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GIOVEDI

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Notiziario Marketpress di Giovedì 29 Ottobre 2009
COME LA MENTE CREA MAPPATURE MULTIPLE PER IL MOVIMENTO  
 
Bruxelles, 29 ottobre 2009 - Un team di ricercatori norvegesi ha condotto una serie di esperimenti sui topi per capire come fa il cervello a creare il sistema di mappatura che ci permette di muoverci e spostarci facilmente da un posto all´altro. Lo studio, apparso nella rivista Nature Neuroscience, ha scoperto che le mappe sono create dal cervello e in seguito "assemblate" da un meccanismo di mappatura, consentendoci di muoverci con uno sforzo minimo. Come fa abitualmente un essere umano a spostarsi? In una giornata normale quasi tutti noi ci muoviamo parecchio, ma non pensiamo mai a come riusciamo ad andare da un posto all´altro. Gli scienziati dalla Ntnu (University of Science and Technology) norvegese hanno adesso condotto esperimenti sui topi e scoperto che il loro cervello crea senza sosta numerose mappe indipendenti, grazie alle quali gli animali sono in grado di dirigersi attraverso ambienti nuovi. Secondo i ricercatori, le conclusioni degli esperimenti sui topi possono essere applicate anche al cervello umano. Quattro anni orsono un team di ricercatori del Kavil Institute for Systems Neuroscience della Ntnu aveva usato "grid cells" (cellule griglia) in un sistema coordinato per scoprire come fa il cervello a creare nuove mappe per nuove situazioni. La ricerca condotta dal Dr. Dori Derdikman e dai suoi colleghi dello stesso team ha ora messo in luce un aspetto completamente inedito della logistica di mappatura del cervello. I ricercatori hanno scoperto che il cervello umano crea ininterrottamente nuove mappe, alcune ad alta definizione ed altre un po´ più grezze, e che per classificarle dispone di un "avanzato sistema di smistamento". Il team si chiedeva da tempo "se tutte le informazioni spaziali venissero archiviate dal cervello in una sola mappa", dice il Dr. Derdikman. "Per cui abbiamo ideato un sistema per scoprirlo". I ricercatori hanno condotto i loro esperimenti osservando le cavie mentre vagavano in un piccolo spazio aperto. Dopo averli messi per la prima volta in questo spazio, i ricercatori ne hanno misurato l´attività cerebrale. Le misurazioni hanno creato una mappa che corrispondeva al modo in cui le "grid cells" delle cavie avevano misurato l´area. Una volta identificata "la mappa mentale" dei topi, i ricercatori hanno modificato l´assetto dello spazio, inserendo pareti per creare un labirinto con brusche svolte. "Quando sono state inserite le pareti, alle mappe dei topi è successo qualcosa", ha spiegato il Dr. Derdikman. "Dapprima abbiamo registrato la stessa mappa, ma la mappa è completamente cambiata quando le cavie hanno dovuto fare una brusca svolta nel labirinto. La cosa si è ripetuta parecchie volte, sempre nel momento in cui i topi svoltavano per continuare in un nuovo corridoio". La ricerca ha mostrato che, quando i topi si trovavano dinanzi a un nuovo spazio, le loro mappe mentali si modificavano per consentire loro di percorrerlo. Ben presto è apparso chiaro che le cavie creavano tutta una serie di mappe, successivamente "assemblate" da un meccanismo di mappatura nel cervello. Secondo i ricercatori, negli esseri umani il sistema di mappatura funziona probabilmente nello stesso modo. I ricercatori si sono presto convinti che la creazione di nuove mappe era legata all´ambiente fisico e non a un comportamento appreso. I cambiamenti potrebbero essere indotti dalle cosiddette "border cells" (cellule marginali), un tipo di cellula recentemente scoperto, che indicherebbero al cervello dove finisce un ambiente e dove ne comincia un altro. "Può darsi che le "border cells" segnalino al cervello che si sta attraversando una linea di demarcazione nell´ambiente e che bisogna cambiare mappa", ha dichiarato Trygve Solstad, membro del team di ricerca. "Pensiamo che quando le cavie entrano in un nuovo corridoio del labirinto avvenga un cambio ambientale di questo tipo". Per confermare l´ipotesi, sono ora necessarie ulteriori ricerche. Per maggiori informazioni: Norwegian University of Science and Technology (Ntnu): http://www. Ntnu. No/english Kavil Institute for Systems Neuroscience: http://www. Ntnu. No/cbm/ Nature Neuroscience: http://www. Nature. Com/neuro/index. Html .  
   
