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MARTEDI
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Notiziario Marketpress di
Martedì 21 Luglio 2009 |
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LA SINDROME DI ASPERGER IMPEDISCE LA PREVISIONE DELL´AZIONE |
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Bruxelles, 21 luglio 2009 - Alcuni ricercatori in Danimarca e nel Regno Unito hanno scoperto che in un test non-verbale, adulti con la sindrome di Asperger (un disturbo dello spettro autistico) non prevedono spontaneamente le azioni degli altri come fanno normalmente gli adulti e i bambini di due anni. Le loro scoperte, pubblicate sulla rivista Science, contrastano fortemente con la constatazione che questi soggetti passano test simili in forma verbale e suggeriscono che le persone affette dalla sindrome di Asperger possono sviluppare dei modi di aggirare certi limiti neurologici. Molti adulti cui è stata diagnosticata la sindrome di Asperger sono molto intelligenti ma hanno difficoltà nelle interazioni sociali quotidiane. Parte di questa difficoltà consiste nella loro apparente incapacità di prevedere cosa potrebbe dire o fare un´altra persona esclusivamente sulla base della loro conoscenza dello stato mentale dell´altra persona (cioè le loro conoscenze e credenze). Un esempio di questa previsione è messo in luce nel Test della falsa credenza (False Belief Task o Fbt) "Sally-ann": Sally lascia una biglia in un cestino ed esce dalla stanza, Ann sposta la biglia in una scatola, Sally quindi torna e cerca la biglia dove l´aveva lasciata. Quando si chiede dove Sally cercherà la biglia, un bambino che capisce che le azioni di Sally si baseranno su cosa crede vero risponderà che Sally cercherà la biglia nel cestino. I bambini affetti dalla sindrome di Asperger spesso rispondono in modo scorretto; però soggetti affetti dalla sindrome che hanno una capacità verbale particolarmente alta spesso passano il test. Questo mette in dubbio l´ipotesi secondo la quale i problemi che le persone affette da disturbi autistici hanno con "l´interazione sociale reciproca" possono essere ridotti ad una disfunzione neurologica che danneggia la capacità di attribuire stati mentali a se stessi e agli altri. In questo studio, un team di ricercatori dell´Ospedale universitario Aarhus in Danimarca e dell´Università di Londra nel Regno Unito hanno usato una versione modificata del Test della falsa credenza Sally-ann per provare che soggetti con la sindrome di Asperger molto capaci hanno imparato a ragionare sul test e a trovare la risposta giusta, nonostante le difficoltà, ancora presenti, di attribuire spontaneamente gli stati mentali. I ricercatori hanno applicato un Test della falsa credenza Sally-ann non verbale a 19 adulti affetti dalla sindrome di Asperger e a 17 adulti "neurotipici". Invece di sollecitare una risposta verbale, i ricercatori hanno osservato i movimenti degli occhi dei soggetti durante il test. "I bambini autistici hanno maggiori probabilità di dare una risposta verbale corretta rispetto ad un corretto sguardo di previsione," spiegano. Il team ha osservato che gli adulti affetti dalla sindrome di Asperger tendevano a guardare ugualmente il cestino e la scatola, piuttosto che a guardare sistematicamente la scatola scelta erroneamente dall´attore. Questo suggerisce che gli individui affetti dalla sindrome non attribuiscono spontaneamente stati mentali ad altri ma possono calcolare e dedurre gli stati mentali degli altri quando viene loro richiesto. Però mentre una riflessione lenta e deliberata sui pensieri delle altre persone può portare alla risposta giusta, non è la stessa cosa rispetto all´abilità spontanea ed automatica di attribuire pensieri intimi. "Il contrasto con i bambini di due anni neurotipici che mostrano di guardare spontaneamente verso il posto giusto nello stesso test è forte," recita lo studio. "É improbabile che la responsabilità sia attribuibile alle differenze di motivazione, visto che adulti neurotipici hanno mostrato la stessa tendenza dei bambini in fase di sviluppo, mentre il gruppo con la sindrome di Asperger ha mostrato un corretto sguardo di previsione in test di familiarizzazione nei quali non era richiesto un ragionamento sulle credenze. " I ricercatori concludono che lo sviluppo della capacità di "mentalizzare" (capire i desideri e le credenze degli altri) precocemente non è un requisito per lo sviluppo della capacità di prevedere le azioni degli altri in una fase più avanzata della vita. "Suggeriamo che un apprendimento di compensazione possa aggirare i limiti neurofisiologici, anche senza eliminare la causa originale del limite," conclude lo studio. "Un tale apprendimento di compensazione potrebbe spiegare l´apparente paradosso tra la riuscita di Test della falsa credenza espliciti e la persistente difficoltà nelle interazioni sociali quotidiane nei soggetti affetti dalla sindrome di Asperger. " Per maggiori informazioni, visitare: Science: http://www. Sciencemag. Org Birbeck College (University of London): http://www. Bbk. Ac. Uk . |
