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MARTEDI

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Notiziario Marketpress di Martedì 30 Novembre 2010
PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI (ROMA, 4-8 DICEMBRE): NASCE ESCLUSIVAMENTE O PREVALENTEMENTE DIGITALE QUASI L’1,5% DEI PICCOLI EDITORI. MA CHI SARÀ L’EDITORE DEL FUTURO? SE NE PARLA L’8 DICEMBRE ALLA FIERA NAZIONALE DELLA PICCOLA E MEDIA EDITORIA  
 
Milano, 30 novembre 2010 - Nasce esclusivamente o prevalentemente digitale quasi l’1,5% dei piccoli editori. Segno di un nuovo modo di fare l’editore e di essere editori oggi. Proprio a questo, l’editore e il libro del futuro, sarà dedicata l’ultima giornata degli appuntamenti professionali a cura dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (Aie), di Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria, in programma dal 4 all’8 dicembre al Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma. Alla luce delle sfide che l’innovazione porterà nell’editoria possiamo immaginare oggi come sarà, da qui a 10 anni, il futuro editore? La rivoluzione della forma libro e della sua distribuzione è già in corso. Quali sono i primi segnali e verso dove bisognerà guardare? Quali figure professionali scompariranno? Quali cambieranno? E quali saranno quelle nuove ed emergenti? Cosa continuerà a contraddistinguere il lavoro dell’editore? A queste domande risponderà mercoledì 8 dicembre alle 15 Stefano Mauri (Gems) al Digital Cafè del Palazzo dei Congressi di Roma nel corso dell’intervento L’editore del 2020. L’editore – anche se continua a pubblicare libri tradizionali – ha infatti di fronte a sé mercati e pubblici internazionali, e lettori ad “accesso istantaneo”, che vogliono essere connessi per tutto l’arco della giornata, interagire e generare contenuti. I mercati quindi sono pensati fin dall’inizio come internazionali, come i personaggi, le storie e i character. Non a caso la crescita della vendita di diritti all’estero da parte dell’editoria italiana è stata in questi anni impressionante: +190% dal 2001 a oggi (da 486 opere vendute a 1.409 del 2009), escluse condizioni e altre formule di partnership. E in questa crescita un ruolo non di secondo piano lo hanno svolto le piccole sigle editoriali, a cominciare dall’editoria per bambini e ragazzi. Se ne parlerà nel secondo appuntamento dedicato al tema dal titolo Nascere piccoli, internazionali, mobili e digitali, in programma alle 11.30 sempre l’8 dicembre al Digital Cafè. Ne parleranno, moderati da Giovanni Peresson di Aie, Paolo Canton (Topipittori), Emanuele Di Giorgi (Tunuè), Paolo Ongaro (Meta).  
   
   
SEMINARIO UNICOM SULLA COMUNICAZIONE ETICAMENTE CORRETTA  
 
Milano, 30 novembre 2010 - Il programma dei “Seminari di Aggiornamento Professionale” Unicom prosegue con un incontro di approfondimento su un tema di particolare interesse. “Bella Ed Eticamente Corretta ?” Temi, Casi E Riflessioni Per Una Comunicazione Di Qualità è il titolo dell’incontro riservato alle Associate che si svolgerà presso la Sede Unicom mercoledì 1° Dicembre alle ore 14.30. Il workshop sarà trasmesso integralmente in diretta via streaming e disponibile in differita nella parte riservata del sito associativo www.Unicomitalia.org/  Il programma prevede, dopo l’introduzione del Vice Presidente e Responsabile del Centro Studi Unicom Donatella Consolandi, gli interventi della Prof.ssa Lucia Ruggerone - Docente di Sociologia della Comunicazione presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore che disegnerà uno scenario dell’utilizzo dell’immagine femminile in pubblicità e del Dr. Vincenzo Guggino - Segretario Generale dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che chiarirà come le regole e le decisioni dell’Istituto siano di supporto ad una comunicazione eticamente corretta.  
   
   
ARRICCHITO IL PACCHETTO DEI “CONTRATTI-TIPO” UNICOM  
 
Milano, 30 novembre 2010 - Disponibile da il documento “Incarico per organizzazione Eventi”, il nuovo contratto-tipo che le Associate Unicom possono scaricare nella parte riservata del sito associativo. Il documento va ad aggiungersi al già nutrito pacchetto di 19 contratti-tipo previsti in funzione delle più ricorrenti esigenze che regolano i rapporti tra Imprese di Comunicazione, Clienti e collaboratori esterni, nonché le liberatorie rilasciate da terzi coinvolti nella realizzazione di campagne e iniziative di comunicazione in genere; tutti corredati da un capitolo di “Avvertenze” a supporto della stesura definitiva del contratto. Inoltre per tutti i rapporti contrattuali piuttosto che su altri temi attinenti la comunicazione, Unicom offre alle proprie Associate un Servizio di Consulenza gratuita tramite il proprio consulente legale.  
   
   
REGIONE UMBRIA: NASCE “PREMIO NAZIONALE COMUNICAZIONE, MARKETING E INFORMAZIONE PER LA SALUTE”  
 
Perugia, 30 novembre 2010 - Favorire processi di informazione e comunicazione del servizio sanitario più vicino ai cittadini e più efficace nel rispondere ai loro bisogni di salute. È con questo obiettivo che la Regione Umbria (Direzione regionale Sanità e servizi sociali – Staff Strategie di comunicazione), insieme al Festival internazionale del Giornalismo, istituisce il “Premio nazionale Comunicazione, Marketing e informazione per la salute”. I lavori dovranno essere inviati entro il 28 febbraio 2011 e saranno valutati da una giuria presieduta dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. Il premio “nasce con l’intento di riflettere – spiegano i promotori – su cosa accade quando la salute va oltre la sanità e informa/comunica sui principali fattori di rischio e per costruire una nuova cultura della salute, attraverso la promozione di stili di vita sani”. Per questo, il premio “intende raccogliere le più innovative esperienze di promozione della salute che, attraverso nuove forme di comunicazione e di marketing sociale realizzate tramite i nuovi media e il web 2.0, sostengono il movimento e la sana alimentazione, la lotta al fumo, all’abuso di alcool, all’Aids e alle malattie sessualmente trasmissibili, il rispetto dell’ambiente”. Per mettere in luce e valorizzare le esperienze positive della complessa realtà della comunicazione e informazione sul mondo della salute verranno premiati i giornalisti, gli strumenti e le iniziative che “hanno saputo raccontarlo in modo più rappresentativo”. Il concorso si articola in tre sezioni. La prima, “mondo dell’informazione e mass media”, riguarda articoli e/o rubriche giornalistiche comparsi su quotidiani, settimanali e mensili, radio, tv, “take” di agenzie di informazione, testate on line. La seconda è dedicata alle “campagne di comunicazione”: iniziative e progetti di promozione della salute di Aziende sanitarie, Enti locali, “Arpa” (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente) e mondo dell’ambiente, organizzazioni no profit, istituti scolastici e universitari, Aziende private. La terza sezione, “Web 2.0 e salute”, è rivolta al social media marketing per la promozione di sani stili di vita. Ogni concorrente, entro il 28 febbraio prossimo, può presentare al massimo un elaborato, pubblicato, trasmesso e diffuso tra il primo gennaio e il 31 dicembre 2010. Nella valutazione dei lavori presentati, la Giuria terrà conto della “rilevanza e originalità dei contenuti per le campagne di comunicazione”, del “rigore, completezza e accuratezza dell’informazione per i lavori di approfondimento”, della “forza comunicativa e aderenza” ai temi del bando. La cerimonia di premiazione è fissata per il 15 aprile 2011. Per ogni sezione è previsto un premio di 3mila euro. Il bando è disponibile sul portale della Regione Umbria ( www.Regione.umbria.it/ ), tra le notizie “in evidenza”.  
   
