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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Marzo 2009
PARLAMENTO EUROPEO: NUOVE NORME PER AUTO PIÙ SICURE, SILENZIOSE E ECOLOGICHE  
 
Strasburgo, 11 marzo 2009 - Il Parlamento ha adottato un regolamento che semplifica e rafforza le norme sull´omologazione degli autoveicoli per garantire maggiore sicurezza e minori emissioni di Co2. Prevede quindi il ricorso a pneumatici con bassa resistenza al rotolamento e a impianti di controllo della loro pressione, al sistema elettronico di controllo della stabilità e a indicatori di cambio di marcia. Sui veicoli più grandi andranno montati dispositivi di frenata d’emergenza e di avviso di deviazione dalla corsia. Sulla base di un maxiemendamento di compromesso negoziato dal relatore Andreas Schwab (Ppe/de, De) con il Consiglio, il Parlamento ha approvato - con 610 voti favorevoli, 34 contrari e 20 astensioni - un nuovo regolamento che fissa i requisiti dell’omologazione per tipo degli autoveicoli e dei loro rimorchi nonché dei sistemi, delle componenti e delle entità tecniche ad essi destinati per quanto riguarda la loro sicurezza. Più in particolare, il regolamento stabilisce i requisiti dell´omologazione per quanto riguarda la sicurezza, l´efficienza dei carburanti e le emissioni di Co2 riferiti ai sistemi di controllo della pressione degli pneumatici, nonché ai requisiti sull´efficienza dei carburanti e le emissioni di Co2 riferiti agli indicatori di cambio di marcia. Fissa poi i requisiti dell’omologazione degli pneumatici di nuova fabbricazione per quanto riguarda le loro prestazioni di sicurezza e di resistenza al rotolamento e la rumorosità di rotolamento. Il regolamento, che riunisce in un solo testo le norme disperse in cinquanta direttive, si limita a prescrivere i requisiti generali affidando alla Commissione il compito di definire le misure specifiche di attuazione in base a un preciso calendario. Sarà applicabile a partire dal 1° novembre 2011, ma talune misure si applicheranno progressivamente entro il 2018, prevedendo termini più lunghi per i "nuovi veicoli" (modelli già in produzione) rispetto ai "nuovi tipi di veicoli" (modelli non ancora esistenti), anche per lasciare ai costruttori il tempo necessario di adattarsi alle nuove prescrizioni. Campo d´applicazione e obblighi dei costruttori - Come obbligo generale, i costruttori dovranno dimostrare che tutti i veicoli nuovi venduti, immatricolati o messi in servizio nella Comunità siano stati omologati conformemente al regolamento e alle relative misure d’attuazione. Inoltre, dovranno garantire che i veicoli siano concepiti, costruiti e assemblati in modo «da ridurre al minimo i rischi di lesioni per gli occupanti del veicolo e gli altri utenti della strada». Dovranno anche far sì che i veicoli, i sistemi, le componenti e le entità tecniche soddisfino le prescrizioni relative all’integrità della struttura del veicolo (che comprende le prove d’urto), ai sistemi come lo sterzo, i freni e i sistemi elettronici di controllo della stabilità, a quelli destinati a informare il conducente, in modo acustico o visivo, sullo stato del veicolo e della zona circostante, a quelli di illuminazione del veicolo e alla protezione dei suoi occupanti (inclusi poggiatesta, cinture di sicurezza, ancoraggi Isofix e porte del veicolo). Ma anche alla parte esterna del veicolo e agli accessori, alla compatibilità elettromagnetica, ai dispositivi di segnalazione acustica, agli impianti di riscaldamento, ai dispositivi antifurto, ai sistemi di identificazione del veicolo, alla sicurezza elettrica e agli indicatori di cambio di marcia. I veicoli per il trasporto merci dovranno inoltre essere dotati di dispositivi antincastro in caso di urto frontale e essere costruiti in modo tale da ridurre al minimo le lesioni agli "utenti della strada non protetti" in caso di urto laterale. Pneumatici più sicuri, silenziosi e che riducono le emissioni - L´utilizzo obbligatorio e coerente di tecnologie d’avanguardia per la fabbricazione di pneumatici sarà «determinante ai fini della riduzione della quota delle emissioni di gas serra dovuta al traffico stradale . , contribuendo al contempo a promuovere l´innovazione, l´occupazione e la competitività dell´industria automobilistica europea». Al tempo stesso, occorre ridurre il rumore di rotolamento e mantenere alti livelli di sicurezza degli pneumatici. Nel classificare i vari tipi di pneumatici in funzione delle categorie di veicoli ai quali sono principalmente destinati, il regolamento fissa quindi i diversi requisiti relativi all´aderenza sul bagnato, alla resistenza al rotolamento e alla sua rumorosità. La riduzione delle emissioni sarà ottenuta combinando pneumatici a bassa resistenza al rotolamento con l´introduzione nelle automobili di sistemi di controllo della pressione degli pneumatici. Questi ultimi sono strumenti capaci di emettere un avvertimento all’interno