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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Maggio 2009
UNA NUOVA TECNOLOGIA POTREBBE PORTARE AD UNA TERAPIA GENETICA PIÙ SICURA  
 
Bruxelles, 6 maggio 2009 - Scienziati finanziati dall’ Ue hanno sviluppato un nuovo metodo, non virale, per portare i geni all’ interno di una cellula. La tecnica sembra evitare gli effetti collaterali, come il cancro, che possono verificarsi quando vengono usati i virus per introdurre geni in una cellula. Gli scienziati sperano che la loro scoperta "semplificherà il modo in cui è condotta la terapia genetica, migliorerà la sua sicurezza generale e ne ridurrà i costi. " I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Genetics, sono stati sostenuti dai progetti finanziati dall´Ue Jumpy ("Strategie basate sul traspostone per analisi genomiche funzionali nello Xenopus tropicalis, un sistema modello vertebrato per la ricerca evolutiva e biomedica), Inther ("Sviluppo e applicazione di trasposoni e tecnologie di integrazione come metodi non-virali di inserimento di geni per terapie basate su geni ex-vivo") e Persist ("Transgenesi persistente"). La terapia genetica comporta l´inserimento di geni nelle cellule di un paziente e si è rivelata efficace nel trattamento di una serie di malattie che altrimenti sarebbero incurabili. Potrebbe essere usata per le malattie ereditarie (dove un gene sano viene usato per sostituire il gene difettoso che il paziente ha ereditato), e per le malattie che colpiscono il cuore e il cervello. Una buona terapia genetica ha tre caratteristiche: i geni terapeutici devono essere inseriti nelle cellule giuste; i geni devono rimanere attivi nel paziente per molto tempo; e tutti gli effetti indesiderati dovrebbero essere minimizzati. Al momento si usano spesso dei virus come vettori per trasportare i geni nella cellula di arrivo. Questo approccio però è associato ad una serie di effetti collaterali, tra cui l´infiammazione e persino lo sviluppo del cancro. Inoltre lo sviluppo dei vettori virali per l´uso in test clinici è spesso ostacolato da difficoltà tecniche e normative. In questo recente studio, gli scienziati hanno fatto ricorso a trasportatori naturali di geni - i trasposoni. I trasposoni sono sezioni del Dna, naturalmente presenti, che hanno la capacità di tagliarsi e incollarsi in un Dna estraneo. I ricercatori hanno costruito un trasposone altamente attivo che è in grado di portare il gene terapeutico nella cellula di arrivo e di integrarlo nel Dna dell´ospite. "Per la prima volta dimostriamo che adesso è possibile portare in maniera efficace geni in cellule staminali, in particolare quelle del sistema immunitario, usando un trasporto di geni non-virale," ha commentato Marinee Chuah dell´Istituto di biotecnologia delle Fiandre (Vib) in Belgio. "Molti gruppi hanno ci provato per anni senza riuscirci. Siamo lieti di poter adesso superare questo ostacolo," ha aggiunto il suo collega, Thierry Vandendriessche. I ricercatori sono adesso impegnati ad affinare e testare la tecnologia appena scoperta per usarla contro specifiche malattie, tra cui il cancro e i disturbi genetici. Il progetto Jumpy ha ricevuto 1. 183. 220 Eur dalla linea di budget "Qualità della vita e gestione delle risorse viventi" del Quinto programma quadro (5°Pq), il progetto Inther ha ricevuto 2. 800. 000 Eur dall´area tematica "Scienze della vita, genomica e biotecnologia per la salute" del Sesto programma quadro (6°Pq) e al progetto Persist sono stati assegnati 11. 181. 411 Eur nell´ambito del Tema Salute del Settimo programma quadro (7°Pq). Per maggiori informazioni, visitare: Nature Genetics http://www. Nature. Com/ng Flanders Institute for Biotechnology (Vib): http://www. Vib. Be .  
   
   
LIMITARE I TEST SUGLI ANIMALI SENZA OSTACOLARE LA RICERCA  
 
Strasburgo, 6 maggio 2009 - Il Parlamento si è pronunciato su una proposta di direttiva volta a rafforzare l´armonizzazione delle legislazioni nazionali in materia di sperimentazioni sugli animali. L´obiettivo è di ridurre questo tipo di test e di promuovere metodi alternativi. Numerosi emendamenti tendono a trovare un equilibrio tra l´esigenza di garantire il benessere degli animali e quella di non penalizzare la ricerca. Nell’ue a 27 ogni anno vengono impiegati circa 12 milioni di animali nelle procedure scientifiche. Approvando con 540 voti favorevoli, 66 contrari e 34 astensioni la relazione di Neil Parish (Ppe/de, Uk), il Parlamento accoglie con favore la proposta della Commissione volta a rafforzare l´armonizzazione delle misure relative alla protezione degli animali utilizzati o destinati a essere utilizzati a fini scientifici. Anche perché le numerose lacune della direttiva 86/609/Cee sulla protezione degli animali utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici hanno fatto sì che alcuni Stati membri si sono dotati di misure di portata molto più ampia nella legislazione nazionale di attuazione, mentre altri applicano solo le norme minime. Non essendoci un accordo con il Consiglio la procedura legislativa dovrà proseguire con il nuovo Parlamento. Il Parlamento sostiene la richiesta agli Stati membri di assicurare che il numero di animali usati nei progetti sia ridotto al minimo senza compromettere gli obiettivi del progetto. Facendo proprio un emendamento avanzato dal Ppe/de, precisa poi che laddove esistono metodi di prova, sperimentazioni o altre attività scientifiche che, pur non prevedendo l´uso di animali vivi, risultano soddisfacenti per ottenere gli esiti auspicati e possono quindi essere utilizzati in sostituzione di una procedura, gli Stati membri dovrebbero assicurare il ricorso a tali metodi alternativi. A condizione, tuttavia, che non siano vietati nello Stato membro interessato. Specifica inoltre che «non sono considerati alternativi i metodi di prova che comportano il ricorso a cellule umane embrionali e fetali» e che, per quanto concerne l´utilizzo di questi metodi di prova, «gli Stati membri possono prendere le proprie decisioni etiche». I deputati concordano poi sul fatto che gli animali randagi e selvatici delle specie domestiche non devono essere utilizzati per i test e sostengono il divieto di ricorrere a animali minacciati di estinzione, come le grandi scimmie, se non ai fini di esperimenti volti a conservare le specie in questione. Tuttavia, visto che taluni aspetti della proposta restringerebbero drasticamente l´uso di primati, ritengono che così si corra il rischio di penalizzare la ricerca europea offrendo vantaggi competitivi ai concorrenti americani e asiatici che hanno norme meno rigorose sul benessere degli animali. Presentano quindi una serie di emendamenti volti a bilanciare meglio queste esigenze e a permettere alla ricerca medica di progredire. Allo stesso tempo propongono delle misure per promuovere alternative ai test sugli animali. La direttiva fissa le norme relative ai seguenti aspetti: la sostituzione e la riduzione dell’uso di animali nelle procedure e il perfezionamento dell’allevamento, della sistemazione, della cura e dell’uso degli animali nelle procedure; l’origine, l’allevamento, la marcatura, la cura e la sistemazione degli animali; il funzionamento degli stabilimenti di allevamento, fornitura e utilizzo degli animali; la valutazione e l’autorizzazione dei progetti che prevedono l’uso degli animali nelle procedure. I deputati respingono la proposta secondo cui gli esperimenti con primati non umani debbano essere solo allo scopo di evitare, diagnosticare o trattare «affezioni umane invalidanti o potenzialmente letali». Ritengono infatti che ciò ostacolerebbe la ricerca in altri campi medici molto importanti. Ricordano, in proposito, che i criteri internazionali impongono studi sui primati non umani prima della sperimentazione sugli essere umani. Ma chiedono alla Commissione di procedere, ogni due anni, a un riesame riguardo all´uso di primati non umani, che valuti l´impatto degli sviluppi delle conoscenze tecnologiche, scientifiche e sul benessere degli animali e fissi obiettivi per l´attuazione di metodi di sostituzione convalidati. D´altro canto il Parlamento condivide l´obiettivo di porre fine alla cattura di animali selvatici ricorrendo invece alle seconde generazioni di specie nate in laboratorio. Non è però d´accordo sulla metodologia proposta per costituire queste nuove colonie. Chiede quindi alla Commissione di realizzare uno studio di fattibilità per verificare se l´offerta di animali basterà alle esigenze della ricerca europea. Suggerisce inoltre di aumentare da sette a dieci anni il periodo transitorio ipotizzato. I deputati concordano anche con la proposta di dare, a talune condizioni, la facoltà agli Stati membri di permettere la rimessa in libertà degli animali utilizzati o destinati a essere utilizzati nei test. Precisano tuttavia che, in questo caso, gli animali vanno reinseriti «nel loro habitat naturale» oppure reintrodotti in un sistema di allevamento «adeguato alla specie», e purché non si tratti di animali o primati non umani per fini sperimentali geneticamente modificati. Un lungo emendamento intende chiarire le definizioni delle tre categorie di dolore causabile durante le sperimentazioni: lieve, moderato e grave. Per evitare la ripetizione del dolore, la Commissione propone di autorizzare l´uso di uno stesso animale solo nei test classificati come a dolore lieve. Per i deputati, tuttavia, il ricorso a criteri troppo rigorosi in questo campo avrebbe la conseguenza di aumentare il numero di animali soggetti a sperimentazione, contraddicendo così un obiettivo della legislazione. Propongono quindi di autorizzare il "riutilizzo" di animali anche in test classificati come di moderato dolore. Un emendamento dei Verdi, inoltre, chiede di non procedere a test classificati come gravi qualora causino dolore, sofferenza e angoscia «più che transitori» (invece di "prolungati" come propone la Commissione). D´altro canto, approvando un emendamento del Ppe/de, chiedono che i progetti classificati come "moderati" o "gravi" o quelli concernenti primati non umani non possano essere realizzati senza un´autorizzazione preliminare delle autorità competenti. Tutti gli altri progetti, invece, dovrebbero essere notificati in anticipo «a seguito dell´esame etico effettuato dall´organismo permanente di esame etico dell´istituzione». Ai fini della riduzione degli esperimenti sugli animali un elemento chiave è rappresentato dallo sviluppo di metodi alternativi. Tuttavia, la direttiva non è chiara sul ruolo che, in questo campo, deve assumere il Centro europeo per la convalida di metodi alternativi. I deputati propongono quindi di attribuirgli il compito di coordinare e promuovere lo sviluppo e il ricorso a metodi che sostituiscano gli animali. Chiedono inoltre a Commissione e Stati membri di fornire un sostegno finanziario e materiale in questo settore, e rilevano l´esigenza di istituire biobanche veterinarie su ampia scala. .  
   