   
L´EDCTP DISTINGUE GLI SCIENZIATI AFRICANI NELLA LOTTA CONTRO LA MALATTIA  
 
 Bruxelles, 29 ottobre 2009 - Per la prima volta, l´Edctp (European and Developing Countries Clinical Trials Partnership) ha attribuito i suoi premi destinati a eminenti scienziati africani junior e senior. Il premio per lo scienziato senior è andato al Dr. Alexis Nzila (Kenya), mentre quello per lo scienziato junior al Dr. Dominique Pepper (Sudafrica). Il programma Edctp era stato creato nel 2003, come parte del Quinto programma quadro dell´Ue (5Pq). Attualmente è finanziato nell´ambito del Sesto programma quadro (6Pq) con una dotazione di 40 milioni di euro, per svolgere ricerca destinata a reperire nuove terapie per l´Aids, la malaria e la tubercolosi, le tre principali malattie killer nell´Africa sub-sahariana, che ogni anno causano ­oltre sei milioni di morti. L´edctp è composto da 14 Stati Membri europei e dalla Norvegia, la Svizzera e i paesi africani sub-sahariani. Oltre a impegnarsi nello sviluppo di farmaci e vaccini, si dedica anche a sostenere lo sviluppo dell´infrastruttura sanitaria nell´Africa sub-sahariana, per esempio creando ambulatori e formando operatori sanitari. I premi hanno tenuto conto di una quantità di criteri, tra cui l´innovazione, la proprietà intellettuale, l´impatto della ricerca, le pubblicazioni, e il sostegno dato alla salute. Parlando dei premi, il direttore esecutivo dell´Edctp, Professor Charles Mgone, ha detto: "Si tratta di un´occasione altamente significativa per il nostro partenariato, perché offrendo questi premi non solo riconosciamo l´eccellenza, ma vogliamo ispirarla in tutta l´Africa". Il Dr. Alexis Nzila è a capo del gruppo di parassitologia molecolare del Wellcome Trust Research Programme del Kemri (Kenya Medical Research Institute) a Kilifi, in Kenya. La sua ricerca si è concentrata sui meccanismi di resistenza agli antimalarici e sui modi per tracciare la resistenza ai parassiti. Quale eminente scienziato africano senior, ha ricevuto una pergamena di riconoscimento e la somma di 20. 000 euro. Il Dr. Nzila ha dichiarato: "Il mio primo pensiero va ai giovani scienziati e studenti kenioti che hanno lavorato al mio fianco. Questo premio è il risultato del loro duro lavoro e del loro contributo. Voglio esprimere la mia gratitudine e l´ammirazione a tutti loro. Come africani, il nostro apporto alla ricerca è poco riconosciuto fuori dall´Africa, per cui questa iniziativa dell´Edctp contribuisce a migliorare la nostra visibilità, e andrebbe incoraggiata". Il Dr. Dominique Pepper lavora presso l´Istituto di malattie infettive e medicina molecolare di Cape Town, in Sudafrica. Ha ricevuto il premio per l´eminente scienziato africano junior: una pergamena di riconoscimento e la somma di 10. 000 euro. Parlando del suo successo, il Dr. Pepper ha dichiarato: "Desidero esprimere la mia sincera gratitudine a quelli che hanno già contribuito a questo lavoro. Questo riconoscimento non sarebbe stato possibile senza la preziosa formazione e gli approfondimenti da parte dei miei mentori, né la dedizione e la perseveranza di coloro che hanno lavorato con me sul terreno. "Ringrazio sinceramente l´Edctp per avere riconosciuto gli sforzi dei miei mentori e dei miei colleghi nella ricerca. Sono certo che questo premio spingerà molti altri scienziati africani ad affrontare i problemi che devono fronteggiare i nostri servizi sanitari". Per maggiori informazioni: Edctp: http://www. Edctp. Org/ Per maggiori informazioni sulla ricerca sulla salute finanziata dall´Ue: http://ec. Europa. Eu/research/health/index_en. Html .  
   
