straniero», ponendo ciò all´attenzione della Presidenza ceca «che sembra avere un´idea diversa». In proposito, ha affermato che «gli entusiasti di Obama» potrebbero «presto soffrire qualche delusione». «La propaganda antiamericana, già così attiva nella commissione Cia di due anni fa - ha proseguito - ritorna nell´interrogazione orale sui voli della Cia in Europa». Al riguardo ha evidenziato che in un considerando si denuncia l´esistenza di una struttura segreta della Cia in Polonia. Cosa che, a suo parere, «non dovrebbe scandalizzare», poiché «sarebbe semmai strano il contrario». Ha quindi concluso sostenendo che ai firmatari dell´interrogazione desse fastidio il fatto che tale struttura fosse segreta: «vorrebbero sempre che i servizi segreti agissero senza segretezza, all´aperto, e che gli aerei della Cia portassero "Cia" scritto sulle ali come fosse British Airways o Air France». A suo parere però, «saranno delusi: neanche Obama arriverà a questo». Per Marco Cappato (Alde/adle, It) «gli Stati Uniti hanno creato il problema Guantanamo, un Presidente degli Stati Uniti si prepara a risolverlo, dobbiamo sapere se l´Unione europea avrà una qualsiasi forza e capacità di giocare un ruolo». A suo parere, infatti, «l´Unione europea deve collaborare, i nostri Stati membri devono accogliere i prigionieri, come i prigionieri uiguri ad esempio, senza sottostare alle pressioni della Cina». «Se non facciamo questo», ha ammonito, «rischiamo di essere irrilevanti anche nella fase della chiusura di Guantanamo». Ha poi aggiunto che ciò «può essere l´inizio di un nuovo lavoro per l´emersione della verità, delle responsabilità dei nostri governi nazionali – il governo portoghese, per esempio, quando era presidente Barroso – rispetto al fatto che sia stata lasciata cadere la proposta di esilio a Saddam Hussein, proposta che era l´unica alternativa alla guerra e che i nostri governi, insieme a quello degli Stati Uniti, hanno lasciato cadere». . |
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SCIENZA E VOLONTÀ POLITICA: INTERVISTA AL PRESIDENTE DI EUROSCIENCE ENRIC BANDA |
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Breuxelles, 4 febbraio 2009 - Il dottor Enric Banda, geofisico e presidente di Euroscience, un´organizzazione che riunisce oltre 2100 scienziati, ha rilasciato un´intervista al notiziario Cordis in cui ha parlato dell´importanza dei giovani scienziati, dell´impatto della crisi economica sulle carriere scientifiche e della sfida di costruire una base scientifica e tecnologica forte in Europa. Euroscience è un´organizzazione nata 11 anni fa che dà voce agli scienziati a livello europeo. "Si tratta di un´organizzazione fatta di individui, non di un´istituzione," ha spiegato il dott. Banda. Uno dei tanti obiettivi dell´organizzazione è, secondo lui, quello di influenzare e orientare il mondo della politica, il ché significa affrontare un duro nemico. "Il mondo politico è sicuramente sordo quando si tratta di ascoltare gli scienziati o le persone interessate alla scienza," ha detto. "I politici parlano di scienza e tecnologia, e poco dopo già non lo ricordano più. " "La scienza è un protagonista inevitabile della vita pubblica," ha detto, aggiungendo che Euroscience si impegna veramente per promuovere una solida base scientifica e tecnologica in Eruopa. "Questo è il nostro ideale e ciò per cui stiamo lavorando. E uno dei tanti modi in cui lo facciamo, è attraverso i giovani scienziati. " Euroscience si impegna a favore dei giovani scienziati, facendo loro da guida e incoraggiandoli a seguire una carriera scientifica, dovunque se ne presenti l´opportunità in Europa. L´attuale crisi economica avrà sicuramente delle ripercussioni sulla carriera di coloro che sono appena all´inizio, ha detto il dott. Banda; ma ha espresso la speranza che la necessità di innovazione aziendale probabilmente riuscirà ad attutire l´impatto. "Credo che, sfortunatamente, il mondo della scienza risentirà della crisi in termini di tagli di denaro pubblico speso per la scienza," ha detto. "Di solito le crisi portano a tagli nei bilanci, e dal punto di vista politico la scienza è un terreno facile dove applicare questi tagli. Ma questa crisi finanziaria non durerà per sempre, ha aggiunto. "Non si può lavorare in base all´idea ´c´è una crisi finanziaria, non riuscirò a trovare un lavoro´; si può essere colpiti da una crisi, e forse ci vorrà più tempo per trovare un lavoro, ma alla fine si troverà," ha fatto notare. "Non sono sicuro che nel mondo degli affari la parte innovativa delle aziende soffrirà, perché capiscono che questa è l´unica via per riuscire a superare la crisi. Quindi tutto sommato non sono pessimista," ha aggiunto. "Se guardiamo al settore privato, industriale, dei servizi vediamo che anche lì la conoscenza è il modo migliore per superare questo periodo difficile. Allora non riesco a credere che la gente pensi che il fatto di approfondire una carriera li condurrà ad una situazione di "non occupazione". Secondo il dott. Banda le universtià raccontano un´altra storia. Dato che la competizione è più feroce che mai, raggiungere una posizione di docenza, anche se dopo una lunga carriera, non è un fatto scontato per chi sceglie di rimanere in ambito accademico. Ma oggi chi sceglie la carriera scientifica ha la possibilità di seguire molte altre strade, soprattutto se è disposto a spostarsi. "Viviamo in un mondo globalizzato," ha detto al Notiziario Cordis. "Ci sono nel mondo molti luoghi dove queste persone possono trovare un impiego. Ora, se vogliono lavorare da casa, questo potrà risultare un po´ difficile. " "La mobilità è un problema europeo," ha detto il dott. Banda. "Io vengo da un paese del sud Europa, e posso quindi criticare il desiderio di far girare tutto intorno al paese dove sono nato, costruire una carriera non lontano da lì, finire la vita professionale nelle vicinanze, essere sepolto sempre nel luogo natio. " "Abbiamo ancora dei problemi e ottenere dei visti per gli scienziati che non sono europei è ancora difficile. Quindi la mobilità rappresenta pur sempre un problema in Europa, che però spero potrà essere risolto," ha detto il dott. Banda. "Perché la mobilità significa dinamismo del sistema, come possiamo vedere negli Usa. " Il dottor Banda è ottimista riguardo alla tabella di marcia per le infrastrutture della ricerca europea stabilita dall´Esfri (European Strategy Forum on Research Infrastructures). "È fondamentale che l´Europa abbia una tabella di marcia per quanto riguarda le infrastrutture del futuro, e ritengo che l´Esfri sia riuscito ad ofrire questo. Ma politicamente parlando siamo ancora bloccati [. ] La lista delle infrastrutture desiderate è lunghissima; esse sarebbero tutte positive per l´Europa, ma ciò non basta. Manca la volontà politica di realizzare queste idee a livello europeo; e se non manca, è comunque ancora molto debole. " La comunicazione è la base di Euroscience. Oltre ad una nuova pubblicazione online (The Euroscientist), che affronta una serie di argomenti di interesse scientifico e politico, ogni due anni l´organizzazione organizza un forum aperto ricco e molto frequentato. Il forum vuole offrire a tutti la possibilità di esprimere e condividere la propria opinione, ha detto il dott. Banda. "Non è rivolto soltanto agli scienziati, ma soprattutto ai responsabili delle politiche, imprenditori e cittadini comuni, nonché al mondo degli affari e ai giornalisti," ha detto. Il prossimo forum aperto si svolgerà nel 2010 a Torino (Italia), e nel 2012 toccherà a Dublino (Irlanda). Per ulteriori informazioni, visitare: Euroscience http://www. Euroscience. Org . |
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È NATA L´EUROREGIONE DELLE CAMERE DI COMMERCIO ITALO-FRANCESI: UNA SEDE A BRUXELLES, UN RAPPORTO ECONOMICO E UN GECT ALPMED |
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Torino, 4 febbraio 2009 - Si è svolto martedì 3 febbraio 2009, presso la sede di Unioncamere Piemonte, l’incontro tra le Unioni regionali delle Camere di commercio transfrontaliere di Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Paca e Rhône-alpes per definire i tempi di attuazione di alcune linee strategiche legate al progetto Euroregione Alpi-mediterraneo. L’evento di oggi è collegato al disegno politico che ha visto le Regioni Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Paca e Rhône-alpes siglare il 18 luglio 2006 un protocollo di intesa che ha dato origine all’Euroregione Alpi-mediterraneo e firmare il 10 ottobre 2007, nell’ambito degli Open Days a Bruxelles, il documento ufficiale che sancisce la nascita dell’Euroregione con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione territoriale in ambito politico, economico e culturale, con la costituzione di un Gect-gruppo Europeo di Associazioni Territoriali. Le Unioni regionali delle Camere di commercio, condividendo il disegno politico avviato dai rispettivi governi regionali e volendo contribuire al progetto (in particolare in ambito economico), hanno così avviato un processo di coordinamento e concertazione tra le Camere di commercio delle rispettive regioni. Tra linee d’azione, decise lo scorso 2 luglio a Marsiglia, la realizzazione di un rapporto economico annuale che conterrà tutte i numeri dell’Euroregione, la congiuntura regionale e le sfide dell’Euroregione e la creazione di Gect Alpmed dell’intero sistema camerale transfrontaliero capace di rapportarsi parallelamente al Gect regionale, così da creare i presupposti per riuscire ad accedere più semplicemente ai finanziamenti comunitari. Due importanti obiettivi che potrebbero essere coronati anche grazie alla condivisione a Bruxelles di un’unica sede camerale, che permetta una più stretta collaborazione sia istituzionale che operativa nel cuore dell’Europa. “Certi del ruolo strategico che le Camere di commercio italo-francesi ricoprono all’interno dell’area economica dell’Euroregione - un territorio di circa 110mila chilometri quadrati abitato da quasi 17 milioni di persone e con un Pil di 447 miliardi di euro - riteniamo fondamentale una cooperazione sempre più concreta tra le nostre regioni volta a rafforzare gli scambi in settori come lo sviluppo economico e l’informazione statistica. Proprio per questo ci sembra importante avere un’unica sede a Bruxelles: mettendo in comune know how e progettualità sarà più proficua la nostra azione di lobby su più tavoli istituzionali - commenta Ferruccio Dardanello, presidente Unioncamere Piemonte -. Attraverso politiche d’intervento coordinate cercheremo di rafforzare i legami politici e sociali di un’area economica forte con l’obiettivo di promuovere ulteriormente l’integrazione e lo sviluppo territoriale. Considerato che la competizione internazionale ormai si gioca fra territori, e non solo fra imprese, l´idea dell’Euroregione che opera in maniera sinergica potrebbe essere un’importante occasione per incrementare la competitività anche del nostro Piemonte". I Numeri Dell’euroregione Alpi-mediterraneo - L’euroregione Alpi-mediterraneo, che comprende le regioni Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Rhône-alpes e Paca, per un totale di 27 tra province e dipartimenti, si estende su una superficie di oltre 100mila kmq a cavallo tra Italia e Francia e interessa una popolazione di quasi 17 milioni di persone. L’area può contare su circa 1 milione e 500mila imprese e vede un mercato del lavoro forte di 6,5 milioni di occupati, dei quali il 7,7% impiegato in settori manifatturieri ad alta e medio-alta tecnologia e il 36% operante in settori ad elevato contenuto di conoscenza. Il Pil prodotto dall’Euroregione è quasi di 450 miliardi di euro; il Pil per abitante risulta in media pari a 26. 515 euro, a fronte dei 22. 400 euro della media dell’Ue a 27. Le cinque regioni esportano nel 2007 merci per un ammontare complessivo di oltre 106 miliardi di euro, in crescita del 5,4% rispetto all’anno precedente. . . |