   
BORGHEZIO : ALLARME TBC A MILANO  
 
Strasburgo, 6 maggio 2009 - Il dato che è emerso ieri da una sede ufficiale, secondo cui nel solo comune di Milano sono registrati 300 casi di Tbc all´anno, con l´evidenziazione del fatto che i c. D. "ceppi resistenti" risultano veicolati da immigrati extracomunitari è di una gravità assoluta. Già molti anni fa, sostiene Borghezio, da Torino, ebbi a lanciare questo allarme, ma tale segnalazione cadde nel vuoto. Oggi che i dati del Comune di Milano confermano le più nere previsioni sull´espansione della Tbc portata dagli extracomunitari, non solo non si dà alla Lega ciò che è della Lega, ma si tenta di attribuire alle norme che dovrebbero consentire ai medici la libertà di poter segnalare i clandestini un effetto negativo. Al contrario, solo una politica ferma e l´adozione di misure severe di controllo dei clandestini può permettere un´efficace profilassi a fronte di questa grave e sottaciuta minaccia alla salute di tutti. .  
   
   
SALUTE, NEONATI A RISCHIO, NON SOLO AL GASLINI AL VIA CORSI DI FORMAZIONE ITINERANTI, RIANIMAZIONE E STABILIZZAZIONE ANCHE NEI CENTRI PERIFERICI DELLA LIGURIA  
 
Genova, 6 Maggio 2009 - Rendere possibile una rianimazione e stabilizzazione di altissimo livello per i neonati a rischio nelle pediatrie di tutto il territorio regionale, standardizzando i trattamenti ed ottimizzando la procedura di trasporto ai centri di terzo livello del Gaslini per effettuarlo in massima sicurezza quando necessario. Questi gli obiettivi che si sono posti Paolo Moscatelli, presidente della sezione ligure della Società Italiana di Neonatologia, Sandro Trasino, direttore dell´Unità Operativa neonatologia dell´ospedale San Martino, Pietro Tuo, direttore dell´Unità Operativa di Rianimazione al Gaslini e Giovanni Serra, direttore della Patologia Neonatale del Gaslini. Con il supporto dell´Agenzia Sanitaria della Regione Liguria,sono stati avviati corsi di formazione itineranti offerti a tutto il personale che ruota intorno al neonato critico - ostetrici, neonatologi, anestesisti ed infermieri - dei centri regionali liguri: Galliera, Evangelico, Sampierdarena, Voltri, San Martino, Ospedale San Paolo di Savona, Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, Imperia - Sanremo, Lavagna e Spezia - Sarzana. "Comunemente infatti - spiega Franco Bonanni, direttore dell´Agenzia sanitaria regionale - i neonati a rischio, vengono portati al più presto ai centri di terzo livello del Gaslini, con il risultato indesiderato di sottrarre ad un´ esperienza professionale importante i neonatologi che operano nelle "periferie". Soprattutto la fase della rianimazione e quella della stabilizzazione appaiono le più critiche proprio per le condizioni precarie in cui si trova il neonato prematuro. Ed è per fare in modo che queste due fasi iniziali vengano garantite al massimo livello ovunque - indipendentemente dal centro nascita - che una serie di super specialisti si è messa a disposizione per dare il via a corsi di formazione presso le neonatologie delle periferie. "Al momento - spiega Paolo Moscatelli - si tratta di pochi cicli all´anno, cui potranno partecipare in modo volontario i professionisti liguri e che si aggiungono agli aggiornamenti "sul campo" offerti presso il Gaslini ai giovani neonatologi che lavorano sul territorio regionale". "E´ la prima volta - continua Bonanni - che si dà vita in una regione come la nostra, con un basso numero di neonati e una conseguente bassa percentuale di neonati a rischio su cui sviluppare l´esperienza, a stage formativi nell´ambito di una rete neonatologica al fine di assicurare lo stesso standard di attenzione e lo stesso livello di cure a tutti i bambini a prescindere dal luogo in cui nascono". "Si tratta - aggiunge l´assessore regionale alla salute, Claudio Montaldo - della continuazione della qualificazione dei servizi per l´infanzia attraverso l´integrazione tra l´esperienza consolidata della pediatria ligure con le strutture di emergenza altrettanto qualificate". Due sono gli stage già effettuati che hanno visto la partecipazione non solo di ostetrici, ma anche di vigilatrici di infanzia e pediatri, presso l´ospedale Sant´andrea di Spezia e presso il nosocomio di Imperia. A questi seguiranno, nelle prossime settimane, corsi anche presso gli altri centri liguri di neonatologia, con l´obiettivo di esportare questo modello ad altre discipline. Ammontano circa a 12. 000 i nuovi nati in Liguria ogni anno; di questi 1. 200 richiedono qualche attenzione aggiuntiva mentre sono circa 200 i pretermine più gravi che vengono trasportati al Gaslini. .  
   
   
SALUTE, INFLUENZA SUINA: NORME DI SICUREZZA PER I LIGURI IN ARRIVO A MALPENSA, TUTTI IN BUONA SALUTE  
 
Genova, 6 Maggio 2009 - "Per la prima volta oggi con l´arrivo a Milano Malpensa di 25 liguri provenienti dal Messico è scattato il sistema informativo di segnalazione previsto dal Ministero, attraverso l´autorità marittima dell´aeroporto milanese allertata dagli uffici sanitari delle frontiere. A questo punto le schede delle singole persone verranno trasmesse alle Asl liguri di competenze che li seguiranno in termini di sorveglianza attiva". Lo ha detto ieri mattina l´assessore regionale alla Salute, Claudio Montaldo al termine della riunione della commissione malattie infettive della Regione, rimarcando come le stesse persone stiano tutte bene. "Come previsto - ha detto Montaldo - le 25 persone, tutte in buona salute, dovranno stare a casa una settimana e nel caso in cui dovessero insorgere problemi contattare immediatamente il proprio medico di famiglia oppure il pronto soccorso più vicino dove è prevista l´applicazione di un particolare protocollo che ha iniziato a funzionare nei giorni scorsi prevedendo, tra le altre cose, la tempestiva informazione e l´attivazione di procedure di sorveglianza attiva per tutte le persone in arrivo dal Messico, dagli Stati Uniti e dal Canada". .  
   