   
LA MONTAGNA DA SOTTO: DIALOGHI TRA CITTA´ E MONTAGNA OGGI LA PAROLA AL TRENTOFILMFESTIVAL CON "IL MOTORE DELLE CITTÀ"  
 
Trento, 30 novembre 2010 - Proseguono gli appuntamenti con "La montagna da sotto: dialoghi tra città e montagna", la proposta del Club Fotoamatori Mattarello e dell´Assessorato alla cultura della Provincia autonoma di Trento di una indagine sul territorio presentata al pubblico con un ricco calendario fatto di incontri, forum e mostre. Domani, martedì 30 novembre, tocca al cinema. Alla Sala grande della Fondazione Bruno Kessler di via S.croce 77, alla ore 20.30 sarà infatti protagonista il Trentofilmfestival con una selezione di cortometraggi sul rapporto tra città e montagna dalle ultime edizioni del Trentofilmfestival, e a seguire con il film "Il motore delle città" di Andrea Fenoglio e Diego Mometti. Presenta Sergio Fant, Coordinatore del Programma cinematografico del Festival. Il motore delle città di Andrea Fenoglio, Diego Mometti Italia, 2008 / durata: 52’ lingua: italiano, piemontese e patois. “Il Motore delle città” è una parabola che, attraverso le testimonianze-audio raccolte da Nuto Revelli negli anni ’70, descrive lo spopolamento della montagna cuneese utilizzando immagini riprese oggi. Il film è composto da due episodi. Il primo descrive ciò che rimane dei luoghi abbandonati. Tutte le testimonianze ripercorrono il senso di isolamento degli ultimi rimasti. Le immagini svelano il passaggio del tempo e indagano un territorio completamente desertificato. Ll secondo episodio racconta lo scontro tra due opposti modi di vivere: quello del montanaro e quello del cittadino. Vengono narrati i pensieri e l’esistenza di un uomo che vive un presente di operaio ma che serba dentro di sé l’esperienza e l’emozione della vita in montagna. Le immagini fanno da sfondo alle esperienze dei testimoni e indagano l’opposizione tra i diversi paesaggi come metafora del contrasto interiore di chi li ha abitati e vissuti.  
   
   
OGGI AL SUOR ORSOLA BENINCASA ANTEPRIMA NAZIONALE DEL DOCUMENTARIO RAI "STORIA CRIMINALE, CAMORRA E BANDE CRIMINALI NELLA CITTÀ DI NAPOLI".  
 
 Napoli, 30 novembre 2010 – Oggi alle ore 11, presso l´Aula Magna del Suor Orsola Benincasa, in corso Vittorio Emanuele 292, ci sarà la proiezione in anteprima nazionale del documentario "Storia criminale. Camorra e bande criminali nella città di Napoli", di Aldo Zappalà, con la collaborazione di Mario Leombruno. L´iniziativa, organizzata dall’università Suor Orsola Benincasa, in collaborazione con la Fondazione Polis della Regione Campania e con l´Associazione Libera, vedrà, tra gli altri, la partecipazione degli assessori regionali alla Cultura Caterina Miraglia e all´Università Guido Trombetti. Il documentario sarà trasmesso su Rai 3, nell´ambito della rubrica “"50 anni. La storia siamo noi" di Giovanni Minoli, giovedì 2 dicembre alle 8,05.  
   