   
BASILICATA: CONSEGNATI ATTI DI ORGANIZZAZIONE NUOVE AZIENDE SANITARIE  
 
Potenza, 29 ottobre 2009 - Sono stati presentati gli atti aziendali di organizzazione e funzionamento delle nuove aziende, ridefiniti secondo le indicazioni offerte dal Dipartimento salute della Regione. Gli atti riguardano le due aziende sanitarie Asm e Asp l’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza e l’Irccs-crob di Rionero. Il principio innovativo dei suddetti atti consiste nella collegiale intesa per l’adozione di quelle reti integrate di assistenza che sanciscono il processo di ri-organizzazione dei servizi sanitari ospedalieri e territoriali. La legge di riforma n. 12/2008 infatti, orienta il Servizio Sanitario Regionale verso un sistema unitario e integrato, basato su una logica di rete delle sue strutture organizzative, perseguendo obiettivi di organicità, appropriatezza, equità, efficienza, efficacia ed economicità. Con le finalità di tradurre detta logica di rete in azioni concrete, l’Assessorato ha stimolato e sollecitato le direzioni aziendali perché la propria organizzazione fosse rimodulata in funzione di una aggregazione di macroaree, strutturali e funzionali, nel cui ambito collocare in maniera appropriata, i migliori modelli di assistenza. Con tale indicazione, le Direzioni Generali di Asp, Asm, San Carlo e Irccs-crob hanno condiviso e approvato protocolli operativi specifici per i percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali interaziendali: dalla cardiochirurgia alla neurochirurgia, dalla chirurgia toracica all’ematologia etc. I protocolli operativi vanno a completare il quadro organizzativo dell’atto aziendale e proiettano in una dimensione, anche esterna alla singola azienda, il percorso assistenziale, individuando per ciascuna tipologia di attività, la struttura di eccellenza che svolge il ruolo centrale di riferimento e le strutture periferiche che ne costituiscono il supporto, al fine di migliorare l’assistenza, tanto ospedaliera che territoriale, e per rafforzare il governo del percorso clinico del paziente. In tal senso, le reti integrate di assistenza rappresentano il modello più adeguato di risposta al bisogno di salute dei cittadini, nella consapevolezza del compito non facile volto a formalizzare le intese tra i diversi attori del sistema. Perciò grande soddisfazione è stata espressa dall’Assessore on. Antonio Potenza il quale ha elogiato il lavoro dei Direttori Generali delle Aziende e lo sforzo profuso nel fare propri gli indirizzi di pianificazione sanitaria, nel rispetto delle indicazioni fornite dall’Assessorato nel corso di numerosi incontri operativi e sottese alla L. Di riforma n. 12/08. Si ritiene che questo costituisca, al momento, un risultato di successo che interrompe una consuetudine di lavoro ispirata a soluzioni organizzative territorialmente circoscritte e che avvia un percorso oltremodo collaborativo di attività tra le Aziende e tra le Aziende stesse e il Dipartimento regionale. Il percorso così avviato non fa altro che cogliere lo spirito della riforma finalizzato essenzialmente a migliorare le condizioni di accesso e di cura all’intera collettività e gli atti di riorganizzazione aziendali oggi presentati ne rappresentano una tappa fondamentale. .  
   
   
NASCE LA RETE EMATOLOGICA TOSCANA “TUTTI I CENTRI COLLEGATI PER ESSERE PIÙ VICINI AI PAZIENTI” NON PIÙ DIFFERENZE NELLE CURE FRA CENTRO E PERIFERIA. FRA GLI OBIETTIVI UN DATABASE DEI CASI DI LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA E IL MONITORAGGIO DEI MALATI CON I TEST  
 