   
BOLZANO: LA GIUNTA PROVINCIALE HA DECISO DI ABOLIRE DAL 1° GIUGNO 2009 UNA SERIE DI CERTIFICATI MEDICI RITENUTI OBSOLETI.  
 
Bolzano, 6 maggio 2009 - Si tratta di una notevole semplificazione sotto il profilo burocratico e procedurale che a partire dal 1° giugno prossimo prevede l’abolizione di una ventina di cer4tificati medici ritenuti non più necessari. Tra questi in particolare sono aboliti: il certificato di sana e robusta costituzione, il certificato medico comprovante la sana costituzione fisica per i farmacisti , il certificato di idoneità fisica per l’assunzione nel pubblico impiego, il rinnovo del certificato di idoneità a svolgere la mansione di fochino, il certificato per abilitazione alla conduzione di generatori di vapore (caldaie), il certificato di idoneità all’esecuzione di operazioni relative all’impiego dei gas tossici, il certificato per ottenere sovvenzioni contro cessione del quinto della retribuzione, il certificato per vendita dei generi di monopolio, il certificato di idoneità fisica al servizio civile volontario, il certificato di idoneità fisica a fare il giudice onorario e il giudice di pace, il certificato di idoneità all’esercizio dell’attività di autoriparazione, la tessera sanitaria per le persone addette ai lavori domestici. Vengono aboliti anche il certificato di idoneità fisica per l’assunzione di minori e per l’assunzione di apprendisti e assimilati, limitatamente ai lavori non a rischio, il certificato di idoneità fisica per l’assunzione di insegnanti, il certificato di idoneità psico-fisica per la frequenza di istituti professionali o corsi di formazione professionale o per l’ammissione ai soggiorni di vacanza per minori, il libretto di idoneità sanitaria per i parrucchieri, il certificato di idoneità per i lavoratori extra-comunitari dello spettacolo, il certificato di idoneità psico-fisica all’attività di maestro di sci. Dal 1° giugno in provincia di Bolzano è inoltre abolito l’obbligo del libretto di idoneità sanitaria per il personale addetto alle attività di produzione, preparazione, somministrazione, deposito, vendita o distribuzione di alimenti e l’obbligo del certificato medico di non contagiosità per la riammissione al lavoro del personale di cui al comma 1 dopo l’assenza per malattia oltre i cinque giorni. L’assessore alla sanità Richard Theiner è particolarmente soddisfatto di questa semplificazione burocratica che comporterà anche un sensibile risparmio per i cittadini che annualmente dovevano versare in media 180 euro all’anno per ottenere questi certificati. I certificati medici aboliti nel territorio della provincia di Bolzano saranno rilasciati anche in futuro ai soli soggetti tenuti alla loro presentazione in altre regioni. .  
   
   
FARMACI: REGOLE E STUDI UGUALI PER BIOTECH E BIOSIMILARI IN LAZIO LO CHIEDE LA MAGGIORANZA DI ONCOLOGI E NEFROLOGI. NEL 30% DEI CASI PERÒ NON CONOSCONO BENE LA DIFFERENZA TRA MOLECOLE SIMILI E NON IDENTICHE ALL’ORIGINATORE BIOTECNOLOGICO  
 
 Roma, 6 maggio 2009 - Stesso numero di studi e della stessa qualità per i biosimilari, prodotti simili ma non uguali ai medicinali biotech per i quali i brevetti hanno iniziato a scadere. E’ quanto chiede con forza la maggioranza degli oncologi (53%) e dei nefrologi (61%) del Lazio alle Istituzioni sanitarie italiane. Specialisti che però dimostrano di saperne poco: per più di uno su tre, infatti, la differenza tra biosimilari e generici non è chiara, e ciò, nonostante ben il 90% degli oncologi e l’85% dei nefrologi operanti in regione utilizzi farmaci biotech per i propri pazienti. I dati emergono dal workshop regionale “Farmaci biotech e farmaci biosimilari, specialisti a confronto” tenutosi ieri all’Istituto Regina Elena (Ire) di Roma, promosso dalla Fondazione degli oncologi medici italiani (Aiom), dalla Società Italiana di Nefrologia (Sin) e dalla Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (Sifo). “I risultati del sondaggio condotto tra 80 oncologi medici e 40 nefrologi del Lazio parlano chiaro – afferma Francesco Cognetti dell’oncologia dell’Ire – gli specialisti che più utilizzano molecole biotech raccomandano di recepire appieno le normative comunitarie e di legiferare come già fatto da altri Paesi in Europa come Francia, Spagna, Svezia, Germania e Slovenia dove le nuove norme adottate impediscono al farmacista ospedaliero di sostituire con un analogo biosimilare la prescrizione di un farmaco biotech. Del resto, fatti i conti e data l’enorme complessità e difficoltà di produzione di queste molecole, il risparmio ottenibile è abbastanza risicato. “Credo che una legge sui biosimilari sia necessaria – afferma il prof. Francesco Locatelli, past president della Sin e della Società Europea di Nefrologia – infatti nell’attuale sistema sanitario, a rischio di frammentazione in quante sono le Regioni, servirà ad assicurare una linea di comportamento unica e uguale per tutti”. Il workshop sui biosimilari e il sondaggio fanno parte di un progetto della Fondazione Aiom che ha già all’attivo due convegni nazionali con due volumi di atti pubblicati, un booklet e un sito internet (www. Biosimilari. It), iniziative realizzate grazie al sostegno di Roche. Altri workshop regionali sono in programma nei prossimi mesi in tutt’Italia. Dal sondaggio emerge anche che alla domanda se “i biosimilari siano identici rispetto al farmaco originale così come accade per i farmaci equivalenti o generici”, gli oncologi o non sanno rispondere (20%) o rispondono di sì (14%). “La dimostrazione di bioequivalenza è sufficiente a qualificare un biosimilare?” I nefrologi del Lazio che sostengono di sì, sbagliando, sono il 6%, e sommati ad un 29% che non sa rispondere, danno un 35% complessivo di risposte errate o non date, e un 31% per gli oncologi in regione. Le percentuali di risposta a quest’ultima domanda in Lazio sono più confortanti rispetto ai dati medi italiani che sono il 41% per i nefrologi (+6% rispetto al Lazio) e il 38% per gli oncologi (+7%). “Dovrebbe essere chiaro a tutti che mentre l’equivalenza è relativamente di facile dimostrazione per un normale farmaco chimico di sintesi – spiega Cognetti - non lo è per un farmaco originato da materiale vivente e che quindi per sua stessa natura può subire piccole modifiche specie nel processo di produzione che possono portare a grandi problemi, anche immunologici per i pazienti, o comunque ad una diversa azione. Non abbiamo ancora strumenti sofisticati che ci permettano di valutare l’effettiva equivalenza di prodotti biotech, simili ma non uguali all’originatore. Ne deriva che è necessaria la massima farmaco vigilanza. Inoltre va rilevato che gli studi finora considerati dall’Emea per concedere il nulla osta ad alcuni prodotti biosimilari già in commercio in alcuni Paesi europei, si basano su pochi casi osservati e che per il capitolo sicurezza si rimanda agli studi di sorveglianza post-marketing. E’ quindi necessario anche da parte dell’Emea una più stringente regolamentazione tramite linee guida ‘ad hoc’, peraltro già promulgate in sede comunitaria. Infine - conclude Cognetti – mi sembra sia il giunto il momento che anche le nostre Istituzioni regolamentino la materia”. E, secondo i risultati del sondaggio, circa l’80% degli specialisti oncologi e nefrologi del Lazio sono d’accordo con le regole finora adottate dagli altri Paesi europei e ben il 90% è favorevole alla creazione di un tavolo di lavoro comune sui biosimilari tra Istituzioni sanitarie, rappresentanti delle aziende, società scientifiche, rappresentanti dei medici e dei pazienti. .  
   