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FORUM CDC ADRIATICO E IONIO, COINVOLTA CROAZIA |
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Ancona, 4 febbraio 2009 - Durante la riunione del Comitato dei Coordinatori Nazionali dell´Iniziativa Adriatico Ionica (Iai) indetta dalla Presidenza di turno greca, sono state discusse le future linee di intervento dell´organismo interministeriale. Lo rende noto la Camera di Commercio di Ancona. Uno spazio importante dei lavori è stato riservato ad Adrion, il marchio ombrello, che unisce e integra i turismi nautici, culturali, enogastronici, ambientali e rurali dei vari Paesi dell´area, che ora si presenteranno all´estero in maniera unitaria per potenziare l´attrattività verso i mercati emergenti. Il Ministero Affari Esteri italiano e quello greco hanno evidenziato l´esigenza di coordinare gli attuali lavori dello Iai con i Forum dell´area Adriatico Ionica in vista della prossima presidenza italiana dello Iai, dando particolare importanza al progetto Adrion considerato ormai strategico per l´intero bacino adriatico-ionico. Tanta attenzione per il progetto turistico integrato indica che in questi anni, durante i quali si è cercato un coinvolgimento sempre maggiore dei partner internazionali, si è riusciti a ricoprire un ruolo di collegamento e coinvolgimento degli operatori privati. Intanto il lavoro del tavolo del turismo del Forum delle Camere di Commercio prosegue e si è tenuto alla Camera di Commercio di Ancona un incontro operativo tra i referenti delle Camere partner del progetto di promozione Adrion (Croazia, Albania, Grecia, Italia), i referenti del Segretario Generale Iai, e sono state pianificate le attività promozionali dei prossimi due anni con il coinvolgimento dei tour operator. . . |
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TESTO INTEGRALE MINISTERO DELL´ECONOMIA N. 206 IN MATERIA DI ALBO CONSULENTI DI INVESTIMENTO |
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Milano, 4 febbraio 2009 - Il Ministro Dell’economia E Delle Finanze Visto il decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58; Visto in particolare l’articolo 18-bis del citato decreto legislativo, ai sensi del quale il Ministro dell’economia e delle finanze, con regolamento adottato sentite la Banca d’Italia e la Consob, stabilisce i requisiti di professionalità, onorabilità, indipendenza e patrimoniali da possedersi da parte delle persone fisiche per la prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti; Sentita la Banca d’Italia; Sentita la Consob; Visto l’articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400; Udito il parere del Consiglio di Stato espresso nell’adunanza della sezione consultiva per gli atti normativi in data 12 maggio 2008; Vista la nota prot. N. 11049 del 1 ottobre 2008, con la quale, ai sensi dell’articolo 17 della citata legge n. 400/1988, lo schema di regolamento è stato comunicato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri; Adotta il seguente regolamento: Art. 1. Definizioni 1. Nel presente regolamento si intendono per: a) «Albo»: l’albo delle persone fisiche consulenti finanziari di cui all’articolo 18-bis, comma 2, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58; b) «consulenti finanziari»: le persone fisiche di cui all’articolo 18-bis, comma 1, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58; c) «consulenza in materia di investimenti»: il servizio di investimento di cui all’articolo 1, comma 5-septies, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58; d) «emittenti e intermediari»: gli emittenti prodotti finanziari, i soggetti abilitati di cui all’articolo 1, comma 1, lettera r), del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58, le imprese di assicurazione, gli agenti di cambio, le società di cui all’articolo 60, comma 4, del decreto legislativo 23 luglio 1996, n. 415, la società Poste Italiane autorizzata alla prestazione di servizi di investimento ai sensi degli articoli 2 e 12 del decreto del Presidente della Repubblica 14 marzo 2001, n. 144, e ogni altro soggetto che intermedia risorse finanziarie attraverso prodotti finanziari, qualunque sia il Paese in cui tali soggetti hanno la propria sede; e) «Organismo»: l’organismo di cui all’articolo 18-bis, comma 2, del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. Art. 2. Requisiti di professionalità 1. Per l’iscrizione all’Albo è necessario un titolo di studio non inferiore al diploma di istruzione secondaria superiore, rilasciato a seguito di corso di durata quinquennale, ovvero quadriennale integrato dal corso annuale previsto dalla legge o un titolo di studio estero equipollente, sulla base di una valutazione di equivalenza sostanziale a cura dell’Organismo. 2. Ai fini dell’iscrizione all’Albo occorre, altresì, possedere un’adeguata conoscenza specialistica in materie giuridiche, economiche, finanziarie e tecniche, rilevanti nella prestazione del servizio di consulenza in materia di investimenti, e individuate dall’Organismo. La conoscenza adeguata è accertata tramite una prova valutativa indetta dall’Organismo, secondo le modalità da questo stabilite. 3. Sono esonerati dalla prova valutativa di cui al comma 2: a) i promotori finanziari regolarmente iscritti al relativo albo che, per uno o più periodi di tempo complessivamente pari a due anni nei tre anni precedenti la richiesta di iscrizione all’Albo, hanno esercitato la propria attività professionale per conto di soggetti abilitati che nei medesimi periodi hanno svolto attività di consulenza in materia di investimenti; b) i quadri direttivi di terzo e quarto livello di soggetti abilitati che, per uno o più periodi di tempo complessivamente pari a due anni nei tre anni precedenti la richiesta di iscrizione all’Albo, sono stati addetti al servizio di consulenza in materia di investimenti ovvero il personale preposto ad una dipendenza o ad un’altra unità operativa di un soggetto abilitato, o comunque responsabile della stessa, addetto al servizio di consulenza in materia di investimenti; c) gli agenti di cambio. 4. Ai fini dell’esonero dalla prova valutativa, i soggetti di cui al comma 3 producono la documentazione attestante l’esercizio dell’attivita’ professionale. La documentazione da produrre per l’attestazione del possesso dei requisiti professionali di cui alle lettere a) e b) del comma 3 deve includere la dichiarazione di un rappresentante del soggetto abilitato attestante l’ufficio al quale il richiedente l’iscrizione all’Albo è stato addetto, le mansioni ricoperte e il relativo periodo di svolgimento. 5. Per il mantenimento dell’iscrizione all’Albo, i consulenti finanziari sono tenuti all’aggiornamento professionale nelle materie di cui al comma 2, nella misura e secondo le modalità stabilite dalla Consob con regolamento ai sensi dell’articolo 18-bis, comma 5, lettera g), del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58. Commento: Nel definire i requisiti di professionalità per accedere al nascituro albo dei consulenti finanziari l’art. 2 del decreto indica con chiarezza anche le categorie esonerate dalla prova valutativa necessaria per l’iscrizione all’albo. Importante segnalare che quanto indicato alle lettere a) e b) del comma 3 ha validità a partire dal 1° novembre 2009. Fino a quella data, ai fini dell’esonero dalla prova valutativa, sono valide le indicazioni stabilite nel comma 4 dell’art. 7 del presente decreto. . |
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FORMIGONI: LA RICETTA ANTICRISI E´ FARE SISTEMA DATI DELL´ULTIMO TRIMESTRE 2008 CONFERMANO IL CALO DELL´ECONOMIA REGIONE LOMBARDIA, 11 MILIARDI DI OPERE. APPELLO A INVESTIMENTI E CREDITI |
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Milano, 4 febbraio 2009 - La Lombardia sta reagendo al meglio alla crisi economica mondiale che la interessa, e continuerà a farlo. Lo farà come sistema, istituzioni, soggetti economici, finanziari, realtà sociali: insomma, il sistema lombardo. E´ il messaggio che il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ha lanciato oggi in occasione della presentazione dell´indagine trimestrale sull´economia lombarda messa a punto da Unioncamere, Confindustria, e Regione Lombardia stessa. L´indagine ha confermato la criticità del quadro congiunturale: un calo della produzione industriale del 6%, calo degli ordinativi, flessione dell´occupazione (-1,2% nel saldo tra tasso di ingresso e d´uscita dal lavoro), aumento del prodotto ma non venduto, prevalenza del pessimismo nelle aspettative degli imprenditori industriali. Di fronte a questo Regione Lombardia si è già mossa. A favore delle imprese, con 13 misure anticrisi mirate a potenziare il sistema delle garanzie, l´agevolazione degli investimenti, la ricerca, l´innovazione, l´internazionalizzazione. A favore delle famiglie numerose e meno abbienti, con il bonus famiglia (1. 500 euro per un anno, con un bando da 20 milioni che sarà operativo a metà febbraio). Con gli interventi a sostegno dell´occupazione, in dialogo con il Governo e la Ue. E con il fatto che nel 2009-2010 Regione Lombardia mette in campo 11 miliardi di lavori pubblici, tra grandi opere viarie (7,6 milioni), autostrade regionali (2,5 milioni) e 7 nuovi ospedali (oltre 1 milione). Per Formigoni la vera risposta è nella capacità di fare sistema: "Oggi è più che mai evidente la necessità di uno sforzo comune da realizzare - ha detto il presidente - mediante la costruzione di un´alleanza di tutto il sistema. Con questa crisi, infatti, è tutto il sistema nel suo complesso a doversi rimettere in discussione e in azione". In uno spirito di corresponsabilità. Dialogo e collaborazione sono già stati messi in campo con Unione Europea, Governo, sistema bancario, imprenditori, Camere di Commercio. Formigoni rilancia l´appello "al sistema finanziario, cui chiedo di continuare a sostenere lo sforzo dei nostri imprenditori garantendo gli strumenti finanziari necessari, a partire dal credito". Alle imprese, cui Formigoni chiede "di continuare a investire con fiducia". Alle istituzioni, perché "continuino ad attuare politiche di sostegno e di investimento come Regione Lombardia ha fatto, confermando e incrementando tutti i propri impegni sugli investimenti infrastrutturali". Al sistema camerale perché "continui la collaborazione fattiva con Regione Lombardia che sta dando risultati significativi, mettendo in campo la propria capacità di lettura del bisogno delle imprese e di orientamento delle politiche di sostegno". Ed ecco una sintesi dell´analisi congiunturale presentata ieri. L´analisi congiunturale del quarto trimestre 2008 su industria e artigianato manifatturiero di Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia, Confindustria Lombardia e con la collaborazione delle Associazioni regionali dell´Artigianato (Confartigianato Lombardia, Cna Lombardia, Casartigiani Lombardia, Claai Lombardia) è stata effettuata attraverso 1. 