   
PREMIO BOTTARI LATTES GRINZANE  
 
Cavour, 30 novembre 2010 - Come nasce il Premio Bottari Lattes Grinzane “Ho pensato a un premio che vada nel senso contrario delle barbarie verso le quali sembra andare oggi tutto - dichiarò Caterina Bottari Lattes, presidentessa dell’omonima Fondazione, dopo l’acquisto del Premio Grinzane Cavour - da destinare ad uno scrittore che ci aiuti a salvare cosa di positivo è stato fatto fino qui. Un premio che guarda al futuro che io vedo nerissimo, e proprio per questo lancio questa sfida”. Dopo una non facile battaglia per l’acquisizione di ciò che rimaneva del Grinzane (una triplice asta con l’unico concorrente, il romano Gianni Aringoli della Fondazione Epoché che organizza il Premio Capalbio), la presidentessa ha sùbito espresso il desiderio di conservare il meglio di ciò che era stato il Premio Grinzane Cavour, al di là delle illegalità commesse dal suo fondatore Giuliano Soria e degli eccessi degli ultimi anni, nella convinzione che esso abbia dato un notevole contributo alla vita letteraria del nostro Paese e costituisca un patrimonio importante a livello culturale, da difendere e valorizzare. Si è così conservato quanto di positivo era presente nella formula, cercando di correggere ciò che poteva essere migliorato. Quale sarà lo spirito del Premio Bottari Lattes Grinzane - Il Premio Bottari Lattes Grinzane, organizzato dalla Fondazione Bottari Lattes e dall’Associazione Bottari Lattes Grinzane, vuole ricreare lo spirito originario del Premio Grinzane Cavour, quello voluto dal cofondatore Don Francesco Meotto, ossia il coinvolgimento diretto dei giovani: per questo saranno riproposte le Giurie Scolastiche composte da studenti di sei scuole superiori italiane (il Liceo Govone di Alba, il Liceo Bodoni di Saluzzo, il Liceo Alfieri di Torino, l’Istituto Magistrale Fogazzaro di Vicenza, il Liceo Classico Mamiani di Roma, il Liceo Scientifico Scacchi di Bari) e una straniera (il Liceo Italiano Cristoforo Colombo di Buenos Aires), che valuteranno le tre opere vincitrici scelte dalla Giuria Tecnica per eleggere il supervincitore che avrà un premio in denaro aggiuntivo. La giuria tecnica è presieduta da Giorgio Barberi Squarotti a cui si affiancano Corrado Augias, Angela Bianchini, Valter Boggione, Gian Arturo Ferrari, Ricardo Kirschbaum, Paolo Mauri, Roberto Napoletano, Lidia Ravera, Bruno Quaranta e Giovanni Santambrogio. Verranno organizzati anche stage di tre giorni coi vincitori del Premio in cui saranno coinvolti alcuni componenti delle Giurie Scolastiche e studenti universitari. Tutto all’insegna della trasparenza e della sobrietà, al fine di riportare in primo piano il valore della grande letteratura italiana e internazionale. Il Premio Bottari Lattes Grinzane: nome e logo - Il nuovo nome del Premio è volto a esprimere una sorta di continuità nella discontinuità, riportando il nome della Fondazione Bottari Lattes intitolata all’editore, scrittore e pittore Mario Lattes, grande animatore culturale scomparso nel 2001. Nello stesso tempo, conserva anche la parola ‘Grinzane’ che evoca non solo il premio originario, ma anche il paese Grinzane Cavour in provincia di Cuneo che è la sede dove si svolge la presentazione del premio giovedì 25 novembre 2010 nella sala ipogea del Castello di Grinzane Cavour, situata a 13 metri sotto terra e con vista panoramica sulle colline antistanti. Il logo scelto è giocato sulla croce catara, che allude all’eresia sorta poco dopo l’anno mille a Monforte d’Alba (Cuneo), sede della Fondazione Bottari Lattes, ma anche allo spirito di moralità e di indipendenza che è uno dei tratti distintivi della Fondazione stessa. Il catarismo (dal greco Kàtharos = puro) fu una corrente del manicheismo forse proveniente dall’est Europa e diffusosi soprattutto nella Francia meridionale. La Chiesa romana si sentì presto minacciata dal rapido espandersi di questa nuova forma di Cristianesimo che avversò prima con la scomunica e poi con l’imponente crociata indetta da Innocenzo Iii nel 1209, mirata in particolare contro gli albigesi (gli eretici di Albi, mentre l’eresia radicata a Monforte, per la vicinanza con Alba, era detta ‘albanese’). Quasi due secoli prima di quegli eventi, una precoce comunità eretica aveva trovato asilo presso il borgo fortificato di Monforte, protetta anche, in seguito, dalla contessa Berta, feudataria locale. I Càtari negavano la divinità di Gesù, ripudiavano i sacramenti e la proprietà privata; vivevano in una condizione ascetica, rinunciando ai piaceri materiali e dedicandosi al digiuno e alla penitenza. Le autorità religiose locali, consce del pericolo rappresentato da queste idee, vollero sbarazzarsi di loro, chiedendo aiuto all’Arcivescovo di Milano Ariberto d’Intimiano, il quale mosse assedio a Monforte, catturò nel 1028 i capi dell’eresia, tentò inutilmente di riconvertirli e li portò a Milano per il processo: nessuno di essi abiurò la dottrina càtara né scampò alle fiamme dei roghi che, per più notti, illuminarono la piazza milanese che ancora oggi si chiama Porta Monforte. Dove e quando si svolgerà la prima edizione del Premio Bottari Lattes Grinzane? Sabato 26 febbraio 2011 avverrà la designazione dei vincitori della sezione ‘Il Germoglio’ presso Terre del Barolo a Castiglione Falletto (Cuneo). Il supervincitore della medesima verrà reso noto sabato 4 giugno all’Enoteca Regionale del Roero a Canale d’Alba. La cerimonia di premiazione delle due sezioni, ‘Il Germoglio’ e ‘La Quercia’, si svolgerà sabato primo ottobre 2011 all’Hotel Villa Beccaris di Monforte d’Alba. Le due sezioni del Premio: Il Germoglio e la Quercia - Il Premio Bottari Lattes Grinzane ha frequenza annuale ed è diviso in due sezioni. La prima si chiama Il Germoglio ed è riservata ad opere di narrativa italiana o straniera edite in Italia nell’anno precedente l’assegnazione del Premio, che siano state ritenute di particolare valore letterario ed esemplificativo delle tendenze più vive e originali del panorama culturale internazionale. La Giuria Tecnica sceglierà, a suo insindacabile giudizio, una rosa di tre opere finaliste, selezionate in base al criterio del valore letterario e della rappresentatività delle tendenze più vive e originali della narrativa contemporanea. Questa terna di finalisti si aggiudica un premio di 2500 euro ciascuno e sarà soggetto al giudizio delle Giurie Scolastiche istituite presso sei Istituti Superiori italiani e uno straniero, costituite ciascuna da 13 componenti. Le Giurie Scolastiche decreteranno il supervincitore che riceverà un ulteriore premio di 7500 euro. Condizione imprescindibile per l’attribuzione del montepremi al vincitore è la sua presenza alla cerimonia di premiazione e la disponibilità ad effettuare, nei giorni immediatamente seguenti, uno stage con studenti universitari e alcuni componenti delle Giurie Scolastiche. La seconda sezione si chiama La Quercia ed è intitolata a Mario Lattes. Premierà con 10.000 euro un’opera letteraria scelta a insindacabile giudizio della Giuria Tecnica che si sia dimostrata capace di interessare in maniera costante nel corso degli anni il pubblico e che abbia ricevuto una definitiva consacrazione critica entrando a far parte del patrimonio culturale italiano o internazionale. Un concorso online premierà le due migliori recensioni delle opere vincitrici con la possibilità di far partecipare gli autori agli stage insieme ai supervincitori delle due sezioni. Le opere letterarie che possono concorrere al Premio devono pervenire alla Segreteria del Premio entro e non oltre il 31 gennaio 2011.  
   
   
IL PREMIO ITAS DEL LIBRO DI MONTAGNA COMPIE 40 ANNI IN DISTRIBUZIONE IL BANDO – REGOLAMENTO DELL’EDIZIONE 2011  
 
Trento, 30 novembre 2010 - Joseph Zoderer, Reinhold Messner, Robert Schneider, John Berger, Erri De Luca, Tim Parks, Christoph Ransmayr. Sono alcuni dei prestigiosi vincitori del Premio Itas del Libro di montagna, il più ambito riconoscimento italiano dedicato alla letteratura sulla montagna, istituito nel 1971 in occasione del 150° di fondazione dell’Itas - Istituto Trentino Alto Adige per Assicurazioni, la più antica impresa del mercato assicurativo italiano. Il Premio Itas del Libro di montagna che nel 2011 giungerà al prestigioso traguardo delle 40 edizioni è nato per riconoscere opere significative per i valori culturali della montagna espressi attraverso la letteratura e la saggistica, insieme ad opere di divulgazione tecnica e scientifica riferite all’ambiente naturale alpino. Al premio letterario possono partecipare le opere edite dal 1 gennaio al 31 dicembre 2010. E’ aperto a tutti gli scrittori italiani e stranieri viventi, i volumi in altra lingua devono essere tradotti in italiano. Le opere possono essere presentate sia dall’autore che dall’editore e dovranno pervenire al Gruppo Itas (via Mantova 67 - 38122 Trento) in sette copie entro il 12 marzo 2011. Le opere presentate entro questa data saranno esaminate e classificate dalla giuria così composta: Ulderico Bernardi, docente universitario e scrittore, Franco Giacomoni Società Alpinisti Tridentini, Alberto Papuzzi giornalista e alpinista, Annibale Salsa, docente universitario e scrittore, Gino Tomasi scrittore, direttore emerito del Museo tridentino di Scienze naturali di Trento, Joseph Zoderer scrittore, Luciana Povoli segretaria. La giuria assegnerà i seguenti premi: Cardo d’oro dotato dell’importo di 6.000 euro ad opere di valore preminentemente letterario che celebrino gli aspetti più prestigiosi e le vicende più appassionanti della montagna. Cardo d’argento dotato dell’importo di 2.500 euro riservato ad opere nell’area specifica della saggistica che per le loro qualità possono diventare strumenti per meglio conoscere gli aspetti antropici, biologici e fisici del mondo alpino. Cardo d’argento dotato dell’importo di 2.500 euro ad opere che rivelino novità ed interesse nel campo dell’esplorazione dell’ambiente montano ed esteso ad opere di carattere tecnico/alpinistico, compresi gli sport della montagna. I Premi Itas 2011 saranno consegnati nel corso di un’apposita cerimonia nell’ambito della 59° edizione di Trentofilmfestival - Montagna Società , Cinema Letteratura. L’edizione 2010 è stata vinta dal libro “I fogli del capitano Michel” di Claudio Rigon (Einaudi). Informazioni: Segreteria Premio Itas del libro di montagna Tel. 0461.891711.  
   