   
SANITA’, SABATO A CATANIA CONVEGNO SU DISABILITA’ E RIABILITAZIONE  
 
 Palermo, 6 maggio 2009 - Secondo una indagine Istat sulla condizione di salute e il ricorso ai servizi sanitari del 2004-2005, negli ultimi anni negli ospedali della Sicilia sono stati ricoverati in media circa 11. 000 casi di ictus l´anno e circa 4. 000 casi di attacco ischemico cerebrale transitorio, mentre nella provincia di Catania i ricoveri per ictus sono stati in media 1. 400 e quelli per ischemia cerebrale transitoria circa 600 l´anno. Il numero complessivo di ricoveri aumenta notevolmente in caso di complicanze dovute alla malattia cerebrovascolare acuta ed all´invalidità ad essa correlata. Tra gli oltre 800 mila siciliani ultrasessantacinquenni, hanno chance di vivere “liberi da disabilità”, ossia da handicap e fattori invalidanti, a 65 anni il 13,8% delle persone, a 75 anni appena il 7,4%. Da questi dati si evince che, in Italia e nei paesi industrializzati, l’ictus cerebrale rappresenta la prima causa di disabilità, la seconda di demenza, la terza di mortalità. “E’ un problema che investe tanti campi – dice l’assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo - dall’assistenza neurologica e medica in fase acuta negli ospedali attrezzati alla riabilitazione. E’ necessario dar vita ad un pool di competenze, con il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e privati per creare quelle sinergie che, attraverso la strategia dell’integrazione, permettano la realizzazione del cosiddetto “sistema a rete”, utilizzando appositi strumenti normativi”. Se ne parlerà al convegno dal titolo “Disabilità a Catania. Progettazione ed organizzazione della riabilitazione: il modello Sicilia” che avrà luogo sabato 9 maggio alle 9. 00 al Centro Fieristico “Le Ciminiere” di Catania. Oltre all’assessore Russo, sono stati invitati il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, il presidente della Provincia di Catania Giuseppe Castiglione, il presidente della Commissione Affari Sociali della Camera Giuseppe Palumbo e i direttori generali delle aziende sanitarie della provincia di Catania. .  
   
   
NUOVA INFLUENZA: NESSUN CASO IN UMBRIA; MOBILITATO SISTEMA DI SORVEGLIANZA REGIONALE  
 
Perugia, 6 maggio 2009 - Nessun caso di nuova influenza in Umbria: la conferma arriva dall’assessorato regionale alla sanità. Anche le analisi effettuate sul secondo, presunto, caso di contagio, dopo quello del turista italo-americano, ha dato esiti negativi. Gli umbri devono stare tranquilli – sottolineano in assessorato. La situazione è sotto controllo ed è costantemente monitorata dalla Task Force istituita in Regione. L’organismo, che ha attivato tutti i sistemi di sicurezza previsti dal Piano Pandemico regionale del 2007, si è anche guadagnato i complimenti del Ministero alla Salute per l’efficienza e l’efficacia degli interventi messi in campo. In queste settimane - ha detto la Dirigente del Servizio prevenzione dell’assessorato regionale alla sanità, Maria Donata Giaimo – abbiamo rodato l’intero sistema, eliminando i possibili punti critici. Almeno due volte al giorno il Ministero della Salute informa le Regioni sulla evoluzione della nuova influenza (numero dei malati, eventuale insorgenza di nuovi focolai, decessi). Le informazioni vengono poi trasmesse dal livello regionale ai Servizi di igiene e sanità pubblica dei Dipartimenti di prevenzione della quattro Asl umbre e da queste ai medici di medicina generale, dando così concretezza ad una rete costante di informazioni sulla situazione regionale. Qualora dovesse verificarsi un caso minimamente sospetto, saranno i medici di medicina generale, in accordo con i colleghi di sanità pubblica, a decidere l’eventuale ricovero del paziente esclusivamente nei Reparti di malattie infettive presenti a Perugia e Terni. Le procedure attivate mostrano che in Umbria c’è un buon sistema di sorveglianza epidemiologica che consente di operare tempestivamente: i casi sospetti sono immediatamente individuati, testati e, eventualmente, sottoposti alle cure dovute, in assoluta sicurezza per la salute pubblica. E su questo fronte viene anche ribadito che la carne di maiale è assolutamente sicura e può quindi essere tranquillamente consumata. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha confermato che la carne suina non c’entra nulla con questo virus, si tratta di un virus influenzale. Al fine di evitare la diffusione di notizie allarmistiche e prive di fondamento, la Regione si è assunta il compito di informare direttamente i cittadini sugli sviluppi dell’influenza e sulla eventuale presenza di casi sospetti. La decisione è stata presa in accordo con le Aziende Ospedaliere e le Asl dell’Umbria. .  
   
   
NUOVA INFLUENZA: ULTIMO AGGIORNAMENTO IN TOSCANA GLI ESPERTI: CHI HA DUBBI O SOSPETTI SI RIVOLGA AL PROPRIO MEDICO DI BASE  
 
Firenze, 6 maggio 2009 - Il bilancio epidemiologico della nuova influenza in Toscana parla di 19 persone in tutto sottoposte in questi giorni a screening rapido per verificare se avessero contratto o no il virus. I responsi negativi sono stati 14, mentre sono stati accertati 2 casi di nuova influenza. Uno di questi è il paziente ricoverato all´ospedale di Careggi, che domani dovrebbe completare il ciclo della terapia. Le notizie fornite dalla direzione generale per il diritto alla salute e raccolte da tutte le strutture sanitarie della regione parlano ancora di due casi sospetti sotto osservazione da oggi a Grosseto e di un paziente a Pisa, che però è risultato affetto da una comune influenza stagionale. Le condizioni di salute di tutte queste persone sono buone. Gli esperti della direzione generale consigliano a tutti coloro che provengono da paesi a rischio, in particolare dal Messico, e che presentono sintomi tipici dell´influenza (febbre, stanchezza, tosse, mal di gola. ) di rivolgersi prioritariamente al medico di base, evitando di recarsi direttamente presso il Pronto soccorso dei presidi ospedalieri. .  
   
   
BOLZANO: CONFERENZA MINI MED. “IL CANCRO AL SENO E LA DIAGNOSI PRECOCE”  
 
Bolzano, 6 maggio 2009 - Il ciclo primaverile 2009 delle conferenze di divulgazione medica “Mini Med” è iniziato il 20 aprile scorso ed anche nei mesi di maggio e giugno vi sono tre appuntamenti, rispettivamente l’11, il 25 maggio e l’8 giugno che riscuoteranno senz’altro l’interesse del pubblico altoatesino. È un’occasione da non perdere per avere informazioni di prima mano, e che l’Assessorato alla sanità della Provincia autonoma di Bolzano offre gratuitamente a tutti i cittadini interessati. Lunedì 11 maggio, alle ore 20,00, nella Sala Civica del Forum, in via Roma,9 a Bressanone, si svolgerà la conferenza “Il Cancro al seno. La diagnosi precoce, i fattori di rischio e le terapie più attuali” tenuta dal Prof. Christian Marth, primario del Dipartimento di ginecologia di Innsbruck e dal Dr. Arthur Scherer, primario del reparto di ginecologia ed ostetricia dell’Ospedale di Bressanone. Il cancro al seno è il tumore maligno più diffuso fra le donne ed in Alto Adige colpisce una donna su nove. Se diagnosticato precocemente il più delle volte si riesce a curarlo. Nel corso della conferenza saranno trattate le tematiche riguardanti le modalità di attuare le prevenzione, a quale età è bene sottoporsi alla mammografia, come si cura il cancro al seno ed a che punto è la chirurgia conservativa della mammella. Grazie alla disponibilità dei relatori a mettersi gratuitamente al servizio della cittadinanza, e grazie all’impegno dell’Assessorato alla sanità e alle politiche sociali, l’ingresso alle conferenze è gratuito e non richiede nessun tipo di conoscenze mediche, anzi, le relazioni sono tenute volutamente in un linguaggio divulgativo che chiunque è in grado di comprendere. Chi lo desidera, inoltre, può richiedere un attestato di partecipazione. Le conferenze si tengono dalle 20. 00 alle 22. 00 circa (l’accesso è aperto dalle 19. 00) e per tutte le serate è prevista la traduzione simultanea. Per saperne di più ci si può rivolgere all’Ufficio igiene e salute pubblica, via Gamper,1, Bolzano, Tel. : 0471 418160, Fax: 0471 418189, e-mail: igiene@provincia. Bz. It, www. Minimed. It. .  
   