dell´abitacolo nel caso in cui si produca una perdita di pressione in uno degli pneumatici, «nell’interesse di un ottimale consumo di carburante e della sicurezza stradale». Per raggiungere questo obiettivo, vengono fissati nelle specifiche tecniche dei limiti adeguati, che consentiranno anche un approccio improntato alla neutralità tecnologica e all’efficienza dei costi per la loro messa a punto. Data la difficoltà di rispettare i requisiti e tenuto conto del tempo di cui l’industria avrà bisogno per sostituire le attuali linee di pneumatici, è previsto un periodo più lungo per applicare i requisiti sul rumore di rotolamento riguardo ai nuovi pneumatici di tipi già in commercio. Ma il regolamento chiede anche agli Stati membri di investire di più nel miglioramento del manto delle strade e di sviluppare una politica globale di emissioni sonore che includa anche il trasporto aereo e ferroviario. Inoltre, entro dodici mesi, la Commissione dovrebbe presentare una proposta di classificazione delle strade dell´Ue in funzione della produzione del rumore allo scopo di fissare priorità e requisiti appropriati per il manto stradale e stabilire limiti massimi per il rumore stradale. Come richiesto dai deputati, il regolamento precisa che è possibile sfruttare appieno le potenzialità connesse all´aumento della sicurezza e alla riduzione delle emissioni di Co2 e del rumore causato dal traffico «solamente affiancandole a un sistema di etichettatura inteso ad informare il consumatore in merito alle varie prestazioni dei pneumatici». Sistemi avanzati per veicoli - I sistemi elettronici di controllo della stabilità, i dispositivi avanzati di frenata d’emergenza e i sistemi d’avviso di deviazione dalla corsia hanno un elevato potenziale di riduzione degli incidenti stradali. Il regolamento prevede che le autovetture e i veicoli commerciali leggeri dovranno essere anche dotati di un sistema elettronico di controllo della stabilità. Ad esclusione di taluni veicoli fuoristrada, tale sistema dovrà essere applicato anche ad altri mezzi più grandi, ma non a quelli con più di tre assi, agli autobus e ai pullman articolati. Prima dell´introduzione dei sistemi elettronici di controllo della stabilità, la Commissione dovrebbe prevedere iniziative e campagne di informazione sulla loro efficacia e promuoverne le vendite. Dovrebbe inoltre osservare l´evoluzione dei prezzi per accertarsi che i prezzi dei nuovi veicoli non aumentino in modo sproporzionato a seguito della loro dotazione conformemente alle nuove norme di sicurezza. Le automobili (M1, non oltre 2610 kg) munite di un cambio manuale dovranno anche essere dotate di indicatori di cambio di marcia (Gsi). Fatte salve alcune esenzioni e deroghe da stabilire a seguito di un´analisi costi-benefici, i veicoli più pesanti per il trasporto di persone e quelli commerciali (categorie M2, M3, N2 ed N3) dovranno essere muniti di un dispositivo avanzato di frenata d’emergenza e di un sistema di avviso di deviazione dalla corsia che soddisfino i requisiti del regolamento e delle relative misure di attuazione. Ma la Commissione dovrà valutare la possibilità di estendere tali dispositivi ad altre categorie di veicoli. Una revisione nel 2012 - La Commissione dovrà continuare a valutare la fattibilità tecnica ed economica di altri dispositivi avanzati di sicurezza e la relativa maturità del mercato ed eseguire una revisione, eventualmente accompagnata da modifiche al regolamento, qualora necessario, entro il 1° dicembre 2012 e successivamente ogni tre anni. Dovrà valutare la fattibilità di estendere l´obbligo di montaggio dei sistemi di controllo della pressione dei pneumatici, dei sistemi di avviso di deviazione dalla carreggiata e dei dispositivi avanzati di frenata d´emergenza su altre categorie di veicoli e, se del caso, proporre una modifica al regolamento. Le misure del regolamento che riguardano la riduzione delle emissioni di Co2, precisa il testo, «dovrebbero essere collegate, entro i limiti del possibile, alle misure aggiuntive miranti a conseguire un´ulteriore riduzione di 10 g di Co2 rispetto all’obiettivo di riduzione delle emissioni di 130 g di Co2» previste dal regolamento sull´omologazione Euro 5 e Euro 6 per i veicoli leggeri. E´ anche aggiunto che, ai fini di un approccio più integrato e previa un’esauriente valutazione d’impatto, la Commissione dovrebbe proporre a tempo debito ulteriori modifiche al regolamento riguardo alle eventuali misure aggiuntive volte a raggiungere tali obiettivi di emissione e alle altre tecnologie disponibili sul mercato, comprese quelle per il mantenimento della pressione negli pneumatici, il miglioramento del manto stradale e le altre nuove tecnologie pertinenti. Così come sui requisiti relativi all’efficienza dei sistemi di condizionamento dell’aria che influiscono sulla resistenza al rotolamento degli pneumatici e/o sul risparmio di carburante del veicolo e sulle emissioni di Co2. .  
   