817 interviste ad aziende industriali e 1. 487 ad aziende dell´artigianato manifatturiero. Il quarto trimestre 2008 registra una riduzione della produzione industriale del 6,0% rispetto al quarto trimestre 2007 e del 4,1% rispetto al trimestre precedente (dato destagionalizzato). Per le aziende artigiane manifatturiere si aggrava la fase negativa iniziata a metà dello scorso anno: nel quarto trimestre 2008 la produzione cala del 7,2% su base annua e del 2,4% rispetto al trimestre precedente (dato destagionalizzato). Il rallentamento risulta molto diffuso a livello settoriale. Positivo solo l´alimentare (+0,8%). I restanti settori registrano variazioni negative, in particolare l´abbigliamento (-8,6%) e il tessile (-8,4%). Anche settori importanti per l´economia lombarda, come la meccanica e la chimica, registrano una significativa contrazione della produzione su base annua (-5,5% la meccanica e -5,1% la chimica). Nell´artigianato tutti i settori presentano variazioni della produzione su base annua negative (dal -9,5% dell´abbigliamento al -3,9% dell´alimentare). Nell´artigianato è più marcato il calo per le microimprese (da 3 a 5 addetti, -7,4%) rispetto a quelle di dimensioni maggiori (da 6 a 9 addetti, -7,1%, e oltre 10 addetti, -7,0%). Il dato medio generale continua a nascondere andamenti differenziati fra le imprese: nell´industria, a fronte del 20% di imprese con variazioni della produzione minime che oscillano attorno allo zero, il 52% ha variazioni tendenziali molto negative (superiori al -5%) e una quota inferiore (il 17%) ha registrato variazioni molto positive (superiori al +5%). Aumenta quindi il differenziale negativo tra le imprese in crescita e quelle in calo. L´occupazione è in flessione per l´industria con un saldo tra tasso d´ingresso e di uscita del -1,2%. Andamento più negativo per l´artigianato che registra un saldo tra tasso di ingresso e di uscita pari a -1,5%. Le aspettative sulla produzione degli imprenditori industriali per il primo trimestre 2009 vedono prevalere i pessimisti sugli ottimisti, con un saldo nettamente negativo (-44%). Ulteriori informazioni sul sito www. Unioncamerelombardia. It . |
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ASSESSORE REGIONALE VENETO SILVESTRIN A LUBLINO (POLONIA) PER SOTTOSCRIZIONE INTESA CON VOIVODATO SU ECONOMIA, FORMAZIONE PROFESSIONALE, SANITA’, TURISMO |
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Venezia, 4 febbraio 2009 - Intesa tra Regione Veneto e Voivodato di Lublino (terza regione per importanza della Polonia) in tema di cooperazione internazionale. Infatti, Flavio Silvestrin, Assessore alle Politiche degli Enti locali della Regione Veneto si reca oggi a Lublino, capoluogo della regione omonima, dove il 5 febbraio sottoscriverà, assieme al Maresciallo del Voivodato di Lublino Krzysztof Grabczuk, un protocollo d’intesa “con l’obiettivo di instaurare – spiega Silevstrin – rapporti di collaborazione tra le rispettive popolazioni tramite la cooperazione e lo scambio di informazioni in una pluralità di settori: dai rapporti tra le istituzioni venete e lublinesi scolastiche e culturali alla tutela del territorio, dai rapporti tra università e centri di ricerca all’economia in generale (con particolare attenzione alle piccole e medie imprese), dalla formazione professionale alla sanità e al turismo e sport”. E’ previsto che l’intesa tra Veneto e Lublino abbia una durata di cinque anni. La visita dell’Assessore Silvestrin prevede, tra l’altro, un incontro con i rappresentanti della Fiera internazionale di Lublino per verificare le possibilità di cooperazione e partecipazione nelle fiere commerciali, e all’Università di tecnologia do Lublino dove incontrerà i rappresentanti dell’Ateneo per discutere di cooperazione nel campo delle energie rinnovabili. . |
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MOLISE: IL PRESIDENTE IORIO, E´ PARTITO IERI ALLA VOLTA DI WASHINGTON DC, NEGLI STATI UNITI, DOVE AVRA´ UNA SERIE DI INCONTRI CON IL MONDO ISTITUZIONALE, ECONOMICO, SCIENTIFICO E RELIGIOSO AMERICANO |
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Campobasso, 4 febbraio 2009 - Il Presidente della Regione Molise, Michele Iorio, è partito ieri alla volta di Washington Dc, negli Stati Uniti, dove avrà una serie di incontri con il mondo istituzionale, economico, scientifico e religioso americano. Il Presidente Iorio parteciperà anche il prossimo 5 febbraio, come ormai tradizione, al 57° National Prayer Breakfast. Il National Prayer Breakfast rappresenta un momento di incontro e di preghiera organizzato dal Congresso degli Stati Uniti, e che vede la partecipazione dei vertici politici, militari, finanziari e religiosi degli States, oltre ad una serie di importanti e selezionati ospiti provenienti da vari Paesi del mondo. Un momento di preghiera corale voluto dal Governo e dal Parlamento Usa per un futuro di pace e di armonia sia della grande Nazione Americana che per il resto del mondo. Al National Prayer Breakfast parteciperà, come di consuetudine, anche il Presidente degli Stati Uniti. Sarà quindi la prima presenza del neo Presidente Barack Obama. Il Presidente Iorio, come gli altri anni, ha ricevuto l´invito direttamente dal Congresso degli Stati Uniti e sarà uno dei primi vertici delle Istituzioni italiane a partecipare ad un evento ufficiale del neo Presidente Obama. Appena giunto a Washington il Presidente Iorio sarà ospite dell´"Abruzzo and Molise Heritage Society" che ha organizzato una serata di gala in suo onore. Un´ottima occasione questa, per incontrare molti corregionali residenti negli States, per rinsaldare i rapporti e per creare nuove condizioni di collaborazione. . |
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TRENTO, FINANZIARIA: DELLAI ILLUSTRA LA MANOVRA ALLE OPPOSIZIONI "DALLA POLITICA NECESSARIA UNA RISPOSTA CORALE PUR NEL RISPETTO DELLE POSIZIONI DI OGNUNO" |
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Trento, 4 febbraio 2009 - "La comunità si aspetta che la politica nel suo insieme dia una risposta quanto più possibile corale, pur nel rispetto delle posizioni di ciascuno, ai problemi e alle paure generate dalla crisi economico-finanziaria. Spetta quindi all´intera classe politica governare questo processo guidando il Trentino fuori dalla fase dell´emergenza e attrezzandolo nel migliore dei modi per affrontare le sfide del futuro". Questo il messaggio lanciato oggi dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai, nel sintetizzare lo spirito della manovra finanziaria trentina ai rappresentanti delle forze politiche di opposizione in Consiglio provinciale. L´incontro si è svolto questo pomeriggio al palazzo della Regione, presenti i consiglieri Eccher, Viola, Savoi e Giovanazzi. Il richiamo alla crisi che sta attraversando l´economia globale non poteva che essere il punto di partenza della breve relazione tenuta di Dellai secondo il quale "l´opinione pubblica forse sta sottovalutando gli effetti della recessione. Spetta quindi alla politica governare un fenomeno che non ha precedenti. Dobbiamo mettere in campo tutte le risorse necessarie per arginare la recessione ma anche per avviare un miglioramento strutturale del Trentino, i cui effetti si protraggano oltre la fase dell´emergenza, sia per quanto riguarda la competitività della nostra economia sia sul versante dei servizi sociali, del cosiddetto nuovo welfare". Dellai ha inoltre riassunto i capisaldi della manovra finanziaria, che sono com´è noto: interventi di sostegno al reddito, misure di contrasto alla povertà e per promuovere l’occupazione; interventi a sostegno delle imprese; azioni strutturali per la produttività e la competitività del sistema; una manovra straordinaria sugli investimenti a sostegno della domanda interna con elevate ricadute sul territorio. Spicca in questo quadro la spesa in favore delle fasce sociali in difficoltà, che ammonta a 92 milioni di euro. Le misure a sostegno delle imprese ammontano invece ad un totale di 141 milioni di euro. 88 milioni sono stati previsti per favorire una maggiore produttività e competitività del sistema. Infine, per il sostegno della domanda interna è programmata una manovra straordinaria sugli investimenti per un totale di 482 milioni di euro. "Se il Trentino si muove tutto unito - ha concluso Dellai - può dare risposte che forse altri territori non possono dare. Ne siamo convinti, come pure del fatto che la collaborazione, nel rispetto dei ruoli, garantirà il raggiungimento di quei risultati che la comunità si attende, e ci metterà nella condizione di ripartire con slancio quando inizierà la fase della ripresa. " . . |
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AL VIA LA CITTÀ METROPOLITANA DI MILANO, PRESENTATO IL DISEGNO DI LEGGE DEL PARTITO DEMOCRATICO |
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Roma, 4 febbraio 2009 - È pronto il disegno di legge per l’attuazione della Città metropolitana di Milano e sarà presentato nei prossimi giorni al Senato dai senatori milanesi Marilena Adamo, Luigi Vimercati, Fiorenza Bassoli, Mauro Del Vecchio, Pietro Ichino, Giorgio Roilo e Umberto Veronesi. Cessa di esistere la Provincia di Milano e nasce un ente nuovo, con funzioni precise e efficacemente esercitabili. Un ente più snello, con un sindaco e un consiglio metropolitani in grado di assumere decisioni rapidamente. “L’approvazione in prima lettura al Senato del federalismo fiscale e l’avvio in Commissione Affari costituzionali del dibattito sulla Carta delle autonomie – dichiara la senatrice Marilena Adamo, segretaria della Commissione Affari Costituzionali del Senato – iniziano a segnare un quadro di riferimento per l’attuazione delle città metropolitane. Penso sia molto importante, inoltre, che su questo tema ci sia una forte volontà del Partito Democratico, raccolta e condivisa dalla maggioranza. Con questo disegno di legge vogliamo quindi tracciare un percorso più veloce ed efficace per l’istituzione della Città metropolitana di Milano. Le forze sociali si aspettano una governance locale efficiente che conduca Milano al traguardo dell’Expo 2015”. “L’area metropolitana milanese – continua il senatore Luigi Vimercati, segretario della Commissione lavori pubblici, comunicazioni del Senato – è impegnata in un lavoro di rilancio economico del proprio territorio in un delicato momento di crisi. Dobbiamo superare lo scollamento tra la realtà socio-economica di questo territorio e l’attuale sistema istituzionale, che rappresenta un freno allo sviluppo. Per affrontare questa sfida e anche per supportare il percorso dell’Expo 2015 è necessario attivare da subito, in materie precise, forme di governo di area vasta. Penso, ad esempio, alla pianificazione territoriale, al sostegno allo sviluppo economico, all’ambiente, alle infrastrutture e ai trasporti. La Città metropolitana di Milano che oggi presentiamo è la risposta a queste esigenze”. Sintesi dei contenuti
