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Notiziario Marketpress di Mercoledì 11 Marzo 2009
A MONTEROTONDO SORGERÀ IL PIÙ GRANDE POLO TECNOLOGICO AGRARIO  
 
Nascerà il più grande "parco tecnologico" del settore agrario a avrà sede a Monterotondo. Per volontà della Regione Lazio verrà creato un polo di eccellenza nella ricerca scientifica, che sia punto di riferimento nel Lazio per le strutture che svolgono la loro attività nel settore della ricerca applicata in agricoltura. E´ uno dei progetti contenuti in un protocollo d´intesa firmato dal presidente della Regione, Piero Marrazzo, dal presidente del consiglio per la ricerca e sperimentazione in agricoltura, Romualdo Coviello e dal rettore dell´università della Tuscia, Marco Mancini. “Questo protocollo d´intesa si collega alla politica della Regione che parte dall´idea di non andare in ordine sparso – ha detto Marrazzo - sto lavorando ad un documento ´Il futuro oltre la crisi´ che sottoporrò alla maggioranza. Bisogna mettere insieme competenze e risorse per creare competitività e questo accordo triennale ci accompagnerà nella fase più acuta della crisi". Soddisfatto il presidente del Cra, Coviello, che ha spiegato: "Abbiamo recuperato le risorse per finanziare il progetto e con il trasferimento da Roma delle nostre strutture contiamo di recuperare tra l´1,2 e 1,3 milioni euro l´anno". Il protocollo permetterà inoltre di intensificare il rapporto tra l´università della Tuscia e le sedi presenti sul territorio della Provincia di Rieti, prima fra tutte Cittaducale e di promuovere il rapporto con la cantina di Velletri. Tra i presenti alla sigla dell´intesa anche gli assessori alla Ricerca, Claudio Mancini, all´Ambiente, Filiberto Zaratti e all´Agricoltura, Daniela Valentini che ha spiegato: “L´agricoltura ha bisogno di questo protocollo per fare sistema tra innovazione, ricerca e ambiente. Le nostre aziende hanno bisogno di un forte sostegno per valorizzare il patrimonio scientifico e tecnologico del settore agricolo, per essere competitive sul mercato". .  
   
   
L´ADDOMESTICAMENTO DEI CAVALLI SEMBRA ESSERE DI MILLE ANNI PIÙ ANTICO  
 
Scienziati hanno scoperto le prove finora più antiche dell´addomesticamento dei cavalli. In un articolo pubblicato sulla rivista Science, un team internazionale di ricercatori fornisce nuove prove che la cultura Botai del Kazakistan allevava e sellava cavalli, bevendone ache il latte, già 5. 500 anni fa. Le scoperte spostano indietro di mille anni la data dell´addomesticamento dei cavalli. L´addomesticamento dei cavalli ha rivoluzionato il modo in cui le persone viaggiavano, comunicavano e combattevano le loro guerre. Ma, nonostante l´importanza di questo evento per il corso della storia umana, era difficile stabilire con esattezza il luogo e la data dell´addomesticamento dei cavalli. Esistono alcune prove che suggeriscono che la cultura Botai, che è esitita tra i 5. 700 e 5. 100 anni fa dove attualmente si trova il Kazakistan settentrionale, addomesticava i cavalli. In quei tempi, le steppe erano l´ambiente primario dei cavalli e le popolazioni locali andavano a caccia dei cavalli selvatici presenti nella regione. Un team composto da scienziati americani, britannici, francesi, kazaki e russi hanno ora fornito le prove definitive che i Botai non soltanto andavano a caccia di cavalli, ma li allevavano, mungevano e sellavano. Per prima cosa, i ricercatori hanno confrontato le ossa dei cavalli Botai con le ossa dei cavalli selvatici addomesticati dell´era del bronzo. L´analisi ha rivelato che l´aspetto dei cavalli Botai era più simile a quello dei cavalli domestici dell´età del bronzo e dei cavalli mongoli moderni. Secondo i ricercatori, questo dimostra che il popolo Botai selezionava i cavalli selvatici sulla base dei loro attributi fisici e poi sviluppava questi tratti attraverso l´allevamento. Altre prove derivano dalla dentatura dei cavalli, che mostra marcature distintive che potrebbero solo essere derivate da un morso o dalle briglie; ciò implica che i Botai erano capaci di cavalcare i loro cavalli. Infine, analisi chimiche hanno rivelato tracce di latte di cavallo nel vasellame Botai, fornendo prove definitive che alcune delle giumente in quel luogo erano addomesticate. Inoltre, i ricercatori hanno constatato che le giumente erano state munte in estate. "Tutti sappiamo che l´addomesticamento dei cavalli ha avuto un enorme impatto sociale e economico, sulle comunicazioni, il trasporto, la produzione alimentare e la belligeranza," ha commentato l´autore capo dott. Alan Outram dell´università di Exeter (Regno Unito). Le nostre scoperte indicano che i cavalli venivano addomesticati circa mille anni prima di quanto ritenuto in precedenza. Ciò è significativo perché cambia la nostra conoscenza su come si sono sviluppate queste società primitive. " I cavalli rappresentano tuttora una parte importante della vita kazaka; il latte di giumenta si beve ancora da quelle parti, spesso sotto forma di una bevanda fermentata, leggermente alcolica, chiamata koumiss. Per ulteriori informazioni, visitare: Science: http://www. Sciencemag. Org University of Exeter: http://www. Exeter. Ac. Uk .  
   
   
FOTOVOLTAICO IN AREE AGRICOLE  
 
Potenza - Il consigliere regionale del Popolo della Libertà, Pasquale Di Lorenzo, ieri , ha presentato una proposta di legge con la quale “si intende apportare una modifica all’articolo 10 della legge regionale n. 31 del 2008 concernente il ´Procedimento amministrativo semplificato per la realizzazione di impianti di cui all´art. 2, comma 1, lettera c) del Decreto legislativo 29 dicembre 2003 n. 387´ che, al comma 3, lettera a. 5 stabilisce una limitazione qualora gli impianti vengano realizzati nelle aree agricole fino a 500 Kw con una dimensione minima delle particelle asservite all´impianto di una superficie 6 volte quella radiante, rispetto alle aree industriali dove il limite è di 1 Mw e non è richiesto nessun asseveramento”. “Tale enunciazione - afferma il Di Lorenzo - appare discriminante e lesiva del principio di libera concorrenza creando condizioni differenti tra imprese agricole ed industriali. La realizzazione di impianti fotovoltaici ed eolici su superfici agrarie, da parte di imprenditori agricoli rappresenta una legittima occasione di reddito che può estrinsecarsi, o con la esecuzione in proprio degli impianti, o con la cessione dell’autorizzazione e che non può trovare un limite in una disposizione tanto ingiusta quanto ingiustificata. Per queste ragioni - sottolinea il consigliere - la proposta di legge presentata mira a consentire anche alle aree agricole la realizzazione di impianti fotovoltaici di potenza fino a 1 Mw”. .  
   