   
AMBIENTE:A PARCO ETNA PRESENTAZIONE VOLUME ARPA PAESAGGI TERRAZZATI  
 
Catania, 30 novembre 2010 - "Paesaggi a terrazze di Sicilia. Metodologie per l´analisi, la tutela e la valorizzazione" e´ il titolo del volume che l´Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) e il Parco dell´Etna presenteranno giovedi´ 2 dicembre, alle ore 10, nella sala conferenze dell´ex monastero benedettino di San Nicolo´ la rena, in via del convento 45 a Nicolosi, sede del Parco. Il volume, curato da Giuseppe Barbera, Sebastiano Cullotta, Ilaria Rossi Doria, Juliane Ruhl, Bernardo Rossi Doria, e´ il settimo pubblicato dalla collana editoriale Studi & Ricerche di Arpa Sicilia ed e´ frutto di un progetto di ricerca finanziato dall´Agenzia in collaborazione con il dipartimento Colture arboree dell´universita´ degli studi di Palermo, diretto dal professor Giuseppe Barbera. La presentazione sara´ aperta dai saluti del commissario straordinario del Parco dell´Etna Ettore Foti, seguiranno gli interventi degli assessori regionali al Territorio e ai Beni Culturali, Gianmaria Sparma e Sebastiano Missineo. Il tema dei paesaggi terrazzati siciliani - tra i quali quelli dell´area del Parco dell´Etna hanno un ruolo di primo piano - riveste un´enorme importanza, non solo in Sicilia ma nell´intero bacino mediterraneo, sotto il profilo economico, produttivo, ambientale e paesaggistico, come ampiamente e dettagliatamente documentato dall´opera che rappresenta, di fatto, la prima analisi storica e culturale realizzata sul fenomeno dell´abbandono delle aree terrazzate in Sicilia e delle vicissitudini socio-economiche che lo hanno generato. All´incontro parteciperanno anche il direttore generale di Arpa Sicilia, Sergio Marino, il dirigente generale del dipartimento Interventi infrastrutturali dell´assessorato Regionale delle Risorse agricole e alimentari, Salvatore Barbagallo, e il responsabile del servizio per il Piano paesaggistico regionale dell´assessorato regionale dei Beni culturali e dell´Identita´ siciliana, Michele Buffa; relazioneranno Giuseppe Barbera, direttore del dipartimento di Colture arboree della Facolta´ di Agraria dell´universita´ di Palermo, Bernardo Rossi Doria del dipartimento Citta´ e territorio della facolta´ di Architettura dell´universita´ di Palermo e Paolo Inglese, del dipartimento di Colture arboree della facolta´ di Agraria dell´universita´ di Palermo.  
   