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Competenze esclusive della Città metropolitana |
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- pianificazione territoriale generale |
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- sostegno allo sviluppo economico |
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- ambiente e rifiuti |
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- trasporti e infrastrutture di area vasta |
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- lavoro e formazione |
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- agricoltura |
Nuove funzioni |
- turismo |
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Competenze esclusive dei Comuni e dei municipi del Comune di |
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Milano |
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- servizi alla persona |
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- pari opportunit |
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- attivit sociali |
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- cultura |
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- urbanistica |
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Sindaco metropolitano |
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- eletto dai cittadini insieme al consiglio metropolitano |
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- esercita tutte le funzioni amministrative |
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- esercita le funzioni prefettizie |
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Consiglio metropolitano |
Nuovi organi |
- 45 consiglieri eletti - attività di indirizzo politico-amministrativo |
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Conferenza dei sindaci |
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- composta da tutti i sindaci dei Comuni della Citt metropolitana di Milano e dai presidenti dei municipi del |
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Comune di Milano |
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- esprime pareri al consiglio metropolitano |
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Soppressione Provincia di Milano |
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- passaggio di personale e risorse finanziare alla |
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Città metropolitana e ai Comuni |
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Possibile superamento delle province limitrofe |
Novit significative |
- possono entrare a far parte della Citt metropolitana di |
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Milano province limitrofe e comuni contermini |
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Autorità unica per trasporti e infrastrutture |
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Staff tecnico a supporto del sindaco metropolitano | . |
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VICENZA: SINTESI DEGLI INTERVENTI SULLE PROVINCIE DEL PRESIDENTE SCHNECK E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GASPAROTTO |
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Vicenza, 4 febbraio 2009 - Sintesi della dichiarazione del Presidente della Provincia Attilio Schneck: Siamo coinvolti in questo dibattito sulle Province non tanto e non solo come amministratori pro-tempore della Provincia di Vicenza, ma in un contesto più ampio di rappresentanti dei cittadini in un sistema istituzionale complesso. L´ente Provincia non ha solo un significato storico, ma anche e soprattutto un´identità territoriale da cui non si può prescindere. Il 52% del Pil in Italia è assorbito dalla spesa pubblica. È un dato che fa riflettere, ma altrettanto devono far riflettere altri due numeri: 100 milioni è il costo delle Province, 2miliardi e 500milioni è il costo del Parlamento. Se l´abolizione delle Province fosse la ricetta per risollevare le sorti economiche del nostro Paese e per far sì che la spesa pubblica incida sul Pil tanto quanto incide in altri Stati Europei, saremmo i primi a dire che sì, la Provincia va abolita. Ma siamo convinti che non sia così. Anzi. Solo chi non ha mai fatto l´amministratore può fare una simile dichiarazione e può sostenere l´utilità dell´abolizione di questo importante ente intermedio. È necessaria piuttosto la rivisitazione della funzione che le Province hanno. Sempre più la Regione delega le Province su settori su cui è chiaro che non riuscirebbe a dare una risposta concreta in quanto troppo lontana dal cittadino. In questo senso, si sta realizzando quel decentramento che da tempo auspichiamo quale cura a tanti sprechi. Ma è necessario che assieme alla delega delle funzioni arrivino alle Province anche le risorse per poter svolgere al meglio queste funzioni. Oggi le entrate della Provincia si limitano a due grandi serbatoi: l´imposta sulla trascrizione delle auto e l´addizionale all´energia elettrica. E con questi due soli capitoli di entrata la Provincia di Vicenza riesce ad avere una autonomia finanziaria pari al 78%. Ciò vuol dire che riusciamo a gestire un´area vasta come la Provincia in buona parte con i soldi che arrivano direttamente dai cittadini di questo territorio, i quali hanno scelto chi li deve amministrare, i quali potranno esprimere il loro apprezzamento per ciò che facciamo, o criticarci per ciò che non facciamo o facciamo male. Cosa che invece i cittadini non possono fare con tanti Presidenti e consiglieri di Enti che non hanno scelto né voluto, persone che non sono state elette ma imposte dalla politica e che solo alla politica devono una risposta, non ai cittadini. I settori di intervento della Provincia sono tanti e importanti. Le Province si occupano di lavoro, di strade, di scuole, di turismo, di ambiente, di agricoltura, coordinano le Protezioni Civili, fanno formazione. Chi potrebbe sostituirsi alle Province con la stessa efficacia? Chi potrebbe muoversi con la stessa sinergia con enti di rilievo provinciale quali la Prefettura, le parti sociali, le associazioni di categoria, gli ordini professionali? Di certo non la Regione, troppo lontana dal cuore dei suoi territori. Di certo non i Comuni, spesso troppo piccoli, come tanti comuni vicentini, che non hanno la forza economica né le capacità di occuparsi di questioni di ampio respiro. La Provincia, con i Comuni, è il fulcro del cambiamento in senso federalista, come lo è stata per il decentramento amministrativo. La Provincia, e in particolar modo la Provincia di Vicenza, sa bene cosa significhino il principio di sussidiarietà e solidarietà, se è vero che fornisce assistenza tecnica e legale ai piccoli Comuni del territorio, che oggi non hanno la possibilità di ricorrere all´ausilio di un professionista o di un legale. Questo è il ruolo della Provincia: il coordinamento. Dando gli indirizzi generali ai Sindaci, che considero dei veri e propri missionari per il delicato ruolo che hanno. Non è un ombrello di protezione quello che offriamo, ma un coordinamento. La Provincia è il Territorio. Se davvero si vuole snellire l´apparato, riducendo nel contempo i costi dell´amministrazione, bisogna cambiare indirizzo. Se davvero si vuole abolire la Provincia, si pensi a chi la può sostituire, in che modo e con che costi. Sono certo che nessuno è in grado di sostituire la Provincia senza aumentarne il costo almeno di dieci volte. Piuttosto, è il non-federalismo che genera costi. Perché è giusto che esistano regole uguali per tutti. Ma è ingiusto che queste regole non vengano da tutti seguite. Che i bilanci siano così diseguali. Che ogni ente vada per conto suo. L´intero sistema deve crescere. E l´unica via è il federalismo. Sintesi della dichiarazione del Presidente del Consiglio Valter Gasparotto: Come Consiglio e Giunta Provinciale abbiamo accolto di buon grado l´invito del Presidente Nazionale dell´Upi per questa giornata, che non vuole essere di protesta ma bensì di mobilitazione, per ribadire l´importante ruolo che le Province svolgono quali enti indispensabili per il coordinamento di area vasta e per ribadire altresì che il federalismo che oggi, faticosamente, sta muovendo i primi passi non può prescindere dal ruolo dell´Ente Provincia. Questa è una giornata per ricordare il nostro quotidiano impegno verso il territorio e la centralità delle nostre istituzioni, chiamate a dare risposte concrete alla crisi in atto attraverso in servizi che offrono ai cittadini, è una giornata per parlare delle vere questioni che interessano le nostre comunità. Noi oggi siamo a chiedere , come recita l´ordine del giorno, un forte riordino istituzionale che consenta di semplificare la pubblica amministrazione individuando le funzioni fondamentali e le relative risorse di Comuni, Province e Regioni, razionalizzando, se del caso, sforbiciando, tutti quegli enti e strutture che non hanno una diretta legittimazione democratica e che non sono quindi responsabili nei confronti dei cittadini. . |
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DA REGIONE VENETO QUASI 22 MILIONI A 19 PROGETTI “STRATEGICI” PER IL TERRITORIO |
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Venezia, 4 febbraio 2009 - E’ stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione (n. 9 del 27 gennaio) il provvedimento della giunta veneta che assegna un importo di quasi 22 milioni di euro, su relazione dell’assessore alle politiche di bilancio Marialuisa Coppola di concerto con l’assessore all’economia Vendemiano Sartor, a 19 interventi infrastrutturali, previsti nell’ambito dei patti territoriali e di altri strumenti di programmazione negoziata e decentrata. Con un apposito bando è stata data la possibilità di presentare richiesta di finanziamento ai soggetti responsabili di Patti Territoriali o di Intese Programmatiche d’Area (Ipa) del Veneto per la realizzazione di opere e infrastrutture pubbliche - considerate strategiche dai richiedenti - nei settori dello sviluppo locale, sviluppo turistico, promozione e diffusione di prodotti tipici locali, beni culturali, valorizzazione delle risorse paesaggistiche, progetti integrati di riqualificazione urbana con lo specifico obiettivo di miglioramento della competitività economica dei singoli centri urbani, ulteriori progetti integrati di area vasta. Per la realizzazione di ciascuno dei progetti sarà sottoscritto un disciplinare tra soggetto attuatore e Regione. . |