   
DELEGAZIONE CUOCHI E GIORNALISTI AUSTRALIANI IN VISITA IN UMBRIA  
 
Perugia – La cucina italiana, e quella umbra in particolare, hanno molto da insegnare alla cucina ed alla ristorazione australiana, che può trarvi molteplice ispirazione, sia per quanto riguarda le tecniche che la scelta degli ingredienti. È quanto ha commentato una delegazione di cuochi e giornalisti australiani che, su iniziativa della Regione Umbria (Servizio Relazioni Internazionali), con la collaborazione di “Sviluppumbria” e del “Centro Agroalimentare”, hanno trascorso in Umbria una settimana, per una serie di “stages” in alcuni ristoranti umbri (a Perugia, Foligno, Gubbio e Spello) e visite guidate ad aziende produttrici di olio (Trevi) e di vino (Montefalco). La visita si è conclusa ieri a Spello, dove lo chef “stellato” Marco Gubbiotti ha iniziato, nella sua cucina, gli ospiti ai segreti del carciofo, del polipo e della torta al cocco e carote. “La cucina australiana è buona e interessante – ha detto la giornalista Halina Young -, ma certo è che siamo rimasti molto colpiti dalla tecnica della vostra cucina, fondata su inimitabili prodotti freschi e sul rispetto degli ingredienti, con cotture molto veloci che esaltano il gusto. L’umbria è ricca di questi prodotti, che provengono da un territorio e da un paesaggio senza uguali, che ci ha lasciato davvero senza fiato”. Dello stesso avviso Domenico Bonario, ristoratore di Melbourne di origini italiane: “Mi ha colpito molto la cura con cui i prodotti vengono lavorati. L’effetto è una cucina apparentemente semplice, ma di grande raffinatezza tecnica, che, a differenza di quella francese, tende ad esaltare la naturalezza e la freschezza della materia prima. Cercheremo di far tesoro da quanto abbiamo appreso in questa settimana”. .  
   
   
ALIMENTAZIONE: PRESENTATA INDAGINE SU GIOVANI GENERAZIONI A TAVOLA  
 
Palermo - C’è voglia di informazione, tra i giovani siciliani, in tema di alimentazione e agricoltura. Sia pur con molte contraddizioni, si registra un interesse crescente per il rapporto tra qualità del cibo e salute. È quanto emerge dall’indagine, realizzata dall’Istituto Nazionale di Ricerche Demopolis per conto dell´Assessorato Regionale all´Agricoltura, sulle dinamiche e le tendenze di consumo alimentare degli studenti siciliani di età compresa tra i 13 ed i 19 anni. I risultati della ricerca sono stati presentati ieri mattina a Palermo nel corso di un incontro cui hanno preso parte l´assessore regionale all´Agricoltura Giovanni La Via, il nutrizionista Giorgio Calabrese e il direttore dell’Istituto Demopolis, Pietro Vento. “Il tema dell’alimentazione - ha detto l’assessore La Via - ha un ruolo centrale per promuovere un’effettiva e diffusa tutela della popolazione ed è uno dei temi fondamentali su cui bisogna impegnarsi quotidianamente per costruire un reale e sostanziale miglioramento della qualità della vita. Per questo motivo, l’assessorato, ormai da tempo, ha promosso diverse iniziative con particolare riferimento ai giovanissimi e ai giovani. I risultati dell’indagine ci dicono che aumenta l’interesse per il rapporto tra qualità del cibo e salute anche se c’è scarsa conoscenza di quali siano i nostri prodotti e quindi dobbiamo, ancora di più, lavorare per trasferire le nostre conoscenze e competenze nel campo agroalimentare ai giovani. E’ chiaro - ha concluso l’assessore - che noi possiamo fare solo una parte del lavoro, l’altra compete alla scuola. Ecco perché, in tutte le iniziative che l’assessorato ha promosso in questi anni, al nostro fianco c’è sempre l’Ufficio scolastico regionale”. “L’indagine - ha affermato il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento - mette a fuoco il vissuto e gli stili di vita dei ragazzi nell’Isola, il loro rapporto quotidiano, spesso controverso, con il cibo. In pochissimi cucinano, solo un terzo contribuisce alla scelta dei prodotti che si consumano tra le mura domestiche, preferendo in genere delegare alla famiglia. La ricerca dell’Istituto Demopolis rivela una chiara ambivalenza tra i giovani siciliani che, pur consumando fuori dai pasti principali merendine, patatine, snack dolci e salati, restano saldamente attaccati alla tradizione di casa, soddisfatti di quella cucina che, a pranzo e a cena, nelle case siciliane continua ad offrire una varietà di prodotti, ingredienti, sapori e profumi che raramente si trovano sulle tavole di altre regioni europee. Ma della gastronomia locale, i ragazzi conoscono i piatti, non la loro composizione. Per molti, le scelte alimentari rimangono una funzione affidata ai genitori e spesso scontata, sulla quale - ha concluso Pietro Vento - si interrogano molto meno che per l’acquisto di un capo d’abbigliamento o di un bene tecnologico”. I pasti principali, secondo la ricerca Demopolis, si consumano per lo più in casa. Più di un quarto degli studenti salta la colazione al mattino; e il 69% di chi la fa, ci mette meno di 5 minuti. Pane, pasta e carne sono gli alimenti più consumati, a pranzo e a cena. Le verdure non sono amate dai più giovani, il 32% non mangia quasi mai la frutta. E, potendo scegliere, gli studenti incrementerebbero il consumo di pizze e dolci. Diffuso e senza regole è - secondo i ricercatori di Demopolis - l’uso di bibite gassate (69%), birra (29%) e superalcolici (17%), soprattutto nei weekend e in occasione del rito dell’aperitivo. Consuma spesso bevande alcoliche il 21% del campione, qualche volta il 54%. E, fuori dai pasti, come i coetanei di qualunque altra regione, tanti spuntini, davanti alla Tv o al Pc, studiando o navigando in Rete: merendine, snack, patatine, panini farciti. Per il nutrizionista Giorgio Calabrese la ricetta è chiara. “Favorire - spiega - la dieta mediterranea nella quale ci sia una grande rappresentanza di prodotti ortofrutticoli e animali che abbiano le capacità nutrizionistiche del bioclima siciliano ricco di antiossidanti. Se si mangia meglio, si vive meglio”. “Il 46% del campione intervistato dall’Istituto Demopolis - ha detto Pietro Vento - si dichiara insoddisfatto del proprio peso, percentuale che sale al 55% nel segmento femminile del campione. Un terzo dichiara di fare costante attenzione alle calorie e di misurare le porzioni. Il 41% ha già seguito una dieta, scelta spesso senza il consiglio di un medico. Quasi l’80% ritiene, comunque, che scegliere cibi sani e prodotti del territorio possa migliorare l’aspetto fisico e la salute”. Tante contraddizioni, nell’era della globalizzazione alimentare. Gli studenti – secondo l’indagine Demopolis – affermano di voler consumare più prodotti locali, ma chiamati a identificare le produzioni dell’Isola, citano a maggioranza solo le arance, la ricotta, i fichi d’india e l’olio extra vergine. Poco più di un terzo segnala l’uva o il pistacchio; appena il 17% i capperi. Il 15%, alquanto confuso, riconduce alle tradizioni siciliane rucola e parmigiano. Alla progressiva omogeneizzazione dei consumi fra le giovani generazioni si accompagna dunque una non adeguata conoscenza delle produzioni agricole tradizionali. Tuttavia, gli studenti siciliani dimostrano una preparazione, cresciuta nell’ultimo triennio, e una sensibilità sulle tematiche dell’agroalimentare superiori alla media dei coetanei italiani. Più del 50% degli intervistati avrebbe voglia di riscoprire il legame con il territorio e la tradizione, per un’alimentazione più genuina e consapevole. Il 72% degli studenti dell’Isola dichiara, con convinzione, che vorrebbe saperne di più sulle produzioni agroalimentari siciliane di qualità. L’indagine, diretta e coordinata da Pietro Vento con la collaborazione di Maria Sabrina Titone, Giusy Montalbano e Marco Tabacchi, è stata condotta dall’Istituto Nazionale di Ricerche emopolis su un campione di 1. 280 intervistati, rappresentativo dell’universo degli studenti siciliani di età compresa fra i 13 ed i 19 anni, stratificato per classi di età, sesso, ampiezza demografica del comune, area di residenza e tipologia dell’istituto scolastico frequentato. .  
   