   
ALITALIA INCONTRA LE AGENZIE DI VIAGGIO  
 
Roma, 11 marzo 2009 - Alitalia ha incontrato il 5 marzo a Roma i rappresentanti delle agenzie di viaggio di tutta Italia, con l’obiettivo di stabilire una partnership forte e renderli così protagonisti, al fianco della Compagnia, del percorso intrapreso per rispondere alle nuove sfide del mercato. Alitalia intende in tal modo aprire un canale di dialogo con incontri periodici dedicati al trade, per comunicare le iniziative commerciali, i programmi e le novità nei servizi offerti. Conoscenza del territorio, qualità e professionalità dei servizi offerti ai clienti rappresentano il valore aggiunto delle agenzie di viaggio per sviluppare una presenza sempre più radicata nel Paese, affermare sul mercato i nostri prodotti dedicati alle Aziende e a chi viaggia per affari o per turismo. Alitalia, attraverso un maggiore coinvolgimento degli agenti di viaggio, intende consolidare il ruolo di compagnia scelta da tutti i viaggiatori che partono dall’Italia e che vengono in Italia, ed essere leader nel mercato domestico con un network completo sul medio e lungo raggio. Alitalia è già al lavoro per rendere l’esperienza di ogni viaggio più veloce, confortevole e di qualità. Verranno infatti presto introdotte novità in aeroporto nei servizi che precedono il volo e in quelli offerti durante la permanenza a bordo. Ci saranno continue iniziative commerciali e nuove modalità di comunicazione, con la volontà di parlare a tutti i segmenti di clientela, famiglie, coloro che volano per lavoro, quelli che viaggiano nel week end, bambini, come testimoniato da offerte in corso che si rivolgono alle Famiglie. .  
   