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PROGETTO SCOOTT PER DEBELLARE LA CECITÀ FLUVIALE |
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Bruxelles, 21 luglio 2009 - L´oncocercosi, conosciuta come cecità fluviale, risulta essere la terza causa di cecità di natura infettiva nel mondo. Ricercatori ed esperti di medicina in Europa e in Africa stanno collaborando per riuscire a combattere questa malattia. Il lavoro fa parte del progetto Scoott ("Sustainable control of onchocerciasis today and tomorrow") project, finanziato nell´ambito dell´area tematica "Attività specifiche di cooperazione scientifica internazionale" (Inco) del Sesto programma quadro (6° Pq). Il finanziamento del progetto ammonta a 2,8 milioni di euro. Nel corso di un workshop recente in Camerun ricercatori ed esperti hanno indagato i vari modi di controllare l´oncocercosi. Il coordinatore di Scoott, il professor William David Taylor dell´università di Edinburgh (Regno Unito) ha illustrato i maggiori risultati ottenuti finora da Scoott, e il dott. Benjamin Makepeace della Liverpool School of Tropical Medicine (Regno Unito), uno dei partner Scoott, ha parlato a lungo del trattamento con antibiotici della malattia nel bestiame presi come modelli sperimentali. Secondo i partner del progetto Scoott, nonostante le difficoltà affrontate - come ad esempio la mancanza di modelli di prova appropriati - essi sono tuttavia riusciti a individuare modelli bovini e di topi adatti ad essere usati. Il professor Meba Banla dell´università di Lom (Togo) ha parlato del trattamento dell´oncocercosi oculare attraverso la combinazione di ivermectina e doxiciclina, mentre il professor Adjei Ohene del Kumasi Collective Research Centre nel Ghana ha parlato del trattamento antibiotico dell´oncocercosi nell´uomo. Stando ai ricercatori, una terapia combinata di Ivermectin in determinati casi - non trattamento di massa - produrrà dei risultati a breve termine fornendo un quadro per la visione a lungo termine di una chemioterapia/vaccino per la cecità fluviale. Il progetto Scoott, che si concluderà alla fine di ottobre 2010, sta cercando di perfezionare i regimi chemioterapici già disponibili sul mercato e di individuare nuovi target e approcci per il controllo integrato, che prevede una combinazione di chemioterapia e vaccinazione. Ciò potrebbe assicurare un controllo sostenibile della malattia. Il consorzio sta combinando insieme studi clinici basati sulla comunità e trial di laboratorio, usando sistemi modello per svolgere il lavoro di base per lo sviluppo di un vaccino. Finora hanno scoperto che la doxiciclina potrebbe essere somministrata nelle zone dov´è endemico un altro patogeno della filariosi (ovvero relativo alla trasmissione di vermi) chiamato loiasi o Loa loa. I ricercatori e gli esperti di medicina stanno cercando di affrontare la cecità fluviale nel Camerun e nell´Africa subsahariana da oltre due decenni. Uno dei membri del progetto Scoott, il dott. Nicholas Tendongfor della Research Foundation in Tropical Diseases and Environment in Camerun, ha confermato una diminuzione dell´80% dei casi di cecità fluviale nelle zone dove ai pazienti era stata somministrata doxiciclina per una durata di 42 giorni. Si tratta di uno sviluppo positivo perché il farmaco usato in precedenza - l´ivermectina - viene somministrato al paziente per 16 giorni prima che si possa riscontrare un qualche risultato. La cecità fluviale è causata da un verme parassitario, l´Onchocerca volvulus. Le larve del verme sono diffuse dalla mosca nera Simulium, che trasmette la malattia all´uomo attraverso le sue punture. Gli ultimi dati mostrano che la cecità fluviale colpisce circa 18 milioni di persone in Africa e Sudamerica, e gli esperti sostengono che se si è infettati alla nascita, si va incontro a cecità completa con il raggiungimento dei quarant´anni circa. Per maggiori informazioni su Scoott: http://cordis. Europa. Eu/fetch?caller=fp6_proj&action=d&rcn=81329 Programmi dell´Ue di cooperazione internazionale in materia di ricerca. Http://cordis. Europa. Eu/inco/ . |
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CONVEGNO SANITA´ L´AGENZIA NAZIONALE PER L´INVECCHIAMENTO A CAPO DI UNA RETE NAZIONALE DI PRESIDI DI ECCELLENZA DEDICATI ALLA TERZA ETA´ - L´ANNUNCIO E` STATO DATO IERI DAL VICEMINISTRO FAZIO E DAL PRESIDENTE SPACCA. FAZIO: ´UN PLAUSO ALLE MARCHE PER I RISULTATI RAGGIUNTI´. |