   
XIII FESTIVAL INTERNAZIONALE DELLA POESIA  
 
Trieste, 30 novembre 2010 – Da oggi al 4 dicembre 2010 si rinnova l’appuntamento Festival Internazionale della Poesia giunto alla sua Xiii edizione. La manifestazione sarà articolata in una pluralità di eventi. Ospite d’eccezione Ion Deaconescu, il poeta rumeno cui verrà assegnato il dodicesimo Premio Internazionale Trieste Poesia, riconoscimento alle voci più significative della grande poesia internazionale. Descritto da Luzi come «una voce ferma nella poesia europea», il cui lavoro «coinvolge l’uomo con tutta la sua innocenza e integrità, forse proprio perché tali elementi non esistono più» (Allen Ginsberg), Deaconescu sarà premiato per la sua attenta osservazione del reale, protesa a scoprire la "grammatica dell’evento" e "l’ortografia del sogno". La sua poesia è pervasa da un’ansia metafisica che talvolta, nella sua ricerca, diventa preghiera, e l’intera sua opera si colloca all’interno della grande tradizione lirica del suo paese. Quella di Deaconescu, come afferma il poeta siciliano Luciano Zinna "è poesia fluida, essenziale, comunicabile, nella sua raggiunta maturità che la traduzione nella nostra lingua […] ci consente finalmente di captare nell’ampiezza dei suoi voli". Presenti a Trieste anche i vincitori del “Premio Gerald Parks per la Traduzione” conferito per le sue traduzioni dal tedesco a Sabrina Mori Carmignani e, per il Premio Anthares “Un Poeta per la Pace”, all’autore macedone Rade Siljan. La cerimonia di premiazione si terrà sabato 4 dicembre, alle 18.00 presso il Caffè Teatro Verdi, con letture a cura dell’attore Maurizio Zacchigna. Il Festival Internazionale della Poesia, nato tredici anni fa dalla volontà di far rifiorire il contatto tra la città e la poesia internazionale, nutre l’ambizioso progetto di porre nuovamente Trieste come principale crocevia letterario d’Europa e come ogni anno presenterà un ricco calendario di eventi. Il ricco programma del Xiii Festival Internazionale della Poesia parte martedì 30 novembre, con la presentazione della raccolta di poesie dell’autrice e traduttrice israeliana Tal Nitzán (premio “Scrittrici Donne” e riconoscimento onorario del Presidente del Cile per la traduzione di Neruda), presso il Museo della comunità ebraica Carlo e Vera Wagner alle ore 18.30 in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste. L’autrice stessa leggerà alcune liriche tratte da Architettura d’Interni, sua prima pubblicazione in Italia presentata da Gaetano Longo. Nella stessa giornata, alle 17.00 al Caffè Tommaseo, verrà inoltre presentata l’antologia poetica “Pacem in progress” a cura di Graziella Atzori per il Salotto dei Poeti. Il progetto è interamente dedicato alla solidarietà, sia nella poetica sia nella pratica. Il ricavato andrà infatti all’associazione benefica “Gocce d’amore universale” per i ragazzi della Tanzania, grazie al missionario laico Claudio Turina, presente all’incontro. All’interno del festival, giovedì 2 dicembre presso lo stabilimento Ausonia, si svolge il 5th Trieste International Poetry Slam, attorno a cui gira la scena poetica contemporanea di Trieste e per la cui organizzazione si è offerta l´associazione Nadir Pro, già curatrice degli eventi poetici al Parco di San Giovanni. La kermesse, nata sei anni fa in seno all´associazione Gli Ammutinati, è cresciuta anche per merito della formula utilizzata. Il vincitore scaturisce da un tabellone “tennistico” che parte dagli ottavi di finale: i poeti si sfidano a coppie giudicati da cinque persone, estratte a sorte tra il pubblico grazie a una divertente lotteria; i giurati molto semplicemente alzano la mano a favore di uno dei due poeti al termine delle letture, stabilendo chi passa al turno successivo. La giuria viene cambiata ai quarti e successivamente in semifinale, mentre in finale è il pubblico che vota ad alzata di mano e decreta il vincitore che, oltre a ricevere il premio in denaro, sceglierà gli invitati per l´edizione successiva. Prima dello slam, alle 19.30 sempre all´Ausonia, una giuria di addetti ai lavori selezionerà gli ultimi quattro poeti grazie a un Open mic (microfono aperto) a cui tutti possono partecipare. La formula, democratica e semplice, negli anni ha generato uno slam aperto, ha permesso il ricambio tra i partecipanti ed è stata capace di sottolineare la qualità dei finalisti grazie alle scelte del pubblico. Il vincitore della precedente edizione, il friulano Maurizio Benedetti, sarà il maestro di cerimonia (in gergo Emcee) assieme a Matteo Danieli, anch´esso premiato nella seconda edizione. Altre edizioni sono state vinte dalla napoletana Maria Valente, ospite alla passata edizione di Absolute Poetry, e dal poeta triestino Christian Sinicco, parte anche dell´organizzazione. Alle 20.30 inizierà quindi lo Slam, che quest´anno è incentrato (come il Festival Internazionale di Poesia) sul rapporto tra Italia e Romania, e vede la presenza di due poeti della nuova generazione rumena, Viorel Boldis e Irina Turcanu, che oltre a essere ottimi performer, hanno diverse pubblicazioni alle spalle in Romania. A concludere la serata del 2 dicembre, i testi interpretati dalla voce e chitarra di Massimo Zamboni (ex Cccp e Csi) che porterà a Trieste “Tre motivi di saggezza”, un concerto reading in cui attraverserà sia la propria opera musicale che letteraria. L´idea centrale è come Sconfitta, Inermità e Estinzione possano costituirsi in motivi di saggezza - non sempre naturalmente, anzi è facile rimanere stritolati da questi meccanismi. Soltanto comprendendoli in una condizione più alta e mai personale è possibile ricavarne la forza per risollevarsi perché, come dice lo stesso Zamboni, “la nostra, una razza che ce la fa sempre, e che sempre riesce a ricostruire il mondo anche partendo da piccole cellule di sopravvivenza”. Venerdì 3 dicembre, sempre allo stabilimento Ausonia, la poesia incontra la musica: si parte alle 20.30 con le letture poetiche dei premiati e dei poeti ospiti Tal Nitzán, Boris Vishinski (Macedonia) e Mary Barbara Tolusso, per poi passare alle contaminazioni musicali sui versi di Christian Sinicco e Maria Teresa Atzori a cura rispettivamente dei Baby Gelido e del Circolo di Jambo Gabri. Ultimo appuntamento della serata di venerdì è il concerto di Giulio Casale, già frontman del gruppo rock Estra e scrittore (Premio “Grinzane Cavour”), che presenterà il proprio progetto solista. Il “cantautore rock”, già invitato da Fazio a “Che Tempo fa” per presentare il suo spettacolo di teatro-canzone dedicato a Fernanda Pivano e alla beat generation, spazierà da pezzi proprio a De Andrè, Tenco e Dylan. L’ultima giornata del festival si aprirà sabato 4 dicembre presso il Caffè Teatro Verdi con un concerto di musica barocca per tiorba e chitarra, proseguirà poi con la presentazione, a cura di Fabio Russo, della raccolta poetica di Simone Pansolin e si concluderà con la consegna ufficiale dei premi (Ion Deaconescu - Romania - 12° Premio Internazionale Trieste Poesia; Sabrina Mori Carmignani - dal tedesco - 7° Premio Gerald Parks alla Traduzione; Rade Siljan - Macedonia - 7° Premio Anthares “Un poeta per la pace”). Il Festival internazionale della Poesia è organizzato dal Club Anthares con la collaborazione di Francopuzzoeditore, Nadir Pro, Webgallery Anforah il contributo della Provincia di Trieste, Cervesi&cervesi Ingegneria Srl, Banca di Credito Cooperativo del Carso Zkb e con il Patrocinio della Camera di Commercio di Trieste, il Commissariato del Governo nella Regione Friuli Venezia Giulia, il Centro Unesco di Trieste. Media Partner: Il Piccolo e Radio Fragola. Per tenersi aggiornati sul calendario del festival: www.Triestepoesia.org  
   
   
STORIE DI GUERRIERI, DONNE E CAVALLI E DI UNA RAGAZZA DAL VELO D´ORO: IN MOSTRA DALL´11 DICEMBRE "IL TESORO DI SPILAMBERTO. SIGNORI LONGOBARDI ALLA FRONTIERA", REPERTI DI UNA NECROPOLI CELATA PER QUASI 1500 ANNI DALLE ARGILLE DEL FIUME PANARO. ESPOSIZIONE FINO AL 25 APRILE 2011  
 
