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Notiziario Marketpress di Mercoledì 06 Maggio 2009
NUOVA ETICHETTA PER L´EFFICIENZA ENERGETICA: IL PARLAMENTO EUROPEO CRITICO SULLA NUOVA SCALA GLI EURODEPUTATI DISCUTONO SE ESTENDERE L´ETICHETTA ENERGETICA ANCHE AI PRODOTTI INDUSTRIALI E COMMERCIALI  
 
Bruxelles, 6 maggio 2009 - Hai mai fatto caso all´etichetta che indica l´efficienza energetica dei tuoi elettrodomestici? Si tratta di una scala multicolor dalla A alla G, che permette di sapere quanto consumano lavatrici, frigoriferi e co. Il Parlamento appoggia l´idea di estenderla a tutti i prodotti alimentati elettricamente, ma non è convinto dalla nuova classificazione: la proposta di suddividere la "classe A" in sottocategorie rischia di creare confusione per il consumatore. Quanto consuma un frigorifero? Ed una lavastoviglie? Grazie all´etichetta sull´efficienza energetica è possibile sapere quanta elettricità impiega un elettrodomestico prima ancora di acquistarlo. L´etichetta, di diversi colori, presenta una lettera: dalla A (verde, efficienza massima) alla G (rossa, efficienza minima). E´ un´idea nata in Europa e poi diffusa in tutto il mondo: Cina, Brasile e Sud Africa seguono già l´esempio dell´Ue. Più prodotti con l´etichetta - La proposta di legge della Commissione europea intende estendere l´utilizzo di questa etichetta anche ai macchinari industriali, commerciali e ad ogni oggetto che si alimenta ad elettricità. Le nuove regole permetterebbero un risparmio per le tasche dei consumatori (meno consumo di energia), per i produttori (previsione dei consumi) e un passo importante a tutela dell´ambiente (riduzione delle emissioni di Co2). Etichetta energetica - E´ stata introdotta da una direttiva comunitaria nel 1992 Aiuta i produttori ad ottenere dei rimborsi per gli investimenti di risparmio energetico Si stima che nell´Ue contribuisca a risparmiare l´equivalente di 3 tonnellate di petrolio all´anno Il Parlamento aggiunge le sue proposte: chiede che l´efficienza energetica sia resa nota anche nella pubblicità dei prodotti e sui loro manuali d´istruzioni. E poi deduzioni fiscali sui prodotti efficienti e sui componenti e agevolazioni per le aziende che li producono. Infine le pubbliche amministrazioni dovrebbero dare il buon esempio fornendosi solo dei prodotti energetici più efficienti per gli acquisti superiori ai 15mila euro. Dubbi sulla nuova scala di efficienza - Sempre più prodotti hanno migliorato la loro efficienza energetica, e ormai quasi tutti rispondono ai criteri della "classe A". Per questo la Commissione propone una nuova scala, che metta in luce le performance ancora più efficienti. Ma secondo il Parlamento la proposta di creare diversi gradi di categoria "A" (A-20%, A-40%, A-60%), creerebbe solo confusione nel consumatore. Meglio ripensare l´intera scala: per questa ragione l´esito del voto di domani è incerto. Il Parlamento potrebbe rispedire il testo alla Commissione chiedendo di rivedere la scala. .  
   
   
RETTIFICA: INVITO COORDINATO UE-BRASILE SUI BIOCARBURANTI DI SECONDA GENERAZIONE  
 
Bruxelles, 6 maggio 2009 - Il termine per l´invito coordinato Ue-brasile sui biocarburanti di seconda generazione, finanziato nell´ambito del Settimo programma quadro (7°Pq), è stato prorogato a causa di un ritardo nel lancio dell´invito brasiliano. La nuova data di scadenza, da far coincidere con quella dell´invito brasiliano, sarà resa nota con la pubblicazione di quest´ultimo. In frattempo, è stata fissata una data di scadenza provvisoria per motivi tecnici. Questo termine potrebbe tuttavia cambiare alla pubblicazione dell´invito brasiliano, in modo da far coincidere le due date. I progetti avviati nell´ambito di questo invito a presentare proposte dovrebbero concentrare l´attenzione sullo sviluppo di tecnologie avanzate per la produzione di biocarburanti di seconda generazione da materie prime brasiliane e europee. Le attività di ricerca dovranno concentrarsi sullo sviluppo e il miglioramento tecnologico relativi alle materie prime, tecnologie di conversione, integrazione e sostenibilità dei processi. Il lavoro dovrebbe culminare nella progettazione di un impianto di biocarburanti, dopo aver ingegnerizzato la tecnologia sviluppata e affrontato il concetto di integrazione energetica. Saranno presi in considerazione soltanto i progetti che prevedono la coordinazione con un progetto brasiliano. Per i dettagli completi del bando, consultare il seguente indirizzo internet: http://cordis. Europa. Eu/fp7/calls/ .  
   
   
PARLAMENTO EUROPEO: MENO VAPORI DI BENZINA DURANTE IL PIENO  
 
 Strasburgo, 6 maggio 2009 - Il Parlamento europeo ha adottato una direttiva che impone alle stazioni di servizio nuove e a quelle esistenti in fase di ristrutturazione di equipaggiarsi con un sistema di recupero dei vapori di benzina emessi nell´atmosfera durante il rifornimento dei veicoli a motore. A talune condizioni si applicherà - nel 2018 - anche alle altre stazioni esistenti, ma non a quelle utilizzate nelle fabbriche di veicoli e negli autosaloni. I consumatori dovranno essere informati del ricorso a questi dispostivi. Sulla base di un maxiemendamento di compromesso negoziato dal relatore Dimitrios Papadimoulis (Gue/ngl, El) con il Consiglio, il Parlamento ha adottato - con 598 voti favorevoli, 13 contrari e 15 astensioni - una direttiva che stabilisce una serie di misure per ridurre la quantità di vapori di benzina emessi nell´atmosfera durante il rifornimento dei veicoli a motore nelle stazioni di servizio. Lo scopo è di proteggere la salute umana e tutelare l´ambiente. Gli Stati membri dovranno mettere in vigore le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva entro e non oltre il 1° gennaio 2012. La direttiva 94/63/Ce sul controllo delle emissioni di composti organici volatili (Cov) derivanti dal deposito della benzina e dalla sua distribuzione dai terminali alle stazioni di servizio (fase I del recupero dei vapori di benzina) intende recuperare i vapori di benzina emessi dal deposito e dalla distribuzione della benzina fra i terminal petroliferi e le stazioni di servizio. La nuova direttiva avvia il "sistema della fase Ii del recupero dei vapori di benzina", imponendo il ricorso a un´attrezzatura volta a recuperare i vapori di benzina spostati dal serbatoio del carburante di un veicolo a motore durante il rifornimento in una stazione di servizio per trasferirli in una cisterna di stoccaggio nella stazione di servizio o riconvogliarli al distributore di benzina per rimetterli in vendita. A tal fine gli Stati membri dovranno assicurare che le stazioni di servizio nuove siano equipaggiate con un sistema della fase Ii del recupero dei vapori di benzina se il flusso effettivo o previsto è superiore a 500 m3 all´anno o se quello effettivo o previsto è superiore a 100 m3 all´anno e se sono situate in edifici utilizzati in modo permanente come luoghi di residenza o di lavoro. Lo stesso vale per le stazioni di servizio esistenti che sono «oggetto di una ristrutturazione completa» o, entro il 31 dicembre 2018, che presentano un flusso superiore a 3. 000 m3 all´anno. Invece, non dovranno essere equipaggiate con tale sistema le stazioni di servizio utilizzate «esclusivamente in associazione alla produzione e alla consegna di nuovi veicoli a motore». Gli Stati membri dovranno anche assicurare che l´efficienza della cattura dei vapori di benzina di tali sistemi sia pari o superiore all´85% come certificato dal costruttore in conformità delle pertinenti norme tecniche o procedure di omologazione europee o, in mancanza di tali norme o procedure, di qualsiasi norma nazionale. Almeno una volta l´anno si dovrà procedere alla verifica dell´efficienza. Inoltre, qualora una stazione di servizio abbia installato un sistema della fase Ii del recupero dei vapori di benzina, sul distributore di benzina, o nelle sue vicinanze, dovrà essere esposto un cartello, un adesivo o qualsiasi altra forma di notifica che ne informi i consumatori. Gli Stati membri dovranno infine determinare le disposizioni relative alle sanzioni - «efficaci, proporzionate e dissuasive» - da infliggere in caso di violazione delle norme nazionali adottate conformemente alla direttiva e adottare tutte le misure necessarie per assicurarne l´applicazione. .  
   