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Ancona, 21 Luglio 2009 - L´agenzia nazionale per l´invecchiamento diventera` coordinatrice di una rete nazionale dedicata all´anziano. Il progetto di ´upgrading´ (promozione) e` stato ideato ieri nel corso dell´incontro tra il presidente della Regione Gian Mario Spacca e il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio arrivato ad Ancona per partecipare al convegno ´Una sanita` modello per un nuovo modello di sanita`´ all´Inrca. ´Alle Marche va un plauso va per i risultati raggiunti ´ ha detto il Viceministro nel corso della conferenza stampa introduttiva e poi al convegno ´. In particolare l´Agenzia per l´invecchiamento e` un progetto molto interessante E´ nato grazie alla lodevole iniziativa dell´Inrca e della Regione Marche ed e` stato riconosciuto con una convenzione dal precedente Ministero della Salute, ma ora vogliamo fare di piu`. Il Governo ha gia` dato avvio a tre reti per la cardiologia, l´oncologia e le neuroscienze che hanno il compito, attraverso una struttura di riferimento, di creare un network tra i punti di eccellenza italiani dei vari settori per fornire consulenza, banche dati e indirizzi nell´ambito delle politiche sanitarie e dei protocolli di cura. Insieme all´Inrca ´ ha continuato ´struttura di eccellenza certificata dagli indici molto positivi in termini di ospedalizzazione, appropriatezza e diagnostica, pensiamo di poter creare una quarta rete dedicata agli anziani. Nel 2050 il 40% della popolazione italiana avra` piu` di 65 anni e basta questo dato per capire quanto siano importanti le ricerche e gli studi in termini di longevita` attiva´. Grande soddisfazione e` stata espressa da Spacca:´oggi e` una giornata importante per la sanita` marchigiana - ha affermato ´ Oltre al rilancio del progetto dell´Agenzia che, con l´imprimatur del Governo, organizzera` una rete di presidi di eccellenza sul territorio nazionale, il viceministro ha confermato l´impegno per la seconda fase degli investimenti della sanita` marchigiana che, tra le altre cose, ci consentira` la realizzazione della nuova struttura dell´Inrca. Si tratta di risultati eccezionali che ci permettono di confermare gli impegni, i programmi e le scelte per sviluppare i temi della longevita` attiva tutelando la salute e garantendo la qualita` della vita della terza e quarta eta` e rendendo di conseguenza piu` sostenibili i costi del sistema sanitario´. Il presidente della Regione ha ricordato anche che, connesso alla longevita` attiva, e` il tema del nuovo distretto della domotica (gia` in fase di realizzazione alcuni progetti) in quanto le nuove tecnologie possono facilitare la vita dell´anziano sia in casa che nelle strutture sanitarie e pubbliche. L´assessore alla Salute Almerino Mezzolani ha chiesto al Governo ´di non far mancare il sostegno anche finanziario. Solo se non dovremo lavorare nell´incertezza ´ ha proseguito ´ potremo crescere. Abbiamo ancora bisogno del supporto nazionale che abbiamo avuto fino ad adesso´. Il convegno, dopo un minuto di silenzio in ricordo dello scomparso Pietro Tombolini membro del cda dell´Inrca, e` stato aperto da don Vinicio Albanesi presidente del Consiglio di indirizzo dell´Inrca e introdotto da Antonio Aprile direttore del presidio sanitario. Spacca ha sottolineato, oltre alle prospettive future dell´Agenzia, il percorso virtuoso della sanita` marchigiana ´che oggi ci permette di presentare al Viceministro progetti con basi solide e certe´. ´Dal default del 2001 ´ ha detto - grazie all´azione di risanamento intrapresa nel 2007 siamo riusciti a riportare i conti in equilibrio e nel 2008 abbiamo anche registrato un piccolo attivo di 4,5milioni di euro. L´eccezionale risultato e` il frutto di un´azione di riqualificazione e ottimizzazione delle risorse senza penalizzazioni in termini di servizi ai cittadini e ci ha permesso di classificarci al quarto posto in Italia tra le Regioni con la migliore qualita` del sistema sanitario nell´ambito della classifica del Ministero della Pubblica Amministrazione´. Spacca ha quindi ricordato la riduzione della mobilita` passiva, l´aumento dell´attivita` in day hospital, l´aumento dei servizi per il territorio e la prevenzione, il potenziamento del personale sanitario, la contabilita` unica per il bilancio regionale della sanita`´. Il direttore del Servizio Salute Carmine Ruta ha approfondito il progetto relativo al nuovo complesso ospedaliero dell´Inrca ´ Agenzia incentrato su tre grandi blocchi: diagnostica per organo, medicina molecolare, degenza. . |
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NASCE CON AMBIZIONI INTERNAZIONALI IL NUOVO POLO DI INNOVAZIONE REGIONALE PER LE BIOTECNOLOGIE E BIOMEDICALE 55 TRA AZIENDE, CENTRI DI RICERCA E ISTITUZIONI ACCADEMICHE PER IL POLO PIEMONTESE COLLERETTO |
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Giacosa, 21 luglio 2009 - Sta entrando in fase di piena operatività bio P med, il nuovo Polo di Innovazione della Regione Piemonte per i settori biotech e medtech. Riunisce ad oggi 55 tra aziende, centri di ricerca e istituzioni accademiche, compresi i tre Atenei pubblici Piemontesi - Università di Torino, Politecnico di Torino e Università del Piemonte Orientale – che hanno siglato un accordo per sostenere e sviluppare il Polo. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo internazionale del sistema biotecnologico e biomedicale piemontese, attraverso il networking, la proposta e lo sviluppo di progetti di ricerca congiunti. Con oltre 100 aziende del settore, il Piemonte è la seconda regione italiana per numero di imprese biotech, la prima per quanto riguarda l’incubazione di start-up, con il 24% del totale italiano. Durante la prima fase di sviluppo, bio P med si focalizzerà su quattro ambiti tecnologici: 1. Terapie cellulari e molecolari; 2. Tecnologie diagnostiche e di imaging; 3. Tecnologie per la ricerca farmaceutica, diagnostica, analisi e biomedicale; 4. Tecnologie per applicazioni non legate alla salute umana. Queste tecnologie saranno applicate in cinque aree principali: oncologia, cardiovascolare, malattie auto-immuni, altre patologie con elevato medical need (bisogno medico non soddisfatto) e aree non legate alla salute. La cabina di regia delle attività è affidata al Bioindustry Park: il Parco scientifico e tecnologico che fin dalla sua creazione, nel 1998, ha svolto la funzione di integratore di sistema per lo sviluppo delle scienze della vita in Piemonte, è divenuto, infatti, il soggetto gestore del Polo. Le attività beneficeranno anche della collaborazione con i più importanti attori locali, tra cui Ceip-centro Estero per l’Internazionalizzazione, Alps European Enterprise Network e la rete di supporto brevettuale Patlib. Bio P med è uno dei 12 Poli di Innovazione, legati da rapporti di collaborazione e tra loro complementari, individuati dalla Regione in considerazione delle specifiche vocazioni di ciascun territorio, che usufruiranno dei 60 milioni di euro già stanziati sui fondi Por-fesr 2007-2013 per il finanziamento di progetti di ricerca e servizi innovativi. All’incontro erano presenti, fra gli altri, Andrea Bairati, Assessore all’Industria e all’Innovazione della Regione Piemonte, Mario Calderini, Presidente di Finpiemonte Spa, e Lorenzo Silengo, Presidente Bioindustry Park Canavese, insieme a numerosi rappresentanti delle imprese del Polo. Sono già stati approvati ed avviati due progetti europei: Alps Bio-cluster (Interreg) che istituirà un network con i cluster biotech-medtech dell’area alpina, favorendo lo sviluppo delle imprese e l’innovazione attraverso la cooperazione, e Bio-ct – Biotechnology Common Tools (Regions of Knowledge) che supporterà il primo stadio di sviluppo di imprese e progetti biotech E’ stato inoltre già costruito un network collaborativo con 17 parchi scientifici e cluster internazionali del settore. «Bio P med nasce, grazie al decisivo sostegno della Regione Piemonte – dichiara Lorenzo Silengo, Presidente del Biondustry Park, soggetto gestore del Polo - per valorizzare e mettere a sistema competenze e conoscenze di un settore, quello biotecnologico e biomedicale, che in questa regione conosce realtà di eccellenza, sia nel campo della ricerca pubblica che dell’industria privata. La capacità, caratteristica dei cluster innovativi, di unire intorno a progetti complessi una pluralità di attori dotati di competenze diverse e complementari è, come dimostrano le esperienze nordamericane ed europee, un fattore chiave di competitività e successo per affrontare la complessità di un mercato che nel nostro settore è globale per sua intrinseca costituzione. Bio P med sarà lo strumento per favorire questo genere di aggregazione tra gli attori del biomedicale piemontese. Per questo motivo stiamo anche lavorando oltre che con le autorità regionali, con altri enti ed istituzioni locali, quali Provincia di Torino e Camera di Commercio di Torino per identificare sinergie operative e progettuali al fine di massimizzare l’impatto dell’iniziativa». «La Regione Piemonte– afferma l’Assessore alla Ricerca, Innovazione e Industria della Regione Piemonte, Andrea Bairati – attraverso l’attivazione dei Poli di Innovazione ha messo a disposizione delle aziende una misura di politica industriale più flessibile che, basandosi su una fase negoziale molto forte, possa favorire le imprese nell’intercettare e attrarre nuove opportunità di investimento, sia pubbliche, sia private. In particolare, nell’ambito del biotech, che costituisce una delle priorità di intervento della politica industriale della Regione, auspico che il nascente Polo di Innovazione possa contribuire in maniera concreta al consolidamento competitivo di un settore importante che mette a sistema tutte quelle imprese e enti che fanno ricerca e innovazione nel campo della salute umana>. . |
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SALUTE FVG: SACCONI, POTENZIARE SERVIZI TERRITORIALI |
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Trieste, 21 luglio 2009 - Nel settore della sanità, la direzione di marcia è un aumento qualitativo e quantitativo dei servizi territoriali che dovrebbero raggiungere almeno il 55 per cento della spesa. A Udine per esaminare con il presidente Renzo Tondo e la Giunta regionale i temi del lavoro e dell´occupazione in questo periodo di crisi economica, il Ministro del Lavoro, Salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi si è soffermato anche sul settore della sanità. L´assessore Vladimir Kosic gli ha illustrato il percorso che porterà entro breve al nuovo Piano socio-sanitario regionale ed il ministro ha espresso la convinzione che si deve andare verso una ristrutturazione del settore che preveda maggiori servizi territoriali in grado da rispondere alle esigenze di salute con prevenzione e cure in strutture vicino al cittadino. Gli ospedali dovranno essere di meno, nella prospettiva nazionale indicata da Sacconi, ma dovranno avere caratteristiche di alta specializzazione con adeguate tecnologie. . |