Firenze, 29 ottobre 2009 – L’ematologia toscana entra in rete. Da oggi i centri ematologici della Regione saranno collegati per garantire un censimento dei casi di leucemia mieloide cronica, la corretta applicazione delle linee guida, la standardizzazione di avanzate tecniche diagnostiche e il costante monitoraggio dei pazienti con i test molecolari e mutazionali. La rete, che nella fase iniziale riguarderà una patologia rara come la leucemia mieloide cronica, è un modello per sviluppare in futuro un network regionale esteso anche ad altre malattie ematologiche più diffuse. “Siamo tra i primi in Italia a realizzare un progetto di questo tipo – spiega il prof. Gianni Amunni, direttore operativo dell’Istituto Toscano Tumori –, una forma virtuosa di assistenza sanitaria, nata dalla fruttuosa collaborazione pubblico-privato, da una parte la Regione Toscana e l’Istituto Toscano Tumori e dall’altra Bristol-myers Squibb. Uno dei vantaggi più evidenti della rete è rappresentato da una presenza capillare sul territorio, per assicurare livelli omogenei nell’offerta sanitaria ai cittadini”. Vengono eliminate le differenze tra chi ha il proprio domicilio in periferia e chi invece vicino a un’importante azienda ospedaliera universitaria. “Il futuro – sottolinea il dott. Giorgio Ghignoni, Direttore Market Access di Bristol-myers Squibb - sarà sempre più rivolto a trattamenti mirati per i quali la diagnostica e la ricerca più avanzata sono fondamentali. Il nostro supporto alla realizzazione del network toscano mette a fattor comune risorse e know how. Rispondiamo così alla crescente esigenza di un uso appropriato dei farmaci a vantaggio dei pazienti e del sistema salute nel suo complesso”. In Italia si registrano circa 1000 nuove diagnosi di leucemia mieloide cronica ogni anno, di cui 60 in Toscana. “La leucemia mieloide cronica – afferma il prof. Alberto Bosi, Direttore della Cattedra di Ematologia dell’Università di Firenze – è una malattia complessa da gestire; è infatti importante effettuare regolarmente i test mutazionali per verificare se i pazienti sviluppino resistenze alla terapia standard e, se necessario, modificarla. Il nostro obiettivo è quello di fornire a tutta la popolazione i mezzi diagnostici più sofisticati per curare in maniera adeguata tutti i pazienti”. L’incidenza della leucemia mieloide cronica aumenta con l’età (solo il 2% dei casi si manifesta sotto i 20 anni d’età), rappresenta il 15% di tutte le leucemie degli adulti e il 4% delle leucemie dell’infanzia. Alla rete è anche legato lo sviluppo del sistema informatico che unisce i centri: i professionisti possono così condividere esperienze e competenze, coordinando gli approcci diagnostici e terapeutici. La nascita del network si colloca nella scelta di fondo della Regione Toscana: la creazione delle reti delle specialità, all’interno della più grande rete oncologica toscana. Gioco di squadra e sinergia tra istituzioni ne costituiscono la fondamentale fonte d’ispirazione, con un uso appropriato delle risorse regionali. .  
   
   
CALABRIA: LA GIUNTA APPROVA LE PROCEDURE PER MIGLIORARE LA GESTIONE DEL RISCHIO NELLE STRUTTURE PER I TRAPIANTI  
 
Reggio Calabria, 29 ottobre 2009 - La Giunta regionale, nell’ultima seduta, su proposta del presidente Agazio Loiero, ha approvato le procedure per il miglioramento della qualità e per la gestione del rischio clinico nelle strutture trapiantologioche della Calabria. Le procedure riguardano il trasferimento del donatore in sala operatoria e la gestione dei test sierologici del donatore a cuore battente e a cuore fermo. Lo scopo è quello di fornire a tutti gli operatori delle unità operative sedi di prelievo, istruzioni operative da seguire per il prelievo e l’invio dei campioni biologici del potenziale donatore ai laboratori. La procedura si applica al momento dell’identificazione di un potenziale donatore a cuore battente o a cure fermo nelle diverse unità operative sedi di prelievo. Il Centro regionale trapianti fornisce a tutte le sedi di prelievo, ai coordinatori locali e ai referenti delle rianimazioni, tabelle check-list, modalità di gestione, flow-chart e schede di accompagnamento degli esami da effettuare sui donatori di organi e tessuti. Il rianimatore e il coordinatore locale, assieme al Centro regionale, valutano l’idoneità del donatore da avviare al prelievo di organi secondo i criteri generali per la valutazione di idoneità del donatore (revisione definitiva in vigore dal 9 giugno 2008). I laboratori coinvolti nel processo di donazione, prelievo e trapianto, al fine di garantire l’omogeneità e migliorare la tracciabilità e la sicurezza dei risultati dei test di valutazione dei donatori e dei tessuti prelevati si dovranno attenere alle linee guida del Centro nazionale trapianti. .  
   
   
LABORATORI DI ANALISI: SERVE UN NUOVO TARIFFARIO LO EVIDENZIA UNO STUDIO CONDOTTO DAL CERGAS BOCCONI PER LA REGIONE VENETO, CHE HA ANALIZZATO COSTI E PREZZI DELLE PRESTAZIONI DI LABORATORIO  
 