   
ACCORDO ANCHE TRA ALLEVATORI E PRODUTTORI PER LA FOCACCIA COL FORMAGGIO PRODOTTO DA LATTE LIGURE  
 
Dopo la positiva sperimentazione e il sì all´utilizzo della crescenza prodotta con latte ligure per preparare la focaccia con il formaggio di Recco, che sta concludendo positivamente il cammino verso il riconoscimento dell´Igp - Indicazione geografica protetta da parte del Ministero delle Politiche Agricole e dell´Unione Europea, è pronto anche un vero e proprio accordo di filiera per valorizzare il latte ligure. L´accordo, promosso dall´assessore all´Agricoltura della Regione Liguria Giancarlo Cassini, garantisce a tutti gli allevatori e produttori di latte genovese una significativa remunerazione rispetto ai valori di mercato , valorizza la qualità e assicura ai focacciai di Recco la piena disponibilità dell´ingrediente principale della focaccia col formaggio: la crescenza. La proposta di utilizzare il latte proveniente da allevamenti liguri da trasformare in crescenza era partita nei mesi scorsi dall´assessorato all´Agricoltura della Regione Liguria. All´ incontro che ha dato il via libera alla bozza di accordo odierno hanno partecipato gli allevatori, i produttori zootecnici, i trasformatori di diverse aziende casearie, il Consorzio Focaccia col Formaggio di Recco e i rappresentanti delle organizzazioni agricole. Spiega l´assessore Cassini: "L´impostazione data alla richiesta per l´ottenimento dell´Igp - Indicazione geografica protetta per la focaccia col formaggio di Recco, legando il prodotto alla realtà di tutto il territorio, ha ottenuto un altissimo gradimento da parte di tutti". "Con l´accordo di filiera, che sarà formalizzato e sottoscritto al più presto, si valorizza la peculiarità della focaccia col formaggio di Recco e si offre un forte sostegno al comparto agricolo in difficoltà riconoscendo un valore aggiunto al latte genovese e valorizzando le sue eccellenti caratteristiche caseatorie". .  
   
   
AGRICOLTURA IN SICILIA: LOMBARDO, “APPROFITTARE DELLA CRISI PER RILANCIARE SETTORE”  
 
Palermo – Piena condivisione delle proposte della Cia è stata espressa dal presidente della Regione Raffaele Lombardo al convegno che l’organizzazione agricola ha tenuto ieri al San Paolo palace. Lombardo, salutando il presidente regionale della Cia, Carmelo Guerrieri, e i partecipanti al convegno, ha impegnato l’intero governo della Regione a favore di un comparto in cui operano 600 mila addetti in Sicilia e che produce una grossa fetta del prodotto interno lordo dell’isola. “E’ un settore profondamente in crisi – ha detto Lombardo - che va rilanciato con urgenti e opportune iniziative. Siamo infatti in un momento nel quale la crisi è attestata, in maniera incontrovertibile, dal fatto che il grano giace nei magazzini perchè si venderebbe a un prezzo più basso rispetto a quello di produzione , così come l’olio che ha un prezzo inferiore rispetto già al solo costo per la raccolta della olive. Stessa cosa per gli ortaggi, per la frutta, per il vino. Allora – ha proseguito – occorrono misure che devono riguardare il credito, che oggi strangola i produttori, i controlli igienico sanitari per i prodotti extra comunitari, che fanno concorrenza sleale sia ai nostri cereali come all’ortofrutta e agli altri prodotti agricoli. Così come nella prossima finanziaria si devono appostare risorse per il settore, concentrando i fondi per la promozione, per riorganizzare una commercializzazione che ci faccia riconquistare mercati anche nazionali, che ormai sono stati perduti, per sostenere le assicurazioni contro i rischi e le calamità, e – ha concluso il presidente della Regione - per assicurare la vigilanza e la sicurezza nelle campagne”. .  
   