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NUOVA INFLUENZA A/H1N1: PRONTO IL PIANO PANDEMICO REGIONALE DEL PIEMONTE |
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Torino, 21 luglio 2009 - Il Piemonte si prepara ad affrontare il massiccio arrivo della nuova influenza A/h1n1 previsto per l’autunno. Nella seduta di questa mattina, infatti, la Giunta ha approvato il nuovo piano di programmazione regionale di risposta alle emergenze infettive, redatto dai tecnici dell’Assessorato alla tutela della salute e sanità sulla base delle linee guida nazionali e di quelle dell’Organizzazione mondiale della sanità. Il documento prevede innanzitutto la costituzione di un’organizzazione stabile e definita dei riferimenti regionali e locali per le emergenze infettive, definendone compiti e ruoli e fissando la catena di comando nelle varie fasi della pandemia. A livello regionale, verrà istituito un gruppo tecnico emergenze infettive, di cui saranno chiamati a fare parte, oltre ai dirigenti dell’Assessorato, i rappresentanti rispettivamente del Coordinamento regionale della prevenzione, del Centro controllo malattie dell’Asl To1, del Seremi (Servizio di riferimento regionale per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive), del Dipartimento regionale 118 e del Dipartimento integrato malattie infettive dell’ospedale Amedeo di Savoia. A livello di ciascuna Asl, invece, si darà vita a un gruppo locale di emergenze infettive, coordinato dal direttore sanitario dell’azienda. Quattro i livelli di allarme previsti, fino a quello di emergenza pandemica regionale, nel cui caso sarebbe l’Assessorato a gestire l’organizzazione dei servizi sanitari per i contagiati . Le misure operative da assumere in ciascun momento (ad esempio quelle di protezione degli operatori, quelle per la riduzione del rischio di trasmissione oppure quelle per la sorveglianza e la cura dei pazienti) verranno definite dal gruppo tecnico emergenze infettive sulla base dell’evolversi della situazione, seguendo le indicazioni nazionali e internazionali. «Il ministero – aggiunge l’assessore Eleonora Artesio - sta inoltre predisponendo un piano di vaccinazioni articolato in due fasi. La prima, che dovrebbe svolgersi contemporaneamente alla vaccinazione contro l’influenza stagionale, sarà mirata a proteggere gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, gli addetti ai pubblici servizi e i malati cronici. La seconda, finalizzata al controllo della malattia, inizierà con l’immunizzazione dei giovani, che alla luce dei dati epidemiologici appaiono i più esposti al contagio».
0 [Monitoraggio] |
Nessuna evidenza di eventi che comportino rischi imminenti per l’importazione o diffusione di epidemie |
attenzione routinaria agli eventi epidemiologici locali, nazionali e internazionali. |
Riferimenti regionali per le emergenze infettive |
Nessuna variazione rispetto all’ordinaria catena di comando |
1 [Monitoraggio, Prevenzione] |
Evidenza in altri Paesi di eventi epidemici in atto a rischio di importazione; importazione di casi; assenza di evidenze di trasmissione locale |
Potenziamento delle attività di sorveglianza epidemiologica, prevenzione e diagnosi di laboratorio. Predisposizione dei materiali e delle procedure relative alla prevenzione, diagnosi e cura da divulgare nelle varie fasi delle emergenza. |
Riferimenti regionali per le emergenze infettive Gruppo Tecnico Regionale Emergenze Infettive |
Nessuna variazione rispetto all’ordinaria catena di comando |
2 [Monitoraggio, Prevenzione, Cura, Controllo] |
Evidenza a livello locale di trasmissione limitata ai contatti di un caso importato o del caso indice. |
Contenere i focolai epidemici e rallentare il più possibile la diffusione della malattia per guadagnare tempo e implementare così le contromisure opportune. Allerta dei Gruppi Locali Emergenze Infettive. |
Riferimenti regionali per le emergenze infettive Gruppo Tecnico Regionale Emergenze Infettive |
Nessuna variazione rispetto all’ordinaria catena di comando |
3 [Monitoraggio, Prevenzione, Cura, Controllo, Contenimento] |
Diffusione dell’epidemia a livello locale non limitata ai contatti di un caso importato o del caso indice. |
Massimizzare le azioni per contenere e rallentare la diffusione dell’epidemia e guadagnare tempo per attuare tutte le possibili contromisure. |
Riferimenti regionali per le emergenze infettive Gruppo Tecnico Regionale Emergenze Infettive Gruppi Locali Emergenze Infettive |
La Direzione Sanità dà disposizioni ai Coordinatori dei Gruppi Locali Emergenze Infettive sulla base delle indicazioni del Gruppo Tecnico Regionale Emergenze Infettive |
4 Livello Regionale Di Emergenza Pandemica Regionale |
Presenza di emergenza epidemica a livello locale con gravi rischi di salute per la popolazione e l’organizzazione sociale |
Massimizzare le azioni per l’integrazione del settore sanitario con il livello tecnico-operativo delle altre autorità deputate a predisporre e organizzare risorse materiali e umane finalizzate a garantire l’ordine pubblico e la sicurezza sanitaria del territorio |