   
SANITA’. GALAN: “SULLA SALUTE DELLE PERSONE NON SI TRATTA. NON SI POSSONO ACCETTARE COMPROMESSI. PUNTIAMO SEMPRE DI PIU’ALL’ECCELLENZA”  
 
Carmignano di Brenta, 6 maggio 2009 - “La sanità veneta ci rende orgogliosi. Siamo soddisfatti delle decisioni politiche assunte nel nostro passato e nel nostro presente. Soprattutto siamo fiduciosi nel futuro e nella programmazione di grande qualità che sapremo ancora realizzare. ” Così il presidente della Regione del Veneto, Giancarlo Galan, ha tagliato il nastro ieri mattina della Casa della Salute di Carmignano di Brenta, Padova. Un’unità territoriale di assistenza primaria con quattordici medici di famiglia, otto specialità, collegamento con il personale medico e infermieristico on line e apertura ai cittadini 24 ore su 24. “Ancora una scommessa vinta. La certezza - ha detto il presidente - che il modello socio sanitario della nostra regione, che in troppi in principio hanno criticato e hanno contestato, è davvero d’eccellenza. Un esempio per il Paese e per l’Europa perché l’integrazione socio sanitaria sa veramente dare risposte ottime alle rinnovate richieste di salute dei pazienti. ” Per il presidente erogare servizi socio sanitari d’avanguardia, essendo la salute un diritto primario di tutti, è una scelta di civiltà. Sulla sanità non si può insomma trattare. Non è materia su cui accettare compromessi. Per Galan, il Veneto ha dimostrato di saper fare buona sanità, di saper mantenere i bilanci in pareggio, di saper esportare un esempio valido per il mondo intero come proprio in queste ultime settimane ha confermato Ilaria Capua, “mente e cuore” dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che ha analizzato e studiato il genoma del virus influenzale messicano. “La speranza - conclude il presidente Galan - è che anche le altre regioni italiane imparino a gestire la sanità senza faraonici sprechi, senza carenze disumane, senza assoluta mancanza di programmazione. ” .  
   
   
ELISOCCORSO, IL PRESIDENTE DELLA CALABRIA LOIERO DISPONE INDAGINE SU MORTE ANZIANO DI ROSSANO  
 
Reggio Calabria, 6 maggio 2009 - Una inchiesta interna veloce che chiarisca cosa è realmente accaduto e l’assunzione di provvedimenti consequenziali è stata sollecitata all’Asp di Catanzaro dal presidente della Regione Agazio Loiero sul dramma di Rossano dove un anziano è morto dopo un incidente perché l’elisoccorso non è intervenuto. Loiero, come informa una nota del portavoce, questa mattina ha convocato a Palazzo Alemanni i dirigenti dell’assessorato alla Sanità e il dottor Maurizio Rocca, direttore sanitario dell’Azienda sanitaria catanzarese da cui dipende il servizio di elisoccorso, chiedendo un rigoroso, immediato e dettagliato accertamento su quello che è avvenuto. “Ho espresso telefonicamente la mia solidarietà alla famiglia - ha detto Loiero - assicurando che nulla verrà tralasciato per fare chiarezza anche su eventuali responsabilità”. Il direttore sanitario dell’Asp di Catanzaro ha assicurato a Loiero di avere già avviato l’indagine e che entro poche ore sarà in grado di presentargli le conclusioni. .  
   
   
RICONOSCIMENTO PER INVENTORI IN LOTTA CONTRO LE MALATTIE  
 
 Bruxelles, 6 maggio 2009 - La lotta contro la leucemia e la malaria - due delle più virulenti malattie a livello mondiale - è stata premiata con due dei quattro riconoscimenti previsti dal premio Inventore europeo dell´anno. Il chimico medico dott. Jürg Zimmermann insieme all´oncologo statunitense doot. Brian Druker si sono aggiudicati il premio della categoria "Industria" per aver inventato il farmaco Glivec. Il Glivec provoca un tasso di remissione del 98% nei pazienti affetti da leucemia mielogena cronica (Cml) - una forma rara di leucemia che ogni anno colpisce circa 10. 000 persone. La Cml un tempo era considerata una delle forme di cancro peggiori. L´unico trattamento era il trapianto di midollo osseo e la chemioterapia, entrambi estremamente dolorosi e con molti effetti collaterali, dal momento che queste terapie colpiscono sia le cellule cancerose che quelle sane. Il Glivec rappresenta una svolta nella terapia del cancro perché colpisce soltanto le cellule malate. Dice il dott. Zimmermann sul farmaco: "Esistono varie forme di leucemia e il Glivec viene usato soltanto per la Cml. Si tratta di un fatto estremamente importante. Credo che sia il nuovo modo in cui sarà affrontata la medicina in futuro. Tramite una diagnosi molto specifica il tasso di successo del Glivec supera il 95%. In passato la diagnosi era meno specifica e la chemioterapia non selettiva - venivano attaccate tutte le cellule. " Alla fine degli anni ottanta il dott. Zimmermann e il dott. Druker iniziarono alla ricerca di una cura per la Cml, dopo che ricercatori statunitensi avevano scoperto che il 95% dei pazienti affetti da Cml avevano un cromosoma stranamente corto. Ciò conduce ad un scambio nel Dna che crea una proteina di segnalazione difettosa chiamata Bcr-abl. I ricercatori si misero allora alla ricerca degli inibitori della Bcr-abl. "Durante la replicazione del Dna, una parte del cromosoma A scambia posizione con il cromosoma B," ha detto il dott. Zimmermann a Cordis Notiziario. Non sappiamo perché ciò avvenga; in alcuni casi potrebbe essere dovuto a fattori ambientali, ma in altri si tratta probabilmente di sfortuna. Nell´organismo gli errori avvengono continuamente, ma di solito vengono corretti. Nel caso della cellula cancerosa l´errore non viene individuato. " Per i pazienti l´assenza di effetti collaterali è un notevole vantaggio perché possono evitare estenuanti e dolorose sedute di chemioterapia. Come fa notare il dott. Zimmermann: "Una delle maggiori attrattive del Glivec per i medici è la sua eccezionale tollerabilità. Spesso i pazienti non lo percepiscono affatto. Le persone di solito soffrono terribilmente a causa della chemioterapia, ma quando abbiamo condotto i primi trial clinici con il Glivec, i pazienti chiedevano: ´Mi ha dato un farmaco placebo?´. Alcuni medici hanno subito detto che non poteva trattarsi di un farmaco contro il cancro e che non avrebbe funzionato. " Eppure il Glivec ha funzionato. I leucociti nei pazienti sono diminuiti notevolmente, gli effetti collaterali erano pressoché inesistenti e il Glivec è ora il primo trattamento usato per i pazienti con Cml. "Abbiamo lavorato secondo un principio molto semplice," ha spiegato il dott. Zimmermann. "Abbiamo esaminato la differenza tra cellule sane e cellule cancerose, e cercato di capire cosa distingueva le cellule cancerose da quelle sane. Questo era il nostro obiettivo. " Un´altra malattia terribile, che sta destando proccupazioni in Africa, è la malaria. Trasmessa dalle zanzare, la malaria infetta gli esseri umani da 50. 000 anni. Attualmente uccide tra i tre e i cinque milioni di persone l´anno, soprattutto nell´area subsahariana. Il professor Yiqing Zhou dell´Istituto di microbiologia e epidemiologia di Pechino (Cina), che è stato insignito del premio per l´Inventore europeo dell´anno nella categoria "Paesi non europei", ha creato un nuovo farmaco per combattere la malaria che è la combinazione di un antico rimedio cinese e un agente antimalarico moderno. Nel corso dei secoli sono stati usati molti rimedi a base di erbe e terapie farmacologiche per combattere la malaria, ma il parassita della malaria è tenace e ha più volte sviluppato una resistenza ai diversi trattamenti. Il professor Zhou ha attinto alla medicina cinese tradizionale e ha combinato l´Artemisia annua, che è stata usata nel trattamento della malaria per millenni prima che facessero la loro comparsa i farmaci moderni, con un farmaco antimalarico già dimostratosi efficace - il benflumentol - per creare un farmaco che ora viene commercializzato con il nome Coartem. Combattere la malaria è una crociata personale per il professor Zhou - ne è stato colpito egli stesso e ha visto decimare intere popolazioni in Cina, tra cui anche i militari. Ha detto del nuovo farmaco combinato: "La medicina cinese rappresenta la mano destra e la medicina occidentale quella sinistra - insieme radoppiano la forza del rimedio. " Silvio Gabriel di Novartis, che commercializza il Coartem, ha dichiarato: "Occorre un bravo inventore come il professore e il suo team per combinare un´erba tradizionalmente usata [. ] con un farmacao occidentale con vantaggi antiparassitari. " "Finora non abbiamo notato delle resistenze. Ma questa rimane una possibilità, è quindi molto importante continuare ad usare altri metodi come le zanzariere e gli spry. " Il Coartem è un trattamento semplice che consiste di 12 pillole, di cui ne vanno assunte 4 al giorno per 3 giorni di seguito. Nei paesi africani sta ottenendo dei risultati straordinari. In Ruanda il tasso di decesso a causa della malaria si è ridotto del 60%, mentre in Etiopia la mortalità infantile è diminuita del 50%. Nello Zambia i casi di malaria si sono ridotti dell´80% e i decessi del 90%. Finora sono stati eseguiti più di 235 milioni di trattamenti con il Coartem, salvando presumibilmente 650. 000 vite. Silvio Gabriel ha detto: "I risultati sono straordinari. In alcune aree, come la Tanzania, non siamo più in grado di svolgere prove cliniche perché non riusciamo più a trovare un numero sufficiente di pazienti. " Per maggiori informazioni, visitare: Inventore europeo dell´anno: http://www. Epo. Org/topics/innovation-and-economy/european-inventor. Html .  
   