Bologna, 30 novembre 2010 - Fibule, pettini, collane, raffinati manufatti in vetro o in bronzo fuso, gioielli di rara fattura ma soprattutto armi, di tutti i tipi: spade a doppio taglio, coltelli, cuspidi di lancia, punte di freccia, umboni di scudi. E poi decine di fibbie, perché il mondo di un Longobardo stava appeso alla cintura. Sono alcuni dei reperti che compongono il corpo della mostra “Il tesoro di Spilamberto. Signori Longobardi alla frontiera”, che inaugurerà l’11 dicembre e resterà aperta fino al 25 aprile 2011 nello Spazio Eventi “L. Famigli” di Spilamberto (Modena). L’esposizione è organizzata da Comune di Spilamberto e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-romagna, con la collaborazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia. La mostra è stata presentata oggi nella sede della Regione Emilia-romagna, a Bologna, presenti tra gli altri l’assessore regionale alla Cultura, Massimo Mezzetti, il sindaco di Spilamberto Francesco Lamandini, Luigi Malnati soprintendente archeologico dell´Emilia-romagna e il curatore della mostra, Andrea Breda. L’assessore regionale Mezzetti ha sottolineato “l’importanza dell’evento da un punto di vista non solo storico e archeologico, ma anche antropologico per un’esposizione che evidenzia una storia fatta di incontri tra popoli. Vicende che nel corso dei secoli hanno costituito una civiltà frutto anche di commistione tra diverse culture: un insegnamento che ci viene dal passato, laddove emerge la nostra regione come terra di approdi fin dall’antichità”. La necropoli di Spilamberto - La piccola necropoli scoperta nel 2003 alle porte di Spilamberto non racconta solo la storia degli uomini e donne vissuti qui circa 1500 anni fa. Portando alla luce alcuni aspetti della loro vita privata, restituisce loro carne, sangue e sentimenti. Nulla intacca i resoconti delle loro celebri virtù guerriere. Ma dalle 34 sepolture in semplice fossa rinvenute a Ponte del Rio (di cui un terzo femminili) emerge un’epoca solo in parte lontana che torna a vivere nella forma di un sedile in tutto simile a quelli che usiamo ancora oggi o nell’eleganza di un cammeo che, creato per una matrona romana, si trasforma prima in raffinato gioiello per qualche nobile vissuta in epoca bizantina e infine in prezioso monile per una giovane “principessa” longobarda. La necropoli longobarda di Spilamberto non è solo ciò che resta di un gruppo di guerrieri con le loro famiglie, forse un clan gentilizio (fara), insediatosi qui per occupare e controllare un territorio di confine. È soprattutto la testimonianza della più antica presenza stabile di immigrati longobardi nel Modenese. Un ritrovamento quindi che, per varietà di reperti e alta cronologia, fa di Spilamberto un luogo nodale per la storia dell’Emilia-romagna nell’altomedioevo. L’esposizione - La mostra espone quattro tra le sepolture più significative rinvenute nella vasta area di Cava di Ponte del Rio, nei pressi del fiume Panaro. I corredi sono presentati in una piattaforma centrale, insieme a uno dei tre cavalli sacrificati con i padroni defunti; ampie nicchie di contorno trattano i temi dell’abbigliamento, degli ornamenti, della cura della persona, delle armi e del vasellame da tavola. Tra i reperti, illustrati da un ampio apparato reso più suggestivo dalla grafica ricostruttiva, spiccano i filamenti in oro di un tessuto di broccato che probabilmente velava il volto di una giovane defunta, un raffinato corno potorio in vetro e un’eccezionale sedia pieghevole in ferro (sella plicatilis) decorata con agemina in ottone a motivi geometrici e vegetali. I Longobardi Ma chi erano i Longobardi? Invasori selvaggi che rasero al suolo quanto restava della civiltà classica, oppure popolo di emigranti già ampiamente romanizzato che avrebbe potuto trasformare l’Italia in una Nazione, come i Franchi stavano facendo al di là delle Alpi? Il dibattito su questo popolo guerriero sceso dalla Pannonia e padrone della Penisola per più di due secoli è ancora aperto. Una cosa è certa. Quando i Longobardi arrivano al seguito di re Alboino, nel 568, le città hanno perso da tempo lo splendore dell’età imperiale: le strade sono disselciate, i commerci languono e le condizioni di vita sono fortemente deteriorate, soprattutto nelle regioni del nord. Nelle città i nobili guerrieri occupano le dimore signorili e i palazzi superstiti mentre il resto della popolazione ricava modeste case nelle antiche domus romane. Nelle campagne, come a Spilamberto, piccole comunità si insediano nelle fattorie di età romana o in nuovi villaggi di capanne e terra fin dalla prima fase migratoria. Il confine tra regno longobardo ed Esarcato bizantino è a pochi chilometri; in attesa di chiarire i rapporti di forza con gli scomodi vicini è qui che serve un avamposto militare presidiato dagli uomini migliori. I reperti - La necropoli longobarda di Ponte del Rio getta nuova luce sulle vicende ancora poco note di un periodo cruciale per la formazione dell’identità regionale. Scavata nel 2003 sotto la direzione scientifica della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-romagna (finanziamento Era 2000), ha restituito 34 tombe a inumazione, a semplice fossa rettangolare, in pochi casi dotate di casse in legno, forse a indicare un più elevato status sociale del defunto. Tutte le sepolture sono orientate est-ovest (con cranio ad ovest), come di regola nei cimiteri di questo periodo, e paiono distinte in piccoli gruppi, forse familiari. Uomini e donne sono deposti supini, molti con il proprio abito quotidiano di cui restano quasi esclusivamente le parti metalliche; nella tomba sono spesso lasciati doni funebri di diverso tipo. I guerrieri sono sepolti con le armi individuali che connotavano il rango dell’uomo libero quando la popolazione longobarda era ancora stanziata nelle aree pannoniche (Ungheria) prima della migrazione in Italia nel 568-569. Sono state rinvenute spathe (spade con larga lama a doppio taglio), coltelli, fibbie da cintura in bronzo, cuspidi di lancia, punte di freccia e la parte centrale e sporgente in ferro degli scudi (umbone). Anche le ceramiche, trovate sia nelle deposizioni maschili che in quelle femminili, fanno riferimento alla tradizione longobarda extra-italica. Si tratta in genere di bicchieri e bottiglie realizzati al tornio lento e decorati con la tecnica «a stralucido» e «a stampiglia» con motivi geometrici semplici o compositi. Di grande importanza l’analisi degli accessori pertinenti all’abbigliamento rinvenuti nei corredi funerari: mai, come parlando di questo popolo, possiamo dire che l’abito fa il Longobardo. Risale al tradizionale costume femminile tipico della prima fase di immigrazione, una fibula (spilla) a «S», composta da due figure zoomorfe stilizzate e contrapposte, che chiudeva probabilmente il mantello indossato sopra la tunica. Le fibbie appartengono invece a cinture di cuoio, portate da entrambi i sessi, a cui venivano fissate strisce di cuoio di varia lunghezza cui erano appesi coltellini, dischi, perle in vetro ed anche perle semipreziose interpretabili come amuleti. Fibbie di dimensioni più piccole servivano probabilmente a chiudere borsette in cuoio (anch’esse appese alla cintura) che contenevano oggetti di uso quotidiano per la toilette personale, per cucire o accendere il fuoco. Tra i manufatti d’uso quotidiano figurano anche acciarini e pettini in osso a dentatura semplice e doppia. I pettini -in altri casi deposti nelle sepolture per il loro valore apotropaico, a protezione del defunto dagli spiriti maligni- compaiono a Spilamberto solo in sepolture femminili e potrebbero quindi essere stati inseriti come oggetti personali piuttosto che per il loro significato magico. Le numerose collane e braccialetti rinvenuti sono composti da perle multicolori in pasta vitrea, ambra, ametista e pietre dure, con inserzione di elementi in oro negli esemplari più ricchi. Le variazioni della moda avvenute per i contatti con il mondo romano-bizantino determinarono la sostituzione delle fibule a «S» con una sola fibula a disco. In una delle tombe femminili più ricche è stato trovato un esemplare eccezionale costituito da un cammeo romano montato in argento dorato e circondato da perle di fiume, paste vitree e motivi a filigrana. In generale, pare che le donne di questa comunità abbiano abbandonato abbastanza presto i costumi funerari di stampo etnico più antichi, per accogliere in tempi brevi le usanze locali Un velo d’oro - Anche se nella necropoli di Spilamberto le tombe davvero ricche sono poche, esse contengono oggetti personali e complementi di corredo di altissimo livello qualitativo. La sepoltura di una fanciulla certamente di alto lignaggio ha restituito i resti di un velo intessuto di sottili striscioline d’oro. Il broccato aureo è sicuro indizio di dovizia e status sociale elevato: basti pensare che era la legge a stabilire chi fosse autorizzato a indossarlo. L’alto rango della defunta è confermato dalla presenza di una sella plicatilis in ferro (sgabello pieghevole) decorata ad agemina in ottone, con motivi geometrici e vegetali; un oggetto di grande lusso e tecnologicamente sofisticato, di cui si conoscono per il periodo ben pochi esempi in tutta Europa. Altri raffinati manufatti in vetro (corni potori, bicchieri, coppe e bottiglie) ed in bronzo fuso di produzione italica e mediterranea (una brocca, una padella, una lucerna guarnita di catena di sospensione e bossolo bruciaprofumi in argento) compongono corredi sontuosi e lasciano pensare che tali oggetti fossero stati prescelti non tanto per il loro valore intrinseco quanto per il significato simbolico che rivestivano. Il corno potorio è retaggio di una tradizione assai antica, condivisa anche da altre popolazioni germaniche, mentre gli oggetti in bronzo delle sepolture femminili sono manifatture di ambito romano-bizantino che per quanto rare si ritrovano anche nel territorio modenese (Montale). Il rinvenimento di questo tipo di bronzi e di un cucchiaio in argento con iscrizione augurale in latino, anch’esso di tradizione romana, costituisce un dato socio-economico e “politico” di grande interesse perché attesta il sussistere di rapporti commerciali (e con ogni probabilità anche personali) permanenti con le aree bizantine, nonostante la continua pressione espansiva dei Longobardi nei confronti della Romania che durerà in sostanza fino alla fine del regno. Di particolare interesse infine le tre deposizioni di equini, due delle quali sicuramente acefale e associate a sepolture femminili. Questa pratica rituale, testimoniata da una casistica abbastanza ampia riscontrata in Italia, Germania e in Austria, si differenzia da quella nomadica di origine euro-asiatica, caratterizzata invece dalla inumazione nella medesima tomba di cavallo e cavaliere. Essa nacque nell’Europa occidentale tra Iii e V secolo e si diffuse successivamente nei territori estesi ad est del Reno fra le popolazioni germaniche che comprendevano Franchi orientali, Alemanni, Longobardi e Turingi. Informazioni “Il Tesoro di Spilamberto. Signori Longobardi alla frontiera” dall’11 dicembre 2010 al 25 aprile 2011 Comune di Spilamberto Ufficio Cultura - Tel. 059.789.964 Ufficio Eventi - Tel. 059.789.929 info@comune.Spilamberto.mo.it  www.Comune.spilamberto.mo.it    
   