   
DROGA E GUIDA, STUFARA A GIOVANARDI, “NO AI TEST ANTIDROGA SOLO PER I RAGAZZI”  
 
Perugia, 11 marzo 2009 – “Parole e provocazioni che nella realtà non porteranno ad una effettiva riduzione degli incidenti stradali anche perchè dirette ad una sola fascia della popolazione e non a tutte le tipologie di patente di guida”. Lo afferma l’assessore regionale alle politiche sociali, Damiano Stufara, commentando il progetto sperimentale proposto dal sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Carlo Giovanardi, teso a condizionare il rilascio della patente di guida e del certificato di idoneità per i ciclomotori alla dimostrazione di una situazione di astinenza da droghe. “Il progetto prevede la sperimentazione in varie realtà regionali, tra queste è inserita anche Perugia - ha detto l’assessore – e pur esprimendo piena condivisione rispetto alla finalità dell’iniziativa, non si può non segnalare che un’effettiva riduzione degli incidenti stradali non può prescindere da un’azione informativa capillare. Per questo motivo guardiamo al progetto con qualche perplessità che manifesteremo anche nelle sedi appropriate”. In proposito l’assessore Stufara ha annunciato l’intenzione di ribadire i suoi dubbi nel suo intervento alla V Conferenza nazionale sulle droghe, in programma a Trieste da mercoledì 12 marzo al venerdì 14. “Confermo l’impegno della Regione a partecipare ad una sperimentazione - ha detto – ma di certo tale misura non va applicata ad un unico segmento della popolazione, per quanto significativo e degno di particolare attenzione, ma all’intera popolazione dei guidatori e per tutte le tipologie di patente compresa la verifica di idoneità in sede di rinnovo della patente. Ciò – ha concluso – per accrescere la consapevolezza di tutti i cittadini, anche integrando interventi di tipo informativo sui pericoli che l’uso di sostanze psicoattive comporta, in particolare in associazione alla guida”. .  
   
   
L’ANAS, STRETTO DI MESSINA SPA, LA PROVINCIA DI MESSINA E IL COMUNE DI MESSINA ISTITUISCONO UN CENTRO STUDI PER PIANIFICARE LE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE PER IL TERRITORIO, ANCHE IN CONNESSIONE AL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA  
 