   
CONGRESSO IL LASER IN ODONTOIATRIA E NELL´ESTETICA DEL VISO ESPERTI A LIVELLO EUROPEO SI INCONTRERANNO PER FISSARE LO STATO DELL’ARTE IN MATERIA DI LASER IN ODONTOIATRIA E NELL’ESTETICA DEL VISO E PER PRESENTARE MATERIALI E TECNICHE INNOVATIVE NEL CAMPO DELL’ESTETICA NEL DISTRETTO CRANIO-FACCIALE.  
 
Brescia, 6 maggio 2009. Il prossimo Sabato 6 giugno, a Rezzato (Brescia, nella cornice della Villa Fenaroli Palace, a pochi chilometri da Brescia, si terrà il primo Congresso Europeo sul Laser in Odontoiatria e nell’estetica del viso indetto dalla Aldi , Accademia Laser Dentale Italiana. Il Congresso sarà presieduto dal presidente della stessa, il professor Giuseppe Iaria. Sarà l’occasione per approfondire le tematiche inerenti le applicazioni laser in odontoiatria, a partire dagli impieghi già consolidati – nella cura dei denti cariati, nella chirurgia dei tessuti molli, nell’implantologia, in endodonzia, nella chirurgia apicale, nello sbiancamento - fino alle più recenti applicazioni, come le nuove procedure di rigenerazione ossea laser assistite . Saranno anche presentati casi di biostimolazione dei tessuti, trattamenti di skin-resurfacing , impieghi combinati di più laser e anche uso di laser in associazione ad altre tecnologie quali sistemi cad-cam, avanzati strumenti di diagnostica e di analisi del colore dei denti. Ci sarà spazio anche per i più recenti impieghi del laser in campo estetico, ma sempre legati al volto. Venerdì 5 giugno, il congresso, che prevede gli accrediti Ecm, sarà preceduto da due corsi. Il primo, introduttivo sull’uso dei vari laser in odontoiatria dal titolo “Introductory Hands-on Course”, sarà aperto a studenti, igienisti e odontoiatri che desiderino informarsi in materia di laser ottenendo precisi concetti, delucidazioni, indicazioni d’uso e misure di sicurezza. A tutti i partecipanti verrà rilasciato un attestato di frequenza riconosciuto a livello internazionale e utile per ogni operatore laser. Il secondo corso riguarderà, invece, l’utilizzo delle più moderne tecniche estetiche nel distretto cranio-facciale con precise indicazioni d’uso di molecole per il miglioramento dell’estetica e del trofismo dei tessuti. .  
   
   
GIORNATA MONDIALE SULLA SINDROME DA STANCHEZZA CRONICA (CFS)  
 
Aviano (Pn), 6 maggio 2009 - Il 12 maggio si terrà la giornata mondiale indetta dall´Oms a favore della Sindrome da Stanchezza Cronica. Quest’anno una iniziativa nuova coinvolgerà tutti gli italiani: far decollare un pensiero di solidarieta´ verso gli ammalati che quotidianamente devono confrontarsi con questa malattia cosi´ fortemente debilitante. Una condivisione sociale per testimoniare l’impatto sociale di questa malattia. Una condivisione che trova in Liliana Cosi un testimonial di fama internazionale che darà inizio il 4 giugno 2009 alle ore 21:00 presso il Teatro Derby a Milano, in via Pietro Mascagni 8 (zona S. Babila), allo spettacolo di balletto “Balletto d’Europa” della Compagnia di Balletto Classico - Liliana Cosi- Marinel Stefanescu. Una serata di cultura, di informazione e di testimonianza perché anche attraverso la danza arrivi alle istituzioni preposte un richiamo al riconoscimento, al sostengo per la ricerca scientifica e all’assistenza dei malati di Sindrome di Stanchezza Cronica. Da quasi vent’anni dalla descrizione dei primi casi di Sindrome da Stanchezza Cronica in Italia ad opera del sottoscritto, vi sono almeno quattro associazioni di pazienti che si sono costituite nel paese ed inoltre diversi gruppi di medici che seguono questa patologia in Italia. Molto resta da fare per diffondere informazioni essenziali nell’ambito medico e politico a riguardo di questa patologia debilitante, ma grazie anche alle informazioni che periodicamente vengono rivolte alla popolazione generale attraverso i media sempre piu’ conoscenze si sono diffuse al riguardo. Nel dicembre 1994, un gruppo internazionale di studio sulla Sindrome da Stanchezza Cronica, del quale ho fatto parte, ha pubblicato sugli Annals of Internal Medicine, una nuova definizione di caso di Cfs che rimpiazzava la definizione pubblicata sei anni prima. Nella nuova definizione un caso di Sindrome da Stanchezza Cronica é definito dalla presenza delle seguenti condizioni: una fatica cronica persistente per almeno sei mesi che non é alleviata dal riposo, che si esacerba con piccoli sforzi, e che provoca una sostanziale riduzione dei livelli precedenti delle attività occupazionali, sociali o personali ed inoltre devono essere presenti quattro o più dei seguenti sintomi, anche questi presenti per almeno sei mesi: disturbi della memoria e della concentrazione così severi da ridurre sostanzialmente i livelli precedenti delle attività occupazionali e personali; faringite; dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari; dolori muscolari e delle articolazioni senza infiammazione o rigonfiamento delle stesse; cefalea di un tipo diverso da quella eventualmente presente in passato; un sonno non ristoratore; debolezza post esercizio fisico che perdura per almeno 24 ore. Ovviamente devono essere escluse tutte le condizioni mediche che possono giustificare i sintomi del paziente, per esempio ipotiroidismo, epatite B o C cronica, tumori, depressione maggiore, schizofrenia, demenza, anoressia nervosa, abuso di sostanze alcoliche ed obesità. La complessità della Sindrome da Stanchezza Cronica e l´esistenza di diversi ostacoli alla sua comprensione rendono necessario un approccio integrato per lo studio di questa patologia e di patologie similari. Il concetto di stanchezza é di per sé non chiaro, e sviluppare una definizione operativa di stanchezza é stato un problema per gli autori. Comunque nella concezione degli autori, il sintomo si riferisce a una spossatezza molto grave, sia mentale che fisica, che si determina anche con uno sforzo fisico minimo, oltreché ovviamente, per definizione, non dovuta ad una malattia nota, e che differisce dalla sonnolenza e dalla mancanza di motivazione. La Cfs e’ stata riportata in tutto il mondo, compresa l’Europa, l’Australia, la Nuova Zelanda ed il Canada, l’Islanda, il Giappone, la Russia ed il Sudafrica. In base ai diversi studi condotti negli Stati Uniti, sia a San Francisco che a Seattle ed in diverse città americane, si stima che negli Stati Uniti vi siano circa mezzo di persone che hanno una patologia simile alla Sindrome da Stanchezza Cronica, pertanto si può calcolare che in Italia vi siano circa 200-300. 000 casi di Cfs. Va comunque ben ricordato che la stanchezza é un sintomo frequente che viene riportato da almeno il 20% dei pazienti che vanno dal medico, spesso associata a stress o a sindromi ansioso-depressive . Nella maggior parte dei casi però la stanchezza é transitoria e si spiega con cause conosciute, é migliorata dal riposo e determina poca preoccupazione. Tutti noi andiamo incontro durante l´anno a periodi di stanchezza o fatica più o meno severa che però é quasi sempre di breve durata. La fatica comunque può essere anche cronica e debilitante. La stanchezza cronica é associata a molte malattie e condizioni mediche e psicologiche ben conosciute ma é anche la caratteristica principale della Sindrome da Stanchezza Cronica. Presso l’Istituto Nazionale Tumori di Aviano, che é stato il primo centro che ha riportato la presenza di un numero consistente di casi di Sindrome da Stanchezza Cronica in Italia, esiste una unità Cfs con ambulatorio settimanale e possibilità anche di ricovero in casi selezionati. Sono stati compiuti una serie di studi, tra i quali la valutazione delle alterazioni immunologiche nei pazienti con Cfs, la valutazione delle alterazioni cerebrali con una sofisticata metodologia di diagnosi radiologica, la Pet, l´eventuale rapporto della Cfs con i tumori maligni, lo studio di nuovi farmaci, in particolare immunoglobuline ad alte dosi, magnesio, acetilcarnitina, antivirali come amantadina e acyclovir ed immunomodulatori come timopentina. I pazienti sono solitamente giovani e donne con una età media di insorgenza intorno ai 30 anni. La Cfs é rara negli anziani (oltre i 65-70 anni), ma vi é qualche caso pediatrico. E’ difficile guarire questa malattia, e sono in atto una serie di ricerche nel mondo per scoprire nuovi trattamenti. Con interventi appropriati e dopo una diagnosi corretta è possibile in un certo numero di casi ottenere la guarigione della malattia ed in altri il miglioramento della stessa, ma purtroppo in un sostanziale numero la patologia rimane cronica per anni incidendo in maniera drammatica sulla qualità della vita del paziente. Va detto che la Cfs non ha niente a che fare con la depressione anche se in alcuni pazienti la depressione si manifesta come reazione alla patologia in atto. Infine va ricordato che molti pazienti hanno difficoltà’ a veder riconosciuta la Cfs anche dal punto di vista di inabilità al lavoro. L´istituto Nazionale delle Allergie e delle Malattie Infettive dei National Institutes of Health statunitensi ha prodotto un volume dal titolo "Chronic Fatigue Syndrome. Informazione per i medici". L´autorevolezza della fonte ed il volume prodotto dal Ministero della Salute dovrebbero fugare dubbi, se ancora ve ne fossero, sulla esistenza della sindrome. In Italia la Sindrome da Stanchezza Cronica è stata inserita nell’edizione della “Clinical Evidence” – edizione italiana, una pubblicazione scientifica importante per il nostro sistema sanitario nazionale, eseguita su incarico del Ministero della Sanità che ha lo scopo di approfondire le conoscenze sulla reale efficacia degli interventi medici nelle malattie riconosciute. La realizzazione di questo volume infatti, è stata possibile grazie ad un’accurata analisi e ad una valutazione critica di informazioni selezionate derivanti da studi clinici controllati condotti e pubblicati in tutto il mondo. Per decenni le persone affette dalla sindrome da stanchezza cronica (Cfs) hanno dovuto combattere per convincere medici, datori di lavoro, amici ed anche i propri familiari che i debilitanti sintomi di cui soffrono non sono immaginari. Anche in Italia si stanno facendo importanti passi. Le Associazioni dei pazienti e alcune commissioni parlamenti hanno presentato la proposta di legge per il riconoscimento della Cfs quale malattia invalidante e per l’ottenimento dell’esenzione dalla partecipazione al costo per le prestazioni di assistenza sanitaria. Il dato più rilevante della ricerca emerso negli ultimi mesi, è quello relativo alla correlazione con anomalie dei geni nei pazienti con Sindrome da Fatica Cronica. Prima uno studio inglese ha dimostrato che in 25 pazienti con Cfs confrontati con 25 controlli, 35 geni sono risultati attivati in maniera anomala nei pazienti con conseguenti modifiche delle funzioni mitocondriali, sulla produzione di energia e sull’attività del sistema immunitario che spiegano in maniera esauriente la sintomatologia di astenia profonda, e di affaticabilità tipiche della patologia. Un altro studio dei Cdc di Atlanta ha identificato un risultato simile con 26 geni che sono attivati in maniera anomala e che sono alla base della produzione di energia e del sistema immunitario. Con questi studi sarà possibile in un futuro non molto lontano, poter identificare un sottogruppo di pazienti con Cfs nei quali queste anomalie geniche potrebbero portare all’identificazione di proteine prodotte in maniera anomala e quantificabili nel sangue con le quali si potrebbe arrivare ad un test diagnostico e ad una terapia mirata. Presso l´unità Cfs della Divisione di Oncologia Medica A dell’Istituto Tumori di Aviano sono stati osservati ad oggi oltre 1000 casi di Cfs con i criteri dei Cdc di Atlanta. Inoltre presso questo Istituto è attiva una associazione di pazienti denominata Cfs Associazione Italiana (www. Salutemed. It/cfs) che si può contattare al numero telefonico 0434/660277 al lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9:00 alle ore 11:00. Per quanto riguarda invece le prospettive terapeutiche, purtroppo non vi è alcun farmaco in grado di guarire definitivamente la malattia, anche se spesso i pazienti possono trarre dei benefici da interventi farmacologici (antivirali, corticosteroidei, immunomodulatori, integratori, ecc. ) e da modifiche dello stile di vita, portando anche qualcuno alla guarigione e un discreto altro numero a miglioramenti significativi della sintomatologia. Www. Umbertotirelli. It www. Salutemed. It/cfs (0434-660277) www. Stanchezzacronica. It .  
   