   
GIOVANI DI COLDIRETTI: PROBLEMI E DELL’OPPORTUNITÀ DELL´AGRICOLTURA TRENTINA  
 
Programmazione nelle scelte e nelle strategie politiche, snellimento delle procedure burocratiche, maggiore integrazione con il settore turistico per una più efficace valorizzazione dei prodotti agroalimentari locali, difesa delle aree agricole attraverso gli strumenti di pianificazione urbanistica, collaborazione più stretta con il mondo della cooperazione: questi sono i principali temi discussi ieri pomeriggio in un incontro tra l´assessore provinciale all´agricoltura, foreste, turismo e promozione Tiziano Mellarini e i direttivi della Federazione Provinciale Clubs 3P, articolazione di Coldiretti che si occupa di formazione, e dei Giovani Impresa Coldiretti del Trentino. Erano presenti anche alcune rappresentanti del direttivo Coldiretti Donne Impresa. L´appuntamento è stato richiesto dall´associazione di categoria come un´opportunità di confronto sui temi più attuali legati all´agricoltura, in prospettiva di una rivisitazione dei contenuti delle misure attuative del Piano di Sviluppo Rurale 2007 – 2013. L´assessore ha apprezzato il senso dell´iniziativa: "Questo - ha detto - è lo spirito giusto con cui affrontare i problemi per risolverli assieme. Apprezzo soprattutto che siano i giovani come voi ad avanzare proposte. Credo che potremmo pensare di ritrovarci periodicamente, ogni quattro mesi, per fare il punto della situazione e scambiarci reciprocamente informazioni e osservazioni". Il dibattito, partendo dalla premessa che l´agricoltore non deve essere considerato solamente come un produttore ma come "protagonista di atteggiamenti virtuosi e benefici per l’intero contesto socio – territoriale", ha toccato diversi argomenti seguendo i contenuti di un documento presentato all´assessore. "Il settore agricolo - ha più volte ribadito Mellarini - è una risorsa fondamentale per il presidio e la conservazione del territorio e anche per la valorizzazione delle sue specificità a fini turistici e commerciali. Oggi si può vincere la competizione con altre realtà solamente integrando la propria offerta e proponendo tutto quello che di bello e di buono siamo in grado di proporre". Durante l´incontro si è insistito molto sul concetto di programmazione. Alla politica i giovani di Coldiretti hanno chiesto di operare scelte che sappiano premiare soprattutto chi lavora secondo principi etici e morali, di fare una programmazione chiara, che tenga conto dei problemi e delle esigenze delle diverse filiere e non alimenti la semplice corsa al contributo. Su questo l´assessore ha annunciato che nei prossimi mesi è sua intenzione emanare un documento di programmazione generale per tutto il settore agricolo. Dal mondo agricolo è arrivata anche la richiesta di una maggiore omogeneità nell´istruttoria delle pratiche amministrative da parte degli uffici periferici dell´amministrazione provinciale. L´assessore Mellarini ha evidenziato l’impegno per razionalizzare l´apparato amministrativo in modo che le procedure siano sempre più snelle, anche grazie all´ausilio delle nuove tecnologie informatiche. Durante il confronto è emersa, ancora una volta, la necessità che il mondo agricolo abbia una maggiore interazione con le strutture alberghiere locali e in generale con i potenziali fruitori delle produzioni locali, come le mense, anche in un´ottica di accorciamento della filiera che potrebbe garantire un risparmio per il consumatore e una migliore remunerazione per il produttore. "Gli strumenti urbanistici di cui attualmente siamo dotati - ha sottolineato infine l´assessore - sono una leva importante per tutelare le aree agricole di pregio". A margine dell´incontro l´assessore Mellarini ha annunciato un´iniziativa politica in sede comunitaria, in collaborazione con il collega Hans Berger della Provincia autonoma di Bolzano, per far sì che nelle politiche comunitarie di sviluppo rurale valide per le future programmazioni venga inserito un quinto asse che tuteli le agricolture svantaggiate montane ed in particolare quella dell´arco alpino. .  
   
   
BASILICATA: IACOVONE (FEDERAZIONE AGRONOMI E FORESTALI) SU PSR 2007-2013  
 
Il presidente della Federazione Regionale degli Ordini dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali di Basilicata, dottore agronomo Sandra Iacovone, ha inviato al presidente della Giunta Regionale, Vito De Filippo, all’assessore all’Agricoltura Vincenzo Viti e ai consiglieri regionali, un documento con le proprie osservazioni e proposte per l’attuazione del Piano di Sviluppo Rurale 2007 - 2013 e sulla difficile situazione del comparto agricolo regionale. Il documento, - spiega Iacovone - dopo avere analizzato la situazione dell’agricoltura lucana e evidenziato, ancora una volta, il netto ritardo nell’attuazione del Psr, illustra le proposte della Federazione, centrate sui seguenti punti: il consolidamento della consultazione dei professionisti attraverso la costituzione di un tavolo tecnico; la consulenza aziendale; il rispetto e la valorizzazione delle professionalità all’interno degli enti pubblici; la qualità dei bandi di attuazione delle misure del Psr; il rispetto dei tempi di accoglimento delle istanze e di erogazione dei finanziamenti; l’efficacia della spesa; il riordino degli enti; La Federazione Regionale – prosegue la nota - ritiene che i bandi del nuovo Psr debbano essere discussi da un tavolo tecnico formato dalle professionalità tecniche che operano in agricoltura. Ciò al fine di evitare quelle difficoltà che si sono verificate nel corso della scorsa programmazione. Il tavolo dovrà avere anche la funzione di osservatorio per il monitoraggio dell’avanzamento dell’attuazione del Psr. In questo modo si riuscirebbe a perseguire anche gli obiettivi della valorizzazione delle professionalità che operano all’interno degli enti pubblici, l’aumento della qualità dei bandi di attuazione del Psr, nonché l’efficacia della spesa ed il rispetto dei tempi di accoglimento delle istanze e di erogazione dei finanziamenti. In merito alla consulenza aziendale, - sottolinea Iacovone - il documento ribadisce che l’elemento centrale del sistema dovrà essere la figura del professionista agricolo, professionalità attestata, come sancito da numerose recenti sentenze della magistratura amministrativa, dall’iscrizione ad un albo professionale. Infine, la Federazione ha fatto propri gli emendamenti al disegno di legge regionale sul riordino degli enti che operano in agricoltura, presentati dall’Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della provincia di Matera nello scorso mese di ottobre. Il riordino degli enti – conclude Iacovone - dovrà semplificare il quadro dei soggetti, pubblici e privati, che operano in agricoltura, definendo con chiarezza i ruoli di ciascun soggetto ed evitando la costituzione di monopoli, nell’assistenza tecnica e nella consulenza aziendale, da parte di soggetti che operano con finanziamenti pubblici, consentendo ai professionisti di competere ad armi pari nell’erogazione di servizi alle imprese. .  
   