Riferimenti regionali per le emergenze infettive Gruppo Tecnico Regionale Emergenze Infettive Gruppi Locali Emergenze Infettive |
La Direzione Sanità è il riferimento per le altre autorità coinvolte e governa l’organizzazione delle Aziende sanitarie e delle strutture di ricovero e cura della regione tramite i Direttori Generali delle Asl competenti per l’area territoriale di riferimento. | . |
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APPROVATO DALLA GIUNTA DEL PIEMONTE IL DISEGNO DI LEGGE SULLE IPAB RIORDINA IL SISTEMA DELLE ISTITUZIONI PUBBLICHE DI ASSISTENZA E BENEFICENZA |
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Torino, 21 luglio 2009 - La Giunta regionale ha approvato ieri, su proposta dell’assessore al Welfare e Lavoro, Teresa Angela Migliasso , il disegno di legge “ Riordino del sistema delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza”. Il ddl, che ora passerà all’esame del Consiglio regionale, definisce il nuovo ordinamento delle Ipab piemontesi, prevedendo la loro trasformazione in aziende pubbliche di servizi alla persona o in persone giuridiche di diritto privato (fondazioni e associazioni), in relazione ai requisiti posseduti. La norma prevede l’inserimento delle Ipab nel sistema integrato di interventi e servizi sociali, coinvolgendole nelle fasi consultive e concertative della programmazione socio-assistenziale e socio-sanitaria a livello regionale e locale e nella gestione dei servizi socio-assistenziali ed educativi. Il disegno di legge individua nell’Azienda Pubblica di Servizi alla Persona la forma più adeguata per l’erogazione delle prestazioni, in quanto maggiormente idonea ad ampliare e meglio qualificare i servizi alla persona e a garantirne la continuità. Inoltre, le Aziende, rientrando nel sistema della programmazione socio-assistenziale e socio-sanitaria regionale e locale potranno assumere un ruolo di produzione ed erogazione di ulteriori servizi, sulla base delle necessità emergenti nel territorio. Per consentire dimensioni più favorevoli allo svolgimento delle attività istituzionali, garantendo così efficienza, economicità e qualità delle prestazioni, la proposta di legge incentiva la fusione tra Ipab, sia nel caso di trasformazione in azienda pubblica, sia in quello di persone giuridiche di diritto privato. E’ prevista, infine, la possibilità, per le istituzioni che hanno già ottenuto il riconoscimento della personalità giuridica di diritto privato, di trasformarsi in aziende. “Sono lieta che la Giunta abbia approvato una norma da tempo attesa dal territorio e dalle parti sociali – dichiara l’assessore Migliasso – e che, proprio per questi motivi, mi auguro che anche il Consiglio regionale possa approvare prima del termine della legislatura. Il disegno di legge riordina un complesso e variegato sistema: sono infatti circa 350 le Ipab piemontesi, tra residenze per anziani, scuole materne e residenze per minori. Un importante patrimonio di esperienze, radicato nel tessuto sociale ed economico della nostra regione, che ha accompagnato nei decenni le grandi trasformazioni istituzionali e sociali del Piemonte e che, sia pure in forme nuove, potrà continuare a contribuire allo sviluppo e alla coesione sociale dei nostri territori”. . |
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CARRADORI RICONFERMATO ALLA GUIDA DELL´AZIENDA USL DI RAVENNA |
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Bologna, 21 luglio 2009 - La Giunta regionale ripropone la nomina di Tiziano Carradori quale direttore generale dell’Azienda Usl di Ravenna, incarico che ricopre dal 2004. La proposta di conferma, maturata anche a seguito del positivo confronto con l’Ufficio di presidenza della Conferenza territoriale sociale e sanitaria ravennate, avviene, si legge nella delibera approvata oggi, “in considerazione dei positivi risultati raggiunti e al fine di consolidare i processi organizzativi avviati e lavorare per i nuovi obiettivi secondo le previsioni del Piano sociale e sanitario regionale 2008-2010”. Il decreto di nomina sarà firmato dal presidente della Regione Vasco Errani, non appena la Conferenza territoriale, alla cui attenzione è ora la proposta di riconferma, avrà formalizzato il proprio parere definitivo. “La fase di evoluzione del sistema di welfare prevista dal nuovo Piano sociale e sanitario - ha commentato l’assessore alle politiche per la salute Giovanni Bissoni - richiede forte capacità di governo e gestione sempre più integrata con le politiche sociali degli enti locali nonché con le altre Aziende sanitarie di area vasta. La professionalità e l’esperienza del dottor Carradori sono una garanzia per lo svolgimento di questo compito. Da Carradori ci aspettiamo quindi che prosegua il buon lavoro svolto in azienda quanto in Area vasta Romagna,consolidando il risanamento aziendale e sostenendo i processi di innovazione aziendali e interaziendali". Tiziano Carradori ha 52 anni, medico specializzato in igiene e medicina preventiva ed esperto