   
BASILICATA: ON LINE IL SITO WEB DELLA SEL  
 
Potenza, 6 maggio 2009 - Semplice, di facile accessibilità ed usabilità, informato e aggiornato, interconnesso in tempo reale con l’attualità e l’elaborazione culturale internazionale. E’ il sito web della Società Energetica Lucana (Sel), http://www. Societaenergeticalucana. It accessibile on line dal 4 maggio. Un contenitore articolato in diverse aree, dal quadro regolatorio alla geografia delle buone pratiche, in cui è possibile trovare informazioni a 360 gradi intorno al mondo delle energie rinnovabili e il risparmio energetico, rivolto a quanti hanno attenzione ed interesse per le energie sostenibili: consumatori, imprese, istituzioni. Attraverso le sue sezioni – spiega la Sel in un comunicato stampa - il sito mette a disposizione del visitatore news, documenti, approfondimenti, materiali multimediali, collegamenti ad altri siti di particolare qualificazione in campo energetico ed ambientale. Uno strumento di partecipazione attiva e di autogestione intelligente, - prosegue la nota - soprattutto tramite la sezione “Energia fai da te”, nell’area del check-up energetico per la casa, un software appositamente sviluppato dagli esperti della Fondazione Mattei che offre all’utente un manuale di consigli pratici per migliorare l’efficienza energetica della propria abitazione. Il sistema propone al pubblico 20 domande semplici, chiare e immediate alle quali l’utente risponde scegliendo tra un numero finito di proposte. Al cliente si chiede un impegno minimo: per compilare il questionario occorrono pochi minuti e non si prevede una conoscenza delle caratteristiche più specificatamente tecniche della propria abitazione. Il sistema elabora le risposte prendendo in esame le caratteristiche geografiche e climatiche del comune di residenza e restituisce un manuale contenente una lettera di benvenuto personalizzata, il vademecum per l’efficienza energetica e le schede per approfondire le soluzioni proposte. Il sito web – conclude la Sel - è uno sportello di servizio per il cittadino e rappresenta il primo strumento attivato da Sel per realizzare una parte fondamentale della sua mission: quella di concorrere alla formazione di una cittadinanza consapevole e responsabile, impegnata a costruire nuovi stili e modelli di sviluppo e di consumo imperniati sull’uso intelligente delle risorse energetiche, sul contrasto allo spreco e al degrado, sulla salvaguardia del valore ambiente, sulla capacità di combinare innovazione, efficienza e sostenibilità. .  
   
   
BULGARIA, INVESTIMENTI NELL´ENERGIA ELETTRICA  
 
Sofia, 6 maggio 2009 - La compagnia bulgara Cez Distribution Bulgaria Ad utilizzerà un finanziamento gestito dalla Bers (Banca Europea Ricostruzione e Sviluppo) per la sostituzione di trasformatori elettrici obsoleti al fine di migliorare l´efficienza energetica nella distribuzione di elettricità nelle regioni di Stolichno, Sofia e Pleven. L´appalto riguarda la fornitura di trasformatori di energia elettrica a olio con un imput pari a 20kW e una tensione di uscita con voltaggio pari a 400V. In particolare, afferma l´Ice, la fornitura comprenderà 21 trasformatori Tm 400 kVa 20/0. 4 kV, 43 trasformatori Tm 630 kVa 20/0. 4 kV e 19 trasformatori Tm 800 kVa 20/0. 4 kV. Le aziende che potranno partecipare alla gara sono esclusivamente quelle con sede in Paesi dell´Ue, in Svizzera e nei Paesi di intervento della Bers. Le offerte dovranno pervenire entro il 9 giugno. .  
   
   
MILANO: CONVEGNO SULLO SPRECO ENERGETICO NELLE ABITAZIONI  
 
Milano, 6 maggio 2009 – Oggi alle ore 10. 30, nella sala Facchinetti della Società Umanitaria, in via San Barnaba 48, l’assessore allo Sviluppo del territorio Carlo Masseroli interverrà al convegno “Casa ed Energia: lo spreco energetico relativo all’abitare”, organizzato dall’Istituto Ambiente. .  
   
   
TOSCANA: APPROVATA LA LEGGE STRAORDINARIA SULL´EDILIZIA DISCUSSIONE E VOTO IN CONSIGLIO REGIONALE SULLA NUOVA NORMATIVA AMPLIAMENTI E NUOVE VOLUMETRIE NEL RISPETTO DEI PIANI URBANISTICI  
 