 Messina, 11 marzo 2009 - E’ stato firmato ieri a Messina un protocollo d’intesa tra la Provincia di Messina, il Comune di Messina, Stretto di Messina Spa e l`Anas per l’istituzione, la funzionalità e la gestione di un Centro Studi, che avrà sede in via del Santo a Messina. Negli stessi locali sarà aperta la sezione Anas distaccata di Messina per la gestione della rete stradale in provincia, che sarà attiva entro marzo ed avrà in organico 15 tra tecnici e amministrativi e 30 cantonieri. L’intesa è stata siglata dal Presidente della Provincia Regionale di Messina Giovanni Cesare Ricevuto, dall’assessore comunale Gianfranco Scoglio, delegato del Sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, e dal Presidente dell’Anas Pietro Ciucci. Il Centro Studi avrà il compito di svolgere analisi del territorio finalizzate alla ricerca della più idonea viabilità e progettualità fra le reti statali, provinciali e del Comune di Messina, e di individuare le opere stradali più opportune da avviare. Le attività saranno inoltre funzionalmente collegate alle opere programmate connesse al Ponte sullo Stretto di Messina. “L’idea di istituire un Centro Studi tra Provincia, Comune, Stretto di Messina e Anas - ha sottolineato il Presidente dell’Anas Pietro Ciucci – oltre ad essere la dimostrazione dell’attenzione che Anas ha nei confronti del territorio, nasce dall’esigenza di porre in essere una progettualità integrata fra la viabilità statale e provinciale, in considerazione del fatto che il territorio della Provincia di Messina è sede di importanti assi stradali di collegamento per l’isola e per il continente. Il Centro Studi si occuperà del riassetto della viabilità ricadente nell’intero territorio provinciale ed effettuerà studi e ricerche sui flussi di traffico connessi alla programmata opera del Ponte sullo Stretto di Messina e delle infrastrutture collegate. La presenza di una sezione distaccata dell’Anas a Messina e dei tecnici Anas sul territorio agevolerà il nostro lavoro sulla rete stradale nella provincia, che è di circa 450 Km”. “L’apertura di una sede distaccata dell’Anas nella provincia di Messina – ha dichiarato il Presidente della Provincia Regionale di Messina Giovanni Cesare Ricevuto - rappresenta l’occasione per rafforzare la collaborazione tra l’Azienda Nazionale Autonoma delle Strade, questo Ente ed i Comuni del territorio provinciale, perché consentirà di mantenere costantemente monitorato l’intero sistema viario, che nel nostro hinterland presenta un’articolazione estesa e complessa. Inoltre, l’individuazione dell’immobile di via del Santo, ex sede distaccata del Provveditorato agli Studi, da destinare al Centro Studi dell’Anas e della Provincia regionale, permetterà anche di recuperare un edificio dismesso da anni. Per l’Ente Provincia è un onore assumere un impegno con l’Anas e con il suo presidente, Pietro Ciucci, nell’ottica di rendere pienamente attiva una sede operativa su Messina, fondamentale anche in vista dell’avvio dei lavori per la costruzione del Ponte sullo Stretto. Un crocevia fondamentale per lo sviluppo del nostro comprensorio che deve “camminare” di pari passo con le esigenze quotidiane della collettività nel rispetto dello sviluppo sostenibile”. “Il ponte sullo Stretto – ha dichiarato il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca - è un’opportunità di sviluppo non solo per la Sicilia, ma per l’intero Mezzogiorno. Per questo motivo, il Comune di Messina non è impreparato all’avvio dei lavori per il ponte ma ha già predisposto le risorse e, soprattutto, le professionalità da mettere a disposizione della struttura che nascerà. È importante conoscere, invece, quali interventi saranno realizzati, sia da nord che da sud, per migliorare il sistema viario, quali saranno i tempi, ma anche sapere quali saranno le opere compensative per la città“. L’attività del Centro Studi, che sarà svolta nei locali della Provincia Regionale di via del Santo a Messina, verrà svolta da un Gruppo di lavoro misto, composto da tecnici e personale amministrativo-esecutivo degli Enti con l`incarico specifico di progettare e realizzare le opere viarie e strutturali necessarie. “La Sicilia - ha continuato il Presidente Ciucci - è una delle regioni alle quali l’Anas riserva maggiore attenzione. Per quanto riguarda il territorio della provincia di Messina, ad esempio, nel breve periodo prevediamo di avviare fra i principali lavori programmati la messa in sicurezza del Viadotto Torre del Lauro sulla strada statale 113 “Settentrionale Sicula”; i lavori di realizzazione dello svincolo tra la strada statale 113, la barriera autostradale di Milazzo e l’asse viario di Milazzo ed i lavori per il rifacimento del Ponte Agrò sulla strada statale 114 “Orientale Sicula”, per un investimento complessivo pari a circa 30 milioni di euro”. . .  
   