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12 MLN A PMI LOMBARDE PER MACCHINARI TECNOLOGICI UN INTERVENTO PER LA COMPETITIVITA´ E LA TUTELA DELL´AMBIENTE |
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Milano, 4 febbraio 2009 - La Giunta regionale della Lombardia, su proposta dell´assessore all´Industria, Piccola e Media Impresa e Cooperazione, Romano La Russa, ha stanziato 12 milioni di euro a favore delle piccole e medie imprese per l´acquisto di macchinari, nuovi e tecnologicamente avanzati, che riducano le emissioni nocive ai danni dell´ambiente e che rispondano alle nuove normative. La decisione fa parte del più ampio "pacchetto anticrisi" già presentato dal presidente della Giunta, Roberto Formigoni, che garantisce crediti per 3 miliardi di euro e 1 miliardo di euro di finanziamenti diretti per l´ innovazione, l´internazionalizzazione e i servizi al commercio. "La nuova misura - spiega La Russa - ha il suo fondamento nelle nuove norme recentemente varate dall´Unione Europea e nella volontà di Regione Lombardia di supportare la crescita competitiva del sistema produttivo, territoriale e sociale lombardo. I 12 milioni iniziali potranno anche aumentare in base al numero delle richieste che arriveranno, perché quello che a noi interessa è adeguarci agli standard europei e, così come auspica la legge regionale n. 1 del 2007 sulla competitività, rendere le nostre imprese sempre più competitive sui mercati internazionali, nonostante la concorrenza sempre maggiore e spesso non leale". Le piccole e medie imprese per ottenere il contributo, che dovrà essere richiesto tramite le banche convenzionate, devono essere iscritte al Registro delle imprese delle Camere di Commercio e ubicate nel territorio della Regione Lombardia. Allo sportello, attivo dall´1 febbraio, si possono rivolgere imprese che devono appartenere ai settori industria e artigianato (per i quali la richiesta di contributo dovrà non essere inferiore a 50. 000 euro e non superare il milione) e commercio e somministrazione di alimenti e bevande (per i quali la forbice delle richieste di contributo dovrà essere tra 15. 000 euro e 1 milione). . |
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FVG, TONDO INCONTRA VERTICI CONFARTIGIANATO "MI METTO IN GIOCO PER RIFORMARE LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE". |
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Trieste, 4 febbraio 2009 - "Mi metto in gioco per riformare la pubblica amministrazione". -Lo ha detto il presidente della Regione, Renzo Tondo, incontrando a Trieste i vertici di Confartigianato del Friuli Venezia Giulia, che hanno indicato la necessità di una riduzione della burocrazia e una semplificazione quali premesse affinché il tessuto delle imprese artigiane possa affrontare con maggiore slancio una crisi economica che di certo è globale, ma contro cui anche una Regione piccola, ma dinamica, può fare la sua parte. In quello che è stato il primo confronto della legislatura tra Tondo e il presidente regionale Graziano Tilatti, e i presidenti provinciali Silvano Pascolo (Pordenone), Carlo Faleschini (Udine), Ariano Medeot (Gorizia) e Dario Bruni, Trieste, presente anche il segretario dell´Associazione degli artigiani di Trieste, Enrico Eva, è stata compiuta una approfondita analisi di una situazione non certo facile, e sono state suggerite priorità e soluzioni possibili per ridare slancio a un´economia in recessione. Due, in particolare, i dati allarmanti evidenziati. Nella sola realtà della provincia di Udine il 10 per cento degli imprenditori artigiani vorrebbe chiudere l´attività. Parallelamente l´Ebiart, l´ente bilaterale che opera per migliorare le condizioni di vita e di lavoro degli artigiani, erogando un´articolata tipologia di servizi e prestazioni, nel solo mese di gennaio 2009 ha affrontato 780 pratiche, a fronte di 460 nell´intero 2008: un segnale di sofferenza del comparto. Il tutto in un quadro complessivo in cui i giovani continuano a non volersi avvicinare alle attività imprenditoriali e, ancora nella provincia di Udine, il 30 per cento dei nuovi iscritti all´albo delle imprese artigiane della Camera di commercio sono extracomunitari. Il che significa, come è stato detto, che "esportiamo intelligenze e importiamo manodopera non qualificata". E allora, tra le soluzioni percorribili, vi è la necessità di stimolare nei più giovani la voglia di fare impresa, con un opportuno indirizzo scolastico, e di rafforzare le iniziative di formazione; parallelamente è stata avanzata l´ipotesi di avviare, a cura della Regione, corsi di aggiornamento professionale rivolti ai cassaintegrati, per favorirne una nuova occupazione come lavoratori autonomi. Non solo. Sarebbe opportuna anche una sinergia tra i settori produttivi per la commercializzazione: una sorta di marchio doc per il made in Friuli Venezia Giulia, che favorisca la penetrazione sui mercati. Inviti raccolti dal presidente Tondo, che, dicendosi disponibile ad un confronto istituzionale continuo con le associazioni di categoria sulle cose da fare, ha promesso al comparto il sostegno, anche al credito, di una Regione che saprà agire con il buon senso del padre di famiglia. Una Regione che per contenere gli effetti devastanti della crisi ha già dato il via alla stagione della realizzazione di grandi infrastrutture, e saprà riformare se stessa, oltre agli enti locali, alle comunità montane, alla sanità, agli enti collegati. E che sta per dare alla luce un contributo a fondo perduto sulla ristrutturazione delle abitazioni private, che creerà occasioni di lavoro artigiano e ridurrà le attività sommerse. . |
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DALLA REGIONE MILIA ROMAGNA 7,5 MILIONI DI EURO PER LA QUALIFICAZIONE DEI CENTRI COMMERCIALI NATURALI E DEI SISTEMI DI OFFERTA DELLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE. I CONTRIBUTI ATTIVERANNO INVESTIMENTI PER CIRCA 48 MILIONI DI EURO |
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Bologna, 4 febbraio 2009 - Ammontano a circa 7,5 milioni di euro le risorse messe in campo complessivamente dalla Regione Emilia-romagna per la qualificazione dei centri commerciali naturali e per l’innovazione delle piccole e medie imprese del commercio e dei servizi. Contributi che produrranno un investimento complessivo di quasi 48 milioni di euro. Attraverso una delibera di giunta sono stati infatti concessi alle Province 5,9 milioni per interventi locali finalizzati alla promozione e all’attivazione di centri commerciali naturali e 1 milione e 550 mila euro per assistenza tecnica, progettazione, innovazione tecnologica e organizzativa nelle piccole e medie imprese del commercio e dei servizi. Altri contributi – 1,3 milioni di euro – vengono assegnati, in base a un’altra delibera della giunta, alle 12 cooperative di garanzia e di consorzi fidi della Regione Emilia-romagna per la promozione dell’associazionismo e della cooperazione creditizia. La cifra viene così ripartita: 600 mila euro vanno all’integrazione dei fondi rischi o del patrimonio di garanzia, mentre 700 mila sono per la concessione di contributi in conto interessi attualizzati alle piccole e medie imprese del commercio, servizi e turismo. La Regione, in base alla legge 41 del 1997, è impegnata da tempo nella promozione dei “centri commerciali naturali” attraverso interventi che consentano alla rete dei piccoli esercizi di riqualificarsi per competere con le nuove formule di distribuzione commerciale. Con i progetti di valorizzazione commerciale prima e poi con gli interventi per la promozione dei centri commerciali naturali, sono stati avviati importanti processi di riqualificazione dei centri storici o di loro porzioni, e di aree a rischio di impoverimento della funzione commerciale. Tutto questo con interventi articolati che possono riguardare le infrastrutture, il sistema della mobilità, la riqualificazione delle singole strutture commerciali, la promozione dell’area. La "filosofia" che sta alla base dei progetti finanziati è l’intersettorialità e la costruzione di sinergie fra pubblico e privato. La Regione ha previsto inoltre interventi per rilanciare le piccole e medie imprese del commercio e dei servizi attraverso il finanziamento di attività per l’assistenza tecnica, la progettazione, l’innovazione tecnologica e organizzativa.
Province |
Centri commerciali naturali |
Innovazione nelle imprese |
Totale |
Bologna |
1. 278. 530,00 |
335. 885,00 |
1. 614. 415,00 |
Ferrara |
559. 320,00 |
146. 940,00 |
706. 260,00 |
Forlì-cesena |
554. 010,00 |
145. 545,00 |
699. 555,00 |
Modena |
920. 400,00 |
241. 800,00 |
1. 162. 200,00 |
Parma |
469. 640,00 |
123. 380,00 |
593. 020,00 |
Piacenza |
394. 710,00 |
103. 695,00 |
498. 405,00 |
Ravenna |
608. 290,00 |
159. 805,00 |
768. 095,00 |
Reggio Emilia |
523. 330,00 |
137. 485,00 |
660. 815,00 |
Rimini |
591. 770,00 |
155. 465,00 |
747. 235,00 |
Totale |
5. 900. 000,00 |
1. 550. 000,00 |
7. 450. 000,00 | Progetti di riqualificazione commerciale realizzati nel periodo 2001-2005
Descrizione |
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2001-2005 |
Progetti pubblici |
76 |
96 |
129 |
116 |
179 |
596 |
Investimenti attivati (in mil. Di €) |
28,3 |
31,7 |
56 |
50,5 |
56 |
223 |
Contributi concessi ( in mil. Di €) |
5,4 |
5,2 |
5,5 |
5,6 |
3,5 |
25,2 |
Progetti privati |
81 |
143 |
185 |
222 |
190 |
821 |
Numero imprese coinvolte |
1396 |
1034 |
1012 |
1280 |
1330 |
6052 |
Investimenti attivati (in mil. Di €) |
17,7 |
30,3 |
52 |
66,5 |
63 |
229 |
Contributi concessi (in mil. Di €) |
6 |
7,5 |
6,6 |
8,4 |
1,7 |
30,2 |
Investimenti totali (in mil. Di €) |
46 |
62 |
108 |
117 |
119 |
452 |
Contributi totali (in mil. Di €) |
11,4 |
12,7 |
12,1 |
14 |
5,2 |
55,4 | Programmi di intervento per “I centri commerciali naturali”
Descrizione |
2006 |
2007 |
2008 |
Progetti presentati |
97 |
74 |
|
Progetti ammessi |
94 |
71 |
64 |
Investimenti pubblici attivati |
64,4 |
42,7 |
37,3 |
Contributo concesso |
5 |
3,5 |
5,9 | Interventi di innovazione per le imprese del commercio e dei servizi Nel periodo 2001-2008 sono stati concessi complessivamente contributi per circa 11,8 milioni di euro che hanno riguardato complessivamente oltre 1500 imprese del commercio e dei servizi:
Descrizione |
2001 |
2002 |
2003 |
2004 |
2005 |
2006 |
2007 |
2008 |
Totali |
N. Domande ammesse |
156 |
145 |
284 |
289 |
395 |
283 |
422 |
288 |
2262 |
Spesa ammessa |
3,8 |
4,7 |
7,1 |
9,7 |
14,2 |
11,4 |
15,5 |
10,2 |
76,6 |
N. Domande finanziate |
148 |
113 |
250 |
207 |
350 |
226 |
203 |
N. D. |
1497 (+2008) |
Contributo concesso |
0,8 |
1,1 |
1,8 |
1,6 |
1,8 |
1,6 |
1,5 |
1,6 |
11,8 | . |
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1.500 NUOVI IMPRENDITORI E 840 NUOVE AZIENDE GRAZIE ALLO SPORTELLO M.I.P. DELLA PROVINCIA DI TORINO |