Firenze, 6 maggio 2009 - La legge straordinaria sull´edilizia è stata approvata dal consiglio regionale. Tempi record per il provvedimento frutto dell´accordo del 31 marzo scorso in sede di Conferenza Unificata Stato-regioni-enti locali. Le Regioni avevano 90 giorni di tempo, la Toscana è arrivata per prima precedendo anche il governo che si era impegnato a presentare il decreto legge sulla semplificazione amministrativa. La legge regionale 339 “Misure urgenti e straordinarie volte al rilancio dell´economia e alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente” entrerà in vigore alla fine del mese. Chi ha già nel cassetto i progetti edilizi che intende realizzare può rivolgersi al proprio comune al quale presentare una Dia (Dichiarazione di inizio attività); la legge rimarrà in vigore fino al 31 dicembre 2010. Sono ammessi interventi straordinari di ampliamento di case che al 31 marzo 2009 hanno le seguenti caratteristiche: tipologia mono o bifamiliare oppure tipologia con superficie utile lorda non superiore a 350 metri quadrati. L´ampliamento è consentito fino al 20 per cento della superficie utile lorda di ciascuna unità immobiliare per un massimo complessivo dell´edificio di 70 metri quadrati di superficie utile lorda. Sono ammessi inoltre interventi straordinari di demolizione e ricostruzione di edifici abitativi con aumento fino al 35 per cento della superficie utile lorda. Gli immobili dovranno risultare regolarmente accatastati. Sono esclusi quelli che si trovano nei centri storici, quelli definiti di valore storico, collocati in aree inedificabili, in parchi e riserve o in aree soggette a piani attuativi. Le parti in passato condonate vengono sottratte dalla percentuale proposta per l´ampliamento. Le misure contenute nella legge 339, ha detto l´assessore all´urbanistica, coniugano due esigenze: il rilancio dell´edilizia e quindi di una parte importante dell´economia e nello stesso tempo promuovono la riqualificazione del patrimonio urbanistico. Due esigenze che possono essere soddisfatte rispettando le regole dell´urbanistica toscana. La nuova legge straordinaria per l´edilizia risponde alle esigenze di numerose famiglie toscane e offre occasioni di investimento. Nuove possibilità di sviluppo per un settore un crisi e per le piccole medie imprese edili molte delle quali sono nate negli anni novanta. Aumento delle superfici costruite e delle volumetrie ma nei limiti già previsti dalla pianificazione. La normativa pone vincoli e condizioni, ha sottolineato l´assessore, gli interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione, sono ammissibili solo se si muovono nell´ambito dei piani regolatori, degli strumenti urbanistici dei comuni e solo se privilegiano criteri di sostenibilità ambientale, di efficienza energetica, rispettano la normativa antisismica e prevedono l´eliminazione delle barriere architettoniche. La legge 339 non è una misura isolata. E´ un tassello importante di un pacchetto di provvedimenti che delineano una qualificata strategia della Regione Toscana sui temi dell´urbanistica e del paesaggio, della casa e dell´edilizia sociale. La legge approvata oggi, ha ricordato l´assessore, è il primo dei tre provvedimenti, la Giunta si è mossa con rapidità; entro la fine di maggio il consiglio regionale dovrebbe approvare anche il provvedimento che adegua il Pit (Piano di indirizzo territoriale) al piano paesistico e il piano per l´edilizia residenziale pubblica. Se l´elaborazione e l´approvazione della legge è stata rapida e ha riscontrato la soddisfazione generale è merito anche delle intese e degli accordi tra la Regione e gli enti locali che sono poi i protagonisti della gestione di questi provvedimenti. In proposito l´assessore all´urbanistica ha sottolineato il valore e la tempestività del patto Regione Toscana, Anci, Uncem, Upi sottoscritto il 22 aprile nonché le precedenti intese sul Pit. Accordi e intese che, a giudizio dell´assessore, garantiscono la difesa dei caratteri della pianificazione urbanistica in Toscana. .  
   
   
BOLZANO: PIANO ALLOGGI PER CETO MEDIO: RICHIESTE PER REALIZZARE 400 ABITAZIONI  
 
Bolzano, 6 maggio 2009 - Richieste da 18 Comuni per la realizzazione di circa 400 alloggi nell’ambito del piano edilizia straordinario per il ceto medio sono state presentate al Dipartimento edilizia abitativa della Provincia entro i termini previsti. Ass. Tommasini: segnale positivo del rapporto sinergico Provincia-comuni per fornire risposte concrete ai cittadini in tempi ravvicinati. Quattro dei sette Comuni altoatesini con oltre 10. 000 abitanti, ovvero Bolzano, Laives, Merano e Lana, e 14 di quelli con meno di 10. 000 abitanti hanno indirizzato all’assessore provinciale all’edilizia abitativa Christian Tommasini entro il termine stabilito del 4 maggio la richiesta di aderire al programma straordinario di costruzione di 1. 000 alloggi da dare in locazione al canone provinciale a cittadini del cosiddetto ceto medio (reddito compreso tra i 20. 000 ed i 50. 000 Euro) approvato dalla Giunta provinciale nei mesi scorsi. Un avvio positivo, come sottolinea il vicepresidente della Provincia ed assessore provinciale all’edilizia abitativa, Christian Tommasini, che evidenzia il buon funzionamento delle sinergie poste in essere fra Provincia e Comuni per giungere all’implementazione di un programma rilevante che consentirà di offrire risposte abitative a numerose famiglie a reddito medio in difficoltà a reperire un alloggio in affitto a prezzo sostenibile. Il programma prevede la realizzazione di 700 alloggi per i comuni maggiori (con oltre 10. 000 abitanti) ovvero 330 per Bolzano, 120 per Merano, 66 per Bressanone, 54 per Laives, 49 per Brunico, 45 per Appiano e 36 per Lana e di altri 300 alloggi nei rimanenti comuni minori (con meno di 10. 000 abitanti). I Comuni possono stabilire se costruire in proprio o delegare l’Istituto provinciale per l’edilizia sociale Ipes, o enti senza scopo di lucro creati a tal fine. Tenendo presenti le esigenze territoriali, se destinare gli alloggi esclusivamente alla locazione o se questi dopo 10 anni di locazione possano essere ceduti in proprietà ai conduttori ed anche privilegiare un preciso target di utenti. Per il programma edilizio triennale la Provincia ha preventivato stanziamenti di 14 milioni di Euro all’anno per gli anni 2009, 2010 e 2011 al fine di concedere agli enti costruttori i contributi a fondo perduto previsti dalla legge provinciale sull’edilizia abitativa agevolata, previa sottoscrizione di un’apposita convenzione con la Ripartizione edilizia abitativa della Provincia. Il primo a farsi avanti fra i Comuni con oltre 10. 000 abitanti è stato il Comune di Bolzano che ha presentato la richiesta relativa alla costruzione in proprio di 91 alloggi nel lotto C2 nel nuovo quartiere Casanova in zona Bivio da destinare all’affitto a lungo termine. Previsti su una superficie di 15. 000 metri cubi, le abitazioni saranno suddivise tra monolocali, bi- e trilocali e destinate a giovani under 35, singoli o coppie. A questi alloggi vanno ad aggiungersi quelli che la Provincia intende ricavare dall’ex edificio dei Telefoni di Stato, di sua proprietà, in corso Italia. Il bando per la costruzione dovrebbe indicare la realizzazione di una cinquantina di abitazioni. Ll Comune di Laives ha presentato domanda per la realizzazione di una cinquantina di alloggi di cui una trentina dovrebbero essere costruiti a cura dell’Ipes nella zona denominata “Toggenburg 1”. Strutturati con metrature comprese fra i 60 e 70 metri quadri e tipologia di risparmio energetico Casaclima B, dovrebbero essere destinati a piccoli nuclei familiari composti da tre o quattro persone. Il Comune di Merano ha chiesto di aderire al programma edilizio per il ceto medio proponendo la realizzazione di tutti e 120 gli alloggi previsti nel territorio di sua competenza. Tutti gli alloggi, che saranno realizzati a cura dell’Ipes saranno destinati all’acquisto da parte dei locatari dopo il previsto periodo massimo di dieci anni di locazione. Le dislocazioni per la costruzione delle abitazioni saranno definite in sede di stipula dell’apposita convenzione. Anche il Comune di Lana ha chiesto di poter realizzare tutti e 36 gli alloggi ad esso riservati dal programma straordinario. Non è ancora stato stabilito se sarà lo stesso Comune ad occuparsi della costruzione o se essa sarà demandata all’Ipes. Tra i Comuni minori hanno presentato richiesta di costruzione di alloggi per il ceto medio i Comuni di Egna, Caldaro, Lagundo, Genesio, Marlengo, Ortisei, Trodena, San Leonardo in Passiria, Magrè all’Adige, Racines, Laces, Terento, Vandoies e Marebbe. Il Comune di Egna intende far realizzare all’Ipes venti alloggi nella zona di espansione denominata “Laage Nord” ed in altre zone del territorio comunale. Il Comune di Caldaro ha presentato la richiesta di far realizzare all’Ipes undici alloggi da destinare all’acquisto dopo i dieci anni di locazione previsti. Nei prossimi giorni saranno avviate ulteriori consultazioni con i singoli Comuni per definire i dettagli utili al fine della stipula delle relative convenzioni corredate di piano finanziario. Come ha ricordato il vicepresidente della Provincia Christian Tommasini, entro tre mesi dalla presentazione delle domande la Giunta provinciale approverà l’elenco dei progetti ammessi a finanziamento. Nel finanziamento è data precedenza alle domande di Comuni in grado di garantire una realizzazione rapida del programma di costruzione. .  
   