   
COMUNE DI MILANO E FS INSIEME PER RIQUALIFICARE LE AREE FERROVIARIE DISMESSE E POTENZIARE IL SISTEMA DI MOBILITÀ URBANA  
 
 Milano, 11 marzo 2009 - Valorizzare ambiti territoriali degradati e dismessi. Potenziare il sistema ferroviario milanese. Questi i punti di forza del programma di riqualificazione degli spazi ferroviari dell’area urbana milanese, promosso da Comune di Milano e da Ferrovie dello Stato. Gli interventi, illustrati ieri a Palazzo Marino da Carlo Masseroli, Assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano, e da Carlo De Vito, Amministratore Delegato di Fs Sistemi Urbani (Gruppo Fs), saranno presentati, insieme a quelli previsti per Bologna, Torino e Roma, anche al Mipim in programma a Cannes dal 10 al 13 marzo 2009. Poter rigenerare e restituire alla città le aree ferroviarie dismesse, rese disponibili dalla riorganizzazione industriale degli impianti Fs, rappresenta un’importante risorsa, sia per lo sviluppo urbanistico della città, sia per dare un forte impulso al potenziamento del sistema ferroviario milanese. Complessivamente circa un milione di metri quadrati, tra cui gli scali di Porta Romana e Farini. Si otterrà, non solo la trasformazione di aree ferroviarie in nuovi spazi urbani, ma anche l’incremento e il potenziamento del sistema ferroviario milanese grazie alle plusvalenze generate dalla valorizzazione di queste aree. Infatti, come già individuato nell’Accordo Quadro siglato nel marzo 2007, Riassetto urbanistico e potenziamento del sistema ferroviario, sono i due temi verso cui orientare le politiche urbanistiche e di mobilità della città. Accordo che per il Comune di Milano diviene occasione per innescare un importante processo di riqualificazione ambientale che porterà rilevanti benefici alla città e per Ferrovie dello Stato è la premessa fondamentale per migliorare il nodo ferroviario milanese, oggi interessato da importanti interventi infrastrutturali e tecnologici, tra cui il raddoppio della Milano – Mortara, la nuova fermata di Rho Fiera Milano e il nuovo collegamento Milano Centrale – Malpensa. In concreto, più verde, più servizi, più zone attrezzate, più offerta per alloggi da dedicare all’housing sociale e a funzioni collettive. Tutto questo in un quadro coerente con le pag. 2 previsioni del nuovo Piano di Governo del Territorio. Promuovere un riequilibrio di funzioni tra centro e periferia; modernizzare la rete di mobilità pubblica e privata in rapporto con lo sviluppo della città, secondo una logica di rete e ottimizzando i tracciati esistenti; incrementare alloggi e soluzioni abitative anche temporanee a prezzi accessibili; incentivare presenza di lavoratori e creativi del terziario propulsivo; connettere i sistemi ambientali esistenti a nuovi grandi parchi urbani fruibili; diffondere servizi alla persona di qualità alla scala del quartiere (scuole, giardini, negozi di vicinato, artigianato, spazi ludici e sportivi, eccetera); vivere la città 24 h su 24 h grazie ad una politica sulla temporaneità dei servizi e sull’accessibilità dei luoghi; rafforzare il sistema del verde alla scala locale e di mobilità lenta basata su spazi pubblici e percorsi ciclo-pedonali; incentivare servizi privati di pubblico interesse attraverso il principio della sussidiarietà, sono solo alcuni dei principi che guideranno la riqualificazione di queste aree. La riorganizzazione del sistema ferroviario, attraverso l’Alta Velocità/alta Capacità, la razionalizzazione degli impianti industriali, il miglioramento delle infrastrutture e delle nuove stazioni urbane sulla Cintura Sud, andrà quindi armonizzata con il futuro assetto della città e dell’area metropolitana. Va inoltre tenuto conto che Milano, nodo ferroviario di rilevanza internazionale, collocato sui Corridoi europei Lisbona - Kiev e Rotterdam - Genova, ha scelto la mobilità su ferro come uno degli indirizzi strategici della propria pianificazione. “Nella trasformazione della città è sempre più chiaro che l’Amministrazione Pubblica” - ha dichiarato Carlo Masseroli, Assessore allo Sviluppo del Territorio del Comune di Milano – “debba giocare un importante ruolo di regia”. “Questo ruolo di regia pubblica” – ha proseguito Carlo Masseroli – “è necessario affinché qualsiasi progetto di riqualificazione sia una reale occasione per tutta la città. Uno dei grandi rischi corso fino ad ora, infatti, è stato quello di considerare le grandi trasformazioni come delle isole separate da tutto. Il nuovo Piano di Governo del Territorio apre invece all’opportunità e alla necessità di una regia in capo all’Amministrazione Pubblica. Un compito che consiste nell’individuare l’alveo entro cui le risorse pubbliche e private possano muoversi, entro cui l’espressività di ciascun operatore possa manifestarsi. La riqualificazione degli scali ferroviari sarà il primo caso esemplare di questo rinnovato ruolo dell’Amministrazione”. “Le Fs stanno lavorando insieme al Comune per dotare Milano e il suo hinterland di infrastrutture ferroviarie che rispondano in pieno alla nuova esigenza di mobilità dei cittadini”. Ha dichiarato Carlo De Vito, Ad di Fs Sistemi Urbani. “Grazie alla valorizzazione delle aree ferroviarie dismesse – ha proseguito De Vito – sarà, infatti, possibile potenziare e riorganizzare il sistema ferroviario di Milano con nuove stazioni che, affiancandosi a quelle già esistenti, consentiranno di incrementare in maniera significativa l’accessibilità su ferro alla città. Infine, gli ampi spazi che a suo tempo diedero impulso allo sviluppo industriale della città e che oggi non sono più funzionali all’attività delle Fs, torneranno ad essere patrimonio dei milanesi, costituendo così una straordinaria occasione di sviluppo urbano e di ricucitura di importanti parti della città”. .  
   