in organizzazione sanitaria, è stato direttore generale sanità e politiche sociali della Regione, direttore sanitario delle Aziende Usl di Rimini e Bologna, direttore generale delle Aziende Usl di Rimini e, dal 2004, di Ravenna. Gli obiettivi di mandato, definiti secondo le indicazioni del Piano sociale e sanitario regionale e della Conferenza territoriale sociale e sanitaria ravennate, dovranno essere basati sulla valorizzazione della partecipazione organizzativa e del governo clinico degli operatori prevedendo anche il loro coinvolgimento “nella elaborazione delle strategie aziendali”. Tra le priorità, il consolidamento del nuovo sistema di governance previsto dal Piano regionale che considera l’integrazione socio-sanitaria “valore primario e obiettivo strategico del sistema di welfare” e il Distretto “articolazione aziendale territoriale che garantisce una programmazione sociale, sanitaria e socio-sanitaria adeguata”. In applicazione dello stesso Piano regionale, e in coerenza con l’Atto di indirizzo già adottato dalla Conferenza territoriale sociale e sanitaria, la direzione aziendale dovrà poi predisporre e mettere in pratica il Piano attuativo locale triennale 2009-2011. Obiettivo strategico è anche il governo delle liste di attesa per la specialistica ambulatoriale, così come indicato dalla delibera che è oggi all’attenzione della Giunta regionale per l’approvazione definitiva. Come prevede la stessa delibera, l’Azienda Usl dovrà anche applicare le regole per l’accesso ai servizi di pronto soccorso e per l’urgenza ambulatoriale e provvedere ad ampliare lo screening mammografico gratuito alle donne in fascia di età 45-49 e 70-75 anni. L’azienda Usl dovrà altresi continuare nel miglioramento organizzativo della medicina generale per una maggiore accessibilità alle cure, dare attuazione omogenea agli interventi del Fondo regionale per la non autosufficienza, completare gli interventi di edilizia sanitaria e, sul piano dei bilanci, consolidare la situazione di equilibrio economico-finanziario raggiunta e proseguire nella redazione annuale del bilancio di missione, strumento che rende conto dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi di salute fissati da Regione e Conferenza territoriale. Anche lo sviluppo della collaborazione con le altre Aziende Usl dell’Area vasta Romagna integra ad ogni effetto gli obiettivi aziendali, in particolare per la rete laboratoristica, la rete trasfusionale, la rete dell’emergenza urgenza e sistema 118 Romagna soccorso, la rete oncologica, il magazzino unico e la centrale farmaceutica. . |
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NUOVA INFLUENZA, BISSONI RISPONDE ALLA FIMMG: "LE INDICAZIONI DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA SONO FRUTTO DI DISPOSIZIONI NAZIONALI ED INTERNAZIONALI E SONO STATE DISCUSSE CON GLI STESSI MEDICI DI FAMIGLIA". A TUTT´OGGI SONO CIRCA 100 I CASI DI POSITIVITÀ AL VIRUS A H1N1 |
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Bologna, 21 luglio 2009 - “E’ opportuno richiamare ancora una volta che se da un lato ci troviamo di fronte ad un rischio pandemia, dall’altro va considerato che a fronte di una grande capacità di espansione, questa nuova influenza resta comunque una forma non aggressiva, risolvibile nella quasi totalità dei casi con pochi giorni di riposo a domicilio. In particolare poi, dall’esperienza di questi mesi nei vari Paesi, si evince che laddove esistono Servizi sanitari forti ed organizzati i pericoli reali in termini di salute per la popolazione, con una corretta modalità di presa in carico dei pazienti tra servizi ospedalieri e territoriali, sono ancora più contenuti. Naturalmente siamo tutti impegnati a contenere la diffusione del contagio per i costi sociali che comunque comporterebbe una possibile epidemia che costringesse a letto una significativa parte di popolazione. Tutti i Paesi, quelli europei in particolare, si stanno attenendo scrupolosamente alle indicazioni dell’Oms messe a punto da tempo proprio in previsione di possibili pandemie. Per quanto riguarda l’Italia tali indicazioni sono vigenti da tempo e per l’Emilia-romagna dal 2007”. Con questa premessa l’assessore alle politiche per la salute della Regione Emilia-romagna Giovanni Bissoni ha risposto alle affermazioni, riportate da agenzie di stampa, del segretario della Fimmg Stefano Zingoni che ha criticato alcune disposizioni della Regione che prevedono la presa in carico da parte dei medici di medicina generale a livello domiciliare di casi sospetti e confermati di nuova influenza e delle modalità di utilizzo dei farmaci antivirali. “Le indicazioni fornite ai medici di medicina generale, nel contesto descritto - ha detto Bissoni - sono il frutto di disposizioni nazionali ed internazionali che riguardano le modalità di gestione dell’epidemia di nuova influenza che sta interessando diverse aree del pianeta, compresa l’Emilia-romagna (dove, a tutt´oggi sono registrati circa 100 casi di positività). Si tratta, per altro, di indicazioni discusse con le rappresentanze degli stessi medici di famiglia”. “Sulla base