   
BOLOGNA, SICUREZZA IN EDILIZIA, MUZZARELLI: "AUMENTEREMO LE RISORSE, IL GOVERNO SIA COERENTE"  
 
Bologna, 6 maggio 2009 - «I risultati delle ispezioni nei cantieri edili bolognesi segnalano una situazione preoccupante e rappresentano un campanello di allarme che non sottovalutiamo. Anzi rafforzano l’esigenza di sostenere l’azione contro la legalità e il rispetto per il lavoro contro ogni sfruttamento”. Con queste parole l’assessore regionale alla programmazione e sviluppo territoriale Gian Carlo Muzzarelli ha commentato gli ultimi dati sulla sicurezza nel settore delle costruzioni. Per l’assessore, soprattutto in periodo di crisi, “il pericolo è quello che prevalga un modello di sviluppo che sacrifica la sicurezza, la formazione e la qualità del lavoro. E questo per noi è inaccettabile: non si risparmia sul casco, non si risparmia sull’imbragatura dei lavoratori”. Convinto che “l’Emilia Romagna uscirà dalla crisi anche valorizzando le regole, la responsabilità e la legalità del mondo del lavoro”, Muzzarelli ricorda il piano straordinario della formazione per la sicurezza e la sperimentazione, in collaborazione con Autostrade per l’Italia, su un cantiere della variante di valico nel bolognese di un sistema – unico in Italia - di rilevazione elettronica (Repac) per aumentare regolarità, sicurezza e qualità del lavoro degli lavoratori nei cantieri. “Queste azioni concrete le abbiamo messe in campo per dare gambe alla legge appena approvata sulla sicurezza nei cantieri edili (la 2 del 2009) e nei prossimi mesi stanzieremo ulteriori risorse per sostenere la nuova normativa regionale che abbina la sicurezza dei cantieri alla qualità urbana e del territorio. In questo modo saranno premiati le tante imprese virtuose e i lavoratori che operano in Emilia-romagna e fanno della sicurezza un modello di qualità del lavoro”. “Detto ciò – conclude Muzzarelli – è chiaro che servono provvedimenti coerenti anche da parte del Governo. Il decreto legislativo che modifica il Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro non ci soddisfa e nei giorni scorsi ha ricevuto il parere negativo della Conferenza Stato-regioni. Ooltre ad eccedere i limiti della delega, il decreto proposto contiene alcune norme che portano ad una riduzione dei livelli di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, e ad un indebolimento dell’apparato sanzionatorio. Sono rilievi che ci auguriamo vengano accolti”. .  
   
   
“APPARECCHIATURE ELETTRICHE PER EDIFICI CIVILI” – EDIZIONE 2008 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
 Milano, 6 maggio 2009 - Il settore è caratterizzato dall’elevata maturità e dalla dimensione internazionale della domanda: l’offerta nazionale è sempre più concentrata e comprende importanti operatori stranieri, leader mondiali di settore. Nel 2007 la produzione italiana cresce in valore del 9,1%, grazie alla dinamica positiva degli investimenti nazionali in costruzioni e delle esportazioni, sostenuta dall’evoluzione dei prezzi. La competizione si gioca soprattutto sul presidio dei canali distributivi, sull’innovazione di prodotto e sul prezzo delle apparecchiature. La distribuzione (soprattutto grossisti e installatori) detiene un potere negoziale rilevante, in funzione degli elevati volumi trattati e per la capacità di influenzare e stimolare la domanda di riferimento. Nel 2008 la produzione è attesa in calo del 3,6% in valore, per la frenata degli investimenti in costruzioni in Italia, per il rallentamento del mercato internazionale (europeo), per il debole andamento dei prezzi. Presentano una contrazione tutte le aree d’affari, soprattutto la serie civile, per il rallentamento delle ristrutturazioni e dei prezzi dei prodotti. Dati di sintesi, 2007
Numero di imprese 50
Numero di addetti 4. 200
Numero di addetti per impresa 84
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 960,0
Variazione media annua della produzione 2007/2003 (%)(a) 6,5
Fatturato per addetto (‘000 euro) 228,6
Valore aggiunto (Mn. Euro) 415,7
Valore aggiunto per addetto (‘000 euro) 99,0
Quota della produzione prime 4 imprese (%)(a) 85,0
Export/produzione (%)(a) 24,7
Import/consumo (%)(a) 11,8
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 820,0
Variazione media annua del mercato 2007/2002 (%)(a) 5,3
Quota di mercato prime 4 imprese (%)(a) 77,0
Previsioni di sviluppo della produzione(a):
· 2008/2007 (%) -3,6
· 2009/2008 (%) -2,2/-3,0
a) - in valore Fonte: Databank .
 
   
   
“GRANDI APPARECCHI ELETTRODOMESTICI” – EDIZIONE 2008 SINTESI DELL’ANDAMENTO DELLA DOMANDA  
 
 Milano, 6 maggio 2009 - Il settore fa rilevare, anche nel 2007, una sostanziale stabilità dell’attività produttiva con dinamiche maggiormente positive nell’area del lavaggio e della cottura, a fronte di una ulteriore flessione dell’area freddo. Si conferma l’elevata propensione all’export che, in termini reali, si colloca intorno all’80%; i principali paesi di destinazione sono i membri della Ue. Si accentua la pratica, seguita da alcuni produttori nazionali, di esportare i kit di componentistica che vengono, successivamente, assemblati in loco Il mercato interno è caratterizzato da una discreta crescita della domanda, con un aumento complessivo in quantità del 4%, rivolta particolarmente all’area del lavaggio. Il segmento dei frigoriferi ha beneficiato degli incentivi governativi agli apparecchi di classe A+ e A++ ma la crescita è avvenuta a discapito delle altre classi. Il contesto competitivo è caratterizzato da una concentrazione elevata ed in tendenziale aumento, dal consolidamento delle posizioni mediante ampliamento di gamma e potenziamento dell’immagine di marca, da politiche concorrenziali giocate sulla differenziazione dei prodotti e sul miglioramento della posizione di costo e da politiche di sviluppo orientate prevalentemente sui mercati esteri. Le previsioni a breve evidenziano un generale rallentamento del mercato, in linea con le tendenze emergenti a livello europeo. In particolare è attesa una ulteriore contrazione nell’area del freddo, una sostanziale stabilità nel lavaggio e una flessione nell’area cottura. Dati di sintesi, 2007
Numero di imprese 50
Numero di addetti 32. 500
Numero di addetti per impresa 650
Valore della produzione, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 6. 600,0
Variazione media annua della produzione 2007/2003 (%):
· in quantità -0,9
· in valore 0,5
Fatturato per addetto(a) (Migliaia euro) 203,1
Valore aggiunto (Mn. Euro) 1. 320,0
Valore aggiunto per addetto (Migliaia euro) 40,6
Quota della produzione prime 4 imprese (%)(b) 61,5
Quota della produzione prime 8 imprese (%)(b) 81,1
Export/produzione(a) (%) 77,8
Import/consumo(a) (%) 28,4
Valore del mercato, a prezzi di fabbrica (Mn. Euro) 2. 048,0
Variazione media annua del mercato 2007/2003 (%):
· in quantità 2,2
· in valore 3,6
Quota di mercato prime 4 imprese (%)(a) 57,0
Quota di mercato prime 8 imprese (%)(a) 79,6
Previsioni di sviluppo della produzione(b):
· 2008/2007 (%) -1,5/-2
· tendenza di medio periodo stabile
a) - in valore b) - in quantità Fonte: Databank .
 