   
TRIENNALE BOVISA. DAL 2 DICEMBRE LA MOSTRA “MILANO 2010: MATERIALI CREATIVI”  
 
Milano, 30 novembre 2010 - Giovedì 2 dicembre, presso gli spazi espositivi di Triennale Bovisa, sarà inaugurata la mostra “Milano 2010: Materiali Creativi”, momento conclusivo di un progetto promosso e sostenuto dall’Assessorato alle Attività produttive del Comune in collaborazione con Material Connexion Milano. Nata un anno fa e rivolta ai professionisti che si occupano di progettazione e creatività, l’iniziativa del Comune ha offerto servizi e strumenti a designer, architetti e ingegneri milanesi con l’obiettivo di sostenere l’innovazione, concentrandosi in modo particolare sui temi della sostenibilità e dell’alimentazione propri di Expo 2015. “Il progetto – commenta l’assessore alle Attività produttive Giovanni Terzi – segue e valorizza quella che rappresenta una grandissima vocazione della nostra città, la creatività. Dare a duecento professionisti la possibilità di aggiornarsi e documentarsi, significa creare le basi per un futuro all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità, nel percorso che, sempre più rapidamente, ci sta portando a ospitare l’Expo”. I 200 partecipanti hanno avuto a disposizione accessi gratuiti all’archivio di Material Connexion Milano - società selezionatrice che dal 2002 si occupa di ricerca e consulenza nel campo dei materiali innovativi – e 4 seminari su diversi temi. In mostra saranno presentati i lavori dei progettisti. Il Progetto L’archivio Online - Per un anno i progettisti selezionati da Material Connexion Milano hanno avuto accesso gratuito all’archivio, fisico e online della società, dove sono presenti informazioni su 5000 materiali e processi innovativi da tutto il mondo. I Workshop - Nei 4 incontri sono stati affrontati temi di architettura sostenibile (con particolare attenzione alle problematiche del recupero, del risparmio, della riduzione dei consumi e della riciclabilità), Food Packaging, Eco-design. La Mostra - Con i loro elaborati, i creativi milanesi hanno offerto la loro visione dei temi di Expo 2015. I progetti riguardano oggetti di design per il Food e l’Expo come manifestazione fieristica, strutture architettoniche e altri legati al tema dell’alimentazione nei paesi emergenti. L’inaugurazione si terrà giovedì 2 dicembre alle ore 18.30, presso La Triennale Bovisa di via Lambruschini 31. La mostra rimarrà aperta fino al 9 gennaio 2011, con i seguenti orari: da martedì - domenica dalle 11.00 alle 21.00 , il giovedì dalle 11.00 alle 23.00, Per ulteriori informazioni: tel. 02 36577801 - www.Triennale.org/  Ingresso gratuito  
   
   
NATALE CON I PICCOLI CANTORI DI MILANO QUATTRO CONCERTI NELLE BASILICHE E NELLE PARROCCHIE CITTADINE  
 
Milano, 30 novembre 2010 - Dal 1° al 17 dicembre il “Coro I Piccoli Cantori di Milano” introdurrà i milanesi alle festività natalizie. L’iniziativa, promossa dall’Assessorato al Turismo, Marketing territoriale e Identità del Comune, propone quattro concerti in altrettante basiliche e parrocchie cittadine, dal centro alle periferie. "Con grande piacere ho accolto questo progetto musicale proposto dell´Associazione Coro I Piccoli Cantori di Milano, concretizzatosi in un cd e in una serie di concerti nati per proporre ai bambini e alle loro famiglie quattro pomeriggi musicali dedicati alla riscoperta dei valori più autentici delle Festività Natalizie e del grande patrimonio artistico e culturale custodito nelle nostre basiliche, un tesoro spesso sconosciuto che merita di essere valorizzato”, commenta l’assessore al Turismo, Marketing territoriale e Identità Alessandro Morelli. La manifestazione si apre mercoledì 1° dicembre alle ore 19.00 alla Parrocchia di San Pietro in Sala, in piazza Wagner, e proseguirà sabato 4, alle 16.00, presso Santa Maria del Suffragio in corso Xxii Marzo. Mentre sabato 11 dicembre, alle 16.00, i Piccoli Cantori si esibiranno alla Parrocchia di San Vito al Giambellino in via Tito Vignoli, e venerdì 17, alle 21.00, a San Nazaro in Brolio in piazzetta di corso di Porta Romana. Il coro, diretto da Laura Marcora, proporrà brani che spaziano dalla canzone dialettale milanese alle musiche natalizie. Alle famiglie verrà distribuito in omaggio un cd con il repertorio dei Piccoli Cantori. Per ulteriori informazioni: www.Piccolicantori.com/  tel. 02- 202334, email lisa@goigest.Com    
   
   
«TUTTA LA TOSCANA PER SIENA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA NEL 2019»  
 