Milano, 29 ottobre 2009 - Le tariffe medie che il sistema sanitario prevede per le analisi cliniche di laboratorio non sono più in linea con i costi effettivi che i laboratori sopportano per effettuarle e, pensate oltre 10 anni fa, andrebbero aggiornate. Tali tariffe (o prezzi applicati), infatti, superano in Veneto mediamente del 23% i costi di produzione. È una delle evidenze che emerge da un’analisi condotta dal Cergas Bocconi per la Regione Veneto, che ha messo a confronto i costi sostenuti dai laboratori e i prezzi delle prestazioni (a carico dei pazienti e dello Ssn) su un campione di 7 strutture sanitarie pubbliche e private venete, con 13 unità operative. I risultati dello studio sono stati presentati oggi in convegno a Verona. Lo studio evidenzia come, nel campione analizzato, i costi delle analisi di laboratorio ammontano a circa 91,5 milioni di euro. Se le prestazioni venissero valorizzate con l’attuale tariffario il loro controvalore ammonterebbe a 119 milioni. Tuttavia se alcuni settori diagnostici risultano potenzialmente remunerativi, ve ne sono altri in cui l’eventuale applicazione non ponderata delle tariffe non rimborserebbe neppure i costi sostenuti. Nel comparto della ‘batteriologia’, ad esempio, i costi totali (per il campione analizzato) superano i 7,5 milioni di euro, rispetto a ricavi che superano di poco i 5 milioni. Al contrario, nel settore della ‘chimica clinica e metabolismo’ (esempio, i test di creatinina, glucosio, sodio, potassio), grazie a grandissimi volumi di analisi (oltre 13,6 milioni di test nel 2007), si registra un tariffato di quasi 31 milioni di euro rispetto a 17,6 milioni di costi. “Dati che mostrano quindi”, spiega Francesco Longo, direttore del Cergas Bocconi, “come le tariffe attualmente vigenti non siano più allineate con i costi. Ribilanciarle, anche alla luce del fatto che i progressi tecnologici in alcuni casi hanno abbattuto i costi, darebbe un segnale più corretto al mercato”. Il fatto che alcune prestazioni siano più remunerative di altre, e che la tecnologia per alcuni tipi di analisi abbia abbattuto i costi di produzione, orienta i comportamenti dei produttori privati, come sottolinea Elena Cantù, ricercatrice del Cergas che ha curato lo studio insieme a Longo, “spingendoli a dedicarsi solo ad alcuni gruppi di analisi, lasciando che sia il pubblico a occuparsi anche dei set di test meno remunerativi”. Questo, “andrebbe bene, se fosse una precisa scelta di politica sanitaria. Si tratta invece più probabilmente di un retaggio del passato, determinato dal fatto che le tariffe per settore non sono state revisionate da oltre 10 anni”, aggiunge Cantù. Il dimensionamento delle strutture tira poi in ballo un altro aspetto. L’opinione comune è che i grandi laboratori siano economicamente più competitivi di quelli più piccoli. “Un’opinione generalmente corretta”, secondo Cantù, “ma che non è valida per tutti i settori”. Dal confronto nei vari settori tra strutture grandi e strutture di piccole dimensioni emergono differenze. È vero che ‘grande è meglio’ per esempio per la chimica clinica e metabolismo, dove il costo pieno di ogni prestazione è per i grandi laboratori di 1,15 euro e per i piccoli di 1,91. Ma non lo è per la batteriologia, dove i costi pieni sono rispettivamente di 25,56 e 16,06 euro. Le differenze si spiegano con il fatto che il grande dimensionamento “è particolarmente vantaggioso là dove il fattore produttivo principale è la tecnologia e dove i volumi di test sono elevati, come nel gruppo chimica clinica”, aggiunge Cantù. Lo è meno, invece, dove i volumi sono più bassi e la componente di costo del personale emerge maggiormente, come nella microbiologia clinica. “Lo studio condotto dal Cergas rappresenta un’analisi innovativa”, conclude Francesco Longo, “poiché confronta i costi/prestazione coinvolgendo sia strutture pubbliche che private”. E se è vero che il campione analizzato dal Cergas è riferito al Veneto, “è molto probabile che se applicassimo l’analisi ad altre regioni che rappresentano best practices a livello nazionale emergerebbero risultati simili”. . .  
   
   
BOSCAGLI PRESIDENTE DELL´ISTITUTO AFFARI SOCIALI  
 
Milano, 29 ottobre 2009 - L´assessore alla Famiglia e Solidarietà sociale della Regione Lombardia, Giulio Boscagli, è stato nominato ieri dal Consiglio dei ministri presidente dell´Istituto per gli Affari Sociali (Ias), già Istituto Italiano di Medicina Sociale. La nomina è stata proposta dal ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi. Lo Ias è un ente di diritto pubblico che svolge attività di ricerca, di consulenza strategica, di assistenza tecnica e di formazione in materia di politiche sociali. L´istituto mette a disposizione dei cittadini e delle pubbliche amministrazioni vari servizi: la consultazione di banche dati con le principali normative italiane e internazionali riguardanti la sicurezza sul lavoro e le informazioni di carattere generale sui servizi consultoriali nazionali. Lo Ias edita inoltre la rivista Difesa Sociale. .  
   