   
BASILICATA: LEGGE ETICHETTATURA OLIO OLIVA PER TUTELA ECCELLENZA  
 
“L’approvazione da parte dell’Unione europea della legge sull’etichettatura di origine obbligatoria dell’olio extravergine di oliva, che andrà in vigore dal 1 luglio prossimo, sarà essenziale per la tutela dell’olio di eccellenza prodotto nel nostro Paese, nel quale rientra a pieno titolo quello lucano”. E’ quanto dichiarato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Viti, in merito alla recente approvazione del provvedimento fortemente sostenuto da tutte le parti istituzionali, politiche e sociali del panorama agricolo italiano. “In particolare – ha aggiunto Viti - vorrei ricordare l’impegno profuso dall’ex ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro, che nello scorso anno fece approvare il decreto in Italia, quello stesso poi ripreso in sede europea. Il nuovo provvedimento è un decisivo passo in avanti rispetto alla legge precedente del 2002 che prevedeva solo una indicazione facoltativa del luogo di origine, infatti esso impone l’obbligo di indicare l’origine degli oli extravergini e vergini e pertanto tutela dalle contraffazioni il Made in Italy e assicura il consumatore dalle frodi. La nostra produzione regionale media annua di olio, attestata sulle 13mila tonnellate ciò porta la regione ad essere l’ottava produttrice di olio in Italia. Va detto che gli oli extravergini lucani sono passati dal 40% dei primi anni ’90, a circa l’85% della prima metà dell’ultimo decennio con una percentuale di olio confezionato in lattina e in bottiglia di circa il 25% di quello prodotto ed una quantità in crescita di imprenditori che commercializzano l’olio d’oliva con proprie etichette. Il nostro è un territorio vocato all’olivicoltura grazie alle peculiarità pedoclimatiche e alla presenza di importanti varietà autoctone, in grado di fornire prodotti di alta qualità e con spiccate caratteristiche di tipicità. In tale quadro l’olivicoltura lucana, anche per la sua naturale multifunzionalità, potrebbe far registrare un’elevata crescita economica e occupazionale, cosa non da poco in un periodo di crisi come quello attuale. Tutto ciò - ha concluso Viti - potrebbe avvenire se istituzioni e mondo agricolo, in una visione ampia e proficua, sapranno attuare correttamente le Misure contenute nel nuovo Piano di sviluppo rurale e i Programmi per il miglioramento della qualità, in uno sforzo teso a consolidare l’associazionismo, introdurre innovazioni tecnologiche, ridurre i costi di produzione e recuperare valore aggiunto attraverso il riconoscimento dei marchi di origine e la loro conseguente valorizzazione”. .  
   
   
ART, FOOD & FASHION: FIRENZE DIVENTA CAPITALE DELL’ALTA CUCINA EUROPEA. DAL 15 AL 17 MARZO IN CONGRESSO OLTRE 300 JENUES RESTAURATEURS D’EUROPE ESPRESSIONE DELLA PIÙ ALTA CUCINA EUROPEA.  
 
 Sotto il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Firenze e del Comune di Firenze, si svolgeranno a Firenze i lavori del Congresso internazionale dei Jeunes Restaurateurs d’Europe (Jre) l’espressione più alta dell’alta cucina in italia e in Europa. Ne fanno parte a livello europeo 530 chef, giovani (per statuto i soci effettivi devono avere un’età compresa tra i 24 e i 45 anni) la maggior parte stellati e, quindi, professionisti di alto livello. Il programma della 3 giorni prevede una serie di contaminazioni con il territorio che parte domenica 15 pomeriggio con il Ring di Davide Paolini ospitato durante l’altro evento enogastronomico in contemporanea a Firenze, Taste, e che vedrà la partecipazione di Marco Bistarelli ed Emanuele Scarello in rappresentanza per l’Italia, Tomas Kavcic per la Slovenia e Andy Zaugg per la Svizzera. A seguire un dinner a buffet in collaborazione con gli espositori presenti a Taste. Il 16 iniziano i lavori del congresso all’Hotel Hilton Metropole che ha una parte pubblica con inizio alle 11. 30 con una tavola rotonda dal titolo "Cibi sani e cucina di qualità: le nuove frontiere della ristorazione", dove si confronteranno, oltre al presidente europeo Jre Erwin Rozendal e quello italiano Emanuele Scarello, i giornalisti Paolo Marchi, Fausto Arrighi, Enzo Vizzari. E’ stata annunciata la presenza del sottosegretario alla Salute, Francesca Martini. Al termine verrà presentata la nuova guida Jre Italia/slovenia 2009, un utile strumento che permette un percorso di conoscenza dei migliori chef italiani e sloveni iscritti all’associazione. Il pomeriggio una visita alla città e al Museo della Scarpa e, per la sera, nella prestigiosissima sede di Palazzo Vecchio una esclusiva cena di gala cucinata dai Jre di tutta Italia dal sapore tutto Italiano. Martedì 17 una visita al castello di Nipozzano chiuderà il congresso. Questo evento, che si tiene ogni due anni, è giunto alla sua ottava edizione e Firenze rappresenta un bel biglietto da visita per gli ospiti europei che potranno così vedere luoghi particolarmente suggestivi grazie all’intervento del Comune di Firenze, della Provincia della Toscana e della Regione Toscana. . .  
   
   
“IL RISO È VITA – PER CHI LO PRODUCE, PER CHI LO LAVORA, PER CHI SE NE NUTRE”: UN CONVEGNO ORGANIZZATO DA BAYER CROPSCIENCE CON IL PATROCINIO DELL’ENTE RISI PER LA PRESENTAZIONE DEL VOLUME “IL RISO” DELLA COLLANA EDITORIALE “ COLTURA&CULTURA”  
 