   
MUSEO FERROVIARIO DI TRIESTE  
 
Trieste, 11 marzo 2009 - Un Museo ferroviario sistemato in una stazione vera. Carrozze d´epoca e motrici a vapore su binari che ancora funzionano (sulle direttrici Opicina, Udine e Venezia), la conservazione di un mondo ottocentesco fatto di un viaggiare lento stravolto dall´ingegnarsi della tecnica e dalla storia con i suoi confini mobili. E´ una sorta di paese dei balocchi per gli appassionati, il Museo ferroviario di Campo Marzio, a Trieste. Capolinea della Transalpina (la Trieste-vienna, del 1906), e della Parenzana (la ferrovia a scartamento ridotto che univa la città all´Istria fino al 1935), il vecchio palazzo asburgico a due passi dalle Rive venne chiuso al servizio passeggeri il 31 dicembre del 1958. Per rifarsi, poi, una nuova vita grazie ai volontari del Dopolavoro ferroviario. Tanto che oggi il Museo è apprezzato in Italia (ma conosciuto soprattutto all´estero), le iniziative non mancano (dai treni storici che scalano il Carso all´ambientazione di film, alla mostra sui tram urbani da inaugurare a fine anno), e la passione nemmeno. Infatti, proprio il Museo triestino potrebbe divenire il simbolo di una proposta di legge che porta la firma di Giorgio Baiutti, del Pd sulla valorizzazione della rete ferroviaria regionale a scopo turistico-culturale. Per questo motivo, la Vi Commissione consiliare, con il suo presidente Piero Camber (Pdl) e una decina di consiglieri, ha voluto visitare il Museo, che nel 2009 festeggia i 25 anni di vita. Con un annuncio un po´ a sorpresa: l´intera area potrebbe essere rilevata, ha affermato Camber, dalla Fiera di Trieste per farne il suo nuovo comprensorio accanto ai costruendi Archivio fotografico Alinari e Museo della scienza. Perché la spada di Damocle è un possibile sfratto visto che nel 2006 una società trevigiana ha acquisito all´asta l´intero complesso di Campo Marzio di proprietà delle Ferrovie, vincolato comunque - per quanto concerne stazione, binari e collezioni - dalla Sovrintendenza regionale. "Noi paghiamo un affitto di 60 mila euro all´anno, un comodato piuttosto oneroso, ha spiegato il presidente del Dlf Claudio Vianello. Il rischio è che Trieste da un lato perda il museo, dall´altro che scompaia un terminal viaggiatori che potrebbe essere rivitalizzato turisticamente e sfruttato per la mobilità verso il centro città ". "Dobbiamo trattare con le Ferrovie perché si possano acquisire i binari dismessi, ha spiegato Camber, ci serve un tavolo Stato-regione. Quello che viene abbandonato dalle Fs può essere recuperato e Campo Marzio potrebbe essere il primo esempio in Friuli Venezia Giulia. In Austria, in Slovenia, funzionano con successo i treni turistici, perché non fare altrettanto? E poi, c´è l´ipotesi della metropolitana leggera, da realizzare in accordo con l´Autorità portuale, di cui si sta occupando l´assessore ai Trasporti Riccardi". Debitamente restaurato, tra atrio, sale d´attesa, sala ristorante e un lungo corridoio, il Museo ospita più di mille pezzi: modellini, stampe, disegni tecnici e foto d´epoca di gallerie, ponti, viadotti, la riproduzione in scala del ponte di Salcano (in Slovenia, vicino Nova Gorica), documenti della trenovia Trieste-opicina (ma anche tram veri, a cavalli ed elettrici), il plastico del sistema ferro-portuale triestino e un altro, enorme e funzionante, che riproduce lo snodo di Opicina nel 1910, una panchina dell´arredo originario della stazione dei primi Novecento, persino la ricostruzione di uno sportello di una biglietteria e di un ufficio-movimento. E poi vecchi orari, biglietti e tessere, timbri, telefoni di servizio, berretti e feluche dell´impero, copricapi britannici, tedeschi, polacchi, italiani, fischi a vapore, un manichino in uniforme da ferroviere austro-ungarico, una valigetta portapranzo e un cesto di vimini utilizzato per caricare il carbone nel carro combustibile. Le stelle, però, sono loro: locomotive (dieci a vapore, italiane, austro-ungariche, e una da guerra tedesca), motrici elettriche e diesel, carrozze passeggeri, una dozzina di carri e veicoli storici, vagoni merci e un treno armato utilizzato dalle ferrovie del Terzo Reich nella Seconda guerra mondiale. A tutto ciò vanno aggiunte una biblioteca (oltre 1500 volumi), un archivio storico, la fototeca e una videoteca. .  
   