Firenze, 30 novembre 2010 - «Per la candidatura di Siena a capitale europea della cultura 2019 dobbiamo fare lobbying e spenderci tutti insieme. E´ una straordinaria opportunità non solo per la città, ma per tutto il nostro territorio. La Regione la sosterrà con convinzione». Così il presidente Enrico Rossi a conclusione dell´incontro tra la giunta regionale e gli amministratori locali senesi che si è svolto stamani nel complesso di Santa Maria della Scala. Nel corso del suo intervento il 26 novembre il presidente ha fatto il punto sulla situazione economica e sulle politiche messe in campo dalla Regione. «Nel 2000 – ha detto Rossi - il Piano regionale sviluppo si chiamava orgogliosamente “La toscana del benessere”. Prendevamo consapevolezza di vivere una fase positiva per economia, territorio, ambiente, qualità della vita. Nel 2005, prendendo a tto che il benessere ci aveva appesantito, l´avevamo chiamato “Dinamismo”. Ora partiamo da una crisi pesante che coinvolge tutto il paese e anche la Toscana. Cominciamo a capire – ha sottolineato Rossi - che il nostro, se non cambiamo marcia, può essere un futuro di declino. Dovremo indubbiamente fare politiche di contenimento spesa degli apparati pubblici, ma una politica di solo rigore senza sviluppo mi sembra una scelta miope». «Il rischio – ha proseguito il presidente – è di rimangiarci il poco di ripresa che stiamo ottenendo perché l´effetto dei tagli farà calare il Pil dell´1%. Un vincolo finanziario però costringe a cambiare i dati del sistema. Le politiche del Prs basate sul dinamismo avevano individuato il problema, ma dobbiamo aggiungere anche che senza un po´ di conflitto non c´è dinamismo. Possiamo ad esempio provare ad avere una pubblica amministrazione che fa un buon servizio ai cittadini magari costando un po´ meno. Accanto a questo abbiamo messo la vicenda della dimensione dei servizi e la necessità di stare dentro una dimensione europea. Mi spaventano le dimensione degli investimenti necessari, ad esempio per quanto riguarda l´acqua, ma dobbiamo trovare forme innovative di intervento. E´ una riforma da fare – ha affermato Rossi -, così come vogliamo accogliere anche la sfida di un nuovo profilo istituzionale per la Toscana. Noi dovremo avviare dopo l´approvazione della finanziaria un ragionamento per aumentare l´efficienza degli enti, altrimenti, al prossimo giro di giostra, pagheremo in termini di consenso e credibilità presso l´opinione pubblica. La comunicazione fa molto, ma quello che conta è il prodotto, e i cittadini vedono e sperimentano il prodotto». «Presenteremo – ha ricordato il presidente - il Piano regionale di sviluppo e la rimodulazione dei fondi europei, che ci danno la possibilità di spendere in un paio d´anni circa 700 milioni. Qui passa un pezzo della ripresa possibile. Dobbiamo dimostrare di essere capaci di concentrarci di più su alcuni momenti forti della nostra realtà produttiva, individuando le questioni su cui concentrare il nostro lavoro per l´attrazione degli investimenti». «Per quanto riguarda le Apt – ha continuato il presidente -, sono strutture che altrove hanno eliminato da tempo. Chi è che può pensare di intercettare le nuove borghesie colte del mondo a cui presentare le città d´arte e il territorio? Bisogna organizzarsi e a Shanghai, per esempio, presentarsi insieme. Sotto il profilo turistico ambientale dico meno doppie case, che costituiscono una rendita autodistruttiva e più recuperi e valorizzazioni. Questo cambio di passo è imposto dalle circostanze, ma soprattutto da quelle migliaia di giovani che non hanno lavoro e che non riescono ad affr ancarsi dalla famiglia. Bisogna fare un patto per concentrare sui giovani tutte le energie e le risorse disponibili dei prossimi 5 anni. Un progetto aperto a tutti, istituzioni e forze sociali e dell´imprenditoria. Se non diamo alle generazioni la possibilità di giocare la propria partita non ci sarà crescita». L´ultimo passaggio del suo intervento il presidente lo ha dedicato alle infrastrutture: «Ci sono tagli sulla Grosseto-fano e sulla Tirrenica; abbiamo il problema dell´ammodernamento della Firenze-siena. Bisogna trovare un modo per trovare le risorse battendo anche altre strade, come il project financing o il pedaggio finalizzato, altrimenti – ha concluso - il sistema infrastrutturale toscano tra cinque anni rischia di collassare».  
   
   
IL VOLO: DAL 30 NOVEMBRE IN ANTEPRIMA MONDIALE IL PRIMO LAVORO DISCOGRAFICO DI PIERO BARONE, IGNAZIO BOSCHETTO E GIANLUCA GINOBLE  
 
 Milano, 30 novembre 2010 - Una favola, sì. E siamo solo all’inizio. Il mondo è pronto per Il Volo, Il Volo è pronto per il mondo. Perché l’uscita del disco in Italia il 30 novembre è solo il primo passo di una straordinaria avventura che porterà ovunque i tre giovanissimi cantanti Piero Barone, Ignazio Boschetto e Gianluca Ginoble. Il 7 dicembre partirà infatti da Parigi una tournée promozionale che toccherà le principali città americane ed europee. Il 17 dicembre saranno ospiti dell’ultima stagione del talk show più famoso e longevo d’America, il Larry King Live, che chiuderà i battenti dopo 25 anni di trasmissioni sulla Cnn: aver invitato il Volo nella sua ultima serie dimostra l’intenzione di Larry King di chiudere battezzando le star di domani, come ha più volte fatto nell’ultimo quarto di secolo. E poi, il prossimo 14 febbraio, il disco d’esordio dei tre giovani cantanti sarà pubblicato negli Stati Uniti, nell’America del Sud, in Canada, Australia e in tutta Europa. Se il progetto del Volo ha assunto fin dall’inizio una dimensione internazionale è grazie a Tony Renis e Humberto Gatica che hanno prodotto il disco, e a Michele Torpedine, per 15 anni manager e artefice dei successi di Andrea Bocelli, che ha curato ogni minimo dettaglio per fare in modo che nulla venisse lasciato al caso. I tre cantanti amano ripetere che lavorare con Michele e Tony è un’opportunità da cogliere al Volo… Pur essendo giovanissimi (48 anni in tre), Ignazio, Piero e Gianluca hanno già collezionato esperienze importanti: dopo la bella avventura televisiva a Ti lascio una canzone, il programma televisivo condotto da Antonella Clerici su Raiuno, sono stati invitati da Quincy Jones a rappresentare l’Italia a We Are The World for Haiti, il progetto benefico per aiutare la popolazione haitiana colpita dal terribile terremoto; il primo febbraio 2010 sono entrati in uno studio sul Beverly Boulevard di Los Angeles dove hanno registrato il singolo con star del calibro di Celine Dion, Carlos Santana e Barbra Streisand. Pochi giorni dopo sono saliti sul palco dell’Ariston per esibirsi davanti alla regina Rania di Giordania, nell’ambito del 60° festival di Sanremo, dove hanno emozionato e scatenato entusiasmo, guadagnandosi una standing ovation del pubblico in sala e i complimenti della regina. Primi artisti italiani nella storia a essere messi sotto contratto da una major americana, hanno firmato un contratto con la Geffen (etichetta del gruppo Universal America), il loro primo disco, Il Volo, è un ammaliante percorso tra la canzone italiana, le tradizioni napoletane e la musica internazionale. Un lavoro ad ampio respiro dove le loro grandi voci sono al centro di tutto. La tracklist comprende dieci pietre miliari della musica che abbracciano stili diversi: Il mondo, È la mia vita, Un amore così grande, ‘O sole mio, Smile (di Charlie Chaplin), Per te (di Walter Afanasieff), El Reloj, E più ti penso, un medley di Ennio Morricone dai film C’era una volta in America e Malena, Notte stellata (The Swan), La luna hizo esto (scritto per Il Volo da Diane Warren). Insomma, un lavoro di ricca bellezza alla presenza di un vero e proprio parterre de roi, per di più registrato nei leggendari Abbey Road Studios di beatlesiana memoria.