 La risicoltura rappresenta la più importante attività economica al mondo per il numero di persone coinvolte. Il 50% della popolazione mondiale dipende per tutta la vita da quest’alimento per la propria nutrizione e alcune centinaia di milioni di piccoli agricoltori ha nel riso la principale e talora unica fonte di reddito. In Italia il riso assume un ruolo di primo piano con una produzione di 1. 490. 000 tonnellate nel 2007 ed un export pari a 392,5 milioni d’euro. Di questo e di altro si parlerà al convegno nazionale “Il riso è vita – per chi lo produce, per chi lo lavora, per chi se ne nutre”, organizzato da Bayer Cropscience il 4 marzo con il patrocinio dell’Ente Risi, l’ente di ricerca nazionale sul riso. “Siamo impegnati a livello mondiale per offrire nuovi mezzi per contribuire ad aumentare le produzioni di riso, attraverso agrofarmaci per la protezione dai parassiti e la gestione delle infestanti e ibridi convenzionali ad alta produttività” afferma Frank Terhorst, Amministratore delegato di Bayer Cropscience in Italia. “Ma l’innovazione è necessaria più che mai anche in Italia per assicurare qualità, salubrità e sostenibilità economica delle produzioni. Mentre si riducono gli agrofarmaci a disposizione dei risicoltori italiani, Bayer Cropscience permette loro di disporre di soluzioni sicure e innovative, frutto dell’impegno aziendale nella ricerca. Gli agrofarmaci contribuiscono ad assicurare una costante fornitura di alimenti sani e di alta qualità a prezzi accessibili per tutti i consumatori e sono indispensabili per lo sviluppo di un’agricoltura sostenibile, altrimenti destinata a decrescere, favorendo l’importazione di prodotti extra europei che non garantiscono gli stessi standard di sicurezza e qualità. ” Per far conoscere i valori dell’agricoltura italiana oltre 200 esponenti del mondo scientifico e della filiera agroalimentare hanno partecipato alla collana “Coltura & Cultura”, di cui oggi si presenta “il riso”. All’evento parteciperà tra gli autori Nguu Van Nguyen rappresentante della F. A. O. (Food and Agriculture Organization of the United Nations) a Roma. “Rice is life è lo slogan coniato dalla F. A. O. Per l’Anno Internazionale del Riso, celebrato nel 2004, che ha confermato come la metà della popolazione mondiale continuerà a dipendere dal riso come unica fonte alimentare quotidiana d’energia e proteine” ribadisce Nguu Van Nguyen, Segretario Esecutivo della Commissione Internazionale per il riso della F. A. O. “La popolazione mondiale continua a crescere e la produzione di questo cereale avrà sempre più bisogno del contributo di tutti gli operatori del settore. Il nostro auspicio è che la pubblicazione di questo libro contribuisca a generare maggiore interesse nei confronti della produzione del riso, per coprire il fabbisogno alimentare e ridurre la povertà negli anni a venire”. “Nel volume il riso, sono state esaminate in modo sintetico, ma completo, le caratteristiche botaniche, le esigenze, la fisiologia della pianta, la ricerca genetica e le più aggiornate tecniche di coltivazione” afferma Aldo Ferrero, Università di Torino e coordinatore scientifico del volume. “Una parte importante dell’opera è dedicata agli aspetti storici, artistici, ambientali e paesaggistici, nonché alle tradizioni musicali e religiose legate a questa coltura” continua Ferrero. “Ampio spazio è stato riservato alla trattazione della lavorazione industriale, delle proprietà nutrizionali e delle tradizioni gastronomiche e infine alla produzione e al mercato europeo e mondiale”. “Un vivo ringraziamento va ai cinquantasei autori, appartenenti al mondo della ricerca, della filiera e della comunicazione” afferma Renzo Angelini, Direttore Marketing e Technical Management di Bayer Cropscience. “Insieme sono riusciti a trasmettere, con un linguaggio scientifico ma accessibile a tutti, le infinite potenzialità del riso, il ruolo sociale, territoriale ed economico di questa coltura e le capacità che la filiera risicola italiana ha saputo esprimere per essere competitiva, adeguandosi ai progressi tecnologici ed organizzativi, oltre che all’evoluzione delle condizioni sociali ed economiche. Questa sinergia di contributi permette di trasferire al consumatore ogni conoscenza su questo importante alimento. ” La collana “Coltura&cultura” è realizzata da Art in collaborazione con Bayer Cropscience Srl allo scopo di promuovere la conoscenza e la valorizzazione dei prodotti agricoli italiani. Già pubblicati: il grano, il pero, il mais, la vite e il vino, il pesco, il melo. Di prossima uscita: l’ulivo e l’olio, la patata, il pomodoro, il carciofo, la fragola, l’uva da tavola. Bayer Cropscience, una consociata di Bayer Ag, è una delle società leader per volume d’affari e per innovazione nelle tecnologie applicate all’agricoltura ed è presente in più di 120 Paesi. Bayer Cropscience nel nostro Paese include le aree della protezione delle colture (Crop Protection) e delle scienze ambientali (Environmental Science). Alcuni concetti guida dell’attività di Bcs sottolineano che senza spirito creativo non c’è innovazione e senza conoscenza o condivisione l’innovazione non si diffonde. Alla base di questi principi stanno le numerose e diversificate attività che da anni Bayer Cropscience porta avanti per contribuire alla crescita professionale degli operatori del settore agricolo. Ogni anno l’azienda organizza incontri e varie iniziative durante i quali è lasciato largo spazio all’aggiornamento tecnico-scientifico sui temi di attualità in collaborazione con esperti del mondo universitario, della ricerca, della produzione e della distribuzione. .  
   
   
AD ASCOLI DAL 30 APRILE AL 3 MAGGIO TUTTO QUELLO CHE C’E’ DA SAPERE SULLA FRITTURA  
 
Giunto alla quinta edizione, Fritto Misto propone un intenso calendario di attività didattiche, laboratori, degustazioni, convegni e mostre sulle fritture tradizionali italiane ed internazionali. Ascoli Piceno, che ha dato i natali alla famosa oliva all’ascolana Dop, per quattro giorni, dal 30 aprile al 3 maggio prossimi, diventa la capitale del Fritto Misto, con una kermesse, unica nel suo genere, che quest’anno ritorna più ricca che mai, forte delle 40mila presenze dello scorso anno. Oltre alla tradizionale e sempre fornitissima carrellata di specialità fritte da ogni regione d’Italia e dal mondo, alle degustazioni guidate e alle apprezzate Lezioni di frittura in compagnia di rinomati chef come Antonio Tubelli e Laura Ravaioli, ci saranno anche attività didattiche pensate per i più piccoli, un convegno che, con un occhio all’ambiente, illustra le modalità di riciclo dell’olio usato e un’interessante area espositiva, alla scoperta delle più originali curiosità sul fritto. Fritto Misto, ideato da Tuber Communications è realizzato in collaborazione con l’agenzia perugina Sedicieventi e gode del patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Ascoli Piceno, del Comune di Ascoli e della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno. In Piazza Arringo, nel cuore di Ascoli, torna il Percorso del Fritto, un vero e proprio itinerario del gusto alla scoperta di tutto quello che di più buono c’è nel panorama della frittura: patatine fritte, crocchette, mozzarelle in carrozza, cannoli siciliani, bomboloni e l’immancabile oliva ascolana, star indiscussa della manifestazione. Al costo di 9 Euro, i visitatori avranno diritto a quattro degustazioni di fritti misti accompagnati da una selezione di vini di qualità. I più golosi ed i provetti cuochi potranno invece scegliere tra gli stand del Mercatino del Fresco, all’interno del Chiostro di San Francesco, tutti quei prodotti freschi come pesce e verdure, che nell’olio bollente raggiungono la loro massima espressione, oppure gustarsi, già belli e pronti, i grandi piatti fritti della migliore tradizione culinaria italiana, come il fritto misto alla piemontese e quello all’ascolana o la classica cotoletta alla milanese, comodamente seduti nel Ristorante del Fritto. Per godersi a pieno la manifestazione, fa il suo ingresso quest’anno anche la Fritto Card, la nuova carta servizi, realizzata in collaborazione con Confcommercio e Confesercenti, che dà diritto ad omaggi e sconti negli stand ed in tutto il circuito commerciale e culturale della Città. Tra gli appuntamenti più interessanti da segnare in agenda per il 30 aprile, c’è sicuramente il Laboratorio live "Cucina la Tua Oliva!". I bambini delle scuole elementari locali prepareranno la propria oliva ascolana, seguendo i consigli di esperti cuochi, per poi cuocerla in un’enorme padella allestita nel cuore di Piazza del Popolo. La stessa padella nella quale, ogni giorno, verranno fritti ingredienti diversi, da mangiare tutti insieme per una maxi degustazione gratuita nel centro storico di Ascoli. Oltre all’oliva ascolana, l’altra grande protagonista dell’evento è l’intramontabile e sempre amata patatina fritta che sarà al centro di Siamo Fritti!, lo spazio giovani caratterizzato da animazioni, degustazioni e laboratori dedicati al più classico degli alimenti fritti, mentre nei locali della città sarà possibile richiedere un aperitivo tutto speciale, Happy Hour Fritto in punta di dita, dove il moderno finger food sposa le ottime fritture tradizionali. .  
   