dell´esperienza, non è necessario nè corretto trattare a livello ospedaliero tutte le persone che presentano sintomatologie influenzali”, ha detto l’assessore. “Le persone malate, qualora i sintomi influenzali non siano gravi e dunque non necessitino di ricovero - ha spiegato - devono essere seguite a domicilio poiché questo è il modo di cura adeguato e che garantisce una minore diffusione dell’infezione. Come per ogni problema di salute trattabile a domicilio, non può che essere prioritariamente il medico di famiglia a farsi carico dell’assistenza, con la necessaria collaborazione e sostegno”. Riguardo poi all’utilizzo dei farmaci antivirali, l’assessore ha precisato che la loro gestione ha una modalità specifica, definita nel piano nazionale, diversa dalla tradizionale ricetta di prescrizione e acquisizione del medicinale in farmacia. Si tratta infatti di farmaci acquistati direttamente dal Ministero della salute, distribuiti alle Regioni in modo contingentato rispetto all’evoluzione del quadro epidemiologico e gestiti dai Reparti di malattie infettive degli ospedali. “Le modalità del loro utilizzo – ha detto Bissoni - sono contenute in rigorosi protocolli nazionali e, in questa fase dell’epidemia, è opportuno mantenere una collaborazione tra il medico di famiglia e lo specialista del reparto di malattie infettive riguardo a prescrizione e somministrazione. ” In riferimento ai “kit” di protezione per i medici di famiglia (camici, mascherine. ), Bissoni ha specificato che, se nelle situazioni ordinarie è il singolo medico che vi fa fronte, in questa situazione non ordinaria, le Aziende Usl metteranno a disposizione una parte di questi kit, disponibili ad aumentarli, qualora necessario. Riguardo infine alla vaccinazione, quando il vaccino sarà disponibile, le priorità saranno definite in ambito europeo e nazionale e comunque è già condivisa la necessità di vaccinare prioritariamente il personale sanitario, quello degli altri servizi essenziali e i gruppi di persone a rischio. “Da parte nostra – ha concluso Bissoni – continueremo a lavorare per dare corretta attuazione alle indicazioni nazionale seguendone l’evoluzione, in stretta collaborazione con i servizi sanitari e in particolare con i medici di famiglia e il pediatri di libera scelta che, anche in questa situazione, si confermano nel loro fondamentale ruolo”. . |
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GOLF - FINE MESE MOLTO INTENSO PER GLI AZZURRI |
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Roma, 21 luglio 2009 - Per gli azzurri sarà un fine mese molto intenso con impegni su ben cinque fronti. Carris Trophy - Dal 21 al 23 luglio si disputa sul tracciato del Moor Park Golf Club a Rickmansworth, nei pressi di Londra, l´English Boys Under 18 Open Amateur Stroke Play Championship/carris Trophy. Vi prendono parte cinque azzurri: Filippo Bergamaschi, Andrea Bolognesi, Mattia Miloro, Luca Saccarello e Claudio Viganò, che sono accompagnati dall´allenatore Federico Bisazza. South Of England Open - Leonardo Motta, Nino Bertasio, Joon Kim, Niccolò Quintarelli e Nicolò Ravano sono gli azzurri in campo nel South of England Open Amateur Championship. Il torneo è in programma dal 21 al 23 luglio sul percorso del Walton Heath Golf Club, a Walton-on-the Hill in Inghilterra. Andrea Pavan alla Porter Cup - Dopo la buona prova e l´11° posto ottenuto nel Southern Amateur Championship, Andrea Pavan sarà ora impegnato nella Porter Cup (22-25 luglio), che si terrà al Niagara Falls Golf Club di Lewiston nello stato di New York. Successivamente prenderà parte al Western Amateur Championship (3-8 agosto). European Young Masters - Philip Geerts, Riccardo Michelini, Bianca Maria Fabrizio e Vittoria Gatti compongono la formazione che difenderà i colori azzurri all´European Young Masters. La gara si svolgerà dal 23 al 25 luglio al Le Golf National di Guyancourt, nei pressi di Parigi. Capitano Stefano Sardi, allenatore Giovanni Gaudioso. Danish International Youth Championship - Dal 28 al 30 luglio si svolgerà sul percorso dello Smorum Golfklub a Copenhagen, in Danimarca, il Danish International Youth Championship. La compagine italiana sarà composta da dieci giocatori, sette ragazzi e tre ragazze: Luca Baraldini, Valentino Dall´arche, Corrado De Stefani, Alessandro Grammatica, Alfredo Pazzeschi, Stefano Pitoni, Cristiano Terragni, Anna Antoniutti, Margherita Magri e Francesca Perini. Accompagnano la squadra Barbara Vianello e l´allenatore Massimo Florioli. Us Pga Tour: Primo Titolo Per Bo Van Pelt - Dopo aver partecipato a 229 tornei è arrivato il primo titolo nell´Us Pga Tour per Bo Van Pelt. Il 34enne dell´Indiana (267 - 67 68 68 64) si è imposto nell´Us Bank Championship, sul percorso del Brown Deer Park Gc di Milwaukee nel Wisconsin, superando con un birdie alla seconda buca di spareggio John Mallinger (267 - 70 66 66 65). Al terzo posto con 268 Jerry Kelly, al quarto con 269 Dicky Pride. Jeff Quinney e Jeff Klauk. A Van Pelt è andato un premio di 720. 000 dollari sui 4. 000. 000 in palio. . |
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