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Torino, 4 febbraio 2009 - Attori di nascita e chef per professione, poco più che trentenni, i Cuochi volanti preparano cena a domicilio e la condiscono con uno spettacolo teatrale di tema gastronomico, dal titolo Kitchen Cabarett. La loro impresa, nata nel 2008, è la più giovane fra quelle “battezzate” dal Mip, il servizio Mettersi in proprio della Provincia di Torino, Il 29 gennaio, presso la sede della Provincia di corso Inghilterra, questi giovani cuochi-attori hanno ricevuto dalle mani del Presidente Saitta e dall’assessore alle attività produttive Carlo Chiama un riconoscimento: con loro infatti è arrivato a quota 1500 il numero di nuovi impenditori che a partire dal 2003 hanno iniziato un’attività grazie alla consulenza dello sportello M. I. P. “E’ una premiazione simbolica” ha detto Saitta “ma siamo felici di festeggiare i nuovi 1500 imprenditori e le 840 aziende nate grazie al nostro servizio Mip. Lo sportello svolge un lavoro importante, molto prezioso in un momento di crisi economica. Inoltre opera con un sistema accurato e selettivo che favorisce la riuscita: e infatti la cosiddetta mortalità delle imprese avviate grazie al Mip è molto bassa, attorno al 3%. Mi piace anzi ricordare che grazie allo sportello sono nate imprese di successo come la gelateria Grom, che di recente ha aperto un negozio anche a New York”. I Numeri Del Servizio M. I. P. Dal 1° Gennaio 2003 Ad Oggi - Contatti: 32. 600(persone che si sono rivolte a Mip tramite numero verde, sito, eventi, incontri); Progetti accolti: 8. 715; Soggetti coinvolti: 12. 710; Business plan elaborati: 970; Imprese avviate: 840; Imprenditori titolari o soci delle imprese: 1. 500. Forma giuridica delle imprese avviate: impresa individuale/familiare 50,1%, società di persone 30,5%, società di capitali 17,0%, società cooperative 2,4%. Settori in cui operano le imprese: servizi alla persona, qualità della vita, tempo libero, cultura, turismo 22,22%, commercio tradizionale, elettronico e di prossimità 19,93%, artigianato, arti e mestieri 16,67%, servizi alle imprese 16,79%, gusto, territorio e qualità 10,63%, Ict, ambiente, biotech, nuove tecnologie/industria 8,82%, design, grafica e comunicazione 4,95%. Sul sito internet di Mip, all’indirizzo www. Mettersinproprio. It/statistiche. Php, è possibile scaricare il Rapporto di attività Sportelli Creazione Impresa D3 in provincia di Torino. Per informazioni e contatti: numero verde 800146766, sito Internet www. Mettersinproprio. It Tipologia Degli Utenti Di M. I. P. Sesso: 55 % uomini ; 45% donne; Età: 36% meno di 30 anni, 41. 2% fra 30 e 40 anni, 17,8% fra 40 e 50 anni, 5% oltre i 50 anni Formazione scolastica: 23% licenza elementare/media/qualifica professionale/altro, 48% diploma, 29% laurea Situazione occupazionale: dipendente 41,5%, autonomo/imprenditore 12%, Co. Co. Co. /co. Co. Pro 5%, altra occupazione 5%, occasionale 4%, stagista/tirocinante 1%, Cig/cigs 1%, disoccupato 28,5%, studente 1%, lavoratore in mobilità 1% Che Cos’è E Come Funziona M. I. P. E’ un servizio di supporto alla creazione di nuove imprese formato da un insieme articolato di azioni volte a diffondere una cultura imprenditoriale, a stimolare la nascita di idee d’impresa e a favorire la creazione e lo sviluppo di nuove attività di successo. E’ promosso dalla Provincia di Torino ed è interamente gratuito, grazie a finanziamenti dell’Unione europea (Fondo Sociale Europeo), dello Stato italiano (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali) e della Regione Piemonte previsti dall’Attività Percorsi integrati per la creazione d’impresa del Por Piemonte 2007-2013. Le Attività Di Mip Informazione e orientamento - Orientamento e informazioni sul lavoro in proprio attraverso il servizio di numero verde ed un sito internet dedicato (www. Mettersinproprio. It) dove è possibile consultare e scaricare materiale tematico di diverso tipo (guida al business plan, schede sui principali settori di attività, legislazione, ecc. ). - Eventi di informazione sul territorio provinciale. Attività mirate allo sviluppo di nuovi progetti imprenditoriali - Accompagnamento e consulenza per discutere con un tutor la propria idea imprenditoriale, valutarne la concretezza, sviluppare tutti gli aspetti del progetto d’impresa fino all’elaborazione del business plan. - Tutoraggio e consulenza dopo l’avvio dell’impresa per un periodo massimo di 36 mesi, per le imprese il cui business plan, realizzato attraverso il percorso di accompagnamento, sia stato validato dalla Provincia di Torino. . |
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MILANO: APPROVATA MOZIONE PER L´ADEGUAMENTO DEL CONTRATTO COOPERATIVE SOCIALI |
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Milano, 4 febbraio 2009 - Il 2 febbraio il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità una mozione presentata da Marco Granelli ed altri che impegna il Sindaco Moratti e la Giunta comunale ad adeguare nel minore tempo possibile i contratti che il Comune di Milano ha con gli enti non-profit al nuovo contratto nazionale di lavoro delle cooperative sociali firmato lo scorso 30 luglio 2008. Il giusto rinnovo del contratto comporta aumenti salariali per i lavoratori e soci delle cooperative che rimarranno all’interno dei tassi inflattivi del 2,8% nel 2008 e del 3,3% nel 2009 trovando un equilibrio tra le esigenze economiche dei lavoratori e le compatibilità finanziarie delle cooperative e degli enti locali. Già il 4 agosto scorso Granelli (Pd) insieme ai colleghi Fanzago (Pd) e Brandirali e Mardegan (Pdl) avevano scritto all’assessore Mariolina Moioli invitandola ad attivarsi in tal senso, come anche lo scorso 20 novembre i rappresentanti delle cooperative avevano inviato al Comune le nuove tabelle dei costi orari depositate presso il Ministero del Lavoro. L’adeguamento non è soltanto corretto per garantire una giusta retribuzione dei lavoratori e opportuno per favorire la qualità delle prestazioni e dei servizi sociali, ma è previsto per legge dall’art. 89 del Dlgs. 163/2006. Questo intervento tende quindi ad evitare un duplice meccanismo perverso. Da una parte i soggetti del non-profit si trovano a sostenere parte dei costi dei servizi, realizzando una sussidiarietà al contrario, divenendo finanziatori degli enti locali e, dall’altra, i lavoratori del sociale, con contratti collettivi in genere già non elevati, si trovano a vedere applicati i giusti aumenti in notevole ritardo anche rispetto agli adeguamenti Istat, già di fatto inferiori al reale costo della vita. Auspichiamo che ora gli assessori competenti e l’amministrazione comunale titolare dei contratti con gli enti non profit attivino subito il tavolo con adeguate proposte. Non vorremmo che il disagio economico aumenti la già paradossale cifra di 70 miliardi di Euro di ritardati pagamenti delle istituzioni italiane a favore del non profit dei quali un terzo relativo alle cooperative sociali. Il rinnovo del contratto riguarda una parte considerevole delle 502 cooperative sociali, presenti nella provincia di Milano, presso le quali lavorano circa 18. 000 persone. . |
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FRISULLO: IL GOVERNO SI MUOVA PER DIFENDERE LAVORATORI E IMPRESE DEL SETTORE |
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Bari, 4 febbraio 2009 - Con riferimento alla protesta dei lavoratori del Tac salentino il Vicepresidente della Regione Puglia, Sandro Frisullo, comunica che ancora una volta ha sollecitato, con un telegramma inviato al Ministro Scajola, l’insediamento del tavolo tecnico per l’attuazione dell’Accordo di Programma per il settore calzaturiero dell’area di Casarano. Giacché i componenti del tavolo sono stati già comunicati al ministero, da parte di tutti i sottoscrittori dell’Accordo, da oltre due mesi. Nel telegramma, il Vicepresidente Frisullo, sollecita anche il Ministro Scajola a sostenere gli sforzi che la deputazione salentina sta compiendo in questi giorni in Senato per ripristinare i 20 milioni di euro che il Governo Prodi aveva stanziato per il calzaturiero di Casarano e il Governo Berlusconi ha colpevolmente distolto. Proprio in questi giorni è in discussione in Commissione Industria del Senato l’emendamento per ripristinare le risorse, chiediamo pertanto al centro-destra di mobilitarsi per recuperare il torto che è stato fatto al Salento e alla Puglia indirizzando altrove i 20 milioni che spettavano al nostro calzaturiero. E’ urgente anche – continua Frisullo – che si proceda alla convocazione presso il Ministero del Lavoro per concordare la proroga della cassa integrazione dei lavoratori di Casarano che dall’inizio del’anno non percepiscono più alcuna indennità. La Regione Puglia è pronta a fare qualunque sforzo per aiutare questi lavoratori, ma oggi serve un atto di responsabilità da parte del Governo nazionale e della rappresentanza politica e parlamentare del centro-destra salentino e regionale nel difendere i diritti del Salento e della Puglia. . |
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PRENDERSI CURA: PRESENTATA LA PRIMA RELAZIONE SOCIALE DELLA PROVINCIA DI MILANO |
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Milano, 4 febbraio 2009 - La Provincia di Milano ha presentato il 28 gennaio per la prima volta una fotografia dell’offerta sociale nell’area metropolitana milanese. La Relazione Sociale, realizzata dall’Osservatorio per le Politiche sociali, è nata dall’analisi sistematica di più fonti per riuscire a tracciare un quadro più aderente possibile alla situazione reale; i dati provengono da Istat, Inps, Camera di Commercio, Regione Lombardia, Osservatorio Provinciale sul Mercato del Lavoro, Osservatorio Provinciale Immigrazione, dalle Asl, dagli Ambiti territoriali e da due analisi realizzate ad hoc sulle nuove assistenti familiari e i servizi di sportello dedicati al lavoro di cura e sulle diverse forme di governance dei servizi sociali e le dinamiche dell’integrazione socio-sanitaria. Dopo l’analisi del contesto sociale di riferimento, la Relazione Sociale si sofferma sulle aree d’intervento principali, dalla tutela dei minori e delle famiglie, ai disabili, dagli anziani agli immigrati. Partendo dalle caratteristiche sociali e dalle esigenze di queste fasce della popolazione, si affronta il tema della spesa sociale e sociosanitaria in provincia di Milano, presentando esempi operativi di integrazione socio-sanitaria nella programmazione dei servizi. L’obiettivo è offrire una panoramica dei servizi per trovare nuovi punti di partenza in grado di migliorare costantemente l’offerta sociale, trovando punti di forza e criticità del sistema per intervenire in modo più efficace, razionalizzando i servizi ed evitando dispersioni di risorse. “La Provincia di Milano – dichiara il presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati – sta lavorando con i Comuni per dare risposte sempre più efficaci ai bisogni del territorio. Alcuni dati della ricerca confermano che il ceto medio oggi, in questa parte del Paese, risulta maggiormente colpito dall’aumento generalizzato del costo della vita. Per questo gli interventi della Provincia di Milano sono a sostegno di quelle famiglie il cui