   
DA BONNE MAMAN TUTTO IL GUSTO DELLE FRAGOLE APPENA RACCOLTE  
 
Con Bonne Maman ritrovi il sapore sano e autentico delle fragole appena raccolte e ancora in pezzi, in una confettura preparata proprio come faceva la nonna. Riscopri le emozioni semplici di una colazione fatta in casa; una parentesi gratificante e rilassante da condividere ogni mattina in famiglia. Assapora e ritorna all’infanzia, nella cucina della nonna, ricca di ricordi e di profumi. Il segreto delle ricette Bonne Maman è fatto di poche cose: i migliori ingredienti, frutti saporiti, lo zucchero di canna, il savoir-faire di 35 anni di esperienza e l’amore per le buone cose. Nient’altro. La confettura di fragole Bonne Maman è disponibile nel vasetto da 370g. .  
   
   
RISI UNCLE BEN’S A CHICCO LUNGO: LA QUALITÀ CHE NON “SCUOCE” MAI  
 
Uncle Ben’s propone due versioni di riso a chicco lungo ideali per preparare tanti piatti gustosi in modo rapido senza rinunciare alla qualità e al benessere Ideale per preparare primi piatti, secondi o contorni, il riso è un alimento immancabile in ogni genere di cucina. Con Uncle Ben’s Riso a chicco lungo è possibile ottenere il meglio della gastronomia in tutte le occasioni, con la massima semplicità. Il riso Uncle Ben’s è di altissima qualità: attentamente selezionato e sottoposto ad un delicato ed unico processo di parbolizzazione che lo rende versatile e facile da preparare, è perfetto sia per piatti semplici che per quelli più elaborati. Non scuoce mai e i suoi chicchi restano sempre compatti, pronti ad accompagnare tutti i sapori. Il riso Uncle Ben’s, inoltre, è ricco di carboidrati, contiene proteine, fosforo, niacina, ha un basso contenuto di grassi e, grazie al processo di parbolizzazione cui è sottoposto, mantiene buona parte del suo originale contenuto in vitamine e sali minerali. Per tale motivo è l’ideale per una dieta sana e bilanciata. Uncle Ben’s a chicco lungo è il partner ideale in cucina ogni giorno. Perfetto per classiche e gustose insalate di riso, è ottimo anche nella preparazione di timballi, piatti unici e in versione pilaf come contorno ad un ricco secondo piatto, come si usa all’estero. In versione integrale, il Riso Uncle Ben’s a chicco lungo è naturalmente ricco di fibre ed ottimo per una dieta sana, equilibrata ma sempre gustosa. Dal punto di vista nutrizionale, il riso è un alimento che fornisce una piccola proprietà di proteine vegetali, una buona percentuale di idrati di carbonio e pochissimi grassi. È un alimento consigliabile per la dieta di tutto l’anno ma è particolarmente adatto nei mesi invernali quando il metabolismo è più lento e il nostro organismo ha bisogno di cibi nutrienti ma leggeri. Uncle Ben’s è la linea di prodotti proposta da Mars che porta in tavola tutto il gusto e il fascino della cucina messicana. Oltre ai risi Uncle Ben’s offre diversi tipi di salse, tortilla e nacho chips tortillas e fagioli alla messicana. .  
   
   
FS, DEGUSTAZIONI DI VINI A BORDO DEL FRECCIAROSSA • FINO AL 13 MARZO, SU ALCUNI AV TRA ROMA E MILANO, SARÀ POSSIBILE ASSAGGIARE VINI UMBRI E TOSCANI • A BORDO I SOMMELIER DELL’AIS  
 
Vini di alta qualità a bordo dei Frecciarossa. Fino al 13 marzo, a bordo di alcuni Av sulla Roma – Milano sarà possibile degustare una selezione di pregiati vini Antinori, provenienti da Umbria e Toscana. Una piccola sorpresa, completamente gratuita, riservata a chi sceglie il treno per spostarsi, in sole 3 ore e mezza, tra il Colosseo e il Duomo. Il tutto avrà luogo tra i tavoli della carrozza ristorante, dove esperti sommelier della Ais mostreranno ai passeggeri più curiosi i segreti per assaporare al meglio i piaceri del “nettare degli dei”. Ancora una volta il Frecciarossa viene scelto da aziende italiane come location ideale per presentare i propri prodotti, confermandosi quindi come simbolo di assoluta qualità. Per maggiori informazioni e per conoscere i treni dove si svolgerà la degustazione, è possibile rivolgersi al call center (892021), consultare Fsnews, il quotidiano online del gruppo Fs, oppure ascoltare Fsnews Radio, la webradio delle Ferrovie dello Stato. .  
   
   
I PRESTIGIOSI DOCENTI DI ALMA E LE ATTREZZATURE D’AVANGUARDIA DELLA SPLENDIDA REGGIA DI COLORNO PER IL CORSO PER SOMMELIER PROFESSIONISTA INTERNAZIONALE  
 
Diventare sommelier professionista di vini italiani è il sogno di tanti addetti ai lavori, oltre che un modo per entrare dall’ingresso principale nel mondo della ristorazione. Diventarlo con Alma, il cui rettore è Gualtiero Marchesi, significa poter contare sull’esperienza e la professionalità del più autorevole centro di formazione per la cucina italiana nel mondo. Nasce da questi presupposti il nuovo Corso per Sommellier Professionista Internazionale, che per durata e approfondimento si può considerare oggi unico in Italia e mira a formare dei veri e propri manager della sommellerie, che potranno avere importanti sbocchi lavorativi in Italia e all’estero: sommelier professionista in ristorante, gestore di enoteche, esperto del vino in Gdo, organizzatore di degustazioni professionali per le aziende, brand ambassador esperto della comunicazione dei vini, sono solo alcune delle figure professionali, sempre più richieste dal mercato, che potranno ricoprire. Il corso Prenderà il via il 20 aprile 2009 e durerà 11 mesi. Alma metterà a disposizione degli allievi una nuova cantina tecnologicamente all’avanguardia, con oltre mille fra le più prestigiose etichette italiane e un innovativo sistema automatizzato di selezione dei vini, e una nuova aula didattica ricavate nella sua sede, la splendida Reggia di Colorno in provincia di Parma. Gli allievi potranno contare nella fase residenziale sui grandi docenti di Alma, con un piano didattico con prevede più di 2000 ore di formazione fra teoria e pratica con l’insegnamento approfondito di due lingue, francese e inglese, e di tedesco e spagnolo per la terminologia tecnica. Il corso sarà composto anche da due stage di tre mesi, uno in Italia e uno all’estero, nelle migliori strutture dell’enologia (Gdo, ristoranti e cantine). La supervisione didattica e organizzativa sarà di Alma, che si avvarrà di partner prestigiosi come Aspi, Amira, Sda Bocconi, Università cattolica di Piacenza, Iasa, Centro Studi Assaggiatori, Wall Street Institute e Alliance Française. Sono ancora aperte le iscrizioni al corso. Per informazioni è possibile visitare il sito della Scuola www. Alma. Scuolacucina. It .  
   