   
WEST NILE: SANDRI INCONTRA PRESIDENTE PROVINCIA ROVIGO, “UN TAVOLO REGIONALE PER AFFRONTARE UN PROBLEMA CHE NON E’ SOLO POLESANO”.  
 
 Venezia, 29 ottobre 2009 - Apertura di un Tavolo tecnico-istituzionale per pianificare ad affrontare in maniera organica il problema del virus West Nile, che sta interessando e preoccupando la provincia di Rovigo, ma che ha fatto registrare casi anche in altre aree del Veneto, e più in generale il tema della lotta integrata alle zanzare in tutto il territorio. E’ questa la prospettiva delineata dall’Assessore regionale alla Sanità Sandro Sandri, al termine di un incontro, tenutosi a Venezia, con la Presidente della Provincia di Rovigo Tiziana Virgili, presenti anche il Direttore Generale dell’Ulss 18 di Rovigo Adriano Marcolongo, ed i Presidenti delle Conferenze dei Sindaci dell’Ulss 18, Antonio Bombonato, e dell’Ulss 19, Marina Bovolenta. Al centro del “vertice” c’era il problema West Nile in Polesine, ma Sandri ha ritenuto “opportuno nell’interesse dei cittadini allargare l’ottica al fenomeno di questo virus, ma anche alla diffusione delle zanzare più in generale, creando un tavolo specifico, dal quale potrebbe anche scaturire un Accordo di Programma formale tra la Regione e le Province venete interessate, nell’ambito del quale far convergere le risorse e individuare concordemente i progetti e le azioni da finanziare e attuare”. Della partita saranno anche tutti gli Enti e le organizzazioni di categoria a vario titolo interessate. “Penso ad esempio – ha detto Sandri – al mondo dell’agricoltura, a quello della bonifica, ed alle strutture scientifiche competenti in materia come potrebbe essere il nostro Istituto Zooprofilattico. Sarà mia cura innescare un primo incontro per raccogliere opinioni in merito e, mi auguro, le adesioni – ha aggiunto Sandri. Questo delle zanzare è un problema che sta crescendo di anno in anno, ed è il momento di affrontarlo in modo deciso, organico e territorialmente ampio perché, ad esempio, dalla West Nile sono ormai state toccate, anche se con pochi casi, tutte le province venete ad esclusione di Belluno”. “Se questa idea trovasse il consenso degli interessati – ha concluso Sandri – posso garantire sin d’ora che la Regione farà la sua parte anche sul piano economico, chiedendo però un impegno concreto anche alle altre Istituzioni che dovessero aderire”. .  
   
   
L’ARTE TERAPIA: IL RUOLO E IL VALORE TERAPEUTICO DELLE FORME ARTISTICHE NEL PERCORSO DI CURA E RIABILITAZIONE 19 NOVEMBRE 2009 UNITÀ SPINALE UNIPOLARE DI NIGUARDA, A.O. OSPEDALE NIGUARDA CA’ GRANDE  
 