reddito oggi si sta sempre più erodendo: penso in particolare al piano welfare con lo stanziamento di 25milioni di euro, che finora ha raggiunto oltre 4 mila richieste. Sempre in favore delle famiglie la Provincia ha stanziato 18 milioni di euro per affiancare i Comuni nella realizzazione degli asili nido, con 4000 nuovi posti in più sul territorio. Altro intervento significativo è lo stanziamento di un milione di euro destinato a quanti regolarizzano le badanti, così da aiutare le famiglie e allo stesso tempo contrastare il lavoro nero”. “Cambiano le problematiche, cresce la domanda e purtroppo non sempre le risorse a disposizione dei Comuni, della Provincia e degli enti sono sufficienti- sottolinea Ezio Casati, Assessore alle Politiche sociali della Provincia di Milano-. Per riuscire a rispondere ad un numero più elevato possibile di utenti, offrendo servizi di qualità, occorre una sinergia, un coordinamento e nuove politiche di collaborazione interistituzionali. Occorre razionalizzare i servizi per ottimizzarne l’offerta. La Relazione Sociale non vuole essere un report statico e un punto di arrivo ma uno strumento dinamico nonché un nuovo punto di partenza per affrontare con rinnovata energia la sfida dei servizi. Stilare un bilancio della situazione reale e dello stato di salute dei servizi permette di migliorare la propria offerta, coordinando e pianificando i servizi, ricomponendo la rete. Il confronto con i dati raccolti serve proprio a capire dove siamo e dove vogliamo arrivare, serve per prendere maggiore consapevolezza delle scelte intraprese fino ad oggi in modo da programmare politiche sociali più efficaci”. L’osservatorio per le Politiche sociali, in collaborazione con Irs, Istituto per la Ricerca Sociale di Milano, e Cergas, il Centro di Ricerche sulla Gesione dell’Assistenza Sanitaria e Sociale dell’Università Bocconi di Milano, intendono proseguire in questa direzione, proponendo annualmente un aggiornamento del Rapporto e stimolando una riflessione comune e compartecipata che possa contribuire allo sviluppo del welfare locale negli ambiti territoriali. . . |
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BOLZANO: CONCORSO PER LA DIREZIONE DELL´UFFICIO PREVIDENZA E ASSICURAZIONI SOCIALI |
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Bolzano, 4 febbraio 2009 - Viene pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione del 9 febbraio il bando di concorso per la direzione dell´Ufficio provinciale previdenza e assicurazioni sociali. Il termine per la presentazione delle domande scade il 11 marzo. La Ripartizione provinciale Servizi centrali comunica che la Giunta ha indetto il concorso per la nomina a direttore dell´Ufficio provinciale previdenza e assicurazioni sociali (Ripartizione Politiche sociali). Il concorso viene pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Trentino/alto Adige del 9 febbraio. Le domande di partecipazione vanno presentate entro le ore 17 dell´11 marzo all´Ufficio provinciale Organizzazione, a Palazzo Widmann in via Crispi 3, 3o piano, 39100 Bolzano. Dallo stesso ufficio (tel. 0471 414 950) è possibile ottenere ulteriori informazioni in merito. . |
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TUTELA DONNE, PRESENTATO A MATERA PROGETTO “TUNNEL” |
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Matera, 4 febbraio 2009 - E’ stato presentato ieri mattina al Comune di Matera il progetto “Tunnel - Opportunità tutela delle donne violate”, finanziato dal Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e promosso a livello locale dall’Amministrazione Comunale di Matera, in qualità di capofila, e da sei partner pubblici (Provincia di Matera, Regione Basilicata, Asl di Matera, Consigliera di Parità della Provincia di Matera, Comuni di Rotondella e Nova Siri) e cinque del privato sociale (Cooperativa Sociale Matera Servizi, Ce. Pa. Sa. , Associazione Telefono Donna, Comitato Professionisti per la tutela dei diritti della famiglia e del minore, Cooperativa Sociale La Città Essenziale – Consorzio Cooperative Sociali). Ad illustrare l’iniziativa sono stati l’assessore comunale alle Politiche Sociali Michele Plati e la Consigliera di Parità Tonia Giacoia, con interventi dei rappresentanti di tutti i partner. “Il Comune di Matera - ha evidenziato Plati – ha co-finanziato e sostenuto il progetto per creare un approccio di sistema alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere. L’obiettivo prioritario è quello di costituire una capillare azione di monitoraggio del territorio, che veda impegnate non solo le forze dell’ordine, ma anche gli operatori del sociale e del terzo settore. Occorre instaurare una rete solida, che si rinsaldi oltre il progetto e rappresenti il punto di riferimento nelle metodologie che si sviluppano nell’ambito delle politiche sociali. Per far questo, c’è bisogno di un grande impegno da parte di tutti i soggetti; già da mercoledì prossimo è in programma in una prima riunione operativa, in cui cominceremo a costruire un sistema di relazioni, che assuma il giusto approccio al problema della violenza nei confronti delle donne nel territorio, attraverso un controllo dello stesso e un’opera di sensibilizzazione dei cittadini sul fenomeno”. Il progetto “Tunnel” – spiega una nota del Comune - è uno dei ventotto approvati a livello nazionale, sui centocinquanta presentati, dal Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e finanziato per la somma di 147 mila euro, con il co-finanziamento pari al venti per cento a carico delle istituzioni aderenti (Comune di Matera e Asl in prima fila con dodici e dieci mila euro). “Il progetto avrà la durata di quindici mesi – ha spiegato la Consigliera di Parità Giacoia – sarà articolato in una serie di fasi e in diverse attività, tra cui l’organizzazione di alcuni seminari per conoscere le buone prassi per la protezione delle donne vittime di violenze, la preparazione e l’adattamento all’individuazione delle situazioni di rischio, la formazione alle organizzazioni circa una metodologia comune, una adeguata campagna informativa sul tema, anche attraverso la realizzazione di un cortometraggio che sarà proiettato nelle scuole”. . |
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DONNE SEMPRE PIÙ “ACROBATE”, FRA CONQUISTE E MINACCE “L’EDUCAZIONE SESSUALE COME ANTIDOTO ALLA VIOLENZA” PRESENTATO AL SENATO IL VOLUME PROMOSSO DAI GINECOLOGI SIGO, DA OGGI NELLE LIBRERIE VENTI ITALIANE FAMOSE SI RACCONTANO A 50 ANNI DALLA PILLOLA ANTICONCEZIONALE, 40 DAL ’68 E 30 DALLA LEGGE 194. |
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Roma, 4 febbraio 2009 – “Le donne continuano a inseguire pari opportunità e troppo spesso sono costrette a scegliere tra carriera e famiglia. Hanno avuto accesso a posizioni tradizionalmente maschili ma continuano a guadagnare meno dei colleghi (16% in media). Crescono anche stupri e molestie: circa sei milioni di italiane ne sono state vittime nel corso della vita. Con fenomeni nuovi e preoccupanti come quelle in “branco”. Utilizzano poco la contraccezione ormonale (16,1%) anche se ritengono che la pillola abbia cambiato il mondo. Diventano mamme sempre più tardi (31 anni l’età media al primo parto) ma in genere non per scelta. È la fotografia che emerge dal libro “Acrobate - a 50 anni dalla pillola anticoncezionale, 40 dalla rivoluzione sessuale e 30 dalla legge 194 - 20 ritratti di donne, in bilico fra la voglia di volare e il frigo da riempire” - spiega la prof. Ssa Alessandra Graziottin, che ha curato prefazione e approfondimenti -. Sono ormai indispensabili interventi concreti: leggi per parificare le retribuzioni, sull’esempio del presidente Obama. Sgravi fiscali e flessibilità di orari per facilitare le mamme che lavorano. Asili nido interni almeno nelle aziende più grandi. E per contrastare la violenza promuovere l’educazione affettiva e sessuale a casa e nelle scuole”. “È vero, affrontare questi temi in classe e in famiglia è il modo migliore per promuovere la conoscenza e rispetto verso le donne – commenta Monica Bellucci, una delle protagoniste del volume, promosso dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) e presentato ieri al Senato -. Con mia figlia di quattro anni ho già iniziato a parlare di sessualità. Per me il sesso è vita, gioia, amore: alla mia bambina insegnerò a non avere paura”. L’attrice è una delle venti professioniste che hanno accolto l’invito della Sigo per portare la loro testimonianza in questo affresco sulla donna d’oggi. “Un’operazione di sensibilizzazione con un obiettivo di solidarietà – spiega Giorgio Vittori, presidente della Sigo – : i proventi di questo libro saranno infatti destinati a progetti a favore delle donne immigrate, oggi le più vulnerabili a gravidanze indesiderate e discriminazioni. Un’operazione con cui ci proponiamo di tutelare e valorizzare il femminile a tutto tondo”. Ma in questo quadro non ci sono solo ombre: “Sono riuscita ad affermarmi in un mondo tipicamente maschile – afferma Ilaria D’amico, un’altra delle testimonial –. Ho dovuto vincere una forte diffidenza iniziale ma, una volta superato questo scoglio, la mia femminilità ha anzi rappresentato un vantaggio”. “Acrobate”, a cura di Mauro Boldrini, Sabrina Smerrieri, Francesca Goffi, Intermedia editore, 165 pagine, è in vendita nelle librerie da oggi al prezzo di 12 euro. “Si tratta di un’ottima iniziativa, di alto valore sociale e culturale – afferma il sen. Antonio Tomassini, Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato -. I recenti fatti di cronaca che vedono le donne ancora troppo spesso vittime di violenza, ci impongono un’assunzione di responsabilità. Non si possono liquidare questi episodi come casi isolati, ma vanno interpretati come un fenomeno frutto della nostra società. Impegnarsi per garantire l’accesso alle prestazioni sanitarie e alle cure non è sufficiente: abbiamo in primo luogo il dovere di tutelare la dignità e la sicurezza di tutte le persone”. Il tema della violenza sulle donne trova ampio spazio nel libro: altri importanti spunti - affrontati in gran parte in chiave personale - riguardano la legge 194, la maternità oggi, il lavoro “al femminile”, le pari opportunità, le differenze fra culture e religioni, le nuove famiglie, l’influenza della Chiesa nella vita civile, le donne in politica. Le testimonianze sono quelle delle attrici Monica Bellucci, Nancy Brilli, Margherita Buy, Lucrezia Lante Della Rovere, della responsabile del Welfare del Censis Concetta Vaccaro, della scrittrice Elena Gianini Belotti, delle giornaliste Cipriana Dall’orto, Ilaria D’amico ed Emanuela Falcetti, del direttore d’orchestra Nicoletta Conti, dell’imprenditrice Federica Olivares, della sessuologa Jole Baldaro Verde, delle docenti universitarie Chiara Micheletti, Alda Maria Scopesi, Lucia Parisio Visconti, delle ginecologhe Silvia Maffei e Valeria Dubini e delle campionesse olimpiche Diana Bianchedi, Federica Pellegrini e Josefa Idem. “La vera parità si può raggiungere solo a partire da una diversa impostazione degli equilibri all’interno della coppia – commenta proprio la Idem -. Con mio marito ho costruito un rapporto all’insegna della collaborazione: abbiamo ridefinito e interpretato i nostri ruoli rispetto al modello classico di famiglia”. “In un bilancio fra la situazione attuale e quella di trenta o quarant’anni fa senza dubbio abbiamo compiuto enormi progressi – conclude la professoressa Graziottin -. Le donne di oggi sono più libere, consapevoli, indipendenti anche economicamente: nel nord-est l’occupazione femminile raggiunge il 42%. Le ragazze rappresentano la maggioranza all’Università (nel 2007 si sono iscritte 76 diplomate su 100, contro 64 su 100 dei colleghi maschi) e mediamente hanno rendimenti migliori. Eppure, se il frigorifero è vuoto la colpa è ancora nostra! La vera sfida ora è portare a compimento la “rivoluzione” di genere perché si arrivi davvero alla parità, nella vita pubblica e in famiglia, con due identità forti, femminile e maschile, ben differenziate, felici di essere se stesse, duttili e capaci di amare. Complementari quando serve e simmetriche dove merita”. . |