   
   
 SIGLATA LA CONVENZIONE TRA REGIONE, PROVINCIA DI MACERATA E CAMERA DI COMMERCIO DI MACERATA PER ULTERIORI FONDI ANTICRISI.  
 
Ancona, 6 Maggio 2009 - E´ stata siglata ieri mattina, presso la sede regionale di via Gentile da Fabriano, la convenzione tra Regione Marche, Provincia di Macerata e Camera di commercio di Macerata per l´integrazione del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, attivato dalla Regione nei mesi scorsi per far fronte alla crisi internazionale. Hanno firmato l´assessore alle attivita` produttive della Regione Marche, Fabio Badiali, l´assessore alle Attivita` produttive della Provincia di Macerata, Daniele Salvi, e il presidente della Camera di commercio di Macerata, Giuliano Bianchi. La convenzione firmata consentira` di rimpinguare il fondo anticrisi regionale con un ulteriore milione di euro, di cui 500mila messi a disposizione dalla Provincia e 500mila da parte della Camera di commercio. L´assessore alle attivita` produttive della Regione Marche ha sottolineato che, analogamente a quanto gia` avvenuto con Provincia di Ancona e Camera di commercio di Ancona, e` la prima volta che viene attuata un´iniziativa del genere, dove diversi livelli territoriali di governo agiscono insieme, coordinandosi per massimizzare l´impatto delle risorse messe a disposizione per fronteggiare la crisi internazionale in atto. L´assessore ha anche ricordato che grazie al fondo di garanzia per le piccole imprese, sono state istruite oltre 900 operazioni, di cui 178 nelle aree di crisi e 723 nelle varie provincie. Sono stati cosi` garantiti finanziamenti per 36,3 milioni di euro, per un impegno di 1,8 milioni di euro sul fondo di solidarieta`. L´ammontare medio dei finanziamenti garantiti e` di circa 40mila euro. Circa 2mila e 500 gli addetti occupati nelle aziende beneficiarie delle garanzie. L´assessore alle attivita` produttive della Provincia di Macerata ha sottolineato che la firma di oggi rappresenta la prosecuzione dell´impegno a favore delle imprese maceratesi. Le risorse messe a disposizione tramite la convenzione siglata oggi si aggiungono, infatti, al fondo gia` autonomamente avviato a inizio anno da parte della Provincia di Macerata e che ha gia` reso possibili 566 operazioni, per 28 milioni di euro di deliberato. Il Presidente della Camera di commercio di Macerata ha detto che la firma di oggi rappresenta l´interesse da parte dell´ente camerale per le iniziative regionali e provinciali. L´intero consiglio della Camera, infatti, ha approvato con soddisfazione l´operazione oggetto della firma di oggi, stanziando una congrua cifra sostegno del sistema imprenditoriale maceratese. .  
   
   
LA GEOGRAFIA DEI REDDITI IN PIEMONTE LA STIMA DEL REDDITO DELLE FAMIGLIE E DEI COMUNI PIEMONTESI PREMIA I TERRITORI VICINI AI CAPOLUOGHI DI PROVINCIA: PINO TORINESE È IL COMUNE PIÙ RICCO, TORINO IL PIÙ PRODUTTIVO  
 