   
MILANO: APERTO AL SAN PAOLO IL REPARTO INFETTIVI PRESSO LA NUOVA UNITÀ OPERATIVA POTRANNO ESSERE RICOVERATI INIZIALMENTE 8-10 PAZIENTI. ENTRO METÀ GIUGNO I DEGENTI POTRANNO SALITE A 20, FRA ORDINARI E IN DAY HOSPITAL  
 
Milano, 6 maggio 2009 - Lunedì 4 maggio, a seguito del completamento del percorso d´accreditamento, l´Azienda Ospedaliera San Paolo ha attivato l´Unità Operativa di Malattie Infettive, articolata su 15 posti letto di degenza ordinaria e 5 posti letto di day hospital. Le attività di ricovero procederanno con gradualità e aumenteranno in base all´effettiva disponibilità di personale d´assistenza diretta, articolandosi inizialmente su 8-10 posti letto per raggiungere la piena attività entro la prima metà di giugno. .  
   
   
UN AIUTO CONTRO IL DOLORE DEI PICCOLI PAZIENTI  
 
Milano, 6 maggio 2009 - Venerdì 8 maggio alle ore 17. 00, nel 7° Padiglione dell´Istituto Scientifico "E. Medea" - Associazione La Nostra Famiglia di Bosisio Parini (Lecco), sarà inaugurato l´Acuscope, un´apparecchiatura per il trattamento del dolore, donata all´Istituto da As. It. O. I. - Associazione Italiana Osteogenesi Imperfetta Onlus, che dedica questo importante gesto alla memoria della socia Lucia Sora. As. It. O. I. Onlus è da vent´anni in contatto con l´Istituto Scientifico "Eugenio Medea" i cui specialisti si occupano con professionalità e attenzione anche della riabilitazione di bambini e giovani affetti da Osteogenesi Imperfetta, la "malattia delle ossa di vetro", una patologia rara dell´apparato scheletrico che causa deformità e fragilità ossea. Il dolore è una componente purtroppo dominante in molti momenti della vita del paziente affetto da questa patologia e spesso a nulla vale il ricorso ai farmaci. Secondo molti studi, l´elettroterapia è un sistema in grado di migliorare le patologie algiche e molti altri disturbi. In particolare l´Acuscope risulta essere indicato per il controllo del dolore nelle patologie croniche del sistema muscolare e scheletrico. Acuscope è uno stimolatore a microcorrenti alternate in grado di individuare, valutare e trattare istantaneamente le zone corporee che presentano un´attività bioelettrica modificata e che vengono identificate nel paziente come aree di dolore. Per As. It. O. I. Onlus, che quest´anno celebra i 25 anni dalla sua fondazione, la donazione di questa apparecchiatura ha un significato importante: Abbiamo voluto ricordare innanzitutto la nostra socia Lucia Sora, - spiega Leonardo Panzeri, presidente di As. It. O. I. Onlus - che con il suo entusiasmo ha coinvolto con enorme successo il suo paese, Mondolfo in provincia di Pesaro, nella raccolta di fondi per la ricerca scientifica sull´Osteogenesi Imperfetta. Lucia ha lanciato un messaggio di forza, determinazione, vitalità e affetto che continua anche oggi. La donazione di una attrezzatura all´Istituto rende concreto questo suo impegno e ci esorta a continuare nella nostra mission di sostegno alla ricerca con ancora più convinzione. Grazie a operatori e specialisti dell´Istituto "E. Medea" numerosi genitori di bambini affetti da Osteogenesi Imperfetta hanno trovato in questi anni risposte concrete, attenzioni e cure preziose. Consapevole delle grandi potenzialità del centro, As. It. O. I. Si è impegnata ad investire i fondi raccolti grazie a Lucia Sora ed altri soci in un´attrezzatura che sarà a completa disposizione di tutte le attività dell´Istituto Scientifico Eugenio Medea: l´Acuscope, infatti, non aiuterà solo quanti soffrono per i problemi legati all´Osteogenesi Imperfetta, ma darà sollievo a tutti i piccoli pazienti ricoverati nel centro affetti da differenti e gravi patologie che necessiteranno di questo tipo di terapia. Il dono di questa apparecchiatura ci dà una possibilità in più per curare meglio le persone che si rivolgono a noi - ringrazia Carla Andreotti, direttrice del centro di Bosisio - ma costituisce anche il segno concreto di un rapporto di positiva collaborazione e di stima reciproca che sostiene e incoraggia la motivazione dell´Istituto "E. Medea" - La Nostra Famiglia e dei suoi operatori nell´impegno quotidiano. .  
   