   
ROMA: LUNGHEZZA: NUOVO PARCHEGGIO IN STAZIONE; 135 POSTI AUTO PER L’INTERSCAMBIO AUTO/TRENO APERTO TUTTI I GIORNI 200MILA EURO L’INVESTIMENTO COMPLESSIVO  
 
 Roma, 11 marzo 2009 - Inaugurato ieri il parcheggio della stazione ferroviaria di Lunghezza, sulla linea Fr2 Roma - Guidonia - Tivoli. Il “taglio del nastro” alla presenza di Sergio Marchi, Assessore alla Mobilità e ai Trasporti del Comune di Roma, e per il Gruppo Ferrovie dello Stato Sara Venturosi, Ad di Metropark e Sabato Gargiulo, Responsabile stazioni del Lazio per Rete Ferroviaria Italiana. In un’area di circa 3. 500 metri quadrati, sono da oggi a disposizione 135 posti auto, di cui 3 riservati alle persone diversamente abili, e 35 stalli per la sosta dei motocicli. Il nuovo parcheggio fa parte di un programma di miglioramento dei servizi per l’intermodalità che Ferrovie dello Stato sta realizzando in corrispondenza delle stazioni del Nodo di Roma e che prevede un’offerta complessiva di circa 3. 300 posti auto, per i quali è in corso, in accordo con il Comune di Roma, la definizione di un modello di gestione a tariffazione agevolata, simile ai parcheggi di scambio gestiti da Atac. I lavori di attrezzaggio e sistemazione del piazzale sono stati realizzati da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs) per un investimento di circa 200mila euro e sono in corso ulteriori lavori, per circa 300mila euro, per la ristrutturazione del fabbricato storico di stazione. L’area di sosta, aperta continuativamente tutti i giorni dell’anno, favorirà l’interscambio tra auto privata e treno per una migliore accessibilità al centro città, decongestionando il traffico della zona e contribuendo ad incentivare formule di mobilità sostenibile. .  
   
   
ALBANIA, BUONE PROSPETTIVE PER PORTO DI SHENGJIN  
 
Tirana, 11 marzo 2009 - Il Governo del Kosovo ha espresso la volontà di investire nel porto albanese di Shengjin allo scopo di incrementare la circolazione delle merci e dei cittadini ed il Governo albanese ha risposto positivamente, mettendone a disposizione alcuni spazi, informa l´Ice. Il ministro albanese delle Finanze, Ridvan Bode, ha dichiarato che, dopo la conclusione degli importanti investimenti nel campo dell´infrastruttura stradale, sarà necessario allargare le capacità di tutti i porti dell´Albania. All´attenzione del Governo albanese è senza dubbio anche la riqualificazione del porto di Shengjin, che dopo la conclusione della strada Durres-kukes, assumerà una nuova dimensione. Il porto di Shengjin, nelle vicinanze della città di Lezha, nel Nord-est dell´Albania, è il terzo porto dopo quelli di Durazzo e di Valona. La vicinanza con Tirana e Durazzo rende Shengjin un importante ponte di collegamento per le regioni settentrionali del Paese, ma anche per il Kosovo e il Montenegro. .