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FIRENZE, DONNE E OCCUPAZIONE: COME CONCILIARE VITA E LAVORO TESTIMONIANZE A UN CONFRONTO PROMOSSO DALLA CONSIGLIERA PROVINCIALE DI PARITÀ |
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Firenze, 4 febbraio 2009 - Adozione di buone prassi per conciliare tempi di vita e tempi di lavoro nei contratti decentrati di categoria. Il ricorso diffuso a queste misure appare indispensabile per sostenere l’occupazione femminile, soprattutto nell’attuale fase critica che l’economia italiana e mondiale sta attraversando. E’ un’indicazione emersa al convegno “La conciliazione vita/lavoro nella contrattazione decentrata”, promosso dalla Consigliera provinciale di Parità Maria Grazia Maestrelli in collaborazione con i coordinamenti donne di Cgil, Cisl e Uil. In un momento di confronto fra le parti sociali sul rinnovo del modello contrattuale nazionale, gli accordi di secondo livello possono offrire un’occasione di azione comune e unitaria sotto il profilo delle pari opportunità. Alcuni esempi sono stati fatti al convegno, riportando esperienze di pratiche aziendali favorevoli alla conciliazione (rimodulazione degli orari, estensione del part time, ecc. ), presenti in grandi imprese così come in piccole realtà ed in vari settori produttivi del territorio provinciale. Dagli interventi è risultato evidente il miglioramento complessivo della qualità del lavoro, con vantaggi sia per i dipendenti che per le aziende disposte a innovare la propria organizzazione. Fra le proposte emerse dalla tavola rotonda conclusiva – a cui hanno preso parte Mauro Fuso (segr. Gen. Cgil Firenze), Giovanni Ronchi (segr. Gen. Aggiunto Cisl Firenze), Arturo Papini (segr. Gen. Aggiunto Uil Firenze), Laura Salaorni (Vicepresidente Confindustria Firenze) e Danilo Paoli (Cna Firenze) – vi è la revisione del Patto provinciale per lo Sviluppo, con un impegno più marcato da parte di ogni attore sociale (istituzioni, sindacati, associazioni datoriali) nel contrastare, anche con gli strumenti citati, il rischio di espulsione delle donne dal mercato del lavoro. . |
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REGIONE UMBRIA RIPARTISCE CIRCA 3 MILIONI DI EURO PER PIANO SVILUPPO SISTEMA SERVIZI SOCIOEDUCATIVI PER L’INFANZIA |
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Perugia, 4 febbraio 2009 – Serviranno a incrementare i posti negli asili nido e le strutture integrative e innovative i circa 2 milioni e 900mila euro che la Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alle Politiche sociali Damiano Stufara, ha ripartito in attuazione del “Piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socioeducativi per l’infanzia”. “L’obiettivo – spiega l’assessore Stufara – è quello di sostenere non solo la funzione educativa delle famiglie, ma anche di agevolarle nel conciliare tempi di lavoro e cura, dando risposta ai nuovi bisogni che emergono dai contesti sociali del territorio. Il Piano che la Regione è impegnata ad attuare, pertanto, è finalizzato alla creazione di una rete integrata, estesa e qualificata di servizi per l’infanzia attraverso l’aumento del numero dei posti disponibili a copertura della domanda nel sistema pubblico e privato dei servizi socioeducativi, diversificati in modo da consentire anche forme di gestione e partecipazione da parte delle famiglie. Gli interventi, inoltre, concorreranno al raggiungimento entro il 2010 dell’obiettivo comune fissato dal Consiglio Europeo di Lisbona della copertura territoriale del 33 per cento”. Previsto dalla legge Finanziaria per il 2007 che ha istituito il “Fondo nazionale per le politiche della famiglia”, il Piano straordinario è stato oggetto dell’intesa siglata successivamente dalla Conferenza Unificata Stato-regioni. La Giunta regionale dell’Umbria ne ha approvato le azioni portanti e, in considerazione dell’attuale organizzazione regionale che vede i servizi per la prima infanzia afferenti in parte al Servizio Istruzione della Direzione allo Sviluppo economico, istruzione, formazione e lavoro e in parte al Servizio Programmazione socio assistenziale della Direzione Sanità e Servizi sociali, ha stabilito di destinare il 75% delle risorse previsto all’aumento dei posti negli asili nido e il restante 25% allo sviluppo dei servizi integrativi al nido. “Gli stessi criteri di riparto – sottolinea l’assessore alle Politiche sociali Stufara – sono stati confermati per le risorse relative al 2008 e quelle che si renderanno ulteriormente disponibili per il 2009, per favorire la diffusione e il rafforzamento dei servizi per la prima infanzia nel rispetto della programmazione regionale in materia di politiche sociali e socioeducative”. Le risorse destinate al “Piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socioeducativi per l’infanzia” ammontano, complessivamente, per il 2008 a circa 2 milioni e 900mila euro, tra stanziamento del Fondo nazionale (oltre 2 milioni e 200mila euro) e cofinanziamento da parte della Regione Umbria e dei Comuni (pari al 30% delle risorse statali, per un totale di quasi 700mila euro). In base ai criteri adottati dalla Giunta regionale, quasi 2 milioni e 200mila euro saranno destinati per incrementare i posti negli asili nido e i restanti 720mila euro saranno impiegati per sviluppare le tipologie dei servizi integrativi al nido. . |
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STUDIO SUGLI SCIMPANZÉ EVIDENZIA L´IMPORTANZA DELL´ATTENZIONE EMOTIVA DURANTE L´INFANZIA DAL PUNTO DI VISTA COGNITIVO, INFATTI, GLI SCIMPANZÉ DI NOVE MESI PRESENTAVANO UNO SVILUPPO PIÙ AVANZATO RISPETTO A BAMBINI DELLA STESSA ETÀ. |
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Bruxelles, 4 febbraio 2009 - Gli scimpanzé orfani affidati alle cure "materne" degli esseri umani sono più felici e intelligenti rispetto ai loro simili allevati in un ambiente più istituzionale, nel quale si presta attenzione ai loro bisogni fisici ma viene ampiamente trascurato il loro sviluppo emotivo. La ricerca, finanziata dall´Unione europea, è stata pubblicata nella rivista Developmental Psychobiology e ha implicazioni anche per quanto riguarda il modo in cui vengono cresciuti i bambini rimasti orfani. L´unione europea ha sostenuto lo studio nell´ambito del progetto Feelix Growing ("Feel, interact, express: a global approach to development with interdisciplinary grounding"), che ha ricevuto un finanziamento pari a 2,5 milioni di euro nell´ambito della tematica dedicata alle tecnologie della società dell´informazione (Ist) del Sesto programma quadro. Lo studio è il primo ad analizzare in modo approfondito come i diversi modi con cui si allevano i cuccioli di scimpanzé ne influenzino lo sviluppo emotivo e cognitivo. I ricercatori hanno osservato 46 scimpanzé cresciuti nella Great Ape Nursery presso lo Yerkes National Primate Research Center di Atlanta, negli Stati Uniti. I giovani scimpanzé si trovavano nel centro in quanto le loro madri non erano in grado di fornire loro le cure parentali di base. Un gruppo di scimpanzé ha ricevuto cure standard, vale a dire cure per rispondere essenzialmente alle necessità fisiche dei piccoli animali. Il secondo gruppo di animali ha invece ricevuto cure "sensibili": gli animali hanno potuto passare più tempo con gli addetti, i quali hanno trascorso molto tempo dedicandosi al cosiddetto "grooming", al gioco e all´interazione con i più piccoli, imitando il comportamento parentale tenuto dalle migliori mamme scimpanzé. La valutazione del comportamento e dello sviluppo degli animali ha evidenziato che gli scimpanzé che avevano ricevuto cure materne erano più felici e presentavano uno sviluppo maggiore e più stabile rispetto agli animali allevati con minore attenzione. Dal punto di vista cognitivo, infatti, gli scimpanzé di nove mesi presentavano uno sviluppo più avanzato rispetto a bambini della stessa età. "I piccoli allevati con le cure di tipo "sensibile" erano meno stressati, dimostravano un minore attacco al cosiddetto "comfort blanket", avevano rapporti più tranquilli con gli addetti e non manifestavano i movimenti stereotipati (come lo scuotere violentemente la gabbia) che si possono altrimenti riscontrare," ha riassunto il professor Kim Bard dell´università di Portsmouth, uno degli autori dello studio. "I cuccioli presentavano inoltre un maggiore sviluppo intellettivo rispetto agli esemplari allevati secondo le cure standard istituzionali. " Lo stesso non è invece stato riscontrato negli animali allevati secondo uno stile più "istituzionale": questi animali avevano una maggiore propensione a sviluppare comportamenti "disorganizzati" e tendevano a scuotere con violenza i teli protettivi o afferrare gli stessi nei momenti di sofferenza, piuttosto che rivolgersi al personale addetto alla loro cura. Gli autori dello studio evidenziano che un comportamento analogo è stato osservato negli orfani e nei bambini vittime di abusi e maltrattamenti. "Aumentando le cure di tipo "sensibile" ai cuccioli di scimpanzé, il loro sviluppo cognitivo e le loro relazioni affettive migliorano. Noi crediamo che un approccio analogo potrebbe essere applicato con successo anche negli enti che fungono da residenze, come gli orfanatrofi," scrivono i ricercatori. "Il sistema di attaccamento dei cuccioli di scimpanzé è sorprendentemente simile a quello dei bambini. Le prime esperienze, siano esse caratterizzate da cure amorevoli e comprensive, siano caratterizzate da grandi privazioni, hanno enormi ripercussioni sugli esiti cognitivi sia negli scimpanzé che negli esseri umani," ha commentato il professor Bard. "La sensibilità parentale è un fattore determinante nello sviluppo del bambino e sembra che lo stesso valga anche per gli ominidi". Per ulteriori informazioni, visitare: Università di Portsmouth: http://www. Port. Ac. Uk Psicologia dello sviluppo: http://www3. Interscience. Wiley. Com/journal/29287/home . |
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