 Torino, 6 maggio 2009 - Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte diffondono oggi i dati emersi dall’Osservatorio sui redditi delle famiglie e dei comuni piemontesi, il nuovo volume frutto del lavoro congiunto dei due enti, che propone una stima, a livello subprovinciale e comunale, del reddito disponibile e del reddito prodotto o valore aggiunto. Il rapporto nasce dalla volontà di colmare la limitata disponibilità di dati ufficiali sul fronte indagato, nella consapevolezza dell’importanza rivestita dalla scala microterritoriale nell’ambito del più ampio contesto di analisi dello sviluppo economico di una regione. “Il Piemonte è una regione vasta e composita, fatta di molteplici realtà locali, ciascuna con le proprie peculiarità, spesso legate intrinsecamente alle caratteristiche del territorio su cui sorge - ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. Per poter studiare lo sviluppo economico della nostra regione è quindi importante partire proprio dall’analisi di questi microcosmi, nella consapevolezza della centralità assunta dalla scala microterritoriale nei processi di crescita di un territorio. Con l’Osservatorio sui redditi delle famiglie e dei comuni piemontesi ci proponiamo, quindi, di contribuire a sviluppare la conoscenza di queste realtà, a favore di operatori economici e amministratori locali, come supporto su cui fondare mirate e durature politiche di sviluppo, oggi più che mai indispensabili per fronteggiare la crisi economica che sta mettendo a dura prova il sistema economico piemontese, oltre che nazionale e internazionale”. “Continua a dar buoni frutti il ramo di analisi territoriali operate congiuntamente dal Settore Statistica dell’Assessorato regionale alle Politiche territoriali e da Unioncamere Piemonte, avviato lo scorso anno con la realizzazione della pubblicazione sulla geografia d’impresa – ha dichiarato Sergio Conti, Assessore alla Programmazione e Politiche territoriali della Regione -. L’indagine delle performance economiche della regione fa emergere la notevole variabilità nelle traiettorie di sviluppo esistenti nel panorama territoriale, variabilità che si accentua ancor più nel dettaglio subprovinciale. I dati reddituali per disaggregazioni territoriali a livello subprovinciale, meno facili da reperire, rendono di maggior interesse lo studio. Il monitoraggio della distribuzione dei redditi delle famiglie e la mappatura del territorio piemontese sulla base del reddito a questo livello di disaggregazione territoriale sono dei tasselli conoscitivi fondamentali su cui incardinare le politiche di programmazione territoriale, la valutazione e il monitoraggio degli investimenti della Regione”. Il reddito disponibile pro capite - La stima indiretta del reddito pro capite a livello comunale, ottenuta disaggregando i dati disponibili a livello provinciale, rivela come i territori a più elevati livelli di reddito disponibile siano situati per lo più nella provincia di Torino: tra i primi dieci comuni per livello di benessere, ben sette sono situati nel torinese. I gradini del podio sono occupati, nell’ordine, da Pino Torinese, Pecetto Torinese e Fiano: in tutti e tre i comuni, il reddito disponibile per abitante è superiore di oltre 20 punti percentuale alla media piemontese – pari, sulla base delle stime, a 19. 787,6 euro -. Al quarto posto tra i territori più benestanti si colloca, poi, un comune del cuneese, Grinzane Cavour. La Provincia Granda è presente anche in nona posizione, con il comune di Alba. Nella top ten figura anche il comune di Biella, unico capoluogo di provincia a posizionarsi tra i primi dieci. Reddito disponibile pro capite: i primi 10 comuni piemontesi Anno 2007 (dati in euro)
Posizione Comune Provincia Reddito disponibile pro capite Numeri indice (Piemonte=100)*
1 Pino Torinese To 26. 394,1 133,4
2 Pecetto Torinese To 25. 811,1 130,4
3 Fiano To 24. 706,2 124,9
4 Grinzane Cavour Cn 24. 494,0 123,8
5 Baldissero Torinese To 23. 837,9 120,5
6 Biella Bi 23. 575,1 119,1
7 Rosta To 23. 405,9 118,3
8 Villarbasse To 23. 160,0 117,0
9 Alba Cn 23. 072,3 116,6
10 Ivrea To 22. 687,6 114,7
* i numeri indice sono calcolati ponendo pari a 100 il reddito disponibile pro capite stimato per il Piemonte Il reddito prodotto - La stima del reddito prodotto nel comuni piemontesi, ottenuta anch’essa a partire dai dati provinciali e rapportata alla superficie comunale, mostra come ben ventinove comuni sui primi cinquanta per valore aggiunto appartengono alla provincia di Torino, otto sono della provincia di Novara, sei di Biella, tre del cuneese, due del Verbano Cusio Ossola, uno solo per Vercelli e Alessandria, mentre nessun comune dell’astigiano rientra in questa classifica. Al primo posto si colloca proprio il comune di Torino con un reddito prodotto pari a 206,6 milioni di euro per Km², a fronte di una media regionale stimata intorno ai 4,47 milioni di euro. Dalla seconda alla decima posizione si ritrovano, poi, i principali comuni della cintura torinese, interrotti solo, al nono posto, dal territorio biellese di Gaglianico. Reddito prodotto per Km2: i primi 10 comuni piemontesi Anno 2007 (dati in milioni di euro)
Posizione Comune Provincia Valore aggiunto per Km2 Numeri indice (Piemonte=100)*
1 Torino To 206,6 4. 614,1
2 Grugliasco To 109,3 2. 440,9
3 Beinasco To 95,6 2. 135,9
4 Collegno To 59,7 1. 332,5
5 Rivoli To 57,6 1. 286,1
6 San Mauro Torinese To 48,1 1. 073,3
7 Venaria Reale To 41,5 926,8
8 Settimo Torinese To 39,9 892,0
9 Gaglianico Bi 39,4 879,3
10 Nichelino To 38,1 851,2
* i numeri indice sono calcolati ponendo pari a 100 il reddito prodotto per Km² stimato per il Piemonte La rappresentazione cartografica - I dati ottenuti dalle stime effettuate possono essere illustrati mediante una rappresentazione cartografica che offra una minuziosa visione d’insieme del posizionamento relativo di tutti i comuni piemontesi. Le cartine mostrano come sia il reddito prodotto che quello disponbile siano maggiormente concentrati nei capoluoghi di provincia e nei territori limitrofi, che si dimostrano quindi le zone più produttive e con il maggiore livello di benessere della regione. .
 
   
   
LA GIUNTA REGIONALE LIGURE INTERVIENE A SOSTEGNO DEL GRUPPO SPEZZINO ACAM  
 
Genova, 6 Maggio 2009 - La Giunta della Regione Liguria ha approvato ieri mattina un provvedimento importante per il futuro dell´azienda spezzina Acam. "La Giunta - ha osservato a questo proposito il presidente Claudio Burlando - ritiene necessario il proprio impegno per sostenere lo sforzo attuato dagli Enti locali spezzini per superare le difficoltà del gruppo Acam, che è un patrimonio importante non solo per La Spezia". In particolare la Giunta Regionale ha dato mandato alla propria finanziaria, la Filse, di operare per: 1. Sottoscrivere un aumento di capitale di 4 milioni di euro; 2. Acquistare dal Comune della Spezia aree produttive per 1,5 milioni di euro che il Comune utilizzerà per un ulteriore aumento di capitale; 3. Garantire una fidejussione bancaria di 10 milioni di euro al fine di favorire e facilitare un rafforzamento del rapporto con il sistema bancario e Creditizio. .  
   
   
BERGAMO - LAVORO: SOGGETTI PRIVATI O LIMITATI NELLA LIBERTÀ PERSONALE  
 
Bergamo, 6 maggio 2009 - La Camera di Commercio Bergamo mette a disposizione un fondo di € 70. 000,00 per sostenere l’inserimento lavorativo di soggetti privati o limitati nella libertà personale. Possono accedere ai benefici tutte le imprese iscritte al Registro delle Imprese di Bergamo, attive e in regola con il pagamento del diritto camerale annuale. L’aiuto viene concesso in regime de minimis e non è cumulabile con altre agevolazioni pubbliche per i medesimi interventi. A fronte della sottoscrizione di una lettera di impegno dell’impresa ad inserire lavorativamente per un periodo minimo di un anno soggetti privati o limitati nella libertà personale (es. Detenuti ammessi al lavoro esterno ai sensi della L. 354/75 art. 21, semiliberi, affidati al servizio sociale, ecc. ), verrà erogata un’agevolazione che prevede: · un contributo di € 5. 000,00; · voucher del valore massimo di € 2. 000,00 finalizzato a sostenere il costo dei servizi di accompagnamento. I servizi dovranno essere erogati da organismi accreditati presso la Camera di Commercio, dotati di documentata capacità tecnica e professionale. Ogni impresa può richiedere una sola agevolazione La domanda di partecipazione può essere presentata o inviata all’Ufficio Agevolazioni Economiche della Camera di Commercio, allegando copia di un documento del firmatario. In caso di spedizione con raccomandata o fax rileva la data di invio. Le domande sono accettate fino ad esaurimento del fondo, che sarà comunicato sul sito web camerale. Il modulo può anche essere compilato elettronicamente, firmato digitalmente e inviato all’indirizzo di posta certificata cciaa. Bergamo@bg. Legalmail. Camcom. It Il modulo e il bando sono scaricabili dal sito internet della Camera di commercio. .  
   