 Milano, 29 ottobre 2009 L’arte terapia: il ruolo e il valore terapeutico delle forme artistiche nel percorso di cura e riabilitazione’, questo il titolo del workshop che si svolgerà giovedì 19 novembre 2009 presso l’Unità Spinale Unipolare dell’A. O. Ospedale Niguarda Ca’ Granda, P. Zza Ospedale Maggiore 3, Milano. L’iniziativa nasce dalle esperienze di arte e musico terapia avviate con successo in Unità Spinale da più di due anni grazie alla collaborazione con l’associazione Arca Onlus e vuole contribuire a diffondere la conoscenza di queste metodologie innovative, intese proprio come parti integranti della cura e della riabilitazione, applicabili in diversi settori di disagio fisico, psichico e sociale . La prima parte della giornata di studio servirà ad approfondire riflessioni sia cliniche che metodologiche del lavoro svolto dagli arteterapeuti con gli utenti dell’unità spinale e a valutare l’impatto di un intervento espressivo somministrato in situazioni traumatiche e condizionato dai tempi di degenza. Gli interventi del pomeriggio invece sposteranno il focus sull’applicazione dell’arte terapia in campo pediatrico nel percorso di cura di patologie diversificate, attraverso le testimonianze di due esperienze di successo in atto all’Ospedale Santobono Pausillipon di Napoli e all’Ospedale Regionale di Lugano. Il workshop è gratuito e aperto al pubblico e si rivolge in special modo agli operatori del settore sanitario e sociale, ai leader associativi e ai volontari delle associazioni e agli studenti delle discipline artistiche. Non mancheranno le occasioni di confronto e approfondimento anche per gli addetti ai lavori. Programma ore 10. 00 Saluti di benvenuto e introduzione ai temi del convegno. Francesca Nazzaro, Direttore Generale Fondazione Alta Mane ‘La Fondazione Alta Mane e il suo impegno nel sostegno ai progetti che utilizzano l’arte come motore di cambiamento personale e sociale’ Esperienze a confronto Moderatrice Laura Valsecchi, Coordinatore Area Riabilitativa U. S. U. A. O Ospedale Niguarda ‘Ca Granda. Ore 10. 30 – 11. 00 Teresa Melorio, Psichiatra, Presidente Arca Onlus ‘Il valore clinico e terapeutico dell’arte: le esperienze delle Botteghe d’Arte al Mapp’ 11. 00 –11. 30 Enza Baccei, Psicologa, Vicepresidente Arca Onlus ‘L’arte terapia presso l’Unità Spinale Unipolare a Niguarda’. 11. 30-12. 15 Patrizia Cigoli e Valentina Selini, arteterapiste Emanuela Ritrovato e Andrea Ruffilli, musicoterapisti Esperienze di Arte Terapia in Unità Spinale: i laboratori di arte e musica’. 12. 15 – 12. 45 Chiara Piroddi, Psicologa, U. S. U. A. O. Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano ‘I Laboratori di Arte e Musica in Unità Spinale: un importante contributo al percorso di crescita psicologica dei pazienti. ’ 12. 45 – 13. 00 Discussione Intervallo. 13. 00– 14. 00 Buffet. Altre esperienze di successo: Moderatrice Dott. Ssa Tiziana Redaelli, Direttore U. S. U. A. O. Ospedale Niguarda Cà Granda di Milano 14. 00-14. 30 Daniela Morante, Capo Progetto Laboratorio Artistico dell’Ospedale Santobono - Pausillipon di Napoli ‘Il laboratorio d’Arte dell’Ospedale Santobono - Pausilipon di Napoli:esperienze e riflessioni’. 14. 30-15. 00 Valdo Pezzoli, Primario Servizio di Pediatria, Ospedale Regionale di Lugano Mariella Mulattieri, arteterapista ‘Arte A Ventaglio: l´approccio plastico nella cura di bambini e adolescenti’. 15. 00-15. 15 Discussione 15. 15 – 16. 00 Inaugurazione ufficiale del laboratorio ‘Bottega d’Arte’ di Niguarda in Unità Spinale e presentazione del progetto con l’artista Marica Moro. Conclusioni e Saluti finali La partecipazione è gratuita Per informazioni: Aus Niguarda Onlus Tel/fax 026472490 (ore 15. 00 – 18. 00) e-mail: segreteria@ausniguarda. It www. Ausniguarda. It .  
   