   
ASSAPORI – VINITÀ: BOLLICINE SOTTO IL MONTE GALBIGA, CON LO SPUMANTE LESSINI DURELLO D.O.C. A SAN PIETRO SOVERA, CARLAZZO (CO)  
 
Assapori & Vinità presentano un evento fuori la loro Milano portando in Provincia di Como la degustazione di uno Spumante fresco, invitante che ben si accompagna ai prodotti della gastronomia del territorio. Venerdì 20 Marzo 2009 ore 17. 00-21. 00. San Pietro Sovera, frazione del Comune di Carlazzo sito tra il Lago di Como-lario e il Lago di Lugano-ceresio, è un territorio ai piedi delle Prealpi Lepontine, con a monte la Svizzera e il Cantone dei Grigioni, di origine glaciale, con reperti risalenti all’Età del Ferro ed un forte sviluppo di una economia legata all’agricoltura ed alla pastorizia; fu la terra dei Magnani, artigiani che andavano fin nella Provincia di Brescia, di casa in casa, riparando gli oggetti di rame con un sottile strato di stagno. E’ sede dell’Albergo Concordia- ristorante Al Minestraio dove il cuoco Roberto Pacileo e la sua squadra accompagneranno nella degustazione del “Lessini Durello Spumante per natura” con le delicatezze del territorio: grano duro e saraceno, salumi e formaggi, trote e “misultitt” e mieli montani. Alla terra veneta del “Lessini Durello Spumante per natura” ci unisce la grande penna del poeta Antonio Fogazzaro, vissuto in Valsolda, a cui è intitolato un premio letterario. Www. Premioantoniofogazzaro. It Il Lessini Durello, nella sua versione ferma, spumante e passita, viene prodotto da 8 cantine associate al Consorzio di Tutela: l’Azienda Agricola Cecchin, Fongaro, Marcato, Cantina dei Colli Vicentini, Cantina di Montecchia di Crosara, Cantina di Monteforte d’Alpone, Cantina di Gambellara, Cantina di Valleogra. Ogni anno vengono prodotte circa 600. 000 bottiglie ma le potenzialità sono ben maggiori. Www. Montilessini. Com Dal 1987 riconosciuto con il disciplinare della Doc – Denominazione di Origine Controllata – il Lessini Durello, nasce dall’uva Durella, un vitigno autoctono a bacca bianca, che deve il suo nome sia alla buccia piuttosto dura e coriacea, sia alla forte acidità che caratterizza l’uva stessa. Questo spumante, ormai considerato “l’aperitivo di Verona”, si produce unicamente in collina e la zona di produzione comprende diversi comuni tra il Veronese e il Vicentino. Il Lessini Durello presenta una spuma fine e persistente, un colore giallo paglierino con riflessi verdognoli, con un profumo delicatamente fruttato. In bocca è fresco e con una elevata acidità di base che gli permette la spumantizzazione, sia con metodo Classico sia Charmat. Si accompagna a pesce crudo, baccalà alla vicentina, a pesci grassi, a salumi e formaggi delicati, nonché alle lumache. Nella cucina tipica locale prevalgono infatti sapori a base di carne di maiale – un esempio è la soppressa vicentina – accanto ai quali troviamo piatti della tradizione più povera come il “pamojo”, una zuppa a base di brodo e pane raffermo, il formaggio Monte Veronese Dop, l’olio extravergine d’oliva delle Colline di Soave e la polenta nei diversi abbinamenti. Il “Club del Durello” presieduto da Sebastiano Carron, organizza annualmente un premio giornalistico, quasi una questione d’amore come è stato per lo scrittore Giacomo Zanella. Ct@vinita. It .  
   
   
PROSECCO – AUDIZIONI PER NUOVA DOC E DOCG CONEGLIANO VALDOBBIADENE E COLLI ASOLANI  
 
Appuntamenti “storici” per il Prosecco, sabato 14 marzo prossimo: il Comitato nazionale per la tutela e la valorizzazione delle denominazioni di origine e delle indicazioni geografiche tipiche dei vini ha infatti programmato per quella giornata le pubbliche audizioni relative alle richieste di riconoscimento e di approvazione del relativo disciplinare per le nuove Docg “Conegliano Valdobbiadene” e “Colli Asolani” e per la nuova Doc “Prosecco”. La Sala Borsa della Camera di Commercio di Treviso ospiterà gli appuntamenti riguardanti le Denominazioni d’Origine Controllata e Garantita: alle 9 per la Docg “Colli Asolani o Asolo” e alle 11 per la Docg “Conegliano Valdobbiadene”. La pubblica audizione relativa alla nuova Doc “Prosecco” è invece in programma nella sede del Collegio Brandolini Rota di Oderzo, alle ore 14,30. “Siamo ormai ad una svolta cruciale nel percorso costruito per tutelare il Prosecco a livello mondiale contro le imitazioni che sfruttano il successo ottenuto dal coraggio e dal lavoro dei nostri viticoltori e in generale di quelli del Nord Est – ha fatto presente il vicepresidente della Giunta regionale Franco Manzato – che a partire soprattutto dal trevigiano hanno dato il via ad una enologia eroica e ad un grande fenomeno spumantistico, enologico e di gusto, partendo da un uva spesso snobbata in passato. Oggi il Prosecco è il vino più famoso del Veneto, e in molti mercati internazionali, in primo luogo negli Usa, ha superato lo Champagne nell’apprezzamento dei consumatori. Il tragitto avviato con i produttori e le istituzioni locali punta a difendere questa realtà legando il nome del vino a quello del territorio, e nello stesso tempo a riconoscere la storia e il valore aggiunto delle aree dove questo vino Doc ha saputo ottenere i migliori risultati di qualità e prestigio”. .