   
BOLZANO: VERTICE SUL FUTURO DEI LAVORATORI DELLA RÖCHLING  
 
Bolzano, 6 maggio 2009 - Gli interventi di formazione, qualificazione e collocamento di parte del personale della Röchling sono stati al centro dell’incontro convocato il 5 maggio a Bolzano dall’assessore provinciale al Lavoro Barbara Repetto, che ha discusso con i vertici dell’azienda del futuro dei lavoratori. "La situazione della Röchling si dimostra meno pesante di quanto si potesse temere inizialmente, e le misure messe in atto grazie all’intesa con le parti sociali e all’intervento della Provincia aiuteranno sicuramente l´azienda in questa delicata fase": è la sintesi che l’assessore provinciale al Lavoro Barbara Repetto traccia dopo l’incontro di oggi pomeriggio (5 maggio) a Bolzano con i funzionari della Röchling Ralf Losem e Mauro Gini. Nel vertice, presenti i funzionari dell´Assessorato al Lavoro e alla formazione professionale, è stato fatto il punto sulla situazione aziendale: l´impresa ha concordato di mettere in cassa integrazione a zero ore 90 dei circa 1000 dipendenti (a Laives Röchling conta 740 dipendenti, 150 a Bolzano e altri 100 in Trentino). "Gli investimenti aziendali e l´accortezza nel rapporto con il personale hanno consentito di attutire l´impatto della crisi rispetto ad altre realtà produttive", spiega Repetto. L´assessore ha approfondito le misure di sostegno dei lavoratori da mettere a punto: "Un gruppo di lavoro composto dai rappresentanti delle due Ripartizioni formazione professionale della Provincia e del Servizio del Fondo sociale europeo si occuperà di accompagnare gli interventi di riqualificazione per i 90 dipendenti in cassaintegrazione, in base alla legge provinciale sulla formazione continua", spiega Repetto. Per questa tipologia di intervento la Provincia ha stanziato 2 milioni €. "Il prossimo 15 maggio - conclude l´assessore - verranno definiti i destinatari dei corsi, per favorirne la ricollocazione. " .  
   
   
FERROSUD MATERA, GIOVEDÌ ASSEMBLEA SINDACALE  
 
Matera, 6 maggio 2009 - In merito alla situazione dei 144 lavoratori della Ferrosud di Matera intervengono le Organizzazioni sindacali Fiom, Fim, Uilm e Failms che “preoccupati per il futuro dello stabilimento e dei lavoratori” hanno indetto per giovedì 7 dalle 10,30 alle 12,30 un’assemblea pubblica presso la sede Ferrosud. All’assemblea parteciperanno i dirigenti sindacali provinciali di Fiom, Fim , Uilm e Failms, i segretari provinciali di Cgil, Cisl e Uil, il segretario nazionale della Fiom Cgil, Massimo Masat ed il segretario nazionale della Uilm Uil, Luca Colonna. .  
   
   
ACIMALL: IL PRIMO TRIMESTRE CONFERMA LE GRAVI PREOCCUPAZIONI PER IL SETTORE DELLE TECNOLOGIE PER IL LEGNO, MA IL PROSSIMO FUTURO…  
 
Assago, 6 maggio 2009 - La situazione economica e finanziaria mondiale influenza in modo deciso anche il settore delle tecnologie per la lavorazione del legno e dei suoi derivati. Un effetto che nel primo trimestre 2009 condiziona pesantemente l’andamento degli ordini, ribadendo un trend negativo, peraltro già evidenziato in tutto il 2008. Nel periodo gennaio-marzo – preso in esame dalla consueta indagine curata dall’Ufficio studi di Acimall, l’associazione che raccoglie i costruttori italiani, sulla base di un campione statistico rappresentativo dell’intero settore, sia dal punto di vista dimensionale che della tipologia produttiva – si è registrato un calo degli ordini del 54,8 per cento rispetto allo stesso periodo del 2008. Un dato “pesante”, che vede la flessione degli ordini dall’estero attestarsi a meno 56 per cento e il mercato interno a meno 50,6 per cento. Nel periodo in esame i prezzi hanno registrato mediamente un lieve calo (meno 0,1 per cento), mentre il periodo di produzione assicurata, al termine del primo trimestre 2009, è pari a 1,3. Veniamo alla indagine qualitativa: il 90 per cento degli intervistati indica un trend della produzione negativo e il 10 per cento stabile. Nessuno dichiara un livello produttivo in crescita. L’occupazione viene considerata stazionaria dal 50 per cento del campione, in calo dal restante 50 per cento. Le giacenze risultano stabili nel 57 per cento dei casi, in diminuzione nel 26 per cento e in crescita nel rimanente 17 per cento. Un Pizzico Di Ottimismo Dalla Indagine Previsionale L’indagine previsionale mostra, a dispetto del forte calo degli ordini del primo trimestre, alcuni segnali che paiono indicare una ripresa di fiducia, soprattutto per quanto riguarda il mercato estero. Il clima negativo che ha dominato gli ultimi mesi del 2008 e il primo scorcio del 2009 sembra dunque lasciare spazio a un moderato ottimismo. Gli ordini dall’estero registreranno un aumento secondo il 30 per cento del campione, mentre per il 40 per cento rimarranno stazionari. Il restante 30 per cento prevede un calo (il saldo è pari a 0). Crescita sul mercato interno secondo il 17 per cento degli intervistati, con un 40 per cento che propende – invece – per un ulteriore calo. Per il restante 43 per cento degli intervistati le vendite interne manterranno un livello stabile (il saldo negativo è pari a 23). .  
   
   
È OPERATIVA LA NUOVA SEDE COMUNE DELLE CAMERE DI COMMERCIO REGIONALI DELL´EUROREGIONE ALPI MEDITERRANEO A BRUXELLES  
 
 Torino, 6 maggio 2009 - La nuova sede comune a Bruxelles delle Camere di commercio regionali dell’Euroregione Alpi Mediterraneo (composta da Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Paca Corse e Rhône-alpes) è ormai una realtà: situata all’interno del palazzo che ospita già le delegazioni delle rispettive Regioni in rue du Trône 62, riunisce ora in un unico spazio le autorità regionali e i rappresentanti del mondo economico di un’area geografica transfrontaliera, rappresentando così un caso esemplare che dimostra la volontà del sistema camerale di lavorare nella maniera più efficace possibile, al servizio dei territori e delle imprese. “Attraverso l’apertura di un ufficio comune a Bruxelles, vogliamo affermare la nostra volontà di dare inizio concretamente alla nostra collaborazione: insieme rappresentiamo 34 Camere di commercio locali e 1 milione e 500mila imprese. Mettendo insieme valori, risorse ed obiettivi abbiamo realizzato un sogno e un progetto ambizioso: abbiamo dato vita a una regione europea ricca e dalle mille potenzialità di sviluppo internazionale – ha dichiarato Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. Ora siamo in grado di iniziare un processo che ci porterà a rappresentare nel mondo un territorio che è un importante motore di crescita economica”. Dopo l’inaugurazione di lunedì scorso, alla presenza delle autorità regionali delle cinque regioni, i Presidenti Ferruccio Dardanello (Unioncamere Piemonte), Paolo Odone (Liguria), Pierantonio Genestrone (Valle d’Aosta), Jacques Bianchi (Paca Corse) e Jean-paul Mauduy (Rhône-alpes) stanno ora lavorando a un piano di lavoro sinergico e complementare al fine di contribuire allo sviluppo economico dei territori italiani e francesi e di realizzare azioni di lobby nei confronti delle istituzioni europee. “Il territorio dell’Euroregione Alpi Mediterraneo deve vincere importanti sfide per il futuro. Innanzitutto, abbiamo un evidente deficit di infrastrutture che si ripercuote, attraverso un aumento dei costi di trasporto, sulla competitività delle imprese – ha aggiunto Dardanello -. Dobbiamo poi vincere le sfide nel campo dell’internazionalizzazione e della ricerca & sviluppo: far crescere le imprese, renderle robuste, innovative e portarle sui mercati internazionali. In quest’ottica crediamo che la nostra presenza a Bruxelles ci permetta di rendere sempre più efficienti ed efficaci le nostre azioni, lavorando creando ‘reti’, non solo fra enti e imprese, ma soprattutto fra territori in grado di programmare iniziative di sviluppo economico integrato”. Con una superficie di oltre 110mila kmq e più di 17 milioni di abitanti, l’Euroregione Alpi Mediterraneo rappresenta infatti un forte motore economico a livello internazionale. Forte di un Pil che nel 2007 ha raggiunto i 490 miliardi di euro - comparabile a quello di Paesi come il Belgio o la Svezia -, l’Euroregione Alpi Mediterraneo si piazzerebbe in 17ª posizione nella graduatoria mondiale, tra i Paesi Bassi e la Turchia. I legami culturali instauratisi nel tempo, gli intensi scambi commerciali e le caratteristiche geografiche comuni fanno sì che quest’area disponga delle basi per un’identità comune, che l’iniziativa delle Regioni e delle Camere di commercio regionali può contribuire a sviluppare. .  
   