   
BOLZANO: CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE SULL’AMMINISTRATORE DI SOSTEGNO  
 
Bolzano, 6 maggio 2009 - Amministratore di sostegno per offrire un supporto a chi non è autosufficiente: campagna di sensibilizzazione e corsi informativi per individuare persone interessate a svolgere questa funzione. L´ufficio provinciale Soggetti portatori di handicap, che fa da regia per il Tavolo di coordinamento sull´amministrazione di sostegno, sostiene una campagna di sensibilizzazione insieme all´Azienda Servizi Sociali di Bolzano e al Distretto sociale di Bressanone proponendo due corsi informativi a Bolzano e Bressanone. Verranno offerte informazioni riguardo all´amministrazione di sostegno a persone interessate a svolgere questa funzione. Anziani affetti da demenza senile, giovani che subiscono traumi psico-fisici, persone che soffrono di una malattia psichica o disturbi della personalità: esempi di persone che da sole non riescono più a provvedere alla cura della propria persona e dei propri interessi e che necessitano di un aiuto esterno, per riscuotere la pensione di invalidità o l´assegno di cura, per stipulare un contratto, gestire il patrimonio o provvedere al proprio benessere sociale e fisico. Senza correre il rischio che questo aiuto esterno porti loro degli svantaggi. Una possibile soluzione è rappresentata dall´amministrazione di sostegno, un istituto di protezione a favore delle persone prive di tutto o in parte di autonomia nello svolgimento delle funzioni della vita quotidiana, introdotto con la legge 6/2004. Ma chi può essere nominato amministratore di sostegno? Possono essere familiari ma anche persone estranee. A sceglierlo è il giudice tutelare, che deve tenere conto delle richieste della persona che beneficia dell´amministratore di sostegno. "Con l´introduzione della legge sulla non autosufficienza è aumentata anche la richiesta di amministratori di sostegno", spiega Luciana Fiocca, direttrice dell´Ufficio provinciale Soggetti portatori di handicap. "Per questo intendiamo informare i cittadini sul tema e individuare persone interessate - possono essere anche i familiari della persona non autosufficiente, volontari o esperti - ad assumersi questo compito". Al fine di individuare persone interessate a svolgere questa funzione l´Ufficio provinciale Soggetti portatori di handicap, che fa da regia per il Tavolo di coordinamento sull´amministrazione di sostegno, propone alcuni incontri di informazione e formazione: a Bolzano, il 22 maggio dalle ore 16 alle 19 in via Roma 100, ed a Bressanone, il 13 maggio dalle ore 15. 30 alle 18 ed il 20 maggio dalle ore 17 alle 19. 30 presso "Casa Lachmüller". Interverranno Peter Michaeler, giudice tutelare presso il Tribunale di Bolzano, Roberta Rigamonti e Claudia Neugebauer, collaboratrici della Federazione delle Associazioni Sociali. Al Tavolo di coordinamento sull´amministrazione di sostegno partecipano diversi Uffici provinciali, l´Azienda Servizi Sociali Bolzano, la Federazione Provinciale Associazioni ed altre associazioni sociali, il presidente del tribunale e i giudici tutelari, l´Associazione Case di riposo e la Formazione professionale. Le famiglie o singoli cittadini che desiderano informazioni sull´amministrazione di sostegno possono trovare alcune risposte nella brochure "Amministrazione di sostegno: domande e risposte" pubblicata dalla Federazione Provinciale Associazioni Sociali e disponibile anche online sul sito www. Social-bz. Net Info: Ufficio provinciale Soggetti portatori di handicap, tel. 0471 418270, luciana. Fiocca@provincia. Bz. It oppure Federazione delle Associazioni Sociali, tel. 0471 324667, roberta. Rigamonti@social-bz. Net. Per aderire ai corsi rivolgersi a: Distretto sociale Bressanone, tel. 0472 270411 thomas. Dusini@bzgeis. Org Azienda Servizi Sociali di Bolzano, 0471 457746. .  
   
   
LA GALLERIA ANTARES (SVIZZERA) PRESENTA UNA STRAORDINARIA RETROSPETTIVA DI CLAUDIO BACCALÀ (1923-2007)  
 
Lugano, 6 maggio 2009 - La Galleria Antares in via Piazza 2, sopra Incella, a Brissago, presenta sabato 9 maggio alle ore 17. 00 una straordinaria retrospettiva di Claudio Baccalà l’artista ticinese di Brissago nato nel 1923, scoperto da Jean Dubuffet e scomparso nel 2007 a Locarno. Questa grande mostra retrospettiva che si svolge dal 9 al 31 maggio 2009 comprende 53 oli su tela, 4 gouaches, 8 disegni che ripercorrono il processo creativo di Baccalà. L’esposizione, introdotta da Luca M. Venturi, ripropone con forza alla critica, al pubblico e al mercato la produzione di uno tra i maggiori artisti contemporanei ticinesi assurto a fama internazionale il cui lavoro raggiunge, con estrema poesia, una dimensione monumentale. La rivisitazione del corpus delle opere di Baccalà consente di affrontare un’analisi della sua arte quale immagine, percezione, oggetto, ma anche come forma, materiale, contenuto e progetto. La pittura di Baccalà, ricca di materia e colore, spazia da temi mitologici e filosofici alla natura, con i suoi paesaggi rustici e i mitici alberi. Le forme delle opere sono scandite da preoccupazioni, colori e toni sempre diversi, imposti dalla sua indagine sulla natura e sull’uomo che entrano così a far parte dell’opera stessa, creando effetti sorprendenti e imprevedibili. Commentò di lui Mario Botta: “ogni quadro è l’inizio e al tempo stesso la fine di un magico percorso composto di segni che diventano immagine, forma, spazio e toni di luce. Baccalà ha la straordinaria capacità di renderci partecipi del bisogno dell’uomo di tornare bambino”. .  
   
   
TROFEO MATTEOTTI: MASCI, PREVISTE RISORSE PER IL 2009 L´ASSESSORE INVITA GLI ORGANIZZATORI A PROSEGUIRE L´ATTIVITA  
 
Pescara, 6 maggio 2009 - In merito all´annunciato annullamento del Trofeo Matteotti, che quest´anno sarebbe giunto alla sua 64° edizione, l´assessore allo Sport, Carlo Masci risponde prontamente alle dichiarazioni del Patron Renato Ricci, in merito alla mancata partecipazione finanziaria della Regione. "Non possiamo correre il rischio di perdere un evento che ha dato lustro alla città di Pescara e all´intero Abruzzo - ha dichiarato Masci - anche perchè stiamo facendo il possibile per consentire la prosecuzione della kermesse sportiva. La gestione finanziaria per l´anno 2008, alla quale fa riferimento il Patron del Matteotti è stata sulle spalle della precedente Amministrazione di centrosinistra - ha precisato - che si assume pertanto ogni responsabilità per il passato. Per quanto riguarda il Bilancio 2009, invece - ha inteso chiarire l´Assessore - tra le risorse per lo Sport verrà sicuramente accantonata una somma utile per lo svolgimento del Trofeo. Trattandosi, poi, di una gara a livello internazionale, verranno reperite risorse anche attraverso i Fondi Fas (fondi le le aree sottoutilizzate). Posso, dunque, affermare con certezza di aver fatto il possibile per salvaguardare l´evento nonostante la crisi economica aggravata purtroppo dal recente tragico evento sismico. Invitiamo pertanto gli organizzatori dell´evento a tornare sui propri passi, potendo contare - ha concluso Masci - sull´appoggio anche dell´Istituzione regionale. " .