   
GIORGIA BARABASKI WALL-LESS ROOM TRASFORMAZIONI.DISEGNO URBANO 06 - 30 NOVEMBRE 2009 PARMA  
 
Parma, 29 ottobre 2009 - Si inaugura venerdì 6 novembre alle ore 18:00 presso The Box Art&info, all’interno della Temporary Station di Parma, la mostra Wall-less Room di Giorgia Barabaski. L’esposizione, a cura di Marco Turco, è parte della rassegna di Arti Visive Trasformazioni. Disegnourbano organizzata dall’Archivio Giovani Artisti di Parma e Provincia, struttura dell’Assessorato al Benessere e alla Creatività Giovanile del Comune di Parma, in collaborazione con Fondazione Monte di Parma, Stu Area Stazione e 00:am Casa Creativa. Il percorso creativo di Giorgia Barabaschi, in arte Barabaski (Gbk), consiste in una progressione trasversale, che passa dalla pittura alla realizzazione di installazioni e opere site-specific, avvalendosi di vari media, fotografici e video in particolare. Lo spunto per questa nuova mostra prende il via dalla sede dell’esposizione, una stazione ferroviaria temporanea, luogo pubblico attraversato ogni giorno da migliaia di vite in transito, scandite dal tempo dei distacchi e dei ricongiungimenti, degli incontri e delle attese. L’autrice concepisce lo spazio come una stanza senza pareti (Wall-less Room), che metta in relazione pubblico e luogo privato: “senza pareti, l´assenza di confini, aprirsi senza appartenenza, dove le radici si raccolgono nell´anima…ovunque tu sia… il mio sangue è dello stesso colore del tuo. Cosa ci differenzia? transitorietà-temporalità e spazio gli ingredienti in un movimento continuo che affianca l´evoluzione della vita dalla direzione incerta immersi nel caos che ci circonda. Una macchina difficile da arrestare, motore di conflitti, controlli mediatici, false convinzioni, aspettative, pressioni…è difficile dormire…anche se spesso è decisamente più comodo… stanza senza pareti, luogo fisico in cui troviamo nell’apparente certezza materiale una protezione. Spazio percepito, soggettivo, illusorio, mentale, aprirlo. ” Giorgia Barabaschi Saranno esposti i video “Pending For Giorgia On My Mind” e “Inbetweennes”, una installazione - "Voicelessness Of The Dream" - omaggio a La Casa dell’Incesto di Anais Nin, alcune opere fotografiche e un’opera pittorica "Untitled". Giorgia Barabaski è nata a Parma nel 1975. Ha frequentato l’Istituto d’Arte P. Toschi di Parma, nel 1997 si è diplomata giovanissima all´Accademia di Belle Arti di Brera e sempre a Milano ha conseguito la specializzazione in regia. Tra le esposizioni più recenti figurano: Affected esposizione personale presso Antica Farmacia San Tiburzio, Parma (2007); Autoritratto esposizione collettiva presso Plastic, Milano (2007); video Cibohinnamorato, presentato per l´intervento wall-painting di Daniele Innamorato, in collaborazione con galleria Paolo Curti Annamaria Gambuzzi, presso "Ciboh" Food Design, Milano (2008); esposizione personale presso Villa Eden, Parma (2009). Ha vissuto con base a Milano per oltre 15 anni, attualmente satellita in più realtà tra le quali Parma e collabora con diversi artisti. Per contattare l’Artista: www. Gbk. It info@gbk. It .  
   
   
ALLA CASCINA RUBBIANETTA DI DRUENTO STUDENTI-CAVALIERI DA TUTTO IL MONDO PER IL CONCORSO "AIEC-SRNC - ITALY 2009&QU  
 
Torino , 29 ottobre 2009 – Da oggi al 1° novembre, dalle 9 alle 18, l’appuntamento per gli appassionati di cavalli è alla Cascina Rubbianetta di Druento (viale Medici del Vascello), per il Concorso Equestre Internazionale “Aiec-srnc - Italy 2009”, organizzato dall’Association Internationale des Étudiants Cavaliers - Student Riding Nations Cup, in collaborazione con il Centro Internazionale del Cavallo. La manifestazione è patrocinata dalla Provincia di Torino e rientra nel programma “Ottobre Cavallo” del Centro Internazionale. L´aiec, rappresentata in Italia dal Gruppo Equestre Universitario Nazionale, ha scelto il Centro Internazionale quale sede del Concorso di Dressage e Salto Ostacoli, riservato agli studenti universitari membri dell´associazione. Alla Rubbianetta gareggeranno studenti provenienti da tutto il mondo, impegnati in una sorta di Universiade equestre. Il programma dettagliato dell’evento è consultabile sui siti Internet www. Geun. Org e www. Centrointernazionaledelcavallo. It Il Dressage mette in evidenza le andature naturali e l´attitudine del cavallo che deve esprimersi con eleganza ed in completa sintonia con il proprio cavaliere. Nelle gare il binomio esegue una sequenza di movimenti prestabiliti (ripresa), valutata dai giudici con un giudizio espresso in percentuale. Le gare più importanti, per questa specialità, sono il “Gran Prix Special” (una ripresa con movimenti obbligatori) e il “Free Style”, in cui è il concorrente a scegliere l´ordine dei movimenti, da eseguire con un accompagnamento musicale. Il Salto Ostacoli è la specialità principe dell´equitazione, è la più diffusa e praticata nel nostro Paese e vanta le maggiori tradizioni. I concorrenti affrontano un percorso composto da ostacoli mobili costruiti in legno e costituiti da vari elementi come barriere, tavole, cancelli e balaustre. Il livello di difficoltà delle gare dipende dall´entità degli ostacoli e dai diversi tipi di categorie. Ogni errore o caduta da parte del concorrente viene penalizzato. Il cavallo da salto ostacoli deve essere potente e maneggevole, oltre che preciso, veloce e completamente rispondente alle azioni del cavaliere. .