   
IL NONPROFIT PUNTA SULLO SVILUPPO DEI PROPRI COLLABORATORI PER REAGIRE ALLA CRISI  
 
Milano, 6 maggio 2009 – L’osservatorio Fondazione Sodalitas-haygroup sulle Risorse Umane nel Nonprofit ha presentato ieri in Assolombarda i risultati dell’Indagine “Nonprofit e risorse umane: priorità in tempo di crisi” condotta su 60 organizzazioni italiane. Il campione era composto prevalentemente da Associazioni/fondazioni (53,3%), seguite da Cooperative Sociali di tipo A (20%), e da Cooperative Sociali di tipo B e Ong-organizzazioni Non Governative (entrambe all’11,7%). La persona fisica che ha risposto all’Indagine fa parte del vertice dell’organizzazione nel 51,7% dei casi, o è in ogni caso responsabile di una funzione-chiave della stessa (11,7%) o della funzione Risorse Umane (ancora 11,7%). La crisi c’è ma non è generalizzata: il nonprofit italiano mantiene uno sguardo fiducioso sulle prospettive di sviluppo nel breve-medio periodo. Oltre la metà del campione, infatti, prevede per il 2009 entrate superiori al 2008 (20%) o sostanzialmente stabili (36,7%). L’11% si aspetta un lieve calo, mentre il 25% ritiene che le entrate saranno sensibilmente inferiori. Quale l’impatto di queste prospettive sulle scelte che riguardano i collaboratori? Solo un terzo del campione (33,3%) dichiara di accingersi ad attuare interventi sullo staffing, mentre i due terzi procederanno con i piani stabiliti per il 2009 prima che la crisi irrompesse sullo scenario. Il contenuto degli interventi decisi o in valutazione sullo staffing – indicati dalla parte del campione che rivedrà i piani per il 2009 – segnala un orientamento ambivalente. Le due azioni più segnalate (entrambe già decise dal 27% e in valutazione da parte del 7%) sono infatti il rafforzamento degli organici e delle competenze da un lato, e il blocco delle assunzioni dei dipendenti dall’altro. Significativo anche il rinnovo selettivo delle collaborazioni (deciso dal 17% di chi prevede interventi diversi dai piani stabiliti, in valutazione da parte del 13%). Solo una parte marginale del campione prevede di percorrere la strada di una maggiore flessibilità (ricorrendo di più ai collaboratori a progetto o ai volontari) o addirittura di ridurre gli organici. “I due interventi sugli organici più gettonati sono l’uno in contrapposizione rispetto all’altro: segno che le politiche del nonprofit in materia di risorse umane possano variare anche sensibilmente da organizzazione a organizzazione – ha dichiarato Giovanni Medi, responsabile dell’Osservatorio per Fondazione Sodalitas. E’ in ogni caso confortante che il Terzo Settore italiano si impegni a mantenere stabile l’occupazione e a non incrementare il ricorso a contratti di lavoro flessibili, tenuto conto che oggi i professionisti che lavorano nel nonprofit sono più di un milione”. Aspetti interessanti emergono anche incrociando la previsione sulla diminuzione delle entrate con l’intenzione di modificare gli interventi già programmati sullo staff (vedi figura sotto). Le cooperative sociali A sono le più ottimiste sull’andamento delle entrate (solo il 25% prevede una diminuzione) e al tempo stesso le più decise a intervenire sullo staff. Al contrario, solo il 22% delle associazioni/fondazioni si prepara a intervenire sullo staff, a fronte del fatto che il 47% sia spetta una contrazione delle entrate (47%). “La contraddizione solo apparente è dovuta alla diversità tra le organizzazioni che compongono il campione, e i mercati in cui operano – ha dichiarato Maria Teresa Scherillo, Consigliere d’Indirizzo della Fondazione Sodalitas. Nel caso delle cooperative sociali A, la sostanziale stabilità delle entrate è bilanciata dal fatto che la Pubblica Amministrazione offre contratti per la fornitura di servizi sociali con margini di redditività sempre più ridotti. Le associazioni/fondazioni riescono invece a far fronte più agevolmente alla riduzione delle entrate, potendo le associazioni contare di più sull’apporto dei volontari, e le fondazioni su una maggiore solidità patrimoniale”. Anche nel caso degli interventi su retribuzioni e costo del lavoro, solo un terzo del campione (35%) prevede di agire diversamente rispetto ai piani stabiliti. Questa volta i due interventi più segnalati vanno nella stessa direzione: congelamento degli stipendi (deciso dal 48% di chi prevede interventi diversi dai piani stabiliti, in valutazione da parte del 5%), più comunicazione sui fattori motivanti (deciso dal 33%, in valutazione da parte del 19%). Frequente anche la scelta di rimodulare gli aumenti retributivi (decisa dal 24%, valutata dal 5%), ridurre i benefici (14% + 14%), e comunicare meglio i piani retributivi (10% + 10%). “La scelta di agire meno sulla leva tangibile e ricorrere di più a quella intangibile, ad esempio lavorando sulla motivazione e sulla migliore comunicazione dei piani retributivi, è in linea con i trend osservati nel mercato for profit, ha dichiarato Marco Galbiati, responsabile dell’Osservatorio per Haygroup. Questa coerenza ci incoraggia a ritenere che il nonprofit italiano stia maturando un approccio più consapevole sul tema dello sviluppo dei collaboratori”. Questo approccio è confermato anche dalla scelta di procedere a interventi di tipo organizzativo e sui programmi Risorse Umane, fatta in questo caso da 2 organizzazioni su 3 (63%). Dai contenuti degli interventi più segnalati emerge infatti la volontà di dedicare una cura maggiore che in passato allo sviluppo dei collaboratori, e di introdurre criteri di valutazione anche a supporto delle scelte retributive: introducendo o rafforzando i programmi motivazionali (scelta già decisa dal 55% di chi prevede interventi diversi dai piani stabiliti, in valutazione da parte del 29%), incrementando la formazione (47% + 11%), snellendo e rendendo più efficienti i processi gestionali (37% + 21%), introducendo o rafforzando criteri di Performance Management (29% + 8%). Decisamente marginale la scelta di ridurre o bloccare la formazione. .